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R E P U B B L I C A I T A L I A N A
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
IL TRIBUNALE DI ROMA
TERZA SEZIONE CIVILE
SEZIONE SPECIALIZZATA IN MATERIA DI IMPRESA
così composto:
Dott. Francesco Mannino Presidente rel.
Dott. Stefano Cardinali Giudice
Dott. Umberto Gentili Giudice
riunito in camera di consiglio, ha pronunciato la seguente
S E N T E N Z A
nella causa iscritta al n.28107 Ruolo generale degli affari contenziosi civili
dell'anno 2014, avente come
Oggetto: Recesso di soci da cooperativa edilizia
promossa da:
CARLO QUATTROPANI (c.f. QTTCRL47T15H501U), nato a Roma il 15
dicembre 1947 e residente in Roma, Via Erodiano di Alessandria n. 71, ANNA
RITA MAZZONE (c.f. MZZNRT49S45H501R), nata a Roma il 5 novembre
1949 e residente in Roma, Via Erodiano di Alessandria n. 71, ed ARRIGO
PASQUALI (c.f. PSQRRG 40P27 L736F), nato a Venezia il 27 settembre 1940 e
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Repert. n. 7028/2017 del 04/04/2017
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residente in Roma, Via Diogeniano di Eraclea n. 26, tutti rappresentati e difesi,
giusta procura in calce all’atto di opposizione di soci avverso lettere di diniego in
ordine a dichiarazioni di recesso in società cooperativa a r.l., dagli Avvocati
Stanislao Aureli e Michele Aureli ed elettivamente domiciliato presso il loro
studio sito in Roma, Via Ortigara n.3
Attori
Contro
PALOCCO 84 – SOCIETÀ COOPERATIVA EDILIZIA A R.L. (P.Iva
01229721004 – c.f. 03699910588), con sede in Roma, via G. Ferrari n. 35, in
persona del Presidente del Consiglio di Amministrazione e legale rappresentante
Dott. Luciano Tulli, rappresentata e difesa, giusta procura in calce alla comparsa
di risposta, dall’Avv. Franco Casarano e dall’Avv. Roberto Guidi ed elettivamente
domiciliata presso lo studio di quest’ultimo sito in Roma, via Pasubio n. 4
Convenuta
All’udienza del 11/10/16 le parti precisavano le conclusioni come da verbale in
atti e la causa veniva posta in decisione, con l’assegnazione dei termini di legge
per il deposito di comparse conclusionali e memorie di replica.
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SVOLGIMENTO DEL PROCESSO
Con atto di citazione ritualmente notificato, Carlo Quattropani, Anna Rita
Mazzone e Arrigo Pasquali hanno convenuto in giudizio la Palocco 84 Società
Cooperativa Edilizia a r.l. (di seguito solo Palocco 84) dinanzi a codesto Tribunale
per sentir dichiarare operativo il loro recesso dalla qualità di soci della predetta
cooperativa.
Nello specifico, gli attori hanno dedotto:
di avere dichiarato e comunicato il proprio recesso dalla cooperativa
Palocco 84, con lettere raccomandate aa. rr. del 23 dicembre 2013,
ricevute dalla cooperativa convenuta il 27 dicembre 2013;
che, con lettere datate 14 febbraio 2014 e ricevute da Quattropani e
Mazzone in data 25 febbraio 2014, e dal Pasquali in data 18 febbraio
2014, senza alcuna motivazione la PALOCCO 84 aveva comunicato
che il C.d.A., con delibera del 7.2.2014, aveva rigettato dette richieste;
che la loro decisione di recedere era motivata da molteplici cause,
quali:
o l’avvenuta alterazione e modificazione della struttura societaria
ed organizzativa e di gestione della Palocco 84 (modalità di
informazione e di partecipazione dei soci alle assemblee e alla
vita della cooperativa, elezione dei membri del C.d.A. senza
limiti temporali e di mandati);
o l’alterazione e modifica della natura e della struttura dinamica
della cooperativa rispetto alle previsioni statuarie originarie, a
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seguito della completa ristrutturazione dei piani d’azione, delle
relative strategie e finalità (costituzione di una nuova società di
capitali – Palocco 84 Risanamento S.r.l. – partecipata dalla
Palocco 84, cessione di una quota di essa ad altra società;
partecipazione ad una iniziativa imprenditoriale-commerciale
per ottenere il mutamento di destinazione d’uso di un’area
originariamente destinata a verde pubblico);
o l’annullamento del bilancio 2008 della Palocco;
o l’impossibilità per i soci di partecipare al raggiungimento degli
scopi sociali;
o il raggiungimento dello scopo sociale, così come
inequivocabilmente stabilito all’art.3 dello Statuto sociale (“la
Cooperativa ha scopo mutualistico e non ha fini di lucro: essa
ha per oggetto l’acquisto e la costruzione di case economiche e
popolari da assegnare in proprietà individuale ai propri soci”);
che, infatti, era emerso un inadempimento in capo alla cooperativa
degli obblighi di informazione, voto, partecipazione, trasparente
conduzione dell’attività, sicchè erano venute meno le condizioni per
consentire al socio di godere dello spirito mutualistico di informazione
e partecipazione alla base di ogni cooperativa;
che nell’assemblea straordinaria dei soci tenutasi in data 28.05.2012
era stata deliberata la modifica degli artt. 23, 30 e 35 dello statuto;
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che erano intervenuti la modifica dell’oggetto della cooperativa e degli
scopi mutualistici da questa perseguiti, il cambiamento del tipo di
società, il compimento di operazioni comportanti una sostanziale
modificazione dell’oggetto sociale, nonché un rilevante cambiamento
dei diritti attribuiti ai soci riguardanti l’amministrazione della società o
la distribuzione degli utili;
che difatti:
o la Cooperativa Palocco 84 aveva concluso un accordo
transattivo onerosissimo con altra società (ITER);
o in virtù di tale accordo la Cooperativa:
aveva costituito una nuova società, la Palocco
Risanamento S.r.l.;
aveva versato un ingente importo per la costituzione del
capitale sociale (€ 1.750.000,00);
aveva chiesto il mutamento di destinazione d’uso di
aree (terreni) già destinati ad un centro commerciale e a
verde pubblico;
aveva ceduto il 50% della propria partecipazione sociale
nella neosocietà Risanamento ad altra società (ITER);
che, la mancanza di informazioni e notizie riguardanti la cooperativa e
tali operazioni ostacolano la possibilità del socio di partecipare al
raggiungimento dello scopo sociale;
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che, con la definizione della vicenda Iter, la Palocco 84 non ha più
debiti, ma vanta unicamente crediti, con ciò rendendo ancor più lineare
e indolore per la cooperativa il recesso degli odierni attori;
che pertanto la delibera di diniego, adottata dal C.d.A. in data 7.2.2014,
deve essere annullata perché in contrasto con le norme di legge e di
statuto, nonché per evidente eccesso di potere, per illogicità manifesta,
errata valutazione dei presupposti, genericità;
pertanto, hanno proposto opposizione alle comunicazioni del 14 febbraio 2014,
nonché a quanto deliberato nella sottostante, ma non comunicata, delibera adottata
dal Consiglio di Amministrazione della cooperativa del 7 febbraio 2014, e hanno
chiesto che questo Tribunale voglia:
“1. Accertare e dichiarare l’avvenuto legittimo recesso esercitato dai Signori
Carlo Quattropani, Anna Rita Mazzone e Arrigo Pasquali, come in epigrafe
generalizzati, dalla PALOCCO 84 SOCIETA’ COOPERATIVA EDILIZIA” a r.l.,
comunicato a far tempo dal 27.12.2013 o in subordine da quell’altra e diversa
data che fosse ritenuta, se del caso dichiarando l’avvenuto avveramento della
condizione –anche ex art.1359 c.c.-.
2. Accertare e dichiarare, in ogni caso, sussistere i presupposti del recesso di cui
al precedente punto 1 e per l’effetto ratificare l’avvenuto recesso del Sig.Carlo
Quattropani, della Sig.ra Anna Rita Mazzone, e Sig. Arrigo Pasquali.
3. Accertare e dichiarare che illegittimamente la Palocco 84 Soc.Cooperativa,
con lettere rispettivamente del 18 febbraio 2014 per i Signori Quattropani e
Mazzone e 25 febbraio 2014 per il Sig.Pasquali e con la sottostante e non cognita
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delibera del 7 febbraio 2014 adottata dal Consiglio di Amministrazione della
medesima Cooperativa convenuta, menzionata nelle ora dette lettere 17.2 e
25.2.2014 e mai comunicata agli odierni attori, ha espresso il rifiuto di accettare
e ratificare le sopra menzionate dichiarazioni di recesso.
4. In ogni caso e ad ogni buon conto, per tuziorismo, annullare la mai comunicata
delibera adottata dal Consiglio di Amministrazione della Cooperativa PALOCCO
84 del 7 febbraio 2014, ove è stato deciso di respingere il recesso comunicato con
lettere del 23 dicembre 2013, in quanto non cognita, per violazione delle norme di
legge menzionate nel presente atto e comunque violate, dell’art.7 dello Statuto
sociale, nonché per eccesso di potere.
5. Accertare e dichiarare in ogni caso la nullità, inefficacia e non applicabilità di
ogni clausola e patto che violi il diritto del socio di recedere e la prerogativa del
Tribunale di pronunziarsi sulla non accettazione del recesso da parte della
cooperativa convenuta malgrado la sussistenza dei presupposti legittimanti esso
recesso”.
La Palocco 84, costituitasi all’udienza del 7 ottobre 2014, ha rilevato
l’infondatezza in fatto e in diritto della domanda attorea e, dopo avere ricostruito
le vicende societarie e la situazione di crisi che aveva dovuto affrontare, con
riguardo al recesso ha eccepito che:
non era stato osservato il termine di cui all’art. 2437-bis c.c., secondo
cui il diritto di recesso è esercitato mediante lettera raccomandata che
deve essere spedita entro 15 giorni dall’iscrizione nel registro delle
imprese della delibera che lo legittima e se il fatto che legittima il
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recesso è diverso da una deliberazione, esso è esercitato entro 30 giorni
dalla sua conoscenza da parte del socio, deducendo, al riguardo, che;
o gli attori assumono come fatto legittimante il recesso
l’intervenuta modifica degli artt. 23, 30 e 35 dello statuto
disposta con delibera dell’assemblea straordinaria dei soci
tenutasi in data 28.05.2012 e iscritta al registro imprese in data
27.06.2012, ma la dichiarazione di recesso era stata trasmessa
alla Cooperativa con raccomandata del 23.12.2013, ben al di là
del termine perentorio, previsto dall’art. 2437-bis c.c.;
o il recesso non era legittimo neppure in relazione all’asserita
variazione dell’oggetto sociale della cooperativa, avendo avuto
gli odierni attori piena consapevolezza, sin dall’assemblea dei
soci tenutasi in data 11.12.2007, dei termini e condizioni
dell’operazione che avevano portato alla costituzione della
nuova società (Palocco 84 Risanamento S.r.l.);
o tutti i fatti riguardanti la cooperativa e la sua attività gestionale
erano sempre stati resi noti nel corso delle varie assemblee;
o è infondata anche la domanda di accertamento della legittimità
del recesso, fondata sulla pretesa violazione dei diritti dei soci
di partecipazione, di voto e di informazione e sulla pretesa di
non trovarsi più nelle condizioni di partecipare al
raggiungimento degli scopi sociali, posto che dei fatti
asseritamente legittimanti il recesso gli odierni attori avevano
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avuto piena contezza molto tempo prima dei 30 giorni anteriori
alla formalizzazione in data 23.12.2013 della dichiarazione di
recesso;
il recesso è altresì illegittimo per insussistenza dei motivi che lo
consentirebbero, non integrando le denunciate modifiche statutarie
alcuna sostanziale trasformazione, strutturale o funzionale, della
cooperativa né alcuna rilevante modificazione dei diritti attribuiti i
soci;
la costituzione di Palocco 84 Risanamento S.r.l., con conferimento a
capitale del terreno già di proprietà della cooperativa insieme alla
successiva cessione del 50% alla stessa Iter delle quote di detta società,
era stata operazione funzionale al raggiungimento dello scopo sociale,
posto che attraverso dette operazioni era stato possibile trasferire ai
soci la proprietà dei villini senza doversi far carico di sostenere
ulteriore esborsi per saldare il debito plurimilionario verso Iter;
analogo ragionamento doveva essere svolto per la successiva cessione
sempre a Iter dell’ulteriore 45% delle quote della Palocco 84
Risanamento S.r.l.;
non sussisteva alcuna variazione dell’oggetto sociale della cooperativa
e tantomeno una alterazione o svilimento dello scopo mutualistico;
le censure rivolte alla impugnazione della delibera assunta dal CdA
nella seduta del 7.02.2014, sono infondate poiché la decisione era stata
congruamente motivata e ritualmente comunicata agli attori;
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tutti i soci della Palocco 84 avevano assunto l’obbligo di concorrere
pro quota al pagamento di qualunque eventuale sopravvenienza passiva
della cooperativa;
conseguito il trasferimento della proprietà, attraverso il recesso gli
attori hanno preteso di sottrarsi al pagamento, per la quota di loro
competenza, degli eventuali debiti sopravvenuti, ivi compreso quanto
ancora dovuto ad Iter nel caso non si fosse giunto entro la fine del 2014
al cambio di destinazione d’uso del terreno con conseguente sua
valorizzazione edificatoria;
tale condotta è palesemente contraria al principio mutualistico e, in
quanto incompatibile con l’obbligo di concorrere pro quota al
pagamento dei debiti della cooperativa, rende ulteriormente evidente
l’illegittimità del recesso;
pertanto ha chiesto che questo Tribunale voglia “rigettare le domande tutte
proposte dagli attori siccome infondate in fatto ed in diritto per le ragioni
esposte in narrativa”.
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Presentate le memorie di cui all’art. 183 c.p.c., non accolte le istanze
istruttorie in esse articolate, all’udienza del 11.10.2016, precisate le conclusioni, la
causa è stata posta in decisione con la concessione dei termini di cui all’art. 190
c.p.c..
Motivi della decisione
Oggetto della presente controversia è la richiesta di accertamento e
dichiarazione della legittimità del recesso esercitato dagli attori Carlo Quattropani,
Anna Rita Mazzone e Arrigo Pasquali dalla qualità di soci della cooperativa
edilizia a.r.l. Palocco 84.
Al fine di statuire al riguardo, è preliminare verificare se nella fattispecie
ricorrano le condizioni necessarie che consentano al socio di una cooperativa
edilizia di recedere validamente dalla stessa.
Come già affermato in numerose sentenze emesse da questa sezione, tale
questione, dirimente per la controversia, è stata oggetto di pronuncia sia della
Suprema Corte di Cassazione che della giurisprudenza di merito, che hanno
ripetutamente evidenziato che il perseguimento dello scopo mutualistico è
elemento caratterizzante delle società cooperative. Il cooperatore, infatti, ha diritto
– in quanto socio – a conseguire i vantaggi mutualistici e, al tempo stesso, è
tenuto a contribuire affinché tali vantaggi possano essere erogati dalla
cooperativa.
Ciò consegue al fatto che, con la partecipazione ad una società
cooperativa, il singolo pone in essere due tipi di rapporti: quello mutualistico (che
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ha riflessi sul piano patrimoniale) e quello sociale (che attribuisce al socio dei
poteri all’interno dell’organizzazione).
In passato, si riteneva che tali due rapporti fossero distinti tra loro. Invece,
con la riforma del diritto societario si è voluto evidenziare che il rapporto
mutualistico, seppur distinto da quello societario, è da esso derivante; (cfr. Cass.
Sez. 1, Sentenza n. 13641 del 30/05/2013, Rv. 626528, in cui si afferma che in
tema di cooperative edilizie deve distinguersi tra il rapporto sociale, di carattere
associativo, e quello di scambio, di natura sinallagmatica, rapporti che, pur
collegati, hanno causa giuridica autonoma) e si è codificato il principio (già
esistente in passato) della parità di trattamento tra i soci cooperatori, sancito
dall’art. 2516 c.c.. In particolare, quest’ultimo articolo (Nella costituzione e
nell'esecuzione dei rapporti mutualistici deve essere rispettato il principio di
parità di trattamento) è finalizzato ad evitare discriminazioni nell’attuazione del
rapporto mutualistico e, sebbene esso faccia riferimento alle fasi della costituzione
e della esecuzione, è opinione comune che il principio della parità di trattamento
debba essere rispettato anche nella fase di cessazione del rapporto.
Ne consegue che, pur dovendosi tenere distinti i diritti e gli obblighi
derivanti dal rapporto sociale da quelli derivanti dal rapporto mutualistico, si deve
ritenere che i due rapporti siano strettamente connessi tra di loro.
Tale principio è stato affermato anche dalla Suprema Corte di Cassazione
nella sentenza n. 6197 del 07/03/2008 (Rv. 602341), nella cui motivazione si
statuisce che “secondo quanto ripetutamente osservato da questa Corte, nelle
cooperative edilizie aventi come scopo la costruzione di alloggi e l'assegnazione
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degli stessi in godimento e, successivamente, in proprietà individuale ai soci, i
rapporti tra questi ultimi e la società sono di due specie: da un lato quelli
attinenti all'attività sociale, comportanti l'obbligo dei conferimenti e della
contribuzione alle spese comuni di organizzazione e di amministrazione, dall'altro
i rapporti relativi alla peculiarità dello scopo perseguito, comportanti
anticipazioni ed esborsi di carattere straordinario ai fini dell'acquisto del terreno,
della realizzazione degli alloggi e così via. Ed è altrettanto certo che, mentre le
contribuzioni del primo tipo rientrano fra i debiti di conferimento, ai sensi e per
gli effetti dell'art. 2530 cod. civ., e si ricollegano ad un obbligo che permane fino
a quando persiste la qualità di socio (e, cioè, fino allo scioglimento della
cooperativa, salvo il caso di recesso o esclusione del socio), non vi rientrano
invece quelle del secondo tipo, perché non strettamente inerenti al rapporto
sociale e destinate a gravare, in caso di uscita dalla cooperativa del socio che le
ha fatte, sul socio che gli subentra e che acquista, in questo modo, l'aspettativa
all'assegnazione dell'alloggio, con la conseguenza che le anticipazioni e gli
esborsi effettuati dal socio non a titolo di conferimento e in relazione all'obbligo
inerente alla partecipazione alle spese comuni di organizzazione e di
amministrazione, ma per il conseguimento dei singoli beni o servizi prodotti dalla
cooperativa, pongono il socio nella posizione di creditore verso quest'ultima,
posizione che - una volta avvenuto lo scioglimento del rapporto sociale - si
manifesta come diritto alla restituzione delle somme anticipate (sempre che,
ovviamente, la proprietà dell'alloggio non sia stata nel frattempo conseguita e lo
scopo sociale non sia stato raggiunto), non sottoposto - salva la possibilità di una
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diversa regolamentazione pattizia - alla disciplina legislativa relativa alla quota
sociale (cfr., tra le altre, Cass. 18 maggio 2004, n. 9393)”.
Ebbene, in tale pronuncia, la Suprema Corte evidenzia che la cessazione
del rapporto sociale comporta anche la cessazione del rapporto mutualistico, il
quale, tuttavia, può cessare solo qualora la cooperativa abbia realizzato lo scopo
mutualistico in favore di tutti i soci, in adempimento del principio di parità di
trattamento.
Nel caso di specie, è circostanza pacifica, avendolo affermato entrambe le
parti e non essendovi stata, comunque, alcuna smentita, l’avvenuta assegnazione
degli alloggi a favore degli odierni attori.
Secondo la tesi della convenuta, conseguito il trasferimento della
proprietà, attraverso il recesso, gli attori hanno tentato di sottrarsi al pagamento,
per la quota di loro competenza, degli eventuali debiti sopravvenuti, ivi compreso
quanto ancora dovuto ad Iter nel caso non si fosse giunto entro la fine del 2014 al
cambio di destinazione d’uso del terreno con conseguente sua valorizzazione
edificatoria; al riguardo la cooperativa ha evidenziato che tutti i soci della Palocco
84 hanno assunto l’obbligo di concorrere pro quota al pagamento di qualunque
eventuale sopravvenienza passiva della cooperativa.
Questo giudicante ritiene che l’avvenuta assegnazione dell’alloggio non
comporti per gli attori la possibilità di porre fine, recedendo unilateralmente, sia al
rapporto sociale tra la cooperativa ed il singolo socio assegnatario, sia al rapporto
di scambio sorto con la stipula dell’atto di prenotazione. Un comportamento tale,
si pone in netto contrasto con lo scopo mutualistico della cooperativa. Il singolo
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l#: 2
3cc5
092b
e889
1929
3c5e
c83b
dc6f
5a2
Sentenza n. 6674/2017 pubbl. il 04/04/2017RG n. 28107/2014
Repert. n. 7028/2017 del 04/04/2017
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socio non può infatti perseguire integralmente il proprio vantaggio mutualistico e
sottrarsi alla partecipazione alle spese della cooperativa, qualora lo scopo
mutualistico in favore di tutti i soci non sia stato ancora realizzato, senza violare il
principio della parità di trattamento.
Come sopra evidenziato, risponde invece a tale principio l’obbligo di
ciascun membro della cooperativa di partecipare alle spese sino a quando tutti i
soci abbiano realizzato in ugual misura lo scopo mutualistico e la cooperativa si
sciolga.
Ne consegue che, nel caso in esame, non essendosi ancora verificato lo
scioglimento della cooperativa gli odierni attori, già assegnatari del proprio
alloggio, devono essere ancora considerati soci sino al raggiungimento dello
scopo mutualistico.
Laddove, invece, lo scopo mutualistico sia stato raggiunto, tutti gli alloggi
della cooperativa siano stati assegnati ai soci e non residuino debiti a carico della
cooperativa e dei suoi soci, gli attori avrebbero dovuto avanzare domanda non di
recesso ma di scioglimento della cooperativa stessa.
Sulla base di tutte le su esposte considerazioni, pertanto, vanno rigettate
tutte le domande volte a fare dichiarare la legittimità del recesso esercitato dagli
attori, l’esistenza dei presupposti per l’esercizio dello stesso e l’illegittimità del
rifiuto espresso dalla cooperativa convenuta. In relazione alla domanda volta a
fare dichiarare la nullità, inefficacia e non applicabilità di ogni clausola e patto
che violi il diritto del socio di recedere e la prerogativa del Tribunale di
pronunziarsi sulla non accettazione del recesso da parte della cooperativa
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convenuta malgrado la sussistenza dei presupposti legittimanti esso recesso, si
rileva, comunque, la assoluta indeterminatezza di detta domanda che non specifica
minimamente quale sia o quali siano le clausole oggetto di doglianza e non
consente a questo Tribunale più specifiche valutazioni, nei limiti del divieto di
recesso sopra indicato.
Le ragioni sopra esposte, che hanno indotto al rigetto delle domande
avanzate dall’attore, fanno ritenere superfluo l’esame dell’eccezione, avanzata
dalla convenuta, di tardività dell’esercizio del diritto di recesso oltre i termini di
cui all’art. 2437-bis c.c.. Ciò in quanto, in applicazione del principio processuale
della “ragione più liquida” – desumibile dagli artt. 24 e 111 della Cost.- deve
ritenersi consentito al giudice esaminare un motivo di merito, suscettibile di
assicurare la definizione del giudizio, anche in presenza di una questione
pregiudiziale, in una prospettiva aderente alle esigenze di economia processuale e
di celerità del giudizio. In tal senso si è espressa la S.C. con recenti pronunce
(sentt. n.9936/14 a SS.UU. e n.12002/14) secondo cui “Il principio della "ragione
più liquida", imponendo un approccio interpretativo con la verifica delle
soluzioni sul piano dell'impatto operativo, piuttosto che su quello della coerenza
logico sistematica, consente di sostituire il profilo di evidenza a quello dell'ordine
delle questioni da trattare, di cui all'art. 276 cod. proc. civ., in una prospettiva
aderente alle esigenze di economia processuale e di celerità del giudizio,
costituzionalizzata dall'art. 111 Cost., con la conseguenza che la causa può essere
decisa sulla base della questione ritenuta di più agevole soluzione - anche se
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logicamente subordinata - senza che sia necessario esaminare previamente le
altre.”
Di conseguenza, la causa può essere decisa, con il rigetto della domanda
avanzata dagli attori, sulla base della questione ritenuta di pronta soluzione,
anche se logicamente subordinata, senza il necessario esame dell’eccezione
preliminare.
Le spese di lite seguono la soccombenza e vanno poste a carico degli
attori; tenuto conto della natura e del valore della controversia, della qualità e
quantità delle questioni trattate e dell'attività complessivamente svolta dalla difesa
delle parti, possono essere liquidate in complessivi €7.250, oltre accessori, come
per legge.
P.Q.M.
disattesa ogni altra istanza, eccezione e difesa, rigetta tutte le domande proposte
da Carlo Quattropani, Anna Rita Mazzone e Arrigo Pasquali, che condanna alla
rifusione, in favore della Palocco 84 – Società Cooperativa Edilizia a r.l. delle
spese di lite, liquidate come in motivazione.
Così deciso in Roma, nella camera di consiglio della Terza Sezione civile del
Tribunale – Tribunale delle Imprese, in data 24 marzo 2017.
Il Presidente est.
(dott. Francesco Mannino)
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