35
VUOI CONTRIBUIRE ALLA CURA DEI BENI COMUNI? Patto di collaborazione La proposta progettuale presentata, se ritenuta ammissibile in merito ai principi del Regolamento sui beni comuni urbani, verrà discussa e sviluppata con il Quartiere o i Quartieri territorialmente interessati durante una fase di coprogettazione, attraverso la quale si provvederà a dettagliare i contenuti dell’intervento e tutte le fasi necessarie alla sua realizzazione. Alla coprogettazione parteciperanno, a seconda della tipologia di progetto, anche l’Istituzione Educazione e Scuola e l’Area Educazione e Formazione del Comune, il cui supporto e le cui valutazioni saranno di particolare rilevanza per le proposte di tipo educativo e formativo, soprattutto al fine di una promozione e gestione delle azioni di cura dei beni comuni che possono provenire dal mondo delle scuole e degli istituti formativi cittadini. Questo lavoro congiunto tra scuola e Comune verrà sancito in un patto di collaborazione Forme di sostegno Il Comune, a supporto della realizzazione degli interventi concordati, mette a disposizione forme di sostegno di diverso tipo, che vengono valutate di volta in volta in base alla proposta progettuale da realizzare. INFORMAZIONI Cittadinanza Attiva www.comune.bologna.it/cittadinanzaattiva Uficio di coordinamento Cittadinanza Attiva [email protected] LA TUA SCUOLA IL TUO QUARTIERE LA TUA CITTÀ

SCUOLA QUARTIERE LA TUA - informa.comune.bologna.itinforma.comune.bologna.it/.../media/...della_cittadinanza_attiva.pdf · Alla coprogettazione parteciperanno, a seconda della tipologia

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VUOI CONTRIBUIRE ALLA

CURA DEI BENI COMUNI?

Patto di collaborazione

La proposta progettuale presentata, se ritenuta ammissibile in merito

ai principi del Regolamento sui beni comuni urbani, verrà discussa e

sviluppata con il Quartiere o i Quartieri territorialmente interessati durante

una fase di coprogettazione, attraverso la quale si provvederà a dettagliare

i contenuti dell’intervento e tutte le fasi necessarie alla sua realizzazione.

Alla coprogettazione parteciperanno, a seconda della tipologia di progetto,

anche l’Istituzione Educazione e Scuola e l’Area Educazione e Formazione del

Comune, il cui supporto e le cui valutazioni saranno di particolare rilevanza per

le proposte di tipo educativo e formativo, soprattutto al fine di una promozione

e gestione delle azioni di cura dei beni comuni che possono provenire dal

mondo delle scuole e degli istituti formativi cittadini. Questo lavoro congiunto

tra scuola e Comune verrà sancito in un patto di collaborazione

Forme di sostegno

Il Comune, a supporto della realizzazione degli interventi concordati, mette a

disposizione forme di sostegno di diverso tipo, che vengono valutate di volta

in volta in base alla proposta progettuale da realizzare.

INFORMAZIONI

Cittadinanza Attiva

www.comune.bologna.it/cittadinanzaattiva

Uficio di coordinamento Cittadinanza Attiva

[email protected]

LA TUA SCUOLA

IL TUO QUARTIERE

LA TUA CITTÀ

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Il Comune di Bologna ha approvato il Regolamento sulla collaborazione tra

cittadini e amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni

urbani che, nell’ambito anche di un coinvolgimento delle istituzioni scolastiche

e educative del territorio di ogni ordine, grado e tipologia, prevede che:

1. Il Comune promuove il coinvolgimento delle scuole di ogni ordine e grado

(…) per la difusione ed il radicamento delle pratiche di collaborazione nelle

azioni di cura e rigenerazione dei beni comuni.

2. Il Comune collabora con le scuole e con l’Università per l’organizzazione

di interventi formativi, teorici e pratici, sull’amministrazione condivisa dei

beni comuni rivolti agli studenti e alle loro famiglie.

3. I patti di collaborazione con le scuole e l’Università possono prevedere che

l’impegno degli studenti in azioni di cura e rigenerazione dei beni comuni

venga valutato ai fini della maturazione di crediti curriculari.

L’obiettivo è di stimolare il coinvolgimento di tutti i cittadini nella

cura e manutenzione integrative di edifici, giardini, scuole o

qualsiasi luogo pubblico, promuovendo altresì l’importante ruolo

che hanno i bambini e ragazzi quali cittadini di domani portatori

di senso civico e del senso di appartenenza alla propria città e

alla propria comunità: il prendersi cura della propria scuola o di

un giardino che si frequenta potrebbe essere il modo migliore

per imparare a custodirlo in futuro come un proprio bene,

gratificandosi, inoltre, nelle proprie capacità

L’Amministrazione comunale ritiene particolarmente positivo sostenere queste

iniziative attraverso la stipula di patti di collaborazione.

Il patto di collaborazione può nascere spontaneamente da proposte dei

cittadini oppure in risposta ad una sollecitazione del Comune.

Tipologie di interventi

Gli interventi possono riguardare le seguenti macrotipologie:

1. Cura, rigenerazione e gestione condivisa di spazi pubblici o di edifici

(es.: rivitalizzazione di un giardino comunale per renderlo più pulito e piacevole

da frequentare; tinteggiatura di muri interni/esterni alla scuola; etc.)

2. Promozione dell’innovazione sociale (es.: attività di doposcuola;

sensibilizzazione su temi di interesse cittadino quali raccolta diferenziata,

dispersione scolastica, contrasto al fenomeno del vandalismo grafico;

organizzazione di gruppi di lettura nei centri anziani; etc.)

3. Promozione della creatività urbana (es.: realizzazione di murales per

abbellire edifici o arredi urbani; etc.)

4. Innovazione digitale (es.: realizzazione di applicazioni e servizi per la rete

civica finalizzate alla condivisione di esperienze di cittadinanza; corsi di

prima alfabetizzazione informatica; etc.)

Chi può presentare una proposta

Studenti, professori, educatori, pedagogisti, genitori, comitati e associazioni

che operano nell’ambito scolastico e educativo possono proporre la presa in

carico e la cura di beni e di spazi comuni.

Come presentare una proposta di collaborazione

Per presentare una proposta di collaborazione è suficiente inviare, anche

attraverso le Direzioni Didattiche o con il supporto dei servizi educativi e scolastici

territoriali, la propria idea progettuale via mail, con eventuale materiale descrittivo

sintetico allegato, all’indirizzo [email protected]

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PROMOZIONE DELLA CITTADINANZA ATTIVA

Il principio di sussidiarietà pone in capo alle amministrazioni il dovere di sostenere e valorizzarel’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli o associati, volta al perseguimento di finalità di interessegenerale.

Nell’ambito del progetto “La riforma del decentramento”, inserito nel “Piano generale di Sviluppo2012-2016 - Indirizzi per il triennio 2012-2014" è stata individuata, come linea di intervento, lapromozione della partecipazione attraverso la cittadinanza attiva, per una nuova alleanza traAmministrazione, cittadini ed imprese.

Nel corso del 2012 è stato reso operativo, presso l’Area Affari Istituzionali e Quartieri, l’ufficio“semplificazione amministrativa e promozione della cittadinanza attiva”, con il compito dipromuovere progetti di concorso civico ad azioni di cura del territorio e di incremento dellacoesione sociale, favorendo, in una logica di sussidiarietà, le autonome iniziative dei cittadini, per larealizzazione di azioni di cura dei beni comuni.

A seguito dell’approvazione del "Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e Amministrazioneper la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani"1, in vigore dal 31/05/2014, e al successivoavvio del processo di attuazione dello stesso, al fine di adeguare l’operatività delle strutturecomunali ai principi ed alle logiche dell’amministrazione condivisa, è stato emanato un avvisopubblico volto a sollecitare, in linea con le previsioni del nuovo Regolamento, la presentazione diproposte da parte di cittadini singoli o associati per la cura e la rigenerazione dei beni comuniurbani, che costituiranno la base per una successiva co-progettazione degli interventi che avvieneprevalentemente in ambito di Quartiere.L’istituto della co-progettazione, elemento centrale nella costruzione del percorso, consente, grazieagli elementi di flessibilità che lo caratterizzano, di favorire l’incontro proficuo tra le istanze dipartecipazione attiva provenienti dalla cittadinanza e le esigenze e i bisogni, provenienti dalterritorio.

A circa due anni dall’approvazione del Regolamento e dall'emanazione del suddetto avvisopubblico 272 sono le proposte di collaborazione giunte all’attenzione dell’Amministrazione*, dicui:• 175 sono giunte alla sottoscrizione di un patto di collaborazione o sono in attesa di

sottoscrizione (compresi i rinnovi di alcuni progetti giunti a conclusione ai quali, dati i positiviriscontri, si è ritenuto opportuno dare continuità e alcune proposte che, per la contiguità deltema trattato, sono confluite in un unico patto);

• 47 sono in fase di valutazione o di coprogettazione da parte dei Quartieri o dei Settoriinteressati;

• 65 non sono giunte alla stipula di un patto o non sono state ammesse alla coprogettazione.

*: situazione al 31 luglio 2016

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Report

Cittadinanza Attiva

2012-2016

Area Affari Istituzionali e Quartieri

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Area Affari Istituzionali e Quartieri

Il principio di sussidiarietà orizzontale – previsto all’art. 118 comma 4 della Costituzione Italiana - pone in capo alle Amministrazioni il

dovere di sostenere e valorizzare l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli o associati, volta al perseguimento di finalità di interesse

generale.

In accoglimento di tale principio è stato inserito nello Statuto Comunale l'art. 4 bis il quale prevede che il Comune promuova e valorizzi

forme di cittadinanza attiva per interventi di cura e di rigenerazione dei beni comuni urbani operati dai cittadini, come singoli o

attraverso formazioni sociali stabilmente organizzate o meno.

Nel corso del 2012 è stato reso operativo, presso l’Area Affari Istituzionali e Quartieri, l’ufficio “semplificazione amministrativa e

promozione della cittadinanza attiva”, con il compito di promuovere progetti di concorso civico ad azioni di cura del territorio e di

incremento della coesione sociale, favorendo, in una logica di sussidiarietà, le autonome iniziative dei cittadini per la realizzazione di

azioni di cura dei beni comuni. Sono stati individuati, all’interno dell’ufficio, referenti territoriali, punto di riferimento per i Presidenti di

Quartiere e interfaccia tra l'Amministrazione ed i cittadini singoli o associati promotori di autonome iniziative volte allo svolgimento di

attività di interesse generale. Un ufficio di coordinamento funge da raccordo tra tutti i referenti, i Quartieri, le Aree e i Settori

dell’Amministrazione Comunale per tutto ciò che concerne la Cittadinanza Attiva.

Nel settembre 2012 è stata avviata l’attività di promozione di progetti di cittadinanza attiva e partecipazione civica attraverso

l’emanazione di un avviso pubblico1 per la formulazione, da parte di associazioni iscritte all’elenco comunale delle Libere Forme

Associative, di manifestazioni di interesse volte alla co-progettazione ed alla realizzazione di interventi di collaborazione,

complementari e sussidiari all’attività dell’Amministrazione, soprattutto in ambito di Quartiere, in un'ottica di sussidiarietà orizzontale.

L’avviso pubblico è rimasto in vigore dal 31 agosto 2012 al 9 luglio 2014 e prevedeva due macroaree di intervento: cura del territorio e

cura della comunità.

In data 31/05/2014 è stato approvato il "Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e Amministrazione per la cura e la rigenerazione

dei beni comuni urbani”2 che disciplina la collaborazione tra cittadini e Amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni

urbani e l’accesso a specifiche forme di sostegno, e immediatamente successivo è stato l’avvio del processo di attuazione dello stesso,

al fine di adeguare l’operatività delle strutture comunali ai principi ed alle logiche dell’amministrazione condivisa.

1 Vedi determina dirigenziale P.G.n. 197629/2012.

2 Vedi deliberazione del Consiglio Comunale Odg n. 172 del 19/05/2014 - P.G. n. 45010/2014

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Area Affari Istituzionali e Quartieri

L’avviso pubblico sopra citato è risultato per le sue caratteristiche, relativamente ai soggetti ammessi, le forme di intervento possibili e le

modalità di sostegno previste, non più in linea con il Regolamento. Si è pertanto ritenuto opportuno emanare un nuovo avviso pubblico3

volto a sollecitare la presentazione di proposte da parte di cittadini singoli o associati per la cura e la rigenerazione dei beni comuni

urbani: non rivolto quindi solo alle associazioni, ma anche a cittadini singoli, a soggetti economici o a gruppi informali. Le proposte di

collaborazione costituiscono la base per la successiva co-progettazione degli interventi, che avviene prevalentemente in ambito di

Quartiere.

Oltre a garantire una continuità a tutte le iniziative, i progetti e le collaborazioni scaturiti dal precedente avviso, il Regolamento ha

segnato un punto di svolta significativo nei rapporti tra la cittadinanza e l’Amministrazione: si è reso possibile prevedere la

collaborazione con cittadini singoli e con gruppi non organizzati o non formalmente riconosciuti; si sono regolamentate le forme di

sostegno con le quali l’Amministrazione supporta i cittadini nella realizzazione delle attività di Cittadinanza Attiva; si è garantita una

totale trasparenza durante tutte le fasi della collaborazione, dal momento della proposta alla stipula del patto di collaborazione, dalla

pubblicazione di materiale informativo sul progetto alla rendicontazione delle spese sostenute per la sua realizzazione e alla relazione

delle attività svolte.

Il nuovo avviso pubblico prevede come ammissibili proposte di collaborazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani,

ovvero i beni materiali, immateriali e digitali, che i cittadini e l’Amministrazione, anche attraverso procedure partecipative e deliberative,

riconoscono essere funzionali al benessere individuale e collettivo.

La collaborazione tra i cittadini attivi e l’Amministrazione Comunale può prevedere differenti livelli di intensità dell’intervento condiviso:

la cura occasionale, la cura costante e continuativa, la gestione condivisa e la rigenerazione.

Gli interventi possono riguardare:

- cura, rigenerazione e gestione condivisa di spazi pubblici o edifici

- promozione dell’innovazione sociale e dei servizi collaborativi

- promozione della creatività urbana

- innovazione digitale

3Vedi determina dirigenziale P.G.n. 197885/2014

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Area Affari Istituzionali e Quartieri

Una proposta di collaborazione ricevuta dall’Amministrazione è sottoposta a due fasi di valutazione: una prima, meramente formale,

verifica che essa sia attinente agli ambiti di intervento previsti, e sia pertanto ammissibile; la seconda prevede che il Quartiere o il Settore

Comunale interessato per competenza stabilisca se la proposta progettuale sia di interesse, e se vi siano le condizioni organizzative e le

risorse, materiali, umane e finanziarie, per la sua realizzazione. Qualora non risulti possibile procedere, al cittadino viene fornita una

risposta negativa e motivata, viceversa si avvia la fase di co-progettazione.

L’istituto della co-progettazione, elemento centrale nella costruzione del percorso, consente, grazie agli elementi di flessibilità che lo

caratterizzano, di favorire l’incontro tra le istanze di partecipazione attiva provenienti dalla cittadinanza e le esigenze e i bisogni,

provenienti dal territorio, dei quali l’Amministrazione è destinatario privilegiato. Nel caso un progetto coinvolga più Quartieri, uno di

questi è designato come capofila, ma conduce la co-progettazione in collaborazione con gli altri interessati. La stessa procedura si segue

quando sono interessati più Settori, o Quartieri e Settori insieme.

La fase di co-progettazione, ove si riscontri una convergenza tra le disponibilità e richieste dell'associazione e le necessità e priorità

dell'Amministrazione, si conclude con la stipula del patto di collaborazione, ovvero lo strumento con cui Comune e cittadini attivi

concordano tutto ciò che è necessario ai fini della realizzazione degli interventi, definendo in particolare: gli obiettivi e le azioni per

realizzarli, la durata della collaborazione, le modalità di azione, il ruolo e i reciproci impegni, i requisiti e i limiti di intervento; le necessità

e le caratteristiche delle coperture assicurative e l’assunzione di responsabilità delle parti; le forme di sostegno messe a disposizione, le

misure di pubblicità del patto e le modalità di documentazione e rendicontazione delle azioni realizzate; le forme di valutazione e

vigilanza messe in campo dall’Amministrazione.

Il patto di collaborazione è uno strumento particolarmente flessibile, che permette ai firmatari di tarare, pur nella cornice di un format

standard, esigenze ed impegni reciproci.

L’Amministrazione può sostenere le attività in diversi modi, in relazione alle necessità evidenziate dai proponenti in sede di co-

progettazione. In particolare può mettere a disposizione materiali di consumo, veicolare e pubblicizzare le informazioni sulle attività

attraverso i canali informativi di cui il Comune dispone, affiancare i cittadini nella progettazione e nello svolgimento delle attività,

prevedere esenzioni o agevolazioni in materia di canoni e tributi locali e facilitazioni di carattere procedurale, rendere disponibili spazi

per lo svolgimento delle attività, sostenere economicamente le attività attraverso il concorso alla copertura dei costi sostenuti, agevolare

le iniziative volte a reperire i fondi per le iniziative, fornire visibilità alle azioni realizzate dai cittadini.

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Area Affari Istituzionali e Quartieri

Le convenzioni sottoscritte in seno al precedente avviso pubblico sono 81 (69 e 12 rinnovi) su un totale di 119 proposte pervenute

nel periodo dal 31 agosto 2012 al 9 luglio 2014. Le associazioni che hanno partecipato sono state complessivamente 95. Per

approfondimenti su questa precedente attività si rimanda ai report annuali pubblicati sulla pagina Iperbole di Cittadinanza Attiva (con

l’avvertenza che successivamente alla data dell’ultimo report redatto è stata sottoscritta qualche ulteriore convenzione).

Le proposte pervenute in seno all’attuale avviso pubblico sono 245, di cui quelle che hanno portato a patti di collaborazione

sottoscritti 139.

Tale numero comprende anche 6 “rinnovi”, così definiti in quanto qualora il proponente, alla scadenza del patto, si renda disponibile a

proseguire l’attività alle stesse condizioni previste nel patto precedente, e vi sia il medesimo interesse da parte dell’Amministrazione

Comunale, si ritiene di procedere ad una nuova sottoscrizione senza richiedere un’ulteriore proposta di collaborazione.

Questo report fotografa lo stato dell’arte al 30 aprile 2016, e naturalmente questi dati numerici non possono considerarsi definitivi,

bensì in continua evoluzione perché regolarmente pervengono nuove proposte e parallelamente coprogettazioni giungono al termine

portando alla sottoscrizione di nuovi patti.

Altri patti sottoscritti (non derivanti da proposte di collaborazione): 81

26 patti “Amici della bici”: rientrano in questa categoria i patti tra il Settore Mobilità Sostenibile e Infrastrutture e alcuni operatori

ciclabili aderenti alla campagna “Gli Amici della Bici”, finalizzata a promuovere la mobilità sostenibile incentivando l’uso della bicicletta

e favorendo lo sviluppo di una rete di servizi per i ciclisti;

22 patti “no-tag”: fanno parte di questa tipologia i patti inerenti le azioni, inserite nel documento “Collaborare è Bologna” - Il cantiere

civico per la cura dei beni comuni urbani", finalizzate alla riqualificazione degli spazi pubblici anche tramite il contrasto, la prevenzione

e la rimozione del vandalismo grafico;

33 patti “vari”: in questa categoria sono ricompresi patti scaturiti da situazioni disomogenee, quali ad esempio: proposte pervenute

nel periodo di transizione tra i due avvisi pubblici, o in seno al precedente ma poi gestite attenendosi al Regolamento dei Beni Comuni;

trasformazione in patti di convenzioni attive da tempo con i Quartieri al momento del rinnovo; proposte pervenute all'Amministrazione

attraverso canali diversi da Cittadinanza Attiva.

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Area Affari Istituzionali e Quartieri

I patti di collaborazione sottoscritti sono in totale 220.

Delle 245 proposte pervenute, quelle non ammesse sono 10; quelle la cui valutazione non è giunta a coprogettazione, o per le quali la

coprogettazione non è giunta a stipula, 45; quelle confluite in altro patto sono 2. E alcune proposte hanno generato più patti con quartieri

distinti.

Nota: La non ammissione non è in alcun modo un parere di merito sulla bontà della proposta progettuale, ma è esclusivamente un parere

formale rispetto agli ambiti di intervento previsti dal Regolamento; diverso è invece il caso delle proposte ammesse ma poi non giunte alla

formalizzazione di un rapporto di collaborazione o per mancata possibilità/interesse di realizzazione da parte del Settore o Quartiere

coinvolto per competenza, o per la mancanza di coincidenza di obiettivi e possibilità di realizzazione emersa durante la coprogettazione,

indifferentemente da parte del proponente o da parte dell’Amministrazione.

Considerando il passaggio dal precedente regime convenzionale allo strumento del patto come prosecuzione ed implementazione della

collaborazione con i cittadini senza soluzione di continuità, possiamo sommare patti e convenzioni, con il risultato di 364 proposte

ricevute e 301 collaborazioni scaturite da questo filone di attività dell’Amministrazione Comunale.

I numeri della collaborazione

PROPOSTE DI COLLABORAZIONE ricevute: 364

CONVENZIONI sottoscritte: 81

PATTI DI COLLABORAZIONE sottoscritti: 220

COLLABORAZIONI attivate: 301

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Area Affari Istituzionali e Quartieri

Ambiti di intervento delle proposte: [in riferimento ai patti firmati]

- interventi di cura dei beni comuni (ad es. pulizia integrativa aree verdi, portici, piccola manutenzione e

riqualificazione panchine, recinzioni, pavimentazioni, ecc.) 44

- rimozione del vandalismo grafico 26

- cura e rivitalizzazione spazi / aree 37

- attività con bambini e ragazzi 22

- attività di inclusione sociale (anziani, persone con disagio sociale ed emarginazione, carcerati, ecc.) 25

- attività di socializzazione 19

- attività culturali 8

- altro (mobilità, attività produttive ecc.) 39

Nota: molte attività, in realtà, sono caratterizzate da una trasversalità di ambiti di intervento, ma qui si è considerato l’aspetto

prevalente del progetto per inquadrare al meglio i risultati percentuali.

Ambiti di intervento

PATTI SOTTOSCRITTI

19%

12%

17%10%

11%

9%

4%

18%

interventi di cura dei beni comuni

rimozione del vandalismo grafico

cura e rivitalizzazione spazi / aree

attività con bambini e ragazzi

attività di inclusione sociale

attività di socializzazione

attività culturali

altro

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Area Affari Istituzionali e Quartieri

Suddivisione per Quartieri dei patti firmatiNota: alcuni patti sono sottoscritti da più Quartieri; in questo riepilogo si contano tutti i patti

sottoscritti da ciascun quartiere, anche se non in qualità di capofila (infatti i patti sottoscritti dai

Quartieri sono complessivamente 157, per un totale di 190 sottoscrizioni)

Borgo Panigale 12

Navile 40

Porto 25

Reno 10

San Donato 17

Santo Stefano 27

San Vitale 31

Saragozza 14

Savena 14

Patti sottoscritti dai Quartieri

6%

22%

13%

5%9%14%

17%

7% 7%

BORGO P.

NAVILE

PORTO

RENO

S. DONATO

S. STEFANO

S. VITALE

SARAGOZZA

SAVENA

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Area Affari Istituzionali e Quartieri

Patti sottoscritti da Aree, Dipartimenti, Settori, Istituzioni: 63

Settore Mobilità Sostenibile e Infrastrutture 31

Centro Zonarelli 3

Istituzione Bologna Musei 2

Settore Attività Produttive e Commercio 2

Dip. Economia e Promozione della Città 1

Area Benessere di Comunità – U.I. Sport 1

Settore Marketing Urbano e Turismo 1

Settore Edilizia e Patrimonio 1

Area Cultura e Rapporti con l’Università 2

Istituzione Educazione e Scuola 5

Gabinetto del Sindaco - Cerimoniale 1

Patti con le “Grandi Proprietà” per progetto no-tag (sottoscritti dal Sindaco) 20

Patto quadro con AGESCI 1 (sottoscritto dal Sindaco)

Nota: anche in questo caso, come per i Quartieri, alcuni patti sono sottoscritti da più Settori; da qui lo scarto tra i parti

firmati (63) e le sottoscrizioni totali (71). IES è sempre co-sottoscrittore con un Quartiere.

Patti Amministrazione Comunale

71%

29%

QUARTIERI

AREE, DIPARTIMENTI, SETTORI

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Area Affari Istituzionali e Quartieri

In considerazione del fatto che è frequente che le proposte di collaborazione siano inerenti progetti ed iniziative

in ambito scolastico, con il coinvolgimento di alunni, educatori, pedagogisti, genitori e dirigenti scolastici, è stato

approfondito il rapporto di collaborazione con l'Istituzione Educazione e Scuola e con l’Area Educazione e

Formazione in merito alle attività di Cittadinanza Attiva, mettendo a punto un iter procedurale che consentisse di

gestire al meglio tale tipologia di proposte.

L'Istituzione si è resa disponibile a partecipare in modo attivo a queste progettualità, sia in fase di

coprogettazione – per garantire un'integrazione con gli obiettivi didattici – sia come soggetto firmatario del

patto, insieme al Quartiere di riferimento.

Suddivisione PATTI per sottoscrittore

5%

14%

10%

4%

7%

12%10%

5%

5%

12%

8%8%

BORGO P.

NAVILE

PORTO

RENO

SAN DONATO

SAN VITALE

SANTO STEFANO

SARAGOZZA

SAVENA

Sett. Mobilità

Altri Settori

No Tag

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Area Affari Istituzionali e Quartieri

I proponenti - sottoscrittori dei patti

Le proposte di collaborazione pervenute (in riferimento ai patti attualmente sottoscritti) sono state presentate da:

• cittadini singoli, gruppi non organizzati 26

• comitati, social street 12

• associazioni legalmente riconosciute, LFA 114

• istituti scolastici, comitati di genitori 15

• soggetti economici, Fondazioni * 53

Proponenti

12%5%

52%

7%

24% cittadini singoli

comitati

associazioni

istituti scolastici

soggetti economici

* Sono ricompresi in questa categoria gli esercenti commerciali (ad es. i sottoscrittori dei patti “Amici della Bici”) e gli Enti,

gli istituti bancari, le Associazioni di categoria che hanno sottoscritto i patti no-tag.

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Area Affari Istituzionali e Quartieri

Ufficio di coordinamento Cittadinanza Attiva

DI MEMMO DONATO (Responsabile)

BIZZOCCHI RITA

BUSCHINI ANTONELLA

CHIERA GIANLUIGI

Indirizzo mail: [email protected]

Gestione della pagina web di Cittadinanza Attiva:

PIANTA RAFFAELLO

Referenti territoriali:

AMADORI CLAUDIO (Porto e Saragozza)

DI PETTA STEFANO (Borgo Panigale e Reno)

GIGLIO GIOVANNI (San Vitale centro storico e Santo Stefano)

MILANI MARISTELLA (San Donato e San Vitale fuori mura)

MONTANARI ERIK (Navile)

RITO FRANCESCA (Savena)

www.comune.bologna.it/cittadinanzaattiva

http://comunita.comune.bologna.it/beni-comuni

www.comune.bologna.it/collaborarebologna/

3 Maggio 2016

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I L LAVORO DI PUBBLICA UTILITÀ

Premessa

Perché inserire l'argomento del LAVORO DI PUBBLICA UTILITA' in un percorso formativo rivolto aglistudenti?Gli effetti negativi dell'alcol sull'organismo umano, in particolare dei giovani, sono ampiamente noti. Ancheil pericolo, per sé e per gli altri, della guida sotto l'effetto dell'alcol è tragicamente indiscusso.Quello che molte persone - non solo i giovani in verità - talvolta non conoscono sonoalcune delle conseguenze di questa violazione del Codice della Strada.Se da un lato infatti l'accesso al lavoro di pubblica utilità come pena alternativa alla pena pecuniaria permettedi evitare il pagamento di somme molto elevate e soprattutto di avere, ad esecuzione terminata, l'estinzionedel reato, dall'altro la sospensione della patente di guida (e in certi casi anche il sequestro del veicolo)comportano conseguenze davvero importanti. Si pensi ad esempio ai lavoratori, come i rappresentanti, la cuiprofessione dipende in larga parte dall'utilizzo dell'autoveicolo.Con una sospensione di 6 mesi o 1 anno della patente l'impiego può essere messo seriamente a rischio.Perdere il lavoro, e la possibilità di mantenersi, per un bicchiere di troppo, è una realtà. Ed è giusto che igiovani la conoscano.Ciò premesso, è importante sottolineare come il lavoro di pubblica utilità, benché scaturisca da una condannapenale, abbia anche una spiccata rilevanza di CITTADINANZA ATTIVA a favore della comunità.

Cos’è il Lavoro di Pubblica Utilità e cosa fa il Comune di Bologna.

Il Lavoro di Pubblica Utilità (LPU) consiste nella possibilità di scontare una pena detentiva e/o pecuniariaattraverso la prestazione di una attività non retribuita a favore della collettività.

È stato introdotto per la prima volta dall’art. 73 comma 5-bis DPR 309/90 (il Testo unico in materia didisciplina degli stupefacenti), ma è nel 2000, con il decreto legislativo 274 (Disposizioni sulla competenzapenale del giudice di pace, articoli 52, 54 e 55), che si è avuta una diffusione dell’istituto dando la facoltà algiudice di pace, per i reati di sua competenza, di applicare su richiesta dell’imputato il lavoro di pubblicautilità. Un ulteriore e decisivo impulso si è avuto nel luglio del 2010, quando con la legge n.120 art. 33 sonostati previsti i lavori di pubblica utilità anche per reati legati alla violazione del Codice della strada (art. 186co. 9-bis e art. 187 co. 8-bis). La prestazione di lavoro non retribuita ha genericamente una duratacorrispondente alla sanzione detentiva irrogata. Più specificatamente, l’art. 73/5 bis D.P.R. 309/90 prevedeuna conversione corrispondente alla misura della pena detentiva irrogata sostituendo tuttavia anche la penapecuniaria e tale sostituzione non può avvenire per più di due volte.

Il D.M. 26 marzo 2001 stabilisce gli enti presso cui possa essere svolta l’attività non retribuita in favore dellacollettività sulla base di specifiche convenzioni da stipulare con il Ministero della Giustizia, o su delega diquest’ultimo, con i Presidenti del Tribunali territorialmente competenti. Dette convenzioni indicano i soggettiinvestiti, presso gli enti convenzionati, del coordinamento della prestazione lavorativa e incaricati diimpartirne le relative istruzioni operative nonché di effettuare le dovute comunicazioni al Giudice che haemesso la condanna ed agli altri uffici eventualmente competenti, in conformità con quanto disposto nellesentenze di condanna.

Incaricato della vigilanza e della verifica dell’effettivo svolgimento dell’attività è l'UEPE (UfficioEsecuzione Penale Esterna) competente per territorio, ma vi è la concreta possibilità che in sentenza, poichèè a discrezione del Giudice, tale compito venga demandato all’ufficio di Pubblica Sicurezza del luogo diesecuzione o all’Arma dei Carabinieri territorialmente competente.

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Nello specifico, il Decreto legislativo 28/08/2000, n. 274, sopra citato, costituisce, salvo espresse deroghe, ladisciplina generale di riferimento per quanto concerne il lavoro di pubblica utilità. Esso prevede, inparticolare all’art. 54, che la pena del LPU può essere applicata solo su richiesta dell'imputato; che talelavoro non può essere inferiore a dieci giorni né superiore a sei mesi e consiste nella prestazione di attivitànon retribuita in favore della collettività da svolgere presso lo Stato, le regioni, le province, i comuni o pressoenti o organizzazioni di assistenza sociale e di volontariato; che l'attività viene svolta nell'ambito dellaprovincia in cui risiede il condannato e comporta la prestazione di non più di sei ore di lavoro settimanale dasvolgere con modalità e tempi che non pregiudichino le esigenze di lavoro, di studio, di famiglia e di salutedel condannato. Il giudice può, se l’imputato lo chiede, ammetterlo a svolgere il lavoro per un temposuperiore alle sei ore settimanali, mai comunque per più di otto ore al giorno. Ai fini del computo della pena,un giorno di LPU consiste nella prestazione, anche non continuativa, di due ore di lavoro.

L’art. 186 del Codice della Strada (D.Lgs. n. 285 del 1992), in materia di guida in stato di ebbrezza, comemodificato dall’art.33 L. 29/07/2010, n.120, al comma 9-bis stabilisce che:

- la pena detentiva e pecuniaria può essere sostituita, anche con il decreto penale di condanna, se non viè opposizione da parte dell'imputato, con quella del lavoro di pubblica utilità disciplinato dall'art. 54 delD.Lgs. 28/08/2000, n. 274;

- il LPU non può essere disposto quando il conducente in stato di ebbrezza abbia provocato un incidentestradale o se l’imputato abbia già beneficiato una volta della sostituzione della pena con il LPU;

- in deroga a quanto previsto dal su citato art. 54, il lavoro ha una durata corrispondente a quella dellasanzione detentiva irrogata e della conversione della pena pecuniaria (a questo fine, Euro 250 di ammendacorrispondono ad un giorno di LPU);

- in caso di svolgimento positivo del LPU, il giudice dichiara estinto il reato, riduce alla metà il periododi sospensione della patente e revoca la confisca del veicolo sequestrato;

- se il condannato viola gli obblighi connessi allo svolgimento del LPU, il giudice, tenuto conto deimotivi, della entità e delle circostanze della violazione, lo revoca e ripristina la pena originaria.

L’art. 187 del Codice della Strada, in materia di guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, comemodificato dall’art.33 L. 29/07/2010, n.120, al comma 8-bis reca norme uguali a quelle dell’art.186, comma9-bis, salvo aggiungere che l’imputato tossicodipendente deve inoltre partecipare ad un programmaterapeutico e socio-riabilitativo come definito ai sensi degli art. 121 e 122 del D.P.R. 09/10/1990, n. 309.

Nel Comune di Bologna l'attività di coordinamento del lpu ha preso avvio il 10 marzo 2011 con lasottoscrizione della Convenzione tra Amministrazione Comunale e Tribunale di Bologna. Nella primafase vennero messi a disposizione 23 posti per attività nei parchi e presso le scuole e per interventi diripristino del degrado urbano. La convenzione, dati i risultati positivi ottenuti, è stata poi rinnovata il 15marzo 2012 per altri due anni, aumentando a 25 il numero dei condannati da potere impegnarecontemporaneamente, e nuovamente il 25 maggio 2016, sempre per altri due anni, portando a 50 il numeromassimo di condannati da potere attivare simultaneamente.

ALCUNI DATI

In questi 5 anni di coordinamento del Lavoro di Pubblica Utilità il numero delle persone che hanno fattoricorso a questa tipologia di pena alternativa ha avuto un notevole incremento: al mese di luglio 2016, lesentenze in carico all'Ufficio comunale che segue l'attività [Ufficio di Coordinamento LPU, interno alla U.I.Semplificazione Amministrativa e Promozione della Cittadinanza Attiva dell’Area Affari Istituzionali eQuartieri] sono complessivamente 445, di cui 341 le prestazioni di LPU concluse, per un totale di circa28.000 ore di lavoro svolto*. La media delle ore di pena comminate è di 99 pro capite (min. 12 – max. 384), per cui va considerato chequalora non sia stata concessa in sentenza – o richiesta e ottenuta successivamente – la deroga oraria al limiteprevisto per legge di 6 ore settimanali, il tempo medio per completare le ore di pena comminate è di 4 mesi.Circa il 10% delle sentenze sono pronunciate da Tribunali italiani diversi da quello di Bologna.

Come si evince dal riepilogo dei dati numerici, vi è un progressivo incremento del ricorso a questa penaalternativa. Le richieste da parte degli studi legali al nostro Ente di rilasciare una dichiarazione didisponibilità ad accogliere i propri assistiti per lo svolgimento del lavoro di p.u. sono state in costanteaumento nonostante anche il numero degli Enti convenzionati sia via via cresciuto.Per l’esecuzione dei lavori indicati nelle sentenze è stata creata un’apposita lista d’attesa, creata con

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l’esclusivo criterio della data di ricezione della sentenza, onde evitare forme di discrezionalità.

Attività svolteQueste le principali tipologie di attività svolte dai condannati:1) rimozione rifiuti, piccola pulizia e manutenzione di numerose micro-zone e aree verdi cittadine (es.parchi, giardini, aree del centro storico e zone limitrofe, alberature stradali, le cosiddette “bocche di lupo”,ecc);2) distribuzione presso abitazioni, attività commerciali, biblioteche, sedi di Quartiere, luoghi di ritrovo, dimateriale informativo relativo ad eventi e iniziative promosse dall’Amministrazione Comunale o organizzatein collaborazione con essa;3) supporto organizzativo ad eventi e manifestazioni promosse dall’Amministrazione Comunale oorganizzate in collaborazione con essa;4) piccole opere di ritinteggiatura e rimozione di vandalismi grafici su edifici comunali;5) supporto ad alcuni progetti di Cittadinanza Attiva relativi alla cura dei beni comuni urbani;6) supporto al progetto NO TAG del Comune di Bologna per la ritinteggiatura di superfici murarie privateinteressate da vandalismo grafico e mappate nell'ambito del medesimo progetto;7) supporto logistico presso la biblioteca Sala Borsa durante le aperture straordinarie domenicali e per lapulizia integrativa di libri e arredi, il funzionamento delle attività quotidiane (prestito libri, etc.) e laritinteggiatura di alcune spazi comuni;8) supporto a laboratori di prima alfabetizzazione informatica presso alcune biblioteche cittadine;9) supporto ad attività di back-office (sistemazione archivi cartacei e informatici, inserimento dati,riparazione libri presso biblioteche comunali, ecc.)10) attività di verifica dell’integrità delle chiusure con catene di alcune vie/zone pedonali del centro storico.

In linea generale, i condannati si sono dimostrati collaborativi, attivando talvolta comportamenti proattivi:alcuni di essi hanno intrattenuto a titolo personale e volontario rapporti con le Associazioni con le quali eranoentrati in contatto per proseguire le attività svolte anche dopo l’espletamento della propria condanna. Molti,inoltre, al termine dell'attività (come si evince dai questionario anonimo somministrato a LPU concluso)riconoscono la finalità rieducativa del lavoro di pubblica utilità anche in un'ottica di prevenzionerelativamente al tema della sicurezza stradale e il positivo valore sociale del lavoro svolto nei confronti dellacollettività.

Riferimenti

Comune di Bologna – Area Affari Istituzionali e Quartieri

RITA BIZZOCCHI – tel. 051 3392754; email: [email protected]

GIANLUIGI CHIERA – tel. 051 3392753; email: [email protected]

RAFFAELLO PIANTA – tel. 051 3392752; email: [email protected]

*dati aggiornati al 31 luglio 2016

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REGOLAMENTO SULLA

COLLABORAZIONE TRA CITTADINI

E AMMINISTRAZIONE PER LA CURA

E LA RIGENERAZIONE

DEI BENI COMUNI URBANI

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Questo regolamento è stato redatto nell’ambitodel progetto “Le città come beni comuni”

sotto la direzione scientifi cadi Labsus

con il supporto sul territoriodel Centro Antartide

e con il sostegnodella Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna

REGOLAMENTO SULLACOLLABORAZIONE TRA CITTADINI

E AMMINISTRAZIONE PER LA CURAE LA RIGENERAZIONE

DEI BENI COMUNI URBANI

Bologna | 19 maggio 2014

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REGOLAMENTO SULLACOLLABORAZIONE TRA CITTADINI

E AMMINISTRAZIONE PER LA CURAE LA RIGENERAZIONE

DEI BENI COMUNI URBANI

CAPO I - Disposizioni generali

Art. 1 (Finalità, oggetto ed ambito di applicazione)Art. 2 (Defi nizioni)Art. 3 (Principi generali)Art. 4 (I cittadini attivi)Art. 5 (Patto di collaborazione)Art. 6 (Interventi sugli spazi pubblici e sugli edifi ci)Art. 7 (Promozione dell’innovazione sociale e dei servizi collaborativi)Art. 8 (Promozione della creatività urbana)Art. 9 (Innovazione digitale)

CAPO II - Disposizioni di carattere procedurale

Art. 10 (Disposizioni generali)Art. 11 (Proposte di collaborazione)

CAPO III - Interventi di cura e rigenerazione di spazi pubblici

Art. 12 (Interventi di cura occasionale)Art. 13 (Gestione condivisa di spazi pubblici)Art. 14 (Gestione condivisa di spazi privati ad uso pubblico)art. 15 (Interventi di rigenerazione di spazi pubblici)

CAPO IV - Interventi di cura e rigenerazione di edifi ci

Art. 16 (Individuazione degli edifi ci)Art. 17 (Gestione condivisa di edifi ci)

CAPO V - Formazione

Art. 18 (Finalità della formazione)Art. 19 (Il ruolo delle scuole)

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CAPO I - Disposizioni generali

Art. 1(Finalità, oggetto ed ambito di applicazione)

1. Il presente regolamento, in armonia con le previsioni della Costituzione e dello Statuto comunale, disciplina le forme di collaborazione dei cittadini con l’ammini-strazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani, dando in partico-lare attuazione agli art. 118, 114 comma 2 e 117 comma 6 Costituzione.

2. Le disposizioni si applicano nei casi in cui l’intervento dei cittadini attivi per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani richieda la collaborazione o ri-sponda alla sollecitazione dell’amministrazione comunale.

3. La collaborazione tra cittadini attivi e amministrazione si estrinseca nell’adozio-ne di atti amministrativi di natura non autoritativa.

4. Restano ferme e distinte dalla materia oggetto del presente regolamento le previsioni regolamentari del Comune che disciplinano l’erogazione dei benefi ci economici e strumentali a sostegno delle associazioni, in attuazione dell’art. 12 della legge 7 agosto 1990 n. 241.

Art. 2(Defi nizioni)

1. Ai fi ni delle presenti disposizioni si intendono per:

a) Beni comuni urbani: i beni, materiali, immateriali e digitali, che i cittadini e l’Amministrazione, anche attraverso procedure partecipative e deliberative, rico-noscono essere funzionali al benessere individuale e collettivo, attivandosi di con-seguenza nei loro confronti ai sensi dell’art. 118 ultimo comma Costituzione, per condividere la responsabilità della loro cura o rigenerazione al fi ne di migliorarne la fruizione collettiva.

b) Comune o Amministrazione: il Comune di Bologna nelle sue diverse articola-zioni istituzionali e organizzative.

c) Cittadini attivi: tutti i soggetti, singoli, associati o comunque riuniti in formazio-ni sociali, anche di natura imprenditoriale o a vocazione sociale, che si attivano per la cura e rigenerazione dei beni comuni urbani ai sensi del presente regolamento.

d) Proposta di collaborazione: la manifestazione di interesse, formulata dai cit-tadini attivi, volta a proporre interventi di cura o rigenerazione dei beni comuni

CAPO VI - Forme di sostegno

Art. 20 (Esenzioni ed agevolazioni in materia di canoni e tributi locali)Art. 21 (Accesso agli spazi comunali)Art. 22 (Materiali di consumo e dispositivi di protezione individuale)Art. 23 (Affi ancamento nella progettazione)Art. 24 (Risorse fi nanziarie a titolo di rimborso di costi sostenuti)Art. 25 (Autofi nanziamento)Art. 26 (Forme di riconoscimento per le azioni realizzate)Art. 27 (Agevolazioni amministrative)

CAPO VII - Comunicazione, trasparenza e valutazione

Art. 28 (Comunicazione collaborativa)Art. 29 (Strumenti per favorire l’accessibilità delle opportunità di collabo-razione)Art. 30 (Rendicontazione, misurazione e valutazione delle attività di colla-borazione)

CAPO VIII - Responsabilità e vigilanza

Art. 31 (Prevenzione dei rischi)Art. 32 (Disposizioni in materia di riparto delle responsabilità)Art. 33 (Tentativo di conciliazione)CAPO IX - Disposizioni fi nali e transitorieArt. 34 (Clausole interpretative)Art. 35 (Entrata in vigore e sperimentazione)Art. 36 (Disposizioni transitorie)

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urbani. La proposta può essere spontanea oppure formulata in risposta ad una sollecitazione del Comune.

e) Patto di collaborazione: il patto attraverso il quale Comune e cittadini attivi de-fi niscono l’ambito degli interventi di cura o rigenerazione dei beni comuni urbani.

f) Interventi di cura: interventi volti alla protezione, conservazione ed alla ma-nutenzione dei beni comuni urbani per garantire e migliorare la loro fruibilità e qualità.

g) Gestione condivisa: interventi di cura dei beni comuni urbani svolta congiun-tamente dai cittadini attivi e dall’amministrazione con carattere di continuità e di inclusività.

h) Interventi di rigenerazione: interventi di recupero, trasformazione ed inno-vazione dei beni comuni, partecipi, tramite metodi di coprogettazione, di processi sociali, economici, tecnologici ed ambientali, ampi e integrati, che complessiva-mente incidono sul miglioramento della qualità della vita nella città.

i) Spazi pubblici: aree verdi, piazze, strade, marciapiedi e altri spazi pubblici o aperti al pubblico, di proprietà pubblica o assoggettati ad uso pubblico.

l) Rete civica: lo spazio di cittadinanza su internet per la pubblicazione di infor-mazioni e notizie istituzionali, la fruizione di servizi on line e la partecipazione a percorsi interattivi di condivisione.

m) Medium civico: il canale di comunicazione – collegato alla rete civica - per la raccolta, la valutazione, la votazione e il commento di proposte avanzate dall’Am-ministrazione e dai cittadini.

Art. 3(Principi generali)

1. La collaborazione tra cittadini e amministrazione si ispira ai seguenti valori e principi generali:

a) Fiducia reciproca: ferme restando le prerogative pubbliche in materia di vigi-lanza, programmazione e verifi ca, l’Amministrazione e i cittadini attivi improntano i loro rapporti alla fi ducia reciproca e presuppongono che la rispettiva volontà di collaborazione sia orientata al perseguimento di fi nalità di interesse generale.

b) Pubblicità e trasparenza: l’amministrazione garantisce la massima conosci-bilità delle opportunità di collaborazione, delle proposte pervenute, delle forme di sostegno assegnate, delle decisioni assunte, dei risultati ottenuti e delle valu-tazioni effettuate. Riconosce nella trasparenza lo strumento principale per assi-curare l’imparzialità nei rapporti con i cittadini attivi e la verifi cabilità delle azioni svolte e dei risultati ottenuti.

c) Responsabilità: l’amministrazione valorizza la responsabilità, propria e dei cittadini, quale elemento centrale nella relazione con i cittadini, nonché quale presupposto necessario affi nché la collaborazione risulti effettivamente orientata alla produzione di risultati utili e misurabili.

d) Inclusività e apertura: gli interventi di cura e rigenerazione dei beni comuni devono essere organizzati in modo da consentire che in qualsiasi momento altri cittadini interessati possano aggregarsi alle attività.

e) Sostenibilità: l’amministrazione, nell’esercizio della discrezionalità nelle deci-sioni che assume, verifi ca che la collaborazione con i cittadini attivi non ingeneri oneri superiori ai benefi ci e non determini conseguenze negative sugli equilibri ambientali.

f) Proporzionalità: l’amministrazione commisura alle effettive esigenze di tutela degli interessi pubblici coinvolti gli adempimenti amministrativi, le garanzie e gli standard di qualità richiesti per la proposta, l’istruttoria e lo svolgimento degli interventi di collaborazione.

g) Adeguatezza e differenziazione: le forme di collaborazione tra cittadini attivi e amministrazione sono adeguate alle esigenze di cura e rigenerazione dei beni comuni urbani e vengono differenziate a seconda del tipo o della natura del bene comune urbano e delle persone al cui benessere esso è funzionale.

h) Informalità: l’amministrazione richiede che la relazione con i cittadini avven-ga nel rispetto di specifi che formalità solo quando ciò è previsto dalla legge. Nei restanti casi assicura fl essibilità e semplicità nella relazione, purché sia possibile garantire il rispetto dell’etica pubblica, così come declinata dal codice di compor-tamento dei dipendenti pubblici e dei principi di imparzialità, buon andamento, trasparenza e certezza.

i) Autonomia civica: l’amministrazione riconosce l’autonoma iniziativa dei cittadi-ni e predispone tutte le misure necessarie a garantirne l’esercizio effettivo.

Art. 4(I cittadini attivi)

1. L’intervento di cura e di rigenerazione dei beni comuni urbani, inteso quale con-creta manifestazione della partecipazione alla vita della comunità e strumento per il pieno sviluppo della persona umana, è aperto a tutti, senza necessità di ulteriore titolo di legittimazione.

2. I cittadini attivi possono svolgere interventi di cura e di rigenerazione dei beni comuni come singoli o attraverso le formazioni sociali in cui esplicano la propria personalità, stabilmente organizzate o meno.

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3. Nel caso in cui i cittadini si attivino attraverso formazioni sociali, le persone che sottoscrivono i patti di collaborazione di cui all’art. 5 del presente regolamento rappresentano, nei rapporti con il Comune, la formazione sociale che assume l’impegno di svolgere interventi di cura e rigenerazione dei beni comuni.

4. L’effi cacia dei patti di collaborazione di cui all’art. 5 del presente regolamento è condizionata alla formazione secondo metodo democratico della volontà della formazione sociale che assume l’impegno di svolgere interventi di cura e rigene-razione dei beni comuni.

5. I patti di collaborazione di cui all’art. 5 del presente regolamento riconoscono e valorizzano gli interessi, anche privati, di cui sono portatori i cittadini attivi in quanto contribuiscono al perseguimento dell’interesse generale.

6. Il Comune ammette la partecipazione di singoli cittadini ad interventi di cura o rigenerazione dei beni comuni urbani quale forma di riparazione del danno nei confronti dell’ente ai fi ni previsti dalla legge penale, ovvero quale misura alter-nativa alla pena detentiva e alla pena pecuniaria, con le modalità previste dalla normativa in materia di lavoro di pubblica utilità.

7. Gli interventi di cura e rigenerazione dei beni comuni urbani possono costituire progetti di servizio civile in cui il Comune può impiegare i giovani a tal fi ne selezio-nati secondo modalità concordate con i cittadini.

Art. 5 (Patto di collaborazione)

1. Il patto di collaborazione è lo strumento con cui Comune e cittadini attivi con-cordano tutto ciò che è necessario ai fi ni della realizzazione degli interventi di cura e rigenerazione dei beni comuni.

2. Il contenuto del patto varia in relazione al grado di complessità degli interventi concordati e della durata della collaborazione. Il patto, avuto riguardo alle speci-fi che necessità di regolazione che la collaborazione presenta, defi nisce in parti-colare:

a) gli obiettivi che la collaborazione persegue e le azioni di cura condivisa;

b) la durata della collaborazione, le cause di sospensione o di conclusione antici-pata della stessa;

c) le modalità di azione, il ruolo ed i reciproci impegni dei soggetti coinvolti, i re-quisiti ed i limiti di intervento;

d) le modalità di fruizione collettiva dei beni comuni urbani oggetto del patto;

e) le conseguenze di eventuali danni occorsi a persone o cose in occasione o a causa degli interventi di cura e rigenerazione, la necessità e le caratteristiche del-le coperture assicurative e l’assunzione di responsabilità secondo quanto previsto dagli artt. 31 e 32 del presente regolamento, nonché le misure utili ad eliminare o ridurre le interferenze con altre attività;

f) le garanzie a copertura di eventuali danni arrecati al Comune in conseguenza della mancata, parziale o difforme realizzazione degli interventi concordati;

g) le forme di sostegno messe a disposizione dal Comune, modulate in relazione al valore aggiunto che la collaborazione è potenzialmente in grado di generare;

h) le misure di pubblicità del patto, le modalità di documentazione delle azioni re-alizzate, di monitoraggio periodico dell’andamento, di rendicontazione delle risor-se utilizzate e di misurazione dei risultati prodotti dalla collaborazione fra cittadini attivi e amministrazione;

i) l’affi ancamento del personale comunale nei confronti dei cittadini, la vigilanza sull’andamento della collaborazione, la gestione delle controversie che possano insorgere durante la collaborazione stessa e l’irrogazione delle sanzioni per inos-servanza del presente regolamento o delle clausole del patto;

l) le cause di esclusione di singoli cittadini per inosservanza del presente rego-lamento o delle clausole del patto, gli assetti conseguenti alla conclusione della collaborazione, quali la titolarità delle opere realizzate, i diritti riservati agli autori delle opere dell’ingegno, la riconsegna dei beni, e ogni altro effetto rilevante;

m) le modalità per l’adeguamento e le modifi che degli interventi concordati.

3. Il patto di collaborazione può contemplare atti di mecenatismo, cui dare ampio rilievo comunicativo mediante forme di pubblicità e comunicazione dell’intervento realizzato, l’uso dei diritti di immagine, l’organizzazione di eventi e ogni altra for-ma di comunicazione o riconoscimento che non costituisca diritti di esclusiva sul bene comune urbano.

Art. 6 (Interventi sugli spazi pubblici e sugli edifi ci)

1. La collaborazione con i cittadini attivi può prevedere differenti livelli di intensità dell’intervento condiviso sugli spazi pubblici e sugli edifi ci, ed in particolare: la cura occasionale, la cura costante e continuativa, la gestione condivisa e la rige-nerazione.

2. I cittadini attivi possono realizzare interventi, a carattere occasionale o conti-nuativo, di cura o di gestione condivisa degli spazi pubblici e degli edifi ci periodi-

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camente individuati dall’amministrazione o proposti dai cittadini attivi. L’intervento è fi nalizzato a:

- integrare o migliorare gli standard manutentivi garantiti dal Comune o migliorare la vivibilità e la qualità degli spazi;

- assicurare la fruibilità collettiva di spazi pubblici o edifi ci non inseriti nei programmi comunali di manutenzione.

3. Possono altresì realizzare interventi, tecnici o fi nanziari, di rigenerazione di spazi pubblici e di edifi ci.

Art. 7(Promozione dell’innovazione sociale e dei servizi collaborativi)

1. Il Comune promuove l’innovazione sociale, attivando connessioni tra le diverse risorse presenti nella società, per creare servizi che soddisfi no bisogni sociali e che nel contempo attivino legami sociali e forme inedite di collaborazione civica, anche attraverso piattaforme e ambienti digitali, con particolare riferimento alla rete civica.

2. Il Comune promuove l’innovazione sociale per la produzione di servizi colla-borativi. Al fi ne di ottimizzare o di integrare l’offerta di servizi pubblici o di offrire risposta alla emersione di nuovi bisogni sociali, il Comune favorisce il coinvol-gimento diretto dell’utente fi nale di un servizio nel suo processo di progettazio-ne, infrastrutturazione ed erogazione. La produzione di servizi collaborativi viene promossa per attivare processi generativi di beni comuni materiali, immateriali e digitali.

3. Il Comune persegue gli obiettivi di cui al presente articolo incentivando la na-scita di cooperative, imprese sociali, start-up a vocazione sociale e lo sviluppo di attività e progetti a carattere economico, culturale e sociale.

4. Gli spazi e gli edifi ci di cui al presente regolamento rappresentano una risorsa funzionale al raggiungimento delle fi nalità di cui al presente articolo. Il Comune riserva una quota di tali beni alla realizzazione di progetti che favoriscano l’inno-vazione sociale o la produzione di servizi collaborativi.

Art. 8(Promozione della creatività urbana)

1. Il Comune promuove la creatività, le arti, la formazione e la sperimentazione artistica come uno degli strumenti fondamentali per la riqualifi cazione delle aree

urbane o dei singoli beni, per la produzione di valore per il territorio, per la coe-sione sociale e per lo sviluppo delle capacità.

2. Per il perseguimento di tale fi nalità il Comune riserva una quota degli spazi e degli edifi ci di cui al presente regolamento allo svolgimento di attività volte alla promozione della creatività urbana e in particolare di quella giovanile.

3. Il Comune promuove la creatività urbana anche attraverso la valorizzazione temporanea di spazi e immobili di proprietà comunale in attesa di una destina-zione d’uso defi nitiva. I suddetti beni possono essere destinati a usi temporanei valorizzandone la vocazione artistica, evitando in tal modo la creazione di vuoti urbani e luoghi di confl itto sociale.

Art. 9(Innovazione digitale)

1. Il Comune favorisce l’innovazione digitale attraverso interventi di partecipazione all’ideazione, al disegno e alla realizzazione di servizi e applicazioni per la rete civica da parte della comunità, con particolare attenzione all’uso di dati e infra-strutture aperti, in un’ottica di beni comuni digitali.

2. Al tal fi ne il Comune condivide con i soggetti che partecipano alla vita e all’evo-luzione della rete civica e che mettono a disposizione dell’ambiente collaborativo e del medium civico competenze per la coprogettazione e realizzazione di servizi innovativi, i dati, gli spazi, le infrastrutture e le piattaforme digitali, quali la rete e il medium civici.

CAPO II - Disposizioni di carattere procedurale

Art. 10(Disposizioni generali)

1. La funzione di gestione della collaborazione con i cittadini attivi è prevista, nell’ambito dello schema organizzativo comunale, quale funzione istituzionale dell ’ente ai sensi dell’art. 118 ultimo comma Costituzione. L’organizzazione di detta funzione deve essere tale da garantire la prossimità al territorio dei soggetti deputati alla relazione con il cittadino, il coordinamento con gli organi di indirizzo politico-amministrativo ed il carattere trasversale del suo esercizio, valorizzando in particolare il ruolo del Quartiere quale articolazione istituzionale più appro-

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priata per lo sviluppo ed il governo dei percorsi di cittadinanza attiva e di gestione condivisa dei beni comuni urbani.

2. Al fi ne di semplifi care la relazione con i cittadini attivi, il Comune individua, nel rispetto di quanto previsto al precedente comma 1, la struttura deputata alla gestione delle proposte di collaborazione. Tale struttura provvede direttamente all’attivazione degli uffi ci interessati, costituendo per il proponente l’unico interlo-cutore nel rapporto con l’amministrazione.

3. Al fi ne di garantire che gli interventi dei cittadini attivi per la cura dei beni comu-ni avvengano in armonia con l’insieme degli interessi pubblici e privati coinvolti, le proposte di collaborazione devono ricevere il consenso del Comune.

4. In relazione agli interventi di cura e rigenerazione di cui all’art. 29 comma 1, il consenso del Comune può essere manifestato ex ante. In tali ipotesi i cittadini attivi, accettando le regole previste, possono intraprendere gli interventi di cura e rigenerazione dei beni comuni urbani senza la necessità di ulteriori formalità.

5. Negli altri casi l’assenso del Comune è manifestato e disciplinato nel patto di collaborazione.

6. Il Comune pubblica periodicamente l’elenco degli spazi, degli edifi ci o delle infrastrutture digitali che potranno formare oggetto di interventi di cura o di rige-nerazione, indicando le fi nalità che si intendono perseguire attraverso la collabo-razione con i cittadini attivi.

7. Nel caso in cui vi siano più proposte di collaborazione riguardanti un medesimo bene, il Comune promuove il coordinamento e l’integrazione tra le stesse; qualora ciò non risulti possibile, la scelta della proposta da sottoscrivere viene effettuata mediante procedure di tipo partecipativo.

Art. 11(Proposte di collaborazione)

1. La gestione delle proposte di collaborazione si differenzia a seconda che:

a) la proposta di collaborazione sia formulata in risposta ad una sollecitazione dell’amministrazione;

b) la proposta rientri tra i moduli di collaborazione predefi niti di cui all’art. 29 comma 1;

c) la proposta sia presentata dai cittadini, negli ambiti previsti dal presente regolamento.

2. Nel caso di cui alla lett. a) del comma 1 l’iter procedurale è defi nito dall’avviso con cui il Comune invita i cittadini attivi a presentare progetti di cura o di rigenera-zione, nel rispetto di quanto disposto dal presente regolamento.

3. Nel caso di cui alla lett. b) del comma 1 l’iter procedurale è defi nito dall’atto dirigenziale che identifi ca ambito, requisiti e condizioni del modulo collaborativo predefi nito.

4. Nel caso di cui alla lett. c) del comma 1 la struttura deputata alla gestione della proposta di collaborazione comunica al proponente il tempo necessario alla conclusione dell’iter istruttorio in relazione alla complessità dell’intervento ed alla completezza degli elementi conoscitivi forniti. Comunica altresì l’elenco delle strutture che, in relazione al contenuto della proposta, coinvolgerà nell’istruttoria.

5. Sono disposte adeguate forme di pubblicità della proposta di collaborazione, al fi ne di acquisire, da parte di tutti i soggetti interessati, entro i termini indica-ti, osservazioni utili alla valutazione degli interessi coinvolti o a far emergere gli eventuali effetti pregiudizievoli della proposta stessa, oppure ulteriori contributi o apporti.

6. La proposta di collaborazione viene sottoposta alla valutazione tecnica degli uffi ci e dei gestori dei servizi pubblici coinvolti. La proposta viene altresì portata a conoscenza del Presidente del Quartiere competente per territorio, il quale potrà far pervenire le proprie valutazioni circa l’opportunità della proposta stessa in re-lazione alle linee di programmazione delle attività dell’ente.

7. La struttura predispone, sulla base delle valutazioni tecniche e di opportunità acquisite, gli atti necessari a rendere operativa la collaborazione e li propone al dirigente dell’uffi cio o degli uffi ci competenti per materia.

8. Qualora ritenga che non sussistano le condizioni tecniche o di opportunità per procedere, la struttura lo comunica al richiedente illustrandone le motivazioni e ne informa gli uffi ci e le istanze politiche coinvolti nell’istruttoria.

9. La proposta di collaborazione che determini modifi che sostanziali allo stato dei luoghi o alla destinazione d’uso degli spazi pubblici è sottoposta al vaglio prelimi-nare della Giunta.

10. In caso di esito favorevole dell’istruttoria, l’iter amministrativo si conclude con la sottoscrizione del patto di collaborazione, che rientra tra le competenze gestio-nali del dirigente.

11. I patti di collaborazione sottoscritti sono pubblicati sulla rete civica al fi ne di favorire la diffusione delle buone pratiche e la valutazione diffusa dei risultati ot-tenuti.

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CAPO III - Interventi di cura e rigenerazione di spazi pubblici

Art. 12(Interventi di cura occasionale)

1. La realizzazione degli interventi di cura occasionale non richiede, di norma, la sottoscrizione del patto di collaborazione ma ricade all’interno dei moduli di col-laborazione predefi nita di cui al successivo art. 29, comma 1.

2. Al fi ne di favorire la diffusione ed il radicamento delle pratiche di cura occasio-nale il Comune pubblicizza sulla rete civica gli interventi realizzati, evidenziando le aree di maggiore concentrazione degli stessi.

Art. 13(Gestione condivisa di spazi pubblici)

1. Il patto di collaborazione può avere ad oggetto la gestione condivisa di uno spazio pubblico.

2. I cittadini attivi si prendono cura dello spazio, per un periodo predefi nito, per realizzarvi tutti gli interventi e le attività indicate nel patto.

3. I cittadini attivi non possono realizzare attività o interventi che contrastino con la fruizione collettiva del bene.

4. Viene garantita la possibilità della gestione condivisa del medesimo bene da parte di una pluralità di cittadini attivi. Il Comune favorisce la disponibilità dei proprietari o degli esercizi commerciali ad aggregarsi in associazione, consorzio, cooperativa di vicinato o comprensorio che rappresentino almeno il 66 per cento delle proprietà immobiliari o degli esercizi commerciali che insistono sullo spazio pubblico.

5. L’amministrazione riconosce il diritto di prelazione sulle aree riservate a verde pubblico urbano di cui all’art. 4, comma 5, legge 14 gennaio 2013, n. 10, ai pro-prietari che raggiungano almeno il 66 per cento delle proprietà riuniti in forma di associazione, consorzio, cooperativa di vicinato o comprensorio.

Art. 14(Gestione condivisa di spazi privati ad uso pubblico)

1. Il patto di collaborazione può avere ad oggetto la gestione condivisa di uno spa-zio privato ad uso pubblico.

2. I cittadini attivi si prendono cura dello spazio, per un periodo predefi nito, per realizzarvi tutti gli interventi e le attività indicate nel patto.

3. I cittadini attivi non possono realizzare attività o interventi che contrastino con l’uso pubblico o con la proprietà privata del bene.

4. Viene garantita la possibilità della gestione condivisa del medesimo bene da parte di una pluralità di cittadini attivi. Il Comune favorisce la disponibilità dei proprietari o degli esercizi commerciali ad aggregarsi in associazione, consorzio, cooperativa, fondazione di vicinato o comprensorio che rappresentino almeno il 66 per cento delle proprietà immobiliari o degli esercizi commerciali che insistono sullo spazio privato ad uso pubblico.

Art. 15(Interventi di rigenerazione di spazi pubblici)

1. Il patto di collaborazione può avere ad oggetto interventi di rigenerazione de-gli spazi pubblici o privati ad uso pubblico, da realizzare grazie a un contributo economico, totale o prevalente, dei cittadini attivi. In tal caso il Comune valuta la proposta sotto il profi lo tecnico e rilascia o acquisisce le autorizzazioni prescritte dalla normativa.

2. Le proposte di collaborazione che prefi gurino interventi di rigenerazione dello spazio pubblico devono pervenire all’amministrazione corredate dalla documenta-zione atta a descrivere con chiarezza l’intervento che si intende realizzare. Devono in particolare essere presenti: relazione illustrativa, programma di manutenzione, tavole grafi che in scala adeguata della proposta progettuale, stima dei lavori da eseguirsi.

3. Il patto di collaborazione può prevedere che i cittadini attivi assumano in via diretta l’esecuzione degli interventi di rigenerazione.

4. Il patto di collaborazione può prevedere che l’amministrazione assuma l’esecu-zione degli interventi di rigenerazione. In tal caso l’amministrazione individua gli operatori economici da consultare sulla base di procedure pubbliche, trasparenti, aperte e partecipate.

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5. Resta ferma per i lavori eseguiti mediante interventi di rigenerazione la norma-tiva vigente in materia di requisiti e qualità degli operatori economici, esecuzione e collaudo di opere pubbliche, ove applicabile.

6. Gli interventi di rigenerazione inerenti beni culturali e paesaggistici sottoposti a tutela ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 sono preventivamente sottoposti alla Soprintendenza competente in relazione alla tipologia dell’inter-vento, al fi ne di ottenere le autorizzazioni, i nulla osta o gli atti di assenso comun-que denominati previsti dalla normativa vigente, al fi ne di garantire che gli inter-venti siano compatibili con il carattere artistico o storico, l’aspetto e il decoro del bene. Le procedure relative alle predette autorizzazioni sono a carico del Comune.

CAPO IV - Interventi di cura erigenerazione di edifi ci

Art. 16 (Individuazione degli edifi ci)

1. La Giunta, sulla base degli ind irizzi deliberati dal Consiglio comunale an-che all’esito di procedure partecipative e deliberative, individua periodicamente nell’ambito del patrimonio immobiliare del Comune gli edifi ci in stato di parziale o totale disuso o deperimento che, per ubicazione, caratteristiche strutturali e destinazione funzionale, si prestano ad interventi di cura e rigenerazione da rea-lizzarsi mediante patti di collaborazione tra cittadini e Comune.

2. La periodica ricognizione degli edifi ci in stato di parziale o totale disuso e delle proposte di cura e rigenerazione avanzate dai cittadini è promossa con procedure trasparenti, aperte e partecipate, in accordo con le previsioni del decreto legisla-tivo 14 marzo 2013, n. 33 e delle disposizioni vigenti in materia di digitalizzazione dell’attività amministrativa.

3. Le proposte di collaborazione per la rigenerazione di edifi ci in stato di parziale o totale disuso sono valutate sulla base di criteri trasparenti e non discriminatori. Il Comune, laddove necessario, promuove il coordinamento fra le proposte presen-tate per il medesimo edifi cio o per edifi ci diversi.

4. Il Comune può promuovere e aderire a patti di collaborazione aventi ad ogget-to interventi di cura e rigenerazione di edifi ci in stato di totale o parziale disuso di proprietà di terzi, con il consenso di questi ultimi ovvero ai sensi dell’art. 838 Codice Civile.

5. Il Comune può destinare agli interventi di cura e rigenerazione di cui al presente capo gli edifi ci confi scati alla criminalità organizzata ad esso assegnati.

Art. 17(Gestione condivisa di edifi ci)

1. I patti di collaborazione aventi a d oggett o la cura e rigenerazione di immobili prevedono la gestione condivisa del bene da parte dei cittadini attivi, anche costi-tuiti in associazione, consorzio, cooperativa, fondazione di vicinato o comprenso-rio, a titolo gratuito e con permanente vincolo di destinazione ad interventi di cura condivisa puntualmente disciplinati nei patti stessi.

2. La gestione condivisa garantisce la fruizione collettiva del bene e l’apertura a tutti i cittadini disponibili a collaborare agli interventi di cura e rigenerazione del bene o alle attività di cui al comma 1.

3. La durata della gestione condivisa non supera normalmente i nove anni. Periodi più lunghi possono eventualmente essere pattuiti in considerazione del particola-re impegno fi nanziario richiesto per opere di recupero edilizio del bene immobile.

4. I patti di collaborazione disciplinano gli oneri di manutenzione e per le eventuali opere di recupero edilizio gravanti sui cittadini attivi. Eventuali miglioramenti o ad-dizioni devono essere realizzate senza oneri per l’amministrazione e sono ritenuti dalla medesima.

CAPO V - Formazione

Art. 18(Finalità della formazione)

1. Il Comune riconosce la formazione come strumento capace di orientare e so-stenere le azioni necessarie a trasformare i bisogni che nascono dalla collabora-zione tra cittadini e amministrazione, in occasioni di cambiamento.

2. La formazione è rivolta sia ai cittadini attivi, sia ai dipendenti ed agli ammini-stratori del Comune, anche attraverso momenti congiunti.

3. L’Amministrazione mette a disposizione dei cittadini attivi le competenze dei propri dipendenti e fornitori, e favorisce l’incontro con le competenze presenti

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all’interno della comunità e liberamente offerte, per trasferire conoscenze e me-todologie utili ad operare correttamente nella cura condivisa dei beni comuni.

4. La formazione rivolta ai cittadini attivi è fi nalizzata, prioritariamente, all’acqui-sizione delle seguenti competenze:

a) applicare le corrette tecniche di intervento nelle azioni di cura, pulizia e manutenzione;

b) acquisire conoscenze sul quadro normativo, sulla prevenzione dei rischi e sul corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale;

c) documentare le attività svolte e rendicontare le forme di sostegno;

d) utilizzare consapevolmente le tecnologie, le piattaforme e di media civici.

5. La formazione rivolta ai dipendenti e agli amministratori del Comune è fi naliz-zata, prioritariamente, all’acquisizione delle seguenti competenze:

a) conoscere e applicare le tecniche di facilitazione, mediazione e ascolto attivo;

b) conoscere e utilizzare gli approcci delle metodologie per la progettazione partecipata e per creare e sviluppare comunità ;

c) conoscere e utilizzare gli strumenti di comunicazione collaborativi, anche digitali.

Art. 19(Il ruolo delle scuole)

1. Il Comune promuove il coinvolgimento delle scuole di ogni ordine e grado quale scelta strategica per la diffusione ed il radicamento delle pratiche di collaborazio-ne nelle azioni di cura e rigenerazione dei beni comuni.

2. Il Comune collabora con le scuole e con l’Università per l’organizzazione di in-terventi formativi, teorici e pratici, sull’amministrazione condivisa dei beni comuni rivolti agli studenti e alle loro famiglie.

3. I patti di collaborazione con le scuole e con l’Università possono prevedere che l’impegno degli studenti in azioni di cura e rigenerazione dei beni comuni venga valutato ai fi ni della maturazione di crediti curriculari.

CAPO VI - Forme di sostegno

Art. 20(Esenzioni ed agevolazioni in materia di canoni e tributi locali)

1. Le attività svolte nell’ambito dei patti di collaborazione di cui all’articolo 5 del presente regolamento sono considerate di particolare interesse pubblico agli ef-fetti delle agevolazioni previste dal regolamento comunale per l’occupazione di suolo pubblico e per l’applicazione del relativo canone».

2. Non costituiscono esercizio di attività commerciale, agli effetti delle esenzio-ni ed agevolazioni previste dal regolamento comunale per l’occupazione di suolo pubblico e per l’applicazione del relativo canone, le raccolte pubbliche di fondi svolte nell’ambito dei patti di collaborazione di cui all’articolo 5 del presente rego-lamento, qualora ricorrano tutte le seguenti condizioni:

a) si tratti di iniziative occasionali;

b) la raccolta avvenga in concomitanza di celebrazioni, ricorrenze o campagne di sensibilizzazione;

c) i beni ceduti per la raccolta siano di modico valore.

3. Le attività svolte nell’ambito dei patti di collaborazione di cui all’articolo 5 del presente regolamento si considerano intese alla più piena valorizzazione della sussidiarietà orizzontale, agli effetti delle esenzioni ed agevolazioni previste, in materia di imposta municipale secondaria, dall’articolo 11, comma secondo, let-tera f) del decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23.

4. Il Comune, nell’esercizio della potestà regolamentare prevista dall’articolo 52 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, dispone ulteriori esenzioni ed agevolazioni, in materia di entrate e tributi, a favore delle formazioni sociali che svolgono attività nell’ambito dei patti di collaborazione di cui all’articolo 5 del pre-sente regolamento o alle associazioni, consorzi, cooperative, fondazioni di vicinato o comprensorio di cui al presente regolamento, assimilandone il trattamento a quello delle associazioni, delle fondazioni e degli altri enti che non perseguono scopi di lucro.

Art. 21(Accesso agli spazi comunali)

1. I cittadini attivi che ne facciano richiesta possono utilizzare temporaneamente spazi comunali per riunioni o attività di autofi nanziamento.

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2. L’uso degli spazi di cui al precedente comma è parifi cato, quanto alla determi-nazione degli oneri previsti, alle attività istituzionali del Comune.

Art. 22(Materiali di consumo e dispositivi di protezione individuale)

1. Il Comune fornisce i dispositivi di protezione individuale necessari per lo svol-gimento delle attività e, nei limiti delle risorse disponibili, i beni strumentali ed i materiali di consumo.

2. Gli strumenti, le attrezzature ed i dispositivi vengono forniti in comodato d’uso e, salvo il normale deterioramento dovuto all’uso, devono essere restituiti in buone condizioni al termine delle attività.

3. Il patto di collaborazione può prevedere la possibilità per il comodatario di cui al comma precedente di mettere temporaneamente i beni a disposizione di altri cittadini attivi ed associazioni al fi ne di svolgere attività analoghe.

4. Il Comune favorisce il riuso dei beni di cui al precedente comma 2.

Art. 23(Affi ancamento nella progettazione)

1. Qualora la proposta di collaborazione abbia ad oggetto azioni di cura o di rige-nerazione dei beni comuni urbani che il Comune ritenga di particolare interesse pubblico e le risorse che i cittadini attivi sono in grado di mobilitare appaiano adeguate, il patto di collaborazione può prevedere l’affi ancamento dei dipendenti comunali ai cittadini nell’attività di progettazione necessaria alla valutazione con-clusiva e alla realizzazione della proposta.

Art. 24(Risorse fi nanziarie a titolo di rimborso di costi sostenuti)

1. Il Comune concorre, nei limiti delle risorse disponibili, alla copertura dei costi sostenuti per lo svolgimento delle azioni di cura o di rigenerazione dei beni comu-ni urbani.

2. Nel defi nire le forme di sostegno, l’amministrazione riconosce contributi di ca-rattere fi nanziario solo e nella misura in cui le necessità cui gli stessi sono preor-dinati non siano affrontabili con sostegni in natura.

3. Fatto salvo quanto previsto al comma 7 del presente articolo, non possono es-sere corrisposti, in via diretta o indiretta, compensi di qualsiasi natura ai cittadini che svolgono attività di cura condivisa dei beni comuni, a fronte delle attività pre-state, che vengono svolte personalmente, spontaneamente e a titolo gratuito.

4. Il patto di collaborazione individua l’ammontare massimo del contributo comu-nale e le modalità di erogazione.

5. La liquidazione del contributo è subordinata alla rendicontazione delle attività svolte e dei costi sostenuti, da redigersi secondo quanto previsto dall’art. 30 del presente regolamento. Analoga rendicontazione va predisposta anche in relazione alla quota di contributo eventualmente anticipata all’atto della sottoscrizione del patto.

6. Possono essere rimborsati i costi relativi a:

a) acquisto o noleggio di materiali strumentali, beni di consumo e dispositivi di protezione individuale necessari per lo svolgimento delle attività;

b) polizze assicurative;

c) costi relativi a servizi necessari per l’organizzazione, il coordinamento e la formazione dei cittadini attivi.

7. I cittadini possono avvalersi delle fi gure professionali necessarie per la proget-tazione, l’organizzazione, la promozione ed il coordinamento delle azioni di cura e di rigenerazione dei beni comuni, nonché per assicurare specifi che attività forma-tive o di carattere specialistico. Gli oneri conseguenti non possono concorrere in misura superiore al 50% alla determinazione dei costi rimborsabili.

Art. 25(Autofi nanziamento)

1. Il Comune agevola le iniziative dei cittadini attivi volte a reperire fondi per le azioni di cura o rigenerazione dei beni comuni urbani a condizione che sia garan-tita la massima trasparenza sulla destinazione delle risorse raccolte e sul loro puntuale utilizzo.

2. Il patto di collaborazione può prevedere:

a) la possibilità per i cittadini attivi di utilizzare, a condizioni agevolate, spazi comunali per l’organizzazione di iniziative di autofi nanziamento;

b) la possibilità di veicolare l’immagine degli eventuali fi nanziatori coinvolti dai cittadini attivi;

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c) il supporto e l’avallo del Comune ad iniziative di raccolta diffusa di donazioni attraverso l’utilizzo delle piattaforme telematiche dedicate.

3. Al fi ne di incentivare l’autonoma raccolta di risorse da parte dei cittadini attivi, nel patto di collaborazione può essere previsto un meccanismo di impegno varia-bile delle risorse comunali per le azioni di cura o di rigenerazione dei beni comuni urbani, crescenti al crescere delle risorse reperite dai cittadini attivi.

Art. 26(Forme di riconoscimento per le azioni realizzate)

1. Il patto di collaborazione, al fi ne di fornire visibilità alle azioni realizzate dai cittadini attivi nell’interesse generale, può prevedere e disciplinare forme di pub-blicità quali, ad esempio, l’installazione di targhe informative, menzioni speciali, spazi dedicati negli strumenti informativi.

2. La visibilità concessa non può costituire in alcun modo una forma di corrispetti-vo delle azioni realizzate dai cittadini attivi, rappresentando una semplice manife-stazione di riconoscimento pubblico dell’impegno dimostrato e uno strumento di stimolo alla diffusione delle pratiche di cura condivisa dei beni comuni.

3. Il Comune, al fi ne di promuovere la diffusione della collaborazione fra cittadini e amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani, può favo-rire il riconoscimento di vantaggi offerti dai privati a favore dei cittadini attivi quali agevolazioni, sconti e simili.

Art. 27(Agevolazioni amministrative)

1. Il patto di collaborazione può prevedere facilitazioni di carattere procedurale in relazione agli adempimenti che i cittadini attivi devono sostenere per l’ottenimento dei permessi, comunque denominati, strumentali alle azioni di cura o di rigenerazione dei beni comuni urbani o alle iniziative di promozione e di autofi nanziamento.

2. Le facilitazioni possono consistere, in particolare, nella riduzione dei tempi dell’istruttoria, nella semplifi cazione della documentazione necessaria o nella individuazione di modalità innovative per lo scambio di informazioni o documentazione tra i cittadini attivi e gli uffi ci comunali.

CAPO VII - Comunicazione, trasparenza e valutazione

Art. 28(Comunicazione collaborativa)

1. Il Comune, al fi ne di favorire il progressivo radicamento della collaborazione con i cittadini, utilizza tutti i canali di comunicazione a sua disposizione per infor-mare sulle opportunità di partecipazione alla cura ed alla rigenerazione dei beni comuni urbani.

2. Il Comune riconosce nella rete civica il luogo naturale per instaurare e far cre-scere il rapporto di collaborazione con e tra i cittadini.

3. Il rapporto di collaborazione mira in particolare a:

a) consentire ai cittadini di migliorare le informazioni, arricchendole delle diverse esperienze a disposizione;

b) favorire il consolidamento di reti di relazioni fra gruppi di cittadini, per promuovere lo scambio di esperienze e di strumenti;

c) mappare i soggetti e le esperienze di cura e rigenerazione dei beni comuni, facilitando ai cittadini interessati l’individuazione delle situazioni per cui attivarsi.

4. Per realizzare le fi nalità di cui al precedente comma, il Comune rende disponi-bili per i cittadini:

a) un kit di strumenti e canali per comunicare e fare proposte, quali la rete civica e il medium civico;

b) dati, infrastrutture/piattaforme digitali in formato aperto;

c) un tutoraggio nell’uso degli strumenti di comunicazione collaborativa, anche favorendo relazioni di auto aiuto fra gruppi.

Art. 29(Strumenti per favorire l’accessibilità delle opportunità di collaborazione)

1. I dirigenti, nel rispetto degli ambiti di intervento e dei principi stabiliti dal pre-sente regolamento, defi niscono e portano a conoscenza dei cittadini le ipotesi di collaborazione tipiche, da individuarsi in ragione della loro presumibile maggior frequenza, della possibilità di predefi nire con precisione presupposti, condizioni ed iter istruttorio per la loro attivazione o della necessità di prevedere strumenti facilmente attivabili nelle situazioni di emergenza.

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2. Il Comune cura la redazione e la divulgazione anche per via telematica di ma-nuali d’uso per informare i cittadini circa le possibilità di collaborazione alla cura ed alla rigenerazione dei beni comuni, le procedure da seguire, le forme di soste-gno disponibili.

Art. 30(Rendicontazione, misurazione e valutazione

delle attività di collaborazione)

1. La documentazione delle attività svolte e la rendicontazione delle risorse im-piegate rappresentano un importante strumento di comunicazione con i cittadini. Attraverso la corretta redazione e pubblicazione di tali documenti è possibile dare visibilità, garantire trasparenza ed effettuare una valutazione dell’effi cacia dei ri-sultati prodotti dall’impegno congiunto di cittadini attivi ed amministrazione.

2. Le modalità di svolgimento dell’attività di documentazione e di rendicontazione vengono concordate nel patto di collaborazione.

3. La rendicontazione delle attività realizzate si attiene ai seguenti principi gene-rali in materia:

a) chiarezza: le informazioni contenute devono avere un livello di chiarezza, com-prensibilità e accessibilità adeguato ai diversi soggetti a cui la rendicontazione è destinata;

b) comparabilità: la tipologia di informazioni contenute e le modalità della loro rappresentazione devono essere tali da consentire un agevole confronto sia tem-porale sia di comparazione con altre realtà con caratteristiche simili e di settore;

c) periodicità: le rendicontazioni devono essere redatte alla scadenza del patto di collaborazione, parallelamente alla rendicontazione contabile in senso stretto, ferma restando la possibilità di prevedere, nel patto di collaborazione, rendicon-tazioni intermedie;

d) verifi cabilità: i processi di raccolta e di elaborazione dei dati devono essere documentati in modo tale da poter essere oggetto di esame, verifi ca e revisione. Gli elementi relativi alle singole aree di rendicontazione devono essere descritti in modo da fornire le informazioni quantitative e qualitative utili alla formulazione di un giudizio sull’operato svolto.

4. La rendicontazione deve contenere informazioni relative a:

a) obiettivi, indirizzi e priorità di intervento;

b) azioni e servizi resi;

c) risultati raggiunti;

d) risorse disponibili e utilizzate.

5. Nella redazione del documento fi nale i dati quantitativi devono essere esplicitati con l’aiuto di tabelle e grafi ci, accompagnati da spiegazioni che ne rendano chiara l’interpretazione.

6. Il Comune sollecita i cittadini attivi ad utilizzare strumenti multimediali, foto-grafi ci e quant’altro possa corredare la rendicontazione rendendola di immediata lettura e agevolmente fruibile.

7. Il Comune si adopera per consentire un’effi cace diffusione della rendicontazio-ne, mettendo gli elaborati a disposizione di tutta la cittadinanza attraverso stru-menti individuati coinvolgendo i cittadini, quali la pubblicazione sulla rete civica, l’organizzazione di conferenze stampa, convegni, eventi dedicati e ogni altra forma di comunicazione e diffusione dei risultati.

8. Il Comune e i cittadini si impegnano ad implementare tecniche di misurazione quantitativa delle esternalità positive e negative, dirette e indirette, materiali e immateriali, nonché degli impatti economici, sociali, culturali e ambientali pro-dotti dalle attività di collaborazione e pongono gli esiti della misurazione quan-titativa alla base di un processo di valutazione volto a confermare, modifi care o estinguere particolari aspetti o tipologie delle attività di collaborazione, nonché della valutazione di risultato dei soggetti preposti alla loro attuazione per conto dell’amministrazione.

CAPO VIII - Responsabilità e vigilanza

Art. 31 (Prevenzione dei rischi)

1. Ai cittadini attivi devono essere fornite, sulla base delle valutazioni effettuate, informazioni sui rischi specifi ci esistenti negli ambienti in cui operano per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani e sulle misure di prevenzione e di emer-genza adottate o da adottare.

2. I cittadini attivi sono tenuti ad utilizzare correttamente i dispositivi di protezione individuale che, sulla base della valutazione dei rischi, il Comune ritiene adeguati ed a rispettare le prescrizioni contenute nei documenti di valutazione dei rischi.

3. Con riferimento agli interventi di cura o di rigenerazione a cui partecipano ope-rativamente più cittadini attivi, va individuato un supervisore cui spetta la respon-sabilità di verifi care il rispetto della previsione di cui al precedente comma 2 non-ché delle modalità di intervento indicate nel patto di collaborazione.

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4. Il patto di collaborazione disciplina le eventuali coperture assicurative dei privati contro gli infortuni e per la responsabilità civile verso terzi connessi allo svolgi-mento dell’attività di cura dei beni comuni, in conformità alle previsioni di legge e, in ogni caso, secondo criteri di adeguatezza alle specifi che caratteristiche dell’at-tività svolta.

5. Il Comune può favorire la copertura assicurativa dei cittadini attivi attraverso la stipula di convenzioni quadro conoperatori del settore assicurativo che prevedano la possibilità di attivare le coperture su richiesta, a condizioni agevolate e con mo-dalità fl essibili e personalizzate.

Art. 32(Disposizioni in materia di riparto delle responsabilità)

1. Il patto di collaborazione indica e disciplina in modo puntuale i compiti di cura e rigenerazione dei beni comuni urbani concordati tra l’amministrazione e i cittadini attivi e le connesse responsabilità.

2. I cittadini attivi che collaborano con l’amministrazione alla cura e rigenerazione di beni comuni urbani rispondono degli eventuali danni cagionati, per colpa o dolo, a persone o cose nell’esercizio della propria attività.

3. I cittadini attivi che collaborano con l’amministrazione alla cura e rigenerazione di beni comuni urbani assumono, ai sensi dell’art. 2051 del codice civile, la qualità di custodi dei beni stessi.

Art. 33(Tentativo di conciliazione)

1. Qualora insorgano controversie tra le parti del patto di collaborazione o tra que-ste ed eventuali terzi può essere esperito un tentativo di conciliazione avanti ad un Comitato composto da tre membri, di cui uno designato dai cittadini attivi, uno dall’amministrazione ed uno di comune accordo oppure, in caso di controversie riguardanti terzi soggetti, da parte di questi ultimi.

2. Il Comitato di conciliazione, entro trenta giorni dall’istanza, sottopone alle parti una proposta di conciliazione, di carattere non vincolante.

CAPO IX - Disposizioni fi nali e transitorie

Art. 34(Clausole interpretative)

1. Allo scopo di agevolare la collaborazione tra amministrazione e cittadini, le di-sposizioni del presente regolamento devono essere interpretate ed applicate nel senso più favorevole alla possibilità per i cittadini di concorrere alla cura ed alla rigenerazione dei beni comuni urbani.

2. L’applicazione delle presenti disposizioni risulta funzionale alla effettiva colla-borazione con i cittadini attivi a condizione che i soggetti chiamati ad interpretarle per conto del Comune esercitino la responsabilità del proprio uffi cio con spirito di servizio verso la comunità e che tale propensione venga riscontrata in sede di valutazione.

Art. 35(Entrata in vigore e Sperimentazione)

1. Il presente regolamento entrerà in vigore decorsi quindici giorni dall’esecutività della delibera che lo approva.

2. Le previsioni del presente regolamento sono sottoposte ad un periodo di speri-mentazione della durata di un anno.

3. Durante il periodo di sperimentazione il Comune verifi ca, con il coinvolgimento dei cittadini attivi, l ’attuazione del presente regolamento al fi ne di valutare la ne-cessità di adottare interventi correttivi.

Art. 36(Disposizioni transitorie)

1. Le esperienze di collaborazione già avviate alla data di entrata in vigore del regolamento potranno essere disciplinate dai patti di collaborazione, nel rispetto delle presenti disposizioni.

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