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Punti di incontro

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Punti di incontro interculturale e interreligioso. Una proposta e 80 preghiere e testi per la pace.

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Una proposta

e 80 preghiere

e testi per la pace

PUNTI DI INCONTRO interculturale e interreligioso

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Prologo.

Presentazione.

Prima parte: La proposta da Assisi ad Arantzazu.

Introduzione alla prima parte. 1. Impostazione iniziale: tre ipotesi. 2. Fondamentazione della proposta.

2.1. Tre domande. 2.2. Tre risposte. 2.3. Una conclusione.

3. Formulazione della proposta.4. Applicazione e sviluppo della proposta: quattro apprendimenti basilari.

4.1. L'apprendimento della limitazione della condizione umana. 4.2. L'apprendimento del senso della gratitudine. 4.3. L'apprendimento dell'ascolto della propria coscienza. 4.4. L'apprendimento del significato della dignità umana.

Seconda parte: 80 preghiere religiose e testi universaliperla pace.

Introduzione alla seconda parte.1. Preghiere religiose per la pace.

Budismmo.Induismo.Islamismo. Giainismo. Scintoismo.Sikhismo.Religioni tradizionali africane. Religioni amerindie.Zoroastrismo. Giudaismo. Bahaismo. Cristianesimo.

2. Testi universali per la pace.Pace come esigenza e desiderio. Ragioni per la pace. Assurdità della violenza. Pace come processo....che comincia dall'interno. Pace e azione.Pace ed etica. Pace e giustizia. Pace e amore.

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Sommario

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Prólogo«Mi riscopro in fuga da me stesso quando con me stesso mi ritrovo»

José Bergamin

Come è difficile affacciarci alla soglia della profondità del nostro essere!

Tempo per la riflessione, per la formulazione di risposte proprie anche alle domande real-mente essenziali.

Tempo, pertanto, per essere noi stessi, per essere liberi, per spogliarci dalle zavorre e dagli or-meggi.

Tempo per essere e non solo per stare.

Tempo per vivere, coscienti della grandezza ineguagliabile della specie umana, capace dellasmoderatezza di creare, di immaginare, di reinventare, di anticiparsi.

Insieme allo stupore verso l'esistenza, verso il fatto inesorabile di essere vivi, la capacità dis-tintiva di ogni persona: la facoltà di meditare, di svelare, di innovare, di essere creativo, di com-piere gesti inattesi, di credere nella speranza.

Capacità per cercare e scoprire strade nuove, per inventarle, per diffondere senza sosta, senzamai indietreggiare, semi di futuro capaci di costruire, passo dopo passo, granello dopo granello,l'altro mondo possibile, quello che sogniamo per le generazioni future, assumendo così il nostroimpegno supremo.

Julián Marías diceva che è molto difficile osservare ciò che abbiamo sempre sotto gli occhi.Dobbiamo imparare a vedere oltre i punti concreti evidenziati dai mass media. Dobbiamo ve-dere «gli invisibili», per poter trasformare l’impossibilità di oggi in possibilità di domani.

Si tratta di configurare un «nuovo sguardo». Un nuovo sguardo verso gli altri, uno sguardotrasparente e lucido. «Maestra, aiutami a guardare!», chiedeva con forza una bambina uruguaiana,mentre scendeva dall'autobus che la conduceva per la prima volta sulla riva del mare. Aiutare aguardare, a saperci guardare a vicenda come passeggeri in viaggio sulla stessa barca, verso lastessa destinazione. Ecco il «nuovo sguardo» di Baketik, di e da Arantzazu, del suo disegno perla pace e per la risoluzione dei conflitti, in cui la forza è sostituita dalla parola.

È necessario vivere intensamente ogni istante. È tempo di azione, non di riposo, ma di risve-glio.

È tempo di saper distinguere l’essenziale dall'accessorio. Consapevoli dell'impellenza del com-pito, per porre i valori etici al centro stesso del nostro comportamento quotidiano.

Dobbiamo essere accorti, sempre all'erta, preavvertiti. Non più spettatori indifferenti, ricettoridistratti, bensì attori, fattori mobilizzanti.

È questa la differenza fondamentale ispirata da Jonan Fernandez in questo libro «Punti di In-contro» tra culture e credenze. Una proposta e 80 preghiere e testi per la pace

PUNTI DI INCONTRO

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Questo libro di Baketik è uno dei pochi testi – specchio di un autore anch'esso insolito - in cuil'introspezione e la volontà di delineare spazi di convergenza e di dialogo si fonda sull'intrepidaesplorazione, innanzi tutto, di sé stessi, dell'inesorabile e fantastica realtà dell'esistenza. E daquesta tremula esperienza dell'essere vivi sorgono quattro apprendimenti basilari: l'apprendi-mento della limitazione della condizione umana (e della sua infinita grandezza); l'apprendimentodel senso della gratitudine (e dell'esigenza); l'apprendimento dell'ascolto della propria coscienza(requisito propedeutico per gli altri comportamenti e azioni); e l'apprendimento del significatodella dignità umana (concetto basilare, «nucleo duro» di ogni possibile intendimento, compren-sione, amicizia).

Dopo alcune splendide preghiere religiose per la pace, il libro ci presenta alcuni «testi uni-versali», che concludono con quelli concernenti «pace e amore». È una conclusione obbligata,perché «amore» è la parola chiave, è la luce che illumina i percorsi che ci ostiniamo con tenaciaa voler offrire in eredità alle generazioni future: ... «non possiamo indugiare / abbattere / le altebarriere /che ci circondano, / gli sbarramenti / che imprigionano / quel poco che rimane / diamore / sulla terra»...

Trovare punti di incontro, di dialogo, dai quali scaturisca gradualmente la possibilità di sosti-tuire la forza con la parola. «Null'altro mi rimane se non la mia voce.. / ma la nostra missione è laparola» ci ricorda Miquel Martí i Pol. «... / Dobbiamo dire l'indicibile / quello che non vuole es-sere ascoltato / se intendiamo vivere / a testa alta / e guardare negli occhi i nostri figli.»

Evitare che la routine prevalga, evitare di cedere, giorno dopo giorno, palmo dopo palmo, glispazi della nostra diversità, della nostra indipendenza. La condizione umana, creatrice e libera, sulfilo delle certezze e incertezze. A Teotihuacan, scrissi: «Nulla so, solo che sono, / solo che sonoqui / turbato. / Solo che vedo, penso, e tremo. / Nulla sono, solo so, / perplesso e confuso, / chequando è emerso l'uomo / —coscienza della terra, / e del mare / e del vento e delle nuvole— /l'universo è stato invaso dalla luce, / da creatori»...

Ogni attimo del mistero, chissà del miracolo, della vita colto, vissuto: ... «Quando giunga lasera / ti dirò / se ho vissuto il giorno / che volevo / al mio risveglio. / Ti dirò / se ho saputo / nonaccettare / l’inaccettabile; / se ho saputo / cercare e scoprire / strade nuove / e smettere di per-correre / quelle già tracciate; / se ho saputo dare /, e darmi; / se ho saputo / svelare nuove scor-ciatoie / verso l'amore»…

Sì, tutto è possibile. La capacità di creare è il nostro patrimonio supremo. È la speranza: «Nonincatenare nessuno al ceppo del mai» come ha scritto genialmente José Ángel Valente.

Le nostre ali, senza zavorre né ormeggi, per un volo all'altezza della dignità umana. Questoprezioso libro ci aiuta ad orientarci nella nebbia, per effettuare un buon decollo.

Federico Mayor Zaragoza

Una proposta e 80 preghiere e testi per la pace

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PUNTI DI INCONTRO

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Questo libro è promosso e pubblicato da Baketik, un centro per la pace fondato il 14 ot-tobre 2006 ad Arantzazu (Oñati, Paese Basco). In questo centro confluiscono due concetti: pacee etica. La sua azione è il risultato di questa fusione. La sua missione consiste, in primo luogo, ne-ll'approfondimento dell'etica come fondamento per la pace e per una risoluzione costruttiva deiconflitti e, in secondo luogo, nella promozione della più ampia divulgazione possibile delle con-clusioni di questa elaborazione.

Propugnatori di questo progetto sono stati i Francescani del Santuario di Arantzazu, che,per concretarlo, hanno creato la Fondazione Arantzazu Baketik. L'ispirazione francescana, asseportante del progetto, include la determinazione che il carattere del Centro sia laico, aconfes-sionale, autonomo, pluralista e aperto tanto a laici come a credenti di distinte confessioni.

Per delega dei francescani, il Centro per la pace opera sotto la supervisione di un Con-siglio Rettore, espressione delle distinte sensibilità che convivono nella società basca. Conta, in-oltre, un Comitato di Consulenza composto da Federico Mayor Zaragoza, Miguel Herrero yRodríguez de Miñón, José Saramago, Iñaki Gabilondo, Daniel Innerarity, Victoria Camps, JoseAntonio Marina, Matteo Zuppi e Massimo Reschiglian.

Baketik è ubicato ad Arantzazu, sullo sfondo di uno straordinario scenario naturalistico in-castonato nel comune di Oñati, in Guipùzcoa, un Santuario in cui la presenza francescana risalead oltre 500 anni fa. Oltre al suo profondo significato religioso e all'immensa bellezza del suo in-torno, il luogo rappresenta un punto di riferimento importante nel contesto della società bascaper diversi motivi. Tra gli altri, perché offre rifugio e sostegno al suo desiderio di pace, per l'im-pegno riposto nell'attenzione verso la lingua basca, perché è la soglia di emblematiche scalate,per il suo vincolo con il mondo dell'arte e della cultura e perché ha ospitato poeti, musicisti e pit-tori. Per esempio, 50 anni fa, artisti quali Saénz de Oiza, Laorga, Oteiza, Chillida, Basterretxea, Eu-late, Lucio Muñoz o Xabier Egaña parteciparono alla costruzione o alla progettazione di diversielementi della nuova Basilica.

Presentazione del libro

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È questo il contesto che permea il Centro per la pace Baketik. In particolare, a GandiagaTopagunea, proprio accanto alla Basilica, è stato concepito un edificio recente e moderno destinatoa rappresentare uno spazio di incontro e di dialogo. L'idea di questo libro nasce in questo con-testo, in cui confluiscono, intrecciandosi, la spiritualità francescana, l’aspirazione alla pace, i principietici, un ambiente di creazione artistica e culturale e l'impatto assoluto di una natura impressio-nante. Arantzazu si delinea e si proietta verso il futuro come luogo di incontro e di accoglienza perquanti abbiano intrapreso una ricerca oltre i confini o nelle profondità del proprio essere. Per quantiricercano nella spiritualità, nella natura, nell'arte, nella cultura, nella solidarietà, nella pace...

In questo humus germina un'intuizione e comincia la gestazione di questo libro. Un pro-cesso che, una volta avviato, assume vita propria, orientando il proprio cammino verso destina-zioni impreviste, che ridelineano i contorni del progetto iniziale. L'intuizione del primo momentoè quella di pubblicare e diffondere un libro che ci aiuti ad approfondire la nostra comprensionedel mondo e della sua complessità attraverso la sublimazione della pace e della dignità umanasviluppata da distinte culture e religioni.

Viviamo in un mondo nel quale, a livello sia locale che planetario, è in gioco la convi-venza con l’«Altro». Questo incontro con il diverso non si vive solo negli aeroporti, nei viaggi onella politica internazionale. Si vive anche tra vicini, nella scuola, nel lavoro, per strada o ne-ll'ambito della famiglia. In tutto il mondo ci dibattiamo tra lo «scontro» e l’«alleanza» tra le civiltà.Nel nostro quartiere incontriamo persone con differenti culture, identità, religioni e abitudini. Inun contesto globale, ma anche locale, è in gioco la convivenza, il rispetto verso la diversità, i di-ritti umani e la pace. La mancanza di conoscenza, i pregiudizi, l'ignoranza e la distanza verso que-lli che consideriamo gli «altri», rappresentano spesso gli ostacoli da sormontare.

E grazie alla conoscenza, all'avvicinamento, all'apertura e al rispetto verso gli «altri» sipuò abbattere tale ostacolo. Un cammino per l’accoglienza della diversità e la comprensionedell'«Altro» può essere aperto conoscendo quanto ogni religione e ogni cultura ha sognato, des-iderato, implorato e lottato per la pace, sin dal profondo della sua identità. Conoscerne le traccescritte in poemi, discorsi e preghiere delle distinte culture e religioni.

Confermare, attraverso queste testimonianze, quanto siamo simili, nonostante le differenze.Favorire, partendo dal vissuto, l'ascolto e l'empatia verso coloro che non sono come noi. Vederci esentirci, in definitiva, simili. Ed è così, con questa intuizione e con queste riflessioni, che inizia il viag-gio di questo progetto. Con l’obiettivo iniziale di pubblicare un libro in diverse lingue che raccolgatesti e preghiere interreligiose e interculturali per la pace, con una vasta distribuzione locale, aus-picando che possa essere presentato e conosciuto anche in ambito internazionale.

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Da un'idea scaturisce un'altra, l’elaborazione del progetto ha coinciso con un processodi sviluppo di Baketik e del Santuario di Arantzazu. Stiamo lavorando intorno alla necessità di in-dividuare riferimenti per identificare un punto di incontro tra credenti, non credenti in Dio e cre-denti di diverse religioni, capace di rispettare tutte le identità. Stiamo riflettendo in questadirezione e ci muoviamo con l'intuizione che, grazie alla bussola dell'etica, possiamo avvicinarcia questo punto di incontro.

In diversi momenti della sua storia Arantzazu ha rappresentato un punto di riferimento perla speranza, la pace o la rinascita culturale. Oggi, all'inizio del secolo XXI, il Santuario si interrogasu quale sia il contributo specifico che Arantuzazu può apportare al mondo che lo circonda. Larisposta a questa domanda si sostanzia nella sintesi di due concetti: etica e Assisi.

Solidi come le fondamenta del Santuario, tutti i valori di Arantzazu possono riassumersiin un'idea, etica: la risposta della coscienza alle esigenze prospettate dal rispetto della dignitàumana, la supremazia della persona, l’impegno per la centralità della dignità dell'uomo, princi-pale progetto dell'essere umano. La comprensione profonda del suo senso più elevato, della suasublimazione, configura l'etica come una spiritualità pre-religiosa e pre-ideologica, una piatta-forma capace di rispettare e accogliere l’opzione, la credenza, la religione e il cammino di ognipersona e di ogni cultura.

Arantzazu si vincola ad Assisi in un incontro fisico e simbolico con la città e ciò che rap-presenta. Oltre ad essere la culla di San Francesco e il centro di riferimento francescano, dal 1986questa città si è proiettata anche come la capitale mondiale del dialogo interreligioso. Rappre-senta, in questo senso, un importantissima evoluzione interreligiosa. Assisi apre il dialogo. Il se-guente passo è che il dialogo possa identificare punti di incontro solidi.

Da Arantzazu e da Baketik desideriamo rinvigorire il dialogo interreligioso iniziato ad As-sisi con questa intuizione: promuovere l'etica come una spiritualità laica e interreligiosa, come unpunto di incontro per vivere e convivere in società diverse e formate da diversi. Ci troviamo im-mersi nel processo di ricerca intorno a questa ipotesi di lavoro. Nel corso del processo, abbiamopotuto rilevare progressi che desideriamo condividere e mettere in comune.

È così che l'intuizione iniziale di pubblicare un libro di preghiere interreligiose e intercul-turali per la pace si intesse con questa seconda intuizione, che ci spinge ad una ricerca di quantodi più profondo e sublime possa sviluppare l'etica per cercare nessi di convivenza nella diversità.Insieme riformulano l'idea di questo progetto. Questo libro è la confluenza di entrambe le intui-zioni, che si integrano e potenziano. Pertanto, la sua struttura si compone di due parti: la prima

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contiene una proposta per avvicinarci ad un punto di incontro interreligioso e interculturale, la se-conda comprende un insieme di poemi e preghiere per la pace di differenti religioni e culture.

La loro somma ci consente di affrontare uno stesso tema da due prospettive comple-mentari: la prima, più riflessiva e intellettuale, la seconda, più percettiva ed emozionale. Il risul-tato è una sinergia che ci offre l'occasione di avvicinarci agli «Altri» con la mente e con il cuore,attraverso un'esperienza di empatia. Empatia per comprendere come, nel corso della storia, di-verse culture hanno trascritto le aspirazioni più profonde dell'essere umano. Ed empatia per com-prendere come possiamo condividerle eticamente nel presente e nel futuro. Il risultato finale èquesto volume: «Punti di incontro interculturale e interreligioso».

Si rivolge a tre destinatari principali. In primo luogo, a tutti i cittadini o le cittadine diqualsiasi luogo e cultura. È rivolto a tutti coloro che si sentono coinvolti in queste tematiche. In-tende promuovere la riflessione e, se ne fosse il caso, l'azione per vivere e convivere meglio.

In secondo luogo, va diretto al mondo dell'educazione, sia agli educatori, sia gli alunnie le loro famiglie. La prima parte del libro suggerisce di quattro apprendimenti basilari che pos-sono essere utili per aiutare i professori e le famiglie ad affrontare i conflitti della convivenza e laformazione personale, abbracciando prospettive ampie e nuovi orizzonti.

In terzo luogo, il libro è rivolto agli agenti istituzionali, politici, accademici e sociali le cuicompetenze e responsabilità possono essere vincolate alla sfida dell'avvicinamento ad un'alleanzadelle civiltà a livello locale o globale. Si propone di suscitare la speranza concreta che sia possi-bile trovare un punto di incontro elementare tra civiltà, culture e religioni, nel mondo, ma anchetra i vicini.

Baketik

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Prima parte:

LA PROPOSTA DA ASSISI AD ARANTZAZU

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INTRODUZIONE ALLA PRIMA PARTE

La proposta di un punto di incontro per credenti, non credenti in Dio, credentidi diverse religioni e persone e gruppi di diverse identità ideologiche, culturali o nazionali, prendeil nome di «Da Assisi ad Arantzazu». Tale proposta si presenta in maniera sintetica. Un altro librola descrive in modo più ampio e particolareggiato. È il frutto di una riflessione personale de-ll'autore e dell'esperienza di Baketik ad Arantzazu. Si presenta, forse, con una certa audacia, macon umiltà e serenità.

Audace è certamente l’intenzione di volerci avvicinare ad un punto di incontro nella dif-ferenza. Eppure questa audacia è compensata dalla consapevolezza delle limitazioni. Siamo cos-cienti dell'irraggiungibilità della meta, una meta impossibile alla luce della condizione umana,imperfetta, incompiuta e sempre in cammino. La pretesa è audace, l'intenzione è umile, l'atteg-giamento sereno. Non aspiriamo a scoprire nulla, solo a condividere un'idea imperfetta e limitatache dovrà essere, come minimo, migliorata e corretta e che, nel migliore dei casi, possa, chissà,far scaturire altre idee capaci di avvicinarci un po' di più all'ideale di una migliore comprensionedell'umanità.

Il percorso vitale dell'autore di questa proposta si è sviluppato nell'area di confine in cuisi incontrano credenti e non credenti, a volte da un lato, a volte dall'altro della frontiera. Uno deisuoi impegni personali è stato sempre quello di identificare linguaggi e codici che entrambi i ver-santi potessero comprendere e condividere. E questa proposta è saldamente vincolata a questaintenzione. La proposta formulata rinuncia a pretese di rigore accademico o filosofico, è un sug-gerimento che si impernia sul vissuto, sull'osservazione e sull'analisi della propria esperienza vi-tale. Il suo stile, pertanto, è quello di chi suggerisce, non di chi giudica.

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1. Impostazione iniziale: tre ipotesiIl dialogo interreligioso e interculturale ha compiuto importanti passi in avanti dagli in-

contri di Assisi, dal Parlamento delle religioni, fino ad arrivare alla formulazione del concetto de-ll'Alleanza delle Civiltà. Tuttavia, la sfida di identificare un codice etico universale in grado dicostituire una piattaforma per la comprensione tra le diverse civiltà, religioni, culture e ideologiepresenti nel pianeta, non ha dato ancora i frutti sperati. Non siamo stati capaci di delineare unpunto di incontro di base. Sullo sfondo di questa realtà e con l'obiettivo di favorire un maggioravvicinamento a questo punto di incontro, formulo la proposta «Da Assisi ad Arantzazu», artico-lata su tre ipotesi iniziali.

·Prima ipotesi: nuovo punto di partenza

La prima ipotesi è che, il punto di partenza o la strategia più adeguata per confi-gurare questo ambito comune e condiviso non sorga, possibilmente, dalla ricerca imme-diata di un'etica normativa. È possibile che non si sia ancora preparati per accoglierla e chesia necessario avviare il processo da un punto di partenza più aperto e meno intricato, èpersino possibile che non si riesca mai a definirla perché, chissà, la diversità del genereumano e la sua condizione limitata rendano impossibile la condivisione un'etica norma-tiva.

·Seconda ipotesi: condividere apprendimenti

Tuttavia, ciò non comporta l’impossibilità di identificare un punto di incontro effi-cace per l’articolazione di una convivenza pacifica in un mondo plurale, con società diversee formate da diversi. La seconda ipotesi è che, chissà, invece di cercare di condividere uncodice normativo, dobbiamo condividere, per il momento e come primo passo, un insiemedi apprendimenti di base che consentano di vivere e convivere meglio. Metterci d’accordoper stimolare e promuovere un ventaglio di pedagogie stimolate e promosse da ogni ci-viltà, ogni religione e ogni cultura, in funzione della propria intrinseca comprensione delmondo.

·Terza ipotesi: quattro apprendimenti basilari

La terza ipotesi è che queste pedagogie condivise possono sintetizzarsi in quattroapprendimenti basilari: l'apprendimento della limitazione della condizione umana, l’ap-prendimento del senso della gratitudine, l’apprendimento dell'ascolto della coscienza el’apprendimento del significato della dignità umana. Si tratta di apprendimenti fondati subasi solide, con possibilità di sviluppo aperte alla fiducia nelle qualità migliori dell'essereumano, in qualsiasi angolo del pianeta.

2. Fondamentazione della proposta Le tre ipotesi congetturate prefigurano la proposta che si esporrà in seguito. È, tuttavia,necessario che sia preceduta da un percorso propedeutico di riflessione, che ci condurrà fino allasua formulazione. Questo percorso consta di tre domande, tre risposte e una conclusione, che,insieme, ne costituiscono la fondamentazione

2.1. Tre domandeTendo a ritenere che il disorientamento esistenziale del nostro tempo e le difficoltà per vi-

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vere e convivere in società diverse e di diversi sono direttamente vincolate all'estromissionedi tre domande basilari:

·Prima domanda: l’essere umano vive nel mondo per ripiegarsi su se stesso, circondatoda ciò che controlla o per aprirsi a ciò che lo supera e lo trascende?

Dobbiamo vivere la nostra vita rinchiusi o aperti. Rinchiusi in noi stessi o aperti all'altro,agli altri, a quanto sia «altro» da sé... È una scelta cruciale che coinvolge l'orientamentodella nostra esistenza e si intreccia con quanto può aiutarci a comprendere il legame checi unisce, pur nella differenza. È determinante per identificare le prospettive in base allequali mettiamo a fuoco la nostra vita.

·Seconda domanda: la spiritualità è una capacità propria di tutti gli esseri umani o è li-mitata a quelli che professano una religione?

Può una persona non religiosa comprendere e sviluppare tutto il suo potenziale umanosenza aprirsi alla propria dimensione spirituale? E d'altra parte, le persone che professanouna religione sono realmente aperte alla spiritualità? Se la dimensione spirituale, oltre adessere fondamentale, può aiutarci a comprendere gli elementi più specificamente e origi-nariamente umani, ci imbattiamo in un grave problema, perché oggi questa realtà è statasradicata ed è circondata di pregiudizi.

·Terza domanda: cos’è l'etica e cosa significa nella pratica, rappresenta o no il valore pri-mario che guida la vita?

Baketik definisce l'etica come lo sforzo della coscienza per rispondere alle esigenze pros-pettate dal rispetto della dignità umana. Potremmo dire che è l'espressione più elevata(spirituale) di considerazione verso il prossimo (di apertura all'altro). È la chiave per la con-vivenza. Il problema suscitato da questa questione è duplice. Da una parte, ci si chiede sel'etica è presente o assente nella nostra realtà quotidiana. Dall'altra, e nel caso in cui sia pre-sente, se il ruolo che riveste è nodale o accessorio. Vale a dire, se è in grado di condizio-nare le nostre decisioni o se svolge una funzione puramente «decorativa».

2.2. Tre rispostePuò sembrare, forse, che tali domande non sottintendano, in principio, una relazione diretta

con la ricerca di un punto di incontro interreligioso, interculturale e interideologico. Può sem-brarlo perché il vincolo di unione non è superficiale, bensì profondo. Le risposte a queste tredomande ci aiuteranno a definire il nesso intrinseco che le collega alla proposta che formu-liamo e al suo obiettivo.

·Rinchiusi o dischiusi

La mia convinzione è che l'essere umano non vive nel mondo per ripiegarsi su sé stesso,circondato solo da ciò che controlla, ma per aprirsi a quanto lo supera e lo trascende. L'es-sere umano vive per ricercare la felicità e il senso della propria esistenza, non rinserrandosiin sé stesso, ma superandosi, vivendo in costante ricerca, in rapporto e in contatto con l'al-tro, con gli altri, con quanto sia «altro» da sé. In questo gioco di parole, «l'altro» rappre-senta le persone con le quali conviviamo, che ci sono vicine, «gli altri» sono gli esseri umanidiversi da noi per qualsiasi motivo e «quanto sia altro da sé» si riferisce ai misteri che ci cir-condano, ai quali non sappiamo trovare una spiegazione definitiva: la vita, l'amore, l’essereumano, la morte, l'universo...

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Siamo esseri irrimediabilmente limitati, incompiuti, imperfetti e il senso dell'esistenza vàricercato ben oltre noi stessi. Ripiegati all'interno di quello che controlliamo e conosciamo,ci imbattiamo incessantemente nella nostra limitazione e disorientamento esistenziale. L'os-servazione dei nostri percorsi e di quelli di chi ci circonda o ci ha preceduto apporta un altrocontributo a conforto di questa tesi. Trascorriamo la vita ricercando in direzioni a volte sen-sate, a volte assurde o bizzarre, la pienezza che non possediamo, né possiamo possedere.

Ci ribelliamo contro le nostre limitazioni, nel tentativo di ignorarle o di aggirarle. Nas-costa dietro la ricerca del denaro, della sicurezza, del potere, del protagonismo o di qual-siasi causa, persino della lotta per un mondo più giusto, si trova spesso la tensionedisperata verso una pienezza irraggiungibile, la nostalgia di un paradiso che trascende l’u-mano. Un paradiso che non rientra nei limiti di ciò che, da soli, possiamo controllare.

Il rapporto con quanto esiste oltre noi stessi costituisce la nostra essenza ed è in questorapporto che l'esistenza comincia ad orientarsi e a intravedere il proprio senso. In questorapporto, al di là di ogni differenza, possiamo cominciare a riconoscerci come simili, checondividono la stessa condizione limitata e la stessa capacità di aprirsi a quanto ci superae trascende. Tutti gli esseri umani, indipendentemente dalla razza, dal colore, dal sesso,dalla religione o dalla condizione, sono uniti da questo duplice legame, intessuto di limi-tazione e trascendenza.

·Seconda risposta: presenza o assenza di capacità di spiritualità

La nostra apertura a ciò che ci trascende ci mette in contatto con la nostra capacità di spi-ritualità, valore costitutivo proprio degli esseri umani. La spiritualità, secondo la mia espe-rienza, è capacità di accogliere (ricettività) per prendere coscienza, entrare in contatto estabilire un rapporto (sviluppare un processo) con le realtà che dinamizzano la vita, in unsenso più profondo e immateriale. Queste realtà possono essere legate alla fede e a tuttociò che questa comporta, si tratterebbe, in tal caso, di una spiritualità religiosa, e possonoessere legate, sul piano religioso, ma anche non religioso, ad esempio, all'amore per lavita, alla solidarietà verso gli altri, all'incondizionalità nell'amare, alla serenità nei confrontidella morte, alla generosità, alla speranza, alla capacità di perdono o di riconciliazione, allaprodigalità etica, all'identificazione con la natura, alla sensibilità per l'arte, alla creatività...

La spiritualità assumerebbe, in questa ottica, il significato di ricettività e di processo re-lazionale con tutte queste realtà. Ciò implica che non è sufficiente, ad esempio, sapere chel'amore è il motore del mondo e della vita. Oltre a saperlo, è necessario sviluppare la pro-pria ricettività e intraprendere un processo relazionale in grado di interagire con tale realtà.Un processo relazionale che può comportare approfondimento, sublimazione, interioriz-zazione, azione, gratitudine o semplicemente ascolto, osservazione o contemplazione.

La rimozione della dimensione spirituale dell'essere umano genera un vuoto che richiededi essere, in qualche modo, colmato. Normalmente, il riempimento di questo vuoto avvienemediante la creazione di «assoluti» sostitutivi. Potremmo sintetizzarli in due categorie: gliassoluti dell'individualismo (sicurezza, denaro, protagonismo, possessione, controllo, fa-miglia, status, immagine propria, etc.), interamente incentrati sull'«io e i miei», e gli asso-luti ideologici (cause politiche, religiose, sociali, quotidiane o di qualsiasi altro tipo), che sifocalizzano su un principio in grado di produrre sicurezza.

Ritengo che lo spiegamento del potenziale umano di ogni individuo richieda lo sviluppodella sua capacità spirituale, senza l’appoggio di falsi assoluti e indipendentemente dallareligione professata o dalla scelta di non professarne alcuna. Tale innalzamento dalla te-

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rrenalità e dalla materialità rende possibile la comprensione dell'altro, superando la di-mensione dei gesti o delle parvenze grazie all'approfondimento. La dimensione spiritualedell'essere umano consente di guardare e di vedere il «diverso» non come strumento, bensìcome finalità a sé stante, unica e irripetibile, soggetto di diritti, dignità e rispetto.

·Terza risposta: l'etica come elemento primario o secondario

L'etica è, a mio giudizio, l’elemento primario, non può essere secondario né condi-zionato dalle situazioni contingenti. L’essenziale non è il denaro, né il possesso, né ilpotere, né la sicurezza, né la propria immagine, né il protagonismo, né l'ideologia, néle cause sociali o politiche che si difendono. L’essenziale è darsi, rispondere alle esi-genze prospettate dal rispetto della dignità umana.

Questa visione non sottovaluta l’importanza del denaro, della sicurezza, della nostraideologia o delle nostre posizioni politiche o di altro tipo, semplicemente la ridimen-siona. Se l’essenziale è il denaro o un'idea politica tenderemo a rivestirla di un valore as-soluto. Assumerà un’importanza tale da spingerci a adottare la logica de «il fine giustificai mezzi». Tutto può essere ammesso purché ci consenta di ottenere ciò che per noi è es-senziale. Ed è questo il punto di origine di buona parte dei conflitti devastanti che sov-vertono i vincoli di convivenza.

L'etica non è solo l’essenziale, è anche il principale progetto dell'essere umano, la cuidefinizione si impernia su due tratti distintivi fondamentali: la capacità di amare e que-lla di discernere tra il bene e il male. L'etica non è altro che il processo capace di svi-luppare queste due capacità. L'etica è l’impegno per plasmare la condotta umana nelladirezione del bene. Il fondamento dell'etica e della dignità dell'uomo risiede nell'amoreverso il prossimo, infatti, a che serve la capacità di distinguere il bene dal male se nona evitare di recare danno l'altro, se non a essere giusto con lui /lei?

L'amore è stato definito nel secolo passato dal filosofo francese Nédoncelle come «lavolontà di promozione dell'altro in quanto altro» Ed è il rispetto della dignità dell'altro,questa volontà di promozione dell'altro in quanto tale, la vera giustificazione dell'etica.In definitiva, possiamo affermare che la prima capacità dell'essere umano è la capacitàdi amare e che per poterla sviluppare abbiamo bisogno di una seconda capacità, que-lla di distinguere il bene dal male, cioè la capacità etica.

La mia percezione mi spinge a pensare che siamo in grado di discernere tra il bene eil male —possediamo un senso etico— per poter amare, capacità caratterizzante che cicostituisce come esseri umani. La nostra facoltà di amare e di distinguere il bene dalmale descrive più di ogni altra la vocazione al rapportarsi, all'aprirsi e all'incontrarsi conl'altro, fondamento costitutivo dell'essere umano al di là di ogni differenza di origine oidentità. Il paradosso dell'etica è che ci induce a vivere esperienze di incondizionalità ea comprendere la realtà trascendente dell'essere umano.

2.3. Una conclusione Il percorso che abbiamo sviluppato nel paragrafo precedente, attraverso tre domande etre risposte sfocia nella seguente conclusione, sulla quale si fonda la nostra proposta.

Etica e spiritualità rappresentano due capacità universali insite in ogni essere umano, il cuisviluppo congiunto come principio vitale può condurre ad importanti progressi nella vita enella convivenza tra gli individui e tra le collettività:

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·Per vivere meglio

Etica e spiritualità insieme possono aiutare ad identificare un orientamento personale evitale nel contesto del disorientamento esistenziale che caratterizza i nostri tempi. Non sitratta, ovviamente, di una formula magica, né di un percorso scritto o descritto. Si tratta dimeri riferimenti orientativi, perché, naturalmente, a ogni persona spetta il compito di svi-luppare il proprio cammino.

·Per convivere meglio

La commistione tra etica e spiritualità può aiutarci a convivere meglio in un mondo com-plesso e pluralista. Persone di diverse origini, identità o culture possono condividere alcunepremesse fondamentali per un mutuo rispetto e comprensione, senza ledere, anzi poten-ziando, la nostra fede, le nostre convinzioni, credenze, tradizioni o identità individuali.

·Per educare meglio

Etica e spiritualità delineano un punto di partenza educativo in grado di consentire una rifles-sione riorientativa sull'educazione, con vocazione universale, capace di creare nuove basi per ge-rarchizzare, ordinare e semplificare la dispersione e la molteplicità dei principi, dei valori, delleabilità e dei risultati che la scuola pretende di promuovere per la formazione della persona.

Affinché questa proposta sia utile per vivere, convivere ed educare meglio, l'etica delladignità umana deve essere sublimata spiritualmente, compresa profondamente nel suo sensopiù elevato come principale progetto dell'essere umano. In altre parole, deve essere vissuta apartire dalla nostra capacità di spiritualità. Nel corso della storia, la guerra si è rifugiata in una su-blimazione etica ed estetica della propria «nobiltà». La pace richiede una sublimazione etica e spi-rituale capace di dispiegare una forza simile a quella che ha sostenuto, per secoli, l'idea della«nobiltà della guerra».

3. Formulazione della propostaSulla base delle riflessioni sviluppate, la Proposta da Assisi ad Arantzazu si articola in cin-

que punti:

1. La base

L'etica può rappresentare la spiritualità condivisa del nostro tempo, una spiritualitàpre-religiosa e pre-ideologica, un'etica laica e interreligiosa capace di rendere possibile unaccordo e una comprensione sociale umanistica e universale a beneficio della persona edella convivenza, sia in ambito locale sia in ambito internazionale.

2. L'alveo

La proposta non può essere trasmessa o condivisa sulla base di un codice norma-tivo, bensì mediante un insieme di premesse per l’educazione della persona che richie-dono, in ogni civiltà, religione o cultura, un processo di sperimentazione, e, insieme, libertàdi sviluppo e fiducia nelle qualità migliori dell'essere umano.

3. Il contenuto

Le premesse per l’educazione della persona si accorpano in quattro apprendimentibasilari: l'apprendimento della limitazione della condizione umana, l’apprendimento del

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senso della gratitudine, l’apprendimento dell'ascolto della coscienza e l’apprendimentodel significato della dignità umana.

4. L'accordo

Questa proposta suggerisce di preparare e di promuovere un accordo interreligioso einterculturale per sviluppare questi apprendimenti in libertà, con la consapevolezza che non pos-sono essere considerati una meta o progetto compiuto bensì, nel migliore dei casi, il gradino cheprecede il successivo gradino.

5. L'obiettivo

La ricerca di punti di incontro affronta, abitualmente, il rischio di puntare al consensoetico, senza prendere in considerazione l'identità. Ma non vi è un incontro reale se non sipreservano le rispettive specificità. L'etica non è solo consenso, è anche percezione di re-altà uniche ed eterogenee. La volontà e l'obiettivo della proposta è promuovere ciò che,nel pieno rispetto e tutela delle diverse identità, può unirle.

4. Applicazione e sviluppo della proposta: quattro apprendimenti basilariDa questi quattro apprendimenti, che applicano e sviluppano la proposta, possono ema-

nare due grandi potenzialità: risvegliare nell'individuo la conoscenza vitale di quanto possiede dipiù specificamente e, al contempo, universalmente umano e, su tale base, intessere una rete dicomprensione, rispetto e accettazione mutua tra identità diverse.

Ma, forse, ancora più cruciale, è non stabilire formule di comportamento univoche o codicinormativi da interiorizzare mimeticamente o ai quali tutti debbano aderire senza alcuna distin-zione. Gli apprendimenti identificano la roccia, il fondamento solido sul quale instaurare la cos-truzione dell'uomo, dell'individuo, della società e dell'educazione, operando con libertà e fiduciaverso ogni persona, verso ogni cultura e religione nel momento di tracciare e sviluppare il pro-prio percorso.

4.1. L'apprendimento della limitazione della condizione umanaTutti gli esseri umani sono transitori, limitati, incompiuti e non sanno né possono

raggiungere tutte le mete. La coscienza dei propri limiti è una premessa imprescindibile de-ll'etica. Senza la coscienza della nostra imperfezione è impossibile comprendere l’«altro».La mia stessa realtà si trasforma in una piattaforma attraverso la quale posso accedere alsignificato più profondo della solidarietà o della dignità umana. Senza l'umiltà che sorgedalla propria limitazione, l'empatia, l'amore o la generosità sono mere espressioni di su-perbia o di superiorità. L'umiltà che sorge dalla propria limitazione è requisito imprescin-dibile per l'empatia con l'«altro» richiesta dall'etica. È questo il punto di incontro.

La coscienza della limitazione è, inoltre, premessa essenziale per lo sviluppo dellanostra capacità di spiritualità. Essere consapevoli dei nostri limiti ci apre a ciò che ci tras-cende. Essere consapevoli della nostra imperfezione ci permette di affidarci alle realtà ca-paci di dinamizzare la vita, nel senso più profondo e immateriale. Nuovamente, l'umiltàche sorge dalla limitazione si erige a piattaforma imprescindibile. Chi si considera auto-sufficiente e perfetto, chi crede di controllare e di poter controllare tutto, non solo non av-verte la necessità di aprirsi a ciò che lo trascende, ma né sa, né può farlo. L'apprendimento

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della limitazione della condizione umana è, in definitiva, principio di realtà imprescindibileper comprendere il senso profondo dell'etica, della spiritualità e della sinergia che inter-corre tra entrambe.

4.2. L'apprendimento del senso della gratitudineRiferendoci all'etica abbiamo sottolineato che comporta due conseguenze: svilup-

pare la nostra capacità di amare e quella di discernere il bene dal male. Per quanto concernela prima, la gratitudine è una manifestazione fondamentale della nostra capacità di amare per-ché apre il nostro cuore «all'altro» e a quanto sia «altro da sé». Per quanto concerne la se-conda, essere grati è riconoscere ciò che è meritevole di essere ritenuto buono. Implica,pertanto, porre l’accento sul bene. L'etica è lo sforzo della coscienza per rispondere alle esi-genze prospettate dal rispetto della dignità umana. Non possiamo avvicinarci alla compren-sione della dignità dell'uomo senza la volontà di identificare in quanto ci circonda e in quantici circondano le caratteristiche migliori della condizione umana e delle sue creazioni. Per tuttiquesti motivi il senso della gratitudine è direttamente vincolato all'etica. È condizione dellastessa. Per agire eticamente dobbiamo sviluppare la nostra capacità di essere grati.

Questa pedagogia comporta un processo di apprendimento che ci conduca sia ascoprire tutte quelle realtà che ci accompagnano e meritano una manifestazione coscientedella nostra profonda gratitudine, perché doni della vita, sia a essere capaci di reagire conun gesto di gratitudine. La gratitudine spinge ad un movimento verso l’interno, di elabo-razione interiore, nel quale intervengono i sentimenti e le ragioni, e a un movimento versol’esterno, che implica una sublimazione di quanto merita di essere valorizzato. L'espres-sione cosciente della gratitudine profonda fa parte nettamente di un processo spirituale.È una mediazione che rende possibile la nostra apertura alla spiritualità.

4.3. L'apprendimento dell'ascolto della propria coscienzaIl discernimento di ciò che consideriamo etico spetta esclusivamente a noi. Fa parte

integrante della nostra libertà. Una libertà che non deve essere confusa con l’impunità oinfallibilità, perché significa responsabilità. Possiamo richiamarci a riferimenti obiettivi esoggettivi in grado di indirizzare, inizialmente, il nostro discernimento tra ciò che è etico eciò che non lo è. Tuttavia, tale processo si elabora come libertà responsabile, nel dialogointeriore con la nostra coscienza. I problemi possono sorgere quando la comunicazione in-teriore si è deteriorata o quando possiamo spingerci solo fino ai livelli più superficiali dellacoscienza. In qualsiasi caso, nel discernimento di ciò che è etico, il ruolo dell'ascolto dellacoscienza più profonda non è sostituibile. È una capacità di cui gli esseri umani sono do-tati per differenziare il bene dal male e per attuare eticamente.

L'ascolto della coscienza, d'altra parte, è un'attività chiaramente spirituale. Ci mette incontatto con quelle realtà capaci di dinamizzare la vita, nel senso più profondo e immateriale.Ci apre alla comprensione di quanto supera e trascende il limitato mondo della razionalità obiet-tiva. L'ascolto della coscienza, in definitiva, è lo sviluppo della nostra capacità di spiritualità.

4.4. L'apprendimento del significato della dignità umanaLa dignità dell'uomo è l'essenza comune a tutti che ci spinge a guardarci e a ve-

derci non come un mero strumenti, bensì come finalità a sé stante. E in quanto finalità citrasformiamo in soggetti degni di rispetto, depositari degli stessi diritti. L'apprendimentodella dignità umana significa aprirsi all'altro. Vedere in lui o lei una parte di me. Significasentire che la persona che esce al mio incontro soffre come io soffro, gioisce come io

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gioisco, teme come io temo, ride come io rido, sogna come io sogno, ama come io amo...Imparare ciò che significa la dignità umana è capire che una parte di me è nell'altro e unaparte dell'altro in me. La parte che condividiamo è la dignità umana. La dignità umana è ilfondamento dell'etica.

Siamo limitati, ma non siamo solo limitazione, siamo anche capacità creativa illimi-tata. Siamo alveo e capacità di spiritualità. Possiamo aprirci a quanto ci supera e trascende.Possiamo riconoscere, avvalorare e godere coscientemente di realtà meritevoli della mani-festazione della nostra profonda riconoscenza. La nostra limitazione e la nostra potenzialità cirendono degni di rispetto e di uguaglianza. La dignità umana ci permette di cogliere quantodi migliore ci sia nell'essere umano. Ci avvicina alla sua realtà trascendente, ci fa comprendereil senso profondo della nostra identità e ci insegna a rispettare quella degli altri. E ci fa risco-prire la speranza nell'essere umano. La dignità umana rappresenta la fiducia nell'essere umano,nonostante tutto. Tutto ciò richiede lo spiegamento della capacità di spiritualità.

Questi quattro apprendimenti non si evincono da libri, da studi o ricerche. Sorgono daun'esperienza vitale e personale. I loro contenuti non devono essere letti come dettami, bensìcome un’esperienza da condividere nella volontà di aprirsi a qualsiasi suggerimento.

Nel corso di questa esperienza, cogliamo un elemento ricorrente, una caratteristica propriadi questi apprendimenti che deve essere sottolineata: sono inesauribili. Non si impara una voltaper tutte. Si impregnano di livelli di significazione e di densità che rimangono nell'ombra fino almomento in cui sono svelati e compresi in una rinnovata dimensione espressiva. L'apprendimentosuggerito nell'ambito di queste nuove didattiche consiste nell'attingere, volta a volta, alla lorofonte di conoscenza di vita e convivenza, che, in ogni nuova circostanza e di fronte ad ogni nuovoperiplo vitale, è in grado di tracciare nuove prospettive e nuovi orizzonti.

Questa proposta e i suoi quattro apprendimenti sono un mero apporto. Come possiamoavvalercene? Noi spargiamo i semi, se qualcosa in loro può essere detto o offerto al mondo, i semidaranno i loro frutti, nel momento in cui maturino. Se, invece, sono erronei, non germineranno erappresenteranno un tentativo fallito, che pur ci ha insegnato qualcosa.

In ogni caso, questa proposta non può essere intesa solo attraverso una comprensione in-tellettuale, deve innestarsi sul vissuto e sull'esperienza diretta, per essere compresa nel suo sensopiù profondo deve essere vissuta in prima persona. Vivere profondamente il significato e le im-plicazioni di ciascun cammino di apprendimento. In questo modo potremo avvalerci di questaproposta, viverla e lasciarla agire in noi. Una delle chiavi che ho appreso nel corso della mia vitaè che non sempre si tratta di individuare la soluzione giusta, spesso si tratta, essenzialmente, diaver fiducia.

Nel corso del nostro percorso esistenziale abbiamo il compito di creare le condizioni permigliorare il mondo e la vita. Questa proposta è un tentativo di creare le condizioni necessarie peravvicinarci ad un punto di incontro interreligioso e interculturale che possa contribuire a una mi-gliore comprensione dell'esistenza e della convivenza in società diverse e formate da «diversi».Presentiamo la nostra proposta e il nostro libro con questa speranza. Ci ricorda Václac Havel che«La speranza non è la convinzione che ciò che stiamo facendo avrà successo. La speranza è la cer-tezza che ciò che stiamo facendo ha un senso, a prescindere dai suoi risultati».

Jonan Fernandez Erdozia

Direttore di Baketik

Centro per la pace di Arantzazu

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Seconda parte:

80 PREGHIERE RELIGIOSE E TESTI UNIVERSALI PER LA PACE

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INTRODUZIONE ALLA SECONDA PARTE

La seconda parte di questo libro si articola, a sua volta, in due paragrafi. Il primo racco-glie preghiere religiose per la pace provenienti da tutto il mondo. Il secondo, incorpora una se-lezione di testi per la pace con una vocazione universale, che riunisce autori dei cinque continenti.In totale consta di 80 citazioni. Naturalmente, non vi si leggono tutte quelle che dovrebbe con-tenere, ce ne sono tante altre, fortunatamente, che un libro intero non basterebbe a racchiuderle,nemmeno dieci. L'aspirazione alla pace ha riferimenti interminabili nel corso dell'intera storia de-ll'umanità e in tutti i paesi e culture.

Non è, pertanto, una selezione con pretese di esaustività, ma solo il campione di una re-altà molto più ampia. Potremo comprovare come da continenti diversi e da fedi diverse l'idea su-blime della pace e di quanto sia ad essa legato è capace di unirci, nel profondo del nostro essereuomini, sormontando qualsiasi differenza.

La selezione delle religioni e delle preghiere, nell'ordine in cui sono state inserite, as-sume come punto di partenza l'incontro interreligioso svoltosi ad Assisi nel 1986. La prima preg-hiera di ogni religione è stata recitata in occasione dell'incontro.

La scelta dei testi universali per la pace è stata guidata dal criterio di selezione del gruppodi lavoro di Baketik. Abbiamo cercato testi di tutti i continenti e culture, di personalità universali,ma anche testi con un accentuato significato creativo ed etico.

Ci siamo permessi di iniziare e di concludere la selezione di preghiere e testi con duepoemi di Bitoriano Gandiaga (1928-2001), frate francescano di Arantzazu, uno dei poeti più bri-llanti e profondi della letteratura in lingua basca. La sua personalità e la sua poesia incarnano laconfluenza che scaturisce dal Santuario di Arantzazu: spiritualità, cultura, natura e pace.

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Sono andato alla ricerca della pace

Sono andato alla ricerca della pace Molte volte sono andato lontano alla ricerca della pace, sono andato alla ricerca della pace,con l'eterna speranza che la pace che non avevo in me l’avrei trovata lì, lontano.

Sono andato lontano alla ricerca della pace, masenza una speranza fondata; la pace che non avevo in me anche lì era lontana di una lontananza inaccessibile.

Mi sono fermato lì (mai più sarei andato lontano) fissando lo sguardo dentro di me, e ho cominciato a lavorare, a rimettere a posto una per una le mie scompigliate passioni.

Mentre stavo facendo ordine dentro di memi si sono illuminatil'interno e il contorno. Mai più me ne andrò lontano, la pace non è lontana, la sua fonte è dentro sé stessi.

Bitoriano Gandiaga

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Una proposta e 80 preghiere e testi per la pace

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1. Preghiere religiose per la pace

Buddismo Induismo

Islamismo Giainismo

Scintoismo Sikhismo

Religioni tradizionali africane Religioni amerindie

Zoroastrismo Giudaismo Bahaismo

Cristianesimo

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BuddismoIl Buddismo è un mezzo di trasformazione individuale e sociale diffuso nelNord Est dell'India da Siddhārtha Gautama (Buddha) intorno al secolo V a.C. Il suo obiettivo è la comprensione diretta e personale della realtà che, nel suoinsieme, trascende tutte le categorie usuali del pensiero, per sviluppare lacoscienza, la bontà e la saggezza, qualità che conducono allo stato dell'Illumi-nazione. Il numero di buddisti nel mondo oscilla tra i 230 e i 1.500 milioni. È una cifradifficile da determinare, principalmente a causa delle circostanze socio-politi-che e culturali che caratterizzano la Cina.

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1Che tutti gli esseriovunqueafflitti dalle sofferenze del corpo e della mentesiano subito liberati dalle loro malattie.

Che le creature spaventate smettano d'avere paura,che quelle in catene tornino libere. Che quelle prive di potere lo trovinoe che la gente pensi ad aiutarsi a vicenda.

Che le creature smarrite in deserti impervi e spaventosi,bambini, anziani, indifesi,siano protette dai caritatevoli spiriti celestie che presto raggiungano la Buddhità.

Incontro interreligioso svoltosi ad Assisi nel 1986

2Ora, nel seno della affettuosa generosità e premura del Buddha, ogni credente di qualsiasi religione del mondo trascenda le differenze di religione, razza e nazionalità, dimentichi le piccole differenze e si unisca nell'unitàper studiare con sinceritàun cammino che conduca all'annichilazione dei conflitti sulla terra, alla costruzione di un mondo senza armi, all'edificazione del benessere e della pace nel regno dell'uomo, per poter ottenere, così, per il mondo del futuro luce e felicità senza fine.Che Budha ci conceda la sua affettuosa generosità e benedizione affinché le nostre preghieredivengano realtà.

Religion for Peace, 1973, WCRP

3Egli riunisce quelli che sono separati,rincuora quelli che sono fraterni;Egli è pacificatore, amante della pace, appassionato della pace, diffusore delle parole che costruiscono la pace.

«Digha Nikaya» XIII. Tevigga Sutta«Tevigga Sutta» è il tredicesimo dei 39 discorsi che compongono il Digha Nikaya, la prima delle cinque collezioni che

completano il Sutta Pitaka che, a sua volta, è uno dei tre canoni che completano il Pali Tipitaka del Theravada, il primocorpus buddista della storia, compilato intorno all'anno 100 a.C.

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InduismoL'induismo è una tradizione religiosa dell'India, conosciuta come la «reli-gione eterna.» Non è frutto di un fondatore, non è né una religione né unafilosofia, ma la somma di entrambi, un insieme di credenze metafisiche e re-ligiose, di culti, di abitudini e rituali che conformano una tradizione, senzaun dogma unico, né un’organizzazione centrale. La sua dottrina è raccolta inquattro libri sacri, i Veda, che, insieme agli Upanishad, configurano l'insiemedei testi che si considerano oggetto di rivelazione. Il numero degli induisticomprende oltre 800 milioni di persone. In India, gli induisti rappresentanol’81,3% del totale della popolazione.

4O Dio, guidaci dall'irreale al reale. O Dio, guidaci dalle tenebre alla luce. O Dio, guidaci dalla morte all'immortalità'. Shanti, Shanti, Shanti a voi tutti. O Signore Dio Onnipotente, che la pace regni nelle regioni celesti. Che la pace regni sulla terra. Che le acque siano di ristoro. Che le erbe siano sane, e che alberi e piante rechino a tutti la pace. Che tutti gli esseri caritatevoli rechino a noi la pace. Che la Legge Vedica diffonda la pace in tutto il mondo. Che ogni cosa sia per noi fonte di pace. Che la tua stessa pace, conceda a tutti la pace e che venga anche a me.

Incontro interreligioso svoltosi ad Assisi nel 1986

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5Che tutti i venti, gli oceani, le erbe, le notti e i giorni, la madre terra, il padre cielo, tutta la vegetazione, il sole, possano essere amabili verso di noi. Cerchiamo di seguire sempre il sentiero della bontà, come il sole e la luna si muovono eternamente nel cielo. Siamo caritatevoli l'uno verso l'altro. Non uccidiamo né siamo violenti l'uno verso l'altro. Cerchiamo di conoscere e di apprezzare i punti di vista degli altri. E uniamoci. Dio, che è amichevole, benevolente, onnipervadente, misura di ogni cosa, sovrano, signore del dialogo, possa riversare le sue benedizioni su di noi... Oh Signore, allontana da me l’indiscrezione e l’arroganza; controlla la mia mente. Metti fine alla trappola dei desideri senza fine. Allarga la sfera della compassione e aiutami ad attraversare l'oceano dell'esistenza.

Religion for Peace, 1973, WCRP

6Sia pace al cielo e alla terra; sia pace alle acque, sia pace alle piante e agli alberi! Che tutti gli dei mi concedano pace! Che questa invocazione alla pace diffonda la pace! Che questa invocazione alla pace porti la pace!Con la pace ammansisco il terribile, con la pace ammansisco il crudele,Con la pace ammansisco ogni male,per permettere che pace prevalga, che la felicità prevalga! Che ogni cosa sia pacifica per noi!

Atharva Veda 19.9.14È il quarto Veda dell'induismo. È il libro dei rituali e raccoglie 731 inni, denominati saunaka e paippalada.

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IslamismoReligione monoteistica basata sugli insegnamenti del Libro Sacro del Co-rano. La seconda fonte di dottrina e di diritto dell'Islam è rappresentatadagli Hadice, o Tradizioni Profetiche, e dalla Sunna o raccolta storica degliatti e degli insegnamenti del Profeta Maometto. L'Islam si basa su cinque pilastri: la professione di fede «non esiste altro Dioall'infuori di Allah e Maometto è il suo inviato» (Shahadah); il rituale di ado-razione (al-Salaah); la carità (zakaah), il pellegrinaggio verso la Mecca (Hajj),il digiuno di Ramadan (Saum). Si stima che, attualmente, vi siano circa mille ottocento milioni di fedeli mu-sulmani.

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7Nel nome di Allah, clemente, il misericordioso. Sia lode al Signore dell'Universo, che ci ha creato in tribù e nazioni; affinché potessimo conoscerci, non disprezzarci a vicenda.Se il nemico propende per la pace, anche voi fate altrettanto e abbiate fiducia in Dio, perché il signore e' colui che ode e conosce ogni cosa…e i servi di Dio,Santi sono quelli che camminano, sulla Terra con umiltà, e nel rivolgerci a loro, diciamo: «PACE».

Encuentro interreligioso celebrado en Asís 1986

8In verità coloro che credono e operano il bene, in virtù de la loro fede, saranno guidati da Allahnei Giardini delle Delizie dove scorrono ruscelli. Dove la loro orazione sarà: Gloria a Te, Allah! E il loro saluto: Pace! E concluderanno i loro discorsi dicendo: Lode ad Allah, Signore dei mondi!

Corano 10, 10-11Il Corano è una raccolta di discorsi di Maometto, ricordati dai suoi discepoli, riuniti, scritti e pubblicati dopo la sua

morte. Per i musulmani il Libro Sacro del Corano è stato rivelato a Maometto da Dio.

9«Aiuta tuo fratello sia esso ingiusto o vittima di un’ingiustizia» Anas rispose: «Inviato di Dio, ca-pisco di dover aiutare chi sia vittima di un’ingiustizia, ma come potrei mai aiutare un ingiusto?»Egli rispose: «Impediscigli di essere ingiusto, così lo aiuterai».

Hadith di BukhariMuhammad Ismâ'îl al-Bukhârî è uno dei più autorevoli trasmettitori di Hadith (letteralmente «racconti»), raccolta di

aneddoti su Maometto e altri fondatori dell'Islam.

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GiainismoReligione dell'India risalente al secolo VI a.C., basata sugli insegnamenti diMahavira. Sostiene che la non-violenza è la religione suprema e insiste nellasua rigorosa osservanza nel pensiero, nella parola e nelle azioni, a livello in-dividuale e sociale. Il testo sacro Tattvartha Sutra lo riassume in una frase:«tutta la vita si sostiene reciprocamente». Il suo codice di condotta si concreta nell'osservanza di cinque voti: Ahimsa(non-violenza), Satya (verità), Asteya (non rubare), Brahmacharya (castità) eAparigraha (non possessività). Attualmente, il giainismo conta circa quattro milioni di fedeli.

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10La pace e l'amore universale sono l'essenza del vangelo predicato da tutti gli Illuminati. Il Signore ha predicato che la serenità d'animo è il Darma.Io perdono le creature tutte,che tutte le creature perdonino me. Per tutte nutro amicizia, per nessun'inimicizia. So che la violenza e' la radice di ogni miseria al mondo. La violenza, in realtà, e' il laccio della schiavitù. «Non fare male ad alcun essere vivente». Questa e' la via eterna, perenne e inalterabilealla vita spirituale.

Un'arma, per quanto potente, può essere sempre soppiantata da una migliore; tuttavia nessun'arma sarà migliore della non violenza e dell'amore.

Incontro interreligioso di Assisi 1986

11Conducimi dalla morte alla vita, dalla falsità alla verità. Conducimi dalla disperazione alla speranza, dal timore alla fiducia. Conducimi dall'odio all'amore, dalla guerra alla pace. Lascia che la pace riempia il nostro cuore, il nostro mondo, il nostro universo.

Satish KumarAntico monaco giainista residente in Inghilterra e difensore del disarmo nucleare.

12L'uomo deve abbattere l’ira con il perdono, soggiogare l'orgoglio con l’umiltà, superare l'ipocrisia con la semplicità, e l'avarizia con la gioia.

Samanasuttam 136Insieme di 756 «gathas» o inni raccolti da Acarya Shri Vidyanandaji, accettati dalle diverse correnti giainiste.

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ShintoismoIl termine Shinto si riferisce alle attività sviluppate dai giapponesi per vene-rare tutte le divinità del cielo e della terra (kami); risale alle origini del po-polo giapponese. Alcuni kami sono molto locali e sono conosciuti comespiriti o guardiani di un luogo particolare, mentre altri rappresentano og-getti o eventi naturali più generali. È considerata una religione, un culto popolare, definibile come un tipo dianimismo naturalista che si associa alla venerazione agli antenati, profonda-mente in sintonia con la cultura giapponese. È praticato da 100 milioni di persone (principalmente in Giappone).

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13Sebbene i popoli vivono oltre il mare che ci circonda, io credo che sono tutti nostri fratelli, perché ci sono dei problemi costanti in questo mondo? Perché si levano i venti e le onde nel mare che ci circonda? Sinceramente desidero che il vento spazzi subito via le nuvole che avvolgono le cime delle montagne.

Incontro interreligioso di Assisi 1986

14Oh altissimo, aiutaci a illuminare con la tua luce l’oscura condizione del mondo! Sii buono con noi, tuoi umili servi e regalaci la benedizione della tua illuminazione come a coloro che sono importanti per il compimento della tua volontà!

Oh altissimo, ispira i tuoi servi attraverso il mondo affinché compiano nuovi sforzi per guidare i tuoi figli che si allontanano dalla retta via, e possano vivere e agire nella fede che è stata loro insegnata dai grandi fondatori delle religioni!

Benedici tutti i leader spirituali con la tua energia e concedici di dare aiuto, gioia, sollievo e rifugio a coloro che soffrono!

Religions for Peace, 1973, WCRP

15Guarda il cielo come se fosse tuo padre, la terra come se fosse tua madre, e tutte le cose come se fossero tuoi fratelli e sorelle.

Oracolo di Kami di AtsutaIl santuario di Atsuta è il secondo santuario più venerato del Giappone; qui si conserva la spada Kusanagi, uno dei sim-

boli nazionali nipponici.

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PUNTI DI INCONTRO

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SikhismoLa religione sikh fu fondata in India dal Guru Nanak (1469-1539 d.C.). Ladottrina basilare del sikhismo consiste nella credenza in un unico dio e negliinsegnamenti dei Dieci Guru del sikhismo, raccolti nel libro sacro dei sikhs, ilGuru Granth Sahib. Il sikhismo stabilisce tre principi che devono guidare lacondotta quotidiana: ricordare Dio invocandolo costantemente e praticandola meditazione, guadagnarsi da vivere con mezzi onesti e condividere congli altri i frutti del proprio lavoro come espressione dell'amore e della com-passione verso l'umanità. 23 milioni di persone abbracciano questa religione, la maggior parte dellequali vivono nella provincia indiana del Punjab.

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Una proposta e 80 preghiere e testi per la pace

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16Dio ci interroga a proposito delle nostre azioni, non delle nostre vesti; La verità sovrasta ogni cosa, ma ancora più in alto c’è la vera vita. Sapere che raggiungiamo Dio quando amiamo, e che la vittoria prevale solo se le sue conseguenze non sconfiggono nessuno.

Incontro interreligioso di Assisi 1986

17Che prevalga il regno della giustizia! Che si uniscano i credenti nell'amore! Che i cuori dei credenti siano umili, ma elevata la loro saggezza, e possano essere guidati nella loro saggezza dal Signore.

Religion for Peace, 1973, WCRP

18Dice Nanak, chi ama davvero si assorbe per sempre nell'amato.Chiunque tratti in modo diverso buoni e cattivi, realmente non ama, ma calcola.

Asa-ki-VarAsa Ki Var è una collezione di 24 strofe scritte dal Guru Nanak Devji, fondatore del sikhismo.

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PUNTI DI INCONTRO

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Religioni tradizionali africaneÈ incongruente classificare tutte le religioni africane in un unico capitolo, allaluce della diversità culturale e religiosa che presentano. In Africa avviene unincontro fondamentale tra l’influsso di due religioni, entrambe estranee alcontinente: il cristianesimo e l'islamismo. I culti tradizionali conservano laloro importanza sia nei paesi dell'Africa occidentale (Guinea Bissau, SierraLeone, Liberia, Costa d’Avorio, Burkina Faso, Togo, Benin) sia in quelli de-ll'Africa orientale e meridionale (Tanzania, Malawi, Mozambico, Zimbabwe,Botswana, Madagascar). Diversi studi stimano che i praticanti delle diverse religioni tradizionali afri-cane siano, in totale, circa 68 milioni di persone.

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Una proposta e 80 preghiere e testi per la pace

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19Dio Onnipotente, Grande Dito che non possiamo evitare per legare il nodo;Tuono Tumultuoso che spacca i grandi alberi;Signore Onnivedente che vede dall'alto anche le impronte dell'antilope su una roccia qui in terra;Tu sei colui che non esita a rispondere alla nostra chiamata;Tu sei la pietra angolare della pace.

Incontro interreligioso di Assisi 1986

20La pace sia con noi. Dì che il paese può stare tranquillo. La pace sia con noi.E che i paesi possano continuare a crescere. La pace sia con noi.Dì che la gente e la moltitudine e i branchi possano prosperare ed essere liberi dalle malattie. La pace sia con noi.e possa la terra continuare a essere fertile e la zucca trasformarsi in recipiente. La pace sia con noi.Che vi sia consenso e che ogni parola malata sia cacciata via nel deserto, nel bosco vergine. La pace sia con noi.

Litania per la pace dei Kikuyu, KenyaGli antenati del popolo Kikuyu giunsero in Kenya dal 1200 al 1600, durante le emigrazioni Bantu. La base culturale de-

ll'odierno popolo Kikuyu sembra provenire dai primi coloni della zona, i Thagicu.

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PUNTI DI INCONTRO

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21Oh Dio che mi hai donato una notte di pace, dona pace anche al mio giorno. Dovunque io possa andare fa' che il mio cammino porti la pace Oh Dio, guida i miei passi. Quando io parli, allontana da me la calunnia. Quando io sia affamato, preservami dalla mormorazione. Quando io sia soddisfatto, preservami dall'orgoglio. Trascorro i miei giorni chiamandoti. Oh Signore che non ha Signore.

Borana, Kenya I Borana del Kenya sono uno dei gruppi che abbandonarono le regioni montagnose del sud dell'Etiopia, in seguito al

grande movimento migratorio che coinvolse il popolo Oromo, nel secolo XVI.

22Olisa, dall'occhio che vede lontano, sostieni l'igname e il coltello, chi voglia che io gliene dia un poco, lo mangerà. Donaci salute; donaci una lunga vita; donaci da mangiare e da bere. Benedici i nostri bambini: Che il padre istruisca il suo bambino; e che il figlio, da parte sua, si prenda cura del padre. Che ciascuno si realizzi secondo i propri pensieri Che sia pieno di bene chi pensa con bontà; Ma che il male perseguiti chi pensa con malvagità.

Igbo, NigeriaGli Igbo rappresentano uno dei gruppi etnici africani più estesi. La maggior parte degli Igbo risiede nell'area sud-orien-

tale della Nigeria, della cui popolazione rappresentano il 17 %; altri gruppi significativi sono presenti in Camerun eGuinea Equatoriale.

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Una proposta e 80 preghiere e testi per la pace

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23Che Dio ci conceda la pace e la salute del corpo, permetta che la gente nera e rossa viva sulla terra in pace e viva nel mondo per avere il cuore gioioso Che la nostra vita sia lunga e profonda e che una bianca gallina guidi la nostra strada verso il cielo (il firmamento).

Serer, SenegalNel secolo XIV, sotto la pressione dei Fulani, che cercavano di spingere tutti i popoli della regione a convertirsi all'Isla-mismo, i Serer abbandonarono le terre della valle del fiume Senegal per stabilirsi nell'area nord-occidentale del Gam-

bia e nelle valli dei fiumi Sine e Saloum in Senegal.

24Nostro padre, questo è il tuo universo, questa è la tua volontà: Che vi sia pace, lascia le anime della gente tranquille. L'arte di nostro padre tolga ogni male dal nostro cammino.

Nuer, SudanProvenienti dall'ovest, i Nuer si sono stabiliti, meno di 200 anni fa, lungo le sponde del fiume Baro, nella regione di

Gambela (Etiopia) e nel sud del Sudan, nella parte orientale della Provincia dell'Alto Nilo, nella regione di Nasir.

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Religioni amerindieIl termine «amerindio» indica la miriade di popoli e culture indigene che vi-vevano nel continente americano prima dell'arrivo degli europei. La coloniz-zazione culturale e le epidemie hanno provocato la scomparsa di un grannumero di popoli e culture e hanno spinto questi popoli a formare nuoveconfederazioni per rispondere alla «conquista» dell'America da parte degliEuropei. Secondo Mètreux, etnologo francese, dalla Terra del Fuoco all'estremitànord del Canada, tutte le tribù indigene credono nell'esistenza di un GrandeSpirito, principio e causa di tutte le cose, dal quale dipendono la vita e lamorte. Questa sorta di animismo si appoggia sull'uso di metafore naturaliper definire la divinità e in un sentimento di interdipendenza tra gli esseriumani, le piante e gli animali. Un'altra caratteristica comune è l'assenza diun senso della «storia», poiché prevale la narrativa come formulazione dellamemoria collettiva, che privilegia la funzione delle «storie» come veicolo ditrasmissione culturale privilegiato.

25O Grande Spirito, elevo il mio Kalumeth a Te.Ai tuoi messaggeri, i quattro venti, ed alla Madre Terra, che provvede ai tuoi figli. Donaci la saggezza per insegnare ai nostri figli ad amare, rispettare e ad essere gentili tra di loro, in modo che essi crescano con una mentalità di pace.

Impariamo a condividere i buoni frutti che ci procuri su questa Terra.

Incontro interreligioso di Assisi 1986

PUNTI DI INCONTRO

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26Grande Spirito del sud, la cui calda brezza di compassione scioglie il ghiaccio che circonda i nostri cuori, la cui fragranza parla delle lontane primavere ed estati, dissolvi le nostre paure, accendi il nostro amore alla fiamma delle realtà vere e vive. Insegnaci che chi è davvero forte è anche gentile, chi è saggio impartisce giustizia con misericordia, chi è davvero coraggioso rafforza il suo valore con la compassione. Grande Spirito dell'est,la terra dalla quale sorge il sole, con le tue montagne altissime e libere e vaste praterie, regalaci la benedizione di conoscere la paceche deriva dalla purezza dello sforzo e della libertà che deriva, come un abito che fluisce nei venti, da una vita ben disciplinata. Insegnaci che la fine è meglio del principio e che il sole che sorge non viene glorificato in vano.

Dalle sette preghiere sacre

27Non cercare il tuo esclusivo beneficio, pensa anche alla gente. Se godi di abbondanza, non dire «l'altro non mi importa, non devo annoiarmi con loro». Se sei fortunato nella caccia, condividila con gli altri. Non solo, mostra loro i bersagli più favorevoli, quando ci sono molti leoni marini che possonoessere colpiti facilmente. Lascia che gli altri abbiano, ogni tanto, la parte che sarebbe stata tua. Se desideri accumulare tutto per te, la gente si allontanerà e nessuno desidererà la tua com-pagnia. Se un giorno ti ammalassi, nessuno ti visiterebbe perché, tu non ti sei preoccupato per loro. A Yamana non piace la gente che agisce in modo egoistico.

Iniziazione degli YamanaGli Yamana («gente»), sono indigeni nomadi, la cui sussistenza era basata sulla raccolta, che abitavano da circa 6.000

anni la Terra del Fuoco.

Una proposta e 80 preghiere e testi per la pace

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PUNTI DI INCONTRO

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ZoroastrismoLo Zoroastrismo nasce intorno al 1600-1200 a.C. nella regione nord-occi-dentale dell'Iran (Persia) sulla base degli insegnamenti del Zarathustra, tras-critti nell'Avesta (insieme di Gathas o inni metrici, codificato in manieraordinata verso l'anno 600 d.C.). Si basa sul culto monoteistico ad AhuraMazda (il «Signore della Saggezza») e su un dualismo etico, che contrappo-nendo la Verità (Asha) alla Menzogna (Druj), impregna l'universo intero. Ildestino di una persona dipende dalla scelta per l’una o per l’altra. Conta, secondo stime recenti, circa 2,6 milioni di seguaci.

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Una proposta e 80 preghiere e testi per la pace

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28Preghiamo Dio affinché sradichi ogni miseria dal mondo: affinché la comprensione trionfi sull'ignoranza, la generosità sull'indifferenza, la fiducia sul disprezzo, e la verta trionfi sulla menzogna.

Incontro interreligioso di Assisi 1986

29Con le ginocchia piegate, con le mani giunte, anelo che lo spirito sacro che opera dentro di me si esprima con forza: per questo amore e comprensione, verità e giustizia; per la saggezza di discernere tra apparenza e realtà che può attenuare le sofferenze degli uomini sulla terra.

Dio è amore, comprensione, saggezza e virtù. Amiamoci l’un l’altro, pratichiamo la misericordia e il perdono, dona a noi la pace.

Lascia che la mia gioia nasca da una vita generosa verso gli altri, dal bene fatto agli altri. La felicità risiede in colui che fa sgorgare la felicità negli altri esseri umani.

Religion for Peace, 1973, WCRP

30Non fare agli altri ciò che è dannoso per te stesso.

Shayast-na-Shayast 13.29Shayast-na-Shayast («la purezza e l'impurezza»), è uno dei testi in Pahlavi (scrittura persiana) considerati sacri, che tras-

mettono gli insegnamenti di Zoroastro.

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PUNTI DI INCONTRO

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GiudaismoReligione la cui pratica si basa sugli insegnamenti contenuti nella Torah (icinque libri sacri della Legge: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuterono-mio). È la fonte principale dei sette precetti morali che ogni essere umanocome tale è tenuto a osservare e dei 613 precetti religiosi che devono es-sere rispettati dagli Ebrei. I precetti biblici sono stati commentati, interpre-tati e ampliati dalle distinte esegesi che hanno plasmato nella scrittura letradizioni orali: la «Mishná» e l'insieme al quale appartiene, il Talmud. Si ritiene che vi siano 17 milioni di ebrei sparsi in tutto il mondo.

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Una proposta e 80 preghiere e testi per la pace

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31Venite, saliamo al monte del Signore, affinché possiamo camminare sui sentieri dell'Altissimo. E delle nostre spade faremo zappe, e delle nostre lance falci. Una nazione non leverà più la spada contro l'altrae l’arte della guerra non sovrasterà il mondo. E nessuno avrà paura, perché la bocca del Signore degli Eserciti ha parlato.

Incontro interreligioso di Assisi 1986

32Ciò che non desideri per te non fare al tuo prossimo. Questo è tutta la Torah (Legge); il resto èsolo commento.

Talmud, «Shabbath» 31aIl Talmud è un ampio compendio di discussioni rabbiniche intorno alla legge, l'etica, i costumi e la storia degli Ebrei.

33Per domare l'odio, aiuta il nemico prima di aiutare l’amico.

Tosefta, «Baba Metzia» 2.26La «Tosefta» raccoglie commenti e interpretazioni non inserite nella Mishna (insieme di leggi tradizionali e di interpreta-

zioni della Torah). «Bava Metzia» è un trattato che si integra nella quarta delle sei parti (Sedarim) in cui si articolail Mishná.

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BahaismoEs una religión monoteísta cuyos fieles siguen las enseñanzas de Ba-há’u’lláh, su profeta y fundador: hay un único Dios que va revelando su vo-luntad a la humanidad de forma progresiva. Según el punto de vista bahá’í,cada una de las grandes religiones introducidas por los Mensajeros de Diosconstituyen etapas sucesivas en el desarrollo espiritual de la civilización. Laidea central del bahaísmo gira en torno a la humanidad como una únicaraza y al día de su unificación en una sociedad mundial. El bahaísmo está ampliamente extendido en el mundo y se compone deaproximadamente seis millones de fieles en el mundo.

34Sii generoso nella prosperità e riconoscente nell'avversità. Sii retto nel giudizio e cauto nel linguaggio. Sii una lampada per coloro che camminano nell'oscurità, e un rifugio per lo straniero. Sii gli occhi per il cieco e la luce che guida i passi dell'errante. Sii un soffio di vita per il corpo dell'umanità, rugiada per i prati del cuore umano, e frutta nell'albero dell'umiltà.

Incontro interreligioso di Assisi 1986

PUNTI DI INCONTRO

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Una proposta e 80 preghiere e testi per la pace

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35Quando l'amore si sia realizzato e i legami spirituali ideali uniscano i cuori degli uomini, tutta la razza umana si eleverà, il mondo, radiante e spirituale, non cesserà mai di crescere, e la felicità e la serenità dell'essere umano si amplieranno senza limiti.

La guerra e la tensione saranno sradicate, lontano dal disaccordo e dal dissenso la pace universale unirà le nazioni e la gente di tutto il mondo.

L'umanità convivrà come una famiglia, si fonderà come le onde del mare, brillerà come le stelle del firmamento, e maturerà come il frutto di uno stesso albero.

Qui risiede la gioia e la felicità dell'essere umano. Qui risiede l'illuminazione dell'uomo, della gloria eterna e della vita eterna; è questa la concessione divina.

Abdu’l-Bahá, «Promulgazione della Pace Universale»Prima di morire, Bahá'u'lláh nominò come successore e unico interprete dei suoi insegnamenti il figlio maggiore, Ab-

du'l-Bahá. Bahá'u'lláh lo indicò come «Centro del Patto», chiedendo a tutti i bahá'ís che lo considerassero Custodedella Fede. Tuttavia, Bahá'u'lláh continua ad essere l'unico profeta del Bahaismo.

36Vi chiedo di concentrare ogni pensiero del cuore sull'amore e l'unità. Se sorge un pensiero diguerra, sostituitelo con il pensiero più forte di pace. Il pensiero dell'odio deve essere dissipatodal più forte pensiero dell'amore. I pensieri di guerra sfociano nella distruzione di ogni armo-nia, benessere e significato. I pensieri dell'amore costruiscono fraternità, pace, amicizia efelicità.

Abdu’l-Bahá, «Conversazioni a Parigi»

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PUNTI DI INCONTRO

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CristianesimoInsieme di dottrine e comunità che, nonostante i diversi atteggiamenti, pra-tiche e dottrine, professano la loro fede in Gesù di Nazareth, il figlio di Dioche si è incarnato, è morto ed è risuscitato: Cristo. Si stabilisce, pertanto,una nuova relazione tra Dio e gli uomini: Dio annuncia la Buona Notizia (ilVangelo) attraverso il figlio, Gesù. La vita di Gesù, quindi, rappresenta il cul-mine della rivelazione di Dio agli uomini: Dio Padre che, come manifesta-zione di amore, consegna suo Figlio per la salvezza degli uomini. Conformano il cristianesimo circa 1.100 milioni di fedeli (59% cattolici,29,5% protestanti, 9,5% ortodossi, 2% altri).

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37Beati i Pacifici perché saranno chiamati Figli di Dio. Io dico a voi che udite: amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi molestano. Se qualcuno vi percuote su una guancia, porgetegli anche l'altra, e a coloro che vi rubano il mantello, non vietate di prendere anche la tonaca. E ciò che volete gli altri vi facciano fatelo anche a loro.

Incontro interreligioso di Assisi 1986

38Voi avete udito che fu detto: «Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico». Ma io vi dico: Amate i vostri nemici, benedite coloro che vi maledicono, fate del bene a coloroche vi odiano, e pregate per coloro che vi maltrattano e vi perseguitano,affinché siate figli del Padre vostro, che è nei cieli, poiché egli fa sorgere il suo sole sopra ibuoni e sopra i malvagi e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti.

Matteo, 5.43-48Il «Vangelo secondo Matteo» è uno dei quattro Vangeli del Nuovo Testamento.

39O Signore, fa di me uno strumento della tua pace: Dove è odio, fa ch'io porti l'Amore. Dove è offesa, ch'io porti il Perdono. Dove è discordia, ch'io porti l'Unione. Dove è dubbio, ch'io porti la Fede. Dove è errore, ch'io porti la Verità. Dove è disperazione, ch'io porti la Speranza. Dove è tristezza, ch'io porti la Gioia. Dove sono le tenebre, ch'io porti la Luce.

O Maestro, fa ch'io non cerchi tanto: Essere consolato, quanto consolare. Essere compreso, quanto comprendere. Essere amato,quanto amare.

Poiché sì è: Dando, che si riceve; Perdonando che si è perdonati; Morendo, che si risuscita a Vita Eterna.

Attribuito a San Francesco d’Assisi

Una proposta e 80 preghiere e testi per la pace

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2. Testi universali per la pace

Pace come esigenza e desiderio

40Restituitemi mio padre, restituitemi mia madre;restituitemi i miei anziani; restituitemi i miei figli e le mie figlie.Restituitemi me stesso, restituitemi la razza umana.Fintanto che questa vita dura, questa vita, restituitemi la paceche non avrà mai fine.

Sankichi TogePoeta giapponese che fu sorpreso a tre chilometri dall'esplosione atomica di Hiroshima. Aveva 28 anni. Dopo la guerra

divenne un leader pacifista. È morto nel 1956.

41Immagina che tuttivivano la loro vita in pace.Puoi dire che sono un sognatorema non sono il soloSpero che ti unirai anche tu un giornoe che il mondo diventi uno.

John Lennon(1940-1980) Musicista e compositore britannico. Integrante e fondatore del gruppo The Beatles.

42Questo è il nostro grido. Questa è la nostra preghiera. Pace nel mondo.

Iscrizione che appare sul piedistallo della statua costruita nel 1958 nel Parco della Pace diHiroshima. La statua è dedicata a Sadako Sasaki (1943-1955), vittima della bomba ato-

mica di HiroshimaUn’antica tradizione nipponica afferma che chi fosse riuscito a realizzare mille gru con la tecnica dell'origami avrebbe

potuto esprimere un desiderio agli dei. Sadako pensò che non sarebbe stato giusto desiderare la guarigione solo perlei e chiese che l'impegno cui dedicava i suoi sforzi potesse portare la pace e la guarigione a tutte le vittime del

mondo. Durante i 14 mesi trascorsi in ospedale, riuscì a completare 644 delle 1.300 gru di carta che si era proposta direalizzare, utilizzando qualsiasi carta a sua disposizione, persino le confezioni di cartone dei farmaci.

L’impatto emotivo della sua storia superò i confini del Giappone, rendendola un punto di riferimento mondiale per tuttii movimenti pacifisti.

PUNTI DI INCONTRO

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43Scrivoin difesa del regno dell'uomo e della sua giustizia. Chiedo la pace.e la parola. Ho detto «silenzio», «ombra», «vuoto» eccetera. Dico «dell'uomo e della sua giustizia»,«oceano pacifico», ciò che mi permettono di dire. Chiedola pace e la parola.

Blas de Otero, «Pido la paz y la palabra»(1916-1979) poeta di Bilbao, uno dei principali rappresentanti della poesia sociale degli anni cinquanta.

Ragioni per la pace

44Dobbiamo dedicare i nostri umili sforzi alla costruzione di un mondo più giusto e più umano. Edesidero dichiarare con enfasi: Questo mondo è possibile. Per creare questa nuova società,dobbiamo stringere le mani amichevolmente, senza odio e rancore, dimostrare una grande de-terminazione e non esitare a difendere la verità e la giustizia. Perché sappiamo che non pos-siamo spargere semi a pugni chiusi. Per seminare dobbiamo aprire le mani.

Adolfo Pérez Esquivel(1931-) scultore, architetto e pacifista argentino.

Nel 1980 ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace per il suo impegno a favore dei diritti umani in America Latina. Attual-mente, è uno dei più attivi nelle proteste contro l'Area di Libero Commercio delle Americhe.

45La pace sorge dalla nostra capacità di apportare quanto vi sia di migliore in noi e tutto ciò chesiamo, per creare un mondo che sostenga tutti gli esseri umani. Ma sorge anche dalla capacitàdi assicurare uno spazio che consenta agli altri di apportare quanto di migliore vi sia in ciascunodi loro e tutto ciò che sono.

Hafsat Abiola(1970-) Giovane attivista nigeriana, dedicata alla promozione della donna, della gioventù e della democrazia nel suo

paese e nel resto del mondo.

Una proposta e 80 preghiere e testi per la pace

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Page 53: Punti di incontro

46È un buon momento per ripetere che nessuna guerra viene mai vinta. È buono ricordare che laguerra non è mai una vittoria. Non importa se i libri di storia ci dicono il contrario. I costi psico-logici e materiali della guerra sono talmente elevati che qualsiasi trionfo è una vittoria di Pirro.Solamente la pace può vincere, e che la pace vinca significa non solo evitare il conflitto armato,ma anche individuare modi per sopprimere le cause della violenza individuale e collettiva: in-giustizia e oppressione, ignoranza e povertà, intolleranza e discriminazione. Dobbiamo cos-truire un nuovo sistema di valori e di atteggiamenti per sostituire la cultura della guerra che,per secoli, ha influenzato il corso della civiltà. La pace che vince significa il trionfo del nostroimpegno per stabilire, su una base democratica, un nuovo quadro sociale di tolleranza e gene-rosità, dal quale nessuno si senta escluso.

Federico Mayor Zaragoza(1934-) Biochimico di formazione. È stato Direttore Generale dell'UNESCO (1987-1999). Nominato nel 2000 dal Segre-

tario Generale dell'ONU Co-Presidente del Gruppo di esperti di Alto Livello per l'Alleanza delle Civiltà. È, inoltre,membro del Comitato Onorario del Coordinamento Internazionale per il Decennio di Promozione di una Cultura della

Non Violenza e della Pace.

47La causa della libertà e della giustizia riceve risposte di empatia sin dai più remoti angoli delpianeta. Gente pensante e sensibile ovunque, indipendentemente dal credo o dal colore, com-prende la necessità umana, profondamente radicata, di vivere un'esistenza impregnata di signi-ficato... Coloro che sono sufficientemente fortunati da vivere in società che riconoscono i pienidiritti politici possono aiutare i meno fortunati in altre aree del nostro convulso pianeta. Uominie donne giovani, preparati per imprimere la propria impronta nel mondo, potrebbero deside-rare di rivolgere i propri sguardi oltre le proprie frontiere, verso le terre immerse nell'ombra deidiritti perduti... Vi prego, usate la vostra libertà per promuovere la nostra.

Aung San Suu Kyi(1945-) figura emblematica dell'opposizione birmana contro la dittatura militare al potere dal 1962. Premio Nobel per

la Pace nel 1991.

48Se non dimentichiamo i conflitti di ieri, non avremo con chi giocare domani.

Proverbio Hausa, NigeriaCon sus 22 millones de miembros el pueblo Hausa es el grupo étnico más grande de Africa Central. El País Hausa

comprende una región de más de 140.000 kilómetros cuadrados de superficie de Nigeria, donde llevan viviendo másde 1.000 años.

PUNTI DI INCONTRO

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Page 54: Punti di incontro

Absurdo de la violencia

49La violenza può essere nascosta solo dalla menzogna e la menzogna può sostenersi solo con laviolenza.

Aleksandr Solzhenitsyn(1918-) Storiografo, poeta, drammaturgo e romanziere russo. La sua opera è incentrata sui Gulag, i campi di lavoro so-

vietici. Ricevette il premio Nobel per la Letteratura nel 1970 e fu esiliato nel 1974.

50La guerra è una fuga codarda dai problemi della pace.

Thomas Mann(1875-1955) Scrittore tedesco, con cittadinanza statunitense, autore di La Montagna Incantata e Premio Nobel per la

Letteratura nel 1929.

51La guerra è dapprima la speranza che dopo si possa star meglio; poi l'attesa che l'altro stiapeggio; poi la soddisfazione che anche l'altro non stia meglio; e, infine, la sorpresa che tutti edue stiamo peggio.

Karl Kraus (1874-1936) Scrittore austriaco. Considerato lo spirito più critico, satirico e mordace della Vienna dei primi anni del se-

colo XX. È noto per le critiche feroci ai difetti della borghesia e degli ambienti artistici e letterari «consacrati».

52La violenza non è pratica perché la vecchia legge dell'«occhio per occhio» finisce per renderetutto il mondo cieco, ed è immorale perché genera una spirale discendente che porta alla dis-truzione di tutti.

Martin Luther King(1929-1968) Attivista del Movimento per i Diritti Civili degli afro-americani negli Stati Uniti, Premio Nobel per la Pace

nel 1964. Ha organizzato numerose marce per il diritto al voto, per la non discriminazione e altri diritti civilifondamentali.

53Nessun'arma ha mai risolto un problema etico. Può imporre una soluzione, ma non può garan-tire che sia giusta.

Ernest Hemingway(1899-1961) Scrittore e giornalista statunitense. Premio Nobel per la Letteratura nel 1954.

Una proposta e 80 preghiere e testi per la pace

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Pace come processo

54La ricerca della pace e del progresso non può esaurirsi dopo alcuni anni con una vittoria o unasconfitta. Non dobbiamo rilassarci né abbandonare mai la ricerca della pace e del progresso,con tutti i suoi tentativi ed errori, con i successi e le sconfitte.

Dag Hammarskjold(1905-1961) (Svezia) Segretario Generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) dall'aprile 1953 fino al 18 set-tembre 1961, giorno in cui muore in un incidente aereo nel corso di una missione per risolvere il conflitto sul Katanga

tra lo Zaire e il Congo Belga.

55Qualsiasi stupido intelligente può fare le cose più grandi, più complesse e più violente. Ma civuole un tocco di genio, e molto coraggio, per muoversi nella direzione opposta.

Albert Einstein(1879-1955) Nato in Germania e cittadino degli Stati Uniti dal 1940, è lo scienziato più noto e rilevante del secolo XX.

Nel 1905, mentre era ancora un giovane fisico sconosciuto, impiegato all'Ufficio Brevetti di Berna (Svizzera), pubblicò laTeoria della Relatività Speciale (RS).

56Perché ci sia pace nel mondo, è necessario che le nazioni vivano in pace. Perché ci sia pace fra le nazioni, le città non devono battersi le une con le altre.Perché ci sia pace fra le città, i vicini devono andare d'accordo. Perché ci sia pace fra i vicini, è indispensabile che nelle case regni l'armonia.Perché nelle case ci sia pace, bisogna trovarla nel proprio cuore.

Tao Te Ching Capitolo XLIXLa parola «Taoismo» deriva da un grafema della lingua cinese che si legge «Tao». Il termine è spesso interpretato come

«via» o «cammino», ma il suo significato è molto più vasto e potrebbe corrispondere a «intuizione, sensibilità, sponta-neità, vita» o, più astrattamente, a «senso o significato». Il Taoismo è, innanzitutto, una filosofia e, solo in secondo

luogo, una religione. Concepisce l'universo come un equilibrio di forze e sottolinea l'intima relazione tra l'uomo e la na-tura. Si è sviluppato a partire dal Tao Te Ching, un sistema filosofico basato sugli scritti di Lao Tzu (VI secolo a. C.).

PUNTI DI INCONTRO

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...che comincia dall'interno

57Cinque grandi nemici della pace albergano in noi: avarizia, ambizione, invidia, rabbia e orgo-glio. Sconfiggendoli potremmo infallibilmente godere della pace perpetua.

Petrarca (1304-1374) Poeta e umanista italiano, la sua influenza si percepisce in autori quali Lope de Vega, Francisco de Que-

vedo, Luis de Góngora, William Shakespeare ed Edmund Spenser.

58Come fragili esseri umani siamo capaci del bene maggiore e, al contempo, del male maggiore.La trasformazione avverrà solo quando ognuno di noi sia capace di lottare senza sosta con séstesso per perdonare di più, per essere più compartecipe, più amico, e soprattutto, piùgioioso, sapendo che, per un ineffabile miracolo della tolleranza, possiamo cambiare mentre glialtri che ci circondano cambiano a loro volta.

Mairead Corrigan(1944-) (Belfast) Fondatrice, insieme a Betty Williams, dell'Organizzazione Gente per la Pace, un'organizzazione che hacercato di individuare soluzioni pacifiche al conflitto armato nordirlandese. Nel 1976 ha ricevuto, insieme alla Williams,

il Premio Nobel per la Pace.

59Il lavoro, l'amore e il pensiero produttivo sono possibili solo se una persona può scegliere,quando sia necessario, la tranquillità e la solitudine. Potersi ascoltare è la condizione essenzialeper il rapporto con gli altri.

Erich Frömm(1900-1980) Rilevante psicologo sociale e umanista tedesco.

60Se nella nostra vita di ogni giorno possiamo sorridere, se possiamo essere pacifici e felici, nonsolo tutti noi, ma ciascuno di noi ne trarrà beneficio. Questo è la tipologia più essenziale di la-voro per la pace.

Thich Nhat Hahn(1926-) Monaco buddista da oltre quarant'anni e attivista per la pace, nominato per il Premio Nobel. Rifugiato politico in

Francia dal 1972 a causa della sua lotta pacifica, iniziata durante la guerra in Vietnam.

Una proposta e 80 preghiere e testi per la pace

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Pace e azione

61Alimentiamo nel nostro intimo la gentilezza e la comprensione della pace. Ciò farà scorrere in-torno a noi una brezza serena che ci bisbiglia, come il sussurro delle foglie: La pace non scatu-risce dalla contemplazione, ma dall'azione!

Pauline TangioraMaori di Aotearoa (Nuova Zelanda). È la prima donna a essere nominata rappresentante del Consiglio Mondiale dei

Paesi Indigen.

62La pace non è l'assenza del conflitto, bensì la presenza di alternative creative che ci aiutino a ri-solvere il conflitto.

Dorothy Thompson(1893-1961) Giornalista americana e considerata da «The Times» (1938) una delle due donne più influenti degli Stati

Uniti È stata la prima giornalista ad essere espulsa dalla Germania nazista.

63L'indifferenza dilata gli abissi che dividono. La carità tende a tutti la sua mano e così, impercet-tibilmente, come un movimento tellurico, avvicina i mondi.

Andrea RiccardiFondatore e Presidente della Comunità di Sant'Egidio.

64Il pericolo più grande del nostro futuro è l'apatia.

Jane GoodallNaturalista e primatologa inglese che ha dedicato la sua vita allo studio del comportamento degli scimpanzé in Africa.

65I posti più caldi dell'inferno sono riservati a quanti, in tempo di grande crisi morale, preserva-rono la propria neutralità.

Dante(1265–1321) Poeta fiorentino. La sua opera maestra, La Divina Commedia è considerata una dei capolavori della lette-

ratura universale.

PUNTI DI INCONTRO

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Pace ed etica

66La non violenza non è un vestito che possiamo indossare e togliere quando ci pare. Abita nelcuore e deve costituire una parte inscindibile del nostro essere.

Mahatma Gandhi(1869-1948) Pensatore e politico indiano. Instaurò nuovi metodi di lotta e nei suoi programmi respinse la lotta armata e

predicò la non-violenza. Auspicava una totale fedeltà ai dettami della coscienza, spingendosi, persino, se necessario,alla disubbidienza civile. Il carteggio mantenuto con Tolstoj ha influenzato il suo concetto di resistenza non violenta.

67È vero che esiste un terribile squilibrio tra le forze che proclamano la necessità della guerra e leforze morali che difendono il diritto alla pace, ma è altrettanto vero che nulla nel corso dellastoria ha mai vinto la volontà degli uomini se non la volontà di altri uomini.

José Saramago(1922-) Scrittore, giornalista e drammaturgo portoghese, Premio Nobel per la Letteratura 1998.

68La pace, nel senso di assenza della guerra, è di scarso valore per chi sta morendo di fame o difreddo. Non eliminerà il dolore delle torture inflitte a un prigioniero politico, né consolerà co-loro che hanno perso i propri cari nelle inondazioni causate da un insensato disboscamento inun paese vicino. La pace può persistere solo dove i diritti umani sono rispettati, dove la genteha da mangiare e dove individui e nazioni sono liberi.

Tenzin Gyatso(1935-) All'età di cinque anni fu riconosciuto come reincarnazione del XIII Dalai Lama. In seguito all'invasione del Tibetda parte dell'esercito cinese, a 15 anni, il 17 novembre di 1950, fu dichiarato capo di stato in esilio. Premio Nobel perla Pace nel 1989, per la sua opposizione costante all'uso della violenza nella lotta della sua gente per recuperare la li-

bertà, ha rivelato al mondo il Conflitto del Tibet e la situazione nel suo paese. È membro del Comitato Onorario delCoordinamento Internazionale per il Decennio di Promozione di una Cultura della Non Violenza e della Pace.

69Noi possiamo lavorare insieme per un modo migliore, con uomini e donne di buona volontà,che irradiano la qualità intrinseca dell'essere umano. Affinché ciò sia efficace, il mondo ha bi-sogno di un'etica globale con valori che diano significato alle esperienze di vita e, più delle isti-tuzioni religiose e dei dogmi, sostengano la dimensione immateriale dell'umanità. I valori

Una proposta e 80 preghiere e testi per la pace

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umani universali dell'amore, della compassione, della solidarietà, della preoccupazione versogli altri e della tolleranza devono formare le basi per questa etica globale, che dovrebbe per-meare la cultura, la politica, gli scambi, la religione e la filosofia. E dovrebbe anche permeare lafamiglia allargata delle Nazioni Unite.

Wangari Maathai(1940-) Attivista politica ed ecologista keniana. Nel 2004 ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace per i «suoi contributi

allo sviluppo sostenibile, alla democrazia e alla pace». È la prima donna africana a ricevere questo riconoscimento.

Pace e giustizia

70Ho giurato di non tacere dinnanzi alla sofferenza e all'umiliazione degli esseri umani. Dobbiamosempre schierarci. La neutralità aiuta l'oppressore, non la vittima. Il silenzio incoraggia chi pro-voca il dolore, non chi lo soffre.

Elie Weisel(1928-) Scrittore rumeno, sopravvissuto ai campi di concentramento nazista, ha dedicato tutta la sua vita a scrivere e a

raccontare gli orrori dell'Olocausto, con la ferma intenzione di evitare che si ripeta nel mondo una simile barbarie. Pre-mio Nobel per la Pace nel 1986.

71Com'è possibile non parlare di guerra, povertà e disuguaglianza quando chi ne è colpito nonha voce per parlare?

Isabel Allende(1942-) Scrittrice e drammaturga cilena. È considerata la più popolare romanziera latinoamericana. Ha venduto più di

35 milioni di copie dei suoi libri e le sue opere sono state tradotte in oltre 27 lingue. Figlia di Tomás Allende, diploma-tico e cugino di Salvatore Allende.

72Qualsiasi definizione di una cultura per la pace deve affrontare il problema del raggiungimentodella giustizia per le comunità e gli individui che non possiedono i mezzi per competere o peravanzare senza un’assistenza strutturata e un aiuto solidale.

Mahnaz AfkhamiFondatrice e Presidente di «Women's Learning Partnership» e Direttrice Esecutiva della «Foundation for Iranian Stu-

dies». Ex ministro per gli «Affari delle Donne» in Iran. Esiliata negli Stati Uniti, da oltre trent'anni è impegnata a favoredei diritti della donna e ha fondato varie organizzazioni non governative internazionali per il miglioramento della condi-

zione femminile.

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73Una società si abbrutisce infinitamente di più infliggendo regolarmente il castigo, che non sop-portando, di tanto in tanto, il delitto.

Oscar Wilde(1854-1900) Scrittore, poeta e drammaturgo irlandese. Uno dei drammaturghi più rilevanti della Londra vittoriana, cele-

bre per il suo acuto e sagace ingegno.

74Se vogliamo un mondo di pace e di giustizia dobbiamo porre, con decisione, l'intelligenza alservizio dell'amore.

Antoine de Saint-Exupery(1900-1944) Scrittore e aviatore francese, autore de «Il piccolo Principe». Studiò all'Università di Friburgo.

Pace e amore

75Se desideri la pace con il tuo nemico, devi lavorare insieme a lui. Così diventerà il tuo socio.

Nelson Mandela (1918-) Primo presidente del Sudafrica ad essere eletto democraticamente con suffragio universale. Importante attivista

contro l'apartheid, fu incarcerato per 27 anni. Premio Nobel per la Pace nel 1993.

76L’amore è, per la sua stessa natura, estraneo al mondo, ed è per questo, piuttosto che per lasua eccezionalità, che è non solo apolitico, ma antipolitico, forse la più potente di tutte le forzeumane antipolitiche.

Hannah Arendt(1906-1975) Teorica politica tedesca. Nelle sue opere affronta il tema della natura del potere, la politica, l'autorità e il

totalitarismo in generale, oltre alla Shoah. Le sue acute analisi sulla società che la circondava, la rendono una delle piùgrandi pensatrici di tutti i tempi.

Una proposta e 80 preghiere e testi per la pace

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77Io credo che l'amore per la verità sia alla base della vera virtù e che la virtù basata sulla men-zogna può arrecare solo danno.

Bertrand Russell(1872-1970) Premio Nobel per la Letteratura nel 1950, fu uno dei più eminenti filosofi e matematici del secolo XX.

Scrisse su una vasta gamma di temi, dai fondamenti della matematica e della teoria della relatività al matrimonio, i di-ritti delle donne e il pacifismo. Nel 1962, a 90 anni, intervenne nella crisi dei missili di Cuba per evitare che si scate-

nasse un attacco militare. Di fronte alla minaccia di una guerra nucleare, ha redatto, insieme ad Albert Einstein, unmanifesto dal quale scaturirono le Conferenze Pugwash.

78Di fronte ad alcune idee ti arresti perplesso, in particolare alla luce dei peccati dell'uomo, senzasapere se devi combatterle con la forza o con l’amore per l’umanità. Scegli sempre: «Combat-terò con l’amore per l’umanità». Se radichi nella tua mente questa consapevolezza, potrai con-quistare il mondo intero. L’umiltà dell'amore è una forza inappagabile; è più forte di ogni altracosa e non vi è nulla che le possa essere paragonato.

Fyodor Dostoyevsky - I fratelli Karamazov(1821-1881) Romanziere russo del secolo XIX. È considerato uno dei più grandi scrittori della letteratura russa e rico-

nosciuto, spesso, come il fondatore dell'esistenzialismo. La sua opera I fratelli Karamazov è considerata un capolavorodella letteratura e uno dei più grandi romanzi mai scritti.

79Il miglioramento della vita si è ottenuto solamente sulla base di una trasformazione della cos-cienza, nella misura in cui la legge della violenza è stata sostituita, nella coscienza degli uomini,dalla legge dell'amore.

Leo Tolstoj (1828-1910) Romanziere russo che ha influenzato la letteratura e la politica del suo paese. Insieme a Fëdor Dostoevskij,

è tra i giganti della letteratura russa del secolo XIX. Le sue più famose opere sono Guerra e Pace e Anna Karenina.

80Non possiamo modificare il passato, ma possiamo modificare il nostro atteggiamento nei suoiconfronti. Sradicare il senso di colpa e coltivare il perdono. Sradicare l’arroganza e seminare l’u-miltà. Sostituisci l’odio con l’amore, solo così potremo costruire un presente rassicurante e unfuturo promettente.

Maya Angelou(1928-) Poetessa statunitense, saggista e attrice, importante figura del movimento americano a favore dei diritti civili.

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Una proposta e 80 preghiere e testi per la pace

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La pace porta alla pace

La pace porta alla paceLa pace al cammino verso la pace. La pace porta alla paceLa pianta della pace viene dalla comprensione reciproca: la sua radice è il rispetto, e l'accettazione il suo fiore.

Bitoriano Gandiaga