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R E P U B B L I C A I T A L I A N A IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL TRIBUNALE DI ROMA TERZA SEZIONE CIVILE SEZIONE SPECIALIZZATA IN MATERIA DI IMPRESA così composto: Dott. Francesco Mannino Presidente rel. Dott. Stefano Cardinali Giudice Dott. Umberto Gentili Giudice riunito in camera di consiglio, ha pronunciato la seguente S E N T E N Z A nella causa iscritta al n.28107 Ruolo generale degli affari contenziosi civili dell'anno 2014, avente come Oggetto: Recesso di soci da cooperativa edilizia promossa da: CARLO QUATTROPANI (c.f. QTTCRL47T15H501U), nato a Roma il 15 dicembre 1947 e residente in Roma, Via Erodiano di Alessandria n. 71, ANNA RITA MAZZONE (c.f. MZZNRT49S45H501R), nata a Roma il 5 novembre 1949 e residente in Roma, Via Erodiano di Alessandria n. 71, ed ARRIGO PASQUALI (c.f. PSQRRG 40P27 L736F), nato a Venezia il 27 settembre 1940 e Firmato Da: MANNINO FRANCESCO Emesso Da: ARUBAPEC S.P.A. NG CA 3 Serial#: 23cc5092be88919293c5ec83bdc6f5a2 Sentenza n. 6674/2017 pubbl. il 04/04/2017 RG n. 28107/2014 Repert. n. 7028/2017 del 04/04/2017 http://bit.ly/2r65vTP

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R E P U B B L I C A I T A L I A N A

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

IL TRIBUNALE DI ROMA

TERZA SEZIONE CIVILE

SEZIONE SPECIALIZZATA IN MATERIA DI IMPRESA

così composto:

Dott. Francesco Mannino Presidente rel.

Dott. Stefano Cardinali Giudice

Dott. Umberto Gentili Giudice

riunito in camera di consiglio, ha pronunciato la seguente

S E N T E N Z A

nella causa iscritta al n.28107 Ruolo generale degli affari contenziosi civili

dell'anno 2014, avente come

Oggetto: Recesso di soci da cooperativa edilizia

promossa da:

CARLO QUATTROPANI (c.f. QTTCRL47T15H501U), nato a Roma il 15

dicembre 1947 e residente in Roma, Via Erodiano di Alessandria n. 71, ANNA

RITA MAZZONE (c.f. MZZNRT49S45H501R), nata a Roma il 5 novembre

1949 e residente in Roma, Via Erodiano di Alessandria n. 71, ed ARRIGO

PASQUALI (c.f. PSQRRG 40P27 L736F), nato a Venezia il 27 settembre 1940 e

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residente in Roma, Via Diogeniano di Eraclea n. 26, tutti rappresentati e difesi,

giusta procura in calce all’atto di opposizione di soci avverso lettere di diniego in

ordine a dichiarazioni di recesso in società cooperativa a r.l., dagli Avvocati

Stanislao Aureli e Michele Aureli ed elettivamente domiciliato presso il loro

studio sito in Roma, Via Ortigara n.3

Attori

Contro

PALOCCO 84 – SOCIETÀ COOPERATIVA EDILIZIA A R.L. (P.Iva

01229721004 – c.f. 03699910588), con sede in Roma, via G. Ferrari n. 35, in

persona del Presidente del Consiglio di Amministrazione e legale rappresentante

Dott. Luciano Tulli, rappresentata e difesa, giusta procura in calce alla comparsa

di risposta, dall’Avv. Franco Casarano e dall’Avv. Roberto Guidi ed elettivamente

domiciliata presso lo studio di quest’ultimo sito in Roma, via Pasubio n. 4

Convenuta

All’udienza del 11/10/16 le parti precisavano le conclusioni come da verbale in

atti e la causa veniva posta in decisione, con l’assegnazione dei termini di legge

per il deposito di comparse conclusionali e memorie di replica.

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SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

Con atto di citazione ritualmente notificato, Carlo Quattropani, Anna Rita

Mazzone e Arrigo Pasquali hanno convenuto in giudizio la Palocco 84 Società

Cooperativa Edilizia a r.l. (di seguito solo Palocco 84) dinanzi a codesto Tribunale

per sentir dichiarare operativo il loro recesso dalla qualità di soci della predetta

cooperativa.

Nello specifico, gli attori hanno dedotto:

di avere dichiarato e comunicato il proprio recesso dalla cooperativa

Palocco 84, con lettere raccomandate aa. rr. del 23 dicembre 2013,

ricevute dalla cooperativa convenuta il 27 dicembre 2013;

che, con lettere datate 14 febbraio 2014 e ricevute da Quattropani e

Mazzone in data 25 febbraio 2014, e dal Pasquali in data 18 febbraio

2014, senza alcuna motivazione la PALOCCO 84 aveva comunicato

che il C.d.A., con delibera del 7.2.2014, aveva rigettato dette richieste;

che la loro decisione di recedere era motivata da molteplici cause,

quali:

o l’avvenuta alterazione e modificazione della struttura societaria

ed organizzativa e di gestione della Palocco 84 (modalità di

informazione e di partecipazione dei soci alle assemblee e alla

vita della cooperativa, elezione dei membri del C.d.A. senza

limiti temporali e di mandati);

o l’alterazione e modifica della natura e della struttura dinamica

della cooperativa rispetto alle previsioni statuarie originarie, a

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seguito della completa ristrutturazione dei piani d’azione, delle

relative strategie e finalità (costituzione di una nuova società di

capitali – Palocco 84 Risanamento S.r.l. – partecipata dalla

Palocco 84, cessione di una quota di essa ad altra società;

partecipazione ad una iniziativa imprenditoriale-commerciale

per ottenere il mutamento di destinazione d’uso di un’area

originariamente destinata a verde pubblico);

o l’annullamento del bilancio 2008 della Palocco;

o l’impossibilità per i soci di partecipare al raggiungimento degli

scopi sociali;

o il raggiungimento dello scopo sociale, così come

inequivocabilmente stabilito all’art.3 dello Statuto sociale (“la

Cooperativa ha scopo mutualistico e non ha fini di lucro: essa

ha per oggetto l’acquisto e la costruzione di case economiche e

popolari da assegnare in proprietà individuale ai propri soci”);

che, infatti, era emerso un inadempimento in capo alla cooperativa

degli obblighi di informazione, voto, partecipazione, trasparente

conduzione dell’attività, sicchè erano venute meno le condizioni per

consentire al socio di godere dello spirito mutualistico di informazione

e partecipazione alla base di ogni cooperativa;

che nell’assemblea straordinaria dei soci tenutasi in data 28.05.2012

era stata deliberata la modifica degli artt. 23, 30 e 35 dello statuto;

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che erano intervenuti la modifica dell’oggetto della cooperativa e degli

scopi mutualistici da questa perseguiti, il cambiamento del tipo di

società, il compimento di operazioni comportanti una sostanziale

modificazione dell’oggetto sociale, nonché un rilevante cambiamento

dei diritti attribuiti ai soci riguardanti l’amministrazione della società o

la distribuzione degli utili;

che difatti:

o la Cooperativa Palocco 84 aveva concluso un accordo

transattivo onerosissimo con altra società (ITER);

o in virtù di tale accordo la Cooperativa:

aveva costituito una nuova società, la Palocco

Risanamento S.r.l.;

aveva versato un ingente importo per la costituzione del

capitale sociale (€ 1.750.000,00);

aveva chiesto il mutamento di destinazione d’uso di

aree (terreni) già destinati ad un centro commerciale e a

verde pubblico;

aveva ceduto il 50% della propria partecipazione sociale

nella neosocietà Risanamento ad altra società (ITER);

che, la mancanza di informazioni e notizie riguardanti la cooperativa e

tali operazioni ostacolano la possibilità del socio di partecipare al

raggiungimento dello scopo sociale;

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che, con la definizione della vicenda Iter, la Palocco 84 non ha più

debiti, ma vanta unicamente crediti, con ciò rendendo ancor più lineare

e indolore per la cooperativa il recesso degli odierni attori;

che pertanto la delibera di diniego, adottata dal C.d.A. in data 7.2.2014,

deve essere annullata perché in contrasto con le norme di legge e di

statuto, nonché per evidente eccesso di potere, per illogicità manifesta,

errata valutazione dei presupposti, genericità;

pertanto, hanno proposto opposizione alle comunicazioni del 14 febbraio 2014,

nonché a quanto deliberato nella sottostante, ma non comunicata, delibera adottata

dal Consiglio di Amministrazione della cooperativa del 7 febbraio 2014, e hanno

chiesto che questo Tribunale voglia:

“1. Accertare e dichiarare l’avvenuto legittimo recesso esercitato dai Signori

Carlo Quattropani, Anna Rita Mazzone e Arrigo Pasquali, come in epigrafe

generalizzati, dalla PALOCCO 84 SOCIETA’ COOPERATIVA EDILIZIA” a r.l.,

comunicato a far tempo dal 27.12.2013 o in subordine da quell’altra e diversa

data che fosse ritenuta, se del caso dichiarando l’avvenuto avveramento della

condizione –anche ex art.1359 c.c.-.

2. Accertare e dichiarare, in ogni caso, sussistere i presupposti del recesso di cui

al precedente punto 1 e per l’effetto ratificare l’avvenuto recesso del Sig.Carlo

Quattropani, della Sig.ra Anna Rita Mazzone, e Sig. Arrigo Pasquali.

3. Accertare e dichiarare che illegittimamente la Palocco 84 Soc.Cooperativa,

con lettere rispettivamente del 18 febbraio 2014 per i Signori Quattropani e

Mazzone e 25 febbraio 2014 per il Sig.Pasquali e con la sottostante e non cognita

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delibera del 7 febbraio 2014 adottata dal Consiglio di Amministrazione della

medesima Cooperativa convenuta, menzionata nelle ora dette lettere 17.2 e

25.2.2014 e mai comunicata agli odierni attori, ha espresso il rifiuto di accettare

e ratificare le sopra menzionate dichiarazioni di recesso.

4. In ogni caso e ad ogni buon conto, per tuziorismo, annullare la mai comunicata

delibera adottata dal Consiglio di Amministrazione della Cooperativa PALOCCO

84 del 7 febbraio 2014, ove è stato deciso di respingere il recesso comunicato con

lettere del 23 dicembre 2013, in quanto non cognita, per violazione delle norme di

legge menzionate nel presente atto e comunque violate, dell’art.7 dello Statuto

sociale, nonché per eccesso di potere.

5. Accertare e dichiarare in ogni caso la nullità, inefficacia e non applicabilità di

ogni clausola e patto che violi il diritto del socio di recedere e la prerogativa del

Tribunale di pronunziarsi sulla non accettazione del recesso da parte della

cooperativa convenuta malgrado la sussistenza dei presupposti legittimanti esso

recesso”.

La Palocco 84, costituitasi all’udienza del 7 ottobre 2014, ha rilevato

l’infondatezza in fatto e in diritto della domanda attorea e, dopo avere ricostruito

le vicende societarie e la situazione di crisi che aveva dovuto affrontare, con

riguardo al recesso ha eccepito che:

non era stato osservato il termine di cui all’art. 2437-bis c.c., secondo

cui il diritto di recesso è esercitato mediante lettera raccomandata che

deve essere spedita entro 15 giorni dall’iscrizione nel registro delle

imprese della delibera che lo legittima e se il fatto che legittima il

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recesso è diverso da una deliberazione, esso è esercitato entro 30 giorni

dalla sua conoscenza da parte del socio, deducendo, al riguardo, che;

o gli attori assumono come fatto legittimante il recesso

l’intervenuta modifica degli artt. 23, 30 e 35 dello statuto

disposta con delibera dell’assemblea straordinaria dei soci

tenutasi in data 28.05.2012 e iscritta al registro imprese in data

27.06.2012, ma la dichiarazione di recesso era stata trasmessa

alla Cooperativa con raccomandata del 23.12.2013, ben al di là

del termine perentorio, previsto dall’art. 2437-bis c.c.;

o il recesso non era legittimo neppure in relazione all’asserita

variazione dell’oggetto sociale della cooperativa, avendo avuto

gli odierni attori piena consapevolezza, sin dall’assemblea dei

soci tenutasi in data 11.12.2007, dei termini e condizioni

dell’operazione che avevano portato alla costituzione della

nuova società (Palocco 84 Risanamento S.r.l.);

o tutti i fatti riguardanti la cooperativa e la sua attività gestionale

erano sempre stati resi noti nel corso delle varie assemblee;

o è infondata anche la domanda di accertamento della legittimità

del recesso, fondata sulla pretesa violazione dei diritti dei soci

di partecipazione, di voto e di informazione e sulla pretesa di

non trovarsi più nelle condizioni di partecipare al

raggiungimento degli scopi sociali, posto che dei fatti

asseritamente legittimanti il recesso gli odierni attori avevano

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avuto piena contezza molto tempo prima dei 30 giorni anteriori

alla formalizzazione in data 23.12.2013 della dichiarazione di

recesso;

il recesso è altresì illegittimo per insussistenza dei motivi che lo

consentirebbero, non integrando le denunciate modifiche statutarie

alcuna sostanziale trasformazione, strutturale o funzionale, della

cooperativa né alcuna rilevante modificazione dei diritti attribuiti i

soci;

la costituzione di Palocco 84 Risanamento S.r.l., con conferimento a

capitale del terreno già di proprietà della cooperativa insieme alla

successiva cessione del 50% alla stessa Iter delle quote di detta società,

era stata operazione funzionale al raggiungimento dello scopo sociale,

posto che attraverso dette operazioni era stato possibile trasferire ai

soci la proprietà dei villini senza doversi far carico di sostenere

ulteriore esborsi per saldare il debito plurimilionario verso Iter;

analogo ragionamento doveva essere svolto per la successiva cessione

sempre a Iter dell’ulteriore 45% delle quote della Palocco 84

Risanamento S.r.l.;

non sussisteva alcuna variazione dell’oggetto sociale della cooperativa

e tantomeno una alterazione o svilimento dello scopo mutualistico;

le censure rivolte alla impugnazione della delibera assunta dal CdA

nella seduta del 7.02.2014, sono infondate poiché la decisione era stata

congruamente motivata e ritualmente comunicata agli attori;

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tutti i soci della Palocco 84 avevano assunto l’obbligo di concorrere

pro quota al pagamento di qualunque eventuale sopravvenienza passiva

della cooperativa;

conseguito il trasferimento della proprietà, attraverso il recesso gli

attori hanno preteso di sottrarsi al pagamento, per la quota di loro

competenza, degli eventuali debiti sopravvenuti, ivi compreso quanto

ancora dovuto ad Iter nel caso non si fosse giunto entro la fine del 2014

al cambio di destinazione d’uso del terreno con conseguente sua

valorizzazione edificatoria;

tale condotta è palesemente contraria al principio mutualistico e, in

quanto incompatibile con l’obbligo di concorrere pro quota al

pagamento dei debiti della cooperativa, rende ulteriormente evidente

l’illegittimità del recesso;

pertanto ha chiesto che questo Tribunale voglia “rigettare le domande tutte

proposte dagli attori siccome infondate in fatto ed in diritto per le ragioni

esposte in narrativa”.

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Presentate le memorie di cui all’art. 183 c.p.c., non accolte le istanze

istruttorie in esse articolate, all’udienza del 11.10.2016, precisate le conclusioni, la

causa è stata posta in decisione con la concessione dei termini di cui all’art. 190

c.p.c..

Motivi della decisione

Oggetto della presente controversia è la richiesta di accertamento e

dichiarazione della legittimità del recesso esercitato dagli attori Carlo Quattropani,

Anna Rita Mazzone e Arrigo Pasquali dalla qualità di soci della cooperativa

edilizia a.r.l. Palocco 84.

Al fine di statuire al riguardo, è preliminare verificare se nella fattispecie

ricorrano le condizioni necessarie che consentano al socio di una cooperativa

edilizia di recedere validamente dalla stessa.

Come già affermato in numerose sentenze emesse da questa sezione, tale

questione, dirimente per la controversia, è stata oggetto di pronuncia sia della

Suprema Corte di Cassazione che della giurisprudenza di merito, che hanno

ripetutamente evidenziato che il perseguimento dello scopo mutualistico è

elemento caratterizzante delle società cooperative. Il cooperatore, infatti, ha diritto

– in quanto socio – a conseguire i vantaggi mutualistici e, al tempo stesso, è

tenuto a contribuire affinché tali vantaggi possano essere erogati dalla

cooperativa.

Ciò consegue al fatto che, con la partecipazione ad una società

cooperativa, il singolo pone in essere due tipi di rapporti: quello mutualistico (che

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Sentenza n. 6674/2017 pubbl. il 04/04/2017RG n. 28107/2014

Repert. n. 7028/2017 del 04/04/2017

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ha riflessi sul piano patrimoniale) e quello sociale (che attribuisce al socio dei

poteri all’interno dell’organizzazione).

In passato, si riteneva che tali due rapporti fossero distinti tra loro. Invece,

con la riforma del diritto societario si è voluto evidenziare che il rapporto

mutualistico, seppur distinto da quello societario, è da esso derivante; (cfr. Cass.

Sez. 1, Sentenza n. 13641 del 30/05/2013, Rv. 626528, in cui si afferma che in

tema di cooperative edilizie deve distinguersi tra il rapporto sociale, di carattere

associativo, e quello di scambio, di natura sinallagmatica, rapporti che, pur

collegati, hanno causa giuridica autonoma) e si è codificato il principio (già

esistente in passato) della parità di trattamento tra i soci cooperatori, sancito

dall’art. 2516 c.c.. In particolare, quest’ultimo articolo (Nella costituzione e

nell'esecuzione dei rapporti mutualistici deve essere rispettato il principio di

parità di trattamento) è finalizzato ad evitare discriminazioni nell’attuazione del

rapporto mutualistico e, sebbene esso faccia riferimento alle fasi della costituzione

e della esecuzione, è opinione comune che il principio della parità di trattamento

debba essere rispettato anche nella fase di cessazione del rapporto.

Ne consegue che, pur dovendosi tenere distinti i diritti e gli obblighi

derivanti dal rapporto sociale da quelli derivanti dal rapporto mutualistico, si deve

ritenere che i due rapporti siano strettamente connessi tra di loro.

Tale principio è stato affermato anche dalla Suprema Corte di Cassazione

nella sentenza n. 6197 del 07/03/2008 (Rv. 602341), nella cui motivazione si

statuisce che “secondo quanto ripetutamente osservato da questa Corte, nelle

cooperative edilizie aventi come scopo la costruzione di alloggi e l'assegnazione

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degli stessi in godimento e, successivamente, in proprietà individuale ai soci, i

rapporti tra questi ultimi e la società sono di due specie: da un lato quelli

attinenti all'attività sociale, comportanti l'obbligo dei conferimenti e della

contribuzione alle spese comuni di organizzazione e di amministrazione, dall'altro

i rapporti relativi alla peculiarità dello scopo perseguito, comportanti

anticipazioni ed esborsi di carattere straordinario ai fini dell'acquisto del terreno,

della realizzazione degli alloggi e così via. Ed è altrettanto certo che, mentre le

contribuzioni del primo tipo rientrano fra i debiti di conferimento, ai sensi e per

gli effetti dell'art. 2530 cod. civ., e si ricollegano ad un obbligo che permane fino

a quando persiste la qualità di socio (e, cioè, fino allo scioglimento della

cooperativa, salvo il caso di recesso o esclusione del socio), non vi rientrano

invece quelle del secondo tipo, perché non strettamente inerenti al rapporto

sociale e destinate a gravare, in caso di uscita dalla cooperativa del socio che le

ha fatte, sul socio che gli subentra e che acquista, in questo modo, l'aspettativa

all'assegnazione dell'alloggio, con la conseguenza che le anticipazioni e gli

esborsi effettuati dal socio non a titolo di conferimento e in relazione all'obbligo

inerente alla partecipazione alle spese comuni di organizzazione e di

amministrazione, ma per il conseguimento dei singoli beni o servizi prodotti dalla

cooperativa, pongono il socio nella posizione di creditore verso quest'ultima,

posizione che - una volta avvenuto lo scioglimento del rapporto sociale - si

manifesta come diritto alla restituzione delle somme anticipate (sempre che,

ovviamente, la proprietà dell'alloggio non sia stata nel frattempo conseguita e lo

scopo sociale non sia stato raggiunto), non sottoposto - salva la possibilità di una

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diversa regolamentazione pattizia - alla disciplina legislativa relativa alla quota

sociale (cfr., tra le altre, Cass. 18 maggio 2004, n. 9393)”.

Ebbene, in tale pronuncia, la Suprema Corte evidenzia che la cessazione

del rapporto sociale comporta anche la cessazione del rapporto mutualistico, il

quale, tuttavia, può cessare solo qualora la cooperativa abbia realizzato lo scopo

mutualistico in favore di tutti i soci, in adempimento del principio di parità di

trattamento.

Nel caso di specie, è circostanza pacifica, avendolo affermato entrambe le

parti e non essendovi stata, comunque, alcuna smentita, l’avvenuta assegnazione

degli alloggi a favore degli odierni attori.

Secondo la tesi della convenuta, conseguito il trasferimento della

proprietà, attraverso il recesso, gli attori hanno tentato di sottrarsi al pagamento,

per la quota di loro competenza, degli eventuali debiti sopravvenuti, ivi compreso

quanto ancora dovuto ad Iter nel caso non si fosse giunto entro la fine del 2014 al

cambio di destinazione d’uso del terreno con conseguente sua valorizzazione

edificatoria; al riguardo la cooperativa ha evidenziato che tutti i soci della Palocco

84 hanno assunto l’obbligo di concorrere pro quota al pagamento di qualunque

eventuale sopravvenienza passiva della cooperativa.

Questo giudicante ritiene che l’avvenuta assegnazione dell’alloggio non

comporti per gli attori la possibilità di porre fine, recedendo unilateralmente, sia al

rapporto sociale tra la cooperativa ed il singolo socio assegnatario, sia al rapporto

di scambio sorto con la stipula dell’atto di prenotazione. Un comportamento tale,

si pone in netto contrasto con lo scopo mutualistico della cooperativa. Il singolo

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socio non può infatti perseguire integralmente il proprio vantaggio mutualistico e

sottrarsi alla partecipazione alle spese della cooperativa, qualora lo scopo

mutualistico in favore di tutti i soci non sia stato ancora realizzato, senza violare il

principio della parità di trattamento.

Come sopra evidenziato, risponde invece a tale principio l’obbligo di

ciascun membro della cooperativa di partecipare alle spese sino a quando tutti i

soci abbiano realizzato in ugual misura lo scopo mutualistico e la cooperativa si

sciolga.

Ne consegue che, nel caso in esame, non essendosi ancora verificato lo

scioglimento della cooperativa gli odierni attori, già assegnatari del proprio

alloggio, devono essere ancora considerati soci sino al raggiungimento dello

scopo mutualistico.

Laddove, invece, lo scopo mutualistico sia stato raggiunto, tutti gli alloggi

della cooperativa siano stati assegnati ai soci e non residuino debiti a carico della

cooperativa e dei suoi soci, gli attori avrebbero dovuto avanzare domanda non di

recesso ma di scioglimento della cooperativa stessa.

Sulla base di tutte le su esposte considerazioni, pertanto, vanno rigettate

tutte le domande volte a fare dichiarare la legittimità del recesso esercitato dagli

attori, l’esistenza dei presupposti per l’esercizio dello stesso e l’illegittimità del

rifiuto espresso dalla cooperativa convenuta. In relazione alla domanda volta a

fare dichiarare la nullità, inefficacia e non applicabilità di ogni clausola e patto

che violi il diritto del socio di recedere e la prerogativa del Tribunale di

pronunziarsi sulla non accettazione del recesso da parte della cooperativa

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convenuta malgrado la sussistenza dei presupposti legittimanti esso recesso, si

rileva, comunque, la assoluta indeterminatezza di detta domanda che non specifica

minimamente quale sia o quali siano le clausole oggetto di doglianza e non

consente a questo Tribunale più specifiche valutazioni, nei limiti del divieto di

recesso sopra indicato.

Le ragioni sopra esposte, che hanno indotto al rigetto delle domande

avanzate dall’attore, fanno ritenere superfluo l’esame dell’eccezione, avanzata

dalla convenuta, di tardività dell’esercizio del diritto di recesso oltre i termini di

cui all’art. 2437-bis c.c.. Ciò in quanto, in applicazione del principio processuale

della “ragione più liquida” – desumibile dagli artt. 24 e 111 della Cost.- deve

ritenersi consentito al giudice esaminare un motivo di merito, suscettibile di

assicurare la definizione del giudizio, anche in presenza di una questione

pregiudiziale, in una prospettiva aderente alle esigenze di economia processuale e

di celerità del giudizio. In tal senso si è espressa la S.C. con recenti pronunce

(sentt. n.9936/14 a SS.UU. e n.12002/14) secondo cui “Il principio della "ragione

più liquida", imponendo un approccio interpretativo con la verifica delle

soluzioni sul piano dell'impatto operativo, piuttosto che su quello della coerenza

logico sistematica, consente di sostituire il profilo di evidenza a quello dell'ordine

delle questioni da trattare, di cui all'art. 276 cod. proc. civ., in una prospettiva

aderente alle esigenze di economia processuale e di celerità del giudizio,

costituzionalizzata dall'art. 111 Cost., con la conseguenza che la causa può essere

decisa sulla base della questione ritenuta di più agevole soluzione - anche se

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logicamente subordinata - senza che sia necessario esaminare previamente le

altre.”

Di conseguenza, la causa può essere decisa, con il rigetto della domanda

avanzata dagli attori, sulla base della questione ritenuta di pronta soluzione,

anche se logicamente subordinata, senza il necessario esame dell’eccezione

preliminare.

Le spese di lite seguono la soccombenza e vanno poste a carico degli

attori; tenuto conto della natura e del valore della controversia, della qualità e

quantità delle questioni trattate e dell'attività complessivamente svolta dalla difesa

delle parti, possono essere liquidate in complessivi €7.250, oltre accessori, come

per legge.

P.Q.M.

disattesa ogni altra istanza, eccezione e difesa, rigetta tutte le domande proposte

da Carlo Quattropani, Anna Rita Mazzone e Arrigo Pasquali, che condanna alla

rifusione, in favore della Palocco 84 – Società Cooperativa Edilizia a r.l. delle

spese di lite, liquidate come in motivazione.

Così deciso in Roma, nella camera di consiglio della Terza Sezione civile del

Tribunale – Tribunale delle Imprese, in data 24 marzo 2017.

Il Presidente est.

(dott. Francesco Mannino)

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