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Racconto N.8 Battista Marchesi 19100 km no stop Martedì 24 aprile 2012. per nove mesi Il Cinquantesimo. La ricorrenza del cinquantesimo può essere ricordata in tanti modi. Ne esistono tanti, ma quello del matrimonio è il più nominato. E' il giorno in cui si portano amici e parenti al ristorante, nonostante la crisi dica no al ristorante non si può. Tista, invece, per i suoi primi cinquanta giorni non ha scelto il ristorante. Ha condiviso la compagnia con un severo temporale scatenatosi domenica all’improvviso nella piazza a Lovere, mentre era con amici della Runner Bergamo, partecipanti alla corsa podistica Sarnico- Lovere. E' scappato anche lui. Non certo per tornare a casa. Dopo essersi incappucciato, in silenzio e solo come sempre, lungo il fiume si è dileguato, incurante di essere seguito dal rabbioso Giove Pluvio. Marchesi lo sa bene che non si deve lamentare. Se ci sono difficoltà nessuno gliele risolverà. Deve sempre tener duro, non ci sono alternative. Anche lui è un umano, soffre e gioisce come noi, ma nel suo mondo, sul confine tra realtà e fantasia, a volte non gli è permesso neppure di respirare. Ecco perché è utile sapere, come sia difficile correre e camminare dieci ore sotto una pioggia torrenziale, trovarsi a trenta chilometri dall'albergo e non potersi nemmeno cambiare. E’ impossibile fermarsi troppo a lungo perché il freddo ti rimane addosso. Certo, avesse il camper come il suo antagonista, il francese Serge Girard, che nel 2005 corse da Parigi a Tokyo in 260 giorni, sarebbe tutta un’altra cosa. Sul camper, lo staff è sempre pronto per filarti un caldo tè, invece di essere costretto a bere acqua fredda. Inoltre basta un battito di mani e voilà! il ricambio di vestiti eccolo qua. Per Tista invece, questo non si fa. Quando arriva dal suo giro, i calzini e le magliette lui deve sempre lavare, la cameriera non la può pagare. Solo Serge le poteva buttare. A lui succede proprio di tutto, anche l’ombrello gli hanno fregato, era ben nascosto fra i cespugli, ma qualcuno di mano lesta, ha pensato di fargli la festa. Pazienza - dice Tista con tono distaccato - al mercato ne troverò uno più bello. Se in albergo poi torna affamato sarà solo colpa sua, oppure di quel ragazzo di colore che ha incontrato lungo il fiume? Aveva fame poveretto - commenta Tista teneramente - come potevo non offrire i miei due ultimi panini ? “Speriamo questa sia l’ultima volta, di scoperte non ne far più, senza carburante non devi stare più,gli rimbrotto seriamente. Dar da mangiare agli affamati è la prima delle sette opere di misericordia corporali cui Marchesi si è voluto ispirare. Un gesto semplice che dimostra di non aver rancore verso gli extracomunitari nonostante la brutta esperienza vissuta l’anno scorso con due di loro in quel famoso parco. Lui non

Racconto 8 del 24 aprile 2012 Lovere

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Racconto 8 del 24 aprile a Lovere Il Cinquantesimo

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Page 1: Racconto 8 del 24 aprile 2012 Lovere

Racconto N.8 Battista Marchesi

19100 km no stop Martedì 24 aprile 2012.

per nove mesi

Il Cinquantesimo.

La ricorrenza del cinquantesimo può essere ricordata in tanti modi. Ne esistono tanti, ma quello del

matrimonio è il più nominato. E' il giorno in cui si portano amici e parenti al ristorante, nonostante

la crisi dica no al ristorante non si può.

Tista, invece, per i suoi primi cinquanta giorni non ha scelto il ristorante. Ha condiviso la

compagnia con un severo temporale scatenatosi domenica all’improvviso nella piazza a Lovere,

mentre era con amici della Runner Bergamo, partecipanti alla corsa podistica Sarnico- Lovere.

E' scappato anche lui. Non certo per tornare a casa. Dopo essersi incappucciato, in silenzio e solo

come sempre, lungo il fiume si è dileguato, incurante di essere seguito dal rabbioso Giove Pluvio.

Marchesi lo sa bene che non si deve lamentare. Se ci sono difficoltà nessuno gliele risolverà. Deve

sempre tener duro, non ci sono alternative. Anche lui è un umano, soffre e gioisce come noi, ma nel

suo mondo, sul confine tra realtà e fantasia, a volte non gli è permesso neppure di respirare.

Ecco perché è utile sapere, come sia difficile correre e camminare dieci ore sotto una pioggia

torrenziale, trovarsi a trenta chilometri dall'albergo e non potersi nemmeno cambiare. E’ impossibile

fermarsi troppo a lungo perché il freddo ti rimane addosso.

Certo, avesse il camper come il suo antagonista, il francese Serge Girard, che nel 2005 corse da

Parigi a Tokyo in 260 giorni, sarebbe tutta un’altra cosa. Sul camper, lo staff è sempre pronto per

filarti un caldo tè, invece di essere costretto a bere acqua fredda. Inoltre basta un battito di mani e

voilà! il ricambio di vestiti eccolo qua. Per Tista invece, questo non si fa.

Quando arriva dal suo giro, i calzini e le magliette lui deve sempre lavare, la cameriera non la può

pagare. Solo Serge le poteva buttare.

A lui succede proprio di tutto, anche l’ombrello gli hanno fregato, era ben nascosto fra i cespugli,

ma qualcuno di mano lesta, ha pensato di fargli la festa. Pazienza - dice Tista con tono distaccato -

al mercato ne troverò uno più bello.

Se in albergo poi torna affamato sarà solo colpa sua, oppure di quel ragazzo di colore che ha

incontrato lungo il fiume? “Aveva fame poveretto - commenta Tista teneramente - come potevo

non offrire i miei due ultimi panini”? “Speriamo questa sia l’ultima volta, di scoperte non ne far

più, senza carburante non devi stare più”,gli rimbrotto seriamente.

Dar da mangiare agli affamati è la prima delle sette opere di misericordia corporali cui Marchesi si

è voluto ispirare. Un gesto semplice che dimostra di non aver rancore verso gli extracomunitari

nonostante la brutta esperienza vissuta l’anno scorso con due di loro in quel famoso parco. Lui non

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sa tener rancore, Tista l'è fat sö sse,( Tista è fatto così).

E per tirarsi su quando incontra amici ed estimatori che gli stringono la mano si ferma volentieri,

perché gli fa tanto piacere.

Domenica infatti al Gazebo della sua squadra, al termine della competizione,nonostante la sosta

breve, è riuscito a salutare l'amica Federica e un gruppo di runners clarensi, Sergio Vertua e

Alessandro Cenini affiancati dalla forte alpinista Enrica Vezzoli.

Anche Max Ronchi e Bruno Spinedi hanno portato il loro saluto a nome di tutti i 150 RB, giunti al

termine di questa manifestazione, un appuntamento irrinunciabile con il suo percorso lungo il lago

di ventisei chilometri.

Questa è stata solo una pausa per trovare tanti amici Ritornato sui suoi sentieri, al laghetto di Rogno

incontra un atleta di Pian Camuno. Ha sessant’anni, Claudio Camusso, vincitore della cento

chilometri di San Giovanni Lupatoto. “Ci siamo conosciuti nel 2009 - racconta in breve Claudio –

proprio a Montisola in un brutto momento, durante il suo primo triste tentativo.

Insomma, oggi per il suo cinquantesimo giorno, non ha festeggiato nemmeno con la torta. “Ma

quale torta, - sbuffa il baldo sedrinese - non la voglio nemmeno per il mio compleanno preferisco un

incontro con amici”. Ora cosa gli rimane? Osservare l’orizzonte della prossima destinazione:

Montisola.

Diavolo Rosso Lovere 24 aprile 2012.