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Le briofite Le briofite sono piccole piante, fogliose o tallose, conosciute con il nome comune di: epatiche, antocerote e muschi Epatiche: phylum Hepatophyta Muschi: phylum Bryophyta Gametofiti di un’epatica tallosa Gametofiti eretti e poco ramificati di un muschio della classe Bryidae. Al di sopra dei gametofiti si notino gli sporofiti composti da una capsula sostenuta da una sottile seta. seta gametofito capsula

SCHEDE LABORATORIO

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Le briofiteLe briofite sono piccole piante, fogliose o tallose, conosciute con il nome comune di: epatiche , antocerote e muschi

Epatiche: phylum Hepatophyta

Muschi: phylum Bryophyta

Gametofiti di un’epatica tallosa

Gametofiti eretti e poco ramificati di un muschio della classe Bryidae.Al di sopra dei gametofiti si notino gli sporofiti composti da una capsula sostenuta da una sottile seta.

seta

gametofito

capsula

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Tutte le pteridofite possiedono foglie megafille (chiamate fronde) che nello stadio giovanile si presentano arrotolate (pastorali).L’arrotolamento avviene in seguito alla crescita più rapida della pagina inferiore dei giovani abbozzi fogliari.

Le foglie portano sulla pagina inferiore parecchi sporangi riuniti in gruppi detti sori.

Le piante vascolari senza seme: le Pteridofite

Fronda di felce in fase giovanile, arrotolata nella caratteristica forma a pastorale

Fronda pennata recante sori circolari sulla pagina i nferiore

Singolo soro costituito da numerosi sporangi riuniti insieme

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Gimnosperme

Cono microsporangiatoOsservazione allo stereomicroscopio

Osservazione al microscopio otticoSezione longitudinale di un cono microsporangiato; sono visibili i microsporofilli e i microsporangi che contengono i granuli pollinici immaturi

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PollineIl polline rappresenta il gametofito maschile delle spermatofite, cioè degli organismi vegetali più evol uti che hanno sviluppato la capacità di produrre semi (Angiosperme e Gimnosperme).

ProceduraUn cono microsporangiato maturo o un'antera matura d evono essere leggermente agitati su un vetrino port aoggetti su cui in precedenza avete fatto cadere una goccia di acqua.Dopo la fuoriuscita del polline coprite con un vetr ino coprioggetti ed osservate al microscopio ottico il preparato.

Osservazione del polline in Gimnosperme e Angiosper me:i coni microsporangiati di Pinus, e le antere di numerosi fiori possono essere usat i per evidenziare il polline.

Granuli di polline al microscopio ottico

Esempi

Granuli di polline al microscopio elettronico

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Plastidi

Osservazione di cloroplasti: foglie di Elodea canadensins

Osservazione di cromoplasti: fiori di Calendula o polpa di zucca

Materiale occorrente:

vetrini portaoggetto e coprioggetto, pinzette a punt a sottile, spruzzette, carta da filtro, carta asciugamano, lamette a dorso rigido o bisturi, liquido di Lugol.

Osservazione di amiloplasti: tubero di patata

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Le foglie possono essere osservate al m.o. senza alcuna preparazione particolare (montare una foglia su un vetrino portaoggetto e coprire con il coprioggetto).Queste foglie sono molto sottili, costituite solitamente da uno due strati di cellule a livello della lamina fogliare; è possibile perciò apprezzare la forma e le dimensioni delle singole cellule. Sfruttando lo stesso vetrino si possono osservare i cloroplasti, che appaiono come piccoli e numerosi corpiccioli verdi, di forma pressocché sferica o ellissoidale; è anche possibile osservare le correnti citoplasmatiche, sotto forma di un movimento di ciclosi dei cloroplasti (i cloroplasti si muovono in cerchio tutti nella stessa direzione), soprattutto nelle cellule in prossimità della nervatura. Tali movimenti sono indotti dal calore prodotto dalla luce del microscopio diretta sul campione.

Il movimento dei cloroplasti

caratteristico delle cellule dell'elodea

Il margine seghettato delle foglie

Le cellule centrali dell'elodea

CLOROPLASTI

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CROMOPLASTI

I petali concresciuti dei fiori ligulati di molte asteracee(di colore arancio-giallo) si prestano bene per questa osservazione.Il petalo viene intaccato con una lametta e con l’aiuto di una pinzetta si asportano un pezzetto di epidermide e alcuni strati di parenchima subepidermico; il campione così ottenuto si colloca su una goccia di acqua su di unvetrino portaoggetto, quindi si ricopre e si osserva.Oltre ai cromoplasti, spesso sonoevidenti numerose papille che caratterizzano l’epidermide di questi petali.

Se si usa la zucca, il materiale va sezionato a mano e montato in acqua; sarà possibile osservare un parenchima acquifero con cellule ampie e sferoidali nelle quali i cromoplasti appaiono come piccoli corpi arancio-bruni di forma irregolare, generalmente raccolti intorno al nucleo.

Il parenchima della zucca si presta anche ad osservare vasi anulati e spiralati dello xilema

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AMILOPLASTI

Una sezione molto sottile di tubero di patata deve essere montata su un vetrino portaoggetto dove viene successivamente colorata con il liquido di Lugol (iodio + ioduro di potassio).

Dopo aver posto una goccia di colorante sulla sezione di tubero, coprire con un coprioggetto ed osservare al m.o..

Gli amiloplasti assumono una colorazionedal lilla al blu-violaceo.La colorazione rende più evidente l’ilo eccentrico e le strisce di accrescimento dei granuli di amido.

Osservazione senza aggiunta di Lugol

Osservazione dopo aggiunta di Lugol

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Tessuto tegumentale

Tricomi: peli di forma e funzioni varie presenti sulla super ficie epidermica. Possono essere formati da cellule vive o da cellule morte di cui resta solo l a parete.La peluria delle foglie serve a controllare la temp eratura fogliare e ridurre la perdita di acqua e, q uando è formata anche da peli ghiandolari secretori, svolg e funzioni di difesa chimica.

OSSERVAZIONE DI PELI VEGETALISi fa cadere su un vetrino una goccia d’acqua, quindi si raschia con un coltellino una piccolissima parte (coperta di peluria) di una delle foglie; si pone la raschiatura di foglia sulla goccia d’acqua; si copre il vetrino con un vetrino coprioggetto e si asciuga esternamente il preparato con carta da filtro. Si esegue la stessa operazione per ciascuna delle foglie raccolte.Si osserva al microscopio ciascun vetrino e si potranno evidenziare le differenze tra i peli delle varie foglie utilizzate.

PELI DI ULIVOI peli della foglia di ulivo sono pluricellulari: le cellule sono però disposte non una di seguito all’altra, ma a raggiera.

PELI DI ORTICAI peli urticanti hanno funzioni di protezione dalla disidratazione e dal freddo; sono costituiti da una estroflessione allungata in cui si depositano composti come l'istamina e l'acetilcolina, secreti da numerose piccole cellule epidermiche che si trovano alla base del pelo urticante. La punta dei peli è silicea ,quindi fragilissima e si spezza in diagonale quando toccata, infilandosi nella pelle e scaricandovi il liquido urticante.

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PELI DI GERANIOI peli della foglia di geranio sono pluricellulari: per questo appaiono segmentati. Si notano, a fianco dei peli lunghi, alcuni peletti cortissimi. Si tratta dei pelettighiandolari, che danno il caratteristico odore alla foglia.

Molte specie possiedono peli ghiandolari in cui si trovano olii volatili, che conferiscono alle specie qualità aromatiche molto apprezzate.

PELI DI SALVIAI peli della foglia di salvia sono peli semplici unicellulari, cioè formati da una sola cellula

Es. peli ghiandolari visti al microscopio elettronico

Nelle labiate è molto importante la valutazione dell e strutture di secrezione e della loro morfologia poiché dai peli ghiandolari si ricavano i principi a ttivi.L’olio di lavanda, l’olio di rosmarino ad esempio s ono ottenuti per estrazione dal secreto di questi p eli ghiandolari.

Immagine al microscopio elettronico a scansione Osservazioni allo stereomicroscopio ed al microscopi o ottico Salvia officinalis

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Per osservare l'organizzazione dei tessuti interni, una sezione trasversa di una foglia dorso-ventrale viene tagliata e montata in acqua.Ben si presta per tale osservazione la foglia di Neriumoleander.

Al microscopio ottico si osserva l’epidermide rivestita dalla cuticola, il parenchima a palizzata , il parenchima spugnoso e, in molti casi, gli stomi localizzati sul fondo delle cripte stomatiche; a livello della nervatura centrale è possibile osservare i fasci conduttori nei quali xilema e floema rispecchiano la disposizione che presentano nel fusto.

LA FOGLIA

Sezione trasversale della foglia di Nerium oleander

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Le cellule della radice sono differenziate in tessu ti che svolgono funzioni diverse. Lo strato più esterno for ma l'epidermide con le sue estroflessioni (peli radical i). Il tessuto sottostante è la corteccia (cilindro cortica le) formata da uno strato compatto di cellule che proteggono gli strati più interni. Al centro abbiamo il cilindro centrale con i vasi legnosi: sono i tubici ni fatti da cellule cave sovrapposte, con sezione più grossa che trasportano la linfa grezza verso l'alto. I vas i cribrosi sono più piccoli e disposti in fasci essi trasportano la linfa elaborata dalle foglie in tutt e le altre parti della pianta.

LA RADICE

struttura primaria struttura secondaria

Radice di Salix

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IL FUSTO

In tutti i tipi di piante il fusto è costituito dagl i stessi tipi di tessuto vascolare (xilema e floema), midollo e tessuto dermico. Mentre però il fusto erbaceo, caratteristico di tutte le angiosperme monocotiledoni e di una parte delle dicotiledoni, cresce esclusivamente in senso primario, vale a dire verso l'alto, per divisione attiva delle cellule apicali, quello legnoso delle dicotiledoni presenta anche il meccanismo di crescita secondaria, a cui si deve l'aumento di spessore. Nelle dicotiledoni gli anelli di crescita del legno vengono prodotti annualmente per divisione delle cellule del cambio.

Cerchie annuali del legno