http://slidepdf.com/reader/full/santambrogio-exameron-i-sei-giorni-della-creazione
1/456
8/15/2019 Sant'Ambrogio - Exameron. I Sei Giorni Della
Creazione
http://slidepdf.com/reader/full/santambrogio-exameron-i-sei-giorni-della-creazione
2/456
D I
S A N T ’A M B R O G I O
edizione bilingue a cura della Biblioteca Ambrosiana
promossa dal cardinale GIOVANNI COLOMBO arcivescovo di
Milano
in occasione del XVI centenario dell’elezione episcopale di
Sant’Ambrogio
8/15/2019 Sant'Ambrogio - Exameron. I Sei Giorni Della
Creazione
http://slidepdf.com/reader/full/santambrogio-exameron-i-sei-giorni-della-creazione
3/456
rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore
abate di S. Ambrogio
dell’Università di Roma
dell’Università di Milano
ANGELO PAREDI
per il testo latino
http://slidepdf.com/reader/full/santambrogio-exameron-i-sei-giorni-della-creazione
4/456
http://slidepdf.com/reader/full/santambrogio-exameron-i-sei-giorni-della-creazione
5/456
PRESENTAZIONE
Il proposito di promuovere la presente edizione di tu tti
gli scritti di S. Ambrogio è nato nel nostro animo durante
Vanno del X V I centenario della elevazione del santo
Dottore alla cattedra episcopale di Milano. Mentre la
ricorrenza ci induceva a ripen sare alla sua figura dolce e forte,
all'azione provvidenziale da lui svolta nella nostra terra,
all’attualità del suo pensiero e del suo esempio, si
moltiplicavano le ragioni persuasive dell'opportunità di
questa lunga e difficile impresa.
In primo luogo è stato il desiderio di compiere un'opera
di cultura che rendesse più vicino e accessibile uno
scrittore della statura di Ambrogio. Ovviamente il compito di
attendere a questo impegno spettava a quella Chiesa che va
altera di chiamarsi am brosiana; essa lo ha sentito come un gesto
di pietà filiale dovuto
alla memoria di un padre ancora cosi presente e vivo tra noi.
Inoltre, e piti profondamente, è maturata in noi la consape
volezza che oggi gli Italiani hanno bisogno dell’insegnamento
di questo maestro in cui i valori della romanità e della
rivelazione si sono fusi in modo originale e armonioso; egli
è maestro di uma nità, per un’epoca che si fa sempre più violenta e
crudele; è mae stro di libertà, che ammonisce a non vendere
il bene massimo della coscienza a nessun principe, antico o
nuovo che sia; è maestro di fede, che con l’altissima
ispirazione religiosa delle sue pagine, può rein
fondere un’anima vigorosa e nuova a una società desolata
dall’assenza dei valori, inaridita dalle prospettive
secolaristiche.
Ci ha stimolato infine l’ansia pastorale di rispondere secondo
un disegno ampio e meditato alle necessità della Chiesa di
Milano
in un difficile momento della sua storia. Milioni di persone, arri
vate tra noi da ógni angolo della penisola nel breve arco di
due decenni, hanno fatto della nostra terra un crogiuolo di
stirpi, di
8/15/2019 Sant'Ambrogio - Exameron. I Sei Giorni Della
Creazione
http://slidepdf.com/reader/full/santambrogio-exameron-i-sei-giorni-della-creazione
6/456
tradizioni, di dialetti diversi. I problemi umani che ne
derivano sono ardui, numerosi e certo non risolvibili a breve
scadenza-
8 PRESENTAZIONE
Di fronte a questo rivolgimento storico, qualcuno, mosso
da una visione più generosa che illuminata, ritiene che la
Chiesa di
Milano debba attenuare le sue note caratteristiche, perché i
nuovi arrivati possano adattarvisi più agevolmente. Il
contrario è vero: quanto più è imponente l'ingresso tra noi
di genti lontane tanto più la nostra Chiesa deve saper
offr irsi con la sua inconfondibile identità, deve andar loro
incontro col suo volto chiaro e ricono
scibile: solo cosi potrà improntare e animare di sé il popolo nuovo
che nascerà da questa lunga e travagliata fusione.
Diversamente, accolti in una società anonima e grigia, tutti
conserverebbero le proprie diversità e continuerebbero
a sentirsi irreparabilmente stranieri e senza speranza. Gli
ospiti nuovi si accolgono non de molendo la nostra casa, ma
irrobustendola, ampliandola e ren dendola accogliente si, ma nel
rispetto della sua originaria ar
chitettura e della sua primitiva spiritualità.
In questo disegno assume una chiara significazione la rina
scita — sempre più vigorosa e caratterizzata — della
liturgia am brosiana.
In questo disegno s'inquadra la salvaguardia e il rinnovamen
to delle nostre tipiche forme di pastorale.
In questo disegno il pensiero e la parola di S. Ambrogio
—
che stanno all’origine della nostra specifica identità ecclesiale
—
sono proposti alla lunga meditazione del clero e del laicato della
Chiesa di Milano, perché il ritorno alle sorgenti ci aiuti a
rispon dere agli interrogativi del mondo di oggi con la forza
interiore di chi sa di avere nella sua storia una ricchezza
che non teme
confronti.
Proprio perché siamo un albero molto cresciuto ed esposto a
bufere, sentiamo il bisogno di avere radici robuste e
profonde.
L ’alta impresa è affidata alla Biblioteca Ambrosiana,
sede
prestigiosa di studi severi, che è chiamata non solo a
custodire ma anche a rendere eloquenti e attuali i tesori di
cultura della nostra storia religiosa e civile. Siamo certi
che il glorioso istituto
8/15/2019 Sant'Ambrogio - Exameron. I Sei Giorni Della
Creazione
http://slidepdf.com/reader/full/santambrogio-exameron-i-sei-giorni-della-creazione
7/456
federiciano non deluderà le nostre attese e che in un breve
giro di anni una serie di volumi agili e sobriamente eleganti
ci offrirà tutte le pagine di Ambrogio, nel loro testo
originale accuratamen te ricostruito e in una semplice e dignitosa
versione in lingua
italiana.
PRESENTAZIONE 9
Sul lavoro felicemente avviato e sulla larga schiera di coloro
che vi profonderanno le loro fatiche invochiamo di cuore la
be nedizione di Dio.
G i o v a n n i C o l o m b o
cardinale arcivescovo di Milano
http://slidepdf.com/reader/full/santambrogio-exameron-i-sei-giorni-della-creazione
8/456
http://slidepdf.com/reader/full/santambrogio-exameron-i-sei-giorni-della-creazione
9/456
DELLA CREAZIONE
di
1979
http://slidepdf.com/reader/full/santambrogio-exameron-i-sei-giorni-della-creazione
10/456
II edizione, novembre 1996
La I ed. del volume è stata pubblicata con il contributo della
Fondazione S. Ambrogio per la Cultura Cristiana, sostenuta dal Dr.
Ing. Aldo Bonacossa
Biblioteca Ambrosiana, P.za Pio XI, -2 - 20123 Milano Città Nuova
Editrice, Via degli Scipioni, 265 - 00192 Roma
ISBN 88-311-9150-0
http://slidepdf.com/reader/full/santambrogio-exameron-i-sei-giorni-della-creazione
11/456
INTRODUZIONE
Fino dai primi secoli della Chiesa molti furono gli esegeti
del primo capitolo della Genesi Per ricordarne
solo alcuni, citeremo
Origene * e S. Basilio di Cesarea ’ fra i
Greci, Lattanzio * e S. Agostino^ fra i Latini. Possono spiegare
questo interesse, che si pro lunga nel corso del tempo, sia le
ragioni liturgiche che con sigliavano di commentare testi
largamente impiegati durante le celebrazioni quaresimali sia,
soprattutto, la necessità d’illustrare, specie in
contrapposizione con i vari sistemi ereditati dalla filo sofia
classica, l’origine del mondo, punto di partenza per la
storia della salvezza^.
Si comprende perciò come anche S. Ambrogio abbia ritenuto
opportuno affrontare tale argomento, probabilmente nel corso del la
Quaresima del 387, e precisamente nei sei giorni della Setti mana
Santa dal 19 al 24 aprile''.
Lo svolgim ento della predicazione può essere cosi
ricostruito: 1° giorno: I sermone, 1 ,1 ,1 - 6,24 (mattina);
I I sermone, 1,7,25-10,38 (pomeriggio).
1 H. C a z e l l e s e J.P. B o u h o t ^ Il
Pentateuco, trad. ital., Paideia, Brescia 1968, pp.
49-54.
* Dodici Libri sulla Genesi {Hexaemeron); sedici Omelie sulla
Genesi, di cui la prima sulla creazione; forse altre
omelie sempre sulla Genesi. Della prima opera rimangono
solo frammenti; della seconda, una versione latina, non
sempre meticolosamente fedele, di Rufino (400-404 c.).
* Nove Omelie sulVHexaemeron. Si potrebbero qui aggiungere le
anaIo> ghe opere di S. Gregorio di Nissa e di S. Giovanni
Crisostomo.
* De opificio mundi. . . . • De Genesi contra Manichaeos; De
Genesi ad litteram imperfectus liber
e, soprattutto, dodici libri De Genesi ad litteram sui
primi tre capitoli della Genesi. • C a z e l l e s -B o u h o
t , op. cit., pp. 55-56. ^ J J l . P a l a n q u e , Saint
Ambroise et l'empire romain, De Boccard, Paris
1933, pp. 520 e 759; F. H o m e s D u d d e n , The life and
times of St. Ambrose, Cla- rendon Press, Oxford 1935,
II, pp. 679-680.
Le altre date proposte oscillano fra il 386 e il 390. In genere non
si accetta la data 386, perché nelle omelie ambrosiane non
c'è traccia della ten sione provocata dalla lotta contro gli
ariani. A favore di tale data non mi sembra decisivo
l’argomento ricavato da Auc., Conf., VII, 3, 5, 1: vedi
P. CouRCBLLB, Recherches sur les «
Confessions » de Saint Augustin, De
Boccard,
Paris 1950, pp. 99-102. Che la predicazione sla durata sei giorni
risulta chiaramente da quanto
si dice all’inizio del nono discorso (sesto giorno):
Qui (sermo) etsi per quinque iam dies non
mediocri labore nobis processerit... (V I, 1, 1).
8/15/2019 Sant'Ambrogio - Exameron. I Sei Giorni Della
Creazione
http://slidepdf.com/reader/full/santambrogio-exameron-i-sei-giorni-della-creazione
12/456
2*’ giorno: III sermone, II, J, 1 -5,22 (pomeriggio), giorno:
IV sermone, III, 1, 1 ~ 5, 24;
V sermone, III, 6,25 - 17,72. 4° giorno: VI sermone, IV,
1,1-9,34 (pomeriggio). 5° giorno: VII sermone, V, 1,1 -11,35;
V i l i sermone, V, 12,36 -24,92 (separato da un
breve intervallo dal precedente e pronunciato nel pome
riggio).
6° giorno: I X sermone, VI, 1,1 -10,76 (man ifestamente nel
po· meriggio) ®.
I vari momenti della creazione sono cosi distribuiti: nella
pri ma giornata, cielo, terra (I) e luce (II); nella seconda,
firmamento (III); nella terza, -acque (IV) e piante (V);
nella quarta, sole, luna
e stelle (VI); nella quinta, pesci (VII) e uccelli (Vili); nella
sesta, animali e uomo (IX).
Evidentemente un'opera cosi impegnativa presuppone nell'au tore non
solo il possesso d'una cultura generale, teologica e prò-
14 INTRODUZIONE
® PALANQUE, op. cii., p. 438; D u d d e n , op. cit.,
II, p. 679. Per il terzo giorno non ci sono precise indicazioni; si
deve però ritenere
verosimile die il quarto sermone sia stato pronunciato al mattino e
il quinto al pomeriggio. Per il quinto giorno, invece,
risulta dalla nota del testo ta· chigrafico, rimasta
all'inizio dell'ottavo sermone (V, 12, 36), che questo venne
pronunciato dopo un breve intervallo {Et cum paulolum
conticuisset) dal discorso precedente. Poiché,
come vedremo nel seguito di questa stessa nota, l'ottavo
sermone fu . tenuto nel tardo pomeriggio, assegnerei il settimo
alle prime ore del medesimo pomeriggio.
Il Paredi (La liturgia di S. Ambrogio, in « Sant'Ambrogio nel
XVI cente nario della' nascita », Vita e Pensiero, Milano 1940, pp.
139-141), sul fonda mento dì Exam., V, 11, 35; 24, 88; 24, 89;
24, 90; 24, 92, in confronto con Epist., XX, 25-26, ritiene
che i due discorsi assegnati alla quinta giornata (V II e V ili)
non siano stati pronunciati il quinto giorno della Settimana
Santa, e cioè il venerdì, bensì il giorno precedente, e che
quindi la divisione o l'assegnazione dei vari discorsi che
formano i sei libri sia da rifare.
Senza entrare nel merito dei problemi, per altro controversi,
connessi con la liturgia dei tempi di S. Ambrogio, credo
assolutamente certo che il se sto sermone venne pronunciato nel
tardo pomeriggio del quarto giorno, e cioè del Giovedì Santo:
Sed iam cauendum ne nobis in sermone dies quartus
occidat; cadunt enim umbrae maiores de montibus, lumen minuitur,
umbra cumulatur (IV, 9, 34). Non mi pare
infatti possibile sostenere che l’espres sione dies
quartus si riferisca alla creazione anziché alla
predicazione (cf.
anche II, 5, 22). Ritengo inoltre altrettanto certo che i nove
sermoni seguano l'ordine del primo capitolo della
Genesi (cf. VI, 2, 3), sicché il settimo e
l'ottavo non possono essere stati tenuti prima del sesto,
cioè la mattina del Giovedì San to. Del resto, anche l'ottavo
sermone si conclude con un’indicazione che non lascia dubbi:
' ...e/ gr'atulemur quod factus est nobis uesper, et fiat
mane dies sextus. Si veda inoltre, nello stesso
discorso, l'accenno alla stanchezza che potrebbe indurre al
sonno gli ascoltatori (V, 12, 37).
Quanto all'ipotesi che una probabile successiva rielaborazione
abbia provo cato qualche spostamento o ampliamento delia materia,
essa è certamente ve rosimile. In ogni caso, la storia di Giona (V,
11, 35) si prestava egregiamente per concludere l'elogio del
mare, come la negazione di Pietro veniva a propo
sito parlando della notte e del canto del gallo. L'episodio di
Giona, del resto, è richiamato anche da S. Basilio
appunto'nella perorazione della settima omelia (164 A = 69
C), mentre l’esempio del gallo è citato verso la fine
dell'ottava (181 C = 77 C).
8/15/2019 Sant'Ambrogio - Exameron. I Sei Giorni Della
Creazione
http://slidepdf.com/reader/full/santambrogio-exameron-i-sei-giorni-della-creazione
13/456
fana, adeguata ai tem i affrontati , ma anche il ricorso,
piti o meno immediato, a fonti particolari. Per i primi
quattro paragrafi ci soccorre l'approfondita ricerca del
Pépin^ che rinvia, oltre che ai Philosophumena
d’Ippolito, al Cicerone del De natura deonim e
probabilm ente deZ/'Hortensius, a Filone, forse
ad ««'Epitome di Filodemo, senza escludere
a priori la conoscenza diretta del De philosophia del giovane
Aristotele, non ancora indipendente dal l’influsso platonico. Ma
più in generale, trascurando per il mo mento le fonti
dell'informazione scientifica di cui diremo in se- guito, per
l'intera opera bisogna risalire, oltre che a Cicerone e a
Filone, quanto meno ad Origene “ e a S. Basil io di
Cesarea
A questo proposito è inevitabile citare il famoso passo di
S. Girolamo, nel tentativo di chiarirne i limiti ed il
significato: Nuper
Ambrosius sic Exaemeron illius (scilicet Origenis)
compilauit, utmagis Hippolyti sententias Basiliique sequeretur
Sembra dif ficile, specie se si considera il carattere
polemico di chi scrive, che il verbo compilare non
assuma qui un significato niente af
fatto lusinghiero Ma anche ammesso questo , il senso
dell'intera frase continua a rimanere piuttosto oscuro.
Secondo il Pépin, « d'après le contexte, Jéróme semble
vouloir dire qu'Ambroise a gardé une certaine indépendence
dans l'usage de cet Exaeme ron... En tout cas, Jéróme
conferme que les éléments origéniens
introduits par Ambroise dans son propre Exaemeron devaient
se trouver dans /'Exaemeron d’Origène plutòt que dans
une autre ouvrage du méme auteur » “ .
Ad ogni modo è difficile raggiungere una conclusione
sicura, perché sia /'Hexaemeron di Origene che
quello di Ippolito non
® J . P é p i n , Théologie cosmique et théologie
chrétienne (Ambroise, Exam., I, 14), Presses
Universitalres de Franca, Paris 1964, pp. 513-533.
Dissente dal Pépin E. L u c c h e s i , L ’usage de Ph iton dans
l'oeuvre exégétique de saint Ambroise, ecc., E.J.
Brill, Leiden 1977, pp. 73-74 e, specialmente, n. 2, il quale
pensa ad Origene come a fonte imica o principale.
10 Cioè al Περ ρχν e al perduto commento ai primi quattro
capitoli della Genesi, oltre che alla prima omelia in
Genesim, che tratta della creazione.
II Lavati (Il valore letterario della esegesi ambrosiana,
Archivio am brosiano. XI, Milano 1960, pp. 88 e 92) ritiene che
VExameron preceda la let tura di Plotino. Vedi però
anche P. Co u r c e l l e , Platon et Saint
Ambroise, Revue de philologie, 76, 1956, pp. 4647.
“ Ep. 84, 7; cf. anche Apoi. adu. Ruf., I, 2, PL, 33,
417 B. “ Il T.L.L. considera compilare sinonimo
di excribere = « copiare »; cf.
H o r ., Sai., I, 1, 121; M a r t ., XI, 94, 4. Veramente J .
Labourt (S a i n t J é r ó m e , Lettres, IV ,
Les Belles Lettres, Paris 1954, p. 134) traduce: « Naguère, Am
broise a compilé de telle manière l'Hexaméron d’Origène qu'il s'est
attaché de préférence aux opinions d'Hippolyte et de Basile
». Tra compiler e p il ler c'è una
certa differenza.
1 Op. cit., p. 417, n. 2. Il Paredi (S. Ambrogio e la sua
età, Hoepli, Milano I960*, p. 370) intende cosi: «
Girolamo che aveva sott’occhio tutte e quattro le opere (cioè
quelle di Origene, di Ippolito, di Basilio e dello stesso Ambr(>
gio) scrìsse che Ambrogio diede una nuova redazione
dell'Esamerone di Ori- gene, seguendo più da
vicino Ippolito e Basilio che non Origene. Cioè l’opera di S.
Ambrogio è più curata quanto all’ortodossia » . 'Da S. Girolamo (De
uir.
ili., c. 61, PL, 25, 707 A ) sappiamo che Ippolito aveva
scritto un ξαμερον. Sui rapporti tra S. Ambrogio e S. Girolamo vedi
A. P a r e d i , S. Gerolamo e
S. Ambrogio, in « Mélanges Eugène Tisserant », voi. V (Studi
e testi, 235), Bi blioteca vaticana 1964, pp. 183-198 (in
particolare pp. 191-192).
INTRODUZIONE 15
http://slidepdf.com/reader/full/santambrogio-exameron-i-sei-giorni-della-creazione
14/456
ci sono pervenuti È invece possibile istituire un confronto
con /'Hexaemeron di S. Basilio; ma i risultati ne sono, a dir
poco, sconcertanti. Bisogna riconoscere, infatti, che nessun
altro verbo meglio di compilare potrebbe
esprimere la realtà del rapporto tra TExameron di
Ambrogio e il suo modello greco. A parte l’impostazione
generale, larghissimi brani sono riprodotti testual mente insieme
con esempi, citazioni e persino formule di passag gio da un
argomento all’altro Addirittura, come osserva il Pé-
pin ” e come io stesso ho personalmente sperimentato,
molte oscu rità del testo latino si chiariscono agevolmente nel
confronto con quello di S. Basilio, data la maggiore
precisione del linguaggio fi losofico greco. La fonte, inoltre, non
è mai citata se non indiret tamente, come per esempio a IV , 7,30,
dove si parla di nonnulli
docti et Christiani uiri, ma soltanto per manifestare un
dissenso I l Paredi, dopo aver rilevato, non senza una
certa sorpresa, tale modo di procedere, lo spiega, sia pure
in forma dubitativa, con il « carattere oratorio del
libro » Certamente un sermone non è un trattato, almeno nel
senso moderno del termine, bensì un'opera nella quale
l’interesse che potremmo chiamare cultura- le-scientifico
cede il passo all’interesse pastorale. Nel secolo quarto,
poi, il concetto di « proprietà letteraria »
era ben diverso da quello giuridico-morale dei nostri tempi.
S. Ambrogio, insomma, attinge
idee e immagini che ritiene possano giovare ai suoi ascoltatori,
senza preoccuparsi d'essere originale, perché in lui è
dominante Tanimus del pastore, non quello dello
scrittore e del dotto. È un fatto però che
Z'Exameron costituisce un caso limite. Anche in confronto
al De officiis, che pur deve tanto a Cicerone, risulta
di gran lunga meno personale nel contenuto, perché manca Vat-
teggiamento di contrapposizione polemica rispetto alla fonte.
Un'opera come /'Exameron,
per la materia trattata e gli svi luppi che ad essa si
davano, richiedeva nell'autore un adeguato
patr imonio di conoscenze scientifiche. Lo S ch en k l^
elenca tra le fonti lo stesso Basilio, i Prata di
Svetonio, Γλξανδρος di Filo ne e, per le api,
le Georgiche di Virgilio. La leggenda della fenice
C. SCHENKL, S. Ambrosii Opera, CSEL, XXXII, p. XIII: Num uero
recte dixerit Hieronymus Ambrosium Origenis Hexaemeron,
hoc est Commentarios in Genesim, quorum paucae nunc
reliquiae extant, compilasse profecto du- bitari
potest.
SCHENKL, op. cii., p . XIII: Im m o Basilii, cuius sententias
tantum eum magis secutum esse Hieronymus refert, opus
expilauit ita ut plerumque eius dispositionem
sequeretur, multa isdem fere uerbis redderet, longe
plura maiore usus uerborum ambitu exprimeret, denique
in uniuersum interpretis
potius quam scriptoris munere fungeretur. Op. cit., p.
372: « Si la plupart des obscurités du texte d'Ambroise
disparaissent à la lecture du. texte de Basile... ». I® Aerem
quoque nonnulli etiam docti et christiani uiri
allegauerunt
lunae exortu solere mutari; cf. Bas., 144 BC (61 AC). Op.
cit., p. 370. Su tale questione vedi anche ciò che scrive M.
Cesaro,
Natura e Cristianesimo negli « Exameron » di S. Basilio
e di Sant'Ambrogio, Dldaskaleion, V II, 1929, p. 59. “ Op.
cit.. pp. XVI-XVIII.
'Αλξανδρος περ του λγον Ιχειν τ λογα ζψα (Eus., Η.Ε., II, 18,
6).
16 INTRODUZIONE
http://slidepdf.com/reader/full/santambrogio-exameron-i-sei-giorni-della-creazione
15/456
(V, 23, 79) deriva dalla prima lettera di Clemente^, l’episodio
del canto dell’usignolo (V, 12, 39) da un
carme de/Z’Anthologia Latina Sempre secondo lo Schenkl^*,
Ambrogio non avrebbe usato la Naturalis Historia di Plinio il
Vecchio, come sarebbe dimostrato dal fatto ch’egli, non
adopera mai, per lo stesso argomento, i me desimi vocaboli
impiegati dall'autore latino^. Non va taciuto che le nozioni
scientifiche di S. Ambrogio non sono, nella
maggior
parte dei casi, fru tto di osservazione diretta e che vengono
accolte da lui tradizioni leggendarie e opinioni
infondate^*.
Come si potrà riscontrare dai rimandi in nota alla
traduzione, «e//'Exameron sono numerosissime, più d’un
centinaio, le riso nanze di Virgilio ” , poche quelle di
Lucrezio, di Sallustio e di Ovidio.
Non mancano inoltre echi di Varrone, di Orazio e, forse, di
Ma
crobio^. Non si tratta di vere citazioni, ma, per lo piti, di un
inserimento nel tessuto del discorso di espressioni che per
la loro carica poetica o per la loro suggestione allusiva
contribuiscono al l’efficacia dell'esposizione.
Di qui prende l'avvio una serie di considerazioni senza
le quali il giudizio sull'opera ambrosiana risulterebbe
incompleto e perciò ingiusto. Nonostante i modelli, ciò che
colpisce in Am brogio è la sensibilità vibrante per gli spettacoli
naturali in cui la potenza divina si manifesta. Sua
caratteristica è il gioioso com-
INTRODUZIONE 17
“ C. 25. “ 762 R.
Op. cit., p. XVI: Ne id quidem concedam Ambrosium scriptores
La- tinos, qui in rebus naturalibus explicandis maxime
exceltuerunt, omnes le- gisse. Veluli num Plinii Naturali
historiae uel aliquod studium impenderit quam maxime
dubito.
Pur senza pretendere di smentire radicalmente l'affermazione
dell’il lustre studioso tedesco, mi permetto di citare qui sotto
due passi nei quali,
anche se non materialmente, i vocaboli di Plinio e di Ambrogio
presentano una corrispondenza che potrebbe non essere casuale:
a) N.H., XXV, 53, 92: (Ceruae) ostendere, ut
indicauimus, dictamnum uulneratae p a s t u
statim TELis DECIDENTIBUS. Exam., Ili, 9, 40: G i
b u s illis ergo medicina est, ut r e s i u r b
SAGITTAS uideas ex uulnere. b) N.H., X, 3, 13;
Alterum expellunt t a e d i o n u
t r i e n d i . Exam., V, 18, 60: quod aliqui fieri
putauerunt g e m i n a n d o r u m a l i m e n
t o r u m f a s t id i o .
“ Vedi, p. es., la capacità della remora di fermare le navi (V ,
10, 31), la trasformazione dell'acqua in sale nell’Oceano (V,
11, 33), la restituzione della vista ai rondinini (V, 17,
57), la fecondità verginale degli avvoltoi (V, 20, 64-5) e
delle api (V, 21, 67), la resurrezione della fenice (V, 23, 79). A
V,
12, 39. S. Ambrogio dichiara di riassumere da incompetente nozioni
elementari. ScHENKL, op. cit., p. XVII, n. 1. M.D. D i e d e
r i c h , Vergil in works of St.
Ambrose, The Catholic University of America, Washington 1931,
pp. 28-30, elenca quattordici « imitazioni », ritenute
sicure, dalle Bucoliche, settantadue dalle
Georgiche, settantuno àaìVEneide, più altre quattro
dubbie dalle Bu- coliche, ventuno dalle
Georgiche, quarantanove daìì'Eneide. Sui
procedimenti con i quali S. Ambrogio utilizza i testi
virgiliani, vedi pp. 6-28. Vedi anche L. A l f o n s i , L
’ecfrasis ambrosiana del « libro delle api
vergiliano », Vetera Christianorum, 1965, 2, pp.
129-138; A.V. N a z z a r o , La I Ecloga virgiliana
nella lettura d'Ambrogio, in « Ambrosius
episcopus », Atti del Congresso intemazio
nale di studi ambrosiani, ecc., a cura di G. Lazzati, Vita e
Pensiero, Milano 1976, II, pp. 312-324. “ P. Co u r c e l l e
, Nouveaux aspects du platonisme chez Saint Ambroise,
Revue des études latines, 34, 1956, pp. 232-234.
8/15/2019 Sant'Ambrogio - Exameron. I Sei Giorni Della
Creazione
http://slidepdf.com/reader/full/santambrogio-exameron-i-sei-giorni-della-creazione
16/456
piacim ento con il quale sa cogliere anche i più umili
aspetti, della creazione. Troppo viva è la partecipazione del
suo animo perché si possa pensare esclusivamente a
squarci retorici. L'insegnamento della scuola si è limitato
ad affinare doti di natura^^ e a fornire adeguati mezzi
espressivi. Basterebbe la famosa descrizione del mare ad
attestarci le sue capacità di scrittore^. Spesso, anche se
lo spunto è offerto da S. Basilio, questo è ampliato e svolto
vivacemente con ricchezza di apporti personali.
Nuocciono tuttavia alla « composizione »
dell'opera una certa prolissità e t frequenti
excursus che fanno perdere il filo dell’ar gomento e turbano
l'equilibrio della trattazione. Ambrogio talvolta dimostra
chiaramente di rendersene conto ma nello stesso tempo non se
ne preoccupa in modo eccessivo, come si ricava dal fatto
che le numerose divagazioni sono riniaste anche dopò la
revisione del testo tachigrafico^^. Non va dim enticato
però che rExameron è anzitutto un'opera
esegetica che vuole illustrare i sei giorni della creazione.
Riveste quindi un'importanza essenziale la linea
interpretativa prescelta dall'autore. S. Ambrogio preferisce
l’interpretazione letterale α-
tenendosi, almeno inizialmente, al testo; non rinuncia però ad ap
plicare con grande larghezza l'allegoria o piutto sto il
cosiddetto senso « psichico » o spirituale o
morale, appreso dall'insegnamen
to di Origene In tal modo, come scrive il Lazzati, « il
vescovo-poeta potrà imprimere alla sua esegesi toni di
un’intensità spirituale e di
18 INTRODUZIONE
2* L a z z a t i , op. cil., p. 62. “ III, 5, 21-4; su cui
vedi anche ciò che scrive L. S p i t z e r , L ’armonia
del
mondo, trad. ital-. Il Mulino. Bologna 1967, pp. 28-32. Il
Paredi (op. cit., pp. 373 ss.), offre un'ampia e felice
esemplificazione: III, 1, 24: l'acqua; IV, 1, 1-3: il sole;
V, 8, 22: il granchio; V, 11, 36: gli uccelli; V, 15, 50-2: le
gru;
V, 19, 62-3: la tortora; V, 20, 64-5: gli avvoltoi; V, 24, 88: il
canto del gallo; VI, 9, 55: il corpo umano; VI, 9, 68: il bacio. Io
aggiungerei anche, p.es., la descrizione del giglio (III, 8,
36); e a proposito del corpo umano, rileverei che nei
paragrafi successivi non mancano argomentazioni contorte e persino
con siderazioni banali, sia pure legate alla mentalità del
tempo.
Sullo stile di S. Ambrogio e, in particolare sull’interferenza tra
prosa e poesia, vedi J. F o n t a i n e , Prose et poésie:
l'interférence des genres et des styles dans la
création littéraire d’Ambroise de Milan, in « Ambrosius epi
scopus >, I, pp. 124 ss.
31 Vedi, p.es., I, 8, 32; II, 5, 22; III, 1, 6; I II, 4, 17; IV, 9,
34; V, 11, 35; V, 12, 36; V, 29, 90; VI, 2, 5.
G. L/tzZATi, Uautenticità del De Sacramentis e la
valutazione letteraria delle opere di S.
Ambrogio, Aevum, XXIX, 1955, p. 47; Opere di S. Ambrogio, a
cura di G. Co p p a , UTET, Torino 1969, p. 33; cf. p. 98.
Sull'uso della tachigrafia aU’epoca di S. Ambrogio, vedi C. M o h r
m a n n , Observations sur le « De sacramentis »
et le i De Mysteriis » de saint Am broise, in «
Ambrosius episcopus », I, pp. 108-112.
“ Vedi p.es., VI, 2, 6: Caelum legimus, caelum accipiamus;
terram legi- mus. terram intellegamus frugiferam. Vedi
inoltre I, 8, 32; II, 4, 17; VI, 2, 4; VI, 3, 9.
^ Co p pa , op. cit., p. 38; H. Db L u b a c ,
Esegesi medievale, trad. ital., Ed.
Paoline, Roma 1972, II, p. 1223. In particolare, sulla genesi delle
varie forme d’interpretazione e, soprattutto, del metodo
allegorico, vedi H. Au s t r y n W o l f - SON,
La filosofia dei Padrì della Chiesa, trad. ital., Paideia,
Brescia 1978. I, pp. 33-72.
8/15/2019 Sant'Ambrogio - Exameron. I Sei Giorni Della
Creazione
http://slidepdf.com/reader/full/santambrogio-exameron-i-sei-giorni-della-creazione
17/456
un'espressività che congiungono gli accenti della mistica e della
poesia » Per Z'Exameron, o almeno per
molte sue parti, questo giudizio può essere senz'altro
accettato, sia pure con la riserva, formulata subito
dopo dallo stesso Lazzati, che « la pagina ese getica
ambrosiana » si presenta « spesso stentata, difficile, impi
gliata nel suo stesso gioco » Se particolarmente felice
appare l'accostamento tra la rosa, fiore bellissimo ma cinto
di spine, e i successi degli uomini, spesso pagati a prezzo
di sofferenze e di miserie^'', oppure tra la vite e i fedeli
sia come singoli individui sia quali mem bri della comunità
ecclesiale lo sviluppo dato, per esempio, al paragone
tra il cristiano e il pesce^^ e ancor più alla leggenda
dell’accoppiamento tra la vipera e la murena*'^, con le
relative applicazioni, nonostante l’efficacia pastorale, non ci
con
vince del tutto. Inoltre l'opera è troppo legata alle im
postazioni culturali e ai concetti scientifici del proprio
tempo, fatti emergere ancora più rigidi dalle esigenze
d'un'inter prelazione letterale, perché il lettore dei
nostri giorni possa sentirsi pago come chi ha raggiunto una
meta.
Eppure, con tutti i suoi limiti, specie riguardo alla
originalità della dottrina, alla chiarezza e alla fondatezza
in campo esegetico, all’equilibrio della composizione, alla
validità di talune argomen
tazioni, /'Exameron resta, almeno in molte sue parti, un
libro af fascinante perché nato, prim a ancora che
dall’intelligenza e dalla cultura, da una vivissima fede, da
un’anima ardente, da un cuore innamorato dello splendore
dell’universo quale riflesso della sa
pienza e della bontà di Dio.
INTRODUZIONE 19
Non esistono problemi sull’autenticità deZZ'Exameron.
Basterebbe a garantirla la sola testiìnonianza di S. Girolamo
sopra ri portata. È significativa, inoltre, la probabile
imitazione di Clau diano nel De raptu Proserpinae (III, 263-8
= Exam., VI, 4, 21) composto tra il 395 e il 597
data che, in un certo senso, segna l’inizio della «
fortuna » dell’opera attraverso i secoli
Converrà' piutto sto spendere qualche parola sulla grafia del
titolo che, derivando dal greco 'Εξαμερον, dovrebbe essere
rego larmente Hexaemeron. In realtà, presso i vari
autori, questo nome
viene scritto in forme diverse che ho scrupolosamente
conservate
Op. cit., p. 64. 3* Op. cit., l.c. s·» III, 11.
48. 38 III, 11,49 - 12,52. 3» V, 5,4 - 6,17. « V, 7, 18-20.
SCHENKL, op. cit., p . XVIII. “ S c h a n z -H o s i u s ,
IV, 2, p . 24. “ P.es., Isidoro di Siviglia (m. 636) nel De natura
rerum usa largamente
VExameron, spesso anche citandone l’autore.
8/15/2019 Sant'Ambrogio - Exameron. I Sei Giorni Della
Creazione
http://slidepdf.com/reader/full/santambrogio-exameron-i-sei-giorni-della-creazione
18/456
nelle relative citazioni Lo Schenk l ” ci avverte che tutti i
codici ambrosiani usano la forma Exameron, sicché,
anche tenuto con· to della varietà delle grafie attestate,
sebbene la conoscenza del greco da parte di Ambrogio lasci
adito a qualche perplessità sul l’esattezza di tale trascrizione
latina, preferisco conservare la for ma ormai generalmente
accolta.
I l testo riprodotto è quello curato da C. Schenkl per
il Cor pus Scriptorum Ecclesiasticorum Latinorum di Vienna
(1897, ri· stampa 1962), con qualche lievissimo ritocco nella
punteggiatura e qualche mutamento ortografico*^. Di tali
mutamenti si fa men-
zione a piè di pagina. Riguardo ai criteri seguiti
nella traduzione, rinvio a quanto
ho detto ne/rintroduzione al De officiis. Va rilevato
però che da
un punto di vista letterario Z'Exameron presenta uno
stile più co lorito, più vario e vivace che mi sono sforzato di
riprodurre, pur nella fedeltà al testo latino.
20 INTRODUZIONE
** Hexaemeron, Exaemeron. Il Faller (CSEL, LXXXII, pars X.
Epist. XXIX, p. 195), scrive lecto
ΕΞΑΗΜΕΡΩ.
^ Op. cit., p. XII. Ho preferito scrivere Arrins,
Arrianus, grafia largamente diffusa e
attestata concordemente in codici del sec. V (F a l l e r , CSEL,
LXXVIII, p. 50*). Inoltre ho mutato l’ortografia in pochissimi casi
nei quali essa risultava
contraddittoria senza che i codici ne dessero, a mio parere,
sufficiente giustificazione. Su taluni'limiti dell'edizione dello
Schenkl, vedi M. Fhwari, « Recensiones »
milanesi di opere di S. Ambrogio, in « Ambrosius episcopus »,
I, p. 63.
8/15/2019 Sant'Ambrogio - Exameron. I Sei Giorni Della
Creazione
http://slidepdf.com/reader/full/santambrogio-exameron-i-sei-giorni-della-creazione
19/456
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
C. SCHENKL, S. Ambros i i Opera, CSEL, XXXII, Vienna 1897
(rist. 1962).
M . C e s a r o , Natura e Cr ist ianesimo negl i «
Examer on » di S. Basil io e
di Sant 'Ambrog io , Didaskaleion, VII, 1929, pp.
53-123.
M.D. D i e d e r i c h , Verg i l in Works o f St.
Ambrose, The Catholic University of America, Washington
1931.
R. P a l a n q u e , Saint Ambroise et l 'empire romain, De
Boccard, Paris 1933.
F. H o m e s D u d d e n , The l i fe and t imes of St .
Ambrose, Clarendon Press, Oxford 1935.
S. A m b r o g i o , L’Esamerone, ecc., testo con
introduzione, versione e com
mento di Mons. Dr. Emiliano Pasteris, SEI, Torino 1937. A . P a r e
d i , S. Ambrogio e la sua età, Hoepli, Milano I960*.
G. LAZ21ATI, I l valore letterario del l ’esegesi ambrosiana.
Archivio am brosiano, XI, Milano 1960.
J. PÉPIN, Théologie cosmique et théologie chrét
ienne (Ambroise, Exam., 1, 1-4), Presses Universitaires
de France, Paris 1964.
L. Alfonsi, L'ecfrasis ambrosiana del « l ibro del le
api vergi l iano », Ve tera Christianorum, 1965, 2, pp.
129-138.
H . C a z e l l e s e J.P. B o u h o t , I l Pentateuco
, trad. ital., Paideia, Brescia 1968.
B a s i l e d e C é s a r é e , Homél ies sur
VHexaéméron, texte grec, introduction et traduction de S.
Giet, Les éditions du Cerf, Paris 1968*.
S. A m b r o g i o , Opere, a cura di G. Coppa, UTET, Torino
1969.
Genesi, Introduzione, Storia primitiva, a cura di P.E. T e s
t a , ofm, Ma rietti, Torino 1969, voi. I.
H . D e L u b a c , Esegesi medievale, trad. ita!.,
Edizioni Paoline, Roma1972, voi. II.
A.V. N a z z a r o , Esordio e chiusa del le omel ie esameronal i
di Ambrogio,
Augustinianum, XIV, 1974, pp. 559-590.
G. M a d e c , Saint Ambroise et la phi losophie, Études
augustiniennes, Pa ris 1974.
H . A u s t r y n W o l f s o n , La fi losofia dei Padri
del la Chiesa, trad. ita!., Paideia, Brescia 1978, voi.
I.
Per una bibliografia completa, vedi specialmente le opere del Pépin
e del Coppa e il più recente volume del Madec. Su questioni
specifiche
8/15/2019 Sant'Ambrogio - Exameron. I Sei Giorni Della
Creazione
http://slidepdf.com/reader/full/santambrogio-exameron-i-sei-giorni-della-creazione
20/456
vedi « Ambrosius episcopus », Atti del Congresso intemazionale di
studi ambrosiani, precedentemente citato.
Riguarda solo indirettamente VExameron l’opera di H. S a v o n
, Saint Ambroise devant Vexégèse de Philon te
Juif, 2 voli. Études augustiniennes, Paris 1977, che ho
potuto consultare soltanto a lavoro ultimato.
22 BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
Esprimo un doveroso ringraziamento a Sua Ecc. Mons. Giacomo
Biffi e al prof, don Inos Biffi, che, con i loro
suggerimenti, hanno contribuito a rendere più rispondente
agli scopi proposti questo lavoro.
Don Inos Biffi è, inoltre, l’autore delle note più
strettamente teo logiche del commento, contrassegnate dalla sigla
I.B.
Un vivo ringraziamento anche alla prof.ssa Mirella Ferrari, che
ha rivisto con vigile cura le bozze del testo latino.
8/15/2019 Sant'Ambrogio - Exameron. I Sei Giorni Della
Creazione
http://slidepdf.com/reader/full/santambrogio-exameron-i-sei-giorni-della-creazione
21/456
8/15/2019 Sant'Ambrogio - Exameron. I Sei Giorni Della
Creazione
http://slidepdf.com/reader/full/santambrogio-exameron-i-sei-giorni-della-creazione
22/456
DIES PRIMVS
SERMO I
Caput I
1. Tantumne opinionis adsumpsisse homines, ut aliqui eo rum tria
principia constituerent omnium, deum et exemplar et materiam, sicut
Plato discipulique eius, et ea incorrupta et in creata ac sine
initio esse adseuerarent deumque non tamquam crcatorcm materiae,
sed tamquam artificem ad exemplar, hoc est ideam intendentem
fecisse mundum de materia, quam uocant Ολην, quae gignendi causas
rebus omnibus dedisse adseratur, ip sum quoque mundum incorruptum
nec creatum aut factum aesti
marent, alii quoque, ut Aristoteles cum suis disputandum putauit,
duo principia ponerent, materiam et speciem, et tertium cum his,
quod operatorium dicitur, cui subpeteret competenter efficere quod
adoriendum putasset.
2. Quid igitur tam inconueniens quam ut aeternitatem operis cum dei
omnipotentis coniungerent aeternitate uel ipsum opus deum esse
dicerent, ut caelum et terram et mare diuinis proseque rentur
honoribus? Ex quo factum est ut partes mundi deos esse
credcrcnt, quamuis de ipso mundo non mediocris inter eos quaestio
sit. 3. Nam Pythagoras unum mundum adserit, alii innumerabi
les dicunt esse mundos, ut scribit Democritus, cui plurimum de
physicis auctoritatis uetustas detulit, ipsumque mundum
semper
8/15/2019 Sant'Ambrogio - Exameron. I Sei Giorni Della
Creazione
http://slidepdf.com/reader/full/santambrogio-exameron-i-sei-giorni-della-creazione
23/456
PRIMO GIORNO
I SERMONE
Capitolo 1
1. Gli uomini in verità hanno concepito* una cosi grande opinione
di sé, che alcuni di loro, come Platone * e i suoi discepoli,
fissano tre principi di tutto ciò che esiste: Dio, il modello esem
plare e la materia. Essi affermano che tali principi sono
incorrotti, increati e senza un inizio e che Dio, non come creatore
della ma teria, ma come artefice che riproduce un modello,
ispirandosi cioè all’idea, formò il mondo della materia, che
chiamano λη la quale ha dato origine a tutte le cose; perfino lo
stesso mondo ri tennero incorrotto, non creato né fatto. Anche
altri, come sostenne Aristotele * con i suoi discepoli,
posero due principi, la materia e la forma, e con questo un terzo
chiamato attivo®, in grado di attuare convenientemente quello cui
ritenesse di porre mano.
2. Che c’è dunque di tanto sconveniente quanto l'aver essi
congiunto l’eternità dell’opera con quella di Dio onnipotente o
l’aver chiamato Dio l’opera stessa, cosi da tributare onori divini
al cielo, alla terra, al mare? Da tali premesse derivò la loro
con
vinzione che parti del mondo fossero dèi, pur essendoci fra lorouna
controversia non trascurabile sul mondo stesso, 3. Pitagora afferma
che esiste un solo mondo, altri dicono
che ce ne sono innumerevoli, come scrive Democrito cui gli anti chi
attribuirono grandissima autorità nel campo delle ricerche
* Infinito esclamativo; cf. Hor., Sat., 9, 72-3; Huncine
solem / tam ni- grum surrexe mihi!
2 Cf. HiPP. , Philosophumena, 19, 1, in D i e l s ,
Doxographi Graeci, p. 567, 7, che deve ritenersi la
fonte principale ed immediata di questo passo. Sulla
questione delle fonti usate da S. Ambrogio per il primo capitolo
dell’B^a- meron, vedi P é p i n , op. cit.,
527-533; cf. M a d e c , Saint Ambroise et la philo
sophie, Études augustiniennes, Paris 1974, p. 47.
^ «"λ η : termine usato in filosofia per la prima volta da
Aristotele ad indicare la « materia » in contrapposizione
alla « forma » (Met., 6, 10, 4). E adoperato anche da
Ippolito nel passo sopra citato.
< Vedi sopra n. 3. Secondo il P é p i n , op. cit., pp.
513-515, tutto il capitolo risentirebbe della dottrina del
giovane Aristotele, esposta nel De philosophia; vedi anche M
a d e c , op. cit., p. 134.
® L’aggettivo operatorius rende il ποιητικς di Filone;
vedi P é p i n , op. cit., pp. 338-339.
8/15/2019 Sant'Ambrogio - Exameron. I Sei Giorni Della
Creazione
http://slidepdf.com/reader/full/santambrogio-exameron-i-sei-giorni-della-creazione
24/456
fuisse et fore Aristoteles usurpat dicere; contra autem Plato non
semper fuisse et semper fore praesumit adstruere, plurimi uero non
fuisse semper nec semper fore scriptis suis testificantur.
2 6 EXAMERON, DIES I , SER. I , C. 1, 3-4 - C. 2 , 5
4. Inter has dissensiones eorum quae potest ueri esse aesti matio,
cum alii mundum ipsum deum esse dicant, quod ei mens diuina ut
putant inesse uideatur, alii partes eius, alii utrumque? in quo nec
quae figura sit deorum nec qui numerus nec qui locus aut uita
possit aut cura conprehendi, siquidem mundi aestima tione uolubilem
rutundum ardentem quibusdam incitatum moti bus sine sensu deum
conueniat intellegi, qui alieno, non suo motu feratur.
Caput II
5. Vnde diuino spiritu praeuidens sanctus Moyses hos homi
num errores fore et iam forte coepisse in exordio sermonis sui sic
ait: In principio fecit deus caelum et terram^, initium
rerum, auctorem mundi, creationem materiae conprehendens, ut deum
cognosceres ante initium mundi esse uel ipsum esse initium uni-
uersorum, sicut in euangelio dei filius dicentibus; tu quis
es? re spondit; Initium quod et loquor uobis et
ipsum dedisse gignendi rebus initium et ipsum esse creatorem mundi,
non idea quadam duce imitatorem materiae, ex qua non ad arbitrium
suum, sed ad speciem propositam sua opera conformaret. Pulchre
quoque ait;
In principio fecit , ut inconprehensibilem celeritatem
operis expri-
» Gen 1, 1. *> Io 8, 25.
8/15/2019 Sant'Ambrogio - Exameron. I Sei Giorni Della
Creazione
http://slidepdf.com/reader/full/santambrogio-exameron-i-sei-giorni-della-creazione
25/456
naturali Aristotele suole dire che Io stesso mondo è sempre esi
stito e sempre esisterà’ . Al contrario, Platone osa affermare che
esso non è esistito sempre ed esisterà sempre®, moltissimi invece
asseriscono nei loro scritti che non è esistito sempre né sempre
esisterà.
4. In tale contrasto di opinioni quale può essere la valuta zione
della verità, dal momento che alcuni dicono dio lo stesso mondo,
poiché sembra a loro giudizio che vi sia insita un’intelli genza
divina, altri parti di esso, altri l’xma e l’altra cosa? In que sta
situazione non si potrebbe comprendere né quale sia l'aspetto degli
dèi né quale il loro numero né quale la loro residenza o la loro
vita o di che si preoccupino, poiché, secondo tale visione del
mondo, bisognerebbe concepire im dio rotante, sferico®,
infocato,
mosso da determinati impulsi, privo di sensibilità, trasportato
dauna forza estranea, non da una forza sua propria.
I SEI GIORNI DELLA CREAZIONE 27
Capitolo 2
5. Perciò, prevedendo per ispirazione divina che sarebbero
sorti questi errori tra gli uomini e che forse avevano già
cominciato a diffondersi, il santo Mosè all’inizio della sua opera
cosi dice: In principio Iddio creò il cielo e la terra,
indicando nello stesso tempo l’inizio delle cose, l’autore del
mondo e la creazione della materia, affinché tu apprendessi che Dio
esiste prima del l'inizio del mondo, che egli è l'origine di tutte
le cose (cosi il Figlio del Vangelo, a coloro che gli chiedevano: «
Tu chi sei? », rispose: « Sono l'origine che anche parlo a voi » ),
che egli ha inserito nelle cose il principio della generazione ed è
il creatore
del mondo, non già l'elaboratore della materia ad imitazione di
tuia determinata idea, secondo la quale dare foriria alle proprie
opere non a proprio arbitrio, ma conforme a un modello proposto *.
Ben disse anche: In princip io creò, per esprimere
l'inconcepibile rapi-
® Cf. Cic., Acad., II, 17, 55: Dein confugis ad
physicos (i filosofi natura listi), eos qui maxime in
Academia irridentur, a quibus ne tu quidem iam te
abstinebis, et ais Democritum dicere innumerabiles esse
mundos; vedi an che De nat. deor., I, 45, 120. Cf.
Hipp., Philos., 13, 2, in Diels, Do x . Gr., p.
565, 9.
’ H ipp . , Philos., 20, 6, in D i e l s , Do x .
Gr., p. 574, 34; cf. Philo, De aet. mundi,
3.
* Forse si allude a P l a t . , Tim., 27d-29b, testo che S.
Ambrogio doveva conoscere nella traduzione di Cicerone ora
perduta ( S c h e n k l , op. cit., p. XVI).
» Cf. Cic., De nat. deor., II, 17, 46; Epicurus... dicat se
non posse in~ tellegere qualis sit uolubilis et rotundus
deus; I, 10, 24: Quae uero uita tri- buitur isti
rotundo deo?
1 II testo greco ha: Τν ρχν δτι κα λαλ μν da tradursi; «
Proprio quello che vi dico » (Rossano). Τν ρχν è un
accusativo avverbiale. S.
Ambrogio intende in riferimento al Verbo di Dio, seguendo Or i c e
n e , Com- mento a Giovanni I-II (cfr. trad. e
note di E. Corsini, Torino 1968). ^ Confuta la ben nota teoria
platonica esposta nel Timeo: vedi n. 8 del
capitolo precedente.
http://slidepdf.com/reader/full/santambrogio-exameron-i-sei-giorni-della-creazione
26/456
28 EXAMERON, DIES I, SER. I, C. 2, 5-7
meret, cum effectum prius operationis inpletae quam indicium
coeptae explicauisset.
6. Quis hoc dicat aduertere debemus. Moyses utique ille eru ditus
in omni sapientia Aegyptiorum, quem de flumine collectum filia
Pharao ut filium dilexit et subsidiis regalibus fultum omni bus
saecularis prudentiae disciplinis informari atque instrui desi-
derauit. Qui cum de aqua nomen acceperit', non putauit tamen
dicendum quod ex aqua constarent omnia, ut Thales dicit, et cum
esset in aula educatus regia, maluit tamen pro amore iustitiae
subire exilium uoluntariumquam in tyrannidis fastigio peccati
perfunctionem deliciis adquirere. Denique priusquam ad populi
liberandi munus uocaretur, naturali aequitatis studio prouocatus
accipientem iniuriam de popularibus suis ultus inuidiae sese
dedit
uoluptatique eripuit atque omnis regiae domus declinans tumultusin
secretum Aethiopiae se contulit ibique a ceteris negotiis remo tus
totum diuinae cognitioni animum intendit, ut gloriam dei ui- deret
faciem ad faciem'. Cui testificatur scriptura quia nemo
surrexit amplius propheta in Istrahel sicut Moyses, qui sciuit do
minum faciem ad faciem non in uisione neque in somnio, sed os
ad os cum deo summo locutus, neque in specie neque per ae nigmata,
sed clara atque perspicua praesentiae diuinae dignatione donatus
».
7. Is itaque [Moyses] aperuit os suum et effudit quae in eo dominus
loquebatur secundum quod ei dixera;t, cum eum ad Pha rao regem
dirigeret: Vade et ego aperiam os tuum et instruam te quid
debeas loqui **. Etenim si quod de populo dimittendo diceret a
deo acceperat, quanto magis quod de caelo loqueretur. Denique
non in persuasione humanae sapientiae nec in philosophiae
simulatoriis disputationibus, sed in ostensione spiritus et
uirtutis tam quam testis diuini operis ausus est dicere: In
principio fecit deus caelum et terram. Non ille, ut
atomorum concursione mundus coiret, serum atque otiosum expectauit
negotium neque discipu lum quendam materiae, quam contemplando
mundum posset ef-
' Ex 2, 5 et 10. à Ex 2, 15.
' Ex 2, 11 ss. f Deut 34, 10. • Ex 12, 6-8. h Ex 4,
12.
8/15/2019 Sant'Ambrogio - Exameron. I Sei Giorni Della
Creazione
http://slidepdf.com/reader/full/santambrogio-exameron-i-sei-giorni-della-creazione
27/456
dità dell'azione, indicando il risultato dell’azione compiuta prima
di accennare al suo inizio.
6. Dobbiamo fare attenzione a chi dice questo. È quel fa moso Mosè,
colto in ogni campo del sapere degli Egiziani, che la figlia del
Faraone aveva raccolto dal fiume e amato come proprio figlio e,
procuratogli il sostegno della protezione regale, aveva voluto che
fosse adeguatamente istruito in tutte le discipline della scienza
profana®. Egli, pur avendo derivato il suo nome dall’ac qua
*, non ritenne di dover dire che tutte le cose erano
costituite d’acqua, come afferma Talete', e, pur essendo stato
educato nel palazzo reale, preferì per amore della giustizia
sopportare un vo lontario esilio piuttosto che al vertice del
potere, in mezzo ai pia ceri, esporsi a cadere in peccato Tant’è
vero che, prima di essere
chiamato al compito di liberare il popolo, avendo vendicato per
unnaturale sentimento di giustizia un suo compatriota che subiva un
torto, si espose al risentimento, rinimciò alle comodità della vita
e, fuggendo l’agitazione del palazzo reale, cercò rifugio in una
località appartata dell’Etiopia e là, lontano da tutte le altre
occupazioni, rivolse l’animo alla conoscenza di Dio, cosi che ne
vide la gloria a faccia a faccia’ . A lui rende testimonianza la
Scrit tura dicendo che non sorse mai più in Israele un profeta come
Mpsè che conobbe il Signore a faccia a faccia, non in visione o
in
sogno, ma parlando con Dio a tu per tu, avendo ricevuto il pri
vilegio che gli fosse rivelata chiaramente, non in immagine o in
forma oscura, la presenza divina.
7. Egli dunque apri la bocca e annunciò quello che per mez zo suo
il Signore diceva, in conformità a quanto gli aveva detto
mandandolo al re Faraone: Va’, ed io aprirò la tua bocca e ti in
segnerò ciò che devi dire. Se aveva appreso da Dio ciò che
doveva dire sulla liberazione del popolo, quanto più avrà appreso
da lui
ciò che avrebbe detto del cielo! Cosi, non già fidando
nell’umanasapienza né in fallaci dispute filosofiche, ma nella
rivelazione del lo spirito e della potenza', come testimone
dell’opera divina osò affermare: In principio Iddio creò il
cielo e la terra. Egli non attese che il mondo si formasse
per l’incontro di atomi con un procedimento lento e irresponsabile®
né ritenne di dover presen tare Dio come un discepolo della materia
in grado di plasmare il
’ Bas., Hexaem., 5 A (2B ): Μωσς κενος ... δν εσεποισατο μν
·&υγ- τηρ του Φαρα,^ ξθρεφε δ βασιλικς, τος σοφος τν
ΑΙγυτττΙων διδασκλους ατφ της παιδεσεως πιστσασα.
^ P h i l o , De uita Moys., I, 4, 17: εΖτα δδωσιν βνομα
θεμνη Μωυσν τμως δι τ κ το δατος ατν νελσθαι · τ γρ δωρ μω
νομζουσιν ΑΙγττηοι.
5 Cf., ρ. es., Cic., De nat. deor., I, 10, 25; Acad.,
II, 37, 118. ® Bas., Hexaem., 5 AB (2 BC): *0ς τν δγκον τς
τυραννδος μισσας κα
πρς τ ταπεινν των μοφλων ναδραμν, ελετο συγκακουχεσθι
τ> λαφ το θεο πρσκαιρον χειν μαρτας πλαυσιν.
’ B a s ., Hexaem., 5 C (2 D): Οτος τοΙνυν 6 της ατοπροσπου
θας το Θεο ξ Γσου τος γγλοις ξιωθες ...
_ ® Bas., Hexaem., 5 C (2 D): κοσωμεν τοΙνυν λη&εας
βημτων οκ ν τυει- θος σοφας νθρωπνης, λλ’ ν διδακτος
τυνεματος λαληθεσιν.
® Cf. Ciò., De fin., I, 6, 17, dove si espongono le dottrine
atomiche di Democrito.
I SEI GIORNI DELLA CREAZIONE 29
8/15/2019 Sant'Ambrogio - Exameron. I Sei Giorni Della
Creazione
http://slidepdf.com/reader/full/santambrogio-exameron-i-sei-giorni-della-creazione
28/456
fingere, sed auctorem deum exprimendum putauit. Aduertit enim uir
plenus prudentiae quod uisibilium atque inuisiblKum substan tiam et
causas rerum mens sola diuina contineat, non ut philoso phi
disputant ualidiorem atomorum conplexionem perseuerantiae
iugis praestare causam: iudicauit quod telam araneae texerent
quisic minuta et insubstantiua principia caelo ac terris darent,
quae ut fortuito coniungerentur ita fortuito ac temere
dissoluerentur, nisi in sui gubernatoris diuina uirtute constarent.
Nec inmerito gubernatorem nesciunt qui non nouerunt deum, per quem
omnia reguntur et gubernantur. Sequamur ergo eum qui et auctoriem
nouit et gubernatorem nec uanis abducamur opinionibus.
3 0 EXAMERON, DIES I , SER. I , C. 2 , 7 - C. 3 , 8
Caput III
8. In principio inquit. Quam bonus ordo, ut illud
primum adsereret quod negare consuerunt et cognoscerent principium
esse
mundi, ne sine principio mundum esse homines arbitrentur, Vnde et
Dauid, cum de caelo et terra et mari loqueretur, ait; Omnia
in sapientia fec is ti ’'. Dedit ergo principium mundo,
dedit etiam crea turae infirmitatem, ne δ,ναρχον, ne increatum et
diuinae consortem substantiae crederemus. Et pulchre addidit
fecit, ne mora in fa ciendo fuisse aestimaretur, ut uel
sic intellegerent homines quam incomparabilis operator esset, qui
tantum opus breui exiguoque momento suae operationis absolueret, ut
uoluntatis effectus sen sum temporis praeueniret. Nemo operantem
uidit, sed agnouit ope ratum. Vbi igitur mora, cum legas: Quia ipse
dixit et facta sunt, ipse mandauit et creata sunt
'>? Nec artis igitur usum nec uirtutis expedit qui momento
suae uoluntatis maiestatem tantae opera tionis in^euit, ut ea quae
non erant esse faceret tam uelociter, ut neque uoluntas operationi
praecurreret nec operatio uoluntati.
• Ps 103, 24. » Ps 32, 9.
8/15/2019 Sant'Ambrogio - Exameron. I Sei Giorni Della
Creazione
http://slidepdf.com/reader/full/santambrogio-exameron-i-sei-giorni-della-creazione
29/456
mondo contemplandola, ma come c rea to reQ u e ll’uomo pieno di
saggezza comprese che solo una mente divina contiene la so stanza e
la causa delle cose visibili e invisibili e non già, come ritengono
i filosofi, che una più resistente connessione di atomi
costituisca la causa di una perpetua durata. Giudicò tessitori
d’unaragnatela coloro che davano principi cosi meschini e
inconsistenti al cielo e alla terra i quali, come a caso si
riuniscono, cosi per puro caso si dissolverebbero se non fossero
tenuti insieme dalla potenza divina del loro regolatore. E ben a
ragione ignorano un regolatore coloro che non conoscono Dio, per
opera del quale tutte le cose sono rette e governate. Seguiamo
dunque colui che conosce sia il creatore sia il regolatore, senza
lasciarci sviare da opinioni infondate.
I SE I GIORNI DELLA CREAZIONE 31
Capitolo 3
8. In principio, disse. Quale ordine esemplare! Egli
afferma per prima cosa ciò che solitamente si nega e fa conoscere
che il
mondo ha un principio perché gli uomini non pensino che il mon do
non abbia un principio *. Perciò anche Davide, parlando del cielo,
della terra e del mare, dice: Tutto hai fatto con sapienza.
Ha assegnato dunque un principio al mondo, ha attribuito anche la
debolezza alla creatura perché non credessimo il mondo senza
ordine, increato e partecipe della natura divina. E opportunamen te
aggiunse creò, affinché non si pensasse che c’era stato un in
dugio nella creazione e cosi gli uomini comprendessero quale ar
tefice senza pari sia colui che ha compiuto un'opera tanto
gran
diosa in un breve, fuggevole istante della sua operazione, cosi che
l’effetto della sua volontà prevenne la percezione del tempo. Nes
suno lo vide agire, ma si videro i risultati della sua azione. Dove
vi può essere indugio quando tu leggi: Egli parlò e le cose furono
fatte; ordinò e furono create? Non ricorse
all’esperienza d’un’arte o d’un’abilità colui il quale, con un atto
fulmineo del suo volere, compì un’opera tanto grandiosa da far
esistere ciò che non esi steva cosi rapidamente, che la volontà non
prevenne l’azione né
l’azione la volontà.
Vedi nota 2. “ Bas., Hexaem., 8 B (3 A): ντως toròv ρχνης
φανουσιν ο τατα
γρφοντες, ót οδτως λετττς κα νυττοσττους ρχς ορανο κα γης κα
θαλτ- ιης ποτιθμενοι.
* Bas., Hexaem., 8 BC (3 C): "Οττερ iva μ πθωμεν μες, δ τν
κοσμο- ποιαν συγγρφων εθς ν τος πρτοις ^μασι τφ νματι το Θεο
τν δι νοιαν μν κατεφτισεν εΙπν · ν ρχη ποησεν Θες. ΤΙ καλ τξις
; Αρχν πρτον π^κεν, Ινα μ ναρχαν ατν οΙηθσΙ τινες.
8/15/2019 Sant'Ambrogio - Exameron. I Sei Giorni Della
Creazione
http://slidepdf.com/reader/full/santambrogio-exameron-i-sei-giorni-della-creazione
30/456
9. Miraris opus, quaeris operatorem, quis principium tanto operi
dederit, quis tam cito fecerit; subiecit statim dicens quia deus
fecit caelum et terram. Audisti auctorem, dubitare non debes. Hic
est, in quo benedixit Melchisedech Abraham patrem multarum gentium
dicens: Benedic tus Abraham deo summo, qui fecit caelum
et terram <=. Et credidit Abraham et ait; Extendo manum
meam ad deum summum, qui fecit caelum et
terram'^. Vides quia hoc non homo inuenit, sed deus
adnuntiauit. Deus est enim Melchisedech, qui est rex pacis et
iustitiae nec initium dierum nec finem ha bens Non mirum ergo si
deus, qui est sine initio, initium omni bus dedit, ut quae non
erant esse inciperent. Non mirum si deus, qui omnia uirtute sua
continet et inconprehensibili maiestate uni- uersa conplectitur,
fecit haec quae uidentur, cum etiam illa fecerit
quae non uidentur. Inuisibilia autem his quae uidentur potioraesse
quis neget, cum ea quae uidentur temporalia sint, aeterna autem
quae non uidentur? Quis dubitet quod deus haec fecerit, qui per
prophetam locutus ait; Quis mensus est manu aquam et
caelum palmo et uniuersam terram clausa manu? Quis statuit mon tes
in libra et rupes in statera et nemora in iugo? Quis
cognouit sensum domini aut quis consiliarius ei fuit
uel quis instruxit eum?*. De quo etiam alibi
legimus quia tenet circuifum terrae et terram uelut
nihilum fecit E t Hieremias ait; Dii qui non
fecerunt caelum et terram peribunt a terra et desub
caelo isto. Dominus qui fecit terram in uirtute sua et
correxit orbem in sapientia sua et in sua prudentia extendit
caelum et multitudinem aquae in caelo Et addidit;
Infatuatus est homo ab scientia sua Qui enim
corruptibilia mundi sequitur et ex his putat quod diuinae possit
naturae conprehendere ueritatem quomodo non infatuatur uer- sutae
disputationis astutia?
32 EXAMERON, DIES I , SER. I , C. 3 , 9-1 0
10. Cum ergo tot oracula audias, quibus testificatur deus quod
fecerit mundum, noli eum sine principio esse credere, quia quasi
sphaera mundus esse dicatur, ut principium eius nullum uideatur
extare. Et cum intonat, quasi in circuitu omnia com-
mouentur, ut imde incipiat, ubi desinat non facile conprehendas,
quia circuitus principium sensu colligere inpossibile habetur.
Ne-
c Gen 14, 19. d Gen 14, 22. « Hebr 7, 2-3.
f Is 40, 12-13.* Is 40. 22-23. «> ler 10, 11-13. ‘ ler 10,
14.
8/15/2019 Sant'Ambrogio - Exameron. I Sei Giorni Della
Creazione
http://slidepdf.com/reader/full/santambrogio-exameron-i-sei-giorni-della-creazione
31/456
9. Ammiri l’opera, chiedi chi ne sia l'autore, chi abbia dato
principio a tanta impresa, chi l'abbia compiuta con tanta rapi
dità; perciò Mosè aggiunse subito: Dio creò il cielo e la
terra. Hai sentito chi ne è l'autore, non devi quindi nutrire
dubbi. Egli è colui nel nome del quale Melchisedec benedisse
Abramo, padre di molti popoli, dicendo: Sia
benedetto Àbramo dal sommo Iddio che ha creato il cielo e la
terra. E Abramo credette e disse: Levo la mia mano
verso il sommo Iddio che ha creato il cielo e la terra. Vedi
che questa verità non fu trovata dall'uomo, ma rivelata da Dio, È
il Dio di Melchisedec, che è re di pace e di giustizia, senza
principio né fine di giorni. Non è meraviglia, dunque, se Dio, che
non ha principio, ha dato principio a tutte le cose, di modo che
ciò che non esisteva cominciasse ad esistere. Non desta
meravi
glia se Dio, che tutto comprende nella sua potenza ed
abbraccial’universo nella sua maestà senza limite, ha creato le
cose che si vedono, dal momento che ha creato anche quelle che non
si ve dono. E chi negherebbe che le cose invisibili siano
superiori· alle visibili, dal momento che ciò che si vede è
temporaneo, mentre è eterno ciò che non si vede? Chi potrebbe
dubitare che a creare tutto ciò sia stato Dio che dice per bocca
del profeta: Chi ha mi surato con la mano l’acqua e il cielo col
palmo e tutta la terra col pugno? Chi ha collocato i monti
sulla bilancia e le rupi sulla
stadera e ha pesato i boschi? Chi conobbe la mente del Signoreo chi
gli fu consigliere e maestro? Di lui leggiamo anche in un
altro passo che tiene il globo della terra e questa ha creato
come cosa da nulla. E Geremia dice: Gli dèi che non
hanno fatto il cielo e la terra scotnpariranno dalla terra e
dallo spazio sotto la volta del cielo. E il Signore che ha
fatto la terra con la sua potenza e ha sostenuto il globo
terrestre con la sua sapienza e con la sua
prudenza ha steso il cielo e la massa delle acque nel
cielo. E ag giunse: L'uomo è stato reso sciocco dalla
sua scienza. Chi infatti segue ciò che nel mondo è
corruttibile e pensa di poter compren dere su tale fondamento la
verità della natura divina, come può non smarrire la ragione nelle
sottigliezze di una discussione ca villosa?
10. Poiché dunque senti tante affermazioni ispirate che at testano
Dio creatore dell’universo, non voler credere che questo sia senza
un principio, perché lo si dice simile ad una sfera, sic ché sembra
che in esso non esista principio alcuno*. E quando
tuona, tutto si mette come a girare, sicché non potresti
comprendere facilmente dove cominci e dove sia il suo termine,
perché si ritiene impossibile percepire con i sensi l’inizio d’un
movimento circolare*. Infatti non si può trovare il principio di
una sfera o dove cominci il globo lunare o dove termini
quando
I SEI GIORNI DELLA CREAZIONE 33
2 B a s ., Hexaem., 9 AB (3 E, 4 AB). ’
Circuitus propriamente significa Γ« andare in giro », il
« girare attorno »;
cf. Cic., De nat. deor., II, 19, 49: circuitus solis
orbium.
8/15/2019 Sant'Ambrogio - Exameron. I Sei Giorni Della
Creazione
http://slidepdf.com/reader/full/santambrogio-exameron-i-sei-giorni-della-creazione
32/456
que enim sphaerae potes initium repperire uel unde coeperit glo bus
lunae uel ubi desinat menstrua lunae defectione. Neque uero si ipse
non conprehendas, idcirco non coepit aut nequaquam de sinet. Si
ÌF>se circuitum uel atramento uel graphio ducas uel centro
exprimas, unde coeperis aut ibi desieris interuallo interposito non
facile uel oculis colliges uel mente repetes: et tamen et coepisse
et desiuisse te ipse tibi testis es. Nam etsi sensum subterfugit,
ueritatem non subruit. Quae autem initium habent et finem habent et
quibus finis datur initium datum constat. Finem autem mundi futurum
ipse saluator docet in euangelio suo dicens: Praeterit
enim figura huius mundi et caelum et terra praete ribun
t”' et infra: Ecce ego uobiscum sum usque ad consumm
ationem mund i ".
11. Quomodo ergo coaeternum deo mundum adserunt et crea tori omnium
sociant atque aequalem esse disputant creaturam corpusque materiale
mundi inuisibili illi atque inaccessibili na turae diuinae
coniungendum putant, cum praesertim secundum suam sententiam non
possint negare quoniam cuius partes corrup tioni e t. mutabilitati
subiacent, huius necesse est uniuersitatem isdem passionibus quibus
propriae portiones eius sunt obnoxiae subiacere?
3 4 EXAMERON, DIES I , SER. I , C. 3 , 10 -11 - C. 4 , 12
Caput IV
12. Principium igitur esse docet qui dicit: In principio
fecit deus caelum et terram. Principium aut ad
tempus refertur aut ad numerum aut ad' fundamentum, quomodo in
aedificanda domo initium fundamentum est. Principium quoque et
conuersionis et deprauationis dici posse scripturarum cognoscimus
auctoritate*. Est et principium artis ars ipsa, ex qua. artificum
diuersorum dein ceps coepit operatio. Est etiam principium bonorum
operum finis optimus, ut misericordiae principium est deo placere
quod facias; etenim ad conferendum hominibus subsidium maxime
prouocamur. Est etiam uirtus diuina, quae hac exprimitur
adpellatione. Ad tem pus refertur, si uelis dicere in quo tempore
deus fecit caelum et
1 1 Cor 7, 31. m Mt 24, 35. n Mt 28, 20.
a Prou 16, 5; Sap 14, 12.
8/15/2019 Sant'Ambrogio - Exameron. I Sei Giorni Della
Creazione
http://slidepdf.com/reader/full/santambrogio-exameron-i-sei-giorni-della-creazione
33/456
http://slidepdf.com/reader/full/santambrogio-exameron-i-sei-giorni-della-creazione
34/456
terram, id est in exordio mundi, quando fieri coepit, sicut ait sa
pientia; Cum pararet caelos, cum illo eram^. Ad numerum autem
si referamus, ita conuenit, ut accipias: inprimis fecit caelum et
terram, deinde colles, regiones, fines inhabitabiles uel sic;
ante
reliquas uisibiles creaturas, dièm, noctem, ligna fructifera,
animantium genera diuersa, caelum et terram fecit. Si uero ad
fundamen tum referas, principium terrae fundamentum esse legisti
dicente sapientia: Quando fortia faciebat fundamenta terrae, eram
penes illum disponens^. Est etiam bonae principium
disciplinae, sicut est illud: Init ium sapientiae timor
domini^, quoniam qui timet dominum declinat errorem et ad
uirtutis semitam uias suas diri git. Nisi enim quis timuerit deum,
non potest renuntiare peccato.
3 6 EXAMERON, DIES I , SER. I , C. 4 , 12 -13
13. Quod aeque etiam de illo possumus accipere; Mensis
hic initium mensuum erit uobis^, quamuis et de tempore
istud acci piatur. In hoc ergo principio mensuum caelum et terram
fecit, quod inde mundi capi oportebat exordium. Vbi erat oportuna
omnibus uerna temperies. Vnde et annus mundi imaginem nascen tis
expressit, ut post hibernas glacies atque hiemales caligines se
renior solito uemi temporis splendor eluceat. Dedit ergo formam
futuris annorum curriculis mundi primus exortus, ut ea lege
an
norum uices surgerent atque initio cuiusque anni produceret terra
noua seminum germina, quo primum dominus deus dixerat: Ger minet
terra herbam faeni seminans semen secundum genus et se cundum
similitudinem et lignum fructiferum faciens fructum '. Et
statim produxit terra herbam faeni et lignum fructiferum, in quo
nobis et moderationis perpetuae diuina prouidentia et cele ritas
terrae germinantis ad aestimationem uernae suffragatur aetatis. Nam
etsi quocumque tempore et deo iubere promptum
fuit et terrenae oboedire naturae, ut inter hibernas glacies
ethiemales pruinas caelestis imperii fotu germinans terra fetum
produceret, non erat tamen dispositionis aeternae rigido stricta
gelu in uirides subito fructus laxare arua atque horrentibus prui
nis florulenta miscere. Ergo ut ostenderet scriptura ueris tempo ra
in constitutione mundi, ait; Mensis hic uobis in itium
mensuum,
b Prou 8, 27.
= Prou 8, 29-30.Λ Ps 110, 10; Prou 1, 7. ' Ex 12.
2. ‘ Gen 1, 11.
8/15/2019 Sant'Ambrogio - Exameron. I Sei Giorni Della
Creazione
http://slidepdf.com/reader/full/santambrogio-exameron-i-sei-giorni-della-creazione
35/456
Dio ha creato il cielo e la terra, cioè airinizio del mondo, quando
questo cominciò ad essere formato, come dice la Sapienza: Quan do
predisponeva i cieli, io ero con lui. Se lo riferiamo invece
al numero, conviene che tu intenda cosi: anzitutto creò il cielo e
la terra, poi i monti, le pianure, i territori abitabili oppure
cosi; prima delle altre creature visibili, cioè il giorno, la
notte, gli al beri da frutto, le diverse specie dì animali, creò il
cielo e la terra. Se poi lo riferisci al fondamento, hai letto
nella Scrittura che il principio è il fondamento della terra,
perché la Sapienza dice: Quando rendeva saldi i fondamenti della
terra, io ero accanto a lui disponendo. C'è anche il
principio della retta educazione co- m'è quello di cui si dice:
Inizio della sapienza è il timore del Si gnore, poiché
chi teme il Signore evita Terrore e cammina sulla
via della virtù. Se non si teme Dio, non si può rinunciare al
peccato.13. Possiamo interpretare nello stesso modo anche questo
passo: Questo mese sarà per voi il principio dei mesi,
quantun que esso si intenda detto del tempo, perché si riferiva ^la
Pasqua del Signore celebrata airinizio della primavera.. Dunque in
tale principio dei mesi Dio creò il cielo e la terra perché era
oppor tuno che il mondo prendesse inizio quando il clima
primaverile era favorevole a tutte le creature. Anche l'anno suole
riprodurre l'immagine del mondo nascente, sicché dopo i ghiacci
invernali
e le nebbie della cattiva stagione, la luminosità del tempo prima
verile risplende più limpida del solito^. Il primo sorgere diede la
regola al corso futuro degli anni, in modo che, secondo tale legge,
si susseguissero gli uni agli altri e all'inizio di ogni cinno la
terra facesse nuovamente germogliare i semi, come® per la prima
volta Dio aveva detto: Germogli la terrà erba da foraggio produ
cendo ®semi secondo la specie e la somiglianza e alberi da
frutto che fruttifichino. E subito la terra produsse
erba da foraggio e alberi da frutto, circostanza con cui la perenne
regola stabilita
dalla Provvidenza divina e la rapidità con la quale la terra ger
mogliò suffragano l'ipotesi della stagione primaverile. Infatti, an
che se in qualsiasi stagione sarebbe stato facile a Dio comandare e
alla terra necessario obbedire cosi da produrre frutti germo
gliando riscaldata dal volere celeste, pur tra i ghiacci invernali
e le nevi dell'awersa stagione; tuttavia non rientrava nel disegno
eter no schiudere ad un tratto in frutti verdeggianti i campi
stretti nella morsa del gelo e mescolare alle brine, che fanno
stecchire
3 Philo, De op. mundi, 7 (I , 5, 45; 7, 17 C); cf. Cic.; De
nat. deor., I, 10, 24: atque terrae maximas regiones
inhabitabiles atque incultas uidemus. Si noti però che
in Cicerone l’aggettivo inhabitabilis significa <
inabitabile » come in italiano. Non cosi in S. Ambrogio.
Intendo regiones = « pianure », in oppo sizione a
colles = < monti ».
* Cf. Vero., Georg., II, 336-345. 5 quo = quo ìnitio, ® I
Settanta (Gen, 1, 11) hanno: Βλοβτηστω γη βοτνην χρτου,
σπβρον
σπρμα κατ γνος κα χ(χθ* 6μοι6τητα...
Come si vede, sembra che S. Ambrogio, alterando il testo, riferisca
se- minans a terra. ’ Cf. Verg., Georg., Π ,
317-8: Rura gelu tum claudit hiems nec semine
iacto / concretam patitur radicem adfigere
terrae; LUCR., IV, 652^3. Cf. an-
1 SEI GIORNI DELLA CREAZIONE 37
8/15/2019 Sant'Ambrogio - Exameron. I Sei Giorni Della
Creazione
http://slidepdf.com/reader/full/santambrogio-exameron-i-sei-giorni-della-creazione
36/456
prim us est uobis in mensibus anni», primum mensem
uernum tempus adpellans. Decebat enim principium anni principium
esse generationis et ipsam generationem mollioribus auris foueri.
Nc que enim possent tenera rerum exordia aut asperioris laborem
tolerare frigoris aut torrentis aestus iniuriam sustinere.
3 8 EXAMERON, DIES I , SER. I , C. 4 , 13 -15
14. Simul illud aduertere licet, quia iure concurrit, ut eo tem
pore uideatur in hanc generationem atque in hos usus ingressus
tributus, quo tempore ex hac generatione in regenerationem legi
timus est transitus, siquidem uerno tempore filii Istrahel
Aegyp
tum reJiquerunt et per mare transierunt, baptizati in nube et
inmari··, ut apostolus dixit, et eo tempore domini quodannis lesu
Christi pascha celebratur, hoc est animarum transitus a uitiis ad
uirtutem, a passionibus carnis ad gratiam sobrietatemque mentis, a
mjilitiae nequitiaeque fermento ad ueritatem et sinceritatem.
Regeneratis itaque dicitur: Mensis hic uobis initium mensuum,
pri mus est uobis in mensibus anni. Derelinquit enim et
deserit qui abluitur intellegibilem illum Pharao, principem istius
mundi ‘, di cens: Abrenuntio tibi, diabole, et operibus tuis
et imperiis tuis. Nec iam seruiet ei uel terrenis huius
corporis passionibus uel de- prauatae mentis erroribus qui demersa
omni malitia uice plumbi bonis operibus dextra laeuaque munitus
inoffenso saeculi huius freta studet uestigio transire. In libro
quoque, qui scribitur de Niuneris, ait scritpura: Initium
nationum Amalech et semen eius
peribit^. Et utique non omnium nationum primus est
Amalech, sed quia per interpretationem Amalech rex accipitur
iniquorum, iniqui autem gentes sunt, uide ne principem huius mundi
accipere
debeamus, qui imperat nationibus uoluntatem suam facientibus,cuius
semen peribit™. Semen autem eius impii et infideles sunt, quibus
ait dominus: Vos ex patre diabolo estis ".
15. Est etiam initium mysticum, ut illud est: Ergo sum pri mus et
nouissimus, initium et finis ° et illud in euangelio praeci
pue, quod interrogatus dominus quis esset respondit: In itium
quod
« Ex 12, 2. h 1 Cor 10, 1-2. ‘ Io 14, 30. I Num 24, 20. » Ps
36, 28. > Io 8, 44.
» Apoc 1, 17; 21, 6.
14, 24. uox Schenkl manifesto mendo typ.
8/15/2019 Sant'Ambrogio - Exameron. I Sei Giorni Della
Creazione
http://slidepdf.com/reader/full/santambrogio-exameron-i-sei-giorni-della-creazione
37/456
le loro distese fiorite. La Scrittura, per indicare che era prima
vera al momento della creazione del mondo, dice: Questo mese
è
per voi il princip io dei mesi, è per voi il primo tra i mesi
del l'anno, chiamando cioè « primo mese » il tempo
primaverile. Era conveniente che il principio dell'anno segnasse
l'inizio della ripro duzione e che la riproduzione stessa fosse
favorita da tm clima più mite. Infatti i geirmi ancor teneri non
avrebbero potuto sop portare o il tormento d’un freddo troppo
rigido o la violenza d’im calore infocato ®.
14. Nello stesso tempo è lecito rilevare, perché viene a pro
posito, che si diede inizio a tale generazione e a tali pratiche
nel tempo in cui è prescritto dalla legge il passaggio dalla
generazione alla rigenerazione. Fu infatti di primavera che i figli
d'Israele lascia
rono l'Egitto e passarono attraverso il mare, battezzati nella nube
enel mare, come disse l'Apostolo, e in quel tempo ogni anno si
celebra la Pasqua del Signore Gesù Cristo, cioè il passaggio delle
anime dai vizi alle virtù, dalle passioni della carne alla grazia e
alla sobrietà dello spirito, dal lievito della materia e della mal
vagità alla verità e alla sincerità. Perciò a coloro che sono stati
rigenerati ®si dice: Questo mese per voi è il principio dei
mesi,
per voi è il primo fra i mesi dell’anno. Chi riceve il
lavacro batte simale abbandona definitivamente il principe di
questo mondo,
di cui è simbolo il Faraone dicendo: « Rinuncio a te, o diavolo, e
alle tue opere e al tuo dominio ». Ormai non servirà più a lui e
alle passioni terrene di questo nostro corpo o agli errori d’un'in-
telligenza corrotta, perché, affondata ogni malizia a guisa di piom
bo, difeso sia a destra sia a sinistra dalle buone opere, egli si
sforza di attraversare senza danno le onde tempestose di questo
mondo. Anche nel libro intitolato Numeri dice la
Scrittura: Amalec è il principio delle genti, ma il suo
seme perirà, E certamente Amalec non è il primo di tutte le
genti, ma siccome simbolica- mente Amalec è considerato il re dei
malvagi e le genti sono mal vagie, bada che non si debba intendere
il principe di questo mon do, che domina le nazioni che fanno la
sua volontà e il cui seme perirà. E sono suo seme gli empi e gli
infedeli ai quali il Signore dice: Voi siete figli del
diavolo.