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Saistica Aracne ——––––––––––––

Saggistica Aracne · “Forse per me ci vorrebbe un bambino diverso”. “Forse io non vado bene come genitore”. Solo l’amore permette ai genitori di andare al di là delle fru-strazioni,

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Saggistica Aracne——––––––––––––

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Paola CadoniciLa speranza nel futuro

viene dai bambini

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Copyright © MMXIVARACNE editrice Int.le S.r.l.

[email protected]

via Quarto Negroni, 1500040 Ariccia (RM)

(06) 93781065

ISBN 978–88–548–7836–5

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,di riproduzione e di adattamento anche parziale,

con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell’Editore.

I edizione: novembre 2014

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A Daniela Laronga

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Indice

Un ponte di speranza Pag. 11Prefazione di Stelio Stella 13A ciascuno il suo 17Perché siamo quel che siamo? 21L’Elemento Legno 24Il Legno nella simbologia 25Il bambino-Legno 27L’Elemento Fuoco 40Il Fuoco nella simbologia 41Il bambino-Fuoco 43L’Elemento Terra 50La Terra nella simbologia 51Il bambino-Terra 53L’Elemento Metallo 62Il Metallo nella simbologia 63Il bambino-Metallo 65L’Elemento Acqua 72L’Acqua nella simbologia 73Il bambino-Acqua 75Poco tempo, troppo tempo 81L’educazione emotiva 85L’educazione affettiva 91 Cinque bambini o un solo bambino? 95Imparare a motivare 99Il rito della buona notte 101Talento: dono di natura o conquista? Il ruolo dell’educazione 105Lo Sport nell’età evolutiva 109Cosa sta succedendo ai nostri figli? 113Si abbassa il sipario 119La maleducazione degli adulti 121Una signora d’altri tempi 123La speranza nel futuro viene dall’educazione 129Un solo nonno per tutti i bambini 137L’importanza di chiedere scusa 139

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8 La speranza nel futuro viene dai bambini

Speranza dall’inizio alla fine 140Postfazione dell’autrice 141Post scriptum 142Ringraziamenti 144Fonti consultate 145

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8 La speranza nel futuro viene dai bambini

Speranza dall’inizio alla fine 140Postfazione dell’autrice 141Post scriptum 142Ringraziamenti 144Fonti consultate 145

Un ponte di speranza

I bambini sono il ponte tra noi e il nostro futuro.Solo se investiamo su di loropossiamo sperare nel domani.L’Educazione è il ponte tra i bambini e il loro futuro. Solo se coltiviamo la loro interiorità i piccoli di oggipossono sperare di avere un domani da uominidegni di questo nome.

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Prefazione

Fin dall’Antichità, i Greci e i Romani definivano la Speranza “ultima dea”, la più preziosa fra tutte, poiché senza Speranza gli uomini non possono vivere. I Romani la onoravano con culto divino, infatti dedicarono templi marmorei ed altari alla sua im-magine ed esercitarono il suo culto in modi e forme prescritte da un rituale ben preciso.

La dea Speranza tiene nella mano destra un fiore, nella sinistra l’orlo della veste. Il suo riso significa attesa delle cose favorevoli, il pianto, delle cose avverse. Nel tempo primigenio del mondo, Pandora, prima donna e moglie di Epimeteo, aprì l’anfora che aveva ricevuto da Giove, per cui tutti i mali ed ogni genere di disgrazia si riversarono sulla terra: solo la Speranza rimase nel fondo dell’anfora, e per questo è detta ultima dea. Giove, avuta compassione per il genere umano, restituì agli uomini la Speran-za. “Spes ultima dea”!

La speranza è l’accompagnatrice dell’uomo dalla sua nascita fino alla sua morte; senza Speranza l’Uomo non riuscirebbe a guardare il futuro, sia quello terreno sia quello post mortem; un detto popolare dice che la speranza è l’ultima a morire, con la morte di essa l’uomo cessa di vivere.

Paola Cadonici titola il suo libro “La speranza viene dai bam-bini”, ed ha ragione. La cosa, se letta con frettolosa superficialità, può sembrare ovvia e scontata, ma se ci soffermiamo a pensare e a sentire quale patrimonio in fieri sia riposto in ogni bambino, ri-usciamo allora a cogliere quali straordinari mondi di edificazioni culturali, di legami sociali, di intensità affettive, di sguardi al di là degli angusti confini in cui l’uomo “grande” relega se stesso o i propri simili vi siano.

Solo con la cura, il rispetto, la buona educazione per i bambi-ni, riusciamo a dare una prospettiva di rivoluzionario migliora-mento al futuro dell’Umanità.

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14 La speranza nel futuro viene dai bambini

ll libro della Cadonici ci accompagna verso questa prospetti-va: le pagine sono ricche di riferimenti scolastici, nel senso nobi-le della parola; Epica, Storia, Letteratura sono riferimenti precisi, solidi, evocatori di antiche memorie che giacciono nello spazio di ciascuno di noi almeno di quelli che hanno cominciato la loro vita formandola sui banchi della scuola, leggendo i libri e ascol-tando i precetti (che strano suono ha oggi questa parola!?) dei genitori e degli insegnanti.

Altro riferimento imprescindibile per Paola Cadonici è la fiaba, di cui lei è profonda conoscitrice. Ogni tratteggio perso-nologico, l’Autrice è psicologa e pedagogista, è trapunto sui fili di una qualche favola che, con suggestioni ed emozioni delica-te, sempre appropriate proprio per quel certo profilo, sostiene lo sviluppo della trattazione. Mai pedante, mai intransigente, mai autoritariamente prescrittiva, l’Autrice indica le prospettive di accompagnamento e di intervento per la crescita, per il sostegno e anche per le dovute correzioni di rotta dei piccoli Argonauti.

Un aspetto di grande qualità che emerge dalle righe del testo è che non c’è mai pessimismo sia ben inteso, non che ci sia, per contro, un melenso ottimismo o uno stucchevole buonismo; anzi il realismo, con tutti gli aspetti dolorosi, spiacevoli e pericolosi per la vita dei piccoli e dei grandi, è sempre presente. Quello che, a mio giudizio, non è pessimismo è la donazione di senso, la prospettiva di aggiustamento o riparazione per le emergenti dif-ficoltà nei contesti familiari che Cadonici riesce ad indicare con competente leggerezza e straordinaria chiarezza. Splendidi i pro-fili psicologici dei cinque bambini che vengono indicati con una nosografia estranea alle curuli linee diagnostiche dei vari DSM (siamo giunti alla V edizione!!!), ma proprio per questo vivida, amichevole, accattivante: il bambino-da-un-minuto, il bambino- batticuore, il bambino-con-le-radici, il bambino-tra-le-nuvole, il bambino-tremolino.

La tipizzazione è perfettamente disegnata, ognuno di noi può ritrovarsi in una di queste configurazioni sia guardandosi come adulto sia, cercando dentro di sé, di ritrovare le proprie emozioni e la propria storia remota.

12 Prefazione

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14 La speranza nel futuro viene dai bambini

ll libro della Cadonici ci accompagna verso questa prospetti-va: le pagine sono ricche di riferimenti scolastici, nel senso nobi-le della parola; Epica, Storia, Letteratura sono riferimenti precisi, solidi, evocatori di antiche memorie che giacciono nello spazio di ciascuno di noi almeno di quelli che hanno cominciato la loro vita formandola sui banchi della scuola, leggendo i libri e ascol-tando i precetti (che strano suono ha oggi questa parola!?) dei genitori e degli insegnanti.

Altro riferimento imprescindibile per Paola Cadonici è la fiaba, di cui lei è profonda conoscitrice. Ogni tratteggio perso-nologico, l’Autrice è psicologa e pedagogista, è trapunto sui fili di una qualche favola che, con suggestioni ed emozioni delica-te, sempre appropriate proprio per quel certo profilo, sostiene lo sviluppo della trattazione. Mai pedante, mai intransigente, mai autoritariamente prescrittiva, l’Autrice indica le prospettive di accompagnamento e di intervento per la crescita, per il sostegno e anche per le dovute correzioni di rotta dei piccoli Argonauti.

Un aspetto di grande qualità che emerge dalle righe del testo è che non c’è mai pessimismo sia ben inteso, non che ci sia, per contro, un melenso ottimismo o uno stucchevole buonismo; anzi il realismo, con tutti gli aspetti dolorosi, spiacevoli e pericolosi per la vita dei piccoli e dei grandi, è sempre presente. Quello che, a mio giudizio, non è pessimismo è la donazione di senso, la prospettiva di aggiustamento o riparazione per le emergenti dif-ficoltà nei contesti familiari che Cadonici riesce ad indicare con competente leggerezza e straordinaria chiarezza. Splendidi i pro-fili psicologici dei cinque bambini che vengono indicati con una nosografia estranea alle curuli linee diagnostiche dei vari DSM (siamo giunti alla V edizione!!!), ma proprio per questo vivida, amichevole, accattivante: il bambino-da-un-minuto, il bambino- batticuore, il bambino-con-le-radici, il bambino-tra-le-nuvole, il bambino-tremolino.

La tipizzazione è perfettamente disegnata, ognuno di noi può ritrovarsi in una di queste configurazioni sia guardandosi come adulto sia, cercando dentro di sé, di ritrovare le proprie emozioni e la propria storia remota.

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Leggendo le connotazioni di ciascun profilo vediamo emerge-re le diversità che caratterizzano ogni individuo e lo distinguono da un altro, ma possiamo anche cogliere la complessità della no-stra dimensione psicologica e comportamentale, perché il dise-gno personologico presentato dalla Cadonici non vuole creare confini di rigida distinzione, ma ci vuole presentare l’affascinan-te combinazione che la psiche può acquisire nella complessità di un mosaico policromo. Un libro che si offre a diverse letture: utile per capire, conoscere, aiutare i nostri figli, i nostri scolari, i nostri pazienti, ma anche estremamente utile per accompagnare noi adulti in un viaggio nel nostro mondo interiore dove uno di quei bambini o anche tutti quei bambini non hanno mai smesso di vivere.

Un aspetto sempre molto curato, negli ormai numerosi lavori di Paola Cadonici, è rappresentato dalle tavole iconografiche che si pongono come una punteggiatura di rinforzo al testo, grazie alle belle suggestioni che sanno evocare.

Stelio Stella,medico psichiatra, già primario di Psichiatria nel DSM (Dipartimento Sa-

lute Mentale) di Bologna, docente nella Scuola di Specializzazione in Psichia-tria Università di Parma.

PrefazionePrefazione 13

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A ciascuno il suo

Quando gli adulti sono in procinto di diventare genitori so-gnano ad occhi aperti:

“Aspetto un bambino che ha la vitalità del vento di primavera e dei prati in rigoglio”.

“Sogno un bambino con le guance rosse come le ciliegie che maturano col caldo dell’estate”.

“Immagino un bambino che quando siede tranquillo a terra sembra in grembo a sua madre”.

“Aspetto un bambino riflessivo dallo sguardo penetrante come il più lucente dei metalli”.

“Nelle mie fantasie c’è un bambino che assomiglia ad un uc-cellino infreddolito e spaventato sulla neve”.

Talvolta la realtà sembra divertirsi nel fare abbinamenti fan-tasiosi: il genitore che aspetta un figlio pacioso se ne ritrova uno argento-vivo, a quello che ne desidera uno solare ne capita uno ombroso...

Anche quando i desideri sembrano esauditi, trasformare la ge-nitorialità da desiderata a vissuta è difficile.

Se nel sogno i bambini gratificano e i genitori hanno una pa-zienza inossidabile, nella realtà gli uni mettono alla prova e gli altri vanno in crisi.

Il bambino instancabile sembra sprovvisto del tasto stop e non sta fermo più di un minuto.

Il bambino tutto amore ha sempre il batticuore.Il bambino posato sembra voler mettere le radici a terra.Il bambino riflessivo è malinconico e assomiglia ad un cielo

nuvoloso. Il bambino da proteggere è un vero tremolino: vede l’uomo

nero dovunque e ha paura persino della propria ombra.

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18 La speranza nel futuro viene dai bambini

E le illusioni si trasformano in delusioni:“Forse per me ci vorrebbe un bambino diverso”.“Forse io non vado bene come genitore”.Solo l’amore permette ai genitori di andare al di là delle fru-

strazioni, delle paure, delle difficoltà e di riscegliere col cuore i propri figli.

“Il mio è un bambino-da-un-minuto, non posso rincorrerlo, ma posso preparare il mio cuore ad accoglierlo per quando torna a rifugiarsi stremato tra le mie braccia.

Si ferma solo un minuto per ricaricarsi d’energia con il mio amore. Non lo vorrei diverso perché lui, e solo lui, è il mio bam-bino. Visto che mette continuamente alla prova la mia capacità di sopportazione, imparerò ad essere tollerante con lui e anche con me. Lui è l’opportunità che la vita mi offre per far crescere la mia pazienza”.

“Il mio è un bambino-batticuore, per lui tutto è sentimento. Non lo vorrei diverso perché lui, e solo lui, è il mio bambino.

Crescendolo posso insegnargli che si può tenere vivo il fuoco dell’amore senza esserne distrutti e, grazie a lui, posso impararlo a mia volta. Lui è l’opportunità che la vita mi offre per far cre-scere la mia affettività”.

“Il mio è un bambino-con-le-radici che vuole solo l’immo-bilità e l’immutabilità. Non lo vorrei diverso perché lui, e solo lui, è il mio bambino. Gli insegnerò che, per rimanere se stessi, bisogna cambiare. Gli parlerò dell’albero che, per non tradire la propria identità, cresce, accoglie generosamente le foglie, i fiori e i frutti per poi lasciarli con umiltà e speranza. Per insegnarlo a lui lo ripeterò a me stesso e comincerò col cambiare le mie aspet-tative su di lui. Dovrò rimboccarmi le maniche per stanare la mia pigrizia e sconfiggerla. Lui è l’opportunità che la vita mi offre per imparare a non temere il cambiamento”.

“Il mio è un bambino-tra-le-nuvole che sembra vivere in un mondo tutto suo. Non lo vorrei diverso perché lui, e solo lui, è il mio bambino. Gli insegnerò che si può essere concreti senza sacrificare la fantasia. Lui è l’opportunità che la vita mi offre per imparare a conciliare il sogno con la realtà”.

16 La speranza nel futuro viene dai bambini

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18 La speranza nel futuro viene dai bambini

E le illusioni si trasformano in delusioni:“Forse per me ci vorrebbe un bambino diverso”.“Forse io non vado bene come genitore”.Solo l’amore permette ai genitori di andare al di là delle fru-

strazioni, delle paure, delle difficoltà e di riscegliere col cuore i propri figli.

“Il mio è un bambino-da-un-minuto, non posso rincorrerlo, ma posso preparare il mio cuore ad accoglierlo per quando torna a rifugiarsi stremato tra le mie braccia.

Si ferma solo un minuto per ricaricarsi d’energia con il mio amore. Non lo vorrei diverso perché lui, e solo lui, è il mio bam-bino. Visto che mette continuamente alla prova la mia capacità di sopportazione, imparerò ad essere tollerante con lui e anche con me. Lui è l’opportunità che la vita mi offre per far crescere la mia pazienza”.

“Il mio è un bambino-batticuore, per lui tutto è sentimento. Non lo vorrei diverso perché lui, e solo lui, è il mio bambino.

Crescendolo posso insegnargli che si può tenere vivo il fuoco dell’amore senza esserne distrutti e, grazie a lui, posso impararlo a mia volta. Lui è l’opportunità che la vita mi offre per far cre-scere la mia affettività”.

“Il mio è un bambino-con-le-radici che vuole solo l’immo-bilità e l’immutabilità. Non lo vorrei diverso perché lui, e solo lui, è il mio bambino. Gli insegnerò che, per rimanere se stessi, bisogna cambiare. Gli parlerò dell’albero che, per non tradire la propria identità, cresce, accoglie generosamente le foglie, i fiori e i frutti per poi lasciarli con umiltà e speranza. Per insegnarlo a lui lo ripeterò a me stesso e comincerò col cambiare le mie aspet-tative su di lui. Dovrò rimboccarmi le maniche per stanare la mia pigrizia e sconfiggerla. Lui è l’opportunità che la vita mi offre per imparare a non temere il cambiamento”.

“Il mio è un bambino-tra-le-nuvole che sembra vivere in un mondo tutto suo. Non lo vorrei diverso perché lui, e solo lui, è il mio bambino. Gli insegnerò che si può essere concreti senza sacrificare la fantasia. Lui è l’opportunità che la vita mi offre per imparare a conciliare il sogno con la realtà”.

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“Il mio è un bambino-tremolino. Non lo vorrei diverso per-ché lui, e solo lui, è il mio bambino. Gli racconterò quanta forza c’è nella fragilità e quanto coraggio c’è nella paura. Gli parlerò delle crepe meravigliose, le rughe, che fioriscono sui volti degli uomini quando invecchiano e li rendono unici. Grazie a lui ho la possibilità di guardare in faccia la mia debolezza e la mia forza.

Se voglio insegnargli ad essere sicuro devo impararlo prima io che ho sempre tanta paura di non essere all’altezza della si-tuazione. Lui è l’opportunità che la vita mi offre per mettermi in cammino insieme alla mia paura alla ricerca del coraggio”.

L’alchimia è compiuta: i problemi si trasformano in risorse. Quando i genitori imparano ad accettarsi con i propri limiti,

sono pronti per amare i figli con i loro lati scomodi e a trasfor-marli in figli di cuore.

E il cerchio affettivo si chiude: inizia dal desiderio, passa at-traverso la delusione e infine arriva all’amore senza condizioni.

A ciascuno il suoA ciascuno il suo 17

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Elementi e Radici dell’universo

Gli Elementi di Marco Peri

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Elementi e Radici dell’universo

Gli Elementi di Marco Peri

Perché siamo quel che siamo?

Già dai primi giorni di vita ogni neonato sembra fermamente intenzionato ad essere uguale solo a se stesso.

C’è quello pacioso che assomiglia ad un tenero bambolotto in carne ed ossa, c’è quello irrequieto che non smette mai di pian-gere...

Ognuno di loro sembra svelare con la sua istintività qualche tratto del futuro comportamento.

La Natura sembra divertirsi a tracciare in ognuno qualche li-nea temperamentale che, con il contributo ambientale, diventerà carattere, personalità e quindi persona unica e irripetibile.

Per la Medicina Cinese quando veniamo al mondo siamo ani-mati dalla vitalità di un elemento naturale.

Un individuo ha in sé l’energia del Legno, un altro quella del Fuoco, un altro quella della Terra, un altro quella del Metallo, un altro quella dell’Acqua.

La Natura, poi, per rendere la biodiversità ancora più interes-sante, si diverte a mescolare gli elementi e a dare vita ad indivi-dui variegati dal punto di vista energetico.

È sorprendente come gli uomini nell’Immaginario siano tutti fratelli di Pensiero.

Empedocle racconta che la filosofia occidentale ai suoi albori ha identificato l’origine della vita in quattro radici dell’universo: l’Aria, Era avvivatrice, l’Acqua, Nesti, che di sue lacrime nutre le mortali fonti di vita, il Fuoco, Zeus lucente e la Terra conosciu-ta come Ade.

È grazie alla loro misteriosa combinazione che esistono gli alberi, gli uomini, le belve, gli uccelli, i pesci ed anche la stessa divinità.

Da quando il primo uomo-scimmia ha fatto la sua comparsa sulla terra un milione di anni fa, l’interazione degli elementi è stata incessante e si è compiaciuta in infinite forme umane.

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22 La speranza nel futuro viene dai bambini

La Natura, da brava madre, ha dato il meglio dell’energia vi-tale ai suoi figli ma, mentre animali e piante l’hanno trasformata in saggezza istintiva, gli uomini ne fanno quasi sempre un uso distruttivo.

Se quando viene al mondo il bambino ha in potenza ciò che sarà, la sua storia è tutta da scrivere ed è tutt’altro che scontata.

L’Educazione può insegnargli a conoscere e ad amare la pro-pria natura per trasformare i punti deboli in punti di forza, ma può anche inconsapevolmente esaltare le parti peggiori e render-le dominanti.

Una grande responsabilità che spaventa e talvolta fa venire un gran desiderio di scappare da un ruolo che coglie tutti imprepa-rati: quello del genitore.

Questo libro si rivolge a tutti i genitori sgomenti, ma soprat-tutto a quelli che dicono “Questo non è il figlio che volevo”.

Pagina dopo pagina il libro si propone di creare un ponte nel loro immaginario tra l’aspettativa frustrata e la possibilità che la realtà offre.

Il libro sogna di far innamorare del proprio figlio almeno un genitore deluso e, per cercare di riuscire nel suo intento, bussa alla porta della Pedagogia, della Psicologia, della Medicina Ci-nese, della Filosofia e della Pittura con un “Per favore mostrami come posso aiutare chi deve educare i futuri uomini”.

La Pedagogia raccomanda di prendere per mano i bambini, di contenerli e di guidarli, la Psicologia insegna che il loro modo di ragionare è diverso da quello degli adulti, la Medicina Cine-se e la Filosofia spiegano il mistero dell’individualità in termini energetici e la Pittura, con il suo linguaggio simbolico, rafforza i contenuti e li rende più efficaci.

Dopo aver caratterizzato le varie tipologie psicofisiche, il li-bro si diverte ad inventare una fiaba adatta ad ogni bambino.

Ce n’è una per l’inquietudine del bambino-da-un-minuto, una per il traboccante amore del bambino-batticuore, una per l’im-mobilità del bambino-con-le-radici, una per la distrazione del bambino-tra-le-nuvole e un’altra per la paura del bambino-tre-molino.

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