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1 COMUNE DI MANCIANO PROVINCIA DI GROSSETO VARIANTE AL PRG Ai sensi della L.R.64/95 e s.m.i. NORME Modificate in accoglimento delle osservazioni pervenute Giugno 2003

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COMUNE DI MANCIANO

PROVINCIA DI GROSSETO

VARIANTE AL PRG Ai sensi della L.R.64/95 e s.m.i.

NORME Modificate in accoglimento delle osservazioni pervenute

Giugno 2003

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Articolazione delle Unità di paesaggio

La Valle del Medio Albegna CP 3.2: - L’alta valle del medio Albegna - CP 3.2.1 - La bassa valle del medio Albegna - CP 3.2.2 L’Agro di MancianoR10 4 L’Agro altocollinare di Manciano R10 4.1 L’Agro collinare di Manciano R10 4.2 L’Agro pedecollinare di Manciano R10 4.3 L’Alta Valle del Fiora R10 2 L’Altopiano del Tufo RT 1 Le Gole del Tufo R.T.2 Le colline di Tiburzi R.11.2: Le colline d’Albegna del Tiburzi R.11.2.1 Le colline del Fiora del Tiburzi R.11.2.2 Le Pendici di Capalbio C.P.4 La Piana dell’Osa- Albegna Pi.3

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RELAZIONE pag. 5 Principi per articolare le scelte operative pag. 5 Criteri generali di evoluzione del territorio pag. 5 Criteri generali pag. 7 - indirizzi delle UdP e rapporto con le UdP pag. 7 - sostenibilità dello sviluppo agricolo e principi di settore pag. 7 - aziende agricole pag. 7 - tipologia della produzione aziendale pag. 7 - assetto della superficie aziendale pag. 7 - riduzione dell’uso di prodotti chimici e fitofarmaci pag. 8 - superfici non costituenti aziende agricole pag. 8 - tipologia della produzione pag. 8 - assetto della superficie pag. 8 NORME Premessa pag. 9 TITOLO I - Disposizioni generali pag. 9 Art. 1 – Istituzione di un archivio informatico pag. 9 Art. 2 – ARPA pag. 9 Art. 3 – Prescrizioni generali in materia di colture legnose e recinzioni pag.10 Art. 4 – Prescrizioni generali in materia di patrimonio edilizio esistente ai fini della classificazione degli interventi pag.11 Art. 5 – Prescrizioni generali in materia di nuova edificazione pag.14 Art. 6 – Vincoli di legge pag.15 Art. 7 – Zone agricole – disposizioni generali pag.16 Art. 8 – Zone ad esclusiva funzione agr icola pag.17 Art. 9 – Zone a prevalente funzione agricola pag.18 Art. 10 – Zone agricole di tutela dei Centri Storici pag.20 Art. 11 – Zone di recupero ambientale pag.20 Art. 12 – Aree riparie pag.20 Art. 13 – Aree di Frangia e di Influenza Urbana pag.21 Art.14 – Vegetazione dei nuovi parchi e giardini privati e pubblici pag.23 Art.15 – Architetture vegetali diffuse pag.23 Art.16 – Percorsi turistico-culturali e ricreativi pag.24 Art.17 – Zone forestali pag.25 Art.18 – Aree ed impianti di interesse pubblico pag.25 Art.19 – Attività agrituristiche pag.26 TITOLO II pag.27 CAPO I - L’ALTA VALLE DEL MEDIO ALBEGNA CP3.2.1(ARPA SP26) pag.27 Art.20 – Aree di Frangia e di Influenza – Criteri generali pag.27 Art.21 – Aree di Frangia pag.27 Art.22 – Aree di Influenza pag.28 Art.23 – Aree esterne all’A.R.P.A. SP.26 ( Saturnia) pag.29 Art.24 – Interventi ordinari sul territorio rurale (art.26 e Scheda 11 del PTC) pag.31 Art.25 – ARPA SP 26 – Saturnia pag.33 Art.26 – Aree di valorizzazione e tutela pag.33

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CAPO II – L’AGRO ALTOCOLLINARE DI MANCIANO R10 4.1 pag.35 Art.27 – Aree di Frangia e di Influenza – Criteri generali pag.35 Art.28 – Aree di Frangia pag.35 Art.29 – Aree di Influenza pag.36 Art.30 – Aree esterne pag.38 Art.31 – Interventi ordinari sul territorio rurale (art.26 e Scheda 11 del PTC) pag.40 CAPO III – L’ALTA VALLE DEL FIORA R 10.2 pag.41 Art.32 – Aree di Frangia e di Influenza – Criteri generali pag.41 Art.33 – Aree di Frangia e di Influenza pag.41 Art.34 – Aree esterne pag.43 Art.35 – Interventi ordinari sul territorio rurale (art.26 e Scheda 11 del PTC) pag.44 Art.36 – Indirizzi per la valorizzazione di S. Martino pag.45 CAPO IV - L’ALTOPIANO DEL TUFO pag.46 Art.37 – Riuso dei volumi agricoli pag.46 Art.38 – Interventi ordinari sul territorio rurale (art.26 e Scheda 11 del PTC) pag.46 CAPO V – LE GOLE DEL TUFO pag.47 Art.39 – ARPA SP 30 – Sovana pag.47 TITOLO III pag.48 CAPO I – L’AGRO COLLINARE DI MANCIANO R10 4.2 pag.48 Art.40 – Aree di Frangia e di Influenza – Criteri generali pag.48 Art.41 – Aree di Frangia pag.48 Art.42 – Aree di Influenza pag.49 Art.43 – Aree esterne pag.51 Art.44 – Interventi ordinari sul territorio rurale (art.26 e Scheda 11 del PTC) pag.53 Art.45 – Aree di recupero urbano “La Vecchia” e “La Gora” pag.54 Art.46 – ARPA SN 32 – Poggiobuco e Moranaccio pag.56 TITOLO IV pag.57 CAPO I – LA BASSA VALLE DEL MEDIO ALBEGNA CP 3.2.2 pag.57 Art.47 – Zone esterne ai centri abitati pag.57 Art.48 – Aree esterne pag.58 Art.49 – Interventi ordinari sul territorio rurale (art.26 e Scheda 11 del PTC) pag.60 CAPO II – LE COLLINE D’ALBEGNA DEL TIBURZI R11 2.1 pag.61 Art.50 – Zona a edificazione quasi nulla – Prescrizioni generali pag.61 Art.51 – Aree esterne pag.62 Art.52 – Interventi ordinari sul territorio rurale (art.26 e Scheda 11 del PTC) pag.63 Art.53 – ARPA S 40 – Marsiliana pag.64 CAPO III – LA PIANA DELL’OSA-ALBEGNA Pi 3 pag.65 Art.54 – Zone esterne ai centri abitati pag.65 Art.55 – Aree esterne pag.66 Art.56 – Edifici con destinazione d’uso non agricola pag.67 Art.57 – Interventi ordinari sul territorio rurale (art.26 e Scheda 11 del PTC) pag.68 TITOLO V pag.70 CAPO I – L’AGRO PEDECOLLINARE DI MANCIANO R10 4.3 pag.70 Art.58 – Prescrizioni generali pag.70 Art.59 – Aree esterne pag.71 Art.60 – Interventi ordinari sul territorio rurale (art.26 e Scheda 11 del PTC) pag.73 CAPO II – LE COLLINE DEL FIORA DEL TIBURZI R11 2.2 pag.74 Art.61 – Prescrizioni generali pag.74

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Art.62 – Aree esterne pag.76 Art.63 – Interventi ordinari sul territorio rurale (art.26 e Scheda 11 del PTC) pag.77 Art.64 – ARPA PN 45 – Torre di Montauto pag.79 Art.65 – ARPA P 46 – La Capita pag.79 CAPO III – LE PENDICI DI CAPALBIO CP 4 pag.81 Art.66 – Prescrizioni generali pag.81 Art.67 – Aree esterne pag.82 Art.68 – Interventi ordinari sul territorio rurale (art.26 e Scheda 11 del PTC) pag.84 Art.69 – ARPA N 44 – Vulci pag.85 TITOLO VI pag.86 Art.70 – Principali indir izzi per le zone D3 (produttive agricole) pag.86 Norme transitorie e di prima applicazione pag.86 TITOLO VII pag.88 CAPO I – NORME PER IL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE E PER IL TERRITORIO pag.88 Art.71 – Normativa di dettaglio pag.88 Art.72 – Prescrizioni tecnologiche per le categorie di intervento C, D1 e D3 pag.88 Art.73 – Manutenzione ordinaria pag.89 Art.74 – Manutenzione straordinaria pag.89 Art.75 – Restauro e risanamento conservativo pag.90 Art.76 – Ristrutturazione edilizia D1 pag.91 Art.77 – Ristrutturazione edilizia D 3 pag.91 Art.78 – Ristrutturazione edilizia D 4 (sostituzione) pag.91 TITOLO VIII pag.92 Art.79 – Norme attuative per gli ambiti di rischio idraulico “A1” e “A2” pag.92 Art.80 – Pozzi per l’Acqua pag.93 Art.81 – Norme generali per la prevenzione dei dissesti idrogeologici pag.95 Art.82 – Norme generali per la prevenzione degli allagamenti pag.96 Allegato al titolo VIII- procedure di normativa geologica pag.98

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RELAZIONE

PRINCIPI PER ARTICOLARE LE SCELTE OPERATIVE Criteri generali di evoluzione del territorio rurale Uno dei principali elementi da considerare riguarda il recepimento delle indicazioni contenute nel PTC vigente che vengono restituite sotto forma di indicazioni di comportamento generale per essere poi trasferite nella normativa specifica riguardante i Quattro Ambiti individuati. Il criterio guida, che struttura le scelte di natura operativa principalmente attinenti al settore urbanistico edilizio, e che costituisce Invariante Strutturale, può essere riassunto nel seguente concetto che abbiamo formulato (come si usa dire) in modo sinergico e pluridisciplinare: <<Nel territorio rurale operano aziende agricole, lavoratori part-time e una gamma di soggetti variabili e definibili in base alle diverse congiunture economiche. Ogni soggetto è interessato a processi di produzione e fruizione che si integrano alla funzione fondamentale del territorio rurale rappresentata dalle produzioni agricole e dalla capitalizzazione fondiaria ottenuta attraverso atti più complessi e vari di quelli attinenti al settore edilizio. E’ quindi imprescindibile che ad interventi volti a mutare l’aspetto del territorio rurale per mezzo di operazioni edilizie corrisponda un simultaneo intervento di capitalizzazione fondiaria che incrementi o integri o ripristini il valore fondiario del terreno nel quale viene collocato l’intervento edilizio>>. Infatti se il Territorio Rurale non è più un territorio esclusivamente Agricolo anche i concetti di Produzione Lorda Vendibile e di Capitalizzazione Fondiaria devono essere meglio articolati, precisati e al contempo devono fornire dei criteri guida per la pianificazione. In primo luogo la Produzione Lorda Vendibile di un territorio rurale deve essere intesa anche come Produzione di Paesaggio e la Capitalizzazione Fondiaria deve avvenire in modo tale che tale produzione di paesaggio diventi una realtà tangibile, percepibile visivamente e incrementi il patrimonio colturale agricolo circostante sotto forma di capitale fisso di natura non edilizia. Per fare un esempio semplice si può pensare ad un territorio rurale, interessato massicciamente dalla presenza di seconde case, che possiede certamente una capitalizzazione fondiaria di natura edile, ma non aggiunge alcun elemento agricolo-strutturale alle porzioni contermini e non produce alcuna Produzione Lorda aggiuntiva. Inoltre è evidente che le diciture da agenzia immobiliare <<Vista panoramica>> o <<posizione stupenda>> o <<circondato da vigneti e uliveti secolari>> aumentano il valore di mercato, e quindi la rendita fondiaria, dell’immobile da vacanza. La seconda casa trae una cospicua parte del valore dal contesto paesistico mantenuto da unità produttive che non ricevono nulla in cambio. Le stesse seconde case unite a processi di capitalizzazione che incrementino il valore fondiario dei terreni contermini (ad esempio per mezzo di impianti arborei tradizionali, mantenimento della rete scolante dei fossi e dello strato superficiale dei terreni con adeguate tecniche agronomiche, ripristino di muri a secco e altre sistemazioni collinari tradizionali), assumono la funzione di investire capitali nel territorio svolgendo funzione di presidio, di mantenimento degli assetti ambientali, di evoluzione della struttura insediativa nel rispetto degli assetti preesistenti. Si ribadisce che, fissati opportuni parametri, risulta fondamentale che alla rendita fondiaria ottenuta dall’investimento edilizio si accompagni un incremento del valore complessivo del territorio rurale a mezzo di investimenti che interessino il terreno, le colture tradizionali, gli assetti agrari e fondiari preesistenti il cui sistema di controllo sia affidato a ricognizioni periodiche, a scadenza quinquennale, effettuate, a cura del richiedente, da tecnici abilitati. Risulta un aspetto secondario se questi scenari configurino o meno nuove aziende agricole ad economia marginale poiché, direttamente, l’incremento di rendita è già fornito dall’investimento

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edilizio e, in tempi successivi, l’investimento agricolo-fondiario aumenta il valore complessivo del territorio indipendentemente dal conto economico della singola porzione di questo. Tali criteri derivano da una analisi diretta sulle componenti economiche, agricole e di evoluzione dei valori edilizi e fondiari desunta da particolari conformazioni della struttura economico-produttiva del territorio Mancianese. Negli ultimi 10 anni le presenze turistiche annuali sono passate da 60.000 a 150.000 e di questo incremento ha beneficiato soprattutto l’Ambito 1 e alcune porzioni dell’Ambito 2 collocate funzionalmente al polo termale di Saturnia. Mentre i valori dei terreni agricoli sono rimasti circa gli stessi, o sono aumentati solo in alcune porzioni ricadenti nella zona Doc. del Morellino di Scansano, i valori del patrimonio edilizio esistente potenzialmente recuperabile hanno raggiunto valori doppi o tripli (ma di alcuni manufatti l’incremento risulta poco definibile) con una innaturale crescita di rendita di posizione. In sostanza, attualmente, l’investimento nel territorio rurale è sostanzialmente legato al mantenimento e al rafforzamento di tale rendita di posizione, anche quando si tratta di valutare attività integrative al reddito agricolo. Il risultato è rintracciabile nella forbice differenziale dei valori che attengono alle potenzialità edili rispetto a quelle propriamente agricole. Negli Ambiti 3 e 4 questo fenomeno risulta in ascesa anche se al momento non ha assunto caratteri macroscopici a causa forse della relativa distanza dal polo termale. Gli scenari che possiamo ipotizzare configurano un territorio che da Agricolo diventa Rurale, ma, senza essere allarmisti, non vorremmo che divenisse degradato a causa del progressivo disinvestimento nel settore agricolo e nelle pratiche agrarie a favore di quello strettamente turistico e dei servizi ad esso connessi. E’ quindi in nome di un piccolo principio di sussidiarietà applicato alla scala locale che vogliamo orientare gli investimenti anche nelle pratiche a breve meno redditizie in modo che vengano garantite le strutture agricole ambientali e territoriali che caratterizzano questo comune. Le norme che seguono sono dunque improntate al raggiungimento di questo fine duplice; da una parte consentire interventi di natura edilizia anche a soggetti diversi dall’imprenditore a titolo principale che opereranno prevalentemente nel riuso del patrimonio esistente tramite ampliamenti, dall’altra vincolare l’intervento ad una serie di investimenti fondiari che incrementino complessivamente quella che abbiamo definito “Produzione Lorda Vendibile” intesa anche come Produzione di Paesaggio. La tipologia di questi ultimi interventi di investimento sarà articolata secondo le indicazioni che il PTC assegna alle diverse Unità di Paesaggio costituenti il territorio Mancianese. Le modalità per il raggiungimento di questi fini sono articolate in base ai requisiti del singolo richiedente ma, mentre per quanto attiene agli imprenditori agricoli la norma è sufficientemente strutturata e forse necessita solo di alcune puntualizzazioni, un intera gamma di precisazioni, modelli di comportamento, impegni oggettivi possono essere calibrati per tutte quelle figure professionali che a vario titolo e secondo criteri non assimilabili tra loro, sono interessati a risiedere, investire e contribuire all’attuazione di quel concetto di evolutività ben temperata che il PTC ha assunto come cardine per il governo del territorio provinciale. In effetti al di là delle figure professionali che vi operano il territorio è uno e le sue caratteristiche vanno aldilà della figura professionale che in alcune congiunture vi gravita. Ai fini della presente variante e in relazione agli obbiettivi prefissati le sovramenzionate modalità possono essere riassunte, soprattutto nel caso di figure professionali non legate al contesto agricolo e nel riuso del patrimonio edilizio esistente, in due atti consequenziali: atto d’obbligo unilaterale attraverso il quale si dichiarano impegni e investimenti; durata ventennale dell’atto unita a schema di ricognizione a scadenza quinquennale, a firma di

tecnico abilitato, nel quale si attesta che gli investimenti dichiarati sono stati effettuati e risultano efficaci.

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CRITERI GENERALI

Indirizzi delle Unità di Paesaggio e rapporto della Variante con le Unità di Paesaggio La lettura degli indirizzi che il PTC assegna alle varie Unità di Paesaggio, costituenti il territorio comunale, è stata integrata con l’analisi delle singole porzioni individuate secondo un’analisi diretta. Ciò consente di relazionare lo strumento a scala provinciale con le singole realtà. Tali ambiti costituiscono quindi i campioni territoriali nei quali gli indirizzi generali recepiti dal PTC trovano un’applicazione calibrata. Esiste a supporto di queste scelte una normativa generale che vale per tutto il territorio comunale mentre le specifiche, i limiti, e le potenzialità, nel rispetto degli indirizzi relativi a ciascuna Unità di Paesaggio, trovano norme più precise che si applicano all’interno di ogni articolazione individuata. Sostenibilità dello sviluppo agricolo e principi di settore In prima approssimazione e in attesa della definizione di criteri e parametri da calibrare in fase di Piano Strutturale, alla luce delle recenti disposizioni comunitarie che privilegiano alcune tipologie di aziende, si definiscono i principali requisiti che permettono di individuare tipologie aziendali che si avvicinano al concetto di sostenibilità. Le porzioni di S.A.U. che per ubicazione prossima ai centri abitati, elevato frazionamento, caratteristiche della conduzione non costituiscono aziende agricole devono trovare la ragione della propria sostenibilità e riproducibilità attraverso azioni più complesse ne lle quali il ruolo delle Amministrazioni e delle Associazioni di Produttori risulti determinante ai fini della Valorizzazione. Non crediamo di essere allarmisti quando affermiamo che queste superfici sono quelle che, per vari motivi, si avviano ad un degrado più veloce e soprattutto più tangibile proprio per l’intensità colturale che le caratterizza. In questo caso, e quando il degrado risulti progressivo, non si ha sostenibilità in quanto il capitale da investire ai fini della riproducibilità delle risorse e degli assetti è soprattutto forza lavoro (e quindi capitale umano da distribuire nel rapporto tempo-produttività-professionalità manuale) che, attraverso operazioni cadenzate e ripetute, si trasforma in capitale fondiario. Ai fini della presente Variante le indicazioni che seguono costituiscono esclusivamente principi di riferimento . In quanto principi servono ad orientare le scelte in un territorio che si caratterizza per la Prevalente Funzione Agricola del proprio utilizzo ed aspira ad incrementare le attività integrative e connesse come meccanismo strutturale ai fini della riproducibilità di risorse, investimenti e forza lavoro. Aziende Agricole: Tipologia della produzione aziendale ?? Carico di bestiame pari ad 1,5 U.B.A / ettaro di S.A.U. ?? Impianti di vigneto con produzioni inferiori a 100 qli/ettaro, comunque con più di 3.000

piante/ettaro. ?? Impianti di oliveto aventi sesto superiore a 6 x 6, comunque con meno di 200 piante/ettaro, e

con produzioni inferiori a 40 qli/ettaro ?? Colture cerealicole con produzioni inferiori a 35 qli/ettaro che rispettino le quote di produzione

regionalizzate. ?? Assetto della superficie aziendale ?? 10% del monte-ore, nelle zone collinari dedicato al mantenimento delle sistemazioni collinari

(ciglionamenti, muri a secco, eventuali girapoggio) tutela di siepi di confine, alberature soprattutto se di mezzacosta con progressivo rafforzamento delle cortine, delle alberature

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isolate, ripulitura periodica dei fossatelli di scolo interni alla proprietà senza eliminazione della vegetazione. Riutilizzo del materiale derivante da spietramenti per opere di bonifica, di mantenimento di carrareccie e viabilità aziendale, per fini ornamentali ed edilizi intendendo tale materiale come prodotto del lavoro di unità attive e come prodotto aziendale.

?? 10% del monte-ore, nelle zone pedecollinari e di pianura dedicato al mantenimento, al rafforzamento e all’integrazione delle opere di Bonifica attraverso lavorazioni che impediscano l’erosione e lo smottamento dei versanti argillosi anche con la tutela e il progressivo reimpianto di alberature di mezzacosta. Tutela e mantenimento, nella piana di Marsiliana, delle opere di canalizzazione, di fossi, capifossi, fossi collettori anche in forma consortile, attraverso eliminazione della vegetazione infestante e la ricomposizione della forma e della profondità originaria. Le cortine frangivento in eucalipto potranno essere progressivamente sostituite da varietà di olivo resistenti alle gelate e alle brinate primaverili o, in alternativa da cortine di cipresso sul modello di quelle esistenti al confine comunale in località Polverosa (Comune di Orbetello).

Riduzione dell’uso di prodotti chimici e fitofarmaci ?? applicazione volontaria dei principi di lotta integrata per le produzioni olivicole, viticole,

frutticole, ortaggi e applicazione dei parametri di cui alle misura 2078/92 per le produzioni cerealicole.

Superfici non costituenti aziende agricole: Tipologia della produzione Policoltura ottenuta esclusivamente con metodologie e tecniche tradizionali. Impianti tradizionali di vite e olivo che mantengano e riproducano i genotipi. Produzione biologica di cereali ed erbai nelle quote della bonifica Ente Maremma, salvo

l’incremento delle produzioni olivicole e viticole. Lotta integrata come metodo esteso all’intera area dei frazionamenti. Valorizzazione dei prodotti ottenuta come somma delle porzioni dei conferenti da organizzare su

scala comunale attraverso un marchio di qualità, individuando i luoghi della trasformazione e del confezionamento.

Assetto della superficie ?? Tutela e mantenimento delle sistemazioni collinari (ciglionamenti, muri a secco, eventuali

girapoggio) del frazionamento a mezzo di siepi, muricci, alberature, ripulitura periodica dei fossatelli di sgrondo (soprattutto nelle quotizzazioni Ente Maremma) e dotazione di cisterne di raccolta. Riutilizzo del materiale derivante da spietramenti per opere di mantenimento di muri a secco ed annessi esistenti.

Nelle zone pedecollinari e di pianura risulta fondamentale mantenere l’assetto della Bonifica tramite la puntuale manutenzione delle opere di canalizzazione soprattutto se evidenzia un frazionamento pianificato. Nelle aree a forte acclività sono auspicabili impianti di alberature di mezzacosta che impediscano erosione e smottamento delle superfici argillose.

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NORME PREMESSA: Il territorio del Comune di Manciano, secondo quanto messo in evidenza nella Relazione Generale, in osservanza a quanto indicato e prescritto nel P.T.C., si caratterizza per la Prevalente Funzione Agricola del proprio utilizzo ad eccezione della Unità di Paesaggio Pi 3 (La Piana dell’Osa - Albegna) alla quale viene attribuita la Esclusiva Funzione Agricola.

TITOLO 1 DISPOSIZIONI GENERALI

ART.1 - ISTITUZIONE DI UN ARCHIVIO INFORMATIZZATO Ai fini della gestione degli atti della presente Variante, presso l’Amministrazione Comunale, viene istituito un Archivio informatizzato che consenta di censire e aggiornare i progetti, gli atti d’obbligo e le ricognizioni a scadenza quinquennale in modo che, attraverso le autocertificazioni e le dichiarazioni di conformità, rilasciate dai tecnici abilitati, nel territorio rurale siano attuate le disposizioni che seguono. ART.2 - ARPA Nel territorio rurale sono localizzate alcune Aree di Rilevante Pregio Ambientale. Le principali, in relazione alla struttura insediativa e paesaggistica, che ne riassumono i più importanti connotati e consentono di definire alcuni modelli guida di comportamento, sono rispettivamente la SP26 di Saturnia nell’Unità di Paesaggio CP3.2 e la S40 Colline della Marsiliana nell’Unità di Paesaggio Pi3. Le altre che interessano marginalmente il territorio comunale sono la P46 e la PN45 (UdP: R11.2) e la N44 (CP4); a cavallo con i Comuni di Sorano e Pitigliano, sono collocate la SP30 di Sovana (RT2) e la SN32 di Poggio Buco e Moranaccio (R10.4) . I commi 9 e 10 dell’art.20 del P.T.C disciplinano le specifiche prescrizioni. Più precisamente,dai commi 9 e 10, sono estratte le potenzialità di utilizzo di queste superfici. A) In tutte le aree ricadenti nelle ARPA sono comunque vietate: ?? Trasformazioni agronomiche che tendano ridurre la consistenza e lo stato di fatto della rete

stradale vicinale; ?? recinzioni fisse a maglia con sostegni metallici e fondazioni in muratura; ?? recinzioni fisse di altezza superiore a ml. 1,50 con sostegni a palo secco che, in assenza di

opportuni accessi, limitino l’attività venatoria e configurino di fatto Fondi Chiusi non notificati preventivamente al Comune o alla Provincia secondo le disposizioni di cui all’art. 25 della L. R. 12 gennaio 1994, n. 3. In ogni caso non sono consentite recinzioni, al di fuori degli istituti faunistici regolarmente autorizzati, che possano ostacolare lo spostamento della selvaggina stanziale all’interno delle aree boscate.

?? alterazioni della consistenza vegetazionale con modalità di conservazione delle essenze arboree anche attraverso la conservazione ambientale delle aree di ripa e golena e, nelle aree boscate è ammesso, lo sfruttamento del bosco a fini produttivi purché non venga alterato l’equilibrio pedologico con conseguente degrado del soprassuolo.

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B) La realizzazione di nuovi edifici è consentita: - ad imprenditori agricoli professionali ai sensi della L.R. 6/94 e successive modificazioni e

integrazioni inseriti all’interno delle rispettive sezioni dell’ albo provinciale. C) Il semplice recupero del patrimonio edilizio è consentito: - ad ogni soggetto a condizione che non venga mutata la destinazione d’uso e vengano sostituite

le tecnologie edilizie industrializzate con tecnologie tradizionali locali. D) Il recupero con ampliamento del patrimonio edilizio esistente è consentito: agli imprenditori agricoli professionali (prima e seconda sezione) con sostituzione di tecnologie industrializzate e utilizzo di tecnologie tradizionali a condizione che, oltre la destinazione agricola, l’ampliamento abbia una destinazione d’uso compatibile con l’assetto delle ARPA e comunque possa rientrare tra quelle che individuano attività integrative o complementari al settore agricolo con esclusione di residenza non rurale e di aumento della capacità ricettiva di tipo turistico rurale, mentre è sempre consentito a fini agrituristici. ART.3 - PRESCRIZIONI GENERALI IN MATERIA DI COLTURE LEGNOSE E DI RECINZIONI A. Aree di Frangia e Influenza urbana In queste aree, descritte ai Titoli successivi, nei terreni che non appartengono ad aziende agricole condotte da Imprenditori agricoli professionali iscritti nell’ albo provinciale, è vietato l’impianto di colture specializzate di vite e olivo, a connotazione intensiva, di serre permanenti. Tutti gli impianti produttivi dovranno assumere un aspetto tradizionale, con riproposizione di sistemazioni fondiarie e sesti d’impianto caratteristici dell’area d’intervento e con recupero di quelli esistenti. La verifica di tali situazioni sarà vincolante ai fini delle pratiche di concessione, autorizzazione, denuncia di inizio attività applicata a volumi esistenti. B. Divieto di taglio di olivi La particolare conformazione insediativa del territorio comunale e la caratteristica corona di colture legnose produttive ad olivo che circonda i centri abitati fanno sì che come norma estensiva alle Unità di Paesaggio collinari insediate (Alta valle del medio Albegna –C.P.3.2.1.-; Agro altocollinare di Manciano-R.10.4.1-; Agro collinare di Manciano -R.10.4.2-; Alta valle del Fiora-R.10.2-) , nelle zone di frangia e influenza dei centri abitati di San Martino, Capanne, Poggio Murella, Saturnia, Montemerano, Poderi, Manciano, si consideri non applicabile il disposto contenuto nella recente L.R. 23/2000, onde non consentire l’espianto di colture ad olivo esistenti in base alla semplice comunicazione all’Amministrazione Locale. Ciò ai sensi degli indirizzi contenuti nel PTC relativamente alle caratteristiche delle Unità di Paesaggio di cui tale Variante costituisce fase di recepimento. In questi casi si applicherà il disposto di cui al D.Lgs. 475/45, con l’esclusione dell’art. 1, comma primo, e fermo restando l’impegno al reimpianto di uguale numero di esemplari con sesto di tipo tradizionale o comunque caratteristico dell’area in cui si interviene. C. Delimitazione di aree di pertinenza a corredo di volumi non agricoli Le proprietà e le aree di pertinenza esistenti o costituitesi ai sensi Art. 5 ter L.R. 25/97, oggi integrata dall’art.26, comma 11 del PTC dovranno essere recintate a mezzo di siepi vive realizzate con essenze tradizionali che potranno contenere al loro interno anche recinzioni fisse di altra natura sempre realizzate a sostegno ligneo. La struttura di recinzione non potrà superare l’altezza di ml.1.50 con integrazione di essenze arboree autoctone o naturalizzate con impianto a gruppi di specie. In caso di richieste di Ristrutturazione, Recupero con ampliamento, Ristrutturazione Urbanistica e cambio di destinazione d'uso con pertinenza pari a 100 volte la superficie coperta nelle zone a prevalente e 200 volte nelle aree ad esclusiva funzione agricola, l’atto d’obbligo unilaterale garantirà gli impegni ai fini dell’organizzazione delle pertinenze. La ricognizione quinquennale, a firma di tecnico abilitato, garantirà la realizzazione degli impegni.

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D. Impianti di vigneto Nelle zone di frangia e influenza urbana, nelle zone soggette a vincolo di cui alle disposizioni del T.U.D.Lgs 490/99(exL.1497/39) e in quelle aziende agricole che edificano volumi supplementari o recuperano patrimonio edilizio esistente per attività integrative, nei nuovi impianti e nella ristrutturazione di quelli esistenti si prescrive l’utilizzazione di palificazioni in legno. E. Impianti intensivi ed estensivi o tradizionali Nella realizzazione di nuovi impianti di vite olivo alberi da frutta si definisce la possibilità di impianti intensivi o specializzati solo all’interno di aziende agricole (cioè condotte da imprenditori agricoli ai sensi dell’Art. 2135 c.c). Nel caso di fondi non costituenti aziende agrarie gli impianti non potranno assumere un aspetto specializzato ma dovranno mantenere essenze e distanze tradizionali al fine di preservare e migliorare i contenuti paesaggistici dei rispettivi Ambiti. ART.4 - PRESCRIZIONI GENERALI IN MATERIA DI PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE AI FINI DELLA CLASSIFICAZIONE DEGLI INTERVENTI A. Residenze rurali e patrimonio edilizio esistente con destinazione d’uso agricola a) Residenze Rurali: Le norme successive si applicano quando le aziende agricole rispettano le superfici minime di cui all’art. 26 comma 10 del P.T.C. provinciale e nelle aree di frangia e influenza urbana le superfici risultano contigue e contengono il fabbricato residenziale oggetto dell’intervento. gli ampliamenti di cui all’art. 5 comma 3 della legge regionale n. 25/97 si applicano alle residenze

rurali a servizio di fondi che raggiungano le superfici fondiarie minime di cui all’art. 26 comma 10 del P.T.C. con esclusione della lettera a (colture ortoflorovivaistiche specializzate) nelle Unità di Paesaggio definite a Prevalente ed Esclusiva Funzione Agricola. Nelle Aree di Frangia e Influenza urbana i fondi che consentono di raggiungere le superfici minime dovranno risultare contigui. In difetto di superfici minime gli ampliamenti una tantum sono ridotti della metà.

I garages sono consentiti nella misura di 1mq. per ogni 10 mc. di residenza tramite sottoscrizione di vincolo di pertinenzialità.

La dimensione massima degli alloggi residenziali risulta fissata in 200 mq. di superficie utile netta; la dimensione minima risulta fissata in 50 mq. Entrambe le superfici si intendono comprensive di vani tecnologici e pertinenze ad esclusione dei garages.

b) Patrimonio edilizio esistente con destinazione d’uso agricola . Gli interventi sono previsti ai sensi dell’art.5 L.R. 25/97 con le seguenti specifiche: gli interventi di trasferimento di volumetria nei limiti del 10% del volume aziendale fino ad un

massimo di 600 mc. di volume ricostruito si intendono nell’ambito degli interventi di restauro e risanamento conservativo e di ristrutturazione edilizia anche con ampliamento del 10% degli annessi esistenti o dei 100 mc. di ampliamento per la residenza rurale.

Nel caso di nuclei rurali il concetto di ristrutturazione edilizia si applica agli organismi edilizi esistenti. La caratterizzazione del nucleo rurale, e la sua naturale delimitazione con la presenza di infrastrutture consolidate in rapporto agli spazi produttivi agricoli, definisce l’ambito nel quale si applicano gli interventi di cui al comma precedente.

c) Valutazione degli interventi Per la complessiva valutazione degli interventi di cui alle lettere precedenti dovrà essere presentata: ?? Planimetria dell’intera azienda in scala 1:10.000 con l’ubicazione del centro aziendale; ?? Mappa in scala 1:1.000 (o 1:500) con la collocazione dei fabbricati e degli interventi richiesti. B. Residenze urbane in zona agricola esterna alle Aree di Frangia e di Influenza urbana ad

esclusione delle zone di recupero di cui ai titoli successivi Ai fini della presente Variante il raggiungimento del limite di superficie coperta di cui ai Titoli successivi è consentita a quegli edifici che risultavano residenze al momento dell’entrata in vigore della L.R. 25/97.

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La dimensione massima degli alloggi residenziali risulta fissata in 200 mq. di superficie utile netta; la dimensione minima risulta fissata in 50 mq. Entrambe le superfici si intendono comprensive di vani tecnologici e pertinenze ad esclusione dei garages. I garages sono consentiti nella misura di 1mq. per ogni 10 mc. di residenza tramite sottoscrizione di vincolo di pertinenzialità. Patrimonio edilizio con destinazione d’uso non agricola. Nel caso l’insieme del patrimonio edilizio (derivante da deruralizzazione o da trasferimento parziale di fondi agricoli attuati fuori dal P.M.A.A) formi un nucleo rurale concentrato e abbia una consistenza superiore a mc.1.500 l’applicazione dei punti seguenti è soggetta alla presentazione di un piano attuativo, esteso a tutta l’area, prodotto dal proprietario o dai proprietari riuniti. Il Piano attuativo disciplina la destinazione d’uso dei fabbricati in relazione a quanto espresso nei punti successivi e l’insieme architettonico urbanistico compresa la sistemazione degli spazi esterni. L’applicazione degli art. 5 bis e 5 ter della legge n. 25/97 (interventi sul patrimonio edilizio

esistente con destinazione non agricola- cambio di destinazione d’uso) nel caso di volumi superiori a 500 mc aventi tipologia prefabbricata con destinazione originaria di stalla o fienile (o di edificio per la trasformazione dei prodotti seminterrato o interrato) è consentita nei limiti del 30% del volume complessivo.

L’applicazione degli art. 5 bis e 5 ter della legge n. 25/97 (interventi sul patrimonio edilizio esistente con destinazione non agricola- cambio di destinazione d’uso a fini abitativi in zone a prevalente funzione agricola) nel caso di volumi esistenti derivanti da aziende agricole-è consentita, ai fini del mantenimento del presidio ambientale nei limiti di due nuove unità abitative di superficie non inferiore a 50 mq. e non superiore a mq. 200 di superficie utile netta (mq.100 se il volume fosse utilizzato su due livelli) comprensive di vani tecnologici e pertinenze ad esclusione dei garages.. Lo scorporo, anche attuato per mezzo di ristrutturazione urbanistica dovrà rafforzare l’immagine del nucleo rurale esistente, senza traslazione di volumi in porzioni aziendali inedificate o occupate da annessi agricoli isolati. Vengono fatti salvi gli Impegni di coltivazione di cui ai titoli successivi.

L’applicazione degli art. 5 bis e 5 ter della legge n. 25/97 (interventi sul patrimonio edilizio esistente con destinazione non agricola- cambio di destinazione d’uso a fini artigianali, commerciali) è consentita quando le attività siano compatibili con la struttura produttiva di supporto al settore agricolo (artigianato che usi risorse locali e di trasformazione di prodotti tradizionali locali, commercio di prodotti e utensili agricoli, per giardinaggio e orticoltura per attività di allevamento ippico, di animali da autoconsumo, per attività venatoria e cinotecnica e comunque per attività definite integrative da disposizioni nazionali, regionali e comunitarie ad esclusione della ristorazione, della somministrazione di bevande e alcolici). Nel caso di volumi esistenti derivanti da aziende agricole è consentito individuare una unità artigianale o commerciale di superficie fino ai limiti fissati per le attività individuate puntualmente nelle successive Unità di Paesaggio (mq. 150 al Titolo II; mq.180 al Titolo III; mq. 200 ai Titoli IV e V) con limite di mq. 200 di superficie utile netta (mq.100 se il volume fosse sfruttabile su due livelli). Lo scorporo, anche attuato per mezzo di ristrutturazione urbanistica di volumi aziendali dovrà rafforzare l’immagine del nucleo rurale esistente senza traslazione di volumi in porzioni aziendali inedificate o occupate da annessi agricoli isolati. Vengono fatti salvi gli Impegni di coltivazione di cui ai titoli successivi.

L’applicazione degli art. 5 bis e 5 ter della legge n. 25/97 (interventi sul patrimonio edilizio esistente con destinazione non agricola- cambio di destinazione d’uso) nel caso di volumi esistenti derivanti da aziende agricole che hanno destinato il patrimonio edilizio ad altre funzioni secondo i punti precedenti è consentita destinando gli annessi rimanenti a magazzini, depositi o garages. Vengono fatti salvi gli Impegni di coltivazione di cui ai titoli successivi.

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La nuova edificazione nelle aree esterne o il recupero con ampliamento nelle zone di Frangia e Influenza urbana dovrà avvenire nel rispetto delle tipologie esistenti con progettazioni che configurino forme poligonali semplici (rettangolo e quadrato) non articolate da sporgenze e rientranze, e tetto a capanna o padiglione con pendenze del 30%.

Gli annessi per autoconsumo in aziende inferiori ai minimi di cui all’art. 26, comma 10 del PTC sono quelli esistenti alla data d’adozione della presente variante.

Manufatti pertinenziali : Tali manufatti non potranno essere mai computati come volumetria o compresi in successivi calcoli validi ai fini di accorpamento a volumi principali. In caso di più tipologie in muratura il volume deve essere unico. La dichiarazione di Fine Lavori sarà obbligatoriamente accompagnata da documentazione fotografica.

1) -Ricoveri per animali da cortile e da compagnia: Le cucce per cani da guardia devono avere superficie inferiore a mq 1.50, altezza non superiore ad

un metro. Devono essere realizzate in pietra facciavista, tetto a due falde e copertura in cotto di recupero, collocate ad una distanza non superiore a 30 ml. dal fabbricato residenziale.

I Pollai, le conigliere, ed ogni altro manufatto adatto ad ospitare animali da cortile, per autoconsumo deve essere realizzato in unità singola relativa al fabbricato residenziale, avere superficie inferiore a mq.4,00, altezza non superiore a due metri, realizzato in pietra facciavista, tetto a due falde e copertura in cotto di recupero.I Manufatti debbono essere collocati ad una distanza non superiore a 30 ml. dal fabbricato residenziale.

Le tettoie per cavalli devono essere realizzate con l’intera struttura in legno, presentare al massimo due lati chiusi a L e avere la struttura del tetto in tavolato di legno, falda unica, mentre la copertura dovrà essere preferibilmente realizzata in tegole e coppi di recupero o invecchiati, semplicemente appoggiati all’orditura. Altre soluzioni di copertura, da autorizzare in deroga a quanto stabilito in relazione a particolari aspetti paesistici, saranno valutate nel caso specifico. Le dimensioni saranno di ml. 3 x 5 x h.3,20 [(3,00+3,40)/2] per ciascun capo allevato fino a un massimo di due.

I manufatti destinati al ricovero di animali da cortile e da compagnia possono essere installati anche acquistando prodotti commerciali, purché in legno.

2) -Tettoie per riparo automobili, pergolati, giardini d’inverno o semenzai, forni, Garages. ?? Le tettoie per il riparo delle automobili devono essere collocate esclusivamente nelle aree di

pertinenza delle abitazioni che siano individuate come parcheggi a servizio della residenza. Le dimensioni saranno di ml. 6x4x h 2.40, struttura aperta interamente in legno, struttura del tetto in tavolato ligneo a due falde mentre la copertura dovrà essere preferibilmente realizzata in tegole e coppi di recupero o invecchiati, semplicemente appoggiati all’orditura. Altre soluzioni di copertura, in relazione agli aspetti paesistici, saranno valutate nel caso specifico.

?? I Pergolati addossati agli immobili in zona agricola devono essere realizzati in legno, senza attacchi a terra in muratura e senza copertura. Gli eventuali teli ombreggianti avranno colore chiaro. La superficie racchiusa dalla struttura non potrà superare il 30% della Superficie Coperta.

?? I giardini d’inverno o semenzai, utili a mantenere caratteri di autoconsumo e di qualità della produzione familiare, potranno essere realizzati nel seguente modo:addossati al fabbricato residenziale, con apertura o passaggio in larghezza non superiore ad un metro e mezzo, superficie coperta non superiore a mq.12. La struttura dovrà essere realizzata in ferro e vetro compresa la copertura, gli eventuali oscuramenti saranno esclusivamente interni, dotata di porte e finestre verso l’esterno che garantiscano l’aerazione. La struttura portante dovrà essere semplicemente appoggiata a terra così come il pavimento da realizzare con lastre di pietra eventualmente inerbite nelle fughe.

?? I forni avranno struttura in muratura con dimensioni pari a ml. 3 x 3 due lati ciechi e due completamente aperti. Nel centro del volume sarà collocata la struttura del forno. Il fabbricato

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avrà altezza media di ml.2,5. La tipologia di riferimento sarà quella realizzata dagli Enti di Riforma Fondiaria.

?? I Garages sono realizzabili nella misura di 1mq. ogni 10 mc. di volume residenziale. Nelle aree esterne possono essere realizzati affiancati o al di sotto del sedime dei fabbricati; nelle aree di frangia, influenza urbana o di recupero vanno collocati esclusivamente al di sotto del sedime dei fabbricati. In ambedue i casi ( aree esterne o aree di frangia, influenza urbana e recupero) l’altezza media non può superare ml. 2,50 con esclusione di soffittature, controsoffittature o interspazi di volumi tecnici

Recupero di volumi e edificazione di Volumi supplementari di aziende agricole per attività ricettive e attività ricettive puntuali-Art. 32, Comma. 8 del P.T.C.

Nelle volumetrie di nuova edificazione in zone a prevalente funzione agricola, o nel recupero destinato a tale funzione in zone a prevalente e esclusiva funzione agricola, come normate ai Titoli successivi le unità ricettive avranno prioritariamente la tipologia di camera la cui superficie minima sarà di mq.14, il cui bagno avrà superficie minima di mq. 4, la cui sala comune avrà superficie minima di mq.14. Gli spazi destinati a servizi generali (bagno nella sala comune, lavanderia, depositi vari) sommati insieme avranno complessivamente una superficie non superiore a mq 20. Nel caso di appartamenti la superficie utile netta minima di ciascun appartamento sarà di mq. 50. I servizi generali e la sala comune saranno calcolati come nel punto precedente. In attesa di verificare la disponibilità di risorsa attraverso il Piano Strutturale le volumetrie sono così distribuite: Titolo II, Capo II ( L’agro alto-collinare di Manciano- Poggio Murella e Capanne) 50 Posti

letto; Capo III ( L’alta valle del Fiora- San Martino) 50 posti letto; Titolo III, Capo I (L’agro collinare di Manciano-Montemerano,Poderi di Montemerano,

Manciano) 100 Posti letto; Titolo IV, Capo I (La bassa valle del medio Albegna-Sgrilla, Strillozzo) 50 posti letto; Capo III

(La piana dell’Osa Albegna-Marsiliana-solo recupero patrimonio edilizio esistente) 50 posti letto

Titolo V, Capo I (L’agro pedecollinare di Manciano-Monte Marciano,Capriola) 25 Posti letto; Capo II ( le colline del Fiora del Tiburzi- Scerpena, Campigliola, Torre di Montauto) 50 Posti letto; Capo III (Le pendici di Capalbio-fattoria di Montauto) 50 Posti letto

F. Incentivi per il risparmio energetico: Il Piano strutturale definirà incentivi e progettazioni utili a sperimentare l’utilizzo di tecnologie poco inquinanti ai fini del risparmio energetico. ART. 5 - PRESCRIZIONI GENERALI IN MATERIA DI NUOVA EDIFICAZIONE La nuova edificazione segue le disposizioni dell’art.26 comma 7 del PTC, quelle specifiche di cui ai Titoli successivi, oltre alle seguenti prescrizioni generali: Nella localizzazione di nuovi fabbricati, dovrà essere posta attenzione allo schema insediativo in rapporto alle preesistenze (relative al singolo fondo e al contesto territoriale di appartenenza). Vale comunque il concetto della distanza minima dal fabbricato residenziale principale. La scelta tipologica e materica delle nuove costruzioni sarà sempre relazionata al sistema insediativo in cui si interviene, con riferimento al fabbricato residenziale principale, compatibilmente con le esigenze di garantire gli adeguati standard igienico-sanitari e tecnologici. Nuovi siti insediativi saranno ammessi unicamente per aziende condotte da imprenditori agricoli professionali, verificata l’impossibilità a localizzare la nuova costruzione presso contesti già insediati, secondo il principio di “ricucitura” paesaggistica degli spazi funzionali ai siti esistenti. Per gli altri casi è fatto obbligo di rispettare la maglia insediativa esistente, ricercando la localizzazione nelle vicinanze di altri fabbricati, con minor consumo di territorio e interferenza con il paesaggio.

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Ogni progetto di nuova edificazione dovrà essere accompagnato da adeguato elaborato grafico progettuale di sistemazione della pertinenza, con indicazione dell’eventuale arredo verde da realizzare con specie autoctone o naturalizzate. Le residenze rurali e i nuovi annessi agricoli non eccedenti la capacità produttiva del fondo ed aventi le funzioni di beni strumentali per le attività di cui all'art. 2 della L. R.64/95 e successive modificazioni, possono essere realizzati previa approvazione del Programma di Miglioramento Agricolo Ambientale (PMAA) nelle aziende aventi superficie uguale o maggiore ai minimi indicati all’art. 26, comma 10, del PTC provinciale, ferme restando le limitazioni disposte all'art. 3, commi 5, 5bis, 5ter e 6 della citata L.R. 64/95 e successive modificazioni, e quelle di cui ai Titoli seguenti. Quando non sia possibile realizzare gli interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente e solo in caso di esigenze comprovate dall'approvazione del Programma di Miglioramento Agricolo Ambientale, è ammessa la costruzione di nuove abitazioni agricole, pur nel rispetto delle specifiche disposizioni e limitazioni riportate per ciascun ambito territoriale ai Titoli seguenti. La dimensione massima degli alloggi residenziali risulta fissata in 200 mq. di superficie utile netta; la dimensione minima risulta fissata in 50 mq. di superficie utile netta Entrambe le superfici si intendono comprensive di vani tecnologici e pertinenze ad esclusione dei garages. ART.6 - VINCOLI DI LEGGE Nelle zone sottoposte ai vincoli di legge indicati nella apposita cartografia le modalità di attuazione degli interventi devono soddisfare oltre alle presenti norme anche le procedure di cui alle singole leggi, ed in particolare: ?? vincolo idrogeologico, R.D.L. 30/12/1923 n. 3267; ?? tutela delle cose di interesse artistico e storico, L.1/6/1939n. 1089; ?? protezione delle bellezze naturali, L. 29/6/1939 n. 1497; ?? tutela delle zone di particolare interesse ambientale, L.8/8/1985 n. 431; ?? rispetto stradale, D.M. 1/4/1968 n. 1404; ?? rispetto cimiteriale, R.D. 27/7/1934 n. 1265; ?? elettrodotto, R.D. 11/12/1933 n. 1775. La distanza minima a protezione del nastro stradale al di fuori dei centri abitati, è di mt.30 per le strade statali e provinciali, di mt. 20 per le strade comunali di interesse locale e di mt. 10 per le strade vicinali. Gli ampliamenti di edifici esistenti ricadenti nelle zone di rispetto stradale, fatta comunque salva la competenza degli organi statali in materia di demanio pubblico e di sicurezza del traffico, se ammessi a norma della L.R. 25/97, non devono comunque comportare avanzamenti verso il fronte stradale. Il perimetro delle zone di tipo a) e di tipo b) c) d), di cui alla L.R. 52/82 e i vincoli di cui alla L. 8/8/1985 n. 431,ricondotti e integrati dalla deliberazione del C.R. n.296 del 19/7/1988,sono riportati nella cartografia in scala 1:25.000, elaborata dall’Amministrazione Provinciale di Grosseto. Ai fini della presente variante le carte Acqua e Suolo, Territorio e Paesaggio, Azioni strategiche del P.T.C. fanno parte integrante del presente Piano insieme alla disciplina delle ARPA e delle Unità di Paesaggio. Tale complesso di norme e cartografie, oltre che a fini procedurali (vincoli, prescrizioni e salvaguardie), influisce anche sulle successive norme di dettaglio che riguardano le Zone Agricole in sintonia con le direttive del P.T.C. da completare in fase di Piano Strutturale. Nella zona di Saturnia (con particolare riferimento alle seguenti località: Pellegrina, Pozzarello, Poggio Castellina, Casale Cintato, Cavallino, Pratogrande, Crostoli, Caldane e Campo delle caldane, zona del Cimitero, Poggio Gattaia, Poggio Pancotta, Costone degli scopeti, Bagni di Saturnia) qualunque intervento previsto deve essere sottoposto all’esame della Soprintendenza Archeologica con obbligo di parere preventivo e saggi di accertamento in presenza di opere di scasso e rimodellamento.

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ART.7 - ZONE AGRICOLE : DISPOSIZIONI GENERALI Con riferimento all’artt.1, 4° comma, 7 comma 1° lett.a, della L.R. 64/95, 25 commi 1 e 4 del P.T.C. della Provincia di Grosseto, il territorio comunale è suddiviso in zone ad esclusiva o prevalente funzione agricola e in ambiti caratterizzanti lo sviluppo dell’economia agraria per le classi di Frangia Urbana ad economia agricola debole ed Influenza Urbana ad economia agricola debole a seconda dei rispettivi e principali caratteri distintivi. Tutte le zone non comprese nelle classi di Frangia e Influenza sono state denominate Aree esterne ai fini della presente Variante. Per ciascuna zona e perimetrazione le norme dettano disposizioni specifiche, inoltre per tutte le zone valgono le seguenti disposizioni generali:

a) destinazioni d’uso e attività vietate: ?? i depositi di materiale, veicoli ed immagazzinamento merci di qualsiasi tipo, se non

congruenti e utili all’attività agricola; ?? la discarica di qualsiasi materiale se non autorizzato dall’Amministrazione Comunale; ?? il prelievo ed il riporto di inerti e di terra, quando non sono necessari al miglioramento

dell’assetto idrogeologico e vegetale, e comunque in assenza di preventiva autorizzazione da parte dell’Amministrazione comunale;

?? l’attivazione e la coltivazione di cave e miniere se non regolarmente autorizzate o concessionate ai sensi di Legge;

?? le attività commerciali anche temporanee ad eccezione di quelle previste dal D.lgs 228/2001 e successive modifiche e integrazioni

?? qualsiasi attività che possa produrre inquinamento dell’ambiente sia per quanto riguarda le condizioni igienico-sanitarie sia idriche, acustiche, luminose, magnetiche o atmosferiche.

Tutte le opere esistenti atte a regolare lo smaltimento delle acque superficiali dovranno essere mantenute dai proprietari dei territori ove ricadono. Nel caso di frane o deterioramento è prescritta la ricostruzione con i materiali preesistenti, salvo l’inserimento di elementi strutturali di consolidamento. Le attività che comportino prelievi ed emungimenti da falde idriche sono soggette all’autorizzazione secondo le norme vigenti. E’ vietato lo scarico dei rifiuti sia solidi che liquidi nei bacini idrici e nei pozzi. Le sorgenti naturali non potranno essere né disperse con movimenti di terra o altre opere nè intercluse o chiuse completamente ad un uso temporaneo pubblico. Gli edifici esistenti sono sottoposti alla disciplina di cui al TITOLO VII CAPO I delle presenti norme. Gli ampliamenti volumetrici di cui alla L.R. 25/97 sono ammessi solo su edifici sottoposti alla categoria di intervento D4 del P.R.G. Vigente. Nelle A.R.P.A valgono le prescrizioni di cui all’Art.20 del PTC e le norme specifiche riportate ai successivi titoli della presente variante. Nelle zone agricole è ammessa la realizzazione di piscine,campi da tennis o polivalenti e campi da bocce e campi da tennis ad uso familiare, in numero massimo di un impianto di ciascun tipo per ogni singolo fondo, secondo le prescrizioni e le norme degli Artt.26 e 26 bis della Variante Generale al PRG e le cautele di cui all’ultimo capoverso dell’art.26 della Variante citata La Piscina e gli altri impianti sopra citati dovranno essere collocati nella pertinenza del fabbricato residenziale principale ad una distanza non superiore a 30 ml. dovranno mantenere il miglior rapporto con la struttura geomorfologica e dovrà rispettare gli allineamenti contermini dei muri a retta, delle alberature, dei filari e delle sistemazioni agrarie. I materiali di finitura superficiale dovranno essere quelli tipici dell’ambiente rurale circostante con esclusione di elementi standardizzati. In ogni caso, ai fini dell’ammissibilità, è prescritta una verifica dell’impatto ambientale in riferimento alla delicatezza dei luoghi, da effettuarsi mediante opportuna relazione tecnico- illustrativa a firma di un tecnico abilitato, che contempli e documenti le implicazioni a livello di suolo, di approvvigionamento idrico, di modifica degli assetti ambientali

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conseguenti alla presenza dell’opera. In ogni caso la piscina non potrà essere alimentata dalla rete idrica potabile e dovrà essere dichiarata la modalità di riempimento. Le Piscine non sono realizzabili a corredo di residenze urbane nella Unità di Paesaggio CP.3.2.1-Alta Valle del medio Albegna- ART.8 - ZONE AD ECLUSIVA FUNZIONE AGRICOLA Consistono in aree ad agricoltura intensiva senza particolari limitazioni di ordine fisico per le colture agrarie, dove lo stato di fatto e le suscettività produttive primarie sono prevalenti sulle altre componenti e tali da essere essenziali e determinanti per le attività produttive agricole. Sono ammesse nuove costruzioni nei limiti e secondo le modalità previste dalla L.R. 25/97 integrata dall’Art.26 e dalla Scheda 11 del P.T.C e precisata al Titolo IV, Capo III delle presenti Norme . La realizzazione di annessi agricoli eccedenti le capacità produttive del fondo, ai sensi dell’Art.3, commi 11 della L.R. 25/97 è disciplinata, in relazione alla Unità di Paesaggio Pi3 secondo quanto disposto ai Titoli successivi. I Programmi di Miglioramento Agricolo Ambientale previsti dalla L.R. 25/97 assumono la valenza di Piano Attuativo quando Le nuove abitazioni rurali derivanti da nuova edificazione o da trasferimento di volumetria

superino i 600 mc e gli annessi agricoli di nuova edificazione superino i 1.500 mc. Gli annessi agricoli di nuova edificazione o derivanti da trasferimento di volumetria superiore al

10% individuino nuovi siti insediativi. Le attività previste risultino altamente inquinanti (Stalle suini, Pollicoltura intensiva, ecc) o

siano comprese nella casistica soggetta a V.I.A. di cui alla L.R.79/98 I Piani attuativi dovranno essere accompagnati da una valutazione, sotto forma di elaborato tecnico (relazione tecnico-illustrativa e/o carta dell’uso del suolo), degli effetti che sull’ambiente comportano gli interventi di nuova attuazione, anche prevedendo un progetto relativo agli assetti paesistici su cui si dovrà intervenire, che tenga conto delle peculiari caratteristiche dell’area. Per la complessiva valutazione degli interventi dovrà essere presentata: ?? Planimetria dell’intera azienda in scala 1:10.000 con l’ubicazione del centro aziendale; ?? Mappa in scala 1:1.000 (o 1:500) con la collocazione dei fabbricati e degli interventi

richiesti valutati in relazione all’art. 26 comma 7 del PTC. Il recupero di volumi esistenti (eccedenti nell’ordinamento colturale in atto rispetto ai parametri di cui al punto 5 della scheda 11 del PTC) per attività integrative (con i limiti evidenziati nell’Unità di paesaggio Pi 3) è consentita per quel le aziende agricole condotte da imprenditori agricoli professionali iscritti all’ albo provinciale che: possiedano un’azienda non costituita da fondo chiuso ad esclusione degli istituti faunistico-

venatori regolarmente autorizzati possiedano impianti di vigneto con palificazione in legno possiedano una volumetria potenziale riconducibile ai rapporti edificatori di cui al punto 5 della

scheda 11 del P.T.C. Per la redazione dei progetti l’eccedenza è verificata rispetto ai seguenti rapporti: 400 mc./ha per colture ortoflorovivaistiche specializzate 200 mc./ha per vigneti e frutteti in coltura specializzata; 125 mc/ha per oliveti in coltura specializzata e seminativi irrigui; 100 mc/ha per colture seminative, seminativi arborati, prati e prati irrigui 8 mc/ha per bosco ad alto fusto e misto, pascolo, pascolo arborato.

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ART.9 - ZONE A PREVALENTE FUNZIONE AGRICOLA Consistono in aree in cui la caratterizzazione paesaggistico-ambientale impone una verifica dello sviluppo, dell’assetto e della funzione delle colture agrarie anche da includere, ove necessario, in processi di riconversione e di integrazione con altre attività di cui all’art.1,comma 4 L.R.25/97 . In tali zone è ammessa ai sensi dell’Art.3 comma 12 della L.R. 25/97, da parte di aziende agricole che rispettino le superfici minime di cui all’Art.3 citato, come modificato dall’art. 26 del PTC provinciale, l’installazione di manufatti precari, per attività agricole e connesse, ribadendo che la presenza sul fondo è limitata all’anno che segue la richiesta e disciplinata dalle norme di cui all’art. 7 del Regolamento Regionale n. 4/1997, attuativo della LR 25/97. I manufatti dovranno essere realizzati in materiale leggero con esclusione di fabbricati in lamiera ad uso deposito e semplicemente appoggiati a terra. Per essi sono consentite esclusivamente opere di ancoraggio che non comportino alcuna modificazione dello stato dei luoghi. Ai fini dell’applicazione della presente variante, si intendono serre non fisse le serre-tunnel e le serre con tetto ad arco e con manto di copertura in materiale plastico che non superino l’altezza al colmo di metri 4,80 e che comunque non siano ancorate al suolo con plinti, piedritti gettati nel calcestruzzo o altra forma di ancoraggio costituita da elementi di muratura. Per ciclo produttivo in serra si intende il ciclo di coltivazione, anche di più colture, non interrotto da un periodo di riposo del terreno di durata superiore a sei mesi. La realizzazione di serre con copertura stagionale e di quelle precarie fisse segue le disposizioni di cui all’art. 3, comma 13 della L.R. 25/97 Le serre fisse sono equiparate agli annessi agricoli. Per quanto riguarda il riuso della volumetria, una volta decaduti gli impegni previsti nell’atto d’obbligo, le serre fisse non sono recuperabili ad altre funzioni. La nuova edificazione di cui all’Art.3 della L.R. 25/97 è consentita a condizione che:

?? l’ubicazione degli edifici non richieda la realizzazione di nuova viabilità al di fuori delle aree di pertinenza;

?? nelle aziende costituite da fondi staccati il volume dell’edificio non superi il rapporto di cui al punto 5 della scheda 11 del PTC relativamente alla dimensione del fondo sul quale si colloca.

?? la sagoma dell’edificio non si evidenzi al di sopra del profilo dei crinali e non si determinino alterazioni alla loro morfologia;

?? il nuovo edificio non sia accostato a edifici esistenti sottoposti alle categorie di intervento, Restauro e Risanamento Conservativo (1), Ristrutturazione Edilizia D1 (2), Ristrutturazione Edilizia D3 (3) ;

?? La realizzazione di annessi agricoli eccedenti le capacità produttive del fondo, ai sensi dell’Art.3, comma 11 della L.R. 25/97 è disciplinata, in relazione alle Unità di Paesaggio secondo quanto disposto ai Titoli successivi

?? Le costruzioni siano uniformate alle tipologie prevalenti della zona e siano realizzate con materiali tradizionale e/o tipici; è consentito l’utilizzo di pannelli prefabbricati (pareti esterne e coperture) solo per gli annessi agricoli collocati al di fuori delle zone di Frangia, Influenza urbana e A.R.P.A. All’interno di queste ultime la struttura prefabbricata dovrà essere strutturalmente schermata con pareti di finitura che ripristinino la natura del sito. Negli altri casi gli edifici siano adeguatamente schermati tramite parziale interramento o utilizzazione dei dislivelli naturali e tramite cortine arboree esistenti o con la creazione di nuove quinte con piantagioni di essenze autoctone o naturalizzate;

?? le sistemazioni delle aree di pertinenza degli edifici siano adeguatamente specificate con appositi elaborati grafici, da allegare al progetto edilizio, contenenti le indicazioni delle nuove opere compresi gli eventuali movimenti di terra e le sistemazioni a verde per le quali è prescritto l’utilizzo di essenze arboree autoctone.

?? Si dovrà dimostrare che l’intervento è tale da limitare la distruzione delle caratteristiche originali del sito quali alberature, rocce e terrazzamenti.

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I Programmi di Miglioramento Agricolo Ambientale previsti dalla L.R. 25/97 assumono la valenza di Piano Attuativo quando Le nuove abitazioni rurali derivanti da nuova edificazione o da trasferimento di volumetria

superino i 600 mc e gli annessi agricoli di nuova edificazione superino i 1.500 mc. Gli annessi agricoli di nuova edificazione o derivanti da trasferimento di volumetria superiore al

10% individuino nuovi siti insediativi. Le attività previste risultino altamente inquinanti (Stalle suini, Pollicoltura intensiva, ecc) o

siano comprese nella casistica soggetta a V.I.A. di cui alla L.R.79/98 I Piani attuativi dovranno essere accompagnati da una valutazione, sotto forma di elaborato tecnico (relazione tecnico-illustrativa e/o carta dell’uso del suolo), degli effetti che sull’ambiente comportano gli interventi di nuova attuazione, anche prevedendo un progetto relativo agli assetti paesistici su cui si dovrà intervenire, che tenga conto delle peculiari caratteristiche dell’area. Per la complessiva valutazione degli interventi dovrà essere presentata: ?? Planimetria dell’intera azienda in scala 1:10.000 con l’ubicazione del centro aziendale; ?? Mappa in scala 1:1.000 (o 1:500) con la collocazione dei fabbricati e degli interventi

richiesti valutati in relazione all’art. 26 comma 7 del PTC. E’ comunque vietato:

?? ridurre la consistenza delle formazioni lineari arboree e arbustive esistenti nelle zone di Frangia e Influenza urbana. E’ consentito dove queste assumono il carattere di colture agricole giunte alla fase di senescenza o deperenti per cause naturali;

?? ridurre la consistenza delle formazioni arboree d’argine, di ripa e di golena esistenti (in tali formazioni non sono compresi gli impianti specializzati per l’arboricoltura del legno, quali i pioppeti e simili);

?? eliminare le alberature segnaletiche di confine e di arredo e le piante di cui all’art. 4 della L.R. 52/82 o a carattere monumentale in genere;

?? eliminare i terrazzamenti e/o i ciglioni nei versanti con pendenza media superiore al 20%; ?? ridurre la funzionalità delle sistemazioni per la conservazione del suolo nei versanti terrazzati; ?? eliminare qualsiasi manufatto di va lore storico e/o culturale; ?? alterare i corsi d’acqua naturali ed artificiali permanenti; ?? alterare lo stato di efficienza della rete scolante artificiale, fatti salvi gli interventi aventi

equivalente o maggiore efficacia idraulica. Oltre alle attività strettamente legate all’agricoltura e alle attività silvo-pastorali, in queste zone sono ammesse:le attività connesse e integrative all’attività agricola, quelle esistenti e quelle indicate con apposito simbolo negli elaborati di progetto. L’edificazione di volumi supplementari per attività integrative (con i limiti evidenziati nelle diverse Unità di paesaggio) è consentita per quelle aziende agricole condotte da imprenditori agricoli professionali iscritti all’ albo provinciale che: possiedano un’azienda non costituita da fondo chiuso ad esclusione degli istituti faunistico-

venatori regolarmente autorizzati possiedano impianti di vigneto con palificazione in legno possiedano una volumetria potenziale riconducibile ai rapporti edificatori di cui al punto 5 della

scheda 11 del P.T.C. La volumetria complessiva, composta da quella esistente incrementata di quella supplementare

(con i limiti fissati per ogni Unità di paesaggio di cui ai titoli successivi) non superi quella potenziale legata al rapporto tra superfici fondiarie e volumi rurali. Per la redazione dei progetti sono considerati validi i seguenti rapporti:

200 mc./ha per vigneti e frutteti in coltura specializzata; 125 mc/ha per oliveti in coltura specializzata e seminativi irrigui; 100 mc/ha per colture seminative, seminativi arborati, prati e prati irrigui 8 mc/ha per bosco ad alto fusto e misto, pascolo, pascolo arborato.

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ART.10 - ZONE AGRICOLE DI TUTELA DEI CENTRI STORICI Sono aree di tipo agricolo, appositamente individuate in cartografia, che costituiscono fasce di contorno dei centri storici esistenti. In tali aree non è ammessa la realizzazione di qualsiasi tipo di manufatto edilizio, anche a carattere precario o provvisorio. La morfologia del terreno, i sistemi di coltivazione in atto, le alberature vanno mantenuti e ripristinati tenendo conto della funzione di tutela ambientale e paesaggistica dei manufatti di valore storico e tipologico, con cui sono a immediato contatto. E’ comunque obbligatorio:

?? conservare gli assetti edilizi ed urbanistici esistenti nella loro generale caratterizzazione formale e tipologica, specialmente per quanto attiene alla destinazione d’uso, al carico insediativo, all’impiego di materiali, tecnologie, caratteristiche costruttive, finiture, arredi vegetazionali, sistemazioni esterne;

?? prevenire e recuperare le situazioni di degrado fisico, igienico, socio-economico, paesaggistico ed ambientale.

E’ comunque vietato: la trasformazione di immobili a destinazione agricola in immobili a destinazione residenziale

urbana (cambio di destinazione d’uso); il trasferimento di volumetria, l’ampliamento e la nuova edificazione per aziende agricole aventi

centro aziendale esterno; L’edificazione di volumi supplementari per le attività integrative delle aziende agricole E’ consentito previa sottoscrizione di impegno a mantenere quanto definito come obbligatorio: L’applicazione dei contenuti della L.R.52/99 nei casi di Ristrutturazione Ediliza, con esclusione dei

casi di cui all’art.4 comma 1 lettera e (cambio di destinazione d’uso) e comma 2, lettera d, punto 3 (addizione anche in deroga ecc.), purchè migliorativi del contesto edilizio esistente, eseguite con materiali locali e finitura superficiale a facciavista,. E’ inoltre consentito il frazionamento di unità residenziali per quelle residenze già scorporate dalle aziende di riferimento prima dell’entrata in vigore della L.R.25/97.

ART.11 - ZONE DI RECUPERO AMBIENTALE Sono zone che comprendono parte di territorio investite da dissesti idrogeologici, escavazioni, modificazioni vege tazionali (diradamento dei boschi), ecc. In dette aree è prescritto il ripristino delle condizioni ambientali in buona parte compromesse mediante opere di rimboschimento, reinterro, riutilizzo. I progetti di recupero ad usi agricoli o ad altri compatibili sono condizionati al parere degli organi competenti e della Commissione Edilizia Comunale nonché alla stipula di una speciale convenzione d’obbligo per l’attuazione degli interventi e la sistemazione dell’intera area a carico del concessionario. ART.12 - AREE RIPARIE Sono aree, non specificamente individuate in cartografia, che sono occupate dai corsi d’acqua compresi nell’elenco delle acque pubbliche e dalle golene marginali di varia dimensione. Tali aree, escluse quelle già regolate da leggi nazionali e regionali (acque pubbliche), che si sono formate lungo i medesimi, sono tutelate ai fini del rispetto del sistema di deflusso delle acque; gli alvei non possono essere modificati o manomessi, se non per la regolazione del regime idrico. Gli eventuali interventi dovranno essere autorizzati dall’Amministrazione Provinciale o dall’Amministrazione Comunale quando ricadono fuori dal vincolo idrogeologico.

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Lungo i corsi d’acqua e nei margini delle golene o comunque fino ad un minimo di mt. 50,00 dagli argini dei corpi idrici stessi è vietata qualsiasi costruzione, fatte salvo l’ammodernamento del patrimonio edilizio esistente e le strutture puntiformi appositamente individuate in cartografia. E’ vietato inoltre lo scarico di rifiuti solidi e liquidi se non depurati secondo le norme vigenti. ART.13 - AREE DI INFLUENZA E DI FRANGIA URBANA Limitatamente ai Titoli II e Titolo III con esclusione dell’Area di Influenza Urbana compresa nell’ARPA di Saturnia, ai fini di un miglioramento del contesto paesaggistico e di una maggiore funzionalità degli attuali strumenti di coltivazione, si prevedono azioni tese al recupero del patrimonio edilizio esistente associato ad impegni di coltivazione e buon mantenimento della struttura fondiaria e dell’assetto paesaggistico sedimentato. La presente Variante persegue il fine del mantenimento della struttura geometrica e produttiva con incentivi di natura edilizia per quelle porzioni che si sono progressivamente valorizzate. Al contempo tenta di favorire un accorpamento di proprietà che conservi l’assetto delle scansioni fondiarie. Le proprietà, divenute più consistenti, potranno recuperare, fondere e ampliare parzialmente i piccoli volumi esistenti in modo che diminuisca la quantità e migliori il contesto insediativo. Contestualmente agli incentivi di natura edilizia si deve attuare uno specifico programma di conservazione di assetti fondiari e di struttura del suolo, di potenziamento, reimpianto delle colture legnose esistenti, di colture erbacee e ortive da autoconsumo. E’ vietata l’installazione di serre fisse e anche di quelle mobili con periodicità stagionale. E’ consentita la protezione di colture ortive da autoconsumo attraverso teli provvisionali che non

superino la altezza da terra di m. 0,80. Tutti gli annessi per autoconsumo, compresi quelli derivanti da accorpamenti, ampliamenti e

addizioni volumetriche seguono la procedura di cui all’Art. 3 comma 1 lettera f, della L.R. 52/99.

Ad ogni intervento di recupero, recupero con ampliamento, ristrutturazione edilizia è associato un atto d’obbligo di durata ventennale unito a ricognizione quinquennale a garanzia di incentivi ricevuti e impegni assunti. 1) AREE DI FRANGIA URBANA - Recupero e ampliamento di volumi, compresa la ristrutturazione edilizia, in aree parcellizzate contigue ai centri abitati Sono quelle aree a contorno dei centri abitati costituite secondo un lungo periodo di appropriazione e frazionamento progressivo e che hanno esplicato la funzione di integrazione al reddito familiare fino alla metà degli anni ’60. La caratterizzazione produttiva e paesaggistica risulta quella viticola ad impianto stretto e olivicola nella quale il sesto non è spesso riconducibile a schemi prefissati ma segue la natura orografica del terreno. Inoltre anche la superficie dei singo li appezzamenti risente della storicità del frazionamento con fondi che oscillano tra i 1000 e i 10.000 mq e proprio questo aspetto, unito alla collocazione disagevole (elevate pendenze, strade vicinali poco efficienti, impianti arborei e arbustivi di vecchia data) ha fatto sì che questi appezzamenti risultino di fatto quelli che si avviano ad un degrado progressivo evidenziato dallo scarso controllo delle piante infestanti. Il risultato più appariscente è quello di vedere a corona dei centri abitati un rafforzamento di cortine arbustive e arboree formate da piante infestanti (acacie, rovi, ecc.) che aggrediscono i vecchi impianti di vite e olivo. Contemporaneamente la relativa vicinanza ai centri abitati fa sì che nelle porzioni libere vengano collocate, sempre più spesso e per usi plurimi (deposito di attrezzature per attività artigianali, o depositi privati ad integrazione dei magazzini urbani), baracche di lamiera semplicemente appoggiate al suolo.

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In queste aree (ad esclusione dell’area di Frangia della frazione di S.Martino) è sempre vietato: la trasformazione di immobili a destinazione agricola in immobili urbani (cambio di destinazione

d’uso); il trasferimento di volumetria, l’ampliamento e la nuova edificazione per aziende agricole aventi

centro aziendale esterno; E’ invece consentita; L’applicazione dei contenuti della L.R.52/99 nei casi di Ristrutturazione Edilizia, con esclusione dei

casi di cui all’art.4 comma 1 lettera e (cambio di destinazione d’uso) e comma 2, lettera d, punto 3 (addizione anche in deroga ecc.), purché migliorativi del contesto edilizio esistente, eseguite con materiali locali e finitura superficiale a facciavista, frazionamento di unità residenziali esistenti e già scorporate dalle aziende di riferimento prima dell’entrata in vigore della L.R.25/97.

L’applicazione dei contenuti della presente variante con le disposizioni di cui ai Titoli successivi. L’edificazione di volumi supplementari per attività integrative (con i limiti evidenziati nelle diverse

Unità di paesaggio) per quelle aziende agricole condotte da imprenditori agricoli professionali iscritti agli albi provinciali che:

possiedano un’azienda non costituita da fondo chiuso ad esclusione degli istituti faunistico-venatori regolarmente autorizzati

possiedano impianti di vigneto con palificazione in legno. abbiano centro aziendale nelle aree di frangia; possiedano una volumetria potenziale riconducibile ai rapporti edificatori di cui al punto 5 della

scheda 11 del P.T.C. purché i terreni considerati appartengano alle zone di Frangia e Influenza urbana;

La volumetria complessiva, composta da quella esistente incrementata di quella supplementare (con i limiti fissati per ogni Unità di paesaggio di cui ai titoli successivi) non superi quella potenziale legata al rapporto tra superfici fondiarie e volumi rurali. Per la redazione dei progetti sono considerati validi i seguenti rapporti:

200 mc./ha per vigneti e frutteti in coltura specializzata; 125 mc/ha per oliveti in coltura specializzata e seminativi irrigui; 100 mc/ha per colture seminative, seminativi arborati, prati e prati irrigui 8 mc/ha per bosco ad alto fusto e misto, pascolo, pascolo arborato.

2) AREE DI INFLUENZA URBANA - Recupero e ampliamento di volumi, compresa la ristrutturazione edilizia in aree parcellizzate non contigue ai centri abitati Le aree individuate in cartografia, poste ad una distanza funzionale dai centri abitati ma non contigue ad essi, si sono costituite per processi storici che hanno dato luogo a cospicua parcellizzazione fondiaria, prevalentemente recente. La condizione produttiva e paesaggistica le fa apparire ricche di coltivazioni legnose d’impianto tradizionale unite a forme di coltura erbacea e ortiva per l’autoconsumo. La risultante è quella di un ordinato e geometrico frazionamento a maglia fitta (da 1500 a 5000 mq.) risalente ai primi anni del dopoguerra. Dal punto di vista sociale qui si esplicano le attività di produzione associate all’impegno, nel tempo libero, delle famiglie residenti anche se si nota una preoccupante tendenza al sottoutilizzo e al progressivo abbandono nelle porzioni più esigue. In queste aree (ad esclusione dell’area di Frangia della frazione di S.Martino) è sempre vietato: la trasformazione di immobili a destinazione agricola in immobili urbani (cambio di destinazione

d’uso); il trasferimento di volumetria, l’ampliamento e la nuova edificazione per aziende agricole aventi

centro aziendale esterno; E’ invece consentita;

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L’applicazione dei contenuti della L.R.52/99 nei casi di Ristrutturazione Edilizia, con esclusione dei casi di cui all’art.4 comma 1 lettera e (cambio di destinazione d’uso) e comma 2, lettera d, punto 3 (addizione anche in deroga ecc.), purché migliorativi del contesto edilizio esistente, eseguite con materiali locali e finitura superficiale a facciavista, frazionamento di unità residenziali esistenti e già scorporate dalle aziende di riferimento prima dell’entrata in vigore della L.R.25/97.

L’applicazione dei contenuti della presente variante con le disposizioni di cui ai Titoli successivi. L’edificazione di volumi supplementari per attività integrative (con i limiti evidenziati nelle diverse

Unità di paesaggio) per quelle aziende agricole condotte da imprenditori agricoli professionali iscritti agli albi provinciali che:

possiedano un’azienda non costituita da fondo chiuso ad esclusione degli istituti faunistico-venatori regolarmente autorizzati

possiedano impianti di vigneto con palificazione in legno abbiano centro aziendale nelle aree di influenza: possiedano una volumetria potenziale riconducibile ai rapporti edificatori di cui al punto 5 della

scheda 11 del PTC purché i terreni considerati appartengano alle zone di Frangia e Influenza urbana

La volumetria complessiva, composta da quella esistente incrementata di quella supplementare (con i limiti fissati per ogni Unità di paesaggio di cui ai titoli successivi) non superi quella potenziale legata al rapporto tra superfici fondiarie e volumi rurali. Per la redazione dei progetti sono considerati validi i seguenti rapporti:

200 mc/ha per vigneti e frutteti in coltura specializzata; 125 mc/ha per oliveti in coltura specializzata e seminativi irrigui; 100 mc/ha per colture seminative, seminativi arborati, prati e prati irrigui; 8 mc/ha per bosco ad alto fusto e misto, pascolo, pascolo arborato. ART. 14 - VEGETAZIONE DI NUOVI PARCHI E GIARDINI, PRIVATI E PUBBLICI Per tutti gli interventi di nuova edificazione, di restauro e risanamento conservativo, di ristrutturazione edilizia e urbanistica a cui sia associata anche la realizzazione di nuovi giardini o una significativa sistemazione di quelli esistenti, è necessaria anche la presentazione - con gli elaborati di progetto - della lista descrittiva delle specie arboree e arbustive (escluse le suffruticose o le erbacee perenni) che si intendono utilizzare per l'arredo verde e il relativo impiego (esempio: per siepe, per filare, per gruppo decorativo, ecc.). Saranno in linea di massima ammesse solo essenze autoctone o storicamente naturalizzate, con la preferenza verso quelle più adattabili all’ambiente pedoclimatico in cui si interviene. Casi isolati di piante non autoctone possono essere ammessi, purché non in palese contrasto con l'obiettivo primario delle presenti norme, che è quello di qualificare maggiormente anche l'arredo verde delle residenze e delle pertinenze del territorio del comune. Sarà quindi da evitare il riferimento a modelli di architettura del verde provenienti da culture proprie di aree urbane o di differenti zone climatiche. L'inosservanza delle norme di cui al primo comma può comportare la non approvazione del progetto. Detti principi si applicano anche per interventi in giardini non connessi con interventi edilizi. ART. 15 – ARCHITETTURE VEGETALI DIFFUSE Le architetture vegetali diffuse sono così definite: alberature stradali extra urbane; arredi della rete stradale e del territorio come i cipressi, le querce e i pini isolati, a gruppi o in filari, o altre essenze isolate a segnalazione di siti, incroci, confini, ecc..

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La presente variante tutela le architetture vegetali esistenti di interesse paesaggistico e/o ambientale e ne promuove la diffusione e il potenziamento, soprattutto laddove l'alberatura - intesa anche come elemento di sistemazione del suolo - è carente o non segue un organico disegno territoriale. Le siepi campestri sono oggetto di tutela in tutti gli ambiti del territorio comunale; ne è vietata l’estirpazione e sono definiti i seguenti interventi minimi di manutenzione: periodiche potature a carico degli arbusti, diradamento o ceduazione delle specie arboree ed arbustive, da eseguirsi periodicamente secondo la funzione e le caratteristiche botaniche delle essenze ivi presenti. L’intensità di questi interventi sarà in relazione allo sviluppo, alla composizione specifica e alla funzione prevalente che le siepi assolvono. Diradamento e ceduazione di piante arboree dovranno prevedere il rilascio di almeno una matricina (allevata ad alto fusto) ogni 12-15 metri. La piantagione di nuove siepi dovrà essere realizzata attraverso la consociazione di essenze autoctone, adatte alle condizioni ambientali del luogo, ed essere per quanto possibile plurispecifica. L’inosservanza delle suddette disposizioni comporterà l’obbligo del ripristino o potrà comprendere interventi sostitutivi secondo le modalità di cui al successivo art. 17. Per i filari delle alberature stradali, formati da essenze esotiche (es. Robinia pseudoacacia), è possibile procedere alla sostituzione graduale con piante caratteristiche dell'ambiente maremmano, come le specie quercine, il frassino meridionale, il cipresso, ecc.. Per piante poste lungo la viabilità pubblica di cui è accertata la pericolosità nei confronti del pubblico transito, la sostituzione deve essere effettuata collocando le nuove piante a una distanza più appropriata dalla sede stradale, ai sensi del Nuovo Codice della Strada. Qualora ciò non fosse possibile per la presenza di ostacoli fisici o per mancanza di spazio laterale, la sostituzione dovrà effettuarsi con specie arboree di seconda grandezza o arbustive idonee allo scopo. I suddetti interventi di abbattimento o sostituzione necessitano di preventivo nulla-osta da parte dell'Amministrazione comunale, una volta acquisiti i pareri degli Enti competenti per i vincoli territoriali eventualmente presenti. Nuove alberature stradali dovranno essere realizzate, tenendo conto delle norme del Nuovo Codice della Strada, con essenze arboree ed arbustive autoctone o storicamente naturalizzate. Ogni anno, l’Amministrazione Comunale provvede a destinare almeno il 50% degli alberi da mettere a dimora ai sensi della Legge 113/92 per la formazione di nuovi filari, gruppi o fasce alberate nel territorio aperto, sulla base di progetti pubblici o privati che tengano conto delle esigenze di riqualificazione del paesaggio, di protezione del suolo o anche di migliore individuazione di percorsi di cui al successivo articolo 16. ART. 16 - PERCORSI TURISTICO-CULTURALI E RICREATIVI Nelle planimetrie di variante sono individuati dei circuiti che collegano le varie risorse culturali e paesaggistiche presenti nel territorio comunale: centri storici, castelli medievali, siti archeologici, nuclei rurali di pregio, attrezzature per il tempo libero, bellezze naturali, ecc. Tali percorsi, che utilizzano per brevi tratti le strade carrabili, si snodano attraverso la rete delle strade vicinali esistenti o in parte da ripristinare e possono essere effettuati a piedi, a cavallo, in bicicletta (mountain-bike). Lungo i tracciati, e nelle immediate vicinanze di questi, sono state individuate attività integrative di natura commerciale artigianale o turistico ricettiva che funzionano come punti per la sosta degli escursionisti.

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ART.17 - ZONE FORESTALI Comprendono le zone interessate da boschi, così come classificate dalla L. R. 39/2000 e individuate nella Carta dell’uso del suolo forestale e nelle Tavole di Variante, e le aree da essi intercluse.In esse nessuna nuova costruzione sarà ammessa di qualsiasi tipo, entità e volumetria, così come non saranno ammesse insegne, cartelli pubblicitari ad eccezione di quelli concordati con l’Amministrazione locale, recinzioni (ad esclusione di quelle costituite da paletti in legno e filo spinato), parcheggi e viabilità non pedonale, salvo quella esistente o di nuova attuazione per varchi tagliafuoco nel rispetto del Piano provinciale antincendio ai sensi dell’Art.20, comma 14 del P.T.C. o tracciati percorribili dai mezzi di soccorso. E’ vietato il danneggiamento delle forme vegetali e dei prodotti naturali, nonché la loro asportazione, se non nei limiti concessi e previsti da Leggi regionali e nazionali. Il taglio di alberi d’alto fusto, il diradamento o comunque l’utilizzazione produttiva della zona boscata saranno regolati dall’uso ammesso nell’ambito della silvicoltura, come disciplinato dalla LR 39/2000 e dai regolamenti di esecuzione a livello regionale e provinciale. I proprietari di zone boscate interverranno periodicamente con il diradamento del sottobosco e l’eliminazione delle piante infestanti non appartenenti alla flora locale, ove necessario o quando indicato per la salvaguardia dagli incendi, cureranno il mantenimento dei tracciati pedonali e viari esistenti. Lungo la viabilità vicinale d’interesse forestale, per garantirne il mantenimento del tracciato originario e favorire il consolidamento del fondo, non è consentito il taglio di matricine nella fascia confinante con la strada, per una profondità di metri 5,00 dal bordo della stessa o dal piede della scarpata che la delimita. Nella stessa fascia i polloni delle ceppaie eventualmente presenti dovranno essere diradati progressivamente per avviarli all'alto fusto e trasformarli quindi in matricine allineate. Pertanto, le strade vicinali che attraversano aree boscate dovranno presentarsi protette e delimitate da alberatura. Le siepi a confine con aree a seminativo o pascolo, contenenti o meno piante arboree, dovranno essere mantenute. Le presenti disposizioni valgono anche per le strade vicinali confinanti con recinzioni a rete. L’Amministrazione comunale informa gli organi preposti alle autorizzazioni e al controllo delle attività silvicolturali circa gli obblighi di cui ai precedenti commi. In caso di non intervento o inosservanza alle suddette disposizioni, i proprietari, assumendosi le spese per il materiale e l’uso delle attrezzature occorrenti, consentiranno la sistemazione del sottobosco nonché dei tracciati pedonali e viari esistenti da parte di personale volontario autorizzato e controllato dall’Amministrazione Comunale, d’intesa con l’Ufficio responsabile per il vincolo idrogeologico e forestale dell’Amministrazione Provinciale. I proprietari di aziende che contengano aree boscate potranno realizzare recinzioni solo per esigenze legate alla conduzione del fondo agricolo e solo con cinque ordini di filo spinato e paletti di legno semplicemente infissi al suolo. Fanno eccezione gli allevamenti di ungulati e suini con aree recintate, anche a rete, purchè commisurate al numero dei capi allevati, gli istituti faunistici regolarmente autorizzati per necessità legate alla salvaguardia della selvaggina prodotta. In tutti i casi, ad ogni pratica edilizia che interessi l’azienda gli stessi proprietari o conduttori dovranno dichiarare che le aree recintate sono conformi alle presenti disposizioni. ART. 18 - AREE ED IMPIANTI D’INTERESSE PUBBLICO Impianti pubblici relativi a reti di telecomunicazioni o di trasporto idrico o energetico di qualsiasi genere, dovranno prevedere il massimo utilizzo di impianti e di tracciati già esistenti, potenziandone elementi e caratteristiche o sostituendoli, evitando –per quanto possibile- la formazione di nuovi. Per quanto riguarda le cabine ENEL, la presente variante prescrive che, data la delicatezza del paesaggio in cui si interviene, non possono essere prefabbricate se non con rivestimento in pietra a facciavista o intonacate, senza tettoie o pensiline sporgenti e senza aperture con infissi metallici che non siano verniciati con colori adeguati al cromatismo dell’area. Sono ammesse strutture finalizzate all'uso della Protezione civile, vasche antincendio, torrette di avvistamento o volumetrie di servizio, seguendo comunque criteri conformi ai principi generali e specifici enunciati nelle presenti norme.

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ART. 19 – ATTIVITA’ AGRITURISTICHE

E’ consentito destinare il patrimonio edilizio delle aziende agricole, ad attività di ospitalità agrituristica in camere od in alloggi, ad attività di ristorazione agrituristica e ad attività ricreative agrituristiche quando tale patrimonio sia riconosciuto non più necessario alla conduzione del fondo agricolo. Sono esclusi da tale possibilità gli edifici costruiti ai sensi dell’art. 4, secondo comma, della L.R. 10/79 ed ai sensi dell’art.3, commi 9 e 10 della L.R. 64/95. Per il patrimonio edilizio di aziende agricole con superficie inferiore ai minimi di cui all’art. 26, comma 10, del PTC provinciale, l’attività agrituristica potrà essere esercitata con i criteri di cui all’Art. 5 della L.R. 76/94 e successive modifiche e integrazioni. In ogni caso sono prescritti i seguenti criteri per gli interventi di ristrutturazione finalizzata al recupero per fini agrituristici del patrimonio edilizio aziendale: non è ammessa la scomposizione di volumi di annessi agricoli per ricavare singoli alloggi

agrituristici o strutture ricettive che presentino caratteri architettonici e tipologici estranei al contesto aziendale in cui si interviene;

i porticati sono realizzabili in misura del 20% della superficie coperta - in caso di demolizione e ricostruzione, il PMAA avrà valore di piano attuativo qualora il sito di ricostruzione non dovesse coincidere con il sedime del fabbricato (o dei fabbricati) oggetto di ristrutturazione. Dovrà prevedersi inoltre la bonifica dei suoli costituenti il sedime dei fabbricati interamente demoliti ed il recupero a verde degli stessi; - i volumi ricostruiti dovranno realizzare un insediamento unitario i cui spazi aperti non prevedano impermeabilizzazioni di suolo per realizzazione di posti auto o altri accessori; - dovrà essere previsto un efficace sistema di recupero delle acque meteoriche, riutilizzabili, per il complesso delle attività aziendali, attraverso la loro raccolta e immagazzinamento con sistemi correttamente inseriti nel contesto insediativo; - ai volumi derivanti da ristrutturazioni con trasferimento di volumetria non si applicano deroghe alla normativa igienico-sanitaria vigente; è ammessa la realizzazione di impianti sportivi e ricreativi per gli agrituristi in numero massimo di

un impianto (un impianto di ciascuna tipologia) per azienda; essi avranno carattere non pubblico e saranno inseriti nel contesto insediativo senza ricorrere a ingiustificate riduzioni di suolo produttivo aziendale; inoltre non dovranno comportare impermeabilizzazioni di suolo per la realizzazione di spazi accessori.

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TITOLO II

CAPO I - L’ALTA VALLE DEL MEDIO ALBEGNA; C.P.3.2.1. (ARPA SP.26) area a prevalente funzione agricola (Saturnia) ART.20 - AREE DI FRANGIA E DI INFLUENZA – CRITERI GENERALI (discendono da prescrizioni del Piano di Indirizzo Territoriale redatto dalla Regione e dal Piano Territoriale di Coordinamento provinciale)

Divieto di impiantare, al di fuori delle aziende agricole condotte da imprenditori agricoli professionali di cui alla L. R. 6/94 e successive modificazioni, colture specializzate che rivestano carattere intensivo nelle specifiche seguenti:

vigneti aventi sesto d’impianto inferiore a metri 3,0 x 1,0; oliveti e frutteti aventi sesto d’impianto inferiore a metri 7,0 x 7,0 in quadro, o in

quinconce o settonce con densità superiore a 200 piante per ettaro; serre fisse di qualsiasi dimensione, serre temporanee di dimensioni superiori a 100 mq.

In ogni caso, si dovrà mantenere l’aspetto tradizionale degli impianti arborei e provvedere al necessario recupero delle colture esistenti e caratteristiche dell’ambiente pedoclimatico in cui è collocata l’area.

Divieto di taglio di olivi, così come prescritto dal PTC e dell’art. 3 delle presenti Norme, per quanto definito nelle unità di paesaggio.

Delimitazione delle aree di pertinenza a corredo dei volumi agricoli con siepi vive, con all’interno recinzioni in rete o legno.

Nei nuovi impianti di vigneto è escluso l’utilizzo di sostegni che non siano in legno; I nuovi impianti di vite e olivo o alberi da frutta potranno essere a carattere intensivo o

specializzato effettuabili unicamente da imprenditori agricoli professionali, dovranno comunque rispettare la maglia fondiaria esistente, per cui non potranno essere apportate modifiche a tutte quelle sistemazioni del suolo e agli elementi del paesaggio che concorrono ad individuare la scansione fondiaria tipica dell’area.

Gli annessi non potranno essere soffittati o controsoffittati. Dovranno avere copertura a capanna o padiglione con pendenza non superiore al 30%.

ART.21 - AREE DI FRANGIA Fondi sprovvisti di strutture in muratura Le baracche in lamiera e le costruzioni precarie non legittimate, dovranno essere demolite entro tre anni dall’entrata in vigore della presente variante. Fondi provvisti di strutture in muratura Microannessi per autoconsumo Potranno essere recuperati quei volumi esistenti di superficie che varia di solito da 5 a 15 mq eseguiti con materiale povero in muratura ma di natura non precaria, ed ampliati una tantum fino a mq 25, purché realizzati in pietra facciavista, altezza media non superiore a ml 2.50, senza nuovi allacci a forniture pubbliche e impianti di smaltimento reflui. Il lotto di intervento raggiunto anche in fase di applicazione della variante deve essere superiore a 10.000 mq. La somma del recupero e dell’ampliamento, che avvenga per successivo accorpamento di lotti e ristrutturazione, non deve superare 120 mc complessivi lordi.

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Non è ammessa la realizzazione di porticati. La ristrutturazione e l’ampliamento comporta la demolizione integrale dei preesistenti volumi presenti nel lotto. Gli interventi di cui alla L.R. 52/99 che prevedono demolizione e accorpamento di volumetrie sono ricompresi nell’ampliamento fino a 25 mq. E’ obbligatorio il mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 50 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia o contestualmente alla dichiarazione di inizio lavori. Annessi per autoconsumo superiori a 80 mc. di natura non precaria derivanti da decadenza di atti d’obbligo e condoni. Per gli annessi superiori a 80 mc con area di pertinenza superiore a 10.000 mq è ammesso un ampliamento una tantum fino a raggiungere 100 mc. Altri annessi esistenti andranno demoliti. La realizzazione avverrà in pietra facciavista, altezza media non superiore a ml 2.50, senza nuovi allacci a forniture pubbliche e impianti di smaltimento reflui. Non è ammessa la realizzazione di porticati. Recinzioni in siepi vive non superiori a 1.50 m di altezza. Impegni di coltivazione : - Poiché l’ampiezza del lotto è più di 100 volte la superficie coperta, sul 50% si dovrà impiantare un oliveto con sesto di impianto 8 x 8 o equivalente per densità. Qualora l’oliveto sia già presente su tale quota di superficie, se ne dovrà garantire il mantenimento ed il recupero sottoscrivendo analogo impegno. E’ obbligatorio il mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 50 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia. ART.22 - AREE DI INFLUENZA Fondi sprovvisti di strutture in muratura Le baracche in lamiera e le costruzioni precarie, non legittimate dovranno essere demolite entro tre anni dall’entrata in vigore della presente variante. E’ possibile installare un unico box, per lotto, con struttura in legno di 20 mq, altezza media ml. 2,50, semplicemente appoggiato a terra, purché la superficie del lotto sia superiore a 2.000 mq e non superiore a 30.000 mq. Impegni di coltivazione: sul 50% del lotto si dovrà impiantare un oliveto con sesto di impianto 8 x 8. Fondi provvisti di strutture in muratura Microannessi per autoconsumo Potranno essere recuperati quei volumi esistenti di superficie che varia di solito da 5 a 15 mq eseguiti con materiale povero in muratura ma di natura non precaria, ed ampliati una tantum fino a 25 mq purché realizzati in pietra facciavista, altezza media non superiore a ml 2.50, senza nuovi allacci a forniture pubbliche e impianti di smaltimento reflui. Il lotto di intervento raggiunto anche in fase di applicazione della variante deve essere superiore a 10.000 mq. La somma del recupero e dell’ampliamento, che avvenga per successivo accorpamento di lotti e ristrutturazione urbanistica, non deve superare 120 mc complessivi lordi. Non è ammessa la realizzazione di porticati.

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La ristrutturazione e l’ampliamento comporta la demolizione integrale dei preesistenti volumi presenti nel lotto. Gli interventi di cui alla L.R. 52/99, che prevedono demolizione e accorpamento di volumetrie, sono ricompresi nell’ampliamento fino a 25 mq. E’ obbligatorio il mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 50 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia. Annessi per autoconsumo superiori a 80 mc. di natura non precaria derivanti da decadenza di atti d’obbligo e condoni. Per gli annessi superiori a 80 mc con area di pertinenza superiore a 10.000 mq è ammesso un ampliamento una tantum fino a raggiungere 120 mc. Altri annessi esistenti andranno demoliti. La realizzazione avverrà in pietra facciavista, altezza media non superiore a ml 2.50, senza nuovi allacci a forniture pubbliche e impianti di smaltimento reflui. Non è ammessa la realizzazione di porticati. Recinzioni in siepi vive non superiori a 1.50 m di altezza. Impegni di coltivazione : Poiché l’ampiezza del lotto è più di 100 volte la superficie coperta, sul 50% si dovrà impiantare un oliveto con sesto di impianto 8 x 8 o equivalente per densità. Qualora l’oliveto sia già presente su tale quota di superficie, se ne dovrà garantire il mantenimento ed il recupero sottoscrivendo analogo impegno. E’ obbligatorio il mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 50 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia. ART.23 - AREE ESTERNE ALL’ARPA SP.26. ( Saturnia) Nuovi Annessi per autoconsumo in fondi di ampiezza inferiore ai minimi In caso di frazionamenti attuati al di fuori dei PMAA non sono consentiti nuovi edifici per 10 anni successivi su tutti i terreni risultanti (art.3, comma 5, 5bis e 5 ter L.R.64/95). Annessi minimi: in questo ambito è possibile realizzare manufatti di 50 mq di superficie coperta, con altezza di ml 3.00 gronda, senza nuovi allacci a forniture pubbliche e impianti di smaltimento reflui. Con tale nuova realizzazione non potranno essere accorpati eventuali altri volumi tramite interventi di ristrutturazione con trasferimento previsti dalla L.52/99, che andranno pertanto demoliti. Non è ammessa la realizzazione di porticati. Il lotto di intervento avrà superficie maggiore di 50.000 mq. e dovranno essere impiantate colture legnose per almeno due terzi della superficie, prevedendo un oliveto con sesto d’impianto non inferiore a m 6 x 6 e non superiore a m 10 x 10. Per particolari situazioni legate alla sistemazione del fondo, potrà essere ammissibile una parte a frutteto o vigneto, ricorrendo ai sesti d’impianto tradizionali della zona. Gli annessi non possono mutare la destinazione d’uso agricola per 20 anni. Manufatti di gestione : è possibile installare un unico box, per lotto, con struttura in legno di 20 mq, altezza media ml. 2,50, semplicemente appoggiati a terra, purché la superficie del lotto sia superiore a 2.000 mq , non superiore a 50.000 mq. e non siano presenti altri manufatti. Impegni di coltivazione: sul 50% del lotto si dovrà impiantare un oliveto con i criteri di cui al punto precedente. Riuso Volumi Agricoli

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Residenze di aziende agricole condotte da imprenditori professionali Per tutte le residenze rurali è previsto l’incremento una tantum previsto all’art.5 comma 3 della L.R.64/95. Con i PMAA, è consentito un’ampliamento della residenza rurale che consenta di raggiungere i 200 mq di superficie utile netta. La realizzazione di porticati è ammessa nella misura massima del 20% della superficie coperta. Annessi per autoconsumo superiori a 80 mc. in aziende inferiori ai minimi di cui all’art. 26, comma 10 del PTC Per gli annessi superiori a 80 mc con area di pertinenza superiore a 15.000 mq, collocati al di fuori delle Aree di Tutela e Cintura del Molino del Bagno è ammesso un ampliamento una tantum fino a raggiungere 150 mc. con altezza media ml 2.50. Con tale ampliamento non potranno essere accorpati eventuali altri volumi con interventi di ristrutturazione e trasferimento di cui alla L.52/99, che andranno demoliti. Le proprietà potranno essere recintate solo con siepi vive, h max 1.50. La proprietà non potrà essere ricondotta a fondo chiuso. Impegni di coltivazione : Poiché l’ampiezza del lotto è più di 100 volte la superficie coperta, sul 50% si dovrà impiantare un oliveto con sesto di impianto 8 x 8 o equivalente per densità. Qualora l’oliveto sia già presente su tale quota di superficie, se ne dovrà garantire il mantenimento ed il recupero sottoscrivendo analogo impegno. E’ obbligatorio il mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 50 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia. Edifici con destinazione d’uso non agricola a) Edifici residenziali Ampliamenti una tantum fino a raggiungere 150 mq di superficie coperta su di un piano (o su due piani a parità di volume) con possibilità di sfruttare il pendio per seminterrati (prioritariamente garages poi magazzini e cantine) aperti su un solo lato, esclusivamente sul sedime dell’edificio. L’altezza del piano fuori terra non potrà superare i 3.00 m e la pendenza del tetto non può superare il 30%. La realizzazione di porticati è ammessa nella misura massima del 20% della superficie coperta. Impegni di coltivazione : - pertinenze superiori a 100 volte la superficie coperta: 60% della superficie del fondo con

coltivazioni legnose e ortofrutticole tradizionali (mediamente e orientativamente il 40% di superficie a oliveto con sesto di m 8 x 8 o simile, il 10% a vigneto e/o frutteto, il 10% a colture ortive);

- pertinenze non superiori a 100 volte la superficie coperta: 45% della superficie del fondo con coltivazioni legnose e ortofrutticole tradizionali (mediamente e orientativamente il 30% di superficie a oliveto con sesto di m 8 x 8 o simile, il 10% a vigneto e/o frutteto, il 5% a colture ortive);

- mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 50 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia.

b) Edifici non residenziali (specialistici)

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Fino alla dimensione di 1.500 mc è consentito il recupero anche con interventi di Ristrutturazione Urbanistica con le seguenti quote: 60% da destinare a funzioni direzionali o logistiche per attività di cui all’art. 1 comma 4 della

L.R.25/97.;(sedi e locali per attività di servizio e contoterzisti, sedi di piccole cooperative ecc.), - 40% da destinare a funzioni di supporto dell’intorno rurale attività artigianali e commerciali

specificatamente a servizio delle attività agricole, attività di addestramento animali non direttamente connesse con l’allevamento, altre attività in altri settori produttivi extra-agricoli ma strettamente connesse con l’ambiente rurale).

La eventuale ristrutturazione urbanistica configurerà al massimo due edifici che rispettino le quote funzionali con le seguenti prescrizioni: progetto esteso a tutta l’area di intervento; pertinenze e oneri definiti ai sensi Art. 26 comma 11 del PTC; pertinenze delimitate con siepi tradizionali ed reclusione di recinzioni in muratura; uso di tecnologie tradizionali con esclusione di strutture prefabbricate; - mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in

oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 100 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia.

ART.24 – INTERVENTI ORDINARI SUL TERRITORIO RURALE (ART.26 E SCHEDA 11 DEL PTC) I Volumi edificabili per la conduzione, riferiti ad ogni singola coltura agraria, sono stabiliti dai parametri di cui ai commi 4 e 5 della scheda 11 del PTC provinciale. In tutti gli interventi ordinari sul territorio è prevista la redazione di PMAA; rapporti volumetrici superiori sono ammissibili ma dovranno essere adeguatamente motivati con specifica relazione agronomica, a corredo del PMAA stesso, che evidenzi: per rimesse di macchine, attrezzi ed impianti, gli ingombri netti delle attrezzature ai fini del calcolo

della volumetria dell’annesso;considerando che gli spazi di manovra , le corsie di spostamento o utilizzo non possono superare il 30 % della superficie occupata dai macchinari

per magazzini e simili, i volumi delle scorte da immagazzinare e il periodo di stoccaggio; per le stalle e le stalle-fienile il numero di capi allevati (si consideri in media m 1,0 di corsia di

alimentazione per ogni capo adulto), il tipo di stabulazione, la quantità di scorte da proteggere, l’eventuale zona di allevamento vitelli, gli spazi accessori (sala mungitura, sala refrigerazione, ecc..) dimensionati in base all’effettiva produzione aziendale.

per i fienili l’effettiva produzione di fieno, il tipo di imballaggio e il periodo medio di stoccaggio del prodotto in attesa di vendita o di riutilizzo in azienda;

per i silos, il tipo di prodotto da insilare, nonché la quantità prodotta mediamente in azienda; per le abitazioni agricole, la composizione e la consistenza del nucleo familiare dell’imprenditore o

dell’addetto. Fatto salvo quanto disposto ai successivi punti, non è ammessa l’edificazione di annessi eccedenti le capacità produttive del fondo. Per aziende con centro aziendale interno all’ARPA 26 sono vietate strutture prefabbricate e comunque è consentita l’edificazione di nuovi volumi solo a completamento di nuclei esistenti. Per aziende con centro aziendale esterno all’ARPA 26 sono vietati incrementi volumetrici ricadenti nell’ARPA e nelle zone di Frangia e Influenza. La convenzione a garanzia della realizzazione del P.M.A.A. di cui al Comma 6 Art. 4 della L.R.25/97 stabilirà che, per gli edifici ad uso abitativo, la superficie fondiaria alla cui capacità

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produttiva gli edifici rurali sono riferiti, è da intendersi l’intero corpo aziendale descritto nel medesimo P.M.A.A. Edificazione di volumi di trasformazione: I volumi per la trasformazione in azienda, si dividono in quattro tipologie prevalenti: cantine: 200 mc/ha di superficie vitata fino a 5 ettari; 125 mc/ha di superficie vitata oltre 5 ettari; frantoi aziendali: 60 mc/ha di superficie specializzata o 60 mc/200 piante in coltura non

specializzata; caseifici aziendali: 6 mc/U.B.A. equivalente; locali per la produzione di appertizzati, sottoli e sottaceti da prodotti ortofrutticoli aziendali: 120

mc/ha di coltura (compresa l’eventuale produzione promiscua o ripetuta). Per tutti i volumi interrati di nuova costruzione si considera, ai fini del riuso una volta decaduti gli impegni conseguenti l’atto d’obbligo, il 30% della volumetria effettiva. Edificazione di volumi supplementari: Per attività integrative di cui all’art. 1 comma 4 L.R. 25/97, esclusa la ricettività turistica: 100% della volumetria esistente fino a 300 mc. realizzabile, con i criteri esposti al Titolo I, con atto

d’obbligo ventennale esteso all’intera superficie aziendale Edificazione di volumi Art.31 comma 15 e Art. 32 comma 8 del PTC individuati in cartografia. Strutture artigianali o commerciali o di trasformazione e vendita prodotti locali fino a 120 mq di

superficie coperta con nuova edificazione, e fino a 150 mq se ubicate nel patrimonio edilizio esistente.

Strutture ricettive per la fruizione del territorio rurale 120 mq. di superficie coperta e fino a 150 mq se collocate (interamente o in parte) nel patrimonio edilizio esistente.

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ART.25 - ARPA S.P.26 (Saturnia) In applicazione dei contenuti relativi alla legge regionale n. 25/97 nella aree interne all’ARPA SP26 di Saturnia l’installazione di fienili e annessi agricoli è consentita esclusivamente con struttura in muratura tradizionale, tetto in struttura lignea e copertura a coppi e tegole. Le aziende agricole possono recuperare il patrimonio edilizio esis tente a fini agrituristici. Le aziende agricole non potranno produrre PMAA che prevedano la realizzazione di nuove stalle e ricoveri per animali se non in muratura ordinaria e tetto in tegole e coppi . Negli allevamenti esistenti il rapporto capi/SAU non dovrà superare la soglia di una UBA per ettaro. Sono vietati impianti di allevamento a stabulazione fissa che prevedano la presenza di capi di bestiame di tipo avicolo e suinicolo se non per uso familiare. Nei fondi rustici costituiti da appezzamenti frazionati muniti di annessi agricoli di antica realizzazione (antecedente al 1967) si stabilisce che, il recupero del patrimonio edilizio esistente, con piccoli ampliamenti funzionali disciplinati dalle norme precedenti, venga consentito anche a soggetti diversi dall’Imprenditore agricolo. Le sistemazioni esterne saranno realizzate utilizzando materiali del luogo, stante la frequente presenza di pavimentazioni in travertino e tufo e l’arredo vegetazionale dovrà rispettare la sedimentata presenza di strutture produttive a coltura legnosa, arbustiva e da frutto legata all’uso tradizionale con l’esclusione di essenze non autoctone. Le reti di adduzione di energia elettrica e di collegamento telefonico saranno interrate: potranno essere realizzate in forma aerea qualora le linee esistenti corrano parallelamente a strade vicinali e comunque lungo linee di confine. Il collegamento di un edificio situato al centro di un fondo rustico anche se avverrà in forma aerea, ciò sarà limitato fino all’accesso al fondo, dopodiché sarà obbligatoriamente interrato. ART.26 - AREE DI VALORIZZAZIONE E TUTELA Nel patrimonio edilizio esistente con destinazione d’uso agricola e non agricola insistente su lotti inferiori a mq. 10.000 sono esclusi nuovi allacci a forniture pubbliche e impianti di smaltimento reflui ad eccezione di quanto individuato in cartografia. 1. RECUPERO URBANISTICO IN LOCALITÀ PUNTONE DI SATURNIA Ai fini del recupero complessivo e del miglioramento degli assetti insediativi riferiti alla salvaguardia, al ripristino e al recupero degli assetti paesistico-ambientali si prevede la riconfigurazione completa dei volumi esistenti (più un ampliamento individuato in cartografia a destinazione turistico ricettiva) con iniziative di ristrutturazione urbanistica che consentano di: - creare al massimo 3 volumi per azienda con destinazione legata alla fruizione del territorio rurale consentendo che il 50% sia destinato a funzioni ricettive, il 20% a funzioni commerciali di supporto al turista e il 30% per il mantenimento della struttura agricola con i criteri di cui al punto successivo. - mantenere la funzionalità della azienda agricola con esclusione di ricoveri per animali nelle pertinenze degli edifici recuperati e comunque a contatto con l’area archeologica. Prescrizioni tecnologiche fatte salve le prescrizioni di cui alla normativa antisismica: - il recupero e la nuova edificazione dovranno avvenire attraverso il ricorso a strutture a facciavista in travertino locale con interno in laterizio (tipo brevetto Poroton) ; - infissi in legno e persiane a doppia anta; - tetto in tegole e coppi con pendenza massima del tetto del 30%; - esclusione di porticati e balconi. L’intero intervento è soggetto alla presentazione di piani attuativi, distinti per aziende, nel quale sono indicate le rispettive posizioni dei volumi che configurino una struttura a corte; dovranno essere evidenziate le pertinenze e le sistemazioni esterne da realizzare, senza alterare il carattere della zona, attraverso connessioni a secco. Le recinzioni saranno realizzate in muratura a secco o in alternativa in legno con pali a sostegno vivo che escludano il ricorso a barriere metalliche.

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La convenzione prevederà il rispetto degli impegni compreso l’obbligo per il richiedente di sistemare e mantenere una quota pari a ml 100 di strada vicinale antistante alla zona d’intervento, di intervenire in forma propria o convenzionata o consorziata per la manutenzione dell’area archeologica del Puntone, di istituire modalità di visita all’area medesima, di offrire valido supporto logistico per la fruizione del patrimonio ambientale complessivo attraverso la rete delle strade vicinali esistenti anche attraverso la convenzione con guide specializzate. 2. AREA DI VALORIZZAZIONE E TUTELA DEL MOLINO DEL BAGNO Ai sensi dell’Art.1 comma 4 della L.R. 64/95 viene individuata in cartografia un’area sottoposta a valorizzazione e tutela che vieta la modifica degli attuali assetti insediativi anche nel caso si trattasse di realizzare manufatti per la conduzione del fondo. In tale area: - è vietato l’uso di pesticidi e diserbanti per la produzione agricola; - è vietato il parcheggio degli autoveicoli al di fuori dei luoghi autorizzati; - negli edifici esistenti sono ammessi interventi fino alla ristrutturazione edilizia e negli annessi agricoli sono esclusi nuovi allacci a forniture pubbliche e impianti di smaltimento reflui. Ai sensi dell’Art. 31 comma 14 del PTC tale variante ammette un intervento di riqualificazione puntuale alla struttura commerciale esistente localizzata in prossimità del Molino del Bagno e riportata nella cartografia, individuando un limite edificabile di 50 mq destinati a servizi per la fruizione dell’area compresi i servizi igienici e di 100 mq in ampliamento dell’attività commerciale e di supporto alla fruizione del patrimonio territoriale rurale come individuato dall’Art.1 comma 4 della L.R. 64/95. L’edificio allo stato finale non dovrà superare 200 mq. di superficie coperta e sono consentiti esclusivamente pergolati con teli ombreggianti come strutture accessorie. 3. AREA DI CINTURA TERME-MOLINO DEL BAGNO Si tratta di un’area compresa tra la strada provinciale della Follonata e il torrente Gattaia da un lato (limitata anche dalla Zona F1- terme di Saturnia – e l’area di valorizzazione del Molino del Bagno) e la suddetta strada provinciale, la strada comunale della Parrina, l’Area di Valorizzazione del Molino del Bagno e il limite individuato in cartografia dall’altro. In tale area, esclusivamente nei nuclei edilizi a conformazione aperta già adibiti a residenza, o attività connesse con il turismo rurale o il termalismo, è ammessa l’applicazione dell’ Art.1 comma 4 della L.R. 64/95 collegata all’offerta turistica quale attività di fruizione del territorio rurale non necessariamente legata alle superfici minime fondiarie. Si ammettono interventi di nuova edificazione a completamento dei nuclei edilizi esistenti fino al raggiungimento della conformazione chiusa secondo i seguenti parametri edilizi: A) Attività esistenti: - ampliamento di superficie coperta fino a 100 mq compresi servizi e superfici destinate a ospitare impianti tecnologici; - altezza di un piano fuori terra con altezza in gronda di ml 3.00 e pendenza massima del 30%; - divieto di realizzazione di seminterrati e sottotetti abitabili; - portici realizzabili nella misura del 20% della superficie coperta dell’edificio. B) Nuove attività per nuclei residenziali esistenti individuati in cartografia: - nuova edificazione per una superficie coperta di mq 330 compresi servizi e superfici destinate a ospitare impianti tecnologici; - altezza di un piano fuori terra con altezza in gronda di ml 3.00 e pendenza massima del 30%; - divieto di realizzazione di seminterrati e sottotetti abitabili; - portici realizzabili nella misura del 20%. Le attività che posseggono terreni accorpati e accedono alle potenzialità di cui alle lettere A e B del presente articolato dovranno attuare metodi di coltivazione che escludano l’impiego di concimi chimici e fitofarmaci, non attivino allevamenti e realizzino stalle e ricoveri per animali e comunque avviino metodi di coltivazione che mutino la struttura geomorfologia e biochimica del suolo. Un’apposita convenzione legherà le potenzialità delle attività turistiche alla metodologia di coltivazione sui terreni risultant i.

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CAPOII - L’AGRO ALTO COLLINARE DI MANCIANO; R10 4.1. area a prevalente funzione agricola (Capanne-Poggio Murella) ART.27 - AREE DI FRANGIA E DI INFLUENZA – CRITERI GENERALI ( discendono da prescrizioni del Piano di indirizzo territoriale redatto dalla Regione e dal Piano territoriale di coordinamento provinciale) N.B. In queste specifiche aree si sovrappongono i perimetri delle Unità di Paesaggio C.P.3.2.1 (L’alta valle del Medio Albegna- Saturnia) e R.10. 2. ( L’alta Valle del Fiora- S. Martino) per cui all’interno delle Aree di Frangia e Influenza ricadenti nelle Unità di Paesaggio richiamate valgono le norme relative. Divieto di impiantare, al di fuori delle aziende agricole condotte da imprenditori agricolo professionali di cui alla L. R. 6/94 e successive modificazioni, colture specializzate che rivestano carattere intensivo nelle specifiche seguenti: vigneti aventi sesto d’impianto inferiore a metri 3,0 x 1,0; oliveti e frutteti aventi sesto d’impianto inferiore a metri 7,0 x 7,0 in quadro, o in quinconce o settonce con densità superiore a 200 piante per ettaro; serre fisse di qualsiasi dimensione, serre temporanee di dimensioni superiori a 100 mq. In ogni caso, si dovrà mantenere l’aspetto tradizionale degli impianti arborei e provvedere al necessario recupero delle colture esistenti e caratteristiche dell’ambiente pedoclimatico in cui è collocata l’area.

Divieto di taglio di olivi, così come prescritto dal PTC e all’art. 3 delle presenti Norme, per quanto definito nelle unità di paesaggio. Delimitazione delle aree di pertinenza a corredo dei volumi agricoli con siepi vive, con all’interno recinzioni in rete o legno. Nei nuovi impianti di vigneto è escluso l’utilizzo di sostegni che non siano in legno. I nuovi impianti di vite e olivo o alberi da frutta potranno avere carattere intensivo o specializzato solo in aziende condotte da imprenditori agricoli professionali; dovranno comunque rispettare la maglia fondiaria esistente, per cui non potranno essere apportate modifiche a tutte quelle sistemazioni del suolo e agli elementi del paesaggio che concorrono ad individuare la scansione fondiaria tipica dell’area. Gli annessi non potranno essere soffittati o controsoffittati, dovranno avere copertura a capanna o padiglione con pendenza del tetto non superiore al 30%. ART.28 - AREE DI FRANGIA Fondi sprovvisti di strutture in muratura Le baracche in lamiera e le costruzioni precarie,non legittimate dovranno essere demolite entro tre anni dall’entrata in vigore della presente variante. E’ possib ile installare un unico box, per lotto, con struttura in legno di 20 mq, altezza media di ml.2,50, semplicemente appoggiato a terra, purché la superficie del lotto sia superiore a 2.000 mq e non superiore a 30.000 mq.. e non siano presenti altri manufatti. Impegni di coltivazione : E’ obbligatorio il mantenimento delle colture in atto. Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della autorizzazione edilizia. Fondi provvisti di strutture in muratura

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Microannessi per autoconsumo Potranno essere recuperati quei volumi esistenti di superficie che varia di solito da 5 a 15 mq eseguiti con materiale povero in muratura ma di natura non precaria, ed ampliati una tantum fino a raggiungere: 25 mq.di superficie lorda se il lotto di intervento è inferiore a mq.5.000 25 mq.di superficie lorda più il volume esistente con limite di mc.120 se il lotto di intervento è

compreso tra mq. 5.000 e mq.20.000 25 mq. di superficie lorda, più il volume esistente con limite di mc.180, se il lotto di intervento è

superiore a mq.20.000 Gli interventi saranno realizzati in pietra facciavista, altezza media non superiore a ml 2.50, senza

nuovi allacci a forniture pubbliche e impianti di smaltimento reflui. La somma del recupero e dell’ampliamento, che avvenga per successivi accorpamenti di lotti e ristrutturazione urbanistica, non deve superare 180 mc. e comporta la demolizione integrale dei preesistenti volumi presenti nel lotto. E’ ammessa l’installazione di cisterne interrate per la raccolta delle acque piovane in PVC o materiale simile. Non è consentita la realizzazione di porticati. Impegni di coltivazione : Se la superficie del lotto è più di 100 volte la superficie coperta, sul 50% della superficie si dovrà impiantare un oliveto con sesto di impianto 8 x 8 o equivalente per densità. Se è meno di 100 volte la superficie coperta, sul 40% si dovrà impiantare un oliveto con sesto di impianto 8 x 8 o equivalente per densità. Qualora l’oliveto sia già presente su tale quota di superficie, se ne dovrà garantire il mantenimento ed il recupero sottoscrivendo analogo impegno. E’ obbligatorio il mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 50 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia. ART.29 - AREE DI INFLUENZA Fondi sprovvisti di strutture in muratura Le baracche in lamiera e le costruzioni precarie, non legittimate dovranno essere demolite entro tre anni dall’entrata in vigore della presente variante. E’ possibile installare un unico box, per lotto, con struttura in legno di 20 mq, altezza media ml. 2,50, semplicemente appoggiato a terra, purché la superficie del lotto sia superiore a 2.000 mq e non superiore a 30.000 mq.. e non siano presenti altri manufatti Impegni di coltivazione : E’ obbligatorio il mantenimento delle colture in atto. Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della autorizzazione edilizia. Fondi provvisti di strutture in muratura Microannessi per autoconsumo Potranno essere recuperati quei volumi esistenti di superficie che varia di solito da 5 a 15 mq eseguiti con materiale povero in muratura ma di natura non precaria, ed ampliati una tantum fino a raggiungere: 25 mq.di superficie lorda se il lotto di intervento è inferiore a mq.5.000 25 mq.di superficie lorda più il volume esistente con limite di mc.120 se il lotto di intervento è

compreso tra mq. 5.000 e mq.20.000 25 mq. di superficie lorda, più il volume esistente con limite di mc.180, se il lotto di intervento è

superiore a mq.20.000

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Gli interventi saranno realizzati in pietra facciavista e altezza media non superiore a ml 2.50, senza nuovi allacci a forniture pubbliche e impianti di smaltimento reflui. La somma del recupero e dell’ampliamento, che avvenga per successivi accorpamenti di lotti e ristrutturazione urbanistica, non deve superare 180 mc. La ristrutturazione e l’ampliamento comporta la demolizione integrale dei preesistenti volumi presenti nel lotto. E’ ammessa l’installazione di cisterne interrate per la raccolta delle acque piovane in PVC o materiale simile. Non è consentita la realizzazione di porticati. Impegni di coltivazione : Se la superficie del lotto è più di 100 volte la superficie coperta, sul 50% della superficie si dovrà impiantare un oliveto con sesto di impianto 8 x 8 o equivalente per densità. Se è meno di 100 volte la superficie coperta, sul 40% si dovrà impiantare un oliveto con sesto di impianto 8 x 8 o equivalente per densità. Qualora l’oliveto sia già presente su tale quota di superficie, se ne dovrà garantire il mantenimento ed il recupero sottoscrivendo analogo impegno. E’ obbligatorio il mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 50 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia. Annessi per autoconsumo superiori a 80 mc. di natura non precaria derivanti da decadenza di atti d’obbligo e condoni. Per gli annessi superiori a 80 mc, con area di pertinenza superiore a 4.000 mq, è ammesso un ampliamento una tantum fino a raggiungere 150 mc, purché realizzati in pietra facciavista con altezza media di ml 2,50. Non sono ammessi nuovi allacci a forniture pubbliche e impianti di smaltimento reflui. Con tali ampliamenti non potranno essere accorpati eventuali altri volumi con interventi di ristrutturazione e trasferimento di cui alla L.R.52/99, che andranno demoliti. E’ ammessa l’installazione di cisterne interrate per la raccolta delle acque piovane in PVC o materiale simile. Non è consentita la realizzazione di porticati. Le proprietà potranno essere recintate solo con siepi vive dell’altezza max 1.50. Impegni di coltivazione : Se la superficie del lotto è più di 100 volte la superficie coperta, sul 50% della superficie si dovrà impiantare un oliveto con sesto di impianto 8 x 8 o equivalente per densità. Se è meno di 100 volte la superficie coperta, sul 40% si dovrà impiantare un oliveto con sesto di impianto 8 x 8 o equivalente per densità. Qualora l’oliveto sia già presente su tale quota di superficie, se ne dovrà garantire il mantenimento ed il recupero sottoscrivendo analogo impegno. E’ obbligatorio il mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 50 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia..

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ART.30 - AREE ESTERNE Nuovi Annessi per autoconsumo in fondi di ampiezza inferiore ai minimi In caso di frazionamenti attuati al di fuori dei PMAA non sono consentiti nuovi edifici per 10 anni successivi su tutti i terreni risultanti (Art. 3, commi 5, 5bis e 5ter della L. R.64/95 e succ. modificazioni). Annessi minimi: in questo ambito è possibile realizzare manufatti di 50 mq di superficie coperta, con altezza di ml 3,00 in gronda, senza nuovi allacci a forniture pubbliche e impianti di smaltimento reflui. Con tale nuova realizzazione non potranno essere accorpati eventuali altri volumi con interventi di ristrutturazione con trasferimento previsti dalla L. R. 52/99, che andranno pertanto demoliti. Non è ammessa la realizzazione di porticati. Il lotto di intervento avrà superficie maggiore di 50.000 mq e dovranno essere impiantate colture legnose per almeno due terzi della superficie (circa 400 olivi a sesto di impianto 10 x 8), prevedendo un oliveto con sesto d’impianto non inferiore a m 6 x 6 e non superiore a m 10 x 10. Per particolari situazioni legate alla sistemazione del fondo, potrà essere ammissibile una parte a frutteto o vigneto, ricorrendo ai sesti d’impianto tradizionali della zona. Gli annessi non possono mutare la destinazione d’uso agricola per 20 anni. Manufatti di gestione :è possibile installare un unico box, per lotto, con struttura in legno di 20 mq, altezza media ml.2,50, semplicemente appoggiato a terra, purché la superficie del lotto sia superiore a 2.000 mq e non superiore a 30.000 mq. e non siano presenti altri manufatti Impegni di coltivazione : sul 50% della superficie del lotto si dovrà impiantare un oliveto con sesto di impianto 8 x 8 o equivalente per densità. Qualora l’oliveto sia già presente su tale quota di superficie, se ne dovrà garantire il mantenimento ed il recupero sottoscrivendo analogo impegno. Riuso Volumi Agricoli Residenze di aziende agricole condotte da imprenditori professionali Per tutte le residenze rurali è previsto l’incremento una tantum previsto all’art.5 comma 3 della L.R.64/95. Con i PMAA, è consentito un’ampliamento della residenza rurale che consenta di raggiungere i 200 mq di superficie utile netta. La realizzazione di porticati è ammessa nella misura massima del 20% della superficie coperta. Annessi per autoconsumo superiori a 80 mc. in aziende inferiori ai minimi di cui all’art. 26, comma 10, del PTC. Per gli annessi superiori a 80 mc, con area di pertinenza superiore a 10.000 mq, è ammesso un ampliamento una tantum fino a raggiungere 180 mc, con altezza gronda di ml 2,50. Con tale ampliamento non potranno essere accorpati eventuali altri volumi con interventi di ristrutturazione e trasferimento di cui alla L.R.52/99, che andranno demoliti. E’ ammessa l’installazione di cisterne interrate per la raccolta delle acque piovane in PVC o materiale simile. Le proprietà potranno essere recintate solo con siepi vive dell’altezza max 1.50. Non è consentita la realizzazione di porticati. Impegni di coltivazione : Poiché l’ampiezza del lotto è più di 100 volte la superficie coperta, sul 50% della sua superficie si dovrà impiantare un oliveto con sesto di impianto m 8,0 x 8,0 o equivalente per densità. Qualora l’oliveto sia già presente su tale quota di superficie, se ne dovrà garantire il mantenimento ed il recupero sottoscrivendo analogo impegno. E’ obbligatorio il mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 50 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno,

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potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia. Edifici con destinazione d’uso non agricola Edifici residenziali Ampliamenti una tantum fino a raggiungere 150 mq di superficie coperta su di un piano (o su due piani a parità di volume) con possibilità di sfruttare il pendio per seminterrati (prioritariamente garages, poi magazzini e cantine) aperti su un solo lato, esclusivamente sul sedime dell’edificio. L’altezza del piano fuori terra non potrà superare i 3.00 m e la pendenza del tetto non può superare il 30%. La realizzazione di porticati è ammessa nella misura massima del 20% della superficie coperta. Impegni di coltivazione : - pertinenze superiori a 100 volte la superficie coperta: 40% della superficie del fondo con

coltivazioni legnose e ortofrutticole tradizionali (mediamente e orientativamente il 40% di superficie a oliveto con sesto di m 8 x 8 o simile, il 10% a vigneto e/o frutteto, il 10% a colture ortive);

- pertinenze non superiori a 100 volte la superficie coperta: 30% della superficie del fondo con coltivazioni legnose e ortofrutticole tradizionali (mediamente e orientativamente il 30% di superficie a oliveto con sesto di m 8 x 8 o simile, il 10% a vigneto e/o frutteto, il 5% a colture ortive);

- mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 50 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia.

Edifici non residenziali (specialistici) Fino alla dimensione di 1.500 mc è consentito il recupero anche con interventi di ristrutturazione urbanistica: - 40% da destinare a funzioni a funzioni direzionali o logistiche per attività di cui all’art. 1

comma 4 della L.R.25/97.;(sedi e locali per attività di servizio e contoterzisti, sedi di piccole cooperative ecc.),

- 40% da destinare a funzioni di supporto dell’intorno rurale (attività artigianali e commerciali specificatamente a servizio delle attività agricole, attività di addestramento animali non direttamente connesse con l’allevamento, altre attività in altri settori produttivi extra-agricoli ma strettamente connesse con l’ambiente rurale).

- 30% da destinare ad altre funzioni. L’eventuale ristrutturazione urbanistica configurerà al massimo tre edifici che rispettino le quote funzionali con le seguenti prescrizioni: progetto esteso a tutta l’area di intervento; pertinenze e oneri definiti ai sensi Art. 26, comma 11, del PTC provinciale; pertinenze delimitate con siepi tradizionali ed esclusione di recinzioni in muratura; uso di tecnologie tradizionali con esclusione di strutture prefabbricate; mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in

oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 100 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia.

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ART.31 - INTERVENTI ORDINARI SUL TERRITORIO RURALE (ART. 26 E SCHEDA 11 DEL P.T.C.) I volumi edificabili per la conduzione, riferiti ad ogni singola coltura agraria, sono stabiliti dai parametri di cui ai commi 4 e 5 della scheda 11 del PTC provinciale in tutti gli interventi ordinari sul territorio per cui è prevista la redazione di PMAA; rapporti volumetrici superiori sono ammissibili ma dovranno essere adeguatamente motivati con specifica relazione agronomica, a corredo del PMAA stesso, che evidenzi: per rimesse di macchine, attrezzi ed impianti, gli ingombri netti e lordi delle attrezzature ai fini del

calcolo della volumetria dell’annesso; considerando che gli spazi di manovra, le corsie di spostamento o utilizzo non possono superare il 30% della superficie occupata dai macchinari

per magazzini e simili, i volumi delle scorte da immagazzinare e il periodo di stoccaggio; per le stalle e le stalle-fienile il numero di capi allevati (si consideri in media m 1,0 di corsia di

alimentazione per ogni capo adulto), il tipo di stabulazione, la quantità di scorte da proteggere, l’eventuale zona di allevamento vitelli, gli spazi accessori (sala mungitura, sala refrigerazione, ecc.) dimensionati in base all’effettiva produzione aziendale.

per i fienili l’effettiva produzione di fieno, il tipo di imballaggio e il periodo medio di stoccaggio del prodotto in attesa di vendita o di riutilizzo in azienda;

per i silos, il tipo di prodotto da insilare, nonché la quantità prodotta mediamente in azienda; per le abitazioni agricole, la composizione e la consistenza del nucleo familiare dell’imprenditore o

dell’addetto. Fatto salvo quanto disposto, ai successivi punti non è ammessa l’edificazione di annessi eccedenti le capacità produttive del fondo. Edificazione di volumi di trasformazione: I volumi per la trasformazione in azienda, si dividono in quattro tipologie prevalenti: cantine: 200 mc/ha di superficie vitata fino a 5 ettari; 125 mc/ha di superficie vitata oltre 5 ettari; frantoi aziendali: 60 mc/ha di superficie specializzata o /200 piante in coltura non specializzata; caseifici aziendali: 6 mc/U.B.A. equivalente; locali per la produzione di appertizzati, sottoli e sottaceti da prodotti ortofrutticoli aziendali: 120

mc/ha di coltura (compresa l’eventuale produzione promiscua o ripetuta). Per tutti i volumi interrati di nuova costruzione si considera, ai fini del riuso una volta decaduti gli impegni conseguenti l’atto d’obbligo, il 30% della volumetria effettiva. Edificazione di volumi supplementari: Per attività integrative di cui all’art. 1 comma 4, della L.R. 25/97: 100% della volumetria esistente fino a 300 mc realizzabile, con i criteri esposti al Titolo I, con atto d’obbligo ventennale esteso all’intera superficie aziendale. I volumi edificabili per la conduzione, riferiti ad ogni singola coltura agraria (seminativo 100 mc/ha; oliveto 125mc/ha ecc.) sono validi per la redazione dei PMAA di qualsiasi azienda agraria. Edificazione di volumi art. 31 comma 15 e art. 32 comma 8 del PTC individuati in cartografia. Strutture artigianali o commerciali o di trasformazione e vendita prodotti locali: fino a 120 mq di

superficie coperta con nuova edificazione, e fino a 150 mq se ubicate nel patrimonio edilizio esistente.

Strutture ricettive per la fruizione del territorio rurale: 120 mq di superficie coperta e fino a 150 mq se collocate (interamente o in parte) nel patrimonio edilizio esistente.

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CAPOIII - L’ALTA VALLE DEL FIORA R.10.2 area a prevalente funzione agricola (San. Martino) ART.32 - AREE DI FRANGIA E DI INFLUENZA– CRITERI GENERALI (discendono da prescrizioni del Piano di ind irizzo territoriale redatto dalla Regione e dal Piano territoriale di coordinamento provinciale) 1. Divieto di impiantare, al di fuori delle aziende agricole condotte da imprenditori agricoli

professionali di cui alla L. R. 6/94 e successive modificazioni, colture specializzate che rivestano carattere intensivo nelle specifiche seguenti:

vigneti aventi sesto d’impianto inferiore a metri 3,0 x 1,0; oliveti e frutteti aventi sesto d’impianto inferiore a metri 7,0 x 7,0 in quadro, o in

quinconce o settonce con densità superiore a 200 piante per ettaro; serre fisse di qualsiasi dimensione, serre temporanee di dimensioni superiori a 100 mq.

In ogni caso, si dovrà mantenere l’aspetto tradizionale degli impianti arborei e provvedere al necessario recupero delle colture esistenti e caratteristiche dell’ambiente pedoclimatico in cui è collocata l’area.

Divieto di taglio di olivi, così come prescritto dal PTC e all’art. 3 delle presenti Norme, per quanto definito nelle unità di paesaggio.

Delimitazione delle aree di pertinenza a corredo dei volumi agricoli con siepi vive, con all’interno recinzioni in rete o legno.

Nei nuovi impianti di vigneto è escluso l’utilizzo di sostegni che non siano in legno. I nuovi impianti di vite e olivo o alberi da frutta potranno avere carattere intensivo o

specializzato solo in aziende condotte da imprenditori agricoli professionali, dovranno comunque rispettare la maglia fondiaria esistente, per cui non potranno essere apportate modifiche a tutte quelle sistemazioni del suolo e agli elementi del paesaggio che concorrono ad individuare la scansione fondiaria tipica dell’area.

Gli annessi non potranno essere soffittati o controsoffittati, dovranno avere copertura a capanna o padiglione con pendenza del tetto non superiore al 30%.

ART.33 - AREE DI FRANGIA E DI INFLUENZA Fondi sprovvisti di strutture in muratura Le baracche in lamiera e le costruzioni precarie, non legittimate, dovranno essere demolite entro tre anni dall’entrata in vigore della presente variante. E’ possibile installare un unico box, per lotto, con struttura in legno di 20 mq, altezza media di ml.2,50, semplicemente appoggiato a terra, purché la superficie del lotto sia superiore a 2.000 mq e non superiore a 30.000 mq.e non siano presenti altri manufatti Impegni di coltivazione : E’ obbligatorio il mantenimento delle colture in atto. Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia . Fondi provvisti di strutture in muratura. Microannessi per autoconsumo Potranno essere recuperati quei volumi esistenti di superficie che varia di solito da 5 a 15 mq eseguiti con materiale povero in muratura ma di natura non precaria, ed ampliati una tantum fino a raggiungere:

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25 mq.di superficie lorda se il lotto di intervento è inferiore a mq.5.000; 25 mq.di superficie lorda più il volume esistente con limite di mc.120 se il lotto di intervento è

compreso tra mq. 5.000 e mq.20.000; 25 mq. di superficie lorda, più il volume esistente con limite di mc.180, se il lotto di intervento è

superiore a mq.20.000. Gli interventi saranno realizzati in pietra facciavista e altezza media non superiore a ml 2.50, senza nuovi allacci a forniture pubbliche e impianti di smaltimento reflui. La somma del recupero e dell’ampliamento, che avvenga per successivi accorpamenti di lotti e ristrutturazione urbanistica, non deve superare 180 mc. e comporta la demolizione integrale dei preesistenti volumi. E’ ammessa l’installazione di cisterne interrate per la raccolta delle acque piovane in PVC o materiale simile. Non è consentita la realizzazione di porticati. Impegni di coltivazione : Se la superficie del lotto è più di 100 volte la superficie coperta, sul 50% della superficie si dovrà impiantare un oliveto con sesto di impianto 8 x 8 o equivalente per densità. Se è meno di 100 volte la superficie coperta, sul 40% si dovrà impiantare un oliveto con sesto di impianto 8 x 8 o equivalente per densità. Qualora l’oliveto sia già presente su tale quota di superficie, se ne dovrà garantire il mantenimento ed il recupero sottoscrivendo analogo impegno. E’ obbligatorio il mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 50 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia. Annessi per autoconsumo superiori a 80 mc. di natura non precaria derivanti da decadenza di atti d’obbligo e condoni. Per gli annessi superiori a 80 mc, con area di pertinenza superiore a 4.000 mq, è ammesso un ampliamento una tantum fino a raggiungere 160 mc, purché realizzati in pietra facciavista con altezza massima in gronda di ml 2,50. Con tali ampliamenti non potranno essere accorpati eventuali altri volumi con interventi di ristrutturazione e trasferimento di cui alla L.R.52/99, che andranno demoliti. E’ ammessa l’installazione di cisterne interrate per la raccolta delle acque piovane in PVC o materiale simile. Non è consentita la realizzazione di porticati. Le proprietà potranno essere recintate solo con siepi vive dell’altezza max 1.50. La proprietà non potrà essere ricondotta a fondo chiuso. Impegni di coltivazione : Se la superficie del lotto è più di 100 volte la superficie coperta, sul 50% della superficie si dovrà impiantare un oliveto con sesto di impianto 8 x 8 o equivalente per densità. Se è meno di 100 volte la superficie coperta, sul 40% si dovrà impiantare un oliveto con sesto di impianto 8 x 8 o equivalente per densità. Qualora l’oliveto sia già presente su tale quota di superficie, se ne dovrà garantire il mantenimento ed il recupero sottoscrivendo analogo impegno. E’ obbligatorio il mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 50 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia. ART.34 - AREE ESTERNE

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Nuovi Annessi per autoconsumo in fondi di ampiezza inferiore ai minimi In caso di frazionamenti attuati al di fuori dei PMAA non sono consentiti nuovi edifici per 10 anni successivi su tutti i terreni risultanti (Art. 3, commi 5, 5bis e 5ter della L. R.64/95 e succ. modificazioni). Annessi minimi: in questo ambito è possibile realizzare manufatti di 50 mq di superficie coperta, tetto a capanna con pendenza non superiore al 30% coperto con tegole e coppi, con altezza di ml 3.00 in gronda, senza nuovi allacci a forniture pubbliche e impianti di smaltimento reflui. Con tale nuova realizzazione non potranno essere accorpati eventuali altri volumi con interventi di ristrutturazione con trasferimento previsti dalla L. R. 52/99, che andranno pertanto demoliti. Non è ammessa la realizzazione di porticati. Il lotto di intervento avrà superficie maggiore di 30.000 mq e dovranno essere impiantate colture legnose per almeno due terzi della superficie (circa 300 olivi a sesto di impianto 8 x 8), prevedendo un oliveto con sesto d’impianto non inferiore a m 6 x 6 e non superiore a m 10 x 10. Per particolari situazioni legate alla sistemazione del fondo, potrà essere ammissibile una parte a frutteto o vigneto, ricorrendo ai sesti d’impianto tradizionali della zona. Gli annessi ampliati non possono mutare la destinazione d’uso agricola per 20 anni. Manufatti di gestione :è possibile installare un unico box, per lotto, con struttura in legno di 20 mq, altezza media ml. 2,50 , semplicemente appoggiato a terra, purché la superficie del lotto sia superiore a 2.000 mq e non superiore a 30.000 mq. e non siano presenti altri manufatti Impegni di coltivazione : E’ obbligatorio il mantenimento delle colture in atto. Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia. Riuso Volumi Agricoli Residenze di aziende agricole condotte da imprenditori professionali Per tutte le residenze rurali è previsto l’incremento una tantum previsto all’art.5 comma 3 della L.R.64/95. Con i PMAA, è consentito un’ampliamento della residenza rurale che consenta di raggiungere i 200 mq di superficie utile netta. La realizzazione di porticati è ammessa nella misura massima del 20% della superficie coperta. Annessi per autoconsumo superiori a 80 mc. in aziende inferiori ai minimi di cui all’art. 26, comma 10, del PTC. Per gli annessi superiori a 80 mc, con area di pertinenza superiore a 10.000 mq, è ammesso un ampliamento una tantum fino a raggiungere 180 mc, con altezza massima in gronda di ml 2,50. Con tali ampliament i non potranno essere accorpati eventuali altri volumi con interventi di ristrutturazione e trasferimento di cui alla L.R.52/99, che andranno demoliti. Le proprietà potranno essere recintate solo con siepi vive dell’altezza max 1.50. Impegni di coltivazione: Poiché l’ampiezza del lotto è più di 100 volte la superficie coperta, sul 50% della sua superficie si dovrà impiantare un oliveto con sesto di impianto m 8,0 x 8,0 o equivalente per densità. Qualora l’oliveto sia già presente su tale quota di superfic ie, se ne dovrà garantire il mantenimento ed il recupero sottoscrivendo analogo impegno. E’ obbligatorio il mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 50 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia. Edifici con destinazione d’uso non agricola Edifici residenziali

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Ampliamenti una tantum fino a raggiungere 150 mq di superficie coperta su di un piano (o su due piani a parità di volume) con possibilità di sfruttare il pendio per seminterrati e (prioritariamente garages, poi magazzini e cantine) aperti su un solo lato, esclusivamente sul sedime dell’edificio. L’altezza del piano fuori terra non potrà superare i 3.00 m e la pendenza del tetto non può superare il 30%. La realizzazione di porticati è ammessa nella misura massima del 20% della superficie coperta. Impegni di coltivazione : - pertinenze superiori a 100 volte la superficie coperta: 40% della superficie del fondo con

coltivazioni legnose e ortofrutticole tradizionali (mediamente e orientativamente il 40% di superficie a oliveto con sesto di m 8 x 8 o simile, il 10% a vigneto e/o frutteto, il 10% a colture ortive);

- pertinenze non superiori a 100 volte la superficie coperta: 30% della superficie del fondo con coltivazioni legnose e ortofrutticole tradizionali (mediamente e orientativamente il 30% di superficie a oliveto con sesto di m 8 x 8 o simile, il 10% a vigneto e/o frutteto, il 5% a colture ortive);

- mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 50 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia.

Edifici non residenziali ( specialistici) Fino alla dimensione di 1.500 mc è consentito il recupero anche con interventi di ristrutturazione urbanistica: - 40% da destinare a funzioni a funzioni direzionali o logistiche per attività di cui all’art. 1

comma 4 della L.R.25/97.;(sedi e locali per attività di servizio e contoterzisti, sedi di piccole cooperative ecc.),

- 60% da destinare ad altre funzioni. L’eventuale ristrutturazione urbanistica configurerà al massimo due edifici che rispettino le quote funzionali con le seguenti prescrizioni: progetto esteso a tutta l’area di intervento; pertinenze e oneri definiti ai sensi Art. 26, comma 11, del PTC provinciale; pertinenze delimitate con siepi tradizionali ed esclusione di recinzioni in muratura; uso di tecnologie tradizionali con esclusione di strutture prefabbricate; mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in

oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 100 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia.

ART.35 - INTERVENTI ORDINARI SUL TERRITORIO RURALE (ART. 26 E SCHEDA 11 DEL P.T.C.) I volumi edificabili per la conduzione, riferiti ad ogni singola coltura agraria, sono stabiliti dai parametri di cui ai commi 4 e 5 della scheda 11 del PTC provinciale in tutti gli interventi ordinari sul territorio per cui è prevista la redazione di PMAA; rapporti volumetrici superiori sono ammissibili ma dovranno essere adeguatamente motivati con specifica relazione agronomica, a corredo del PMAA stesso, che evidenzi: per rimesse di macchine, attrezzi ed impianti, gli ingombri netti e lordi delle attrezzature ai fini del

calcolo della volumetria dell’annesso, considerando che gli spazi di manovra, le corsie di spostamento o utilizzo non possono superare il 30% della superficie occupata dai macchinari

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per magazzini e simili, i volumi delle scorte da immagazzinare e il periodo di stoccaggio; per le stalle e le stalle-fienile il numero di capi allevati (si consideri in media m 1.00 di corsia di

alimentazione per ogni capo adulto), il tipo di stabulazione, la quantità di scorte da proteggere, l’eventuale zona di allevamento vitelli, gli spazi accessori (sala mungitura, sala refrigerazione, ecc.) dimensionati in base all’effettiva produzione aziendale.

per i fienili l’effettiva produzione di fieno, il tipo di imballaggio e il periodo medio di stoccaggio del prodotto in attesa di vendita o di riutilizzo in azienda;

per i silos, il tipo di prodotto da insilare, nonché la quantità prodotta mediamente in azienda; per le abitazioni agricole, la composizione e la consistenza del nucleo familiare dell’imprenditore o

dell’addetto. Fatto salvo quanto disposto, ai successivi punti non è ammessa l’edificazione di annessi eccedenti le capacità produttive del fondo. Edificazione di volumi di trasformazione: I volumi per la trasformazione in azienda, si dividono in quattro tipologie prevalenti: cantine: 200 mc/ha di superficie vitata fino a 5 ettari; 125 mc/ha di superficie vitata oltre 5 ettari; frantoi aziendali: 60 mc/ha di superficie specializzata o 200 piante in coltura non specializzata; caseifici aziendali: 6 mc/U.B.A. equivalente; locali per la produzione di appertizzati, sottoli e sottaceti da prodotti ortofrutticoli aziendali: 120

mc/ha di coltura (compresa l’eventuale produzione promiscua o ripetuta). Per tutti i volumi interrati di nuova costruzione si considera, ai fini del riuso una volta decaduti gli impegni conseguenti l’atto d’obbligo, il 30% della volumetria effettiva. Edificazione di volumi supplementari: Per attività integrative di cui all’art. 1 comma 4, della L.R. 25/97: 100% della volumetria esistente fino a 400 mc realizzabile, con i criteri esposti al Titolo I, con atto d’obbligo ventennale esteso all’intera superficie aziendale. I volumi edificabili per la conduzione, riferiti ad ogni singola coltura agraria (seminativo 100 mc/ha; oliveto 125mc/ha ecc.) sono validi per la redazione dei PMAA di qualsiasi azienda agraria. Edificazione di volumi art. 31 comma 15 e art. 32 comma 8 del PTC individuati in cartografia. Strutture artigianali o commerciali o di trasformazione e vendita prodotti locali: fino a 120 mq di

superficie coperta con nuova edificazione, e fino a 150 mq se ubicate nel patrimonio edilizio esistente.

Strutture ricettive per la fruizione del territorio rurale: 120 mq di superficie coperta e fino a 150 mq se collocate (interamente o in parte) nel patrimonio edilizio esistente.

ART.36 - INDIRIZZI PER LA VALORIZZAZIONE TURISTICA DI S.MARTINO Il PTC indica tra gli indirizzi di questa Unità di Paesaggio la Valorizzazione Turistica. A tale proposito si individua nella cartografia il recupero di una struttura fino a 200 mq per attività artigianali e commerciali legate al territorio rurale, in quanto adiacente all’asse stradale che da S. Martino conduce a Sovana, e collegata ad una azienda agricola di oltre 12 ettari. Tale intervento consente di stimolare richieste che conducano alla successiva individuazione di attività conformi agli art.31 e 32 del PTC purché risultino a sostegno e consolidamento di aziende agricole. Infatti solo questa zona beneficia di tale eventualità, in quanto è l’unico territorio del Comune che non ha ancora avviato una valorizzazione in senso turistico delle proprie risorse, pur possedendo una buona potenzialità (collegamento con il Parco del Tufo di Sorano-Sovana e la zona Termale). CAPO IV - L’ALTOPIANO DEL TUFO R.T.1 ART.37 - RIUSO VOLUMI AGRICOLI Residenze di aziende agricole condotte da imprenditori professionali

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Per tutte le residenze rurali è previsto l’incremento una tantum previsto all’art.5 comma 3 della L.R.64/95. Con i PMAA, è consentito un’ampliamento della residenza rurale che consenta di raggiungere i 200 mq di superficie utile netta. La realizzazione di porticati è ammessa nella misura massima del 20% della superficie coperta. L’edificazione avverrà nel lotto di pertinenza di edifici già esistenti e tale pertinenza non potrà superare la dimensione di mq 15.000. ART.38 - INTERVENTI ORDINARI SUL TERRITORIO RURALE (ART. 26 E SCHEDA 11 DEL P.T.C.) I volumi edificabili per la conduzione, riferiti ad ogni singola coltura agraria, tengono sono stabiliti dai parametri di cui ai commi 4 e 5 della scheda 11 del PTC provinciale in tutti gli interventi ordinari sul territorio per cui è prevista la redazione di PMAA. L’edificazione avverrà nel lotto di pertinenza di edifici già esistenti e tale pertinenza non potrà superare la dimensione di mq 15.000. Rapporti volumetrici superiori sono ammissibili ma dovranno essere adeguatamente motivati con specifica relazione agronomica, a corredo del PMAA stesso, che evidenzi: per rimesse di macchine, attrezzi ed impianti, gli ingombri netti e lordi delle attrezzature ai fini del

calcolo della volumetria dell’annesso; considerando che gli spazi di manovra, le corsie di spostamento o utilizzo non possono superare il 30% della superficie occupata dai macchinari

per magazzini e simili, i volumi delle scorte da immagazzina re e il periodo di stoccaggio; per le stalle e le stalle-fienile il numero di capi allevati (si consideri in media m 1.00 di corsia di

alimentazione per ogni capo adulto), il tipo di stabulazione, la quantità di scorte da proteggere, l’eventuale zona di allevamento vitelli, gli spazi accessori (sala mungitura, sala refrigerazione, ecc.) dimensionati in base all’effettiva produzione aziendale.

per i fienili l’effettiva produzione di fieno, il tipo di imballaggio e il periodo medio di stoccaggio del prodotto in attesa di vendita o di riutilizzo in azienda;

per i silos, il tipo di prodotto da insilare, nonché la quantità prodotta mediamente in azienda; per le abitazioni agricole, la composizione e la consistenza del nucleo familiare dell’imprenditore o

dell’addetto. Fatto salvo quanto disposto, ai successivi punti non è ammessa l’edificazione di annessi eccedenti le capacità produttive del fondo. Edificazione di volumi di trasformazione: I volumi per la trasformazione in azienda, si dividono in quattro tipologie prevalenti: cantine: 200 mc/ha di superficie vitata fino a 5 ettari; 125 mc/ha di superficie vitata oltre 5 ettari; frantoi aziendali: 60 mc/ha di superficie specializzata o 200 piante in coltura non specializzata; caseifici aziendali: 6 mc/U.B.A. equivalente; locali per la produzione di appertizzati, sottoli e sottaceti da prodotti ortofrutticoli aziendali: 120

mc/ha di coltura (compresa l’eventuale produzione promiscua o ripetuta). Per tutti i volumi interrati di nuova costruzione si considera, ai fini del riuso una volta decaduti gli impegni conseguenti l’atto d’obbligo, il 30% della volumetria effettiva. Edificazione di volumi supplementari: Non consentiti CAPO V- LE GOLE DEL TUFO R.T.2 (ARPA S.P.30) Le norme che attengono a questa Unità di Paesaggio sono interamente comprese al punto successivo. ART.39 A.R.P.A. SP. 30 (Sovana)

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Trattandosi di un’area adiacente all’alveo del Fiume Fiora valgono le disposizioni relative all’Art.1 bis L. 431/85 con relativo vincolo di inedificabilità. Ai sensi dalla presente Variante è vietata la modifica dell’utilizzo agrario dei suoli la realizzazione di qualsiasi nuova infrastrutturazione a rete (acquedotti, linee elettriche ecc.) e di qualsiasi manufatto edilizio tranne quelli a corredo di nuclei esistenti e pur ché all’interno di pertinenze individuate di dimensione non superiore a 15.000 mq. Nelle aree riparie e di golena appartenenti ad aziende agricole ai fini di tutela e valorizzazione ambientale delle stesse si applicano gli incrementi del monte ore di cui al Punto 4 scheda 11 del PTC purché il PMAA individui e valuti le operazioni di miglioramento e valorizzazione. Alle aziende che nelle superfici agricole (con centro aziendale esterno all’ARPA) fanno opere di miglioramento e manutenzione delle scoline, delle alberature e fosse camporili, di siepi, ed attività di tutela, valorizzazione ambientale, riduzione di pesticidi e fitofarmaci, valutate nei PMAA viene riconosciuta la potenzialità di avviare funzioni di fruizione dell’intorno rurale nella ristrutturazione edilizia e nel recupero del patrimonio edilizio esistente sia nelle residenze che negli annessi. Per tali aziende è inoltre consentita nuova edificazione (ai sensi della scheda 11, lettera 6 del PTC) presso il centro aziendale fino a 400 mc per attività turistiche, commerciali e artigianali ad integrazione dell’attività agricola. Agli annessi di aziende aventi terreni ricadenti nell’ARPA e centro aziendale fuori da essa, che verranno realizzati con materiali tradizionali ed escluderanno il ricorso a tecnologie industrializzate, sia nelle pareti che nella copertura, il volume viene computato al netto anziché al lordo.

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TITOLO III

CAPO I - L’AGRO COLLINARE DI MANCIANO; R10 4.2 (ARPA S.N.32) area a prevalente funzione agricola (Manciano, Poderi, Montemerano) ART.40 - AREE DI FRANGIA E DI INFLUENZA - CRITERI GENERALI (discendono da prescrizioni del Piano di indirizzo territoriale redatto dalla Regione e dal Piano territoriale di coordinamento provinciale) 1. Divieto di impiantare, al di fuori delle aziende agricole condotte da imprenditori agricoli

professionali di cui alla L. R. 6/94 e successive modificazioni, colture specializzate che rivestano carattere intensivo nelle specifiche seguenti:

vigneti aventi sesto d’impianto inferiore a metri 3,0 x 1,0; oliveti e frutteti aventi sesto d’impianto inferiore a metri 7,0 x 7,0 in quadro, o in

quinconce o settonce con densità superiore a 200 piante per ettaro; serre fisse di qualsiasi dimensione, serre temporanee di dimensioni superiori a 100 mq.

In ogni caso, si dovrà mantenere l’aspetto tradizionale degli impianti arborei e provvedere al necessario recupero delle colture esistenti e caratteristiche dell’ambiente pedoclimatico in cui è collocata l’area.

Divieto di taglio di olivi, così come prescritto dal PTC e all’art. 3 delle presenti Norme, per quanto definito nelle unità di paesaggio.

Delimitazione delle aree di pertinenza a corredo dei volumi agricoli con siepi vive, con all’interno recinzioni in rete o legno.

Nei nuovi impianti di vigneto è escluso l’utilizzo di sostegni che non siano in legno. I nuovi impianti di vite e olivo o alberi da frutta potranno avere carattere intensivo o

specializzato solo in aziende condotte da imprenditori agricoli professionali, dovranno comunque rispettare la maglia fondiaria esistente, per cui non potranno essere apportate modifiche a tutte quelle sistemazioni del suolo e agli elementi del paesaggio che concorrono ad individuare la scansione fondiaria tipica dell’area.

Gli annessi non potranno essere soffittati o controsoffittati, dovranno avere copertura a capanna o padiglione con pendenza del tetto non superiore al 30%.

ART.41 - AREE DI FRANGIA Fondi sprovvisti di strutture in muratura Le baracche in lamiera e le costruzioni precarie, non legittimate dovranno essere demolite entro tre anni dall’entrata in vigore della presente variante. E’ possibile installare un unico box, per lotto, con struttura in legno di 20 mq, altezza media di ml.2,50, semplicemente appoggiati a terra, purché la superficie del lotto sia inferiore a 2.000 mq e non superiore a 30.000 mq. e non siano presenti altri manufatti. Impegni di coltivazione : E’ obbligatorio il mantenimento delle colture in atto. Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia . Fondi provvisti di strutture in muratura

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Microannessi per autoconsumo. Potranno essere recuperati quei volumi esistenti di superficie che varia di solito da 5 a 15 mq eseguiti con materiale povero in muratura ma di natura non precaria, ed ampliati una tantum fino a raggiungere: 25 mq.di superficie lorda se il lotto di intervento è inferiore a mq.5.000 25 mq.di superficie lorda più il volume esistente con limite di mc.120 se il lotto di intervento è

compreso tra mq. 5.000 e mq.20.000 25 mq. di superficie lorda, più il volume esistente con limite di mc.180, se il lotto di intervento è

superiore a mq.20.000 Gli interventi saranno realizzati in pietra facciavista e altezza media non superiore a ml 2.50, senza

nuovi allacci a forniture pubbliche e impianti di smaltimento reflui. La somma del recupero e dell’ampliamento, che avvenga per successivi accorpamenti di lotti deve essere inferiore a mc. 180 e comporta la demolizione integrale dei preesistenti volumi presenti nel lotto. E’ ammessa l’installazione di cisterne interrate per la raccolta delle acque piovane in PVC o materiale simile. Non è consentita la realizzazione di porticati. Impegni di coltivazione : Se la superficie del lotto è più di 100 volte la superficie coperta, sul 50% della superficie si dovrà impiantare un oliveto con sesto di impianto 8 x 8 o equivalente per densità. Se è meno di 100 volte la superficie coperta, sul 40% si dovrà impiantare un oliveto con sesto di impianto 8 x 8 o equivalente per densità. Qualora l’oliveto sia già presente su tale quota di superficie, se ne dovrà garantire il mantenimento ed il recupero sottoscrivendo analogo impegno. E’ obbligatorio il mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 50 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia. ART.42 - AREE DI INFLUENZA Fondi sprovvisti di strutture in muratura Le baracche in lamiera e le costruzioni precarie, non legittimate dovranno essere demolite entro tre anni dall’entrata in vigore della presente variante. E’ possibile installare un unico box, per lotto, con struttura in legno di 20 mq, altezza media ml.2,50, semplicemente appoggiati a terra, purché la superficie del lotto sia superiore a 2.000 mq e non superiore a 30.000 mq. e non siano presenti altri manufatti. Impegni di coltivazione : E’ obbligatorio il mantenimento delle colture in atto. Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della autorizzazione edilizia o contestualmente alla dichiarazione di inizio lavori. Fondi provvisti di strutture in muratura Microannessi per autoconsumo. Potranno essere recuperati quei volumi esistenti di superficie che varia di solito da 5 a 15 mq eseguiti con materiale povero in muratura ma di na tura non precaria, ed ampliati una tantum fino a raggiungere: 25 mq.di superficie lorda se il lotto di intervento è inferiore a mq.5.000

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25 mq.di superficie lorda più il volume esistente con limite di mc.120 se il lotto di intervento è compreso tra mq. 5.000 e mq.20.000

25 mq. di superficie lorda, più il volume esistente con limite di mc.180, se il lotto di intervento è superiore a mq.20.000

Gli interventi saranno realizzati in pietra facciavista e altezza media non superiore a ml 2.50, senza nuovi allacci a forniture pubbliche e impianti di smaltimento reflui.

La somma del recupero e dell’ampliamento, che avvenga per successivi accorpamenti di lotti deve essere inferiore a mc. 180 e comporta la demolizione integrale dei preesistenti volumi presenti nel lotto. E’ ammessa l’installazione di cisterne interrate per la raccolta delle acque piovane in PVC o materiale simile. Non è consentita la realizzazione di porticati. Impegni di coltivazione : Se la superficie del lotto è più di 100 volte la superficie coperta, sul 50% della superficie si dovrà impiantare un oliveto con sesto di impianto 8 x 8 o equivalente per densità. Se è meno di 100 volte la superficie coperta, sul 40% si dovrà impiantare un oliveto con sesto di impianto 8 x 8 o equivalente per densità. Qualora l’oliveto sia già presente su tale quota di superficie, se ne dovrà garantire il mantenimento ed il recupero sottoscrivendo analogo impegno. E’ obbligatorio il mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 50 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia. Annessi per autoconsumo superiori a 80 mc. di natura non precaria derivanti da decadenza di atti d’obbligo e condoni. Per gli annessi superiori a 80 mc con area di pertinenza superiore a 5.000 mq è ammesso un ampliamento una tantum fino a raggiungere 180 mc. con altezza media di ml 2.50, purché realizzati in pietra facciavista, senza nuovi allacci a forniture pubbliche e impianti di smaltimento reflui. La destinazione d’uso esclude la residenza. E’ ammessa l’installazione di cisterne interrate per la raccolta delle acque piovane in PVC o materiale simile. Non è consentita la realizzazione di porticati. Altri annessi esistenti andranno demoliti. Recinzioni in siepi vive non superiori a 1.50 m di altezza. Impegni di coltivazione : Se la superficie del lotto è più di 100 volte la superficie coperta, sul 50% della superficie si dovrà impiantare un oliveto con sesto di impianto 8 x 8 o equivalente per densità. Se è meno di 100 volte la superficie coperta, sul 40% si dovrà impiantare un oliveto con sesto di impianto 8 x 8 o equivalente per densità. Qualora l’oliveto sia già presente su tale quota di superficie, se ne dovrà garantire il mantenimento ed il recupero sottoscrivendo analogo impegno. E’ obbligatorio il mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 50 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia.

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ART.43 - AREE ESTERNE Nuovi Annessi per autoconsumo in fondi di ampiezza inferiore ai minimi In caso di frazionamenti attuati al di fuori dei PMAA non sono consentiti nuovi edifici per 10 anni successivi su tutti i terreni risultanti (Art. 3, commi 5, 5bis e 5ter della L. R.64/95 e succ. modificazioni). Annessi minimi: in questo ambito è possibile realizzare manufatti di 50 mq di superficie coperta, tetto a capanna con pendenza non superiore al 30% coperto con tegole e coppi, con altezza di ml 3.00 in gronda, senza nuovi allacci a forniture pubbliche e impianti di smaltimento reflui. Con tale nuova realizzazione non potranno essere accorpati eventuali altri volumi con interventi di ristrutturazione con trasferimento previsti dalla L. R. 52/99, che andranno pertanto demoliti. Non è ammessa la realizzazione di porticati. Le proprietà potranno essere recintate solo con siepi vive dell’altezza max 1.50. Il lotto di intervento dovrà raggiungere almeno 30.000 mq e dovranno essere impiantate colture legnose per almeno due terzi della superficie (circa 300 olivi a sesto di impianto 8 x 8), prevedendo un oliveto con sesto d’impianto non inferiore a m 6 x 6 e non superiore a m 10 x 10. Per particolari situazioni legate alla sistemazione del fondo, potrà essere ammissibile una parte a frutteto o vigneto, ricorrendo ai sesti d’impianto tradizionali della zona. Gli annessi non possono mutare la destinazione d’uso agricola per 20 anni. Manufatti di gestione : è possibile installare un unico box, per lotto, con struttura in legno di 20 mq, altezza media ml.2,50, semplicemente appoggiati a terra, purchè la superficie del lotto sia superiore a 2.000 mq ed non superiore a 30.000 mq e non siano presenti altri manufatti. Impegni di coltivazione : sul 50% della superficie del lotto si dovrà impiantare un oliveto con sesto di impianto 8 x 8 o equivalente per densità. Qualora l’oliveto sia già presente su tale quota di superficie, se ne dovrà garantire il mantenimento ed il recupero sottoscrivendo analogo impegno. Riuso Volumi Agricoli Residenze di aziende agricole condotte da imprenditori professionali Per tutte le residenze rurali è previsto l’incremento una tantum previsto all’art.5 comma 3 della L.R.64/95. Con i PMAA, è consentito un’ampliamento della residenza rurale che consenta di raggiungere i 200 mq di superficie utile netta. La realizzazione di porticati è ammessa nella misura massima del 20% della superficie coperta. Annessi per autoconsumo superiori a 80 mc. in aziende inferiori ai minimi di cui all’art. 26, comma 10, del PTC. Per gli annessi superiori a 80 mc, con area di pertinenza superiore a 6.000 mq ampliamento di 30 mq di superficie coperta senza superare 120 mq di superficie coperta. Con tali ampliamenti non potranno essere accorpati eventuali altri volumi con interventi di ristrutturazione e trasferimento di cui alla L.R.52/99, che andranno demoliti. Le proprietà potranno essere recintate solo con siepi vive dell’altezza max 1.50. Impegni di coltivazione : Poiché l’ampiezza del lotto è più di 100 volte la superficie coperta, sul 50% della sua superficie si dovrà impiantare un oliveto con sesto di impianto m 8,0 x 8,0 o equivalente per densità. Qualora l’oliveto sia già presente su tale quota di superficie, se ne dovrà garantire il mantenimento ed il recupero sottoscrivendo analogo impegno. E’ obbligatorio il mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 50 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia.

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Edifici con destinazione d’uso non agricola Edifici residenziali Ampliamenti una tantum fino a raggiungere 150 mq di superficie coperta su di un piano (o su due piani a parità di volume) con possibilità di sfruttare il pendio per seminterrati (prioritariamente garages poi magazzini e cantine ) aperti su un solo lato, esclusivamente sul sedime dell’edificio. L’altezza del piano fuori terra non potrà superare i 3.00 m e la pendenza del tetto non può superare il 30%. La realizzazione di porticati è ammessa nella misura massima del 20% della superficie coperta. Impegni di coltivazione : - pertinenze superiori a 100 volte la superficie coperta: 40% della superficie del fondo con

coltivazioni legnose e ortofrutticole tradizionali (mediamente e orientativamente il 40% di superficie a oliveto con sesto di m 8 x 8 o simile, il 10% a vigneto e/o frutteto, il 10% a colture ortive);

- pertinenze non superiori a 100 volte la superficie coperta: 30% della superficie del fondo con coltivazioni legnose e ortofrutticole tradizionali (mediamente e orientativamente il 30% di superficie a oliveto con sesto di m 8 x 8 o simile, il 10% a vigneto e/o frutteto, il 5% a colture ortive);

- mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 50 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia.

Edifici non residenziali (specialistici) Fino alla dimensione di 1.500 mc è consentito il recupero anche con interventi di ristrutturazione urbanistica: - 40% da destinare a funzioni connesse o integrative di cui art. 1, comma 4, della L.R.25/97,

esclusa la funzione ricettiva o residenziale; - 60% da destinare ad altre funzioni. L’eventuale ristrutturazione urbanistica configurerà al massimo due edifici che rispettino le quote funzionali con le seguenti prescrizioni: progetto esteso a tutta l’area di intervento; pertinenze e oneri definiti ai sensi Art. 26, comma 11, del PTC provinciale; pertinenze delimitate con siepi tradizionali ed esclusione di recinzioni in muratura; uso di tecnologie tradizionali con esclusione di strutture prefabbricate; mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in

oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 100 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia.

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ART.44 - INTERVENTI ORDINARI SUL TERRITORIO RURALE (ART. 26 E SCHEDA 11 DEL P.T.C.) I volumi edificabili per la conduzione, riferiti ad ogni singola coltura agraria, sono stabiliti dai parametri di cui ai commi 4 e 5 della scheda 11 del PTC provinciale in tutti gli interventi ordinari sul territorio per cui è prevista la redazione di PMAA; rapporti volumetrici superiori sono ammissibili ma dovranno essere adeguatamente motivati con specifica relazione agronomica, a corredo del PMAA stesso, che evidenzi: per rimesse di macchine, attrezzi ed impianti, gli ingombri netti e lordi delle attrezzature ai fini del

calcolo della volumetria dell’annesso; considerando che gli spazi di manovra, le corsie di spostamento o utilizzo non possono superare il 30% della superficie occupata dai macchinari

per magazzini e simili, i volumi delle scorte da immagazzinare e il periodo di stoccaggio; per le stalle e le stalle-fienile il numero di capi allevati (si consideri in media m 1,0 di corsia di

alimentazione per ogni capo adulto), il tipo di stabulazione, la quantità di scorte da proteggere, l’eventuale zona di allevamento vitelli, gli spazi accessori (sala mungitura, sala refrigerazione, ecc.) dimensionati in base all’effettiva produzione aziendale.

per i fienili l’effettiva produzione di fieno, il tipo di imballaggio e il periodo medio di stoccaggio del prodotto in attesa di vendita o di riutilizzo in azienda;

per i silos, il tipo di prodotto da insilare, nonché la quantità prodotta mediamente in azienda; per le abitazioni agricole, la composizione e la consistenza del nucleo familiare dell’imprenditore o

dell’addetto. Fatto salvo quanto disposto, ai successivi punti non è ammessa l’edificazione di annessi eccedenti le capacità produttive del fondo. Edificazione di volumi di trasformazione: I volumi per la trasformazione in azienda, si dividono in quattro tipologie prevalenti: cantine: 200 mc/ha di superficie vitata fino a 5 ettari; 125 mc/ha di superficie vitata oltre 5 ettari; frantoi aziendali: 60 mc/ha di superficie specializzata o /200 piante in coltura non specializzata; caseifici aziendali: 6 mc/U.B.A. equivalente; locali per la produzione di appertizzati, sottoli e sottaceti da prodotti ortofrutticoli aziendali: 120

mc/ha di coltura (compresa l’eventuale produzione promiscua o ripetuta). Per tutti i volumi interrati di nuova costruzione si considera, ai fini del riuso una volta decaduti gli impegni conseguenti l’atto d’obbligo, il 30% della volumetria effettiva. Edificazione di volumi supplementari: Per attività integrative con l’art. 1 comma 4, della L.R. 25/97. - 100% della volumetria esistente fino a 400 mc realizzabile, con i criteri esposti al Titolo I, con atto d’obbligo ventennale esteso all’intera superficie aziendale. - I volumi edificabili per la conduzione, riferiti ad ogni singola coltura agraria (seminativo 100 mc/ha; oliveto 125mc/ha ecc.) sono validi per la redazione dei PMAA di qualsiasi azienda agraria. Edificazione di volumi art. 31 comma 15 e art. 32 comma 8 del PTC individuati in cartografia. Strutture artigianali o commerciali o di trasformazione e vendita prodotti locali: fino a 120 mq di

superficie coperta con nuova edificazione, e fino a 180 mq se ubicate nel patrimonio edilizio esistente.

Strutture ricettive per la fruizione del territorio rurale: 150 mq di superficie coperta e fino a 180 mq se collocate (interamente o in parte) nel patrimonio edilizio esistente.

ART.45 - AREE DI RECUPERO URBANISTICO “LA VECCHIA” E “LA GORA”

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Si tratta di aree distanti circa 5 chilometri (La Vecchia) e 2 chilometri (La Gora) dal capoluogo aventi un’estensione di circa 100 ettari .Le aree, al loro interno, si presentano intensamente coltivate a colture legnose da autoconsumo, frazionata in lotti di ampiezza compresa tra i 3.000 e i 10.000 metri quadrati, tutti di origine enfiteutica risalenti a concessioni coatte del secondo dopoguerra. L’estremo frazionamento ha determinato almeno tre tipologie di fabbricati: i microannessi di origine spontanea, gli annessi agricoli rilasciati ai sensi delle L.R. 10/79 e 64/95, le residenze derivanti dall’iniziale licenza edilizia poi integrata da provvedimenti legati alle figure professionali agricole senza terra e per ultimo da istanze di sanatoria. Complessivamente, allo stato attuale, alla Vecchia le residenze sono 12, gli annessi agricoli 7 e i microannessi sono presenti in quasi tutti i lotti di terreno mentre alla Gora le residenze sono 10, gli annessi agricoli sono 4 e i microannessi sono presenti in quasi tutti i lotti di terreno. La presente variante ha lo scopo di considerare come queste aree piuttosto lontane dalle zone insediate, caratterizzate da intensa coltivazione, abbiano un forte valore di presidio e vadano consolidate con interventi mirati al recupero e al rafforzamento della funzione di presenza umana distante dai centri abitati. Microannessi. Potranno essere recuperati quei volumi esistenti di superficie che varia di solito da 5 a 15 mq eseguiti con materiale povero in muratura ma di natura non precaria, ed ampliati una tantum fino a raggiungere: 25 mq.di superficie lorda se il lotto di intervento è inferiore a mq. 5.000 25 mq.di superficie lorda più il volume esistente con limite di mc.120 se il lotto di intervento è

compreso tra mq. 5.000 e mq.20.000 25 mq. di superficie lorda, più il volume esistente con limite di mc.180, se il lotto di intervento è

superiore a mq.20.000 Gli interventi saranno realizzati in pietra facciavista e altezza media non superiore a ml 2.50,

senza nuovi allacci a forniture pubbliche e impianti di smaltimento reflui. La somma del recupero e dell’ampliamento, che avvenga per successivi accorpamenti di lotti deve essere inferiore a mc. 180 e comporta la demolizione integrale dei preesistenti volumi presenti nel lotto. E’ ammessa l’installazione di cisterne interrate per la raccolta delle acque piovane in PVC o materiale simile. La destinazione d’uso esclude la residenza. Non è consentita la realizzazione di porticati. Impegni di coltivazione : - pertinenze superiori a 100 volte la superficie coperta: 40% della superficie del fondo con

coltivazioni legnose e ortofrutticole tradizionali (mediamente e orientativamente il 40% di superficie a oliveto con sesto di m 8 x 8 o simile, il 10% a vigneto e/o frutteto, il 10% a colture ortive);

- pertinenze non superiori a 100 volte la superficie coperta: 30% della superficie del fondo con coltivazioni legnose e ortofrutticole tradizionali (mediamente e orientativamente il 30% di superficie a oliveto con sesto di m 8 x 8 o simile, il 10% a vigneto e/o frutteto, il 5% a colture ortive);

- mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 50 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia.

Annessi per autoconsumo superiori a 80 mc. in aziende inferiori ai minimi di cui all’art. 26, comma 10, del PTC. Per gli annessi superiori a 80 mc con area di pertinenza superiore a 4.000 mq è ammesso un ampliamento una tantum di 30 mq di superficie coperta senza superare 100 mq di superficie totale

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coperta, altezza in gronda non superiore a ml.3,00. Con tale ampliamento non potranno essere accorpati eventuali volumi di cui alla L.52/99 che andranno demoliti. Le proprietà andranno recintate con siepi vive, h max 1.50. La proprietà non potrà essere ricondotta a fondo chiuso. La realizzazione di porticati consentita nei limiti del 20% della superficie coperta Impegni di coltivazione : - pertinenze superiori a 100 volte la superficie coperta: 40% della superficie del fondo con

coltivazioni legnose e ortofrutticole tradizionali (mediamente e orientativamente il 40% di superficie a oliveto con sesto di m 8 x 8 o simile, il 10% a vigneto e/o frutteto, il 10% a colture ortive);

- pertinenze non superiori a 100 volte la superficie coperta: 30% della superficie del fondo con coltivazioni legnose e ortofrutticole tradizionali (mediamente e orientativamente il 30% di superficie a oliveto con sesto di m 8 x 8 o simile, il 10% a vigneto e/o frutteto, il 5% a colture ortive);

- mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 50 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia.

Residenze Per le residenze esistenti con area di pertinenza superiore a 4.000 mq è previsto un ampliamento una tantum di 30 mq di superficie coperta fino a raggiungere 100 mq di superficie totale coperta, su di un piano. L’altezza del piano fuori terra non potrà superare i 3.00 m e la pendenza del tetto non può superare il 30%. La realizzazione di porticati consentita nei limiti del 20% della superficie coperta Impegni di coltivazione : - pertinenze superiori a 100 volte la superficie coperta: 40% della superficie del fondo con

coltivazioni legnose e ortofrutticole tradizionali (mediamente e orientativamente il 40% di superficie a oliveto con sesto di m 8 x 8 o simile, il 10% a vigneto e/o frutteto, il 10% a colture ortive);

- pertinenze non superiori a 100 volte la superficie coperta: 30% della superficie del fondo con coltivazioni legnose e ortofrutticole tradizionali (mediamente e orientativamente il 30% di superficie a oliveto con sesto di m 8 x 8 o simile, il 10% a vigneto e/o frutteto, il 5% a colture ortive);

- mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 50 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia.

ART.46 - ARPA SN 32 (Poggio Buco e Morranaccio) Trattandosi di un’area adiacente all’alveo del Fiume Fiora valgono le disposizioni relative all’Art.1 bis L. 431/85 con relativo vincolo di inedificabilità.

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Ai sensi dalla presente Variante è vietata la modifica dell’utilizzo agrario dei suoli, la realizzazione di qualsiasi nuova infrastrutturazione a rete (acquedotti, linee elettriche ecc.) e di qualsiasi manufatto edilizio tranne quelli a corredo di nuclei esistenti e purché all’interno di pertinenze individuate. Nelle aree riparie e di golena appartenenti ad aziende agricole ai fini di tutela e valorizzazione ambientale delle stesse si applicano gli incrementi del monte ore di cui al Punto 4 scheda 11 del PTC purché il PMAA individui e valuti le operazioni di miglioramento e valorizzazione. Alle aziende che nelle superfici agricole (con centro aziendale esterno all’ARPA) fanno opere di miglioramento e manutenzione delle scoline, delle alberature e fosse camporili, di siepi, ed attività di tutela, valorizzazione ambientale, riduzione di pesticidi e fitofarmaci, valutate nei PMAA viene riconosciuta la potenzialità di avviare funzioni di fruizione dell’intorno rurale nella ristrutturazione edilizia e nel recupero del patrimonio edilizio esistente sia nelle residenze che negli annessi. Per tali aziende è inoltre consentita nuova edificazione (ai sensi della scheda 11, lettera 6 del PTC) presso il centro aziendale fino a 400 mc per attività turistiche, commerciali e artigianali ad integrazione dell’attività agricola. Le aziende che presentano PMAA per la realizzazione di edifici di conduzione interni all’ARPA devono collocarli a margine della strada vicinale esistente, con volumetria inferiore a 400 mc nel limite massimo di due unità, fatte salve le norme relative al rischio idraulico e al codice della strada. Agli annessi, di aziende aventi terreni ricadenti nell’ARPA e centro aziendale fuori da essa, che verranno realizzati con materiali tradizionali ed escluderanno il ricorso a tecnologie industrializzate, sia nelle pareti che nella copertura, il volume sarà computato al netto anziché al lordo. I suddetti incrementi sono cumulabili tra loro.

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TITOLO IV

CAPO I - LA BASSA VALLE DEL MEDIO ALBEGNA CP 3.2.2 area a prevalente funzione agricola (Sgrilla, Sgrillozzo, Marianaccia, Cirignano)

ART.47 - ZONE ESTERNE AI CENTRI ABITATI Sgrilla e Sgrillozzo (discendono da prescrizioni del Piano di indirizzo territoriale redatto dalla Regione e dal Piano territoriale di coordinamento provinciale) 1. Divieto di impiantare, al di fuori delle aziende agricole condotte da imprenditori agricoli

professionali di cui alla L. R. 6/94 e successive modificazioni, colture specializzate che rivestano carattere intensivo nelle specifiche seguenti:

vigneti aventi sesto d’impianto inferiore a metri 3,0 x 1,0; oliveti e frutteti aventi sesto d’impianto inferiore a metri 7,0 x 7,0 in quadro, o in

quinconce o settonce con densità superiore a 200 piante per ettaro; serre fisse di qualsiasi dimens ione, serre temporanee di dimensioni superiori a 100 mq.

In ogni caso, si dovrà mantenere l’aspetto tradizionale degli impianti arborei e provvedere al necessario recupero delle colture esistenti e caratteristiche dell’ambiente pedoclimatico in cui è collocata l’area.

Divieto di taglio di olivi, così come prescritto dal PTC e all’art. 3 delle presenti Norme, per quanto definito nelle unità di paesaggio.

Delimitazione delle aree di pertinenza a corredo dei volumi agricoli con siepi vive, con all’interno recinzioni in rete o legno.

Nei nuovi impianti di vigneto è escluso l’utilizzo di sostegni che non siano in legno. I nuovi impianti di vite e olivo o alberi da frutta potranno avere carattere intensivo o specializzato

solo in aziende condotte da imprenditori agricoli professionali, dovranno comunque rispettare la maglia fondiaria esistente, per cui non potranno essere apportate modifiche a tutte quelle sistemazioni del suolo e agli elementi del paesaggio che concorrono ad individuare la scansione fondiaria tipica dell’area.

Gli annessi non potranno essere soffittati o controsoffittati, dovranno avere copertura a capanna con o padiglione pendenza del tetto non superiore al 30%.

Fondi sprovvisti di strutture in muratura Le baracche in lamiera e le costruzioni precarie, non legittimate dovranno essere demolite entro tre anni dall’entrata in vigore della presente variante. E’ possibile installare un unico box per lotto con struttura in legno di 20 mq, altezza media di ml.2,50 semplicemente appoggiati a terra, purché la superficie del lotto sia superiore a 2.000 mq e non superiore a 30.000 mq. e non siano presenti altri manufatti Impegni di coltivazione : sul 50% della superficie del lotto si dovrà impiantare un oliveto con sesto di impianto 8 x 8 o equivalente per densità. Qualora l’oliveto sia già presente su tale quota di superficie, se ne dovrà garantire il mantenimento ed il recupero sottoscrivendo analogo impegno. Fondi provvisti di strutture in muratura Microannessi. Potranno essere recuperati quei volumi esistenti di superficie che varia di solito da 5 a 15 mq eseguiti con materiale povero in muratura ma di natura non precaria, ed ampliati una tantum fino a raggiungere: 25 mq.di superficie lorda se il lotto di intervento è inferiore a mq.5.000

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25 mq.di superficie lorda più il volume esistente con limite di mc.120 se il lotto di intervento è compreso tra mq. 5.000 e mq.20.000

25 mq. di superficie lorda, più il volume esistente con limite di mc.180, se il lotto di intervento è superiore a mq.20.000

Gli interventi saranno realizzati in pietra facciavista e altezza media non superiore a ml 2.50, senza nuovi allacci a forniture pubbliche e impianti di smaltimento reflui.

La somma del recupero e dell’ampliamento, che avvenga per successivi accorpamenti di lotti deve essere inferiore a mc. 180 e comporta la demolizione integrale dei preesistenti volumi presenti nel lotto. E’ ammessa l’installazione di cisterne interrate per la raccolta delle acque piovane in PVC o materiale simile. Non è consentita la realizzazione di porticati. Impegni di coltivazione : - pertinenze superiori a 100 volte la superficie coperta: 40% della superficie del fondo con

coltivazioni legnose e ortofrutticole tradizionali (mediamente e orientativamente il 40% di superficie a oliveto con sesto di m 8 x 8 o simile, il 10% a vigneto e/o frutteto, il 10% a colture ortive);

- pertinenze non superiori a 100 volte la superficie coperta: 30% della superficie del fondo con coltivazioni legnose e ortofrutticole tradizionali (mediamente e orientativamente il 30% di superficie a oliveto con sesto di m 8 x 8 o simile, il 10% a vigneto e/o frutteto, il 5% a colture ortive);

- mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 50 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia.

ART.48 - AREE ESTERNE Nuovi annessi per autoconsumo in fondi di ampiezza inferiore ai minimi In caso di frazionamenti attuati al di fuori dei PMAA non sono consentiti nuovi edifici per 10 anni successivi su tutti i terreni risultanti. Art.4 L.R.64/95. Annessi minimi: in questo ambito è possibile realizzare manufatti di 65 mq di superficie coperta, con altezza di ml 3.00 gronda, senza nuovi allacci a forniture pubbliche e impianti di smaltimento reflui. Con tale nuova realizzazione non potranno essere accorpati eventuali altri volumi tramite interventi di ristrutturazione con trasferimento previsti dalla L.52/99, che andranno pertanto demoliti. E’ ammessa l’installazione di cisterne interrate per la raccolta delle acque piovane in PVC o materiale simile. Il lotto di intervento avrà superficie maggiore di 23.000 mq. e dovranno essere impiantate colture legnose, per almeno due terzi della superficie prevedendo un oliveto con sesto d’impianto non inferiore a m 6 x 6 e non superiore a m 10 x 10. ( ad esempio circa 250 olivi a sesto di impianto 8 x 8, e colture fogliari da recisione) e altre colture che si adattino alla natura del terreno purché siano colture legnose.Per particolari situazioni legate alla sistemazione del fondo, potrà essere ammissibile una parte a frutteto o vigneto, ricorrendo ai sesti d’impianto tradizionali della zona. Gli annessi non possono mutare la destinazione d’uso agricola per 20 anni.

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Manufatti di gestione :è possibile installare un unico box per lotto con struttura in legno di 20 mq, altezza media ml. 2,50, semplicemente appoggiati a terra, purché la superficie del lotto sia superiore a 2.000 mq ed non superiore a 23.000 mq.e non siano presenti altri manufatti. Impegni di coltivazione : sul 50% della superficie del lotto si dovrà impiantare un oliveto con sesto di impianto 8 x 8 o equivalente per densità. Qualora l’oliveto sia già presente su tale quota di superficie, se ne dovrà garantire il mantenimento ed il recupero sottoscrivendo analogo impegno. Riuso Volumi Agricoli Residenze di aziende agricole condotte da imprenditori professionali Per tutte le residenze rurali è previsto l’incremento una tantum previsto all’art.5 comma 3 della L.R.64/95. Con i PMAA, è consentito un’ampliamento della residenza rurale che consenta di raggiungere i 200 mq di superficie utile netta. E’ ammessa la realizzazione di porticati nella misura massima del 30% della superficie coperta. Annessi per autoconsumo superiori a 80 mc. in aziende inferiori ai minimi di cui all’art. 26, comma 10 del P.T.C. Per gli annessi superiori a 80 mc con area di pertinenza superiore a 10.000 mq è ammesso un ampliamento una tantum di 30 mq di superficie coperta senza superare 120 mq di superficie coperta, altezza in gronda non superiore a ml.3.00. Con tale ampliamento non potranno essere accorpati eventuali volumi con interventi di ristrutturazione e trasferimento di cui alla L.52/99, che andranno demoliti. Le proprietà potranno essere recintate con siepi vive, h max 1.50. La proprietà non potrà essere ricondotta a fondo chiuso. Impegni di coltivazione : - pertinenze superiori a 100 volte la superficie coperta: 50% della superficie del fondo con

coltivazioni legnose e ortofrutticole tradizionali (mediamente e orientativamente il 40% di superficie a oliveto con sesto di m 8 x 8 o simile, il 10% a vigneto e/o frutteto, il 10% a colture ortive);

- pertinenze non superiori a 100 volte la superficie coperta: 40% della superficie del fondo con coltivazioni legnose e ortofrutticole tradizionali (mediamente e orientativamente il 30% di superficie a oliveto con sesto di m 8 x 8 o simile, il 10% a vigneto e/o frutteto, il 5% a colture ortive);

- mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 50 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia.

Edifici con destinazione d’uso non agricola a) Edifici residenziali Ampliamenti una tantum fino a 150 mq di superficie coperta su di un piano (o su due piani a parità di volume) con possibilità di sfruttare il pendio per seminterrati (prioritariamente garages, poi magazzini e cantine) aperti su un solo lato, esclusivamente sul sedime dell’edificio. L’altezza del piano fuori terra non potrà superare i 3.00 m e la pendenza non può superare il 30%: E’ ammessa la realizzazione di porticati nella misura massima del 30% della superficie coperta. Impegni di coltivazione : - pertinenze superiori a 100 volte la superficie coperta: 40% della superficie del fondo con

coltivazioni legnose e ortofrutticole tradizionali (mediamente e orientativamente il 40% di superficie a oliveto con sesto di m 8 x 8 o simile, il 10% a vigneto e/o frutteto, il 10% a colture ortive);

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- pertinenze non superiori a 100 volte la superficie coperta: 30% della superficie del fondo con coltivazioni legnose e ortofrutticole tradizionali (mediamente e orientativamente il 30% di superficie a oliveto con sesto di m 8 x 8 o simile, il 10% a vigneto e/o frutteto, il 5% a colture ortive);

- mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 50 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia.

b) Edifici non residenziali (specialistici) Fino alla dimensione di 1.500 mc è consentito il recupero anche con interventi di Ristrutturazione Urbanistica: 40% da destinare a funzioni connesse o integrative di cui all’art. 1 comma 4 della L.R.25/97 esclusa

la funzione ricettiva o residenziale; - 60% da destinare ad altre funzioni. La eventuale ristrutturazione urbanistica configurerà al massimo due edifici che rispettino le quote funzionali con le seguenti prescrizioni: progetto esteso a tutta l’area di intervento; pertinenze e oneri definiti ai sensi Art. 26 comma 11 del PTC; pertinenze delimitate con siepi tradizionali ed reclusione di recinzioni in muratura; uso di tecnologie tradizionali con esclusione di strutture prefabbricate; - mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in

oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 100 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia.

ART.49 - INTERVENTI ORDINARI SUL TERRITORIO RURALE (ART.26 E SCHEDA 11 DEL PTC) I Volumi edificabili per la conduzione, riferiti ad ogni singola coltura agraria, sono stabiliti dai parametri di cui ai commi 4 e 5 della scheda 11 del PTC provinciale in tutti gli interventi ordinari sul territorio per cui è prevista la redazione di PMAA; rapporti volumetrici superiori sono ammissibili ma dovranno essere adeguatamente motivati con specifica relazione agronomica, a corredo del PMAA stesso, che evidenzi: per rimesse di macchine, attrezzi ed impianti, gli ingombri netti e lordi delle attrezzature ai fini del

calcolo della volumetria dell’annesso; considerando che gli spazi di manovra, le corsie di spostamento o utilizzo non possono superare il 30% della superficie occupata dai macchinari

per magazzini e simili, i volumi delle scorte da immagazzinare e il periodo di stoccaggio; per le stalle e le stalle-fienile il numero di capi allevati (si consideri in media m 1.00 di corsia di

alimentazione per ogni capo adulto), il tipo di stabulazione, la quantità di scorte da proteggere, l’eventuale zona di allevamento vitelli, gli spazi accessori (sala mungitura, sala refrigerazione, ecc.) dimensionati in base all’effettiva produzione aziendale.

per i fienili l’effettiva produzione di fieno, il tipo di imballaggio e il periodo medio di stoccaggio del prodotto in attesa di vendita o di riutilizzo in azienda;

per i silos, il tipo di prodotto da insilare, nonché la quantità prodotta mediamente in azienda; per le abitazioni agricole, la composizione e la consistenza del nucleo familiare dell’imprenditore o

dell’addetto. Fatto salvo quanto disposto ai successivi punti, non è ammessa l’edificazione di annessi eccedenti le capacità produttive del fondo.

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Edificazione di volumi di trasformazione: I volumi per la trasformazione in azienda, si dividono in quattro tipologie prevalenti: cantine: 200 mc/ha di superficie vitata fino a 5 ettari; 125 mc/ha di superficie vitata oltre 5 ettari; frantoi aziendali: 60 mc/ha di superficie specializzata o 200 piante in coltura non specializzata; caseifici aziendali: 6 mc/U.B.A. equivalente; locali per la produzione di appertizzati, sottoli e sottaceti da prodotti ortofrutticoli aziendali: 120

mc/ha di coltura (compresa l’eventuale produzione promiscua o ripetuta). Per tutti i volumi interrati di nuova costruzione si considera, ai fini del riuso una volta decaduti gli impegni conseguenti l’atto d’obbligo, il 30% della volumetria effettiva. Edificazione di volumi supplementari: Per attività integrative con l’art. 1 comma 4 L.R. 25/97: 100% della volumetria esistente fino a 600 mc. realizzabile, con i criteri esposti al Titolo I, con atto

d’obbligo ventennale esteso all’intera superficie aziendale. Edificazione di volumi Art.31 comma 15 e Art. 32 comma 8 del PTC individuati in cartografia. Strutture artigianali o commerciali o di trasformazione e vendita prodotti locali fino a 180 mq di

superficie coperta con nuova edificazione, e fino a 200 mq se ubicate nel patrimonio edilizio esistente.

Strutture ricettive per la fruizione del territorio rurale 180 mq. di superficie coperta e fino a 200 mq se collocate (interamente o in parte) nel patrimonio edilizio esistente.

CAPO II - LE COLLINE D’ALBEGNA DEL TIBURZI R11 2.1 (ARPA S.40) area a prevalente funzione agricola (Tenuta Marsiliana, Poggio Morcola, Elsa) ART.50 - ZONA A EDIFICAZIONE QUASI NULLA – PRESCRIZIONI GENERALI (discendono da prescrizioni del Piano di indirizzo territoriale redatto dalla Regione e dal Piano territoriale di coordinamento provinciale) 1. Divieto di impiantare, al di fuori delle aziende agricole condotte da imprenditori agricoli

professionali di cui alla L. R. 6/94 e successive modificazioni, colture specializzate che rivestano carattere intensivo nelle specifiche seguenti:

vigneti aventi sesto d’impianto inferiore a metri 3,0 x 1,0; oliveti e frutteti aventi sesto d’impianto inferiore a metri 7,0 x 7,0 in quadro, o in

quinconce o settonce con densità superiore a 200 piante per ettaro; serre fisse di qualsiasi dimensione, serre temporanee di dimensioni superiori a 100 mq.

In ogni caso, si dovrà mantenere l’aspetto tradizionale degli impianti arborei e provvedere al necessario recupero delle colture esistenti e caratteristiche dell’ambiente pedoclimatico in cui è collocata l’area.

Divieto di taglio di olivi, così come prescritto dal PTC e all’art. 3 delle presenti Norme, per quanto definito nelle unità di paesaggio.

Delimitazione delle aree di pertinenza a corredo dei volumi agricoli con siepi vive, con all’interno recinzioni in rete o legno.

Nei nuovi impianti di vigneto è escluso l’utilizzo di sostegni che non siano in legno. I nuovi impianti di vite e olivo o alberi da frutta potranno avere carattere intensivo o specializzato

solo in aziende condotte da imprenditori agricoli professionali, dovranno comunque rispettare la maglia fondiaria esistente, per cui non potranno essere apportate modifiche a tutte quelle sistemazioni del suolo e agli elementi del paesaggio che concorrono ad individuare la scansione fondiaria tipica dell’area.

Gli annessi non potranno essere soffittati o controsoffittati, dovranno avere copertura a capanna o padiglione con pendenza del tetto non superiore al 30%.

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ART.51 - AREE ESTERNE Riuso Volumi Agricoli Residenze di aziende agricole condotte da imprenditori professionali Per tutte le residenze rurali è previsto l’incremento una tantum previsto all’art.5 comma 3 della L.R.64/95. Con i PMAA, è consentito un’ampliamento della residenza rurale che consenta di raggiungere i 200 mq di superficie utile netta. E’ ammessa la realizzazione di porticati nella misura massima del 30% della superficie coperta. Annessi per autoconsumo superiori a 80 mc. in aziende inferiori ai minimi di cui all’art. 26, comma 10 del PTC Per gli annessi superiori a 80 mc con area di pertinenza superiore a 20.000 mq è ammesso un ampliamento una tantum di 30 mq di superficie coperta senza superare 120 mq di superficie coperta altezza in gronda ml.3,00. Con tale ampliamento non potranno essere accorpati eventuali volumi con interventi di ristrutturazione e trasferimento di cui alla L.52/99, che andranno demoliti. Le proprietà potranno essere recintate con siepi vive, h max 1.50. La proprietà non potrà essere ricondotta a fondo chiuso. Impegni di coltivazione : - pertinenze superiori a 100 volte la superficie coperta: 50% della superficie del fondo con

coltivazioni legnose e ortofrutticole tradizionali (mediamente e orientativamente il 40% di superficie a oliveto con sesto di m 8 x 8 o simile, il 10% a vigneto e/o frutteto, il 10% a colture ortive);

- pertinenze non superiori a 100 volte la superficie coperta: 40% della superficie del fondo con coltivazioni legnose e ortofrutticole tradizionali (mediamente e orientativamente il 30% di superficie a oliveto con sesto di m 8 x 8 o simile, il 10% a vigneto e/o frutteto, il 5% a colture ortive);

- mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 50 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia.

Edifici con destinazione d’uso non agricola a) Edifici residenziali Ampliamenti una tantum fino a 150 mq di superficie coperta su di un piano (o su due piani a parità di volume) con possibilità di sfruttare il pendio per seminterrati (prioritariamente garages poi magazzini e cantine ) aperti su un solo lato, esclusivamente sul sedime dell’edificio. L’altezza del piano fuori terra non potrà superare i 3.00 m. e la pendenza del tetto non può superare il 30%. E’ ammessa la realizzazione di porticati nella misura massima del 30% della superficie coperta. Impegni di coltivazione : - pertinenze superiori a 100 volte la superficie coperta: 50% della superficie del fondo con

coltivazioni legnose e ortofrutticole tradizionali (mediamente e orientativamente il 40% di superficie a oliveto con sesto di m 8 x 8 o simile, il 10% a vigneto e/o frutteto, il 10% a colture ortive);

- pertinenze non superiori a 100 volte la superficie coperta: 40% della superficie del fondo con coltivazioni legnose e ortofrutticole tradizionali (mediamente e orientativamente il 30% di superficie a oliveto con sesto di m 8 x 8 o simile, il 10% a vigneto e/o frutteto, il 5% a colture ortive);

- mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 50 (pulitura e

scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e

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mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia.

ART.52 - INTERVENTI ORDINARI SUL TERRITORIO RURALE (ART.26 E SCHEDA 11 DEL PTC) I Volumi edificabili per la conduzione, riferiti ad ogni singola coltura agraria, sono stabiliti dai parametri di cui ai commi 4 e 5 della scheda 11 del PTC provinciale in tutti gli interventi ordinari sul territorio per cui è prevista la redazione di PMAA; rapporti volumetrici superiori sono ammissibili ma dovranno essere adeguatamente motivati con specifica relazione agronomica, a corredo del PMAA stesso, che evidenzi: la posizione dei nuovi annessi esclusivamente a integrazione e conclusione di nuclei rurali esistenti; per rimesse di macchine, attrezzi ed impianti, gli ingombri netti e lordi delle attrezzature ai fini del

calcolo della volumetria dell’annesso;considerando che gli spazi di manovra, le corsie di spostamento o utilizzo non possono superare il 30% della superficie occupata dai macchinari

per magazzini e simili, i volumi delle scorte da immagazzinare e il periodo di stoccaggio; per le stalle e le stalle-fienile il numero di capi allevati (si consideri in media m 1,0 di corsia di

alimentazione per ogni capo adulto), il tipo di stabulazione, la quantità di scorte da proteggere, l’eventuale zona di allevamento vitelli, gli spazi accessori (sala mungitura, sala refrigerazione, ecc..) dimensionati in base all’effettiva produzione aziendale.

per i fienili l’effettiva produzione di fieno, il tipo di imballaggio e il periodo medio di stoccaggio del prodotto in attesa di vendita o di riutilizzo in azienda;

per i silos, il tipo di prodotto da insilare, nonché la quantità prodotta mediamente in azienda; per le abitazioni agricole, la composizione e la consistenza del nucleo familiare dell’imprenditore o

dell’addetto. Fatto salvo quanto disposto ai successivi punti, non è ammessa l’edificazione di annessi eccedenti le capacità produttive del fondo. Edificazione di volumi di trasformazione: I volumi per la trasformazione in azienda, si dividono in quattro tipologie prevalenti: cantine: 200 mc/ha di superficie vitata fino a 5 ettari; 125 mc/ha di superficie vitata oltre 5 ettari; frantoi aziendali: 60 mc/ha di superficie specializzata o /200 piante in coltura non specializzata; caseifici aziendali: 6 mc/U.B.A. equivalente; locali per la produzione di appertizzati, sottoli e sottaceti da prodotti ortofrutticoli aziendali: 120

mc/ha di coltura (compresa l’eventuale produzione promiscua o ripetuta). Per tutti i volumi interrati di nuova costruzione si considera, ai fini del riuso una volta decaduti gli impegni conseguenti l’atto d’obbligo, il 30% della volumetria effettiva. Edificazione di volumi supplementari: Per attività integrative con l’art. 1 comma 4 L.R. 25/97, esclusa la ricettività turistica: 100% della volumetria esistente fino a 600 mc. realizzabile, con i criteri esposti al Titolo I, con atto

d’obbligo ventennale esteso all’intera superficie aziendale. ART.53 - ARPA S.40 ( Marsiliana) La S 40 – Colline della Marsiliana - costituisce la sezione residuale della vasta Tenuta del Principe Corsini espropriata e bonificata negli anni 50 dall’Ente Maremma. Si presenta come un’insieme complesso di rilievi quasi del tutto boscati nei quali è percepibile l’opera di selezione delle specie arboree. Trattandosi di un’area di circa 2.200 ettari possiede una discreta viabilità interna regolata

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soprattutto in base alle esigenze di taglio e sfruttamento delle risorse boschive. Oltre l’omonimo castello, tuttora sede amministrativa della fattoria, sono presenti due importanti emergenze di natura storico-archeologica. Pur tralasciando l’enorme importanza della necropoli etrusca di Banditella si deve accennare al fortilizio di Stachilagi (sede di Comunità fino alla fine del ‘200) e al monastero di San Benedetto in Silva. Questa ARPA al contrario delle precedenti si trova al centro della più vasta opera di appoderamento pianificato presente nel territorio comunale. In questo caso viene recepito interamente il comma 9 dell’art. 20 del PTC che vieta tra gli elementi più salienti di questa area: - la previsione di nuove espansioni urbane; - realizzazione di nuove infrastrutture a rete e puntuali di tipo primario e principale, nuove strutture ricettive, di servizio, villaggi turistici, campeggi, impianti per lo spettacolo e sportivi; sistemazioni esterne di tipo impermeabile, palificate, ripetitori e piloni; introduzione di nuove sistemazioni esterne in aree prive di fabbricati; iscrizioni pubblicitarie, nuovi arredi vegetazionali estranei al contesto ambientale delle stesse

ARPA; attività e interventi di: scarico di materiali di riporto e di risulta da scavi, raccolta in superficie di

ghiaia, sabbie e sassi; eliminazione di alberi caratteristici del paesaggio e imboschimento con specie non autoctone o utilizzazione diversa dal rimboschimento per versanti con pendenze superiori al 35%;

le Varianti Urbanistiche in applicazione della L.R. 64/95, in attuazione dell’art.1, comma 4, che non si riferiscono alla salvaguardia, al ripristino ed al recupero degli assetti paesistico ambientali.

Ai sensi del Comma 10 del citato art. 20 del PTC sono consentiti: - l’applicazione dei contenuti delle L.R. 64/95 e 25/97, secondo i parametri del P.T.C., solo per gli imprenditori agricoli; - la realizzazione di nuovi edifici per la conduzione dei fondi o per la trasformazione dei prodotti è limitata a volumi non superiori a mc 400 con altezza in gronda di ml 3.50 realizzati con tecnologie tradizionali ad interno in laterizio e rivestimento in pietra locale e copertura in laterizio a tegole e coppi (esclusione di Capannoni prefabbricati); - l’ampliamento di edifici esistenti purché avvenga con metodologie di recupero complessivo che prevedano il ricorso a tecnologie tradizionali in sostituzione di strutture a tecnologia industrializzata; - il recupero degli edifici esistenti è consentito anche a soggetti diversi dall’imprenditore agricolo purché avvenga con tecnologie tradizionali, eliminazione di eventuali tecnologie inquinanti (eternit, amianto ecc.), e non venga mutata la destinazione d’uso. Alle aziende presentatrici di PMAA o di Relazioni Agrituristiche che prevedono il riuso del patrimonio edilizio esistente da destinare ad agriturismo la capacità ricettiva, ai sensi art. 32, comma 6 del PTC può essere incrementata fino al raggiungimento di 60 posti letto a condizione che l’azienda presenti un programma (allegato alla richiesta di concessione e vincolante ai fini di essa) di fruizione complessiva delle caratteristiche dell’ARPA ai fini di valorizzazione e divulgazione delle caratteristiche Ambientali (la massa boschiva e il suo uso), Storiche (La Castellaccia e il Monastero di S. Benedetto in Silva), Insediative (gli abitati del Castello e della Dispensa) e sia garantito il ripristino e la funzionalità delle strade vicinali in esse comprese recuperando l’antico significato di collegamento strutturale tra le parti. Nella dotazione infrastrutturale di nuovi edifici o di quelli recuperati o di quelli ampliati le linee elettriche dovranno essere obbligatoriamente interrate anche se in allineamento con strade vicinali. Le aziende agricole non potranno produrre PMAA che prevedano la realizzazione di stalle e ricoveri per animali il cui rapporto capi/SAU superi la soglia di una UBA per ettaro. Sono vietati impianti di allevamento a stabulazione fissa che prevedano la presenza di capi di bestiame di tipo avicolo e suinicolo se non per uso familiare.

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CAPO III - LA PIANA DELL’OSA-ALBEGNA Pi 3 area a esclusiva funzione agricola (Marsiliana, Cutignolo, Quarto Albegna) ART.54 - ZONE ESTERNE AI CENTRI ABITATI (Marsiliana) (discendono da prescrizioni del Piano di indirizzo territoriale redatto dalla Regione e dal Piano territoriale di coordinamento provinciale) 1. Divieto di impiantare, al di fuori delle aziende agricole condotte da imprenditori agricoli

professionali di cui alla L. R. 6/94 e successive modificazioni, colture specializzate che rivestano carattere intensivo nelle specifiche seguenti:

vigneti aventi sesto d’impianto inferiore a metri 3,0 x 1,0; oliveti e frutteti aventi sesto d’impianto inferiore a metri 7,0 x 7,0 in quadro, o in

quinconce o settonce con densità superiore a 200 piante per ettaro; serre fisse di qualsiasi dimensione, serre temporanee di dimensioni superiori a 100 mq.

In ogni caso, si dovrà mantenere l’aspetto tradizionale degli impianti arborei e provvedere al necessario recupero delle colture esistenti e caratteristiche dell’ambiente pedoclimatico in cui è collocata l’area.

Divieto di taglio di olivi, così come prescritto dal PTC e all’art. 3 delle presenti Norme, per quanto definito nelle unità di paesaggio.

Delimitazione delle aree di pertinenza a corredo dei volumi agricoli con siepi vive, con all’interno recinzioni in rete o legno.

Nei nuovi impianti di vigneto è escluso l’utilizzo di sostegni che non siano in legno. I nuovi impianti di vite e olivo o alberi da frutta potranno avere carattere intensivo o specializzato

solo in aziende condotte da imprenditori agricoli professionali, dovranno comunque rispettare la maglia fondiaria esistente, per cui non potranno essere apportate modifiche a tutte quelle sistemazioni del suolo e agli elementi del paesaggio che concorrono ad individuare la scansione fondiaria tipica dell’area.

Gli annessi non potranno essere soffittati o controsoffittati, dovranno avere copertura a capanna o padiglione con pendenza del tetto non superiore al 30%.

Fienili e stalle aperte ricadenti in aziende agricole sono computate per l’intero volume fino a 500 mc. e per l’80% oltre 500 mc.

Fondi sprovvisti di strutture in muratura Le baracche in lamiera e le costruzioni precarie, non legittimate dovranno essere demolite entro tre anni dall’entrata in vigore della presente variante. E’ possibile installare un unico box per lotto, con struttura in legno di 20 mq, altezza media di ml. 2,50, semplicemente appoggiati a terra, purché la superficie del lotto sia superiore a 2.000 mq e non superiore a 20.000 mq. e non siano presenti altri manufatti. Impegni di coltivazione : sul 50% della superficie del lotto si dovranno impiantare colture legnose, adatte al carattere dei suoli, anche con fini ornamentali, forestali o piantonai, aventi sesto di impianto adeguato o un oliveto con sesto di impianto 8 x 8.Qualora le colture siano già presenti su tale quota di superficie, se ne dovrà garantire il mantenimento ed il recupero sottoscrivendo analogo impegno. Fondi provvisti di strutture in muratura Microannessi per autoconsumo Potranno essere recuperati quei volumi esistenti di superficie che varia di solito da 5 a 15 mq eseguiti con materiale povero in muratura ma di natura non precaria, ed ampliati una tantum fino a 25 mq, altezza in gronda non superiore a ml 2.50, senza nuovi allacci a forniture pubbliche e impianti di smaltimento reflui.

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Il lotto di intervento raggiunto anche in fase di applicazione della variante deve essere superiore a 20.000 mq. La somma del recupero e dell’ampliamento, che avvenga per successivi accorpamenti di lotti e ristrutturazione urbanistica, non deve superare 200 mc complessivi lordi. E’ ammessa l’installazione di cisterne interrate per la raccolta delle acque piovane in PVC o materiale simile. Non è consentita la realizzazione di porticati. La ristrutturazione e l’ampliamento comporta la demolizione integrale dei preesistenti volumi presenti nel lotto. Impegni di coltivazione : - pertinenze superiori a 100 volte la superficie coperta: 50% della superficie del fondo con

coltivazioni legnose e ortofrutticole tradizionali (mediamente e orientativamente il 40% di superficie a oliveto con sesto di m 8 x 8 o simile, il 10% a vigneto e/o frutteto, il 10% a colture ortive);

- pertinenze non superiori a 100 volte la superficie coperta: 40% della superficie del fondo con coltivazioni legnose e ortofrutticole tradizionali (mediamente e orientativamente il 30% di superficie a oliveto con sesto di m 8 x 8 o simile, il 10% a vigneto e/o frutteto, il 5% a colture ortive);

- mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 50 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia. ART.55 - AREE ESTERNE Nuovi annessi in fondi di ampiezza inferiore ai minimi In caso di frazionamenti attuati al di fuori dei PMAA non sono consentiti nuovi edifici per 10 anni successivi su tutti i terreni risultanti (art.3, comma 5, 5 bis e 5 ter LR 64/95). Annessi minimi: in questo ambito è possibile realizzare manufatti di 65 mq di superficie coperta, con altezza di ml 3.00 gronda, senza allacci a forniture pubbliche e impianti di smaltimento reflui. Il lotto di pertinenza avrà superficie maggiore di a 23.000 mq. Si dovranno impiantare, per almeno due terzi della superficie, colture legnose, adatte al carattere dei suoli, anche con fini ornamentali, forestali o piantonai, aventi sesto di impianto adeguato Con tale nuova realizzazione non potranno essere accorpati eventuali altri volumi tramite interventi di ristrutturazione con trasferimento previsti dalla L.52/99, che andranno pertanto demoliti. Manufatti di gestione : è possibile installare un unico box, per lotto, con struttura in legno di 20 mq, altezza media ml.2,50, semplicemente appoggiati a terra, purché la superficie del lotto sia superiore a 2.000 e non superiore a mq 20.000 e non siano presenti altri manufatti. Impegni di coltivazione : sul 50% della superficie del lotto si dovranno impiantare colture legnose, adatte al carattere dei suoli, anche con fini ornamentali, forestali o piantonai, aventi sesto di impianto adeguato o un oliveto con sesto di impianto 8 x 8.Qualora le colture siano già presenti su tale quota di superficie, se ne dovrà garantire il mantenimento ed il recupero sottoscrivendo analogo impegno. Riuso Volumi Agricoli Residenze di aziende agricole condotte da imprenditori professionali Per tutte le residenze rurali è previsto l’incremento una tantum previsto all’art.5 comma 3 della L.R.64/95. Con i PMAA, è consentito un’ampliamento della residenza rurale che consenta di raggiungere i 200 mq di superficie utile netta. E’ ammessa la realizzazione di porticati nella misura massima del 30% della superficie coperta.

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Annessi per autoconsumo superiori a 80 mc. in aziende inferiori ai minimi di cui all’art. 26, comma 10 del PTC Per gli annessi superiori a 80 mc con area di pertinenza superiore a 10.000 mq è ammesso un ampliamento una tantum di 30 mq di superficie coperta senza superare 120 mq di superficie coperta altezza in gronda ml.3,00. Con tale nuova realizzazione non potranno essere accorpati eventuali altri volumi tramite interventi di ristrutturazione con trasferimento previsti dalla L.52/99, che andranno pertanto demoliti. Le proprietà andranno recintate con siepi vive, h max 1.50. La proprietà non potrà essere ricondotta a fondo chiuso. Impegni di coltivazione : - pertinenze superiori a 100 volte la superficie coperta: 50% della superficie del fondo con

coltivazioni legnose e ortofrutticole tradizionali (mediamente e orientativamente il 40% di superficie a oliveto con sesto di m 8 x 8 o simile, il 10% a vigneto e/o frutteto, il 10% a colture ortive);

- pertinenze non superiori a 100 volte la superficie coperta: 40% della superficie del fondo con coltivazioni legnose e ortofrutticole tradizionali (mediamente e orientativamente il 30% di superficie a oliveto con sesto di m 8 x 8 o simile, il 10% a vigneto e/o frutteto, il 5% a colture ortive);

- mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 50 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia.

ART.56 Edifici con destinazione d’uso non agricola a) Edifici residenziali Ampliamenti una tantum fino a 150 mq di superficie coperta su di un piano (o su due piani a parità di volume) con possibilità di sfruttare il pendio per seminterrati (prioritariamente garages, poi magazzini e cantine) aperti su un solo lato, esclusivamente sul sedime dell’edificio. L’altezza del piano fuori terra non potrà superare i 3.00 m e la pendenza non può superare il 30%. E’ ammessa la realizzazione di porticati nella misura massima del 30% della superficie coperta. Impegni di coltivazione: - pertinenze superiori a 100 volte la superficie coperta: 40% della superficie del fondo con

coltivazioni legnose e ortofrutticole tradizionali (mediamente e orientativamente il 40% di superficie a oliveto con sesto di m 8 x 8 o simile, il 10% a vigneto e/o frutteto, il 10% a colture ortive);

- pertinenze non superiori a 100 volte la superficie coperta: 30% della superficie del fondo con coltivazioni legnose e ortofrutticole tradizionali (mediamente e orientativamente il 30% di superficie a oliveto con sesto di m 8 x 8 o simile, il 10% a vigneto e/o frutteto, il 5% a colture ortive);

- mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 50 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia.

b) Edifici non residenziali (specialistici) Fino alla dimensione di 1.500 mc è consentito il recupero anche con interventi di Ristrutturazione Urbanistica: 40% da destinare a funzioni connesse o integrative di cui all’art. 1 comma 4 della L.R.25/97 esclusa

la funzione ricettiva o residenziale;

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- 60% da destinare ad altre funzioni. La eventuale ristrutturazione urbanistica configurerà al massimo due edifici che rispettino le quote funzionali con le seguenti prescrizioni: progetto esteso a tutta l’area di intervento; pertinenze e oneri definiti ai sensi Art. 26 comma 11 del PTC; pertinenze delimitate con siepi tradizionali ed reclusione di recinzioni in muratura; uso di tecnologie tradizionali con esclusione di strutture prefabbricate; mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in

oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 100 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia.

ART.57 - INTERVENTI ORDINARI SUL TERRITORIO RURALE (ART.26 E SCHEDA 11 DEL PTC) I Volumi edificabili per la conduzione, riferiti ad ogni singola coltura agraria, sono disciplinati dai parametri di cui ai commi 4 e 5 della scheda 11 del PTC provinciale in tutti gli interventi ordinari sul territorio per cui è prevista la redazione di PMAA; rapporti volumetrici superiori sono ammissibili ma dovranno essere adeguatamente motivati con specifica relazione agronomica, a corredo del PMAA stesso, che evidenzi: per rimesse di macchine, attrezzi ed impianti, gli ingombri netti e lordi delle attrezzature ai fini del

calcolo della volumetria dell’annesso;considerando che gli spazi di manovra, le corsie di spostamento o utilizzo non possono superare il 30% della superficie occupata dai macchinari.

per magazzini e simili, i volumi delle scorte da immagazzinare e il periodo di stoccaggio; per le stalle e le stalle-fienile il numero di capi allevati (si consideri in media m 1,0 di corsia di

alimentazione per ogni capo adulto), il tipo di stabulazione, la quantità di scorte da proteggere, l’eventuale zona di allevamento vitelli, gli spazi accessori (sala mungitura, sala refrigerazione, ecc..) dimensionati in base all’effettiva produzione aziendale.

per i fienili l’effettiva produzione di fieno, il tipo di imballaggio e il periodo medio di stoccaggio del prodotto in attesa di vendita o di riutilizzo in azienda;

per i silos, il tipo di prodotto da insilare, nonché la quantità prodotta mediamente in azienda; per le abitazioni agricole, la composizione e la consistenza del nucleo familiare dell’imprenditore o

dell’addetto. Fatto salvo quanto disposto ai successivi punti, non è ammessa l’edificazione di annessi eccedenti le capacità produttive del fondo. Edificazione di volumi di trasformazione: I volumi per la trasformazione in azienda, si dividono in quattro tipologie prevalenti: cantine: 200 mc/ha di superficie vitata fino a 5 ettari; 125 mc/ha di superficie vitata oltre 5 ettari; frantoi aziendali: 60 mc/ha di superficie specializzata o /200 piante in coltura non specializzata; caseifici aziendali: 6 mc/U.B.A. equivalente; locali per la produzione di appertizzati, sottoli e sottaceti da prodotti ortofrutticoli aziendali: 120

mc/ha di coltura (compresa l’eventuale produzione promiscua o ripetuta). Per tutti i volumi interrati di nuova costruzione si considera, ai fini del riuso una volta decaduti gli impegni conseguenti l’atto d’obbligo, il 30% della volumetria effettiva. Edificazione di volumi supplementari: Per attività integrative di cui all’art. 1 comma 4 L.R. 25/97, esclusa la ricettività turistica: 100% della volumetria esistente fino a 600 mc. realizzabile, con i criteri esposti al Titolo I, con atto

d’obbligo ventennale esteso all’intera superficie aziendale.

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Edificazione di volumi Art.31 comma 15 e Art. 32 comma 8 del PTC individuati in cartografia. Strutture artigianali o commerciali o di trasformazione e vendita prodotti locali fino a 200 mq di

superficie coperta senza nuova edificazione, purché ubicate nel patrimonio edilizio esistente. Strutture ricettive per la fruizione del territorio rurale 200 mq. di superficie coperta purché

collocate (interamente o in parte) nel patrimonio edilizio esistente.

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TITOLO V

CAPO I - L’AGRO PEDECOLLINARE DI MANCIANO R10 4.3. aree a prevalente funzione agricola (Monte Marciano, Capriola) ART.58 - PRESCRIZIONI GENERALI

1. Divieto di impiantare, al di fuori delle aziende agricole condotte da imprenditori agricoli professionali di cui alla L.R. 6/94 e successive modificazioni, colture specializzate che rivestano carattere intensivo nelle specifiche seguenti:

vigneti aventi sesto d’impianto inferiore a metri 3,0 x 1,0; oliveti e frutteti aventi sesto d’impianto inferiore a metri 7,0 x 7,0 in quadro, o in

quinconce o settonce con densità superiore a 200 piante per ettaro; serre fisse di qualsiasi dimensione, serre temporanee di dimensioni superiori a 100 mq.

In ogni caso, si dovrà mantenere l’aspetto tradizionale degli impianti arborei e provvedere al necessario recupero delle colture esistenti e caratteristiche dell’ambiente pedoclimatico in cui è collocata l’area. Si consiglia l’impianto di colture forestali con essenze tradizionali nella realizzazione di pertinenze o di fondi legati a impegni di coltivazione per la nuova edificazione o l’ampliamento di edifici esistenti.

Delimitazione delle aree di pertinenza a corredo dei volumi agr icoli con siepi vive, con all’interno recinzioni in rete o legno.

Negli impianti di vigneto di aziende che avviano attività integrative è escluso l’utilizzo di qualsiasi materiale che non sia il legno.

I nuovi impianti di vite e olivo o alberi da frutta potranno avere carattere intensivo o specializzato solo in aziende condotte da imprenditori agricoli professionali, dovranno comunque rispettare la maglia fondiaria esistente, per cui non potranno essere apportate modifiche a tutte quelle sistemazioni del suolo e agli elementi del paesaggio che concorrono ad individuare la scansione fondiaria tipica dell’area.

Gli annessi non potranno essere soffittati o controsoffittati, dovranno avere copertura a capanna o padiglione pendenza non superiore al 30%.

La distanza dei nuovi edifici dalle masse boscate deve essere maggiore di 100 m. ad eccezione di quegli edifici che integrano siti esistenti

I volumi agricoli di ampliamento, trasferimento, nuova edificazione devono contribuire al concetto di conformazione conclusa e devono essere contenuti, assieme all’esistente, in un lotto unico di pertinenza.

Fondi sprovvisti di strutture in muratura Le baracche in lamiera e le costruzioni precarie, dovranno essere demolite entro tre anni dall’entrata in vigore della presente variante. E’ possibile installare un unico box per lotto, con struttura in legno di 20 mq, altezza media di ml. 2,50, semplicemente appoggiati a terra, purché la superficie del lotto sia superiore a 2.000 mq e non superiore a 20.000 mq.e non siano presenti altri manufatti Impegni di coltivazione : sul 50% della superficie del lotto si dovranno impiantare colture legnose, adatte al carattere dei suoli, anche con fini ornamentali, forestali o piantonai, aventi sesto di impianto adeguato o un oliveto con sesto di impianto 8 x 8.Qualora le colture siano già presenti su tale quota di superficie, se ne dovrà garantire il mantenimento ed il recupero sottoscrivendo analogo impegno.

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Fondi provvisti di strutture in muratura Microannessi per autoconsumo Potranno essere recuperati quei volumi esistenti di superficie che varia di solito da 5 a 15 mq eseguiti con materiale povero in muratura ma di natura non precaria, ed ampliati una tantum fino a 25 mq, altezza media non superiore a ml 2.50, senza nuovi allacci a forniture pubbliche e impianti di smaltimento reflui. Il lotto di intervento raggiunto anche in fase di applicazione della variante deve essere superiore a 25.000 mq. La somma del recupero e dell’ampliamento, che avvenga per successivi accorpamenti di lotti e ristrutturazione urbanistica, non deve superare 200 mc complessivi lordi. E’ ammessa l’installazione di cisterne interrate per la raccolta delle acque piovane in PVC o materiale simile. Non è consentita la realizzazione di porticati. La ristrutturazione e l’ampliamento comporta la demolizione integrale dei preesistenti volumi presenti nel lotto. Impegni di coltivazione : - pertinenze superiori a 100 volte la superficie coperta: 50% della superficie del fondo con

coltivazioni legnose e ortofrutticole tradizionali (mediamente e orientativamente il 40% di superficie a oliveto con sesto di m 8 x 8 o simile, il 10% a vigneto e/o frutteto, il 10% a colture ortive);

- pertinenze non superiori a 100 volte la superficie coperta: 40% della superficie del fondo con coltivazioni legnose e ortofrutticole tradizionali (mediamente e orientativamente il 30% di superficie a oliveto con sesto di m 8 x 8 o simile, il 10% a vigneto e/o frutteto, il 5% a colture ortive);

- mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 50 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia. ART.59 - AREE ESTERNE Nuovi annessi per autoconsumo in fondi di ampiezza inferiore ai minimi In caso di frazionamenti attuati al di fuori dei PMAA non sono consentiti nuovi edifici per 10 anni successivi su tutti i terreni risultanti (art.3, comma 5, 5bis e 5 ter L.R.64/95). Annessi minimi: in questo ambito è possibile realizzare manufatti di 65 mq di superficie coperta, con altezza di ml 3.00 gronda, e senza nuovi allacci a forniture pubbliche e impianti di smaltimento reflui. Con tale nuova realizzazione non potranno essere accorpati eventuali altri volumi tramite interventi di ristrutturazione con trasferimento previsti dalla L.52/99, che andranno pertanto demoliti. Non è ammessa la realizzazione di porticati. Il lotto di intervento avrà superficie maggiore di 50.000 mq. e dovranno essere impiantate colture legnose per almeno due terzi della superficie, prevedendo un oliveto con sesto d’impianto non inferiore a m 6 x 6 e non superiore a m 10 x 10. Per particolari situazioni legate alla sistemazione del fondo, potrà essere ammissibile una parte a frutteto o vigneto, o colture forestali o piantonai ricorrendo ai sesti d’impianto tradizionali della zona. Manufatti di gestione :

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E’ possibile installare un unico box per lotto, con struttura in legno di 20 mq, altezza media di ml. 2,50, semplicemente appoggiati a terra, purché la superficie del lotto sia superiore a 2.000 mq e non superiore a 20.000 mq.e non siano presenti altri manufatti Impegni di coltivazione : sul 50% della superficie del lotto si dovranno impiantare colture legnose, adatte al carattere dei suoli, anche con fini ornamentali, forestali o piantonai, avent i sesto di impianto adeguato o un oliveto con sesto di impianto 8 x 8.Qualora le colture siano già presenti su tale quota di superficie, se ne dovrà garantire il mantenimento ed il recupero sottoscrivendo analogo impegno. Riuso Volumi Agricoli Residenze di aziende agricole Per tutte le residenze rurali è previsto l’incremento una tantum previsto all’art.5 comma 3 della L.R.64/95. Con i PMAA, è consentito un ampliamento della residenza rurale che consenta di raggiungere i 200 mq di superficie utile netta. E’ ammessa la realizzazione di porticati nella misura massima del 30% della superficie coperta. Annessi per autoconsumo superiori a 80 mc. in aziende inferiori ai minimi di cui all’art. 26, comma 10 del PTC Per gli annessi superiori a 80 mc con area di pertinenza superiore a 30.000 mq è ammesso un ampliamento una tantum di 30 mq di superficie coperta senza superare 120 mq di superficie coperta. Con tale ampliamento non potranno essere accorpati eventuali volumi di cui alla L.52/99 che andranno demoliti. Non è consentita la realizzazione di porticati Le proprietà andranno recintate con siepi vive, h max 1,50 La proprietà non potrà essere ricondotta a fondo chiuso. Impegni di coltivazione : - poiché le pertinenze sono superiori a 100 volte la superficie coperta: 50% della superficie del

fondo con coltivazioni legnose e ortofrutticole tradizionali (mediamente e orientativamente il 40% di superficie a oliveto con sesto di m 8 x 8 o simile, il 10% a vigneto e/o frutteto, il 10% a colture ortive) o oliveto e piantonaio o in alternativa colture forestali;

- mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 50 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia.

Edifici con destinazione d’uso non agricola a) Edifici residenziali Ampliamenti una tantum fino a 150 mq di superficie coperta su di un piano (o su due piani a parità di volume) con possibilità di sfruttare il pendio per seminterrati (prioritariamente garages poi magazzini e cantine) aperti su un solo lato, esclusivamente sul sedime dell’edificio. L’altezza del piano fuori terra non potrà superare i 3.00 m. e la pendenza del tetto non può superare il 30%. E’ ammessa la realizzazione di porticati nella misura massima del 30% della superficie coperta. Impegni di coltivazione : - pertinenze superiori a 100 volte la superficie coperta: 50% della superficie del fondo con

coltivazioni legnose e ortofrutticole tradizionali (mediamente e orientativamente il 40% di superficie a oliveto con sesto di m 8 x 8 o simile, il 10% a vigneto e/o frutteto, il 10% a colture ortive), in alternativa oliveto e piantonaio o colture forestali;

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- pertinenze non superiori a 100 volte la superficie coperta: 40% della superficie del fondo con coltivazioni legnose e ortofrutticole tradizionali (mediamente e orientativamente il 30% di superficie a oliveto con sesto di m 8 x 8 o simile, il 10% a vigneto e/o frutteto, il 5% a colture ortive), in alternativa oliveto e piantonaio o colture forestali;

- mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 50 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia.

b) Edifici non residenziali (specialistici) Fino alla dimensione di 1.500 mc è consentito il recupero anche con interventi di Ristrutturazione Urbanistica: 40% da destinare a funzioni connesse o integrative di cui all’art. 1 comma 4 della L.R.25/97 esclusa

la funzione ricettiva o residenziale; - 60% da destinare ad altre funzioni. La eventuale ristrutturazione urbanistica configurerà al massimo due edifici che rispettino le quote funzionali con le seguenti prescrizioni: progetto esteso a tutta l’area di intervento; pertinenze e oneri definiti ai sensi Art. 26 comma 11 del PTC; pertinenze delimitate con siepi tradizionali ed reclusione di recinzioni in muratura; uso di tecnologie tradizionali con esclusione di strutture prefabbricate; mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in

oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 100 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia .

ART.60 - INTERVENTI ORDINARI SUL TERRITORIO RURALE (ART.26 E SCHEDA 11 DEL PTC) I Volumi edificabili per la conduzione, riferiti ad ogni singola coltura agraria, sono disciplinati dai parametri di cui ai commi 4 e 5 della scheda 11 del PTC provinciale in tutti gli interventi ordinari sul territorio per cui è prevista la redazione di PMAA; rapporti volumetrici superiori sono ammissibili ma dovranno essere adeguatamente motivati con specifica relazione agronomica, a corredo del PMAA stesso, che evidenzi: per rimesse di macchine, attrezzi ed impianti, gli ingombri netti e lordi delle attrezzature ai fini del

calcolo della volumetria dell’annesso;considerando che gli spazi di manovra, le corsie di spostamento o utilizzo non possono superare il 30% della superficie occupata dai macchinari.

per magazzini e simili, i volumi delle scorte da immagazzinare e il periodo di stoccaggio; per le stalle e le stalle-fienile il numero di capi allevati (si consideri in media m 1,0 di corsia di

alimentazione per ogni capo adulto), il tipo di stabulazione, la quantità di scorte da proteggere, l’eventuale zona di allevamento vitelli, gli spazi accessori (sala mungitura, sala refrigerazione, ecc..) dimensionati in base all’effettiva produzione aziendale.

per i fienili l’effettiva produzione di fieno, il tipo di imballaggio e il periodo medio di stoccaggio del prodotto in attesa di vendita o di riutilizzo in azienda;

per i silos, il tipo di prodotto da insilare, nonché la quantità prodotta mediamente in azienda; per le abitazioni agricole, la composizione e la consistenza del nucleo familiare dell’imprenditore o

dell’addetto. Fatto salvo quanto disposto ai successivi punti, non è ammessa l’edificazione di annessi eccedenti le capacità produttive del fondo.

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Edificazione di volumi di trasformazione: I volumi per la trasformazione in azienda, si dividono in quattro tipologie prevalenti: cantine: 200 mc/ha di superficie vitata fino a 5 ettari; 125 mc/ha di superficie vitata oltre 5 ettari; frantoi aziendali: 60 mc/ha di superficie specializzata o 200 piante in coltura non specializzata; caseifici aziendali: 6 mc/U.B.A. equivalente; locali per la produzione di appertizzati, sottoli e sottaceti da prodotti ortofrutticoli aziendali: 120

mc/ha di coltura (compresa l’eventuale produzione promiscua o ripetuta). Per tutti i volumi interrati di nuova costruzione si considera, ai fini del riuso una volta decaduti gli impegni conseguenti l’atto d’obbligo, il 30% della volumetria effettiva. Edificazione di volumi supplementari: Per attività integrative di cui all’art. 1 comma 4 L.R. 25/97, 100% della volumetria esistente fino a 800 mc. realizzabile, con i criteri esposti al Titolo I, con atto

d’obbligo ventennale esteso all’intera superficie aziendale. CAPO II - LE COLLINE DEL FIORA DEL TIBURZI R 11 2.2 aree a prevalente funzione agricola (Scerpena, Campigliola, Torre di Montauto) ART.61 - PRESCRIZIONI GENERALI 1. Divieto di impiantare, al di fuori delle aziende agricole condotte da imprenditori

agricoli professionali di cui alla L. R. 6/94 e successive modificazioni, colture specializzate che rivestano carattere intensivo nelle specifiche seguenti:

vigneti aventi sesto d’impianto inferiore a metri 3,0 x 1,0; oliveti e frutteti aventi sesto d’impianto inferiore a metri 7,0 x 7,0 in quadro, o in

quinconce o settonce con densità superiore a 200 piante per ettaro; serre fisse di qualsiasi dimensione, serre temporanee di dimens ioni superiori a 100 mq.

In ogni caso, si dovrà mantenere l’aspetto tradizionale degli impianti arborei e provvedere al necessario recupero delle colture esistenti e caratteristiche dell’ambiente pedoclimatico in cui è collocata l’area. Si consiglia l’impianto di colture forestali con essenze tradizionali nella realizzazione di pertinenze o di fondi legati a impegni di coltivazione per la nuova edificazione o l’ampliamento di edifici esistenti.

Delimitazione delle aree di pertinenza a corredo dei volumi agr icoli con siepi vive, con all’interno recinzioni in rete o legno.

Negli impianti di vigneto di aziende che avviano attività integrative è escluso l’utilizzo di qualsiasi materiale che non sia il legno.

I nuovi impianti di vite e olivo o alberi da frutta potranno avere carattere intensivo o specializzato solo in aziende condotte da imprenditori agricoli professionali, dovranno comunque rispettare la maglia fondiaria esistente, per cui non potranno essere apportate modifiche a tutte quelle sistemazioni del suolo e agli elementi del paesaggio che concorrono ad individuare la scansione fondiaria tipica dell’area.

Gli annessi non potranno essere soffittati o controsoffittati, dovranno avere copertura a capanna o padiglione con pendenza non superiore al 30%.

La distanza dei nuovi edifici dalle masse boscate deve essere maggiore di 100 m.ad eccezione di quegli edifici che integrano siti esistenti

I volumi agricoli di ampliamento, trasferimento, nuova edificazione devono contribuire al concetto di conformazione conclusa e devono essere contenuti, assieme all’esistente, in un lotto unico di pertinenza.

Fondi sprovvisti di strutture in muratura

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Le baracche in lamiera e le costruzioni precarie, dovranno essere demolite entro tre anni dall’entrata in vigore della presente variante. E’ possibile installare un unico box per lotto, con struttura in legno di 20 mq, altezza media di ml. 2,50, semplicemente appoggiati a terra, purché la superficie del lotto sia superiore a 2.000 mq e non superiore a 25.000 mq.e non siano presenti altri manufatti Impegni di coltivazione : sul 50% della superficie del lotto si dovranno impiantare colture legnose, adatte al carattere dei suoli, anche con fini ornamentali, forestali o piantonai, aventi sesto di impianto adeguato o un oliveto con sesto di impianto 8 x 8.Qualora le colture siano già presenti su tale quota di superficie, se ne dovrà garantire il mantenimento ed il recupero sottoscrivendo analogo impegno. Fondi provvisti di strutture in muratura Microannessi per autoconsumo Potranno essere recuperati quei volumi esistenti di superficie che varia di solito da 5 a 15 mq eseguiti con materiale povero in muratura ma di natura non precaria, ed ampliati una tantum fino a 25 mq, altezza media non superiore a ml 2.50, senza nuovi allacci a forniture pubbliche e impianti di smaltimento reflui. Il lotto di intervento raggiunto anche in fase di applicazione della variante deve essere superiore a 25.000 mq. La somma del recupero e dell’ampliamento, che avvenga per successivi accorpamenti di lotti e ristrutturazione urbanistica, non deve superare 200 mc complessivi lordi. E’ ammessa l’installazione di cisterne interrate per la raccolta delle acque piovane in PVC o materiale simile. Non è consentita la realizzazione di porticati. La ristrutturazione e l’ampliamento comporta la demolizione integrale dei preesistenti volumi presenti nel lotto. Impegni di coltivazione : - pertinenze superiori a 100 volte la superficie coperta: 50% della superficie del fondo con

coltivazioni legnose e ortofrutticole tradizionali (mediamente e orientativamente il 40% di superficie a oliveto con sesto di m 8 x 8 o simile, il 10% a vigneto e/o frutteto, il 10% a colture ortive);

- pertinenze non superiori a 100 volte la superficie coperta: 40% della superficie del fondo con colt ivazioni legnose e ortofrutticole tradizionali (mediamente e orientativamente il 30% di superficie a oliveto con sesto di m 8 x 8 o simile, il 10% a vigneto e/o frutteto, il 5% a colture ortive);

- mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 50 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia.

ART.62 - AREE ESTERNE Nuovi annessi per autoconsumo in fondi di ampiezza inferiore ai minimi

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In caso di frazionamenti attuati al di fuori dei PMAA non sono consentiti nuovi edifici per 10 anni successivi su tutti i terreni risultanti (art.3, comma 5, 5bis e 5 ter L.R.64/95). Annessi minimi: in questo ambito è possibile realizzare manufatti di 65 mq di superficie coperta, con altezza di ml 3.00 gronda, senza nuovi allacci a forniture pubbliche e impianti di smaltimento reflui. Con tale nuova realizzazione non potranno essere accorpati eventuali altri volumi tramite interventi di ristrutturazione con trasferimento previsti dalla L.52/99, che andranno pertanto demoliti. Non è ammessa la realizzazione di porticati. Il lotto di intervento avrà superficie maggiore di 50.000 mq. e dovranno essere impiantate colture legnose per almeno due terzi della superficie, prevedendo un oliveto con sesto d’impianto non inferiore a m 6 x 6 e non superiore a m 10 x 10. Per particolari situazioni legate alla sistemazione del fondo, potrà essere ammissibile una parte a frutteto o vigneto, ricorrendo ai sesti d’impianto tradizionali della zona. Gli annessi ampliati non possono mutare la destinazione d’uso agricola per 20 anni. Manufatti di gestione : E’ possibile installare un unico box per lotto, con struttura in legno di 20 mq, altezza media di ml. 2,50, semplicemente appoggiati a terra, purché la superficie del lotto sia superiore a 2.000 mq e non superiore a 25.000 mq.e non siano presenti altri manufatti Impegni di coltivazione : sul 50% della superficie del lotto si dovranno impiantare colture legnose, adatte al carattere dei suoli, anche con fini ornamentali, forestali o piantonai, aventi sesto di impianto adeguato o un oliveto con sesto di impianto 8 x 8.Qualora le colture siano già presenti su tale quota di superficie, se ne dovrà garantire il mantenimento ed il recupero sottoscrivendo analogo impegno. Riuso Volumi Agricoli Residenze di aziende agricole Per tutte le residenze rurali è previsto l’incremento una tantum previsto all’art.5 comma 3 della L.R.64/95. Con i PMAA, è consentito un ampliamento della residenza rurale che consenta di raggiungere i 200 mq di superficie utile netta. E’ ammessa la realizzazione di porticati nella misura massima del 30% della superficie coperta. Annessi per autoconsumo superiori a 80 mc. in aziende inferiori ai minimi di cui all’art. 26, comma 10 del PTC Per gli annessi superiori a 80 mc con area di pertinenza superiore a 30.000 mq è ammesso un ampliamento una tantum di 30 mq di superficie coperta senza superare 120 mq di superficie coperta. Con tale ampliamento non potranno essere accorpati eventuali volumi di cui alla L.52/99 che andranno demoliti. Non è ammessa la realizzazione di porticati. Le proprietà andranno recintate con siepi vive, h max 1,50 La proprietà non potrà essere ricondotta a fondo chiuso. Impegni di coltivazione : - poiché le pertinenze sono superiori a 100 volte la superficie coperta: 50% della superficie del

fondo con coltivazioni legnose e ortofrutticole tradizionali (mediamente e orientativamente il 40% di superficie a oliveto con sesto di m 8 x 8 o simile, il 10% a vigneto e/o frutteto, il 10% a colture ortive); o oliveto e piantonaio o in alternativa colture forestali,

- mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 50 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia.

Edifici con destinazione d’uso non agricola a) Edifici residenziali

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Ampliamenti una tantum fino a 150 mq di superficie coperta su di un piano (o su due piani a parità di volume) con possibilità di sfruttare il pendio per seminterrati (prioritariamente garages poi magazzini e cantine ) aperti su un solo lato, esclusivamente sul sedime dell’edificio. L’altezza del piano fuori terra non potrà superare i 3.00 m. e la pendenza del tetto non può superare il 30%. E’ ammessa la realizzazione di porticati nella misura massima del 30% della superficie coperta. Impegni di coltivazione : - pertinenze superiori a 100 volte la superficie coperta: 40% della superficie del fondo con

coltivazioni legnose e ortofrutticole tradizionali (mediamente e orientativamente il 40% di superficie a oliveto con sesto di m 8 x 8 o simile, il 10% a vigneto e/o frutteto, il 10% a colture ortive), in alternativa oliveto e piantonaio o colture forestali;

- pertinenze non superiori a 100 volte la superficie coperta: 30% della superficie del fondo con coltivazioni legnose e ortofrutticole tradizionali (mediamente e orientativamente il 30% di superficie a oliveto con sesto di m 8 x 8 o simile, il 10% a vigneto e/o frutteto, il 5% a colture ortive), in alternativa oliveto e piantonaio o colture forestali;

- mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 50 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia .

b) Edifici non residenziali (specialistici) Fino alla dimensione di 1.500 mc è consentito il recupero anche con interventi di Ristrutturazione Urbanistica: 40% da destinare a funzioni connesse o integrative di cui all’art. 1 comma 4 della L.R.25/97 esclusa

la funzione ricettiva o residenziale; - 60% da destinare ad altre funzioni. La eventuale ristrutturazione urbanistica configurerà al massimo due edifici che rispettino le quote funzionali con le seguenti prescrizioni: progetto esteso a tutta l’area di intervento; pertinenze e oneri definiti ai sensi Art. 26 comma 11 del PTC; pertinenze delimitate con siepi tradizionali ed reclusione di recinzioni in muratura; uso di tecnologie tradizionali con esclusione di strutture prefabbricate; mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in

oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 100 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia .

ART.63 - INTERVENTI ORDINARI SUL TERRITORIO RURALE (ART.26 E SCHEDA 11 DEL PTC) I Volumi edificabili per la conduzione, riferiti ad ogni singola coltura agraria, sono disciplinati dai parametri di cui ai commi 4 e 5 della scheda 11 del PTC provinciale in tutti gli interventi ordinari sul territorio per cui è prevista la redazione di PMAA; rapporti volumetrici superiori sono ammissibili ma dovranno essere adeguatamente motivati con specifica relazione agronomica, a corredo del PMAA stesso, che evidenzi: per rimesse di macchine, attrezzi ed impianti, gli ingombri netti e lordi delle attrezzature ai fini del

calcolo della volumetria dell’annesso;considerando che gli spazi di manovra, le corsie di spostamento o utilizzo non possono superare il 30% della superficie occupata dai macchinari.

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per magazzini e simili, i volumi delle scorte da immagazzinare e il periodo di stoccaggio; per le stalle e le stalle-fienile il numero di capi allevati (si consideri in media m 1,0 di corsia di

alimentazione per ogni capo adulto), il tipo di stabulazione, la quantità di scorte da proteggere, l’eventuale zona di allevamento vitelli, gli spazi accessori (sala mungitura, sala refrigerazione, ecc..) dimensionati in base all’effettiva produzione aziendale.

per i fienili l’effettiva produzione di fieno, il tipo di imballaggio e il periodo medio di stoccaggio del prodotto in attesa di vendita o di riutilizzo in azienda;

per i silos, il tipo di prodotto da insilare, nonché la quantità prodotta mediamente in azienda; per le abitazioni agricole, la composizione e la consistenza del nucleo familiare dell’imprenditore o

dell’addetto. Fatto salvo quanto disposto ai successivi punti, non è ammessa l’edificazione di annessi eccedenti le capacità produttive del fondo. Edificazione di volumi di trasformazione: I volumi per la trasformazione in azienda, si dividono in quattro tipologie prevalenti: cantine: 200 mc/ha di superficie vitata fino a 5 ettari; 125 mc/ha di superficie vitata oltre 5 ettari; frantoi aziendali: 60 mc/ha di superficie specializzata o 200 piante in coltura non specializzata; caseifici aziendali: 6 mc/U.B.A. equivalente; locali per la produzione di appertizzati, sottoli e sottaceti da prodotti ortofrutticoli aziendali: 120

mc/ha di coltura (compresa l’eventuale produzione promiscua o ripetuta). Per tutti i volumi interrati di nuova costruzione si considera, ai fini del riuso una volta decaduti gli impegni conseguenti l’atto d’obbligo, il 30% della volumetria effettiva. Edificazione di volumi supplementari: Per attività compatibili con l’art. 1 comma 4 L.R. 25/97: 100% della volumetria esistente fino a 800 mc. realizzabile, con i criteri esposti al Titolo I, con atto

d’obbligo ventennale esteso all’intera superficie aziendale.

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ART.64 - ARPA PN 45 (Torre di Montauto) La PN. 45 – Torre di Montauto - costituisce una sezione residuale di un vasto comprensorio nel quale la massa boschiva è stata progressivamente ridotta soprattutto attraverso fenomeni di meccanizzazione . L’omonima torre rimane isolata e la delimitazione dell’ARPA (circa 100 ettari di bosco) costituisce una sorta di fascia di rispetto a presidio allargato del monumento. In questo caso viene recepito interamente il comma 9 dell’art. 20 del PTC che vieta: - la previsione di nuova edificazione; - realizzazione di nuove infrastrutture a rete e puntuali di tipo primario e principale, nuove strutture ricettive, di servizio, villaggi turistici, campeggi, impianti per lo spettacolo e sportivi; sistemazioni esterne di tipo impermeabile, palificate, ripetitori e piloni; - introduzione di nuove sistemazioni esterne in aree prive di fabbricati; iscrizioni pubblicitarie, nuovi arredi vegetazionali estranei al contesto ambientale delle stesse ARPA; - attività e interventi di: scarico di materiali di riporto e di risulta da scavi, raccolta in superficie di ghiaia, sabbie e sassi; eliminazione di alberi caratteristici del paesaggio e imboschimento con specie non autoctone o utilizzazione diversa dal rimboschimento per versanti con pendenze superiori al 35%; - le Varianti Urbanistiche in applicazione della L.R. 64/95, in attuazione dell’art.1, comma 4, che non si riferiscono alla salvaguardia, al ripristino ed al recupero degli assetti paesistico ambientali. Ai sensi del Comma 10 del citato art. 20 del P.T.C. sono consentiti: - l’applicazione dei contenuti delle L.R. 64/95 e 25/97, secondo i parametri del PTC, solo per gli imprenditori agricoli; - le procedure interne alle aziende che presentino PMAA ai fini della manutenzione e messa in sicurezza delle porzioni contigue al monumento; la valorizzazione ottenuta attraverso creazione di un punto di servizio, informazione, divulgazione degli assetti ambientali e paesaggistici, attività da valutare e ricomporre come complementari al reddito agricolo. Il punto di servizio sopra accennato è da localizzare attraverso un piano attuativo che abbia contenuti e prescrizioni tipiche dei PMAA; è da realizzare in struttura leggera lignea . Le aziende, aventi terreni interni all’ARPA e volumi al di fuori di essa, presentatrici di PMAA o di Relazioni Agrituristiche che prevedono il riuso del patrimonio edilizio esistente da destinare ad agriturismo la capacità ricettiva, ai sensi art. 32, comma 6 del PTC può essere incrementata fino al raggiungimento di 40 posti letto a condizione che l’azienda presenti un programma (allegato alla richiesta di concessione e vincolante ai fini di essa) di manutenzione per la fruizione complessiva delle caratteristiche dell’ARPA ai fini di valorizzazione e divulgazione delle caratteristiche Ambientali (la massa boschiva e il suo uso), Storiche (La Torre) e sia garantito il ripristino e la funzionalità delle strade vicinali in esse comprese recuperando l’antico significato di collegamento strutturale tra le parti. Nella dotazione infrastrutturale (della attrezzatura per fini culturali di una pertinenza non superiore a 3 ettari intorno al monumento) le linee elettriche dovranno essere obbligatoriamente interrate anche se fossero in allineamento con strade vicinali. Le aziende agricole non potranno produrre PMAA che prevedano la realizzazione di stalle e ricoveri per animali. ART.65 - ARPA P 46 (La Capita) Si presenta come un’insieme complesso di rilievi quasi del tutto boscati nei quali è percepibile l’opera di selezione delle specie arboree. L’area possiede una discreta viabilità interna regolata soprattutto in base alle esigenze di taglio e sfruttamento delle risorse boschive. All’interno dell’ARPA sono presenti alcuni fabbricati di aziende agricole che possiedono terreni a destinazione prevalente di bosco. In questo caso viene recepito interamente il comma 9 dell’art. 20 del PTC che vieta: - la previsione di nuove espansioni urbane;

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- realizzazione di nuove infrastrutture a rete e puntuali di tipo primario e principale, nuove strutture ricettive, di servizio, villaggi turistici, campeggi, impianti per lo spettacolo e sportivi;sistemazioni esterne di tipo impermeabile, palificate, ripetitori e piloni; - introduzione di nuove sistemazioni esterne in aree prive di fabbricati; iscrizioni pubblicitarie, nuovi arredi vegetazionali estranei al contesto ambientale delle stesse ARPA; - attività e interventi di: scarico di materiali di riporto e di risulta da scavi, raccolta in superficie di ghiaia, sabbie e sassi; eliminazione di alberi caratteristici del paesaggio e imboschimento con specie non autoctone o utilizzazione diversa dal rimboschimento per versanti con pendenze superiori al 35%; - le Varianti Urbanistiche in applicazione della L.R. 64/95, in attuazione dell’art.1, comma 4, che non si riferiscono alla salvaguardia, al ripristino ed al recupero degli assetti paesistico ambientali. Ai sensi del Comma 10 del citato art. 20 del P.T.C. sono consentiti: - l’applicazione dei contenuti delle L.R. 64/95 e 25/97, secondo i parametri del PTC, solo per gli imprenditori agricoli; - la realizzazione di nuovi edifici per la conduzione dei fondi o per la trasformazione dei prodotti è limitata a volumi non superiori a mc 400 con altezza in gronda di ml 3.50 realizzati con tecnologie tradizionali ad interno in laterizio e rivestimento in pietra locale e copertura in laterizio a tegole e coppi (esclusione di Capannoni prefabbricati). Tali edifici sono da localizzare in prossimità dei nuclei esistenti in modo che anche composizione relazionata degli edifici aziendali configuri una sistemazione a corte o tendenzialmente chiusa; - l’ampliamento di edifici esistenti purché avvenga con metodologie di recupero complessivo che prevedano il ricorso a tecnologie tradizionali in sostituzione di strutture a tecnologia industrializzata; - il recupero degli edifici esistenti è consentito anche a soggetti diversi dall’imprenditore agricolo purché avvenga con tecnologie tradizionali, eliminazione di eventuali tecnologie inquinanti (eternit, amianto ecc.), e non venga mutata la destinazione d’uso. Alle aziende presentatrici di PMAA o di Relazioni Agrituristiche, ai fini di riuso del patrimonio edilizio esistente per agriturismo, la capacità ricettiva, ai sensi art. 32, comma 6 del PTC può raggiungere 40 posti letto a condizione che l’azienda presenti un programma (allegato alla richiesta di concessione e vincolante ai fini di essa) inerente alle caratteristiche dell’ARPA ai fini di valorizzazione e divulgazione delle caratteristiche Ambientali (la massa boschiva e il suo uso), fruizione del bosco ai fini del tempo libero (trekking, maneggio,ecc.) e sia garantito il ripristino e la funzionalità delle strade vicinali in esse comprese. Nella dotazione infrastrutturale di nuovi edifici o di quelli recuperati o di quelli ampliati le linee elettriche dovranno essere obbligatoriamente interrate anche se fossero in allineamento con strade vicinali. Le aziende agricole non potranno produrre PMAA che prevedano la realizzazione di stalle e ricoveri per animali il cui rapporto capi/SAU superi la soglia di una UBA per ettaro. Sono vietati impianti di allevamento a stabulazione fissa che prevedano la presenza di capi di bestiame di tipo avicolo e suinicolo se non per uso familiare.

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CAPO III- LE PENDICI DI CAPALBIO CP 4 aree a prevalente funzione agricola (Fattoria di Montauto) ART.66 - PRESCRIZIONI GENERALI 1. Divieto di impiantare, al di fuori delle aziende agricole condotte da imprenditori agricoli professionali di cui alla L. R. 6/94 e successive modificazioni, colture specializzate che rivestano carattere intensivo nelle specifiche seguenti:

vigneti aventi sesto d’impianto inferiore a metri 3,0 x 1,0; oliveti e frutteti aventi sesto d’impianto inferiore a metri 7,0 x 7,0 in quadro, o in

quinconce o settonce con densità superiore a 200 piante per ettaro; serre fisse di qualsiasi dimensione, serre temporanee di dimensioni superiori a 100 mq.

In ogni caso, si dovrà mantenere l’aspetto tradizionale degli impianti arborei e provvedere al necessario recupero delle colture esistenti e caratteristiche dell’ambiente pedoclimatico in cui è collocata l’area.Si consiglia l’impianto di colture forestali con essenze tradizionali nella realizzazione di pertinenze o di fondi legati a impegni di coltivazione per la nuova edificazione o l’ampliamento di edifici esistenti.

Delimitazione delle aree di pertinenza a corredo dei volumi agricoli con siepi vive, con all’interno recinzioni in rete o legno.

Negli impianti di vigneto di aziende che avviano attività integrative è escluso l’utilizzo di qualsiasi materiale che non sia il legno.

I nuovi impianti di vite e olivo o alberi da frutta potranno avere carattere intensivo o specializzato solo in aziende condotte da imprenditori agricoli professionali, dovranno comunque rispettare la maglia fondiaria esistente, per cui non potranno essere apportate modifiche a tutte quelle sistemazioni del suolo e agli elementi del paesaggio che concorrono ad individuare la scansione fondiaria tipica dell’area.

Gli annessi non potranno essere soffittati o controsoffittati, dovranno avere copertura a capanna o padiglione con pendenza non superiore al 30%.

La distanza dei nuovi edifici dalle masse boscate deve essere maggiore di 100 m.ad eccezione di quegli edifici che integrano siti esistenti

I volumi agricoli di ampliamento, trasferimento, nuova edificazione devono contribuire al concetto di conformazione conclusa e devono essere contenuti, assieme all’esistente, in un lotto unico di pertinenza.

Fondi sprovvisti di strutture in muratura Le baracche in lamiera e le costruzioni precarie, dovranno essere demolite entro tre anni dall’entrata in vigore della presente variante. E’ possibile installare un unico box per lotto, con struttura in legno di 20 mq, altezza media di ml. 2,50, semplicemente appoggiati a terra, purché la superficie del lotto sia superiore a 2.000 mq e non superiore a 25.000 mq.e non siano presenti altri manufatti Impegni di coltivazione : sul 50% della superficie del lotto si dovranno impiantare colture legnose, adatte al carattere dei suoli, anche con fini ornamentali, forestali o piantonai, aventi sesto di impianto adeguato o un oliveto con sesto di impianto 8 x 8.Qualora le colture siano già presenti su tale quota di superficie, se ne dovrà garantire il mantenimento ed il recupero sottoscrivendo analogo impegno. Fondi provvisti di strutture in muratura

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Microannessi per autoconsumo Potranno essere recuperati quei volumi esistenti di superficie che varia di solito da 5 a 15 mq eseguiti con materiale povero in muratura ma di natura non precaria, ed ampliati una tantum fino a 25 mq, altezza in gronda non superiore a ml 2.50, senza nuovi allacci a forniture pubbliche e impianti di smaltimento reflui. Il lotto di intervento raggiunto anche in fase di applicazione della variante deve essere superiore a 25.000 mq. La somma del recupero e dell’ampliamento, che avvenga per successivi accorpamenti di lotti e ristrutturazione urbanistica, non deve superare 200 mc complessivi lordi. E’ ammessa l’installazione di cisterne interrate per la raccolta delle acque piovane in PVC o materiale simile. Non è consentita la realizzazione di porticati. La ristrutturazione e l’ampliamento comporta la demolizione integrale dei preesistenti volumi presenti nel lotto. Impegni di coltivazione : - pertinenze superiori a 100 volte la superficie coperta: 50% della superficie del fondo con

coltivazioni legnose e ortofrutticole tradizionali (mediamente e orientativamente il 40% di superficie a oliveto con sesto di m 8 x 8 o simile, il 10% a vigneto e/o frutteto, il 10% a colture ortive);

- pertinenze non superiori a 100 volte la superficie coperta: 40% della superficie del fondo con coltivazioni legnose e ortofrutticole tradizionali (mediamente e orientativamente il 30% di superficie a oliveto con sesto di m 8 x 8 o simile, il 10% a vigneto e/o frutteto, il 5% a colture ortive);

- mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 50 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia. ART.67 - AREE ESTERNE Nuovi annessi per autoconsumo in fondi di ampiezza inferiore ai minimi In caso di frazionamenti attuati al di fuori dei PMAA non sono consentiti nuovi edifici per 10 anni successivi su tutti i terreni risultanti (art.3, comma 5, 5bis e 5 ter L.R.64/95). Annessi minimi: in questo ambito è possibile realizzare manufatti di 65 mq di superficie coperta, con altezza di ml 3.00 gronda, senza nuovi allacci a forniture pubbliche e impianti di smaltimento reflui. Con tale nuova realizzazione non potranno essere accorpati eventuali altri volumi tramite interventi di ristrutturazione con trasferimento previsti dalla L.52/99, che andranno pertanto demoliti. Non è ammessa la realizzazione di porticati. Il lotto di intervento dovrà raggiungere almeno 50.000 mq. e dovranno essere impiantate colture legnose per almeno due terzi della superficie, prevedendo un oliveto con sesto d’impianto non inferiore a m 6 x 6 e non superiore a m 10 x 10. Per particolari situazioni legate alla sistemazione del fondo, potrà essere ammissibile una parte a frutteto o vigneto, ricorrendo ai sesti d’impianto tradizionali della zona. Gli annessi non possono mutare la destinazione d’uso agricola per 20 anni. Manufatti di gestione :

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E’ possibile installare un unico box per lotto, con struttura in legno di 20 mq, altezza media di ml. 2,50, semplicemente appoggiati a terra, purché la superficie del lotto sia superiore a 2.000 mq e non superiore a 25.000 mq.e non siano presenti altri manufatti Impegni di coltivazione : sul 50% della superficie del lotto si dovranno impiantare colture legnose, adatte al carattere dei suoli, anche con fini ornamentali, forestali o piantonai, aventi sesto di impianto adeguato o un oliveto con sesto di impianto 8 x 8.Qualora le colture siano già presenti su tale quota di superficie, se ne dovrà garantire il mantenimento ed il recupero sottoscrivendo analogo impegno. Riuso Volumi Agricoli Residenze di aziende agricole Per tutte le residenze rurali è previsto l’incremento una tantum previsto all’art.5 comma 3 della L.R.64/95. Con i PMAA, è consentito un ampliamento della residenza rurale che consenta di raggiungere i 200 mq di superficie utile netta. E’ ammessa la realizzazione di porticati nella misura massima del 30% della superficie coperta. Annessi per autoconsumo superiori a 80 mc. in aziende inferiori ai minimi di cui all’art. 26, comma 10 del PTC Per gli annessi superiori a 80 mc con area di pertinenza superiore a 30.000 mq è ammesso un ampliamento una tantum di 30 mq di superficie coperta senza superare 120 mq di superficie coperta. Con tale ampliamento non potranno essere accorpati eventuali volumi di cui alla L.52/99 che andranno demoliti. Le proprietà andranno recintate con siepi vive, h max 1,50 La proprietà non potrà essere ricondotta a fondo chiuso. Impegni di coltivazione : - poiché le pertinenze sono superiori a 100 volte la superficie coperta: 50% della superficie del

fondo con coltivazioni legnose e ortofrutticole tradizionali (mediamente e orientativamente il 40% di superficie a oliveto con sesto di m 8 x 8 o simile, il 10% a vigneto e/o frutteto, il 10% a colture ortive), o oliveto e piantonaio o in alternativa colture forestali;

- mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 50 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia.

Edifici con destinazione d’uso non agricola a) Edifici residenziali Ampliamenti una tantum fino a 150 mq di superficie coperta su di un piano (o su due piani a parità di volume) con possibilità di sfruttare il pendio per seminterrati (prioritariamente garages poi magazzini e cantine) aperti su un solo lato, esclusivamente sul sedime dell’edificio. L’altezza del piano fuori terra non potrà superare i 3.00 m. e la pendenza del tetto non può superare il 30%. E’ ammessa la realizzazione di porticati nella misura massima del 30% della superficie coperta. Impegni di coltivazione : - pertinenze superiori a 100 volte la superficie coperta: 40% della superficie del fondo con

coltivazioni legnose e ortofrutticole tradizionali (mediamente e orientativamente il 40% di superficie a oliveto con sesto di m 8 x 8 o simile, il 10% a vigneto e/o frutteto, il 10% a colture ortive), in alternativa oliveto e piantonaio o colture forestali;

- pertinenze non superiori a 100 volte la superficie coperta: 30% della superficie del fondo con coltivazioni legnose e ortofrutticole tradizionali (mediamente e orientativamente il 30% di superficie a oliveto con sesto di m 8 x 8 o simile, il 10% a vigneto e/o frutteto, il 5% a colture ortive), in alternativa oliveto e piantonaio o colture forestali;

- mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in

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oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 50 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia.

b) Edifici non residenziali (specialistici) Con accatastamento alla sezione fabbricati dell’Ufficio del Territorio avvenuta prima della entrata in vigore della L.R. 64/95 e fino alla dimensione di 1.500 mc è consentito il recupero anche con interventi di Ristrutturazione Urbanistica: 40% da destinare a funzioni connesse o integrative di cui all’art. 1 comma 4 della L.R.25/97 esclusa

la funzione ricettiva o residenziale; - 60% da destinare ad altre funzioni. La eventuale ristrutturazione urbanistica configurerà al massimo due edifici che rispettino le quote funzionali con le seguenti prescrizioni: progetto esteso a tutta l’area di intervento; pertinenze e oneri definiti ai sensi Art. 26 comma 11 del PTC; pertinenze delimitate con siepi tradizionali ed reclusione di recinzioni in muratura; uso di tecnologie tradizionali con esclusione di strutture prefabbricate; mantenimento di un tratto di pertinenza di strada vicinale (ancorché non contigua al fondo in oggetto), in prossimità dell’accesso al fondo stesso per un fronte non inferiore a ml. 100 (pulitura e scavo delle fossette, ricarico di ghiaia all’occorrenza e almeno una volta all’anno, potatura e mantenimento delle siepi eventualmente presenti, ecc.). Tale impegno deve essere sottoscritto preventivamente al rilascio della concessione edilizia. ART.68 - INTERVENTI ORDINARI SUL TERRITORIO RURALE (ART.26 E SCHEDA 11 DEL PTC) I Volumi edificabili per la conduzione, riferiti ad ogni singola coltura agraria, sono disciplinati dai parametri di cui ai commi 4 e 5 della scheda 11 del PTC provinciale in tutti gli interventi ordinari sul territorio per cui è prevista la redazione di PMAA; rapporti volumetrici superiori sono ammissibili ma dovranno essere adeguatamente motivati con specifica relazione agronomica, a corredo del PMAA stesso, che evidenzi: per rimesse di macchine, attrezzi ed impianti, gli ingombri netti e lordi delle attrezzature ai fini del

calcolo della volumetria dell’annesso;considerando che gli spazi di manovra, le corsie di spostamento o utilizzo non possono superare il 30% de lla superficie occupata dai macchinari.

per magazzini e simili, i volumi delle scorte da immagazzinare e il periodo di stoccaggio; per le stalle e le stalle-fienile il numero di capi allevati (si consideri in media m 1,0 di corsia di

alimentazione per ogni capo adulto), il tipo di stabulazione, la quantità di scorte da proteggere, l’eventuale zona di allevamento vitelli, gli spazi accessori (sala mungitura, sala refrigerazione, ecc..) dimensionati in base all’effettiva produzione aziendale.

per i fienili l’effettiva produzione di fieno, il tipo di imballaggio e il periodo medio di stoccaggio del prodotto in attesa di vendita o di riutilizzo in azienda;

per i silos, il tipo di prodotto da insilare, nonché la quantità prodotta mediamente in azienda; per le abitazioni agricole, la composizione e la consistenza del nucleo familiare dell’imprenditore o

dell’addetto. Fatto salvo quanto disposto ai successivi punti, non è ammessa l’edificazione di annessi eccedenti le capacità produttive del fondo.

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Edificazione di volumi di trasformazione: I volumi per la trasformazione in azienda, si dividono in quattro tipologie prevalenti: cantine: 200 mc/ha di superficie vitata fino a 5 ettari; 125 mc/ha di superficie vitata oltre 5 ettari; frantoi aziendali: 60 mc/ha di superficie specializzata o 200 piante in coltura non specializzata; caseifici aziendali: 6 mc/U.B.A. equivalente; locali per la produzione di appertizzati, sottoli e sottaceti da prodotti ortofrutticoli aziendali: 120

mc/ha di coltura (compresa l’eventuale produzione promiscua o ripetuta). Per tutti i volumi interrati di nuova costruzione si considera, ai fini del riuso una volta decaduti gli impegni conseguenti l’atto d’obbligo, il 30% della volumetria effettiva. Edificazione di volumi supplementari: Per attività integrative di cui all’art. 1 comma 4 L.R. 25/97: 100% della volumetria esistente fino a 800 mc. realizzabile, con i criteri esposti al Titolo I, con atto

d’obbligo ventennale esteso all’intera superficie aziendale. ART.69 - ARPA N 44 (Vulci) Trattandosi di un’area adiacente all’alveo del Fiume Fiora valgono le disposizioni relative all’Art.1 bis L. 431/85 con relativo vincolo di inedificabilità. Ai sensi dalla presente Variante è vietata la modifica dell’utilizzo agrario dei suoli la realizzazione di qualsiasi nuova infrastrutturazione a rete (acquedotti, linee elettriche ecc.) e di qualsiasi manufatto edilizio tranne quelli a corredo di nuclei esistenti e purché all’interno di pertinenze individuate. Nelle aree riparie e di golena appartenenti ad aziende agricole ai fini di tutela e valorizzazione ambientale delle stesse si applicano gli incrementi del monte ore di cui al Punto 4 scheda 11 del PTC purché il PMAA individui e valuti le operazioni di miglioramento e valorizzazione. Alle aziende che nelle superfici agricole (con centro aziendale esterno all’ARPA) fanno opere di miglioramento e manutenzione delle scoline, delle alberature e fosse camporili, di siepi, ed attività di tutela, valorizzazione ambientale, riduzione di pesticidi e fitofarmaci, valutate nei PMAA viene riconosciuta la potenzialità di avviare funzioni di fruizione dell’intorno rurale nella ristrutturazione edilizia e nel recupero del patrimonio edilizio esistente sia nelle residenze che negli annessi. Per tali aziende è inoltre consentita nuova edificazione (ai sensi della scheda 11, lettera 6 del PTC) presso il centro aziendale fino a 400 mc per attività turistiche, commerciali e artigianali ad integrazione dell’attività agricola. Agli annessi di aziende aventi terreni ricadenti nell’ARPA e centro aziendale fuori da essa, che verranno realizzati con materiali tradizionali ed escluderanno il ricorso a tecnologie industrializzate, sia nelle pareti che nella copertura, il volume viene computato al netto anziché al lordo. .

TITOLO VI

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ART.70 - PRINCIPALI INDIRIZZI PER LE ZONE D3 (PRODUTTIVE AGRICOLE) NORME TRANSITORIE E FINALI Principali indirizzi per le zone D3 (zone produttive agricole) normate dall’art. 41 delle n.t.a. Sono quei manufatti che consentono quella attività di trasformazione, conservazione e lavorazione dei prodotti agricoli: Stabilita la congruenza delle norme vigenti (Art.41 NTA) si stabilisce che ulteriori e potenziali attività di esercizio siano conformi alle indicazioni contenute nell’art.1 comma 4 della L.R. 64/95 e vadano esercitate previa comunicazione all’Amministrazione Comunale. Nel caso tali attività comportassero la necessità di ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente, compresa la Ristrutturazione Urbanistica, ai fini della “fruizione del territorio rurale per il tempo libero “ e i manufatti prendessero la consistenza di unità ricettive o residenziali, la destinazione del patrimonio edilizio a tal fine non potrà superare il 45% della volumetria complessiva intendendo per “patrimonio edilizio”ogni manufatto fuori terra realizzato in muratura con esclusione di tutti quei volumi associabili al concetto stretto di “Impianto” (Silos verticali e orizzontali, ). Nel caso di Fienili e Tettoie aperti il recupero è ammissibile nei limiti del 25% mentre se parzialmente tamponate e, come tali concessionate, il volume ascrivibile al recupero non potrà superare il 30% del volume racchiuso dal tamponamento, con obbligo di demolizione integrale della parte restante. Nel volume complessivo recuperato, oltre al 45% della destinazione ricettiva o residenziale potranno continuare ad essere esercitate nei limiti del 25% funzioni compatibili con l’Art. 1 comma 4 della L.R. 64/95, e nel restante 30% quelle compatibili con la zonizzazione D3 purché, ai sensi art.31 del PTC, gli edifici assumano carattere di base, non superino i 400 mq, ospitino funzioni di servizio e corredo alle attività agricole del comprensorio con esclusione di lavorazioni inquinanti, godendo, a fini incentivanti, di uno sconto pari al 20% degli oneri di ristrutturazione. Nel caso di Ristrutturazione Urbanistiche si dovranno mantenere le seguenti prescrizioni: progetto esteso a tutta l’area dell’intervento; tipologie uniche o divise per funzioni che riducano al massimo il numero degli edifici separati (funzione unica - edificio unico, due funzioni al massimo due edifici e così via) intendendo per funzione quella urbanistica (D3 separata da R e da funzioni agricole aventi scopo integrativo all’intorno rurale di cui art. 1 comma 4 L.R.25/97) e no quella strettamente edilizia. Nell’area D 3 della Frazione di Marsiliana esistendo un edificio di carattere storico documentale non trasformabile né adattabile secondo le più comuni norme utili all’esercizio di attività connesse con la lavorazione e trasformazione di prodotti agricoli, si consente l’individuazione di una pertinenza, comprendente l’edificio e interna all’area D 3 medesima, consentendo un recupero complessivo dell’edificio anche con cambio di destinazione d’uso, che non intacchi né alteri il valore tipologico, strutturale e la natura documentale del manufatto. Norme transitorie e di prima applicazione Annessi di cui alla D.G.C. n° 259 del 11/11/1998 Le richieste di realizzazione di annessi di cui è stata avviata istanza entro il 30/09/1999 vengono accolte e sottoposte ad una verifica di congruità con le disposizioni relative alla presente Variante. In particolare per superficie interessata verrà considerata quella presentata a suo tempo nel PMAA (Schema Ridotto). Tale superficie e conseguentemente l’annesso da realizzare saranno sottoposti alle seguenti prescrizioni: - il volume massimo, le tecnologie da usare e le caratteristiche tipologiche sono ricondotte alla disciplina costruttiva dei nuovi annessi per i quali si sono dettate norme diverse relative all’Ambito nel quale si colloca;

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- gli impianti di nuove colture sono riferiti al 70% della superficie nella quale si colloca l’intervento, dichiarata con la compilazione del PMAA (Schema Ridotto). Tali impianti di nuove colture sono riferiti al rispettivo Ambito di appartenenza; - l’eventuale presenza di colture legnose nelle proporzioni richieste devono essere certificate da tecnico abilitato. Deve essere presentato un adeguamento, di cui il PMAA (Schema Ridotto) costituirà la base di partenza, esteso a tutta la superficie a suo tempo dichiarata che mostri esattamente la posizione del nuovo annesso e la struttura colturale del fondo con l’indicazione degli impianti esistenti, o di quelli da integrare, o di quelli da realizzare in toto. L’eventuale presenza di vigneti o oliveti tradizionali da integrare farà fede per la morfologia del sesto d’impianto.

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TITOLO VII

CAPO I - NORMATIVA PER IL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE E PER IL TERRITORIO . ART.71 - NORMATIVA DI DETTAGLIO Ambito di applicazione Le categorie ed i criteri di intervento per il patrimonio edilizio esistente, specificata ai successivi articoli del CAPO I, sono estese ai manufatti edilizi riconducibili alle case sparse nel territorio extra-urbano. ART. 72 - PRESCRIZIONI TECNOLOGICHE PER LE CATEGORIE DI INTERVENTO C, D1 e D3. Nelle unità residenziali esistenti di cui è prevista la riorganizzazione funzionale, secondo quanto prescritto ai successivi articoli 75, 76 e 77, allo scopo di tutelare le caratteristiche architettoniche e tipologiche degli edifici, si potranno avere altezze inferiori a mt. 2,70 per i vani utili e a mt. 2,40 per i vani accessori (ma non inferiori rispettivamente a mt. 2,40 e mt. 2,10), purché questa condizione interessi solo porzioni limitate dell’unità stessa, si renda necessario per la realizzazione di soppalchi o per portare i sottotetti alle condizioni di abitabilità previste dalla categoria D1 del presente Piano e abbia come fine un effettivo miglioramento della distribuzione. Le dimensioni delle finestre e dei vani utili potranno essere inferiori a quelle prescritte da Regolamenti e norme vigenti. Dovunque sia necessario inserire materiali di isolamento termico, questo non deve produrre alterazioni sostanziali alle caratteristiche costruttive e architettoniche degli edifici. In nessun caso l’inserimento di impianti idrici, elettrici, di climatizzazione o di riscaldamento dovrà alterare le caratteristiche interne ed esterne degli edifici. L’inserimento di detti impianti dovrà avvenire senza pregiudizio delle strutture e possibilmente all’interno di vani accessori o di carattere marginale. La realizzazione di bagni e cucine potrà avvenire sia attraverso la destinazione a questo scopo di vani esistenti, sia con la creazione di nuovi vani aerati naturalmente o artificialmente. Dovunque si riscontri la presenza di umidità ascendente prima di procedere all’intervento dovrà esserne accertata la causa attraverso gli opportuni studi diagnostici, al fine di individuare il rimedio ottimale. Le tecniche di intervento non dovranno in alcun modo diminuire la resistenza delle fondazioni o delle strutture. Le coperture dovranno mantenere l’inclinazione e la lunghezza della falda, la posizione e la quota del colmo, la misura e le caratteristiche degli aggetti. Saranno mantenuti o ripristinati i manti originali con il recupero della maggior parte possibile di materiale. Dove gli sporti di gronda presentano caratteristiche di pregio dovranno essere mantenuti o ripristinati. I canali di gronda ed i pluviali saranno in rame e dovranno riprendere le forme tradizionali. Gli edifici intonacati dovranno essere ripristinati ad intonaco civile. Sono escluse tinteggiature ed intonaci plastici. I colori degli esterni dovranno uniformarsi a quelli originali e comunque tradizionali della zona. Il Comune si riserva la facoltà di richiedere in corso d’opera campioni di materiali e di coloriture.

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Dovranno essere mantenuti o ripristinati inoltre gli eventuali elementi decorativi quali cornici, marcapiani, ecc. Gli infissi esterni dovranno essere realizzati in legno verniciato o naturale e simili ed i sistemi di oscuramento dovranno corrispondere a quelli tradizionali. Portoni e porte esterne dovranno essere realizzati o ripristinati nelle forme tradizionali in legno verniciato o naturale e simili. Le eventuali serrande di protezione necessarie per le unità a funzione commerciale o artigianale potranno essere inserite purché ciò non pregiudichi il decoro dell’edificio e la possibilità di riportare la foratura esistente alle condizioni originarie, concordando con l’Ufficio Tecnico Comunale le forme ed i materiali da utilizzare. E’ prescritta inoltre l’eliminazione di elementi di finitura eseguiti con materiali incongrui: rivestimenti, intonaci plastici, serramenti in alluminio anodizzato, avvolgibili, parti in aggetto ecc.. E’ da porre speciale riguardo agli sporti e alle insegne delle attività ubicate al piano terra, che dovranno uniformarsi al decoro ambientale, secondo i criteri di cui al precedente punto. Le superfetazioni che abbiano ottenuto concessione a sanatoria ai sensi della L. n. 47/85 e che siano annesse ad edifici esistenti non soggetti alle categorie omogenee C e D1, possono essere demolite e ricostruite, purché l’intervento costituisca un insieme morfologicamente compatibile con l’esistente. Agli interventi di cui agli articoli 75, 76, 77 si applicano i procedimenti autorizzativi previsti ai sensi dell’Art. 4, comma 5, lettera f, della L.R. 52/99 e succ. modifiche e integrazioni in quanto immobili giudicati meritevoli di tutela per particolari motivi di ordine storico, culturale, architettonico ed estetico. Agli edifici esistenti non segnalati con apposito simbolo nelle cartografie della presente Variante, e per quanto non in contrasto con la disciplina della variante medesima, si applicano le procedure di cui all’art. 4, comma 2, lettere a,b,c,d della L.R.52/99 secondo i contenuti della L.R. 25/97 integrata dalle norme della presente Variante ART. 73 - MANUTENZIONE ORDINARIA La manutenzione ordinaria comprende le opere di riparazione, di pulitura, di riverniciatura, di ripresa parziale, di integrazione o di parziale sostituzione delle parti degradate, degli elementi di finitura interni ed esterni dell’edificio. La realizzazione dell’intervento di manutenzione ordinaria negli edifici facenti parti delle categorie omogenee C, D1 e D3, di cui ai successivi articoli 75, 76 e 77, non deve alterare né modificare il carattere architettonico e decorativo dell’edificio, compreso il colore originario della facciata e degli eventuali elementi di arredo. ART. 74 - MANUTENZIONE STRAORDINARIA La manutenzione straordinaria comprende le opere di ricoloritura, di rintonacatura, di sostituzione e di rifacimento degli elementi di finitura esterni ed interni degli edifici, degli infissi esterni e del manto di copertura; il rifacimento e l’installazione di impianti igienico-sanitari, di riscaldamento e di raffreddamento, di ascensore e di montacarichi, di accumulazione o sollevamento idrico, in vani preesistenti o in nuovi vani purché le opere murarie non alterino le strutture orizzontali e verticali; l’inserimento di materiali di impermeabilizzazione e di isolamento; il consolidamento degli elementi strutturale; la realizzazione o la chiusura di aperture interne purché non interessino muri portanti per i quali è però consentito il rinnovo degli elementi fino alla loro sostituzione in situ. La realizzazione dell’intervento di manutenzione straordinaria negli edifici facenti parte delle categorie omogenee C, D1 e D3, di cui ai successivi articoli 75, 76 e 77, non deve alterare né modificare il carattere architettonico e decorativo dell’edificio e degli eventuali elementi di arredo; in questi casi si adotteranno o si ripristineranno i colori tradizionali comprese le decorazioni.

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ART. 75 - RESTAURO E RISANAMENTO CONSERVATIVO C La categoria di intervento di restauro e risanamento conservativo è individuata nelle planimetrie di progetto con apposito simbolo. Gli interventi sono finalizzati alla conservazione del manufatto nella sua inscindibile unità formale strutturale, alla valorizzazione ed al ripristino dei suoi caratteri architettonico-decorativi, al reintegro delle sue parti alterate, preservando l’aspetto esterno e l’impianto strutturale tipologico dell’interno con le relative parti decorative; all’eliminazione dei volumi effetto di interventi recenti o comunque disorganici e pregiudicanti il decoro e le caratteristiche tipologiche-architettoniche del manufatto (sopraelevazioni, superfetazioni, ecc.). Gli interventi previsti sono estesi alla totalità dell’edificio, comprendente sia le singole unità funzionali, sia le parti comuni. In particolare gli interventi necessari al consolidamento ed al ripristino degli elementi strutturali, anche con parziale sostituzione, nel caso sia staticamente necessario, dovranno utilizzare le tecniche ed i materiali tradizionali senza comunque modificare la quota e la posizione di detti elementi; qualora non sia possibile raggiungere il consolidamento statico con gli interventi citati, è ammesso l’uso di tecnologie aggiornate, che dovranno comunque rispettare e valorizzare le caratteristiche costruttive e architettonico-decorative dell’organismo originario. E’ ammessa la ricostruzione filologica di parti fondamentali dell’edificio eventualmente crollate e demolite ed il ripristino delle forature esterne originarie, subordinando l’intervento alla presentazione di adeguata documentazione storico-archivistica o tramite rilievi e verifiche sul vivo dell’edificio; nel caso in cui le parti citate non siano ricostruibili con le tecniche ed i materiali originari è concesso l’uso di tecnologie e materiali moderni, purché rispettino e mettano in risalto le caratteristiche strutturali e architettoniche dell’edificio. E’ consentito l’adeguamento igienico e tecnologico, a condizione che siano rispettate le caratteristiche tipologiche e decorative dell’edificio. E’ comunque vietato rimuovere parti o elementi che possano cancellare la testimonianza significativa del passaggio dell’edificio attraverso il tempo, nonchè collocarli in luoghi diversi da quelli originari. ART. 76 - RISTRUTTURAZIONE EDILIZIA D1 La categoria di intervento di ristrutturazione edilizia D1(n° 2 cerchiato) è individuata nelle planimetrie di progetto con apposito simbolo. Tale categoria è finalizzata al consolidamento statico ed alla riorganizzazione funzionale mediante modifica di elementi non strutturali e si applica a tutti quegli edifici che, pur non possedendo caratteristiche architettoniche e storiche di particolare importanza, presentano elementi tipologici ed ambientali di rilevante interesse per la cultura e la storia locale. E’ ammessa la riorganizzazione funzionale dell’edificio fino ad ottenere una distribuzione diversa da quella esistente, nel rispetto degli elementi tipologici fondamenti. Tale ridistribuzione comprende anche, nel rispetto delle potenzialità attribuite dalla L.R.25/97, una diversa aggregazione delle unità immobiliari (accorpamento e suddivisione) ed il recupero di sottotetti e magazzini a scopo residenziale purché siano direttamente collegabili all’unità interessata, tramite scale a struttura autoportante e si ottengano vani abitabili con altezze non inferiore a mt. 2,40 con coperture piane, ed a mt. 1,50 verso la gronda con coperture inclinate. In particolare la sostituzione di elementi portanti orizzontali può essere realizzata anche con materiali e tecnologie diverse da quelle originarie, purché sussistano le seguenti condizioni: ?? che sia oggettivamente documentata la necessità di sostituzione e per condizioni di massimo

degrado; ?? che non siano presenti elementi decorativi che verrebbero eliminati o danneggiati nell’intervento

di sostituzione (comprese le travature in legno a vista, dove è possibile); ?? che sia rigidamente mantenuta la quota e la posizione originaria degli elementi da sostituire.

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E’ ammesso inoltre lo spostamento e la creazione di aperture interne su muri portanti, purché non venga compromesso l’equilibrio statico dell’edificio e la modifica delle forature esterne per ripristinare il disegno originale dei fronti e le caratteristiche tipologiche del manufatto, nonchè l’apertura di lucernari a filo falda per aerare e illuminare i locali sottostanti, qualora fossero privi di altre aperture. Ai sensi della disciplina di cui all’art.4, comma 2, lettera d, sono esclusi gli interventi con numero progressivo da 1 a 3, salvo le innovazioni necessarie per l’adeguamento alla normativa antisismica. ART. 77 - RISTRUTTURAZIONE EDILIZIA D3 La categoria di intervento di ristrutturazione edilizia D3 (n°3 cerchiato) è individuata negli elaborati grafici con apposito simbolo. Tale categoria si applica a tutti quegli edifici che, pur presentando elementi tipologici ed ambientali di qualche pregio nell’involucro esterno, conservano all’interno pochi elementi strutturali e di finitura della tipologia e delle tecniche costruttive originarie ed è finalizzata al mantenimento delle caratteristiche tipo-morfologiche e planovolumetriche dell’impianto edilizio esterno, consentendo trasformazioni interne che incidono anche sugli elementi strutturali. Il consolidamento statico dell’edificio e la riorganizzazione funzionale potrà avvenire tramite la sostituzione e lo spostamento degli elementi interni strutturali. In particolare è ammessa la variazione delle quote di imposta dei solai (con esclusione di quello di copertura) purché questo non comprometta l’equilibrio statico dell’edificio, non generi vani abitabili con quote interne inferiori a mt. 2,70 e non incida sulla posizione delle forature esterne. Altezze inferiori (ma non oltre a mt. 2,40) sono concesse solo nei casi previsti dall’ art. 16 delle Norme Tecniche di Attuazione del PRG vigente . E’ ammesso inoltre la modifica e lo spostamento dei vani scala esistenti, l’introduzione di nuove scale, dove questo porti ad un effettivo miglioramento della distribuzione interna. E’ possibile creare nuove aperture sui cortili interni e sui muri di confine tra un’unità edilizia e quella vicina (quando una sia più alta dell’altra). Le nuove aperture dovranno in tutti i casi rispettare o ricomporre l’organizzazione formale del fronte a cui appartengono. I nuovi infissi e tipi di oscuramento si dovranno adeguare al tipo preesistente. Ai sensi della disciplina di cui all’art.4, comma 2, lettera d, sono esclusi gli interventi con numero progressivo da 1 a 3, salvo le innovazioni necessarie per l’adeguamento alla normativa antisismica. ART. 78 - RISTRUTTURAZIONE EDILIZIA D4 La categoria di intervento di ristrutturazione edilizia D4 è ammessa per tutti gli edifici che negli elaborati grafici di Piano non sono contrassegnati da apposito simbolo Tale categoria si applica agli edifici recenti che non presentano caratteristiche morfologiche e tipologiche di rilievo ed è finalizzata alla sostituzione anche totale dell’organismo edilizio, pur nel rispetto dell’impianto planovolumetrico esistente. E’ ammessa oltre quanto definito dall’Art. 4 comma 2 lettera d, la demolizione parziale o totale dell’edificio e la sua fedele ricostruzione con la stessa volumetria e sullo stesso sedime risultante da adeguata documentazione catastale Limitatamente ai manufatti in struttura prefabbricata, regolarmente concessionati e facenti parte di aziende agricole, è prescritta una riduzione del sedime originario e una diversa altezza del volume da ricostruire. La nuova costruzione potrà essere realizzata con tecnologie diverse da quelle tradizionali, ma seguendo criteri di corretto inserimento nel contesto che la ospita, in particolare per quanto riguarda le finiture esterne. Se la tipologia ha destinazione di magazzino, stalla o fienile e volumetria superiore a 500 mc il recupero è consentito: nei limiti del 25% del volume complessivo nelle zone a prevalente funzione agricola nei limiti del 80% del volume complessivo nelle zone a esclusiva funzione agr icola. Al di sotto di 500 mc. i fienili sono recuperabili per il 50% del volume

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TITOLO VIII ART. 79 – NORME ATTUATIVE PER GLI AMBITI DI RISCHIO IDRAULICO “A1” E “A2” In caso di difficoltà di individuazione cartografica del percorso dei corsi d’acqua inseriti negli elenchi di cui all’allegato n. 4 e 5 del P.I.T. gli enti pubblici possono prendere visione della cartografia depositata, in attuazione delle presenti norme, presso il Dipartimento delle Politiche Territoriali ed Ambientali della Regione Toscana. L’intero tracciato dei corsi d’acqua in elenco è soggetto alle presenti norme, salvo diversa specificazione nell’elenco, con la sola eccezione delle parti tombate precedentemente all’entrata in vigore della presente disciplina nel rispetto delle disposizioni vigenti al momento del tombamento. I progetti che prevedono interventi edilizi o di trasformazioni morfologiche a distanza inferiore a ml. 110 dal piede esterno dall’argine o, ove mancante, dal ciglio di sponda dei corsi d’acqua di cui ai citati allegati elenchi devono contenere l’individuazione della larghezza del corso d’acqua per la definizione degli ambiti "A1" e "A2" da effettuare in uno dei seguenti modi (art. 79 P.I.T): tramite rilievo topografico in scala 1.1000 o di maggior dettaglio; tramite individuazione su cartografia aerofotogrammetrica collaudata nella scala di maggior

dettaglio disponibile, a condizione che tale cartografia non sia in scala inferiore a 1:5.000 e sia accompagnata da dichiarazione del progettista o altro tecnico abilitato da cui risulti che il corso d’acqua in esame non ha subìto nel tratto interessato modifiche sostanziali di larghezza dalla data del volo di base della cartografia stessa.

ove esistano difficoltà nell’individuazione del piede esterno dell’argine e del ciglio di sponda, va applicata l’ipotesi corrispondente alla maggior larghezza.

Gli attraversamenti da realizzarsi mediante ponti, tombini stradali o ferroviari, passi carrabili non potranno comunque ridurre la sezione idraulica preesistente. Non rientrano tra le opere di attraversamento altri interventi che configurino la copertura del corso d’acqua. Ai fini dell’applicazione delle presenti norme si precisa quanto segue: per nuova edificazione si intendono tutti gli interventi edilizi che comportano la realizzazione dei

nuovi volumi con l’esclusione delle sopraelevazioni e della demolizione e ricostruzione all’interno della superficie coperta preesistente, sempre che tali edifici siano in regola con la normativa edilizia;

per manufatti di qualsiasi natura si intendono tutte quelle opere che possono ostacolare il deflusso delle acque anche in caso di esondazione quali recinzioni, depositi di qualsiasi natura, serre, tettoie, piattaforme o simili, con esclusione delle vasche per acquacoltura e vasche per accumulo di acqua a scopo irriguo da realizzarsi senza sopraelevazioni rispetto al piano di campagna esistente;

per trasformazioni morfologiche di aree pubbliche o private si intendono esclusivamente quelle modifiche del territorio che costituiscono ostacolo al deflusso delle acque in caso di esondazione.

La dimostrazione dell’assenza delle condizioni di rischio legate a fenomeni di esondazione o ristagno, intesa come limite di rischio accettabile senza interventi di adeguamento, deve essere costituita da uno dei seguenti elaborati: una o più sezioni trasversali al corso d’acqua che attraversino l’area di intervento, in scala 1:100 o

1:200 redatte dal tecnico progettista o da altro tecnico abilitato da cui risulti che la quota minima di altezza del piano di campagna esistente nella zona di intervento è superiore di almeno ml. 2 rispetto alla quota del piede d’argine esterno più vicino o, in mancanza, del ciglio di sponda più vicino;

relazione idrologico- idraulica redatta da tecnico abilitato da cui risulti che l’area di intervento è comunque protetta da rischio di inondazione o ristagno;

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relazione tecnica nella quale sia richiamata la verifica idrologico- idraulica già effettuata preliminarmente in sede di approvazione dello S.U. generale o del piano urbanistico attuativo, che abbia già individuato l’assenza del rischio.

I progetti degli interventi necessari per la riduzione del rischio idraulico in ambito A1 e A2 devono essere accompagnati da una relazione idrologico- idraulica redatta da tecnico abilitato, che individui le caratteristiche del rischio. Tali progetti dovranno essere compatibili con la situazione idraulica dell’ambito territoriale esterno alla zona di intervento. Gli interventi necessari per la riduzione del rischio connessi alla realizzazione dell’opera dovranno essere realizzati contestualmente all’opera a cui si riferiscono. La documentazione prevista dalla presente disciplina è parte integrante della documentazione necessaria per il rilascio o l’emanazione degli atti su cui si applicano le norme e deve quindi essere presentata ed esaminata nei tempi e nei modi previsti dalla normativa vigente per il rilascio e l’emanazione degli stessi atti. La verifica della dimostrazione dell’assenza delle condizioni di rischio o del progetto degli interventi necessari alla riduzione del rischio di cui ai precedenti punti deve essere effettuata dal Comune in sede di rilascio dell’autorizzazione o della concessione edilizia, dall’ente competente all’emanazione del decreto di approvazione di accordi di programma o alla deliberazione di cui alla legge n. 441 del 1987 e dal tecnico asseverante per la denuncia di inizio dell’attività. Per gli interventi di particolare complessità i Comuni possono richiedere eccezionalmente la collaborazione dell’Ufficio del Genio Civile. Quando gli interventi necessari alla riduzione del rischio idraulico interessano opere idrauliche di competenza della Regione o dello Stato, dovrà essere richiesta preliminarmente all’Ufficio del Genio Civile o al Provveditorato delle Opere Pubbliche, secondo le rispettive competenze, l’autorizzazione idraulica prevista dalla normativa vigente. Gli interventi necessari per la riduzione del rischio idraulico sono parte dell’opera a cui si riferiscono, in particolare si precisa che: nella edificazione all’interno di un lotto sono opere di sistemazione esterna o opere edilizie; nella urbanizzazione di un piano attuativo sono opere di urbanizzazione o di collegamento ai pubblici servizi. ART. 80 – POZZI PER ACQUA Si definiscono norme per limitare l’apertura di nuovi pozzi, incentivando la realizzazione di altri sistemi di alimentazione, quali cisterne alimentate da acque piovane e simili. Chiunque intenda realizzare opere atte a captare acqua proveniente dal sottosuolo (pozzi, bottini di presa, gallerie, scavi di qualsiasi natura e dimensione che raggiungano falde idriche in genere) da destinare a qualsiasi uso, compresi quelli domestici, e per qualsiasi scopo, svolti gli adempimenti di cui al R.D. 1775 del 11/12/1933 e successive modificazioni, al D.L. 26/3/1991, alla L. 36/94 e alla L.R. 81/94, deve presentare domanda al Comune. L’accettazione della domanda di realizzazione dell’opera di captazione è subordinata all’analisi dello stato della risorsa idrica sotterranea nell’area interessata (geometria degli acquiferi, potenzialità e caratteristiche, aree di rispetto e di salvaguardia, vulnerabilità, sfruttamento, verifica della presenza del cuneo salino ecc.). E’ vietata la captazione simultanea con la stessa opera di acquiferi non comunicanti fra loro; gli attraversamenti praticati fra più acquiferi dovranno essere accuratamente sigillati con materiali idonei ed indicati negli allegati tecnici, lasciando libero solo l’acquifero che si intende sfruttare. Nel caso di acquifero multistrato, dove livelli acquiferi diversi sono in collegamento fra loro, negli allegati tecnici deve essere documentata la loro struttura idrogeologica. L’emungimento da più livelli deve essere giustificato dalla potenzialità dell’acquifero in funzione dei reali fabbisogni del richiedente. Opere diverse da pozzi e bottini di presa (quali scavi sotto falda, drenaggi, etc.) che interferiscono con i livelli acquiferi del sottosuolo, anche solo temporaneamente, devono essere giustificati e documentati negli allegati di progetto.

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Anche in caso di rifacimento di pozzi nelle vicinanze di uno esistente ormai in disuso, dovrà essere seguita la stessa prassi e l’autorizzazione potrà essere concessa o meno a patto della previa chiusura del pozzo esistente. Domanda di autorizzazione La domanda di autorizzazione in carta da bollo deve essere inviata al Comune e deve contenere le seguenti informazioni: generalità complete del richiedente generalità complete del proprietario del fondo indicazione del progettista e del direttore dei lavori dell’opera località ove è prevista l’opera quantitativo massimo di acqua che si intende emungere (metri cubi/giorno) e suo utilizzo. Alla domanda dovranno essere allegati i seguenti documenti ed elaborati: corografia generale 1:25.000 planimetria catastale 1:2.000 con indicazione dell’ubicazione della perforazione relazione idrogeologica preliminare con elaborato cartografico 1:5.000 estesa per un contorno

significativo in relazione alle presunte caratteristiche dell’acquifero dichiarazione di nomina e di accettazione della direzione dei lavori da parte di un geologo progetto dell’opera. Dopo il rilascio dell’autorizzazione, fermi restando gli adempimenti previsti dalla legge n°464/84 (Servizio geologico di Stato), il richiedente comunicherà al Comune ed all'AATO la data di inizio dei lavori a mezzo raccomandata controfirmata dal Direttore dei Lavori. In tale comunicazione dovrà esser indicata la ragione sociale completa della Ditta esecutrice dei lavori . Dovranno essere comunicate eventuali sospensioni dei lavori, ed entro 30 gg. dalla ultimazione degli stessi dovrà esserne data comunicazione. Tale comunicazione dovrà essere accompagnata dalla relazione finale del Direttore dei Lavori. Il mancato rispetto degli obblighi di cui ai precedenti due commi comporterà la revoca dell’autorizzazione e l’applicazione dei provvedimenti specificati al punto Sanzioni della presente Scheda. Contenuto dei documenti progettuali Relazione idrogeologica preliminare (precedente punto c). Tale relazione dovrà contenere

l’inquadramento geologico, geomorfologico ed idrogeologico dell’area, la struttura idrogeologica presumibile dell’acquifero interessato alla captazione, l’eventuale studio di effetti che potrebbero derivare dall’abbassamento della falda in caso di emungimento intensivo ai sensi del D.M. 11 marzo 1988 (subsidenza ecc.).

Progetto dell’opera (precedente punto e). Sarà composto da una relazione tecnica generale comprendente la descrizione di attività potenzialmente inquinanti entro un raggio significativo, non inferiore a mt. 200 di raggio, specificando la presenza di cave, discariche, abitazioni, stalle, altre opere di captazione e di tutto quanto indicato nell’art. 6 del D.P.R. n° 236/88, oltre al tipo di coltivazione e pratiche agricole svolte nell’area interessata dalla captazione. Previsione della profondità massima da raggiungere, la tecnica di perforazione più idonea, i diametri di perforazione, il diametro ed il materiale della tubazione di rivestimento definitivo, il materiale da utilizzarsi per il drenaggio, l’eventuale utilizzo di fanghi di perforazione, le metodologie previste per le operazioni di spurgo e prove di portata. Il materiale da utilizzarsi per le cementazioni o l’impermeabilizzazione di falde attraversate da escludersi.

Relazione tecnica finale Allegata alla comunicazione di fine lavori dovrà esserci una relazione tecnica firmata dal Direttore dei Lavori contenente i seguenti elaborati: a) ubicazione catastale dell’opera b) stratigrafia dei terreni attraversati dalla perforazione c) schema pozzo con indicazione del metodo di perforazione utilizzato, dei diametri di perforazione, del tipo di tubazione definitiva utilizzato e sue dimensioni, del posizionamento dei filtri e loro tipo

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(a ponte, fresati, Johnson), dei tratti cementati o impermeabilizzati, del risultato delle prove di portata (portata, livello statico, livello dinamico) d) risultati della prova di portata a gradini con indicazione della portata di esercizio, della portata critica, dei coefficienti di Jacob B e C, completa della tabella tempi-abbassamenti. Caratteristiche costruttive I pozzi dovranno essere realizzati secondo le tecniche più adatte in relazione alla litologia da attraversare e l’emungimento dovrà avvenire secondo pompe adeguatamente dimensionate e posizionate onde evitare fenomeni di cavitazione e perdita di efficienza del pozzo. Per salvaguardare l’acquifero che si intende sfruttare, l’intercapedine tra il perforo ed i tubi di rivestimento definitivo dovrà essere cementata con i materiali ed i modi che di volta in volta saranno indicati dal Direttore Lavori in base alla litologia del terreno attraversato. La cementazione dovrà partire al di sopra dei filtri, ed eseguita dopo la fase di spurgo per evitare fenomeni di assestamento del drenaggio nel perforo che potrebbero compromettere l’efficienza della cementazione. La cementazione dovrà comunque continuare in superficie con la realizzazione di una piazzola in cls con raggio di mt. 1,00. La condotta premente dovrà essere dotata di valvola di ritegno onde evitare travasi o ritorni di alcun genere nell’acquifero, e dotata di un rubinetto per poter eseguire prelievi. Il boccapozzo dovrà essere sempre di tipo stagno con flangia e controflangia per evitare l’accesso ad estranei o cadute in pozzo di materiale di qualunque tipo. Il boccapozzo dovrà essere contenuto in un pozzetto in muratura, o portato sopra il p.c. All’interno del pozzo dovrà essere installato un piezometro per la misura del livello della falda. ART. 81 – NORME GENERALI PER LA PREVENZIONE DEI DISSESTI IDROGEOLOGICI Al fine di garantire la conservazione dei suoli, la riduzione dei rischi idrogeologici, la tutela dell’ambiente, l’aumento del tempo di corrivazione, il controllo del trasporto solido, si individuano norme generali per la prevenzione dei dissesti idrogeologici: qualunque intervento, con particolare riferimento alla regimazione delle acque, e variazione di

destinazione d’uso del suolo non deve incrementare i livelli di pericolosità; gli enti gestori del servizio idrico integrato dovranno prioritariamente garantire l’eliminazione di

perdite delle condotte che possono interessare le aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata;

i prelievi di materiale estrattivo dovranno essere verificati in relazione agli effetti di stabilità dei versanti e di impatto ambientale e paesaggistico;

nuove edificazioni e trasformazioni morfologiche d’uso di aree pubbliche e private dovranno individuare interventi atti a limitare l’impermeabilizzazione superficiale.

Inoltre sono da incentivare: il mantenimento, la manutenzione ed il ripristino delle opere di sistemazione idraulico agraria di

presidio tipiche degli assetti agricoli storici quali: muretti, terrazzamenti, gradonamenti, canalizzazione delle acque selvagge, drenaggi, ecc.;

l'aratura lungo le linee di livello (giropoggio); il mantenimento di siepi, alberi e zone inerbite ai limiti del coltivo; l'inerbimento dei vigneti e degli oliveti; l'inerbimento permanente, evitando il pascolo, nelle zone limitrofe le aree calanchive; la giusta densità di bestiame per unità di superficie in relazione alle caratteristiche dei suoli; la realizzazione di adeguata rete di regimazione delle acque quali fosse livellari (fossi di guardia,

fossi di valle), e fossi collettori;

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per le lavorazioni agricole adiacenti alle sedi stradali il mantenimento di una fascia di rispetto a terreno saldo dal ciglio superiore della scarpata a monte e dal ciglio inferiore della scarpata a valle della sede stradale;

il mantenimento di una fascia di rispetto a terreno saldo in adiacenza della rete di regimazione delle acque;

la manutenzione della viabilità poderale, sentieri, mulattiere e carrarecce con dotazione di cunette, taglia-acque e altre opere consimili al fine di evitare la loro trasformazione in collettori di acque superficiali;

le azioni relative alla conservazione, manutenzione ed adeguamento dei boschi in funzione della regimazione delle acque superficiali e al potenziamento delle superfici boscate; la salvaguardia degli impianti boschivi e arbustivi di pregio; l’avviamento ad alto fusto; la rinaturalizzazione delle aree incolte e abbandonate dalle pratiche agricole;

la valutazione dell’attitudine delle varie colture e tecniche colturali ai fini della dinamica dei versanti, anche in relazione al controllo dell’erosione;

l’individuazione di tecniche alternative di utilizzo del suolo, sulla base di elaborazioni ed approfondimenti conoscitivi delle caratteristiche pedologiche, geolitologiche e morfometriche ai fini della determinazione della capacità d’uso agricolo-pastorale- forestale.

ART. 82 – NORME GENERALI PER LA PREVENZIONE DAGLI ALLAGAMENTI Per l’intero territorio comunale i progetti relativi alla realizzazione delle sistemazioni esterne, dei parcheggi, della viabilità, dei rilevati dovranno essere tesi ad evitare la ulteriore impermeabilizzazione superficiale rispettando le seguenti prescrizioni (art. 78 P.I.T.; art. 19 P.A.I. Fiora): a) la realizzazione di nuovi edifici deve garantire il mantenimento di una superficie permeabile

pari ad almeno il 25% della superficie fondiaria di pertinenza del nuovo edificio in base agli indici di superficie coperta di zona. Nel caso di terreni permeabili saranno da privilegiare soluzioni tali da permettere l’infiltrazione estesa delle acque piovane ai fini della ricarica delle acque sotterranee, evitando di compromettere l'esistente permeabilità e il valore del 25% di cui sopra va portato al 40%. Per superficie permeabile di pertinenza di un edificio si intende la superficie non impegnata da costruzioni che comunque consenta l’assorbimento anche parziale delle acque meteoriche;

b) i nuovi spazi pubblici e privati destinati a piazzali, parcheggi e viabilità pedonale o meccanizzata, devono essere realizzati con modalità costruttive che consentano l’infiltrazione o la ritenzione anche temporanea delle acque. Sono possibili eccezioni a tale disposizione esclusivamente per dimostrati motivi di sicurezza o di tutela storico - ambientale;

c) il convogliamento delle acque piovane in fognatura o in corsi d’acqua deve essere evitato quando è possibile dirigere le acque in aree adiacenti con superficie permeabile senza che si determinino danni dovuti a ristagno;

d) le reti fognarie dovranno prevedere per le nuove urbanizzazioni adeguati volumi di invaso al fine di garantire condizioni di sicurezza, in relazione alla natura della previsione urbanistica ed al contesto territoriale, che tenga conto di eventi pluviometrici critici con tempo di ritorno di 200 anni, tali verifiche dovranno progressivamente essere ampliate anche alle reti fognarie esistenti.

Al fine di garantire il mantenimento/restituzione ai corsi d'acqua degli ambiti di respiro naturale, nonché di mantenere e recuperare la funzionalità e l'efficienza delle opere idrauliche e di bonifica e di non rendere inefficaci gli interventi strutturali realizzati o da realizzare in funzione dei livelli di sicurezza definiti dal Piano, gli strumenti per il governo del territorio individuano discipline secondo le seguenti direttive: ?? nel territorio rurale la rete di drenaggio delle acque di pioggia dovrà essere tale da ridurre i

livelli di pericolosità;

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?? sono da evitare la copertura ed il tombamento dei corsi d’acqua e comunque anche in caso di attraversamento non potrà essere ridotta la sezione idraulica di sicurezza relativa alla portata con tempo di ritorno duecentennale;

?? deve essere garantita la conservazione del reticolo idrografico e il mantenimento o recupero delle caratteristiche di funzionalità ed efficienza delle opere idrauliche e di bonifica;

?? il recapito finale, nei corsi d’acqua pubblica, dovrà essere verificato in termini di sicurezza idraulica.

Inoltre sono da incentivare: ?? la realizzazione delle opere spondali e di regimazione idraulica, privilegiando interventi di

basso impatto ambientale e di ingegneria naturalistica; ?? la manutenzione e, ove necessario, il ripristino della vegetazione spondale; ?? la conservazione degli insiemi vegetazionali di particolare valenza (zone umide, ecosistemi

dunali, ecc.), e valorizzazione delle biodiversività; l’individuazione negli atti di pianificazione territoriale di aree specifiche per il recapito e la dispersione delle acque piovane, evitando il convogliamento in fognatura o nei corsi d’acqua.

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Allegato al TITOLO VIII LA FATTIBILITA’ GEOLOGICA

La “fattibilità geologica” (definita dalla D.C.R. Toscana n. 94/85) rappresenta la “normativa geologica” derivante dalla previsione delle varie classi di destinazione d’uso in zone che presentano condizioni di pericolosità reale o potenziale. La fattibilità può anche essere definita come il prodotto della vulnerabilità del territorio in cui si pianifica la previsione urbanistica moltiplicato la gravità del danno atteso che si verrebbe a creare in seguito ad un evento catastrofico: fattibilità = pericolosità * danno atteso.

Essa individua il piano delle indagini di dettaglio da eseguirsi prima dell’approvazione delle Varianti agli S.U., dei Piani Attuativi o dei progetti degli interventi diretti.

Mediante le matrici proposte dalla Scheda n. 3 del P.T.C. si mette in relazione la classe di destinazione d’uso dell’intervento con la classe di vulnerabilità del territorio, ricavando la fattibilità.

La classi di destinazione d’uso (Scheda n. 3 del P.T.C.) differiscono dalle “classi di previsione relative alle prescrizioni del P.R.G.” perché si riferiscono principalmente al potenziale edificatorio insito in ciascuna classe di previsione di S.U. Ad esempio per una previsione di S.U. di opere di urbanizzazione primaria “verde pubblico attrezzato” che preveda la costruzione di impianti sportivi, di edifici o di strutture che abbiano un impatto edificatorio in genere, si dovrà far riferimento alla classe di destinazione d’uso “nuove edificazioni”.

Le classi di fattibilità

Fattibilità senza particolari limitazioni (classe 1). Gli interventi previsti dallo S.U. sono attuabili senza particolari condizioni e limitazioni. Equivale a livelli di rischio irrilevanti raggiungibili in caso di: Costruzioni di modesto rilievo in rapporto alla stabilità globale dell’insieme opera-

terreno che ricadono in aree stabili note (classe 1 di pericolosità) con riferimento al D.M. 11/03/1988, punto A.2, 8° e 9° capoverso.

Interventi a carattere conservativo e/o di ripristino anche in aree ad elevata pericolosità. In questi casi la caratterizzazione geotecnica del terreno a livello di progetto può essere ottenuta per mezzo della raccolta di notizie e dati sui quali possa essere responsabilmente basata la progettazione; i calcoli geotecnici di stabilità e la valutazione degli spostamenti possono essere omessi, ma la validità delle soluzioni progettuali adottate deve essere motivata con una apposita relazione.

Fattibilità 1 da rischio geologico. Situazioni morfologiche ottimali. Necessita una conoscenza della stratigrafia del sottosuolo per la progettazione specifica (a livello di rilascio della concessione).

Fattibilità 1 da rischio idraulico. Situazione ottimale per l’assenza di pericolo di inondazione.

Fattibilità 1 da vulnerabilità all’inquinamento della falda. Situazione ottimale per l’assenza o per l’esiguità della falda e/o le opere non interferiscono assolutamente con la falda.

Fattibilità con normali vincoli da precisare a livello di progetto (classe 2). Gli interventi previsti dallo S.U. sono attuabili senza particolari condizioni, ma con ulteriori indagini da prevedere a livello di Strumento attuativo o di progetto. Equivale a livelli di rischio basso raggiungibili in aree non sufficientemente note anche se ipotizzabili a “bassa pericolosità”. Non sono previste indagini di dettaglio a

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livello di “area complessiva”. Il progetto deve basarsi su un’apposita indagine geognostica (ai sensi del D.M. 11-3-88 specifica articolo) mirata alla soluzione dei problemi evidenziati degli studi condotti a livello di P.R.G. Fattibilità 2 da rischio geologico.

La destinazione non solleva particolari problemi, necessitano normali vincoli tesi all’acquisizione dei dati di sottosuolo, per confermare un livello buono di fattibilità da attuare in sede di S.A. o di progettazione esecutiva delle opere secondo il D.M. 11/03/88.

Fattibilità 2 da rischio idraulico. L’intervento non presenta problematiche connesse al rischio di alluvionamento, potrà essere richiesta in fase di progettazione esecutiva adeguata relazione idraulica a firma di professionista abilitato che confermi la fattibilità dell’opera nei confronti della possibilità di inondazione (vincolo per il rilascio della concessione edilizia).

Fattibilità 2 da vulnerabilità all’inquinamento della falda. L’intervento non presenta particolari problemi rispetto alla vulnerabilità della falda, potrà essere richiesta, in fase di progettazione esecutiva, adeguata relazione a firma di professionista abilitato sull’influenza (anche temporanea) dell’opera rispetto alla qualità delle acque sotterranee e al loro regime quantitativo, che dovrà risultare scarsa o inesistente.

Fattibilità condizionata (classe 3). Gli interventi previsti dallo S.U. sono attuabili alle condizioni sotto descritte. Equivale ad un livello di rischio medio-alto, come definibile dalle conoscenze disponibili sulla pericolosità dell’area e interventi previsti anche di non eccessivo impegno e bassa vulnerabilità (p.e. edilizia abitativa a basso indice di fabbricabilità). Sono richieste indagini di dettaglio condotte a livello di “area complessiva” sia come supporto alla redazione di S.A. che nel caso sia ipotizzato un intervento diretto”. L’esecuzione di quanto previsto dai risultati di tali indagini in termini di interventi di bonifica, miglioramento dei terreni e/o tecniche fondazionali particolari costituiscono un vincolo specifico per il rilascio della concessione edilizia. Il Comune, ove possibile dovrà evitare la realizzazione di nuove infrastrutture o ampliamenti di quelle esistenti e di nuova espansione urbana nelle aree classificate in 3^ classe di fattibilità. Pertanto nei casi in cui sia dimostrata la mancanza di alternative possibili, potranno essere previste nuove infrastrutture o ampliamenti di quelle esistenti e nuove espansioni urbane a condizione che vengano eseguiti studi di dettaglio condotti a livello di "area complessiva", sia come supporto alla redazione di Strumenti Urbanistici Generali che Attuativi sia nel caso sia ipotizzato un "intervento diretto". L'esecuzione di quanto previsto dai risultati di tali indagini in termini di bonifica, miglioramento dei terreni e/o tecniche fondazionali particolari, costituirà un vincolo specifico che dovrà essere recepito dagli Strumenti Urbanistici o dai progetti degli interventi diretti. Fattibilità 3 da rischio geologico.

La destinazione prevista presenta livelli di rischio medio. Sono richieste indagini di dettaglio sulla stabilità dell’area complessiva sia in caso di S.A. che in caso di progetto delle opere. Localizzare.

Fattibilità 3 da rischio idraulico. La destinazione prevista presenta livelli di rischio medio. Rientrano in questa classe tutte le destinazioni che prevedono interventi di urbanizzazione per scopo residenziale o di servizi anche ricadenti in classi di pericolosità bassa. Sono richieste indagini di dettaglio sulle condizioni idrauliche dell’area complessiva sia in caso di S.A. che in caso di progetto delle opere. Localizzare.

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Fattibilità 3 da vulnerabilità all’inquinamento delle falde. La destinazione prevista presenta livelli di rischio medio. Corrisponde a destinazioni che prevedono interventi con bassa interferenza con la falda in zone in classe di pericolosità media o interventi a media interferenza in zone a pericolosità bassa nei confronti delle acque sotterranee. Sono richieste indagini di dettaglio sulla vulnerabilità della falda ed una valutazione delle interferenze qualitative e quantitative degli int erventi previsti sia in caso di S.A. che di progetto delle opere. Localizzare.

Fattibilità condizionata (classe 4). Gli interventi previsti dallo S.U. sono attuabili alle condizioni e secondo le limitazioni derivanti da quanto sotto precisato. Equivale a livelli di rischio ottenibili ipotizzando qualsiasi tipo di utilizzazione che non sia puramente conservativa o di ripristino in aree a pericolosità elevata. O prevedendo utilizzazioni dall’elevato valore di vulnerabilità (servizi essenziali, strutture ad utilizzazione pubblica ad elevata concentrazione, strutture ad elevato rischio indotto quali dighe, installazioni industriali con possibile emanazione di materiale nocivo, etc.) in aree a pericolosità bassa. In queste aree, già a livello di strumento urbanistico generale sono da prevedersi specifiche indagini geognostiche e quant’altro necessario per precisare i termini del problema: in base ai risultati di tali studi dovrà essere predisposto un esauriente progetto degli interventi di consolidamento e bonifica, miglioramento dei terreni e tecniche fondazionali particolari ed un programma di controlli necessari a valutare l’esito di tali interventi. Nelle aree classificate in 4^ classe di fattibilità il Comune dovrà comunque disincentivare qualsiasi intervento se non quelli necessari per il consolidamento, bonifica e miglioramento dei terreni. Fattibilità 4 da rischio geologico. Il livello di pericolosità è tale che il progetto

dell’intervento diretto deve considerare una serie di prescrizioni in relazione alla stabilità di pendii. Localizzare.

Fattibilità 4 da rischio idraulico. Il livello di pericolosità è tale che il progetto dell’intervento diretto deve considerare una serie di prescrizioni in relazione al pericolo di alluvionamento. Rientrano in questo livello di rischio tutte le aree di bonifica riportate nella Tavola 1 del P.T.C. Localizzare.

Fattibilità 4 da vulnerabilità all’inquinamento della falda. Il livello di pericolosità è tale che il progetto dell’intervento diretto deve considerare una serie di prescrizioni in relazione alla vulnerabilità degli acquiferi. La salvaguardia del patrimonio “acque sotterranee” è prioritaria rispetto alla destinazione scelta. Rientrano in questo livello di rischio tutti gli acquiferi riportati nella Tavola 1 del P.T.C. Localizzare.

ART. X +X Le classi di destinazione d’uso e la fattibilità

Mediante le matrici proposte dalla Scheda n. 3 del P.T.C. si mette in relazione la classe di destinazione d’uso dell’intervento con la classe di vulnerabilità del territorio, ottenendo così la fattibilità.

La classi di destinazione d’uso (Scheda n. 3 del P.T.C.) differiscono dalle “classi di previsione relative alle prescrizioni del P.R.G.” perché si riferiscono principalmente al potenziale edificatorio insito in ciascuna classe di previsione di S.U. Ad esempio per una previsione di S.U. di opere di urbanizzazione primaria “verde pubblico attrezzato” che preveda la costruzione di impianti sportivi, di edifici o di strutture che abbiano un impatto edificatorio in genere, si dovrà far riferimento alla classe di destinazione d’uso “nuove edificazioni”.

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La fattibilità di edifici e ristrutturazioni Edifici

In questa classi di destinazione d’uso vi sono compresi tutti gli interventi di nuova edificazione che prevedano la costruzione di strutture non temporanee a qualsiasi scopo destinate, di piccola o rilevante incidenza sul territorio (abitazione, stabilimento, garage, etc.).

La fattibilità risulta dall’applicazione della matrice seguente:

Edifici classi di pericolosità

pericolosità geologica rischio idraulico vulnerabilità falde 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4

classi di fattibilità

X X X X 1 X X X 2 X X X X 3 X X 4

Ristrutturazioni

Gli interventi sono come quelli della destinazione d’uso precedente (edifici) ma sono riferiti a edifici già esistenti.

La fattibilità risulta dall’applicazione della matrice seguente:

Ristrutturazioni classi di pericolosità

pericolosità geologica rischio idraulico vulnerabilità falde 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4

classi di fattibilità

X X X X X 1 X X X X 2 X X X X X 3 X X 4

La fattibilità delle strutture per liquidi Liquidi non inquinanti

Questa classe comprende tutte le opere destinate alla ritenzione o dispersione di liquidi che non costituiscono un potenziale rischio d’inquinamento (piscina, vasca antincendio, serbatoio idrico, invaso irriguo, etc.).

La fattibilità risulta dall’applicazione della matrice seguente:

Strutture per liquidi non inquinanti classi di pericolosità

pericolosità geologica rischio idraulico vulnerabilità falde 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4

classi di fattibilità

X X X X X 1 X X X 2 X X 3 X X 4

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Liquidi inquinanti

Questa classe comprende tutte le opere destinate alla ritenzione o dispersione di liquidi che costituiscono un potenziale rischio d’inquinamento (serbatoi per gasolio, fosse settiche o imhoff con subirrigazione, etc.). La fattibilità risulta dall’applicazione della matrice seguente:

Strutture per liquidi inquinanti classi di pericolosità

pericolosità geologica rischio idraulico vulnerabilità falde 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4

classi di fattibilità

X X X 1 X X X 2 X X X X X 3 X X 4

La fattibilità delle infrastrutture nodali Impianti per liquidi o gas

Comprende opere quali captazioni (escluse captazioni di pozzi e sorgenti che sono trattate al paragrafo x “Progetti speciali”), azioni di trattamento, stazioni di sollevamento, ecc.

La fattibilità risulta dall’applicazione della matrice seguente:

Infrastrutture nodali: impianti per liquidi o gas classi di pericolosità

pericolosità geologica rischio idraulico vulnerabilità falde 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4

classi di fattibilità

X X X X X X X 1 X X X X 2 X X 3 X X 4

Infrastrutture fognarie

Comprende opere quali depuratori, stazioni di sollevamento, ecc. La fattibilità risulta dall’applicazione della matrice seguente:

Infrastrutture nodali: fognarie

classi di pericolosità pericolosità geologica rischio idraulico vulnerabilità falde

1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4

classi di fattibilità

X X 1 X X X 2 X X X X X 3 X X 4

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Infrastrutture viarie

Comprende parcheggi, svincoli, ecc. La fattibilità risulta dall’applicazione della matrice seguente:

Infrastrutture nodali: viarie classi di pericolosità

pericolosità geologica rischio idraulico vulnerabilità falde 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4

classi di fattibilità

X X 1 X X X X 2 X X X 3 X X X 4

Infrastrutture energetiche

Comprende opere quali cabine di controllo, trasformazioni, tralicci per linee aeree, ecc.

Infrastrutture nodali: energetiche classi di pericolosità

pericolosità geologica rischio idraulico vulnerabilità faldes 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4

classi di fattibilità

X X X X 1 X X X X 2 X X 3 X X 4

Infrastrutture aereoportuali

Comprende tutte le strutture aereoportuali quali piste, piazzali di sosta, ecc (per gli eventuali edifici collegati si veda il precedente paragrafo 5.1 Edifici e ristrutturazioni).

Infrastrutture nodali: areoportuali classi di pericolosità

pericolosità geologica rischio idraulico vulnerabilità falde 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4

classi di fattibilità

X X 1 X X X X 2 X X X 3 X X X 4

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La fattibilità delle infrastrutture a rete Condotte per liquidi o gas

Comprende acquedotti, gasdotti. Infrastrutture a rete: condotte per liquidi o gas

classi di pericolosità pericolosità geologica rischio idraulico vulnerabilità falde

1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4

classi di fattibilità

X X X X X X X X 1 X X X X 2 X X 3 X 4

Condotte fognarie

Comprende le fognature. Infrastrutture a rete: condotte fognarie

classi di pericolosità pericolosità geologica rischio idraulico vulnerabilità falde

1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4

classi di fattibilità

X X X 1 X X X X 2 X X X X X 3 X X 4

Infrastrutture viarie

Comprende strade, ferrovie, ecc. Infrastrutture a rete: viarie

classi di pericolosità pericolosità geologica rischio idraulico vulnerabilità falde

1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4

classi di fattibilità

X X 1 X X X X 2 X X X 3 X X X 4

Infrastrutture energetiche

Comprende opere che comportano la posa di cavi interrati, quali linee per elettrodotti, telecomunicazioni, ecc.

Infrastrutture a rete: energetiche classi di pericolosità

pericolosità geologica rischio idraulico vulnerabilità falde 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4

classi di fattibilità

X X X X X X X X 1 X X X X 2 X X 3 4

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La fattibilità delle aree verdi Aree verdi in genere

Comprende tutte le destinazioni d’uso del territorio che non prevedono l’edificazione di strutture permanenti e l’utilizzazione per scopi agricoli, quali aree destinate ad attività sportive, aree forestali, ecc. (per eventuali edifici collegati si veda precedente paragrafo 5.1 Edifici e ristrutturazioni).

Aree verdi: aree verdi in genere classi di pericolosità

pericolosità geologica rischio idraulico vulnerabilità falde 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4

classi di fattibilità

X X X X X X X X 1 X X X 2 X 3 4

Aree agricole

In questa classe sono comprese tutte le destinazioni d’uso del territorio non soggette ad edificazioni (precedente paragrafo 5.1 Edifici e ristrutturazioni) e che sono destinate ad esclusivo utilizzo agricolo.

Aree verdi: aree agricole classi di pericolosità

pericolosità geologica rischio idraulico vulnerabilità falde 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4

classi di fattibilità

X X X X X 1 X X X X X 2 X X X 3 4

La fattibilità dei progetti speciali Discariche

Discariche per rifiuti solidi urbani, per rifiuti speciali, impianti di trattamento e stoccaggio provvisorio dei rifiuti, ecc.

Progetti speciali: discariche

classi di pericolosità pericolosità geologica rischio idraulico vulnerabilità falde

1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4

classi di fattibilit

1 X X X X X 2 X X X 3 X X X X X X 4

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Aree estrattive

Progetti speciali: aree estrattive classi di pericolosità

pericolosità geologica rischio idraulico vulnerabilità falde 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4

classi di fattibilità

X X X 1 X X X X X X 2 X X X 3 X X 4

Pozzi e captazioni idriche Disposizioni generali Chiunque intenda realizzare opere atte a captare acqua proveniente dal sottosuolo (pozzi, bottini di presa, gallerie, scavi di qualsiasi natura e dimensione che raggiungano falde idriche in genere) da destinare a qualsiasi uso, compresi quelli domestici, e per qualsiasi scopo, svolti gli adempimenti di cui al RD 1775 del 11/12/1933 e successive modificazioni, al DL 26/3/1991, alla L. 36/94 e alla LR 81/94, deve presentare domanda al Comune. L’accettazione della domanda di realizzazione dell’opera di captazione è subordinata all’analisi dello stato della risorsa idrica sotterranea nell’area interessata (geometria degli acquiferi, potenzialità e caratteristiche, aree di rispetto e di salvaguardia, vulnerabilità, sfruttamento ecc.) . E’ vietata la captazione simultanea con la stessa opera di acquiferi non comunicanti fra loro; gli attraversamenti praticati fra più acquiferi dovranno essere accuratamente sigillati con materiali idonei ed indicati negli allegati tecnici, lasciando libero solo l’acquifero che si intende sfruttare. Nel caso di acquifero multistrato, dove livelli acquiferi diversi sono in collegamento fra loro, negli allegati tecnici deve essere documentata la loro struttura idrogeologica. L’emungimento da più livelli deve essere giustificato dalla potenzialità dell’acquifero in funzione dei reali fabbisogni del richiedente. Fatta eccezione per le sorgenti, non è consentito porre acquiferi a contatto permanente dell’atmosfera mediante scavi di qualsiasi forma e dimensione, senza che siano realizzate le opere di protezione di cui al successivo paragrafo dedicato alle caratteristiche costruttive. Opere diverse da pozzi e bottini di presa (quali scavi sotto falda, drenaggi, etc.) che interferiscono con i livelli acquiferi del sottosuolo, anche solo temporaneamente, devono essere giustificati e documentati negli allegati di progetto. Per tutti gli edifici o impianti e per le aree di pertinenza previste all’interno di strumenti urbanistici attuativi, sono rilasciate autorizzazioni alla realizzazione delle opere di captazione per qualsiasi uso, solo nei termini previsti dalla convenzione stipulata con l’Amministrazione comunale, dopo esame e giudizio dell'AATO, per quanto di competenza, così come per le altre citazioni riportate nella presente scheda e riferite a tale Autorità. Il Comune rilascerà o negherà l’autorizzazione alla realizzazione e all’utilizzo dell’opera, previo esame della domanda, dei documenti progettuali, così come sotto riportata, e acquisizione del parere dell'AATO, e per quanto di competenza della A.S.L e del Genio Civile, ferma restando la possibilità di impartire prescrizioni tecniche o vincoli che si

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ritengono opportuni caso per caso. L’inosservanza delle prescrizioni comporterà la revoca dell’autorizzazione e l’applicazione delle sanzioni, così come più avanti riportate. L’Amministrazione comunale si riserva la facoltà di revocare l’autorizzazione alla costruzione e all’uso di qualsiasi opera di captazione per motivi igienici o di interesse pubblico. Il Comune provvede al rilascio o al diniego dell’autorizzazione entro i termini previsti dalle leggi vigenti. L’opera di captazione dovrà essere realizzata entro 6 mesi dalla data di rilascio dell’autorizzazione. Relativamente alle opere non terminate entro tale data, i lavori non potranno essere ripresi se non previa domanda di proroga e successiva autorizzazione. Anche in caso di rifacimento di pozzi nelle vicinanze di uno esistente ormai in disuso, dovrà essere seguita la stessa prassi e l’autorizzazione potrà essere concessa o meno a patto della previa chiusura del pozzo esistente. Domanda di autorizzazione La domanda di autorizzazione in carta da bollo deve essere inviata al Comune e deve contenere le seguenti informazioni: 1) generalità complete del richiedente 2) generalità complete del proprietario del fondo 3) indicazione del progettista e del direttore dei lavori dell’opera 4) località ove è prevista l’opera 5) quantitativo massimo di acqua che si intende emungere (mc/gg) e suo utilizzo Alla domanda dovranno essere allegati i seguenti documenti ed elaborati: a) corografia generale 1:25.000 b) planimetria catastale 1:2.000 con indicazione dell’ubicazione della ricerca c) relazione idrogeologica preliminare con elaborato cartografico 1:5.000 estesa per un contorno significativo in relazione alle presunte caratteristiche dell’acquifero d) dichiarazione di nomina e di accettazione della direzione dei lavori da parte di un tecnico abilitato e) ricevuta di versamento a favore dell'A.S.L. previsto da apposito atto della Regione Toscana f) progetto dell’opera. Dopo il rilascio dell’autorizzazione, fermi restando gli adempimenti previsti dalla legge n°464/84 (Servizio geologico di Stato), il richiedente comunicherà al Comune ed all'AATO la data di inizio dei lavori a mezzo raccomandata controfirmata dal Direttore dei Lavori. In tale comunicazione dovrà esser indicata la ragione sociale completa della Ditta esecutrice dei lavori . Dovranno essere comunicate eventuali sospensioni dei lavori, ed entro 30 gg. dalla ultimazione degli stessi dovrà esserne data comunicazione. Tale comunicazione dovrà essere accompagnata dalla relazione finale del Direttore dei Lavori. Il mancato rispetto degli obblighi di cui ai precedenti due commi comporterà la revoca dell’autorizzazione e l’applicazione dei provvedimenti specificati al punto Sanzioni della presente Scheda. Contenuto dei documenti progettuali Relazione idrogeologica preliminare (precedente punto c) Tale relazione dovrà contenere l’inquadramento geologico, geomorfologico ed idrogeologico dell’area, la struttura idrogeologica presumibile dell’acquifero interessato alla captazione, l’eventuale studio di effetti che potrebbero derivare dall’abbassamento della falda in caso di emungimento intensivo (subsidenza ecc.) Progetto dell’opera (precedente punto e) Sarà composto da una relazione tecnica generale comprendente la descrizione di attività

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potenzialmente inquinanti entro un raggio significativo, non inferiore a mt. 200 di raggio, specificando la presenza di cave, discariche, abitazioni, stalle, altre opere di captazione e di tutto quanto indicato nell’art. 6 del D.P.R. n° 236/88, oltre al tipo di coltivazione e pratiche agricole svolte nell’area interessata dalla captazione. Previsione della profondità massima da raggiungere, la tecnica di perforazione più idonea, i diametri di perforazione, il diametro ed il materiale della tubazione di rivestimento definitivo, il materiale da utilizzarsi per il drenaggio, l’eventuale utilizzo di fanghi di perforazione, le metodologie previste per le operazioni di spurgo e prove di portata. Il metodo di campionatura stratigrafico del terreno che dovrà rimanere a disposizione del Comune e dell'AATO per 30gg. dopo la comunicazione di fine lavori. Il materiale da utilizzarsi per le cementazioni o l’impermeabilizzazione di falde attraversate da escludersi. Relazione tecnica finale Allegata alla comunicazione di fine lavori dovrà esserci una relazione tecnica firmata dal Direttore dei Lavori contenente i seguenti elaborati: a) ubicazione catastale dell’opera b) stratigrafia dei terreni attraversati dalla perforazione c) schema pozzo con indicazione del metodo di perfo razione utilizzato,dei diametri di perforazione, del tipo di tubazione definitiva utilizzato e sue dimensioni, del posizionamento dei filtri e loro tipo (a ponte, fresati, Johnson), dei tratti cementati o impermeabilizzati, del risultato delle prove di portata (portata, livello statico, livello dinamico) d) si dovrà indicare la portata di utilizzo della captazione realizzata con indicazione dell’abbassamento del livello statico in tale regime di utilizzo e livello dinamico. Si ricorda che al punto 2 dell’art. 10 il D.L. 275/93 prevede il sequestro e la chiusura del pozzo «qualora ricorrono attuali e prevedili situazioni di subsidenza ovvero di inquinamento o pregiudizio al regime delle acque pubbliche». Aree di salvaguardia delle risorse idriche In casi di acque destinate al consumo umano, nella relazione tecnica finale dovrà essere indicata il tipo di area di salvaguardia che si prevede di realizzare (tutela assoluta, rispetto, protezione). Il geologo incaricato dovrà entrare nel merito dettagliatamente, nella sua relazione, ai criteri che hanno portato al dimensionamento delle zone di salvaguardia, indicando, su una carta con scala appropriata le potenziali fonti di inquinamento e gli eventuali punti di captazione presenti nell’intorno. Caratteristiche costruttive I pozzi dovranno essere realizzati secondo le tecniche più adatte in relazione alla litologia da attraversare e l’emungimento dovrà avvenire secondo pompe adeguatamente dimensionate e posizionate onde evitare fenomeni di cavitazione e perdita di efficienza del pozzo. Per salvaguardare l’acquifero che si intende sfruttare, l’intercapedine tra il perforo ed i tubi di rivestimento definitivo dovrà essere cementata con i materiali ed i modi che di volta in volta saranno indicati dal Direttore Lavori in base alla litologia del terreno attraversato. La cementazione dovrà partire al di sopra dei filtri, ed eseguita dopo la fase di spurgo per evitare fenomeni di assestamento del drenaggio nel perforo che potrebbero compromettere l’efficienza della cementazione. La cementazione dovrà comunque continuare in superficie con la realizzazione di una piazzola in cls con raggio di mt. 1,00. La condotta premente dovrà essere dotata di valvola di ritegno onde evitare travasi o ritorni di alcun genere nell’acquifero, e dotata di un rubinetto per poter eseguire prelievi. Il boccapozzo dovrà essere sempre di tipo stagno con flangia e controflangia per evitare l’accesso ad estranei o cadute in pozzo di materiale di qualunque tipo. Il boccapozzo dovrà essere contenuto in un pozzetto in muratura, o portato sopra il p.c. Captazioni in disuso Le opere di captazione in disuso devono essere denunciate al Comune e dell'AATO a cura

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del proprietario entro sei mesi dal cessato esercizio, e comunque prima dell’inizio dei lavori per realizzare nuove opere. Il Comune ingiungerà al proprietario la disattivazione dell’opera così che non permanga un potenziale veicolo di inquinamento. La chiusura del pozzo dovrà essere realizzata secondo le prescrizioni impartite al proprietario a sue spese e sotto la sua completa responsabilità. Captazioni non autorizzate La captazione di acqua dal sottosuolo realizzata dopo l’entrata in vigore della presente normativa senza la necessaria autorizzazione verrà chiusa e sigillata con tecniche appropriate indicate al proprietario dal Comune a cura e spese del proprietario e sotto la sua responsabilità. Sanzioni Salvo quanto previsto dalle vigenti leggi in materia urbanistica, l’inosservanza anche parziale di quanto prescritto da questo regolamento, comporta una sanzione amministrativa da £. 1.000.000 a £. 5.000.000, ferma restando la possibilità del Comune di revocare l’autorizzazione allo sfruttamento dell’opera oppure di prescriverne la chiusura. Controlli Prima dell’inizio dello sfruttamento dovranno essere realizzate analisi chimiche e batteriologiche dell’acqua utilizzata. Tali esami dovranno essere ripetuti con cadenza annuale e comunicati al Comune o all'AATO potranno in qualunque momento effettuare prelievi o misure piezometriche. Segnalazioni di variazioni I proprietari o gli addetti all’impianto devono rendersi disponibili a fornire la loro collaborazione dando ogni notizia venga loro richiesta dal Comunali o dall'AATO. Inoltre i proprietari hanno l’obbligo di comunicare tempestivamente agli organi competenti qualsiasi modifica venga apportata all’opera di captazione o all’entità degli emungimenti. L’autorizzazione deve essere conservata dal titolare ed esibita a richiesta degli organi di vigilanza.

Progetti speciali: pozzi e captazioni di sorgenti classi di pericolosità

pericolosità geologica rischio idraulico vulnerabilità falde 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4

classi di fattibilità

1 2 3 4

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COMUNE DI MANCIANO

VARIANTE AL P.R.G.

(ai sensi L.R. 64/95 e succ. mod.)

NORME

Modificate in accoglimento delle osservazioni pervenute APPROVATA Luglio 2003

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COMUNE DI MANCIANO

VARIANTE AL P.R.G.

(ai sensi L.R. 64/95 e succ. mod.)

NORME

Modificate in accoglimento delle osservazioni pervenute

ALLEGATO AL TITOLO VIII PROCEDURE NORMATIVA GEOLOGICA

APPROVATA luglio 2003

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COMUNE DI MANCIANO

VARIANTE AL P.R.G.

(ai sensi L.R. 64/95 e succ. mod.)

NORME

(Allegato di modulistica per impegni di coltivazione)

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Settembre 2002 MODULISTICA DA ALLEGARE ALLE RICHIESTE DI CONCESSIONE, AUTORIZZAZIONE, DENUNCIA DI INIZIO ATTIVITA’ MOD. 1) MICROANNESSI MOD. 2) MANUFATTI DI GESTIONE MOD. 3) ANNESSI MINIMI DI NUOVA COSTRUZIONE IN AREE ESTERNE MOD. 4) ANNESSI AGRICOLI ESISTENTI IN AZIENDE INFERIORI AI MINIMI DI CUI ALL’ART.26 COMMA 10 DEL P.T.C. MOD. 5) EDIFICI RESIDENZIALI APPARTENENTI AD AZIENDE AGRICOLE (Unità immobiliare per i figli degli imprenditori agricoli) MOD. 6) EDIFICI RESIDENZIALI APPARTENENTI AD AZIENDE AGRICOLE (Unità immobiliare da scorporare nel recupero del patrimonio edilizio esistente) MOD. 7) EDIFICI NON RESIDENZIALI APPARTENENTI AD AZIENDE AGRICOLE (Unità immobiliare da scorporare nel recupero del patrimonio edilizio esistente ai fini commerciali o artigianali) MOD. 8) EDIFICI PER ATTIVITA’ INTEGRATIVE APPARTENENTI AD AZIENDE AGRICOLE (Volumetria supplemetare o in recupero) MOD. 9) EDIFICI RESIDENZIALI NON APPARTENENTI AD AZIENDE AGRICOLE MOD. 10) EDIFICI NON RESIDENZIALI NON APPARTENENTI AD AZIENDE AGRICOLE

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