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PRONTI A MANIFESTARE DINANZI AL MINISTERO DELLA … RM CO pronti a... · dell’istanza del legale di Enzo Pontani, recentemente trasferito dal carcere di Ferrara (di competenza del

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Page 1: PRONTI A MANIFESTARE DINANZI AL MINISTERO DELLA … RM CO pronti a... · dell’istanza del legale di Enzo Pontani, recentemente trasferito dal carcere di Ferrara (di competenza del

Segreteria Nazionale Via Farini, 62 - 00186 Roma Tel. +39 06 48903773 - 48903734 Fax: +39 06 62276535 [email protected] www.coisp.it

COISP · COORDINAMENTO PER L’INDIPENDENZA SINDACALE DELLE FORZE DI POLIZIA

Prot. 464/13 S.N. Roma, 26 aprile 2013 Lettera aperta

Agli On.li Senatori e Deputati della Repubblica

Al Presidente del Senato

Al Presidente della Camera

Al Ministro della Giustizia

Al Ministro dell’Interno

e, per conoscenza:

Al Signor Vice Capo della Polizia con funzioni Vicarie Pref. Alessandro Marangoni

Alle testate stampa ed organi di informazione OGGETTO: Pronti a manifestare dinanzi al Ministero della Giustizia ed al CSM. Onorevoli Senatori e Deputati, Signori Presidenti di Camera e Senato e Signori Ministri,

la legge 26 novembre 2010 n. 199 (c.d. "sfolla carceri"), così come modificata dal decreto‐legge 22 dicembre 2011 n. 211 (c.d. “svuota carceri”), statuisce all’articolo 1 che, salvi alcuni casi di esclusione, “Fino alla completa attuazione del piano straordinario penitenziario nonchè in attesa della riforma della disciplina delle misure alternative alla detenzione e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2013, la pena detentiva non superiore a diciotto mesi, anche se costituente parte residua di maggior pena, è eseguita presso l'abitazione del condannato o altro luogo pubblico o privato di cura, assistenza e accoglienza, di seguito denominato «domicilio».”

I poliziotti Paolo Forlani, Monica Segatto, Enzo Pontani e Luca Pollastri sono stati condannati per l’omicidio colposo di Federico Aldrovandi a 3 anni e 6 mesi di reclusione. A loro - come a tutti gli altri cittadini che hanno subito una condanna - è stato applicato il condono per indulto di tre anni, rimanendo pertanto da espiare 6 mesi di pena detentiva.

Nei riguardi dei menzionati poliziotti si sarebbe dovuta applicare la misura alternativa dell’affidamento in prova ai servizi sociali, oppure la legge sfolla carceri ed il decreto svuota carceri … ma così non è stato. Gli stessi, incredibilmente, sono stati ristretti in carcere.

Per l’esattezza, ferma la non applicazione per tutti i 4 menzionati poliziotti dell’affidamento in prova ai servizi sociali (contrariamente a quanto avvenuto per colpevoli di reati ben più gravi di un omicidio colposo o per condannati a pene iniziali ben maggiori di 3 anni e 6 mesi) il Tribunale di Sorveglianza di Bologna ha deciso l’inapplicabilità del citato decreto svuota-carceri nei confronti di Paolo Forlani, Enzo Pontani e Luca Pollastri, mentre il Tribunale di Sorveglianza di Padova (competente per il carcere di Rovigo dove la Monica Segatto era stata ristretta) ha deciso di concedere alla predetta la detenzione domiciliare.

Contro l’illogicità della decisione del Tribunale di Sorveglianza di Bologna era diretta la nostra manifestazione pubblica a Ferrara!!

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Ebbene, a Voi sembra normale che un Tribunale decida una cosa e un altro decida l’opposto? Vi sembra normale e forse giusto che un Tribunale neghi a dei poliziotti quello che è stato concesso a tutti, anche a condannati per reati ben più gravi e con pene da espiare di gran lunga maggiori dei 6 mesi che dovevano espiare Forlani, Pontani e Pollastri?

E se è così, se la strumentalizzazione di alcuni ha incredibilmente condotto all’ottusità di tutti, come la mettiamo allora adesso, visto che anche un terzo Tribunale di Sorveglianza (quello di Milano), a seguito dell’istanza del legale di Enzo Pontani, recentemente trasferito dal carcere di Ferrara (di competenza del Tribunale di Sorveglianza di Bologna) a quello di Opera (di competenza del Tribunale di Sorveglianza di Milano), ha disposto la sua scarcerazione e la sua detenzione domiciliare?

Cosa ha realmente spinto SOLO il Tribunale di Sorveglianza di Bologna a negare, ai poliziotti colpevoli dell’omicidio colposo di Federico Aldrovandi, l’applicazione di leggi dello Stato che dal 1975 sono state riconosciute a chiunque altro?

Onorevoli Senatori e Deputati, Presidenti di Camera e Senato e Signori Ministri, riuscite a trovare dentro di voi un po’ di voglia di riflettere sulle implicazioni della decisione del Tribunale di Bologna?

Mentre noi andremo a manifestare davanti al Ministero della Giustizia ed al Consiglio Superiore della Magistratura martedì 7 maggio p.v., perché è questo che faremo, costretti dall’obbligo morale di dover tutelare i diritti di tutti i cittadini, che non possono essere affievoliti fino all’annullamento nel caso in cui si indossa una “divisa”, Voi vi indignerete per l’assurdo trattamento subito dai poliziotti, dopo una carriera scevra da qualsivoglia disonestà rinchiusi in una cella in isolamento perché in carcere rischiano anche la vita, oppure - perché è questo che dovrete fare nel caso in cui troviate lecito quanto accaduto - metterete al primo posto delle priorità del prossimo Governo una legge che affermi che “La Legge è uguale per tutti men che i poliziotti … nei cui confronti devono applicarsi pedissequamente le richieste delle parti lese dai loro comportamenti illeciti, ivi compresa un’eventuale flagellazione …”?

Suvvia, facciamo questa legge, così noi poliziotti prendiamo coscienza della volontà scritta di chi ci governa di lasciare i nostri destini alla vendetta ed all’odio, così che il Tribunale di Sorveglianza di Bologna qualora si dovesse ritrovare ancora a decidere sugli uomini e le donne “in divisa”, potrà farlo supportato dalla legge e non da interpretazioni e valutazioni che lasciano sgomenti chi ancora crede in una “Giustizia uguale per tutti”, così che Voi (con i dovuti distinguo) potrete proseguire a guardare con indifferenza ciò che il COISP sta denunciando, magari continuando a partecipare all’indignazione strumentale per la nostra iniziativa a Ferrara del 27.3.2013 riguardo la quale, visti anche alcuni recenti risvolti, riteniamo opportuno tornare brevemente giusto per ricordarvi ancora una volta cosa è accaduto realmente e quanto molti di Voi non hanno voluto vedere.

Nonostante, nella realtà dei fatti, il sit-in del COISP in piazza Savonarola a Ferrara era finalizzato a denunciare l’incomprensibile decisione del Tribunale di Sorveglianza di Bologna di non applicare misure detentive alternative al carcere nei confronti di Paolo Forlani, Luca Pollastri ed Enzo Pontani, condannati dalla Corte di Cassazione per omicidio colposo ai danni del giovane Federico Aldrovandi, lo stesso ha suscitato grande scalpore, in quanto rappresentato, fin dai primi minuti, in maniera falsa, dal Sindaco di quella città e non solo, come una manifestazione contro la sentenza della Corte di Cassazione e soprattutto contro la madre del giovane Federico.

Indignati dall’aver appreso che un Sindacato di poliziotti avesse manifestato “contro” la signora Moretti/Aldrovandi, gran parte delle SS.LL., senza minimamente preoccuparsi di apprendere se quanto sopra corrispondeva al vero, hanno immediatamente evidenziato il proprio fortissimo disappunto, contribuendo a creare (poco importa se involontariamente) un clima di caccia alle streghe che è stato prontamente accolto con soddisfazione da quei soggetti che vedono le Forze di Polizia come il fumo negli occhi ma anche, recentemente, da parte di taluni che professano la lotta alle mafie pretendendo che amministrazioni comunali si assoggettino alle loro pretese (a tal riguardo invitiamo a leggere l’allegato documento: “LA CAROVANA ANTIMAFIA CONTRO IL COISP

- A TUTTO C'È UN LIMITE, ADESSO SI VA IN TRIBUNALE”, che descrive la preoccupante posizione espressa dalla Carovana Antimafia contro il COISP, reo di aver partecipato, a costo zero, presso il Comune di Magenta, ad un progetto educativo per la legalità i cui incontri hanno riscosso un forte plauso da parte di studenti e cittadini).

Ebbene, pur comprendendo, ma di certo non condividendo, la difficoltà di molti di Voi a fare ammenda della disattenzione nel giudicare i fatti di Ferrara, preme nuovamente sottolineare che il COISP - lo ribadiamo soprattutto per i più sordi o finti tali - non manifestava né ha mai manifestato contro la sentenza di condanna, né

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contro la signora Patrizia Moretti (non ne avrebbe avuto alcuna ragione e soltanto chi è in malafede oppure è sciocco può ancora pensare che noi abbiamo fatto questo!), alla quale peraltro nessuno ha rivolto le spalle in senso di disprezzo, avendo invece preferito concludere la manifestazione in anticipo di qualche minuto rispetto all’orario previsto, piuttosto che dare adito a quello che poi la Signora Moretti ha ugualmente definito l’essere stati “vigliacchi” per avergli girato le spalle (che aggettivi avrebbe allora usato qualora - probabilmente accontentando l’odio verso le Forze di Polizia da parte di qualche individuo - fossimo rimasti ancora a manifestare quando la predetta è scesa in piazza Savonarola con la gigantografia del figlio in mano?).

Nell’invitarvi quindi a leggere l’allegato documento “FERRARA 27-3-2013 – QUESTI I FATTI - QUESTA LA

VERITÀ”, a rileggervi la lettera a Voi già inviata “LETTERA DEPUTATI E SENATORI SUL CASO FERRARA E SUI MEZZI DI

COAZIONE FISICA IN DOTAZIONE ALLE FF.OO.”, nonché a visionare il video presente all’indirizzo internet http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=P4i4IweXFUM, preme soprattutto chiedervi di adoperarvi per dare pubblica notizia dell’esito dell’ispezione ministeriale inviata a Ferrara, anche se l’esito della stessa costringerebbe a smentire la condanna espressa platealmente nei confronti del COISP.

Siamo difatti certi che la citata ispezione non avrà che potuto sottolineare la liceità e correttezza dell’operato del COISP ed il fatto che stavamo manifestando esclusivamente per

denunciare la mancata applicazione nei riguardi dei poliziotti rei di omicidio colposo ai danni di Federico Aldrovandi della legge svuota-carceri dal Parlamento Italiano voluta ed approvata;

la falsità della dichiarazione del Sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani, che si è incredibilmente preoccupato di dire immediatamente alla stampa che il COISP stava manifestando “sotto la finestra dell’ufficio” della signora Moretti/Aldrovandi, quando invece ben sapeva (lui sì che non poteva non saperlo) che la predetta ha l’ufficio in altra parte del palazzo comunale e che la sua “finestra” non affaccia affatto su piazza Savonarola);

lo stravolgimento delle motivazioni della nostra manifestazione del COISP da parte di giornalisti, politici e quanti altri.

Ciò premesso, è doveroso da parte nostra auspicare che alcuni o molti di Voi trovino in coscienza le motivazioni per corrispondere quanto sopra chiesto, che trovino opportuno chiedere alla senatrice Maria Teresa Bertuzzi (ex Sindaco del Comune di Copparo in provincia di Ferrara ed appartenente al Partito Democratico come il Sindaco della città di Ferrara Tiziano Tagliani) di spiegare cosa l’ha portata ad affermare lo stesso pomeriggio, dinanzi all’Assemblea del Senato della Repubblica, che il COISP aveva manifestato “proprio sotto le finestre dell'ufficio in cui lavora la madre (di Federico Aldrovandi)” quando ciò non era assolutamente vero, e che trovino opportuno far luce su ciò che ha spinto il Tribunale di Sorveglianza di Ferrara a negare la detenzione domiciliare ai menzionati poliziotti, contrariamente a quanto poi fatto dagli omologhi uffici di Padova e Milano.

Concludendo, in attesa di comprendere quale spirito anima davvero chi governa, nell’inviare ad ognuno di Voi i più alti sensi della nostra stima, non possiamo non esprimere la nostra piena solidarietà a quanti tra Voi, da tempo, si battono per una modifica del sistema giudiziario del Paese, una modifica che alla luce di quanto sopra evidenziato, è per noi parimenti urgente. In attesa di un cortese riscontro, si porgono, vive cordialità.

Il Segretario Generale del COISP Franco Maccari

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Incontri per i ragazzi ma anche per gli adulti: è questa una delle azioni messe in campo dal Comune di Magenta (MI) nell’ambito del progetto di educazione alla legalità che, in data 3, 5 e 12 aprile 2013, presso la Sala Consiliare del citato Comune, ha visto parlare di navigazione consapevole in internet.

Relatori del progetto educativo, dal titolo “SOTTO S…COPERTA, NAVIGANDO NEL MARE DI INTERNET – GUIDA ALLA NAVIGAZIONE

CONSAPEVOLE”, sono stati, tra gli altri, Bruno Santopaolo, Segretario Generale Regionale del COISP per la Lombardia (esperto in reati commessi da e in danno di minori, nonché già assessore alla sicurezza del Comune di Magenta sino al 2007 e poi, sino a maggio 2012, Presidente del Consiglio Comunale di Magenta) ed Andrea Albizzati, Dirigente Sindacale del COISP (esperto di aspetti giuridici e di reati informatici).

A coinvolgere il COISP nel citato progetto è stato il Comune di Magenta (lettera prot 35633 del 19.11.2012) che, conosciuta la disponibilità e la conoscenza della materia da trattare da parte del nostro Segretario Generale Regionale Bruno Santopaolo, ci ha contattati per chiederci di tenere degli incontri sul tema dell’uso consapevole di internet e degli altri mezzi di comunicazione.

Il progetto che ne è nato è stato accolto favorevolmente dalla Giunta comunale, a maggior ragione quando è stato appurato che la presenza dei quadri sindacali del COISP oltre a garantire una notevole professionale era anche completamente a costo zero, contrariamente ad altri che invece pretendevano che il Sindaco di Magenta, Marco Invernizzi (Partito Democratico), frugasse nelle tasche del Comune.

Gli incontri, con studenti, professori e cittadini, sono stati fortemente apprezzati e partecipati da tutti!!

Ebbene, martedì 16 aprile 2013 la Carovana Antimafia ha divulgato il seguente comunicato stampa, che è stato ripreso da alcuni quotidiani locali, anche online:

MAGENTA: EDUCAZIONE ALLA LEGALITA', IL COMUNE SCEGLIE IL COISP.....

CAROVANA ANTIMAFIA OVEST MILANO

COMUNICATO STAMPA

Educazione alla legalità, il Comune di Magenta (MI) sceglie il COISP. Vergogna! Siamo a comunicare un grave fatto riguardante l'Amministrazione comunale di Magenta, guidata dal Sindaco Invernizzi, al di fuori di qualsiasi limite di tollerabilità in tema di educazione alla legalità e di sensibilità democratica e costituzionale. Ricordiamo che la Carovana antimafia è aperta a tutti i soggetti politici e religiosi, escluso integralisti cattolici e fascisti. Abbiamo fatto e faremo la battaglia per la legalità uno degli assi portanti della lotta contro le mafie. La Carovana antimafia, assieme a Libera, ha promosso un percorso di legalità da tenersi all'interno delle scuole secondarie di Magenta e Abbiategrasso, in cui gli esperti di Libera, soprattutto in materia pedagogica, psicologica e giuridica, avrebbero dovuto tenere un ciclo di 6 lezioni nei quali si sarebbe spiegato il significato della

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parola legalità, partendo da vicende quali bullismo, prepotenza, droghe ecc. La risposta dell'Amministrazione di Magenta si è arenata di fronte alla motivazione della carenza di fondi, nonostante la disponibilità di Libera a cominciare con un progetto pilota di lieve entità economica. Nel frattempo l'Amm.ne di Magenta, all'interno del progetto di educare alla legalità, anche di fronte al fatto che l'aspetto educativo e culturale fosse ritenuto assolutamente centrale, ha messo in campo un progetto educativo coinvolgendo i responsabili sindacali del Co.I.S.P. (Coordinamento per l'Indipendenza Sindacale delle forze di Polizia). Questo è un sindacato con posizioni apertamente fasciste. Qualsiasi sigla sindacale delle forze di polizia, non solo CGIL CISL e UIL, dichiarano che il COISP sia da ritenere su posizioni di ultradestra, addirittura filo naziste. Lo stesso Ministro dell'interno Cancellieri, in seguito ai fatti di Ferrara del 7 marzo, ha dichiarato che il COISP non rappresenta la Polizia Italiana, prendendone di fatto le distanze. Solo un accenno su cosa promuove il COISP: la notte del 25 settembre 2005, il giovane Federico Aldrovandi è stato ucciso da 4 poliziotti a Ferrara. Il 21 giugno 2012 la Corte di Cassazione ha reso definitiva la condanna a 3 anni e 6 mesi ai poliziotti assassini. Il 27 marzo 2013 il COISP ha improvvisato una manifestazione di solidarietà verso i poliziotti condannati, presidiando la zona antistante il Municipio di Ferrara, luogo dove lavora la madre di Federico Aldrovandi. La donna ha deciso così di scendere in strada portandosi appresso l'immagine del figlio morto. I manifestanti del COISP, appena notata la presenza della donna, si sono voltati ed hanno continuato nella loro meschina manifestazione nonostante la richiesta di allontanarsi per rispetto della donna. Ne seguirà una querela della donna ai danni del COISP. A fronte dell'omicidio Aldrovandi sono nati i comitati pro-Aldro, di solidarietà alla famiglia, da Amnesty International a personalità politico-sindacali da tutta Italia. Persino gli onorevoli Grasso e Boldrini, seconda e terza carica dello Stato, assieme alla maggior parte dei parlamentari, si sono indignati di fronte all'azione di questo sindacato. Bene, l'Amm.ne di Magenta, ad illustrare e spiegare la legalità ai bambini, ha chiamato proprio il sindacato COISP, relatore Bruno Santopaolo, segretario regionale Lombardia, l'esperto di aspetti giuridici Andrea Albizzati e una psicologa. Inoltre il sindaco Marco Invernizzi, in data 12 aprile h 21 a Magenta, insieme all'assessore per le politiche per l'istruzione Paola Bevilacqua, ha presentato ai cittadini di Magenta il percorso per l'educazione alla legalità assieme al sindacato COISP che, ricordiamo, ha difeso e solidarizzato con gli assassini di Aldrovandi. A fronte di questo squallido marciume, messo in atto da una giunta di centrosinistra, la Carovana antimafia prende le distanze più nette e dichiara che non è più disponibile a discutere di legalità e mafia con detta Amministrazione. Invita pertanto le associazioni democratiche e antifasciste a manifestare il proprio sdegno a fronte di tale comportamento della Giunta, lesivo dei principi costituzionali, in quanto non si può pensare di promuovere la legalità assieme ad organizzazioni para fasciste. Aderiamo agli appelli di quanti in Italia chiedono di fermare il COISP nelle sue esternazioni e manifestazioni esterne a qualsiasi principio democratico e costituzionale. In merito al coordinamento Rete dei comuni contro le mafie, i cui principali obiettivi sono la prevenzione, sensibilizzazione e informazione ai cittadini, riteniamo non accettabile che queste azioni siano promosse con l'ausilio di squallidi personaggi aderenti dal COISP, per rispetto delle sentenze della magistratura e soprattutto per Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi, ucciso da quattro poliziotti protetti dal COISP. Invitiamo tutte e tutti ad esprimere il proprio disappunto inviando un messaggio alla casella di posta della Carovana: [email protected], alla segreteria del Sindaco [email protected], facebook: Città di Magenta, twitter: @cittadimagenta Carovana Antimafia Ovest Milano

Ed il “disappunto”, richiesto dalla Carovana Antimafia nei confronti del COISP e della partecipazione di propri rappresentanti ad un progetto educativo alla legalità promosso dal Comune di Magenta, non si è fatto attendere.

Il Sindaco di Magenta Marco Invernizzi (Partito Democratico) ha replicato duramente al comunicato stampa della Carovana Antimafia, puntualizzando quanto segue:

… le parole usate da questi signori, violente come la violenza che dicono di voler combattere, dimostrano la scarsa propensione degli stessi al rispetto delle idee altrui. A una loro serata c’era scritto: il silenzio è mafia. Avrebbero però dovuto aggiungere: la parola però la diamo solo a chi vogliamo noi. VIVA LA DEMOCRAZIA. Ultima cosa, ma non meno importante, ho trovato vile e disgustoso sfruttare la memoria di Federico Aldrovandi per ottenere, ancora una volta con violenza verbale inaccettabile, un po’ di visibilità. Se vogliono proprio far cosa utile, guardino questi signori un po’ dentro se stessi …

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Oltre al Sindaco non poche sono state le dichiarazioni di solidarietà al COISP ed ai suoi rappresentanti, anche da parte di semplici cittadini.

A tal riguardo, riteniamo doverosa e significativo la lettera del signor Nino Cambria al quotidiano online Ticino Notizie (www.ticinonotizie.it):

Egregio Direttore Ticino Notizie, per amore e dovere di verità, Le scrivo questa mia mail con la preghiera di volerla pubblicare sul suo giornale. Voglio manifestare la mia indignazione, e forse non solo mia, circa la materializzazione sul vostro giornale on-line di un farneticante comunicato stampa, infarcito di menzogne oltre che di vili ed irrispettosi rifermenti a vittime accidentali, che meritano rispetto Mi riferisco al comunicato di Carovana antimafia e SEL, questo è il vostro titolo, in verità di SEL non si riscontra alcun riferimento. La mia indignazione scaturisce perché, falso nei contenuti oltre che delirante ed infarcito di grette strumentalizzazioni politiche. Poiché mi firmerò, per evitare strumentalizzazioni, premetto che sono un cittadino iscritto al Partito Democratico, ma non sono qui a testimoniare la mia indignazione a nome della mia appartenenza politica, ne in difesa dell’onorabilità del Dott. Bruno Santopaolo e degli altri due esperti, e, ne tanto meno in difesa dell’Amministrazione Invernizzi, perché non hanno nulla da cui difendersi. Sono certo, che il Sindaco Invernizzi provvederà da se a ristabilire la verità Istituzionale su un percorso formativo promosso e realizzato con studenti di Scuole Medie e coinvolgimento dei relativi genitori, smascherando, così, recondite rivendicazioni di soggetti infarciti di squallido narcisismo e sprezzo per i valori della democrazia e delle Istituzioni. Il mio intervento è una testimonianza e non una reazione emotiva ad un racconto disinformato, saturo di livore ideologico, di pressappochismo ed infantile rivendicazionismo di un valore, “LEGALITA’”, che sono incapaci di interpretare e promuovere nel rispetto delle libertà, della democrazia e dei diritti civili ed umani. La testimonianza: venuto a conoscenza della serata pubblica promossa dall’Amministrazione Invernizzi e dei temi che sarebbero stati trattati, insieme a mia moglie, come nonni che assistono giornalmente i propri nipoti, abbiamo sentito il dovere oltre che la necessità di partecipare all’evento con i genitori del percorso formativo messo in campo dall’Amministrazione Invernizzi. Bene, nell’incontro, l’Equipe guidata dal Dott. Santopaolo, formata oltre che da lui stesso, da una Psicologa ed un Esperto in materie giuridiche che si attengono ai rischi che si corrono, sia per adulti, ma in particolare riferito ai minori sull’uso dei computer, dei cellulari, ed altri mezzi Web navigando su Internet. Si è trattato, quindi, di un’utile informazione, di suggerimenti e precauzioni da intraprendere a salvaguardia della sicurezza dei nostri ragazzi, e non solo, sempre più esposti a pericoli, per i quali ogni persona responsabile si augura che mai un minore possa incorrere, al di là del rapporto parentale. La materia ha destato profondo interesse nei numerosi presenti, che hanno partecipato con domande a ripetizione sui vari aspetti che quotidianamente si propongono nella nostra società, nell’era della comunicazione sempre più sfrenata e senza limiti etici e morali. I presenti tutti, per la chiarezza dei contenuti e della loro esposizione, hanno sentito il dovere di ringraziare vivamente i relatori, che hanno mostrato con grande obbiettività di avere veramente le carte in regola per trattare quei temi. Personalmente ho vissuto quella serata come un sostegno alle famiglie ed alle persone singole, che l’Amministrazione ha messo a disposizione del cittadino, non ho registrato nessun cenno politico, nessun cenno discriminatorio, ma solo preoccupazioni ad alzare la guardia contro le insidie criminali a difesa della persona. Ho saputo, poi, che l’iniziativa ha avuto costi “ ZERO”, grazie alla disponibilità dei tre volontari, divenuti relatori al servizio della nostra comunità per diffondere conoscenze a contrasto della criminalità. Mi chiedo e chiedo agli estensori di quel comunicato (Carovana Antimafia): qual è il nesso fra l’educazione alla legalità di cui predicano tanto ed un processo di informazione sui crimini che si consumano quotidianamente ai danni dei cittadini sempre più indifesi. Ma se anche così fosse stato, funzionari della Polizia di Stato non hanno forse le carte in regola per parlare di LEGALITA’?? Da tutti gli angoli del Paese si erge un luogo comune: allarme sicurezza, allarme che non è del tutto infondato. Devo constatare che ci sono spinte populistiche, alimentate in modo irresponsabile da strumentalizzazioni mediatiche per fini politici, ognuno alza il suo vessillo, incurante se calpesta i principi fondamentali della garanzia dei

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diritti civili ed umani. A mio avviso, non è questa la strada, per combattere il crimine ci vogliono coerenza, fermezza e volontà politiche condivise a 360°, conferendo alle Istituzioni ed alle forze dell’ordine le necessarie risorse a combatterlo con tutti i mezzi necessari, nella certezza del rispetto dell’ordine democratico. Non si risolvono i problemi della legalità con i cortei scenografici o con i comunicati stampa menzogneri o con il Masaniello di turno, erigendosi a nuovi paladini della riscossa etica e morale delle nostre Istituzioni. Ci sono inequivocabili segni di disfacimento sociale: perdita di senso civico, corruzione pubblica e privata, disprezzo della legalità e dell’uguaglianza, impunità per i forti e costrizione per i deboli, libertà come privilegi e non come diritti. Provo profondo disagio a condividere chi assolve, benedice ed è solidale con chi, in nome del potere e del popolo sovrano, mortifica con provvedimenti incivili ed inumani la sofferenza degli ultimi, ma non posso tollerare manifestazioni e dichiarazioni vessatorie tentandone la delegittimazione nei confronti di chi giornalmente si oppone al disegno imperante con linguaggio grondante di feroce violenza discriminatoria. Basta manipolare la realtà del Paese con affermazioni spudoratamente di parte, strumentalizzando le gravi difficoltà che gli italiani vivono, basta con aggressioni verbali di inaudita violenza morale che intimoriscono la società civile, avversari politici e parti sociali, siamo a limiti non più tollerabili. È giunto il momento che ognuno di noi e tutti insieme, con un atto di coraggio, di sfuggire alla logica del condizionamento opprimente e paralizzante delle forze estremiste, per difendere la democrazia ed i diritti dell’interesse generale. I destini della Comunità non possono essere lasciati in mano a personaggi qualunquisti, organizzati sotto mentite spoglie di movimenti politici e partiti di destra ed ahimé di sinistra. Purtroppo il trasformismo è trasversale, il confronto democratico delle idee è ostacolato da mestatori che con il loro linguaggio manipolatore e diseducativo disorientano l’opinione pubblica. Con questo mio intervento so che mi saranno riservate particolari attenzioni, ne son consapevole, ma fermo nel difendere con forza le mie idee, nella certezza che non sarò lasciato solo. Egregio Direttore La ringrazio per l’attenzione e l’ospitalità che mi vorrà riservare. Nino Cambria Magenta, 18/04/2013

Ciò premesso, nell’esprimere riconoscenza, ancora una volta, al Sindaco di Magenta ed a tutta l’Amministrazione comunale per l’opportunità data a nostri capaci Dirigenti sindacali di prendere parte ad un progetto educativo di particolare importanza, non possiamo esimerci dal ringraziare fortemente tanto il predetto quanto tutti coloro che hanno inteso prendere le distanze dal comunicato stampa della Carovana Antimafia, in particolar modo il signor Nino Cambria, le cui osservazioni, suggerimenti, richieste, sono da noi accolti con favore e ci saranno da stimolo per rendere ancora più vicina la nostra attività alle esigenze di giustizia e di prossimità alle richieste di Sicurezza avanzate continuamente da tutti i cittadini che da sempre è espressione del nostro fare quotidiano.

Quanto al comunicato della Carovana Antimafia, riteniamo di aver già ampiamente evidenziato, con comunicati, lettere, video (tutti facilmente reperibili sul nostro sito www.coisp.it), quale sia stata la verità del nostro sit-in a Ferrara, e che siamo riusciti largamente a testimoniare la falsità delle dichiarazioni fatte da molti a tal riguardo, con l’evidente fine di screditare la nostra organizzazione sindacale ed attaccare le Forze dell’Ordine in generale.

L’aver appreso, però, che nel citato comunicato stampa della Carovana Antimafia ci viene addebitato di essere “un sindacato con posizioni apertamente fasciste”, di avere “posizioni di ultradestra, addirittura filo naziste” e di essere una “organizzazione para fascista”, oltre alle altre offese fatte nei riguardi nostri e dei nostri rappresentanti, inducono a dover intervenire con fermezza presso le sedi opportune.

Certe dichiarazioni non possono essere tollerate da chi è, da sempre, assolutamente lontano da certe posizioni ed anzi le ha sempre rifuggite e contrastate!

Alla “Carovana Antimafia” diciamo quindi che …. Adesso si va in Tribunale!!

Roma, 24 aprile 2013

La Segreteria Nazionale del COISP

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Segreteria Provinciale di Milano P.zza Sant’Ambrogio 5 – 20123 Milano

Tel. 02.97383103 – 02.72287166 [email protected]

Segreteria Provinciale di Varese P.zza Libertà 1 – 21100 Varese

Tel. 331.3762558 [email protected]

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COMUNICATO CONGIUNTO SEGRETERIE PROVINCIALI MILANO E VARESE

del 22 aprile 2013

alla cortese attenzione

delle testate stampa e organi d’informazione OGGETTO: IL COISP A MAGENTA

Come nel nostro stile, abbiamo atteso che la polvere si posasse prima di rispondere alle gravi ed ingiuste parole nei nostri confronti pubblicate su dei quotidiani del magentino e su alcuni siti on line.

La nostra presenza a Magenta era esclusivamente legata al progetto di sensibilizzazione sulla navigazione consapevole in internet, denominato “Sotto S…coperta navigando nel mare di internet”, dedicato ai giovani delle scuole medie; tema presentato in occasione del Congresso Provinciale del COISP di Varese, tenutosi presso l’Aeroporto Internazionale della Malpensa all’inizio dell’anno, e che già con successo è stato accolto in altri comuni lombardi ed è tutt’ora in corso.

Naturalmente non abbiamo chiesto alle Amministrazioni Comunali nessun compenso di alcun genere per organizzare e tenere gli incontri.

Per ciò che riguarda il Comune di Magenta, già da alcuni mesi si erano susseguiti accordi diretti tra il Segretario Provinciale Generale del COISP di Varese e l’Assessore alle Politiche per l’Istruzione, al fine di pianificare tre incontri, due con gli studenti ed uno con genitori e professori. Il nostro incaricato, valido conoscitore della materia, ha avuto incontri con l’Assessore succitato, il Comandante della Polizia Locale ed i Responsabili dei plessi scolastici dai quali il progetto educativo è stato ritenuto valido.

Il Progetto, una volta divenuto ufficiale, è stato patrocinato dalla Giunta Comunale, anche in relazione al fatto che offriva altissimi standard di informazione specifica “a costo zero” (non prevedeva spesa neanche a titolo di eventuali rimborsi per spostamenti o quant’altro, che sono stati tutti a carico dei vari relatori).

I due incontri con i ragazzi, come da testimonianze avute dagli stessi studenti e dai professori, sono stati fortemente apprezzati e partecipati, ravvivando l’interesse di questa Organizzazione Sindacale per le progettualità verso i giovani.

All’ultimo incontro ove oltre al nostro esperto di navigazione consapevole, vi era una qualificata psicologa ed un altro componente del COISP di Milano per la parte strettamente giuridica, hanno partecipato il Sindaco e l’Assessore alle Politiche per l’Istruzione che alla fine della serata hanno pubblicamente, con calore, ringraziato i relatori per la disponibilità e la competenza dimostrata.

Il giorno dopo, purtroppo, la soddisfazione ha lasciato spazio allo stupore per il contenuto di un comunicato stampa a firma “Carovana Antimafia Ovest Milano”, ripreso da alcuni quotidiani locali e siti internet, ove non si denuncia una scarsità di validità tecnica del progetto sopra richiamato ma, in una sorta di massimalismo gratuito, retaggio di una cultura ghettizzante e di un “ACABISMO” dominante, verso una stereotipia che vuole il poliziotto per forza di destra, per forza limitato culturalmente viene contestata l’Amministrazione comunale di Magenta per avere affidato al COISP il progetto piuttosto che a loro (che forse lo avrebbero fatto solo dietro compenso) e vengono fatte gravissime diffamazioni nei nostri riguardi e del COISP e vengono richiamati inopportunamente ed in maniera falsata i fatti relativi al sit–in del COISP a Ferrara il 27.03.2013, che nulla comunque aveva a che vedere con l’iniziativa di Magenta.

Ebbene, essendo noi prima di tutto al servizio della gente, per non deludere i signori di “Carovana Antimafia Ovest Milano” che ci hanno ingiustamente dato dei “nazisti”, “ fascisti” e “sindacato di estrema destra”, per non deludere i personaggi che dal cratere della loro sapienza, hanno verificato in tutti noi, senza averne ascoltato

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COISP · COORDINAMENTO PER L’I NDIPENDENZA SINDACALE DELLE FORZE DI POLIZIA uno, l’assenza o la scarsità di democraticità, è sicuramente opportuno citare un noto personaggio di destra che scriveva:

“Non credo che siamo stretti parenti, ma se Lei è capace di tremare di indignazione ogni qualvolta si commetta un’ingiustizia nel mondo, siamo compagni, il che è più importante” (Ernesto Guevara detto EL CHE). Permetteteci però di chiarire che la storia del sit-in di Ferrara è solo una sporca strumentalizzazione. La nostra presenza nella città estense non era assolutamente per provocazione alla Sig.ra Moretti, non per contestare la sentenza, non per urlare un’ipotetica innocenza dei 4 colleghi, che hanno sbagliato ed è giusto che paghino come ogni altro cittadino della Nostra Patria.

Tre gradi di giustizia li hanno condannati e noi rispettiamo quello che la magistratura ha deciso, così come rispettiamo e comprendiamo il dolore di una madre alla quale è sempre andata la nostra solidarietà. Il COISP era a Ferrara il 27 marzo scorso innanzitutto per celebrare il Congresso Regionale dell’Emilia Romagna, ed era in Piazza Savonarola (la principale piazza di Ferrara, che non affaccia sulla finestre dell’ufficio della sig.ra Aldrovandi) per denunciare all’opinione pubblica (cittadini e politici) la decisione – a parere nostro incomprensibile – del magistrato di sorveglianza di Bologna di far scontare ai nostri colleghi la pena residua di 6 mesi in carcere, nonostante una legge dello Stato, il decreto svuota-carceri, concedesse per reati colposi con pena sino a 18 mesi la carcerazione domiciliare, per 3 dei 4 poliziotti di Ferrara condannati a 6 mesi invece il beneficio non è stato concesso.

Quindi non uno sconto di pena, non la grazia, non il disappunto della condanna a 3 anni e 6 mesi (i primi 3 anni sono stati indultati come a chiunque altro), non una protesta contro la madre di Federico Aldrovandi, ma solo la richiesta di applicare la legge anche agli appartenenti alle Forze dell’Ordine.

Una manifestazione autorizzata anche dal Sig. Sindaco di Ferrara il quale, a meno che non abbia voluto strumentalizzare la nostra manifestazione pacifica, “forse” nemmeno era a conoscenza di dove era collocato l’Ufficio della Sig.ra Moretti/Aldrovandi all’interno del suo Comune, tanto che si è immediatamente prodigato per affermare, falsamente, che il COISP stesse manifestando “sotto la finestra dell’ufficio della madre” quanto l’ufficio della predetta era da tutt’altra parte, mentre noi invece, secondo il predetto, dovevamo sapere che la mamma Aldrovandi fosse impiegata comunale

E questa, quindi, è la nostra pretesa che “la legge sia davvero uguale per tutti, compresi i poliziotti”, ciò può essere degno dell’accanimento e dell’odio regalatoci anche dalla “Carovana Antimafia Ovest Milano”?

Ebbene, il COISP, a livello nazionale, ha dato mandato ai propri legali di tutelare la propria onorabilità e contrastare le menzogne e le bugie mediatiche che sono seguite alla sua presenza in piazza Savonarola a Ferrara (A tal proposito invitiamo coloro che credono nel diritto di replica, nella verità, nella democrazia, a visitare il nostro sito nazionale,

http://www.coisp.it/ ove vi è un’ampia raccolta di video, documenti, imparziali che spiegano in maniera esaustiva la realtà dei fatti).

Parimenti verrà fatto per ciò che ci è stato accreditato successivamente al progetto educativo cui abbiamo preso parte a Magenta.

Ringraziamo il Sindaco di Magenta, la Giunta e tutta l’Amministrazione comunale per la presa di posizione contro la lettera gravemente diffamatoria a cura dei “Carovanieri”

Ribadiamo però doverosamente, anche ai predetti, che il COISP, i suoi rappresentanti, anche coloro che hanno fatto da relatori al progetto “Sotto S…coperta navigando nel mare di internet”, anche pubblicamente e sulle televisioni locali si sono esclusivamente dissociati dalle menzogne che sono state dette in merito alla presenza del COISP a Ferrara, che se fossero state la verità (e non lo sono!!!) non avrebbero più annoverato i componenti delle scriventi Segreterie tra le file di questo democratico, apolitico, indipendente, e per questo scomodo, Sindacato che difende gli operatori di Polizia.

Con gentile preghiera di pubblicazione e diffusione

La Segreteria Provinciale COISP di Milano

La Segreteria Provinciale COISP di Varese

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QQUUEESSTTII II FFAATTTTII,, QQUUEESSTTAA LLAA VVEERRIITTAA’’ …… GGLLII SSCCIIAACCAALLLLII CCHHEE FFAARRAANNNNOO AADDEESSSSOO??

EEDD IILL SSEENNAATTOO SSII AALLZZEERRAA’’ IINN PPIIEEDDII PPEERR CCHHIIEEDDEERRCCII SSCCUUSSAA????

La legge 26 novembre 2010 n. 199 (c.d. "sfolla carceri"), così come modificata dal decreto‐legge 22 dicembre 2011 n. 211  (c.d.  “svuota  carceri”),  statuisce all’articolo 1  che,  salvi alcuni  casi di esclusione, “Fino alla completa attuazione del piano straordinario penitenziario nonchè  in attesa della riforma della disciplina delle misure alternative alla detenzione e, comunque, non oltre il 31 dicembre  2013,  la  pena  detentiva  non  superiore  a  diciotto mesi,  anche  se  costituente  parte residua di maggior pena, è eseguita presso l'abitazione del condannato o altro luogo pubblico o privato di cura, assistenza e accoglienza, di seguito denominato «domicilio».” 

I poliziotti Paolo Forlani, Monica Segatto, Enzo Pontani e Luca Pollastri   sono stati condannati per  l’omicidio  colposo di  Federico Aldrovandi  a  3  anni  e  6 mesi di  reclusione. A  loro  è  stato applicato  il  condono  per  indulto  di  tre  anni,  rimanendo  pertanto  da  espiare  6 mesi  di  pena detentiva. 

Nei riguardi dei menzionati poliziotti si sarebbe dovuta applicare l’affidamento in prova ai servizi sociali, oppure la legge sfolla carceri ed il decreto svuota carceri … ma così non è stato. Gli stessi, incredibilmente, sono stati ristretti e permangono in carcere. 

I  Poliziotti  Paolo  Forlani, Monica  Segatto,  Enzo  Pontani  e  Luca  Pollastri  parrebbero  proprio essere  le uniche persone, dal 1975 ad oggi, ad essere stati  incarcerati per un delitto colposo … per una pena di 6 mesi! 

Avremmo dovuto stare zitti? 

Avremmo dovuto tacere dinanzi ad una simile aberrazione? … come hanno fatto altri Sindacati di Polizia che tali sono solo a parole? Beh, il COISP non abbandona i Poliziotti!!! 

Il Sindacato di Polizia COISP non abbandona  i Poliziotti ed è quindi  intervenuto per sollecitare l’applicazione  della  citata  legge  anche  nei  riguardi  di  Forlani,  Segatto,  Pontani  e  Pollastri, considerando  inoltre  che  la  stessa  aveva  trovato  attuazione  nei  confronti  di  chiunque  altro, anche di  individui che si erano resi colpevoli di reati di gran  lunga ben più gravi di un omicidio colposo. 

A Ferrara, città di Federico Aldrovandi e dove tre dei quattro colleghi sono stati reclusi, il COISP ha posto in essere una campagna di sensibilizzazione e di solidarietà nei confronti dei citati colleghi. 

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Non potendo accettare che i diritti di tutti vengano invece affievoliti nei confronti di chi indossa una divisa, un camper ha girato per  la città per quasi un mese, con  l’intento di trasmettere un messaggio di denuncia e di solidarietà: 

 

Niente,  pertanto,  contro  la  madre  di  Federico  Aldrovandi!  Niente  contro  la  sentenza  di condanna per omicidio colposo! 

Solamente  la  denuncia,  giusta  e  legittima,  nei  confronti  dell’applicazione  errata  del  decreto svuota carceri e, conseguentemente,  la solidarietà del COISP a 4 colleghi … una solidarietà che non è solo a parole come fanno altri sindacati.  

E questo di seguito riportato è  il volantino che ha accompagnato  il COISP per  le vie della città di Ferrara, durante  il quale percorso siamo stati fatti oggetto di  lanci di fumogeni,  insulti e minacce su blog e siti  internet, oltre che  la costante affissione nella città di vergognosi striscioni offensivi contro il COISP:

Segreteria Provinciale di Ferrara Corso Ercole I d'Este n.26 44121 Ferrara [email protected] www.coisp.it c.

i.p.

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 L’iniziativa che il Sindacato di Polizia COISP ha deciso di intraprendere con l’emblema mobile di un camper, è espressione di un sentimento condiviso e della necessità di parlare, a cuore aperto, con la gente, con le persone comuni, con coloro che del servizio fornito dalla Polizia di Stato sono i primi e fondamentali destinatari e fruitori.

Siamo stanchi della falcidia sociale, del discredito e del fango quotidiano che ci viene gettato addosso da “alcuni”, in maniera artatamente preordinata ed al fine unico di indurvi a ritenere che la Polizia di Stato ed i suoi figli siano un centro di mal potere, arrogante e presuntuoso, “mostro lesivo della democrazia ed espressione di tendenze estremiste” e come tale sia un male da debellare e sconfiggere.

Noi poliziotti non siamo un qualcosa di degenerativo, come qualcuno vorrebbe far credere, e non ci

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riteniamo né siamo servi di alcun potere. Siamo invece persone che ragionano, crescono, si confrontano, si informano, studiano, combattono ogni giorno con gli stessi vostri problemi, si aggiornano, crescono i loro figli, cercano di esservi vicini nel migliore e più professionale modo possibile. A volte, come voi tutti, manifestiamo e proviamo paura e fragilità ed a volte sbagliamo.

Quattro nostri colleghi oggi sono rinchiusi in una cella. Poliziotti in gabbia, in carcere, al pari o anzi più dei criminali incalliti.

Molti di voi diranno: “È giusto che sia così!! Hanno commesso un reato e devono espiare la loro pena. Hanno sbagliato, hanno ecceduto nel loro potere, hanno ucciso un ragazzo di soli 18 anni”.

Beh, per noi non è cosi. Non tutto è così.

Questi quattro nostri colleghi sono stati condannati e da oltre 7 anni scontano la pena di essere dei poliziotti che una notte hanno incontrato un giovane “drogofilo” (per usare le parole emerse in giudizio), lasciato solo dai suoi amici dopo una serata “brava”, in preda ad una grave crisi di rabbia isterica e per cui si rendeva necessario il contenimento fisico.

Nessuno dei quattro poliziotti ha mai voluto UCCIDERE, né ha mai neppure minimamente pensato di infierire su una persona inerme, né, tantomeno, ha dovuto entrare in contatto con lui perché in quel momento non aveva nulla da fare.

Quattro poliziotti sono stati condannati per un delitto COLPOSO.

Come non mai la triste vicenda in cui un ragazzo ha perso la vita è stata strumentalizzata da blog, giornali, televisione, cinema, libri ed ancora blog, giornali, televisione, cinema, libri e poi ancora blog, giornali, televisione, cinema, libri…..

Il dolore e la morte in prima pagina hanno consentito, per anni, a giornali di vendere, a televisioni di fare ascolti, ad altri di lucrare con libri e cinema.

Lo scandalo fa notizia, il rumore accaparra interessati consensi.

Si dirà che se tanto clamore non fosse stato calato sulla tragica scena dello spettacolo mediatico, non si sarebbe mai giunti alla giustizia.

Si è insinuato che l’intera Polizia di Stato abbia cercato di “insabbiare” la vicenda e che solo la forza di volontà di una famiglia, il cui figlio era morto, ha permesso di riportare alla luce la verità.

Odio e denigrazione delle Forze dell’Ordine che, per qualche incredibile motivo, in mezzo a ruberie e abusi d’ogni genere, hanno vinto la poltrona dei cattivi dell’anno in questo strano Paese.

Ne consegue che quattro poliziotti oggi si ritrovano in carcere per un delitto colposo, mentre ogni altro vero criminale in situazioni peggiori e per delitti giudicati di gran lunga più gravi, si trova a scontare la pena quale affidato ai servizi sociali o agli arresti presso la propria abitazione.

Oggi i poliziotti di tutta Italia si trovano su di un patibolo in attesa che l’opportunista di turno gli metta la corda al collo.

Cari cittadini, a voi chiediamo solo di riflettere, ragionare a mente libera da condizionamenti e manipolazioni che “l’impresa mediatica” ha cercato, in maniera per parte loro interessata, di immettere nei cervelli e nelle menti.

Grazie.

Marzo 2013 La Segreteria Provinciale del COISP di Ferrara

In  tale  fase,  l’impegno  del  COISP  per  una Giustizia  davvero  “UGUALE  PER  TUTTI”  si  sarebbe concluso in data 27/3/2013 con il seguente programma: 

 

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COISP COORDINAMENTO PER L’INDIPENDENZA SINDACALE DELLE FORZE DI POLIZIA 

Segreteria Regionale Emilia Romagna Segreteria Provinciale di Ferrara

VI Congresso Regionale Emilia Romagna C.O.I.S.P. Ferrara 27 Marzo 2013

“Sala Estense” - Circolo dei Negozianti - Palazzo Roverella - Corso della Giovecca nr.47 Programma:

Ore 10:30 Piazza Savonarola inizio Sit-in della solidarietà per Luca, Paolo, Monica e Enzo, effettuato dai dirigenti regionali E.R. e provinciali Ferrara del Coisp. Presenzia il Segretario Generale del Coisp Franco Maccari.

Ore 11:15 Trasferimento della delegazione Coisp alla “Sala Estense” - Circolo dei Negozianti - Palazzo Roverella Corso della Giovecca nr.47

Ore 11:30 Dibattito pubblico “Poliziotti in carcere, criminali fuori, la legge è uguale per tutti?” Relatori: Maccari Franco Segretario Generale del Sindacato di Polizia Coisp, Avvocato del Foro di Ferrara Alberto Balboni. Interviene l’Onorevole Potito Salatto Europarlamentare.

Ore 13:00 Aperitivo e buffet.

Ore 14:30 Inizio lavori del “VI Congresso Regionale Emilia Romagna del Coisp” (riservato ai delegati)

Ore 16:00 fine Congresso.

Ferrara, 18 Marzo 2013

La Segreteria Regionale Emilia Romagna Coisp - La Segreteria Provinciale Ferrara Coisp

Sennonché,  la nostra tranquilla, pacifica e corretta manifestazione del 27 marzo 2013  in piazza Savonarola a Ferrara, è stata strumentalizzata vergognosamente. 

                                       

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I giornali hanno scritto:  

L’ultima offesa a Aldrovandi, i poliziotti in strada contro la madre

“…dover prendere atto che quella manifestazione è stata fatta sotto la finestra della madre, dunque contro la madre …”

Aldrovandi, sit-in contro la madre Ferrara, sotto l’ufficio della donna in

solidarietà ai colleghi condannati “…la manifestazione, in realtà, voleva affermare una sorta di «impunità» - per diritto divino - dei poliziotti che commettono reati…”

“Il sindacato Coisp ha tenuto un presidio di solidarietà verso gli agenti condannati per la morte di Federico Aldrovandi, sotto le finestre dell’ufficio della madre.”

Vergogna: sit-in di agenti contro mamma Aldrovandi

 

Aldrovandi Poliziotti in corteo dalla madre del giovane ucciso 

Protesta contro la madre del ragazzo ucciso

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Squadraccia Mobile“Un sindacato di polizia di destra manifesta minacciosamente

sotto l’ufficio della madre di Federico Aldrovandi, il diciottenne ucciso nel 2005 a Ferrara da quattro agenti … hanno manifestato

sotto casa di Patrizia Aldrovandi … cultura squadrista …”

Vergognoso assedio di

poliziotti a mamma Aldrovandi

“… un sindacato di polizia fortemente critico nei confronti della sentenza che, per quella morte, ha condannato in via definitiva a 3 anni e 6 mesi 4 agenti con l’accusa di eccesso colposo nell’uso della forza …”

Quindi, per  i signori della stampa,  la denuncia del COISP nei confronti dell’applicazione errata del decreto svuota carceri e, conseguentemente, la solidarietà del COISP ai 4 colleghi in carcere per omicidio  colposo quando  invece dovevano  essere  concessi  loro  gli  arresti domiciliari,  era diventata una “manifestazione fatta sotto la finestra della madre, dunque contro la madre”, un “sit‐in  contro  la  madre”,  “voleva  affermare  una  sorta  di  «impunità»  dei  poliziotti  che commettono  reati…”, un  “presidio  sotto  le  finestre dell’ufficio della madre”, un  “sit‐in  contro mamma Aldrovandi”, un “corteo dalla madre del giovane ucciso”, una “protesta contro la madre del  ragazzo  ucciso”,  una  “manifestazione  minacciosa  sotto  l’ufficio  della  madre  di  Federico Aldrovandi”, una manifestazione “sotto casa di Patrizia Aldrovandi”, un “assedio di poliziotti a mamma Aldrovandi”. 

Ebbene,  fermo  restando  le  opportune  valutazioni  in  ordine  ad  eventuali  nostre  richieste  di condanna e risarcimento per le offese, le ingiurie, il discredito, le falsità dette nei nostri riguardi, appare opportuno  cercare di  risalire al  come ed al quando   è  stata diramata  la notizia  che  il COISP  stava  manifestando  sotto  l’ufficio  della  signora  Patrizia  Moretti,  madre  di  Federico Aldrovandi. 

Il  sit‐in  del  COISP  si  svolgeva  in  piazza  Savonarola,  un  luogo  di  grande  afflusso,  che  avrebbe permesso  di  dialogare  con  i  cittadini  per  trasmettere  il  nostro messaggio  di  denuncia  contro l’errata applicazione della legge svuota‐carceri e conseguentemente di solidarietà ai colleghi. 

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Chi ha voluto  far credere che stessimo manifestando sotto  la  finestra dell’ufficio della signora Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi, e quindi contro di lei? 

Perché è stata fatta tale FALSA affermazione e per quale fine? 

Ebbene,  il  Sindaco  di  Ferrara  Tiziano Tagliani,  nel  corso  del  nostro  sit‐in.  ha FALSAMENTE affermato ad alcuni giornalisti che stessimo manifestando sotto  la finestra dell’ufficio dove lavora la signora Aldrovandi (vedasi a tal riguardo il video presente al link http://www.estense.com/?p=288569). 

Nel contempo, la stessa signora Aldrovandi postava sulla sua pagina di facebook quanto segue: 

Qualcuno  chiarirà  il  perché  Di  queste  bugie??  Diranno  perché  hanno  provocato (intenzionalmente?) una ingiusta condanna della nostra attività?? 

Tali affermazioni, peraltro, sono state smentite  il giorno dopo  (28 aprile 2013) dal Questore di Ferrara il quale, nel corso di una conferenza stampa (vedasi a tal riguardo  il video presente al  link http://www.estense.com/?p=288899), riguardo la collocazione dell’ufficio della signora Aldrovandi, ha affermato: 

“…  qualcuno  ha  detto  che  ADDIRITTURA  affacciava  sulla  piazzetta  (dove  si svolgeva il sit‐in del COISP), cosa che non è proprio in questi termini. Lei affaccia in un altro cortile di un’altra ala del Palazzo (del Municipio) …”.  

Il Questore ha quindi precisato che il COISP non stava manifestando sotto la finestra dell’Ufficio della signora Aldrovandi e che questa si affacciava da tutt’altra parte. 

Ed accanto al Questore chi c’era? C’era  proprio  quel  signor  Sindaco  di  Ferrara Tiziano  Tagliani,  proprio  quello  che “ADDIRITTURA”  aveva  detto  che  la  finestra dell’ufficio  della  signora  Aldrovandi  affacciava sulla  piazzetta  dove  il  COISP  stava manifestando. 

Ebbene, perché il Sindaco Tagliani ha detto FALSAMENTE che il COISP stava manifestando sotto la finestra della sig.ra Moretti/Aldrovandi? 

Possibile  che,  pur  essendo  il  suo  “datore  di  lavoro”,  non  sappia  nemmeno  dove  la  predetta lavora mentre  il COISP,  che non ha  certo mai  avuto  tra  i  suoi pensieri  la  signora Aldrovandi, doveva per forza sapere che la stessa lavorava in Comune? 

E perché la medesima affermazione l’ha fatta la signora Aldrovandi?? 

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Perché  anche  i  mass  media  hanno  FALSAMENTE  dichiarato  che  stavamo  manifestando          “sotto  la  finestra della madre … sotto  le  finestre dell’ufficio della madre … sotto  l’ufficio della madre di Federico Aldrovandi”?       

Perché  qualche  giornalista  ha  addirittura  affermato  che  stessimo  manifestando               “sotto casa di Patrizia Aldrovandi”? Perché qualcuno è arrivato a dire, ben sapendo di MENTIRE, che  il  COISP  stava  facendo  un  “sit‐in  contro  la  madre  ….  (per)  …  affermare  una  sorta  di «impunità»  dei  poliziotti  che  commettono  reati…  (addirittura)  un  “corteo  dalla  madre  del giovane ucciso” ed una “manifestazione minacciosa”, … un “assedio a mamma Aldrovandi”?? 

Ma  anche ….  perché  la  senatrice Maria  Teresa  Bertuzzi  (Sindaco  del  Comune  di  Copparo  in provincia  di  Ferrara  ed  appartenente  al  Partito  Democratico  come  il  sindaco  Tagliani),        dinanzi all’Assemblea del Senato della Repubblica (vedasi a tal riguardo  il video presente al  link http://video.corriere.it/aldrovandi‐aula‐senato‐piedi‐solidarieta‐mamma‐federico/574adcf8‐9721‐11e2‐b7d6‐c608a71e3eb8),  ha  affermato  che  il  COISP  aveva  manifestato  “proprio sotto le finestre dell'ufficio in cui lavora la madre (di Federico Aldrovandi)”.

Beh, per quale motivo tutte queste BUGIE??? 

 

Il  COISP  ha  dato  mandato  ai  propri  legali  di  procedere  nei  confronti  di  coloro  i  quali, dichiarando  il  falso,  hanno  fatto  passare  l’episodio  come  una  manifestazione  contro  la signora  Aldrovandi,  ma  anche  nei  confronti  di  quanti  altri  hanno  ingiuriato  ed  offeso l’immagine del Sindacato e dei suoi rappresentanti ed appartenenti. 

 

Ci riprenderemo la nostra onorabilità, siatene certi tutti!! 

Vedremo poi quanti sciacalli avranno il coraggio di chiederci scusa!!! 

 

 

DDUURRII MMAA CCOORRRREETTTTII …….. SSEEMMPPRREE!!!!

  Roma, 3 aprile 2013 

La Segreteria Nazionale del COISP 

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Prot. 365/13 S.N. Roma, 3 aprile 2013

Agli On.li Senatori e Deputati della Repubblica

Al Presidente del Senato Sen.Pietro Grasso

Al Presidente della Camera On.le Laura Boldrini

e, per conoscenza:

Al Signor Vice Capo della Polizia Pref. Alessandro Marangoni

Onorevoli Senatori e Deputati, Preg.mi Presidenti di Camera e Senato, Signor Vice Capo della Polizia di Stato,

nei giorni scorsi un'iniziativa del COISP volta a far conoscere l'applicazione di misure detentive a carico di Paolo Forlani, Monica Segatto, Luca Pollastri ed Enzo Pontani, condannati dalla Corte di Cassazione per omicidio colposo ai danni del giovane Federico Aldrovandi, ha suscitato grande scalpore, in quanto rappresentata, fin dai primi minuti, come una dimostrazione contro la madre del giovane Federico.

L'indignazione ha sovrastato le ragioni della manifestazione stessa, stravolgendone i significati fino a capovolgerne le finalità, anche grazie all'assenza di qualsiasi spazio che garantisse un minimo contraddittorio. E' stata accettata la versione, senza vi fosse un benché minimo tentativo di approfondimento, che dipingeva Rappresentanti sindacali, nonché poliziotti, andati in piazza per umiliare, per di più in modo becero, la memoria di un ragazzo ed il dolore di una madre.

Nulla di più falso!

Chi ha compiuto questa opera di mistificazione ha raggiunto, grazie al profondo rispetto che tutti noi proviamo dinanzi al dolore di una famiglia che perde un figlio, i livelli istituzionali più alti, annientando, di fatto, ogni tentativo di ribadire, per la milionesima volta, che il nostro manifestare silenziosamente per meno di 45 minuti nella piazza principale di Ferrara era rivolto ai passanti, era finalizzato a denunciare l’applicazione errata del decreto svuota carceri nei confronti dei nostri colleghi Forlani, Segatto, Pontani e Pollastri, nonché, conseguentemente, per manifestare solidarietà nei loro confronti, ed era del tutto inconsapevole della presenza della signora Moretti in qualità di dipendente comunale, come si è appreso solo dopo.

La voce del COISP è stata zittita dai mass media, se non distorta, con l'unico scopo di renderne gli attivisti, ma più in generale le Forze dell'Ordine, indifendibili agli occhi dell'opinione pubblica. Quest'opera di demolizione dell'immagine del Sindacato COISP, condita in alcuni casi di minacce fisiche e violenza ideologica a cui non si assisteva da molti anni, tenta di stravolgere uno dei cardini della nostra società democratica: la Legge è uguale per tutti, un principio che ad oggi, lo ribadiamo, non è così, come risulta evidente anche dai pareri discordanti dei Tribunali di Sorveglianza che si sono espressi su identiche richieste di ammissione al regime di detenzione domiciliare, in modo diametralmente opposto. Ancora più grave e, a nostro parere, irresponsabile, è la voce fatta circolare nei nostri ambienti di condizionamenti sul recente rifiuto della concessione degli arresti domiciliari a due degli Agenti condannati da parte dell'organo giudiziario preposto.

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Ebbene, fermo restando che sapremo fare luce nelle sedi competenti sul perché e su chi ha manovrato l’assurda mistificazione che è stata fatta della manifestazione del COISP, questa dolorosa vicenda che ha visto 4 poliziotti dichiarati colpevoli di omicidio colposo, lascia totalmente irrisolta una delle richieste che da anni il COISP sta sottoponendo, da solo, al Dipartimento della Pubblica Sicurezza ed al Ministero dell'Interno: l'adozione anche in Italia, di strumenti aggiornati ed adatti al contenimento della violenza contro le Forze dell'Ordine, così come avviene, invece, nella totalità dei paesi occidentali. Infatti solamente in Italia si è creato, dal mese di gennaio del 2012, il paradosso per cui chiunque può acquistare ed usare uno spray urticante al peperoncino, mentre alle Forze dell'Ordine è espressamente vietato anche solo il portarlo in servizio.

I poliziotti sono obbligati, in buona sostanza, alla scelta tra sparare od affrontare a mani nude ogni forma di intervento ove sia coinvolta una minaccia a se stessi od ai cittadini, alla proprietà pubblica o privata, una lite in famiglia, una rissa, eccetera. Il tutto, peraltro, in totale assenza di un qualsiasi protocollo operativo di intervento codificato ed inserito nei piani di addestramento iniziale o di aggiornamento professionale periodico.

Spesso chi giudica l'operato delle Forze di Polizia ritiene, forse ingenuamente, che esse siano dotate di strumenti per compiere il proprio dovere, dando quindi per scontato che quando appaia vi sia stato un uso eccessivo della forza questo sia imputabile ad una precisa volontà da condannare e non all'assenza di qualsivoglia alternativa operativa.

Sono molti i poliziotti che sono morti per questa semplice assenza, ma nella realtà quotidiana risulta fondamentale la disponibilità di una dotazione di strumenti non letali che permetta di operare a distanza di sicurezza. Uno spray urticante o un taser può servire a rendere innocuo un soggetto armato di coltello, di un taglierino, di una bottiglia di vetro spaccata e forse, anche, di un estintore.

Il "dare per scontato", nel caso del lavoro del poliziotto, è un errore primario che poi comporta pareri spesso affrettati i quali, partendo dalla fine di un evento, ritengono di poterne giudicare, infallibilmente, i comportamenti ed additare gli errori fin dall'origine del suo verificarsi.

Anche in questo senso, abbiamo sempre lottato, inascoltati, affinché eventi gravissimi per tutta la società civile non debbano ripetersi mai più!

I modi per giungere a questo risultato, però, dipendono soprattutto da Voi e dall'interesse che dimostrerete nei confronti, anche, di questa lettera.

Senza una modifica legislativa ed un impegno politico trasversale su questo punto, domani, potremmo trovarci ancora una volta su fronti opposti, magari per semplice disinformazione, alimentando quell'odio ideologico che si manifesta sempre più apertamente verso chi indossa una divisa.

Vogliamo chiudere le ferite aperte ma, soprattutto, evitare che si ripetano drammi facilmente evitabili.

Spero che, almeno a questo, sia servito quanto accaduto a Ferrara, altrimenti tutte le polemiche da un lato e le pubbliche attestazioni di solidarietà dall'altro, tra pochi giorni, si saranno rivelate sterili, incapaci di far fare un passo avanti al sistema Sicurezza di questo Paese.

In attesa di un cortese riscontro, si porgono, i più distinti saluti.

Il Segretario Generale del Coisp Franco Maccari