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Atti Parlamentari – I – Camera dei Deputati XVII LEGISLATURA DISCUSSIONI SEDUTA DI LUNEDÌ 26 GIUGNO 2017 RESOCONTO STENOGRAFICO 820. SEDUTA DI LUNEDÌ 26 GIUGNO 2017 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI INDI DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO I N D I C E RESOCONTO STENOGRAFICO .................... 1 - 76 Missioni............................................................... 1 Presidente.......................................................... 1 Annunzio della presentazione di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.............................................................. 1 Presidente.......................................................... 1 Modifica nella composizione di gruppi parlamentari........................................................ 2 Presidente.......................................................... 2 Approvazione in Commissione.................................. 2 Presidente.......................................................... 2 N.B. Il RESOCONTO SOMMARIO è disponibile on line già nel corso della seduta, alla pagina “Resoconti” del sito della Camera dei deputati. Il Resoconto Sommario è corredato di collegamenti ipertestuali verso il Resoconto Stenografico (Vedi RS) ed ai documenti di seduta (Vedi All. A). I documenti esaminati nel corso della seduta e le comunicazioni all’Assemblea non lette in aula sono pubblicati nell’Allegato A. Gli atti di controllo e di indirizzo presentati e le risposte scritte alle interrogazioni sono pubblicati nell’Allegato B. N.B. PARTITO DEMOCRATICO: PD; MOVIMENTO 5 STELLE: M5S; FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE: FI-PDL; ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA: MDP; ALTERNATIVA POPOLARE-CENTRISTI PER L'EUROPA-NCD: AP-CPE-NCD; LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI: LNA; SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE: SI-SEL-POS; SCELTA CIVICA-ALA PER LA COSTITUENTE LIBERALE E POPOLARE-MAIE: SC-ALA CLP-MAIE; CIVICI E INNOVATORI: CI; DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO: DES- CD; FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE: FDI-AN; MISTO: MISTO; MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI: MISTO-CR; MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE: MISTO-MIN.LING.; MISTO-UDC-IDEA: MISTO-UDC-IDEA; MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-TUTTI INSIEME PER L'ITALIA: MISTO-AL-TIPI; MISTO-FARE!-PRI: MISTO-FARE!-PRI; MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI): MISTO-PSI-PLI.

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Atti Parlamentari – I – Camera dei DeputatiXVII LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DI LUNEDÌ 26 GIUGNO 2017

RESOCONTO STENOGRAFICO

820.

SEDUTA DI LUNEDÌ 26 GIUGNO 2017

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

INDI

DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

I N D I C E

RESOCONTO STENOGRAFICO .................... 1 - 76

Missioni...............................................................1Presidente.......................................................... 1

Annunzio della presentazione di un disegno di legge diconversione e sua assegnazione a Commissione in sedereferente..............................................................1

Presidente.......................................................... 1

Modifica nella composizione di gruppiparlamentari........................................................ 2

Presidente.......................................................... 2

Approvazione in Commissione.................................. 2

Presidente.......................................................... 2

N.B. Il RESOCONTO SOMMARIO è disponibile on line già nel corso della seduta, alla pagina “Resoconti” del sito della Camera deideputati. Il Resoconto Sommario è corredato di collegamenti ipertestuali verso il Resoconto Stenografico (Vedi RS) ed ai documentidi seduta (Vedi All. A).I documenti esaminati nel corso della seduta e le comunicazioni all’Assemblea non lette in aula sono pubblicati nell’Allegato A.Gli atti di controllo e di indirizzo presentati e le risposte scritte alle interrogazioni sono pubblicati nell’Allegato B.

N.B. PARTITO DEMOCRATICO: PD; MOVIMENTO 5 STELLE: M5S; FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONIPRESIDENTE: FI-PDL; ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA: MDP; ALTERNATIVA POPOLARE-CENTRISTIPER L'EUROPA-NCD: AP-CPE-NCD; LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI: LNA; SINISTRAITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE: SI-SEL-POS; SCELTA CIVICA-ALA PER LA COSTITUENTE LIBERALEE POPOLARE-MAIE: SC-ALA CLP-MAIE; CIVICI E INNOVATORI: CI; DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO: DES-CD; FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE: FDI-AN; MISTO: MISTO; MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI: MISTO-CR;MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE: MISTO-MIN.LING.; MISTO-UDC-IDEA: MISTO-UDC-IDEA; MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-TUTTIINSIEME PER L'ITALIA: MISTO-AL-TIPI; MISTO-FARE!-PRI: MISTO-FARE!-PRI; MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) -LIBERALI PER L'ITALIA (PLI): MISTO-PSI-PLI.

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Atti Parlamentari – II – Camera dei DeputatiXVII LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DI LUNEDÌ 26 GIUGNO 2017 – N. 820

Disegno di legge: Legge annuale per il mercato e laconcorrenza (Approvato dalla Camera e modificato dalSenato) (A.C. 3012-C) (Discussione)...........................2

Presidente.......................................................... 2

(Discussione sulle linee generali – A.C. 3012-C)............... 2

Presidente.................................... 2, 4, 6, 8, 9, 12, 15CRIPPA Davide, Relatore di minoranza.......................6FREGOLENT Silvia, Relatrice per la VI Commissione.....4GENTILE Antonio, Sottosegretario di Stato per lo Sviluppoeconomico..........................................................8MARTELLA Andrea, Relatore per la X Commissione......2RUSSO Paolo (FI-PDL)......................................... 9SCUVERA Chiara (PD)........................................12

(La seduta, sospesa alle 14,15, è ripresa alle 14,45)...........15

Missioni............................................................. 15

Presidente.........................................................15

Si riprende la discussione.......................................15

(Ripresa discussione sulle linee generali – A.C. 3012-C).....................................................................15

Presidente............................................... 15, 19, 21BALDELLI Simone (FI-PDL)................................ 19MAZZIOTTI DI CELSO Andrea (CI)...................15, 16

(Repliche - A.C. 3012-C).........................................21

Presidente.........................................................21FREGOLENT Silvia, Relatrice per la maggioranza per la VICommissione.....................................................21

Proposte di legge: Biondelli ed altri; Zolezzi ed altri; Baronied altri; Vargiu ed altri; Amato ed altri; Paola Boldrini edaltri; Binetti: Istituzione e disciplina della Rete nazionaledei registri dei tumori e dei sistemi di sorveglianza edel referto epidemiologico per il controllo sanitario dellapopolazione (A.C. 913-2983-3115-3483-3490-3555-3556-A)(Discussione)....................................................... 21

Presidente.........................................................21

(Discussione sulle linee generali – A.C. 913-A edabbinate).............................................................21

Presidente................................. 21, 23, 25, 27, 30, 32BARONI Massimo Enrico, Relatore......................... 23BINETTI Paola (MISTO-UDC-IDEA).................. 30, 32BURTONE Giovanni Mario Salvino, Relatore..............22LABRIOLA Vincenza (FI-PDL)..............................28MIOTTO Anna Margherita (PD)............................. 25

(Repliche - A.C. 913-A ed abbinate)............................32

Presidente.........................................................32BURTONE Giovanni Mario Salvino, Relatore..............32

Proposta di legge: S. 10-362-388-395-849-874-B - D'iniziativa dei senatori: Manconi ed altri; Casson ed altri;

Barani; De Petris e De Cristofaro; Buccarella ed altri;Torrisi: Introduzione del delitto di tortura nell'ordinamentoitaliano (Approvata, in un testo unificato, dal Senato,modificata dalla Camera e nuovamente modificata dalSenato) (A.C. 2168-B) (Discussione)..........................32

Presidente.........................................................32

(Discussione sulle linee generali – A.C. 2168-B)............. 33

Presidente............................. 33, 37, 39, 40, 41, 44, 45FARINA Daniele (SI-SEL-POS)..............................44FERRARESI Vittorio, Relatore di minoranza......37, 39, 40GIULIANI Fabrizia (PD)...................................... 40VAZIO Franco, Relatore per la maggioranza................33VITO Elio (FI-PDL)............................................41

(Repliche - A.C. 2168-B).........................................45

Presidente.................................................... 45, 47MIGLIORE Gennaro, Sottosegretario di Stato per laGiustizia.......................................................... 45

Relazione all'Assemblea sulle forme di raccordo tralo Stato e le autonomie territoriali e sull'attuazionedegli statuti speciali, approvata dalla Commissioneparlamentare per le questioni regionali (Doc. XVI-bis, n. 11)(Discussione)....................................................... 47

Presidente.........................................................47

(Discussione - Doc. XVI-bis, n. 11).............................47

Presidente............................................... 47, 52, 56D'ALIA Giampiero, Presidente della Commissioneparlamentare per le questioni regionali.................. 47, 52RIBAUDO Francesco (PD)....................................52

(Annunzio di una risoluzione - Doc. XVI-bis, n. 11)..........56

Presidente.........................................................56

Ordine del giorno della seduta di domani................... 56

Presidente.........................................................56

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATAAUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCEAL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTAODIERNA: ANDREA MARTELLA E SILVIAFREGOLENT (A.C. 3012-C).................................. 57

FREGOLENT Silvia, Relatrice per la maggioranza per la VICommissione.....................................................63MARTELLA Andrea, Relatore per la maggioranza per la XCommissione.....................................................57

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATAAUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCEAL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTAODIERNA: FRANCO VAZIO (A.C. 2168-B)...............68

VAZIO Franco, Relatore per maggioranza.................. 68

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Atti Parlamentari — 1 — Camera dei DeputatiXVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DI LUNEDÌ 26 GIUGNO 2017 — N. 820

RESOCONTO STENOGRAFICO

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTESIMONE BALDELLI

La seduta comincia alle 13.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.Invito la deputata segretaria a dare lettura delprocesso verbale della seduta precedente.

ANNA MARGHERITA MIOTTO, Segretaria,legge il processo verbale della seduta del 22giugno 2017.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, ilprocesso verbale si intende approvato.  (È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensidell'articolo 46, comma 2, del Regolamento,i deputati Aiello, Alli, Amendola, Amici,Bellanova, Bernardo, Dorina Bianchi,Biondelli, Blazina, Bobba, Bocci, Bonifazi,Michele Bordo, Borletti Dell’Acqua, Boschi,Matteo Bragantini, Bratti, Bressa, Brunetta,Caparini, Capelli, Casero, Castiglione, Catania,Causin, Centemero, Antimo Cesaro, Cimbro,Costa, D’Alia, Dambruoso, Damiano, DeMicheli, Del Basso De Caro, Dellai, Di Gioia,Manlio Di Stefano, Faraone, Fava, Fedriga,Ferranti, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli,Franceschini, Galati, Garofani, Gelli, GentiloniSilveri, Giachetti, Giacomelli, GiancarloGiorgetti, Gozi, Kronbichler, La Marca, LaRussa, Laforgia, Locatelli, Lorenzin, Losacco,

Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Marazziti,Marcon, Migliore, Nicoletti, Orlando, Pes,Pisicchio, Portas, Quartapelle Procopio,Rampelli, Ravetto, Realacci, Rosato, DomenicoRossi, Rughetti, Sani, Santerini, Scalfarotto,Tabacci, Valeria Valente, Velo, Vignali e Zampasono in missione a decorrere dalla sedutaodierna.I deputati in missione sono complessivamentenovantasei, come risulta dall'elenco depositatopresso la Presidenza e che sarà pubblicatonell'allegato A al resoconto della sedutaodierna (Ulteriori comunicazioni all'Assembleasaranno pubblicate nell'allegato A al resocontodella seduta odierna).

Annunzio della presentazione di un disegnodi legge di conversione e sua assegnazione

a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. La Ministra per i rapporticon il Parlamento, con lettera in data 25giugno 2017, ha presentato alla Presidenzail seguente disegno di legge, che è statoassegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma1, del Regolamento, in sede referente, alla VICommissione (Finanze):“Conversione in legge del decreto-legge 25giugno 2017, n. 99, recante disposizioni urgentiper la liquidazione coatta amministrativa diBanca Popolare di Vicenza S.p.A. e diVeneto Banca S.p.A.” (4565) – Parere delleCommissioni I, II, V, VII, VIII, X, XI, XIII eXIV e della Commissione parlamentare per lequestioni regionali.Il suddetto disegno di legge, ai finidell'espressione del parere previsto dal comma

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Atti Parlamentari — 2 — Camera dei DeputatiXVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DI LUNEDÌ 26 GIUGNO 2017 — N. 820

1 del predetto articolo 96-bis, è stato altresìassegnato al Comitato per la legislazione.

Modifica nella composizionedi gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con letterapervenuta in data 22 giugno 2017, la deputataFucsia Fitzgerald Nissoli, già iscritta algruppo parlamentare Democrazia Solidale-Centro Democratico, ha dichiarato di aderireal gruppo parlamentare Forza Italia-Il Popolodella Libertà-Berlusconi Presidente.La presidenza di tale gruppo, con letterapervenuta in pari data, ha comunicato di averaccolto la richiesta.

Approvazione in Commissione.

PRESIDENTE. Comunico che, nella seduta digiovedì 22 giugno 2017, la II Commissione(Giustizia) ha approvato, in sede legislativa, laseguente proposta di legge:  C. 4439 approvata dalla 2^ Commissionepermanente del Senato recante: “Disposizionisulla elezione dei componenti dei consigli degliordini circondariali forensi”.

Discussione sulle linee generali del disegnodi legge: Legge annuale per il mercato ela concorrenza (Approvato dalla Camera emodificato dal Senato) (A.C. 3012-C).

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca ladiscussione del disegno di legge, già approvatodalla Camera e modificato dal Senato, n.3012-C: Legge annuale per il mercato e laconcorrenza.Avverto che lo schema recante la ripartizionedei tempi è in distribuzione e sarà pubblicato inallegato al resoconto stenografico della sedutaodierna (Vedi l’allegato A).

(Discussione sulle lineegenerali – A.C. 3012-C)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione

sulle linee generali.Avverto che il presidente del gruppoparlamentare MoVimento 5 Stelle ne ha chiestol’ampliamento senza limitazioni nelle iscrizionia parlare, ai sensi dell’articolo 83, comma 2, delRegolamento.Avverto, altresì, che le Commissioni VI(Finanze) e X (Attività produttive) si intendonoautorizzate a riferire oralmente.Ha facoltà di intervenire il relatore per laCommissione Attività produttive, onorevoleAndrea Martella.

ANDREA MARTELLA, Relatore per la XCommissione. Grazie, signor Presidente. Signorsottosegretario, onorevoli colleghi, giungefinalmente in Aula uno dei provvedimenti piùcomplessi dell’intera legislatura, più difficili dalpunto di vista dell’iter parlamentare.Si è trattato e si tratta della prima leggeannuale sulla concorrenza, ma anche di unalegge, la cui ampiezza dei temi trattati hainteressato per molto tempo - forse troppotempo - il percorso parlamentare. Sono passati,infatti, due anni e, mentre inizio questa breveillustrazione del provvedimento, rivolgo a tuttinoi l’auspicio che questa terza lettura sipossa concludere costruttivamente e che, intempi rapidi, ci sia l’approvazione definitiva alSenato. Lo dico perché, nonostante il tempopassato e i cambiamenti avvenuti nell’impiantooriginario, ritengo ancora che questo sia unprovvedimento importante, utile a stimolarela crescita economica dell’Italia, utile adinnalzare il livello di concorrenza in alcunisettori produttivi e nel vasto campo dei serviziprofessionali.Infatti, rimangono attuali le ragioni per lequali questa legge annuale per la concorrenzaè stata presentata al Parlamento, rimangonoassolutamente attuali gli obiettivi che ci sideve porre nell’approvare una legge di questogenere: da un lato, quello di avere un mercatocon regole più fluide, più aperte e piùinnovative; dall’altra parte, la possibilità ditutelare meglio i consumatori, che devono poterattingere a servizi e prodotti a più basso costo e

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con maggiore qualità.Tutto questo ci è stato chiaro fin dall’inizio,tutto questo è ancora chiaro, ed è per questaragione che abbiamo voluto, nonostante iltempo trascorso e le tante difficoltà, fare inmodo che il provvedimento superasse ogniostacolo e potesse andare finalmente in porto.Il nostro Paese, nel corso degli anni, ha fattosicuramente passi in avanti, ma ci sono tantiostacoli ancora da rimuovere, per cui sarànecessaria una legge annuale sulla concorrenzache intervenga in altri settori, di cui qui nonsi è potuto trattare, ma già gli ostacoli chevengono rimossi in questa legge annuale, nelsettore dei trasporti o nel settore del credito,delle assicurazioni, nel mondo dei servizi edelle professioni, fino al tema dell’energia,rappresentano alcuni passi in avanti ulteriori,che si fanno per rendere il nostro mercato unmercato più aperto e dinamico.Sono molte le questioni - come ho detto - che affrontiamo in questo provvedimentocosì corposo; mi limiterò a fare cenno allepiù importanti e poi a rimandare al testoscritto l’analisi puntuale del provvedimento,con le trasformazioni e le modifiche che sonointervenute anche nel corso della lettura alSenato.Tra i punti più qualificanti del disegno di legge,vi è senza dubbio quello del settore dell’energia,rispetto al quale si introducono importantiinnovazioni. In particolare, si determina lacessazione del regime di maggior tutela nelsettore del gas naturale, abrogando, a partiredal 1° luglio 2019, la disciplina che prevede ladefinizione, da parte dell’Autorità per l’energia,delle tariffe del gas per i consumatori che nonabbiano ancora scelto un fornitore sul mercatolibero.È inoltre eliminato il regime di maggior tutelanel settore dell’energia elettrica. Nel corsodell’esame in Senato, sono state introdottemodifiche a tali disposizioni: in primo luogo,è stata fissata al 1° luglio 2019 la data dallaquale decorre l’abrogazione del regime dimaggior tutela, mentre quella che era stataprevista da noi inizialmente era il 30 giugno

2017. Inoltre, il testo approvato dalla Cameraprevedeva che l’Autorità disciplinasse le misurerivolte a garantire la fornitura del serviziouniversale; nel corso dell’esame in Senato èstato specificato che la medesima Autoritàadotta disposizioni per assicurare il servizio disalvaguardia ai clienti finali domestici e alleimprese connesse in bassa tensione con meno dicinquanta dipendenti.Nel corso dell’esame - mi pare importanteriferire questo ulteriore cambiamento rispetto aquanto approvato al Senato -, in sede referentepresso le Commissione riunite VI e X, è statosoppresso il riferimento ai clienti che, allascadenza del mercato tutelato, non abbianoscelto il proprio fornitore, i quali sono dunquesottratti al regime delle aste per aree territoriali.Questo è uno dei cambiamenti avvenuti nelcorso dell’esame in Commissione.A tutela del consumatore sono previste diversemisure; queste misure rimangono intatte e sonostate anche migliorate dal Senato, e rimando altesto scritto la loro illustrazione.Nel corso dell’esame nelle Commissioni riuniteè avvenuto un altro importante cambiamentorelativo alle disposizioni in materia dicomunicazioni: si prevede, al comma 41, dieliminare una serie di vincoli, che oggi sonopresenti nei contratti con i fornitori di servizidi telefonia, televisivi e di comunicazionielettroniche.Il comma 44, introdotto nel corso dell’esame,è stato soppresso nel corso dell’esame insede referente presso le Commissioni VI e Xdella Camera. Tale disposizione fissava alcunicontenuti necessari dei contatti vocali nonsollecitati da parte di operatori nei confrontidegli abbonati, non risultando, però, chiara lapossibilità, con riferimento alle comunicazioniindesiderate, di consentire agli utenti direspingere eventuali chiamate non desiderate, lacosiddetta pratica del telemarketing selvaggio.Questo comma è stato soppresso nel corsodell’esame nelle Commissioni, si tratta di unodei cambiamenti avvenuti nel corso dell’esamein sede referente.Molte altre sono le disposizioni contenute

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Atti Parlamentari — 4 — Camera dei DeputatiXVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DI LUNEDÌ 26 GIUGNO 2017 — N. 820

nel provvedimento in materia ambientale,in materia di servizi professionali e, inproposito di servizi professionali, voglio riferireun’altra modifica avvenuta nel corso dell’esamein sede referente delle Commissione VIe X, ed è stato esplicitato chiaramentea proposito delle attività odontoiatriche informa societaria: nell’esercizio dell’attivitàodontoiatrica in forma societaria, deve esseregarantito che tutte le prestazioni che formanooggetto della professione di odontoiatra sianoerogate esclusivamente dai soggetti in possessodi titoli abilitanti. Inoltre, con una modificaal comma 156, è stato reso da facoltativo adobbligatorio lo svolgimento della funzione didirettore responsabile dei servizi odontoiatriciin una sola struttura facente capo a societàoperanti nel settore odontoiatrico. Questa èla terza delle quattro modifiche che abbiamofatto nel corso della sede referente; dellaquarta riferirà, poi, la collega Fregolent perchériguarda il tema delle assicurazioni, ma, comedetto, ci siamo limitati, rispetto alla lettura delSenato, a prevedere queste quattro modificheche ci sono sembrate utili per migliorareulteriormente il provvedimento rispetto aquanto era stato deciso e legiferato al Senato.Il provvedimento contiene altre importantimisure a proposito di servizi professionali, diservizi che riguardano il trasporto, di serviziche riguardano i beni culturali. Mi limito soloa elencarli e a rimandare, poi, al testo scrittoper una loro puntuale illustrazione. Alla finedi questo breve intervento, avendo dato contodelle modifiche intervenute e dei cambiamentipiù importanti avvenuti soprattutto nel settoredell’energia, credo che, assieme all’auspiciodi veder presto approvata questa legge sullaconcorrenza, dobbiamo pensare, anche, che infuturo una legge sulla concorrenza dovrà, forse,essere meno complessa, meno ambiziosa, piùpuntuale nei suoi interventi, ma sicuramenteincisiva, perché questa dell’apertura dei mercatie della liberalizzazione della concorrenzarimane una delle riforme principali di cui ilnostro Paese ha bisogno.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenirela relatrice per la Commissione Finanze,onorevole Silvia Fregolent.

SILVIA FREGOLENT, Relatrice per la VICommissione. Grazie, signor Presidente. Moltodi quanto volevo e dovevo dire è stato giàaccennato dal mio collega Martella. In questigiorni, si è molto parlato di concorrenza, conun’ansia di approvazione di un provvedimento;probabilmente l’ansia è dovuta al fatto che dal2009 si attende un provvedimento del genere.Questa legislatura, da molti criticata, da moltianche un po’ avvilita, talvolta, nei commenti,evidentemente, ha avuto più coraggio di altre,perché una legge sulla concorrenza è dal 2015che viene esaminata da questo Parlamento. Noil’approvammo nell’ottobre 2015, il Senato cel’ha restituita soltanto qualche settimane fa e noici siamo trovati di fronte ad un bivio: far fintache alcune storture che c’erano e che, secondome, non andavano, secondo noi, come relatorinon andavano bene, per l’interesse che questoprovvedimento ha, cioè quello di rendere ilmercato della concorrenza più aperto e, quindi,più utile ai consumatori, ecco, secondo noiquesto obiettivo non veniva raggiunto.Non veniva raggiunto, come ha prima indicatoil collega, per l’energia, per il telemarketing,per le società di odontoiatria e anche per lepolizze assicurative, perché veniva evitata lapossibilità di un rinnovo tacito alla scadenzadell’assicurazione; noi abbiamo previsto chequesto potesse avvenire, così come era statogià previsto nella prima lettura della Camera;se noi avessimo voluto avere un atteggiamentoostruzionistico, per evitare l’approvazione diquesto provvedimento, avremmo fatto bennumerose modifiche e io mi riferisco, inparticolar modo, a quanto accaduto per la partedi competenza della Commissione finanze. Noifacemmo un lavoro molto lungo, sei mesi, conun grande numero di audizioni e anche di moltemodifiche condivise che avevano portato a delledecisioni che a noi sembravano sagge ed eque.Ne cito due per comprenderne l’importanza:una era quella che viene considerata e chiamata:

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le assicurazioni del sud, cioè le assicurazionidi aree particolarmente sinistrose dove, oggi,le assicurazioni sono molto care, molto piùcare rispetto al resto del Paese. Noi abbiamo,grazie all’opera di tutti i gruppi parlamentarie dell’allora sottosegretaria Vicari, fatto untesto che prevedeva praticamente che il prezzovenisse imposto alle assicurazioni dall’IVASS.L’IVASS, subito dopo l’approvazione dellalegge, si oppose a questo modo di legiferare,perché disse che non competeva all’IVASSdeterminare il prezzo delle assicurazioni,perché questo non era libero mercato eperché si rischiava una procedura di infrazioneeuropea e il Senato ha riscritto questa norma,prevedendo la possibilità per l’IVASS di fareun regolamento che individua all’interno deicriteri per far sì che, nelle zone di particolaresinistrosità, si possa addivenire a ulteriori scontirispetto a quello che il testo prevede per il restodel Paese.Noi, come relatori, vigileremo affinché lerassicurazioni che l’IVASS ci ha datovengano applicate e, quindi, valuteremo se,effettivamente, questa soluzione sarà veramenterisolutiva per un pezzo di Paese, ma seavessimo voluto cambiare e fare ostruzionismoavremmo riportato la formulazione originaria;come alcuni colleghi anche del mio gruppo,il Partito Democratico, sono relatrice enon ho un gruppo, ma alcuni parlamentaridel Partito Democratico, tra cui l’onorevoleImpegno e l’onorevole Bruno Bossio, hannopresentato degli emendamenti esattamenteriproponendo la formulazione originale dellaCamera. Noi abbiamo voluto evitare questamodifica semplicemente perché avrebbe volutodire aprire un contenzioso con il Senato cheimpediva quella lettura veloce che le stessedichiarazioni di pezzi del Governo ci hannochiesto e con la rassicurazione del Ministro peri rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro,che ha detto che in breve tempo si puòcalendarizzare la lettura definitiva del Senato,proprio perché le modifiche sono state poche.Un altro elemento di perplessità è, per esempio,la norma che riguarda i testimoni; è stata

riportata al Senato la stesura che era previstaoriginalmente al testo che ci era venuto dalGoverno, sul fatto che, qualora ci sia unsinistro con danni alle cose senza danni allepersone, i testimoni abbiano pochissimo tempoper essere individuati, cioè al primo atto utile,lasciando così una discrepanza tra quello chepuò fare l’assicurato e quello che può farel’assicurazione. Anche questa formulazionenon ci convince, ma se avessimo voluto farritornare l’ipotesi originaria, sicuramente sisarebbe aperto un contenzioso con il Senato esaremmo ritornati ad un punto morto.Questi sono due esempi che ho fatto nelmio settore per dire che c’è tutta la volontà,da parte di questo Parlamento, da parte diquesta Camera, di addivenire al più prestoad una lettura definitiva del provvedimento,perché possiamo individuare degli elementidi luce. Non tutte, probabilmente, le coseche sono scritte ci convincono, ma ci sonoalcuni elementi di bontà; sempre nell’ambitodelle assicurazioni, per prevedere finalmente letabelle risarcitorie, la famosa tabella di Milano,che viene estesa a tutto il territorio nazionale,soprattutto per le macrolesioni, è un elemento diciviltà che non ci può che vedere gioire, perchésappiamo che il Paese, anche da questo punto divista, era spaccato.Tutte le normative che riguardano l’antifrode,dalla scatola nera alla possibilità di averesconti, anche sostanziali, attraverso una messain concorrenza delle varie assicurazioni, nonci può che vedere felici, perché finalmente icittadini avranno e percepiranno una scontisticamaggiore per quello che rimane ancora unelemento di discriminazione rispetto al restod’Europa.Tutti noi, quindi, non vediamo l’ora chequesto provvedimento arrivi alla conclusionee respingiamo al mittente il fatto che averprovocato quattro modifiche sia un elementoper evitare l’approvazione. Queste quattromodifiche erano in cura già al Senato volerlefare, probabilmente se fossero state autorizzatee fatte al Senato, e non messa la fiducia intutta fretta, a quest’ora avremmo dato la lettura

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definitiva. Oggi ne abbiamo fatte poche, perevitare che si riapra tutta la partita al Senato eche il Senato, con una lettura rapidissima, possaapprovare definitivamente il provvedimento diquesta prima legge sulla concorrenza.Concludo - consegnando poi il mio interventonella interezza - con l’auspicio dell’onorevoleMartella: che forse le prossime leggi sullaconcorrenza, invece di prevedere così tantematerie difformi l’una dall’altra, si concentrinosui vari settori, dal trasporto a tutte quellematerie che ancora devono essere toccate, perevitare che una così tanta quantità di norme,di fatto, invece di accelerare il procedimentoconclusivo, sia di ostacolo. Oggi ci arriva dalSenato un provvedimento con 193 commi,perché è stata posta la fiducia, quindi articolounico, e penso che i futuri avvocati e studiosi inlegge ci odieranno nel momento in cui dovrannostudiare un simile papocchio; ci perdonerannoma era la prima legge e speriamo che leprossime ci vengano meglio.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire ilrelatore di minoranza, onorevole Crippa.

DAVIDE CRIPPA, Relatore di minoranza.Grazie, Presidente. Ci ritroviamo dopo dueanni dall’approvazione del passaggio allaCamera e quella che dovrebbe essere unalegge annuale della concorrenza oggi vienesollecitata dai relatori come un qualcosa cheè indispensabile e serva e nessuno si ricordache teoricamente è un collegato alla leggefinanziaria 2015. Ed essendo un collegato, cisono tutte le complicazioni legate anche allepossibilità emendative, per cui devono averedelle coperture legate sempre alla finanziaria,che in questo caso è evidentemente superata.I temi che oggi ci ritroviamo qui a discutere,dopo le modifiche fatte al Senato, sono semprei soliti. Peccato che in questi due anni lalogica del consumatore, aggredito da parte dellesocietà di fornitura di energia, è stata una logicadi aggressione vera e propria, nel senso che cisono ormai agli atti telefonate che evidenzianocome la maggior tutela fosse già finita due anni

fa. E invece, ancora oggi, stiamo parlando che,se il provvedimento dovesse essere licenziatooggi dalla Camera così come è scritto, cisarebbe ancora un passaggio tale per cui lamaggior tutela ancora non avrebbe la certezzadi essere abolita rispetto a quanto preventivatodue anni fa. Questo cosa ha comportato? Hacomportato un pasticcio di natura, se vogliamo,interpretativa da parte dei consumatori, chespesso non sono troppo informati su questitemi, che si vedono costantemente ricercati altelefono per cambiare la propria fornitura dienergia e passare al famoso e auspicato mercatolibero.Innanzitutto, ricordiamo che salta ilservizio universale; quindi all’interno delprovvedimento, nonostante ci sia stato unemendamento del MoVimento 5 Stelle checercava di reinserire, proprio laddove i relatorisono intervenuti, quindi non in un contestoavulso e lontano, ma proprio tre parole primarispetto a dove sono intervenuti i relatori conle modifiche che hanno annunciato poc’anzi,il servizio universale, perché, ahimè, ci sonosempre delle condizioni socio-economiche datenere in considerazione. Quello che è ilservizio universale - cioè per gli utenti debolio con difficoltà, da un lato, se vogliamo, ancheeconomiche, ma, dall’altro, di accessibilità - non è chiaro. Oggi alcuni clienti che sonoal servizio universale sono quelli che abitanosul cucuzzolo della montagna: come io a uncerto punto porterò l’energia a quei punti ecome la farò pagare? Tutto ciò, evidentemente,essendo abolito il servizio universale, rimarrànel limbo forse di un decreto che dovrà ancoraessere scritto e pensato. Dico ‘pensato’ perché,evidentemente, se qualcuno aveva un’ideachiara, lo poteva inserire all’interno dellaconcorrenza e invece, in realtà, questo puntonon c’è.Parliamo del regime di salvaguardia, cioèquel regime che, teoricamente, oggi intervienequando la società fornitrice di energia vienemeno ai suoi patti e interrompe l’erogazionedel servizio. È successo a un emendamentoche ha voluto il Partito Democratico sulle

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gare Consip con Gala, un emendamento delPartito Democratico nella legge di stabilità checonsentiva a Gala di modificare addirittura iprezzi di fornitura nell’appalto Consip e a uncento punto poi Gala si è sfilata dalla fornituradi quel tipo di servizio. E alcuni di quei clientiricadono nel servizio di salvaguardia. Cosa vuoldire? Prezzi più alti. Vuol dire che nel regimedi salvaguardia ci sono prezzi più alti perchél’utente deve essere incentivato a uscirne ilpiù in fretta possibile per andare al serviziodi mercato libero. Ma questo mercato liberoperché non ci piace? Perché non funziona,secondo noi? Secondo noi è evidente che leregole del gioco non sono chiare. Non sonochiare perché, ancora oggi, noi - e lo leggiamoanche all’interno del dossier della Camera, malo avevamo già denunciato diverse volte condiverse interrogazioni - abbiamo 36 milionidi utenze del mercato elettrico e 22 milionidi utenze del mercato del gas. E con questamaggior tutela, perché la gente non cambia? Èvietato? No, non è vietato, già oggi è possibilepassare al mercato libero, perché non lo fa?Perché alla fine, al cliente finale, il signor Marioe la signora Maria, non conviene da un punto divista economico fare questo passaggio. Perché?Perché va incontro, magari, ad un risparmioirrisorio da 10, 20, 30 euro l’anno, per cuipreferisce rimanere con lo stesso servizio difornitura che gli consente un prezzo calmierato.Ma allora, cerchiamo di capire, lo vogliamoabolire perché? Perché dobbiamo aumentareil mercato della concorrenza che potrebbe, inqualche modo, agevolare e abbassare i prezzi.Ma quali sono le regole del gioco? Non le sanessuno, perché le regole del gioco non sonoscritte. Oggi c’è il servizio di maggior tutelae, sostanzialmente, viene detto da un’indaginedell’Antitrust che il 67 per cento dei clientiche abbandonano il servizio di maggior tutelae vanno al mercato libero, si vanno a riforniredallo stesso soggetto che gli forniva il serviziodi maggior tutela. E di questo, tra l’altro,si sta occupando oggi anche una istruttoriaaperta dall’Antitrust su Enel, Acea e A2A,per spostare i clienti dalla maggior tutela al

mercato libero, con telefonate tragicomicheche, a un certo punto, segnalavano che anchealcuni operatori di energia, in virtù del nomeinglese della società di fornitura, visto che c’erala Brexit, dovevano uscire e non erano piùfornitori del mercato italiano. Queste non sonoinvenzioni, sono testimonianze telefoniche cherappresentano come quei meccanismi nonregolamentati di modalità di gestione di venditatelefonica frodano il consumatore.E allora continuiamo ad andare in quelladirezione, perché non interessa a questoGoverno mettere un freno, mettere un puntofermo sul fatto che ci debba essere un tettomassimo a un fornitore del mercato libero e chenon possa essere, per più del 50 per cento, lostesso fornitore del servizio di maggior tutela.Cioè, dobbiamo rendere trasparenti questipassaggi. Perché? Perché noi, ancora una volta,vediamo che all’interno dell’ex monopolistaEnel, sul proprio sito, nonostante le politichedi debranding, a un certo punto trovavamoscritto, sotto il sito di E- distribuzione, chedovrebbe teoricamente districarsi e uscire dalservizio Enel di fornitura energetica e gas,una frase del tipo: cambia solo il nome, nonl’appartenenza al gruppo Enel, oppure, è quelloche facciamo. Per cui noi, ancora una volta,non riusciamo a capire che, fino a quando nonandiamo a risolvere queste storture del mercatoche permettono a una società, e lo fa ovviamentenel suo interesse, non dico che lo fa in manieraillecita, ma è una società che si beffa dello Statoitaliano fintanto che si permette di dire: siamosempre gli stessi, facciamo sempre quello chefacevamo prima, anche domani lo faremo, eper di più l’Autorità gli chiede di riconoscere icosti per il debranding, cioè gli extracosti per ildebranding, più le politiche di comunicazione,legati al fatto che hanno dovuto cambiare ilmarchio.Marchio che, ricordo a tutti, ha la stessa “E”come ce l’aveva prima e, quindi, alla signoraMaria quella “E” piace sempre e crea sempre unpo’ di confusione. Ovviamente, su questo puntogli emendamenti non sono stati recepiti e nonvogliono essere recepiti.

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Sono stati due anni di mercato selvaggio,come vi dicevo, e un anno e mezzo fa venivagià annunciato che il Servizio di maggiortutela veniva abolito. È evidente che qualcunonon vuole nemmeno prendere coscienza delfatto che i consumatori non sono contro unmercato libero: sono contro la gestione cheoggi caratterizza il mercato libero e la gestioneche oggi caratterizza il passaggio da maggiortutela al mercato libero, perché è qui che seio metto delle regole certe, in un perimetroperfettamente controllato, il primo che sbagliacon un’offerta telefonica aggressiva e non inlinea con quelli che sono gli standard esce dalperimetro di fornitura e non può più fare quelloche faceva prima. È l’unica regola possibileche possiamo scrivere, ma nessuno la scriveràmai, perché tutti si avvalgono di quei servizi ditelefonia, spesso anche ubicati fuori dai nostriconfini nazionali, che passano la loro giornata atempestare di telefonate i consumatori.Arriviamo ad altri aspetti. Si è accennatodell’aspetto legato alle assicurazioni. Io vorreisoltanto ricordare a quest’Aula le dichiarazionidella collega Fregolent, relatrice, e del collegaImpegno di allora, in cui veniva dettocon una certa enfasi che, da un lato - hanno spiegato ai tempi con l’approvazionedell’emendamento di reale concorrenza -, siintroduceva la novità straordinaria che sipremiavano i comportamenti virtuosi. Ecco,questi comportamenti virtuosi sono statibocciati, giovedì scorso, in Commissione, conla bocciatura di un emendamento, che, tral’altro, recava la firma al Partito Democratico,per ripristinare quanto era stato inserito allaCamera in prima lettura; e, ancora una volta,è lo stesso Partito Democratico che lo boccia.Quindi, in realtà, il consumatore virtuoso,l’automobilista virtuoso, che abita in alcunezone in città congestionate dal traffico, non avràlo stesso livello di scontistica che potrà averequello che abita in un paesino isolato. Questoperché, secondo delle logiche di mercato, non èpossibile intervenire su questi punti.Presidente, chiudo, se mi è consentito, conun ultimo punto: le società di professionisti.

Fortunatamente, si è tornati indietro sullaquestione degli odontoiatri, si è cercato di dareun punto fermo. Io segnalo che sulla questionedegli odontoiatri, forse, è più evidente a tuttiil fatto che, all’interno di una società, chi tipossa mettere le mani in bocca dovrebbe essereiscritto all’albo. Io segnalo che, invece, sottol’aspetto professionale, non avete mai apertogli occhi sulla questione degli avvocati e sullaquestione, soprattutto, degli ingegneri, degliarchitetti nelle società di professionisti tecnici.Perché quando io, iscritto all’albo, ho soltantoil capofila e ho sotto dei dipendenti da 100-150 persone che mi realizzano calcoli strutturalisui ponti dove passate poi tutti, voglio propriovedere, anche se il potere di firma spetta alprimo della catena, che quei calcoli siano statievidentemente rivisti nella maniera corretta.Allora, la tutela della professione deve essereanche tutela deontologica di quelle parti: noinon possiamo pensare che la concorrenzaall’interno del settore delle professioni debbapassare per un livello e un gradino piùbasso della tutela del consumatore. Attenzione,perché il baratro è dietro l’angolo.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire ilrappresentante del Governo.

ANTONIO GENTILE, Sottosegretario diStato per lo Sviluppo economico. Pochebattute. Innanzitutto, grazie Presidente, grazieonorevoli deputati. Questo disegno di leggecomincia ad essere un risultato importante, sinoa quando non si chiude, sia per gli investimentiche per l’occupazione nel nostro Paese.Quindi, ci sono elementi nella programmazionenazionale di riforma del Governo che conquesto provvedimento, se anche con notevoleritardo, vengono rispettati.L’iter di questa legge è stato lungo, travagliato,laborioso, a volte vi sono state ragioni esterne:a volte, nel Parlamento le vecchie lobby si sonomosse per rallentare il provvedimento, altrevolte, diciamo la verità, anche la politica hadovuto ammettere i propri ritardi. Ma quellafase è, in qualche modo, conclusa e io mi auguro

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che si concluda con l’approvazione, in questigiorni, del provvedimento alla Camera perriportarlo veramente celermente al Senato e fardiventare il disegno di legge sulla concorrenzalegge dello Stato. I ritardi sono notevoli,conoscete bene le difficoltà che abbiamo e cheavremo ancora con l’Unione europea, atteso chequesti provvedimenti dovevano essere già statiapprovati dal Parlamento alcuni anni fa; siamofuori tempo massimo, ma diciamo che, nellasostanza, si può arrivare ad una conclusioneche sia la più unitaria possibile. Io lo chiedoe lo chiedo a nome del Governo: l’unità delledecisioni, soprattutto per evitare che si riaprauna discussione su alcuni punti sui quali, anchein Commissione, non si è trovata la medesimaunità. Mi riferisco non soltanto ai quattroemendamenti presentati dai due relatori, cheringrazio - che sono stati veramente diligenti edhanno fatto in tempi rapidissimi il loro dovere - ma, lo dico anche alle altre forze politiche,cerchiamo di produrre tutti insieme uno sforzoperché questo provvedimento venga portato aconclusione.Non possiamo più perdere ulteriore tempo,atteso che vi è anche una richiesta ufficialeda parte del Ministero per i rapporti conil Parlamento, che ribadisce che questoprovvedimento ritornerà in Senato e che, nellaprossima settimana o nei prossimi giorni,riusciremo a far approvare dal Senato anchequeste quattro modifiche. Il mio auspicioè soprattutto quello di dire a tutti voi delParlamento: facciamo in fretta, una fretta chenon sia cattiva consigliera, ma questo tema,questo provvedimento è stato discusso a iosa,in tutte le circostanze, nelle Commissioni, nelleAule del Parlamento. Credo che non abbiamopiù tempo da perdere, perché, anche in questo,la politica deve fare la sua parte. La politicaistituzionale del Paese non può sempre fermarsiai tatticismi o ai retroscena: la politica delParlamento su questi temi che assumono grandepriorità deve dare delle risposte immediate.Pertanto - lo ripeto a tutti i gruppi parlamentari -, il mio invito e quello del Governo è di farepresto, è di dimostrare soprattutto competenza

e serietà sulla materia. Siamo un po’ indietrorispetto agli altri Paesi europei, però io dicoche, ancora una volta, l’Italia ce la farà, perchéquesta legge si inserisce in un quadro di riformeben definito da parte del Governo attuale,che sta portando avanti, a volte, anche condifficoltà, ma credo che ci siano le basi e ipresupposti, attesa la lunga discussione chevi è stata in Commissione con delle granderesponsabilità, diciamo la verità, da parte di tuttii gruppi politici. La medesima responsabilità iovi richiedo nell’Aula del Parlamento.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l’onorevoleRusso. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Grazie, Presidente. Leggendoil testo di questo provvedimento mi sonoimbattuto, e tanti di noi si sono imbattuti,in un comportamento schizofrenico, strabicodel Governo e del PD. Un PD sordo?Un PD distratto? Un PD abulico, apatico,inconcludente, incerto, autolesionista a tratti,miope, incline alla ingiustizia ed illogicità?Può darsi, ma vorrei essere certo di tuttoquesto. Vorrei, insomma, essere persuaso chedi incapacità e sciatteria si tratta. E, invece, lavicenda RC-auto, con la cancellazione al Senatodella norma “salva automobilisti virtuosi” - vicenda che andrebbe più correttamenteappellata come “la tassa sul Sud” -, èuna vicenda dai troppi aspetti opachi edincomprensibili, che lascia piuttosto sottenderela connivenza di maggioranza, PD e Governocon il sistema lobbistico, affaristico dellecompagnie di assicurazione.Avete, senza tentennamenti, senza batterciglio, affossato la norma “salva automobilistivirtuosi” e neppure i recenti dati Istat sulledifferenze che aumentano tra Nord e Sud vihanno indotto a più miti consigli. Un cittadinosu due al Sud è a rischio povertà e voiconsentite a potenti ed assicurazioni di scaricareinefficienze e complicità proprio sui più deboli,ignari ed onesti automobilisti. Avevate lasciatointendere la necessità, l’urgenza, la fretta diapprovare questa norma che attendeva il varo da

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tre anni, ma la colpa di chi è? Questi tre annicome sono passati?Tra elezioni regionali, in cui avete promessoche passasse questa norma esattamente comeera stata approvata alla Camera; poi elezionicomunali nella città di Napoli, referendum,e pure le primarie: avete celebrato sempresu questa medesima materia, certi di poterturlupinare i cittadini campani. Avete sempregarantito, però, che questa modifica non cisarebbe stata, poi d’un colpo, questa modificaal Senato c’è stata. Eppure, ritornati qui allaCamera, ci aspettavamo un atto di buonsenso,per rimettere a posto un po’ di cose, mavoi ci avete detto che non era possibile,perché si andava di fretta, e, invece, pervostre scaramucce interne, per dispettucoli alvostro interno, alcune modifiche le avete fatte.Le avete fatte espungendo ed evitando dimodificare quanto, viceversa, era necessario perle imprese, le famiglie e gli automobilisti dimetà di questo Paese!Alla Camera avevamo approvato un testoa larghissima maggioranza: nemmeno lacondivisione con tutte le opposizioni aveterispettato. Al Senato, a colpi di fiducia, avetecambiato la norma rendendola: inefficace?Neutra? Volontaria? Discrezionale? Insomma,inutile. Era scritto - quindi, mi rivolgo agliautorevoli relatori, soprattutto nella speranzache non dicano più inesattezze, perché tuttopossiamo rappresentare tranne che gravissimeinesattezze - che in presenza di almeno unadelle seguenti condizioni, da verificare inprecedenza o contestualmente alla stipulazionedel contratto o dei suoi rinnovi, le impresedi assicurazioni dovevano praticare uno scontodeterminato dall’impresa nei limiti stabiliti dalcomma 2: che c’entra? Che c’entra? L’Ivassnon lo vuole fare. L’Ivass nulla avrebbe dovutofare, se non parametrare, misurare esattamenteciò che oggi dice di voler fare; soltanto cheoggi lo fa con un aggettivo strepitoso, conun aggettivo irripetibile, con un aggettivo chesolo voi potevate immaginare, l’aggettivo disconti “significativi”. Poi qualcuno di voi melo spiegherà, ma lo spiegherà soprattutto ai

cittadini del Sud, che significa “significativi”.A quanto ammontano gli sconti significativi?Quanto significano questi sconti? Quantovalgono questi sconti? Ditecelo!Questo provvedimento è un regalo a chitruffa e alle assicurazioni, che ovviamentenon troveranno, come finora non hannotrovato, nessuna ragione utile per contrastare ilmalaffare, preferendo pagare a piè di lista dubbisinistri. È come se dei malviventi rapinasserouna banca e questa, invece di mettere in campoi migliori sistemi di difesa e di sicurezza, invecedi isolare qualche mela marcia interna che fa dapalo, preferisse spalmare la perdita sui conti deicorrentisti, rei solo di avere aperto il conto inquella banca. Ma il conto si apre liberamentee volontariamente, viceversa, l’assicurazione èobbligatoria per legge. Cosa pretendete di più daquell’automobilista nato a Crotone? La scatolanera? Il comportamento irreprensibile? Il salutoal potente di turno? L’ossequio all’assicuratore?Le impronte digitali? Cos’altro pretendetecon questa norma, per provare a risponderea quell’automobilista del Sud, calabrese ocampano che sia?Eppure, avevamo approvato qui, insieme,una norma, per quanto non esaustiva,di buonsenso, che rendeva giustizia aquell’automobilista che da cinque anni nonera responsabile di incidenti, che consentival’installazione della scatola nera, che avrebbeavuto nientepopodimeno che uno sconto parialla differenza con la media delle tariffenazionali. Si sarebbe posta, cioè, una pezzaalla discriminazione territoriale, per quantopermanesse un pregiudizio ontologico negativo.Questo lo avevamo digerito, supportato,superato, archiviato, ma prontamente arriva ildiktat delle assicurazioni e vi siete piegati, visiete inginocchiati, vi siete genuflessi, lasciandoche milioni di cittadini paghino la tassa sullanascita.Ma vi pare che un giovane neo-patentato, per lastessa vettura, paga 800 euro a Milano e 2.300euro a Napoli? Che lo stesso ragazzo paga 300euro per il motorino a Trento e 1.700 a Caserta?Ma in quale parte del mondo è consentita una

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simile discriminazione? Una gabella che valeper una famiglia, in trent’anni, 200.000 euro: ilvalore di una casa, l’investimento per un’attivitàdi impresa! Siete diventati una sorta di RobinHood al contrario: togliete a Catanzaro perdare a Como; sottraete a Taranto per dare aBusto Arsizio; penalizzate Prato e Giuglianoper premiare Desenzano.Noi non vogliamo una gara tra comunità,non ci interessa questo: pretendiamo giustizia,vogliamo che i cittadini siano considerati egualidi fronte alla legge, nei doveri come nei diritti;in RC auto, in sanità, nei trasporti. Ma questesono altre storie.Ci dite: è il mercato. Ma che mercato e mercato!Se l’RC auto è obbligatoria per legge, difatto il risultato sarà che si moltiplicherannole truffe - come le vogliamo chiamare - difensive o di necessità. I mandanti siete voi,però; induttori voi e complici le assicurazioni.Capisco, ma nonostante tutto, non giustificoqueste truffe. Penalizzati saranno sempre queicittadini virtuosi, colpiti due volte. Non voleteridurre le truffe, perché è troppo comodo per voicolpire quegli onesti cittadini vessati ormai finoall’inverosimile.Paga sempre quel giovane diciottenne appenapatentato, a cui voi del PD dovrete ungiorno spiegare perché questa differenza,perché questa discriminazione, perché questaingiustizia. Sarà questo un altro buonmotivo per ricacciarvi all’opposizione. Noiproponiamo, promettiamo e, come solo ilpresidente Berlusconi sa fare, manterremo:mai più tasse sulla prima casa, mai piùtasse sulla prima auto! E questa per noi èuna tassa ingiusta, insopportabile, un balzelloingiustificato. Alimentate le migrazioni delleresidenze fittizie, riducendo così anche il gettitoper le province - ah, le province, quelledimenticate e abbandonate! -, quindi riducetela manutenzione stradale in numerose aree delnostro Paese. Sempre più risorse a chi ha di più.Aumentano sempre di più i veicoli privi diassicurazione, tanto a pagare sarà sempre quellafamiglia virtuosa del Sud, di Reggio Calabriao di Caserta, di Ragusa o di Foggia. Siete stati

inamovibili, tetragoni, sordi, maldestri, rispettoad ogni nostra sollecitazione. Niente da fare!Vi chiediamo che l’Ivass stabilisca unosconto non “significativo”: uno sconto taleda commisurare la tariffa per quell’assicuratocon le medesime caratteristiche soggettive ecollocato nella medesima classe di merito,residente nelle province omogenee perparametri territoriali, con un costo medio delpremio inferiore alla media nazionale. Siamorivoluzionari? Siamo visionari? Siamo illogici?Non mi sembra.Domandatelo a quei giovani, a quei ragazzi,a quelle ragazze, a quelle famiglie, a quelleimprese di Castellammare e di Prato, diMolfetta o di Giugliano. Lotteremo fino infondo. Vi aspettiamo con gli emendamenti giàpresentati e proveremo, ancora una volta, aconvincervi che avete torto, che non potetetradire così mezza Italia.Non ci sottrarremo alla battaglia, qui inParlamento e tra la gente, nelle piazze, perchériguarda una tassa, una gabella, un balzelloodioso per la mia gente e per la mia terra, perle nostre imprese, costrette talvolta a emigrareanche per questo. Per quale ragione credeteche le flotte delle compagnie di autonoleggiosono tutte immatricolate al nord? Perché sietepiù bravi? Perché siete più capaci? Perché sietepiù belli? No! No! No! Semplicemente perchélì non si paga la tassa sulla residenza! Latassa sul Sud! La tassa sulla nascita, che voiavete introdotto e volete evitare che si tolga!Risarcite banche e banchieri, quando risarcitequei cittadini virtuosi del Sud? Quando risarcitequelle imprese non inclini a sotterfugi e afinzioni, che rimangono al Sud pur pagando unsovra costo irragionevole?Vi aspettiamo nei prossimi giorni in quest’Aula:sosterremo emendamento per emendamento lenostre ragioni; spiegheremo fuori da qui quelloche sta accadendo, quello che state facendo. Lofaremo senza sconti, perché in ballo ci sonoprincipi, più che soldi, principi: l’eguaglianza ela giustizia. E sui principi non si deroga, non sitransige.Pretendiamo di essere uguali e avremo la

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giustizia che meritiamo (Applausi dei deputatidel gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l’onorevoleScuvera. Ne ha facoltà.

CHIARA SCUVERA. Grazie, Presidente.Onorevoli colleghi, come hanno detto i relatoriFregolent e Martella, che ringrazio veramenteper il lavoro così paziente e così approfonditosu questo provvedimento dall’iter così difficile,questa è la prima proposta di legge annualeper il mercato e la concorrenza e questoprovvedimento - lo dico all’onorevole Russoper tramite suo - è stato per la prima voltarealizzato, presentato e concretizzato da unGoverno del Partito Democratico.D’altronde, il centrosinistra è stato sempreall’avanguardia sul tema della concorrenza epensiamo alle liberalizzazioni che fece PierLuigi Bersani. E, sempre all’onorevole Russo,per suo tramite, dico che credo che questonon sia casuale. Su questo c’è una ragionepolitica, perché noi, Presidente, riteniamo chesia necessario portare a termine, in modomolto rapido e in tempi molto rapidi, questoprovvedimento non soltanto per una ragionedi contributo all’integrazione europea, chepoi è un concetto diverso dal “ce lo chiedel’Europa”, che, come dire, spesso cela questoantieuropeismo di maniera che spesso si senteanche in queste Aule, ma è una ragione anchedi un’esigenza particolare di giustizia che c’èin questo Paese, in cui noi sappiamo quanto siagrave e radicato il corporativismo.Quindi, il tema è consentire l’accesso al mercatoa quel giovane professionista che ha studiato enon riesce ad esercitare la propria professioneo che non riesce ad avviare un proprio studioprofessionale perché non ha il reddito; il tema èconsentire al piccolo imprenditore di competerecon chi ha dei grandi capitali e consentireal consumatore, soprattutto al consumatorepovero, al cittadino povero - e ancora sappiamoche gli effetti della crisi sono molto, molto gravie si fanno sentire - di accedere ai beni e ai servizi

ad un prezzo non discriminatorio.Quindi, c’è una ragione politica profonda percui noi, come forza progressista, portiamoavanti con determinazione e con serietà, neifatti, un intervento legislativo sulla concorrenzae questo obiettivo politico di maggiore equitàe di inclusione ci ha guidati nel lavoroemendativo alla Camera, anche, come ricordaval’onorevole Fregolent, con un lavoro dicollaborazione con le altre forze politiche,perché l’obiettivo non è il mercato in sé, non èdi applicare una legge sulla concorrenza purchésia, ma di fare in modo che in un mercato incui c’è la libera concorrenza, in un’economianon pianificata, nessuno venga escluso, cioènon vi siano delle fasce di esclusione e laconcentrazione dei profitti e delle opportunità inmano a pochi.Quindi, vogliamo dare la possibilità al giovaneprofessionista di competere realmente e intal senso le disposizioni sulle società traprofessionisti possono aiutare, stando al paioanche con lo statuto del lavoro autonomo,che è stato approvato in via definitiva alSenato, anche se naturalmente bisognerà ancoraintervenire sul tema del salario.Bisogna fare in modo, appunto, che il piccoloimprenditore non venga schiacciato dallagrandissima e grande impresa, non perchési demonizzi la piccola impresa. Io sonod’accordo che ci sia stata probabilmente unaretorica del “piccolo è bello” in questo Paese,ma penso anche che ci sia stata una retoricae una logica un po’ di omologazione, disemplificazione e di mortificazione rispetto allespecificità del nostro tessuto produttivo, che ècostituito, per oltre il 90 per cento, di piccoleimprese e che, naturalmente, vanta delle puntedi qualità, di eccellenza e di innovazione cherappresentano anche un’unicità in Europa.E proprio questa logica, questa omologazionedi pensiero sul nostro tessuto produttivonel passato ha portato anche all’applicazioneacritica di alcune norme a situazioni difformi.Penso al recepimento acritico - e anche qui lodico, per il tramite del Presidente, all’onorevoleRusso - della “direttiva Bolkestein”, che oggi

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presenta moltissime criticità e che, ahimè,avvenne ad opera di Governi di centrodestra.E, ancora, noi facciamo questo interventoperché un gruppo di acquisto solidale abbia lapossibilità di accedere all’energia - e va bene inquesto senso la norma ulteriormente specificatadal Senato - e affinché un cittadino acceda aibeni di prima necessità, dalle cure all’energia.Quindi, è importante.È vero che i tempi sono stati molto, molto lunghiper questa prima “legge sulla concorrenza”,ma è importante che il Parlamento ponderi lescelte che fa in questo momento, perché sarannodelle scelte strategiche per i prossimi anni e cheincideranno sulla vita quotidiana delle famigliee dei consumatori.È vero che questa prima legge è statamolto faticosa; probabilmente c’è stata unaconcentrazione di materie, ma, come diceval’onorevole Martella, questo è un primo corpus,con interventi, tra l’altro, attesi da anni eche richiedevano anche un dialogo e unaconcertazione con le parti sociali, un dialogocon le rappresentanze, che noi rivendichiamo,che riteniamo necessario e che abbiamo fattoanche in terza lettura.Tuttavia, questo primo corpus consentirà poidi avere delle “leggi concorrenza” davveroannuali, più snelle, più mirate e con interventipiù specifici su singole materie.Quindi, questo intervento - e ringraziamo ilGoverno non solo per il lavoro che si è fattoin Commissione e, quindi, per l’atteggiamentomolto aperto nei confronti della Commissione,ma anche per l’impegno già assunto disollecitazione e di pronta calendarizzazionein Senato - ci consente di aggiungere unulteriore tassello rispetto alle riforme cheabbiamo fatto in economia e agli interventiche abbiamo fatto per sostenere il dinamismodel tessuto produttivo del nostro Paese. Pensoa provvedimenti come Investment Compact epenso chiaramente ad Industria 4.0.Ora, veniamo ad alcuni temi di cui hanno giàparlato i relatori e di cui hanno parlato anche icolleghi, che sono stati oggetto di una modifica,a nostro avviso, migliorativa per legiferare

al meglio possibile. Noi abbiamo ascoltato isindacati in Commissione, CGIL, CISL e UILnonché diverse associazioni di consumatori, checi hanno detto che naturalmente la diffusionedel libero mercato in energia è necessaria.Dunque, si prende atto di questo passaggiodal mercato tutelato al mercato libero eprobabilmente il Senato ha anche fatto benea mettere una scadenza precisa al 2019 e anon consentire delle ulteriori proroghe, ma,naturalmente, è un passaggio giusto e utile alPaese se si riducono i prezzi per i consumatori.Come rilevava anche il collega del MoVimento5 Stelle - ma questo ci è noto - la maggior partedei consumatori domestici - si calcola circa il68 per cento - sta nel mercato tutelato e quelliche abbandonano il mercato tutelato per andarenel mercato libero hanno addirittura scelto ditornare nel mercato tutelato. Quindi, c’è scarsafiducia, naturalmente paura dei rincari e pauradi una lesione dei propri diritti.E, quindi, sono necessarie quelle azioni diinformazione e di comunicazione che cirichiede anche l’Autorità, che noi abbiamosentito in Commissione. Oltre alle azioni dicomunicazione e di informazione, che sonopreviste nel testo e che sono sicuramente buone,andrà, secondo me, vista anche questa propostadell’Autorità di un piano di comunicazioneistituzionale, attraverso radio, TV, stampa,Internet, che consenta davvero di raggiungere,in modo semplice e immediato, i consumatori e icittadini - diciamo così - meno attrezzati su dellequestioni che sappiamo essere molto tecniche.Così come sono importanti le norme cheabbiamo introdotto, che il Governo ha ancheproposto, sulla confrontabilità delle offerte,perché questa confrontabilità avvenga nel modopiù semplice possibile e anche in modotelematico.Naturalmente abbiamo ritenuto di superare,come dicevano i relatori, il meccanismo delleprocedure territoriali per l’assegnazione, che èun termine che non mi piace, dei clienti - perchési tratta comunque di persone - che non avesseroscelto il proprio fornitore alla scadenza delcosiddetto mercato tutelato. Su questo ci hanno

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convinto anche le audizioni e le associazioni deiconsumatori, gli operatori e le audizioni dellerappresentanze per due motivi: primo, perchéanche in un mercato libero sarebbe paradossaleche un consumatore non possa scegliere di fattoil proprio fornitore e che, senza aver conclusoalcun contratto, si trovi poi assegnato ad unfornitore. Quindi, noi dobbiamo lavorare moltosulla parte prima, su questa comunicazioneistituzionale, che suggerisce l’Autorità, ancheper garantire questa terzietà, questa trasparenzadella comunicazione, che avviene direttamentedalla parte pubblica.In secondo luogo, perché questo avrebbecomportato un rincaro per le famiglie e peri cittadini, quindi per gli utenti domesticifondamentalmente, perché la previsione è chesiano questi che si troverebbero probabilmentea non aver scelto, e che si calcolava addiritturadel 20 per cento in più all’anno. Quindi,Presidente, questa è una miglioria che noi cisiamo sentiti di fare proprio in quest’ottica diequità.Rispetto poi alle domande che venivanoposte dall’onorevole Crippa, cioè che cosasuccederà e quindi come verrà regolato questopassaggio dal regime tutelato al mercato libero,sappiamo che ci sarà un decreto avente adoggetto le modalità per favorire il passaggio almercato libero. Io credo che qui venga tenutoin grandissima considerazione - anzi, pensoproprio che sia la strada giusta - che questafase di vera e propria programmazione vengastrutturata con una forte partecipazione dellerappresentanze, delle forze sociali, che poi sonoproiettate all’interconnessione europea, perchésappiamo che la sfida è fondamentalmentequesta: il mercato unico europeo, ma anchel’interconnessione nell’energia.Abbiamo messo al centro il consumatore,soprattutto le fasce più deboli, quandoabbiamo abrogato quel comma 44 di cuiparlava l’onorevole Martella in materiadi telemarketing: evitare un contattogeneralizzato, senza preventivo consenso,rispetto al quale il Garante della privacy hapalesato il rischio di liberalizzare di fatto la

possibilità di comunicazioni indesiderate.Vero è che, sulla materia, si deve riflettere,ossia si deve riflettere probabilmente sul fattodi strutturare un consenso preventivo, anzichéun consenso ex-post, però ricordiamoci che,sempre in questo disegno di legge, con il comma55, viene previsto anche l’aggiornamento, lariforma del Registro delle opposizioni, chequindi guarda anche all’invio di posta cartacea.Abbiamo detto della modernizzazione delleprofessioni: rompere i monopoli, evitarele concentrazioni, consentire ai giovanidi accedere al mercato delle professioni.Sulle società avvocati è stata fatta, propriorafforzando la governance professionale coninterventi sia alla Camera che al Senato - quindirafforzando l’autonomia dei professionisti,cioè evitando che venisse compromessal’autonomia dei professionisti -, un’operazioneche consentirà - io credo - a diversi giovani, enon solo, di associarsi, di dar vita a delle nuoveesperienze professionali e di fare in modo, tral’altro, che i nostri studi professionali sianocompetitivi in Europa, dove sappiamo che leforme societarie sono molto diffuse, così comele forme di aggregazione tra professionisti. Eciò credo sia un risultato importante.Proprio per questo, per tutelare i professionisti,la libera concorrenza nelle professioni, enaturalmente anche la salute dei cittadini,abbiamo ritenuto importante specificare, nellanorma sulle società di odontoiatria, che nellesocietà non soltanto il direttore, ma anche ilsoggetto che operi, chiunque materialmenteoperi sul paziente, debba avere il titoloabilitante. Quindi, anche questa è una modificache ci siamo sentiti di fare, proprio perrafforzare la concorrenza, la leale concorrenza,e tutelare la salute dei cittadini.Io credo, Presidente, che, con queste modifichepuntuali, limitate, il provvedimento possaavere un esito veloce. Ringrazio ancorail sottosegretario Gentili, anche per ladisponibilità alla sensibilizzazione nella prontacalendarizzazione al Senato.Penso anche che questo spirito di dialogoe di concertazione, che era così importante

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nella definizione di queste strategie per laconcorrenza in questi settori, non debba esseresmarrito dopo l’approvazione definitiva delprovvedimento, rispetto a cui nutriamo grandefiducia, ma anche nell’applicazione. Quindila fase della vigilanza sarà molto importante,per esempio, nel settore delle assicurazioni.La collega Fregolent ha già detto che noi,sulla premialità dei cittadini virtuosi del Sud,avremmo preferito rimanere nella versioneoriginaria, ma ricordiamoci che ci sono dellenorme importanti, anche in questo testo, rispettoal contrasto delle frodi e rispetto ai meccanismidi premialità dei cittadini virtuosi. Quindi èchiaro che è molto importante l’attuazione,anche con gli atti di attuazione, e poi la vigilanzasul rispetto delle norme.

PRESIDENTE. La ringrazio. A questo puntosospendiamo la seduta, che riprenderà alle ore14,45.

La seduta, sospesa alle 14,15, è ripresa alle14,45.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che non vi sonoulteriori deputati in missione a decorrere dallaripresa pomeridiana della seduta.I deputati in missione sono complessivamentenovantacinque, come risulta dall'elencodepositato presso la Presidenza e chesarà pubblicato nell'allegato A al resocontodella seduta odierna (Ulteriori comunicazioniall'Assemblea saranno pubblicate nell'allegatoA al resoconto della seduta odierna).

Si riprende la discussione (ore 14,46).

(Ripresa discussione sullelinee generali – A.C. 3012-C)

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il presidenteMazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.

ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie,

Presidente; signor rappresentante del Governo,onorevoli colleghi, oggi, torniamo a parlaredi concorrenza, dopo moltissimo tempo; è unargomento raro in queste Aule di cui si parla,soltanto, quasi soltanto, in occasione delladiscussione della legge sulla concorrenza. Inquesto senso, ho sentito dire molte volte chequesto istituto non serve, che sarebbe meglioavere interventi più settoriali, liberalizzarei mercati uno per volta, regolamentarli eliberalizzarli; sarebbe meglio, è indubbio chesarebbe meglio. La realtà è che, quandovediamo gli interventi settoriali, questi sonoquasi sempre, lo ripeto, quasi sempre promossicon degli obiettivi opposti, ossia regolamentarei settori per consolidarli. Se io penso adesperienze passate, fin da altre legislature, dallalegge forense - io faccio l’avvocato - ad altreleggi, adesso abbiamo in discussione quellasulla riforma, ad esempio, degli stabilimentibalneari, vi è una serie di norme di settoreche, in realtà, sono quasi sempre gestite in viaanticoncorrenziale, non concorrenziale.In questo caso, essendo la legge destinata adattuare, dovrebbe esserlo almeno, le indicazionidell’Autorità garante della concorrenza, quantomeno, una parte di queste viene effettivamenteinserita nella legge. Questo non vuol dire chesiano tutte norme pro concorrenziali, tutt’altro,spesso ne entrano altre, ma almeno si finisce perparlare di concorrenza in maniera concreta e siparla di quello che l’Autorità antitrust ha detto;poi, magari, non lo si condivide, ma la finalitàè quella. Quindi, io ritengo che, finché noncambierà la mentalità del Parlamento e finchénon vi sarà un numero maggiore di parlamentariche tengono realmente alla liberalizzazione ehanno attenzione all’interesse dei consumatoripiù che a quello delle singole categorie, fino aquel momento, questa legge ben venga, perchéil Governo sarà tenuto a presentare un disegnodi legge ai sensi della legge istitutiva perl’appunto di questo provvedimento. Di questova dato atto al Governo Renzi.Come gruppo, non siamo, purtroppo, maisoddisfatti nel nostro desiderio che sarebbequello di vedere un’attuazione più completa

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delle indicazioni dell’Autorità, più coraggiosa;noi ci siamo astenuti nel primo voto allaCamera su questo provvedimento, perché loritenevamo troppo poco coraggioso su unaserie di argomenti, a partire da quello deifarmaci. Ecco, adesso ci troviamo a votarela seconda volta e ci troviamo a votareun provvedimento che non avremmo volutovotare, perché noi avremmo voluto votare iltesto uscito dal Senato. Riteniamo che sarebbestato giusto non apportare modifiche, abbiamochiesto anche che il Governo mettesse lafiducia, è stata messa su altri provvedimenti chenon rientravano direttamente nel programmadel Governo, nel piano di riforme, mentrela legge sulla concorrenza è nel piano diriforme dal 2015, con indicazioni importanti divalorizzazione. Nel 2015 si parlava dell’1,2 diPIL come impatto sull’economia, ce lo siamoperso, sono tantissimi soldi per un percorsoridicolo, ridicolo, in particolare al Senato.Devo dire, in questo senso, che riaprire ilprovvedimento per quattro norme, in sensonumerico, a questo punto, è un’assunzionedi responsabilità molto grave, perché io hosentito dire prima dall’onorevole Fregolent,dalla relatrice, che l’auspicio è che si facciapresto e che la ragione delle modifiche è statache la fiducia è stata messa in tutta frettaal Senato; ora, al Senato, il provvedimento èarrivato in Aula il 4 agosto del 2016, è statoapprovato lo scorso - non mi ricordo più - maggio o giugno; se questo è il concettodi fretta del Senato… perché quei problemisi potevano risolvere al Senato, nel percorsod’Aula, vogliamo togliere la Commissione,diciamo d’Aula; ecco se quello è il concettodi fretta, non siamo messi benissimo, perchésiamo già fuori dalla legislatura; vedremo cosasuccede; io spero di essere smentito, speroche la capigruppo che si terrà al Senato fissiimmediatamente la legge sulla concorrenza inAula e che sia votata velocemente. Se dico checi conto, vado un po’ oltre quelle che sono lemie reali aspettative, perché è evidente, dal miopunto di vista, che la scelta che è stata fatta qui èstata una scelta politica e credo che il contenuto

dei quattro emendamenti lo dimostri, perchéerano quattro questioni che potevano benissimoessere risolte in altro modo.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTELUIGI DI MAIO (ore 14,48)

ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO.Esaminandole rapidamente, la prima riguardagli interventi sul passaggio dalla maggior tutelaal mercato libero. Ecco, qui si è detto: bisognatutelare i consumatori, perché c’è il rischio chevadano in salvaguardia e c’è il rischio che,all’esito della liberalizzazione, i prezzi possanoaumentare. Benissimo, a luglio 2019, stiamodicendo che è urgente intervenire e se nonsi interviene in un prossimo provvedimento - ad esempio, con riferimento alla disciplinache riguarderà la strategia energetica nazionale,nella prossima legge di stabilità e chissà inquanti altri provvedimenti che ci saranno - stiamo dicendo che tra oggi e luglio 2019non c’era tempo di intervenire. Tra l’altro,la modifica non è che ha eliminato la verasostanza e cioè che il passaggio al mercatolibero sarà regolamentato da un decreto delMISE, che potrebbe benissimo riproporre leaste e tutti questi meccanismi, perché non è chela legge lo vieti, oggi; quindi, si sta dicendo chequesto intervento è fondamentale oggi, però,poi, si lascia una delega assoluta al Ministerodello sviluppo, quello stesso Ministero dellosviluppo che aveva garantito che nei prossimiprovvedimenti avremmo cambiato la legge.Allora, delle due l’una, o ci si fida sulcambiamento o non ci si fida del Ministero dellosviluppo che avrà discrezionalità assoluta neldecidere se si faranno le aste oppure no, tuttoin vista di un provvedimento di luglio 2019,nel nome dei consumatori, poi, negli interventidi chi ha parlato in questi giorni, si è vistoche i consumatori erano strani rappresentanti,perché se si legge, ad esempio, la recentepresa di posizione dell’onorevole Brunetta diForza Italia che sosteneva la stessa linea, hadetto sì, sì, ce l’hanno detto anche l’Enel e leutilities che così si avvantaggiano i concorrenti

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nostri. Ora, sicuramente l’Enel e le utilities sonoaffezionate ai loro consumatori, ma, magari,non sono proprio il punto di riferimento tipicodi chi vuole occuparsi di tutela dei consumatoriin un mercato sostanzialmente monopolizzato.Quindi, questo intervento era inutile, si potevabenissimo rinviare, non lo si è fatto e per ragioniche non sono davvero chiare. Si è deciso disopprimere le norme sul telemarketing; anchelì, adesso, arriveranno le telefonate a casa daparte degli operatori; c’era la disciplina sulregistro degli operatori che era in discussione alSenato in legislativa, all’inizio di questo mese,e tutti i gruppi avevano detto: lo risolviamolì; poi, i partiti se ne sono dimenticati, inparticolare il Partito Democratico che su questalegge ha un ruolo particolare per aver approvatoquesti emendamenti, perché li ha votati conl’opposizione, perché il resto della maggioranzaera contrario. Quindi, un conto è l’alleanzalodevole con le opposizioni, lodevole nonnel merito, perché ero contrario, ma lodevolenel metodo, sulla legge elettorale e un contoè l’alleanza contro il Governo, sulla leggesulla concorrenza con i 5 Stelle e ForzaItalia, misteri di questa legge che sollecitaspesso atteggiamenti strani da parte del PartitoDemocratico.Poi, c’era la norma sulle società per l’eserciziodella professione odontoiatrica, società cheesistono già; la legge ha introdotto il requisitodel direttore sanitario, che è un requisito inpiù; ovviamente non ha liberalizzato l’eserciziodelle prestazioni sanitarie ed era evidente chefosse così, persino chi si è lamentato deltesto della legge - alcune associazioni - avevascritto: guardate, noi siamo contrari alle societàperché acquistano i prodotti, perché acquistanole attrezzature e nessuno si è mai sognato dipensare che quella legge avesse come effettodi consentire a un non dentista di mettere lemani in bocca, come ha detto prima l’onorevoleCrippa, a un suo utente, quindi altra norma chenon serviva a niente.Poi, c’era il tema del rinnovo automatico dideterminate categorie di contratti assicurativi,che viene vietato dal disegno di legge sulla

concorrenza e che, si è detto, può avere deglieffetti non positivi in taluni casi in cui unrinnovo non automatico può portare a dei costimaggiori. Sì, ma abbiamo fatto provvedimentie disposizioni sulle assicurazioni in milleprovvedimenti in questa legislatura, non c’erabisogno di fermare tutta la legge per unaspecifica categoria di contratti. Adesso lasituazione è che andiamo al Senato, abbiamoscelto, anzi, il Partito Democratico ha scelto dirimandare il testo al Senato, dove ricordo che lalegge è stata per oltre un anno, poiché è andatanel 2015 sicuramente, si è fatta tutto il 2016e un pezzo del 2017. Quindi, speriamo che lasituazione cambi, io ripeto, speriamo. Se questonon dovesse avvenire, la responsabilità delfallimento di questa legge, oggi, se la assume intoto il Partito Democratico.Ed è una cosa incomprensibile come ilPartito Democratico, che è stato sempre moltosevero nei giudizi sugli alleati riguardo alleposizioni del Governo, perché ogni voltain cui noi o Alternativa Popolare o altrihanno preso posizioni contro il Governosi sono sentite prese di posizione moltodure, come se fosse un tradimento dellamaggioranza, quando si parla di concorrenza,improvvisamente abbia un atteggiamento quasida opposizione. Lo abbiamo vissuto sullavicenda surreale di Flixbus, dove il PD havotato due volte cose sulle quali il Governo laprima volta era contrario, la seconda volta avevafatto addirittura un decreto apposta, è statoricambiato in Commissione con una procedurastranissima, sulla quale è meglio non entrareper la tutela della onorabilità del Parlamento,e lì però si è detto: sì, ma non si correggeadesso, questa è la manovra sulla quale si mettela fiducia; mica possiamo bloccare il resto soloperché si rischia di chiudere un’azienda cheserve 3 milioni di viaggiatori, una norma cheentrava in vigore subito.Allora, questo atteggiamento stranamente nonvale quando si tratta di liberalizzare i mercati,adesso invece il concetto è: fermiamo tutto e poivediamo. Io ho fatto il paragone di una nave chefa un viaggio di tre anni e, di fronte al porto,

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si scopre che ci sono quattro passeggeri senzabiglietto e si dice torniamo tutti indietro, perchénon si può consentire a questi quattro intrusi diinfilarsi e di scendere. Ecco, qui stiamo facendola stessa cosa: per quattro norme inutili - inutili! -, come ho già avuto modo di dire, si decidedi fermare il provvedimento. Ripeto, se a luglioavremo chiuso, saremo i primi a festeggiare,ma crediamo che ci si stia prendendo un rischioinaccettabile.Un rischio inaccettabile anche perché ilGoverno Renzi, il Partito Democratico e ilGoverno Gentiloni hanno scelto di essere iGoverni delle riforme, noi abbiamo sostenutoil Governo Renzi e sosteniamo il GovernoGentiloni sulle riforme, perché pensiamo chequesto Paese ne abbia una enorme necessità.Il Governo sta cercando di continuare a farle,con fatica, con difficoltà, con una maggioranzache ha sicuramente dei problemi, ma stacercando di continuare a portare avanti leriforme nel percorso che era stato avviatoprecedentemente. Non si capisce come mai,improvvisamente, ci siano esitazioni e timori.Io, ovviamente, ripeto, spero di essere smentito,ma trovo talmente irragionevole la sceltafatta in questa occasione, che il dubbio chequesta legge non arrivi in fondo ce l’ho. Esarebbe gravissimo, perché l’Italia ha un gapnella concorrenza, nella libertà di mercato,accumulato in decine di anni di consolidamentodelle corporazioni, di rifiuto dell’innovazione,di situazioni in cui vengono sbandierati pericolitipo le infiltrazioni mafiose per opporsi allesocietà di professionisti, in cui si dice che, sesi fa una società di professionisti - è un tema ame particolarmente caro -, poi entrano le banchee le assicurazioni e condizionano la qualità delservizio.Io sfido qualcuno a trovare una banca oun’assicurazione che prenda una partecipazionein uno studio legale - adesso vedremo, magarisarò smentito anche lì -, ma, se si parla consocietà bancarie e assicurative, ti dicono chenon se lo sognano neanche. Sono scuse su scuseper tutelare le categorie che oggi beneficianodelle mancate liberalizzazioni.

Scontiamo un ritardo terribile, un ritardo cheva a danno dell’innovazione, va a dannodella possibilità di avere risorse da destinareal welfare, perché la crescita porta maggioririsorse che possono essere utilizzate per i piùdeboli e la nostra crescita è, secondo tuttigli studi, arginata e bloccata da un mercatoingessato.Ci sono settori, come i servizi pubblici locali,dove questa situazione di blocco ha semprefatto comodo a chiunque abbia governatoamministrazioni locali di destra o di sinistra, sisono tutti sempre opposti. Il “decreto Madia” è,come sappiamo, oramai saltato, superato, nonse ne parla più, non sappiamo cosa succederà.Ecco, noi pensiamo che questo percorso diriforme, invece, debba andare avanti, perché sec’è una cosa di cui l’Italia ha bisogno sononuove energie, nuove energie nell’economia,giovani che decidano di intraprendere in settoriimportanti come quelli che sono, invece,bloccati.Oggi, rallentando questo percorso - lo hadetto prima l’onorevole Scuvera, citandol’importanza di alcune norme proprio per igiovani e per chi si affaccia ai mercati -, rallentando questo provvedimento, si tienefuori, si tiene ai margini di una serie dimercati importanti una gran parte delle nuovegenerazioni.Io per questo spero davvero intanto che questotesto, almeno in Aula, non venga modificato eche non si riaprano altre norme: ripeto che avreivoluto la fiducia persino su questa versione deltesto, pur di chiuderlo. Non è stata messa lafiducia o almeno ho sentito dire che non saràmessa la fiducia.Adesso andiamo avanti, bocciamo tutti gliemendamenti, approviamo questo testo e poi ilPartito Democratico si faccia attore principaledel passaggio al Senato con una determinazionediversa da quella che c’è stata nella precedentelettura, che, ripeto, è stata ridicola e nonesiste nessun’altro modo di definirla. Credoche, essendosi presi la responsabilità di votaresostanzialmente contro il Governo e di staccarsidalle altre forze di maggioranza per modificare

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il testo qui, il Partito Democratico si debbaassumere la responsabilità di assicurare chequesto testo al Senato passi, altrimenti laresponsabilità di un eventuale fallimento dellalegge se la assumerà in toto.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il collegaSimone Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. La ringrazio, PresidenteDi Maio. Noi stiamo svolgendo una discussionegenerale su un provvedimento collegato allamanovra per il 2015, giusto per ricordarloanche all’Assemblea, seppur non gremita, macertamente tutte le migliaia, decine di migliaia,forse centinaia di migliaia di cittadini chehanno la facoltà di ascoltarci almeno dalcanale web dalla Camera possono prendereatto di questo dato e, soprattutto, del dato chesembra in qualche modo sfuggito anche alpresidente Mazziotti Di Celso e che, diciamoper dovere d’appartenenza, è stato ovviamentenon sottolineato dai due relatori che hannoaffrontato questo provvedimento in questalettura alla Camera: non è che in questi due annie mezzo il Senato abbia lavorato alacrementesulle possibili modifiche normative, tra l’altropeggiorative, che sono state introdotte dalSenato, e basta; su questo testo si è persotanto tempo - ricordando come la legge sullaconcorrenza sia un elemento che dovrebbealmeno nella teoria essere ciclico e annuale - perché, da quando è stata varata questa normae approvata da questa Assemblea, è cambiato ilPresidente del Consiglio, è cambiato il Ministrodelle attività produttive e, se non ricordomale, è cambiato anche il sottosegretario alleattività produttive; io ricordavo, seduta suquei banchi parlando di temi molto inerential disegno di legge sulla concorrenza cheoggi esaminiamo, la sottosegretaria Vicari; oggic’è il sottosegretario Gentile con le stessedeleghe, tra l’altro, anche molto importanti, aiconsumatori.Quindi, diciamo che grossa parte del ritardo lo siascrive a questioni di natura politica, che hannoriguardato la maggioranza attuale e precedente.

Qui evito di dilungarmi sull’avventura delleriforme, sull’avventura referendaria, su cuiMatteo Renzi ha portato la maggioranza e ilGoverno a sbattere e, probabilmente, ha messoda parte tante altre vicende che potevano, e forsedovevano, essere portate avanti.Un’ulteriore annotazione non secondaria è ilfatto che una delle ragioni per cui si è deciso diriaprire, seppur limitatamente a quattro aspetti,questo provvedimento - quattro aspetti che, perragioni di forza numerica, sono stati impostidal PD al Governo e all’Assemblea e a quellequattro ragioni si è voluto circoscrivere -,almeno una di quelle ragioni, mi permetto disottolinearlo, quella che riguarda la tutela deiconsumatori nel passaggio dal mercato tutelatoal mercato libero, è una ragione condivisa.Almeno questo vorrei che rimanesse agli atti diquesta Assemblea: quello stesso emendamentoche il collega Benamati ha presentato inCommissione e che è stato accolto era unemendamento identico ad almeno un altroemendamento a prima firma del capogruppodi Forza Italia, onorevole professor Brunetta,che è qui alla mia sinistra, e degli altricolleghi appartenenti alle Commissioni attivitàproduttive e finanze che hanno seguito i lavoridelle Commissioni congiunte e, per lo meno,ad altri due emendamenti identici sottoscritti daaltri due gruppi. Quindi, almeno su quello c’eraun elemento di condivisione che oltrepassava ilperimetro della maggioranza di Governo, e perfortuna.Più specificamente, sempre in tema diconsumatori, ricordo a quest’Assemblea eai relatori che, ad onor del vero lo sannobenissimo, tanto è vero che hanno datoatto di una formulazione coerente e congruadell’emendamento che ho voluto presentarenelle Commissioni, che ho voluto porre invotazione e che è stato respinto - lo sottolineoanche nei confronti del Governo che, anch’esso,ci ha dato, nella figura del sottosegretarioGentile, conferma della necessità di interventosu questo tema – e che ho voluto ripresentare inquest’Aula.Quell’emendamento di tutela dei consumatori,

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infatti, riprende il dispositivo di unamozione che quest’Assemblea ha approvato,sostanzialmente, all’unanimità e che difendevai consumatori, sempre in relazione al mercatodell’energia; un mercato che vale, nelle sueidentiche formulazioni e nelle sue identichetutele a favore del cittadino consumatore, siaper il mercato idrico che per il mercato delgas. Una mozione e un dispositivo approvati,che stabilivano la moratoria per i maxi-conguagli che arrivano ad un numero “x” dimigliaia - noi riteniamo che siano decine, forsecentinaia di migliaia - di utenti: famiglie, studiprofessionali, attività commerciali; conguaglipluriennali di portata assai rilevante, chemettono in crisi strutturalmente i bilancifamiliari e/o aziendali di chi ha difficoltà agiungere alla fine del mese facendo quadrare iconti.Allora, quando l’Aula di Montecitorio, con ilparere favorevole del Governo - perché non èche il Governo è andato sotto, il Governo hacontribuito alla riformulazione di quel testo dimozione -, stabilisce che si faccia una moratoriaper i conguagli pluriennali, perché si trattadi conguagli pluriennali che non arrivano adutenti morosi, ma ad utenti che, attraversola comunicazione della lettura dei contatori ola telelettura, danno all’azienda che fornisceil servizio elettrico di gas o dell’acqua inumeri precisi del consumo; quando l’utenteincolpevole si ritrova a pagare maxi-conguaglidi migliaia di euro, noi abbiamo voluto portarein questo Parlamento il grido d’allarme, perchésappiamo che in questo caso il Governo devefare qualcosa. Deve mettere intorno al tavolo leaziende fornitrici e dire a questi signori: signori,così non può funzionare; intanto, sospendiamoi pagamenti per queste persone, verifichiamose le condizioni che si sono applicate sonodelle condizioni di rispetto del Codice delconsumatore, di tutela del mercato nel senso dinon essere pratiche aggressive.Perché quando si manda ad un cittadino unconguaglio pluriennale di migliaia di euro egli si intima di pagarlo perché, altrimenti, glisi stacca la corrente, gli si stacca l’acqua, gli

si stacca il gas - famiglie che hanno bambini,famiglie che vivono nelle case dove questeutenze sono attive -, gli si fa un ricatto euna prepotenza vergognosa. Il Governo hail dovere di caricarsi della responsabilità diproteggere i cittadini da queste violenze e daqueste prepotenze fatte da chi distribuisce, suuna concessione governativa, elettricità, acqua,luce, gas, altrimenti il Governo non fa il propriodovere. Il Governo si può occupare di mille altrecose, ma deve occuparsi anche di questo.Abbiamo fatto un emendamento, che dicedelle cose banali, ovvie, eppure, tuttavia,questo emendamento rischiamo che saràrespinto in quest’Assemblea. Quando si dicefatture superiori ai due anni: è una praticacommerciale contraria ai principi di buonafede, correttezza e lealtà. Non si possono fareconguagli pluriennali di dieci anni: è ingiusto,è illegittimo e non si può sulla base di queiconguagli intimare la sospensione di un serviziofondamentale per la vita delle famiglie e dellepersone.Tra l’altro, su questo sono state aperte nondall’Autorità per l’energia elettrica, il gas eil sistema idrico, che avrebbe dovuto invecefarlo, ma dalla stessa Autorità da cui, in fondo,origina il disegno di legge sulla concorrenza,cioè l’Autorità garante della concorrenza e delmercato, che ha la tutela del consumatore, sonostate intraprese delle azioni di accertamentoe sono state condannate le società elettrichea pagare 14 milioni di euro; quegli stessi 14milioni di euro che, poi, il Governo Renziha ben pensato di ridargli sotto forma dicontributo per la riscossione del canone inbolletta: 14 milioni di euro all’anno restituiti aquelle società attraverso l’appalto su quest’altroservizio, su cui pure ci sarebbe da dire, ma ècapitolo altro dalla nostra sede.Qualora l’Autorità accerti che ci sono staticomportamenti sleali, che ci sono staticomportamenti aggressivi, ebbene si mettano icittadini nelle condizioni di non dover pagarequesti conguagli. Solo questo chiediamo: unatto di giustizia, di equità, su cui il Parlamento siè già impegnato. L’unica cosa che chiediamo è

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che il Parlamento, questo ramo del Parlamento,sia coerente con quell’impegno: che il Governolo sia, che il Parlamento lo sia, perché va avantaggio dei consumatori, va a vantaggio deicittadini. Perché, poi, è facile lamentarsi delloscollamento tra politica e cittadini, quando nonsi è in grado di venire incontro alle benchéminime esigenze quotidiane del cittadino.Qualora questo dovesse essere respinto, iomi auguro, anche per la sensibilità chediversi autorevoli colleghi che conosconoquesta materia hanno già dimostrato nei lavoridelle Commissioni, che si riesca ad avviareveramente, prima dell’estate, in Commissioneattività produttive un esame, magari in sedelegislativa, se ci fossero le condizioni e inumeri, di questa proposta di legge, perchécredo che faremmo un servizio a tante famiglie,a tante persone, a tanti utenti, ma lo faremmoanche alla buona politica (Applausi dei deputatidel gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti aparlare e pertanto dichiaro chiusa la discussionesulle linee generali.

(Repliche - A.C. 3012-C)

PRESIDENTE. Il relatore di minoranza,onorevole Crippa, ha già comunicato cherinuncia a replicare.Ha facoltà di replicare la relatrice per lamaggioranza, deputata Fregolent. Prego, ha dueminuti.

SILVIA FREGOLENT, Relatrice per lamaggioranza per la VI Commissione. Grazie,signor Presidente. Solo per fare unaprecisazione, tramite lei, al collega MazziottiDi Celso: i relatori non hanno contravvenutoa nessuna indicazione contraria del Governo enon sono contro il Governo. Il sottosegretario siè rimesso alle Commissioni e le Commissionihanno votato gli emendamenti. Questo, perchédal discorso dell’onorevole Mazziotti Di Celsosembrava che i relatori fossero addivenuti

ad una decisione contraria rispetto a quellaricevuta dal Governo. Tutti i Ministri, a partiredalla Ministra per i rapporti con il Parlamentoper finire al sottosegretario, hanno dato vialibera a queste modifiche, quindi nessuno deirelatori è contrario all’azione di Governo. Erauna precisazione, perché poteva sembrare, perchi ci ascolta da casa, che, ad un certo punto,i relatori fossero impazziti e avessero deciso diandare in minoranza rispetto al Governo.

PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore perla maggioranza per la X Commissione, deputatoMartella, e il rappresentante del Governorinunciano alle repliche.Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTESIMONE BALDELLI (ore 15,15)

Discussione del testo unificato delle propostedi legge: Biondelli ed altri; Zolezzi ed altri;Baroni ed altri; Vargiu ed altri; Amatoed altri; Paola Boldrini ed altri; Binetti:Istituzione e disciplina della Rete nazionaledei registri dei tumori e dei sistemi disorveglianza e del referto epidemiologico peril controllo sanitario della popolazione (A.C.913-2983-3115-3483-3490-3555-3556-A).

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca ladiscussione del testo unificato delle propostedi legge n. 913-2983-3115-3483-3490-3555-3556-A: Istituzione e disciplina della Retenazionale dei registri dei tumori e dei sistemi disorveglianza e del referto epidemiologico per ilcontrollo sanitario della popolazione.Avverto che lo schema recante la ripartizionedei tempi è in distribuzione e sarà pubblicatonell’Allegato A al resoconto stenografico dellaseduta odierna (Vedi l’allegato A).

(Discussione sulle linee generali– A.C. 913-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussionesulle linee generali.

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Avverto che il presidente del gruppoparlamentare MoVimento 5 Stelle ne ha chiestol’ampliamento senza limitazioni nelle iscrizionia parlare, ai sensi dell’articolo 83, comma 2, delRegolamento.Avverto, altresì, che la XII Commissione(Affari sociali) si intende autorizzata a riferireoralmente.Ha facoltà di intervenire il relatore, deputatoGiovanni Burtone. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE,Relatore. Presidente, dopo un significativodibattito in Commissione, dopo un confrontomolto importante con il mondo scientifico eil mondo accademico, attraverso le audizioni,arriva in Aula un provvedimento delicato per lanostra comunità: il provvedimento che prevedela Rete nazionale dei registri tumori e il refertoepidemiologico dello stato di salute dei nostriterritori.I registri tumori operano ormai da temponella nostra comunità: sono registri che sonostati avviati negli anni scorsi. Ricordo chenel 1978 fu istituito il registro a Varese,poi a Parma, e nel 1981 quello di Ragusa.Negli anni Ottanta e Novanta abbiamo vistoprogressivamente l’istituzione dei vari registriin gran parte del territorio del nostro Paese. Nonc’è dubbio, però, che la rete è stata frammentata,piuttosto eterogenea; c’è stata un’accelerazionenel momento in cui si è istituita l’Airtum,l’Associazione italiana registri tumori, nel1997, che ha messo le basi per creare i registritumori in quasi il 70 per cento del territorionazionale. È uno strumento, però - mi sipermetta di dire -, che opera in un settoredelicato della sanità, per una patologia chel’Organizzazione mondiale della sanità, dopo lemalattie cardiovascolari, individua come tra leprincipali cause di mortalità. In Italia sono circa360.000 - se si fa eccezione per i tumori dellapelle - i casi che vengono diagnosticati.Non c’è dubbio che si sono fatti grandi passiin avanti nelle terapie oncologiche - oggipossiamo dire che di tumore si guarisce - enel nostro Paese sono stati messi in campo

strumenti significativi: il Piano nazionaleper l’Oncologia 2011-2013 e il Piano diprevenzione nel campo oncologico 2014-2018,con circa 200 milioni di euro. Però non c’èdubbio, Presidente, che noi abbiamo bisognodi questo strumento epidemiologico, quindi laCommissione ha lavorato per creare questarete diffusa in tutto il territorio nazionale,perché può avere obiettivi - lo dirò alla fine - significativi anche sul piano delle strategieda mettere in campo. Come funzionerannoi registri tumori? Innanzitutto, avranno ilcompito di rilevare i nuovi tumori che vengonodiagnosticati, sia benigni che maligni, edovranno essere codificati.La classificazione avviene seguendo leprocedure previste dalla terza edizione per laclassificazione dei tumori, che è stata varatain sede internazionale nel 2000. I tumorivanno classificati innanzitutto guardando adun territorio, ad un tempo specifico, e vannocodificati tenendo conto dell’incidenza, dellaprevalenza e della sopravvivenza di coloroi quali vengono colpiti da questa patologia.Avere, quindi, la possibilità di creare questa retediffusa in tutto il territorio nazionale permetteràdi avere dei dati epidemiologici e statisticisignificativi, signor Presidente, che servirannoper gli studi, per le ricerche.Non c’è dubbio che l’oncologia ha fatto passiin avanti importanti sul piano delle terapie;bisogna andare avanti nella ricerca dal puntodi vista eziologico, perché sappiamo che c’èbisogno di conoscere le cause. Su questo,Presidente, a volte c’è troppa preoccupazione, èvero, a volte ci sono anche allarmismi, quindiavere dei dati attendibili su tutto il territorionazionale potrà permettere di fare un attentoesame di quella che è la condizione presentenel nostro Paese. Poi, questi dati aiuteranno lepolitiche di prevenzione primaria e secondaria,il rilancio delle iniziative sanitarie per gliscreening, in particolare - lo voglio sottolineare - per la mammella, ma non va trascuratoneppure lo screening per il tumore del colon.I dati servono pure per avere una chiaraidentificazione delle risorse che sono necessarie

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per affrontare questa patologia, così avvertitacon preoccupazione nella nostra comunità. Tral’altro, può emergere, dall’analisi profonda diquesti dati, anche quello che è un qualcosa cheè da sottolineare, cioè che c’è una mobilità dicittadini da una parte all’altra del Paese, chea volte è una mobilità inappropriata. Perché?Per esempio, per le terapie ormai ci sono dellelinee guida internazionali, e i farmaci vengonoforniti in maniera adeguata in tutto il territorionazionale, quindi non c’è questa necessità diuna mobilità in questo senso. Invece, la mobilitàpuò essere utile nel momento in cui, attraversoanche questo strumento, si individuano deicentri di eccellenza su cui far convergere nonsoltanto quelli che sono vicini al territorio dovequesto centro ha sede, ma centri d’eccellenzache debbono essere messi a disposizione di tuttii cittadini italiani. Parlo soprattutto dei centri dieccellenza per i tumori pediatrici, per i tumoridella testa, per i tumori del colon, per i sarcomi.Allora, credo che sia importante questa leggeproposta, discussa in maniera adeguata inCommissione. Credo che abbiamo fatto un buonlavoro con il collega Baroni, e da relatoricredo che proponiamo un qualcosa che nondeve essere visto come la ricerca di freddidati: dietro i dati ci sono persone, ci sonofamiglie che soffrono, che si preoccupano.Noi dobbiamo dare delle informazioni precise,adeguate, anche perché attraverso il web giranoa volte delle notizie sbagliate: c’è l’indirizzo avoler seguire strade che poi sono dannose, dalpunto di vista della salute; c’è il fai da te; alcunisantoni che indicano terapie miracolistiche.Noi dobbiamo avere, invece, una baseepidemiologica significativa, per poi portareavanti quelle strategie terapeutiche di ricercache credo siano fondamentali per far fare passiin avanti alla nostra comunità.Abbiamo - lo dicevo prima - affrontato questapatologia con gli interventi già predisposti daiprecedenti Governi, però bisogna fare ancora dipiù. Ecco perché - e concludo signor Presidente - siamo davanti ad una legge che consideriamoeticamente sensibile.C’è bisogno di dare una risposta alle nostre

comunità. Lo dobbiamo fare per superare faciliallarmismi, ma anche per avere prontezzadi quello che avviene nei nostri territori,perché non c’è dubbio che nell’eziologia diquesta patologia incide l’ambiente, incidonogli stili di vita e, quindi, va fatto un attentoesame dei dati. Inoltre, questi dati devonoessere codificati nella maniera giusta, devonoessere trascritti con la riservatezza previstadalle norme e devono essere utilizzati contempestività, perché non c’è dubbio che anchequesto è un requisito fondamentale, perché glistrumenti che vengono utilizzati sono propriole lettere di dimissioni, le cartelle cliniche e,quindi, gli esami di anatomia patologica egli esami radiologici, tutti strumenti che, sepoi messi in campo nella maniera giusta eopportuna, potranno essere utili per portareavanti una politica sanitaria seria anche inquesto difficile campo, in questa frontierache allarma fortemente le nostre comunità(Applausi dei deputati del gruppo PartitoDemocratico).

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire ilrelatore, onorevole Baroni.

MASSIMO ENRICO BARONI, Relatore.Grazie, Presidente. Facciamo una brevepremessa. L’istituzione relativa alla disciplinadella Rete nazionale dei registri dei tumori,dei sistemi di sorveglianza e del refertoepidemiologico per il controllo sanitariodella popolazione risponde a una paleseinefficienza della governance sanitaria, chesi è rivelata negli anni come un malecronicamente attivo, difficile da invertireper mancanza proprio di elementi minimiconoscitivi per poter investire efficacementein prevenzione primaria. Prevenzione primaria,signor Presidente, significa evitare che lepersone si ammalino. Questa colpevole e dolosaassenza di una programmazione, che rispondead un ordine di priorità ben preciso, crea unafiliera di inefficienze e di sprechi nel tentativodi porre rimedio al fatto che lo Stato, in assenzadi questi strumenti o in presenza parziale o

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eterogenea di tali strumenti, sia fortementedepotenziato nella sua possibilità di intervenirecon politiche sanitarie efficaci a beneficio dellasalute dei cittadini italiani.La calendarizzazione della proposta di legge inquota opposizione, in quota al MoVimento 5Stelle, ha permesso di dare un forte impulsoa quanto già prevedeva il “decreto Balduzzi”nel 2012. Se lo stesso Balduzzi nel 2012dovette dichiarare che si era dovuto scontrarecon la lobby del gioco d’azzardo impedendodi mettere il distanziometro, io credo che dal2012 al 2017, in assenza dell’emanazione diun decreto del Presidente del Consiglio deiministri relativo proprio al Registro dei tumori,ci sia stata un’inerzia e una colpevolezza afronte del fatto che, comunque, era un testonormativo estremamente complesso. Quindi,questa calendarizzazione ha permesso di dareun impulso e, infatti, il decreto del Presidentedel Consiglio dei ministri è uscito durante ladiscussione alla Camera, creando quello cheproprio l’Associazione internazionale per laricerca sul cancro ha definito i LEA del registrotumori, ovvero questo “benedetto” decreto cheha emanato le nuove normative per definire iregistri tumori, ovvero un’emanazione di rangoinferiore che desse concretezza ad un bisognorelativo ad un monitoraggio delle malattie tra lepiù mortali e le più diffuse, a loro volta causadi suicidi, signor Presidente, di un gran numerodi persone che si considerano poi un peso per lasocietà oppure dei malati terminali a carico deiloro cari e delle loro famiglie.Ebbene, ho bisogno di esprimere alcuni dati perriuscire a capire cosa significa mettere le maninel fondo, nel profondo della sofferenza, anchecon una rappresentazione di dati di ciò chepuò essere un nucleo di sofferenza del popoloitaliano. Dobbiamo ricordarci che 3 milioni 100mila persone in Italia sono malate di tumore.Questi sono i dati di prevalenza e sono, quindi,il 5 per cento della popolazione italiana.Presidente, in genere i politici ne hanno molti dipiù, ma c’è uno studio americano che affermache è impossibile avere rapporti continuativi esignificativi con più di 250 persone alla volta,

perché se lei prova ad averne di più esconoalcune persone e ne entrano di nuove. Questosignifica che ognuno di noi dovrebbe conoscerealmeno circa 15 persone malate di tumore.Nell’ambito di queste, ogni anno entrano altri365 mila malati di tumore, quindi circa duepersone. Noi dovremmo conoscere circa duepersone nuove malate di tumore e tra queste - un altro dato che va innestato in questa analisi - ne muore una. Infatti, vi sono circa 180 milapersone che ogni anno muoiono di tumore.Questo è un dato, perché io non so se ognunodi noi nella propria vita sarà un sommerso o unsalvato, se dovrà piangere maggiormente per sestesso, per la propria malattia o per la malattiadi un proprio caro. Ma questo per il MoVimento5 Stelle, il registro dei tumori, così come hannofatto tanti enti regionali e tante leggi regionali - e delibere di giunta in Puglia e in Veneto - eraun bisogno che veniva dal basso e per quantoci riguarda il fatto che sia uscito all’unanimitàun testo dalla Commissione affari sociali è unrisultato straordinario, perché darà veramentemaggiore impulso a una prevenzione primaria,a un’organizzazione e a una programmazioneche, per quanto ci riguarda, è assolutamenteindefettibile e ineluttabile.Non è possibile che solo in un anno sianodiminuite solo di mille unità le persone che sisono ammalate di cancro. Ricordo che in Italianel 2010 i registri tumori erano 29 e coprivanoil 35 per cento della popolazione italiana; oggii registri accreditati sono 40, con una coperturadel 51 per cento, e ve ne sono altri 20 che sono infase di accreditamento, per raggiungere il 70 percento. La percentuale di popolazione coperta èal massimo ovviamente al nord: al nord est è al69 per cento; al nord ovest è il 55. È intermediaal sud - ovvero un 40 per cento - e minima - un26 per cento - proprio al centro Italia.Ebbene, io ho bisogno di prendere tutto il temponecessario, signor Presidente, perché dobbiamoricordare il lavoro straordinario che è statofatto, anche grazie al Ministero della Saluteche, effettivamente, è venuto in Commissione acontrollare riga per riga e parola per parola cheeffettivamente venisse dato impulso e venisse

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data la possibilità, come prevede questa legge,al registro tumori, alla Rete nazionale deiregistri tumori, perché prevediamo di metterein rete tutte queste informazioni parcellizzatee diffuse in maniera eterogenea, con dei flussidi dati informativi che vengono attentamenteregolamentati in questo provvedimento e cheverranno pubblicati sul sito del Ministero dellaSalute. Il titolare dei dati sarà il Ministero dellaSalute e sarà possibile permettere praticamentedegli accordi attraverso le organizzazioni divolontariato e le associazioni di promozionesociale più rappresentative ed attive nellatutela della salute umana. Ricordiamo primadi tutto l’Airtum che, grazie al suo lavoroproattivo e di presa in carico, ha permessoqueste coperture che ho citato in precedenza.E non dimentichiamo le associazioni attivenell’assistenza socio-sanitaria.È stato istituito per la prima volta nellastoria il referto epidemiologico, ovvero ciòche è stato fatto nel 2012 col “decretoBalduzzi”. Il registro tumori è stato inseritoe poi demandato alla possibilità, da parte delMinistero o del Governo, di fare un DPCM.Facciamo la stessa cosa con un altro strumentopotentissimo di prevenzione primaria, ovveroil referto epidemiologico che prevede un datoaggregato, un macrodato, che corrisponde allavalutazione dello stato di salute complessivodi una comunità che si ottiene da un esameepidemiologico delle principali informazionirelative a tutti i malati e a tutti gli eventisanitari di una popolazione in uno specificoambito territoriale e in un ambito territorialecircoscritto.Ovviamente, Presidente, a tutti noi viene inmente la Terra dei Fuochi e, paradossalmente,proprio quel territorio è un territorio “cieco” alivello della possibilità di riuscire ad attingereai dati, ai macrodati e ai dati aggregati di quelparticolare territorio sui tumori e sulle patologieche prevede il referto epidemiologico.Ovviamente questo è stato un lavoro che havisto la condiscendenza e la grande calma delMoVimento 5 Stelle, nel farsi accompagnareda parte della maggioranza in un percorso

difficile, perché è stato un combinato dispostotra un decreto del Presidente del Consiglio deiministri, che ha avuto l’impulso della Camera,e la Camera stessa che ha messo una cornicenormativa ed estensiva ad una norma di rangoinferiore. Questa maggioranza ha permesso alleidee della minoranza meno esperta, minoranzadel MoVimento 5 Stelle, di riuscire a farsiaccompagnare in un lavoro che è stato fino aquesto momento straordinario.Unica pecca che dobbiamo denunciare,Presidente, è che a fronte dei tanti miliardie dei tanti soldi che vengono stanziati evengono erogati nelle leggi finanziarie, neiprovvedimenti d’urgenza, nei decreti-legge“salva banche”, o anche in tante altre situazioniin cui evidentemente i soldi entrano e arrivano,purtroppo la maggioranza non ha avuto la forzain questa fase, in questo momento di riuscirea dare una copertura finanziaria, un minimodi copertura finanziaria; mentre, per esempionel Lazio, è prevista una copertura finanziariacon una legge della Regione Lazio, coperturafinanziaria che però Zingaretti non ha mai dato,e quindi risulta una legge inattuata, vuota.Noi stiamo andando avanti insieme, tutti quantiinsieme, perché sul dolore, sulla morte e sullamalattia non si può fare altro che spingeretutti avanti insieme, per evitare che le personedomani si ammalino di tumore. E grazie aduna conoscenza attenta e specifica sul territorioe sulle singole popolazioni, uno strumentoconoscitivo così importante salverà molte viteumane.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire ilrappresentante del Governo. Prendo atto che siriserva di farlo nel prosieguo. È iscritta a parlarel’onorevole Miotto. Ne ha facoltà.

ANNA MARGHERITA MIOTTO. Presidente,le malattie oncologiche, nonostante si siaridotta la mortalità, rappresentano un aspettorilevante nella domanda di assistenza cui ilnostro Sistema sanitario deve far fronte. Perquesto, particolarmente nell’ultimo decennio,abbiamo assistito ad un impegno delle

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istituzioni statali e regionali, sul versanteinnanzitutto della programmazione, di granderilievo. Per affrontare innanzitutto la questionestrategica della prevenzione, passando poialla continuità di cura in fase diagnostica eterapeutica, compresa l’assistenza domiciliaree le cure palliative, si è reso necessariopredisporre un Piano oncologico nazionale,allo scopo di offrire standard diagnostico-terapeutici sempre più elevati, riducendo nelcontempo il divario esistente fra le diversearee del Paese. La pianificazione nazionale siè avvalsa del lavoro di qualificati gruppi dilavoro, che hanno prodotto documenti tecnicidi indirizzo, l’ultimo, relativo al periodo 2014-2016, con lo scopo di individuare priorità diazioni ed obiettivi comuni nel rafforzamentodei compiti del Ministero e delle regioni;in particolare, nella costituzione delle retioncologiche regionali, nel buon uso dellerisorse in oncologia e nel ricorso all’healthtechnology assessment.Questi tre obiettivi sono stati fatti propri dalPiano nazionale della prevenzione 2014-2018,recepito dal Patto per la salute 2014-2016. Intali documenti è stata riconosciuta l’importanzafondamentale della genesi e della fruizionedella conoscenza; e perciò è stata riconosciutal’indispensabile messa a regime di registrie sorveglianze come elementi infrastrutturaliessenziali per il raggiungimento degli obiettividi salute. In nessuna struttura ospedalieraitaliana, pubblica o privata, c’era l’obbligo diarchiviare i dati relativi alla diagnosi e alla curadei tumori: se si vuole sorvegliare l’andamentodella patologia oncologica, occorre invece chequalcuno si assuma il compito di andarea ricercare attivamente le informazioni, lecodifichi, le archivi, le renda disponibili perstudi e ricerche.I registri tumori italiani si sono assuntiquesto compito. Sapere come sta unacomunità, passare dalla statistica sanitariaall’epidemiologia, consente di descrivere ilprofilo di salute di una popolazione: ed è unodegli obiettivi che il progetto di legge di cuistiamo discutendo si propone.

Elemento fondamentale di questa conoscenza,dicevo, sono i registri tumori. È già statoricordato, ma lo voglio sottolineare anch’io:i registri tumori in Italia sono nati su basevolontaristica, per iniziativa spontanea disingoli clinici, epidemiologi, patologi, operatoridella sanità pubblica, che hanno inizialmentecostituito piccoli nuclei di sorveglianza. Ilregistro dei tumori infantili del Piemonte èstato il primo registro ad essere costituito nel1967; successivamente sono sorti i registridi Varese e Parma, nel 1976. La loroattività ha ampiamente dimostrato l’utilitàdi un sistema di sorveglianza della malattiaoncologica: i registri tumori raccolgono,valutano, organizzano, archiviano in modocontinuativo e sistematico le informazioni piùimportanti su tutti i casi di neoplasia, le relativevariazioni territoriali e temporali, attraversomisure di incidenza, sopravvivenza per lediverse neoplasie, mortalità, fornendo così unindicatore fondamentale della qualità dei servizidiagnostici e terapeutici nei diversi territori.Inoltre, fornendo dati di prevalenza a livellolocale e stime di prevalenza a livello nazionale, iregistri tumori sono strumenti indispensabili perl’organizzazione e la valutazione dell’efficaciadegli interventi di prevenzione primaria in areeo popolazioni ad alto rischio, e per indicarein modo dinamico quali aree della prevenzioneprimaria rafforzare.Nel 2010 i registri tumori presenti in Italiaerano 29, coprivano il 35 per cento dellapopolazione italiana; come riferisce il terzorapporto Airtum pubblicato nel 2016, oggisiamo a 44 registi accreditati che coprono il57 per cento del territorio, altri 16 sono inattività per una copertura virtuale che raggiungeil 74 per cento della popolazione residente inItalia. La percentuale di popolazione copertaè massima nel Nord Est, 69 per cento, nelNord Ovest, 55 per cento, intermedia nelSud, 40 per cento, minima al Centro, 26 percento. Le informazioni raccolte dai registritumori includono dati anagrafici e sanitariessenziali per lo studio dei percorsi diagnostico-terapeutici, per la ricerca sulle cause del

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cancro, per la valutazione dei trattamenti piùefficaci, per la progettazione di interventi diprevenzione, per la programmazione delle spesesanitarie.L’esigenza di un sistema efficace di raccoltasistematica di dati anagrafici, sanitari edepidemiologici, finalizzato a registrare ecaratterizzare tutti i casi di rischio per lasalute, ovvero di una particolare malattiao di una condizione di salute rilevanti inuna popolazione definita, è stata raccoltadal legislatore con una norma consideratafondamentale per il riconoscimento dei registritumori in Italia: si tratta dell’articolo 12del decreto-legge n. 179 del 2012, che alcomma 10 contiene norme che istituisconofascicolo sanitario elettronico e sistemi disorveglianza nel settore sanitario, registridi mortalità, tumori e altre patologie,trattamenti, ai fini della prevenzione, diagnosi,cura, riabilitazione, programmazione sanitaria,verifica della qualità delle cure, valutazionedell’assistenza sanitaria di ricerca scientificain ambito medico, biomedico, epidemiologico,allo scopo di garantire un sistema attivo diraccolta sistematica dei dati anagrafici, sanitari,epidemiologici, per registrare e caratterizzaretutti i casi di rischio per la salute di unaparticolare malattia o di una condizione disalute rilevanti in una popolazione definita (cosìrecita il comma 10).Il comma 11 del citato articolo 12 prevedel’adozione, su proposta del Ministro dellasalute, di un decreto del Presidente delConsiglio dei ministri per istituire i sistemi disorveglianza e i registri di mortalità, di tumori,di altre patologie, di trattamenti costituiti datrapianti di cellule e tessuti e trattamenti a basedi medicinali per terapie avanzate, o prodotti diingegneria tessutale ed impianti protesici.Il comma 13, dello stesso articolo 12, disponel’adozione di un regolamento che individui isoggetti che possono avere accesso ai predettiregistri, i dati che si possono conoscere, nonchéle misure per la custodia e la sicurezza deidati, in conformità alle disposizioni di cui agliarticoli 20, 22 e 154 in materia di protezione

dei dati personali del codice in materia diprotezione dei dati, decreto n. 196.Il primo decreto, il DPCM 3 marzo 2017, dopoquattro anni di attesa, è stato approvato in viadefinitiva e pubblicato in Gazzetta (n. 109 del12 maggio 2017). Con esso si individuano edisciplinano sistemi di sorveglianza e registri dimortalità, tumori e altre patologie, 31 sistemidi sorveglianza, 15 registri di patologie dirilevanza nazionale. Ora siamo in attesa delregolamento che andrà sottoposto al parere delGarante della privacy che, in sede di audizione,ha già precisato come esso assuma un ruoloessenziale in quanto è tenuto a delineare legaranzie fondamentali per la protezione deidati trattati nei registri. L’esame del garantesarà volto a evidenziare i presupposti soggettivie oggettivi di legittimazione all’accesso airegistri, le categorie dei dati suscettibili diconsultazione, le misure di sicurezza da adottareper scongiurare ogni tipo di trattamento illecito.Come ben si comprende, si tratta di unadempimento di grandissima importanza ai finidell’effettiva entrata in vigore delle norme giàpreviste dal decreto n. 179 del 2012. Con questaproposta di legge creiamo la rete dei registrinazionali e regionali, nonché dei sistemi disorveglianza, completando quindi il disegnoche già nel 2012 aveva preso avvio. Come èevidente il percorso non sarà di breve durata,ma con la legge che ci apprestiamo a votareavremmo dato un impulso decisivo per far sìche strumenti di conoscenza essenziali per laprogrammazione siano a disposizioni di tutti,in primis del Sistema sanitario, ma anchedei cittadini di questo Paese, che potrannofinalmente sapere se le disuguaglianze ditrattamento o di sopravvivenza siano o nostate ridotte, se i programmi di screening sianoefficaci, se chi vive vicino a una discarica osotto una linea elettrica ad alta tensione o lavorain ambiente insalubre corre un rischio serio opiù alto di ammalarsi di tumore. Per questo, ilfattore tempo è determinante e noi vorremmorecuperare i ritardi del passato.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l’onorevole

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Labriola. Ne ha facoltà.

VINCENZA LABRIOLA. Grazie Presidente.Onorevoli colleghi, il provvedimento in esameistituisce la Rete nazionale del registro ditumori e dei sistemi di sorveglianza. Sitratta di un tema di particolare rilevanzae delicatezza sul quale ritengo doverosofare una premessa. Negli ultimi anni si èvenuta sempre più consolidando l’idea chela metodologia biostatistica ed epidemiologicapossa rappresentare un approccio razionalequantitativo alle decisioni strategiche delSistema sanitario nazionale. L’informazioneepidemiologica, per lungo tempo focalizzatasulla quantizzazione dei fenomeni sanitariemergenti nell’ambito del quadro nosologicogenerale, con il precipuo scopo di orientarei processi di prevenzione e di assistenza,ha più di recente ampliato i suoi ambiti difruibilità sia nel campo della programmazionesanitaria, sia della valutazione dei servizi edegli esiti, consentendo un’impostazione dellaprogrammazione basata sulla realistica letturadei bisogni sanitari della popolazione piuttostoche sulla domanda espressa. L’epidemiologia,dunque, ha oggi il ruolo di pilotare le sceltestrategiche del Sistema sanitario nazionale nonpiù verso l’efficienza dei servizi, ma versoobiettivi di salute misurabili.In questo contesto il registro tumori, rendendopossibili studi sull’incidenza di tumori maligni,si colloca quale strumento migliore per laprogrammazione di interventi sanitari nelcampo delle patologie neoplastiche e per laconseguente organizzazione e controllo deiservizi che tali interventi devono realizzare.Peraltro il registro tumori rappresenta il piùcomune registro di patologia attivato in molterealtà sanitarie mondiali.I principali obiettivi di un registro tumoripossono essere riassunti in conoscenza dellearee, entità e distribuzione della patologiatumorale nell’area territoriale di competenza.Tale conoscenza è importante ai fini dellepolitiche di programmazione sanitaria, inquanto la quantizzazione e la distribuzione

della patologia risulta utile per la pianificazionedei servizi. Inoltre, identifica i fattori legatiall’insorgenza della patologia oncologica ealla valutazione dell’efficacia delle misureche sono state prese per contrastare, construmenti preventivi e terapeutici, la patologiaoncologica.Fino ad oggi, in Italia, i registri tumorisono nati su base volontaria per iniziativespontanee di singoli, clinici, epidemiologi,patologi o operatori della sanità pubblica, chehanno inizialmente portato alla costituzione deinuclei di sorveglianza di dimensioni medio-piccole. Il registro dei tumori infantili delPiemonte è stato il primo ad essere costituitonel lontano 1967, successivamente sono sortii registri di Varese e Parma nel 1976. Solonel 2012, con il “decreto crescita 2.0”, sonostati istituiti per la prima volta i sistemidi sorveglianza e i registri di mortalità pertumore o altre patologie, per trattamenti legatia trapianti di cellule e tessuti, trattamentia base di medicinali per terapie avanzate oprodotti di ingegneria tissutale, per impiantiprotesici. Tutto questo ai fini di prevenzione,diagnosi, cura, riabilitazione, programmazionesanitaria, verifica della qualità della curae valutazione dell’assistenza sanitaria e diricerca scientifica in ambito medico, biomedicoed epidemiologico, allo scopo di garantireun sistema attivo di raccolta sistematica didati anagrafici, sanitari ed epidemiologici, perregistrare e caratterizzare tutti i casi di rischiper la salute di una particolare malattia odi una condizione di salute rilevante per unapopolazione definitiva.Si tratta di un progetto che però a distanza diquattro anni resta ancora in gran parte sullacarta, un buon proposito al quale non si è datocolpevolmente seguito; in assenza delle normeattuative indispensabili è infatti impossibiledare seguito al progetto. Nonostante lenumerose difficoltà in questi anni, l’utilitàdi un sistema di sorveglianza della malattiaoncologica è stata ampiamente dimostrata, iregistri tumori infatti raccolgono, valutano,organizzano e archiviano, in modo continuativo

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e sistematico, le informazioni più importantisu tutti i casi di neoplasia, nonché le relativevariazioni territoriali e temporali, sotto indaginedi misure di incidenza (la sopravvivenza ela mortalità per le diverse neoplasie), al finedi fornire un indicatore fondamentale dellaqualità dei servizi diagnostici e terapeuticinei diversi territori. Inoltre, fornendo dati diprevalenza a livello locale e stime di prevalenzaa livello nazionale, i registri possono diventarestrumenti indispensabili per l’organizzazione ela valutazione dell’efficacia degli interventi diprevenzione primaria in area o tra popolazioniad alto rischio, indicando in modo dinamicoquali aree della prevenzione primaria sianecessario rafforzare. Mettere a sistema questeinformazioni può condurre a importanti risultatinella gestione delle patologie oncologiche enel monitoraggio della qualità del processodiagnostico e terapeutico grazie a un insieme diindicatori clinici il cui target di riferimento èdefinito dalla letteratura scientifica.La rilevanza della messa in rete delleinformazioni è attestata da alcuni studi chemostrano come la sopravvivenza dei pazientiseguiti in centri che hanno implementato similiprogetti sia sensibilmente più alta, dal 5 al 15per cento. Nel 2010 i registri tumori attivi inItalia erano 29 e coprivano il 35 per cento dellapopolazione. Oggi quelli accreditati sono oltre40, con una copertura di circa il 57 per centodel territorio. La percentuale di popolazionecoperta è al massimo al Nord-Est, 69 per cento,nel Nord-Ovest è al 55 per cento, intermedia alSud, con il 40 per cento, e minima al Centro, 26per cento.Il provvedimento in esame potrebberappresentare una chiave di volta perché il fattodi disciplinare la Rete nazionale dei registri deitumori e di sistemi di sorveglianza si pone il piùche condivisibile obiettivo di riempire un vuotonormativo inaccettabile in un Paese civile.Numerose sono le critiche che provengonodagli epidemiologi incaricati di raccogliere leinformazioni sanitarie dei malati di cancro. Ilproblema principale riguarda la privacy: nonesiste al momento un regolamento nazionale

sull’accesso ai dati sensibili dei pazienti ai finidell’indagine, cosa che rischia di intrappolarequotidianamente in una palude burocratica iregistri di tumori in Italia. Inoltre, se uncittadino sceglie di curarsi fuori regione, nonpuò esservi nessuno scambio ufficiale di datitra gli ospedali. Sono gli stessi medici a parlaredi una rete sotterranea di scambi informaliche consente di ottenere informazioni legatealla scheda di dimissione ospedaliera, allacartella clinica, agli accertamenti diagnostici, alconsumo di farmaci e, nel peggiore dei casi,alle cause di morte. Sono sempre i sanitari adescrivere una situazione differente da regionea regione, con registri che vengono aggiornatimediamente con dieci anni di ritardo.È peraltro indispensabile offrire strumentiadeguati ai medici e ai cittadini, essendo ingrado di fornire risposte riguardo all’andamentodei tumori sull’intero territorio nazionale,dai tempi di sopravvivenza all’indice dimortalità, all’aumento o alla diminuzionedi una determinata patologia oncologicarispetto agli anni precedenti. Parliamo distrumenti propedeutici necessari per porrein essere interventi di prevenzione primariain aree o popolazioni ad alto rischio oper indicare in modo dinamico quali areedella prevenzione primaria debbano essererafforzate. Emblematico è il caso di Tarantodove i vari registri parlano di malattie connesseall’inquinamento così distribuite: tumore pleurapiù 424 per cento; tumore al polmone più 55 percento; ricoveri bambini per malattie respiratoriepiù 24 per cento. I dati sulla mortalità parlanoinvece di uomini morti per tumori malignipiù 39 per cento; donne morte per tumorimaligni più 33 per cento; bambini sotto ilprimo anno di vita più 21 per cento; bambinitra 0 e 14 anni più 23 per cento. Penso chedi fronte a questi dati raccolti attraverso ivari studi effettuati dai vari Ministeri si siavoltata la faccia dall’altra parte, nascondendola polvere sotto il tappeto, non mettendo lemani sul sistema sanitario che è deficitario.Non ci dimentichiamo - chi è intervenuto primadi me lo ha ricordato - che i dati raccolti

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richiederanno molto tempo per essere elaborati.Non sono dati che nel breve tempo ci dannodelle risposte e comunque penso che un passoavanti si sia fatto ma un passo avanti chedeve essere anche inquadrato nell’ottica dellecompetenze Stato-regioni perché non bastaraccogliere dati, non basta sapere quanti nostricittadini muoiono ma bisognerebbe far entrareil Sistema sanitario nazionale direttamente,quando ci sono problematiche così ampie chenon hanno più bisogno di essere studiate o diessere approfondite o di essere monitorate. PerTaranto, come per la Terra dei fuochi, bisognaprendere oggi una decisione di intervento primache la situazione scappi di mano. Ricordiamociche nel dossier della Camera c’è scritto che aTaranto, come nella Terra dei fuochi, anche seoggi il pericolo finisse e si chiudessero o sieliminassero le fonti inquinanti, le ripercussioniambientali e territoriali in quella zona siavrebbero per almeno cento anni. Quindi cosasi aspetta ad intervenire su una situazione ormaiampiamente - ripeto: ampiamente - monitorata,ampiamente registrata e ampiamente ormaiapprofondita in tutti i campi e da tutti glienti istituzionali. Anche la regione Puglia hafatto i propri studi attestando che l’incidenzadell’inquinamento è derivata dall’Ilva. Tuttavia,se da una parte si salva l’Ilva, dall’altraparte non si salva la sanità, con un rimpallodi responsabilità tra regioni e Stato e loscaricabarile che c’è sempre. Ricordiamoci,come diceva chi mi ha preceduto, che dietroun numero, dietro una cartella clinica c’èuna famiglia, ci sono dei figli, ci sono deigenitori, ci sono dei nonni, ci sono degliamici che, nella peggiore delle ipotesi, muoionoe l’aspetto più brutto che ho vissuto e checostantemente vedo con i miei occhi quandovado in un reparto oncologico è vedersitrasformare. Date ad un malato di tumore unospecchio e vedete la sua reazione dopo che siguarda allo stesso. Il presente provvedimento,pur essendo indispensabile per disegnare unamappa nazionale che indichi l’incidenza, latipologia e la quantità dei tumori ondeconsentire un maggiore e mirato intervento

da parte della sanità pubblica e garantireil diritto alla salute sancito dall’articolo 32della Costituzione, non è sufficiente contro lalotta ai tumori. Infatti, trattasi di un atto chemira a curare il problema, ma come si usacomunemente dire sarebbe meglio prevenire.Ciò implica un’attenta politica di risanamentoambientale partendo dai siti più inquinatidove la mortalità infantile per carcinoma èin aumento. Ricordo - l’ho fatto poc’anzi - parliamo di Taranto e Terra dei fuochi:sono alcuni esempi emblematici dei nostrigiorni. Il problema è a monte: bisognerebbeintervenire con bonifiche ambientali serie, nonlimitandosi alla messa in sicurezza con lacopertura o le limitazioni delle fonti inquinanti,perché è ampiamente dimostrato che glieffetti dell’inquinamento ambientale non siesauriscono con la sospensione o chiusura dellafonte inquinante.Gli effetti durano per decenni e inoltre abbiamoi malati sottoposti ad amianto, le cui malattiesi manifestano dopo molti anni dall’esposizionestessa all’amianto. L’istituzione e la disciplinadella Rete nazionale dei registri tumori e delreferto epidemiologico nel controllo sanitariodella popolazione non ucciderà il male masicuramente potrà servire per studiarne cause edeffetti, aiutare i medici a debellarne le forme esperiamo che arrivi il tempo in cui lo Stato mettamano sia alle bonifiche sia alla sanità (Applausidei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolodella Libertà-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l’onorevoleBinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Il provvedimento in esameistituisce e disciplina la Rete nazionale deiregistri dei tumori e dei sistemi di sorveglianzae per di più inserisce una riflessione del tuttonuova sul referto epidemiologico. Apparivadel tutto paradossale che in Italia, dove esisteda tempo un Istituto nazionale dei tumori,non esistesse ancora un registro nazionaledei tumori mentre si potevano trovare diversiregistri regionali costruiti con parametri di

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riferimento solo in parte uguali o convergenti,con l’ovvia difficoltà quindi di aggregare idati in modo significativo ed efficace siaper l’attività di ricerca sia di assistenza. Iltesto unificato oggi in discussione, oltre arappresentare un punto di sintesi tra tutti itesti presentati, tiene conto di quello che è ilrecente decreto del Presidente del Consigliodei ministri approvato il 3 marzo scorso. Inesso si definiscono i criteri con cui elaborare isistemi di sorveglianza e i registri di mortalitàdei tumori e di altre patologie e quindievidentemente lo stesso registro nazionale. Sitratta, come è stato detto già dai colleghi, diun sistema molto articolato che comprende 31sistemi di sorveglianza istituiti presso l’Istitutosuperiore di sanità, a cui si aggiungono altrisistemi che fanno capo invece direttamente alMinistero della salute. Ci sono inoltre altri15 registri di patologie di rilevanza nazionale.Il decreto del Presidente del Consiglio deiministri stabilisce chiaramente il tipo di datiche si possono raccogliere; chi può averviaccesso; le misure necessarie per garantirne lasicurezza indispensabile per prevenire possibiliattacchi informatici. Con i registri costituitiin modo uniforme e condiviso sarà possibileavere una raccolta sistematica di dati anagrafici,sanitari ed epidemiologici trattati tutti nelrispetto della riservatezza. Il problema diventaparticolarmente complesso poi quando ci sioccupa di tumori rari. Soltanto nel 2013, susollecitazione dell’allora Ministro della SaluteRoberto Balduzzi, venne istituito un tavolo dilavoro per affrontare le principali problematicheriguardanti i tumori rari. Tra gli obiettividel gruppo di lavoro c’era anche quello distabilire criteri e metodi per la classificazionenosologica dei tumori rari in modo da potercreare una sorta di registro nazionale. Soloin tal modo diventava possibile formulareproposte per il pieno raggiungimento degliscopi della Rete dei tumori, raccogliendoinformazioni sul suo effettivo funzionamento,sullo sviluppo degli strumenti necessari afavorire gli scambi tra i nodi della Rete, percondividere i percorsi diagnostico-terapeutico

e assistenziali attraverso le reti informatiche.L’inclusione dei tumori rari nel Registronazionale tumori supporrà quindi un grandeaiuto per medici e pazienti sia sotto il profilodella ricerca sia dell’assistenza. I dati dainserire nel registro nazionale devono esserevalidati scientificamente secondo gli standardqualitativi previsti in sede internazionaledall’Agenzia internazionale per la ricerca sulcancro dell’OMS relativi ai casi che sono statidiagnosticati proprio come neoplasia e devonoessere trattati esclusivamente allo scopo diindividuare misure sull’incidenza, la mortalità,la sopravvivenza, la tipologia e la prevalenzadei tumori. Servono a descrivere il rischio dellamalattia per sede e per tipo di tumore, per età,per genere: in questo modo diventa possibilecontribuire attraverso i dati prodotti allarilevazione di eventuali differenze nell’accessoalle cure erogate al paziente oncologico inrelazione alle condizioni socio-economichee all’area geografica di provenienza perpoter identificare cause di malattie derivantida inquinamento ambientale e in questomodo si potranno effettuare analisi statistiche-epidemiologiche anche con riferimento asituazioni finora non perfettamente messe afuoco. Due sono in definitiva le caratteristicheprincipali del registro nazionale: il suo rigorescientifico e l’esclusivo interesse dei pazienti infatto di diagnosi e cura.Nel provvedimento c’è un terzo elemento chemerita di essere messo in evidenza ed è quelloche riguarda la possibilità di stabilire protocollidi collaborazione con le organizzazioni divolontariato e le associazioni di promozionesociale più rappresentative ed attive nellatutela della salute umana e della prevenzioneoncologica, nonché con le associazioni attivenel campo dell’assistenza socio-sanitaria. È unmodo concreto per porre il paziente al centrodel sistema sanitario nazionale, facendolopartecipare alle decisioni che lo riguardanoanche in sede istituzionale.Sono spesso i pazienti, almeno i cosiddettipazienti esperti, ad avere le antenne per coglierenessi e relazioni che potrebbero sfuggire al

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clinico; sono loro che posseggono strumentia carattere prevalentemente soggettivo pervalutare non solo i trattamenti che ricevono, maanche l’insieme organizzativo-gestionale in cuisono inseriti.Un accenno speciale, infine, merita l’articolo4…

PRESIDENTE. Deve concludere.

PAOLA BINETTI. …che istituisce - un minutosolo, Presidente - e disciplina il refertoepidemiologico, un elemento innovativo digrande interesse. Il referto epidemiologicoviene definito, ai fini della presente legge,come il dato aggregato o macrodatocorrispondente alla valutazione dello stato disalute complessivo di una comunità. Lo siottiene attraverso un esame epidemiologicodelle principali informazioni relative a tuttii malati e a tutti gli eventi sanitari di unapopolazione in uno specifico ambito temporalee in un concreto ambito geografico. Lavalutazione dell’incidenza delle malattie, delnumero e delle cause dei decessi rilevate dalleschede di dimissioni ospedaliere e dalle cartellecliniche consente di individuare la diffusionee l’andamento di specifiche patologie, eidentificare, quindi, eventuali criticità di origineambientale, professionale e sociosanitaria.Voglio soltanto concludere dicendo che è statoun buon lavoro, e credo che questo sarà unostrumento efficace che questa legislatura lasceràsia al mondo dei pazienti raccolti nelle loroassociazioni specifiche sia al mondo dellaricerca e della qualità dell’assistenza. Penso chepossa essere davvero un punto di cui essereorgogliosi in questa legislatura.

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti aparlare e pertanto dichiaro chiusa la discussionesulle linee generali.

(Repliche - A.C. 913-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare ilrelatore, onorevole Burtone.

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE,Relatore. Presidente, per ribadire che lostrumento che si mette in campo….

PRESIDENTE. Ha un minuto, perché avrestefinito i tempi.

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE,Relatore. …è uno strumento che non guarda aifreddi numeri, ma alle persone, alle famiglie chesoffrono, e che, grazie anche ai nuovi farmaciche sono in campo, possono essere aiutate aguarire. È una malattia grave, però si può ancheguarire. Inoltre, lo strumento è utile per darerisposta a coloro i quali si trovano in territoriin difficoltà, e quindi indica anche la strada persuperare le differenze che ci sono nel nostroPaese.

PRESIDENTE. Prendo atto che il relatoreBaroni e il rappresentante del Governo nonintendono intervenire in sede di replica.Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Discussione della proposta di legge: S. 10-362-388-395-849-874-B - D'iniziativa deisenatori: Manconi ed altri; Casson edaltri; Barani; De Petris e De Cristofaro;Buccarella ed altri; Torrisi: Introduzione deldelitto di tortura nell'ordinamento italiano(Approvata, in un testo unificato, dal Senato,modificata dalla Camera e nuovamentemodificata dal Senato) (A.C. 2168-B) (ore16,10).

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recala discussione della proposta di legge,già approvata, in un testo unificato, dalSenato, modificata dalla Camera e nuovamentemodificata dal Senato, n. 2168-B: Introduzionedel delitto di tortura nell'ordinamento italiano.Avverto che lo schema recante la ripartizionedei tempi per la discussione sulle linee generaliè in distribuzione e sarà pubblicato nell’allegatoA al resoconto stenografico della seduta odierna(Vedi l’allegato A).

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(Discussione sulle lineegenerali – A.C. 2168-B)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussionesulle linee generali.Avverto che il presidente del gruppoparlamentare MoVimento 5 Stelle ne ha chiestol’ampliamento senza limitazioni nelle iscrizionia parlare, ai sensi dell’articolo 83, comma 2, delRegolamento.Avverto, altresì, che la II Commissione(Giustizia) si intende autorizzata a riferireoralmente.Ha facoltà di intervenire, per la Commissionegiustizia, il relatore per la maggioranza,onorevole Vazio.

FRANCO VAZIO, Relatore per lamaggioranza. Signor Presidente, onorevolicolleghi, onorevole rappresentante delGoverno, l’Assemblea si trova oggi adesaminare un provvedimento atteso ormaida anni, introducendo anche nell’ordinamentoitaliano il delitto di tortura. Tale proposta tornaall’esame della Camera in seconda lettura ecomplessivamente, per noi, in assoluto si trattadella quarta lettura.Sono numerosi gli atti internazionali cheprevedono che nessuno possa essere sottopostoa tortura né a pene e trattamenti inumanie degradanti. Tra questi ricordiamo laConvenzione di Ginevra del 1949, la Cartadei diritti fondamentali dell’Unione europeadel 2000, la Convenzione ONU del 1984, lacosiddetta CAT, ratificata dall’Italia nel 1988,lo Statuto di Roma istitutivo della Corte penaleinternazionale del 1988.Come appena detto, l’Italia ha ratificato nel1988 la Convenzione ONU del 1984 controla tortura, ma, tuttavia, non si era ritenuto didovere allora introdurre lo specifico reato ditortura, in quanto si era creduta sufficientela riconducibilità delle varie condotte allanozione di tortura sancita dalla ConvenzioneONU, e quindi attraverso i reati specificicome le lesioni, violenza privata, minaccia,

arresto illegale e ancora altro. Questo elencodi reati, tuttavia, per quanto ampio, non appareesaustivo, come dimostra la complessità anchetecnico-giuridica del tema tortura. Infatti, sitratta di reati che non prevedono, al contrario diquanto statuito dai richiamati atti internazionali,la possibile sofferenza mentale, ed in cui, avolte, manca il dolo nell’infliggere la sofferenzaalla vittima. Si tratta di reati per lo piùprocedibili a querela di parte e con termini diprescrizione brevi.Nell’articolo 1 della CAT la tortura èindividuata come reato proprio del pubblicoufficiale, ma è opportuno sottolineare che,peraltro, non si può considerare in contrasto conla Convenzione ONU la previsione di un reatocomune di tortura affiancato al reato proprio. E,infatti, nello Statuto della Corte internazionalepenale la tortura viene configurata proprio comereato comune; è assente qualsiasi riferimento adaltro.Per completare l’excursus sul quadro normativosovranazionale, la Corte EDU, nella suagiurisprudenza, ha precisato preliminarmentecome, per verificare se vi sia stata o menouna violazione dell’articolo 3, occorre chela condotta in questione raggiunga un livellominimo di gravità.La Corte ha chiarito che la tortura èil trattamento disumano o degradante checausa le sofferenze più intense; ogni attodi tortura è, dunque, al contempo anche untrattamento disumano e degradante. A talriguardo, rammento che il dibattito in terzalettura presso il Senato si è sostanzialmenteconcentrato sulla formulazione del reato allaluce della Convenzione ONU e sulla sceltadel reato proprio o del reato comune, eanche si è dibattuto molto sulla necessitàdella reiterazione delle condotte ai fini dellaconfigurazione del reato.Passo all’esame del provvedimento, che sicompone di sei articoli, limitando il mio esamesoprattutto alle parti che sono state oggetto didiscussione prevalente nell’ambito del consessodel Senato e anche attraverso lettere che ci sonostate poi successivamente inviate e di cui dirò.

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Ebbene, l’articolo 1 definisce il reato di tortura,introducendo gli articoli 613-bis e 613-ter.Perché si realizzi il reato di tortura devesussistere un nesso di causalità tra l’azioneposta in essere dall’agente e le acute sofferenzefisiche ovvero il verificabile trauma psichico.La condotta deve essere connotata da almenouno dei seguenti elementi: violenze, minaccegravi e crudeltà. La vittima deve trovarsi inalmeno una delle seguenti condizioni: esserepersona privata della libertà personale, essereaffidata alla custodia dell’autore del reato,trovarsi in una situazione di minorata difesa.Il fatto deve essere stato commesso secondoalmeno una delle seguenti modalità: pluralitàdi condotte oppure trattamento inumano edegradante per la dignità delle persone.Il reato, caratterizzato dal dolo generico,viene costruito come reato di evento, ecioè sofferenze acute inflitte alla vittima overificabile trauma psichico. L’articolo 613-bisprevede, poi, specifiche fattispecie formulatesotto forma di fattispecie aggravate del reatodi tortura. La prima interessa la qualifica dipubblico ufficiale e di incaricato di pubblicoservizio e prevede una pena della reclusione dacinque a dodici anni. Viene precisato dal terzocomma dell’articolo 613-bis che la fattispecie inquestione non si applica se le sofferenze per latortura derivano unicamente dall’esecuzione dilegittime misure privative o limitative dei diritti.Il secondo gruppo di fattispecie aggravateriguardano se alla tortura seguano lesionipersonali gravi e gravissime, se interviene lamorte, voluta o non voluta, per effetto dellatortura, prevedendo aggravanti di un terzo, dellametà, trent’anni e, quindi, anche l’ergastolo.In relazione alla formulazione della fattispecie,è opportuno ribadire che, da parte dellaCommissione giustizia, si è ritenuto che questaformulazione sia conforme alla giurisprudenzadella Corte penale internazionale e dellaCorte EDU, alle raccomandazioni del Comitatoeuropeo per la prevenzione della tortura e dellepene o dei trattamenti inumani e degradantie alla Convenzione delle Nazioni Unite sullatortura.

Questa precisazione è opportuna anche alla lucedi alcune perplessità avanzate dal Commissarioper i diritti umani del Consiglio d’Europa,attraverso una lettera inviata, tra gli altri, allaPresidente dalla Camera e al presidente dallaCommissione giustizia.Esamino brevemente le osservazioni, mado anche contezza della risoluzione internainterpretativa: si tratta di preoccupazioni chepossono essere superate appunto attraverso unacorretta interpretazione delle norme introdotte,senza necessità di modificare il testo.Per quanto attiene alla previsione diuna necessaria pluralità di condotte - preoccupazione del Commissario - si rileva chein realtà ci si trova innanzi a un reato a condottaplurima: esso infatti può essere commessoattraverso diverse condotte tra loro alternative,come risulta chiaramente dall’utilizzo dellacongiunzione disgiuntiva “ovvero”, proprionelle due parti della formulazione descrittivadella condotta stessa,L’uso plurale dei termini “violenze” e“minacce” e l’uso singolare del termine“crudeltà” descrivono solo una parte dellecondotte costitutive del reato.La disposizione deve essere letta nel senso cheil reato sussiste quando di fronte ad atti diviolenze o minacce gravi o crudeltà le condottesiano plurime, oppure nel caso di un soloatto di violenza, minaccia grave o crudeltà,quando esso comporti un trattamento inumanoe degradante per la dignità umana.Considerato che si precisa che il fatto deveessere commesso mediante più condotte ovverodeve comportare un trattamento inumanoe degradante per la dignità umana, è daritenere che la seconda alternativa si riferiscaovviamente proprio al caso in cui la condottasia unica, in quanto altrimenti non avrebbesenso prevedere un’ipotesi alternativa rispetto aquella della pluralità delle condotte.In merito alla seconda osservazione, quindi allaprevisione congiunta, anziché alternativa dellecaratteristiche di inumanità e degradazionedella dignità umana, per quanto attiene iltrattamento derivante dalla tortura, si ritiene

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che si tratti di un falso problema, benché laConvenzione unisca tali caratteristiche.A ben vedere ci troviamo infatti di frontea un concetto unitario, ad un’endiadi, nonsussistendo un trattamento inumano che allostesso tempo non sia anche degradante per ladignità umana e viceversa.Il fatto che la tortura psicologica sia limitata aicasi in cui il trauma psicologico sia verificabilenon rappresenta in alcun modo una limitazionedell’ambito applicativo del reato di tortura,trattandosi di una precisazione che non è altroche applicazione del principio generale secondocui gli elementi costitutivi di un reato, in sedeprocessuale, devono essere ancorati a elementiriscontrabili - testimonianze, perizie o in altromodo - e non invece riferirsi a dichiarazioni diprincipio o a impalpabili valutazioni soggettive.Per tale ragione, si potrebbe addiritturaconsiderare superflua la precisazione che iltrauma psicologico debba essere verificabile:è ovvio infatti che il trama debba trovareun riscontro processuale; diversamente nonsarebbe provato e quindi il reato nonsussisterebbe.La previsione di un reato comune base o di unafattispecie punita più gravemente, nel caso incui il fatto sia stato commesso da un pubblicoufficiale, è la quarta osservazione che ci vienerivolta e che non può essere considerata inalcun modo in contrasto con la ConvenzioneONU: la proposta di legge recepisce la filosofiadello Statuto della Corte penale internazionale,dove la tortura viene configurata come un reatocomune.Non si limita quindi a prevedere un aumentodi pena proporzionato alla pena base, maproprio in considerazione della plurioffensivitàdella condotta del pubblico ufficiale, prevedeuna pena specificatamente individuata e diportata più grave, in conformità alle previsioniconvenzionali.Inoltre il reato, così configurato, consente dipunire la tortura anche se commessa non dapubblici ufficiali ovvero laddove trae ragionee forza in posizioni di predominio che magaritrovano causa in pregresse condotte illecite,

come per esempio potrebbe accadere ad un expubblico ufficiale.Riguardo alla mancata previsionedell’imprescrittibilità del reato di tortura, mipreme segnalare che la proposta di leggescongiura decisamente il rischio che questi reatisi possano prescrivere: è appena il caso dievidenziare che la pena massima è stabilita in12 anni di reclusione se il fatto è compiuto daun pubblico ufficiale, ulteriormente aumentatadi un terzo o della metà se derivano lesioni gravio gravissime con conseguenti effetti sul terminedi prescrizione, che va da un minimo di 15 anniad un massimo, senza sospensione, di 22 annie mezzo.Nel caso in cui il colpevole cagionavolontariamente la morte, tra l’altro, ilreato, punito con l’ergastolo, è comunqueimprescrittibile.Si deve poi tenere presente che la recentelegge sul processo penale, approvata il 14giugno scorso, ha ulteriormente aumentato iltermine ordinario di prescrizione, prevedendoche, se interviene la condanna, si verifica lasospensione e quindi parliamo di due periodi disospensione sia in grado d’appello che poi inattesa del processo di Cassazione.Nel parere favorevole espresso dallaCommissione affari costituzionali sono statiespressi alcuni rilievi nella formulazione dellafattispecie del reato di tortura, una condizioneed alcune osservazioni.La condizione riguarda la necessità di valutarese la previsione della pena fissa di trent’annidi reclusione, stabilita per la circostanzaaggravante derivante dall’aver provocato comeconseguenza non voluta la morte della personaoffesa, sia coerente con la giurisprudenza intema di pene fisse e sia ragionevolmenteproporzionata.A tale proposito, si ricorda che la previsionedi una pena fissa da parte della legge non èuna novità per il nostro ordinamento: l’articolo630, secondo comma, del codice penale prevedela reclusione di trent’anni nel caso in cui dalsequestro derivi, come conseguenza non voluta,la morte della persona sequestrata.

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Nel caso che interessa occorre quindi verificarese siano soddisfatte le condizioni richieste dallaCorte costituzionale per considerare legittima laprevisione di una pena unica.La risposta non può che essere affermativa,come lo è nel caso del sequestro di persona:la natura particolarmente e peculiarmente gravedella condotta di tortura e la gravità dell’eventoche ne è derivato, cioè la morte, sono taliper i legislatori da giustificare una pena fissache corrisponde al massimo che l’ordinamentoprevede per la pena della reclusione, cioè ditrent’anni. Si ricorda infatti che si prevedel’ergastolo nei casi in cui la morte siaconseguenza voluta della tortura.Inoltre, una pena più bassa sarebbecontraddittoria in relazione alla morte comeconseguenza non voluta del sequestro e pertali ragioni appare opportuno confermare laprevisione della pena fissa della reclusione ditrent’anni.Un’osservazione che viene svolta dalla ICommissione riguarda il requisito della gravitàe cioè se esso si riferisce alle sole minacceoppure alle violenze e quindi circa l’opportunitàdi chiarire se la locuzione “violenze o minaccegravi” consenta o meno di riferire la gravitàanche alla violenza.La formulazione sembra chiara al sottoscritto,nel senso che il requisito della gravità debbariferirsi alle sole minacce; del resto, un atto diviolenza è grave a prescindere e quindi una suagraduazione in termini di gravità apparirebbedavvero complessa, soprattutto con riferimentoalla nozione di tortura risultante dai diversi attiinternazionali sopra richiamati.Alla seconda e alla terza osservazione ho giàrisposto nell’ambito della controdeduzione allalettera del Commissario europeo.La quarta osservazione si riferisceall’opportunità di uniformare le locuzioniutilizzate nel far riferimento agli effetti dallacondotta criminale, laddove si utilizza unalocuzione diversa, “sofferenze”, da quellaprevista dall’articolo 1, capoverso, articolo 613-bis, primo comma: “sofferenze fisiche” e“trauma psichico”.

Per quanto sarebbe allo stato auspicabile forseuna piena corrispondenza tra il primo e ilterzo comma dell’articolo 613-bis, anche inquesto caso non appare opportuno modificareil testo, poiché una corretta interpretazione –l’interpretazione deve essere, come dicevo giàin precedenza, costituzionalmente orientata, finquanto la lettera della disposizione lo consente - raggiunge il medesimo auspicato obiettivo.Inoltre, si deve tener conto che il terzocomma non fa altro che esplicitare un principiogenerale dell’ordinamento, che avrebbe trovatoapplicazione anche in assenza del terzo commastesso.Tornando all’articolato, l’articolo 1 aggiungepoi al codice penale l’articolo 613-ter,con cui si punisce il reato proprioconsistente nell’istigazione a commetteretortura commesso dal pubblico ufficiale odall’incaricato di pubblico servizio.Rispetto al testo della Camera è stato introdottoil riferimento alle modalità concretamenteidonee proprio dell’istigazione alla tortura, èsoppressa la clausola di specialità del reatodi cui al 613-ter, rispetto all’istigazione adelinquere di cui all’articolo 414 del codicepenale.La Commissione affari costituzionali hachiesto di chiarire a cosa sia riferito ilrequisito della concreta idoneità all’istigazionealla tortura: ebbene, io credo che, a taleproposito, si deve precisare che la diversità,la diversa gravità dei due reati dipenda dallacircostanza che l’istigazione, di cui al 414,è pubblica, a differenza di quella punitadal 613. Proprio per la mancanza istigativadell’articolo 613, prevedendo il requisito dellapubblicità, è apparso opportuno rafforzare irequisiti della condotta istigativa dell’articolo613, prevedendo la concreta idoneità dellacondotta. Dal diverso ambito applicativo delledue condotte di istigazione deriva, comeconseguenza, la soppressione della clausola,fuori dei casi previsti dall’articolo 414.La I Commissione (Affari costituzionali) hachiesto, infine, di esplicitare le disposizioniin tema di esclusione dell’immunità e di

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estradizione nei casi di tortura ivi contenuti,che siano in ogni caso applicabili nel rispettodel diritto internazionale. Anche in questocaso, non appare opportuno modificare iltesto, considerando che la preoccupazione dellaCommissione affari costituzionali ha risoltodei principi generali e, in particolare, daquanto previsto dall’articolo 10, primo comma,e 117, primo comma, della Costituzione, inrelazione alle norme di diritto internazionalegeneralmente riconosciute e agli obblighiinternazionali.L’articolo 4, pertanto, non può essereinterpretato in contrasto con il dirittointernazionale, per quanto esso non siaespressamente richiamato. Dopo tanto tempo,dopo troppo tempo, si attende che ilParlamento introduca il reato di tortura. Questotesto, secondo il sottoscritto, risponde conefficacia e coerenza alle aspettative esistenti.Ulteriori ritardi o nuovi ripensamenti sarebberodifficilmente compresi dal Paese e dallacomunità internazionale.Signor Presidente, ho limitato il mio intervento,per contenerlo all’interno dei tempi a meassegnati, ma chiedo che mi sia consentitodepositare la relazione nella versione integrale,che consegno ai funzionari.

PRESIDENTE. Agli uffici. Grazie,chiaramente è autorizzato.Ha facoltà di intervenire il relatore diminoranza, onorevole Ferraresi.

VITTORIO FERRARESI, Relatore diminoranza.    Grazie Presidente. Siamo,quindi, alla seconda lettura della Camera, laquarta in totale, per questa proposta di legge,l’introduzione del reato di tortura nel nostroordinamento.L’introduzione di questo reato è attesa da quelfatidico 1984, in cui abbiamo sottoscritto comePaese, a New York, la Convenzione dell’ONU.Ma da quel momento si è caduti, per così dire,nell’oblio più totale, fino ad arrivare a questalegislatura con un obiettivo ben preciso delMinistro Orlando, di approvare questa proposta

di legge. Peccato che non basta introdurre ilreato di tortura per punire chi tortura nel nostroPaese: si deve avere una buona legge sul reatodi tortura per punire chi tortura nel nostro Paese.Quindi, non mettendomi ovviamente a leggeretutto il testo, in quanto è sotto già ripresodal relatore per la maggioranza, inizierò conalcune puntuali, a mio avviso, criticità deltesto. Innanzitutto è vero che la Convenzionedell’ONU riporta un delitto proprio. Perchériporta un delitto proprio? Perché è vero checi sono tanti reati nel nostro ordinamento, chepossono coprire determinati fatti delittuosi, mali possono coprire giusto per i privati. Infatti, inambito pubblico, ci sono tante operazioni in cuila legge, appunto, fa affidamento a funzionaripubblici che esercitano le loro funzioni eche però non potrebbero essere coperti, salvoappunto alcuni accertamenti di reati moltogravi.Quindi, in questo caso, la tortura va oltrea quel paletto ulteriore che permette diaccertare determinate violazioni, in ambitiappunto in cui si parte da una determinatalegalità (principio di legalità), non certo daun’immediata violazione. Per esempio, se unapersona sequestra un cittadino per poi torturarloe ottenere informazioni, è diverso da unapersona che arresta magari illegittimamenteun cittadino, perché ha commesso qualcosa, epoi lo tortura successivamente. C’è un ambitomolto, molto, molto tenue tra le condottelegali e le condotte non legali. È per questoche si voleva applicare una specificità delreato nei confronti di pubblici ufficiali, maquesto non cambia così tanto, perché comunquel’introduzione del reato vale per tutti.Si va sulle violenze o le minacce gravi.Ecco, questo già, invece, è un criterio unpo’ più pericoloso, perché questa pluralità ènegativa, dal mio punto di vista. Una violenzanon qualifica un reato di tortura? Ovvero, ioposso applicare anche solo una violenza o uncomportamento violento e questo non integrareil reato di tortura? Oppure, io posso fare anchedelle minacce, anche se gravi? Non capiscoperché poi “gravi”. Se ci sono delle minacce

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o una minaccia, che consiste anche magari inuna sottile minaccia, soprattutto nelle carceri,come chiudere l’acqua oppure passare le chiavinei confronti delle celle dei detenuti, oppureminacciare di un fatto grave anche un detenutouna volta, non consiste in tortura quest’azione?Rimangono molti dubbi su questo.“…ovvero agendo con crudeltà”. Certo, c’è poil’ovvero agendo con crudeltà, ma “agendo concrudeltà” vuol dire tutto e vuol dire niente.La crudeltà è parametrata a cosa, a qualicomportamenti crudeli o non? Si dovrà vederela crudeltà del soggetto? Anche qui lasciano unpo’ il tempo che trovano queste definizioni.“…cagiona acute sofferenze”. Ripeto la parola“gravi” o “acute” non è sbagliata in sé, èsbagliata in un testo che pone tanti paletti e lipone all’accertamento del reato. Non è tantol’avere una parola come “gravi” o una parolacome “acute” piuttosto che un’altra. Il problemaè che c’è una somma di parole che, di fatto,renderanno difficile l’accertamento di questireati. Lo sappiamo bene che un conto è scriverenorme e un conto è andare in un processo eaccertare un determinato reato. Già è difficile,figuriamoci con questa somma di paletti che illegislatore inserisce in questa norma.Poi c’è ovviamente, come al solito accade,una vera e propria aberrazione, dal mio puntodi vista: “sofferenze fisiche o un verificabiletrauma psichico”. Fantastico! “Un verificabiletrauma psichico”! Non bastava una sofferenzapsichica, già riconosciuta dall’ordinamento,che deve essere accertata. Certo che deveessere accertata in un processo la sofferenzapsichica. Non è che uno dice: “ah, miha turbato la psiche” e viene condannataper torture una persona. Ci deve essereun accertamento, l’accertamento nel processopenale, l’accertamento nel processo civileper il risarcimento del danno. È ovvio chedeve essere provata! Ma cosa vuol dire un“verificabile trauma psichico”? Perché, unasofferenza psichica non è verificabile? Oppureci vuole un trauma? Anche qua una pessimascrittura, che ci ha fatto rendere ridicoli, almenonell’istituzione Parlamento, agli occhi anche

della dottrina e dei professori, che hannoiniziato già a commentare questa norma.E poi vi è un allargamento delle condizioni,la privata libertà personale, la potestà, lavigilanza. Qui si è fatto un passo in avanti,perché si sono inserite alcune fattispecie cheprima mancavano. Quindi forse è l’unico puntopositivo.Poi si arriva a un’altra parte, dal mio punto divista, assolutamente inutile se non dannosa: “seil fatto è commesso mediante più condotte”. Siva a ribadire la pluralità delle condotte, nonsi capisce perché, forse per ribadire due voltequello che si era già detto prima e, quindi, èassolutamente dannoso perché ripetiamo. Nonsi capisce il perché una condotta non possaintegrare il reato di tortura e bisogna che unolo faccia più volte e torturi più volte. Questo cilascia veramente perplessi.“…ovvero se comporta un trattamento inumanoe degradante per la dignità della persona”. Ecco,questo vuol dire tutto e niente ovviamente,perché è un altro paletto che, in alternativa alle“più condotte” inserito prima, ci fa dire cheanche qua si dovrà vedere la giurisprudenza esi dovrà vedere sia l’interpretazione dei giudicisia poi l’applicazione. Infatti, molte volte - ripetiamo - in luoghi come le carceri è giàimpossibile tirare fuori qualche informazione equalche prova, figuriamoci con questa scritta,se si potrà andare a vedere veramente se iltrattamento è inumano o se c’è la crudeltà o nonc’è. Stiamo parlando veramente di un livello didifficoltà di accertamento di un reato così grave,che lascia il tempo che trova.Poi vi è l’inserimento, che abbiamo già criticatonella prima lettura: “il comma precedente nonsi applica nel caso di sofferenze risultantiunicamente dall’esecuzione di legittime misureprivative o limitative di diritti”. Nel migliore deicasi, questo comma sarà inutile; nel peggiore,sarà dannoso, sempre per l’accertamento delreato. È ovvio che, se un ufficiale e se unagente si muove nel rispetto della legge, nonsarà punito. Questa non è una legge che puniscechi fa il suo dovere: è una legge che punisce chinon fa il suo dovere e chi tortura.

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E quindi è ovvio che se si muove nell’ambitodella legge e non la “sfora”, non saràassolutamente punito già per legge; inserirlo èun ulteriore tassello probatorio assolutamentenon dovuto all’interno della norma.Poi, ancora, se dai fatti di cui al primocomma, si riportano solo al primo commae non al secondo, ma comunque puòandare bene perché la pena è aumentata.E poi interviene anche l’articolo 1 allafine, in cui si dice che l’istigazione delpubblico ufficiale a commettere reato ditortura deve essere effettuata in modoconcretamente idoneo: un’altra formulazionegeniale apportata dal Senato, come se il reatodi istigazione non fosse già così. È ovvio chel’istigazione dev’essere concreta, dev’essereprovata, dev’essere offensiva, deve portare unapersona a commettere un reato; se non è idoneaa commettere un reato, non c’è istigazione,è inutile che lo mettiamo. Cioè, sembra chesi sia voluto proprio “pasticciarla” apposta sunorme che erano già chiare, perché il nostroordinamento è già chiaro, quello penale; loandiamo a rendere più difficile noi, è già così.“Concretamente idoneo”: mah!E poi, ancora, sulla prescrizione. Siamointervenuti per la prescrizione: c’eraun aumento dei termini di prescrizione,prontamente eliminato dal Senato. Il problemanon è i 12 anni, i 15 anni: il problema èche il reato di tortura, come altri reati moltogravi, compresi quelli di corruzione, di strage,di omicidio, potrebbe volere tantissimo temponon per fare il processo, ma per arrivare a capireche è stato commesso un reato, per iscrivereuna notizia di reato. È questo il problema! Chemolte volte si arriva in una fase in cui non c’èsospensione che tenga, non c’è allungamentodella prescrizione che tenga, perché, di fatto,si arriva troppo tardi solo a scoprirlo, il reato;figuriamoci ad accertarlo.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

VITTORIO FERRARESI, Relatore diminoranza. E, allora, anche rispetto ai tanti

torturati e vittime che stanno nei Paesi del SudAmerica, che ci chiedevano l’imprescrittibilità:l’imprescrittibilità per estradare dei torturatorinei loro Paesi d’origine; perché il problema èche senza questa norma sull’imprescrittibilità,noi non possiamo rimandare dei torturatoriquando ce li chiedono in via diplomatica. Èquesto il problema!Presidente, le criticità di questo testo sonostate elencate: sono molto gravi, dal nostropunto di vista. Sappiamo anche che sonotrent’anni, più di trent’anni, che aspettiamoquesta norma: a maggior ragione, visto il tempopassato prima di approvare questa norma,doveva essere introdotta una buona legge percontrastare la tortura, non una semplice legge.Non possiamo dire che abbiamo introdottoil reato di tortura: bisogna guardare cosa ècontenuto nella legge; e la legge così fattadopo trent’anni è assolutamente insufficiente agarantire le esigenze e le aspettative delle tantevittime in Italia, nel nostro Paese, ma anchea livello internazionale, che si aspettavanol’introduzione di questo reato. Questo testoè quindi assolutamente insufficiente, anche invista delle due condanne che abbiamo ricevutodalla Corte europea dei diritti dell’uomo sullatortura, e di un’altra che potremmo riceveresempre per violenze, questa volta all’internodelle carceri. Tutte queste aspettative sono stateassolutamente tradite, dal nostro punto di vista,a livello tecnico-legislativo e a livello politicoda una maggioranza che ovviamente, per motividi alleanze, ha fatto, come molte volte succede,uscire un testo che non soddisfa pienamente lesue aspettative.

PRESIDENTE. La invito nuovamente aconcludere.

VITTORIO FERRARESI, Relatore diminoranza. Questa è una legge, la tortura, chenon va a punire chi fa giustamente il suodovere: va a punire quelle persone, come ci sonoin tutti gli ambiti, politici, magistratura, forzedell’ordine, cittadini, imprenditori…

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PRESIDENTE. Onorevole Ferraresi, la devoinvitare a concludere: siamo fuori già di oltre unminuto.

VITTORIO FERRARESI, Relatore diminoranza. Chiudo, certo. …che delinquono.Questi ci sono dappertutto, in tutti i mondi;e non si deve aver paura, perché i primiche debbono avere la necessità di mostrarela propria buona fede sono proprio gliappartenenti alle forze dell’ordine, che fanno inmodo dignitoso e coerente ed efficiente il lorolavoro, e non vogliono assolutamente esseremischiati a quelli che non lo fanno.

PRESIDENTE. Prego tutti di stare nei tempi.Tra l’altro, i colleghi che intervengono indiscussione sulle linee generali, quando hanno itempi, hanno un massimo di 30 minuti, i relatorihanno 10 minuti. Però, se si intende prenderepiù tempo, si può intervenire nella discussionesulle linee generali normale, anziché in altrevesti.Ha facoltà di intervenire il rappresentante delGoverno. Mi pare di capire che sia intenzionatoa intervenire magari in sede di replica. È iscrittaa parlare l’onorevole Giuliani. Ne ha facoltà.

FABRIZIA GIULIANI. Presidente, il PartitoDemocratico ritiene necessario introdurre nelnostro ordinamento il reato di tortura, questoè il primo dato che io voglio sottolineare;e darò anche a questo mio intervento uncarattere eminentemente politico, perché siamoassolutamente consapevoli che con questo attosi va a colmare non solo un vulnus legislativo,ma un vuoto di natura politica, un vuoto dinatura morale e un vuoto di natura civile. Idati che mi portano a trarre queste conclusionisono stati richiamati dal relatore Vazio: sonotrascorsi esattamente 29 anni, dico 29 anni,dalla ratifica italiana, avvenuta 4 anni dopol’adozione della Convenzione contro la torturae altre pene o trattamenti crudeli, inumani odegradanti adottata dalle Nazioni Unite nel1984. Un lasso di tempo enorme, un lasso ditempo molto lungo, superiore, tanto per avere

un ordine di grandezza condiviso, all’età dialcuni dei nostri colleghi più giovani in questalegislatura. È stato senza alcun dubbio un temposufficiente a mostrare a noi, all’Europa e almondo l’esigenza di colmare un vuoto nontollerabile, data la natura del reato e il suo nessocon la qualità di vita democratica.Questo dato lo testimoniano i numerosi richiamiinternazionali, mossi in relazione ad episodimolto specifici, lo hanno richiamato anche altriprima di me: come è accaduto con l’ultimacondanna della Corte europea dei diritti umanial nostro Paese per i fatti accaduti a Genova(anche qui parliamo ormai di 16 anni fa); e comediffusamente sollecitano l’opinione pubblica ele associazioni da sempre schierate a difesadei diritti umani. Noi crediamo che il puntosia abbastanza semplice: è tempo di porre finea questa attesa, è tempo di definire il reatoe inserirlo nel nostro corpus legislativo, dimettere un punto fermo dopo i tanti tentativiandati a vuoto nelle scorse legislature, comeanche noi rischiamo di fare, dato che siamo già,ormai, in quarta lettura.Le polemiche che hanno accompagnato questolungo ping-pong tra le due Camere leconosciamo: alcune di queste ragioni sonofondate, altre decisamente meno. Ho volutoricordare la storia, il quadro di questoprovvedimento a coloro i quali, anche con lemigliori intenzioni, hanno chiesto nei giorniscorsi alla Camera di apportare nuove edulteriori modifiche per migliorare il testodi legge. Ma io credo che serva un sensodi responsabilità molto forte, un senso diresponsabilità di tutti, per dotarsi di una normache consenta di spezzare una ripetizione eci consenta di affrontare e di avere deglistrumenti per affrontare situazioni gravi, diavere strumenti adeguati per farlo e, soprattutto,di levarci la maglia nera in Europa, che ci additacome un Paese che non riesce a trovare unasintesi politica su una materia tanto delicata.Non introdurre il reato - vorrei ricordarlo ancheal collega del MoVimento 5 Stelle che ha parlatoprima di me - non è una sconfitta di qualcuno:non è additando i cattivi che ci si ritrae dalle

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proprie responsabilità. Non introdurre questoreato è una sconfitta di tutta la politica: fermarsisolo alla pars destruens, quando sono in giocomaterie di questa levatura, davvero non fa onoreal lavoro che svolgiamo in quest’Aula.Ricordo del resto (e non voglio tirare la magliaa nessuno) che ha sollecitato l’intensificazionea condurre in porto questa norma, con la voceautorevole che lo contraddistingue, il PresidenteMattarella questa mattina: oggi, lo vogliamoricordare (cade molto puntualmente questadiscussione), è proprio la giornata dedicataalle vittime della tortura. Ecco, il PresidenteMattarella questa mattina ha sollecitato ognisforzo per arrivare ad un punto fermo: haricordato come, quando sono in gioco questireati, sono in gioco la libertà personale ela dignità umana, qualcosa che la nostraCostituzione prevede con molta chiarezza nelsuo articolo 2; sono in gioco le conquiste civilipiù importanti di questo secolo. Ecco, su questematerie va messa nero su bianco una parolaferma, e va tenuta ferma.Potrei aggiungere, e lo aggiungo, che forse nonè questo il testo che noi avremmo auspicato,non è quello a cui abbiamo lavorato nellaCommissione giustizia in questo ramo dellaCamera; ma, appunto, con la stessa franchezzadico che non è un ulteriore rinvio a renderequesto testo migliorabile.Non è necessaria nessuna iniezione di realismoper arrivare ad affermazioni di questo tipo. Ètestimoniato fattualmente quanto dico da quelloche è accaduto a tante altre norme in materia didiritti che hanno avuto letture diverse nei duerami del Parlamento; forse non avremmo maiavuto una norma sulle unioni civili se avessimocontinuato un eterno gioco al miglioramento.Proprio la presidente Ferranti nelle scorsesettimane ha ricordato come il meglio spesso ènemico del bene e concordo con lei. Dobbiamoprenderci la responsabilità di far fare un passoin avanti al nostro Paese, perché - questo è ilpunto - per quanto si possa oggi criticare iltesto in Aula, esso rappresenta senza dubbio unpasso avanti per l’Italia sul tema del contrastoalla tortura e soprattutto alla tutela delle vittime,

perché se non c’è nessun reato di tortura, nondisponiamo neanche degli strumenti per poteretutelare le vittime.Nei mesi scorsi abbiamo avuto modo e tempodi confrontarci molto serratamente, anche inmaniera accesa, sugli aspetti negativi e positividel bicameralismo perfetto; vorrei dire chepersonalmente proprio di fronte a iter di questotipo, continuo a nutrire le stesse convinzionicirca la necessità di modificare l’attuale assettolegislativo. Però, questo è lo stato dell’arte, quistiamo, e in questo caso l’iter tra le due Camereha prodotto un compromesso che abbiamo ildovere di approvare e non di rimandare oltre,di sottrarre al nulla - sottrarre al nulla, voglioripeterlo - una norma indispensabile alla vitadei nostri sistemi democratici e alla tutela dellavita umana (Applausi dei deputati del gruppoPartito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l’onorevoleVito. Ne ha facoltà.

ELIO VITO. Signor Presidente, la ringrazio.Dall’ascolto degli interventi che mi hannopreceduto, della rappresentante del PartitoDemocratico e del rappresentante delMoVimento 5 Stelle, si capisce bene qualè il tono di questo dibattito e un po’anche la ragione di questo dibattito un po’surreale, signor Presidente, che giunge inquest’Aula il giorno successivo ai risultatidelle elezioni amministrative che hanno vistopesantemente penalizzati proprio i partiti cherappresentano la maggioranza di Governo, apartire dal Partito Democratico, ma anchequelli che rappresentano l’opposizione fattadal MoVimento 5 Stelle, non certo quellaresponsabile e di merito rappresentata da ForzaItalia.Che cosa c’è di surreale? Poche ore fa, al centroCara di Bari, le forze dell’ordine sono statevittime per l’ennesima volta (cosa che accadeormai abitualmente in Italia e sembra quasi nonsuscitare questo scandalo) di aggressione daparte degli immigrati, dei richiedenti asilo, soloperché le forze dell’ordine stavano facendo il

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loro lavoro e, nel fare il loro lavoro, hannodovuto subire questa aggressione. C’è statoun ferito al quale naturalmente va la miasolidarietà, come va a tutte le forze dell’ordineche quotidianamente svolgono il loro lavoroa difesa della sicurezza, per il rispetto deiprincipi di legalità, per il rispetto dell’ordine.Ancora la settimana scorsa, episodi altrettantogravi, ben più gravi, comunque erano successi aTorino, dove semplicemente le forze dell’ordinecercavano di fare il loro dovere e, nel fare il lorodovere, hanno dovuto subire delle aggressioni,delle violenze.Invece, ad ascoltare il dibattito, gli interventi diquest’oggi, sembra che il problema principaledel nostro Paese sia, al contrario, sanzionarepreventivamente, o impedire, o comunque checi sia nel nostro Paese questo gravissimoproblema del comportamento da parte delleforze dell’ordine nei confronti di altre persone.Ebbene, dico subito che il testo al nostroesame è un testo che va ben oltre quella cheè la Convenzione, che pure il nostro Paese hacondiviso, delle Nazioni Unite contro il reato ditortura, che nel nostro ordinamento già esistonodelle norme specifiche nel codice di procedurapenale che giustamente sanzionano i casi diviolenze, di minacce, e che la necessità che ilPartito Democratico e il MoVimento 5 Stelle(che critica perché non si fa abbastanza inParlamento con questa legge) hanno sentito,è la stessa che noi abbiamo avvertito in tantialtri provvedimenti in discussione in questalegislatura, quella cioè, purtroppo, di avereregistrato un sentimento anti polizia, anti forzedell’ordine, anti lavoro per stabilire sicurezza elegalità, che invece sono necessarie.Io invece credo che il Parlamento, e il Governonaturalmente, dovrebbero atteggiarsi ad unosforzo esattamente contrario. Ancora oggi leforze dell’ordine attendono il rinnovo delcontratto, il Parlamento aveva all’unanimitàvotato una mozione che noi avevamopresentato. Ancora oggi le forze dell’ordinelavorano in condizioni di non sicurezza perquanto riguarda quelle che sono le lorodotazioni. Occorre stanziare di più e fare in

modo che possano lavorare meglio. Ancoraoggi non vi è la percezione, da parte di tuttoil Parlamento e di tutte le forze politiche,dell’allarme sicurezza, che è un allarme chesi registra su più gradi e su più livelli. Nelnostro Paese, vi è quello della criminalitàcomune, purtroppo ancora molto diffusa, quellodella criminalità organizzata (tanto è statofatto, ma tanto occorre ancora fare, io ricordoche i risultati maggiori su questo frontefurono ottenuti proprio dal Governo Berlusconicon l’arresto dei principali latitanti, con ilrendere permanente e definitivo il 41-bis), el’allarme sicurezza derivante dalla questione delterrorismo internazionale.Rispetto a tutto questo, le nostre forzedell’ordine e le nostre Forze armate sonochiamate a svolgere un lavoro straordinario,un lavoro aggiuntivo, un lavoro sottopagato.Il Parlamento si preoccupa di rendere inqualche modo più difficile questo loro lavoro,si preoccupa di introdurre il reato di tortura o,come aggravante, se commesso da un pubblicoufficiale, se commesso dalle forze dell’ordine.Il collega del MoVimento 5 Stelle precisa pure“chi certo non ha nulla da temere è chi svolge…”. Le forze dell’ordine certo che non hannonulla da temere, svolgono il loro lavoro incondizioni di grande difficoltà e di disagio, per imotivi che ho richiamato, e lo svolgono semprecon correttezza. Il problema è che nel nostroPaese ci sono manifestazioni non autorizzate, ilproblema è che nel nostro Paese c’è un allarmesicurezza, il problema è che nel nostro Paese leforze dell’ordine, ad esempio, non sono dotate,come noi proponiamo da sempre, dei taser,cioè di strumenti che possono immobilizzare unaggressore potenziale che si sta manifestandoin quel modo e quindi sono costretti a correredei rischi. Il problema del nostro Paese è che ilnumero delle forze dell’ordine non corrispondealle esigenze, siamo sotto organico, e non viè oggi la possibilità di poter reintegrare lepersone che terminano il loro servizio o chesono collocate in pensione. Questa è la realtàdella questione dell’allarme sicurezza.Allora mi fa un po’ sorridere che, da una

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parte, qualche settimana fa, abbiamo discussodi misure che noi abbiamo criticato per la loroinsufficienza, ma che comunque avevano lospirito di voler innestare nel Parlamento, nelPaese, un dibattito, delle misure per dare unamaggiore sicurezza alle nostre città (mi riferiscoai provvedimenti del Ministro dell’InternoMinniti), e oggi invece stiamo a discuteredi provvedimenti che renderanno di fatto piùdifficile il lavoro delle forze nell’ordine. Io nonvoglio entrare adesso nel merito puntuale dellemodifiche che sono state introdotte al Senato,che in alcuni punti anche accolgono delleperplessità e delle critiche che noi avevamosollevato qui alla Camera, e della scelta chela maggioranza ha annunciato di voler faredi non modificare il testo qui alla Camera erenderlo quindi definitivo. Io mi auguro cheinvece la maggioranza in queste ore si rendaconto che sono altre le priorità del Paesepiuttosto che introdurre un reato che rendepiù difficile il lavoro delle forze dell’ordine:sicuramente l’occupazione, il lavoro. Poco faabbiamo discusso del disegno di legge sullaconcorrenza che non mi pare renderà più facilela possibilità da parte delle imprese di assumere.Io credo che, nei mesi conclusivi dellalegislatura, il Governo e la maggioranzadovrebbero atteggiarsi e limitare la loroattività nel prendere quei provvedimenti chesono strettamente necessari a creare maggioreoccupazione, a ridurre le tasse, ad assicuraremaggiore sicurezza al nostro Paese e amigliorare le condizioni di lavoro e lo stipendiodelle forze dell’ordine. Questo provvedimentoinvece va in tutt’altra direzione ed è per questaragione che io esprimo le perplessità del gruppodi Forza Italia su questo testo. Non perchéci sia qualcuno che voglia difendere degliatteggiamenti illeciti o voglia incoraggiare acompiere dei reati di tortura, il punto non èquesto.Naturalmente, ripeto, ci sono già oggi nelnostro codice norme che consentono disanzionare perfettamente tali reati, qualoravengano commessi. Il punto è che, dall’iniziodella legislatura, stiamo assistendo invece ad un

tentativo di criminalizzare le forze dell’ordine,di oscurare i loro meriti, il loro lavoro, laloro abnegazione, la loro difficoltà. Questo èun provvedimento simbolo della sinistra delParlamento e di Governo di questa legislaturae non so se, portando a casa questo simbolo diprovvedimento, il Governo possa manifestarepoi qualche forma di vanto nei confrontidell’elettorato; non sicuramente nei confrontidel personale delle forze dell’ordine al qualedovrebbe invece consegnare, ripeto, un benaltro simbolo: il rinnovo del contratto conun cospicuo aumento dei loro stipendi. Credoche questo sarebbe il provvedimento giustodi fine legislatura che le forze dell’ordineattendono. Quindi, noi diciamo che alle forzedell’ordine va la nostra gratitudine, va il nostrorispetto, va la nostra solidarietà e vicinanzaquando, come, ancora una volta, è accadutooggi a Bari, sono loro vittime di violenza e diaggressioni che rendono difficile l’esercizio delloro lavoro e che è un ben strano Parlamentoquello che, per mesi, si occupa invece didiscutere di possibili eventuali reati, aggravantiche vengono commessi dalle forze dell’ordinenell’esercizio del loro lavoro. Per tale ragione,il gruppo di Forza Italia manifesta tutte leproprie perplessità e la propria contrarietàalla discussione della proposta di legge che,ripeto, è anche un po’ surreale che vengainserita all’ordine del giorno della Cameraproprio oggi, giorno successivo al risultato delleelezioni amministrative che hanno visto cosìpesantemente penalizzata la maggioranza digoverno e il Partito Democratico, da una parte,ma, dall’altra, anche il MoVimento 5 Stelleche pure sostiene l’introduzione delle norme,anzi - l’abbiamo sentito - dice che così nonsono sufficienti, che il Senato le ha peggioratee occorre che il reato di tortura sia previstoin maniera ancora più pesante. Noi a questodiciamo no; naturalmente lo diremo anchequando si passerà - se si passerà purtroppo - alla fase di votazione degli emendamenti e deltesto nelle prossime settimane. Per adesso, ciimportava segnare la nostra linea di coerenzache vi chiede certo più sicurezza e più legalità

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ma che richiede più sicurezza e più legalitàdalla parte delle forze dell’ordine, con le forzedell’ordine e non contro le forze dell’ordine.Il problema del nostro Paese, Presidente, econcludo per davvero - l’ho già detto una volta - è che ci sono troppe pagine social e troppescritte sui muri contro le forze dell’ordine.Questo è il problema del nostro Paese: il fattoche vi è un’istigazione all’odio nei confrontidi chi svolge il lavoro di rispetto della leggee di assicurare la sicurezza dell’Italia e diquesto vorremmo che il Parlamento, il PartitoDemocratico, la maggioranza, i colleghi delMoVimento 5 Stelle si occupassero. Non c’è unallarme tortura nel nostro Paese: c’è un allarmesicurezza e c’è un allarme di forze dell’ordineche sono sottopagate e che sono troppo poche.Di questo vorremmo che il Governo si facessefinalmente interprete con i provvedimenti giusti(Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l’onorevoleDaniele Farina. Ne ha facoltà.

DANIELE FARINA. Grazie, Presidente.“Quello che affrontiamo è l’esito naturaleseppur tardivo della ratifica operata quasivent’anni fa dal nostro Paese della Convenzionedelle Nazioni Unite ma è anche un segnale acontrasto di quanti hanno legittimato la torturain nome di un presunto conflitto di civiltà e dellaguerra preventiva quasi che Abu Ghraib fosseun prezzo necessario o quanto accade nelle celledi Guantanamo fosse un male minore, segnalein opposizione a quanti non hanno ravvisato neigiorni drammatici di Genova 2001 la creazionedi una voragine, di un vulnus grave nei dirittifondamentali e nelle libertà costituzionalmentegarantite”. Qualcuno, colleghi, avrà notato chedate e nomi non tornano e infatti correva l’anno2006, il mese di dicembre, e le frasi precedentifanno parte della dichiarazione finale di votodello stesso tentativo di introdurre nel nostroordinamento il delitto di tortura.Ricordo bene perché feci io quelladichiarazione e l’esame di questa Camera si

concluse con le parole: “la Camera approva”.Accadeva quasi undici anni fa e oggi eccociqui: questa norma è partita male dal Senatodella Repubblica e va finendo peggio. Dipassaggio in passaggio c’è stato raccontato cheil meglio è nemico del bene al punto peròche il bene oggi è una fioca luce. Ad unreato comune, piuttosto che proprio, rivolto cioèladdove logica vorrebbe, il pubblico ufficiale,si è aggiunta la pluralità delle condotte, laverificabilità del trauma psichico e, ancora,un tempo di prescrizione del reato abbreviatoin totale controtendenza rispetto all’impetomostrato solo poco giorni fa in occasionedella riforma del codice penale, di procedura edell’ordinamento penitenziario e, al contempo,un bello sbarramento all’estradizione eventuale.Si configura una sorta di reato impossibilea meno di non incontrare magistrati dotatidi molto, forse troppo coraggio. Dunque nonstupisce che pochi giorni fa il commissariodei diritti umani del Consiglio d’Europa abbiamesso per iscritto la distanza del testo dallaConvenzione ONU, pure sottoscritta dall’Italiaun secolo fa, e dalle successive normative dimolti Paesi europei. Ma cosa ha di diversoquesto Paese dagli altri d’Europa? Perché quasitrent’anni dopo si giunge al testo in esame?Ma non sarà - mi chiedo - che nelle fasi piùbuie della nostra storia la tortura è stato unospite non saltuario? Ma non sarà che qualcunopensa che, nel presente segnato dal terrorismointernazionale, possa venir buona? E perchésolo qui la normalità si spaccia per una manovracontro le forze di polizia? Domande e carenzeevidenti che imporrebbero modifiche. Mentrela Corte europea dei diritti dell’uomo incredulapassa di condanna in condanna, l’Italia, ultimadella classe sul tema, non patria del dirittoma un po’ una Repubblica bananiera: altroche il punto fermo che oggi il PresidenteMattarella auspicava. Qualche “giornalone”pubblica da molti giorni la lista delle leggida non tradire: una volta approvata, compareuna sorta di spunta, un “fatto!” (con il puntoesclamativo). Non dubitiamo che, anche perquesto provvedimento, sarà così: “Finalmente

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approvata la norma sulla tortura”. Peccato che,nella sostanza, non sia così perché testo etitolo divergono con grande evidenza. Chissàcosa ne penserebbe il senatore del PartitoComunista, Nereo Battello, che, per primo,all’inizio della X legislatura, nell’aprile del1989, propose l’introduzione del delitto ditortura nell’ordinamento, disegno di legge n.1677, un articolo, poche righe. Oggi siamo adun articolato di due pagine che sembra scritto daTomasi di Lampedusa ovvero, se vogliamo chetutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi.

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti aparlare e pertanto dichiaro chiusa la discussionesulle linee generali.

(Repliche - A.C. 2168-B)

PRESIDENTE. Prendo atto che i relatoririnunciano ad intervenire in sede di replica.Ha facoltà di intervenire il rappresentante delGoverno.

GENNARO MIGLIORE, Sottosegretario diStato per la Giustizia. Grazie, Presidente.Intervengo nella discussione che ritengo assaiimportante per la vita di questa legislatura alfine di introdurre alcuni elementi che possanocontribuire anche a definire meglio la posizionedel Governo sulla base delle considerazioni chesono state fatte in primo luogo dal relatore Vazioe che poi sono state riprese in sede di dibattito.Innanzitutto, vorrei chiarire che questa non èuna pretestuosa richiesta, lo dico all’onorevoleVito, ossia che l’introduzione del reato ditortura, come qui è stato ricordato anchedai relatori, è un obbligo al quale non cirichiama solo autorevolmente il Presidentedella Repubblica, ma anche la sottoscrizione, lalibera ratifica di un trattato che ormai data il1984. È un testo, questo, che ha subito moltirimaneggiamenti, lo vorrei dire con grandechiarezza, troppi, e anche per troppo tempo.La prima approvazione fu quella del 2014, poivi fu un’altra in seconda lettura alla Cameradell’aprile del 2015 e poi è stata approvata dal

Senato in terza lettura il 17 maggio del 2017,oltre due anni dopo, con uno stop intermedionel luglio del 2016. Il testo è stato contestatoin vari punti. Ciò che ritengo francamentefuorviante, e lo dico in particolare al relatore diminoranza e all’onorevole Farina, è ritenere chequesto sia un testo che indebolisca la capacitàincriminatrice che questo reato comporta.Il testo è stato osservato in alcuni aspetti. Èevidente che, ripeto, i vari rimaneggiamenti lohanno reso forse più complesso, ma ritenereche la forma con la quale si tipizza nell’articolo613-bis il reato e la sua capacità incriminatricesulla base di un equivoco, o meglio, diun’interpretazione che non è quella corretta,penso che sia un errore, e, siccome anche in sedegiurisprudenziale i nostri dibattiti verranno lettiper comprendere qual è l’effettiva intenzionedel legislatore, vorrei qui ribadire un concettoche è stato espresso dal relatore Vazio. Non èvero che le condotte debbano essere solo “piùcondotte”. C’è un “ovvero”, che si riferiscea una congiunzione disgiuntiva, che introduceun’ulteriore fattispecie, cioè quella che ancheun singolo atto, se comporta un trattamentoinumano e degradante per la dignità dellapersona, è qualificato come tortura.Vorrei che questo rimanesse agli atti, e,nell’esercizio reciproco della buona fede, oltreche nella corretta interpretazione dei testinormativi, si definisse questo come l’elementodal quale partire. Non sono abituato - chi miconosce lo sa - ad utilizzare artifici retorici. Se cifosse stata una indicazione, frutto, anche in quelcaso, di un compromesso, che avesse propostoil tema della pluralità delle condotte e basta, nonavrei avuto esitazioni a sostenere che così era,ma così non è, onorevole Farina, non è.L’ovvero inteso come congiunzione esplicativaè un’interpretazione forzata, che anche in sedeeuropea chiariremo, visto che è stata fattaun’osservazione in questo senso, e penso chela risposta che dobbiamo dare, non solamentealle sentenze della Corte europea dei dirittidell’uomo che ricordano e intimano, in qualchemodo, all’Italia di approvare una normativasu un reato come quello della tortura, siano

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delle sentenze che ci spingono a considerareanche ciò che ha detto proprio in questa sedel’onorevole Farina, cioè quegli undici annida quella dichiarazione di voto finale che ioben ricordo e che non portò a nessun esito,onorevole Farina. Penso che noi dobbiamointrodurre, per una questione, oserei dire, quasidi igiene linguistica, il termine “tortura” nelnostro ordinamento. Oggi è impronunciabile, eil voler considerare un ulteriore passaggio alSenato – lo dico io che ho seguito passo passoil testo anche al Senato - vuol dire consegnarload un rischio di inconcludenza che credo lanostra generazione politica, prima ancora che lanostra funzione di legislatori, oggi non si possapermettere.Penso, in questo senso, che non sia unanorma vessatoria, condivido le osservazioni dimerito che sono state fatte dal relatore e dachi è intervenuto ritenendo che vi debbanoessere dei casi specifici. Voglio essere moltochiaro su questo punto: non si tratta, comeè stato banalizzato in più parti, anche nelleAule parlamentari, in nessun modo di un attocontro una categoria, ma di un atto legislativo,e quindi ribadisco la mia fiducia e ancherispetto, stima e riconoscenza nei confrontidelle forze dell’ordine, ma di uno strumentoteso a reprimere reati che oggi, anche su casiben noti, sono andati prescritti perché nonvenivano, caro onorevole Vito, proprio ricopertie ricompresi da quei reati che sono già presentinel nostro codice: percosse, lesioni aggravate,violenza privata, riduzione in schiavitù, abusodi autorità su arrestati o detenuti.Reati che già sono previsti nel nostro codice,ma che non hanno impedito la prescrizione dicomportamenti che sarebbero stati altrimentiqualificati come tortura. Il fatto che non siaun reato proprio, ma che vi sia l’aggravanteper chi li commette nella funzione di pubblicoufficiale, rappresenta una garanzia e, appunto,un principio di non contraddizione con quellache è la Convenzione dell’ONU del 1984.E penso che alla prima applicazione, spero checiò non avvenga, ma, qualora dovesse avvenire,saranno chiariti quei punti che oggi possono

apparire più indefiniti all’occhio meno attento, amio giudizio, di chi sta guardando questa normanon sulla base dell’istituzione di un principiogenerale, ma solo sulla base di un’applicazionedi un concetto, quello del reato proprio, chenoi, in qualche modo, estendiamo. Peraltro,non ho compreso dall’onorevole Farina ancheil riferimento a quelli che sono gli aspettirelativi all’estradizione, perché a me sembradel tutto evidente che questa parte debbaessere una parte a tutela e garanzia delnostro ordinamento, cioè che ciò non si possarealizzare attraverso l’estradizione verso unoStato rispetto al quale è previsto un rischio ditortura, ma su questo, probabilmente, avremomodo di chiarirci successivamente.Infine, un’osservazione la voglio fare ancheprendendo a prestito una frase di chi è statoincaricato di essere il Garante delle personeprivate della libertà, Mauro Palma. A questoriguardo, vorrei ricordare che l’istituzione delGarante delle persone private della libertàpersonale, insieme all’avere affrontato il temadel sovraffollamento carcerario, ci ha condottifuori dalla procedura di sanzione dalla quale ilnostro Paese era stato colpito.Ebbene Mauro Palma, in un commento relativoal testo che in questo momento ci apprestiamoa votare, ha sostenuto - e penso che ilsuo pensiero sia autorevole e sia anchequello di un’autorità indipendente, oltre chedi comprovata esperienza in questo ambitodella tutela dei diritti umani - provo a citare amemoria: questa legge non è esattamente quellache noi avremmo scritto, ma ne auspico la piùrapida approvazione senza modifiche, affinchévi possa essere nel nostro ordinamento un reatocome quello di tortura.Si tratta, in questo senso, di comprendere qualè la portata non solo simbolica, ma fattualedi una prescrizione inserita all’interno deinostri codici, del nostro codice, che garantiràcertamente al nostro Paese non solo di nonessere il fanalino di coda, ma anche di vederecompiuto un atto risarcitorio nei confronti dellevittime di tortura.Penso che questo sia lo spirito giusto

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con il quale affrontare un tema tantodelicato e io penso che questo sia lospirito che ha animato chi, in questa fasedella discussione parlamentare, ha intesorappresentare l’esigenza di un’approvazionedefinitiva in quest’aula del Parlamento.

PRESIDENTE. Il seguito del dibattito è rinviatoad altra seduta.

Discussione della Relazione all'Assembleasulle forme di raccordo tra lo Stato ele autonomie territoriali e sull'attuazionedegli statuti speciali, approvata dallaCommissione parlamentare per le questioniregionali (Doc. XVI-bis, n. 11) (ore 17,18).

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca ladiscussione della Relazione all'Assemblea sulleforme di raccordo tra lo Stato e le autonomieterritoriali e sull'attuazione degli statuti speciali,approvata dalla Commissione parlamentare perle questioni regionali (Doc. XVI-bis, n. 11).Avverto che lo schema recante la ripartizionedei tempi è pubblicato in calce al vigentecalendario dei lavori dell’Assemblea (Vedicalendario).Avverto, altresì, che le eventuali risoluzionidevono essere presentate entro il termine delladiscussione.

(Discussione - Doc. XVI-bis, n. 11)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.Ha facoltà di intervenire il presidente dellaCommissione parlamentare per le questioniregionali, onorevole Gianpiero D’Alia.

GIANPIERO D'ALIA, Presidente dellaCommissione parlamentare per le questioniregionali. Grazie signor Presidente e onorevolicolleghi, la Commissione parlamentare per lequestioni regionali ha avviato una riflessionesullo stato del regionalismo e più in generalesull’assetto degli enti territoriali del nostroPaese, dopo l’esito non confermativo delreferendum costituzionale del dicembre 2016.

La strada indicata dalla riforma costituzionalecon il superamento del bicameralismo paritarioe la configurazione del Senato quale Cameradelle autonomie e con la revisione del Titolo Vnon risulta allo stato più percorribile.Restano peraltro sul tappeto i problemi a cui ilnuovo assetto istituzionale intendeva dare unarisposta, in primis l’individuazione di formedi raccordo tra Stato e Autonomie territoriali,che consentano un più rapido ed efficaceraggiungimento di posizioni condivise, unasemplificazione del quadro dei relativi rapportied il superamento del contenzioso istituzionale.Con la relazione oggi all’esamedell’Assemblea, la Commissione intendeportare a compimento il percorso intrapresonegli ultimi due anni con lo svolgimentodi due indagini conoscitive sulle forme diraccordo tra lo Stato e le autonomie territoriali,con particolare riferimento al sistema delleConferenze e sulle problematiche concernentil’attuazione degli Statuti delle regioni adautonomia speciale.Nel corso della fase istruttoria, è statasvolta un’ulteriore breve indagine conoscitiva,mirata all’individuazione di proposte concreteed operative volte a completare ilquadro istituzionale delineato dalla riformacostituzionale del 2001, che può allo statoritenersi consolidato, adeguando finalmente adesso le procedure parlamentari.Richiamo solo due numeri, che fannocomprendere l’impegno profuso dallaCommissione: considerate congiuntamente letre indagini conoscitive, la Commissione hasvolto ben 49 sedute e ha audito circa 100personalità fra rappresentanti del Governocentrale, delle autonomie territoriali, del mondoaccademico, della magistratura amministrativae contabile e dei dirigenti della pubblicaamministrazione.Nell’ambito dell’ultima indagine conoscitiva, isoggetti auditi hanno convenuto sulla necessitàdi riconoscere una sede parlamentare didibattito e confronto sulle questioni relative aglienti territoriali, individuata nella Commissioneparlamentare per le questioni regionali integrata

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da rappresentanti delle autonomie territoriali,in attuazione delle previsioni di rangocostituzionale della riforma del Titolo Vdel 2001, recate dall’articolo 11 della leggecostituzionale n. 3 del 2001.Ricordo che tale norma costituzionale prevedeche, sino alla revisione delle norme del TitoloI della parte seconda della Costituzione, iRegolamenti della Camera dei deputati e delSenato della Repubblica possono prevedere lapartecipazione di rappresentanti delle regioni,delle province autonome e degli enti localialla Commissione parlamentare per le questioniregionali (primo comma) e che quando unprogetto di legge riguardante le materie di cuial terzo comma dell’articolo 117 e all’articolo119 della Costituzione contenga disposizionisulle quali la Commissione parlamentare perle questioni regionali, integrata ai sensi delcomma 1, abbia espresso parere contrario oparere favorevole condizionato all’introduzionedi modificazioni specificatamente formulatee la Commissione che ha svolto l’esame insede referente non vi si sia adeguata, sullecorrispondenti parti del progetto l’Assembleadelibera a maggioranza assoluta dei suoicomponenti (secondo comma del citato articolo11).L’integrazione della Commissione era delineatadall’articolo 11 come una soluzione-ponte, inattesa di una più ampia riforma costituzionaleche trasformasse il Senato in una Cameradelle autonomie, trasformazione che avrebbecostituito la via maestra per un regionalismocompiuto.Il dibattito svoltosi dall’inizio dellaXIV legislatura e finalizzato all’attuazioneall’articolo 11 si era infatti arrestato proprioa seguito dell’avvio dell’iter legislativo dellariforma costituzionale, che configurava ilSenato come una Camera federale, riformache non ha superato il vaglio del referendumcostituzionale del giugno 2006.L’esito non confermativo del referendum,relativo alla seconda riforma costituzionaleapprovata dal Parlamento sul tema, impone diprocedere all’attuazione dell’articolo 11, che

costituisce allo stato l’unica forma di raccordotra Stato e Autonomie territoriali prevista alivello costituzionale, in un assetto che puòoramai ritenersi consolidato.La mancata attuazione dell’articolo 11 hacostituito per il Parlamento una sostanzialerinuncia ad una funzione essenziale nell’attualesistema di governance multilivello, la funzionedi coordinamento tra i diversi livelli di governo.Le assemblee parlamentari costituiscono invecela sede naturale per la realizzazione delprincipio di leale collaborazione, soprattutto - ma non solo - nell’ambito del procedimentolegislativo, sede che consente di riportarenel circuito della democrazia rappresentatival’adozione di scelte di fondamentale importanzaper la vita dei cittadini.È lo stesso articolo 5 della Costituzione cherichiede alla Repubblica di adeguare i principie i metodi della sua legislazione alle esigenzedell’autonomia e del decentramento.L’attuazione dell’articolo 11 della leggecostituzionale n. 3 del 2001, lungi dal costituireuna soluzione anacronistica, risulta dunquequanto mai urgente, nella fase attuale, persuperare l’impasse dovuta all’assenza di unospazio parlamentare per la composizione degliinteressi degli enti costitutivi della Repubblica.Manca infatti una sede istituzionale pubblicae trasparente, dove le istanze provenientidai territori possano confrontarsi con loStato centrale, al fine di elaborare soluzionicomuni, che consentano di disporre di unquadro certo e stabile di regole per glienti territoriali, evitando interventi disorganicie disomogenei, che spesso, a prescinderedal colore delle maggioranze politiche diturno, si sono succeduti nel tempo e ciòanche al fine di assicurare il rispetto delprincipio di correlazione tra funzioni pubblichee risorse, riconosciuto dalla consolidatagiurisprudenza costituzionale, che costituisceun punto imprescindibile di garanzia dei dirittidei cittadini.La Commissione parlamentare per le questioniregionali in composizione integrata potrebbealtresì costituire uno snodo fondamentale per

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la prevenzione del conflitto costituzionale traStato e regioni: il riparto di competenzelegislative delineato dall’articolo 117 dellaCostituzione ha infatti ben presto dimostratola sua insufficienza nella composizione degliinteressi nazionali, regionali e locali, anche acausa della mancata attuazione dell’autonomiafinanziaria che l’articolo 119 della Costituzionericonosce agli enti territoriali.Come è noto, è stata conseguentemente laCorte costituzionale a dover risolvere i continuiconflitti tra Stato e regioni, svolgendo di fattoun ruolo di arbitro che non dovrebbe competeread un giudice delle leggi.La Corte costituzionale ha del resto piùvolte fatto riferimento, nelle sentenze voltea dirimere i conflitti tra Stato e regioni,applicando il principio di leale collaborazione,alla perdurante assenza di una trasformazionedelle istituzioni parlamentari e più in generaledei procedimenti legislativi, anche solo neilimiti di quanto previsto dall’articolo 11 dellalegge costituzionale n. 3 del 18 ottobre 2001(confronta al riguardo le sentenze n. 7 del 2016,n. 278 del 2010, n. 401 del 2007, n. 383 del2005, n. 6 del 2004).In assenza di tale adeguamento deiprocedimenti legislativi, la legge statale, cheintervenga in ambiti su cui esistono prerogativeregionali, può aspirare a superare il vagliodi legittimità costituzionale, solo in presenzadi una disciplina che prefiguri un iter, incui assumano il dovuto risalto le attivitàconcertative e di coordinamento orizzontale,ovverosia le intese che devono essere condottein base al principio di lealtà (tra le altre, lesentenze n. 7 del 2016, n. 6 del 2004 e n. 303del 2003). Deve trattarsi di intese forti, nonsuperabili con una determinazione unilateraledello Stato, se non nell’ipotesi estrema, chesi verifica allorché l’esperimento di ulterioriprocedure bilaterali si sia rivelato inefficace.Le procedure concertative erano circoscritte,almeno fino alla recente sentenza n. 251 del2016, alla fase di attuazione delle leggi.In tale assetto un ruolo essenziale viene,dunque, svolto dal sistema delle conferenze,

che costituiscono attualmente la sede delraccordo tra Stato ed autonomie territoriali,rappresentando l’unico organo in grado diassicurare il coordinamento tra i diversi livelliterritoriali di governo. Le conferenze, hanno,dunque svolto un ruolo giustamente definitonel corso dell’indagine conoscitiva di supplenzabenemerita. Esse costituiscono, peraltro, unluogo di concertazione degli esecutivi e nonrisultano la sede più appropriata, laddove sitratta di incidere sulla funzione legislativa.Proprio l’assenza di un coinvolgimentodiretto delle autonomie territoriali nelprocedimento legislativo può contribuire aspiegare l’insorgere dell’elevato contenziosocostituzionale. In quest’ottica l’attuazionedell’articolo 11 consentirebbe di assicurarea monte, nell’ambito del procedimentolegislativo, il rispetto del quadro dellecompetenze, delineato dal Titolo V dellaCostituzione. Tale rispetto allo stato attualeè rimesso esclusivamente alle sentenze dellaCorte costituzionale, che possono interveniresolo ex-post e a distanza di lungo tempodall’approvazione della legge, collocandosi inun momento in cui la legge è spesso già infase di avanzata attuazione e determinandofrequentemente situazioni di stallo.La recente sentenza n. 251 del 2016ha inoltre segnato un’importante svoltanella giurisprudenza costituzionale. LaCorte Costituzionale, mutando il proprioprecedente orientamento, ha infatti riconosciutol’applicabilità del principio di lealecollaborazione anche nel procedimentolegislativo: là dove il legislatore delegato siaccinge a riformare istituti che incidono sucompetenze statali e regionali inestricabilmenteconnesse, sorge la necessità del ricorsoall’intesa. Secondo tale sentenza, il principio dileale collaborazione è tanto più apprezzabile,se si considera ancora una volta laperdurante assenza di una trasformazione delleistituzioni parlamentari e, più in genere, deiprocedimenti legislativi e diviene dirimentenella considerazione di interessi sempre piùcomplessi, di cui gli enti territoriali si fanno

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portatori.La relazione oggi all’esame dell’Assembleaindividua proposte operative per l’attuazionedel più volte richiamato articolo 11della legge costituzionale n. 3 del 2001,individuando soluzioni volte a superare leobiezioni finora incontrate per tale attuazione,legate principalmente al timore che taleattuazione possa determinare un aggravio delprocedimento legislativo.Limitandomi alle questioni più importanti,rinviando per il resto al contenuto dellarelazione, la relazione affronta, innanzitutto,il problema delle fonti per l’attuazionedell’articolo 11 e della determinazione delnumero e delle modalità di scelta deirappresentanti delle autonomie territoriali. Perciò che attiene, in particolare, al numerodei componenti, partendo dal presuppostodell’opportunità che la Commissione siacomposta da un eguale numero di membridel Parlamento e di rappresentanti degli entiterritoriali, risulta preferibile una composizionedi 60 membri: trenta parlamentari (quindicideputati e quindici senatori) e trentarappresentanti delle autonomie.Uno dei punti più delicati dell’attuazionedell’articolo 11 riguarda l’individuazione dellemodalità di deliberazione e funzionamentodella Commissione in composizione integrata.Si tratta, infatti, del primo caso incui una Commissione parlamentare assumedeliberazioni con la partecipazione di soggettinon parlamentari. Devono in proposito essereconsiderati i notevoli poteri riconosciuti allaCommissione dell’articolo 11 nell’ambito delprocedimento legislativo e, in particolare, laprevisione secondo cui il parere contrarioo il parere con condizioni specificamenteformulate può essere superato dall’Assembleasolo con votazione a maggioranza assoluta,quindi con una maggioranza più ampiadi quella prevista per la fiducia alGoverno. Al fine di assicurare il correttofunzionamento del sistema costituzionale conriguardo al rapporto Parlamento-Governo,appare necessario adottare dei correttivi che

evitino che la Commissione parlamentareper le questioni regionali integrata possaassumere strutturalmente decisioni sulla base dimaggioranze occasionali, indotte da ragioni dimero opportunismo politico più che di merito.Si tratta infatti di un organo che, sia per lasua natura bicamerale sia per la presenza dimembri non parlamentari in rappresentanzadegli enti territoriali, risulta in ultima analisiesterna al circuito fiduciario. Ciò può affermarsianche sulla base della ratio dell’articolo 11,come ricostruita anche dalla giurisprudenzacostituzionale, volta a far sì che il procedimentolegislativo sia integrato con la partecipazionedegli enti territoriali, cui la riforma del TitoloV ha assegnato rilevanti competenze legislative,di cui occorre tenere conto già nell’ambitodell’iter parlamentare di approvazione delleleggi.Estranea alla logica dell’articolo 11 risulta,invece, l’introduzione di meccanismi oprocedure che consentano condizionamentidell’iter legislativo senza il consenso dellamaggioranza parlamentare, finendo in ultimaistanza per incidere sulla stessa forma diGoverno.Può al riguardo riprendersi una soluzionegià profilata nel corso del dibattito svoltonell’ambito delle Giunte per il Regolamentodella Camera e del Senato nella XIVlegislatura, adottando un sistema di votoper componenti. In base a tale sistema ilparere della Commissione si intende approvatoquando a seguito dell’effettuazione di un’unicavotazione, cui partecipino contestualmentesia i parlamentari sia i rappresentanti delleautonomie, esso abbia ottenuto la maggioranzadei voti della componente parlamentare edi quella delle autonomie (complessivamenteconsiderata), distintamente computate. Talesoluzione presente il pregio di incentivarela ricerca di soluzioni concordate tra lacomponente parlamentare e il sistema delleautonomie e di promuovere il raggiungimentodi intese tra i diversi livelli di rappresentanzaistituzionale, in quanto l’intesa costituiscel’unico modo per assicurare il funzionamento

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della Commissione.Più in generale, al di là della formalitàdei meccanismi di voto, la Commissione incomposizione integrata dovrebbe lavorare sullabase del modello del consenso, adottato dalComitato europeo delle regioni, cercando diaddivenire per quanto possibile a decisionicondivise, che siano espressione di un metododi lavoro di carattere cooperativo. A taleproposito, per l’attività della Commissioneconsistente nell’espressione di pareri, puòprospettarsi come motilità ordinaria di lavorola nomina di due relatori, un parlamentare e unrappresentante delle autonomia.Ulteriore questione assolutamente rilevanteriguarda gli effetti nell’ambito delprocedimento legislativo dei pareri espressidalla Commissione parlamentare per lequestioni regionali. Anche in tal caso lesoluzioni prospettate nella relazione sono voltead accogliere un’indicazione comune emersanel corso dell’istruttoria svolta, nel senso difavorire un’interpretazione dell’articolo 11 tesaa limitare i casi di produzione dell’effetto delvoto a maggioranza assoluta, al fine di evitareaggravi eccessivi del procedimento legislativo.In ogni caso, ove si riuscisse nellalegislatura in corso a procedere allemodifiche dei regolamenti parlamentari edella legislazione ordinaria necessarie perl’attuazione dell’articolo 11, la Commissionein composizione integrata potrebbe iniziare alavorare solo nella XVIII legislatura.La natura bicamerale della Commissione fa sìche essa costituisca un osservatorio privilegiatosui problemi delle autonomie territoriali. Ildiretto supporto degli enti territoriali all’attivitàconsultiva consentirebbe di individuare eapprestare soluzioni a monte, già in fase diapprovazione della legge, ai numerosi problemiche ordinariamente si pongono in fase diattuazione delle norme concernenti gli entiterritoriali e potrebbe svolgere anche un ruoloin funzione di prevenzione del contenziosocostituzionale.Auspico, dunque, che si possa intervenire finda subito con una norma transitoria, che nel

rispetto dei vigenti regolamenti parlamentariconsenta ai rappresentanti degli enti territorialidi collaborare con la Commissione.Un secondo tema affrontato dalla relazione – emi avvio alle conclusioni, signor Presidente -,e peraltro connesso con il precedente, riguardal’esigenza di una razionalizzazione del sistemadelle conferenze.Tra le principali criticità delle conferenzeintergovernative, dall’indagine conoscitivasvolta è emersa l’eterogeneità delle materieall’ordine del giorno e la conseguente necessitàdi concentrare l’attività sugli ambiti propri delconfronto tra Governo nazionale ed esecutividegli enti territoriali. Si segnala, inoltre,l’opportunità di sostituire le tre conferenze conuna conferenza unica, articolata in una sedeplenaria e in due distinte sezioni (regionale elocale).Nell’ambito delle conferenze dovrebbe esserepoi favorita una maggiore bilateralità,attenuando la posizione di supremazia delGoverno con la previsione di forme di rotazionedella presidenza o di una copresidenza edassicurando una maggiore partecipazione deglienti territoriali alla formazione dell’ordine delgiorno.È emersa altresì l’esigenza di più ampie formedi trasparenza e pubblicità degli atti e dellesedute delle conferenze, al fine di renderepiù agevolmente conoscibile la posizione divari soggetti per una corretta assunzione diresponsabilità.Sotto altro profilo, si è rilevata l’assenza di unavera sede politica, in cui il Governo nazionalee gli esecutivi territoriale si confrontinosulle grandi scelte strategiche per il Paese.La relazione suggerisce l’istituzione di unaConferenza degli esecutivi, composta dalPresidente del Consiglio dei ministri e daipresidenti delle regioni e delle provinceautonome, con il compito di delineareun’agenda politica condivisa tra Governocentrale e territori.Il terzo tema affrontato dalla Relazioneriguarda le regioni a statuto speciale. Il lavorodella Commissione si è articolato su due

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versanti: la revisione degli statuti speciali el’attuazione delle norme statutarie. Si trattadi due aspetti fra loro connessi: per unverso infatti l’esito non confermativo delreferendum costituzionale del 2016 non hafatto venir meno l’esigenza di un’organicarevisione degli statuti speciali; per altroverso appare ineludibile una regolamentazionedel procedimento di attuazione, al fine dieliminare le evidenti distonie che hanno finqui caratterizzato i procedimenti nelle diverseregioni a statuto speciale. In quest’ambito,una specifica attenzione è stata dedicata allaquestione dell’ordinamento finanziario delleregioni ad autonomia speciale.L’ultimo tema affrontato dalla Relazione èquello del riordino degli enti di area vasta,province e città metropolitane. All’indomanidel referendum costituzionale si è avviatoun dibattito sulle possibili conseguenze dellamancata entrata in vigore della riforma dellaCostituzione sulla legge n. 56 del 2014, concui si è operato il riordino. In proposito, rimaneimmutata la collocazione nell’ordinamentodelle province, che continuano ad essere enticostitutivi della Repubblica insieme allo Stato,le regioni, le città metropolitane e i comuni, e avantare una propria autonomia anche in terminifinanziari. Ed è proprio alla luce della posizionedi equiparazione agli altri enti territoriali delleprovince, che deve essere rapportata ogniipotesi di intervento ulteriore che incida suglienti di area vasta.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

GIANPIERO D'ALIA, Presidente dellaCommissione parlamentare per le questioniregionali. La Relazione ritiene auspicabileche ogni riflessione in proposito non possanon tener conto delle trasformazioni a livelloterritoriale nel frattempo intervenute, e inparticolare della rilevante attività legislativaposta in essere dalle regioni in attuazione dellalegge n. 56.Più che ad una rivisitazione della leggen. 56, l’attenzione dovrebbe essere posta

in particolare su alcune misure che, comesostenuto anche dalla Corte dei Conti inaudizione, hanno inciso significativamentesull’autonomia organizzativa e finanziaria deglienti di area vasta, e che fondavano laloro legittimità proprio nella prospettiva dellariforma costituzionale. È stata infatti l’esiguitàdelle risorse, risultante dalla contestualità deltaglio dei trasferimenti statali e del ritardonell’attuazione del federalismo fiscale, che hafatto sì che non fosse sempre pienamenteassicurata la corrispondenza tra funzioniaffidate e risorse assegnate, principio peraltroriconosciuto dalla Corte costituzionale. Solosuperando in modo strutturale le condizionidi difficoltà finanziaria, si potrà ottenere unefficace governo di area vasta: in questo senso,ritengo apprezzabili gli sforzi che Governoe Parlamento stanno compiendo in questadirezione, da ultimo anche nell’ambito delrecente decreto-legge n. 50 del 2017.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il collegaRibaudo. Ne ha facoltà.

FRANCESCO RIBAUDO. Presidente, nonscenderò nei dettagli della Relazione, perché ilPresidente l’ha fatto bene, e devo dire anchenel dettaglio, su tutta una serie di proposte edi ipotesi. Tocca a me comunque fare anchela mia parte, e per quanto riguarda il PartitoDemocratico, su quello che si potrebbe e sidovrebbe fare.La Commissione parlamentare per le questioniregionali in questi ultimi due anni ha fattopropria l’esigenza di una riflessione sistematicasullo stato del regionalismo in Italia, conparticolare riguardo alle forme di raccordo traStato e autonomie territoriali. Lo ha fatto contre importanti indagini conoscitive. La primaha riguardato le problematiche concernentil’attuazione degli statuti delle regioni astatuto speciale, con specifico riferimento alruolo e al funzionamento delle Commissioniparitetiche. Sappiamo che i cinque statuti dellecinque regioni a statuto speciale sono un po’diversi, sono state anche diverse negli anni le

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applicazioni, e persino il funzionamento delleCommissioni paritetiche. Un’ulteriore indaginepoi è stata fatta sulle forme di raccordo tra loStato e le autonomie territoriali, con riguardoal sistema delle Conferenze: è questa che èdurata un po’ più a lungo, e si è incrociatacon lo stesso referendum sulla riformacostituzionale. E quindi la terza commissioned’indagine. Io credo sia stata un’intuizionefelice da parte del presidente all’indomani delreferendum costituzionale di voler affrontarequesta vicenda: che cosa avviene oggi nellanostra Repubblica, nel funzionamento dellenostre istituzioni, all’indomani della bocciaturadel referendum.Quindi abbiamo dovuto riprendere questaindagine conoscitiva, questa volta anchealla luce della sentenza n. 251, che nelfrattempo, a novembre 2016, pronunciò laCorte costituzionale. Si è reso necessarioquindi svolgere un lavoro di sintesi organicasulle forme di raccordo tra Stato ed entiterritoriale, con l’obiettivo di portare aquesta Assemblea elementi, riflessioni, nonchésuggerimenti, ipotesi e proposte concrete per lapiena applicazione della riforma costituzionaleprevista dalla legge n. 3 del 2001.L’attuazione degli statuti speciali: dico subitoche in fase di formulazione delle riforme,in tutto il lavoro parlamentare, da parte dialcune parti politiche si era varata l’ipotesi chegli statuti speciali potessero essere cancellati.Bene, il lavoro della Commissione ha dato unesito diverso: la specialità delle regioni nonva cancellata, anzi va valorizzata; e io credoquesto sia l’intento poi del sunto dei lavori dellaCommissione, e che vada anche riconosciutaspecialità con l’articolo 116 della Costituzionevigente, e quindi un’autonomia differenziataa quelle regioni oggi a statuto ordinario cheavrebbero bisogno e necessità di valorizzare leproprie peculiarità.Viene proposta la prosecuzione del confrontounitario con il coinvolgimento dell’assembleaelettiva regionale, avviato tra le regioni a talproposito, e viene proposta la prosecuzionenel confronto unitario con il coinvolgimento

delle assemblee elettive già avviato tra regionia statuto speciale e Stato, al fine di potersiconcludere poi con una convenzione che traccile linee procedurali per un percorso comune direvisione degli statuti: come dicevo prima, glistatuti speciali sono diversi, non c’è unitarietà, equesta è una questione che dovremo affrontareprima o poi, come già è accaduto del restocon l’esperienza conclusasi con l’approvazionedella riforma costituzionale n. 2 del 2001.In tal senso, possono essere delineatesoluzioni comuni, concernenti le problematichemesse a fuoco nel corso dell’indagineconoscitiva. Abbiamo convenuto, peresempio, che l’aggiornamento degli statuti,indipendentemente da quella riformaapprovata o non approvata, l’aggiornamento,l’adeguamento degli statuti dovrà essereeffettuato, l’armonizzazione della disciplinadella composizione e del funzionamento dellecommissioni paritetiche, la regolamentazionedel procedimento di adozione degli schemilegislativi di attuazione degli statuti, ladefinizione dei principi e dei criteri direttivicomuni della disciplina dei rapporti finanziaricon lo Stato: su questi punti il documentoconclusivo già propone importanti soluzioni,immediatamente operative, alle quale può farsisicuramente rinvio. Nell’ambito di procedureconcordate ciascuna autonomia speciale, inbase alle proprie caratteristiche, alle proprieesigenze, alla propria cultura economica esociale, potrà organizzarsi e autodeterminarsiin un quadro condiviso di responsabilitànazionale: e quindi, altro che superamento dellespecialità!Per quanto riguarda la seconda indagine,sistema delle Conferenze e raccordo traStato e regioni, si premette che buona partedei lavori sono stati svolti prima del 4dicembre 2016, perciò l’indagine all’epoca simuoveva sulla base di due obiettivi: uno eraa norme ferme, a Costituzione vigente, l’altroera nell’ipotesi appunto che il referendumvenisse approvato, per poi verificare l’impattodelle nuove disposizioni costituzionali, qualoraappunto il referendum fosse stato approvato.

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L’altro, acquisire poi elementi anche istruttoriutili per verificare se, dopo 30 annidall’istituzione della Conferenza Stato-regioni,e dopo alcuni tentativi di riforma, siaopportuno, ed eventualmente secondo qualilinee direttrici, un riordino complessivo delleConferenze a Costituzione vigente. Nel corsodello svolgimento dell’indagine, è emerso cheanche nel caso di approvazione della riformacostituzionale il sistema delle Conferenzenon andasse soppresso, bensì riformato, eriformato con tutte le proposte e con tutti isuggerimenti che poco fa elencava il presidenteD’Alia. Ci possono essere diverse soluzioni,ma nell’occasione non è stato detto, abbiamoanche fatto delle analisi di diritto comparatocon le altre regioni europee: dove, nonostante lìesistano due Camere, una Camera bassa e unaCamera alta, la Camera dei comuni, quindi laCamera degli enti territoriali, anche lì tuttavia leConferenze esistono e funzionano.Nel corso dello svolgimento è emerso ancheche, in caso di approvazione del referendumcostituzionale, il sistema delle Conferenze nonandasse soppresso. L’esigenza di porre manoad una rivisitazione dell’attuale sistema diraccordo, come è emersa nell’ambito dellaprocedura informativa, si impone tuttavia anchea prescindere dalla riforma.Una delle principali criticità del regionalismoitaliano è riconducibile all’assenza di sedie di istituti di cooperazione tra Stato eautonomie nella formazione della legge e nelladefinizione delle politiche pubbliche. La Cortecostituzionale, nella sentenza n. 6 del 2004, hadel resto riconosciuta alle Conferenze il ruolodi sede di raccordo e perseguimento della lealecollaborazione, appunto nei casi di interventodello Stato nelle materie di competenzaconcorrente e residuale delle regioni. Questoprincipio si fonda sulla mancata trasformazionedelle istituzioni parlamentari e in generale sullamancata modifica dei procedimenti legislativi,idonei poi a garantire l’autonomia degli entiterritoriali. Assenza anche, come è noto, dellaattuazione della disposizione costituzionaledell’articolo 11, commi 1 e 2, della legge

costituzionale n. 3, che prevede la possibilitàdi integrare la Commissione per le questioniregionali con rappresentanti di regioni, provinceautonome ed enti locali, e che attribuisce alparere reso dalla medesima Commissione, cosìintegrata, su disegni di legge vertenti su materiedi competenza concorrente attinenti alla finanzaregionale e locale, un valore rinforzato (neparlava prima il presidente nei dettagli).Il ruolo strategico di raccordo svolto dalleConferenze non ha tuttavia impedito finorauna consistente contenzioso presso la Cortecostituzionale, che ha evidenziato limiti dellacapacità del sistema di assicurare in taluneoccasioni la necessaria composizione degliinteressi politici. La mancata costituzione diuna Camera legislativa - come dicevo prima - in rappresentanza degli enti territoriali ela mancanza di introduzione di specificistrumenti di raccordo fra i vari livelli digoverno, hanno determinato la pressochéesclusiva titolarità in capo del sistema delleConferenze delle funzioni di coordinamento trai diversi livelli di governo. Anche prima dellariforma del 2001, la Corte costituzionale hafatto applicazione in molteplici pronunce delprincipio di leale collaborazione desumendolodal tenore dell’articolo 5 della Costituzionee in particolare dal carattere di unità e diindividualità della Repubblica, che richiedel’esigenza di perseguire una composizione diinteressi degli enti che ai sensi dell’articolo114 della Costituzione la costituiscono.Nella sentenza n. 242 del 1997 la Cortecostituzionale riconosce che il principio dileale collaborazione deve governare i rapportifra lo Stato e le regioni nelle materie inrelazione alle attività in cui le rispettivecompetenze concorrono e si intersecano,imponendo un contemperamento dei rispettiviinteressi degli enti. Tale regola, espressionedel principio costituzionale fondamentale percui la Repubblica, nella salvaguardia dellasua unità, riconosce e promuove le autonomielocali, alle cui esigenze adegua i principi e imetodi della sua legislazione (articolo 5 dellaCostituzione), va al di là del mero riparto

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costituzionale delle competenze per materia,e opera dunque su tutto l’arco delle relazioniistituzionali fra Stato e regioni. Al di là dellematerie concorrenziali che ci lascia il TitoloV della Costituzione (moltissime materie traregioni e Stato sono materia concorrenziale,poi ci sono quelle residuali), persino in quelledi attrazione, di sussidiarietà, in quasi tutte lematerie che riguardano interessi territoriali, c’èla necessità di un intervento istituzionale in cuici sia unitarietà e si salvaguardino le varie parti.Se è vero che il sistema delle conferenzeha funzionato nel raccordo e nel confrontofra Governo ed enti territoriali nella faseattuativa delle leggi (decreto attuativo, decretoamministrativo, atti di governo, fase quindidiscendente), lo stesso non si può affermareper quanto attiene il coinvolgimento deglistessi enti nell’iter formativo delle leggi, cioènella fase ascendente della legge. Da qui lamole di contenzioso che tuttora persiste traregioni e Stato. La sentenza n. 251 del 2016dalla Corte costituzionale, ancorché riguardi undecreto legislativo, pone l’urgenza di applicarequanto previsto della legge n. 3, commi 1e 2, della riforma, al fine di contenere ilproliferare del contenzioso; ciò eviterebbeinsomma il proliferare del contenzioso, perchénella fase ascendente della legge molte cose,come diceva il presidente, in quella nuovaCommissione potrebbero essere sicuramenteconfrontate, potrebbero avere modo anche diricomposizione di interessi.L’attuazione della disposizione costituzionalerelativa all’integrazione della Commissioneper le questioni regionali potrebbe ancherappresentare l’occasione per una riflessioneorganica sull’attuale forme di raccordo traStato e autonomie territoriali, nell’ottica diuna razionalizzazione complessiva del sistemadelle Conferenze mai adeguato alla riformadel Titolo V. Come evidenziato nel documentoconclusivo, una delle principali criticità delleattuali Conferenze intergovernative è costituitadalla eterogeneità delle attività poste in esseree dalla conseguente difficoltà di potersiconcentrare sulle attività qualificanti. Ad oggi,

il sistema delle Conferenze esprime parere suquasi tutti gli argomenti che il Governo pone,quelli connessi al rapporto diretto fra Governonazionale ed esecutivi degli enti territoriali. Conl’integrazione della Commissione, se si fa, se siriesce a fare, quest’ultima potrebbe attrarre a sé,anche al fine di evitare duplicazioni, l’attivitàsvolta dalle Conferenze nel procedimentolegislativo.Presidente, in conclusione, la Relazione èmolto dettagliata, riporta molte ipotesi, moltemodalità, molte soluzioni, ed è aperta quindianche ad essere eventualmente modificata,ad essere anche ampliata, con proposte dicostituzione, di modifica e di funzionamentodi questa nuova Commissione. Noi vorremmoche questa Commissione si realizzasse dasubito per le cose che abbiamo detto, cheho detto prima, ma che rileviamo tutti. Lasentenza n. 251 ci pone un problema chepotrà essere replicato successivamente su altriatti. Modificare la Commissione e integrarela Commissione ai sensi dell’articolo 11della riforma, credo che si potrebbe farecon un semplice Regolamento, modificando iRegolamenti parlamentari, e potrebbe evitareil contenzioso. Occorrerà probabilmente ancheuna legge, una legge che individui le modalitàdi integrazione della Commissione, quindi dielezione dei componenti. Questo spetterà poi alParlamento, ma lo si può fare chiaramente conlegge ordinaria. Una cosa è certa, ad oggi lariforma costituzionale, il processo di riforme,si è fermato con il referendum, probabilmentesi intavolerà nei prossimi anni. Le prossimelegislature si occuperanno di questo temaimportantissimo, ma nel frattempo abbiamo lanecessità, il bisogno di far funzionare bene leistituzioni.Per quanto ci riguarda, al di là delle questionidi diritto vero e proprio, delle questionidi principio istituzionale, io credo che ilcoinvolgimento nella fase ascendente dellalegge, nella fase di formazione della leggeda parte degli enti territoriali, sia un fattodi democrazia. Il Parlamento ha tutti glielementi per poter procedere con legge o con

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modifiche regolamentari per rendere funzionalie democratiche la nostre istituzioni. Il PD farà lasua parte, e mi auguro che anche gli altri partitipossano lavorare in questo senso.

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti aparlare e pertanto dichiaro chiusa la discussionesulle linee generali.

(Annunzio di una risoluzione - Doc. XVI-bis, n. 11)

PRESIDENTE. Avverto che è stata presentatala risoluzione D’Alia, Ribaudo, Kronbichler,Parisi, Gigli, Plangger ed altri n. 6-00335 (Vedil'allegato A), che è in distribuzione.Il rappresentante del Governo ha comunicatoalla Presidenza che si riserva di esprimere ilparere in altra seduta. In seguito il dibattito èrinviato ad altra seduta.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giornodella seduta di domani.

  Martedì 27 giugno 2017, alle 11:

1.  Svolgimento di una interpellanza einterrogazioni.

  (ore 15)

2.  Esame e votazione delle questionipregiudiziali riferite al disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 16giugno 2017, n. 89, recante interventi urgentiper assicurare la parità di trattamento deicreditori nel contesto di una ricapitalizzazioneprecauzionale nel settore creditizio.

(C. 4554)

3.  Seguito della discussione del disegno dilegge:

Legge annuale per il mercato e la concorrenza(Approvata dalla Camera e modificata dalSenato). (C. 3012-C)

Relatori: FREGOLENT (per la VICommissione) e MARTELLA (per la XCommissione), per la maggioranza; CRIPPA, diminoranza.

4.  Seguito della discussione del testounificato delle proposte di legge:

BIONDELLI ed altri; ZOLEZZI ed altri;BARONI ed altri; VARGIU ed altri; AMATOed altri; PAOLA BOLDRINI ed altri; BINETTI:Istituzione e disciplina della Rete nazionale deiregistri dei tumori e dei sistemi di sorveglianzae del referto epidemiologico per il controllosanitario della popolazione. (C. 913-2983-3115-3483-3490-3555-3556-A)

Relatori: BARONI e BURTONE.

5.  Seguito della discussione della proposta dilegge:

S. 10-362-388-395-849-874-B - D’INIZIATIVA DEI SENATORI: MANCONIed altri; CASSON ed altri; BARANI; DEPETRIS e DE CRISTOFARO; BUCCARELLAed altri; TORRISI: Introduzione del delitto ditortura nell'ordinamento italiano (Approvata, inun testo unificato, dal Senato, modificata dallaCamera e nuovamente modificata dal Senato).(C. 2168-B)

Relatori: VAZIO, per la maggioranza;FERRARESI, di minoranza.

6.  Seguito della discussione della Relazioneall’Assemblea sulle forme di raccordo tralo Stato e le autonomie territoriali esull’attuazione degli statuti speciali, approvatadalla Commissione parlamentare per lequestioni regionali. (Doc. XVI-bis, n. 11)

7.  Seguito della discussone delle mozioni

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Rampelli ed altri n. 1-01582, Allasia edaltri n. 1-01549, Donati ed altri n. 1-01542, Della Valle ed altri n. 1-01565,Laffranco ed altri n. 1-01610, Palese edaltri n. 1-01640 e Ricciatti ed altri 1-01641concernenti iniziative relative all’applicazionedella cosiddetta direttiva Bolkestein.

8.  Seguito della discussione della proposta dilegge:

DAMBRUOSO ed altri: Misure perla prevenzione della radicalizzazione edell'estremismo violento di matrice jihadista.(C. 3558-A)

Relatori: POLLASTRINI, per la maggioranza;LA RUSSA, di minoranza.

9.  Seguito della discussione della proposta dilegge:

SERENI ed altri: Modifica alla legge 20dicembre 2012, n. 238, per il sostegno e lavalorizzazione del festival Umbria Jazz. (C.4102-A)

Relatrice: ASCANI.

10.  Seguito della discussione delle mozioniSimonetti ed altri n. 1-01553, Brunetta ed altrin. 1-01560, Civati ed altri n. 1-01646, Nescied altri n. 1-01647, Melilla ed altri n. 1-01648,Altieri ed altri 1-01649 e Rampelli ed altri n. 1-01650 concernenti iniziative volte a garantire ilfunzionamento delle province.

11.  Seguito della discussione della propostadi legge:

RICHETTI ed altri: Disposizioni in materiadi abolizione dei vitalizi e nuova disciplinadei trattamenti pensionistici dei membri delParlamento e dei consiglieri regionali. (C. 3225-A/R)

e delle abbinate proposte di legge: VACCARO;

LENZI e AMICI; GRIMOLDI; CAPELLIed altri; VITELLI ed altri; LOMBARDIed altri; NUTI ed altri; PIAZZONI edaltri; MANNINO ed altri; SERENI ed altri;CAPARINI ed altri; GIACOBBE ed altri;FRANCESCO SANNA; TURCO ed altri;CRISTIAN IANNUZZI; MELILLA ed altri;CIVATI ed altri; BIANCONI; GIGLI ed altri;CAPARINI ed altri.

(C. 495-661-1093-1137-1958-2354-2409-2446-2545-2562-3140-3276-3323-3326-3789-3835-4100-4131-4235-4259)

Relatori: RICHETTI, per la maggioranza;TURCO, di minoranza.

12.  Seguito della discussione dellaRelazione della XIV Commissione sullaRelazione programmatica sulla partecipazionedell’Italia all’Unione europea riferita all’anno2017 e sul Programma di lavoro dellaCommissione per il 2017. (Doc. LXXXVII-bis,n. 5-A)

Relatrice: BERLINGHIERI.

La seduta termina alle 17,55.

TESTI DEGLI INTERVENTI DICUI È STATA AUTORIZZATA LAPUBBLICAZIONE IN CALCE ALRESOCONTO STENOGRAFICO

DELLA SEDUTA ODIERNA:ANDREA MARTELLA E SILVIA

FREGOLENT (A.C. 3012-C)

ANDREA MARTELLA, Relatore per lamaggioranza per la X Commissione. (Relazione– A.C. 3012-C). Tra i punti qualificanti deldisegno di legge in esame, vi sono senzadubbio quelli relativi al settore dell'energia, inriferimento al quale si introducono importantiinnovazioni.Come è noto, infatti, nel testo del disegno dilegge presentato dal Governo vi era un gruppodi disposizioni volte ad eliminare il regime

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di “maggior tutela” che opera transitoriamentenei settori del gas e dell’energia elettrica. Nelcorso dell’esame alla Camera, in prima lettura,tale gruppo di disposizioni è stato modificatoe integrato, soprattutto con l’inserimento dinorme a tutela dei consumatori, mantenendocomunque intatta l’intenzione iniziale diliberalizzare la vendita ai clienti finali dienergia in Italia, con l’eliminazione dei prezziregolamentati. Il testo è stato ulteriormentemodificato nel corso dell’esame al Senato.In particolare si determina la cessazione delregime "di maggior tutela" nel settore del gasnaturale, abrogando, a partire dal 1° luglio 2019(secondo la modifica approvata in Senato), ladisciplina che prevede la definizione da partedell'Autorità per l'energia delle tariffe del gasper i consumatori che non abbiano ancora sceltoun fornitore sul mercato libero (comma 60).E' inoltre eliminato il regime di "maggior tutela"nel settore dell'energia elettrica (comma 61).Nel corso dell'esame in Senato, sono stateintrodotte alcune modifiche a tale disposizione.In primo luogo è stata fissata al 1° luglio2019 (invece che al 30 giugno 2017) ladata dalla quale decorre l'abrogazione delregime di maggior tutela. Inoltre, mentre iltesto approvato dalla Camera prevedeva chel'AEEGSI disciplinasse le misure rivolte agarantire la fornitura del servizio universale, nelcorso dell'esame in Senato è stato specificatoche la medesima Autorità adotta disposizioniper assicurare il servizio di salvaguardia aiclienti finali domestici e le imprese connessein bassa tensione con meno di 50 dipendentie un fatturato annuo non superiore ai 10milioni di euro senza fornitore di energiaelettrica o che non abbiano scelto il propriofornitore, attraverso procedure concorsualiper aree territoriali e a condizioni cheincentivino il passaggio al mercato libero. Nelcorso dell'esame in sede referente presso leCommissioni riunite VI e X è stato soppressoil riferimento ai clienti che alla scadenza delmercato tutelato non abbiano scelto il propriofornitore, i quali sono dunque sottratti al regimedelle aste per aree territoriali.

Le modalità di superamento del regime dellamaggior tutela prevedono che entro sei mesidall'entrata in vigore della legge l'AEEGSItrasmetta al Ministro per lo sviluppo economicoil rapporto relativo al monitoraggio dei mercatidi vendita al dettaglio dell'energia e del gas.Tra gli indicatori contenuti nel rapporto vi èanche la tutela delle famiglie in condizionidi disagio economico, nonché l'accrescimentodel sistema di vigilanza e di informazionea tutela dei consumatori. Sulla base deidati contenuti nel rapporto il Ministero dellosviluppo economico, adotta un decreto chedà conto del raggiungimento degli obiettivie definisce le misure necessarie affinché lacessazione del regime della Maggior tutelae l'ingresso consapevole nel mercato deiclienti finali avvenga secondo meccanismi cheassicurino la concorrenza. A decorrere dal 1°gennaio 2018, i clienti finali di energia elettricariforniti in maggior tutela devono ricevereadeguata informativa da parte di ciascunfornitore in relazione al superamento delletutele di prezzo, secondo le modalità definitecon provvedimento dell'AEEGSI (commi 67-71).A tutela del consumatore sono previsteulteriori diverse misure, tra le quali: procedurefinalizzate ad ottenere offerte di fornituradi energia elettrica e gas, e garantirnela confrontabilità, tramite la realizzazionee la gestione da parte del gestore delSistema Informativo Integrato - di un portaleinformatico per la raccolta e la pubblicazionedelle offerte sul mercato retail (commi 62-65) e l'adozione da parte dell'Autorità perl'energia elettrica il gas e il sistema idrico,di linee guida per la promozione delle offertecommerciali di energia elettrica e gas afavore di gruppi di acquisto (comma 66);modalità stabilite dall'AEEGSI, con propriprovvedimenti affinché le fatture relative allasomministrazione dell'acqua con il sistemadi misura a contatore contengano, almenouna volta all'anno, l'indicazione dell'effettivoconsumo dell'acqua riferito alla singola utenza,ove il contatore sia reso accessibile e la

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lettura sia tecnicamente possibile (comma75); erogazione ed eventuale rimodulazionedel bonus elettrico e del bonus gas, ossiadei benefici economici a sostegno dei clientieconomicamente svantaggiati e dei clientidomestici presso i quali sono presenti personeche versano in gravi condizioni di salute, tali darichiedere l'utilizzo di apparecchiature medico-terapeutiche, alimentate ad energia elettrica,necessarie per il loro mantenimento in vita(commi 76-78); diritto dei consumatori allarateizzazione delle bollette di energia elettrica egas, di importo elevato (maxibollette), derivantida ritardi, interruzioni della fatturazione oprolungata indisponibilità dei dati di consumoreali (commi 79-80); misure per la trasparenzadel mercato dell'energia elettrica e del gas,tramite l'istituzione presso il MiSE di un Elencodei soggetti abilitati alla vendita ai clientifinali (commi 81-85); norme di promozionedella concorrenza, attraverso la riduzione delleasimmetrie informative, anche intersettoriali,nel rispetto delle prescrizioni stabilite dalGarante per la protezione dei dati personali(comma 86); disposizioni relative alla clausoladi «close-out netting», prevista nei prodottienergetici all'ingrosso, della quale si dispone lavalidità e l'efficacia anche in caso di apertura diuna procedura di risanamento, ristrutturazioneeconomico-finanziaria o di liquidazione, dinatura concorsuale o pre-concorsuale, cono senza spossessamento del debitore, neiconfronti di una delle parti (commi da 87 a 89).Tra le ulteriori disposizioni che rilevano nelsettore dell'energia si segnalano le misure disemplificazione delle procedure relative agliimpianti di produzione di energia da fontirinnovabili e al settore dell'efficienza energetica(commi 90 e 91); alcune specifiche misureper i sistemi di distribuzione chiusi qualificaticome "reti interne d'utenza" (comma 92); ledisposizioni volte a regolare la distribuzione delgas naturale, a partire dalla disciplina delle garefino al regime della concessione di stoccaggio( commi da 94 a 98).Diverse misure interessano poi la distribuzionedei carburanti (commi da 99 a 120). I

commi 101-120 intervengono in tema dirazionalizzazione della rete di distribuzionecarburanti. L’unica modifica rispetto altesto approvato dalla Camera in primalettura concerne la soppressione della CassaConguaglio GPL, a decorrere dal 1° gennaio2017. Le funzioni e competenze della Cassaconguaglio, nonché i relativi rapporti giuridiciattivi e passivi rientrano – da tale data - nellefunzioni svolte da Acquirente unico S.p.a. nelsuo ruolo di Organismo centrale di stoccaggioitaliano (OCSIT).Il disegno di legge in esame contiene altresì,come è noto, disposizioni afferenti diversiambiti di intervento, del cui contenuto si daràconto nel prosieguo della relazione.Per ciò che concerne le disposizioni in materiadi comunicazioni, si prevede (comma 41) dieliminare una serie di vincoli che sono oggipresenti nei contratti con i fornitori di servizidi telefonia, televisivi e di comunicazionielettroniche.In particolare si prevede che: le spese direcesso e trasferimento dell'utenza siano noti ecommisurati al valore del contratto e ai costireali sopportati dall'azienda, ovvero ai costisostenuti per dismettere la linea telefonica otrasferire il servizio e siano comunicati in viagenerale all'Agcom; le modalità di recesso sianosemplici e analoghe a quelle di attivazione e siagarantito al cliente di comunicare il recesso o ilcambio di gestore con modalità telematiche; nelcaso di offerte promozionali, aventi ad oggettola fornitura sia di servizi che di beni, il contrattonon possa avere durata superiore a ventiquattromesi e la penale sia equa e proporzionata alvalore del contratto; i gestori debbano avereil previo consenso espresso dai clienti perl'eventuale addebito del costo di servizi inabbonamento offerti da terzi ed è fatto divietoagli operatori di telefonia e di comunicazionielettroniche di prevedere la possibilità per ilconsumatore o per l'utente di ricevere serviziin abbonamento da parte dello stesso operatore,o di terzi, senza il previo consenso espresso edocumentato all'attivazione di tale tipologia diservizi.

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Inoltre si incrementa la sanzione pecuniaria perla violazione di taluni obblighi posti in capo alleimprese designate per la fornitura del serviziouniversale (comma 43).Il comma 44, introdotto nel corso dell’esame inSenato, è stato soppresso nel corso dell'esamein sede referente presso le CommissioniVI e X della Camera. Tale disposizionefissava alcuni contenuti necessari dei contattivocali non sollecitati da parte di operatorinei confronti degli abbonati, non risultandochiara la possibilità, con riferimento allecomunicazioni indesiderate, di consentire agliutenti di respingere eventuali chiamate nondesiderate (pratica del cosiddetto telemarketingselvaggio).Viene inoltre istituito (commi 45 e46) il Registro dei soggetti cheutilizzano indirettamente risorse nazionalidi numerazione. Il registro sarà tenutodall'Autorità per le garanzie nellecomunicazioni (AGCOM) e con successivodecreto MISE saranno determinati i criteri perl'individuazione dei soggetti da iscrivere nelRegistro.Si prevede l'utilizzo del Sistema Pubblicodell'Identità Digitale (SPID), per semplificarele procedure di migrazione dei clienti traoperatori di telefonia mobile e le procedureper l'integrazione di SIM aggiuntive richiesteda utenti già clienti di un operatore (SIMaggiuntive, upgrade di SIM, sostituzioni diSIM) attraverso l'utilizzo dell'identificazioneindiretta del cliente (cioè senza bisogno di usareun documento di identità) in via telematica(comma 47).I commi 48-54 intendono favorire i pagamentidigitali e le erogazioni liberali attraversostrumenti di pagamento in mobilità, anchecon l'addebito diretto su credito telefonico.Si introduce la possibilità di utilizzare labigliettazione elettronica attraverso strumentidi pagamento in mobilità, anche attraversol'addebito diretto su credito telefonico, perl'acquisto di titoli d'accesso a luoghi di cultura,manifestazioni culturali e spettacoli (comma48). Per evitare situazioni di insolvenza, si

prevede (comma 49) che l'utente che intendeusufruire di tale modalità di pagamento siamesso nelle condizioni di conoscere, durantel'operazione di acquisto, se il proprio creditotelefonico sia sufficiente. I commi 50-53consentono l'effettuazione mediante creditotelefonico di una serie di erogazioni liberalidefinendone le caratteristiche ed il trattamentofiscale.Si prevede (comma 55), che sia aggiornato,entro tre mesi dall'entrata in vigore dellalegge, il Regolamento di istituzione e gestionedel cosiddetto registro delle opposizioni,cioè il registro pubblico degli abbonatiche si oppongono all'utilizzo del proprionumero telefonico per vendite o promozionicommerciali al fine di estendere la disciplinain essere - che attualmente disciplina il solouso della numerazione telefonica degli abbonaticon finalità commerciali - anche alle ipotesidi impiego della posta cartacea alle medesimefinalità.Si stabilisce, con riferimento alla tariffazionedelle chiamate verso numerazioni nongeografiche, ossia le numerazioni speciali percui è prevista una tariffazione differenziata edindipendente dalla collocazione geografica delchiamante, che la tariffazione abbia inizio solodalla risposta dell'operatore (comma 56).Con riferimento alle disposizioni concernenti lamateria ambientale, avendo specifico riguardoalle novità introdotte dal Senato, in primo luogosi prevede che la determinazione di ulterioricriteri e modalità di trattamento dei rifiutidi apparecchiature elettriche ed elettroniche(RAEE), demandata a un decreto del Ministrodell’ambiente, avvenga anche nelle more delladefinizione delle norme minime di qualitàda parte della Commissione europea (comma123). I commi 124 e 125, anch’essi inseritinel corso dell’esame al Senato, prevedono,rispettivamente, l’emanazione di un decretodel Ministero dell'ambiente, finalizzato alladefinizione di modalità semplificate relativeagli adempimenti per l’esercizio delle attivitàdi raccolta e trasporto dei rifiuti di metalliferrosi e non ferrosi, e l’individuazione da parte

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dell'Albo nazionale dei gestori ambientali dimodalità semplificate volte all’iscrizione degliesercenti l’attività di raccolta e trasporto deirifiuti di metalli ferrosi e non ferrosi. I commi126-130, inseriti nel corso dell’esame delSenato, introducono alcune misure in materiadi trasparenza delle erogazioni di sovvenzionipubbliche a decorrere dal 2018. Al riguardosi prevede che le associazioni di protezioneambientale e dei consumatori e degli utenti,nonché le associazioni, onlus e fondazioniche intrattengono rapporti economici conpubbliche amministrazioni o con altri soggettipubblici, sono tenute a pubblicare, nei proprisiti, le informazioni relative alle sovvenzioniricevute superiori a 10.000 euro. Parimenti, leimprese devono pubblicare gli importi dellesovvenzioni pubbliche (sempre superiori ai10.000 euro) nei propri bilanci. L’inosservanzadi tali obblighi comporta la restituzione dellesovvenzioni ai soggetti eroganti. Inoltre, sistabilisce che gli obblighi di pubblicazionedei criteri di concessione delle sovvenzionie dei provvedimenti stessi di erogazionedelle sovvenzioni (previsti dall’articolo 26 deldecreto legislativo n. 33 del 2013) si applichinoanche agli enti e alle società controllati dalleamministrazioni dello Stato, ivi comprese lesocietà quotate. Infine, si prevede che isoggetti pubblici tenuti alla pubblicazione deiprovvedimenti di concessione di sovvenzioniai sensi del medesimo articolo 26 del decretolegislativo n. 33 del 2013, devono altresìpubblicare i dati consolidati di gruppo qualora isoggetti beneficiari siano controllati dalla stessapersona fisica o giuridica.Con riferimento ai servizi professionali, ilcomma 142 persegue la tutela della concorrenzanell’avvocatura intervenendo sulla leggeprofessionale forense, in relazione all’eserciziodella professione in forma associata e informa societaria. Una specifica disposizioneinterviene, infine, in materia di compensoprofessionale.I commi da 143 a 148 modificano alcuni articolidella legge di stabilità 2014 e della leggeprofessionale notarile (legge n. 89 del 1913) per

favorire la concorrenza nel settore.Il comma 152, inserito dal Senato, attraversouna disposizione di interpretazione autentica,estende alla categoria professionale degliagrotecnici l'abilitazione a compiere una seriedi operazioni in materia catastale. Il comma153, inserito durante l'esame al Senato, obbliga iprofessionisti iscritti a ordini e collegi a indicaree comunicare i titoli posseduti e le eventualispecializzazioni.I commi da 154 a 157 – altresì inseriti insede referente al Senato – introducono nuovenorme sull’esercizio dell’attività odontoiatricain forma societaria.Con una modifica introdotta nel corsodell'esame alla Camera presso le Commissioniriunite VI e X è stato esplicitato chiaramenteche, nell'esercizio dell'attività odontoiatrica informa societaria, deve essere garantito chetutte le prestazioni che formano oggetto dellaprofessione di odontoiatra, di cui all'articolo2 della legge n. 409 del 1985, siano erogateesclusivamente dai soggetti in possesso deititoli abilitanti di cui alla medesima legge n.409 del 1985. Inoltre, con una modifica alcomma 156 è stato reso da facoltativo adobbligatorio lo svolgimento della funzione didirettore responsabile dei servizi odontoiatriciin una sola struttura facente capo a societàoperanti nel settore odontoiatrico.Con riguardo al settore della distribuzionefarmaceutica, i commi da 158 a 164: consentonol'ingresso di società di capitale nella titolaritàdell'esercizio della farmacia privata; rimuovonoil limite delle 4 licenze, attualmente previsto, incapo ad una identica società; pongono il divietodi controllo, diretto o indiretto da parte di unmedesimo soggetto, di una quota superiore al20 per cento delle farmacie della medesimaregione o provincia autonoma. L'Autoritàgarante della concorrenza e del mercato èincaricata di assicurare il rispetto del divietosummenzionato, attraverso l'esercizio dei poteridi indagine, di istruttoria e di diffida ad essaattribuita dalla disciplina vigente; sopprimonoi requisiti soggettivi per la partecipazione allesocietà che gestiscono farmacie; consentono

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che la direzione della farmacia gestitada una società sia affidata anche ad unfarmacista che non sia socio; stabilisconol'incompatibilità della partecipazione allesocietà di capitale nella titolarità dell'eserciziodella farmacia privata con l'esercizio dellaprofessione medica, confermano il vincolo diincompatibilità già vigente con qualsiasi altraattività svolta nel settore della produzioneed informazione scientifica del farmaco esopprimono il riferimento alle attività diintermediazione (distribuzione) del farmaco, lequali sembrerebbero diventare, di conseguenza,compatibili; permettono, ai titolari dellefarmacie ubicate nei comuni con popolazioneinferiore a 6.600 abitanti, che risultinoessere soprannumerarie per decremento dellapopolazione, di ottenere il trasferimentoterritoriale presso comuni della medesimaregione. La domanda di trasferimento èammessa verso i comuni che presentinoun numero di farmacie inferiore a quellospettante. Il trasferimento è concesso sullabase di una graduatoria regionale per titolie previo il pagamento di una tassa diconcessione governativa una tantum pari a5.000 euro; modificano la disciplina sullapartecipazione in forma associata ai concorsiper il conferimento di sedi farmaceutiche inriferimento all'obbligo di mantenimento dellaconseguente gestione associata, che passa dadieci a tre anni; consentono la fornituradei medicinali utilizzabili esclusivamente inambiente ospedaliero oltre che, come giàprevisto, da parte dei produttori e dei grossisti,anche attraverso le farmacie.Infine, in caso di modificazioni apportateal foglietto illustrativo di un farmaco, ilcomma 165 - inserito al Senato – consente lavendita al pubblico delle scorte, prevedendoche il cittadino scelga di poter ritirare ilfoglietto sostitutivo in formato cartaceo odigitale. Il comma 166 consente, alle farmacieconvenzionate con il Servizio sanitarionazionale, di prestare servizio aggiuntivo oltregli orari e i turni di apertura e chiusura stabilitidalle autorità competenti.

Ulteriore settore interessato dal disegno di leggein esame è quello relativo ai servizi di trasporto.In particolare, il comma 168 prevede, conriferimento specifico ai servizi di trasportopubblico locale, l’obbligo per il concessionariodi fornire un servizio di biglietteria telematicaaccessibile via internet. I commi 169 e 170prevedono, a tutela degli utenti dei servizi ditrasporto di linea, l'obbligo per i concessionaried i gestori di servizi di informare i passeggeridelle modalità per accedere alla carta dei servizie delle ipotesi che danno titolo a fruire dirimborsi e indennizzi.I commi 180-183 delegano il Governo adadottare un decreto legislativo per la revisionedella disciplina in materia di autoservizipubblici non di linea (Taxi, NCC, e similari),definendo principi e criteri direttivi, nonché leprocedure per l’adozione delle norme.Il comma 184 interviene in materia di locazionedei veicoli senza conducente per l'effettuazionedi attività di trasporto di viaggiatori.I commi 185-188 delegano il Governo adadottare, entro dodici mesi dalla data dientrata in vigore della legge, decreti legislativiper disciplinare l'installazione sui mezzi ditrasporto delle cosiddette «scatole nere» o altridispositivi elettronici similari.I commi 189-193, introdotti dal Senato, recanomisure volte a favorire lo sviluppo del sistemalogistico nazionale, attraverso la creazione di ununico sistema di monitoraggio.Diverse novità sono state introdotte al Senatocon riguardo al settore dei beni culturali. Sisegnala in particolare il comma 172, introdottodurante l’esame presso il Senato, che intendesemplificare ulteriormente la riproduzione deibeni culturali, in particolare estendendo leipotesi in cui la stessa non necessita diautorizzazione e ampliando i casi in cui non èdovuto alcun canone.Il comma 176, anch’esso introdotto durantel’esame presso il Senato, è esplicitamentefinalizzato a semplificare le procedure relativeal controllo della circolazione internazionaledelle cose antiche che interessano il mercatodell'antiquariato. In particolare, introduce la

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possibilità di considerare beni culturali lecose, a chiunque appartenenti, che presentanoun interesse artistico, storico, archeologico oetnoantropologico “eccezionale per l’integrità ela completezza del patrimonio culturale dellanazione”. La soglia di età al di sotto della qualetali cose non sono soggette alle disposizioni ditutela è fissata in 50 anni. Inoltre, eleva (da 50)a 70 anni la soglia di età al di sotto della qualedeterminate categorie di cose, in particolarerelative ai beni mobili, non sono soggette alledisposizioni di tutela – o sono soggette (solo) aspecifiche disposizioni di tutela – ovvero per lequali vige la presunzione di interesse culturale.Altri interventi che innalzano la soglia di etàincidono sulla disciplina dell’inalienabilità esu quella relativa alla circolazione dei beniculturali.Infine, ulteriori previsioni riguardanol’esercizio del commercio di cose antiche ousate.A tali fini, il comma 176 novella numerosiarticoli del Codice dei beni culturali e delpaesaggio, di cui al decreto legislativo n. 42 del2004.Il comma 177, anch’esso introdotto durantel’esame presso il Senato, riguarda il decretocon il quale sono definiti gli indirizzi dicarattere generale per il rilascio dell’attestatodi libera circolazione e, in particolare, prevedel’istituzione di un apposito “passaporto” peragevolare l’uscita e il rientro delle opere dal enel territorio nazionale.Disposizioni ulteriori sono state introdotte nelcorso dell’esame in Senato. In particolaresi segnalano: il comma 175, che autorizzal’adozione, entro 180 giorni, di un regolamentoper l'organizzazione del Banco nazionale diprova per le armi da fuoco portatili e per lemunizioni commerciali; il comma 178, che, conriferimento alle operazioni di concentrazione,modifica le condizioni e le soglie per l'obbligodi comunicazione preventiva delle operazionidi concentrazione tra imprese all'AutoritàGarante della Concorrenza e del Mercato;il comma 179, che esonera dall’obbligo didenunciare il deposito di prodotti alcolici gli

esercizi pubblici, gli esercizi di intrattenimentopubblico, gli esercizi ricettivi e i rifugi alpini.

SILVIA FREGOLENT, Relatrice per lamaggioranza per la VI Commissione.(Relazione – A.C. 3012-C). Signor Presidente,colleghi deputati, l'Assemblea inizia oggil'esame disegno di legge C. 3012-C, recante lalegge annuale per il mercato e la concorrenza,approvato dalla Camera, modificato dal Senatoe ulteriormente modificato dalle Commissionidi merito.Tali ulteriori limitate modifiche sono stateapprovate nella convinzione che fosseopportuno modificare il testo del disegnodi legge su taluni specifici aspetti, i qualiinvestono questioni particolarmente rilevantie che hanno la finalità di tutelare i dirittidei consumatori e la salute dei cittadini: lepolizze assicurative (comma 25); la praticadel cosiddetto telemarketing selvaggio (comma44); il regime delle aste collegato alla finedel mercato tutelato (comma 61) e l'attivitàodontoiatrica (comma 154).Si tratta di temi condivisi anche dai gruppidi maggioranza del Senato, il quale ha svoltosu di essi un ampio dibattito, nonché dalleprincipali associazioni di categoria e da quellerappresentative dei consumatori.Pur valutando favorevolmente il lavoro svoltodalla Camera in prima lettura, all'esitodel quale il testo del provvedimento erastato significativamente migliorato, riteniamoimportante addivenire alla sua approvazionedefinitiva con le limitate modifiche approvatein Commissione, demandando la disciplina diaspetti non affrontati in questa sede ad altri attinormativi.Più in generale, osserva che sul provvedimentoin esame, che certamente ha avuto un iterlungo e assai complesso, le Camere hannolavorato con molta serietà svolgendo unapprofondito lavoro di istruttoria. Ritiene che lepredette limitate modifiche non pregiudichinol'approvazione definitiva del disegno di leggeprima della pausa estiva. Confida, da questopunto di vista, sulle rassicuranti e positive

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dichiarazioni sul provvedimento in esame resein questi giorni dal Ministro dei rapporti con ilParlamento, Anna Finocchiaro, auspicando chepossa sollecitarne la rapida calendarizzazione alSenato.Passando all’illustrazione del disegno di legge,si rileva preliminarmente come esso siacollegato alla manovra di finanza pubblica esia stato predisposto in attuazione dell'articolo47 della legge n. 99 del 2009, che contemplala legge annuale per il mercato e laconcorrenza quale strumento per rimuoveregli ostacoli regolatori, di carattere normativoo amministrativo, all'apertura dei mercati, perpromuovere lo sviluppo della concorrenza e pergarantire la tutela dei consumatori.Tali finalità sono espressamente previste alcomma 1 dell’articolo unico del disegno dilegge, il quale specifica che in tal modo siintende anche dare applicazione ai princìpidel diritto dell'Unione europea in materia dilibera circolazione, concorrenza e aperturadei mercati, nonché alle politiche europee inmateria di concorrenza.Passando al contenuto del disegno di legge, siricorda che nel corso dell’esame al Senato essoè stato trasfuso in un unico articolo, suddivisoin 193 commi.Si rileva quindi come in questa sede sarannosintetizzate, con particolare riferimento allenorme oggetto di modifica o integrazioneda parte del Senato, le disposizioni attinentigli ambiti di competenza della CommissioneFinanze, contenute nell’ex Capo II, recantenorme in materia di assicurazioni e fondipensioni (composto dai commi da 2 a 40,corrispondenti agli articoli da 2 a 17 del testoesaminato in prima lettura) e nell’ex CapoVII (composto dai commi da 131 a 141,corrispondenti agli articoli da 38 a 40 deltesto esaminato in prima lettura), nonché icommi 173 e 174, contenuti nell’ex Capo X deldisegno di legge. Il collega Martella integrerà larelazione illustrando le questioni di competenzadella Commissione Attività produttive.Le norme in materia di assicurazioni e fondipensione sono contenute all'articolo 1, commi

dal 2 al 40. In linea generale, il disegnodi legge recepisce le proposte contenutedalla segnalazione dell'AGCM, in alcuni casiintroducendo norme di portata anche più ampiarispetto agli obiettivi della segnalazione.Si interviene in primo luogo sulla disciplinadell'obbligo a contrarre in materia di RC Auto:se dalla verifica dei dati risultanti dall'attestatodi rischio, dell'identità del contraente edell'intestatario del veicolo, se persona diversa,risultano informazioni non corrette o nonveritiere, le imprese di assicurazione non sonotenute ad accettare le proposte loro presentate(commi 2-5). Nel corso dell'esame parlamentareè stata elevata la sanzione prevista in caso dirifiuto ed elusione dell'obbligo a contrarre.Gli intermediari hanno l'obbligo di informareil consumatore in modo corretto, trasparenteed esaustivo sui premi offerti da tutte leimprese di cui sono mandatari relativamente alcontratto base RC Auto (nuovo articolo 132-bis del CAP). Se il consumatore alla stipuladel contratto accetta una o più condizionideterminate dalla legge, ha diritto ad unosconto del prezzo della polizza che non puòessere inferiore a una percentuale determinatadall'IVASS. In particolare danno luogo allosconto: l'ispezione del veicolo; l'installazionedella scatola nera (meccanismo elettronico cheregistra l'attività del veicolo) ovvero di altridispositivi individuati con decreto ministeriale;l'installazione (o comunque la presenza) delmeccanismo che impedisce l'avvio del motoreper elevato tasso alcolemico (articolo 132-terdel CAP).L'IVASS definisce, con proprio regolamento,i criteri e le modalità nell'ambito dei processidi costruzione della tariffa e di ricalcolo delpremio per la determinazione da parte delleimprese di assicurazione dello sconto. Lostesso Istituto deve inoltre definire i criterie le modalità per la determinazione da partedelle imprese di assicurazione di uno scontoaggiuntivo e significativo da applicare aisoggetti residenti nelle province a maggioretasso di sinistrosità e con premio medio piùelevato (individuate dall'IVASS con cadenza

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almeno biennale) che non abbiano provocatosinistri con responsabilità esclusiva o principaleo paritaria negli ultimi quattro anni e cheabbiano installato o installino la scatola nera.Anche in questo caso lo sconto deve esseredettagliato nel preventivo e nel contratto.L'IVASS vigila sull'applicazione delle nuovenorme e, in caso di violazioni, applica lesanzioni amministrative pecuniarie. Come icolleghi potranno ricordare la formulazioneuscita dalla Camera era profondamente diversaimponeva all’IVASS l’indicazione di un prezzo.Questo formulazione è stata pesantementecontestata dall’IVASS e questo ha determinatol’attuale formulazione. Ovviamente sarà nostracura vigilare affinché la soluzione trovata porti ifrutti di una consistente ridefinizione dei prezzinelle aree più disagiate in particolare nel Sudd’Italia.Resta ferma la facoltà per l'assicuratodi ottenere l'integrale risarcimento per lariparazione a regola d'arte del veicolodanneggiato avvalendosi di imprese abilitate diautoriparazione di propria fiducia (comma 9).Una ulteriore ipotesi di sconto significativosul prezzo della polizza è previsto nel casoin cui l'assicurato contragga più polizzesottoscrivendo una clausola di guida esclusiva(comma 11).Nel caso di contratti con clausola bonus-malus, la variazione del premio, in aumentoo in diminuzione rispetto alla tariffa in vigoreapplicata dall'impresa, deve essere indicata, invalore assoluto e in percentuale, nel preventivodel nuovo contratto o del rinnovo (comma 12).Le imprese di assicurazione non possonodifferenziare la progressione e l’attribuzionedelle classi di merito interne in funzione delladurata del rapporto contrattuale tra l'assicuratoe la medesima impresa (comma 13).In caso di sinistri con soli danni alle cose,l'identificazione di eventuali testimoni sul luogodell'incidente deve risultare dalla denuncia disinistro o comunque dal primo atto formaledel danneggiato nei confronti dell'impresa o,in mancanza, deve essere richiesta dall'impresaassicurativa con espresso avviso all'assicurato

delle conseguenze processuali della mancatarisposta. In tale caso la parte che ricevela richiesta dell'assicurazione effettua lacomunicazione dei testimoni, a mezzo diraccomandata con avviso di ricevimento,nel termine di sessanta giorni. L'impresa diassicurazione deve procedere a sua voltaall'individuazione ed alla comunicazione dieventuali ed ulteriori testimoni entro il terminedi sessanta giorni (comma 15). Anche questariformulazione è profondamente differenterispetto le modifiche apportate in prima letturaalla Camera.All'IVASS è assegnato il compito di procederead una verifica trimestrale sui sinistri inseritinell'apposita banca dati dalle imprese diassicurazione, per assicurare l'omogeneità deicriteri di trattamento; l'IVASS deve altresìredigere apposita relazione all'esito di taleverifica, le cui risultanze sono considerateanche per definire la significatività degli scontisulle polizze (comma 16).Il Governo deve emanare tabelle nazionaliche fungano da parametro per il risarcimentodel danno biologico, per le macrolesioni ele microlesioni, in modo che sia garantitoil diritto delle vittime dei sinistri ad unpieno risarcimento del danno non patrimonialeeffettivamente subito e siano razionalizzatii costi gravanti sul sistema assicurativo esui consumatori. L'ammontare complessivoriconosciuto è esaustivo del risarcimento deldanno non patrimoniale conseguente a lesionifisiche. Nei casi in cui le menomazioni accertateincidano in maniera rilevante su specifici aspettidinamico-relazionali personali documentati eobiettivamente accertati (ovvero, limitatamentealle microlesioni, abbiano causato unasofferenza psico-fisica di particolare intensità),il giudice può aumentare l'ammontaredel risarcimento con equo e motivatoapprezzamento delle condizioni soggettive deldanneggiato, entro un margine del 30 per centoper le macrolesioni e del 20 per cento perle microlesioni. La tabella unica nazionaleè redatta tenendo conto dei criteri valutatividel danno non patrimoniale ritenuti congrui

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dalla consolidata giurisprudenza di legittimità.È chiarito che il danno alla persona per lesionidi lieve entità può essere risarcito solo a seguitodi accertamento clinico strumentale obiettivo,rimanendo escluse le diagnosi di tipo visivo, adeccezione che per le cicatrici, oggettivamenteriscontrabili senza strumentazione (commi 17-19).In caso di incidente stradale, se uno deiveicoli coinvolti è dotato di scatola nera,le risultanze del dispositivo formano pienaprova nei procedimenti civili dei fatti cui essesi riferiscono, salvo che la parte contro laquale sono state prodotte dimostri il mancatofunzionamento o la manomissione del predettodispositivo. Le medesime risultanze sono resefruibili alle parti (comma 20).Per contrastare le frodi assicurative sono estesii casi nei quali le imprese di assicurazionepossono rifiutare il risarcimento, denunciandola frode. Gli elementi sintomatici della frodesi possono ricavare: dall'archivio informaticointegrato dell'IVASS; dalle scatole nere (emeccanismi equivalenti); dalla perizia, qualorarisulti documentata l'incongruenza del dannodichiarato dal richiedente (commi 21-22).La violazione dell'obbligo dell'assicurazioneper la responsabilità civile verso terzi può essereaccertata attraverso gli appositi dispositivi oapparecchiature di rilevamento, non essendonecessaria la contestazione immediata delleviolazioni del codice della strada, mediante ilconfronto dei dati rilevati riguardanti il luogo,il tempo e l'identificazione dei veicoli conquelli risultanti dall'apposito elenco dei veicolia motore non assicurati verso terzi. Se laviolazione dell'obbligo dell'assicurazione per laresponsabilità civile verso terzi è rilevata permezzo di appositi dispositivi o apparecchiaturedi rilevamento non è necessaria la presenzadegli organi di polizia stradale se i dispositivio le apparecchiature sono stati omologatiovvero approvati per il funzionamento inmodo completamente automatico. Essi devonoessere gestiti direttamente degli organi dipolizia stradale e la documentazione fotograficaprodotta costituisce atto di accertamento

(comma 23).In caso di cessione del credito all'impresa diautoriparazione, la somma da corrispondere atitolo di rimborso è versata solo a fronte dipresentazione della fattura (comma 24).Il principio della durata annuale del contrattoRC auto e del divieto di rinnovo tacito siapplica anche ai contratti stipulati per i rischiaccessori (ad esempio incendio e furto), nel casoin cui la polizza accessoria sia stata stipulatain abbinamento a quella della RC auto (conlo stesso contratto o con un contratto stipulatocontestualmente).Nel corso dell'esame al Senato il divietodi tacito rinnovo alla scadenza è statoesteso alle polizze assicurative ramo dannidi ogni tipologia; successivamente, nel corsodell'esame alla Camera presso le Commissioniriunite VI e X, tale disposizione è stata eliminata(comma 25).Le polizze per assicurazione professionale,fatta salva la libertà contrattuale delle parti,devono contemplare l'assenza delle clausoleche limitano la prestazione assicurativa aisinistri denunciati nel periodo di validità delcontratto. Le compagnie devono offrire prodottiche prevedano una copertura assicurativa perrichieste di risarcimento presentate entro i diecianni dalla scadenza della polizza, riferite a"errori" del professionista accaduti nel periododi vigenza della stessa. Nel corso dell'esameparlamentare la predetta previsione è stataestesa alle polizze assicurative in corso divalidità alla data di entrata in vigore della legge(comma 26).Sono elevati i massimali minimi di garanziaper i veicoli a motore adibiti al trasporto dipersone aventi più di otto posti a sedere, oltreil conducente (tra cui autobus e filoveicoli),che non devono essere inferiori a 15 milionidi euro per sinistro, in luogo dei 10 milioniprevisti dal disegno di legge originario. I nuovimassimali si applicano a decorrere dalla datadi entrata in vigore della legge e gli importisaranno raddoppiati dall'anno successivo allapredetta data (comma 29).Con riferimento al sistema del risarcimento

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diretto, si prevede che l'IVASS, entro diciottomesi dall'entrata in vigore della disposizione inesame, proceda alla revisione del criterio in baseal quale sono calcolati i valori dei costi e delleeventuali franchigie per la compensazione trale compagnie, qualora tale criterio non abbiagarantito un effettivo recupero di efficienzaproduttiva delle compagnie, attraverso laprogressiva riduzione dei costi dei rimborsi el'individuazione delle frodi (comma 30).L'archivio informatico integrato dell'IVASSsarà connesso anche con il casellario giudizialeistituito presso il Ministero della giustiziae, a seguito della modifica approvata insede parlamentare, con ulteriori archivi:carichi pendenti, anagrafe tributaria, anagrafenazionale, casellario infortuni Inail. L'archiviopotrà essere consultato anche dalle impresedi assicurazione nella fase di assunzione delrischio, al fine di accertare la veridicità delleinformazioni fornite dal contraente (comma31).Sono infine previste alcune modifichealla disciplina delle forme pensionistichecomplementari, prevedendo anche laconvocazione di un tavolo di consultazioneper avviarne un processo di riforma. Più neldettaglio, il comma 38 interviene sui seguentiprofili: destinazione alle forme pensionistichecomplementari degli accantonamenti relativial trattamento di fine rapporto (letteraa)); diritto all'anticipo della prestazione nelcaso di cessazione dell'attività lavorativa(lettera b)); riscatti della posizione individualematurata e del relativo regime tributario(lettera c)). Il comma 39 prevede laconvocazione di un tavolo di consultazioneper avviare un processo di riforma delleforme pensionistiche complementari al finedi aumentarne l'efficienza, nonché di favorirel'educazione finanziaria e previdenziale.In materia di servizi bancari, i commi 131 e132, modificati durante l'esame parlamentare,prevedono che gli istituti bancari, le società dicarte di credito e le imprese di assicurazioneassicurino l'accesso ai propri servizi diassistenza ai clienti, anche attraverso chiamata

da telefono mobile, a costi telefonici nonsuperiori rispetto alla tariffa ordinaria urbana.Si affida all'Autorità per le garanzie nellecomunicazioni il compito di vigilare sullacorretta applicazione della norma introdotta.Nel corso dell'esame parlamentare è stataintrodotta, in caso di violazione della norma,una sanzione amministrativa pari a 10.000 euroinflitta dall'Autorità di vigilanza, nonché unindennizzo non inferiore a 100 euro a favore deiclienti.I commi 133-135 prevedono, affidando talecompito a un provvedimento di rangosecondario, che siano individuati i prodottibancari maggiormente diffusi tra la clientela,per assicurare la confrontabilità delle speseaddebitate a chiunque dai prestatori di servizi dipagamento, attraverso un apposito sito internet.Il comma 136, modificato durante l'esameal Senato, interviene sulla disciplina dellepolizze assicurative sottoscritte in occasionedi un contratto di finanziamento. In luogo diobbligare gli intermediari a sottoporre al clientealmeno due preventivi (di due differenti gruppiassicurativi non riconducibili alle banche, agliistituti di credito e agli intermediari finanziaristessi), si prevede che essi siano tenuti adaccettare, senza variare le condizioni offerteper l'erogazione del credito, la polizza cheil cliente presenta o reperisce sul mercato.Tale polizza deve avere contenuti minimicorrispondenti a quelli richiesti dal finanziatore.Tali prescrizioni sono estese alle ipotesi incui al cliente sia richiesta la sottoscrizione diun'assicurazione diversa da quella sulla vita;inoltre, esse si applicano a tutti i casi in cuil'offerta di un contratto di assicurazione siaconnesso o accessorio all'erogazione del mutuoo del credito. Viene disciplinato in dettaglioil diritto di recesso del cliente ove sottoscrivauna polizza proposta dal soggetto finanziatoreo da un incaricato; sono previsti specificiobblighi informativi a carico dell'intermediario,riguardanti tra l'altro le polizze e le provvigionieventualmente percepite.Nel corso dell'esame parlamentare (commi 137-141) è stata introdotta una specifica disciplina

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del contratto di locazione finanziaria, di cuiviene esplicitata la definizione, indicando icasi di grave inadempimento e la relativaprocedura di risoluzione del contratto. In talcaso il concedente ha diritto alla restituzione delbene ed è tenuto a corrispondere all'utilizzatorequanto ricavato dalla vendita, dedotte le sommea lui spettanti. A tal fine, sono specificate lemodalità di vendita o di nuova collocazione delbene che deve avvenire sulla base di criteri dicelerità, trasparenza e pubblicità.Sono state quindi introdotte disposizioniche modificano l'articolo 6 del testo unicoper l'edilizia (Decreto del Presidente dellaRepubblica n. 380 del 2001), inerentiagli obblighi di aggiornamento catastale inriferimento a interventi edilizi effettuati senzaalcun titolo abilitativo, definiti come attività diedilizia libera. In particolare, si dispone chein tali casi gli atti di aggiornamento catastalesiano presentati direttamente dall'interessatoall'Agenzia delle entrate territoriale. Siintroduce inoltre una disposizione transitoriaper cui, nel caso in cui siano stati già avviatigli interventi edilizi prima dell'entrata in vigoredella legge in esame, il possessore degliimmobili provvede, ove necessario, agli attidi aggiornamento catastale, entro sei mesidalla data di entrata della medesima legge coneventuali sanzioni ove non adempia (commi173-174).

TESTI DEGLI INTERVENTI DICUI È STATA AUTORIZZATA LAPUBBLICAZIONE IN CALCE ALRESOCONTO STENOGRAFICO

DELLA SEDUTA ODIERNA:FRANCO VAZIO (A.C. 2168-B)

FRANCO VAZIO, Relatore per maggioranza.(Relazione – A.C. 2168-B). Onorevole signoraPresidente, onorevoli colleghi, onorevolerappresentante del Governo, l’Assemblea sitrova oggi ad esaminare un provvedimentoatteso ormai da anni, introducendo anchenell'ordinamento italiano il delitto di tortura.Tale proposta torna all'esame della Camera

in seconda lettura (complessivamente si trattadella quarta lettura): dopo l'approvazione delSenato in un testo unificato il 5 marzo 2014, ilprovvedimento è stato approvato dalla Cameracon modifiche il 9 aprile 2015. Il Senato lo haapprovato con ulteriori modifiche il 17 maggio2017.Sono numerosi gli atti internazionali cheprevedono che nessuno possa essere sottopostoa tortura, né a pene e trattamenti inumani edegradanti.Tra questi ricordiamo la Convenzione diGinevra del 1949 relativa al trattamento deiprigionieri di guerra, la Convenzione europeadei diritti dell'uomo del 1950 (ratificata nel1955), la Dichiarazione universale dei dirittidell'uomo del 1948, il Patto internazionalerelativo ai diritti civili e politici del 1966(ratificata nel 1977), la Carta dei dirittifondamentali dell'Unione europea del 2000, laConvenzione ONU del 1984 contro la torturaed altri trattamenti e pene crudeli, inumanee degradanti (la cosiddetta CAT), ratificatadall'Italia nel 1988 ed infine lo Statuto di Romaistitutivo della Corte Penale Internazionale del1998.Come appena detto l'Italia ha ratificato nel1988 la Convenzione ONU del 1984 contro latortura. Tuttavia, non si era ritenuto di doverintrodurre lo specifico reato di tortura in quantosi era creduta sufficiente la riconducibilitàdelle varie condotte alla nozione di torturasancita dalla Convenzione ONU; condotte cheavevano, come tuttora hanno, una rilevanzapenale nell'ordinamento italiano attraverso unaserie di reati specifici con connesse circostanzeaggravanti. Si pensi, ad esempio, alle percosse(articolo 581 c.p.) alle lesioni (articolo 582c.p.), alla violenza privata (articolo 610 c.p.),alle minacce (articolo 612 c.p.), alle ingiurie(articolo 594 c.p.), al sequestro di persona(articolo 605 c.p.), all'arresto illegale (articolo606 c.p.), alla indebita limitazione di libertàpersonale (articolo 607 c.p.), all'abuso diautorità contro arrestati o detenuti (articolo 608c.p.), alle perquisizioni e ispezioni personaliarbitrarie (articolo 609 c.p.).

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Questo elenco di reati, tuttavia, per quantoampio, non appare esaustivo, come dimostrala complessità, anche tecnico-giuridica, chenegli ultimi anni ha caratterizzato il dibattitosvoltosi nel nostro Paese sul tema della tortura.Dibattito che ha portato in primo piano laquestione della sussistenza di un obbligogiuridico internazionale all'introduzione dellospecifico reato di tortura (previsto dall'articolo4 della CAT). Infatti, si tratta di reati che nonprevedono – al contrario di quanto statuitodai richiamati atti internazionali – la possibilesofferenza mentale ed in cui, a volte, manca ildolo nell'infliggere le sofferenze alla vittima; sitratta di reati per lo più procedibili a querela diparte (fatto che espone la vittima a ritorsione) econ termini di prescrizione brevi (anche a causadella lieve entità delle pene).Nell'articolo 1 della CAT la specificità delreato di tortura è strettamente connessaalla partecipazione agli atti di violenza, neiconfronti di quanti sono sottoposti a restrizionidella libertà, di chi è titolare di una funzionepubblica. La tortura è individuata come reatoproprio del pubblico ufficiale che trova la suaspecifica manifestazione nell'abuso di poteree, quindi, nell'esercizio arbitrario ed illegaledi una forza di per sé legittima. È opportunosottolineare che peraltro non si può considerarein contrasto con la Convenzione ONU laprevisione di un reato comune di torturaaffiancato al reato proprio.Nello Statuto della Corte Penale Internazionalela tortura viene configurata come reato comunecaratterizzato da dolo generico. Rispettoalla definizione della CAT è infatti assentequalsiasi riferimento allo scopo, così comel'identificazione dell'autore della tortura comepubblico ufficiale: la vittima del reato non è più,quindi, un soggetto di cui è limitata la libertà dauna pubblica autorità, bensì ogni persona di cuiun'altra, a qualsiasi titolo, «abbia la custodia oil controllo».Per completare l’excursus sul quadro normativosovranazionale si ricorda l'articolo 3 dellaConvenzione europea dei diritti dell'uomoe delle libertà fondamentali (CEDU), che

contempla espressamente la proibizione dellatortura. In particolare detto articolo prevedeche: «Nessuno può essere sottoposto atortura né a pene o trattamenti inumani odegradanti», distinguendo dunque tre tipi dicondotte: la tortura, i trattamenti o le peneinumane, i trattamenti o le pene degradanti.In estrema sintesi, la Corte EDU, nella suagiurisprudenza, ha precisato preliminarmentecome, per verificare se vi sia stata omeno una violazione dell'articolo 3, occorreche la condotta in questione raggiunga un«livello minimo di gravità» (che va valutataindipendentemente dalla legittimità o menodel trattamento) accertato il quale deve poiessere qualificata e ricondotta in uno deitre comportamenti sopra descritti. Tale livellominimo di gravità va valutato in base ad uninsieme di circostanze quali il sesso, l'età,lo stato di salute della vittima, la durata deltrattamento e le conseguenze fisiche e mentali.La Corte ha quindi operato una distinzionein base al grado di sofferenze inflitte: moltogravi e crudeli nella tortura, mentali e fisichedi particolare intensità nel trattamento inumano,atte a provocare umiliazione e angoscia neltrattamento degradante. Ed ha chiarito che latortura è il trattamento disumano o degradanteche causa le sofferenze più intense: ogni attodi tortura è dunque al contempo anche untrattamento disumano e degradante. Secondo laCorte, l'articolo 3 della Convenzione imponein ogni caso allo Stato di proteggere l'integritàfisica delle persone private della libertà.A tale riguardo, rammento che il dibattitoin terza lettura presso il Senato si èsostanzialmente concentrato sull'opportunità diuna formulazione del reato di tortura quanto piùpossibile attinente a quella della ConvenzioneONU del 1984 e quindi sulla scelta o meno dellatortura come reato proprio - del solo pubblicoufficiale - e a dolo specifico. Altro profilo moltodibattuto è stato quello relativo alla necessitàdella reiterazione delle condotte illecite ai finidella configurazione del reato.Passo all’esame del provvedimento, che sicompone di 6 articoli.

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Atti Parlamentari — 70 — Camera dei DeputatiXVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DI LUNEDÌ 26 GIUGNO 2017 — N. 820

L'articolo 1 introduce nel titolo XII (Delitticontro la persona), sez. III (Delitti contro lalibertà morale) del codice penale gli articoli 613-bis e 613-ter.Il primo articolo disciplina la fattispecieincriminatrice del delitto di tortura.L'articolo 613-bis c.p. punisce con la reclusioneda 4 a 10 anni chiunque, con violenze o minaccegravi ovvero agendo con crudeltà cagionaacute sofferenze fisiche o un verificabiletrauma psichico a persona privata della libertàpersonale o affidata alla sua custodia, potestà,vigilanza, controllo, cura o assistenza ovveroche si trovi in situazione di minorata difesa, seil fatto è commesso con più condotte ovverocomporta un trattamento inumano e degradanteper la dignità della persona.Pertanto, affinché si realizzi il reato di tortura:deve sussistere un nesso di causalità tra l'azioneposta in essere dall'agente e le acute sofferenzafisiche ovvero il verificabile trauma psichico;la condotta deve essere stata connotata daalmeno uno dei seguenti elementi: violenze,minacce gravi, crudeltà; la vittima deve trovarsiin almeno una delle seguenti condizioni: esserepersona privata della libertà personale; essereaffidata alla custodia (o potestà, vigilanza,controllo, cura o assistenza) dell'autore delreato; trovarsi in situazione di minorata difesa;il fatto deve essere stato commesso secondoalmeno una delle seguenti modalità: pluralità dicondotte; trattamento inumano e degradante perla dignità della persona.Il reato, caratterizzato dal dolo generico, vienecostruito come reato di evento (le sofferenze"acute" inflitte alla vittima o il verificabiletrauma psichico).L'articolo 613-bis prevede poi specifichefattispecie formulate sotto forma di fattispecieaggravate del reato di tortura.La prima fattispecie aggravata (secondocomma), conseguente all'opzione del delittocome reato comune, interessa la qualifica dipubblico ufficiale o di incaricato di pubblicoservizio dell'autore del reato, con abuso deipoteri o in violazione dei doveri inerenti allafunzione o al servizio; la pena prevista è in tal

caso la reclusione da 5 a 12 anni (era da 5 a 15anni nel testo Camera).Viene precisato dal terzo comma dell'articolo613-bis che la fattispecie in questione ("ilcomma precedente") non si applica se lesofferenze per la tortura derivano unicamentedall'esecuzione di legittime misure privative olimitative di diritti.Il secondo gruppo di fattispecie aggravate(quarto comma) consiste nell'avere causatolesioni personali comuni (aumento fino a1/3 della pena), gravi (aumento di 1/3 dellapena) o gravissime (aumento della metà).Le altre fattispecie aggravate (quinto comma)riguardano la morte come conseguenza dellatortura nelle due diverse ipotesi: di morte nonvoluta, ma conseguenza dell'attività di tortura(30 anni di reclusione, mentre nel testo dellaCamera era previsto l'aumento di due terzi dellepene); di morte come conseguenza voluta daparte dell'autore del reato (pena dell'ergastolo).In relazione alla formulazione della fattispecie,è opportuno ribadire che da parte dellaCommissione Giustizia si è ritenuto che questasia conforme alla giurisprudenza della CortePenale Internazionale e alla Corte EDU, alleraccomandazioni del Comitato europeo perla prevenzione della tortura e delle peneo trattamenti inumani o degradanti ed allaConvenzione delle Nazioni Unite sulla tortura.Questa precisazione è opportuna anche allaluce di alcune perplessità avanzate dalCommissario per i diritti umani Consigliod'Europa attraverso una lettera inviata, tragli altri, alla Presidente della Camera e allaPresidente della Commissione Giustizia.Le perplessità riguardano i seguenti punti: a) alcontrario della Convenzione ONU, la propostadi legge prevederebbe che debbano concorrere"più condotte" di violenza o minacce gravi,ovvero crudeltà; b) la tortura si configurerebbein presenza di trattamenti inumani che sianoanche degradanti, mentre la Convenzione ONUprevede disgiuntamente le due qualificazionidel trattamento; c) la tortura psicologica sarebbelimitata ai casi in cui il trauma psicologico siaverificabile; d) la proposta di legge adotterebbe

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Atti Parlamentari — 71 — Camera dei DeputatiXVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DI LUNEDÌ 26 GIUGNO 2017 — N. 820

una definizione ampia di tortura, tale daricomprendere anche i comportamenti di privaticittadini, a cui fa seguito il monito di nonindebolire la tutela contro le torture inflitte daipubblici ufficiali; e) la prescrittibilità del reatodi tortura.In realtà, si tratta di preoccupazioni chepossono essere superate attraverso una correttainterpretazione delle norme introdotte, senza lanecessità di modificare il testo.Per quanto attiene alla previsione di unanecessaria pluralità di condotte, si rileva che inrealtà ci si trova innanzi a un reato a condottaplurima. Esso, infatti, può essere commessoattraverso diverse condotte tra loro alternative,come risulta chiaramente dall’utilizzo dallacongiunzione disgiuntiva “ovvero” proprionelle due parti della formulazione descrittivadella condotta stessa.L’uso plurale dei termini “violenza” e“minaccia” e l’uso singolare del termine“crudeltà” descrivono solo una parte dellecondotte costitutive del reato. La disposizionedeve essere letta nel senso che il reato sussiste,quando di fronte ad atti di “violenze” o“minacce gravi” o “crudeltà”, le condotte sianoplurime, oppure, anche nel caso di un soloatto di violenza, minaccia grave o crudeltàquando esso comporti un “trattamento inumanoe degradante per la dignità umana”.Considerato che si precisa che il fattodeve essere commesso mediante più condotte“ovvero” deve comportare un trattamentoinumano e degradante per la dignità umana,è da ritenere che la seconda alternativa siriferisca proprio al caso in cui la condottasia unica, in quanto altrimenti sarebbe statoinutile prevedere una ipotesi alternativa rispettoa quella della pluralità delle condotte.Del resto appare davvero un caso di scuolaipotizzare una tortura che nella storia si siaconfigurata e realizzata attraverso un solo attodi violenza o di una sola minaccia, ancorchégrave.In merito alla questione della previsionecongiunta anziché alternativa dellecaratteristiche di inumanità e degradazione

della dignità umana, per quanto attiene iltrattamento derivante dalla tortura si ritieneche si tratti di un falso problema, benchéla Convenzione unisca tali caratteristicheattraverso una congiunzione disgiuntiva (“o”).A ben vedere ci troviamo infatti di frontead un concetto unitario, ad una endiadi, nonsussistendo un trattamento inumano che allostesso tempo non sia anche degradante per ladignità umana e viceversa.Il fatto che la tortura psicologica sia limitata aicasi in cui il trauma psicologico sia verificabilenon rappresenta in alcun modo una limitazionedell’ambito applicativo del reato di tortura,trattandosi di una precisazione che non èaltro che applicazione del principio generalesecondo cui gli elementi costitutivi di un reatoin sede processuale devono essere ancorati aelementi riscontrabili (testimonialmente, conperizie o in altro modo) e non invece riferirsia dichiarazioni di principio o a impalpabilivalutazioni soggettive. Per tale ragione sipotrebbe addirittura considerare superflua laprecisazione che il trauma psicologico debbaessere verificabile: è ovvio infatti che iltrauma deve trovare un riscontro processuale,diversamente non sarebbe provato e quindi ilreato non sussisterebbe.La previsione di un reato base comune e di unafattispecie punita più gravemente nel caso incui il fatto sia stato commesso da un pubblicoufficiale o da un incaricato di pubblico servizionon può essere considerata in alcun modoin contrasto con la Convenzione ONU checostruisce il reato di tortura come reato proprio.La proposta di legge, che recepisce la filosofiadello Statuto della Corte Penale Internazionale,dove la tortura viene configurata come reatocomune caratterizzato da dolo generico, nonsi limita a prevedere un mero aumento dipena proporzionato alla pena base, ma, proprioin considerazione della plurioffensività dellacondotta del pubblico ufficiale, prevede unapena specificatamente individuata (da cinque adodici anni) e di portata più grave, in conformitàalle previsioni convenzionali. Inoltre, il reatocosì configurato (reato comune) consente di

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punire anche la tortura anche se commessa nonda pubblici ufficiali ovvero là dove trae ragionee forza in posizioni di predominio che magaritrovano causa in pregresse condotte illecite(l’ex pubblico ufficiale).Riguardo alla mancata previsionedell’imprescrittibilità del reato di tortura, sisegnala che la proposta di legge scongiuradecisamente il rischio che reati di tortura sipossano prescrivere (anche nei casi in cuiconseguano solo lesioni e non la morte); infattiè appena il caso di evidenziare che la penamassima è stabilita in dodici anni di reclusionese il fatto è compiuto da un pubblico ufficiale,ulteriormente aumentata di un terzo o dellametà se dal fatto derivano lesioni gravi ogravissime, con conseguenti effetti sul terminedi prescrizione che va da un minimo di quindicianni ad un massimo - senza sospensione - di ventidue anni e mezzo. Nel caso in cuiil colpevole cagiona volontariamente la mortedella vittima, il reato, punito con la penadell’ergastolo, è comunque imprescrittibile.Si deve poi tenere presente che la recentelegge sul processo penale, approvata il 14giugno scorso, ha ulteriormente aumentato iltermine ordinario di prescrizione, prevedendoche, se interviene la condanna, si verifica lasospensione del decorso della prescrizione perun periodo di un anno e sei mesi, dedicato alprocesso di appello, e di un ulteriore periododi un anno e sei mesi, dedicato al processo dicassazione.Nel parere favorevole espresso dallaCommissione Affari costituzionali sono statiespressi alcuni rilievi sulla formulazione dellafattispecie del reato di tortura.In particolare, rispetto a tale formulazioneè stata apposta una condizione e quattroosservazioni (le altre tre osservazioniriguardano altre parti del testo che sarannoesaminate successivamente), che possonoessere superate senza modificare il testo.La condizione riguarda la necessità di valutarese la previsione della pena fissa di 30anni di reclusione, stabilita per la circostanzaaggravante, derivante dall'avere provocato

come conseguenza non voluta la mortedella persona offesa, sia coerente con lagiurisprudenza in tema di pene fisse e siaragionevolmente «proporzionata», per la naturadell'illecito sanzionato e per la misura dellasanzione prevista, rispetto all'intera gammadi comportamenti riconducibili allo specificoreato di tortura, e ciò tenendo conto dellasanzione base – reclusione da quattro a diecianni – stabilita per il medesimo reato.A tale proposito si ricorda che la previsionedi una pena fissa da parte della legge non èuna novità per l’ordinamento. L’articolo 630,secondo comma, del codice penale prevedela reclusione di trenta anni nel caso che dalsequestro derivi come conseguenza non volutala morte della persona sequestrata. Anche inquesta ipotesi ci troviamo innanzi alla mortedella vittima, causata da una condotta cheha un’altra finalità rispetto alla morte stessa.La circostanza che la Corte costituzionalenon abbia censurato la costituzionalità delsecondo comma dell’articolo 630 del codicepenale non costituisce una contraddizionerispetto alla giurisprudenza costituzionalerichiamata nel parere della Commissione Affaricostituzionali, in quanto questa giurisprudenzanon considera in re ipsa incostituzionalela previsione legislativa di una pena fissa,ma prospetta il rischio che la pena possaessere irragionevole ed in contrasto con ilprincipio della responsabilità penale personale.In particolare, come evidenziato nel richiamatoparere, la Corte costituzionale ha affermatonella sentenza n. 50 del 1980 che «in linea diprincipio, previsioni sanzionatorie rigide nonappaiono pertanto in armonia con il “voltocostituzionale” del sistema penale» e che«il dubbio d'illegittimità costituzionale potràessere, caso per caso, superato a condizioneche, per la natura dell'illecito sanzionato eper la misura della sanzione prevista, questaultima appaia ragionevolmente “proporzionata”rispetto all'intera gamma di comportamentiriconducibili allo specifico tipo di reato». LaCorte ha infatti precisato che «l'uguaglianzadi fronte alla pena viene a significare, in

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definitiva, “proporzione” della pena rispettoalle “personali” responsabilità ed alle esigenzedi risposta che ne conseguano, svolgendo unafunzione che è essenzialmente di giustizia eanche di tutela delle posizioni individuali e dilimite della potestà punitiva statuale. In questitermini, sussiste di regola l'esigenza di unaarticolazione legale del sistema sanzionatorio,che renda possibile tale adeguamentoindividualizzato, “proporzionale”, delle peneinflitte con le sentenze di condanna. Di taleesigenza, appropriati ambiti e criteri per ladiscrezionalità del giudice costituiscono lostrumento normale».Nel caso che interessa, occorre quindi verificarese siano soddisfatte le condizioni richieste dallaCorte costituzionale per considerare legittimala previsione di una pena unica. La rispostanon può che essere affermativa, come lo ènel caso simile del sequestro di persona. Lanatura particolarmente e peculiarmente gravedella condotta di tortura e la gravità dell’evento(per quanto non voluto) che ne è derivato(morte) sono tali per il legislatore da giustificareuna pena fissa che corrisponda al massimoche l’ordinamento prevede per la pena dellareclusione (trenta anni). Si ricorda infatti chesi prevede l’ergastolo nel caso in cui la mortesia conseguenza voluta della tortura. Inoltre,una pena più bassa (ad esempio, attraverso laprevisione anche di una pena minima) sarebbecontraddittoria in relazione alla morte comeconseguenza non voluta del sequestro. Pertali ragioni appare opportuno confermare laprevisione della pena fissa della reclusione atrenta anni.La prima osservazione riguarda il requisitodella “gravità” e cioè se esso si riferisca allesole “minacce” oppure anche alle “violenze”e quindi circa l'opportunità di chiarire se lalocuzione «violenze o minacce gravi» consentao meno di riferire la gravità anche alle violenze.La formulazione sembra essere chiara nelsenso che il requisito della gravità debbariferirsi alle sole minacce. Del resto un atto diviolenza è grave a prescindere e quindi una suagraduazione in termini di gravità apparirebbe

davvero complessa soprattutto con riferimentoalla nozione di tortura risultante dai diversi attiinternazionali sopra richiamati.La seconda osservazione si riferisceall'opportunità di sopprimere la parola«verificabile», riferita al trauma psicologico,trattandosi di una previsione superflua. Sulpunto mi sono soffermato in relazione ai rilievidel Commissario Europeo per i diritti umani delConsiglio d'Europa. A tale punto pertanto faccioriferimento e rinvio.La terza osservazione è del medesimo tenoredel rilievo del Commissario per i diritti umaniConsiglio d'Europa in merito alla coesistenzadei requisiti di inumanità e di degrado delladignità umana in relazione al tipo di trattamentonel quale può consistere la tortura. Anche inrelazione a questo punto si rinvia a quanto sopragià precisato ed osservato.La quarta osservazione si riferisceall'opportunità di uniformare le locuzioniutilizzate nel far riferimento agli effetti dellacondotta criminale, laddove si utilizza unalocuzione diversa (“sofferenze”) da quellaprevista nell’articolo 1, capoverso articolo613-bis, primo comma (“sofferenze fisichee un trauma psichico”). Per quanto sarebbestata auspicabile una piena corrispondenzatra il primo ed il terzo comma dell’articolo613-bis, anche in questo caso non appareopportuno modificare il testo poiché unacorretta interpretazione (l’interpretazione deveessere costituzionalmente orientata fin quantola lettera della disposizione lo consente)raggiunge il medesimo ed auspicato obiettivo.Inoltre, si deve tener conto che il terzocomma non fa altro che esplicitare un principiogenerale dell’ordinamento, che avrebbe trovatoapplicazione anche in assenza del terzo commastesso.Tornando all’articolato, l'articolo 1 aggiunge,poi, al codice penale l'articolo 613-ter concui si punisce il reato proprio consistentenell'istigazione a commettere tortura commessadal pubblico ufficiale o dall'incaricato dipubblico servizio, sempre nei confronti di altropubblico ufficiale o incaricato di pubblico

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servizio. In base all'articolo 414 c.p. chiunquepubblicamente istiga a commettere uno o piùreati è punito, per il solo fatto dell'istigazione:con la reclusione da uno a cinque anni, setrattasi di istigazione a commettere delitti; conla reclusione fino a un anno, ovvero con lamulta fino a euro 206, se trattasi di istigazionea commettere contravvenzioni (primo comma).Se si tratta di istigazione a commettere unoo più delitti e una o più contravvenzioni, siapplica la pena da uno a cinque anni (secondocomma). Alla medesima pena soggiace anchechi pubblicamente fa l'apologia di uno o piùdelitti. Le pene sono aumentate se il fatto ècommesso attraverso strumenti informatici otelematici (terzo comma). Fuori dei casi dicui all'articolo 302, se l'istigazione o l'apologiadi cui ai commi precedenti riguarda delitti diterrorismo o crimini contro l'umanità la penaè aumentata della metà. La pena è aumentatafino a due terzi se il fatto è commessoattraverso strumenti informatici o telematici(quarto comma).La nuova fattispecie introdotta dall'articolo 613-ter non è connotata dalla pubblicità dellacondotta.Rispetto al testo-Camera è stato introdottoil riferimento alle modalità concretamenteidonee proprie della istigazione alla tortura; èsoppressa la clausola di specialità del reato dicui all'articolo 613-ter rispetto all'istigazione adelinquere di cui all'articolo 414 c.p. ("fuori deicasi previsti dall'articolo 414”); è stata ridottal'entità della sanzione (ora da sei mesi a tre anni,nel testo della Camera era da uno a sei anni).L'istigazione sarà punibile sia nel caso incui non sia accolta sia nel caso in cui siaaccolta ma ad essa non segua alcun reato.Va, inoltre, segnalato che la rilevanza penalequi conferita all'istigazione pare derivare dalfatto che non si è in presenza di istigazionealla commissione di un generico reato bensìa commettere reato di tortura, che avvienein genere in un contesto caratterizzato dallapresenza di due (o più) pubblici ufficiali oincaricati di pubblico servizio.In relazione alla fattispecie di istigazione, la

Commissione Affari costituzionali ha chiestodi chiarire a cosa sia riferito il requisito dellaconcreta idoneità della istigazione alla torturae di valutare, a seguito della soppressionedella sopra richiamata clausola di specialitàdel reato, il rapporto tra il nuovo articolo613-ter e l’articolo 414 del codice penale, ilquale prevede una sanzione più severa (dauno a cinque anni), oltre che una fattispecieaggravante per l'utilizzazione di strumentiinformatici o telematici. A tale proposito siprecisa che la diversa gravità dei due reatidipende dalla circostanza che l’istigazione dicui all’articolo 414 è pubblica a differenzadi quella punita dall’articolo 613-ter. Proprioper la mancanza del requisito della pubblicitàè apparso opportuno rafforzare i requisitidella condotta istigativa dell’articolo 613-ter,prevedendo la concreta idoneità della condotta.Dal diverso ambito applicativo delle duecondotte di istigazione (solo per l’articolo414 deve esservi il requisito della pubblicità)deriva come conseguenza la soppressione dellaclausola “Fuori dai casi previsti dall’articolo414”).Una ulteriore osservazione della CommissioneAffari costituzionali richiama l’opportunità divalutare il rapporto tra la nuova disciplinae quella sul concorso materiale di reati odel concorso formale di norme, soprattuttoin relazione alle conseguenze sull'entità dellasanzione, considerando in particolare se equando il delitto di tortura possa concorrere conquelli, ad essa connessi, già previsti dal codice(quali ad esempio percosse, minacce, lesioni,violenza privata, ecc.). Pur comprendendo lepreoccupazioni sottese a tale condizioni, nonsi può non rilevare che spetterà al giudiceverificare nel caso concreto quali siano lefattispecie penali da applicare, tenendo contodella condotta e dell’offensività del fatto.L'articolo 2 - identico al testo-Camera - ènorma procedurale che novella l'articolo 191del codice di procedura penale, aggiungendoviun comma 2-bis che introduce il principiodell'inutilizzabilità, nel processo penale, delledichiarazioni eventualmente ottenute per effetto

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di tortura. La norma fa eccezione a tale principiosolo nel caso in cui tali dichiarazioni venganoutilizzate contro l'autore del fatto e solo al finedi provarne la responsabilità penale.Il Senato ha soppresso la disposizione del testotrasmesso dalla Camera (già articolo 3) dimodifica dell'articolo 157 del codice penale cheinseriva anche il delitto di tortura fra i reati per iquali sono raddoppiati i termini di prescrizione.L'articolo 3 coordina con l'introduzionedel resto di tortura l'articolo 19 del TUimmigrazione (decreto legislativo n. 286 del1998), cui è aggiunto un comma 1-bis che vietale espulsioni, i respingimenti e le estradizioniogni volta sussistano fondati motivi di ritenereche, nei Paesi nei confronti dei quali questemisure amministrative dovrebbero produrre iloro effetti, la persona rischi di essere sottopostaa tortura. La disposizione – sostanzialmenteaderente al contenuto dell'articolo 3 dellaConvenzione - precisa che tale valutazionetiene conto se nel Paese in questione vi sianoviolazioni "sistematiche e gravi" dei dirittiumani.Diversamente, il testo-Camera integrava colriferimento alla tortura il contenuto del comma1 dello stesso articolo 19 TU che, attualmente,prevede il divieto di espulsione e respingimento(manca il riferimento all'estradizione) ogniqualvolta, nei Paesi di provenienza deglistranieri, essi avrebbero potuto essere oggettodi persecuzione per motivi di razza, di sesso, dilingua, di cittadinanza, di religione, di opinionipolitiche, di condizioni personali o sociali.Il comma 1 era integrato dal riferimento alpericolo di tortura della persona oggetto dellamisura ovvero al rischio di rinvio verso unaltro Stato nel quale non sarebbe protettodalla persecuzione o dalla tortura ovvero daviolazioni sistematiche e gravi dei diritti umani.L'articolo 4 - i cui contenuti sono statiparzialmente riformulati durante l'esame alSenato - esclude il riconoscimento di ogni"forma di immunità" per gli stranieri che sianoindagati o siano stati condannati per il delittodi tortura in altro Stato o da un tribunaleinternazionale (comma 1). Il testo trasmesso

al Senato riguardava, negli stessi casi, la solaimmunità dalla giurisdizione e faceva espressoriferimento al rispetto del diritto internazionale.Il comma 2 dell'articolo 4, non modificato dalSenato, prevede l'obbligo di estradizione versolo Stato richiedente dello straniero indagatoo condannato per il reato di tortura; nelcaso di procedimento davanti ad un tribunaleinternazionale, lo straniero è estradato versoil Paese individuato in base alla normativainternazionale.La Commissione Affari costituzionali hachiesto infine di esplicitare che le disposizioniin tema di esclusione dall’immunità e diestradizione nei casi di tortura, ivi contenute,siano in ogni caso applicabili nel rispettodel diritto internazionale. In particolare, laCommissione Affari costituzionali ha presoatto che la disposizione richiamata esclude ilriconoscimento di ogni "forma di immunità"per gli stranieri che siano indagati o sianostati condannati per il delitto di tortura in altroStato o da un tribunale internazionale senza piùfare espresso riferimento al rispetto del dirittointernazionale, come invece era fatto nel testodella Camera. Anche in questo caso non appareopportuno modificare il testo, considerato chela preoccupazione della Commissione Affaricostituzionali è risolta dai principi generali e,in particolare, da quanto previsto dagli artt.10, primo comma, e 117, primo comma, dellaCostituzione in relazione alle norme di dirittointernazionale generalmente riconosciute e agliobblighi internazionali. L’articolo 4, pertanto,non può essere interpretato in contrasto con ildiritto internazionale, per quanto esso non siaespressamente richiamato.Gli articoli 5 e 6 della proposta di leggecontengono, rispettivamente, la disposizione diinvarianza finanziaria e quella sull'entrata invigore della legge il giorno stesso della suapubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.Da troppo tempo si attende che il Parlamentointroduca il reato di tortura, questo testorisponde con efficacia e coerenza alleaspettative esistenti. Ulteriori ritardi o nuoviripensamenti sarebbero difficilmente compresi

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dal Paese e dalla Comunità Internazionale.

IL CONSIGLIERE CAPODEL SERVIZIO RESOCONTI

ESTENSORE DEL PROCESSO VERBALE

Dott. Renzo Dickmann

Licenziato per la stampa alle 20,05.

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Stabilimenti TipograficiCarlo Colombo S. p. A.

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