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RIPARTIZIONE FAUNISTICO VENATORIA ED AMBIENTALE U.O. 61 MESSINA ASSOCIAZIONE GEA Studio sulla Popolazione di Lepre italica (Lepus corsicanus De Winton, 1898) nel Territorio della Provincia di Messina A cura di : Rosetta Bruno, Karin Scarfì, Carmelo Briante, Piero Tomasello, Domenico Cannizzaro, Tiziana Florio, Claudia Cefali, Francesca Cefali.

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RIPARTIZIONE FAUNISTICO VENATORIA ED AMBIENTALE U.O. 61 MESSINA

ASSOCIAZIONE GEA

Studio sulla Popolazione di Lepre italica

(Lepus corsicanus De Winton, 1898)

nel Territorio della Provincia di Messina

A cura di : Rosetta Bruno, Karin Scarfì, Carmelo Briante, Piero Tomasello, Domenico Cannizzaro, Tiziana Florio, Claudia Cefali, Francesca Cefali.

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Studio sulla popolazione di Lepre italica (Lepus corsicanus De Winton 1898) nel Territorio della Provincia di Messina________________________

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RIPARTIZIONE FAUNISTICO ASSOCIAZIONE GEA VENATORIA ED AMBIENTALE Via II Palazzo, 2 Torre Faro U.O. 61 MESSINA 98164 Messina Via Dogali is. 222 Cell. 3465255010 – 3494613758 Tel. 090/2935201 Fax 090/2982368 www.geamessina.it E-mail: [email protected] E-mail: [email protected] Responsabile: Dott. Carmelo Briante Legale Rappresentante: Dott.ssa Karin Scarfì

Studio sulla Popolazione di Lepre italica

(Lepus corsicanus De Winton, 1898)

nel Territorio della Provincia di Messina

Relazione Conclusiva A cura di :

Rosetta Bruno Domenico Cannizzaro Karin Scarfì Tiziana Florio Carmelo Briante Claudia Cefali Piero Tomasello Francesca Cefali

Messina, Marzo 2009

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RINGRAZIAMENTI

Un ringraziamento particolare alla Regione Siciliana, Assessorato Agricoltura e Foreste,

servizio XI e al Dott. Carmelo Briante, Dirigente Coordinatore Ripartizione Faunistica Venatoria

ed Ambientale di Messina, per il sostegno finanziario alla realizzazione di questo primo progetto

di ricerca sulla Lepre italica, al Dott. Valter Trocchi dell’Istituto Superiore Protezione e Ricerca

Ambientale (ISPRA) per i preziosi consigli ricevuti nel corso di questo lavoro.

Inoltre, desideriamo manifestare la nostra sincera gratitudine per aver offerto la loro piena

disponibilità nel favorire l’attività di ricerca:

• Dott. Gaetano Duca, Assessore Tutela e Valorizzazione Ambientale, Riserve e Caccia,

Ecologia, Igiene Pubblica, Provincia Regionale di Messina.

• L’Amministrazione Comunale di Montalbano Elicona (ME) ed in particolare il Sindaco Dott.

Giuseppe Simone che ci ha riservato una cordiale accoglienza.

• Dott. Francesco Riga (ISPRA).

• Prof. Mario Lo Valvo (Università di Palermo).

• Dott. Egidio Mallia (Parco Regionale di Gallipoli Cognato).

• Dott. Calogero Pistone (Responsabile Osservatorio Faunistico Siciliano).

• Responsabili delle Ripartizioni Faunistiche Venatorie ed Ambientali della Sicilia.

• Dott. Giovanni Cavallaro (Uff. Prov. Azienda FF.DD.).

• Arch. Vincenzo Gitto e Dott.ssa Maria Letizia Molino (Riserve Naturali Provincia di Messina).

• Geom. Antonino Rappazzo, Responsabile Società Multiservizi Prov. di Messina.

• Polizia Provinciale di Messina.

• Associazioni Venatorie della Provincia di Messina.

Al prezioso contributo di anonimi collaboratori (cacciatori, polizia provinciale, agenti di vigilanza

ecc.) che continuano a contribuire alla raccolta di nuovi dati ed informazioni sulla presenza della

specie nel nostro territorio.

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Studio sulla popolazione di Lepre italica (Lepus corsicanus De Winton 1898) nel Territorio della Provincia di Messina________________________

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INDICE

INTRODUZIONE ……………………………………………………………pag. 5 PARTE PRIMA LEPRE ITALICA Lepus corsicanus …………………………………………………....” 7

GENERALITÀ …………………………………………………………………... ” 8

SISTEMATICA ………………………………………………………………….. ” 8

MORFOLOGIA …………………………………………………………………. .” 8

ETOLOGIA ED ECOLOGIA ………………………………………………………. ” 11

ALLEVAMENTO ………………………………………………………………... ” 12

PRELIEVO VENATORIO ………………………………………………………… ” 12

PROSPETTIVE DELLA RICERCA ………………………………………………… ” 13

ATTIVITÀ DI INFORMAZIONE ………………………………………………….. ” 13

GALLERIA DI IMMAGINI GIORNATA DI STUDIO SULLA LEPRE ITALICA………… ” 16

PARTE SECONDA LA RICERCA AREA DI STUDIO ………………………………………………………………. ” 22

FASI DEL PERCORSO LAVORATIVO ……………………………………………..” 23

METODOLOGIA ……………………………………………………………… ” 23

RAPPRESENTAZIONE DEI PERCORSI CENSITI…………………………………… ” 27

RISULTATI ……………………………………………………………………..” 38

DISCUSSIONE …………………………………………………………………. ” 47

CONCLUSIONI ………………………………………………………………….” 48

BIBLIOGRAFIA …………………………………………………………………” 49

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Introduzione

La Lepre italica, specie perfettamente adatta alla vita in

ambienti di tipo mediterraneo è una delle componenti più

caratteristiche della Fauna siciliana abbastanza diffusa in quasi

tutto il territorio siciliano (Trocchi e Riga 2001; Lo Valvo 2007).

Tuttavia, a dispetto del suo interesse scientifico, la specie risulta

essere anche tra le meno studiate e più in generale conosciute.

La Regione siciliana, Assessorato Agricoltura e Foreste,

ha ritenuto opportuno attivare nel 2008 un’indagine conoscitiva Foto di F. Ronchi (ISPRA)

per accertare la consistenza e la distribuzione di Lepre italica (Lepus corsicanus De Winton,

1898), consentendo una prima, generale caratterizzazione della popolazione, indispensabile per

una razionale gestione e conservazione di questa specie.

La relazione, fa riferimento ai risultati dello studio condotto nell’area della provincia di

Messina, dalla Ripartizione Faunistico Venatoria ed Ambientale di Messina in collaborazione con

l’Associazione “GEA” (ex Zoe) che si è occupata del coordinamento scientifico, della

progettazione e della divulgazione dell’iniziativa.

Lo studio, svolto in perfetta sintonia e sinergia, ha creato un percorso di approfondimento

scientifico nonché di sensibilizzazione ed informazione, fondamentale sia per coloro i quali a

diverso titolo operano nell’ambito della conservazione della Natura, sia per i cacciatori, attenti e

consapevoli “gestori” della Fauna e del suo spazio naturale.

Finalità

Lo studio è stato particolarmente utile per: • definire la consistenza e la distribuzione della specie nell’area di studio; • acquisire informazioni sulle preferenze ambientali della Lepre italica; • operare delle stime sulla densità delle popolazioni presenti; • raccogliere parametri utili per lo studio della biologia; • svolgere attività di informazione e sensibilizzazione sulla specie;

• fornire indicazioni utili per la conservazione e gestione delle popolazioni in provincia di

Messina.

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LEPRE ITALICA Lepus corsicanus (De Winton, 1898)

Con il “Piano d’azione nazionale per la Lepre italica”

redatto da Trocchi e Riga nel 2001 (Istituto Nazionale per la Fauna

Selvatica, ora Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale

ISPRA), é stata evidenziato il rango di buona specie della Lepre

italica (Lepus corsicanus) rispetto alla comune Lepre europea

(Lepus europaeus).

Rimasta praticamente sconosciuta per oltre un secolo, la Lepre

italica ha rivelato solo di recente la vera identità tassonomica grazie

alle moderne tecniche di analisi morfologiche e genetiche, che

hanno escluso si trattasse di una sottospecie della Lepre europea ben distinta geneticamente da tutte le

altre specie di lepri che vivono in Italia.

Le indagini, ne segnalano la presenza con popolazioni molto rarefatte

che convivono in qualche modo con la Lepre comune, nell’Italia centro-

meridionale (Calabria, Campania, Lazio, Toscana, Abruzzo, Molise e

Puglia-Gargano) dove é in effetti minacciata di estinzione e quindi protetta

e soggetta a misure di tutela. Nel territorio siciliano la specie é oggetto di

prelievo venatorio, le popolazioni sembrano essere più consistenti ed é

l’unica specie di lepre presente, nonostante siano stati effettuati in passato immissioni con la Lepre

comune, la cui sopravvivenza è stata compromessa a causa della mancanza di adattamento al

nostro ambiente mediterraneo (Lo Valvo et al.,1997; Trocchi e Riga, 2005).

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GENERALITA’

Sistematica - Classe: Mammiferi

- Ordine: Lagomorfi

- Famiglia: Leporidi

- Genere: Lepus (Linneo, 1758)

- Specie: Lepus corsicanus (De Winton, 1898)

L’Ordine dei Lagomorfi rappresenta un gruppo di Mammiferi che hanno conservato diversi

caratteri primitivi e la loro origine molto antica.

Si tratta di animali di dimensioni medie, con testa piccola, occhi ed orecchie grandi, denti

incisivi molto sviluppati e ricurvi, a crescita continua, zampe posteriori assai sviluppate atte alla

corsa ed al salto. Intestino cieco molto sviluppato ed un utero doppio.

In Italia sono presenti quattro specie di lepri: Lepre comune o europea (Lepus europaeus),

Lepre italica (L.corsicanus), Lepre variabile (L. timidus) e la Lepre sarda (L.“capensis”

mediterraneus), quest’ultima introdotta in epoca antichissima dal Nord Africa.

Morfologia

L’aspetto generale della Lepre italica è molto simile alla Lepre europea, dalla quale si

distingue per la statura più piccola e le forme più slanciate, raggiungendo negli individui adulti, un

peso medio inferiore di circa 800 gr. Nella seguente tabella sono presentate le misure biometriche

delle due specie (Riga et al. 2001; Lo Valvo et al. 1977).

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Le differenze morfologiche tra le due specie sono dovute principalmente a sfumature del

colore della pelliccia.

Confronto tra le due specie:

Lepre europea a sinistra, Lepre italica a destra. (Foto di V. Trocchi – ISPRA).

Misure

Lepre italica

Lepre europea

Lunghezza (cm)

(Penisola e Sicilia) min - max

(Sicilia) min - max

min - max

Testa – corpo

44 - 54 ___ 40 - 70

Orecchio

9 - 10 10 - 11 8 - 14

Coda

7 - 10 ___ 7 - 11

Piede posteriore

11 - 13 12 - 13 9 - 15

Peso Kg

1,85 – 3,8

2,4 – 2,8

2,5 – 6,5

Lepre italica Separazione netta tra la colorazione bianca del ventre e la colorazione dei fianchi.

Lepre europea Fascia di transizione sfumata tra la colorazione bianca del ventre e la colorazione dei fianchi.

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Lepre europea a sinistra, Lepre italica a destra. (Foto di V. Trocchi – ISPRA).

Lepre italica a sinistra, Lepre europea a destra. (Foto di V. Trocchi – ISPRA).

Lepre italica Nuca e parte dorsale del collo di colorazione grigio-nerastra (in Sicilia la colorazione é più tenue).

Lepre europea Colorazione bruno-rossiccia della nuca e della parte dorsale del collo (ad eccezione dei giovani).

Lepre italica Coscia e groppone di colore bruno-ocra-rossiccia.

Lepre europea Colorazione della coscia e del groppone bruno-grigiastra.

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Etologia ed Ecologia

La specie ha un comportamento solitario e sedentario, frequenta spazi vitali ristretti ed è

attiva in prevalenza al tramonto e nelle ore notturne, mentre di giorno, trova riparo in covi nascosti

tra la vegetazione. Se viene scoperta, si mantiene nascosta il più possibile.

Nonostante mostri grande capacità di adattamento

agli aienti di macchia mediterranea, preferendo per lo più

quelli di transizione tra le aree boschive e quelle agricole,

è possibile rinvenirla sia a livello del mare che ad

altitudini alto montane (es. Etna).

Il regime alimentare è assolutamente erbivoro e

comprende prevalentemente graminaceae e leguminose.

I risultati di un primo studio effettuato sulla conoscenza Foto di F.Ronchi (ISPRA)

delle abitudini alimentari con tecnica micrografica su pellets fecali, in cinque aree campione del

Parco Regionale dell'Etna (De Battisti et al. 2004) hanno dimostrato una buona capacità di

adattamento alimentare rispetto alle condizioni climatiche estreme che caratterizzano l’ambiente

etneo a quote comprese tra 1.650 e 2.100 m s.l.m.

Analogamente alle congeneri, anche la Lepre italica ha un intestino cieco molto sviluppato,

che consente di trattenere una quantità di cibo nettamente superiore a quella contenuta nello

stomaco. Come nelle altre lepri anche nella Lepre italica, si verifica la ciecotrofia, che consiste

nella reingestione di un particolare tipo di feci prodotte durante le ore di riposo diurno; questo

consente una più completa assimilazione delle proteine, dei sali minerali e delle vitamine

contenute nelle parti verdi delle piante consumate.

In Sicilia la specie é predata principalmente dalla Volpe, ma anche altre specie non la

disdegnano, tra cui l’Aquila reale, il Gatto selvatico ecc.

Nonostante siano limitate le conoscenze sulla biologia riproduttiva della specie, sembra

avere una minore capacità riproduttiva rispetto alla Lepre europea, molto simile a quella della

Lepre sarda, che é estesa tutto l’anno, con un picco principale nella stagione primaverile ed un

minimo ancora in quella estiva ed autunnale (De Marinis et al., 2007).

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Allevamento

Ad oggi, non si hanno esperienze consolidate riguardo l’allevamento della specie. In Sicilia

un piccolissimo nucleo di lepri italiche allevate inizialmente dal compianto Prof. Cefali,

dell’Università degli Studi di Messina (e in seguito dalla moglie, la Dott.ssa Scuderi), si è

riprodotta con successo in cattività, consentendo la produzione di una trentina di esemplari

nell’arco di due anni (Trocchi e Riga, 2007). Sono in corso altre esperienze con primi risultati

positivi (Trocchi, com.pers.).

Prelievo venatorio

In Sicilia la specie è cacciabile in un periodo compreso tra il 15 ottobre ed il 30 novembre. Il

numero di capi concesso per cacciatore è di una lepre per giornata di caccia, con un tetto massimo

annuale di due capi.

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Prospettive della Ricerca

Il settore faunistico vede oggi nuove e accresciute sensibilità presenti a

diversi livelli, dagli operatori diretti, ai fruitori del settore (mondo venatorio,

turismo naturalistico, ecc.), dagli Enti Locali ai Governi regionali, al Governo

nazionale, al mondo della ricerca, ai cittadini nei quali c’è un crescente interesse

nei confronti della natura e, consapevoli, che per gestire in modo ottimale le

risorse ambientali si presuppone una chiara conoscenza delle caratteristiche del patrimonio da

curare, abbiamo voluto affiancare all’attività di ricerca anche un’attività di informazione,

sensibilizzazione e di divulgazione.

Attività di Informazione

Motivati per l’elevato valore che riveste la Lepre italica nel nostro Paese e specie tra le più

rappresentative del patrimonio faunistico siciliano, essa é stata oggetto di apposite iniziative che si

sono concretizzate attraverso la realizzazione e la distribuzione di appositi depliant informativi,

nonché con il coinvolgimento nell’attività di ricerca degli organismi preposti alla vigilanza

venatoria ed infine, dei cacciatori, ai quali è stato richiesto un contributo attraverso il normale

esercizio venatorio.

Depliant informativo sulla specie.

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Depliant informativo sulle modalità di collaborazione alla ricerca di campo.

Ai cacciatori volontari sono state distribuite delle schede (qui appresso rappresentate) per la

segnalazione degli eventuali abbattimenti di Lepre italica, assieme a dei contenitori per il prelievo

di alcuni organi (testa, zampa, interiora, utero) importanti per la prosecuzione dello studio della

biologia della specie.

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Nell’ambito del Progetto, sono stati, inoltre, organizzati due Seminari con lo scopo di

diffondere maggiori conoscenze sulla specie. Il primo, indirizzato ai Presidenti delle varie

Associazioni Venatorie della provincia di Messina, si è

svolto nel mese di agosto 2008 nei locali della

Ripartizione F.V.A. di Messina, il secondo, invece aperto

a tutti, di elevata valenza culturale, si è tenuto il 26

Settembre 2008 nel Castello di Federico II a Montalbano

Elicona (ME).

L’incontro, ha permesso di fare il punto sullo status

della specie e di far conoscere ad un più vasto uditorio

l’attività di ricerca del presente Progetto.

All’iniziativa, rivolta nello specifico, a Funzionari e Tecnici del settore ambientale e del

settore agricolo che operano in Enti pubblici o privati, Parchi regionali, Riserve, Province ed altre

Amministrazioni locali nonché membri di Associazioni di volontariato, Associazioni venatorie,

Cacciatori, ecc., sono intervenuti fra l’altro, i maggiori esperti nazionali: Valter Trocchi e

Francesco Riga dell’Istituto Nazionale della Fauna Selvatica (ora ISPRA) di Ozzano Emilia (BO),

ed il Prof. Mario Lo Valvo dell’Università degli Studi di Palermo.

Entrambe le iniziative hanno permesso di creare un clima assai collaborativo, che ci

auguriamo sarà senz’altro utile per la prosecuzione degli studi sulla Lepre italica fin dai prossimi

anni.

Locandina del Seminario.

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Galleria di immagini relative alla giornata di studio organizzata il 26 Settembre 2008 nel

Comune di Montalbano Elicona, Castello di Federico II, dal titolo:

“Lepre italica una specie ritrovata” I saluti del Sindaco del Comune di

Montalbano Elicona, Dott. Giuseppe Simone, accanto la Dott.ssa Karin Scarfì (Rappresentante Associazione GEA), il Dott. Carmelo Briante (Responsabile Ripartizione FVA di Messina), Il Dott. Gaetano Duca (Assessore Tutela e Valorizzazione Ambientale, Riserve e Caccia, Ecologia, Igiene Pubblica, Provincia Regionale di Messina), l’Arch. Vincenzo Gitto (Dirigente Riserve Naturali Provincia Regionale di Messina).

Intervento del Dott. Francesco Riga (Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale –ISPRA).

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Intervento del Dott. Valter Trocchi (Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale –ISPRA).

Intervento del Prof. Mario Lo Valvo

(Università degli Studi di Palermo).

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Intervento del Dott. Egidio Mallia (Parco Regionale di Gallipoli Cognato)

Intervento del Dott. Calogero Pistone (Responsabile Osserv. Faunistico Siciliano)

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Momenti del Seminario

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Area di studio

Lo studio è stato svolto sia in territori protetti, ricadenti nel Parco dei Nebrodi, sia in zone

sottoposte ad attività venatoria della Provincia di Messina.

Il territorio provinciale si sviluppa su una superficie di ha 324.205 e, escludendo

l’Arcipelago Eoliano, ambiente a parte, si presenta fisicamente suddiviso in due grandi aree le cui

differenze tra i due versanti: Peloritani e Nebrodi, sono molto significative e marcate.

Il versante Peloritano, si estende su una superficie di

circa 133.500 ettari ed è caratterizzato da altipiani non

molto elevati, da creste taglienti con fianchi scoscesi e da

strette vallate solcate da brevi torrenti. Superfici a

vegetazione boschiva si alternano ad affioramenti rocciosi.

Il territorio presenta delle aree ad elevata pendenza, superiore al 20%. I siti interessati dalle

osservazioni su questo versante, ricadono nei Comuni di Francavilla di Sicilia, Motta Calastra ed

Antillo.

Situazione completamente diversa nell’area Nebroidea, che si estende ad ovest dei

Peloritani, su una superficie di circa 178.000 ettari, fino al confine con la provincia di Palermo.

I rilievi, sono qui più elevati, con cime meno aguzze, più

modellate e montagne con fianchi meno acclivi che si

aprono in ampie vallate. L’area del Parco dei Nebrodi,

estesa per circa 86.000 ha di superficie, è ricoperta in gran

parte da formazioni boschive. I territori censiti in questo

settore, appartengono ai Comuni di: Longi, Galati Mamertino, S.Fratello, Cesarò e Pettineo, tutti,

ad eccezione del sito di Pettineo, ricadono nell’area del Parco dei Nebrodi.

Le differenti tipologie ambientali osservate nell’area di studio comprendono: aree a

vegetazione arbustiva (rovi, rosa canina, ginestra, ecc.) formazioni boschive come: faggete,

sugherete, cerrete e leccete, vaste radure con rocce affioranti, prati-pascoli montani e zone

agricole.

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Fasi del percorso lavorativo: Fase iniziale

Organizzazione e pianificazione delle attività previste, individuazione delle migliori

metodologie per la raccolta dei dati e per il monitoraggio della specie oggetto di studio.

Individuazione dei siti idonei per le osservazioni, attraverso ricerca cartografica, visiva e

conoscitiva.

Realizzazione cartografia.

Fase intermedia

Avvio operazioni di campo nelle aree campione.

Campagna di informazione e sensibilizzazione sulla specie

Organizzazione Seminario scientifico Fase conclusiva

Elaborazione dei dati raccolti

Stesura relazione finale della ricerca. Metodologia

La prima parte della ricerca, definibile come “conoscitiva”, ha avuto inizio nel mese di

Gennaio 2008 e si è protratta fino al mese di Aprile 2008. In questa fase, si è provveduto

all’organizzazione ed alla pianificazione delle attività previste nel progetto con prospettive

gestionali ed educative. Quindi, è stato dato avvio ad un’attenta analisi del vasto territorio

provinciale, necessaria per l’individuazione dei tracciati meglio rappresentativi delle varie

tipologie ambientali che caratterizzano la nostra Provincia, non trascurando quelle di tipo

gestionali (parchi, riserve, ecc.).

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I territori d’indagine, sono stati scelti con l’ausilio della cartografia tematica (database

CORINE Land Cover), successivamente si sono realizzati una serie di sopralluoghi diurni, al fine

di accertare gli aspetti morfologici ed ecologici, effettuando i necessari rilevamenti tramite un

G.P.S. palmare.

Questi dati, riportati su carte in formato digitale, hanno prodotto, per ogni percorso, la

relativa cartina tematica. Degli n. 11 transetti individuati inizialmente, il percorso n.3, che si

estende sul sentiero C.da Acqua Fredda - Portella Cavaliere ricadente nel Comune di Antillo, é

stato escluso in quanto non più transitabile.

.

Tab.1 - Elenco delle aree campione individuate nel territorio della provincia di Messina.

Località

Comuni

1) Borgo Morfia - Rocca Lepre Francavilla

2) C.da Mucatere - C.da Montagna Grande Motta Camastra

3) C.da Acqua Fredda – Portella Cavaliere (percorso annullato)

Antillo

4) S.Antonio - Case Ippolito Pettineo

5) Case Mangalaviti - Case Botti Longi

6) Portella Lastra - Portella Quarti Galati Mamertino

7) Casello Cicaldo - Torrente Caprino S.Fratello

8) C.da Volpe - Torrente Gavarino Cesarò

9) C.da Femmina Morta - C.da Biviere Cesarò

10) C.da Camolato - Pizzo Barra Cesarò

11) C.da S.Elia - C.da Acqua Spadafora Cesarò

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25

Il monitoraggio della popolazione è stato eseguito mediante la tecnica del censimento

notturno col faro, sfruttando il periodo durante il quale

l’attività della specie é massima e quindi più facilmente

contattabile. I percorsi sono stati effettuati sempre nella stessa

fascia oraria, ovvero dopo il tramonto ed entro la mezzanotte.

Il gruppo di lavoro coinvolto specificamente nell’attività

di ricerca, è stato composto sia da personale della Ripartizione

F.V.A. di Messina, che da esperti biologi. Sono state effettuate in totale n. 22 uscite,

prevalentemente a bordo di auto fuoristrada, illuminando con continuità il terreno ai lati del

percorso mediante due fari alogeni da 1 milione di candele, utilizzando un binocolo per meglio

identificare gli animali avvistati (discriminazione fra lepre e coniglio).

I differenti tipi ambientali, rappresentativi dell’area di studio, ricavati dal software CORINE

Land Cover, sono stati accorpati in sei categorie, in modo tale da condurre l’analisi su un più

limitato numero di variabili (Tab.2).

Tab. 2 – Categorie ambientali.

Tutte le osservazioni sono state annotate su apposite schede di rilevamento provvedendo

inoltre a georeferenziare i singoli avvistamenti tramite un G.P.S. palmare.

Codice Categoria 1 Territori agricoli 2 Colture permanenti 3 Aree agricole eterogenee 4 Boschi 5 Prati e pascoli naturali 6 Macchia a vegetazione arbustiva

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26

Scheda di rilevamento dati utilizzata.

Anche se questa ricerca si concentra sulla popolazione di Lepre italica, la raccolta dati è

stata effettuata anche su altre due specie di Mammiferi presenti sul territorio ed osservati

regolarmente: la Volpe (Vulpes vulpes) ed il Coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus).

Lo studio, realizzato seguendo canoni ben precisi suggeriti dall’ISPRA, (ex INFS) ha

permesso di acquisire informazioni sulla consistenza numerica delle popolazioni nell’area di

studio, stimata attraverso il calcolo dell’Indice Chilometrico di Abbondanza (IKA) nonché su

alcune caratteristiche eco-etologiche delle tre specie oggetto di studio.

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27

RAPPRESENTAZIONE DEI PERCORSI DI CENSIMENTO (TRANSETTI)

….

8 4 5

6 9

2

7

3 1

11

10

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Transetto n. 1: Borgo Morfia – Rocca Lepre. Scala 1:15.000 Lunghezza : 8631 m

Quota punto inizio: 969 m s.l.m.

Quota punto finale: 1052 m s.l.m.

Vincoli Ambientali: SIC

E’ un percorso nel quale si succedono ambienti

di pascolo (ex coltivi) ed aree parzialmente

boscate con vegetazione arbustiva.

Da segnalare la notevole presenza di ovini e

caprini al pascolo nei mesi di Aprile ed

Ottobre, mandrie di cavalli allo stato semi brado.

Transetto n. 2: C.da Mucatere – C.da Montagna Grande Scala 1:13.500 Lunghezza : 7820 m

Quota punto inizio: 682 m s.l.m.

Quota punto finale: 1210 m s.l.m.

Vincoli Ambientali: NO

Questo percorso, passa fuori dai confini del

Parco Fluviale dell’Alcantara, la parte iniziale è

interessata da sistemi colturali terrazzati a cui

fanno seguito porzioni di prato – pascolo ed aree

parzialmente boschive con cespugli di macchia mediterranea. L’ultimo tratto del percorso è

caratterizzato da aree incolte con rocce esposte.

Nel mese di Maggio sono stati osservati greggi di pecore, mandrie di bovini.

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29

Immagini del Transetto n. 2

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30

Transetto n. 4: S.Antonio – Case Ippolito Scala 1:10.000

Lunghezza : 6260 m

Quota punto inizio: 147 m s.l.m.

Quota punto finale: 464 m s.l.m.

Vincoli Ambientali: NO

Tale transetto si snoda all’interno di aree con

colture permanenti (oliveti), seminativi e

formazioni boschive di latifoglie. Frequenti le

osservazioni di animali al pascolo.

Immagini del Transetto

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31

Transetto n. 5: Case Mangalaviti – Case Botti

Scala 1:15.000 Lunghezza : 5759 m

Quota punto inizio: 1262 m s.l.m.

Quota punto finale: 1392 m s.l.m.

Vincoli Ambientali: ZPS

Da un’area di pascolo si passa a zone parzialmente boscate (cerri e

faggete) fino ad attraversare un bosco più fitto di latifoglie con

sottobosco (agrifoglio, roveto, ecc.).

Immagini del Transetto

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Transetto n. 6: Portella Lastra – Portella Quarti. Scala 1:10.000 Lunghezza : 2571 m

Quota punto inizio: 1197 m s.l.m.

Quota punto finale: 1250 m s.l.m.

Vincoli Ambientali: ZPS

Per quasi tutto il tragitto si osserva un alternarsi

di aree di pascolo ed ambienti ai margini del

bosco, con macchie di ginestra e agrifoglio,

associate a radi alberi di pero selvatico e leccio. Sono presenti nel mese di Luglio mandrie di

bovini e purtroppo gruppi di cani.

Immagini del Transetto

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33

Transetto n. 7: Casello Cicaldo – Torrente Caprino

Scala 1:15.000

Lunghezza : 5100 m

Quota punto inizio: 954 m s.l.m.

Quota punto finale: 680 m s.l.m.

Vincoli Ambientali: ZPS

Aree di radura-pascolo si aprono in mezzo al bosco di latifoglie

lasciando spazio a tratti con rocce affioranti, coperti solo con qualche

cespuglio di biancospino. Nel mese di Settembre è stata accertata la

presenza di cani randagi.

Immagini del Transetto

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Transetto n. 8: C.da Volpe – Torrente Gavarino

Scala 1:10.000

Lunghezza : 2720 m

Quota punto inizio: 1158 m s.l.m.

Quota massima: 1152 m s.l.m.

Vincoli Ambientali: ZPS

Quasi tutto il percorso è caratterizzato da aree di prato pascolo con

cespugli in prevalenza di agrifoglio ed aree parzialmente boscate

(alberi di faggio). Da segnalare nel mese di maggio la notevole

presenza di cani randagi.

Immagini del Transetto

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Transetto n. 9: C.da Femmina Morta- C.da Biviere

Scala 1:20.000

Lunghezza : 8523 m

Quota punto inizio : 1427 m s.l.m.

Quota punto finale: 1297 m s.l.m.

Vincoli Ambientali: ZPS

Si tratta di un’area caratterizzata da una certa

alternanza di ambienti, settori parzialmente boscati

con sottobosco si aprono ad aree più aperte di

pascolo e si succedono a formazioni boschive di

faggio.

Immagini del Transetto

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Transetto n. 10: C.da Camolato – Pizzo Barra Scala 1:20.000

Lunghezza : 8223 m

Quota punto inizio : 1460 m s.l.m.

Quota punto finale: 1260 m s.l.m.

Vincoli Ambientali: ZPS

In questo transetto prevale un bosco misto di faggio e cerro alternato ad aree di boscaglia. Immagini del Transetto

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Transetto n. 11: C.da S.Elia – C.da Acqua Spadafora

Scala 1:10.000

Lunghezza : 3029 m

Quota punto inizio : 1098 m s.l.m.

Quota punto finale: 1330 m s.l.m.

Vincoli Ambientali: ZPS

Il tratto iniziale del transetto, caratterizzato da ambienti

parzialmente boscati, lascia spazio ad ampie aree di pascolo.

Nel mese di Novembre sono stati osservati animali al pascolo

(suini e bovini).

Immagini del Transetto

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Risultati

I censimenti sono stati effettuati in modo continuativo dal 30/04/08 al 26/11/08, lungo n.10

diversi percorsi (transetti) rappresentativi del territorio, coprendo un totale di 103,5 km, di cui 52,8

km esterni al territorio dell’area protetta del Parco dei Nebrodi e 50,7 km all’interno della stessa.

Nel corso delle sessioni di censimento sono stati avvistati complessivamente n. 26 Lepri

italiche, n. 56 Volpi e n. 18 Conigli selvatici.

La seguente tabella n.3 riassume i valori medi dell’ I.K.A. relativo alle specie osservate,

suddivisi per transetto.

Tab. 3 - (In verde sono indicati i transetti che ricadono all’interno dell’area protetta del Parco dei Nebrodi).

I valori medi degli IKA calcolati per la Lepre italica, sono risultati mediamente bassi,

passando da un minimo di 0,18 Lepri/km nel percorso di Morfia – Rocca Lepre, ricadente nel

Comune di Francavilla, ad un massimo di 0,8 Lepri/km per il transetto di Portella Lastra - Portella

Quarti, nel Comune di Galati Mamertino, zona quest’ultima, in area protetta.

Transetton.

Lunghezza (Km percorsi)

N. Lepre i.

IKA Lepre i.

N. Volpe

IKA Volpe

N. Coniglio

IKA Coniglio

1 22,2 4 0,18 25 1,13 6 0,27

2 12 4 0,34 3 0,26 0 0

4 18,6 10 0,54 7 0,38 2 0,32

5 9,4 0 0 1 0,09 0 0

6 5 4 0,8 7 1,4 0 0

7 7,6 2 0,4 4 0,4 8 0,52

8 5,4 2 0,37 7 0,86 1 0,19

9 3,9 0 0 0 0 0 0

10 16,4 0 0 2 0,12 0 0

11 3 0 0 0 0 1 0,33

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In generale, tuttavia, la consistenza della popolazione sembra essere inferiore lungo i

percorsi dislocati all’interno dell’area protetta (transetti n.5-11). Nelle aree aperte alla fruizione

venatoria, la maggiore presenza della specie (IKA medio = 0,54) è stata accertata lungo il transetto

di S.Antonio – Case Ippolito nel Comune di Pettineo.

Per quanto riguarda la Volpe, invece, sono stati osservati globalmente valori elevati degli

indici di abbondanza in entrambe le aree. In particolare, sono stati rilevati nei tragitti interni al

Parco, sia la minore concentrazione di 0,09 individui/km (transetto Case Mangalaviti – Case Botti,

nel Comune di Longi), sia quella maggiore, di 1,4 individui/km (transetto Portella Lastra – Portella

Quarti, nel Comune di Galati Mamertino).

Rispetto al Coniglio, i risultati rivelano che è stato nettamente inferiore l’indice degli

avvistamenti per km di transetto percorso in entrambi i contesti territoriali (Parco e aree di caccia).

Sia il più basso che il più elevato indice di abbondanza della specie sono stati registrati nei

transetti interni all’area protetta.

Dal confronto tra gli andamenti degli IKA, calcolati sulle specie avvistate nei vari percorsi

campione, si evince una riduzione dell’abbondanza della popolazione della Volpe nei percorsi in

cui non sono stati avvistati i Lagomorfi (transetti n. 5 e 10). Questi valori, relativi alla Volpe,

continuano a mantenersi su livelli bassi anche nei transetti n. 2 e n. 4, ove si è registrata una

maggiore presenza di Lepri italiche. Nel transetto n. 7 prevalgono i Conigli, mentre, Lepri e Volpi

presentano analoghi indici di abbondanza. Maggiori concentrazioni di Volpi si sono osservate nei

percorsi n. 8, n. 1 e n. 6, mentre nel transetto n. 11 è stata segnalata la sola presenza del Coniglio.

(Figg.1, a,b,c,d).

0

0, 2

0, 4

0, 6

0, 8

1

1 , 2

1 , 4

1 , 6

9 5 1 0 2 4 7 8 1 6 1 1

Transetti

IKA

Med

io

L ep re

C on iglio

V olp e

Fig. 1a - Confronto IKA Medio delle specie avvistate nei percorsi campione.

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40

0

0, 2

0, 4

0, 6

0, 8

1

1 , 2

1 , 4

1 , 6

9 5 1 0 1 1 1 2 8 7 4 6

Transetti

IKA

Med

io

L ep re

V olp e

Fig. 1b - IKA Medio Lepre e Volpe nei percorsi campione.

0

0,2

0,4

0,6

0,8

1

1 ,2

1 ,4

1 ,6

9 5 1 0 2 6 8 1 4 1 1 7Transetti

IKA

Med

io

C on iglio

V olp e

Fig. 1c - IKA Medio Coniglio e Volpe nei percorsi campione.

0

0,2

0,4

0,6

0,8

1

1 , 2

1 , 4

1 ,6

9 5 1 0 1 1 2 1 8 6 4 7Transetti

IKA

Med

io

L ep re+ C on igl i

V olp e

Fig. 1d - IKA Medio Lepre+Coniglio e Volpe nei percorsi campione.

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Nella tabella n. 4 vengono forniti i dati relativi all’abbondanza globale delle specie osservate

nel corso della ricerca lungo i percorsi campione del territorio provinciale. Per quanto riguarda la

Lepre italica, il tasso medio di incontro è stato di 0,26 individui/km, mentre presenze maggiori si

sono registrate nel caso della Volpe, con 0,52 individui/km. Bassi indici di abbondanza si sono

registrati, invece, nel caso del Coniglio, con un valore di 0,16 individui/km.

Tot. Km percorsi

Specie

N. totale osservazioni

IKA Medio

Dev.St.

Lepre italica 26 0,26 0,28

Volpe 56 0,52 0,5

103,5

Coniglio selvatico 18 0,16 0,19

Aree non protette (Prov.ME)

Tot. Km percorsi

Specie

N. totale osservazioni

IKA Medio

Dev.St.

Lepre italica 18 0,35 0,18

Volpe 35 0,58 0,47

52,8

Coniglio selvatico 8 0,13 0,13

Aree protette (Prov.ME)

Tot. Km percorsi

Specie

N. totale osservazioni

IKA Medio

Dev.St.

Lepre italica 8 0,2 0,3

Volpe 21 0,49 0,61

50,7

Coniglio selvatico 10 0,22 0,38

Tab. 4 - Indici chilometrici di abbondanza nell’area di studio (IKA).

Considerando il totale delle osservazioni di ciascuna specie rilevata nei percorsi campione

del territorio provinciale, si è avuto modo di calcolare anche le percentuali di distribuzione delle

specie medesime all’interno ed all’esterno delle aree protette. Complessivamente si è registrata

una maggiore presenza di individui di Lepre italica (69%) e di Volpe (62%) in zone ricadenti

all’esterno dell’area protetta del Parco dei Nebrodi, mentre il Coniglio (55%) è più presente

all’interno dell’area protetta (Fig.2).

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Studio sulla popolazione di Lepre italica (Lepus corsicanus De Winton 1898) nel Territorio della Provincia di Messina________________________

42

0

2 0

4 0

60

8 0

L ep re ita lica V olp e C on iglio

%

A ree N . P . A ree P .

Fig. 2 - Frequenza delle osservazioni notturne nei diversi ambiti territoriali (N.P. = area non protetta; P = area protetta).

Dalla frequenza delle osservazioni riferite ai mesi del campionamento le maggiori

percentuali di avvistamenti di Lepre italica si sono avute nei mesi di Maggio (46%) e di Giugno

(44%). Per quanto riguarda la Volpe, Aprile è stato il mese in cui si sono registrate le maggiori

presenze (92%), mentre più intensa è stata la presenza del Coniglio (50%) nei mesi di Settembre e

di Novembre (Fig. 3).

0

20

40

60

80

1 00

A p ri le M aggio G iu gno L u glio A gosto S ettem b re O ttob re N ovem b re

%

L ep re

V olp e

C on igl io

Fig. 3 - Percentuali mensili delle specie osservate nel periodo del campionamento.

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Una buona presenza della Volpe ha caratterizzato tutte le stagioni interessate dal

campionamento, mentre in primavera ed in autunno si sono avute le maggiori percentuali di

avvistamento della Lepre italica (31%). Il Coniglio è stato segnalato con valori di circa il 25%, sia

nella stagione estiva, che in quella autunnale (Fig. 4).

0

20

40

60

80

P rim avera E state A u tu nno

%

L ep re

V olp e

C on igl io

Fig. 4 - Stagionalità degli avvistamenti.

La distribuzione delle osservazioni di Lepre italica in base all’altimetria, evidenzia come la

specie sia maggiormente presente alle quote inferiori ai 600 m s.l.m. (Fig. 5).

0 5 10 15 20 25 30 35 40

Freq. %

inf.600 m.

600-800 m.

800-1000 m.

1000-1200 m.

Quote

Fig. 5 - Distribuzione degli avvistamenti di Lepre italica in base all’altimetria.

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Studio sulla popolazione di Lepre italica (Lepus corsicanus De Winton 1898) nel Territorio della Provincia di Messina________________________

44

L’ambiente caratterizzato da prati e pascoli naturali é quello in cui sono stati rilevati le

maggiori frequentazioni per tutte e tre le specie osservate, fanno seguito, quello a macchia a

vegetazione arbustiva, per i due Lagomorfi, e le zone boschive, per la Volpe (Figg. 6, 7, 8).

Lepre italica

1 9 %

8 %

4 6 %

2 7 %

A ree agricole eterogenee Zone b oscate

P rati e p ascol i natu ra li M acch ia a vegetaz ione arb u s tiva

Fig. 6 - Frequenza percentuale degli avvistamenti di Lepre italica in relazione alle tipologie ambientali.

Volpe

7 %

2 0%

6 8 %

5 %

A ree agricole eterogenee Zone b oscate

P rati e p ascoli natu ra l i M acch ia a vegetaz ione arb u s tiva

Fig. 7 - Frequenza percentuale degli avvistamenti di Volpe in relazione alle tipologie ambientali.

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Coniglio selvatico

7 2 %

28 %

P rati e p ascoli natu ra li M acch ia a vegetaz ione arb u stiva

Fig. 8 - Frequenza percentuale degli avvistamenti di Coniglio selvatico in relazione alle tipologie ambientali.

Altri dati interessanti riguardano le variazioni stagionali degli ambienti frequentati dalle

specie nel periodo della ricerca. In primavera, la Lepre italica ed il Coniglio sono stati

maggiormente avvistati in ambienti caratterizzati da macchia a vegetazione arbustiva, mentre la

Volpe in aree di prati e pascoli naturali. Quest’ultimo ambiente, sembra essere quello più

frequentato da tutte e tre le specie nella stagione estiva e dalla Lepre italica e dal Coniglio anche in

autunno (Figg. 9, 10, 11).

Lepre italica

0%

20%

40%

60%

80%

1 00%

P rim avera E state A u tu nno

A ree agricole eterogenee Zone b oscate

P rati e p ascol i natu ra l i M acch ia a vegetaz ione arb u s tiva

Fig. 9 – Frequenza percentuale degli avvistamenti di Lepre italica in base alla stagionalità degli ambienti frequentati.

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46

Volpe

0%

20%

40%

60%

80%

1 00%

P rim avera E s tate A u tu nno

A ree agricole eterogenee Zone b oscate

P rati e p ascol i natu ra li M acch ia a vegetaz ione arb u s tiva

Fig. 10 – Frequenza percentuale degli avvistamenti di Volpe in base alla stagionalità degli ambienti frequentati.

Coniglio selvatico

0%

20%

40%

60%

80%

1 00%

P rim avera E s tate A u tu nno

A ree agricole eterogenee Zone b oscate

P rati e p ascol i natu ra l i M acch ia a vegetaz ione arb u s tiva

Fig. 11 – Frequenza percentuale degli avvistamenti di Coniglio selvatico in base alla stagionalità degli ambienti frequentati.

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Discussione

Dai valori degli I.K.A. calcolati per ogni percorso standardizzato, si può osservare come la

popolazione di Lepre italica sia presente nel territorio provinciale con una certa disomogeneità,

con densità mediamente basse, variabili a seconda del percorso e dell’ambiente. Non

sembrerebbero, in generale, delinearsi condizioni vantaggiose per quanto riguardo la consistenza

della specie nei transetti esaminati all’interno dell’ area del Parco dei Nebrodi, anzi la situazione

mostra migliori risultati nelle aree non protette, con maggiore frequenza degli avvistamenti sia per

la Lepre italica, sia per la Volpe.

Il percorso S.Antonio – Case Ippolito nel Comune di Pettineo è l’area che si è dimostrata

caratterizzata dal maggior numero di presenze di Lepre italica, probabilmente in relazione con

l’eterogeneità ambientale propria di tale transetto, che comprende ampie aree agricole (a colture

anche permanenti) che si alternano a zone boscate e rende questo territorio fra i più idonei alla

presenza della specie.

Confrontando l’andamento degli Indici di abbondanza delle specie considerate per ciascun

transetto, si evidenzia come ad un indice di abbondanza più elevato della Volpe coincide un indice

più basso per la Lepre italica.

In particolare, ciò è stato osservato nei transetti: n. 1 (fuori area protetta) e n. 6 e n. 8

(interni all’area protetta), e inaspettatamente, indici di abbondanza elevati per la Lepre italica

sono stati osservati solo in due percorsi esterni all’area protetta.

Una simile osservazione suggerisce alcune riflessioni, in particolare, per quanto riguardo

un’analisi più approfondita delle condizioni ambientali nei luoghi di indagine (presenza di

discariche, esposizione, umidità, ecc.) e la presenza più o meno equilibrata con i vari predatori,

sopratutto nell’area naturale protetta del Parco dei Nebrodi, dove una consistente presenza di

Volpi (e purtroppo di cani randagi, segnalati durante tutti i censimenti), potrebbero essere un

fattore limitante per il successo riproduttivo della Lepre italica.

Gli ambienti in cui sono state riscontrate le maggiori frequentazioni dei due Lagomorfi

considerati, sono stati quelli caratterizzati da spazi aperti (prati e pascoli), habitat con buona

disponibilità alimentare, alternati a zone con vegetazione arbustiva (luoghi di rifugio), situazioni

ottimali per entrambe le specie.

In primavera ed in autunno si sono avuti i maggiori avvistamenti di Lepre italica, specie che

mostra di prediligere gli ambienti della macchia mediterranea nei mesi primaverili, mentre in

quelli estivi ed autunnali, frequenta maggiormente le aree caratterizzate da prati e pascoli.

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Studio sulla popolazione di Lepre italica (Lepus corsicanus De Winton 1898) nel Territorio della Provincia di Messina________________________

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Conclusioni

L’analisi dei risultati emersi nel corso del presente Progetto di studio ha permesso di

delineare un primo quadro sulla distribuzione e abbondanza relativa della Lepre italica nel

territorio della provincia di Messina (sia all’interno che all’esterno del Parco dei Nebrodi).

Si deve sottolineare che ci troviamo di fronte a “primi risultati” e che quindi, nella logica

di una corretta gestione faunistica, le proposte in tal senso non possono che essere orientate a

sviluppare una continuità della ricerca per approfondire vari aspetti ancora poco noti (biologia,

riproduzione, ecologia, problemi sanitari ecc.) e studiare ulteriori ambiti territoriali siciliani, al fine

di dotare gli stessi Enti competenti per la gestione faunistico-venatoria, delle informazioni e degli

strumenti conoscitivi necessari per ottemperare alle finalità istituzionali di conservazione di questa

specie endemica minacciata.

In particolare, per la conservazione della specie e favorirne l’incremento della consistenza si

suggerisce:

• creazione di un gruppo lavoro qualificato che possa, a livello regionale, coordinare le varie

attività di studio sulla specie;

• conduzione di attività di monitoraggio su una rete di percorsi campione, da effettuarsi con

periodicità, almeno biennale, al fine di fornire dati confrontabili tra loro nel tempo, per conoscere

lo status della popolazione siciliana della specie e acquisire le informazioni indispensabili per la

pianificazione faunistico-venatoria e la regolamentazione del prelievo;

• interventi per la salvaguardia degli habitat idonei al sostentamento della specie, onde evitare nel

tempo il loro degrado;

• interventi di miglioramento dell’habitat;

• realizzazione di una rete coordinata di aree di tutela della specie nel territorio siciliano, per

conservare ed incrementarne le popolazioni nonché per interventi di reintroduzione.

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_____________________Studio sulla popolazione di Lepre italica (Lepus corsicanus De Winton 1898) nel territorio della Provincia di Messina_

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