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Ragionare per Credere: Fede e Ragione nell’Età Post-Moderna
Crescere nell’esperienza di Dio attraverso il Creato
Gianfranco Basti
[email protected] Facoltà di Filosofia www.stoqatpul.org
PONTIFICIA UNIVERSITAS LATERANENSIS
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Sommario
Bibliografia: www.stoqatpul.org Un Evento: Il “Portale Universale di Cosmologia” Un po’ di storia Certezza scientifica vs. certezza metafisica e teologica
– Ragionamento apodittico e ipotetico – Questione galileiana e riduzionismo illuminista – Statuto epistemologico della scienza – Statuto epistemologico della teologia
Un esempio: creazione ed evoluzione dell’universo – Dal telescopio di Galilei alla cosmologia evolutiva – Dimostrabilità della dipendenza del cosmo evolutivo da un fondamento – Creazione come contenente il tempo e la sua evoluzione
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Bibliografia
S. Drake, Galileo Galilei, pioniere della scienza, Muzzio, Padova, 1992
A. Fantoli, Galilei, per il copernicanesimo e per la Chiesa, LEV, Città del Vaticano, 1997
C. Cellucci, Le ragioni della logica, Laterza, Roma-Bari, 2000
G. Basti, Filosofia della natura e della scienza, Vol.I: I Fondamenti, Lateran UP, Roma, 2002
G. Palumbo, Dispense del Corso di “Introduzione alla Cosmologia Fisica”, www.stoqatpul.org
Il Portale Universale di Cosmologia
Il Progetto de The Universal Portal of Cosmology (UPC) [Settembre 2011- Giugno 2014 per la realizzazione]
Tre Porte: – Scienza: (G. Smoot (Nobel Prize 2006: Berkeley Lab; ESA:
“Planck”; CERN: “LHC”; ASI, INFN). – Filosofie e Religioni: (Lateranense, Salesiana, Gregoriana, Santa
Croce + 25 Istituti di Ricerca nel mondo). – Arte e Mistica: (Musei Vaticani, Louvre, Fondazione Federico Zeri,
Lateranense…) Tre Livelli:
– Base – Studenti e Professori (scienze, filosofia, religione) delle
Medie/Superiori – Studiosi
Quattro Lingue: Inglese, Italiano, Francese, Spagnolo… Dicono di noi…
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UN PO’ DI STORIA Prima Parte
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Inizi Greci della Cosmologia
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L’ipotesi geocentrica matematica di Eudosso
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L’ipotesi eliocentrica matematica di Aristarco
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L’uso scolastico di Aristotele
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La Divina Commedia…
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Ipotesi astronomica di Tolomeo (II sec. d.C.)
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Il modello a epicicli di Tolomeo
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Ripresa dell’ipotesi di Aristarco da parte di Copernico
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Background non scientifico di una teoria scientifica
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Ipotesi copernicana
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L’inizio della rivoluzione scientifica copernicana
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E il suo completamento
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La correzione kepleriana…
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L’apporto decisivo di Galilei e del suo canocchiale…
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Risultati pubblicati in quattro famosi saggi…
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Completamento della rivoluzione copernicana ad opera di Newton.
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QUESTIONE GALILEIANA: CERTEZZA SCIENTIFICA VS. CERTEZZA METAFISICO-TEOLOGICA
Parte Seconda
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L’apporto di Galilei alla rivoluzione copernicana
Fino a Galilei, due ipotesi matematiche di Eudosso-Aristotele-Tolomeo e Aristarco-Copernico-Keplero perfettamente compatibili con l’osservazione “a occhio nudo” del cielo due modelli astronomici alternativi geocentrico ed eliocentrico.
Scoperta di Galilei mediante canocchiale della variabilità dei corpi celesti:
– Pianeti di Giove – Macchie solari – Natura desertica del suolo lunare – Fasi di Venere
= Altrettanti experimentum crucis che falsificano ipotesi e modello geocentrico
Fine dell’ideale contemplativo della scienza classica: la natura va interrogata con le nostre ipotesi matematiche controllate empiricamente non mediante senso comune, ma operazioni di misura.
Errore di Galilei: assegnare un valore apodittico e non ipotetico al nuovo metodo scientifico moderno.
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Ragionamento apodittico Distinzione in logica fra:
– Validità (= correttezza formale) – Fondatezza (= verità, adeguazione all’oggetto)
dei ragionamenti. Ragionamento apodittico: valido solo se fondato, se premesse
supposte sempre vere ( certezza assoluta). P.es.: Tutti gli uomini sono mortali
Tutti i Greci sono uomini Tutti i Greci sono mortali
Il modo di ragionare della metafisica e della teologia è apodittico, vero in tutti i contesti (mondi possibili), anche nelle situazioni in cui gli enti (p.es. gli uomini) cui si fa riferimento (p.es., l’universo dieci milioni di anni fa’) eventualmente non esistessero e addirittura non potessero esistere (la mortalità corporea o “animale” è infatti una proprietà essenziale, “naturale” degli uomini).
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Ragionamento ipotetico
Ragionamento ipotetico: valido anche se le premesse non fondate (vere).
P.es.: “Se è giorno, c’è il sole, ma è giorno, dunque c’è sole” = valido sempre, ma: – Di giorno (Modello 1): anche fondato – Di notte (Modello 2): infondato
Il modo di ragionare delle scienze fisiche e matematiche è ipotetico, sempre valido, ma fondato solo per determinati modelli (mondi possibili) certezze non-assolute, ma relative all’ambito limitato in cui risultano fondate (vere).
Verità ipotetiche vs. apodittiche
Verità (adeguazione della teoria all’essere, alla realtà): – Delle scienze naturali, in quanto empiricamente
fondata, non può che riguardare l’essere dell’esistenza ed è quindi relativa agli ambiti limitati in cui gli enti effettivamente esistono.
– Delle discipline metafisiche (e teologiche) è assoluta in quanto riguarda innanzitutto l’essere dell’essenza degli enti, anche di quelli esistenzialmente contingenti non esistenti in determinati contesti non empiricamente rilevabili né direttamente né indirettamente.
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La questione galileiana I
Motivi teoretici della questione: – Il problema dell’eliocentrismo – Il carattere apodittico attribuito originariamente da
Galilei alla nuova scienza – Pretesa per siffatta apoditticità di fornire in tal
modo una diversa via di accesso al pensiero di Dio oltre la rivelazione inaccettabilità per la teologia per il rischio di gnosticismo (Cfr. “la fede rifugio degli ignoranti” di Spinoza e la conseguente equivalenza Dio-Natura Deus sive natura).
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La questione galileiana II
Soluzione della questione nei secc. XIX-XX: – Galilei-scienziato suggerisce ai teologi la retta
interpretazione del valore epistemologico della Rivelazione: la sua verità – per il credente – riguarda soltanto questioni morali inerenti alla salvezza (Dei Verbum 5) rivalutazione Galilei da parte di Giovanni Paolo II
– Bellarmino-teologo suggerisce allo scienziato Galilei la retta interpretazione del valore epistemologico della scienza: valore ipotetico delle sue dimostrazioni, come accettato universalmente nella scienza a partire dal secolo XIX. Salvezza di Galilei da una condanna ben più grave.
Questione moderna (secc. XVI-XVIII): l’antefatto
L’errore di Simplicio (VI sec.): interpretare le “verità ipotetiche” delle scienze matematico-naturali come fantasticherie, finzioni perché solo la metafisica che tratta di essenze ha a che fare con la realtà
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Questione moderna (secc. XVI-XVIII): L’errore della Chiesa
Interpretazione ideologica delle ipotesi scientifiche come finzioni per salvare i fenomeni (assurdo per Aristotele e Grande Scolastica), ripresa dall’integralismo teologico e da alcuni esponenti dell’Inquisizione: – Solo la metafisica e la teologia che trattano
le nature (essenze) sono vere. – Leggi della fisica deducibili dalla metafisica
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Questione moderna (secc. XVI-XVIII): La reazione della scienza
Falsità e inaccettabilità della posizione integralista teologica 2 strade: – Essenzialismo: rivendicare il realismo della scienza
fisico-matematica affermando l’essenza matematica della natura (Galilei, Leibniz, Spinoza) Scienza = nuova metafisica della natura
– Fenomenismo: rivendicare il carattere apodittico della scienza fisico-matematica a patto di limitarsi ai fenomeni fondando verità sull’evidenza (Descartes) e non sull’essere (hypotheses non fingo: Newton) Negazione della metafisica naturale ridotta a “ipotesi” (noumeno di Kant) e “fantasticheria” (scientismo)
Contrapposizione delle due culture: Modernità = età delle ideologie
Dalla Divina Commedia all’Amleto di Shakespeare
“Ci sono molte più cose in cielo e in terra di quanto la tua filosofia, Simplicio, possa fantasticare” (Amleto, Atto V).
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Statuto epistemologico scienza I
Metodo ipotetico-deduttivo vs. apodittico – P.es.: geometrie non-euclidee (Riemann1854)
Stauto epistemologico della scienza II
– P.es., nascita nel ‘900 della “nuova fisica” Termodinamica (livello mesoscopico) Quantistica (livello microscopico) Relatività (livello megaloscopico)
Non assolutezza (ipoteticità) della meccanica newtoniana, limitazione della sua fondatezza al livello macroscopico
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Statuto epistemologico scienza III
Carattere logico-costitutivo della ipoteticità del pensiero scientifico:
Incompletezza delle teorie formalizzate della scienza (Goedel 1931) – Non tutte proposizioni valide dimostrabili (decidibili) in
una teoria formalizzata se coerente allora incompleta.
– Impossibilità dell’autoreferenzialità sistemi formali aperti fine dello scientismo.
Riscoperta metodi induttivi per la costruzione di ipotesi vere limitatamente ai contesti (= modelli). – Modularità, plasticità, evolutività dei sistemi logici della
scienza (Cellucci)
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La questione della verità razionale I
Carattere necessariamente parziale e perfettibile di ogni conoscenza razionale autenticamente vera ≠ negazione della verità e della sua possibilità
Né l’impossibilità di formulazioni ultime della verità ≠ impossibilità di affrontare razionalmente questioni ultime
Mai confondere oggetto e metodo della conoscenza = errore del pensiero debole
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La questione della verità razionale II
I filosofi per primi, d'altronde, comprendono l'esigenza dell'autocritica, della correzione di eventuali errori e la necessità di oltrepassare i limiti troppo ristretti in cui la loro riflessione è concepita. Si deve considerare, in modo particolare, che una è la verità, benché le sue espressioni portino l'impronta della storia e, per di più, siano opera di una ragione umana ferita e indebolita dal peccato. Da ciò risulta che nessuna forma storica della filosofia può legittimamente pretendere di abbracciare la totalità della verità, né di essere la spiegazione piena dell'essere umano, del mondo e del rapporto dell'uomo con Dio (Fides et Ratio, 51)
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Statuto epistemologico della teologia I
“A fide incipit homo”: convinzioni non ipotesi – Che necessariamente trascendono ogni
dimostrazione razionale quanto più sono percepite come assolute fides qua creditur o “fede fiduciale”
– Allo stesso tempo, unità dell’uomo necessità di un’indagine sulla ragionevolezza di presupposti e conseguenze della propria fede fides quae creditur o “fede teologale”.
– Formulazioni teologiche delle verità credute non assolute come i loro oggetti, ma perfettibili in quanto razionali sviluppo della comprensione del dogma (= della dottrina).
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Statuto epistemologico della teologia II
Fides quaerens intellectum – A livello di esame razionale dei presupposti di
verità credute per fede: Verità logica esterna alla fede (vs. nihlismo e fideismo):
se verità interna alle diverse fedi tutte le fedi equivalenti + nessuna fede potrebbe essere vera.
Alcune verità razionalmente dimostrabili, per quanto in modo sempre perfettibile, devono poter essere supposte all’atto di fede per garantire la sua ragionevolezza.
Alcune verità possono essere sia dimostrate razionalmente sia credute per fede, mentre altre sono inattingibili alla ragione e conosciute solo per “rivelazione” dalla divinità.
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Statuto epsitemologico della teologia III
Fides quaerens intellectum: – A livello di esame razionale delle conseguenze di
verità credute per fede (= dogmi): La ragionevolezza della fede implica che le verità
credute siano articolate in dottrine coerenti. La razionalità di tali costruzioni implica la loro continua
perfettibilità e adeguazione alle diverse culture e sviluppi culturali entro cui vengono formulate (= sviluppo comprensione del dogma).
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Statuto epistemologico della teologia IV
Intellectus quaerens fidem: – Dal punto di vista epistemologico-logico:
La ricerca di formulazioni sempre più adeguate della della verità suppone la fiducia nella sua possibilità e raggiungibilità per quanto asintotica.
– Dal punto di vista esistenziale: Tanto più la ricerca di formulazioni sempre più adeguate
della verità sarà perseguita malgrado la sua difficoltà, quanto più l’uomo che la ricerca sarà dotato di convinzioni di fede forti.
CREAZIONE ED EVOLUZIONE DELL’UNIVERSO
Parte Terza
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Incremento capacità ottica
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La scoperta di Hubble
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Le galassie si allontanano, l’universo è in evoluzione…
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Dal visibile…
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All’infrarosso e oltre…
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All’ultravioletto e molto oltre
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Cosa si vede al di sotto e al di sopra dell’ottico
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Di cosa siamo fatti…
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Come eravamo…
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Come saremo…
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Le origini dell’universo
Tutto ciò che la mia opera ha dimostrato è che non si deve dire che il modo con cui l’universo ha avuto inizio sia stato un capriccio di Dio. Rimane però ancora la domanda: perché l’universo si dà la pena di esistere. Se crede, può dire che Dio sia la risposta a questa domanda (Hawking 1993, 204)
Un rigurgito di scientismo…
The Grand Design, by S. Hawking e L. Mlodinow (2010).
Presunta spiegazione scientifica mediante modello degli infiniti universi (A. Vilenkin et al., 1997): – Creazione dal nulla infiniti universi:
multiverso sistema a somma energetica 0 (vs. Creatore Cartesiano)
– Eliminazione dell’Intelligent Designer: un’unica freccia a bersaglio implica un ottimo arciere, una di infinite, no…
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L’antispasmo intestinale per scientisti
A note on infinity in eternal inflation (Ellis&Stoeger, 2009): infinità universi solo se assurdamente supponiamo carattere puntiforme inizio processo inflazione…
D’altra parte ricorso all’infinità essenziale se vogliamo scrivere leggi della cosmologia impossibilità cosmologia scientifica?
No, se supponiamo una causalità efficiente potenzialmente infinita di una Causa Prima Possibilità di scrivere leggi della cosmologia senza “Dio-orologiaio” newtoniano o “Dio-della-spintarella-iniziale” cartesiano…
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Integrazione con lo schema teologico
Ciò che è creato passa all’esistenza senza alcun divenire né alcuna mutazione, perché ogni divenire ed ogni mutazione presuppongono che qualcosa esista prima. Quindi Dio nel creare produce le cose senza alcuna mutazione. (…) Se pertanto da una qualche azione viene sottratto il divenire, non resta che la relazione. (…) Quindi la creazione nella creatura altro non è che una qualche relazione col creatore, come col principio del suo essere (S.Th., I,45,3c).
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Creazione indipendente dal tempo
Bisogna dire che il fatto che il mondo non sia esistito da sempre è qualcosa che non può essere provato in forma dimostrativa (…). Ed il motivo è che la novità assoluta del mondo non può ricevere una dimostrazione che proceda dall’esistenza del mondo stesso (…). (S.Th.¸I,46,2).
È evidente infatti che il mondo conduce alla conoscenza della potenza divina creante, sia che il mondo non sia da sempre, sia che da sempre sia stato: tutto ciò che non esiste da sempre è evidente che sia causato, anche se questo non è così immediato di ciò che è stato da sempre (S.Th., 46,1 ad7).
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Creazione ed evoluzione
Che il mondo abbia avuto un inizio è qualcosa oggetto di fede, ma non né dimostrabile né conoscibile (con la sola ragione, N.d.R.). È bene considerare e riflettere su tutto questo, affinché qualcuno, pretendendo di dimostrare ciò che è oggetto di fede, non porti a sostegno di questa sua pretesa delle motivazioni che non possono dimostrare nulla, così da offrire materia di irrisione ai non credenti che allora potrebbero pensare che noi crediamo certe verità non per fede, ma per queste false motivazioni (S.Th.¸I,46,2).
Chiarito il senso metafisico corretto del rapporto esistente fra tempo e creazione, si intuisce immediatamente come creazione degli enti da parte della Causa Prima fuori del tempo, ed evoluzione dei medesimi nel tempo da parte del concorso causale delle cause seconde, possano perfettamente convivere senza contraddizione.
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Conclusione: un dialogo rinnovato
Le difficoltà moderne nel dialogo scienza-fede nascevano dalla falsa convinzione di ambedue di essere depositarie di formulazioni assolute della verità. E due assoluti non possono convivere.
La consapevolezza post-moderna che razionalità e definitività, coerenza e completezza sono irriducibilmente opposte apre la via alla possibilità di un dialogo rinnovato.