SEDUZIONE VERBALE

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  • 7/29/2019 SEDUZIONE VERBALE

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    Due amici si incontranoal Bar sport e cominciano a

    discutere su quale sia la squa-

    dra di calcio migliore in asso-

    luto. Uno dei due sostiene con

    forza che si tratta della Juve

    perch, dal punto di vista nu-

    merico, ha vinto pi scudetti.

    Laltro invece gli risponde

    sostenendo che questo non

    vero poich la qualit di una

    squadra non il risultato del

    numero di scudetti vinti ma dipende piuttosto dal

    modo in cui gli stessi sono stati conquistati.

    Andrea Padovani, docente di storia del diritto me-

    dievale e moderno presso la facolt di giurispru-

    denza di Bologna, esordisce proprio con questo bre-

    ve racconto nel suo libro Modernit degli anti-

    chi. Breviario di argomentazione forense.

    Un episodio che tratteggia i contorni di una situa-

    zione assolutamente comune nella quale due perso-

    ne discutono di calcio, come potrebbe capitare a

    tutti noi ogni giorno, e lo fanno senza sapere tutta-

    via che in realt, nel loro confronto dialettico, stan-no utilizzando inconsapevolmente delle strategie

    comunicative gi scoperte e formalizzate da rtori

    antichi e medievali e che a tuttoggi caratterizzano

    profondamente la Comunicazione nei settori pi

    disparati a dimostrazione che la Dialettica e la

    Retorica sono ancora oggi due arti inossidabili

    dotate di una straordinaria attualit.

    Professor Padovani, il titolo dato al semina-

    rio mette subito in primo piano due termini

    che tutti noi, nel parlato comune, utilizziamo

    pressoch quotidianamente. Dialettica eRetorica. Parole dotate di un significato

    ben preciso, almeno per gli antichi, e che oggi

    forse usiamo spesso in maniera impropria

    senza renderci conto del loro reale senso.

    Penso per esempio alla parola retorica che

    per noi ha generalmente unaccezione negati-

    va essendo diventata addirittura lequivalen-

    te di aggettivi come pesante, noioso e vuo-

    to.

    Vorrei dunque che lei squarciasse un velo, da

    un punto di vista puramente terminologico,

    su queste due arti cos anti-

    che eppure tanto attuali.

    Che cosa sono?

    La Dialettica e la Retorica

    hanno al giorno doggi una

    funzione di fondamentale im-

    portanza proprio perch la no-

    stra diventata a tutti gli ef-

    fetti una societ della Comuni-

    cazione. Lo scopo principale di

    queste due discipline quello

    di persuadere luditorio deter-

    minati comportamenti. Si capisce dunque chiara-

    mente che la differenza fondamentale tra luno e

    laltro termine risiede nel fatto che mentre la

    dialettica la capacit di argomentare e quindi di

    convincere allinterno di un dialogo e quindi di un

    contesto comunicativo che vede la partecipazione di

    due persone soltanto, la retorica si colloca invece

    in un contesto diverso, quello cio di chi parla da-

    vanti ad un uditorio, a pi persone. Gli strumenti

    di cui dispongono sia il dialettico che il rtore per

    catturare il consenso di chi ascolta sono i medesi-

    mi.

    Quali sono, nello specifico, le tecniche comu-

    nicative utilizzate a tuttoggi per convincere

    luditorio e condivise sia dalla Dialettica

    che dalla Retorica?

    Quando conversiamo con una controparte, che pu

    essere rappresentata da un amico oppure anche da

    un avversario (proprio come accade allinterno di

    un talkshow oppure nellaula di un tribunale) ricor-

    riamo sempre a tecniche che hanno storia molto

    antica, di cui spesso non siamo consapevoli, e che

    ormai sono entrate fortemente nella coscienza col-

    lettiva. Penso per esempio al cosiddetto Luogo del-lautorit. Sia che parliamo con un amico sia che ci

    rivolgiamo invece ad un uditorio facciamo sempre

    riferimento al parere autorevole di alcune persone

    ritenute competenti nel loro campo per avvalorare

    e dare pi forza a ci che stiamo dicendo. Quando

    per esempio discutiamo del tempo che far domani

    potremo dire Domani piover oppure ci sar il so-

    le rafforzando il nostro punto di vista invocando

    per esempio lautorit del colonnello che ogni sera,

    in televisione, ci dice cosa succeder il giorno suc-

    cessivo dal punto di vista meteorologico. Questo

    LA SEDUZIONE VERBALECE LA INSEGNANO GLI ANTICHI

    Per d iventare abili dialettici o convincenti rtoriinterpellate Cicerone

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    serve appunto per superare la diffidenza di chi a-

    scolta. Barriera che non potremmo evitare se inve-

    ce scegliessimo di avvalorare il nostro punto di vi-

    sta ricorrendo allautorit di un ostro amico o di un

    vicino di casa.

    Tra le espressioni che con grande forza sono

    ormai entrate nel nostro linguaggio quotidia-

    no penso per esempio ai cosiddetti Luoghi

    comuni. Espressione connotata anchessa in

    maniera alquanto negativa. Che cosa sono in

    sostanza?

    Con il termine Luogo comunefacciamo riferimen-

    to ad un pensiero oppure ad unopinione che ge-

    neralmente condivisa da un grande numero di per-

    sone e che pertanto comune alla generalit dei

    soggetti che vivono in una certa societ. E ovvio

    che proprio per il fatto di concretizzarsi in un sape-

    re diffuso talvolta si tende a sminuire questo tipodi informazione che tuttavia, allo stesso tempo,

    essendo posseduta da un numero elevatissimo di

    persone ha senza dubbio il vantaggio di passare

    nella nostra comunicazione in maniera evidente e

    di essere pi facilmente accolta da chi ci ascolta

    perch non ha bisogno di ulteriori dimostrazioni.

    Qual oggi secondo lei la consapevolezza che

    avvocati, giuristi, giornalisti, uomini di Stato,

    politici, rappresentanti, commessi. hanno

    del potere e dellimportanza della parola e

    delle strategie per utilizzarla nel migliore deimodi?

    Credo che questa attenzione negli ultimi tempi sia

    lievitata in maniera considerevole, basti pensare a

    tutti i corsi di laurea in comunicazione nati in nu-

    merose facolt italiane. Ormai non esistono pi

    politici, uomini di cultura o pubblicitari sprovvedu-

    ti in questo versante. Il mio obiettivo per era quel-

    lo di recuperare anche il giovane studente della

    facolt di giurisprudenza che un domani si trover

    a battagliare in unaula di tribunale e richiamarlo

    allimportanza di queste metodiche.

    Durante il seminario Lei ha giustamente pa-

    ragonato la Comunicazione ad un gioco a

    scacchi dove ognuno, attraverso la propria

    argomentazione, ha la possibilit di tendere

    verso una precisa direzione ma allo stesso

    tempo comunque passibile di mossa inibito-

    ria e contraria da parte dellavversario. Oggi,

    per imparare o affinare la propria abilit in

    tal senso, che cosa si dovrebbe fare?

    Chi muove il proprio pezzo sulla scacchiera deve

    sapere o comunque almeno prevedere quale sar la

    contromossa da parte dellavversario. Lo stesso

    accadr anche a chi partecipa ad un talk show che

    deve gi immaginare le obiezioni che gli verranno

    mosse dagli altri partecipanti; questo a dimostra-

    zione del fatto che la Comunicazione non si improv-

    visa di certo. E vero, ci sono sicuramente molte

    persone che hanno un dono naturale nel proporsi al

    pubblico, che possiedono doti innate di simpatia,eleganza e abilit nel proporre il proprio punto di

    vista tuttavia questo fondo naturale pu e deve

    essere potenziato ulteriormente da competenze tec-

    niche specifiche che vanno studiate. Proprio per

    questa ragione ho deciso di scrivere questo libro;

    sono infatti persuaso che una conoscenza approfon-

    dita di queste strategie comunicative possa rendere

    ancora pi efficace la nostra attivit nella sua inte-

    rezza.

    Carolina Laperchia

    OLTRE