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SCUOLA MEDIA DI PREGASSONA Direttore Mario Colombo ANNI 2008-09 e 2009-10 CLASSI 3. e 4. “CINEMA E CONFLITTI” RESOCONTO ATTIVITÀ PER IL SITO WEB a cura di Gregory Catella docente di materie cinematografiche tel +4191 930 0769 e cell. +4179 687 2101 [email protected] Corcarei, 6968 Sonvico © Sonvico, 5 maggio 2010

RESOCONTO ATTIVITÀ PER IL SITO WEB - …«Cinema e conflitti» alla scuola media di Pregassona Da marzo 2009 a giugno 2010, un gruppo di ca. 120 allievi ha partecipato a un corso

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SCUOLA MEDIA DI PREGASSONA Direttore Mario Colombo ANNI 2008-09 e 2009-10 CLASSI 3. e 4. “CINEMA E CONFLITTI”

RESOCONTO ATTIVITÀ PER IL SITO WEB a cura di Gregory Catella docente di materie cinematografiche tel +4191 930 0769 e cell. +4179 687 2101 [email protected] Corcarei, 6968 Sonvico © Sonvico, 5 maggio 2010 

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«Cinema e conflitti» alla scuola media di Pregassona

Da marzo 2009 a giugno 2010, un gruppo di ca. 120 allievi ha partecipato a un corso di alfabetizzazione al cinema nella sede della Scuola media di Pregassona, a cura di Gregory Catella, docente di materie cinematografiche.

All'inizio del percorso, le ragazze e i ragazzi frequentavano la terza media, erano perciò all'inizio del secondo biennio. Alla fine dell'attività didattica, si ritrovano alle soglie di un passaggio dalle molteplici implicazioni per il loro futuro di giovani adulti: il passaggio alla scuola superiore o alla formazione professionale.

Il corso di alfabetizzazione al cinema si propone di stimolare nei giovani spettatori una fruizione dei film matura e consapevole, capace di andare oltre la superficie ammiccante delle immagini e la forza persuasiva del suono, per scoprire i significati impliciti o nascosti in un’opera cinematografica; per non subire passivamente gli effetti di moda o accondiscendere all’omologazione.

Favorire l'incontro con i film a scuola ha anche un'altra funzione, che è altrettanto importante dello sviluppo di un'attitudine critica verso i prodotti dell'industria culturale. Nella sua espressione più alta e più nobile il cinema è infatti una forma d'arte che, come tale, interpella e provoca il suo spettatore, lo mette in discussione e lo invita a un confronto. Creare dei legami forti tra i giovani spettatori e i film significa sviluppare un interesse e una fiducia duratura verso l'espressione artistica e i processi trasformativi innescati dalle opere d'arte, processi che possono trasferirsi con successo nella vita di tutti i giorni, negli individui e nella società.

Quando l'incontro è fecondo un film fornisce al suo spettatore elementi, spunti e suggestioni che possono aiutare a capire la vita e a viverla meglio, a trasformare, per esempio, il disagio e il conflitto in occasioni di confronto, di trasformazione e di crescita. Ma non bisogna credere che spetti al docente o all'educatore definire quale film è destinato a diventare il film preferito del giovane spettatore – quello che arriva al momento giusto perché ne incontra le attese e dà forma alle sue segrete speranze o inconfessabili paure. Ruolo del docente e della scuola è, o dovrebbe essere, quello di moltiplicare le possibilità di vedere i film, affinché diventi sempre più probabile che tale incontro avvenga.

L'obiettivo minimo di queste lezioni sarà stato quello di stimolare la curiosità degli allievi verso un cinema alternativo nella forma e nei contenuti, così come nelle strategie di promozione e di diffusione, quale prima indispensabile tappa verso la formazione di un pubblico esigente e avvertito. La tappa successiva, l'obiettivo inconfessabile, sarà stato quello di trasmettere agli adulti di domani alcuni strumenti perché, nella vita di tutti i giorni, sappiano riconoscere e apprezzare ciò che è nuovo o diverso, e all’occorrenza maturare il coraggio sufficiente a difenderlo e coltivarlo; per contribuire alla costruzione di una società futura complessa e plurale, democratica e tollerante.

(vedi il PROGRAMMA COMPLETO dell’attività didattica)

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Un fotogramma di EFFETTO NOTTE di François Truffaut (1973)

Il regista François Truffaut sul set di EFFETTO NOTTE (1973)

Le prime lezioni introduttive si sono svolte da marzo a aprile 2009. Tre gruppi di studenti, composto ognuno da due classi di terza media, ha assistito alle lezioni che hanno proposto alcune sequenze di film tratte da opere rappresentative della storia del cinema, poi discusse insieme.

(vedi le schede didattiche IL LINGUAGGIO DEL CINEMA)

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Alcuni fotogrammi ‘simmetrici’ da IL BUONO, IL BRUTTO , IL CATTIVO (1966) di Sergio Leone

A un anno di distanza da quelle prime lezioni introduttive al cinema e al suo linguaggio, l’allestimento della mostra itinerante “Conflitti, litigi e altre rotture” a cura del Centro psicopedagogico per la pace di Piacenza, offre l’occasione per organizzare alcune proiezioni sul tema “Cinema e conflitti”.

"…garantire nuove forme di relazione non più basati su vincoli imprescindibili ma capaci di tollerare una giusta distanza che consenta anche il conflitto come parte essenziale e naturale del rapporto." "...promuovere un’alfabetizzazione al conflitto, che assuma il carattere di una sfida necessaria per affrontare la complessità del vivere in una società sempre più liquida." (Daniele Novara. Conflitti, litigi e altre rotture. Piacenza: Centro Psicopedagogico per la pace e la gestione dei conflitti).

Le proiezioni costituiscono l’ideale continuazione di quella prima esperienza didattica e sono affidate, come in precedenza, a Gregory Catella. Per dare maggior risalto didattico all’esperienza si è deciso di accompagnare le visioni dei film con presentazioni e discussioni in classe.

La scelta viene compiuta, in accordo con la direzione e i docenti della scuola, a partire da una lista di dodici film, rappresentativi di differenti emergenze del fenomeno del conflitto giovanile a partire dagli anni ’50: GIOVENTÙ BRUCIATA di Nicholas Ray (Usa 1955), LA RABBIA GIOVANE di Terrence Malick (Usa 1974), UN’ESTATE DAL NONNO di Hou Hsiao-hsien (Taiwan, 1984), DOV’È LA CASA DEL MIO AMICO? di Abbas Kiarostami (Iran 1989), FUGA DALLA SCUOLA MEDIA di Todd Solondz (Usa 1995), LA PROMESSE (Belgio 1996) e ROSETTA (Belgio 1999) dei fratelli Dardenne, LE BICICLETTE DI PECHINO di Wang Xiaoshuai (Cina 2001), SWEET SIXTEEN di Ken Loach (GB 2002), CIDADE DE DEUS di Fernando Meirelles (Brasile 2003), THIRTEEN di Catherine Hardwick (Usa 2003), L’ESQUIVE (LA SCHIVATA) di Abdel Kechiche (F 2005).

(vedi la LISTA COMPLETA DEI 12 FILM)

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I film scelti sono LA SCHIVATA e FUGA DALLA SCUOLA MEDIA e vengono proposti all’interno dell’orario scolastico, a gruppi di due classi per volta. Il commento e l’analisi avvengono di seguito alla proiezione, dopo una breve pausa.

(vedi le NOTE PRELIMINARI ALLA VISIONE DEI FILM)

"Il conflitto può essere vissuto come valore positivo, come occasione di trasformazione e di crescita". (Daniele Novara. Conflitti, litigi e altre rotture. Piacenza: Centro Psicopedagogico per la pace e la gestione dei conflitti).

LA SCHIVATA, ambientato in una cité alla periferia di Parigi, è un film che si presta a sottolineare gli effetti dell’ambiente sui caratteri dei personaggi e sulle relazioni interpersonali (dinamiche di gruppo, rapporto uomo-donna e adulto-giovane), così come le strategie messe in atto per gestire i conflitti (scontro verbale e fisico, dialogo e ricerca del compromesso, solidarietà all’interno del gruppo). Questi aspetti, se portati alla luce nella discussione che segue la proiezione, permettono di superare la distanza dovuta alle importanti differenze del contesto in cui evolvono i protagonisti del film, rispetto a quello in cui vivono quotidianamente i giovani spettatori.

(vedi la SCHEDA DE LA SCHIVATA)

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Dopo la visione del film, ai ragazzi è stato chiesto di esprimere un parere su quanto visto e sentito. Un’impressione a caldo, una valutazione assolutamente soggettiva che può prendere spunto da aspetti anche molto parziali del film – una scena o un momento che hanno colpito in positivo o in negativo, l’uso della cinepresa o il ricorso alle musiche, la recitazione di un attore o di un’attrice, le scenografie o i costumi, ecc… – da cui partire per un’analisi più approfondita.

Le osservazioni spontanee degli allievi forniscono la traccia per la successiva discussione.

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Bisognerebbe togliere le parolacce! (Simona)

Ci sono troppi giuramenti.... che non si possono mantenere (Nadir)

I litigi sono esasperati. (Miriana)

Che confusione tra Krimo e Lydia! Mi pare che ingigantiscano i problemi! (Joyce)

I comportamenti sono inverosimili, le situazioni irreali.

Troppi litigi, non si accordano, non risolvono i conflitti. Manca il rispetto!

Qual è il senso del film? (Paride)

Ci sono scene che non c'entrano.

La trama è spezzata.

C’è troppa enfasi.

A me la trama pare scontata. (Roberto)

La trama, quale trama? Ma se non succede niente! (Elia) Ma come finisce? Dov'è il finale?! (Bruno)

Non poteva finire meglio?

Ci sono pochi concetti. (Fabio)

Ci sono buchi di sceneggiatura. (Marco)

Le inquadrature sono cattive. (Valentina)

Le scene sono lunghe e ripetitive. È noioso!

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Fathi, Nanou e Frida aspettano i loro amici Lydia e Krimo, poco prima dell’arrivo della polizia. (LA SCHIVATA di Abdel Kechiche, 2004)

Come va a finire la scena della polizia?! A me la scena della polizia ha dato fastidio! C’è molta violenza! (Mattia)

La polizia interviene duramente durante la discussione tra Lydia e Krimo.

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Frida nel film LA SCHIVATA (2004)

Quel che succede tra Frida e Fathi mi ha dato fastidio. Perché Fathi non si fa i fatti suoi? (Olivier)

Che esagerata, Frida! (Ambra)

Sarà poi vero che suo papà e suo fratello la picchiano con la cinghia? (Ambra)

A me Frida è piaciuta molto. (Davide)

...Ma se urla troppo! (Ambra)

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FUGA DALLA SCUOLA MEDIA, proposto al primo gruppo di due classi, affronta il tema del bullismo a scuola e della difficoltà di crescita, della rapporto con se stessi e il proprio corpo. Gli studenti possono interrogarsi sul proprio rapporto con i compagni, con i genitori e i fratelli, con i docenti e gli altri adulti. Chiedersi con quali sentimenti affrontano il cambiamento che il loro corpo sta compiendo. In quale modo si immaginano la loro vita di adulti. Cosa pensano della sessualità. Quanto desiderano fare esperienze sessuali e che cosa questo rappresenta per loro. Quali sono le situazioni che creano loro imbarazzo. Quando capita loro di sentirsi impacciati e quando invece tutto risulta facile. Come pensano di risolvere le situazioni più imbarazzanti o spiacevoli che sono destinate a riprodursi (a scuola, a casa). Quali strategie adottano per dirsi che tutto va bene anche quando le situazioni sembrano provare il contrario. Cosa significa per loro l’autostima.

(vedi la SCHEDA DI FUGA DALLA SCUOLA MEDIA)

Qual è il senso del film? (Luca)

e il finale? Com’è il finale? (Thomas)

…è troppo frettoloso! (Federico)

Non c'è sviluppo... l'inizio è uguale alla fine. (Sabine) ...anzi, peggiora! (Thomas)

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Brandon dà appuntamento a Dawn dopo la scuola, con la promessa … di violentarla alle 15 precise!

Avrei voluto che la protagonista diventasse più bella (Sara)

È davvero orrenda! (Melanie)

...Troppo brutta! (tutti)

Anche i vestiti sono orrendi (Vanessa, Sandra)

…e quando si mette i pantaloni attillati verdi e il top azzurro?! bleah!! (tutti i maschi)

Dawn Wiener non è apprezzata dai suoi compagni di scuola che al contrario la deridono a ogni occasione.

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È tutto troppo esagerato (Thomas)

Il film non sembra reale (Melanie)

Manca la storia perché manca l'azione (Dennis) Erano altri tempi (Lazzaro)

I dialoghi sono copiati (Nicolas)

Ma la sorellina non fa niente per tutto il film?

I genitori sono ingiusti con lei. La colpa è sempre del fratello maggiore! (Nicola)

Qual è il senso del film? Che se non vai bene a scuola scappi a New York? (Nasser)

Secondo me parla dell'importanza della conquista. (Luca)

…e della dignità.

Forse vuole insegnare a stare bene con se stessi e con gli altri. (Melanie)

Dopo la prima proiezione al primo gruppo di studenti e la successiva discussione in comune, ci siamo resi conto che Ie difficoltà che la protagonista deve fronteggiare all’entrata nella scuola media, erano in parte lontane dalle preoccupazioni attuali e più urgenti dei giovani spettatori. Ne risultava parzialmente ‘raffreddata’ l’identificazione degli spettatori con i protagonisti e le vicende narrate.

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Per le visioni successive, abbiamo quindi deciso di sostituire Fuga dalla scuola media con PARANOID PARK, del regista americano Gus van Sant, Premio speciale della giuria a Cannes 2007. Un film che avvicina con grande sensibilità e simpatia il mondo degli adolescenti. Il giovane protagonista, in seguito a un incidente dalle conseguenze fatali, si trova confrontato alla difficile scelta se confidarsi o meno con gli adulti e, in particolare, con la polizia.

(vedi la SCHEDA DI PARANOID PARK)

Ma questo film è fatto in casa? (Markus)

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Lo stile riproduce i pensieri del protagonista. (Nicola)

Mi è piaciuta la ragazza, Jennifer! (...)

No, l'altra no, è una cozza! (tutti)

Era noioso, però. (Sharon e Valmir)

Beh, la musica punk non era male... era 'forte'! (Robin)

La videocamera, cioè... la cinepresa, era fissa… sbilenca! (Federico)

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Le scene sono troppo lunghe... è spaesante! (Filomena)

Ma questo film inizia dalla fine? (Filomena) Le inquadrature sono troppo ripetitive! (Egson)

Sono d'accordo, ci sono troppe ripetizioni di scene. (Federico, Gregory)

Troppo lento! (Valentina)

Ma l'esito dell'indagine qual è? (Riccardo, Mattia, Oliver)

È un film insoddisfacente, senza senso. (Elias)

Bisognerebbe rimpolpare la trama! (Joyce)