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REFLECT REFLECT REFLECT d e n t a l p e o p l e f o r d e n t a l p e o p l e 0 2 / 1 1 I tre pilastri dell’estetica Un risultato convincente Talvolta si intraprendono nuove strade NE/BZ0103/2008

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Un risultato convincente I tre pilastri dell’estetica dental people f o r dental people 02/11 NE/BZ0103/2008

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I tre pilastri dell’estetica

Un risultato convincente

Talvolta si intraprendono nuove strade

NE/BZ0103/2008

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Editoriale

Cara Lettrice,Caro Lettore,

Ivoclar Vivadent seguel’obiettivo centrale dicommercializzare tec-nologie di nuovo svi-luppo a livello mondia-le, possibilmente allostesso tempo in tutti ipaesi. Fare in modoche gli specialisti delsettore dentale abbia-no a disposizione nuoviprodotti contempora-neamente, é un compi-to difficile che richiede

il massimo da tutti i coinvolti nell’ambito della ricerca e sviluppo,nella produzione, nella logistica nonché nelle vendite e nel mar-keting. Il processo di globalizzazione, che nel frattempo coinvol-ge tutti i livelli, ci costringe a perfezionare sempre più i nostrimetodi, per essere in grado di soddisfare questi nuovi requisiti.

I prodotti di Ivoclar Vivadent godono a livello mondiale, e natu-ralmente anche in America Latina, della reputazione di essere adun livello qualitativo particolarmente elevato. Questo grazie ainostri instancabili sforzi, non solo di soddisfare le aspettative deinostri clienti, bensì di superarle. Ma non si tratta soltanto delladistribuzione di prodotti. Organizziamo e supportiamo finanzia-

riamente manifestazioni di aggiornamento e corsi, per garantireche i nostri clienti dispongano delle più nuove conoscenzeriguardanti le tecniche ed i procedimenti per la realizzazione disoluzioni protesiche estetiche e di lunga durata. Perseguiamoquesto obiettivo anche mettendo a disposizione report scientifi-ci, risultati di ricerche e casi clinici nell’ambito di pubblicazionicome “Reflect”.

Speriamo che gli articoli contenuti nella presente edizione sod-disfino esattamente questo scopo e che Lei, stimata lettrice,stimato lettore, ne possa trarre un beneficio per la Sua prassi dilavoro quotidiana. Nella pratica, i migliori risultati si ottengonoquando gli utilizzatori sono ampiamente informati, assicurandoin tal modo che i prodotti vengano utilizzati secondo le indica-zioni ed i consigli messi da noi a disposizione in qualità di pro-duttori.

Cordiali saluti

German SarmientoGeneral ManagerIvoclar Vivadent Colombia

L’immagine di copertina mostra una piastra di agata con ametista, che con luce fluorescente presenta colori opalescenti simili al dente naturale (foto: Eva Ilzer).

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Indice

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Editoriale Sfide nell’era della globalizzazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 02

German Sarmiento (CO)

Odontoiatria L‘avventura “dente anteriore“ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 04

Dr. David Hacmoun (F)

I tre pilastri dell’estetica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 07

Dr. Julio Reynafarje Reyna e

Dr. Gustavo Watanabe Oshiro (PE)

TeamworkUn risultato convincente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .10

Prof. Dr. Daniel Edelhoff ed Odt. Oliver Brix (D)

Estremamente sottile, ma efficace . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .14

Dr. Alejandro James Marti, Dr. Rosa Antonia López ed

Odt. Francisca Hernández (MX)

OdontotecnicaUna storia di tutti i giorni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17

Odt. Florin Stoboran (RO)

Talvolta si intraprendono nuove strade . . . . . . . . . . . . . . . . 20

Mastro Odt. Szabolcs Hant (HU)

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IMPRESSUMEditore Ivoclar Vivadent AG

Bendererstr. 2 FL-9494 Schaan / LiechtensteinTel. +423 / 235 35 35Fax. +423 / 235 33 60

Pubblicazione 3 per anno

Tiratura complessiva 71.000 (versioni in lingua tedesca, inglese, francese, italiana, spagnola e russa)

Coordinamento Lorenzo RigliacoTel. +423 / 235 36 98

Redazione Dr. R. May, N. van OersL. Rigliaco, T. Schaffner

Servizio lettori [email protected]

Produzione teamwork media GmbH, D-Fuchstal

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Odontoiatria

Se si esamina in dettaglio lo smalto dentale natu-rale, si apre un piccolo mondo. Un’imitazione dellestrutture fini e delle tonalità cromatiche sembraquasi impossibile. In passato i produttori di com-positi per il settore dentale hanno fatto un gran-de lavoro di ricerca e di sviluppo, affinché oggigli odontoiatri abbiano a disposizione dei prodottiquasi perfetti, che fra le altre cose, contribuisconoalla semplificazione dei passaggi operativi dellastratificazione. Spesso il risultato di un restauro incomposito viene tuttavia pregiudicato da una leg-gera “ombra grigiastra”. Sulla base di un caso cli-nico, qui di seguito illustreremo come evitare tuttoquesto e come avvicinarsi un passo in più al deside-rio di realizzare un restauro dall’aspetto naturale.

Un ragazzo di 11 anni si presenta al nostro studio conuna frattura del dente incisivo centrale (fig. 1). In fasedi anamnesi clinica si diagnostica una ipersensibilità ter-mica, dolori durante il test di percussione ed una frat-tura in vicinanza della polpa (fig. 2). Mancano le indi-cazioni cliniche per un trauma parodontale. Consiglio lastratificazione del composito, essendo una tecnica restau-rativa mininvasiva e conservativa.

Presa del colorePer iniziare il trattamento determino il colore dentalealla luce diurna e prima della disidratazione dei denti.A tale scopo utilizzo la scala colori del composito, cheviene infine impiegato per il restauro (Tetric EvoCeram).Per controllare la scelta del colore dentale, applico unostrato di composito su un dente e lo polimerizzo. Per lazona cervicale scelgo il colore dentinale A2 e per lazona incisale il colore smalto A1.

Il mock-upAd anestesia locale avvenuta, il dente viene ricostrui-to a mano libera con un composito (colore dentaledifferente) – senza preparazione del dente o appli-cazione dell’adesivo. Opto per un colore facilmentericonoscibile, nel presente caso per A4 (fig. 3). Dopola polimerizzazione si affinano l’esatta posizione delbordo e l’occlusione. Infine viene ultimata la masche-rina in silicone della superficie palatale e del bordo conun materiale da impronta Putty, per facilitare la suc-cessiva stratificazione. Dopo aver ultimato la masche-rina in silicone si rimuove il restauro provvisorio (mock-up) sostituendolo in seguito con il composito nel colorescelto.

L‘avventura “dente anteriore“Restauro di un dente incisivo centrale con Tetric EvoCeram®

Dr. David Hacmoun, Antibes/Francia

Fig. 1 Situazione iniziale: frattura del dente incisivo centrale Fig. 2 Massiccia perdita di smalto dentale, linea della frattura invicinanza della polpa

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Il protocollo di cementazione In fase di applicazione dell’adesivo per il restauro biso-gna fare attenzione che la superficie del dente non siatroppo umida. È obbligatoria l’applicazione di una digacon legature, poiché essa crea una buona visuale sulcampo operatorio, aumentando la sicurezza ed anche ilcomfort per l’odontoiatra ed il paziente in fase di trat-tamento.Inizio la preparazione della sostanza dentale con unbordo a becco di flauto in zona vestibolare. Questaforma assicura una chiusura ermetica e rappresentala base per un passaggio non vistoso fra il dente natu-rale ed il composito (fig. 4). Dopo la detersione dellosmalto e della dentina con una miscela di pietra pomi-ce e clorexidina pura (Paroex) al 0,2% applico Telio CSDesensitizer.Nel presente caso, in seguito all’ampio bordo dellosmalto, impiego la tecnica “Total Etch”, quindi un ade-sivo che richiede una precedente mordenzatura conacido ortofosforico. Pertanto lo smalto e la dentina ven-gono mordenzati per 15 secondi con Total Etch. Que-sto gel mordenzante contiene il 37% di acido ortofo-sforico. Le superfici vengono sciacquate per 20 secon-di e quindi asciugate attentamente secondo il principiodi Wet-Bonding (adesione sulla superficie umida). Losmalto è quindi asciutto, la dentina rimane leggermen-te umida. Questo passaggio di asciugatura nell’impiegodi questo tipo di adesivo, richiede molta meticolosità. Uncontenuto di umidità troppo elevato nei tubuli dentina-

li o il collasso delle fibre di collagene, in seguito ad un’a-sciugatura troppo abbondante, ridurrebbe la penetra-zione dell’adesivo, diminuendo in tal modo i valori diadesione.Si applica l’adesivo monocomponente ExciTE® sullo smal-to e sulla dentina, lasciando agire per 10 secondi. Median-te getto d’aria indiretto il solvente contenuto nell’ade-sivo evapora. Il getto d’aria viene diretto miratamentesullo specchietto in bocca, che viene tenuto in angola-zione rispetto alle superfici preparate del dente. Nonappena la superficie è lucida, l’adesivo viene polimeriz-zato per ulteriori 10 secondi (modo “Low Power“ –della lampada LED bluephase® G2).

La stratificazione del compositoSi inizia con l’applicazione palatale del composito. Lamassa smalto A1 viene applicata nella mascherina insilicone. Per evitare porosità, la distribuzione del com-posito deve avvenire con attenzione. Quindi si inseriscela mascherina in silicone in bocca al paziente e si ripo-siziona con leggera pressione sulla superficie palata-le. La fotopolimerizzazione del composito avviene per15 secondi nel modo “Soft Start” (fig. 5). Quindi si puòapplicare la massa dentina (A2) in piccoli zaffi. È da deci-dere individualmente dove si applicano gli zaffi. La basedi un risultato estetico dovrebbe essere rappresentatadai denti contro-laterali. Essi fungono da confronto. Inquesto caso i mamelloni sono chiaramente divisi fra loroe finiscono sotto al bordo incisale (fig. 6). Rispettando

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Fig. 3 Mock-up in composito (A4) per la mascherina in siliconepalatale

Fig. 5 Ricostruzione della superficie palatale con massa smalto (A1).Già in questa fase si denota la notevole precisione della morfologia.

Fig. 4 La preparazione di un bordo a becco di flauto avvienesotto diga

Fig. 6 Con massa dentina (A2) si applicano ”zaffi”, la massa traslu-cente viene applicata fra i mamelloni.

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queste condizioni anatomiche si può raggiungere unrisultato naturale ed estetico.Il composito viene applicato in piccole quantità e foto-polimerizzato di tanto in tanto con il modo “Soft Start”della lampada bluephase®. Dopo aver applicato lamassa dentina e concluso la fotopolimerizzazione, siprocede con l’ultimazione del “bordo incisale”, quindidella delimitazione esterna del restauro. Con la massaincisale T traslucente si applicano piccole quantità fra imamelloni dentinali. È di ausilio una sonda nelle zonesottili. Infine si applica Tetric EvoCeram colore Bleach Isull’intera zona vestibolare, in modo tale che sianocoperti sia gli zaffi dentinali applicati che il bordo inci-sale. Con questo colore Bleach si ottiene un leggeroschiarimento del dente. Con il restauro in compositoapplicato, attraverso la massa dentinale, si ottiene uncolore che si avvicina molto a quello naturale. Con ilcolore Bleach si è potuta conferire al dente la luminosi-tà naturale.

Rifinitura della superficie Il risultato estetico si basa per lo più sulla conformazio-ne della superficie. L’imitazione dei dettagli della formae della superficie è altrettanto importante come quelladelle tonalità cromatiche tenui. Proprio nel trattamentodi un dente giovane è da fare attenzione alla strutturamicro e macro-anatomica. La rifinitura della strutturaavviene con strumenti di rifinitura (prima rosso, poi gial-

lo). Si lavora senza spray e con microscopio operativo.Con il sistema Astropol® (impiego con spray d‘acqua!)si lucida infine il restauro. Rispetto ai dischi per lucida-tura, questi strumenti per lucidatura in caucciù non dan-neggiano la struttura superficiale.

ConclusioniL’impiego di diverse masse con il composito Tetric Evo-Ceram nella tecnica di stratificazione consente l’applica-zione di un restauro naturale ed estetico. Il colore Bleachsulla superficie del dente può schiarire il restauro, cosainteressante principalmente in denti giovani. Con l’ausi-lio della tecnica adesiva si è potuto restaurare il dente,conservando le strutture presenti (figg. 7 e 8). q

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Fig. 7 A confronto: prima ...

Fig. 8 ... e dopo: con l’aiuto della massa Bleach, al restauro é stata conferita l’ottimale luminosità.

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Dr. David Hacmoun33 bv Albert 1erF-06600 [email protected]

Corrispondenza:

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una soluzione meno invasiva. Abbiamo optato perun restauro del dente con un nuovo composito (IPSEmpress Direct).

Fasi preliminari e preparazione Poiché si trattava di una discromia di entità leggero-media, era sufficiente una profondità di preparazionedi 0,3 – 0,5 mm. Per evitare una contaminazione delcampo operatorio attraverso il liquido del solco, dopola preparazione mininvasiva, é stato applicato un filodi retrazione (fig. 3). Nei restauri stratificati diretta-mente, la fase più soggetta ad errori é rappresentatadall’applicazione dell’adesivo. E’ consigliabile impie-gare un sistema adesivo semplice nell’utilizzo, ma cheallo stesso tempo offra un legame duraturo. In questocaso abbiamo utilizzato ExciTE® F. Dopo aver condi-zionato lo smalto dentale per 30 secondi con gel mor-denzante contenente acido ortofosforico (Total Etch),é stato frizionato sulla sostanza dentale l’adesivoper 10 secondi (fig. 4), distribuendolo quindi condebole getto d’aria in strato sottile e polimerizzandoinfine per 10 secondi con lampada bluephase® inmodalità Low Power. Quindi é stato applicato il primostrato di composito. Per un ottimale mascheramentoabbiamo scelto il colore opaco Dentina B2 della lineaIPS Empress Direct.

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Odontoiatria

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Quante volte succede, che un dente anteriore pre-senti una discromia? Una difficoltà con la qualeogni operatore si confronta. Di regola, in questicasi, é necessario procedere con metodi invasivi,cioè protesicamente con faccette in ceramica oaddirittura con corone. Tuttavia in tempi nei qualiil termine “mininvasivo” fa parte del “bon-ton”,é necessario cambiare il modo di pensare. Conmoderni compositi é possibile ottenere eccellentirisultati con procedimenti mininvasivi.

Nel campo dell’odontoiatria estetica, tutti i corsi sonoorientati verso tre aspetti basilari: forma, colore etexture superficiale. Soltanto con il supporto di que-sti tre pilastri é possibile realizzare un restauro alta-mente estetico nei settori anteriori. Tuttavia, nellarealizzazione di restauri in composito, nella maggiorparte dei casi, si considera soltanto un aspetto, cioèil colore. Ma perché? Nel presente articolo si illustracome sia possibile soddisfare tutti gli elementi esteti-ci citati.

Situazione iniziale Una paziente si é presentata nel nostro studio con unincisivo centrale discromico (figg. 1 e 2). Ha rifiutatoun risanamento protesico in ceramica, desiderando

I tre pilastri dell’estetica

Fig. 1 Situazione iniziale: il dente presenta una notevole dis-cromia.

Fig. 2 L’immagine ravvicinata degli incisivi superiori mostra ildifetto estetico.

Restauri stratificati in composito in tecnica diretta con IPS Empress Direct®

Dr. Julio Reynafarje Reyna e Dr. Gustavo Watanabe Oshiro, Lima/Perú

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Fig. 11 Lucidatura finale con il sistema Astropol

Fig. 8 Applicazione della parte centrale rispettivamente deimamelloni (A1 Dentina). Il bordo incisale é stato ricoperto conuna massa Opal traslucente.

Fig. 9 Schema di stratificazione degli strati di composito rico-perti

Fig. 4 L’adesivo é stato frizionato per 10 secondi.

Fig. 5 Nella parte gengivale, é stato applicato composito informa arcuata (B2 Dentin), seguendone il contorno.

Fig. 6 Adattamento dello strato di composito sulla sostanzadentale dura

Fig. 7 Applicazione delle parti prossimali. Anche in questo casoabbiamo preferito una conformazione arcuata.

Fig. 3 Situazione dopo la preparazione mininvasiva del dente

Fig. 10 Applicazione dello smalto (B1 Smalto)

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Stratificazione Copiare la forma ed il colore di un dente naturale éuna sfida che dovrebbe essere affrontata con amoreper i dettagli. Secondo i riflessi naturali del dente, inquesto caso la massa dentina é stata applicata informa di arco. Attraverso leggera pressione con laspatola, é stato possibile adattare in modo ottimale ilcomposito ai bordi della preparazione (fig. 5).

Corrispondentemente, anche l’incremento é statomodellato a finire verso l’interno. In tal modo é statoassicurato un passaggio invisibile verso gli strati suc-cessivi (fig. 6). Con la lampada bluephase, lo strato éstato polimerizzato per 15 secondi in modalità SoftStart. Dopo l’applicazione “dell’arco” gengivale, chedemarcava il bordo esterno della faccetta, abbiamostratificato le parti prossimali in modo simile. La con-formazione a finire dei singoli strati ha consentito diottenere un colore ed una forma che si sono integra-ti perfettamente (fig. 7). Con l’incremento centrale,imitando i mamelloni, la discromia é stata completa-mente coperta. Sia dal lato prossimale che al centroabbiamo utilizzato Dentina A1. Per copiare l’aspettodei denti contigui, lungo il bordo incisale si è sceltal’applicazione della massa traslucente Opal. Infine,come da schema di stratificazione, la ricostruzione éstata ricoperta da uno strato di IPS Empress Direct B1Enamel (figg. da 8 a 10).

RifinituraPer avvicinarsi alla conformazione morfologica di undente naturale, é necessario prestare alla rifinituraaltrettanta attenzione che alla stratificazione. Dopola polimerizzazione del restauro ci siamo dedicati allasuperficie. Questa é stata pre-contornata con frese agranulometria fine per rimuovere le eccedenze di com-posito. Strumenti a granulometria fine presentano ilvantaggio di consentire una conformazione controlla-ta. Inoltre si evitano ritenzioni o affossamenti indesi-derati. Dopo il primo contorno, il dente trattato é statorifinito e lucidato con il sistema Astropol® (fig. 11).

ConclusioniI moderni compositi come IPS Empress Direct consen-tono la realizzazione di restauri dall’effetto naturale.Con una semplice lavorazione ed una stratificazioneindividuale, sono possibili terapie mininvasive, chealtrimenti richiederebbero restauri indiretti. Con il pro-cedimento descritto ed il corretto materiale si hanno adisposizione i tre pilastri che consentono una realizza-zione estetica nei settori anteriori (figg. 12 e 13). q

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Corrispondenza:

Dr. Julio Reynafarje ReynaJr. Grimaldo del Solar 231 Off. 101PE-Miraflores, Lima [email protected]

Dr. Gustavo Watanabe OshiroMiguel Angel 220PE-San Borja, [email protected]

Figg. 12 e 13 Il risultato: il dente 11 é stato ricostruito estetica-mente con una minima perdita di sostanza dentale sana.

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Fig. 2 La forte discromia del dente 11 ha portato anche a com-promettere cromaticamente la gengiva marginale.

Fig. 3 Si notano le asimmetrie degli assi dentali di entrambi gliincisivi centrali.

Fig. 1 L‘aspetto estetico é

compromesso dalle estreme discromie e dalle anomalie

di posizione degli incisivi centrali superiori.

I denti incisivi trattati endodonticamente, in segui-to a forti discromie, possono essere notevolmentecompromessi esteticamente e rappresentano unasfida per il team restaurativo. L’obiettivo del tratta-mento consiste nella ricostruzione delle caratteri-stiche biomeccaniche, nonché ottiche dei relatividenti, il tutto possibilmente a minimi costi biologici.In un trattamento chiaramente calibrato, procedi-menti di sbiancamento interno, materiali di rico-struzione adesiva ed una preparazione calibratacon il materiale da restauro, portano ad un risul-tato soddisfacente. Rispetto ai convenzionali proce-dimenti protesici, questo é raggiungibile con unainvasività notevolmente ridotta.

Sulla base di un caso, qui di seguito si rappresenta ilrestauro di due incisivi centrali superiori con sbiancamen-to, inserimento di perni in composito rafforzati con fibrecon ricostruzione ed il successivo trattamento con faccet-te a 360° sulla base di ceramica al disilicato di litio (LS2).

Situazione iniziale Un paziente di 28 anni si é presentato con il desideriodi restaurare i propri incisivi centrali superiori trattatiendodonticamente e con forti discromie, riferendo dinon avere disturbi da quando era stata effettuata unaresezione radicolare diversi anni prima. Tuttavia si lamen-tava dell’estetica compromessa dall’aspetto dei denti inoggetto (figg. da 1 a 3).

Un risultato convincente Restauri mininvasivi di denti anteriori fortemente discromici Prof. Dr. Daniel Edelhoff, Monaco, ed Odt. Oliver Brix, Wiesbaden/Germania

Teamwork

Fig. 4 Otturazioni in composito non ermetiche e carie secondariadei denti 11 e 21 trattati endodonticamente

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Per ottenere un ottimale risultato estetico, dovrebberoessere realizzate nella tecnica cut-back.

Pretrattamento e preparazione Dopo aver deterso le camere pulpari coronali dientrambi gli incisivi, all’altezza del limite smalto-cemen-tizio, é avvenuta un’ulteriore sigillatura delle otturazio-ni canalari con una piccola quantità di cemento all’os-sifosfato. In tal modo si impedisce una penetrazionenelle aree sensibili dello sbiancante successivamenteapplicato (fig. 5). Lo sbiancamento interno é avvenu-to con una miscela di polvere al carbonato di sodioed acqua distillata nella metodica Walking-Bleach.L’accesso palatale alla camera pulpare coronale é statochiuso con un pellet in cotone imbibito di bonding(Heliobond) ed un composito a bassa viscosità (TetricEvoFlow®).Dopo una settimana il paziente si é ripresentato nellostudio per un’ulteriore seduta. Il risultato desiderato inriguardo al colore non era ancora raggiunto, pertantolo sbiancante é stato nuovamente sostituito. Dopoun’ulteriore settimana di tempo di azione, é stata dia-gnosticata una luminosità sufficiente di entrambi i dentipilastro (fig. 6). Per neutralizzare lo sbiancante, perun’ulteriore settimana, é stato applicato un materiale abase di idrossido di calcio (CalciPure®) nelle camere pul-pari.Dopo una fase di neutralizzazione, é iniziata la rico-struzione post-endodontica dei denti pilastro. A talescopo sono state prima rimosse le sigillature coronalidelle otturazioni canalari ed effettuate perforazioni anorma per perni in composito rafforzati con fibre(perni FRC). La cementazione dei perni é avvenuta conVariolink® II (ad indurimento duale, a bassa viscosità,colore bianco opaco) ed un sistema adesivo plurifase(Syntac®).Come materiale da ricostruzione diretta, dopo l’inglo-bazione dei perni con un composito a bassa viscosità(Tetric EvoFlow), é stato applicato un composito chiaro,altamente riempito, viscoso (Tetric EvoCeram®, BleachXL) (fig. 7). Per un indurimento definitivo dei materialida fissaggio rispettivamente da ricostruzione, è stata

Dopo la valutazione dell’anamnesi clinica e radiografica,sono state diagnosticate otturazioni canalari ermeticheed eseguite lege artis nei denti 11 e 21. Non ci sonostati accenni della presenza di perni radicolari. Tuttaviale estese otturazioni in composito di entrambi i dentinon erano ermetiche e già attaccate da carie seconda-ria (fig. 4). In quel momento le otturazioni risalivano adoltre 5 anni fa. Le particolari sfide per il team operanteconsistevano nel desiderio del paziente di un attualemiglioramento della compromissione estetica. Il paziente desiderava il ripristino del suo naturale coloredentale e della posizione, nonché la stabilizzazione pos-sibilmente duratura della sostanza dentale rimanente.

Il piano di trattamento Prima della pianificazione della terapia definitiva, sonostate rimosse le otturazioni insufficienti di entrambi identi incisivi, rimuovendo la carie secondaria. Soltantoin questo modo é stato possibile rendersi conto delgrado di distruzione dei denti. Inoltre si doveva esclu-dere una possibile contaminazione di entrambi i canaliradicolari da parte di micro-organismi, a seguito delleinsufficienti otturazioni presenti da anni. Entrambe leotturazioni canalari erano coperte ermeticamente nellazona del limite smalto-cementizio attraverso otturazio-ni separate. È stato possibile rinunciare ad una revisio-ne dei canali. E’ stato effettuato uno sbiancamentointerno delle parti coronali di entrambi i denti nellametodica Walking-Bleach. Dopo una prima analisi tecnica e clinica, si é fissato ilseguente piano terapeutico: per primo doveva essereeffettuata una correzione dell’anomalia di posizione edelle attuali proporzioni dentali, attraverso un wax-upanalitico. Con lo sbiancamento interno, in una fasepreliminare, si doveva regolare in modo armonico laluminosità dei denti in oggetto rispetto ai denti conti-gui. La ricostruzione post-endodontica doveva avveniredirettamente nella tecnica adesiva, ed a causa degliaccentuati difetti, con l’aiuto di perni in composito raf-forzati con fibre. Per il restauro definitivo dei denti inci-sivi fortemente danneggiati, sono state previste faccettea 360° a base di disilicato di litio.

Fig. 5 Prima dello sbiancamento interno, sono state controllate leotturazioni canalari ed ulteriormente sigillate nella zona del limitesmalto-cementizio. Le cavità sono ora pronte per accogliere losbiancante.

Fig. 6 Due settimane più tardi: con lo sbiancamento interno sisono eliminate quasi del tutto le forti discromie.

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Fig. 9 Già con la messa in prova delle faccette si é rilevato, checon il grezzo MO per la cappetta ed una pasta Try-in del colorebianco opaco, si potevano mascherare in modo ottimale i dentipilastro ricostruiti.

Fig. 11 Le faccette a 360° sono state cementate con un cementocomposito corrispondente alla pasta Try-in, in combinazionecon un sistema adesivo multifase. In tal modo é stato possibileottenere un eccellente risultato estetico in modo prevedibile esicuro.

Fig. 12 Immagine con luce passante. Attraverso la combinazionedi materiali traslucenti da ricostruzione con le faccette in vetro-ceramica é stata ottenuta una trasmissione di luce corrispon-dente a quella dei denti naturali.

Fig. 10 Messa in prova delle faccette viste frontalmente. Le faccette in disilicato di litio garantiscono un aspetto uniforme,indipendentemente dalla base sottostante.

utlizzata una potente lampada per polimerizzazione(bluephase® G2 > 1000 mW/cm2). Per la preparazionemininvasiva, é stata di aiuto una mascherina diagnostica. Questa é stata realizzata in base al wax-up e contienetutte le informazioni per la correzione della posizioneerrata e per il contorno esterno dei restauri definitivi.

Trattamento provvisorio e realizzazione delle faccette definitive La mascherina diagnostica ha trovato impiego ancheper la realizzazione dei provvisori diretti delle faccette.Con un materiale per restauri provvisori a base di Bis-GMA (Telio® C & B, A2) è stato quindi possibile realiz-zare i provvisori in modo relativamente semplice. Per ilfissaggio è stato utilizzato un bonding (Heliobond),precedentemente applicato sulle superfici rifinite e nonmordenzate della preparazione, nonché sulle superfici

interne dei provvisori e quindi fotopolimerizzato dopola rimozione delle eccedenze. Dopo una fase di valutazione della forma e posizionedeterminata nel wax-up della durata di quattro setti-mane, è seguita l’impronta di precisione dei denti pre-parati e l’impronta del mascellare antagonista. Questeinformazioni sono state fornite al laboratorio unitamen-te all’arco facciale, alla determinazione della relazionemandibolare ed una foto dei denti pilastro preparati.Attraverso la raffigurazione della preparazione, da partedel laboratorio è stato possibile acquisire una valutazio-ne del grado di opacità necessario alla struttura.In considerazione dei diversi valori di traslucenza, dellacostruzione non uniforme dei denti pilastro, nonchéper un migliore mascheramento di una possibile recidi-va della discromia, il team restaurativo ha optato peri grezzi per pressatura del grado di opacità MO 0

Fig. 8 Faccette a 360° a base di IPS e.max Press. Per le cappette éstato utilizzato un grezzo dal grado di opacità MO, per potermascherare la sostanza dentale dura con un minimo spessore.

Fig. 7 I denti ricostruiti e preparati. In seguito all’elevato gradodi distruzione, sono stati impiegati perni in composito rafforzatocon fibre in combinazione a materiali compositi plastici.

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(medium opacity, colore 0). Le strutture in IPS e.max®

Press sono state rivestite esteticamente con la ceramicada rivestimento estetico IPS e.max® Ceram del coloreA2 (fig. 8).

Messa in prova e cementazioneDopo la rimozione dei trattamenti provvisori, le super-fici della preparazione sono state liberate dal bondingresiduo con spazzolini per pulizia ed una pasta deter-gente priva di fluoro. Per controllare la forma ed il colo-re delle faccette in bocca al paziente, i restauri sonostati inseriti con un gel di glicerina colorato (Try-in-Paste,Variolink II, bianco-opaco). In tal modo è stato possibi-le ottenere un perfetto mascheramento dei denti pila-stro, che si presentavano in un aspetto uniforme, indi-pendentemente da quello sottostante (figg. 9 e 10). Per la cementazione definitiva, le superfici interne dellefaccette in vetroceramica devono essere mordenzateper 20 secondi con un gel di acido fluoridrico (< 5%IPS® Ceramic Etching Gel). È seguita l’applicazione di unadesivo (Monobond Plus). Dal lato dentale è statoimpiegato esclusivamente il sistema adesivo multifaseSyntac. La cementazione è avvenuta con il sistemaVariolink II (bianco opaco) (fig. 11).

ConclusioniAttraverso la combinazione di materiali da ricostruzio-ne traslucenti con faccette in vetroceramica a base didisilicato di litio è stato possibile ottenere una trasmis-sione di luce corrispondente a quella dei denti naturali(fig. 12).Nel controllo finale dei parametri funzionali ed esteticiil risultato finale è stato convincente. Il colore dentale armonizzava perfettamente con ladentatura circostante. Oltre all’eliminazione delleestreme discromie dei tessuti duri e morbidi, è statopossibile correggere la posizione errata ed adattare leproporzioni dentali (fig. 13). Il paziente era del tuttosoddisfatto ed in seguito alla correzione della posizio-ne dei denti incisivi non aveva alcun problema di fone-tica (fig. 14). q

Fig. 13 Situazione postoperatoria della protrusione. Il controllo successivo dei parametri funzionali ed estetici è risultato convincente. Ilcolore armonizza in modo eccellente con i denti contigui.

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Fig. 14 Situazione finale nel foto-ritratto: le discromie sonostate eliminate, le anomalie diposizione sono state corrette e le proporzioni dentali sonostate adattate (cfr. figg. 1 e 2).

Corrispondenza:

Prof. Dr. Daniel EdelhoffLeitender OberarztPoliklinik für Zahnärztliche ProthetikLudwig-Maximilians-UniversitätGoethestr. 70, D-80336 Mü[email protected]

ZT Oliver BrixInnovatives Dental DesignDwight-D.-Eisenhower-Str. 9D-65197 Wiesbaden

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Fig. 1 Distacco del bordo incisale distale sul dente 21 Fig. 2 Il modello secondo Geller con moncone in gesso sfilabile

In seguito alla molteplicità dei materiali da restau-ro disponibili, oggigiorno è possibile impiegare leterapie mininvasive, che considerano sia gli aspettifunzionali che quelli estetici. L’affidabile azioneadesiva dei moderni adesivi ha sostituito in massi-ma parte i concetti di preparazione fortementeinvasiva. L’obiettivo della moderna conservativa èquello di mantenere quanto più possibile la sostan-za dentale naturale. In alcuni casi il trattamentopuò essere eseguito addirittura senza preparazionedentale, così come illustrato nel seguente caso.

Il caso clinicoIl paziente ci ha consultato con un distacco del bordoincisale distale sul dente 21. L’anamnesi ha rilevatomolteplici abrasioni, causate da una disarmonia occlu-sale (fig. 1). Prima della ricostruzione del dente 21 èstato stabilizzato in centrica il mascellare inferiore delpaziente, per evitare ulteriori danni dovuti a disturbifunzionali. Per la ricostruzione del dente 21 abbiamooptato per una faccetta non preparata. I modernimateriali in questo caso ci consentono di eseguire unrisanamento in funzione del mantenimento del dente.Dopo la presa dell’impronta con il silicone ad addizio-ne Virtual®, un’immagine della situazione, nonché lapresa del colore, l’intera documentazione è stata invia-ta al laboratorio.

Procedura odontotecnica in laboratorioIl modello di lavoro é stato generato secondo il tipoGeller, ossia un moncone in gesso sfilabile per il dente21 quale base operativa (fig. 2). Esso é stato duplicato(Double Take), per poter realizzare una copia esatta inmateriale refrattario. La faccetta é stata ultimata invetroceramica a base di fluoro-apatite IPS d.SIGN®,secondo uno schema di stratificazione precedente-mente realizzato (figg. da 3 a 7).

Procedura clinica in studioLa messa in prova della faccetta in cavo orale è avve-nuta mediante le paste Variolink® Veneer Try-In. Conl’ausilio di queste paste si può determinare il correttocolore del materiale da fissaggio, ottenendo quindi unottimale risultato estetico. Si consiglia l’impiego dimateriali ausiliari come p.es. un OptraStick®, poichéessi semplificano la lavorazione della faccetta (fig. 8).Dopo la messa in prova è stata rimossa la pasta Try-Ine la faccetta è stata detersa in soluzione d’alcol nel-l’apparecchio ad ultrasuoni, per eliminare totalmentele impurità. Infine la faccetta é stata sciacquata conacqua e la superficie è stata mordenzata per 60 sec.con acido fluoridrico al 5% (IPS® Ceramic Etching Gel)(fig. 9). Con la mordenzatura si è potuta creare unaritenzione meccanica. L’acido fluoridrico é stato rimos-so con acqua, la faccetta è stata detersa in soluzione

Estremamente sottile, ma efficaceTrattamento mininvasivo con faccette non preparate in ceramica Dr. Alejandro James Marti, Dr. Rosa Antonia López Parada ed Odt. Francisca Hernández, León/Messico

Teamwork

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5 sec. con acqua ed il liquido in eccesso sulla super-ficie dello smalto è stato asciugato per ca. 5 sec.Quindi si é potuto applicare l’adesivo. Nel caso speci-fico abbiamo utilizzato ExciTE®.Il cemento composito (Variolink Veneer) è stato appli-cato direttamente sulla superficie interna della faccet-ta con l’ausilio della cannula d’applicazione e posizio-nato quindi in cavo orale (figg. 12 e 13). In tal sensoabbiamo esercitato una leggera pressione in direzioneverticale, in modo tale da consentire una fuoriuscitadel materiale in eccesso. Quindi il restauro applicato èstato fotopolimerizzato per 10 sec. in zona vestibolareed in zona palatale. Le eccedenze sono state rimos-se con uno scalpello n. 12 (fig. 14). Per evitare un’i-nibizione di ossigeno sulla superficie, sui bordi è statoapplicato un gel di glicerina (Liquid Strip) e si è ese-

d’alcol nell’apparecchio ad ultrasuoni e quindi sciac-quata con abbondante acqua.Dopo l’asciugatura abbiamo applicato Monobond Plusnella parte interna della faccetta, lasciandolo agire per60 sec. (fig. 10).Nella cementazione adesiva della faccetta il perfettoisolamento del campo operatorio è assolutamenteindispensabile. Si consiglia di applicare una diga(OptraDam®), per evitare qualsiasi contaminazione. Siè passati quindi alla mordenzatura dello smalto per15-30 sec. con Total Etch (acido ortofosforico al 37%).Durante il processo di mordenzatura si consiglia dicoprire i denti contigui con una striscia in teflon (fig. 11). In tal modo si evita un’involontaria morden-zatura e si facilita la conseguente eliminazione delleeccedenze. Il gel mordenzante è stato sciacquato per

Fig. 3 Stratificazione della faccettasu moncone refrattario

Figg. 4 e 5 La faccetta da rivestimento estremamente sottile sul modello in gesso

Figg. 6 e 7 La faccetta é trasparente ed ha lo spessore di una lente a contatto.

Fig. 9 Il restauro è stato morden-zato per 60 sec.

Fig. 10 L’applicazione del silano Fig. 11 Mentre lo smalto è stato mordenzato con Total Etch,il dente contiguo è stato protetto con una striscia in teflon.

Fig. 8 Determinazione del colore del compositoper un risultato estetico. L’impiego di ausili diposizionamento ha semplificato la lavorazione.

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Fig. 15 Sulla fuga cementizia è stato appli-cato il gel di glicerina e si è eseguita lafotopolimerizzazione.

Figg. 16 e 17 I bordi sono stati rifiniti e lucidati.

guita nuovamente la fotopolimerizzazione per 30 sec.da entrambi i lati (fig. 15). Infine il restauro è statorifinito e lucidato con il sistema Astropol®/Astrobrush®

(figg. 16 e 17).

ConclusioniIl distacco sul bordo incisale distale del dente 21 èstato restaurato senza preparazione (fig. 18). I moder-ni concetti e materiali ci consentono oggigiorno di ese-guire tali trattamenti in funzione del mantenimentodel dente. Proprio in caso di abrasioni e distacchi que-sto è un concetto molto importante. Prima del restauro

Fig. 14 Dopo la fotopolimerizzazionesono state rimosse le eccedenze.

Fig. 13 La faccetta é stata applicata conl’ausilio di un OptraStick.

Fig. 12 Il cemento composito è stato applicatonella parte interna della faccetta.

Fig. 18 Il restauro ultimato: non é visibile alcun passaggio frail dente naturale e la faccetta e neppure alcuna differenza dicolore o forma.

Dr. Alejandro James MartiBlvd. Juan Alonso de Torres 2219 Col. Panorama MX-León, Gto. CP [email protected]

tuttavia in questi casi è da diagnosticare il motivo deldistacco ed eventualmente da effettuare una terapiafunzionale. q

Corrispondenza:

Dr. Rosa Antonia López ParadaBlvd. Venustiano Carranza 613 Col. San MiguelMX-León, Gto. CP [email protected]

ZT Francisca HernándezAstronautas 802 Col. PanoramaMX-León, Gto. CP [email protected]

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impedito di continuare a lavorare con il materiale, poi-ché i risultati estetici ottenuti ne valevano la pena.Oggi l’odontotecnico, con i nuovi grezzi della vetrocera-mica al disilicato di litio (LS2) IPS e.max Press ha a dispo-sizione una scelta di materiali, con cui per quanto riguar-da le proprietà meccaniche ed estetiche si possono sod-disfare tutti i requisiti. Grazie alla resistenza di 400 MPa,eccellente per una ceramica per pressatura, i distacchiche avvenivano in precedenza lavorando con l’assillo deltempo, appartengono al passato. Per gli inlay ed onlay,dei cinque tipi di grezzi disponibili in diverse gradazionidi traslucenza, utilizzo i grezzi LT, HT ed Impulse (LT = lowtranslucency, HT = high translucency).

Determinazione cromaticaLa determinazione cromatica assume un ruolo impor-tante nelle ricostruzioni ceramiche. Utilizzo come riferi-mento sempre i denti canini, poiché presentano un’ele-vata percentuale di dentina. Nel presente caso clinico,in seguito all’estensione ed alla profondità della lesio-ne, è stato scelto un grezzo LT del colore B3 (figg. 1 e 2). La zona cervicale del dente presentava un coloreB3, le cuspidi avevano un colore leggermente più chia-ro (B2). Con il restauro volevo generare una saturazio-ne cromatica dall’interno. In considerazione della pro-fondità del difetto, si è scelto pertanto un grezzo LT con

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Odontotecnica

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Inlays, Onlays oppure Table Tops in ceramica rap-presentano un’alternativa realizzata in laborato-rio al trattamento indiretto di denti latero-poste-riori con compositi. I restauri realizzati dall’odon-totecnico offrono un vantaggio, come p.es. la pos-sibilità di creare una morfologia dettagliata eduna colorazione naturale. In questo articolo si illu-strano le affascinanti possibilità nella realizzazionedi inlay in ceramica integrale con IPS e.max® Presse IPS e.max® Ceram.

Circa sette anni fa ho avuto modo di conoscere un par-ticolare sistema di ceramica integrale: IPS Empress® 2e la ceramica da stratificazione IPS Eris® di IvoclarVivadent. Il produttore a quell’epoca ha pubblicizzato irisultati altamente estetici, principalmente nella ripro-duzione del colore di corone singole, nonché inlay edonlay. Ho voluto provarlo e quindi ho testato il siste-ma di ceramica. Le mie aspettative relative al materialesono state esaudite, soltanto un aspetto non mi haancora soddisfatto del tutto: a mio avviso la resistenzadel materiale non era ottimale per la realizzazione diinlay ed onlay. In fase di sabbiatura dei bordi del restau-ro, pertanto si é dovuta prestare molta attenzione adevitare che i bordi sottili si fratturassero. Di conseguenzalo svolgimento è stato dispendioso, il che non mi ha

Una storia di tutti i giorni

Fig. 1 Situazione iniziale: lesione estesa e profonda dopo iltrattamento radicolare

Fig. 2 La presa del colore è avvenuta sul dente canino. È statopreso come riferimento il dente antagonista.

Restauro di un difetto coronale esteso con IPS e.max®

Odt. Florin Stoboran, Oradea/Romania

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Fig. 9 Risultato dopo lacottura di glasura e lalucidatura

Fig. 7 Il restauro intera-mente anatomico pressa-to è pronto per la tecnicadi pittura

Figg. da 8a a b Caratterizzazione con supercolori emassa glasura

Figg. da 4a a e Caratterizzazione con Stains e Shades

Figg. da 5a a d Stratificazione anatomica con le diverse masse ceramica

Figg. da 3a a d Per la cottura wash la struttura è stata umettata leggermente con liquido di glasura ecosparsa di polvere dentina (B3).

Fig. 6 Risultato dopo l’ulti-ma cottura e la lucidatura

una minore traslucenza ed un valore di luminosità ecroma più naturale, rispetto al grezzo HT.Ad un inlay di queste dimensioni, un grezzo HT avreb-be conferito eventualmente un’ombra grigiastra. Dopoaver definito il gruppo cromatico del dente incisivo, silavora esclusivamente all’interno di questo gruppo cro-matico. In questo caso si è determinato B come grup-po cromatico. Per illustrare: in questo caso il dentecanino presentava il colore B3. Quindi il lavoro è statotrattato di conseguenza, schiarendo o scurendo secon-do necessità.Per la soluzione di questo caso sono stati scelti duediversi approcci: per primo si è sovra-stratificata unastruttura parzialmente anatomica IPS e.max Press con

IPS e.max Ceram e per secondo si è pressato un inlayinteramente anatomico e caratterizzato con cottura diglasura.

La tecnica di stratificazioneSulla struttura pressata in primo luogo si sono rimossi iresidui di massa da rivestimento con l’ausilio di ossido dialluminio (110 µm, 2 bar di pressione). Quindi ho sab-biato la superficie della struttura con sabbia per lucida-tura. In seguito all’eccellente resistenza del materiale aldisilicato di litio non vi è il pericolo che il restauro si frat-turi sui bordi. Dopo la sabbiatura è stato applicato unostrato sottile di liquido di glasura e si é cosparsa la super-ficie di polvere dentina nello stesso colore del grezzo.

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In tal modo si migliora il legame fra la ceramica da stra-tificazione ed il materiale a base di disilicato di litio edinoltre con l’illuminazione dall’alto si crea un “effettodiamante” (figg. da 3a a d). Dopo la prima cottura a750°C si procede con una cottura di supercolori, in cuisi sono eseguite caratterizzazioni fini e dettagliate. Atale scopo si sono create delle individualizzazioni coni supercolori: nei punti profondi del restauro (fessuracentrale) sono stati applicati colori scuri e nei punti piùelevati (cuspidi) colori chiari (figg. da 4a a e).La stratificazione dopo la cottura supercolori è avvenutasecondo un semplice schema: dentina (B2) per le cuspi-di, un po’ di Effect 2 (OE2) fra le cuspidi fino alla fossacentrale (effetto di profondità) ed un po` di TranspaIncisal (TI1) per la creazione dell’anatomia latero-poste-riore – questo tuttavia di 0,2 mm più corto rispetto allaforma finale, per lasciare un po’ di spazio per il materia-le OE4. Questo materiale ha la caratteristica di riflettereuna parte della luce; per questo motivo viene spessousato per imitare l’effetto biancastro degli apici dellecuspidi (figg. da 5a a d). Dopo la stratificazione ed unasuccessiva cottura a 750°C mi sono dedicato alla tessi-tura superficiale. Con strumenti abrasivi l’ho rifinita fine-mente e sigillata con una cottura di glasura a 715°C.Infine il restauro è stato lucidato con gommini per luci-datura ed una pasta diamantata (fig. 6).

La tecnica di pitturaTutte le caratteristiche morfologiche del dente latero-posteriore, inclusa la tessitura superficiale, sono statetrasformate nella modellazione in cera. Dopo la pressa-tura dell’inlay in ceramica e la smuffolatura, la superfi-cie è stata leggermente rifinita e sono stati controllati ipunti di contatto nonché l’occlusione (fig. 7).Nella successiva cottura di supercolori e di caratteriz-zazione sono stati applicati gli stessi supercolori comenella tecnica di stratificazione (figg. 8a e b), non appli-cando i colori in grande quantità, onde evitare un “rifles-so”. In caso di materiale troppo spesso, la luce vieneriflessa dalla superficie del restauro e non trasparepertanto attraverso il restauro, non raggiungendo intal modo la traslucenza desiderata. Prima e dopo la cot-tura di glasura sono state controllate la forma e la chiu-sura marginale con polvere d’argento. Infine è avvenu-

ta la lucidatura a specchio con gommini e pasta dia-mantata (fig. 9).

ConfrontoEntrambi i restauri sono stati messi in prova intraoral-mente ed hanno presentato una precisione marginalequasi perfetta. Si è dovuto pertanto scegliere dal puntodi vista estetico il restauro da cementare effettivamente.A favore del restauro pitturato vi era la sua strutturamonolitica ed il fatto che è composta esclusivamente dadisilicato di litio pressato, la ceramica per pressatura piùstabile finora testata (fig. 10). Dal punto di vista mecca-nico e funzionale era da preferire questo restauro, tut-tavia non presentava la traslucenza desiderata. A con-fronto, il restauro stratificato presentava un effetto cro-matico chiaramente migliore (fig. 11), motivo per cui èstato infine cementato definitivamente (fig. 12).

ConclusioniUnitamente alla tecnica adesiva, IPS e.max Press eCeram rappresentano un enorme arricchimento per ilportfolio odontotecnico. In tal modo, per esempio, sipossono realizzare inlay altamente estetici con unaenorme resistenza. Questa è una alternativa convincen-te per il trattamento diretto di inlay – con vantaggi peril paziente, l’operatore, nonché l’odontotecnico. q

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Fig. 10 Messa in prova dell’in-lay interamente anatomicopressato e pitturato

Fig. 11 Messa in prova dell’in-lay stratificato in ceramica

Fig. 12 L’inlay cementato definitivamente

ZT Florin StoboranS. C. STOBY DENTAL S.R.L.Hategului / 39ARO-410257 Oradea/[email protected]

Corrispondenza:

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Odontotecnica

Nel caso descritto qui di seguito, l’autore ci mostradue diverse soluzioni per restauri di denti ante-riori: il classico procedimento con faccette cottesu massa da rivestimento, stratificate, nonché unmetodo non convenzionale con faccette pressatein ceramica.

Situazione iniziale Nel caso di questo paziente esigente si dovevano cor-reggere esteticamente i denti 11 e 21. Il paziente silamentava in particolare della posizione palatale deidenti nonché delle discromie delle otturazioni in com-posito (fig. 1). Nell’ottica di un trattamento mininvasi-vo si dovrebbe trovare una soluzione con la quale ridur-re il meno possibile la sostanza dentale intatta. Dopo un’analisi dei modelli era chiaro che una corre-zione estetica e mininvasiva era possibile soltanto confaccette in ceramica (fig. 2). In questo momento era ancora in dubbio, se fosse pos-sibile anche un procedimento non-invasivo. La posizio-ne palatale degli incisivi centrali superiori offriva suffi-ciente spazio per poter realizzare una faccetta stratifi-cata senza alcuna preparazione. Già in questa fase sié deciso di confrontare in questo caso un metodo rela-tivamente nuovo per il nostro mercato con il procedi-mento classico.

Procedimento classicoPer procedimento classico, intendo faccette in metallo-ceramica da stratificazione (IPS d.SIGN®) cotte su massadi rivestimento. Realizzo le faccette su monconi refratta-ri precedentemente preparati (GC Orbit Vest) (figg. da 3a 6). Nella stratificazione ho coperto la zona delle ottu-razioni in composito con Deep Dentin, per impedire untrasparire attraverso le faccette ceramiche. In zonacervicale utilizzo generalmente materiali trasparenti, ameno che le faccette non vengano realizzate per denticon notevoli discromie. In questo caso ho utilizzato lemasse Transpa Neutral e Opal Effect 1. La buona tra-

sparenza del Transpa Neutral e l’opalescenza simile allosmalto di Opal Effect 1 sono una buona combinazionein questo campo. Con questo procedimento ho fattoesperienze positive, in tal modo si possono mascherarein modo ottimale le zone di passaggio in zona cervica-le. Nel procedimento con monconi refrattari é impor-tante lavorare a piccoli passi. Il legame meccanico e chi-mico fra ceramica e rivestimento non é così come fraopaco e ceramica nella convenzionale stratificazione suuna struttura.

Talvolta si intraprendononuove stradeTrattamento con faccette stratificate su una base di ceramica pressata Mastro Odt. Szabolcs Hant, Budapest/Ungheria

Fig. 1 Situazione iniziale: discromia delle otturazioni in com-posito ed una anomalia di posizione dei denti, per il pazientesono fattori di disturbo.

Fig. 2 Il modello della situazione iniziale mostra uno sposta-mento palatale degli incisivi centrali.

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E’ assolutamente necessario tenere in considerazionequesto fatto, poiché se dal moncone si stacca una cera-mica stratificata in eccessivo spessore, risulta molto dif-

ficile effettuare una correzione. Poiché non é presenteuna struttura metallica coperta dall’opaco, é sufficienteuno strato relativamente sottile di dentina. In tal modovi è maggiore spazio a disposizione per i materiali inci-sali. Dopo la cottura sono stati rimossi i monconi refrat-tari e messe in prova le faccette. In zona cervicale, ilrisultato era ottimale. Il motivo per questo era fra l’altro la possibilità di prova con la relativa pasta Try-in(Variolink® Veneer Try-In). Anche in zona incisale il colo-re dentale sembrava ben riuscito, lo smalto trasparentestratificato lasciava trasparire il proprio colore dentale.Tuttavia spesso il risultato non é quello che si crede, aprecisa osservazione abbiamo notato un difetto nonaccettabile per il paziente esigente. Le immagini da 7 a9 dimostrano che lo smalto era leggermente più chiarodei denti contigui.

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Fig. 3 Stratificazione della Deep Dentin cromatica, per otteneresufficiente potere coprente

Fig. 4 Completamento della stratificazione con masse Transpaed Opal

Fig. 5 Le faccette stratificate sui monconi refrattari Fig. 6 Le faccette dopo la rimozione del rivestimento

Fig. 7 La messa in prova delle faccette ... Fig. 8 ... non é risultata soddisfacente per il paziente e neppureper il team operante.

Fig. 9 Lo smalto presenta eccessiva luminosità, le faccetteappaiono inoltre leggermente sovradimensionate.

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Non eravamo soddisfatti neppure della forma. Le fac-cette erano sovradimensionate e non avevano un aspet-to armonico.

Un metodo innovativoDovevo trovare una soluzione per soddisfare il pazien-te. Il metodo ora scelto si basava sullo stesso proce-dimento, tuttavia con l’utilizzo di altri materiali. Nellagamma di prodotti della ceramica per pressaturaIPS e.max® Press sono disponibili grezzi altamente tra-sparenti “HT”. Questo materiale è stato sviluppatoper la realizzazione di inlay, onlay, faccette e coronetotalmente anatomici. Grazie alla maggiore viscositàed all’elevata resistenza (400 MPa) del materiale sipossono pressare anche faccette estremamente sot-tili (0,3 mm).In questo caso le faccette sono state pressate da ungrezzo HT A2 e quindi rifinite fino ad uno spessore di0,3 mm (fig. 10). Il controllo sul paziente ha dimostra-to, che anche questo materiale assorbe in modo otti-male il colore (fig. 11). Nella stratificazione abbiamodovuto tenere in considerazione anche le otturazioni incomposito presenti. Per mascherarle, ho utilizzato lepaste Try-in, per simulare l’effetto cromatico. Nella rea-lizzazione dello smalto vi era sufficiente spazio a dispo-sizione, questo significa che potevo guidare mirata-mente la trasparenza. Per coprire la discromia prossi-

male delle otturazioni ho utilizzato un materiale opaco.A tale scopo nel sistema IPS e.max® vi sono due pos-sibilità: Deep Dentin e masse Mamelon – entrambehanno un notevole potere coprente. Il materiale permamelon tuttavia in queste indicazioni andrebbe impie-gato con parsimonia. A parte il colore “light” le massesono chiaramente colorate, cosa che può influire sulcolore del restauro. Quindi sono state stratificate comedi consueto le masse dentina e trasparente. Un gran-de vantaggio di questo tipo di procedimento è che lastratificazione e la relativa scelta di materiali può esse-re controllata direttamente in bocca fra una cottura el’altra (fig. 12). Come già accennato, non ero soddisfatto della formadelle faccette precedentemente stratificate. Pertanto hooptato per una conformazione un po’ più ridotta deidenti incisivi e ne sono stato soddisfatto (fig. 13). Ancheil paziente ha gradito questa forma ed ho potuto cemen-tare definitivamente le faccette (fig. 14).

Il procedimento per la cementazione L’utilizzo di due diversi materiali ceramici rappresentauna buona occasione per parlare delle differenze nellatecnica di mordenzatura. La mordenzatura di faccetteceramiche con acido fluoridrico (IPS® Ceramic EtchingGel) é un aspetto importante ed allo stesso tempo cri-tico nella tecnica adesiva. La durata della mordenzatu-

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Fig. 10 Le faccette pressate sono state sottilmente rifinite esono state utilizzate come base per la stratificazione.

Fig. 11 Messa in prova delle faccette pressate prima della stra-tificazione

Fig. 12 Controllo dell’effetto cromatico dopo la prima cottura Fig. 13 Le faccette realizzate stratificando su una base di cera-mica per pressatura IPS e.max Press

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ra dipende dal materiale ceramico utilizzato. In questocaso vi sono differenze nei tempi di azione. Il tempo dimordenzatura indicato dal produttore per la ceramica abase di fluoro-apatite IPS d.SIGN è di 60 secondi, men-tre quello per la ceramica al disilicato di litio IPS e.maxPress è di soli 20 secondi.Queste indicazioni dovrebbero essere rispettate esat-tamente. Dopo l’azione dell’acido, la superficie deveessere detersa accuratamente con acqua corrente. Peruna detersione ottimale utilizzo un apparecchio adultrasuoni. La mordenzatura delle faccette può essereeffettuata dall’odontotecnico. E’ tuttavia assolutamen-te necessario considerare che dopo la messa in provain bocca, la superficie mordenzata deve essere nuova-mente detersa, prima che avvenga la silanizzazione(Monobond Plus). Risultati di studi affermano, che dalla saliva possonorimanere residui contaminanti, che influiscono negati-vamente sull’adesione, in particolare se per la messain prova si utilizzano paste Try-in prodotte sulla base diglicerina.

ConclusioniDa anni le faccette in ceramica IPS d.SIGN rappresen-tano soluzioni molto estetiche. Tuttavia oggigiorno visono a disposizione anche altri materiali e metodi con iquali in determinati casi si possono ottenere risultati

altrettanto buoni, se non talvolta migliori, come peresempio il sistema IPS e.max. A seconda del caso delpaziente, vale la pena di ponderare strade alternativeper la realizzazione, lasciando spazio alla creatività, masempre tenendo in considerazione la scienza dei mate-riali ed altre eventuali limitazioni. q

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Fig. 14 Le faccette cementate. Ora sono soddisfatti sia il paziente che il team operante. Talvolta è necessario un secondo tentativo ...

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Corrispondenza:

Ztm. Szabolcs HantMadarász Viktor utca 13.HU-1131 [email protected]

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