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ESSERE CREDIBILI per COSTRUIRE FIDUCIA E ssere credibili è un aspetto fondamentale nei rapporti tra le per- sone, praticamente in tutti gli ambiti della vita sociale e privata: nel lavoro, a scuola, nella gestione delle pubbliche amministrazioni e del sociale in genere, nella famiglia e nel- le relazioni di amicizia. E’ fondamentale nel senso ori- ginario che “sta a fondamen- to” di qualsiasi rapporto tra persone. Si deve essere credi- bili per costruire qualsiasi re- lazione autentica e duratura; e questo vale come comunità civile, economica, religiosa come anche nell’ambito più privato delle dinamiche mari- to/moglie e genitori/figli. Se è vero che i rapporti tra persone sono basati sulla fi- ducia reciproca, bisogna rico- noscere che si accorda fiducia solo a chi si ritiene credibile, ovvero a chi esprime coerenza tra quanto dice e quanto fa, a chi “resta coerente con l’idea di sé che ha dato agli altri”. Secoli di storia del pensiero e delle discipline particolari hanno messo in luce aspetti differenti dell’”essere credi- bili”. Che si ponga l’attenzio- ne sul carattere personale, intrinseco al soggetto o sulla dinamica della relazione tra chi vuole essere credibile e chi lo ritiene tale, il punto fermo è che non siamo disposti ad accordare fiducia a qualcuno che non riteniamo credibile, in nessun ambito. E senza fi- ducia non ci sono i presuppo- sti per nessuna relazione. La credibilità è innanzitutto condivisione di valori, ideali e priorità che vengono sostan- ziati in azioni e fatti coerenti. L’ambito morale, quindi, en- tra in gioco in maniera pre- ponderante come radice di credibilità. E poi c’è la dimen- sione della conoscenza e della competenza in riferimento ad un certo tema o ad un ambi- to particolare, che richiama forse più l’idea dell’essere cre- dibile perché “esperto” ed “in- formato”. Oggi più che mai è tempo di mettersi in gioco, come perso- ne e come comunità religiose e civili in genere, per dimo- strare credibilità, coerenza di valori e di fatti. Solo così po- tremo pensare di sentirci dire: “mi fido di te”. A partire dalle nostre case, dai nostri paesi, dalle nostre parrocchie. Solo così potremo pensare di co- struire (o di ri-costruire) qual- cosa di bello, di autentico, di prezioso. Luisella S. Pasqua 2013 N. 1 EDITORIALE Martiri cristiani oggi Ogni 5 minuti un cristiano viene ucciso a causa della propria fede A 1700 anni esatti dall’E- ditto di Milano firmato da Costantino, eccoci qui a parlare ancora di perse- cuzioni di cristiani. La libertà religiosa che Costantino intro- dusse nel 313 non si è anco- ra realizzata pienamente nel mondo. E’ monitorata da di- verse associazioni che hanno a cuore questo diritto fondamen- tale dell’uomo e che utilizzano strumenti di ricerca statistica affidabili. Ogni anno una fondazione pontificia, Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), pubblica un Rapporto sulla libertà religio- sa nel mondo. Da quello del 2011 risulta che, rispetto al 2010 “non vi sono stati miglio- ramenti nella maggior parte dei Paesi in cui già si erano ve- rificate violenze antireligiose”. Inoltre, “pur non essendo l’u- nico gruppo religioso a dover pagare il prezzo della propria fede, le diverse denominazioni cristiane sono quelle che oggi soffrono maggiormente a cau- sa di limitazioni alla libertà re- ligiosa”. In AFRICA sta crescendo la violenza contro i cristiani: la “primavera araba” si è trasfor- mata in un “inverno tragico” per il protagonismo dei movi- menti islamici e per l’instabilità politica di paesi come l’Egitto, la Libia, l’Algeria. Se ci spostia- mo a sud del Sahara, troviamo la Nigeria, l’unico di cui i gior- nali italiani ci danno qualche notizia quando vengono assali- te le chiese: Natale 2010 con 86 morti, Natale 2011 con 49 vitti- me, Natale 2012 con 21 morti. Responsabili di questi massacri sono le bande armate islami- ste di Boko Ha- ram, affiliate di Al Qaeda. Ma non c’è solo que- sto stato afri- cano a soffrire; i cristiani sono perseguitati in Somalia, Mali, Eritrea, Etiopia, Kenia. Persino la Tanzania, un tempo simbolo di libertà e di pace, è diven- tata teatro di morte. In questo momento circo- la un SMS tra i Vescovi e i preti locali: “Ringra- ziamo i nostri giovani, addestrati in Somalia, che hanno ucciso un infede- le (17 febbraio un prete di 55 anni). Molti altri moriranno. Bruceremo case e chiese. Non abbiamo ancora finito: per la Pasqua preparatevi al disa- stro”. Firmato: “Rinnovamento musulmano”. Se preoccupa la situazione africana, in ASIA le cose stan- no anche peggio. Un’altra asso- ciazione “Porte Aperte – Al ser- vizio dei cristiani perseguitati” compila ogni anno una World Watch List, cioè un elenco di 50 paesi dove esiste la perse- cuzione, ordinati secondo l’in- tensità della persecuzione che i cristiani affrontano per il fat- to di praticare pubblicamente la loro fede. L’ultima lista (dal 1/11/2011 al 31/10/2012) vede al primo posto la Corea del Nord per l’undicesimo anno conse- cutivo. Si stima che tra 50000 e 70000 cristiani si trovino at- tualmente nei campi di prigio- nia. Anche nei successivi 10 posti ben 7 sono stati asiatici: Arabia Saudita, Afghanistan, Iraq, Somalia, Maldive, Mali, Iran, Yemen, Eritrea, Siria. Le insospettabili Maldive, para- diso degli ignari (?) occidentali, sono uno dei paesi più intran- sigenti per quanto riguarda la libertà religiosa. Il 98,5% del- la popolazione è musulmana, i cristiani sono l’1% , ma non possono farsi riconoscere, non possono costruire chiese né possono pregare in pubblico. Il tutto sancito dalla Costituzione del 2008 che definisce l’islam religione di stato e proibisce culti diversi. Al 14° posto di questa lista nera troviamo il Pakistan dove vige la legge sulla blasfemia, cioè chi è accusato di offende- re Maometto o il Corano può essere condannato a morte o all’ergastolo. Per merito di alcuni giornali cattolici conosciamo la storia di Asia Bibi, 47 anni, madre di cinque figli, in carcere da qua- si quattro anni e condannata a morte perché cristiana, a segui- to proprio di questa legge. In questi giorni più di 30000 firme raccolte da Avvenire, a favore della liberazione di Asia, sono state consegnate all’ambascia- trice della Repubblica Islamica del Pakistan in Italia. La signo- ra si è impegnata ad inviarle alle autorità del suo paese e a risolvere il caso come “questio- ne umanitaria”. Speriamo! Nel frattempo Asia scrive dal carcere che un giudice le ha offerto la revoca della senten- za di morte se si fosse conver- tita all’islam. E lei gli ha rispo- sto: “Sono stata condannata perché cristiana. Credo in Dio e nel Suo grande amore. Se lei mi ha condannata a morte per- ché amo Dio, sarò orgogliosa di sacrificare la mia vita per Lui”. Sembrano parole tratte dagli Atti dei Martiri dei pri- mi secoli dopo Cristo. Invece sono state scritte nel dicembre del 2012! Pinuccia Bodini P.S. Non mi sono dimenticata di Cina, India e Europa, ma meritano un discorso a parte che potrebbe essere affrontato in un successivo articolo. PRIMO PIANO IL SIGNIFICATO DELLA PASQUA L a Pasqua è il giorno del- la nascita della speranza cristiana. Dal mistero pasquale sgorgano le virtù te- ologali: fede, speranza, carità. Giustificati per fede, noi siamo in pace con Dio e ci vantiamo nella speranza della gloria…, la speranza poi non delude per- ché la carità è stata effusa nei nostri cuori (Rm 5, 1-5 e 9). Dopo la Pasqua vediamo esplo- dere l’idea e il sentimento della speranza. Affermare la resur- rezione significa dare un fon- damento alle nostre speranze. Così avvenne per gli Apostoli. Fu la speranza che rese i disce- poli di Emmaus testimoni dell’ incontro con Cristo risorto. An- che oggi quando una persona arriva a non sperare più nulla è come morta. Spesso si dà la morte o si lascia morire lenta- mente. Allora come persona bisogna offrire un motivo per sperare. L’oggetto della speran- za cristiana è la resurrezione dai morti: Colui che ha resu- scitato il Signore resusciterà anche noi. La nostra speranza stupisce anche lo stesso Dio. Nessun tentativo di conversio- ne, anche se andato a vuoto, è mai sprecato e inutile. Quel Gesù che ha liberato coloro che giacevano nelle tenebre e nell’ombra di morte, può li- berarci da qualsiasi schiavitù spirituale e materiale. Attac- chiamoci alla mano tesa del Salvatore e risorgiamo con Gesù. Salvatore La Sala Calendario Settimana Santa Pasqua del Signore LUNEDÌ 25 Marzo ore 9,30 - S. Messa MARTEDÌ 26 Marzo ore 9,30 - S. Messa MERCOLEDÌ 27 Marzo ore 9,30 - S. Messa ore 21,00 - Processione con il Cristo in croce lungo le strade della nostra Comunità in pre- parazione al Triduo Pasquale GIOVEDÌ 28 Marzo ore 21,00 - Celebrazione VENERDÌ 29 Marzo ore 21,00 - Celebrazione SABATO 30 Marzo ore 21,00 - Celebrazione DOMENICA 31 Marzo - PASQUA Ore 8,30 S. Messa (S. Pietro) Ore 10,30 S. Messa (Chiesa Parrocchiale)

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ESSERE CREDIBILI per COSTRUIRE FIDUCIA

Essere credibili è un aspetto fondamentale nei rapporti tra le per-

sone, praticamente in tutti gli ambiti della vita sociale e privata: nel lavoro, a scuola, nella gestione delle pubbliche amministrazioni e del sociale in genere, nella famiglia e nel-le relazioni di amicizia.E’ fondamentale nel senso ori-ginario che “sta a fondamen-to” di qualsiasi rapporto tra persone. Si deve essere credi-bili per costruire qualsiasi re-lazione autentica e duratura; e questo vale come comunità civile, economica, religiosa come anche nell’ambito più privato delle dinamiche mari-to/moglie e genitori/figli.Se è vero che i rapporti tra persone sono basati sulla fi-ducia reciproca, bisogna rico-noscere che si accorda fiducia solo a chi si ritiene credibile, ovvero a chi esprime coerenza tra quanto dice e quanto fa, a chi “resta coerente con l’idea di sé che ha dato agli altri”.Secoli di storia del pensiero e delle discipline particolari hanno messo in luce aspetti differenti dell’”essere credi-bili”. Che si ponga l’attenzio-ne sul carattere personale, intrinseco al soggetto o sulla dinamica della relazione tra chi vuole essere credibile e chi lo ritiene tale, il punto fermo è che non siamo disposti ad accordare fiducia a qualcuno che non riteniamo credibile, in nessun ambito. E senza fi-ducia non ci sono i presuppo-sti per nessuna relazione.La credibilità è innanzitutto condivisione di valori, ideali e priorità che vengono sostan-ziati in azioni e fatti coerenti. L’ambito morale, quindi, en-

tra in gioco in maniera pre-ponderante come radice di credibilità. E poi c’è la dimen-sione della conoscenza e della competenza in riferimento ad un certo tema o ad un ambi-to particolare, che richiama forse più l’idea dell’essere cre-dibile perché “esperto” ed “in-formato”.Oggi più che mai è tempo di mettersi in gioco, come perso-ne e come comunità religiose e civili in genere, per dimo-strare credibilità, coerenza di valori e di fatti. Solo così po-tremo pensare di sentirci dire: “mi fido di te”. A partire dalle nostre case, dai nostri paesi, dalle nostre parrocchie. Solo così potremo pensare di co-struire (o di ri-costruire) qual-cosa di bello, di autentico, di prezioso.

Luisella

S. Pasqua 2013 • N. 1

EditorialE

Martiri cristiani oggiOgni 5 minuti un cristiano viene ucciso a causa della propria fede

A 1700 anni esatti dall’E-ditto di Milano firmato da Costantino, eccoci

qui a parlare ancora di perse-cuzioni di cristiani. La libertà religiosa che Costantino intro-dusse nel 313 non si è anco-ra realizzata pienamente nel mondo. E’ monitorata da di-verse associazioni che hanno a cuore questo diritto fondamen-tale dell’uomo e che utilizzano strumenti di ricerca statistica affidabili.Ogni anno una fondazione pontificia, Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), pubblica un Rapporto sulla libertà religio-sa nel mondo. Da quello del 2011 risulta che, rispetto al 2010 “non vi sono stati miglio-ramenti nella maggior parte dei Paesi in cui già si erano ve-

rificate violenze antireligiose”. Inoltre, “pur non essendo l’u-nico gruppo religioso a dover pagare il prezzo della propria fede, le diverse denominazioni cristiane sono quelle che oggi soffrono maggiormente a cau-sa di limitazioni alla libertà re-ligiosa”.In AFRICA sta crescendo la violenza contro i cristiani: la “primavera araba” si è trasfor-mata in un “inverno tragico” per il protagonismo dei movi-menti islamici e per l’instabilità politica di paesi come l’Egitto, la Libia, l’Algeria. Se ci spostia-mo a sud del Sahara, troviamo la Nigeria, l’unico di cui i gior-nali italiani ci danno qualche notizia quando vengono assali-te le chiese: Natale 2010 con 86 morti, Natale 2011 con 49 vitti-

me, Natale 2012 con 21 morti. Responsabili di questi massacri sono le bande armate islami-ste di Boko Ha-ram, affiliate di Al Qaeda. Ma non c’è solo que-sto stato afri-cano a soffrire; i cristiani sono perseguitati in Somalia, Mali, Eritrea, Etiopia, Kenia. Persino la Tanzania, un tempo simbolo di libertà e di pace, è diven-tata teatro di morte. In questo momento circo-la un SMS tra i Vescovi e i preti locali: “Ringra-ziamo i nostri

giovani, addestrati in Somalia, che hanno ucciso un infede-le (17 febbraio un prete di 55 anni). Molti altri moriranno. Bruceremo case e chiese. Non abbiamo ancora finito: per la Pasqua preparatevi al disa-stro”. Firmato: “Rinnovamento musulmano”.Se preoccupa la situazione africana, in ASIA le cose stan-no anche peggio. Un’altra asso-ciazione “Porte Aperte – Al ser-vizio dei cristiani perseguitati” compila ogni anno una World Watch List, cioè un elenco di 50 paesi dove esiste la perse-cuzione, ordinati secondo l’in-tensità della persecuzione che

i cristiani affrontano per il fat-to di praticare pubblicamente la loro fede. L’ultima lista (dal 1/11/2011 al 31/10/2012) vede al primo posto la Corea del Nord per l’undicesimo anno conse-cutivo. Si stima che tra 50000 e 70000 cristiani si trovino at-tualmente nei campi di prigio-nia. Anche nei successivi 10 posti ben 7 sono stati asiatici: Arabia Saudita, Afghanistan, Iraq, Somalia, Maldive, Mali, Iran, Yemen, Eritrea, Siria.Le insospettabili Maldive, para-diso degli ignari (?) occidentali, sono uno dei paesi più intran-sigenti per quanto riguarda la libertà religiosa. Il 98,5% del-la popolazione è musulmana, i cristiani sono l’1% , ma non possono farsi riconoscere, non possono costruire chiese né possono pregare in pubblico. Il tutto sancito dalla Costituzione del 2008 che definisce l’islam religione di stato e proibisce culti diversi.Al 14° posto di questa lista nera troviamo il Pakistan dove vige la legge sulla blasfemia, cioè chi è accusato di offende-re Maometto o il Corano può essere condannato a morte o all’ergastolo.Per merito di alcuni giornali cattolici conosciamo la storia di Asia Bibi, 47 anni, madre di cinque figli, in carcere da qua-si quattro anni e condannata a morte perché cristiana, a segui-to proprio di questa legge. In questi giorni più di 30000 firme raccolte da Avvenire, a favore della liberazione di Asia, sono state consegnate all’ambascia-trice della Repubblica Islamica del Pakistan in Italia. La signo-ra si è impegnata ad inviarle alle autorità del suo paese e a risolvere il caso come “questio-ne umanitaria”. Speriamo!Nel frattempo Asia scrive dal carcere che un giudice le ha offerto la revoca della senten-za di morte se si fosse conver-tita all’islam. E lei gli ha rispo-sto: “Sono stata condannata perché cristiana. Credo in Dio e nel Suo grande amore. Se lei mi ha condannata a morte per-ché amo Dio, sarò orgogliosa di sacrificare la mia vita per Lui”. Sembrano parole tratte dagli Atti dei Martiri dei pri-mi secoli dopo Cristo. Invece sono state scritte nel dicembre del 2012!

Pinuccia Bodini

P.S. Non mi sono dimenticata di Cina, India e Europa, ma meritano un discorso a parte che potrebbe essere affrontato in un successivo articolo.

Primo Piano

IL SIGNIFICATO DELLA PASQUA

La Pasqua è il giorno del-la nascita della speranza cristiana. Dal mistero

pasquale sgorgano le virtù te-ologali: fede, speranza, carità. Giustificati per fede, noi siamo in pace con Dio e ci vantiamo nella speranza della gloria…, la speranza poi non delude per-ché la carità è stata effusa nei nostri cuori (Rm 5, 1-5 e 9). Dopo la Pasqua vediamo esplo-dere l’idea e il sentimento della speranza. Affermare la resur-rezione significa dare un fon-

damento alle nostre speranze. Così avvenne per gli Apostoli. Fu la speranza che rese i disce-poli di Emmaus testimoni dell’ incontro con Cristo risorto. An-che oggi quando una persona arriva a non sperare più nulla è come morta. Spesso si dà la morte o si lascia morire lenta-mente. Allora come persona bisogna offrire un motivo per sperare. L’oggetto della speran-za cristiana è la resurrezione dai morti: Colui che ha resu-scitato il Signore resusciterà

anche noi. La nostra speranza stupisce anche lo stesso Dio. Nessun tentativo di conversio-ne, anche se andato a vuoto, è mai sprecato e inutile. Quel Gesù che ha liberato coloro che giacevano nelle tenebre e nell’ombra di morte, può li-berarci da qualsiasi schiavitù spirituale e materiale. Attac-chiamoci alla mano tesa del Salvatore e risorgiamo con Gesù.

Salvatore La Sala

Calendario Settimana Santa Pasqua del Signore

LUNEDÌ 25 Marzo ore 9,30 - S. Messa

MARTEDÌ 26 Marzo ore 9,30 - S. Messa

MERCOLEDÌ 27 Marzo ore 9,30 - S. Messaore 21,00 - Processione con il Cristo in croce lungo le strade della nostra Comunità in pre-parazione al Triduo Pasquale

GIOVEDÌ 28 Marzo ore 21,00 - Celebrazione

VENERDÌ 29 Marzo ore 21,00 - Celebrazione

SABATO 30 Marzo ore 21,00 - Celebrazione

DOMENICA 31 Marzo - PASQUAOre 8,30 S. Messa (S. Pietro)Ore 10,30 S. Messa (Chiesa Parrocchiale)

Page 2: S. Pasqua 2013 N. 1 - parrocchiagemonio.altervista.orgparrocchiagemonio.altervista.org/alterpages/files/2013-Pasqua.pdf · S. Pasqua 2013 • N. 1 EditorialE Martiri cristiani oggi

Ultimo dell’Anno alternativo

Il 31 dicembre 2012 abbiamo proposto ai ragazzi di partecipare ad un ulti-mo dell’anno alternativo presso l’oratorio di Gemonio. L’iniziativa è stata accolta con molto entusiasmo da buona parte di loro. L’intenzione era

quella di proporre una serata basata non solo su giochi, musica e diverti-mento, ma anche su riflessioni (amore, tempo e vita) e preghiere. Prendendo spunto dalla poesia di Paulo Coelho “La storia della matita” e dalle parole di Madre Teresa di Calcutta “una piccola matita di Dio”, è stata regalata una matita: ogni ragazzo ha scritto dei pensieri di ringraziamento per l’anno tra-scorso attaccandoli poi su dei palloncini fatti volare in cielo a mezzanotte.

Questa esperienza ci ha reso consapevoli di quanto sia importante ringraziare il Signore per tutti doni che quotidianamente ci offre!Il tutto si è svolto con la massima attenzione, serietà e partecipazione da parte di tutti. Siamo contenti di sottolineare che i ragazzi hanno dimostrato ancora una volta la loro sen-sibilità e la loro capacità di comprendere che la vita è un insieme di diversi momenti impor-tanti quali il divertimento, la scuola, la riflessione e la preghiera.

Cri & Max

Ci si appresta, come Co-munità, celebrata la Pasqua del Signore, a

vivere la terza parte di questo anno pastorale 2012/2013 pro-seguendo nel cammino defini-to durante il periodo di avvento che ha come riferimento tre pi-ste fondamentali: Fede - Fami-glia - Eucaristia.Percorso intenso e importante che si pone come finalità l’im-magine di Chiesa che Benedetto XVI aveva indicato nell’omelia tenuta durante la S. Messa ce-lebrata all’inizio del suo pon-tificato: “La Chiesa nel suo in-sieme, e i pastori in essa, come Cristo devono mettersi in cam-mino per condurre gli uomini fuori dal deserto, verso il luogo della vita, verso l’amicizia con il Figlio di Dio, verso Colui che ci

dona la vita, la vita in pienezza.”La terza parte di questo anno pastorale inizia Domenica 7 Aprile e si chiude con la festa dei santi Pietro e Paolo, appun-tamento importante per l’inte-ra nostra Comunità.A tale proposito, come si è spe-rimentato lo scorso anno con risvolti anche interessanti, l’in-tenzione è quella di vivere e programmare tutto il mese di Giugno come percorso di prepa-razione alla festa e non limitarsi alla settimana finale; il progetto ad ampio respiro permette di dare forza alle tre piste di lavo-ro in modo stimolante coinvol-gendo le diverse fasce di età che compongono la Comunità.Proseguono anche in questa terza parte dell’anno pastorale alcuni appuntamenti fonda-mentali nel cammino in atto:– approfondimento della pre-

ghiera del “Credo” come viene presentata nel Catechi-smo della Chiesa Cattolica;

– incontri mensili di formazio-ne religiosa per i genitori che hanno i figli nell’età da 0 a 6 anni;

– seconda serata di di appro-fondimento e animazione missionaria che muove dal documento conciliare “Ad Gentes”

– serie di appuntamenti cultu-rali.

Il cammino della nostra comunità

Una raccoltapreziosa

Angiolo Silvio Novaro, Ada Negri, Renzo Pez-zani… Che fine han-

no fatto questi ed altri nomi di scrittori e poeti che hanno accompagnato i bambini del-la scuola elementare italiana fino agli anni ’50 e ’60, e poi scomparsi da ogni orizzonte pedagogico e letterario? Ci ha pensato il signor Osvaldo Ma-sciocchi a recuperarli, ed ora può riproporli in una pubbli-cazione che ha recentemente fatto stampare.

Quando è nato il suo interes-se per queste letture?In realtà si tratta di un interes-se che ho sempre coltivato, da quando ho incontrato questi autori sui miei libri di scuola (sono nato nel 1950). Anche se ho svolto un lavoro d’altro genere, il disegnatore tecnico, sono sempre stato interessa-to all’ambiente della scuola, come anche all’oratorio, alla biblioteca, e anch’io mi sono più volte messo alla prova scri-vendo poesiole e raccontini che fossero gradevoli e che nello

stesso tempo comunicassero qualcosa di positivo. Tre anni fa, quando sono andato in pen-sione, ho cominciato a fotoco-piare le pagine scelte, con le loro belle illustrazioni a colori, e ad organizzarle con lo scopo di farne un libro.

Come ha trovato tutto il mate-riale necessario?Alcune maestre mi hanno dato dei libri di lettura. Io ho fatto le elementari nella scuola del-la Torre, dove adesso c’è un nido d’infanzia. Lì lavoravano due maestre per tutte e cinque le classi. La mia maestra, Ro-sina Neri, che adesso abita a Cocquio ma allora veniva da Gemonio in bicicletta, è stata la prima a darmi dei libri. Altri ne ho avuti dall’altra maestra, Fernanda Martinoia, pure lei di Gemonio. Mi ha dato qual-che aiuto anche la maestra En-rica Pezzoli, che ho conosciu-to come presidente dell’asilo quando lo frequentavano i miei figli.

Con quale criterio ha distri-buito le letture nel libro?Nella prima parte si segue il percorso dei mesi dell’anno, a partire dal mese di settembre, che segna l’inizio dell’anno scolastico. Nella seconda parte mi sono permesso di inserire

(dopo aver avuto l’autorizza-zione di mia figlia!) le poesie e i racconti scritti da me, e nell’ul-tima parte ci sono brani dei Promessi Sposi, un libro che io considero fondamentale e pre-zioso sia per gli insegnamenti morali che per l’aspetto lingui-stico.

“Prezioso” è anche l’aggettivo che compare nel titolo (Prezio-se letture elementari), a indica-re quale tesoro abbia costituito il libro di lettura nella forma-zione di tutti i bambini di cin-quanta e più anni fa.

Elisa Franzetti

Come è stato dato l’annuncio, all’inizio della Quaresima, in occasione della Pasqua inizia il suo servizio alla Co-munità il nuovo Consiglio Pastorale Parrocchiale.

Composizione Consiglio Pastorale ParrocchialeDIACONO PERMANENTESalvatore La Sala

MINISTRI DELLA COMUNIONEFlavio Micheli, Elisa Franzetti, Piera MartinoiaCONSIGLIO DI VICARIATORita Martinoia, Samuel LucchiniMINISTERO FONDAMENTALE: LITURGIA/PREGHIERAChiara Lai, Ornella TretteneMINISTERO FONDAMENTALE: CATECHESIFederica Visconti, Cristina TrovatoMINISTERO FONDAMENTALE: ANIMAZIONE/SERVIZIOBruno Rova, Emira Ravani, Giovanna Cogliati, Liliana FumasiMINISTERO FONDAMENTALE: CULTURA/FORMAZIONERoberto RonzaniCONSIGLIO AMMINISTRATIVOPierpaolo AlberioSACERDOTEdon Silvio Bernasconi

in ProSPEttiVa

l’intErViSta

La Compagnia teatrale “Sale & Pepe” invita allo spettacolo liberamente tratto da:

“Trappola per topi” di Agatha Christie

che si terrà SABATO 6 e DOMENICA 7 APRILE 2013presso il Salone Parrocchiale

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Vicariato di Cittiglio

Lo scorso anno pastora-le il Vescovo ha chiesto alle comunità diocesane

di dedicarsi all’accoglienza e all’approfondimento della Parola di Dio e infatti anche nella nostra Parrocchia sono state molteplici le occasioni per pregare, riflettere e adden-trarsi nella conoscenza dei te-sti delle Scritture, cercando di lasciarsi afferrare dal Mistero del Verbo che si incarna, dalla Parola che dà e cambia la vita. Quest’anno ci viene chiesto di procedere, di fare un passo in più, come quei discepoli di Emmaus che riconobbero il Signore allo spezzare del pane. Già il loro cuore si era riscal-dato quando il Maestro aveva iniziato a spiegare le Scritture, ma mentre ricevevano il pane consacrato i loro occhi si apri-rono, si fece luce e lo riconob-bero, la comprensione scaturì dalle loro menti e poi corsero ad annunciare che il Signore era veramente risorto.Il percorso di quest’anno pastorale verterà dunque sull’Eucarestia e il testo che il Vescovo propone alle comu-nità diocesane presenta una struttura ripartita in tre pun-ti che riprende la pagina del Vangelo di Luca dei discepoli

di Emmaus: il primo Resta con noi Signore perché si fa sera; Entrò per rimanere con loro il secondo, Spezzò il pane… allo-ra lo riconobbero, il terzo.La prima parte del piano pa-storale mette al centro il si-gnificato di Eucaristia colle-gandolo intimamente con il senso della Comunità, intesa come fraternità ed esperienza di condivisione e carità.Tale significato è condensato nella richiesta dei discepoli di Emmaus quando chiesero al Signore di rimanere con loro, perché la sera avanzava. Ri-flettere su quell’invito, sottoli-

nea il Vescovo, è come lasciar-si interrogare dalle domande che nascono nel cuore di ogni uomo che prende sul serio la propria umanità: perché giun-ge la sera di ogni giorno? Per-ché la sera della vita? Ci sa-ranno albe e giorni nuovi?All’implorazione dei discepo-li Gesù risponde con la Sua compagnia, non li abban-dona, resta con loro. Si può allora comprendere che è il Signore che dà una risposta, con la Sua incarnazione e ancor più con la Sua presen-za nel pane consacrato, alla domanda e all’ansia di ricerca

dell’uomo e della storia uma-na. Il Signore desidera abi-tare in mezzo al suo popolo: “Venne ad abitare in mezzo a noi”, questo è il Suo stile, il Suo desiderio, la Sua volontà ricorda il Vescovo. Da questa convinzione scaturisce l’espli-cito impegno perché le nostre comunità vivano in modo più evangelico e missionario, ca-paci di darsi un cammino che renda manifesto quel senso di pienezza della vita cristia-na che è il “con noi”, lo stare insieme, uniti dai vincoli di comunione. Tra le tante sot-tolineature (il testo ne è vera-

mente ricco) due sono quelle che il Vescovo pone alla no-stra attenzione: non dimenti-chiamo che quest’anno pasto-rale coincide con l’anno della fede, voluto da papa Benedet-to XVI e la diocesi in questo tempo si metterà in cammino sulle strade indicate dal Con-cilio Vaticano II che volle “il-luminare tutti gli uomini con la luce di Cristo che risplende sul volto della Chiesa”. I do-cumenti del Concilio saranno uno dei punti di riferimento per la formazione permanen-te del clero e dei laici.Successivamente il Vescovo invita a riflettere e a conside-rare da dove nascono le comu-nità ecclesiali e ricorda che esse prendono vita dall’Eu-carestia in quanto “chiamate e radunate dalla Parola, tra-sformata in Corpo di Cristo” e che uno dei momenti più alti nei quali si manifesta la Comunità è la celebrazione della Messa domenicale. Qui le persone si incontrano con il Signore, che accoglie ciascu-na con il suo carico di biso-gni, aspettative, gioie e dolori. La cura della comunità deve quindi diventare attenzione verso le persone, questo è lo stile preciso della pastorale, non solo attività e organizza-zione, ma soprattutto spirito di autentica fraternità, acco-glienza e vicinanza.

M.T. ArioliGemonio, chiesa parrocchiale. Innocente Salvini, Ultima cena, tela, 1968.

Composizione del Consigliodi Vicariato di Cittiglio

Come già illustrato in altri articoli del nostro giornale, con l’in-gresso dei nuovi parroci di Cittiglio - Brenta e Caravate prende

forma il nuovo Consiglio di Vicariato, così composto:

COMUNITÀ PARROCCHIALI DI CITTIGLIO - BRENTADon Daniele Maola Parroco - Vicario ForaneoDon Francesco Franzini VicarioDon Rodolfo Olgiati Cappellano dell’ospedaleGiovanni Cavazzin Diacono PermanenteLeondino Cipolletti Diacono PermanenteSuor Cristina Valea Sobrino Parrocchia di BrentaDaniele Cattò Parrocchia di BrentaRossella Bergomi Parrocchia di BrentaLuigi Viola Parrocchia di CittiglioEleonora Brich Parrocchia di Cittiglio

COMUNITÀ PARROCCHIALE DI CARAVATEDon Silvio Bellinello ParrocoPadre Marcello Finazzi Superiore Comunità PassionistaGiampiero Margheritis Parrocchia di CaravateRoberto Rodari Parrocchia di Caravate

COMUNITÀ PARROCCHIALE DI GEMONIODon Silvio Bernasconi ParrocoSalvatore La Sala Diacono PermanenteRita Martinoia Parrocchia di GemonioSamuel Lucchini Parrocchia di Gemonio

Ogni volta che si riunirà il Consiglio Vicariale la nostra Comuni-tà parrocchiale verrà informata dei temi trattati con un apposito stampato che si potrà ritirare in chiesa.

IL PIANO PASTORALE DEL VESCOVO:Il Maestro è qui e spezza il pane con noi

IDENTIKIT DEL VICARIATO DI CITTIGLIOCITTIGLIO – Cittilium 21033 CITTIGLIO (VA), via Carducci 34Abitanti 4.000 c.a.

Titolare SAN GIULIO SAN BERNARDO in Vararo

Chiese S. Giulio - S. Bernardo - S. Biagio S. Rocco - S. Carlo presso Ospedale

Clero Maola Daniele parroco 0332 601 617

Franzini Francesco vicario 0332 601 360

Olgiati Rodolfo cappellano Ospedale

Strutture Oratorio Casa di accoglienza (gestanti in difficoltà) via Valcuvia 81 0332 601 602

BRENTA – Brenta 21030 BRENTA (VA), via alla Chiesa 7Abitanti 1.850 c.a.

Titolare SANTI VITO e MODESTO

Chiese SS. Vito e Modesto - S. Quirico

Clero Maola Daniele parroco 0332 60 4977

Strutture Oratorio

C.R.F. Guanelliane (scuola materna) via G. Cerini 4 0332 601 440

CARAVATE – Caravatium21032 CARAVATE (VA), via XXV Aprile 4Abitanti 2.600 c.a.

Titolare SANTI GIOVANNI BATTISTA e MAURIZIO

Chiese SS. Giovanni Battista e Maurizio S. Maria del Sasso - S. Agostino

Clero Bellinello Silvio parroco 0332 602 246

Strutture Casa del Giovane

C.R.M. Passionisti (convento annesso a S. Maria del Sasso) Marcello Finazzi superiore 0332 601 404

GEMONIO – Gemonium21036 Gemonio (VA), p.zza Vittoria 3Abitanti 2.800 c.a.

Titolare SAN PIETRO

Chiese S. Rocco e B.V. Addolorata S. Pietro

Clero Bernasconi Silvio parroco 0332 601 072

Strutture Oratorio, Casa della Gioventù

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SUI MURIDI GEMONIO… a cura di Gianni Pozzi

SAMARITANA AL POZZO

L’affresco è ben visibile dalla strada che mette da Besozzo a Gemonio.

Subito dopo l’attuale rotonda, la prima casa sulla destra ha in facciata un affresco. Il tema, as-sai ostico da trattare, è “La sa-maritana al pozzo”, ne è autore Innocente Salvini. Dalle carte del nostro artista, recentemente inventariate, ricaviamo qualche notizia. Innanzitutto un’annota-zione: “…Gino Martinoia sta co-struendo casa e officina sulla via provinciale. Per un affresco po-lemico ho suggerito a Innocente, invece che una Madonna una Samaritana al pozzo: soggetto straordinario difficile, e polemico specialmente in queste stagioni, dopo gli affreschi di Arcumeggia ed i concorsi di pittori in vacan-za a Cuveglio in Valle. Questo affresco, la sua composizione di dialogo evangelico, su dati storici razionali ambientali può essere un audace banco di pro-va e di interpretazione tecnica, evangelica, sacra e profana! Ha fede nel successo, ma occorrerà studio, prove, riprove e costanza. Il tema è arduo ed è una sfida”. Anonimo e senza data lo scritto (in Cart. 268, Fasc. 3) ma quasi certamente opera dell’avv. Carlo

Emilio Accetti – amico e soste-nitore dell’artista – mentre quel “Gino Martinoia” è Luigi detto Gino e noto a Gemonio anche e di più col soprannome di “Re-desk” (1903 - 1971), amico, pa-rente di Salvini e anche estima-tore d’arte essendo maestro ed insegnante d’arte applicata (so-prattutto del ferro battuto e la-vorato) presso scuole professio-nali della zona. Dunque il “Gino Martinoia” nel 1957/58 andava costruendo quella casa e la sua officina (su progetto dell’Arch. Giuseppe Bombelli), dove sa-rebbe poi andato ad abitare con moglie e figlie, Anna e Piera che attualmente la abitano, in fre-gio a quella strada (allora stra-da provinciale, oggi statale ma intitolata al gemoniese Ing. L. Clivio) non senza meraviglia dei gemoniesi visto che quella casa sarebbe sorta in una zona molto isolata e lontana da altre abita-zioni… almeno allora. Salvini accetta di eseguire un affresco a condizione di poter scegliere il tema. E questo lo porta a tergiversare sull’esecu-zione che va per le lunghe, tanto che – ricordano Anna e Piera – il ponteggio, all’aperto e con poca protezione, predisposto dall’im-presa (forse Alfredo Martinoia) tutto quanto in legno (non in tubolari di ferro come quelli di oggi) finì addirittura per “mar-cire” e dovette essere sostituito.Per quel tema Salvini aveva bi-sogno dell’ispirazione e, soprat-tutto della sua giusta luce… che però non arrivava mai. Così si confida all’amico Accetti (lette-ra del 7 agosto 1957), che lo ave-

va ripreso sul ritardo, scrivendo “… A me però, in questo tempo manca il fattore principale: il SOLE! Questo capriccioso mese di Agosto me ne è di tanto avaro. Passano intere giornate grigie. Io devo rappresentare Gesù giunto in Samaria in pieno meriggio as-solato e stanco, affaticato seduto sui margini del pozzo scavato da Giacobbe. In questo venne una donna samaritana ad attingere acqua … Quest’opera non posso realizzarla che in una sinfonia di sole ardente. Per quando sarà? Intanto vado avanti lo stesso at-tendendo ad altre opere sperando che verrà pur il tempo anche per la Samaritana al pozzo…”Poi, inevitabilmente venne il “sole”, e col sole la luce giu-sta e l’ispirazione; l’affresco si poté realizzare. Anna e Piera, con grande disponibilità hanno cercato qualche fotografia che

testimoni quella realizzazio-ne. Solo hanno trovato, rovi-stando tra le carte di famiglia, una fotografia che riunisce i protagonisti di questa storia: da sinistra, l’avvocato Accet-ti, nel mezzo Gino “Redesk” e Innocente Salvini col suo ca-ratteristico copricapo. E’ una fotografia ricordo con didasca-lia molto ironica, oserei dire “goliardica”, quasi certamente da attribuire ad Accetti, noto-riamente spirito “buontempo-ne” come definito in un libro edito anni fa. I tre sono ripresi a Campione d’Italia già allora sede di un Casinò, dove i nostri si era recati solo in gita turisti-ca, non già per cercare fortu-na e la didascalia recita: “I tre grandi biscazzieri a Campione il 19 agosto 1957”. Salvini sarà stato d’accordo? Credo proprio di no, ma ne avrà sorriso!

LA NOSTRA STORIAGeneralmente ed errone-

amente si pensa che le piccole comunità come

la nostra possano essere preser-vate dalla presenza inquietante del male, che invece riteniamo dilagante nelle grandi città.Nonostante molti progressi in numerosi importanti ambiti, il mondo contemporaneo deve affrontare situazioni talmente insidiose che rischiano talvolta di sconvolgere le vicende della collettività.Tralasciando le grandi trage-die mondiali che travolgono popoli interi, esistono anche esperienze nefaste, capaci, con astuzia e promesse, di indiriz-zare i singoli individui verso un destino rovinoso, sotto l’appa-rente influsso di una paurosa soprannaturale presenza.Infatti tale è la profondità in-gannevole dell’iniquità, da ren-dere possibile la concretezza di una forza demoniaca. Validis-sime esemplificazioni proven-gono dalla grande letteratu-ra: “Se tu fossi Satana” scrive Cormac Mc Carthy, “e stessi pensando a come mettere in gi-nocchio la razza umana, è pro-babile che ti verrebbe in mente la droga…..L’esistenza di Sata-na spiega un mucchio di cose che altrimenti non si possono spiegare”. E nell’opera di Do-stoevskij e di Thomas Mann, il pericoloso e subdolo tentatore viene rappresentato sotto l’a-spetto dimesso di una persona ordinaria. Evidenziando così la tremenda realistica conferma della celebre affermazione di Hannah Arendt sulla “banali-tà del male”, nell’osservare l’a-spetto fisico del criminale nazi-sta Eichmann.Il male non si esplica soltan-to in azioni clamorosamente malvagie. E’ necessario anche tener conto di quel tenue impa-sto di bene e male che avvolge tutti. Ne derivano tante veniali mancanze, potenziali premesse per guasti peggiori, soprattutto quando il “brutto” di noi sem-bra prevalere nei rapporti con il prossimo. Sono le sabbie mobili delle piccole egoistiche trasgres-sioni, giustificate come impulsi naturali, che incontriamo sulle strade della vita.Tralasciando, per ora, l’arduo tema della sofferenza espia-trice del male, esistono paro-le semplici di preghiera che esprimono consapevolezza dei nostri limiti e certezza di pro-tezione. Certezza che, duran-te la presente ricorrenza della Resurrezione, significa, per noi cristiani, rischiarare tutto l’o-rizzonte delle nostre esistenze.

Gio Barabino

Storia e Arte locale

SESta Puntata

Aspettandola festa patronaledi S. Pietro

Dopo la Pasqua, si predispor-rà il calendario delle cele-brazioni per solennizzare,

durante tutto il mese di giugno, la festa patronale di S. Pietro che ri-corre sabato 29 giugno. Sarà pre-minente il programma religioso, ma non solo. Una serata certa già c’è: giovedì 27 giugno si inaugureranno ufficial-mente i restauri con la partecipa-zione del vescovo e dei nostri preti: quelli nativi di Gemonio e quelli che con noi hanno condiviso un tratto di strada. Un momento per pregare insieme, per ascoltare, per concludere, per festeggiare.La sera di S. Pietro sarà poi solen-nizzata da una celebrazione condi-visa con tutti i sacerdoti del vica-riato.Speriamo che all’appuntamento non manchi il nostro antico croci-fisso ligneo.A un attento esame ravvicinato, è risultato molto più danneggiato del previsto, soprattutto a causa dei tarli che, nel corso dei secoli, lo hanno letteralmente divorato, spe-cialmente in alcune parti.Rimane tuttavia un’opera preziosa da collocarsi tra fine 1400 e inizio 1500, con estese dorature poi ma-lamente ridipinte.La demolizione gratuita dei tarli ri-chiederà ora una più costosa ope-ra di restauro: attualmente sono al vaglio degli esperti alcune ipotesi.

Un dono per S. Pietro

Sabrina Mattioni è, a mio avviso, una persona un po’ “speciale”: silenziosa, riflessiva, umile ma consapevole del-

le sue notevoli doti artistiche, appassionata del suo lavoro, capace di ascoltare e di farsi ascoltare. Giovane e, anche per questo, aper-ta ad ogni tipo di sperimentazione e di ricer-ca, tenace e determinata pur nell’apparente fragilità di un fisico minuto.Ha accettato con entusiasmo di realizzare un’opera dedicata alla chiesa di S. Pietro, cui è molto legata, e con generosità ha subito pre-cisato di volerla donare a favore delle opere di restauro pittorico recentemente realizzate e delle pubblicazioni che stiamo approntando. Grazie, Sabrina, di cuore.Circa le motivazioni e la tecnica cediamo a te la parola: “Tre sono le ragioni per le quali ho accettato di realizzare l’incisione su S. Pietro. La prima è legata ad un affetto sincero che provo nei confronti dell’antica chiesa del mio rione e della quale conservo intatti degli splendidi ricor-di. La seconda è perché penso che un così piccolo ma grande gioiello artistico deve essere difeso costantemente e da chiunque ha consapevolmente nel cuore il destino del patrimonio culturale del proprio paese. La terza ragione riguarda l’importanza nel dare la fiducia e l’appoggio alle gio-vani espressioni artistiche che sono, da sempre, una fonte inesauribile di idee e di creatività per il nostro futuro. L’opera è costituita da due matrici di zinco incise e stampate, completamente a mano, su carta con l’ausilio di un torchio «a stella». Per la riproduzione di ogni stampa è stato necessario inchiostrare a mano, una per una, le lastre metalliche con particolari cere e paste d’in-chiostro diversificando leggermente le tonalità di colore per ogni stampa. Nella lastra di sinistra ho raffigurato la chiesa di S. Pietro attraverso una visione non convenzionale, ritenendo interes-sante la parte posteriore con le due absidi che riconduce alla sua struttura architettonica origina-ria. In quella a destra, ho scelto di rappresentare una triade di affreschi: in alto, come capostipite, «S. Pietro in cattedra» simbolo della chiesa stessa; al centro un prezioso frammento, scoperto di recente, che rappresenta un «bambino Gesù con in mano una pera» e in basso l’importante «Madonna in trono col bambino» tanto cara ai gemoniesi. Infine, per conferire un’anima all’o-pera, ho realizzato uno sfondo caratterizzato da segni casuali sovrapposti fra loro e ho ritenuto significativo incidere anche la decorazione pittorica del preromanico altare maggiore”.La litografia di Sabrina, nelle sue varie sfumature di colore, seppia e ocra, sarà in vendita a partire dalla settimana di S. Pietro al costo di 120 euro. E’ un altro modo per collaborare ai lavori della chiesa conservando in casa un bel ricordo dell’evento, creato da un’artista gemoniese.Date le attuali difficoltà economiche che non risparmiano neppure la parrocchia e anche per evitare il rischio di fare il passo più lungo della gamba, sono gradite le prenotazioni dell’opera qui riportata in fotografia.

Enrica Pezzoli

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Il tempo della crisi

Ormai non è più un mistero, viviamo in un’epoca di crisi: crisi economica, crisi politica, crisi delle vocazioni, crisi dei valori.

Quando accendiamo la televisione o leggiamo un giornale, ve-niamo colpiti dall’aumento del famigerato spread, dalla caduta delle borse e dalla crescita dei prezzi. Le famiglie fanno fatica ad arrivare a fine mese e la disoccupazione ha raggiunto livelli altissimi, i servizi sociali vengono tagliati e le fabbriche chiudono i battenti o delocalizzano la produzione.Nella politica vige l’incertezza e la non capacità/volontà di collabo-rare per il bene comune, le elezioni hanno tracciato un quadro di protesta mista a demagogia che porta al rischio dell’ingovernabi-lità, non passa giorno che non si scopra un nuovo scandalo o una truffa ai danni dello stato e di conseguenza dei cittadini, la nostra società sembra indirizzata verso un lungo e inesorabile declino.La religione è vissuta come un qualcosa di contorno e non di fon-

dante per un proprio modo di essere e di agire, anche tra i pilastri della Chiesa si odono scandali e lo scricchiolio delle istituzioni.Il valore che sta imperando è l’egoismo, la soddisfazione degli interessi del singolo, la scarsa lungimiranza e l’incapacità di co-struire un qualcosa di solido e duraturo che certo costa fatica e forse rinunce, ma che non si sfascia al primo colpo di vento.Ho tracciato un quadro cupo, stiamo vivendo i tempi della tem-pesta, ma dopo il vento, la pioggia, i tuoni e i lampi, comunque torna il sereno sempre. Certo potremo scoprire i danni, dovremo rimboccarci le maniche e fare fatica per ricostruire quello che è andato perduto, non sarà facile, ma si potrà fare.Stiamo avvicinandoci alla Pasqua, viviamo la Quaresima periodo di digiuno e riflessione, prepariamoci allora già dal nostro cuore alla Rinascita, apriamoci all’Ascolto e al Cambiamento-Conver-sione, riconosciamo i veri bisogni nostri e dei fratelli, aiutiamoci e prepariamoci alla Risurrezione di Cristo pieni di fiducia come alla venuta del sereno dopo la tempesta.

Monica Campanerut

NICOLO’ RUSCA: un nuovo beato nella diocesi di Como

Valtellina: terra di pas-saggio e di collegamen-to, di radici profonde e

di tradizioni vissute (a partire dall’uso ancora vastamente praticato del dialetto), di sen-so della famiglia e di voca-zioni diffuse e qualche volta eroiche. Nicolò Rusca non è valtellinese ma vive gli stessi valori nelle valli della Svizzera italiana. Nato a Bedano, vici-no a Lugano, nel 1563, sotto la giurisdizione della diocesi di Como, è il primo di cinque figli: tre sacerdoti, una suora, un ultimo che si sposa e mette al mondo due figli, entrambi preti. Quando si dice un’over-dose di Spirito Santo.Con la Valtellina, comunque, don Nicolò Rusca c’entra, ec-come: dopo un breve rodaggio in Canton Ticino, è infatti no-minato arciprete di Sondrio dove rimane fino al suo mar-tirio. Sono gli anni in cui la Chie-sa affronta il trauma di uno scisma doloroso e, a volte, cruento; anni ai quali il recen-te Concilio di Trento ha posto “paletti” di fede severi che op-pongono alla Riforma prote-stante una riforma del clero e della comunità cristiana in senso esemplare e rinnovato nell’adesione alla dottrina cat-tolica.Nell’ambito di gravi contrasti

politico-religiosi esplosi nei Grigioni, Nicolò Rusca vive in modo esemplare e fattivo il suo impegno di sacerdo-te al crocevia di due influssi contrapposti: l’uno cattolico, sostenuto soprattutto dalla Spagna; l’altro protestante, promosso da alcuni Cantoni svizzeri e da molti Paesi del nord Europa. Risultato: una delle tante guerre fratricide che di continuo sconvolgono questa nostra umanità.Non va in cerca del martirio: processato due volte per mo-tivi legati al presunto mancato rispetto della religione prote-stante, si difende e, fin quando è possibile, si sottrae alla per-secuzione. Alla fine, però, le va incontro e affronta il mar-tirio con grande fede e dignità, nell’accettazione totale di una testimonianza vissuta fino alle estreme conseguenze.Lo studioso instancabile, il protagonista di impegnative dispute teologiche, il creden-te credibile e amato dalla sua gente, il sacerdote apprezzato e stimato dal suo vescovo e dal suo cardinale, muore sotto tortura in un tribunale svizze-ro, dichiarando sino alla fine la propria innocenza rispetto alle accuse per le quali subisce quell’ultimo processo.Il prossimo 21 aprile don Ni-colò Rusca sarà proclamato

beato a Sondrio in Valtellina, sua terra d’adozione. Aveva già lavorato con tenacia al suo processo di beatificazione un altro santo recente, valchia-vennasco: Luigi Guanella.

Due belle figure: l’uno martire della fede, l’altro servo dei più poveri; nei bivacchi dei beati, come canta un inno scout, si accende un’altra stella.

Enrica Pezzoli

Si è tenuto lunedì 11 marzo il primo dei tre incontri di formazione

ed animazione missionaria programmati per quest’anno e rivolti a tutta la comunità par-rocchiale. Relatrice: Gabriella Roncoroni, responsabile del Centro Missionario Diocesa-no. Tema: le linee guida che nascono dal decreto conciliare “AD GENTES” e riguardano la missionarietà della Chiesa.Si fa rilevare come l’iter di ap-provazione di questo decreto sia stato controverso e soffer-to: ben sette le bozze presen-tate, molto diverse fra loro, una delle quali discussa an-che alla presenza del Papa. Il problema centrale consiste in un diverso concetto di Chie-sa: da una parte una Chiesa

che può e deve essere “anche” missionaria, dall’altra una Chiesa che è “per sua natu-ra” missionaria. Su questa seconda convinzione si fon-da l’impianto del decreto AD GENTES che viene approvato il 7 dicembre 1965. Il giorno dopo, l’8 dicembre, il Concilio Vaticano II si chiude.AD GENTES, composta da un proemio e sei capitoli, è il pi-lastro portante della missio-narietà della Chiesa: la Mis-sione nasce dal concetto di Trinità; si sviluppa tramite la predicazione del Vangelo, la testimonianza, la formazio-ne della comunità; si realizza nello “scambio”, cioè nel da-re-avere reciproco, che supe-ra il concetto di cooperazione e dà vita alla carità.

***La piccola sorella Rosalba Macchi, che vive la sua testi-monianza missionaria in Pa-lestina, destina sempre la mo-desta offerta che ogni anno le affidiamo ai profughi della Striscia di Gaza, dove la po-vertà è più “feroce”.Suor Susan, cui è stata conse-gnata la somma, ci scrive:Cari amici del Gruppo Missio-nario di Gemonio,grazie infinite per la vostra offerta di 1.000 euro che sarà usata da noi per aiutare gli am-malati. Parte di questa somma sarà anche utilizzata per ripa-rare tetti di case che necessita-no di interventi urgenti.Questa vostra attenzione è molto apprezzata dalla gente di Gaza che non ha nemmeno

abbastanza soldi per soprav-vivere. Alcune famiglie hanno bambini portatori di handicap che dormono su materassi ba-gnati dalle infiltrazioni dei tetti che perdono. Per questo, spes-so, si ammalano.Vi auguriamo un buon anno. La vostra generosità va oltre il semplice aiuto nel soddisfare i bisogni materiali dei poveri perché nutre il loro benessere generale in quanto dona spe-ranza nel sapere che si pensa a loro anche da lontano.Sappiate che siete sempre in-clusi nelle nostre speciali pre-ghiere in quanto collaborate con noi al servizio dei più po-veri.Dio vi benedicaSr. Susan Sheehan

Grandangolo

ANAGRAFEPARROCCHIALE

NATI - BATTEZZATI 2012De Giorgi Ginevra Grandi Vincenzo Quaresmini Andrea Quirici IsabellePiva Romeo Emanuele Bof MartinoZuin GretaPozzetto Gregorio Arnaboldi LeoneGhezzi Tommaso Antonio Corradini William Corradini StellaMuscio Gabriele Maffioli CarloBison Achille Simone Frondella Alice Barbato Matteo Barbato Gabriele Pupo Gabriele Matarrese Francesco

MORTI NEL 2012Bernasconi AngelinaDel Fante Mida Martinoia Chiara Cerini Costanzo Vanoli CarloArioli RosaBianchi Massimo Ballabio Alessandro Simone Giacomina Buzzoni RosaCrea Domenica Buzzi Roberto Minelli Serafina Lai Emanuele Micheli Chiara Barni GiovanniAlbertini Vittorina Martinoia FrancoGiacomobello Rosa Rossi PaoloFumasi Gianni Franzetti IrideAvezzani Riccardo Scalisi Giuseppina Guerra Giuseppe Miglierina Lucy Salvini VirginioArioli Giuseppina Monzani Miriam Certisi Gaetano Schiavone LuigiDi Chiano Antonietta Bodini Giovanni Bariatti Giuseppina Pozzi Luigi

SPazio miSSioni (a cura di Enrica Pezzoli)

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Benedetto XVIpapa emerito

“Non abbiamo più il Papa! Benedetto XVI si dimette!”

Così mi è stata comunicata al telefono la notizia choc dell’11 febbraio 2013.Il primo pensiero è stato: “Per-ché? Sarà molto malato?” E ho girato la domanda ai figli e a qualche amica. Subito è arri-vato un messaggio da chi è alle dirette dipendenze del Signore e quindi anche del Papa: “Non si può sapere quali problemi di salute abbia. Sicuramente è una scelta che ha preso con calma e con la certezza che la Chiesa è in buone mani. Non c’è da preoccuparsi!”

Solo davanti a que-ste parole mi è ve-nuto in mente di pregare per lui, per la Chiesa, per noi. Da quel momento non sono più anda-ta alla ricerca del perché di una scelta così forte da parte di Benedetto XVI, ma ho cominciato a vedere questo fatto come un richiamo a me stessa, alla mia

vita di cristiana cattolica. Ho cercato di approfittare di ogni sua parola detta o scritta, per fare in modo che nulla andasse perduto, nessuno dei suoi semi cadesse in terra arida. Ed è sta-to un fiorire di immagini più che di concetti o ragionamenti (anche se in questo campo nes-suno lo batte), che ci descrivono lui, il suo rapporto con Cristo e con gli uomini, quindi il model-lo per noi.Prima di tutto il suo esordio, il 19 aprile 2005: “… i signori car-dinali hanno eletto me, un sem-plice ed umile lavoratore nella vigna del Signore”. Ascoltate allora, queste parole rovescia-vano totalmente il pregiudizio dei media che lo descrivevano duro, freddo, arcigno difenso-re della “dottrina”. Rilette oggi, ci confermano nel giudizio che il suo pontificato, la sua per-sona ha suscitato non solo nei fedeli, ma anche in tanti non credenti e negli esponenti di altre religioni: a servizio totale del Signore, con un uso aperto della ragione, rivolto alla verità sempre, con umiltà, coraggio e fermezza.La semplicità con cui raccon-

tava della sua famiglia, il 2 giu-gno dell’anno scorso a Bresso: “… eravamo un cuore e un’a-nima sola, con tante esperienze comuni, anche in tempi difficili, perché era il tempo della guerra, prima della dittatura, poi della povertà”.La fermezza con cui si rivolse ai sacerdoti colpevoli di abusi: “La giustizia di Dio esige che ren-diamo conto delle nostre azioni senza nascondere nulla. Ricono-scete apertamente la vostra col-pa, sottomettetevi alle esigenze della giustizia, ma non disperate della misericordia di Dio”. (Let-tera ai cattolici di Irlanda 2010)Il coraggio e la libertà di am-mettere: “Dopo aver ripetu-tamente (in latino molto più efficace: iterum atque iterum) esaminato la mia coscienza da-vanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino”. (11 febbra-io 2013)L’umiltà e il realismo di riassu-mere il suo tratto di cammino a guida della Chiesa così: “… mi sono sentito come S. Pietro con gli apostoli nella barca sul lago di Galilea: il Signore ci ha donato tanti giorni di sole e di brezza leg-gera, giorni in cui la pesca è stata abbondante; vi sono stati anche momenti in cui le acque erano agitate ed il vento contrario … e il Signore sembrava dormire. Ma ho sempre saputo che in quella barca c’è il Signore … E’ Lui che la conduce, certamente anche at-traverso gli uomini che ha scelto, perché così ha voluto”. (Udienza del 27 febbraio 2013)E sopra a tutto il primato del dialogo con Dio: “L’esperienza cristiana consiste in un conti-nuo salire il monte dell’incon-tro con Dio per poi ridiscendere, portando l’amore e la forza che ne derivano, in modo da servire i nostri fratelli e sorelle con lo stes-so amore di Dio”. (Messaggio per la Quaresima 2013)Prima di ritirarsi, Benedetto XVI ci ha ripetuto questa imma-gine nell’ultimo Angelus e l’ha applicata a se stesso: “Il Signore mi chiama a salire sul monte, a dedicarmi ancora di più alla pre-ghiera e alla meditazione”. Non per scappare, non per isolarsi, ma per “seguire sempre il Signo-re Gesù nella preghiera e nella

carità operosa”. (Angelus del 24 febbraio 2013) Come chiede a noi tutti, come lo vediamo testi-moniato nelle suore di clausura, nelle persone semplici del popo-lo cristiano.E infine l’ultimo saluto dalla loggia di Castelgandolfo: sen-tirsi chiamare “amici” dal Papa e ricevere il suo grazie, spec-chiarsi nel suo sguardo limpido che sembrava voler raggiungere ognuno!“Sono semplicemente un pelle-grino che inizia l’ultima tappa del suo pellegrinaggio in questa terra… Andiamo avanti insieme con il Signore per il bene della Chiesa e del mondo… Grazie, buona notte! Grazie a voi tutti”.

Pinuccia Bodini

Rubriche

ritratto

Nella rubrica LIBRERIA questa volta suggeria-mo alcuni titoli di libri

per bambini costruiti intorno alle parole di Benedetto XVI, non manipolate o semplificate, ma riproposte tali e quali, con foto e disegni bellissimi. Una prova della sua chiarezza espo-sitiva, di quanto egli sia stato comprensibile a tutti, pur nel-la profondità della sua cultura teologica. Sono tutti della PIC-COLA CASA EDITRICE.

• GESU’ E’ QUI• LA PREGHIERA DI GESU’• I MIRACOLI DI GESU’• MARIA, LA MAMMA DI GESU’• I MIEI SANTI• GLI AMICI DI GESU’• AMICO DI GESU’

in librEria

PARROCCHIA di SAN PIETROPiazza Vittoria, 3 - 21036 GEMONIO (VA)

Tel/Fax 0332 601072E-mail: [email protected]

Giorniparticolari

Sono stati giorni parti-colari quelli del mese di febbraio e l’inizio

marzo di quest’anno: molti avvenimenti inediti hanno caratterizzato questo lasso di tempo, sia a livello nazio-nale che internazionale.In primis, l’11 febbraio, l’an-nuncio di dimissioni dal so-glio pontificio di Papa Bene-detto XVI, un evento che ha colto di sorpresa il mondo intero. Infatti, seppur lontano nei tempi e nelle modalità, era dal 1415 che non si registrava-no dimissione analoghe. Una scelta dettata, nell’annuncio ufficiale, dalla consapevolezza che “le forze, per l’età avan-zata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino”. Perso-nalmente, nella sua rinuncia ho visto qualcosa di grande, nobile e misterioso. Un gesto carico di significati alti e uni-versali, quelli a cui la vita pub-blica soprattutto in Italia mi ha completamente disabitua-to. Anche la sua uscita dal Va-ticano, il suo “congedo” avve-nuto il 28 febbraio, ha lasciato un sentimento di reverenza, ammirazione e commozione.Contemporaneamente, in Italia era in atto una campa-gna elettorale caratterizzata dalle molte parole “grosse”, dalle promesse “improponi-bili”, dai programmi “nobili” ma difficilmente sostenibili.Come risultato delle votazio-ni del 24 e 25 febbraio, anche per colpa di una legge elet-torale inadeguata abbiamo un’Italia “ingovernabile” per l’assenza di una reale maggio-

ranza, con i partiti “tradizio-nali” in forte calo e la netta affermazione del Movimento 5 Stelle ideato da Beppe Gril-lo, una novità nello scenario politico, voce della “protesta” contro l’attuale sistema poli-tico: un sistema politico che sembra aver perso di vista il contatto con la vita quoti-diana, con il popolo rappre-sentato, con la “morale” che ha il dovere e l’onere di rap-presentare.A tal proposito, un eterno ri-belle dall’esistenza tutt’altro che tranquilla, divenuto poi il “presidente degli italiani”, Sandro Pertini (il 24 febbraio cade l’anniversario della mor-te), sosteneva: “la politica se non è morale non m’interessa. Io, se non è morale non la con-sidero nemmeno politica. La considero una parolaccia che non voglio pronunciare”. Ma disse anche: “il nostro popolo è capace delle più grandi cose quando lo anima il soffio della libertà”.

Nel frattempo, in america latina, l’inizio marzo, per la precisione il 5, si apre con la morte di Hugo Chávez: pre-sidente venezuelano, ex mili-tare che, seppur controverso nelle “amicizie internaziona-li”, ha rappresentato una figu-ra notevole nella “scacchiera” sudamericana e non degli ul-timi anni.

Dal 1998 (anno della prima elezione), promosse una sua visione del socialismo demo-cratico, con un’accesa criti-ca alla globalizzazione neoli-berista e alla politica estera statunitense. In patria ha lan-ciato le Missioni Bolivariane (in onore di Simón Bolívar, “el liberator” di origine venezuela-na), i cui obiettivi sono quelli di combattere le malattie, l’a-nalfabetismo, la malnutrizio-ne, la povertà e gli altri mali sociali. In politica estera si è mosso a sostegno di modelli di sviluppo economico alter-nativi, richiedendo la coope-razione dei paesi più poveri del mondo, specialmente di quelli sudamericani. Di reli-gione cattolica, ha più volte auspicato la nomina di un papa dell’America latina.E proprio da quelle terre lon-tane dall’Europa, “quasi alla fine del mondo”, è arrivato il nuovo papa Francesco, al secolo Jorge Mario Bergoglio, eletto il 13 marzo.Primate d’Argentina, è il pri-mo papa dall’America latina, primo pontefice gesuita e pri-mo col nome di “Francesco”: un nome che richiama all’u-miltà del “poverello d’Assisi”. Parole molto semplici hanno scandito il suo primo discor-so ufficiale, ma che sembrano aver già fatto breccia nel cuo-re dei fedeli, italiani e non. In quei primi brevi minuti, ha chiesto ai fedeli una preghiera per Lui “vescovo di Roma” e per il “vescovo emerito” Bene-detto XVI. A noi il dovere di continuare la preghiera per-ché sappia essere luce e gui-da in questo momento dif-ficile a livello nazionale ed internazionale, continuando con “l’umiltà” e la “semplici-tà” che hanno caratterizzato da sempre la sua esistenza.

Roberto Ronzani

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