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EVERTRIP Edizioni CATALOGO

Red Rain 2012

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Catalogo della mostra RED RAIN di Evertrip. ed Rain viene strappato ai contesti ovvi quali rabbia, passione e politica per essere incanalato in una nuova visione. Se il rosso è il colore del sangue che scorre nelle nostre vene e pompa nel nostro cuore allora non è solo violenza ma è vita, come ribadisce l’artista “linfa vitale”. Paolo Ferrante indaga sull’utilizzo delle immagini mediatiche, che sono ad uso e consumo di ognuno di noi, immagini che circolano senza filtri e freni e che strappano dignità alle vittime. E’ una sfida poter distinguere la finzione dalla realtà: realtà che sembra finzione, riprese amatoriali che invadono l’intimo anche nel momento della morte, che diventa così alla portata di tutti. (Olga Sgobio)

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EVERTRIP

Edizioni

CATALOGO

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“Nel silenzio di carne,passa luce dalle carcassema in un brivido fugge

(Ivano Ferrari - “Macello”, Ed.Einaudi 2004)

Immagine di copertina: © Evertrip Progetto graficoEvertrip, Giampiero Paladini Impaginazione e stampaDiego Mancarella

© Sum Edizioni 2011Via della Ferrandina n°5 - Lecce (prov. Lecce-Novoli)

[email protected]

www.sumproject.org

www.facebook.com/sumproject

Red Rain by Sum Edizioni, è sotto licenza Creative Commons, attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate – licenza 3.0.

Per informazioni sui permessi non coperti da questa licenza possono essere richieste inviando una mail a [email protected].

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RED RAIN - PAOLO FERRANTE

Red Rain is coming down, red rain is pouring down pouring down all over me - Pioggia rossa sta scendendo, pioggia rossa si riversa, si riversa tutta su di me - questo intona Peter Gabriel in Red Rain. Sicuramente non possiamo paragonare le intenzioni del cantante britannico con le immagini di Red Rain di Paolo Ferrante, in arte Evertrip. Questa volta, l’impatto del rosso che si riversa sui volti, o su interi corpi inermi, dà un effetto sconcertante. Siamo ormai abituati a vedere la violenza davanti ai nostri occhi, e spesso, non la consideriamo nemmeno violenza, ma solo un freddo ed efficace effetto speciale. Le nostre emozioni sembrano state convogliate in un unico grosso cavo che le conduce tutte nello stesso posto: un luogo che risponde al nome di crudeltà, passione, ardore, virulenza. Emozioni che conosciamo e subiamo anche quando non ci riguardano direttamente. Assieme a questi concetti corrono anche immagini ben definite: immaginiamo forti colori e contrastanti, immagini al rallentatore che si soffermano su ogni dettaglio per vivere più intensamente quel momento. Meglio ancora se tutto questo lo osserviamo in un cinema con effetti dolby sorround, mentre trasmettono un film di ultima generazione, oppure davanti alla tivù di casa, quando passano le immagini dell’ultimo bombardamento o dell’uccisione del Mullah Omar.Evertrip davanti a queste immagini si chiede: qual è la differenza sostanziale tra una reale immagine violenta e la ricostruzione della stessa?Forse non c’è una risposta, o meglio, per Paolo Ferrante non è fondamentale. Importante è ciò che passivamente vediamo nei nostri schermi 3D, schermi

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che si avvicinano così tanto alla realtà da far trapelare quasi odori e sapori.Red Rain viene strappato ai contesti ovvi quali rabbia, passione e politica per essere incanalato in una nuova visione. Se il rosso è il colore del sangue che scorre nelle nostre vene e pompa nel nostro cuore allora non è solo violenza ma è vita, come ribadisce l’artista “linfa vitale”. Evertrip indaga sull’utilizzo delle immagini mediatiche, che sono ad uso e consumo di ognuno di noi, immagini che circolano senza filtri e freni e che strappano dignità alle vittime. E’ una sfida poter distinguere la finzione dalla realtà: realtà che sembra finzione, riprese amatoriali che invadono l’intimo anche nel momento della morte, che diventa così alla portata di tutti. A tal proposito possiamo ricordare un fotografo che, agli inizi del Novecento, ebbe successo per le sue fotografie di cronaca nera, scatti effettuati spesso prima dell’arrivo della polizia: siamo a New York e il fotografo è Weegee. All’epoca Weegee fu il primo a fare questo genere di reportage di cronaca sulla scena del delitto, narrare cioè storie di crimini in modo diretto e senza filtri.I soggetti a cui si ispira Evertrip sono così rappresentati non per sfruttare ancora una volta la loro immagine, ma per restituirne la dignità ormai persa davanti ad obiettivi invadenti.Con un tratto pop, traccia su superfici di plexiglas volti scherniti dal rosso. Rosso che prima è il sangue scaturito dalla violenza, ma che successivamente diventa il filo conduttore della ricerca, rosso che fa di tutto per scrollarsi di dosso il concetto di brutalità, ma che rappresenta ciò che è davvero.

Olga Sgobio

EVERTRIP

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“Non avevano mani che accarezzassero il viso“

Avanzano le nuvole, lo spessore della nostalgia

di mani vere,il liquore di sali

che è nei nostri petti è un liquore d’amaroche ci lascia la sete.

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“Sogni d’oro“

A lungo le federe slabbravanosotto la nube a riposo,

la pelle scalza selvaggia,e i nostri spiriti orfani amarifermi, a respirare soltanto.

Perché noi carne abbandonatasappiamo della leggerezza,

noi abbiamo gli ex-voto nel cranioe preghiamo soltanto le stelle,

le preghiamo di farcipiù santi più eterni più belli

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Ascoltami,noi siamo due miracoli

rosei sempreverdia contarci i disastri

cutanei,a deridercile piaghe

restando immobilia guardarci

le braccia sterilii tendini di vimini

a cibarcidi bocche capaci

a distillarciliquori di carnee berne avidi

dai petti instabilie strofinarli

come lampadeper chiedere la gioia

al genio

“Più vero, fammi più vero“

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Aprirò nella pelleun taglio netto,

arando bene i visceriper seminare nell’ordine

sicomori notevoli,piante lucenti,

papaveri azzurri,terribili fiori

e la signorinache vedrò presto

fiorireavrà labbra palpebreper vedersi parlare

(poi ricorreròad un sortilegio,

svenirle in grembose serve a farla

emozionare)

“Bella per stasera“

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Il bimbo muto s’è preso spazio fra le sbarre toraciche

ha la faccia rossa e il corpicino biancoadesso è fermo in attesa,

non conosce sonno né resaha ancora la faccia in dignità,

per questo ti amomio bambino fenomeno.

“La Sitra Achra“

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C’é poca luce e poca musica,allora provo a dirlo:

per rifiutare ogni martirioè necessario farsi grandi

grandicosì enormi, giganti

che la corona di spinenon ci calzi più in capo

“Il mio turno“

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Ce ne andremo nel regno cardiacoper poi splender vicini con gli occhi malati

di gioia,ce ne andremo lontanodegli occhi degli altrici dimenticheremo

e se c’è da ridere rideremo per manoce ne andremo lontano con i tubi di

scappamentoe le tensioni meccaniche i tergicristalli

ed il vino sui senice ne andremo lontano a gambe levate,con le gambe gelate le ruote di carne gli

schienali tirati(vorrei baciare i tuoi capelli neri)

a berci la luna suadentesu corpi di carta sudata

e i toraci increspati la voce tua caldacon le carni sciupate di giugno

(non per nulla in principio era il verso,poi fu l’alba)

“Acqua di rose“

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C’é così tanta gioiache quasi quasi

appendo il cuore al chiodo

“Dove ho la testa“

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Non vidi cadaveri baciarsi né vivisulla luna esplosa

né orsi di pezza mutilaticon le bocche in cancrenaNon vidi affatto non vidi

abbandonate maninè occhi gelati ammutolire,

men che mai vidi la linfa nel cemento

(e qui mi scappaquasi da ridere,

per i silenzi di ossa e di stoffa severa)

il dottore all’infermonon avrà dubbi:

sulle soglie dello sternosarà tolta la condanna

del fiore interno.

“Che ore sono“

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Cavallo di plasticache riempi il torace:hai la mia preghiera

come semplice custode;cavallo a pallini azzurri:tu che vuoi bene, ami,

accetta la mia preghierasenza per questo amarmi

dammi la tua crinierasenza per questo amarmiconcedimi la vita in donosenza per questo amarmi,

lasciami la pelle veracon gli insetti gli specchi

le lune i serpentila carne

dentro le mie stelle

“Il Paese dei Balocchi“

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E se penso poi al tuo grembo,che gioia saggiarlo

con denti più voraci!Perché Cristo vuole un bacio,

non certo una croce.Fuoco anche alle chiese,

con parole più belle!Prega in mezzo ai lampi,

domina la folgoreper sfidare le stelle, per turbare le stelle!)

“Diaz“

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“Non avevano mani che accarezzassero il volto II“

... chiedimi le mani adessoche te ne presti in viso,

e mi fermerai con occhi verivivi e irrazionali,mi fermerai col

fissarmi e poi - guarda!la Morte non è mai esistita!

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ELENCO OPEREND= non disponibile

pag.9 “Non avevano mani che accarezzassero il viso” uniposca su plexiglass. 20x20 cm 2010. ND

pag.11 “Sogni d’oro” 20x20 cm, 2010 uniposca su plexiglass. 20x20 cm 2010.

pag.13 “Più vero, fammi più vero” uniposca su plexiglass. 20x20 cm 2010. ND

pag.15 “Bella per stasera” uniposca su plexiglass. 20x20 cm 2010.

pag.17 “La Sitra Achra” uniposca su plexiglass. 20x20 cm 2010.

pag.19 “Il mio turno” uniposca su plexiglass. 20x20 cm 2010. ND

pag.21 “Acqua di rose” uniposca su plexiglass. 20x20 cm 2010.

pag.23 “Dove ho la testa” uniposca su plexiglass. 20x20 cm 2010.

pag.25 “Che ore sono” uniposca su plexiglass. 20x20 cm 2010.

pag.27 “Il Paese dei Balocchi” uniposca su plexiglass. 20x20 cm 2010. ND pag.29 “Diaz” uniposca su plexiglass. 20x20 cm 2012.

pag.31 “Non avevano mani che accarezzassero il viso II” uniposca su plexiglass. 20x20 cm 2010.

INDICE POESIE

pag.8 “Avanzano le nuvole”

pag.10 “Santi urbani”

pag.12 “Ascoltami”

pag.14 “Il tempo della semina”

pag.16 “Il bimbo muto”

pag.18 “Montagne”

pag.20 “Con le carni sciupate”

pag.22 “C’è così tanta gioia...”

pag.24 “Non vidi”

pag.26 “Canto rituale al totem dell’infanzia”

pag.28 “Mantra”

pag.30 “Epilogo”

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La Serie Red Rain nasce nel giugno del 2010, a seguito delle repressioni a Roma dei manifestanti terremotati d’Abruzzo. Un’immagine esce fuori dallo strazio mediatico: un uomo con la faccia completamente ricoperta di sangue. Ha appena ricevuto una manganellata in pieno cranio, e sta cercando di ripulirsi come può, usando la sua stessa maglietta.

La colpa è di aver protestato. Parte così la ricerca personale dell’artista su l’uso della violenza dello stato su chi manifesta e si ribella, ottenendo solo rosso come risposta. Rosso fluido che incarna passione, forza, o la stessa energia della vita, che in certi casi abbandona il corpo.La mostra è partita il 2011 nello spazio espositivo Piscinacomunale di Milano, e ha avuto un notevole successo da parte del pubblico. Oggi Red Rain viene riproposta qui, negli spazi dell’associazione Sum Project al KM97. Si ripete un’esperienza estetica dove il protagonista non è affatto la brutalità, ma la forza delle idee, della vita che si eleva nella sua più splendida dignità anche nel momento ultimo.In fondo – dice lo stesso Evertrip, ironizzando – Siamo tutti rossi, dentro.

BIO

Paolo Ferrante nasce nel 1984 a Lecce. Dal 2006 adotta lo pseudonimo di Evertrip.Inizia il suo percorso artistico come pittore e poeta, oscillando tra mostre e antologie letterarie,esperienze che lo porteranno come soluzione finale a pubblicare la silloge illustrata “Le commedie del Buio” (Kipple Edizioni, 2008).Attualmente collabora con gli spazi Ars&Art Gallery, Piscinacomunale, e i Magazzini Criminali.

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Finito di stamparenel mese di Maggio 2012

per conto di Sum Edizioni daS&G s.r.l.

stampato in Italia

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ISBN 978-88-906913-1-7