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EDITORIALE Etica della libertà - Etica della responsabilità 3 Gustavo Raffi Ethics of Freedom - Ethics of Responsibility 10 Gustavo Raffi La fenomenologia della Poiesis 17 Mario Bulletti Lettura ed interpretazioni di una Annunciazione del Beato Angelico 45 Michele Bellin Il testamento biologico come strumento giuridico dell’autonomia del singolo essere umano nello Stato laico 55 Morris L. Ghezzi La commensalità abituale come fattore di ricusazione e astensione nel processo civile, davanti all’affiliazione massonica 73 Luca Irwin Fragale La Medicina Tradizionale Cinese (MTC) e la prevenzione 81 Sergio Perini Dante Alighieri, Poeta ed Iniziato 89 Aristide Pellegrini La presenza esteriore del Massone 93 Fulvio Regazzoni • SEGNALAZIONI EDITORIALI 99 Rivista del Grande Oriente d’Italia n. 2/2010 HIRAM

Rivista del Grande Oriente d’Italia n. 2/2010 · etnie, fedi, ideologie e società. È l’unico modo per rispondere al nuovo nichilismo che, da tempo, proclama il superamento del

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EDITORIALEEtica della libert - Etica della responsabilit 3

Gustavo RaffiEthics of Freedom - Ethics of Responsibility 10

Gustavo RaffiLa fenomenologia della Poiesis 17

Mario BullettiLettura ed interpretazioni di una Annunciazione del Beato Angelico 45

Michele BellinIl testamento biologico come strumento giuridico dellautonomiadel singolo essere umano nello Stato laico 55

Morris L. GhezziLa commensalit abituale come fattore di ricusazione e astensionenel processo civile, davanti allaffiliazione massonica 73

Luca Irwin FragaleLa Medicina Tradizionale Cinese (MTC) e la prevenzione 81

Sergio PeriniDante Alighieri, Poeta ed Iniziato 89

Aristide PellegriniLa presenza esteriore del Massone 93

Fulvio Regazzoni

SEGNALAZIONI EDITORIALI 99

Rivista del Grande Oriente dItalian. 2/2010

HIRAM

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HIRAM viene diffusa su Internet nel sito del G.O.I.:www.grandeoriente.it | [email protected]

HIRAM 2/2010Direttore: Gustavo RaffiDirettore Scientifico: Antonio PanainoCondirettori: Antonio Panaino, Vinicio SerinoVicedirettore: Francesco LicchielloDirettore Responsabile: Giovanni LaniComitato Direttivo: Gustavo Raffi, Antonio Panaino, Morris Ghezzi, Giuseppe Schiavone, Vinicio Serino, Claudio Bonvecchio,Gianfranco De Santis

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CCoollllaabboorraattoorrii eesstteerrnniiLuisella Battaglia (Univ. Genova); Dino Cofrancesco (Univ. Genova); Giuseppe Cogneti (Univ. Siena); Domenico A. Conci (Univ. Siena);Fulvio Conti (Univ. Firenze); Carlo Cresti (Univ. Firenze); Michele C. Del Re (Univ. Camerino); Rosario Esposito (Saggista); Giorgio Galli (Univ.Milano); Umberto Gori (Univ. Firenze); Giorgio Israel (Giornalista); Ida L. Vigni (Saggista); Michele Marsonet (Univ. Genova); Aldo A. Mola(Univ. Milano); Sergio Moravia (Univ. Firenze); Paolo A. Rossi (Univ. Genova); Marina Maymone Siniscalchi (Univ. Roma La Sapienza);Enrica Tedeschi (Univ. Roma La Sapienza)

CCoorrrriissppoonnddeennttii EEsstteerriiJohn Hamil (Inghilterra); August C.T. Hart (Olanda); Claudio Ionescu (Romania); Marco Pasqualetti (Repubblica Ceca); Rudolph Pohl(Austria); Orazio Shaub (Svizzera); Wilem Van Der Heen (Olanda); Tamass Vida (Ungheria); Friedrich von Botticher (Germania)

Comitato di Redazione: Guglielmo Adilardi, Cristiano Bartolena, Giovanni Bartolini, Giovanni Cecconi, Guido DAndrea, Gonario GuaitiniComitato dei Garanti: Giuseppe Capruzzi, Angelo Scrimieri, Pier Luigi Tenti

AArrtt DDiirreeccttoorr ee IImmppaaggiinnaazziioonnee: Sara CircassiaSSttaammppaa: E-Print s.r.l., via Empolitana, km. 6.400, Castel Madama (Roma)DDiirreezziioonnee: HIRAM, Grande Oriente dItalia, via San Pancrazio 8, 00152 RomaDDiirreezziioonnee EEddiittoorriiaallee ee RReeddaazziioonnee: HIRAM, via San Gaetanino 18, 48100 RavennaRegistrazione Tribunale di Roma n. 283 del 27/6/1994EEddiittoorree: Soc. Erasmo s.r.l. Amministratore Unico Mauro Lastraioli, via San Pancrazio 8, 00152 Roma. C.P. 5096, 00153 Roma OstienseP.I. 01022371007, C.C.I.A.A. 264667/17.09.62SSeerrvviizziioo AAbbbboonnaammeennttii: Spedizione in Abbonamento Postale 50%, Tasse riscosse

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EEttiiccaa ddeellllaa LLiibbeerrtt -- EEttiiccaa ddeellllaa RReessppoonnssaabbiilliitt*

di GGuussttaavvoo RRaaffffiiGran Maestro del Grande Oriente dItalia

(Palazzo Giustiniani)

EDITORIALE

Gentili Autorit intervenute,Signore e Signori,Carissimi Fratelli,

IIIIl titolo distintivo di questa Gran Log-gia : Etica della Libert, Etica dellaResponsabilit. Non si tratta di unascelta casuale e, neppure, di una soluzioneimprontata alla retorica: essere liberi, in-fatti, significa portare su di s il peso di unagrande responsabilit etica. Come diceva tanto ironicamente, quanto giustamente George Bernard Shaw: Libert significaResponsabilit: ecco perch molti la te-mono. Di fatto, unetica della libert edella responsabilit implica impegno,tempo, passione e dedizione. Significa in-terrogare il fondo delle cose, per porre do-mande di lungo respiro. Il metodo daseguire ce lo ha insegnato Antoine deSaintExupry quando scrive: Se vuoi co-struire una nave, non devi per prima cosaaffaticarti a chiamare la gente per racco-

gliere legna e preparare gli attrezzi; non di-stribuire i compiti, non organizzare il la-voro. Ma invece prima risveglia negli uominila nostalgia del mare lontano e sconfinato. Ap-pena si sar risvegliata, in loro, questa sete,si metteranno subito al lavoro per costruirela nave.

Ecco perch la societ ha bisogno dellenostre parole e della nostra opera. Parole eopera che solo i Veri Maestri possono rea-lizzare: con tenacia e coraggio. Di questocompito vogliamo essere il braccio dellasperanza, non il dente malato. Vogliamoessere una voce ferma e chiara che chiamaallascolto tra i tanti schiamazzi che vo-gliono solo confondere le coscienze. Vo-gliamo essere tra coloro che cercano conlibert e responsabilit di decidere delproprio destino; e non di essere portati alguinzaglio. Vogliamo essere la Luce per unasociet che brancola nel buio delletica: chela cerca talvolta disperatamente ma nonsa pi cosa sia. E dove si trovi!

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* Allocuzione del Gran Maestro Fr Gustavo Raffi alla Gran Loggia del Grande Oriente dIta-lia Etica della libert Etica della responsabilit, Rimini 26-28 marzo 2010.

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E infatti, oggi, letica un problemascottante e temuto. Per questo, nel mo-mento attuale, i temi eticisono sulla bocca ditutti, nonch sulle pa-gine dei giornali. Ma,soprattutto, nei pen-sieri, preoccupati, ditutti coloro che consta-tano con tristezza come si stia, lenta-mente, prefigurandouna vita privata e pub-blica in cui letica ap-pare manifestamenteassente. Ma una vitaprivata e pubblicasenza etica prefigura lanticamera di quelvuoto motivazionale che sta alla base delladecadenza e della rovina di uno Stato, diuna societ e di un uomo. Certo, viviamo inquella che stata felicemente definitauna societ liquida e di pensiero nomade, dovetutto anche le situazioni politiche ri-schiano di essere gelatinose. Ma il nostrocompito proprio per questo non cam-bia. Anzi, il nostro compito il compito dinoi Liberi Muratori proprio quello di ri-costruire unetica perduta, dando spazio alibert e responsabilit. il motivo per cui,se ci troviamo davanti ad un palazzo con ivetri delle finestre rotti, non dobbiamo in-frangere i vetri che restano. Dobbiamo,piuttosto, rimetterne a posto i vetri. Alloraci apparir, nuovamente, un palazzo nor-male. Fuor di metafora, riaggiustare i vetrirotti significa fare nostra la categoria ari-stotelica della relazione: con gli altri, conle cose e con il mondo. Non per distrug-

gere, ma per ricostruire. Solo a partire dallarelazione , infatti, possibile vivere unetica

autentica. Unetica dellalibert e della respon-sabilit che pu re-staurare quel palazzodai vetri rotti che lanostra societ, i nostriStati, la nostra uma-nit.

Letica che non sideve confondere conla morale , fuori didubbio, la strutturaportante di uno Stato,di una societ e di unuomo che voglia dirsi

tale. Lo ricordava Giuseppe Mazzini atorto quasi dimenticato quando facevadelletica la base di quella religione civilein cui confidava per la crescita della neo-nata Italia. Perch letica linsieme di queivalori umani e civili che caratterizzano lavita collettiva e, con essa, quella indivi-duale. Ricordarli quasi superfluo: lone-st, il coraggio, il senso civico, lamore peril prossimo, la fratellanza universale, il ri-spetto per il diverso, la generosit, laltrui-smo, il senso del sacrificio, la tolleranza, lasensibilit verso la sfera religiosa e cos via.Di questi valori semplici, elementari, mascolpiti come le tavole della legge nel no-stro cuore fatta letica: letica laica,certo. Non di altro. Ma attenzione, ancheunetica ispirata ad una credenza religiosa se vuole essere tale non se ne differen-zia in molto. Gi, nello Spaccio de la bestiatrionfante, Bruno scriveva con estrema chia-rezza: Gli dei non si adirano per una be-

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stemmia o per unoffesa a loro indirizzata:gli dei si adirano quando si compionoazioni che provocano lace-razioni nella coesione so-ciale, indebolendo loStato, la Legge, la Giusti-zia. Non esistono reli-gioni vere e religioni false(e chi potrebbe stabilirein materia di fede ci che vero e ci che falso?).Esistono religioni utili ereligioni dannose. E leffi-cacia di una religione sipu misurare solo suglieffetti positivi o negativiche essa produce nella so-ciet. Contano le opere.Non merita ricompensa chi abbia sanatouno zoppo, ma chi ha liberata la patria eriformato un animo perturbato.

Eppure, lamara constatazione cheper sorge spontanea che questa etica,questa tensione a vivere eticamente, sem-bra essere estranea a questa nostra societ:a questa nostra Italia. I valori che la espri-mono sembrano essere lontani dalla sensi-bilit comune. Ed un mondo fatto dicorrotti, faccendieri, millantatori, imbro-glioni, ladruncoli e furbetti sembra pren-dere il sopravvento su quei galantuomini acui Mazzini voleva affidare il destino dellaSua Patria: della nostra Patria. Una Patriache sembra distante se non estranea aglionesti, ai volonterosi, ai puri di cuore: aiveri cittadini. Per questo, la mancanza dieticit una vera e propria patologia so-ciale. Non da prendere sottogamba. Non da trascurare. Perch la mancanza di eti-

cit causa il venir meno della giustizia. Masenza giustizia che cosa lo Stato se non

una banda di malfattori:sono le parole accoratee profetiche di San-tAgostino: uno deiPadri Fondatori della ci-vilt occidentale e dellospirito cristiano. Semanca la fiducia nelloStato e nella giustizia sipu dire secolariz-zando una celebre frasedi Fedor MichajloviDostoevskij che tutto permesso. E il per-messo generalizzato

lanticamera del caos,della guerra per bande, di quella situazionesociale degenerata e degenerativa in cui come scriveva Thomas Hobbes ogniuomo diventa un lupo per laltro uomo.Cosa questa che si pu, drammaticamente,constatare. Occorre recuperare invece la re-sponsabilit del pensiero nei confronti delpresente e ritrovare il valore della personaumana: del soggetto umano, al di l dietnie, fedi, ideologie e societ. lunicomodo per rispondere al nuovo nichilismoche, da tempo, proclama il superamentodel soggetto, lannientamento di ogni va-lore etico e, con essi, della stessa giustizia.

Sappiamo, per, purtroppo, che re-sponsabilit del pensiero e persona umanatroppo spesso sono dimenticati. Ma quelloche succede altrove non pu trovare citta-dinanza da noi Liberi Muratori. Anzi deveessere respinto con tutte le nostre forze.Noi rivendichiamo la centralit delletica,

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5 Etica della libert - Etica della responsabilit, G. Raffi

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la cultura delletica, la priorit delletica: diunetica laica, intelligente ed aperta. Essasi distillata storicamente dalla culturagrecoromana, dal meglio della tradizioneebraicocristiana, dallo spirito della Caval-leria medievale, dalsogno rinascimentale diun uomo centro delcosmo, dal coraggio deglieroi dello spirito cinquesecentesco (pensiamo aGalilei e Bruno), da que-gli Atleti dellintelligenzache furono gli Illuministie dai padri risorgimen-tali. Che per letica dellanuova Italia sacrifica-rono giovent, vita, fami-glia e beni. Senza untentennamento, senza in-dietreggiare, senza compromessi e senzacedimenti. Sulla loro scia dobbiamo porci,sapendo che ci che conta non il cumulodelle conoscenze che possediamo, ma ilprezzo personale che abbiamo pagato econtinueremo a pagare per ci che cre-diamo giusto pensare, dire e fare. Scrivevaancora Giordano Bruno nellOratio Valedic-toria: Faticando profittai, soffrendo feciesperienza, vivendo esule imparai. Per gliuomini del dubbio, questa la strada dapercorrere.

Ma , anche, la via etica a cui guardiamocome alla nostra storia: anche se, talora, cisembra unetica minima. In realt, unavia irta di sfide decisive: dalla bioetica allalibert di pensiero, da una politica che siaprogetto e destino e non burocrazia, aigrandi temi dellambiente e delle relazioni

tra i popoli. Questa via questa apparenteetica minima si estrinseca nella ricercae nel parlarsi. Va oltre le differenze diogni differenza in nome di quellunicoPantheon che noi riconosciamo e che si rias-

sume in una sola parola:umanit. Nel nome del-lumanit, ci che sembraminimo in realt mas-simo. Comprenderlo, segno di grande saggezza.Viverlo, segno di grandeforza danimo. Noi lab-biamo imparato nei lavoridi Loggia e per questopossiamo misurarci, consicurezza, su quei granditemi etici su cui molti Chiesa compresa glis-sano: senza porsi le giuste

domande e senza volersi dare le giuste ri-sposte. Noi da tempo, ci siamo fatti le do-mande appropriate ed abbiamo cercato diproporre possibili risposte scegliendo divolare alto come le aquile, lasciando cosad altri il volare basso come le galline.

In virt di questa tensione etica, riba-diamo con forza la necessit quantomeno per lItalia di una svolta etica. Unasvolta che coinvolga, responsabilmente,tutti: dai politici ai semplici cittadini, dagliintellettuali ai lavoratori, dagli studenti,alle donne, ai giovani sino a coloro che en-trano come immigrati nel nostro paese. una svolta qualitativa. Basterebbe leggerealcune righe di Lewis Mumford per avver-tire quanto vada, invece, crescendo un tipodi cultura interessata alla quantit, maignorante della qualit. Bisogna avere, in-

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vece, il coraggio etico di rivendicare il pri-mato della qualit: qualit del pensiero equalit della vita.Senza di entrambi,il rischio della rica-duta nellirrazio-nale, nellodio enella violenza ele-vatissimo. Per que-sto, necessario farpropria la qualitche richiede, primadi tutto, di abban-donare il linguag-gio della solitudinee aprirsi al mondo eagli altri. Ma aprirsial mondo ed agli altri equivale a svilupparela capacit di provare stupore: come ac-caduto nella nostra iniziazione. Per questo convinti che sogno e stupore sono omo-loghi dobbiamo percorrere il camminodei maestri del sogno. Per diventare noistessi maestri del sogno: ossia uomini checredono che la storia sia una terra che con-tinua nel verde, senza sapere dove porta,ma sicuri che sar bello percorrerla. Comescriveva il Fratello Goethe: Noi, senza ti-more, andiamo avanti sulla nostra strada.Sempre noi vi chiamiamo alla speranza.

Certo, perch sogno, speranza e sensoetico sono i capisaldi della formazione edella ricerca massonica, secondo il dettosocratico che recita: Una vita senza ri-cerca non degna di essere vissuta. Ed ilmotivo per cui noi Massoni siamo gente in-quieta, libera da dogmi, che non si accon-tenta, che cerca il meglio per s e per glialtri. Ma ricercare non significa non cre-

dere. La Libera Muratoria non infatti come qualcuno ama ripetere, sbagliando

la moltiplica del relati-vismo e la madre delnichilismo. Al contra-rio, se la Massoneria volterrianamente ha sempre difeso, di-fende e difenderlampio spettro deivalori altrui, non perquesto rinuncia aipropri. Non per que-sto ritiene che luomonon debba avere va-lori. Non per questo

pensa che la vita pub-blica deve essere una giungla dove ha lameglio il pi forte, il pi violento o il pifurbo. Anzi, crede, come Vclav Havel, che:Senza valori e obblighi morali comune-mente condivisi e ampiamente radicati, nla legge, n il governo democratico, nem-meno leconomia di mercato funzione-ranno correttamente. La Libera Muratoriapone, cos, al suo centro una eticit fattadei valori eterni delluomo: quei valori chelo costituiscono come tale. Daltronde, nonci pu essere conoscenza della parola per-duta il simbolo stesso della ricerca senza un amore infinito per luomo, senzaesitazione e senza tentennamenti. Comedimostra la costante militanza della LiberaMuratoria contro tutti coloro che in ogniparte del mondo li mettono in discus-sione o li rifiutano. Non un caso che la Li-bera Muratoria sia stata perseguita eperseguitata da tutti quei regimi totalitariin cui letica viene sacrificata ad una ideo-

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7 Etica della libert - Etica della responsabilit, G. Raffi

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logia fondata sulle istituzioni, sulle buro-crazie o sui dogmi: politici o teocratici. Nonsulluomo. Per questa etica, la Massoneriaha pagato un altis-simo contributo disangue: sui campi dibattaglia, nei campidi concentramento,nelle celle di tortura,al confino, davanti aiplotoni desecuzione.O, pi, quotidiana-mente nella sistema-tica emarginazione,nel discredito, nel ri-fiuto o nel disprezzo.Questi grandi eroi che il mondo non ri-corda sono nei nostri cuori e sono ideal-mente presenti tra noi ogni qualvolta noici riuniamo e ci spronano ad essere comeloro.

E, infatti la Libera Muratoria continuasulla loro strada: con i loro stessi, immuta-bili, principi etici. Lo fa utilizzando il me-todo esoterico che le proprio e che leviene dalla sua Tradizione. Si tratta di unmetodo che non ha nulla a che vedere conforme religiose, parareligiose o occultiste.La Libera Muratoria non una Chiesa eneppure uno specchietto per le allodole,atto a illudere o derubare disillusi, frustratio creduloni. Il nostro esoterismo rappre-senta un valore etico che ha il suo centronellimmagine di un uomo compiuto e rea-lizzato e che ha raggiunto questo livello at-traverso laffinamento ottenuto dallapratica rituale e dallo studio dei simboli.Simboli che e sia ben chiaro non sonoformule magiche o patacche spiritistiche,

ma oggetti materiali ed espressioni lingui-stiche, spesso performative, per il cui tra-mite possiamo avere la percezione di quei

valori eterni in cui simaterializza letica uni-versale. Tutti i simboliche utilizza la LiberaMuratoria cos comele sue formule rituali conducono ad esaltarecompletezza, dignit,senso della trascen-denza, rispetto perluomo e per la natura,tolleranza, fraternit,miglioramento indivi-

duale e collettivo, saggezza. Sono le virtche vorremmo fossero i caratteri etica-mente costitutivi di ogni societ. E di ogniessere vivente. Per questo motivo, ungrande saggio rinascimentale, come Giro-lamo Cardano, poteva scrivere che la vitaumana simbolica: chi non lo capisce non un uomo.

Per questo motivo, uno dei punti su cuisempre ha insistito e sempre insister que-sta Gran Maestranza riguarda sia lassolutorispetto del Rituale e della pratica esotericanei vari Gradi, sia la comprensione che lacultura massonica costituisce una culturadelleticit. E che entrambi sono assoluta-mente inscindibili, giacch entrambi sonoil nostro messaggio: un messaggio di vita-lit e di speranza per una societ esausta edemotivata.

Tali valori propongono prima di ognialtra cosa un messaggio di libert. Infatti,la libert lessenza stessa della Libera Mu-ratoria. Perch se una etica veramente

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tale, essa il veicolo della libert. Dove li-bert non sinonimo di caos, di anarchia odi egoismo, ma di dovere e responsabilit.Dovere di essere felicicon gli altri e per glialtri e responsabilitdi realizzare questafelicit individuale ecollettiva che passaper rapporti umanidiversi e per una di-versa sensibilit peril mondo. Ci signi-fica proporsi lobiet-tivo di cambiare ilmondo, rendendolo pigiusto e pi felice. E quindi pi libero. Per-ch sino a quando non ci sar Fratellanzanon ci sar vera libert. Sino a quando nonci saranno decorose condizioni di vita pertutti, non ci sar libert. Sino a quando nonci sar tolleranza non ci sar libert. E nep-pure felicit.

Sembra ovvio, ma non cos. Perch se come scriveva Rousseau Luomo natolibero, dappertutto in catene. E le catenenon sono solo quelle, pesanti, dei carceri edei lager, ma anche quelle pi leggere delcontrollo massmediatico e dellodio che,subdolamente, stringe i polsi e le menti deipi deboli. E che li pu rendere inconsape-voli schiavi. Per questo bisogna compren-dere cosa sia la libert, viverla sino in fondoe saper combattere, affinch tutti la pos-sano ottenere. Questo lantico segreto chei Liberi Muratori portano nel cuore e checomunicano a tutti coloro che desiderano

percorrere, con loro, un comune cammino.E che come i Liberi Muratori pensano,kantianamente, che luomo non un

mezzo, ma un fine eche per ottenere questofine val la pena vivere lavita. in questo spiritoche la Libera Muratoriaaffronta la sfida per unaeticit che sia insiemelibert e responsabilite chiama a s tutti gliuomini liberi, forti epronti ad accettarla: pa-gandone il prezzo, se

il caso. Pi libert e pi re-sponsabilit: questa la sfida che lanciamo daRimini alla societ italiana consci che ci im-plica essere desempio e portare in spalla insieme alla bisaccia dellUmilt il gra-dito, ma pesante fardello, del Rigore e dellaMisericordia. Senza di cui non esiste n li-bert n responsabilit. E neppure una veraetica.

Voglio terminare queste riflessioni conuna frase particolarmente significativa epoetica. di uno scrittore che ha fatto pro-pri molti valori dellesoterismo, della sag-gezza, delleticit, della libert e dellaresponsabilit. di Paolo Coelho che scrive:Non mi pento dei momenti in cui ho sof-ferto; porto su di me le cicatrici come sefossero medaglie, so che la libert ha unprezzo alto, alto quanto quello della schia-vit. Lunica differenza che si paga conpiacere, e con un sorriso anche quandoquel sorriso bagnato dalle lacrime.

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9 Etica della libert - Etica della responsabilit, G. Raffi

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EEtthhiiccss ooff FFrreeeeddoomm -- EEtthhiiccss ooff RReessppoonnssiibbiilliittyy*

by GGuussttaavvoo RRaaffffiiGrand Master of the Grande Oriente dItalia

(Palazzo Giustiniani)

EDITORIAL

Distinguished Authorities, Ladies and Gentlemen, Dear Brethren,

TTTThe distinctive title of this GrandLodge is: Ethics of Freedom,Ethics of Responsibility. Thistitle was not randomly selected, nor is itbased on rhetoric: being free means bea-ring the burden of a major ethical respon-sibility. As George Bernard Shaw said both ironically and rightly - Freedommeans Responsibility and that is why mostmen shun it. Indeed, ethics of freedomand responsibility entail commitment,time, passion, and devotion. It means inve-stigating the depth of things, in order toask wide-reaching question. The method tobe followed was described by Antoine deSaint-Exupry, when he wrote: If you wantto build a ship, dont drum up people tocollect wood and dont assign them tasksand work, but rather teach them to long forthe endless immensity of the sea. As soon

as this thirst has been awakened in them,they will start to work to build the ship.

This is why society needs our words andour actions. Only real Masters can saywords and carry out actions with tena-ciousness and courage. And we want to bethe arm of hope in this task, not the sickpart. We want to be a firm and clear voice,which asks to be heeded among the cla-mour, which only aims at confusing peo-ples conscience. We want to be amongthose who try to decide for their own de-stiny - with freedom and responsibility andwe do not want to be muzzled. We want tobe the Light for a society which is fumblingto find ethics, which is looking for ethics -sometimes desperately yet no longerknowing what ethics is, or where it is!

Todays ethics is a thorny and fearedproblem. For this reason, in this period,ethical topics are being discussed by eve-rybody, and they often appear in newspa-per articles.

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* Annual Communication of the Grande Oriente dItalia. Address of the M.W. Grand MasterBro. Gustavo Raffi, Rimini, March 26-28, 2010.

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But above all, ethics is in the mind ofmany concerned individuals, who note with sadness that ethics ismore and more absentfrom private and publiclife.

Yet, private and publiclife without ethics inevita-bly leads to a motivationalvacuum that lies at thebasis of the decadenceand destruction of a State,a society, or a man. Ofcourse, we live in a liquidsociety, as aptly defined, asociety where thought iserrant, where everything even political situations runs the risk of being gela-tinous, ill-defined. Yet, owing to such a situa-tion, our task does not change. On thecontrary, our task - the task of Freemasons- is to rebuild lost ethics, giving room tofreedom and responsibility. This is the rea-son why, if we are facing a building withshattered window glasses, we must notshatter the remaining glasses. We must, in-stead, repair the broken glasses. Then, thebuilding will be normal again. Metaphorsapart, repairing broken glasses means ab-sorbing the Aristotelian category of rela-tionships, with the others, with things,with the world, not to destroy, but to re-build. Only starting from relationships, isit possible to experience real ethics, ethicsof freedom and responsibility, which canrestore that building with broken glassesas our society, our States, our mankindhave become.

Ethics which must not be confusedwith morals is undoubtedly the frame-

work of a State, a society,and a man willing to de-fine himself as such. Giu-seppe Mazzini sadlyalmost forgotten by eve-rybody - recalled thisconcept when he placedethics at the basis of thatcivil religion in whichhe relied, so that newlyunified Italy couldthrive. Ethics is the setof all those human andcivil values that charac-terize life within a com-munity, and with it, alsoindividual life. It is al-

most superfluous to remind you of thosevalues: honesty, courage, civic sense, lovefor ones neighbour, universal brother-hood, respect for those who are differentfrom us, generosity, altruism, the sense ofsacrifice, tolerance, religious sensitivity,and so on.

Ethics, secular ethics, is made up ofthese values - simple, basic, yet sculpted inour hearts as the Tables of the Law. No-thing else is needed to make ethics. Be ca-reful however, that ethics inspired by areligious belief is also very similar to secu-lar ethics. In his book titled Spaccio de la be-stia trionfante, the Italian philosopherGiordano Bruno wrote very clearly: Godsdo not enrage for a swear or an offence ad-dressed to them; gods enrage when actionsare made that cause splits in social cohe-sion, weakening the State, the Law, and Ju-

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stice. There is no such thing as a true orfalse religion (and who could say when itcomes to faith what is trueand what is false?). Thereare, instead, useful reli-gions and harmful reli-gions.

And the effectivenessof a religion can only bemeasured according tothe positive or negativeeffects it produces in a so-ciety. Actions matter.Reward must not go tothose who have healed acripple, but to those whohave freed their countryand healed a troubledsoul.

However, the bitterthough spontaneous remark is that thisethics, this aspiration to live ethically,seems to be alien to our society, to Italy asit is now. The values mentioned by Mazziniseem to be distant from common feeling. Aworld of corrupt people, wide boys, boa-sters, crooks, petty thieves, and smart fel-lows seems to prevail over those men ofhonour to whom Mazzini wanted to en-trust the fate if his country - of our owncountry. This country seems to be distant -if not downright alien - to people of goodwill, those who have a pure heart, and realcitizens. For this reason, the lack of ethica-lity is a real social disease. It is not a matterto be taken lightly. It is not a matter to beneglected, as the lack of ethicality causesthe weakening of justice. But Without ju-stice, what is a State, if not a band of male-

factors: these are the sad and propheticwords by St. Augustine, one of the Foun-

ding Fathers of Western Civili-zation and Christianity. Ifthere is no trust in the Stateand justice, it can be said secularizing a famous sen-tence by Fedor MichajloviDostoevskij that every-thing is permitted. And thegeneralized permissioninevitably leads to chaos,the fight between gangs,and a degenerated and de-generative social situationin which as Hobbes wrote -homo homini lupus Manis Wolf to Man. This state-ment can be sadly ascer-

tained today. Instead, it isnecessary to restore the responsibility ofthought towards the current situation, andrecover the value of individuals - of humanbeings, beyond ethnic groups, ideologies,and societies. This is the only way to reactto the new nihilism, which for a long timenow has been proclaiming the superses-sion of individuals, the annihilation ofevery ethic value, and with them, the an-nihilation of justice.

We know, however, that the responsibi-lity of thought and human beings are alltoo often forgotten. Yet, we as Free Masonscannot accept what happens elsewhere in fact, we must reject it with all ourstrengths. We claim the central role ofethics, culture of ethics, and priority ofethics, of secular, intelligent, and far-rea-ching ethics. It is distilled - historically -

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from the Greek and Roman cultures, stem-ming from the best elements of the Jewish-Christian tradition, from the spirit of theMedieval Knighthood, from the Renais-sance dream of manat the centre of theuniverse, from thecourage of the heroesof the 15th and 16thCenturies (thinkabout Galileo Galileiand Giordano Bruno),from those Athletesof intelligence (theintellectuals of theEnlightenment), andfrom the Fathers of the Italian Risorgi-mento: those who sacrificed their youth,their life, their families and their wealthfor the ethics of a new Italy. They did it wi-thout hesitating, without stepping back,without compromises, and without brea-king down. We must take stock of their ex-periences, knowing that what reallymatters is not accumulating knowledge,but the price we paid and we will conti-nue to pay for what we believe is right tothink, say, and do.

Giordano Bruno wrote in his work titledOratio Valedictoria: By working I profited,by suffering I had experiences, by living inexile I learnt. This is the path that all themen of doubt must cover.

This is also the ethical way we look atand which makes up our own history, eventhough it sometimes seems a minimumethics. Actually, it is a path full of decisivechallenges: from bioethics to freedom ofthought, from politics intended as a project

and a fate, and not mere bureaucracy, tothe important topics concerning the envi-ronment and relations between peoples.This path which is apparently a mini-

mum ethics deve-lops through quest anddialogue. It goes be-yond differences be-yond any difference in the name of the onlyPantheon that we reco-gnize, which is summa-rized in one word:mankind. In the nameof mankind, what

seems minimum is ac-tually maximum. Understanding this is asign of wisdom; experiencing this in oureveryday lives is a sign of a great strengthof mind. We have learnt this from ourLodge work, and for this reason we can viewith the ethical issues which are skirted bymany including the Church - withoutasking the right questions and withoutclaiming that we can provide the right an-swers. We have been asking the right que-stions for long, and we have tried toprovide possible answers, by choosing tofly high like eagles. Other people are leftto fly low, like hens.

By virtue of this aspiration to ethics, westrongly reaffirm the need at least forItaly for an ethic breakthrough, involvingeverybody, responsibly: from politicians tocitizens, from intellectuals to workers,from students to women, young people andpeople who migrate to Italy. It is a qualita-tive breakthrough. From just a few lineswritten by Lewis Mumford, we realize that

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the opposite is happening; culture and so-ciety are increasingly interested in quan-tity, and they tend to ignore quality. Wemust have the ethical cou-rage, instead, to claim theprimacy of quality; qualityof thinking and quality oflife. Without these two ele-ments, the risk of goingback to irrational beha-viours, to hatred and vio-lence is very high. This iswhy it is necessary to em-brace the quality that re-quires, first of all, abandonthe language of loneliness,and open up to the worldand other people. Yet, ope-ning up to the world and toother people means deve-loping the capability tofeel astonishment; just aswe did during our initiation. For this rea-son believing that dreams and astoni-shment are similar we must cover thesame path of the masters of dream, so thatwe can become masters of dream, men whobelieve that history is a path that continuesin the greenery; we do not know where itleads to, yet we are certain that it will benice to cover such a path. As Brother Goe-the wrote: We continue on our path wi-thout fears. We always call upon you to befull of hope.

As dream, hope, and ethical sense arethe cornerstones of Masonic learning andquest, according to the Socratic words: Alife without quest is not worth living. Thisis why we, as Freemasons, are restless, free

from dogmas, people who do not settle forsecond best, who look for what is best forthem and other people. Yet, searching does

not mean being misbelievers.Freemasonry is not as so-meone wrongly states themultiplication of relativismand the mother of nihilism.On the contrary, althoughFreemasonry as Voltairestated has always defended,defends, and will continue todefend the wide spectrum ofother peoples values, thisdoes not mean that it re-nounces its values. It doesnot mean that Freemasonrybelieves that man must nothave values. It does not meanthat according to Freema-sonry public life must be a

jungle, where the strongest,the most violent, or the smartest, prevail.In fact, Freemasonry believes, like VclavHavel, that: Without values and moralobligations, shared and deeply rooted, nei-ther the law nor the democratic gover-nment, or market economy shall workcorrectly. Freemasonry places at its corean ethicality made up of mans timeless va-lues; those values that make men as such.On the other hand, there cannot be kno-wledge of the lost words the very symbolof quest without an endless love for man,without hesitation and without vacillation.This is shown by the constant militancy ofFreemasonry against those who questionor reject Freemasons, all over the world. Itis not by accident that Freemasonry has

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been prosecuted and persecuted by all to-talitarian regimes in which ethics was sa-crificed in the name of an ideology basedon institutions, bure-aucracy, and politicaland theocratic dog-mas, not based onman. To pursue thisethics, Freemasonryhas paid a very highprice: on battlefields,in concentrationcamps, in torturecells, with exile, be-fore firing squads. Theprice Freemasonry pays every day is syste-matic marginalization, discredit, rejection,and scorn. These great heroes - whom theworld does not commemorate - are in ourhearts and are ideally among us each timewe meet, and they urge us to be like them.

Indeed, Freemasonry follows their path,pursuing the same, unchanging ethicalprinciples. It uses the esoteric methodwhich is typical of Freemasonry and stemsfrom its Tradition. It is a method that hasnothing to do with religious, religious-like,or occultist forms. Freemasonry is not aChurch or a fools gold, used to deceiveor rob people who are disenchanted, fru-strated, or gullible. Our esotericism is anethical value that focuses on the image ofaccomplished and fulfilled man, who hasachieved results through the improvementresulting from the ritual practice and thestudy of symbols. Symbols that are not ma-gical formulas or spiritistic junks (lets beclear about this), but material objects andlinguistic often performing - expressions,

through which we can perceive those eter-nal values which are at the basis of univer-sal ethics.

All the symbolsused by Freemasonry,as well as ritual formu-las, aim at enhancingcompleteness, dignity,sense of transcen-dence, respect for manand nature, tolerance,brotherhood, impro-vement of individualsand communities, and

wisdom. These are thevirtues that we would like to be the veryfoundations of every society and every li-ving being. For this reason, a great Renais-sance sage man like Girolamo Cardano,wrote that human life is symbolic; thosewho do not understand it are not men.

For this reason, one of the topics onwhich the Grand Master has always insi-sted, and will always insist, is absolutecompliance with the Ritual and the esote-ric practice at the various Degrees, as wellas understanding that Masonic culture is aculture of ethicality. And that both are ab-solutely inseparable, because both are ourmessage: a message of vitality and hope fora society that is exhausted and lacks moti-vation.

These values propose, first of all, a mes-sage of freedom. Indeed, freedom is thevery essence of Freemasonry. If ethics isreal ethics, it conveys freedom, where free-dom does not mean chaos, anarchy, or sel-fishness, but rather duty andresponsibility: the duty to be happy with

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others, and for the others and the respon-sibility to achieve individual and commonhappiness through humanrelationships and differentsensitivity towards theworld. This means chan-ging the world as a targetto be set, making theworld more right andhappy, hence freer. UntilBrotherhood is not achie-ved, no real freedom willexist. Until decent livingconditions are not availa-ble to everyone, there willbe no freedom. Until thereis no tolerance, there willbe no freedom, and therewill be no happiness.

It seems obvious, but it isnot. If as Rousseau wrote Men wereborn free, they are in chains everywhere.And chains are not just the heavy chains ofjails and concentration camps, but also thelighter chains of mass-media control andhatred, which subtly clutches the wristsand narrows the minds of the weakest,which can make them unaware slaves. Thisis why we must understand what freedomis, live it thoroughly, and be ready to fightso that everybody can obtain it. This is theancient secret that Freemasons have intheir hearts, and convey to all those whowish to cover, with them, a common pathand think, as Freemasons do and Kant said,

that man is not a means, but an end andthat to obtain this end, life is worth living.

With this in mind, Freema-sonry stands up to thechallenge for an ethicalitythat is both freedom andresponsibility, inviting allmen who are free, strong,and ready to accept it, tojoin Freemasonry; payingthe price for this chal-lenge, if necessary. Morefreedom and more responsi-bility: this is our challengefrom Rimini, to the Italiansociety.

We are aware that thisentails being an exampleto others, and bearing

along with Humility - the welcome butheavy burden of Rigour and Mercy, withoutwhich neither freedom nor responsibilityexist, and not even real ethics. I wish toconclude these remarks by quoting a par-ticularly meaningful and poetic sentenceby a writer who has embraced many valuesof esotericism, wisdom, ethicality, freedomand responsibility. Paolo Coelho wrote: Ido not regret the moments in which I suf-fered; I bear scars on me, as if they weremedals, I know that freedom has a highprice, as high as that of slavery. The onlydifference is that you pay for it with plea-sure, and with a smile even when thatsmile is drenched in tears.

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LLaa ffeennoommeennoollooggiiaa ddeellllaa PPooiieessiiss..IIll lleeggaammee ssiinnoottttiiccoo ttrraa ffiissiiccaa ee mmeettaaffiissiiccaa*

di MMaarriioo BBuulllleettttiiPsicologo, psicoterapeuta

The phenomenology of the poiesis tries to emphasize the central role played bythe universal strength of life, death and rebirth. Such a poiesis appears as aprimordial and never-ending seminal energy, which, showing a divine presence inthe cosmos, is a witness of our rebirth in the Eternal Orient.

1 Lanteprima della Poiesis

IIIIniziamo qui ed ora con lintrodurrelanteprima dellinsieme concet-tuale riguardante la Poiesis. Po-tremo affermare che la Poiesis quellenergia vitale che anima linfinitotutto. una e indivisibile e tanto molte-plice quanto incommensurabile in ogni suaespressione e movenza. in s e per scausa e fine di se stessa. anche allo stessotempo trascendente ed immanente e si ri-genera ad ogni istante con rinnovata ener-gia. il simbolo per eccellenza che unificaogni insieme di costituenti. Si muove in

ogni campo del nostro scibile, attraver-sando panorami apparentemente incon-gruenti fra di loro quali la morale e la fisica.Unifica in s le relativit einsteiniane, pas-sando attraverso la matematica e la geo-metria euclideo-newtoniana, con quelledella meccanica quantistica. pure quellospecchio nel quale si riflette luniverso in-finito con ognuno di noi. quellenergia vi-tale che anima il capolavoro dellincom-mensurabilit in ogni sua espressione. Uncapolavoro messo in opera nellofficina delmondo fisico e metafisico, il cui grande ar-chitetto e costruttore Dio stesso1. Un ar-

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* La trascrizione dei dettati del testo stata curata dalla dott.ssa Marina Puccetti a cui lo scriventerivolge i pi sentiti ringraziamenti.1 Nuovo Testamento Interlineare, 2005: 1837.

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chitetto definito, nel testo originale dellaLettera agli Ebrei attribuita a San Paolo,come 2, ovverocome artista, arteficee demiurgo. Un arti-sta animato daunenergia vitalecreativa e nel con-tempo demiurgo cheopera, proprio comeun artigiano, per ilbene dellumanit.Un artista, artefice edemiurgo, la cui ener-gia vitale e creativapervade tutto lo scibile ed ogni possibilitdi sapere nellimmensit dello sconosciuto.Unimmensit che pervade a sua volta conla sua energia vitale lartefice ed il de-miurgo stesso. Una Poiesis senza la qualenulla potrebbe essere ci che . La sua com-prensione noetica. Richiede a tutti gli ef-fetti due qualit inscindibili, quelladellintelletto e quella della sensibilit pisottile e profonda legata allintellettostesso. Una sensibilit che va aldil dellospazio e del tempo e che anima piena-mente lo Zeitgeist o spirito dei tempi. Un al-dil dello spazio e del tempo che cos vienedefinito da Duane P. Schultz3:

La teoria naturalistica della storia al-tres confermata da vari casi di scoperte

simultanee. Per esempio, sonostate fatte scoperte molto si-mili da parte di individui chelavoravano in luoghi geografi-camente molto distanti espesso completamente al-loscuro luno del lavoro del-laltro. Postman (1962) ha giosservato come nel 1900 bentre ricercatori diversi (che la-voravano separatamente e cheassolutamente non si conosce-vano tra loro) scoprirono dinuovo il lavoro di Mendel. Se

non lo fa uno, in seguito lo farun altro scienziato; o, se uno scienziato lofa al momento sbagliato, altri tre lo fa-ranno al momento giusto!.4

La noetica pertanto svela il comporta-mento pi nascosto di ogni intelletto. Lasua etimologia a doppia composizione ri-vela la propria significazione derivante dal-lunione di due significanti: o nousovvero mente; intelligenza; intelletto; ra-gione5 e o ethos ovvero consuetu-dine; uso; abitudine; costume6 in sintesicomportamento. La noetica animatadalla Poiesis rivela la sua immanente tra-scendenza anche in un altro campo della

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2 S. Paolo, Lettera agli Ebrei, 11,10.3 D.P. Schultz, (tuttora vivente), gi professore ordinario presso il Dipartimento di Psicolo-gia della North Carolina University (Charlotte, USA), attualmente associato presso il Dipartimentodi Psicologia della Sud Florida University (Sarasota, USA). Ha pubblicato fino ad oggi 17 saggi e nu-merosi articoli utilizzati come testi didattici in vari atenei.4 Schultz, 1978: 23.5 Rocci, 1995: 1288, voce: , , .6 Rocci, 1995: 849, voce , , .

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logica dellethos ovvero in quella del com-portamento dellanimale. Un animale chepossiede a sua volta quellener-gia vitale e creativa della Po-iesis tanto che secondoleminente esegeta Mons.Gianfranco Ravasi7:

[...] Identificando coslanima con la stessa per-sona vivente. facile, al-lora comprendere perchla bestia sia chiamata ani-male, riconoscendo inessa quella che la filosofiaclassica definisce animavegetativa e sensitiva.8

Quindi a proposito di quelsoffio vitale ed universale dellaPoiesis, potremo constatare che la Poiesisstessa anima persino la noetica non umana. leminente scrittore Paolo Coelho9 che ciinforma in merito del nous dellanimale odella noetica in Etologia:

Uno scienziato che studiava le scim-mie, in unisola dellIndonesia, riusc a in-segnare ad una di esse a lavare le patatenel fiume, prima di mangiarle. Il cibo ri-

pulito dalla sabbia e dalla sporcizia, erapi gustoso. Lo scienziato che stava effet-tuando lesperimento sulla capacit di ap-

prendimento degliscimpanz non potevaneanche immaginarequello che sarebbesuccesso alla fine. Fuinfatti sorpreso nelloscoprire che tutte lescimmie dellisola co-minciarono ad imitarela prima. Finch ungiorno, quando ormaiun numero cospicuodi scimmie aveva im-parato a lavare le pa-tate, anche le scimmiedelle altre isole del-

larcipelago iniziaronoa fare lo stesso. La cosa pi sorprendente,per, che queste ultime impararono afarlo senza avere mai avuto alcun con-tatto con lisola dove era in corso lesperi-mento. [] Esistono numerosi studiscientifici al riguardo. La spiegazione picomune che quando un determinato nu-mero di individui evolve, finisce per evol-versi tutta la razza. Non sappiamo quantiindividui siano necessari, ma siamo sicuriche cos.10

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7 G. Ravasi, (1942-tuttora vivente), Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, dellaPontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa e della Pontificia Commissione di Archeo-logia Sacra, Arcivescovo titolare della Sede Proconsolare di Villamagna.

8 Ravasi, 2003: 17.9 P. Coelho (1947-tuttora vivente), scrittore e poeta brasiliano, nominato messaggero della

pace (ONU, New York, 2007).10 Coelho, 1999: 146.

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2 Luniversalit della PoiesisPertanto la Poiesis in questo suo primo

apparire sul palcoscenico con-cettuale, inizia a far intrave-dere la sua universalitpresente oltre che nelmondo organico anche inquello inorganico. La provadella noetica della Poiesis sievince attraverso la praticasperimentale. La dimostra-zione di quanto appena af-fermato tanto complicataquanto semplice:

Facciamo sosta al Cerndi Ginevra, e seguiamo perqualche minuto un elet-trone e la sua antiparticella,il positrone, nella loro folle corsa lungo ilcircuito di un acceleratore. Quando le dueparticelle hanno raggiunto unenergiasufficiente si scontrino pure con inauditaviolenza. Annichilandosi. Daranno praticadimostrazione dellequivalenza tra mate-ria ed energia. Trascorso un istante daquel vuoto perturbato nasceranno ormainuove e ormai ben note coppie di parti-celle. Quark e muoni. Neutrini e mesoni. Ecos via. Cosa successo? successo che lagrande energia prodotta dallannichila-zione ha perturbato a caso questo o quelcampo quantistico. Il quale essendo de-positario della memoria di una specificaparte delle leggi fisiche, ha ritrasformatolenergia in particelle materiali. 11

Pertanto la noetica inorganica si delineain un processo di riuniformazione costante

ed universale. Un processo chenon esclude in alcun modocreativit e variabilit cosonnipresenti nel mondoinorganico. Quindi la Poie-sis, lenergia vitale cheanima tutto luniverso, pos-siede inequivocabilmenteuna memoria. come Mne-mosine, la madre di ognimusa, che si muove in ognispaziotempo della creati-vit. La sua memoria il si-gnificante consustanzialeche d origine a quellin-sieme creativo che ha la sua

espressione simbolica nellin-sieme delle nove muse figlie di Mnemosinee del padre degli dei Zeus. La contestualiz-zazione leggendaria oltremodo attraente:

Mnemosine la personificazione dellamemoria. figlia dUrano e di Gaia e ap-partiene al gruppo delle Titanidi. Zeussun a lei, in Pieria, per nove notti di se-guito, e, in capo a un anno, ella gli diedenove figlie, le Muse.12

La tematica della Poiesis si svolge comenellestensione rappresentativa delle Muse,su molteplici localizzazioni. Localizzazioniod estensioni che si muovono allinterno diun insieme di fenomeni che variano dal de-finito allindefinibile. La Poiesis inizia qui

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11 Greco, 2002: 590, voce: Vuoto.12 Mitologia, 2006: 426, voce: Mnemosine.

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con il mostrare le sue movenze che, comela musa della danza Tersicore13, si apronoin ogni dimensione del nostro intelletto.Dopo questo primo ab-bozzo introduttorio cheanticipa nellimmediatoil dovuto preludio me-todologico, ci inseri-remo mano a manonelle varie argomenta-zioni che vogliono pre-cisare gli aspetti diquesta energia vitalecos preziosa per tuttinoi. Citeremo per sem-plicit i quattro enunciati di Pierre Duhemcos ben riassunti dal filosofo della scienzaPietro Greco14:

Il processo che coinvolge la teorianella spiegazione di un fenomeno natu-rale sottoposto ad osservazione consiste,secondo il filosofo francese, di almenoquattro diversi passaggi: 1) la definizionee la misura delle grandezze fisiche coin-volte; 2) la scelta delle ipotesi di spiega-zione; 3) lo sviluppo matematico dellateoria; 4) il confronto della teoria conlesperienza (esperimento). Lultimo pas-saggio lunico che possa servire comecriterio per stabilire la verit della teoria

scientifica proposta. Tenendo presenteche in ogni caso si tratta di una veritprovvisoria e che, pertanto, la teoria lo

strumento con cui lo scienziato,pi che cercare di attingerealla verit, cerca di salvare ifenomeni. Da notare, ancora,che secondo Duhem la teoria, in qualche modo, unipotesiscientifica matura, cio mate-matizzata. da notare, infine,che queste definizioni, perquanto articolate, ancoranulla ci dicono su come gliscienziati elaborano le teorie

(psicologia della scopertascientifica) e, soprattutto come le teoriesi relazionano ai fenomeni della natura.15

La nostra teoria che si relaziona con i fe-nomeni della natura si propone come quel-lassioma che tende ad unire il grado delpi profondo con quello del pi elevato. Unassioma che non pu che appoggiarsi, comei nostri piedi, sul terreno del reale. Un realepervaso di logica proprio come quella dellanatura o della o per physesossia della descrizione della natura propo-sta nei suoi epigrammi dal filosofo ionicoEraclito da Efeso16. Una per physes che cir-coscrive estesamente la fisica. Una fisica

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13 Esiodo, Teogonia, 78.14 P. Greco, chimico, collaboratore del gruppo di ricerca ICS (Innovazioni nella Comunica-zione della Scienza) della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (Sissa) di Trieste.15 Greco, 2002: 525-526, voce: Teoria.16 Eraclito (535 - 475 a.C. circa), filosofo della natura presocratico, sacerdote nel tempio di Ar-temide ad Efeso. I suoi frammenti scritti in greco ionico ed in prosa, sono giunti a noi sotto formadi aforismi ed epigrammi spesso incompleti con il titolo di , od Intorno alla natura. fa-moso per il suo principio del panta rhe o del tutto scorre nel divenire del plemos fra opposti.

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17 Genesi, 1,26.18 Esiodo, (VIII-VII sec. a.C.) primo poeta didascalico della Grecia. Tradizionalmente passatoalla storia come competitore poetico di Omero. Vinse lagone poetico in onore del principe Anfi-damante nellisola di Eubea. Scrisse il poema Le opere e i giorni ed il primo poema religioso greco, laTeogonia, giunti integri fino a noi. In modo frammentario e con attribuzione incerta abbiamo invecele opere: Il catalogo delle donne, Lo scudo di Eracle ed altre opere minori.19 Esiodo, Teogonia, 79.20 Rocci, 1995:1334, voce: , , .

che per, come gli Epigrammi eraclitei, ilsignificante in chiaroscuro dellanalisi con-dotta dallumano. La natura di fatto veste ipanni della fisica e la fisica si trasmuta nel-lambito della nostra fisicit infisiologia.

3 Dalla metamorfosi dellaPoiesis al Demiurgo

Di fatto, come appenareso visibile dallevidenza, possibile far risaltare conimmediatezza una delleinfinite metamorfosi nellequali si muove e si rispec-chia la Poiesis. Metamor-fosi che si legano lunaallaltra fra di loro senzasoluzione di continuit eprive di contraddizioni. Ledinamiche naturali della Poiesis conflui-scono anche nei fatti in quella avvincenteelaborazione di teorie che diverranno, tralaltro, oggetto dellindagine psicologicadella scoperta scientifica. Una scoperta cherichiede una dose di creativit collegata,nella sua espressione pi alta, con il campopi poietico che esista nella mente del-lumano ovvero quello dellarte. Un campoche ci riconduce a quellartista, artefice edemiurgo del quale ogni essere umano

fatto ad immagine e somiglianza17. La Po-iesis si rivela anche come un fattore tran-sculturale. La sua etimologia ci riporta aiprimordi del mito teogonico dellantica

Grecia che vide altres gli agoni ogare poetiche fra Esiodo edOmero. Un mito che ci ricon-duce necessariamente allemuse, filiazioni rappresenta-tive di tutta la sfera artisticadellumano. Un frutto questogenerato, come gi accen-nato, dallidillio di Zeus conMnemosine. Lultima delleloro figlie regali, la pi impor-tante di tutte, ebbe comenome quello di Calliope. lantico poeta Esiodo18 che citestimonia in merito a questamusa:

19,ovvero Calliope che la pi illustre ditutte. Una preminenza nascosta proprioallinterno del nome della musa stessa,composto di bello e (gen. )voce ovvero cals e ps ossia dalla bellavoce.20 Unapertura particolare presenteproprio nella maschera teatrale greca:fatta in modo da rafforzare il suono dellavoce (ut personaret): cosa resa necessariadalla ordinaria vastit degli antichi tea-

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tri.21 Quindi Calliope rappresenta la per-sonificazione della poesia. il mezzo attra-verso il quale fluisce la forza,lenergia vitale della sacra-lit poetica. Una sacralitrappresentata in quel tem-pio dove veniva celebratanella Grecia arcaica la litur-gia del sacrificio dellanimasul palcoscenico del primoteatro. Di fatto nello spa-ziotempo del V secolo:

Le tragedie venivanorappresentate nel teatrodi Dioniso di Atene cheera collegato con il tem-pio del Dio: qui, per la du-rata della festa venivaportata unantica immagine di Dioniso,conservata per il resto del tempo in unsantuario di quel complesso sacro situatonella periferia della Citt che si chiamavaAkademia.22

Un nome questo che ci riconduce al-lAccademia dellintelletto ovvero al-lespressione pi alta dellapprenderepraticata dallintelletto. Quindi nel temposacro celebrato nello spazio del tempio, ilrecitato calliopeo diveniva quel diaframma,quella porta che separava e separa il palco-

scenico della rappresentazione sacra, daquello della platea del mondo profano. Un

diaframma attraverso il quale siriflettevano per in pienasimmetria lo spirito evocatodallinsieme delle maschereconcelebranti con quellosempre concelebrante deglispettatori. Pertanto la ca-tarsi, acclamata nel teatro,diveniva una vera e propriapurificazione creativa. Si ri-specchiava nella perfettasimmetria della comunionenella quale la bella porta cal-liopea agiva da diaframmafra sceneggiato e spettatore.Una porta che unisce due

mondi divenuti simmetrici pu-rificati da quellenergia vitale che si im-pone come un vero e proprio assioma dellacreativit. Quindi etimologia e funzionedella Poiesis si mostrano in tutta evidenza,come nella chiarificazione espressa dal-leminente linguista Giacomo Devoto23. Unachiarificazione che ora giocoforza deve es-sere presentata. Avremo di fatto: poesia,dal lat. poesis (che dal gr. posis, nomedazione di poi creo), passato alla decli-naz. it. in a.24 Una declinazione nellaquale viene interpretata la creazione, chesegue in senso esteso i canoni calliopei

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23 La fenomenologia della Poiesis, M. Bulletti

21 Pianigiani, 1993: 1007, voce: Persona.22 Antonucci, 1997: 11.23 G. Devoto (1897-1974), fu uno dei massimi linguisti italiani del Novecento e uno dei mag-giori esperti della linguistica indoeuropea. Presidente dellAccademia della Crusca (1963). Fu ordi-nario di Glottologia e Rettore dellUniversit di Firenze. Coautore del Dizionario di Lingua Italiana edel Vocabolario Illustrato della Lingua Italiana.24 Devoto, 1968: 321, voce: Poesia.

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della poesia o della poietica. Avremo per-tanto una creativit personificata nel-lespressione poetica, ma cheha come suo motorelenergia vitale della Poie-sis. Unenergia vitale chemuove ogni logica insitanella parola attraverso laquale lessere umano de-scrive se stesso e luni-verso che lo circonda. Unaparola, un lgos che si rive-lano come una vera e pro-pria epifania. Unepifaniaparadossale che si pre-senta tanto ineffabilequanto indefinibile. Un ca-lembour questo nel qualelinterprete primo, lattoredellesegesi nel quale si rispecchia lessereumano, anche il demiurgo che dominalazione di quel: mettere in moto, far an-dare innanzi, operare, porre in azione25del lgos o della logica che pervade linfi-nito tutto.

4 Dalla metacosmologia alla relativit dellasimultaneit einsteiniana

Si avr pertanto sul palcoscenico delnostro universo, una metacosmologia dicui lautore, il regista e linterprete, quel-luno che, nelle sue incommensurabili me-tamorfosi, fa risplendere ogni genere divita inorganica ed organica. Volgendo ilnostro sguardo alluniverso che ci circonda,

ammireremo la Luna o il Sole o ancora unamiriade di stelle. La Luna che per ve-

diamo, non la Luna reale, limmagine della stessa checi arriva con un secondo diritardo. La Luna di fatto si-tuata nello spazio media-mente a Km 384.400 dallaTerra. Se consideriamoanche il parametro orbitaledella velocit media dellaluna che corrisponde ametri 1.082 al secondo, po-tremo renderci conto delladistanza nella quale si trovarealmente la Luna rispettoalla sua immagine da noipercepita. Il calcolo presto

fatto se consideriamo che lavelocit della luce nel vuoto equivale esat-tamente a 299.792.458 metri al secondo26pertanto limmagine della Luna che ve-diamo illusoria poich la Luna nel mo-mento stesso della nostra percezione invisibilmente, ma realmente situata nellospazio gi pi lontana di circa metri 1.082rispetto allimmagine percepita dai nostriocchi. In ugual modo questo nostro ritardodella percezione, si verifica in maniera pievidente nei confronti del Sole. Infatti ilSole che vediamo, quello situato nellospazio 8,33 minuti luce prima della nostrapercezione poich limmagine del Sole chepossiamo vedere grazie alla luce impiegaproprio 8 minuti e 33 secondi per giungerefino a noi. Le stelle che vediamo sono si-

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25 Pianigiani, 1993: 104, voce: Attore-trice.26 Bobin, 2006: 14.

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tuate nello spaziotempo miliardi di anniluce fa. Paradossalmente, se qualcuno ru-basse la Luna od il Sole od unastella, seguiteremmo a ve-dere questi pianeti per unbrevissimo periodo ditempo. Pertanto la nostrapercezione ed esistenzasono sempre differite in undivenire che si situa in unospaziotempo sfalsato sem-pre nel passato ovvero in ri-tardo nei confronti delpresente. Un ritardo che simanifesta perennementenei confronti del reale, inuna diacronia che, dal quasiinfinitesimale, giunge finoalla quasi eternit. Per que-sta sfalsatura dello spaziotempo espressanella molteplicit incommensurabile deifenomeni, ci permette ugualmente di su-perare la discronia spaziotemporale conluniverso che ci circonda. Nei fatti suffi-ciente pensare che luniverso costituentedi cellule che ci conforma, non possiededue cellule identiche. Altrettanto avvienein un universo costituito da cristalli dighiaccio nel quale non esistono due cri-stalli uguali. Il motivo per cui questi due fe-nomeni si verificano in modo univoco, sianel mondo organico che in quello inorga-nico, sta nel fatto che ogni cellula, comeogni individuo, sono sempre conformati,come ogni cristallo di ghiaccio, in uno spa-

ziotempo relativo differente, mai identico ase stesso. Ci presume che non possa esi-

stere, nel mondo dinamico nelquale viviamo, una piattastasi. Pertanto, la mancanzadi stasi presuppone lannul-lamento di una simultaneitche renderebbe possibilelidentico reduplicarsi dellenostre cellule o dei cristallidi ghiaccio. Basti pensare ainucleotidi ovvero agli ele-menti costitutivi degli acidinucleici del nostro DNA: inuna cellula, nel corso di unagenerazione, su tre miliardidi nucleotidi, se ne ritroverqualche dozzina cambiata;

c quindi un errore piccolis-simo, dellordine, grosso modo, di uno suduecento milioni di nucleotidi per ogni co-piatura.27 Un errore di copiatura del DNAche, sebbene piccolissimo, si verifica supe-rando i [...] meccanismi di controllo e dicorrezione delle copie di DNA appenafatte28. Quindi proprio il continuo modi-ficarsi dello spaziotempo relativo che si ve-rifica continuamente nel nostro pianetaerrante29 nello spazio, a non permetterela perfetta riproduzione di ogni generatosia organico che inorganico. Potremoanche affermare al proposito che tanto pigrande il numero di operazioni che ven-gono compiute allinterno di ogni feno-meno organico od inorganico, quanto pi

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25 La fenomenologia della Poiesis, M. Bulletti

27 Cavalli-Sforza, 1995: 127.28 Cavalli-Sforza, 1995: 127.29 Pianigiani, 1993: 1013, voce: Pianeta.

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incisiva la deformazione spaziotemporalegenerata dalla relativit nei confronti del-loperazione insita nel fe-nomeno in questione. proprio Albert Einsteinche ci introduce alla rela-tivit della simultaneit.Lo scenario quello clas-sico einsteiniano. C unbinario sul quale correun treno dal punto A alpunto B ed un altropunto esattamente amet definito come M1sul quale si trova un viag-giatore. C inoltre unaltro osservatore sullabanchina ferroviaria chenoi definiremo statica-mente euclideo che os-serva il treno nel suoavanzare. Nel preciso istante in cui il trenosi trova per lui nel punto M sempre a metstrada tra A e B, un fulmine colpisce con-temporaneamente i punti A e B.

5 Dal fulmine della simultaneit allassedella simmetria

La presentazione dei due assiomi ine-renti alle due differenti relativit della si-multaneit da parte del fisico tedesco, ben chiara: se un osservatore seduto intreno nella posizione M1 non possedessequesta velocit, allora egli rimarrebbe per-manentemente in M e i raggi di luce emessidai bagliori del fulmine A e B lo raggiunge-

rebbero simultaneamente, vale a dire si in-contrerebbero proprio dove egli situato.

Tuttavia nella realt (conside-rata con riferimento allabanchina ferroviaria), egli simuove rapidamente verso ilraggio di luce che provieneda B, mentre corre avanti alraggio di luce che provieneda A. Pertanto losservatorevedr il raggio di luceemesso da B prima di ve-dere quello emesso da A. Gliosservatori che assumono iltreno come loro corpo di ri-ferimento debbono percigiungere alla conclusioneche il lampo di luce B haavuto luogo prima dellampo di luce A. Perve-niamo cos al seguente im-

portante risultato: gli eventi che sonosimultanei rispetto alla banchina non sonosimultanei rispetto al treno e viceversa (re-lativit della simultaneit)30. Perci si avruna doppia relativit che vede il differen-ziarsi dello spaziotempo di ogni ordine di-namico rispetto a quello euclideo diciascun ordine statico. In definitiva qual-siasi copiatura del DNA cellulare come ilformarsi di ogni cristallo di ghiaccio, av-verr, superando il fenomeno della simul-taneit, in uno spaziotempo sempredifferente. Potremo anche dire che, a stati-che differenti, corrisponderanno sempreed inequivocabilmente situazioni di simul-taneit o di stabilit differenti. pertanto

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30 Einstein, 1981: 62.

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la deformazione statica dovuta al numeroincommensurabile delle differenti relati-vit della simultaneit che determina inmodo conseguentemente inoppugnabile ladifferenziazione a cui predestinato ogni agentedinamico, coinvolgendonecessariamente, anche separzialmente, la luce. Pale-semente non abbiamo unapercezione del carrousel di-namico nel quale ci muo-viamo e nel quale si muoveil nostro pianeta, il sistemasolare e la Via Lattea in-torno al cui centro gravi-tiamo ruotando. Le differenti relativitdella simultaneit si muovono allinternodi un equilibrio che, parafrasando Eraclito, possibile definire come un armonicotutto scorre. Unarmonia, un od un panta rhe che potremmo definire,utilizzando il linguaggio della fisica, comedi autoregolazione. Unautoregolazionetesa sempre al fine di raggiungere un equi-librio costante definibile in fisica come gi-roscopico. Gli esempi sono innumerevoli eci riguardano anche da vicino. Infatti il no-stro pianeta errante31, la Terra che abi-tiamo, ruota proprio intorno ad un asse diautoregolazione giroscopico:

Il giroscopio manifesta poi il cosid-detto effetto giroscopico o di precessione:applicando una forza, lasse tende a di-sporsi perpendicolarmente al piano indi-

viduato dalla forza e dallassemedesimo; in pratica si ma-nifesta un lento moto conicodellasse. La precessione fa-cilmente verificabile in unatrottola il cui asse sia obliquorispetto al piano di sostegno;lo stesso fenomeno si riscon-tra nel caso della Terra, cheha lasse di rotazione incli-nato rispetto al piano del-lorbita di rivoluzione.32

Il lento moto conico dellasse inclinatodella Terra, della trottola orbitante su cuiviviamo, ha una durata di 25.800 anni.33 Aquesto lentissimo movimento che modulail fenomeno degli equinozi e dei solstizi, faseguito un altro movimento, quello delleplacche tettoniche sulle quali appoggiamoi nostri piedi oppure navighiamo. Ognunadi queste differenti placche tettoniche simuove e ruota su di un nastro trasporta-tore. il geofisico francese Xavier Le Pi-chon34 che ci introduce nel merito:

Euler ha dimostrato che, su una sfera,il movimento relativo descritto da due in-

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27 La fenomenologia della Poiesis, M. Bulletti

31 Pianigiani, 1993: 1013, voce: Pianeta.32 Enciclopedia, Scienze Vol. 9 A-I, Garzanti, Milano, 2006, voce: Giroscopio, p. 708.33 Gribbin, 1998: 390, voce: Precessione degli equinozi.34 X. Le Pichon (1937-tuttora vivente), geofisico francese. Universalmente noto per il suomodello delle placche tettoniche, attualmente professore al Collge de France, gi assistente scien-tifico alla Columbia University (1986), Direttore del Dipartimento di geologia marina del Centrooceanologico di Bretagna, Professore alla Universit de Paris (1978), Direttore del Dipartimento digeologia a la Ecole Normale Suprieure de France (1984).

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siemi indeformabili, ovvero da due plac-che, necessariamente una rotazione.Una semplicissima esperienzaeffettuata su un globopermette di comprendereil significato di questoteorema. Per andare a so-vrapporsi su un altro, uncerchio massimo longitu-dinale deve compiere unmovimento di rotazioneattorno allasse del globo.Le traiettorie di sposta-mento seguono il trac-ciato delle latitudini eformano un insieme dipiccoli archi di circonfe-renza centrati sullasse dirotazione.35

Un asse di rotazione che ci riporta im-mancabilmente al soggetto principale del-lasse dellequilibrio giroscopico.

6 Dalla rotazione delle placche tettoniche al-lorbitazione del sistema solare

A tutti gli effetti le placche tettonicheche in tal modo si allontanano, seguendo ladinamica di Euler, sono quelle: dellAfricae [del]lAntartide, lAfrica e lIndia, lAntar-tide e lIndia, lAustralia e lIndia36 mentrele Americhe si allontanano rispettivamentedallEuropa e dallAfrica alla velocit di 3

centimetri lanno, 30 chilometri ogni mi-lione di anni, 6000 chilometri dal momento

della lacerazione ini-ziale37 per le velo-cit pi elevate sonoraggiunte nel Paci-fico: oltre 10 centi-metri lanno38 sulbordo dellOceanoPacifico e a nord del-lOceano Indiano. Perquesto motivo: Talizone si segnalano re-golarmente per igrandi terremoti e lespettacolari eruzionivulcaniche,39 a cui si

aggiungono i devastanti tsunami che le ca-ratterizzano. Alla velocit minimale delleplacche tettoniche corrisponde linconsa-pevolezza della velocit ben pi alta con laquale la Terra ruota intorno al proprio assedi equilibrio giroscopico. Se consideriamoche la Terra impiega notoriamente ognigiorno solare un periodo di tempo di 24 oreper percorrere Km 40.07640 si potr facil-mente dedurre che allequatore la velocitdi rotazione della Terra sul proprio assesar di Km 1.669,8333 ogni ora superandoin tal modo la velocit del suono che diKm 1.193,4 allora. Nessuno di noi si rendeminimamente conto di questa velocit di

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35 Le Pichon, 1988: 20.36 Le Pichon, 1988: 17.37 Le Pichon, 1988: 16.38 Le Pichon, 1988: 17.39 Le Pichon, 1988: 18.40 Enciclopedia della Geografia, 1993: 403, voce: Equatore.

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rotazione che va chiaramente a scemare aseconda della latitudine o del parallelo nelquale ci troviamo. La lo-gica ci fa capire che que-sta velocit di rotazione minima sui due poli.Impiegheremo di fattosei ore per compiere unarotazione di 90 e quindiquattro minuti per ruo-tare di un solo grado. Lavelocit di rotazionedella Terra allequatorerisulter per quasi irri-levante rispetto a quellaben pi alta raggiuntadalla Terra durante il per-corso della sua orbita intorno al Sole. Unavelocit che varia anchessa. Infatti vi uncambio di velocit nei diversi punti dellor-bita, essendo minima allafelio e massimaal perielio. Lafelio: il punto dellorbita diun pianeta o di un altro corpo celeste cor-rispondente alla massima distanza dal Sole.La Terra si trova allafelio il 3 luglio di ognianno41, mentre il perielio : il punto del-lorbita di un pianeta o di un altro corpocorrispondente alla sua distanza minimadal Sole. La Terra si trova al perielio il 3gennaio.42 Allafelio la velocit media-mente di km 29,3 al secondo, che corri-spondono a km 105.480 allora. Al perielio mediamente di km 30,3 al secondo, checorrispondono a km 109.080 allora. Lorbi-

tazione terrestre si inserisce allinterno diunarmonia sincronica per cui: la Luna or-

bita intorno allaTerra, la Terra or-bita intorno alSole e il Sole in-torno al centrodella Galassia.43Invece lorbita-zione del sistemasolare intorno alcentro della ViaLattea, la nostraGalassia, ha unadurata di 200 mi-lioni di anni e si

compie alla velo-cit di circa km 250 al secondo che corri-spondono a km 900.000 allora. Questaorbitazione deve giocoforza avvenire in-torno ad un centro gravitazionale cheabbia unimmensa quanto incommensura-bile forza di attrazione. Lipotesi pi plau-sibile, anche se per ancora irrisolvibile dalpunto di vista ottico, ossia non osservabilevisivamente, quella di unenorme buconero. Afferma prudentemente al propositolastrofisico Giancarlo Bernardi44:

Sebbene il nucleo della Via Lattea siairrisolvibile dal punto di vista ottico, gra-zie allutilizzo di strumenti che lavoranonellinfrarosso e nella zona radio, statopossibile osservare questa zona miste-

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41 Gribbin, 1998: 7, voce: Afelio.42 Gribbin, 1998: 375, voce: Perielio.43 Gribbin, 1998: 357, voce: Orbita.44 G. Bernardi (1955-tuttora vivente) astrofisico, scrittore e divulgatore scientifico, redattoredelle riviste Science Digest e Spectrum.

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riosa che potrebbe nascondere molte sor-prese, non esclusa quella della presenzadi un gigantesco buco nero.45

Quindi, linsieme sincro-diacronico di tutte le velo-cit appena enumerate,implica anche il verificarsidi un fenomeno che po-tremmo definire di plasti-cit giroscopica, che ponein equilibrio linsieme in-commensurabile delle dif-ferenti relativitspazio-temporali einstei-niane che si pongono con-temporaneamente inessere. Un contemporaneamente che po-tremmo definire anche come simultanea-mente. Una simultaneit inscrivibile a suavolta in un insieme incommensurabile diassiomi.

7 Dal carrousel dellUniverso alla metafi-sica dello sconosciuto

Pertanto, il panorama del nostro uni-verso fin qui descritto, ci riconduce per as-sociazione ad un carrousel, o pinotoriamente, a quella giostra a cavalli cheritroviamo in ogni luna park. Il centro diquella giostra sembra essere costituito daquel grande asse di simmetria situato pro-prio nel centro della nostra galassia, la ViaLattea. A quel grande asse si aggiunger la

molteplicit degli altri assi fin qui presen-tati in gradualit crescente. A questo in-

credibile quantoimpensabile carrousel,bisogna aggiungere an-cora il fenomeno del-l e s p a n s i o n edelluniverso. Essa furilevata in primo in-torno al 1913 da VestoMelvin Slipher, un gio-vane collaboratore delgrande e controversoastronomo americanoPercival Lowell. Slipheraveva osservato il blue-

shift della nebulosa diAndromeda e aveva calcolato che si stavaavvicinando alla Terra alla velocit di circa300 km al secondo (km/s): come dire circaun milione di chilometri lora! Mentre lagran parte delle altre nebulose a spiralemostravano un forte redshift e si stavano al-lontanando dalla Terra a 1000 km/s eoltre.46 Per meglio comprendere un fasciodi fotoni:

In avvicinamento, ha una luce appa-rente spostata verso lunghezze dondaminori, cio verso le lunghezze donda delcolore blu: il fenomeno che si chiamablueshift. Al contrario, una luce in rapidoallontanamento ci appare spostata versoil colore rosso: redshift.47

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45 Bernardi, 1996: 28.46 Greco, 2002: 238, voce: Evoluzione cosmica.47 Greco, 2002: 238, voce: Evoluzione cosmica.

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A tutti gli effetti dallentit del colore possibile stabilire la velocit dello sposta-mento delle galassie:

Ci grazie ad un bennoto effetto chiamato ef-fetto Doppler. Questo ef-fetto, scoperto nel 1842dal fisico austriaco C.Doppler (1803-1853), ilresponsabile della diffe-renza di tono con cuipercepiamo una sor-gente in moto di avvici-namento o diallontanamento. LeffettoDoppler, cos descritto,riguarda le onde sonoreche si propagano nellaria,ma il fisico francese A. Fizeau (1819-1896) ha poi esteso questa conclusioneanche alla radiazione luminosa e pertale motivo leffetto Doppler applicatoalla radiazione luminosa viene chia-mato effetto DopplerFizeau.48

Considerando leffetto DopplerFizeau:nel 1929 lastronomo Edwin Hubble preciscon maggiore accuratezza la scoperta diVesto Melvin Slipher constatando che nelnostro universo esiste una specifica re-cessione delle galassie per cui quantomaggiore la velocit di avvicinamento odi allontanamento, tanto maggiori sono il

blueshift o il redshift. Luniverso pertanto in una fase di espansione in accelerazione

iniziata col Big Bang. Quindi,lo spazio che contiene luni-verso, considerando la suaaccelerazione crescente, po-trebbe dilatarsi fino allinve-rosimile divenendoparadossalmente, sul pianoconcettuale, il contenitoredilatato di una serie di ipo-tesi teoriche che rasentanoproprio linverosimile. Que-sto paradosso si rivela inquanto tale poich la co-smologia non pu definire,attraverso la certezza datadallosservazione sperimen-

tale del fenomeno, il feno-meno stesso. Per, superando lostacolodella non osservazione, il fisico riuscir purtuttavia ad elaborare modelli teorici che siriveleranno poi validi. il fisico teorico L.Susskind49 che ci esemplifica quanto segue:

In ciascuno dei casi che ho descritto(quark, inflazione, evoluzione darwi-niana) le accuse commettevano lerrore disottostimare lingegno umano. Ci sono vo-luti solo pochi anni per verificare il mo-dello a quark in maniera indiretta congrande precisione.50

Quindi, come per ci che riguarda laconferma della presenza dei quark, linge-

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48 Bernardi, 1996: 82-83.49 L. Susskind, (1940- tuttora vivente), fisico statunitense, Professore ordinario della teoriadelle stringhe e della teoria quantistica dei campi presso la Stanford University (California).50 Susskind, 2007: 185.

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gno umano, superando la fisica del non os-servato, riesce ad attivare paradossalmenteuna funzione precognitrice,quella della metafisica.Una metafisica che va al-dil della fisica dopo lecose fisiche o naturali51.Potremo quindi ripro-porre il paradosso del nonosservato ovvero del me-tafisico che si coniuga conlosservato della fisica.Avremo quindi un as-sioma che unificher inun corpo unico la fisicacon la metafisica. Ci ren-deremo conto che en-trambe si presentano,immancabilmente, comeun binomio inseparabile, sul palcoscenicodelluniverso. Avremo pertanto ununit,una endiadi, un unico linguaggio fisico-metafisico, quello della Poiesis, che si ri-fletter, animandola, nella dinamica dellasimmetria.

8 Dal nastro di Mbius al parallelismo conlimmaginario

Una simmetria che potr essere rilevatanello specchio meccanico dellanello o na-stro di August Ferdinand Mbius.52

Per lappunto:

In topologia si diceanello o nastro di M-bius la pi semplicefra le superfici a unasola faccia, o unila-tere. Presa una stri-scia rettangolare dicarta e incollati in-sieme i suoi dueestremi, avendo perprima fatto compierea uno di essi un mezzogiro, si otterr unanello che presentauna sola faccia. La picuriosa propriet in-fatti di questa figura

che, tracciando con unapunta scrivente una linea media lungotutta la striscia dellanello, si ritorna nellaposizione di partenza, ma dallaltra partedella striscia.53

A ben vedere il percorso dinamico dellapunta scrivente che ritroveremo dallaltraparte della striscia, compie un vero e pro-prio rovesciamento simmetrico. Prima lapunta stava sopra, dopo il mezzo giro sitrover sotto. lo stesso fenomeno del ro-vesciamento dinamico di unimmagine che,

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51 Pianigiani, 1993: 848, voce: Metafisica.52 A. F. Mbius (1790-1868), matematico ed astronomo tedesco. Discendente di Martin Lu-tero per parte di madre, nel 1813 studi astronomia nellosservatorio di Gauss a Gottinga. In seguitosi rec ad Halle per studiare matematica con Johann Friedrich Pfaff. Nel 1815 scrisse la sua tesi dot-torale sulla Occultazione delle stelle fisse e quindi la sua tesi di abilitazione sulle equazioni trigono-metriche.53 Piccato, 1987: 280-281, voce: Mbius, anello o nastro di.

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dopo aver attraversato il foro della pupillao il diaframma di una camera fotografica,si ritrover, sulla retina o sullalastra fotografica, in posi-zione simmetrica e rove-sciata. Il mezzo giro delnastro di Mbius come lapupilla o il diaframma dellamacchina fotografica, otten-gono esattamente lo stessoeffetto, ossia quello del di-namico rovesciamento sim-metrico di uno stessooggetto o di una stessa im-magine. Potremmo, per sil-logismo, avanzare ancheunaltra ipotesi ovvero chesia loggetto fisico che il sog-getto metafisico seguano lostesso percorso. Riprendendo largomenta-zione specifica alla fisica avremo, come ap-pena dimostrato, su due piani differentidella fisica, ossia quello della meccanicambiana e quello dellottica, una risultanteidentica. Una risultante che vede il riflet-tersi simmetricamente rovesciato di un fe-nomeno comune per entrambe. Unfenomeno di sdoppiamento questo, chepotr essere anche riscontrato nella dop-pia immagine omogenea e disomogeneanella quale si rispecchia in s e per s, ainostri occhi, lUniverso. Un rispecchiarsiche diviene simmetricamente asimmetricoa seconda della grandezza di scala relativaalla misurazione del fenomeno in oggetto.Un fenomeno che esprime, quindi, una sua

propriet ben specifica, quella della meta-morfosi su scale di grandezza differenti. il

fisico teorico Leonard Sus-skind che ci precisa il con-cetto:

Secondo il mio dizionariola parola omogeneo significaovunque uniforme per com-posizione o struttura. Dettodi una minestra davena, o dipatate, vuol dire che privadi grumi. Naturalmente, se laguardiamo con la lente din-grandimento, non ci appariraffatto omogenea. Il fatto che quando si dice che qual-cosa omogeneo, occorreprecisare laffermazione ag-

giungendo a scale maggiori di una certalunghezza specificata. Una zuppadavena ben amalgamata omogenea allescale superiori al millimetro: un campo digrano omogeneo a scale grosso modosuperiori al metro.54

Quindi omogeneit e disomogeneit sirispecchiano nelle differenti dimensionidelle scale di grandezza che si presentanosul palcoscenico spazio-temporale delle re-lativit einsteiniane. Potremo anche ag-giungere che una delle proprietfondamentali della natura quella delles-sere in una immanente metamorfosi. Unfenomeno che apparir, come costante,sulle scale di grandezza pi grandi, quelleriguardanti lintero cosmo. Avremo infatti

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54 Susskind, 2007: 130.

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55 Greco, 2002: 540, voce: Universo.56 S. Paolo, Lettera agli Ebrei, 11,10.57 L. Apuleio, Metamorphoseon, Libro III,17.58 L. Apuleio di Madaura (attuale Mdaurush, Algeria) (125-180 d.C) scrittore, filosofo neo-platonico, retore, mago, alchimista, avvocato. Negli ultimi anni della sua vita ebbe linvestitura disacerdos provinciae a Cartagine. Figlio di un console romano, scrisse Le Metamorfosi o L Asino doro, ilDe Magia, i Florida giunti fino a noi; gli vengono attribuite molte opere apocrife: De herbarum medi-caminibus, De Remediis Salutaribus, Physiognomonia, Asclepius. Studi a Cartagine poesia, geometria,

che luniverso ha una: struttura omogeneae uniforme a larga scala e [...] una strutturadisomogenea e articolata a scala locale.55Pertanto il fenomenodel differenziarsid e l l u n i f o r m i t strutturale su infi-nite scale di gran-dezza ci permette diconstatare il pe-renne esibirsi di unfenomeno quasi me-tafisico, quello dellametamorfosi dellearchitetture pre-senti in natura. Siavr pertanto una se-quenza infinita di immagini che passa sem-pre attraverso il bel foro o la pupilla diCalliope. Una pupilla dietro la quale esisteuna persona, un essere pensante. Una per-sona che pensa ed agisce. Un essere per-vaso di energia vitale fatto ad immagine esomiglianza del ,56ovvero dellartista, artefice e demiurgoche ha generato linfinito tutto. Un uomopoietico, creato dal grande Architetto, cheha saputo inventare e costruire, fra tanti,microscopio e telescopio attraverso i qualiha messo a fuoco le infinite metamorfosi

nelle quali si esibisce lincommensurabilitdel tutto. Di fatto ed inconfutabilmente,tutta la natura si mostra alla Calliope delle

nostre percezioni attra-verso le fessure deinostri sensi sottoforme innumerevoli.Forme che sono in s eper s simili e dissimilie nel contempo une emolteplici. Avremoper alla baseununica essenza che,pur essendo una eduniforme, pu sdop-piarsi come ad esem-

pio nel paradosso dellarelativit einsteiniana della simultaneit.Pertanto la realt, nella sua antitesi, si pre-senta, in un parallelismo sempre pi ade-rente, identica allimmaginario.

9 Dalle metamorfosi della natura allo sdop-piamento nella fisica

La natura come la maga Pamphile,57 per-sonaggio che condizioner il destino diLucio, protagonista delle metamorfosi diLucio Apuleio,58 produce, come gli un-guenti dellincantatrice, innumerevoli pos-

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musica, filosofia e partecip ai riti misterici di Esculapio. Poi ad Atene studi ancora musica, filo-sofia e partecip ai Misteri Eleusini. A Roma venne iniziato anche al culto di Osiride e Iside. Viag-ger in Egitto, nellisola di Samo, Gerapoli, Alessandria dEgitto, ad Oea (odierna Tripoli) ed inOriente.59 Restak, 1987: 20.60 M. Cavalli (tuttora vivente), Dottore di ricerca in Filologia e letteratura del mondo clas-sico, Professore di Lingua e letteratura greca, Universit degli Studi di Milano.61 Apuleio, 1988: 13.62 Chevalier e Gheerbrant, 1992: 42, voce: Ane.

sibilit di conformazione in una serie infi-nita di metamorfosi. In questo caso il pa-rallelismo tra fisica emetafisica si rende ancorapi evidente. Avremo in na-tura, come nellimmagina-rio, la messa a fuoco dimorfologie differenti comequella che vede il Lucio del-lAsino doro trasformarsi daumano in animale e poi daanimale in umano. Avremodaltro canto anche meta-morfosi istantanee, come istantaneo lequilibrio alge-brico cerebrale fra due no-stri opposti: quellodellistinto pi profondo e quello della co-scienza pi elevata. Infatti, secondo il neu-rofisiologo Michael V. Johnston:

Il cervello opera sempre secondo prin-cipi algebrici: due neuroni inibitori neu-tralizzano leffetto di due neuronieccitatori.59

Pertanto la discesa dinamica nel pro-fondo della nostra aurea istintualit, ciriconduce, attraverso limpervio cammino

guidato dallistinto del sapere, verso la ri-salita nel livello pi alto della conoscenza.

Ben a ragione a propo-sito del Lucio diApuleio, la filologaMarina Cavalli60 af-fermer:

[...] luomo deditoallo spirito e alla co-noscenza, deve imbe-stiarsi nel corpo e neldestino dellanimalepi stupido.61

Avremo pertantoun altro rispec-

chiarsi dinamico del ro-vesciamento simmetrico. Dalla stupiditasinina, passando attraverso il paradigmadellassurdo esemplificato nellimmaginedellasino che vola, si giunger quindi allasapienza ed alla conoscenza pi elevata eregale. Un livello questo per cui quellasinodiverr in ultimo il simbolo della potenzaregale nel suo assurgere a symbole du roi62. Ilsimbolo dellasino si esprimer, come ap-pena dimostrato, in due significanti oppo-sti che si rispecchiano nellintelletto o nella

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