12
2° proposta di una “Convention Nazionale dei Tecnici”, svoltasi ad Ancona dal 26 al 28 marzo, con un’attenzione mirata questa volta a TECNICA: Apprendimento, Didattica, Biomeccanica Evento molto pubblicizzato e spinto dalla struttura federale, e un dato di presenze numericamente importante, con oltre 450 iscritti. Molti interventi, alcuni interessanti e altri meno, alcune novità e parecchie cose già sentite, in una formula molto “pressante” con parecchie ore con- secutive di attenzione in aula e al palazzetto. Non voglio entrare nei particolari dei vari interventi, ma soffermarmi su una riflessione che mi sono fatto alla fine dell’evento, durante il viaggio di ritorno: ma ne valeva la pena partecipare ? Durante la 3 giorni mi sono guardato intorno e ho visto parecchi amici del settore lanci delle altre regioni, però la partecipazione dei tecnici di lanci Lombardi era proprio ridotta al minimo. Problemi familiari o di lavoro ? può essere, l’impegno (anche eco- nomico) non era da poco Un livello di “attese” troppo basso ? anche questo può essere, spesso si parla troppo difficili oppure “che sappiamo tutti”…. ma sarà proprio vero ? (segue a pag 2) ….. Per chi si emoziona ancora a fare Atletica Raduni Regionali tempo di analisi All’interno una riflessione su quanto è avvenuto ed è stato propo- sto nella prima parte delle stagione Ancona - la 2° convention dei Tecnici Data 26 aprile 2010 N° 3 / 2010 La convention dei tecnici Ancona 1 La convention dei tecnici (seguito) 2 Raduni Regionali 3-4 Il mio progetto Tecnico con Gianluca (Marco Tamberi) 4-5 Il mio progetto Tecnico con Gianluca 6 Giavellotto in Lombardia Risorsa o Problema ? 7-8 I Test Raduno a Bergamo 8 .9 I Test Raduno a Bergamo 10 11 Sommario

Raduni Regionali - FIDAL - Comitato Regionale Lombardia - HOME · questioni elementari di biomeccanica ogni ... del bacino nell’appoggio successivo. ... Per apprezzare la seconda

Embed Size (px)

Citation preview

2 proposta di una Convention Nazionale dei Tecnici, svoltasi ad Ancona dal 26 al 28 marzo, con unattenzione mirata questa volta a

TECNICA: Apprendimento, Didattica, Biomeccanica Evento molto pubblicizzato e spinto dalla struttura federale, e un dato di presenze numericamente importante, con oltre 450 iscritti.

Molti interventi, alcuni interessanti e altri meno, alcune novit e parecchie cose gi sentite, in una formula molto pressante con parecchie ore con-secutive di attenzione in aula e al palazzetto.

Non voglio entrare nei particolari dei vari interventi, ma soffermarmi su una riflessione che mi sono fatto alla fine dellevento, durante il viaggio di ritorno:

ma ne valeva la pena partecipare ? Durante la 3 giorni mi sono guardato intorno e ho visto parecchi amici del settore lanci delle altre regioni, per la partecipazione dei tecnici di lanci Lombardi era proprio ridotta al minimo.

Problemi familiari o di lavoro ? pu essere, limpegno (anche eco-nomico) non era da poco

Un livello di attese troppo basso ? anche questo pu essere, spesso si parla troppo difficili oppure che sappiamo tutti. ma sar proprio vero ?

(segue a pag 2)

.. Per chi si emoziona ancora a fare Atletica

Raduni Regionali

tempo di analisi

Allinterno una riflessione su quanto avvenuto ed stato propo-

sto nella prima parte delle stagione

Ancona - la 2 convention dei Tecnici

Data 26 aprile 2010

N 3 / 2010

La convention dei tecnici Ancona

1

La convention dei tecnici (seguito)

2

Raduni Regionali

3-4

Il mio progetto Tecnico con Gianluca (Marco Tamberi)

4-5

Il mio progetto Tecnico con Gianluca

6

Giavellotto in Lombardia Risorsa o Problema ?

7-8

I Test

Raduno a Bergamo

8 .9

I Test

Raduno a Bergamo

10

11

Sommario

"SPORT: ISTRUZIONI PER L'USO" edizione 2010

IVREA sabato 20 marzo 2010

(dal sito http://www.dorabaltea.it/)

Maurizio Garufi 42 anni, Ingegnere Elettronico. Da circa 20 anni tecnico dei lanci presso l'Atletica Rovellasca. Dal marzo 2008 collabora con il prof. Flavio Alberio nella programmazione del lavoro di forza del triplista azzurro Fabrizio Schembri e di altri velocisti e saltatori.

Ne parlo io, (Maurizio non ci tiene a farsi pubblicit) per nellultima edi-zione del Convegno di Ivrea cera tra i relatori anche uno dei fondatori della nostra rivista, a parlare di Forza Esplosiva ma anche di metodi di analisi della prestazione definiti

da lui stesso Low Cost.

Per chi fosse interessato, sul sito

http://www.dorabaltea.it/CONVEGNO/atti.asp

sono ancora disponibili le sue pre-sentazioni:

analisi low cost

da ovvio a sorprendente

contrazione e muscolo (filmato)

neuromuscolare (filmato) riflessi (filmato)

Gli argomenti sono molto dibattuti tra i tecnici, e quindi sono sicuro che pre-sto riceveremo altri contributi per po-ter andare ancora pi a fondo su que-sti argomenti.

(sergio)

Pigrizia nel muoversi, ci sono tanti incontri durante lanno, raduni regionali, etc?

Sfiducia nei confronti dei rela-tori, che sono sempre gli stessi e dicono sempre le stesse co-se ?

Non so, forse tutto vero, per io credo che quello del confronto sia un metodo di approccio sempre positivo, anche se spesso ci co-sta.

Io ho seguito tutti gli interventi specifici dei lanci, e vorrei provare a fare un po di critica a relatori e interventi, in fondo sono tutti a-mici e spero me lo permettano.

Credo sia mancato un filo con-duttore dei vari interventi, si parlato di alta specializzazione in qualche caso e di approccio didat-tico molto di base in qualche altro. In alcuni interventi mi sem-brava di assistere a una lezione di un corso istruttori mentre in

altri il livello era decisamente pi impegnativo.

La scelta era difficile, per nei lanci la platea era decisamente di alto livello, e io mi sarei aspettato qual-cosa di pi importante.

Per, i momenti di confronto e quelli dedicati agli scambi di idee tra tecnici stato molto importan-te, e sicuramente anche stimolato dai vari interventi dei relatori.

Ne valeva la pena partecipare ?

Io direi che stata una occasione MOLTO POSITIVA, e sono un con-vinto assertore di occasioni din-contro come queste.

Si poteva fare di meglio ?

Certamente, sempre si pu sempre fare di meglio, e credo che con il contributo di tutti si possano mi-gliorare le cose per le prossime occasioni.

(sp)

Ancona - la 2 convention dei Tecnici ( segue da pag 1)

Pagina 2 RiLanc iAmo N 3 / 2010

Raduni Regionali

tempo di analisi

Con il raduno di Pasqua sono finiti i raduni regionali in programma in questa prima fase della sta-gione, e quindi volevo fare qualche riflessione sui numeri prima di pensare a come organiz-zare il prossimo ciclo di raduni che accompagner i nostri atleti nella prossima stagione agoni-stica.

Inizio con una carrellata delle proposte offerte dal Comitato Regionale Lombardo in questa stagione 2009/10:

31/10 1/11 Raduno di 2 giorni a Chiuro (Cadetti+Allievi)

8/11 Raduno a Vedano al Lambro per i Cadetti

29/11 Raduno a Chari PESO + MARTELLO (Cad+All+Jun)

13/12 Raduno a Cremona DISCO + GIAVELLOTTO (Cad+All+Jun)

10/1/2010 Raduno a Vedano sul Giavellotto (Cadetti)

24/1/2010 Raduno a Vedano sul Martello (Cadetti)

31/1/2010 Raduno a Vedano sul Disco (Cadetti)

1/4/2010 Raduno Pasquale a Bergamo PESO + MARTELLO (Cad+All+Jun)

2/4/2010 Raduno Pasquale a Bergamo DISCO + GIAVELLOTTO (Cad+All+Jun)

Alcune considerazioni

Totale degli Atleti

convocati 134

Di questi atleti convocati, 65 non hanno aderito mentre 69 hanno partecipato alle ini-ziative proposte.

A me sembra un volume di proposte significativo, per si-curamente non tutti la pensano cos, e quindi vi riporto qualche considerazione fatta a freddo che ho raccolto:

Prima considerazione:

il 50% dei ragazzi convocati non interessato ai raduni.

E vero, per c da dire che in questi numeri ci sono 30 Cadet-ti al 1 anno di categoria, (chiamati nei raduni di gennaio) che sono stati convocati in base a quanto fatto nella categoria

Ragazzi, che probabilmente non erano solo lanciatori e che quindi potrebbero aver fatto da Cadetti altre scelte.

Si poteva ottenere un risultato percentuale migliore, per nel nostro pensiero cera la volon-t di dare a tutti questi atleti lopportunit dincontrare il settore tecnico regionale, e quindi non ci preoccupiamo pi di tanto delle percentuali.

Alla fine 134 Atleti (e i loro tecnici) hanno avuto la possi-bilit di confrontarsi con gli altri ragazzi sul territorio, i tecnici hanno avuto la possibi-lit di incontrarsi tra di loro, e chi ha deciso di fare diver-samente ha scelto libera-mente un percorso diverso. (segue)

Pagina 3 RiLanc iAmo N 3 / 2010

Raduni Regionali

tempo di analisi (segue da pag 3)

Seconda considerazione:

alcune societ non mandano mai i propri atleti ai raduni.

La decisione se partecipare sempre nelle mani della Societ, dei Tecnici e degli Atleti, e ognuno pu decidere quello che ritiene essere il meglio dal proprio punto di vista.

Ununica osservazione per la vor-rei fare:

perch non dichiarare le propria decisione al Comitato o al Re-sponsabile di settore, lasciando cos spazio ad altri ?

Troppo spesso ci si dimentica di avvertire il CRL della propria as-senza dopo una convocazione,

e questo mi sembra un piccolo atto di scortesia nei confronti di chi sta lavorando per il nostro movimento sportivo, e verso gli altri Atleti che magari verrebbero a sostituirli vo-lentieri

Ultima considerazione:

non sono previsti raduni per il settore Promesse/Senior

Questo un fatto storico, che pre-vede lattivit dei raduni regionali fino alla categoria Juniores.

Ne approfitto per chiedere a chi ci legge: va bene cos. oppure ?

Scriveteci, e nei prossimi numeri tro-verete le vostre risposte.

Sp

Il mio progetto tecnico con Gianluca di Marco Tamberi

Rispondo volentieri alla richiesta di collaborare con questa rubrica on-line ritenendola un otti-

mo veicolo di informazione ed un progetto che spero continui ad avere seguito per lungo tem-

po.

In questa mia relazione intendo dare una valutazione generale di come ho gestito levoluzione

tecnica di Gianluca e su che basi ho elaborato il mio progetto.

Due le valutazioni tecniche che hanno accompagnato il nostro percorso fino a qui:

1. Creare i presupposti perch la lunghezza del lancio possa essere maggiore pos-

sibile (per lunghezza si intenda la distanza percorsa dallattrezzo nella fase di

propulsione)

2. Trasferire il pi possibile allattrezzo la velocit creata durante la rincorsa

Pagina 4 RiLanc iAmo N 3 / 2010

Immagino sembrino cose banali e lo sono:

ma credo che questi punti debbano essere

riletti ogni volta che ci si accinge a modificare

la tecnica di un atleta. Noto spesso accani-

mento su particolari che non influiscono in

maniera significativa sul raggiungimento de-

gli obbiettivi:

snaturare il gesto tecnico ed indurre lat-

leta ad assumere posizioni prestabilite

dettate da modelli rigidi e pre-

confezionati non porta a nessun risultato

se non quello di destabilizzare la natura-

lezza del lancio.

Ma veniamo a noi: come ottenere la mag-

gior lunghezza possibile nella fase di

propulsione?

Le strade sono due:

le gambe anticipano progressivamente il

busto con unazione rapida che permette

di "sorpassare "la parte superiore del cor-

po. Si ottiene cos, nella fase di puntello,

una posizione che permette allatleta di

sfruttare la lunghezza del lancio lungo las-

se trasversale ( da dietro ad avanti). Il

lancio viene effettuato con il braccio che

passa quanto pi possibile sopra la spalla.

fino al penultimo appoggio latleta rimane

completamente chiuso ( sia anca che spalla

dx) evitando quanto pi possibile arretra-

menti del busto o anticipo degli appoggi

rispetto al centro di massa : nel passaggio

penultimo-ultimo le spalle rimarranno

chiuse mentre lanca anticiper il percorso

della spalla frontalizzandosi progressiva-

mente. Non ci sono evidenti sbilanciamenti

sullasse trasversale e la lunghezza del lan-

cio viene ottenuta grazie alla rotazione lun-

go lasse longitudinale. Il lancio viene ef-

fettuato con il braccio che passa lateral-

mente alla spalla e con un evidente abbas-

samento e rotazione verso dietro della

spalla non lanciante.

Analizziamo il primo punto:

se gli appoggi che precedono il puntel-

lo anticipano il busto l'atleta non sar in gra-

do di mantenere la velocit acquisita: per

questioni elementari di biomeccanica ogni

appoggio avanzato rispetto al centro di mas-

sa crea una resistenza allavanzamento e

quindi una riduzione della velocit.

Per ottenere una lunghezza coerente del lan-cio abbiamo quindi dovuto rinunciare al-la seconda componente : la velocit.

Il penultimo appoggio a-vanzato ( immagine 1), oltre che frontalizzare l' anca dx con troppo anti-cipo (inducendo a fronta-lizzare anticipatamente anche le spalle), si con-trapporr allavanzamento del bacino nellappoggio successivo.

Si pregiudica cos lazione di puntello a cui non si pu opporre una rigidit uniforme di tutto il corpo: la conseguenza limpossibili-

t di trasferire allattrez-zo la poca velocit rima-sta. In altri casi latleta, per dar tempo al bacino di scivolare comunque in avanti (visto che e stato fortemente decelerato dal precedente appoggio),

piega la gamba di puntello: anche in questo caso si inibisce la possibilit di trasferire la velocit residua al giavellotto ( immagine 2 e 3).

ora analizziamo che cosa accade nella seconda ipotesi:

per facilitare lesposizione mi avvarr di alcu-ni fotogrammi e di un filmato di Zelezny, di gran lunga il miglior interprete della tecnica del giavellotto, secondo il mio punto di vista: le immagini, a volte, parlano molto pi delle parole

Qui sopra riportato il fotogramma al mo-mento del contatto del penultimo appoggio: risulta essere esattamente sotto il centro di massa ( se non addirittura dietro) ed il corpo in posizione assolutamente verticale .

Per apprezzare la seconda parte, cio il pas-saggio penultimo- ultimo e la fase di propul-sione, ho preferito inserire un filmato fronta-le con il quale si riesce a percepire meglio la quantit di rotazione prodotta lungo lasse longitudinale ed il passaggio del braccio. (segue)

Immagine 2

Immagine 1

Immagine 3

Pagina 5 RiLanc iAmo N 3 / 2010

Il mio progetto tecnico con Gianluca di Marco Tamberi (seguito)

In sintesi:

la velocit viene mantenuta grazie ad un passaggio sul piede dx che non potrebbe in nessun modo contrastarla

le anche anticipano facilmente il movimento della spalla creando una importante velocit an-golare e un forte pre-stiramento dei muscoli del tronco e della spalla

la lunghezza del lancio, davvero infinita, viene ricercata tutta lungo lasse longitudinale

la fase propulsiva inizia con il puntello ben piazzato e con grande solidit della posizione che, essendo poco arretrata, crea angoli favorevoli per la tenuta del ginocchio e del busto. Si potr a quel punto trasferire facilmente sullattrezzo tutta la velocit orizzontale (e angolare) svi-luppata.

In ultimo voglio far osservare che la preparazione atletica deve assecondare il gesto tecnico: spes-so, nei momenti di maggior carico, ho potuto verificare l impossibilit da parte dellatleta di ese-guire un gesto tecnico accettabile anche a bassissime intensit. In questi periodi ,che ritengo deb-bano essere molto brevi per i lanciatori di giavellotto, preferisco concentrarmi su esercitazioni spe-cifiche di carattere generale evitando di eseguire lanci anche con pochi passi.

Marco Tamberi

Clicca sullimmagine per far partire il filmato

Pagina 6 RiLanc iAmo N 3 / 2010

Giavellotto in Lombardia (risorsa o problema)

Il titolo volutamente provocatorio, non perch voglio muovere critiche a chicchessia ma per-ch mi piacerebbe iniziare a fare qualche riflessione profonda su un fenomeno che mi sem-bra essere ben visibile . ma anche un po sottovalutato dal mondo tecnico dentro e fuo-ri la nostra regione.

Voglio iniziare dai fatti, cio dalle misure raggiunte in questo inizio di stagione 2010 da al-cuni giavellottisti Lombardi:

Settore Assoluto Uomini:

Stefano Nardini 67,77

Davide Bosani 64,53

Alessandro Maraschi 60,97

Samuel Bonazzi 60,93

Settore Assoluto Donne:

Giulia Paccagnan 51,72

Alessandra Melchionda 46,11

Sara Jemai 45,78

Allievi

Stefano Contini 61,66

Giacomo Bellinetto 60,07

Allieve

Roberta Molardi 47,00

Adelaide Andriani 38,47

Claudia Malacrida 37,54

A me quello elencato qui sopra sem-bra un piccolo patrimonio per lAtle-tica Italiana, un prodotto del nostro movimento Lombardo, merito di Tecnici sociali preparati e Atleti con delle belle qualit.

Tutti questi ragazzi e ragazze sono passati dal sistema dei raduni regio-nali, (e alcuni per et continuano a frequentarli), pochi hanno anche a-vuto loccasione di essere convocati dal sistema dei raduni Nazionali. e poi ? ognuno a casa sua e (forse) auguri per il resto della carriera sportiva ??

Certo, non ci sono soldi bla.blabla. ma questi ragazzi e i loro tec-nici devono restare un vuoto a per-dere dal punto di vista delle espe-rienze acquisite, oppure ?

Guardando la lista dei ragazzi e pen-sando ai loro Tecnici mi chiedo:

- ma c una sorta di modello Lom-bardo, oppure questo tutto frutto del Settore Tecnico Nazionale ?

Non so dare una risposta certa, per sicuramente die-tro a queste realt ci sono una lunga serie di esperien-ze personali, un insieme di scelte tecniche e metodolo-giche che ogni tecnico ha deciso di fare, insomma . un patrimonio che potrebbe essere condiviso.

Ed ecco che emerge la parola chiave CONDIVISIONE !!!

Vogliamo quindi provare a condividere le esperienze, serenamente e senza timori ?

Ecco la mia proposta:

Trovare una giornata con i tecnici di questi atleti per raccontarci le nostre esperienze e il perch delle no-stre scelte. (Raccontiamoci)

Definire insieme qualche momento tecnico sul cam-po dove coinvolgere nel confronto anche gli Atleti, con dei mini-incontri dedicati ad argomenti specifici (Condividiamo)

Provare a tracciare una sorta di mini-documento

sulle esperienze tecniche e metodologiche condivise,

che possa essere utile anche agli altri e pubblichia-

molo su questa rivista (Divulghiamo)

(segue)

Pagina 7 RiLanc iAmo N 3 / 2010

Giavellotto in Lombardia risorsa o problema (Segue da pag 7)

E una proposta impegnativa ?

Forse, per credo che sia giunto il momento di farci attori senza paure e con la convinzione di poter contribuire ancora di pi a stimolare e far crescere questi atleti, ma anche sapendo che il nostro lavoro potr essere utile anche agli altri.

Come fare ?

Tutto deve nascere dalla volont personale, e quindi chiederei ai tecnici interessati di confer-mare la propria disponibilit inviando una mail a [email protected]

Sergio Previtali

Scrivo questo mio articolo per ultimo, dopo aver sbir-ciato i contenuti di questo quarto Rilanciamo che pone delle interessanti riflessioni al tema raduni.

Il mio rapporto con questi sempre stato un po con-trastante, passando nellar-co del tempo da una fase di grande orgoglio e interes-se, per i primi raduni a cui ho partecipato in veste di allenatore, ad una fase di profonda delusione nel rea-lizzare che la loro funzione era, a volte, quella di mero momento istituzionale che poco lasciava agli allenatori e anche agli atleti che vi presenziavano.

Non solo, spesso (e volen-tieri) il raduno insinuava il tarlo della discordia tra il giovane atleta di talento, il giovane allenatore ingenuo e il vecchio marpione

specialista.

Credo che ci sar pure una ragione per cui allenatori che allenano da junior in su (oppure che non guar-dano neanche il settore giovanile.fate voi) si tro-vino sempre a gestire i mi-gliori talenti che hanno (guarda un po) rotto con i loro tecnici scopritori.

Devo per ammettere che la buona riuscita di un ra-duno funzione anche di chi lo organizza e ne da una logica.. sempre a li-vello di esperienza perso-nale ricordo ancora con piacere una serie di raduni, a cui ho partecipato quan-do allenavo un allievo tra i primi in lombardia nelle prove multiple, tenuto dal Prof. Bruno Pinzin.

Ancora oggi guardo ogni tanto i VHS fatti sulle mol-

teplici varianti dello skip e delle andature che il Prof. Pinzin ci aveva mostrato divulgando anche quello che lui aveva visto fare a Zotko durante i raduni na-zionali.

Questa unopera impor-tante.coinvolgimento e divulgazione.

Inoltre se c una cosa che ho sempre odiato dei radu-nisono i tests..

Eppure sono qua a scrivere queste righe proprio riguar-do i tests fatti durante i ra-duni del 01 e 02 Aprile a Bergamounesperienza secondo me molto interes-sante..

Un controsenso???

Non credo e spero di con-vincervi.

I test - Raduno a Bergamo 1-2 aprile di Maurizio Garufi

Pagina 8 RiLanc iAmo N 3 / 2010

Intanto fatemi dire che riuscire ad avere un posto dove fare un raduno in cui si pu:

lanciare in pace (non datelo mai per scontato !!)

avere a disposizione una palestrina co-perta con degli attrezzi (castello,spalliera,bilanciere.)

mangiare primo,secondo e contorno, dol-ce, bibita e caff con 5 distante 5 mi-nuti di camminata a piedi

gi un qualcosa di importante !!!

Qui permettetemi un grazie a Roberto Alberti per lorganizzazione logistica secondo me ec-cellente.

Dopo la seduta tecnica mattutina abbiamo e-seguito alcuni tests di cui mi piacerebbe espor-re alcune considerazioni.

I tests in generale possono avere la funzione di controllare lo stato condizionale rivolgendosi soprattutto a atleti un po pi evoluti, oppure possono essere utili per mettere in evidenza sia qualit un po nascoste che lacune da col-mare.

Proprio per evidenziare questo secondo aspet-to insieme a Sergio abbiamo pensato di u-sare attrezzatura tipicamente di nicchia (nel senso di costosa..) come lOptojump e il Fitrodyne per valutare le capacit di reattivit dei ragazzi.

Con lOptojump abbiamo fatto il CMJ e il test di Stiffness.

Il primo (Counter Movement Jump),eseguito con le mani ai fianchi, mette in evidenza le ca-pacit di forza soprattutto del quadricipite ri-chiedendo un tempo di passaggio dalla fase di allungamento a quella di accorciamento relati-vamente (perch comunque la scelta nella classificazione relativa e arbitraria) lunga.

Il secondo, consistente nelleseguire un certo numero di salti in verticale a gambe tese e con le braccia libere, fornisce informazioni utile sulle capacit di fare SSC (Stretch Shorte-ning Cycle) di tipo veloce a carico dei muscoli del polpaccio.

La critica che si pu fare che questi tests ri-chiedono una buona tecnica di esecuzione per fornire dei valori effettivamente rappresentati-vi delle capacit dellatleta..e questo vero

per quello che mi sembrato interessante che soprattutto nel test di stiffness si assisti-to ad una netta spaccatura tra chi istintiva-mente aveva tempi di contatto brevi (diciamo inferiori ai 200 ms ) e chi invece non riusciva a eseguirli in questo modo e non tanto per una questione di forza (o di reattivit o di stiffness se volete) ma quanto per un limite di tipo ner-voso.

Col Fitrodyne (un sensore di posizione colle-gato ad un timer) abbiamo misurato la velocit di spostamento del bilanciere al castello con un peso minimo (era 20 Kg) eseguendo un movimento puramente concentrico.

Nella figura qui sopra vedete il movimento.

Il bilanciere partiva da una posizione che ap-prossimativamente generava un angolo al gi-nocchio di circa 90 e poggiava su due fermi regolabili.

Latleta si sollevava con un movimento il pi veloce possibile e il sensore rilevava la velocit della sbarra ogni 10 ms.

E evidente che la velocit massima generata alla fine risultata correlata con lesperienza (o chiamiamolo grado di addestramento)che i vari atleti avevano con lallenamento della for-za o con fattori antropometrici (per esempio un femore pi lungo)e qui non voglio ragionare sui dati di Vmax che trovate, insieme ai valori di tutti tests eseguiti, sul sito del CRL, mi inte-ressa di pi portarvi su un altro aspetto

I test - Raduno a Bergamo 1-2 aprile di Maurizio Garufi (pag 2)

Pagina 9 RiLanc iAmo N 3 / 2010

Se noi stoppiamo la nostra analisi sulla velo-cit generata nei primi 50 ms vediamo che ci sono alcuni atleti che si staccano, in questo intervallo di tempo, dal comportamento me-dio (vedi figura uomini e donne) e alcuni di questi non hanno poi fatto registrare i valori pi elevati della velocit.

Secondo me misurando la velocit generata nei primissimi istanti (qui ho scelto 50 ms ma un fattore arbitrario) in condizioni tali da escludere le componenti elastiche del musco-lo (e quindi solo il movimento concentrico) potrebbe darci unidea delle capacit di tra-smissione degli impulsi nervosi e quindi delle qualit pi intime (direi caratteriali) di forza esplosiva degli atleti, quelle, per intenderci, che sono maggiormente genetiche e a volte rimangono nascoste durante le categorie gio-vanili se non evidenziate dalla prestazione che, ahim, a volte tarda ad arrivare in spe-cialit come i lanci che sono altamente tecni-che e richiedono lunghi tempi di maturazione.

A tutti i tecnici presenti che avevano una chia-vetta USB stato dato il software Fitrodyne con i dati raccolti di tutti gli atleti per ulteriori considerazioni personali (chi ne fosse interes-sato pu contattare per mail rilanciamo e rice-verli).

Ci tengo a sottolineare questo perch lidea base la CONDIVISIONE delle esperienze.

Arrivo adesso al dunqueimmagino che chi ha letto fino a qua sta pensando.bene bravo bello e noi come facciamo queste misure e va-lutazione??? La solita accademia!!!.

Sinceramente sono ancora memore della pro-fonda frustrazione che mi coglieva quando ve-nivano snocciolati dati provenienti da strumen-ti inavvicinabili.

Cosa si potrebbe fare in alternativa per valuta-re queste capacit di trasmissione degli impul-si nervosi con metodi alla portata di tutti?

La mia idea quella di ragionare se il tapping (di cui il typing proposto di seguito ne una variante) possa essere una semplice alternativa a questo e quindi

vi lancio questa proposta:

-scaricate a questo link il programma Type Speed

http://download.cnet.com/TypeSpeed/3000-2051_4-10313522.html

settate il Gliding time lag del pro-gramma (che molto semplice) su 1 (sar il time frame di analisi)

provate a testare qualche atleta chieden-dogli di pigiare pi velocemente possibile un tasto di una tastiera del computer (suggerimento..usate quelli duso pi raro tipo o ^) dopo aver avviato il pro-gramma

registrate il valore di massima frequenza (vedi figura qui di seguito come esempio) ottenuto dopo 5 o 10 secondi di typing.

Pagina 10 RiLanc iAmo N 3 / 2010

I test - Raduno a Bergamo 1-2 aprile di Maurizio Garufi (pag 3)

controllare che nessuno bari, tenendo premuto il tasto!!!

ragionate sui valori ottenuti.

Si evidenzia una correlazione tra quelli che ottengono valori di frequenza pi elevata nel typing e capacit di forza esplosiva evidenziata da tests pi da campo (dorsale,frontale lungo da fermo ecc ecc) o da risultati nelle discipline basate sulla forza esplosiva ?

Sarebbe interessante condividere questi dati.

Ribadisco ancora che lo scopo quello di cercare un test che possa mettere in evidenza chi ha pro-priet (che sono largamente genetiche) di alta velocit di trasmissione degli impulsi nervosi che spesso non emergono in altri tests perch, ad esempio, la muscolatura non ancora sufficiente-mente allenata o non si iniziato un allenamento sistematico e programmato della forza.

Spesso questi soggetti abbandonano precocemente lattivit senza aver esplorato a pieno le pro-prie possibilit.

Infine chi avesse proposte alternative o freeware sul typing o tapping da segnalare pi che ben accetto!

Maurizio Garufi

Pagina 11 RiLanc iAmo N 3 / 2010

I test - Raduno a Bergamo 1-2 aprile di Maurizio Garufi (pag 4)

.. Per chi si emoziona ancora a fare Atletica

E-mail: [email protected]

Foto, cronache di raduni e gare, iniziative, allenamenti, interviste . e tutto ci che riusciremo a

raccogliere dalla partecipazione di tutti, qualcosa di semplice ma di utile a quel RiLancio che

sar possibile anche ampliando sempre pi la diffusione di ci che facciamo, coinvolgendo

sempre pi persone che condividono con noi questa bellissima specialit dei LANCI .

Il mezzo di diffusione, almeno allinizio, saranno internet e il passa parola tra di noi . poi

vedremo cosa ci riserver il futuro.

Hanno contribuito alla realizzazione di questo numero:

Marco Tamberi

Sergio Previtali

Maurizio Garufi

Questo numero stato finito, e diffuso via internet, nel mese di maggio 2010