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Formazione Generale del Lavoratore

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INDICE

Formazione Generale del Lavoratore

INTRODUZIONE STORICO-NORMATIVA DELLA SICUREZZA E DELLA SALUTENEI LUOGHI DI LAVORO

- LA FORMAZIONE GENERALE- CHE COS’E’ UN RISCHIO?- CHE COS’E’ UN DANNO?- CHE COS’E’ LA PREVENZIONE?- CHE COS’E’ LA PROTEZIONE?

I RISCHI PER LA SICUREZZA E LA PREVENZIONE: cosa significano, perchèprevenirli, l’importanza di un adeguata conoscenza dellenorme.

ORGANIZZAZIONE DELLA PREVENZIONE AZIENDALE-Servizio di Prevenzione e Protezione e suo responsabile- Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza-Medico Competente E Sorveglianza Sanitaria-Addetti all’emergenza: Prevenzione Incendi, Evacuazione, Pronto Soccorso- La Segnaletica

DIRITTI DOVERI E SANZIONI PER I VARI SOGGETTI AZIENDALI- Il datore di lavoro- Il lavoratore- Dispositivi Di Protezione Individuale (DPI)- Maternità- Minori

GLI SPAZI LAVORATIVI E I MEZZI DI LAVORO

LA VALUTAZIONE DEI RISCHI

SISTEMI DI VIGILANZA, CONTROLLO E ASSISTENZA

CONCLUSIONI

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FORMAZIONE GENERALE del LAVORATORE

INTRODUZIONE STORICO-NORMATIVA DELLA SICUREZZA E DELLA SALUTENEI LUOGHI DI LAVORO.

L’allestimento normativo, costruito negli ultimi 20 anni, in materia di Tutela e Sicurezza suiLuoghi di Lavoro, conosce le tappe più significative nel 1994, con il D.Lgs 626 che,accogliendo alcune delle Direttive europee, segna un cambiamento e un miglioramento nelcodice normativo, attraverso l’introduzione di una ‘politica della sicurezza’, vale a direun sistema innovativo basato sul coinvolgimento e sulla partecipazione diretta dei soggetti(lavoratori, datori di lavoro); con il suddetto decreto infatti, si riconosce nell’esigenza diinnovare il corpus normativo, fino a quel momento orientato a garantire la sicurezza nellacornice di un sistema assicurativo risarcitorio, la necessità di una procedura e un codicecomportamentale basati sulla prevenzione e sulla limitazione del danno, sul coinvolgimentodei lavoratori attraverso un’adeguata informazione e sulla valutazione dei rischi e relativemisure da adottare. Le successive modifiche, apportate al D.Lgs 626/94, funzionali all’attività di coordinamentocon le Direttive europee e agli aggiustamenti che si sono resi necessari dopo i primi annidall’entrata in vigore del decreto, approdano nel 2008 al Testo Unico: questo complessonormativo costituito da 306 articoli e 51 allegati, ha coordinato, riordinato e riformato leprincipali norme in materia di sicurezza e di salute sul lavoro. Sucessivamente il TestoUnico accoglie il D.Lgs correttivo 106/09: la principale finalità del 106/09 è quella direndere maggiormente effettiva la tutela della salute e sicurezza sui luoghi dilavoro. Tra i correttivi introdotti: la modifica della normativa relativa ai cantieri, il codiceriferito alla verifica dei requisiti professionali anche nelle realtà private, le indicazionirelative al ‘campo di applicazione della norma’; inoltre il decreto correttivo chiarisce ilprofilo delle responsabilità relative ai piani di sicurezza dell’impresa affidataria nei confrontidei subappaltatori e dei lavoratori autonomi. In più vanno segnalati tra i correttivi apportatila valutazione dei rischi e la data certa, l’informazione, formazione e addestramentoobbligatorie anche per i dirigenti. Risulta quindi emergente dal Testo Unico 81/08 e suo correttivo 106/09 il concetto diprevenzione che assume lo statuto di un valore aziendale, attraverso un’adeguatainformazione ai lavoratori, l’adempimento delle norme tecniche di sicurezza e gli aspettigestionali, organizzativi, comportamentali che influiscono su di essa, che deve essererealizzata tramite l’istituzione di specifiche figure quali il Servizio di Prevenzione eProtezione e suo Responsabile, il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza, il MedicoCompetente, gli Addetti all’Emergenza (pronto soccorso, evacuazione, prevenzioneincendi). Quindi il Testo Unico (D.Lgs.81/08) e successivo correttivo (D.Lgs.106/2009) compilanol’indicazione normativa in materia di Sicurezza sui Luoghi di Lavoro e ampliano leprocedure sui sistemi di Prevenzione e Protezione, realizzando una trattazione dellamateria che offre all’azienda uno strumento attivo a livello sistemico, coinvolgendo eresponsabilizzando ogni soggetto partecipe del sistema azienda.Concludiamo la panoramica sull’evoluzione del Testo Unico con le nuove indicazioni fornitedall’Accordo Stato-Regioni, in particolare espresse nell’Allegato A, relative allaFormazione dei lavoratori e dei dirigenti ai sensi dell’articolo 37 comma 2 del D.Lgs 9

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Aprile del 2008. Ricordiamo che, dopo la modifica del titolo V della Costituzione, la “Sicurezza sulLavoro” è diventata materia concorrente tra lo Stato e le Regioni. Il 21 Dicembre 2011 la Conferenza per i Rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Provincieautonome ha sancito gli accordi per la Formazione in materia di Sicurezza sul Lavoro delDatore di Lavoro RSPP e di tutte le figure dellʼorganigramma aziendale: dirigenti,preposti e lavoratori. Tali accordi sono stati raggiunti in quanto previsti dal testo Unicoagli artt 34 (Datore di Lavoro RSPP) e 37 (Formazione dei lavoratori e dei lororappresentanti). Il D.Lgs. 81/08 infatti si limitava a chiedere al Datore di Lavorodi erogare una formazione sufficiente ed adeguata in materia di Salute e Sicurezzasul Lavoro e chiedeva alla conferenza di stabilire:-Durata; -Contenuti minimi; -Modalità di formazione;

L' Accordo Stato Regioni è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 26 gennaio 2012 ed hastabilito nuovi canoni per l'erogazione della Formazione in materia di Sicurezza negliambienti di lavoro, in particolare ha differenziato la Formazione in due aree (generale especifica) attribuendo un monte ore differente in funzione della classe di rischio diappartenenza. Quindi il parere della Conferenza Stato Regioni è stato acquisito e ne sono stati accoltianche una serie di suggerimenti che hanno arricchito e modificato l’impostazioneiniziale della normativa. Anche il parere delle Organizzazioni Sindacali è statoimportante, esse a loro volta hanno contribuito a modificare il decreto; ed infine il pareredel Parlamento che per mezzo delle commissioni lavoro di Camera e Senato ha avuto unruolo consultivo.

Nell’allegato A dell’Accordo Stato-Regioni vengono specificati la durata, i contenutiminimi e le modalità della formazione e degli aggiornamenti. I corsi di formazione per i lavoratori vanno realizzati previa richiesta di collaborazione aglienti bilaterali e agli organismi paritetici. I docenti possono essere interni o esterniall’azienda, purchè in possesso di esperienza triennale d’insegnamento o professionale inmateria di Salute e Sicurezza sul Lavoro. La metodologia di insegnamento/apprendimento privilegia un approccio interattivo checomporta la centralità del lavoratore nel percorso di apprendimento. Spetta al Datore diLavoro assicurarsi che ciascun lavoratore riceva una formazione adeguata, completa eaggiornata.

L’aspetto del percorso formativo che in questa sede risulta opportuno sottolineare è lasuddivisione in due moduli distinti e la loro relativa durata.La Formazione, infatti, viene suddivisa in generale e specifica.La Formazione Generale deve essere dedicata alla presentazione dei concetti generali intema di Prevenzione e Sicurezza sul Lavoro e deve avere una durata non inferiore alle 4ore. Tale formazione costituisce credito formativo permanente.La Formazione Specifica va riferita ai rischi connessi alle mansioni, ai possibili danni e alleconseguenti misure di prevenzione e protezione caratteristici del settore o comparto diappartenenza dell’azienda. Tale formazione è soggetta a ripetizioni e aggiornamentiperiodici. La durata della Formazione Specifica varia in base all’individuazione di appartenenza alle

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macro-categorie di rischio e corrispondente codice ATECO 2002-2007. Si tratta di:-4 ore per i settori della classe di rischio basso-8 ore per i settori della classe di rischio medio-12 ore per la classe di rischio alto

FORMAZIONE GENERALEQuesto modulo del percorso formativo verte su concetti generali in tema di Prevenzionee Sicurezza sul Lavoro. Si può facilmente intuire che si tratta di parole-chiave, nozioni dacui partire per individuare, nella cornice tematica della Sicurezza e della Prevenzione negliambienti di lavoro, gli atti, gli obblighi, le procedure, i rischi, le misure organizzative epreventive, le figure aziendali partecipi di tale sistema, i diritti e i doveri dei soggetticoinvolti.Partiamo dalle parole chiave della nostra Formazione Generale:-rischio-danno-prevenzione-protezione

CHE COS’E’ UN RISCHIO? È la probabilità del raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizionid’impiego o di esposizione a un determinato fattore o agente oppure alla lorocombinazione.Le categorie di definizione di rischio sono tre:1. Situazioni normate2. Situazioni non normate3. Situazioni a rischio non migliorabile

Per i rischi normati, si considerano accettabili valori che restano all’interno del valored’azione, cioè all’interno del range previsto dalla normativa.Per i rischi non normati si deciderà una soglia oltre la quale intervenire. Se ad esempiochiamiamo R’ il rischio residuo, si stabilirà che la soglia sarà minore-uguale a 2 R’. In casoil valore di rischio si situi all’interno del range definito, non si agirà.Si definiranno situazioni di rischio non migliorabile, le situazioni di rischio nelle qualicon la tecnologia disponibile attualmente, non è consentito un miglioramento.Sono considerate situazioni di rischio accettabili anche le situazioni in cui il rischiosuperi il valore doppio del rischio residuo, ma sia già applicata la tecnologia miglioredisponibile sul mercato, e di fatto, la tecnologia non consenta di ridurre ulteriormente ilrischio. Nel momento in cui dovessero apparire novità tecnologiche andrannoapprontate misure di miglioramento. E’ possibile quindi identificare una scala di priorità di intervento per ridurre il rischio,ossia una tempistica. Il concetto di rischio, rientrando nella sfera della probabilità,implica l’esistenza di una sorgente di pericolo e della probabilità che esso si trasformi in undanno.

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CHE COS’E’ UN DANNO?Il danno (lesione psico-fisica o danno alla salute) può essere considerato qualsiasiconseguenza negativa derivante dal verificarsi di un evento. Gli interventi di riduzione delrischio si dividono in due azioni fondamentali: la Prevenzione (che riduce la probabilitàdell’accadimento) e la Protezione (che agisce diminuendo la gravità del danno).

CHE COS’E’ LA PREVENZIONE? E’ il complesso delle disposizioni o delle misure necessarie per evitare o diminuire i rischiprofessionali nel rispetto della salute della popolazione e dell’integrità dell’ambienteesterno.Le misure di prevenzione possono essere di tipo strutturale (progettazione, costruzione eutilizzo adeguato di spazi, attrezzature, impianti) o amministrativo (adozione dicomportamenti e procedure operative adeguate, l’informazione e la formazione deilavoratori).

CHE COS’E’ LA PROTEZIONE?In generale è l’insieme degli strumenti di difesa contro ciò che potrebbe recare un danno(v. def. danno). Le procedure di protezione devono essere attuate al fine di eliminare i rischi individuati, onel caso in cui non sia possibile eliminarli completamente, ridurre il rischio a un livello"accettabile".Sia le misure di prevenzione che quelle di protezione vanno eseguite in breve termine sehanno carattere di urgenza oppure vanno inserite nella programmazione aziendale se sitratta di lavori per l’adeguamento previsti a medio o a lungo termine.

L’attenzione crescente nei confronti del potenziamento dei Sistemi di Prevenzione eProtezione unita ad una precisa volontà del legislatore di coinvolgere il lavoratoreattraverso un’ adeguata e comprovata informazione e conoscenza dei Sistemi diSicurezza/Prevenzione/Tutela della Salute sui Luoghi di Lavoro, ha migliorato, secondo irapporti degli ultimi anni dell’INAIL sulle percentuali d’infortuni (e quindi anche di rischio),la qualità di vita del lavoratore e in generale dei soggetti coinvolti nel sistema azienda. Come abbiamo già citato prima, la normativa specifica la portata dell’Informazione-Formazione del Lavoratore in ambito specifico (a completamento della generale) e ladurata minima che sappiamo essere variabile:-4 ore per le aziende a rischio basso -8 ore per le aziende a rischio medio -12 ore per le aziende a rischio elevato In accordo con le Direttive comunitarie si sono individuati altri parametri (oltre a quelliprettamente tecnici) che agiscono e influenzano il corretto funzionamento delle Proceduredi Sicurezza; è utile sottolineare che ai primi posti dei suddetti fattori individuati, lascarsa informazione del lavoratore partecipa ad aumentare il livello di pericolositàper una determinata attività. Pertanto, tra gli obblighi previsti in materia di Informazione dei Lavoratori, è previstoanche quello di fornire strumenti informativi di chiara e semplice comprensione.Con l’integrazione dell’Accordo Stato-Regioni del 2012 al Testo Unico del 2008 e al suosuccessivo correttivo del 2009, si completa la normativa in materia di Sicurezza ePrevenzione sui Luoghi di Lavoro.

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I RISCHI PER LA SICUREZZA E LA PREVENZIONE: cosa significano, perchèprevenirli, l’importanza di un adeguata conoscenza delle norme.

Un’azienda che non ha una buona reputazione allontana da se clienti, fornitori e aspirantilavoratori. Di conseguenza l’impatto sugli affari risulterà negativo.Quando apriamo il giornale o accendiamo la TV, spesso apprendiamo notizie che hanno ache fare con infortuni sul lavoro. Se l’incidente è grave, coinvolgendo molti lavoratori onella peggiore delle ipotesi, causando perdite di vite umane, la notizia avrà granderisonanza. Questo rappresenta un costo per l’azienda, una caduta d’ immaginenotevolissima. Le aziende spendono moltissimo per migliorare la propria reputazione, adesempio attraverso campagne pubblicitarie. Grossi infortuni o eventi negativicompromettono, anche irrimediabilmente, l’immagine di un’azienda.

Un’ attività, per questioni obbligatorie di legge, è sempre chiamata a gestire leproblematiche della salute e della sicurezza sul lavoro. Pertanto possiamo riferirci ad unSistema di Gestione della Salute e della Sicurezza, se vogliamo indicare un sistemaorganizzativo deputato in maniera specifica a definire degli obiettivi e a conseguirli.In materia di Sicurezza e Prevenzione della Salute sui Luoghi di Lavoro la normativasuggerisce indicazioni, procedure e obblighi riferiti al sistema di gestione, miratiall’implementazione della funzionalità e dell’ operatività, ovvero mirati ad unprocesso di messa a punto e attivazione dell’efficacia e della validità dei provvedimentidell’allestimento normativo e della loro applicazione.Le motivazioni che stanno alla base dell’implementazione di un Sistema di Gestione sonomolteplici: dalla complessità normativa in continuo aggiornamento al coinvolgimento dialtri soggetti implicati nella vita dell’azienda, come azionisti, istituti finanziari e gruppid’interesse generale; dal miglioramento della competitività ad una responsabilecomprensione della ‘cultura della sicurezza’, quindi ad un aumento di coinvolgimento econsapevolezza. Bastano solo questi pochi elementi, a titolo di esempio, per intuire cheuno strumento di controllo affidabile può preservare la vita dell’azienda dasanzioni e/o rischi elevati.Non stupisce quindi che negli ultimi anni ha assunto sempre maggiore importanza ilconcetto di etica nelle aziende. Il concetto di responsabilità sociale delle aziende sia intermini di Ambiente, sia in termini di Sicurezza e Salute sui Luoghi di Lavoro è quindicruciale. I sistemi di gestione vanno nella direzione di un’aumentataresponsabilità sociale e di un modo più etico di fare impresa.Questo aspetto contribuisce anche a responsabilizzare in misura maggiore i lavoratori.Pianificare, mettere in atto e controllare un sistema di sicurezza trasforma il lavoratorein un lavoratore informato vale a dire in grado di comprendere meglio la cultura dellasicurezza.

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ORGANIZZAZIONE DELLA PREVENZIONE AZIENDALE

L’Organizzazione della Prevenzione in azienda deve essere realizzata tramite l’istituzione dispecifiche figure che agiscono in modalità di coordinamento e di connessione fraloro. Tali figure sono:

Servizio di Prevenzione e Protezione e suo Responsabile RSPP; Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza RLS; Medico Competente MC; Addetti all’Emergenza (pronto soccorso, evacuazione, prevenzione incendi);

Un Sistema di Gestione della Sicurezza efficace deve basarsi sulla relazione tra questefigure, in maniera da poter garantire scambio di informazioni e collaborazione. Per poterlavorare in modo efficace tutte le figure devono essere coinvolte in un sistema ditrasferimento di competenze.

Servizio di Prevenzione e Protezione e suo ResponsabileRSPP

Il Testo Unico prevede la nomina da parte del Datore di Lavoro degli addetti al ServizioPrevenzione e Protezione e di un Responsabile di questo servizio. La figura del RSPP svolge un’importante funzione di collaborazione con il datore di lavoro,in quanto è la figura tecnica ossia colui che ha le capacità e le conoscenze per affrontarele problematiche relative alla sicurezza da un punto di vista progettuale. Il Responsabiledel servizio svolge i propri compiti di carattere tecnico in un ambito di funzioni in cui gliaspetti progettuali, gestionali ed organizzativi sono di estrema rilevanza. Il Datore di Lavoro (principale titolare delle responsabilità relative all’igiene e alla sicurezzanegli ambienti di lavoro) si serve di questa figura:- per individuare e valutare i rischi;- segnalare le misure di controllo relative alla sicurezza e alla salubrità dell’ambiente

di lavoro;- elaborare le procedure di sicurezza;- compilare i programmi per la informazione e formazione dei lavoratori;- intervistare i lavoratori;- collaborare con il Medico Competente e con il Rappresentante dei Lavoratori per la

Sicurezza;- realizzare indagini specifiche quali ad esempio le misurazioni delle esposizioni

(fonometrie, vibrometrie, analisi ambientali);

Salvo che nei casi indicati dal testo di legge, come ad esempio nelle aziende industriali conoltre 200 lavoratori o nelle industrie estrattive con oltre 50 lavoratori o nelle strutture diricovero e cura pubbliche e private con oltre 50 lavoratori, il Datore di Lavoro può svolgeredirettamente i compiti propri del Servizio di Prevenzione e Protezione dai rischi, di primosoccorso, nonché di prevenzione incendi e di evacuazione, dandone preventivainformazione al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS).Nel caso in cui il Datore di Lavoro intenda svolgere in maniera diretta il ruolo di RSPP hal’obbligo di seguire un corso di formazione di almeno 16 ore.

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Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza

Il Testo Unico prevede la partecipazione attiva dei lavoratori al processo di prevenzione,sia direttamente che tramite la nomina del Rappresentante dei Lavoratori per la SicurezzaAziendale (RLS), e, nel caso quest’ultimo non sia stato eletto, attraverso la nomina delrappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza Territoriale (RLST).Il Testo Unico definisce quali competenze debba acquisire il Rappresentante deiLavoratori. Per svolgere le attività che di seguito elencheremo, il futuro RLS dovràfrequentare appositi percorsi formativi a lui dedicati, una formazione particolarmenteimpegnativa che trasferisca contenuti legislativi, tecnici ma anche nozioni legate alletecniche di comunicazione. Infatti le capacità relazionali, comunicative e di osservazionedell’RLS sono fondamentali, in quanto l’RLS dovrà interagire anche nei confronti delproprio Datore di Lavoro, dei dirigenti, dei preposti, del RSPP, del medico competente edell’organo di vigilanza competente per territorio, qualora questo entri in azienda o sianecessario farlo intervenire.Questa figura partecipa al Sistema di Prevenzione dei rischi dell’azienda e all’adempimentodelle norme tecniche di sicurezza, realizzando:- sopralluoghi negli ambienti di lavoro;- informando i lavoratori sui loro diritti e doveri;- partecipando alla valutazione dei rischi e alla programmazione, realizzazione e

verifica della prevenzione;- intervenendo sulla designazione del Responsabile e degli addetti al Servizio

Prevenzione e Protezione e degli addetti all’ emergenza; Viene consultato anche per la nomina del medico competente, partecipa all’organizzazionedella formazione dei lavoratori in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, halibero accesso alla consultazione di tutti i documenti aziendali sulla valutazione dei rischi,deve avere delle competenze consolidate in materia di igiene e sicurezza del lavoro,affianca gli organi di vigilanza in caso di sopralluoghi, ha la facoltà di avanzare propostesull’organizzazione delle attività di prevenzione.

Medico Competente E Sorveglianza Sanitaria

Un'altra figura cardine nel processo di attuazione della prevenzione è quella del medicocompetente (MC).Nominato dal Datore di lavoro, il MC è presente in tutte quelle impresein cui la normativa vigente prevede il controllo sanitario dei lavoratori, ossia ovunque visiano rischi per la salute dei lavoratori. Il MC collabora a più livelli in azienda: dalleprocedure di sorveglianza sanitaria sui lavoratori esposti a rischio alla verifica dell’idoneitàalla mansione, dalla collaborazione all’attività di informazione e formazione dei lavoratoriall’organizzazione del primo soccorso in azienda. Spettano inoltre a questa figura:- le procedure di accertamento della salute del lavoratore anche in fase pre-

assuntiva;- le visite mediche programmate periodiche;- le visite per l’accertamento della verifica di assenza di dipendenza da alcol o

sostanze psicotrope o stupefacenti;- le visite in occasione del cambio di mansione finalizzate al riconoscimento

dell’idoneità;

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- la visita medica in occasione della cessazione di rapporto; - l’accertazione di stato di gravidanza;

In una parola adempie a tutti gli obblighi relativi alla sorveglianza sanitaria.Oltre a questo, collabora al Programma di Prevenzione con il Datore di Lavoro e il Serviziodi Prevenzione e Protezione, visita gli ambienti di lavoro, collabora all’attività diinformazione e formazione dei lavoratori e all’organizzazione del primo soccorso inazienda.

Addetti all’emergenza : Prevenzione Incendi, Evacuazione, Primo SoccorsoL’emergenza può essere una qualsiasi situazione imprevista di grave o imminente pericoloper le persone, l’ambiente o i beni.La normativa prevede che le aziende siano organizzate per prevedere le possibiliemergenze che possono verificarsi. E’ necessaria quindi la formazione di personale in grado di attuare tempestivamente i primiinterventi per fronteggiare situazioni di emergenza cioè il soccorso in caso di malore oinfortunio, la prevenzione d’incendi o la necessità di evacuare rapidamente i luoghi dilavoro. Gli addetti all’emergenza vengono nominati dal Datore di Lavoro e non possono, se nonper giustificato motivo, rifiutare la designazione. Devono quindi essere formati, essere innumero sufficiente e disporre di attrezzature adeguate, tenendo conto delle dimensioni edei rischi specifici dell’azienda. Con l’acquisizione di queste competenze potranno verificaree monitorare la funzionalità dei sistemi di gestione dell’emergenze: dai dispositivi d’allarmealle uscite di sicurezza sino alle manovre di primo soccorso.

SEGNALETICA DI SICUREZZA (D.Lgs. 493/96) (D.Lgs. 81/08)

Le norme di prevenzione stabiliscono l’importanza svolta dalla segnaletica che, garantendola trasmissione immediata di un messaggio, fornisce informazioni utili e di facile fruizioneai fini della sicurezza in azienda.Il codice colore abbinato al codice forma sintetizza nella segnaletica i divieti (colore rosso eforma circolare), i pericoli (colore giallo e forma triangolare), le prescrizioni/informazioni egli obblighi (colore azzurro), sicurezza e primo soccorso (colore verde).Il datore di lavoro deve predisporre un’adeguata segnaletica sui luoghi di lavoro, relativasia ai rischi connessi alle lavorazioni e agli impianti, sia ai mezzi di protezione.La segnaletica fornisce un’indicazione o una prescrizione concernente la sicurezza o lasalute sul luogo di lavoro utilizzando a seconda dei casi, un cartello, un colore, un segnaleluminoso o acustico, una comunicazione verbale o un segnale gestuale

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DIRITTI DOVERI E SANZIONI PER I VARI SOGGETTI AZIENDALI

Il Testo Unico stabilisce per le varie figure presenti in azienda un protocollocomportamentale ed un’assegnazione specifica di diritti e doveri in base ai ruoli e allemansioni svolte.

Il datore di lavoro:Art.2 ex D.Lgs.626/94: è il soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o,comunque, il soggetto che, secondo il tipo e l’organizzazione dell’impresa, ha laresponsabilità dell’impresa stessa. Il datore di lavoro possiede i poteri decisionalidell’impresa ed è responsabile dell’applicazione della normativa vigente. Il soggettoresponsabile dell’applicazione della normativa sulla sicurezza all’interno dell’azienda non èsolo il datore di lavoro ma lo sono anche i dirigenti e preposti, ciascuno in base allerispettive competenze, fatta eccezione per alcuni specifici compiti che possono essereassolti solo dal Datore di lavoro. (I dirigenti e i preposti svolgono un ruolo di supporto al datore nello svolgimento delle suefunzioni aziendali e sono nominati attraverso la delega di funzioni.I dirigenti: dipendenti che ricoprono in azienda un ruolo che prevede autonomia e poteredecisionale e la cui attività è diretta a perseguire e a realizzare gli obiettivi dell’impresa.I preposti: coloro che nelle aziende sovrintendono i lavori. A loro sono riservate funzionidi controllo e di sorveglianza, con ridotti poteri organizzativi e decisionali).

Vediamo alcuni obblighi del Datore di lavoro: Individua, sulla base della valutazione dei rischi e dei DPI disponibili, i DPI più

idonei a proteggere i lavoratori; Fornisce i DPI con marchio CE; Fissa le condizioni d’uso e manutenzione; Verifica che le istruzioni d’uso siano in lingua comprensibile dal lavoratore; Verifica il corretto utilizzo dei DPI in base alle istruzioni fornite; Richiede al medico competente l’osservanza degli obblighi previsti a suo carico. Prende provvedimenti per evitare che le misure tecniche adottate possano causare

rischi per la salute della popolazione o deteriorare l’ambiente esterno verificandoperiodicamente l’assenza di rischio.

Elabora il DUVRI, e, su richiesta di questi e per l’espletamento della sua funzione,consegna tempestivamente copia al o ai rappresentanti dei lavoratori per lasicurezza

Consegna tempestivamente al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, surichiesta di questi, copia del DVR e del DUVRI.

Aggiorna la scelta dei DPI in funzione della variazione dei rischi presenti nel luogo dilavoro.

Comunica all’INAIL i nominativi del o dei rappresentanti dei lavoratori per lasicurezza.

Comunica all’INAIL, infortuni sul lavoro che comportino un’assenza dal lavoro dialmeno un giorno, e a fini previdenziali di almeno 3 giorni.

Adotta le misure necessarie ai fini della prevenzione incendi e dell’evacuazione deiluoghi di lavoro.

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Aggiorna le misure di prevenzione in relazione ai mutamenti organizzativi eproduttivi che hanno rilevanza ai fini della salute e sicurezza del lavoro, o inrelazione al grado di evoluzione della tecnica e della protezione.

Nell’ambito dello svolgimento di attività in regime di appalto e di subappalto,munisce i lavoratori di apposita tessera di riconoscimento, corredata di fotografia,contenente le generalità del lavoratore e l’indicazione del datore di lavoro.

Il lavoratoreArt.2 ex D.Lgs.626/94: Persona che presta il proprio lavoro alle dipendenze di undatore di lavoro a prescindere dal contratto in essere.Il lavoratore fa parte integrante del Sistema di Sicurezza aziendale.Il principio della partecipazione attiva del lavoratore in materia di sicurezza e prevenzionedei rischi stabilito dal Testo Unico si realizza nel comportamento dei singoli lavoratori, chedevono avere un atteggiamento corretto e prudente, evitare distrazioni che possanodanneggiare il proprio lavoro e quello altrui, dunque mantenere un alto livello diattenzione, attenersi alle regole e alle disposizioni ricevute dai superiori, non eseguiremanovre senza autorizzazioni, specie se non si è in possesso di una competenza specifica.

In particolare:

Deve prendersi cura della propria sicurezza e della propria salute e di quella dellepersone presenti sul luogo di lavoro, conformemente alla sua formazione e alleistruzioni e ai mezzi forniti dal Datore di lavoro.

Deve contribuire, assieme al Datore di lavoro, ai dirigenti e ai preposti,all’adempimento di tutti gli obblighi imposti dall’autorità competente o comunquenecessari per tutelare la sicurezza e la salute dei lavoratori durante il lavoro.

Deve adoperarsi direttamente, in caso di urgenza, nell’ambito delle propriecompetenze per eliminare o ridurre le situazioni di pericolo grave e incombente,dandone notizia al Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza.

Deve sottoporsi ai controlli sanitari previsti. Deve osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal Datore di lavoro, dai

dirigenti e dai preposti, ai fini della protezione collettiva ed individuale. Deve utilizzare correttamente i macchinari, le apparecchiature, gli utensili, le

sostanze ed i preparati pericolosi, i mezzi di trasporto e le attrezzature di lavoro,nonché i dispositivi di sicurezza.

Deve utilizzare i DPI messi a disposizione, in base alle modalità fornite nel corso diformazione, informazione ed addestramento;

Deve avere cura dei DPI, senza modificarne le caratteristiche di propria iniziativa; Deve segnalare prontamente al Datore di lavoro, al dirigente o al preposto,

qualunque rottura o difetto dei DPI messo a disposizione; deve attenersi alleprocedure aziendali riguardo la riconsegna dei DPI, al termine dell’orario di lavoro.

Deve rispettare i divieti e gli avvertimenti evidenziati dalla segnaletica esposta. Deve partecipare ai programmi di formazione e di addestramento organizzati dal

datore di lavoro. Deve effettuare una pausa o un cambiamento di attività di 15 minuti ogni due ore di

lavoro al videoterminale.

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Non rimuovere o modificare senza autorizzazione i dispositivi di sicurezza o disegnalazione o di controllo.

Non compiere di propria iniziativa operazioni o manovre che non sono di propriacompetenza ovvero che possono compromettere la sicurezza propria o di altrilavoratori.

Non occupare i percorsi di emergenza con materiali ed oggetti e chiudere oimpedire la libera apertura delle porte di emergenza.Non imbrattare o rendere poco visibili i cartelli di segnalazione

dei percorsi di fuga.

Dispositivi Di Protezione Individuale (DPI)

Il Testo Unico chiarisce gli obblighi in materia di Protezione della Persona (sia che si trattidel datore di lavoro che del lavoratore).Rientrano in questa sezione le indicazioni sull’abbigliamento adeguato alla natura dellemansioni e alle caratteristiche delle macchine e degli impianti.I dispositivi di protezione individuale (DPI) sono le attrezzature destinate aproteggersi direttamente contro i rischi cui si è esposti durante il lavoro. Devono esseremessi a disposizione dall’azienda e il lavoratore deve curarne la buona conservazione. I DPI devono soddisfare i seguenti requisiti generali:-possesso della marcatura CE e di tutte le certificazioni previste.-compatibilità del DPI con il rischio da prevenire e con le esigenze ergonomiche e di salutedel lavoratore.-presenza di istruzioni di utilizzo chiare e in lingua comprensibile dal lavoratore.

Le categorie del DPI sono tre:I categoria. Comprende i DPI che proteggono da rischi fisici di modesta entità e sono disemplice progettazione. Proteggono da azioni lesive di lieve entità provocate da:strumenti meccanici o prodotti detergenti, urto con oggetti caldi (>50°), fenomeniatmosferici, vibrazioni, urti lievi, azione lesiva da raggi solari (guanti, occhiali, visiere,scarpe antinfortunistiche, elmetti e caschi). II categoria. Comprende i DPI che non sono contenuti nelle altre due categorie (scarpeantinfortunistiche).III categoria. Comprende i DPI che proteggono dai danni gravi e/o permanenti e dallamorte. In particolare, appartengono a questa categoria: gli apparecchi di protezionerespiratoria filtrante, gli apparecchi di protezione isolanti, i dispositivi contro le aggressionichimiche, i dispositivi per salvaguardare le cadute dall’alto e quelli che espongono atensioni elettriche (APVR, calzature totalmente polimeriche, guanti e D.P.I. per cadutedall’alto).

I DPI devono:- Essere conformi alle norme del D.Lgs. 475/92- Essere adeguati a prevenire i rischi.- Essere adeguati alle condizioni esistenti sui luoghi di lavoro.- Tenere conto delle esigenze ergonomiche e di salute del lavoratore.- Poter essere adattati all’utilizzatore secondo le sue necessità.

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- In caso di rischi multipli che richiedono l’uso di più DPI, devono essere tra lorocompatibili.

La scelta del DPI più idoneo prende in considerazione i requisiti richiesti in conseguenzadell’analisi dei rischi lavorativi, delle caratteristiche delle sostanze e delle modalità diimpiego e di esposizione degli addetti. In caso di rischi multipli risulta necessaria laprotezione di diversi DPI e la piena compatibilità nell’utilizzo simultaneo degli stessi.

In merito alla gestione dei DPI il Datore di lavoro e i lavoratori sono entrambi soggetticoinvolti in diversi obblighi. Il Datore di lavoro è responsabile dell’efficienza dei DPI,effettua analisi e valutazione dei rischi, individua caratteristiche DPI adeguati ai rischi,valuta informazioni fornite dal fabbricante dei dispositivi, aggiorna la scelta dei DPIogniqualvolta intervenga una variazione negli elementi di valutazione e ne assicura lecondizioni d’igiene, mediante manutenzione, riparazioni e sostituzioni.I lavoratori sono tenuti ad usare, aver cura e riconsegnare i propri DPI, a segnalaredisfunzioni e/o rotture dei dispositivi.

MaternitàIl D.Lgs. 26/03/2001 n.151 riporta le disposizioni legislative in materia di tutela a sostegnodella maternità e della paternità. Questo testo specifico va ad integrare le norme generalidi tutela della salute delle donne previste dal D.Lgs 81/08. Nello specifico, l’articolo 12 comma 1 del D.Lgs. 151/01, obbliga il datore di lavoro adadottare le modifiche necessarie, quali la modifica temporanea delle condizioni o l’orario dilavoro, qualora i risultati della valutazione dei rischi, rivelino un rischio per la sicurezza eper la salute sul lavoro delle lavoratrici gestanti, puerpere e in periodo di allattamento.Le lavoratrici sono obbligate a comunicare al datore di lavoro il proprio stato di gravidanza,non appena accertato. La valutazione dei rischi per le lavoratrici in stato di gravidanza o in allattamento spetta alDatore di lavoro e si estende fino a sette mesi dopo il parto. Particolare attenzionemeritano i rischi derivanti da esposizione e contatto con agenti fisici chimici o biologici.Alcuni esempi di rischi relativi a mansioni lavorative non idonee a lavoratrici in gravidanzasono: -trasporto e sollevamento pesi e in generale lavori di manovalanza pesante;- lavori su scale e impalcature; -lavori con macchine scuotenti o con utensili che trasmettono intense vibrazioni;-lavori che implicano una stazione in piedi per più di metà orario; -lavori notturni (fino al compimento di un anno del bambino).

E’ vietato adibire al lavoro le donne durante i due mesi precedenti la data presunta delparto e durante i tre mesi dopo il parto.Quindi il congedo di maternità è valido:-durante i due mesi precedenti la data presunta del parto.-nel caso in cui il parto avvenga oltre tale data, per il periodo intercorrente tra la datapresunta e la data effettiva del parto.-durante i tre mesi successivi al parto.-durante i giorni non usufruiti prima del parto (questi andranno aggiunti al periodo dicongedo dopo il parto).Il divieto è anticipato a 3 mesi dalla data presunta del parto, quando le lavoratrici sono

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occupate in lavori che, in relazione all’avanzato stato di gravidanza, siano da ritenersigravosi o pregiudizievoli.La tutela per le madri lavoratrici si applica inoltre a coloro che hanno ricevuto bambini inadozione o in affidamento fino al compimento dei sette mesi di età.Sono previsti Permessi:Le lavoratrici in attesa di un figlio, hanno diritto a permessi retribuiti per effettuare esamiprenatali, accertamenti clinici e visite mediche specialistiche, nel caso in cui questedebbano essere eseguite durantel’orario di lavoro.

Sono previsti Riposi:Il datore di lavoro assicura alle donne incinte e alle madri che allattano la possibilità diriposare in maniera distesa e in condizioni appropriate; inoltre consente alle lavoratricimadri, durante il primo anno di vita del bambino, due periodi di riposo anche cumulabilidurante la giornata.Sono previsti casi di interdizione dal lavoro, sulla base di accertamento medico, in caso digravi complicanze della gravidanza o quando la lavoratrice non possa essere spostata adaltre mansioni più idonee al suo stato fisico.

MinoriIn merito alla nuova disciplina sul lavoro minorile è utile sottolineare che dopo le recentirivisitazioni e modifiche, la normativa è stata ampliata in tema di sicurezza, salute, limitid’età e istruzione. L’obiettivo è la difesa dal rischio di sfruttamento e quindi aumentano, acarico del Datore di lavoro gli obblighi e gli oneri. L’età minima per l’ammissione al lavoro non può essere inferiore ai 16 anni compiuti;previa autorizzazione della Direzione Provinciale del Lavoro e dei titolari della potestàgenitoriale, l’impiego dei minori è contemplato in attività lavorative di carattere artistico,culturale, pubblicitario o sportivo, purchè tali attività non rechino danno alla sicurezza,all’integrità psicofisica, allo sviluppo del minore, alla frequenza scolastica o partecipazionea programmi di orientamento e formazione professionale.Prima di iniziare l'attività il minore deve essere dichiarato idoneo a seguito di visitamedica da effettuarsi presso un medico competente pubblico o privato che rilasceràl'apposita certificazione. I controlli medici devono essere poi ripetuti periodicamente(intervalli non superiori ad un anno) e sono tutti a carico del Datore di lavoro.Qualora il minore risultasse non idoneo per una determinata mansione, il datore hal'obbligo di non utilizzarlo più per svolgere quella particolare attività.Il lavoro minorile è vietato in tutte le circostanze che possano risultare nocive per la salute,esposizione ad agenti fisici, biologici e chimici pericolosi. E’ vietato l’impiego di minori allaconduzione di veicoli da trasporto (eccetto ciclomotori e veicoli fino a 125 cc.), nel lavoronotturno e al trasporto pesi per più di 4 ore al giorno. Infatti la durata massima delle orelavorative è di 8 giornaliere per un totale di 40 settimanali.Sono previste deroghe in caso di motivi didattici o di formazione professionale. Il datore dilavoro che si ritrova a gestire l’organizzazione lavorativa di un minore, deve effettuare lavalutazione dei rischi tenendo conto della possibilità di mancanza di esperienza e /o diconsapevolezza nei riguardi dei possibili rischi lavorativi. L’idoneità del minore al lavoro vapreventivamente verificata e periodicamente controllata.

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GLI SPAZI LAVORATIVI E I MEZZI DI LAVORO

Il Testo Unico informa l’azienda sulle caratteristiche, sulla gestione e manutenzione deglispazi lavorativi (pulizia, ordine, disposizione razionale dei materiali e delle attrezzature,temperature e umidità confortevoli, corretta illuminazione, rumore ambientale contenuto)e sull’uso e manutenzione corretti dei mezzi di lavoro. In particolare si stabilisce che gli utensili a mano devono essere adoperati solo per l’uso acui sono destinati e nel modo più idoneo e vanno sostituiti quando risultano deteriorati.L’uso delle scale portatili (che non vanno utilizzate come scale semplici) dev’essere svoltoattenendosi ai protocolli specifici per il corretto impiego e relativo funzionamento, evitandodi effettuare spostamenti anche minimi quando su di esse ci sono delle persone, evitandol’utilizzo di scale metalliche quando si lavora in prossimità o direttamente sugli impiantielettrici, ecc.Le macchine e gli impianti non devono essere utilizzati senza autorizzazione. Primadell’utilizzo va verificata l’integrità degli schermi e delle protezioni e si rende necessariasempre la regolare manutenzione degli impianti, con particolare riguardo ai dispositivi disicurezza.

LA VALUTAZIONE DEI RISCHILe misure destinate alla tutela della salute del lavoratore si evincono dalla valutazione deirischi. Il documento della valutazione dei rischi deve essere organizzato come un Sistemadi Gestione.La classificazione dei rischi viene stilata in base alle varie tipologie (igienico-ambientale,biologica, organizzativa ecc.), viene valutata la gravità del rischio e si predispongono gliinterventi per la riduzione o l’eliminazione. Il Testo Unico prevede, nella compilazione dellavalutazione dei rischi, anche il rischio stress lavoro-correlato, che rientra nella categoria deirischi psico-sociali, vale a dire tutte quelle forme di disagio che sono frutto della difficoltàdi relazione tra gli individui e le organizzazioni sociali, comprese le aziende e i luoghi dilavoro (nella precedente normativa si ravvisava un difetto in quanto non era esplicitamenteprevista la valutazione di tutti i rischi psicosociali e nella fattispecie la valutazione delrischio da lavoro correlato). Lo stress sul lavoro non è una malattia, ma una modalità diadattamento psicofisica alle difficoltà che l’uomo incontra nel proprio ambiente, compresoquello lavorativo. Si tratta di un cosiddetto “nuovo rischio” e quindi meritevole diattenta ponderazione. La valutazione dello stress lavoro-correlato, effettuata nel rispettodelle indicazioni della Commissione Consultiva permanente per la Salute e la Sicurezza sulLavoro, decorre dalla elaborazione delle predette indicazioni e comunque, anche in difettodi tale elaborazione, a far data dal 1° gennaio 2011.

Nel Documento di Valutazione dei Rischi andranno specificati i criteri adottati per lavalutazione, e vi è un’ ulteriore specificazione che la scelta dei criteri di redazione sonorimessi al Datore di Lavoro.Criteri: - semplicità, brevità, comprensibilità: non vi è uno schema obbligatorio, ma la sceltadei criteri è affidata a colui che ne è responsabile in funzione della situazione concreta.- completezza e idoneità dello strumento, in modo che il DVR sia uno strumentooperativo di pianificazione degli interventi aziendali e di prevenzione.Non c’è quindi uno schema obbligato e l’efficacia dello strumento andrà valutata

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nell’applicazione pratica. Rimane comunque uno strumento complesso, perché sappiamoche la valutazione di alcuni rischi non è di per sé né semplice né breve. L’aspetto piùrilevante rimane l’aderenza alla complessità dell’organizzazione e dei processiproduttivi e la possibilità di informare efficacemente le figure, anche i consulenti, che sitrovino a consultarlo. Il documento deve quindi essere dinamico e funzionale almiglioramento delle condizioni di sicurezza, deve in sostanza prevedere l’adozione dimisure di miglioramento e non rappresentare un mero obbligo che rimane sulla carta.

La VDR deve seguire l’evoluzione e lo sviluppo dell’azienda, pertanto deve essereaggiornata e rielaborata in caso di modifiche della produzione significative ai fini dellasicurezza e della salute dei lavoratori.

Contenuto del documento:1. Relazione sulla valutazione di tutti i rischi con i criteri adottati2. Deve contenere l’indicazione delle misure di prevenzione e protezione adottate e deiDispositivi di Protezione Individuale.3. Programma delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempodei livelli di sicurezza.4. Deve individuare le procedure per l’attuazione delle misure di miglioramento e dellefigure professionali, all’interno dell’organigramma aziendale, che dovranno attuarle.5. Contiene i nominativi di tutte le figure della squadra di prevenzione e protezione ovvero:Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, Rappresentante dei Lavoratori perla Sicurezza o, nei casi in cui sia previsto, il Rappresentante Territoriale, il medicocompetente e gli addetti ai servizi antincendio e primo soccorso.6. Deve contenere l’indicazione delle mansioni con rischi specifici

Il legislatore ha posto particolare attenzione ad alcuni aspetti del lavoro contemporaneoche vanno valutati in sede di stesura del documento della valutazione dei rischi quali ilgenere, la provenienza del lavoratore (v. immigrazione e impiego di lavoratori stranierisoprattutto in alcuni settori), la natura del contratto (in seguito alla crescita degli infortuniper i lavoratori a tipologia contrattuale “flessibile”). Anche il fattore età è chiamato incausa dal legislatore in quanto è notorio che lavoratori molto giovani, o alcune categorie dilavoratori prossimi alla pensione hanno, per motivi opposti, una percezione del rischioattenuata e vanno incontro a infortuni con una frequenza maggiore rispetto al resto deilavoratori.Il Documento può essere tenuto su supporto informatico. Deve essere munito (anchetramite supporti informatici) di data certa o attestata dalla sottoscrizione del documento daparte del datore di lavoro nonché, ai soli fini della prova della data, dalla sottoscrizione delResponsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, del Rappresentante dei Lavoratoriper la Sicurezza o del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza Territoriale e delMedico competente, ove nominato.Con il 106 si fissa un termine entro il quale il documento di Valutazione dei rischi deveessere rielaborato. Si tratta di casi in cui assistiamo a cambiamenti rilevanti del processoproduttivo.La valutazione dei rischi deve essere immediatamente svolta ed il conseguente documentopredisposto entro 30 giorni nei casi di:- Modifiche del processo produttivo o dell’organizzazione del lavoro (processi produttivi,mansioni, ruoli);- Grado di evoluzione della tecnica (nel caso in cui si cambino attrezzature, macchine, DPC

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e DPI);- Dopo infortuni significativi;- Quando la sorveglianza sanitaria ne faccia emergere la necessità.

Valutare i rischi – obbligo non delegabile da parte del Datore di lavoro – consistenell’attribuire valore, peso, misure di sicurezza negli spazi lavorativi attraverso un’analisitecnica, scientifica ed organizzativa.

SISTEMI DI VIGILANZA, CONTROLLO E ASSISTENZA

I sistemi di vigilanza, controllo e assistenza svolgono funzioni di esame e di verifica deicorretti comportamenti aziendali e sono assegnati istituzionalmente ad organi con funzionipubbliche. I principali organismi preposti sono:

-ASL : verifica la sicurezza nei locali di lavoro, degli impianti, delle macchine, degli utensilie dei metodi di lavoro; conduce indagini per conto della magistratura in occasione diinfortuni sul lavoro di particolare gravità e sulle condizioni di sicurezza negli ambienti dilavoro. All’Asl sono affidati compiti di controllo e vigilanza sull’igiene degli ambienti dilavoro. In particolare effettua rilievi e verifiche relativamente alla rumorosità, all’uso disostanze pericolose,al corretto impiego dei DPI, all’uso di aspiratori dove si liberano polveri o sostanze nocive.Effettua visite mediche ai lavoratori esposti a rischi particolari, coordina e affianca i medicicompetenti nelle attività relative alle decisioni di inidoneità parziale o temporanea.Effettua inoltre la prima verifica e le verifiche periodiche per accertare lo stato difunzionamento e di conservazione delle macchine o dell'impianti.Le ASL svolgono servizio ispettivo e di vigilanza avvalendosi di personale medico e/otecnico specializzato, al fine di acquisire notizie utili agli accertamenti in corso. Gli ispettoripossono accedere alla documentazione aziendale relativa al personale, all’impiantistica e alcorredo tecnico, e alla contabilità.

Al termine delle verifiche e delle ispezioni possono essere prodotti i seguentiprovvedimenti:*Disposizione*Prescrizione*Sanzione

-INAIL: E’ l’Ente pubblico che gestisce l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sullavoro e le malattie professionali.Oltre ai compiti di riscossione dei premi assicurativi e di erogazione delle prestazionieconomiche e sanitarie di competenza, l’Istituto svolge: una specifica attività diprevenzione, vigilanza e informazione in materia di sicurezza sul lavoro, avendo anche uninteresse diretto alla riduzione delle spese legate alle prestazioni agli infortunati.L’INAIL fornisce alle imprese e agli altri enti interessati alla prevenzione degli infortuniinformazioni dettagliate sull'andamento infortunistico per aree, per settori e per tipologia dirischio. L’elaborazione di questi dati acquisiti direttamente dall'Istituto sono un valido strumentoper individuare le fonti di pericolo presenti nei luoghi di lavoro, per valutare il relativorischio.

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La legge assegna inoltre all’INAIL compiti di informazione, assistenza e consulenza alleaziende per aiutarle ad attuare un sistema di prevenzione adeguato contro il pericolo diinfortuni e l’insorgenza di malattie professionali.

-Vigili del fuoco: Il Corpo Nazionale dei VVF è un organo del Ministero dell’Interno esvolge ruoli di verifica e di controllo in materia di prevenzione incendi negli ambienti dilavoro.I VVF effettuano controlli preventivi e periodici nei confronti delle aziende esposte ai rischidi incendio, rilasciando il certificato di prevenzione incendi che costituisce requisitoindispensabile per il regolare svolgimento dell'attività lavorativa. Svolgono inoltre attività divigilanza sull’applicazione della legge in materia di antincendio.

-Anpa: Agenzia nazionale per la protezione dell’ambiente è sottoposta alla vigilanza delministero dell’Ambiente.Tra i compiti dell’ANPA si possono individuarne i seguenti:controllo dei fattori fisici, chimici e biologici di inquinamento acustico, dell’aria, delle acquee del suolo, ivi compresi quelli sull’igiene dell’ambiente; attività di supporto tecnico-scientifico agli organi preposti alla valutazione ed alla prevenzione dei rischi di incidentirilevanti connessi ad attività produttive.

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CONCLUSIONI

Questa panoramica sulle nuove disposizioni legislative, sui ruoli, obblighi e responsabilitàdei soggetti partecipi del ‘sistema azienda’ e sulle indicazioni comportamentali finalizzatealla tutela e soprattutto alla prevenzione della sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro,conclude la nostra ‘formazione generale’, quella cioè che riguarda ogni lavoratore e cherisulta essere propedeutica allo step formativo successivo, che riguarda la ‘formazionespecifica’, relativa ai settori di rischio (individuabili attraverso la classificazione dei codicid’attività Ateco). Quello che risulta importante sottolineare ancora una volta e che si evince dall’indirizzodell’evoluzione storica che il legislatore ha voluto intraprendere nel corso degli ultimi 10anni è l’implementazione del ‘sistema di gestione’ della prevenzione e della tutela dellasicurezza sui luoghi di lavoro, attraverso una più estesa, accessibile ed efficace formazionee informazione in azienda e in ogni ambito lavorativo, informazione intesa comevalore e patrimonio di ogni lavoratore, oltre che del datore di lavoro, deiresponsabili, preposti ecc. Va da sé che la complessità normativa, in continuoaggiornamento, è finalizzata, in generale, al miglioramento della competitività e ad unaresponsabile comprensione della ‘cultura della sicurezza’, quindi ad un aumento dicoinvolgimento e consapevolezza.Ricordiamo infine che la formazione appena svolta costituisce un credito formativopermanente.

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