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Senza scampo

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Senza scampo Poesie di Caterina Certa

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chi sono io, chi sei tu, chi siamo noi, per giudicare cate Copyright Prima edizione ebook gennaio 2010 Quarta edizione, agosto 2009* *(con due poesie inedite e 8 disegni a colori dell’autrice) Proprietà letteraria ed artistica dell’autrice Caterina Certa

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Prefazioni

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La tua vita, le tue storie, sembrano uscite da una favola come avviene nelle canzoni di autori come De André. Ognuno percepisce la giusta interpretazione, compie il proprio sogno con le tue parole. Questi sono i versi che rendono uniche, sublimi le poesie o più semplicemente, cedono la poesia a chi la legge. Il poeta dona il suo "latte" agli altri, così, per il gusto ed il piacere di farlo.

Nando Taccogna

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Mi trovo qui a provare a scrivere delle poesie di Caterina, è un cosa che ho più volte iniziato e che mai riuscivo a portare a termine, come una sorta di "pudore" mi assaliva a parlar dell'autrice, perché in lei si scontrano mille contraddizioni, il suo sorriso e la sua malinconia, il suo amore e la pesantezza del vivere, ma in un modo appare sempre coerente: è vera, naturale, sincera.

Le sue poesie sono lo specchio della sua anima, fanno percepire la sua fragilità, le sue paure, il suo mondo...un mondo di emozioni.

Il suo è uno stile asciutto, a volte tagliente, sensuale anche nella sofferenza che racconta, ma alla fine sempre aperto alla speranza nell'amore…

Andrea F.

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Prefazioni

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Le tue poesie profumano di verità, hai un modo di scrivere che attrae e poi hai una qualità, cerchi di non essere mai banale o scontata, cosa difficilissima. Ho sempre creduto che le poesie non vadano spiegate o analizzate, ma lette senza la presunzione di capire esattamente cosa intendesse esprimere l'autore, l’importante è che la lettura ti emozioni... E tu fai emozionare. Hai il coraggio di metterti in prima linea, senza maschere... ciò che traspare dalle tue poesie è una nostalgia per qualcosa che ora non c'è più. Il Brixiano

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Leggere poesia, vuol dire viaggiare, navigare in mare aperto, perdere l'anima nell'anima di chi scrive per poi ritrovarsi vicini, simili, in commovente silenzio. Leggere Cate, significa scivolare lentamente nel suo mondo, quasi sfiorare la sua pelle con le dita, in bilico fra le mille sfumature dell'Amore che racconta. Leggendola sarà difficile pensare ad altro, distrarsi. Tra dolore, dolce malinconia o ardente sentire, sarà come immergersi nella mente e nel corpo di questa poetessa. Nicola Marchetti

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Sotto il salice Non sederti all'ombra del salice le chiome abbracciandoti cullerebbero il tuo dolore rinfrescando le fitte al cuore nel rivedere i fotogrammi della tua vita. Non assopirti all'ombra del salice lasceresti gli affanni e i sogni ai sogni.

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Non è novembre …Non è novembre ma la nebbia è fitta, i fari non bastano ad evitare il fosso, gli occhi non penetrano la coltre e gli echi di voci lontane non danno la direzione, avanziamo incerti speranzosi e stoltamente affidiamo all'istinto il destino.

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Non ti muovere Seppellisci i capelli sotto il masso vicino al ruscello s'allieteranno sentendo l'acqua cantare, metti la maschera di spine, il sangue scenderà come lacrime sul grembo inutile, non lasciare che la musica entri nelle orecchie così che il cuore potrà solo pulsare, segui la corrente divieni statica, …non ti muovere... i bruschi movimenti creano vortici che fanno annegare.

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Oltre Non esiste posto dove star bene, essere in nessun luogo perire a una perenne dolia nel cuore.

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Nelle tue mani Mentre mi guardi curioso le tue dita m'accarezzano smaniose. Mi giri, rigiri, sospiri I tuoi occhi entrano mi penetrano eccitati. Tutto d'intorno svanisce nelle tue mani m' abbandono inerte, docile. Sono amore, passione, immagini, storie pause di tempo. Il respiro impaziente s'è acquietato sono con te fino in fondo fino alla fine. Sono come volevi e ne gioisco ti sento appagato, soddisfatto mentre con lo sguardo ancora perso dolcemente mi riponi sullo scaffale.

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…E ora Veli neri alle finestre danzano a lutto. Bianchi raggi si distendono su vedove lenzuola increspate come muti fantasmi senza pace.

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Estasi Mani sulla calda pelle, dita scivolano languide nell’intimo che pulsa crescere di piacere d’eccitazione Bocca che assapora tutto il corpo e si socchiude a un avido ritmo. Carezze, il frutto proibito, il godimento ad ogni pulsazione, un fremito, vene rigonfie di linfa. Baci che s’adagiano nell’inguine e offuscano i sensi odore maschio. Una danza frenetica occhi infuocati, labbra socchiuse s’inondano di calore. Seni comprimono il petto, braccia avvolgono i fianchi mani stringono le natiche contro il sesso, fra le cosce che dondolano, corpi che vibrano sensualità ed erotismo, fuoco. Tutto trabocca lava che scende e bagna la terra che arde. L’estasi.

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Alla cena del diavolo - Se avessi saputo che alla cena del diavolo avresti portato anche il cuore avrei sfoderato la tovaglia a fiori ed i boccali colmi d’amore - - alla cena del diavolo mio caro si va con la passione e nei calici la trasgressione - - coltelli, forchette, bavagli e baci insensati - - meglio la tovaglia dorata e per tovaglioli nodi scorsoi, al centro tavola, la fragola rossa, come pietanza corpi arrossiti dai morsi e voluttuose voglie nascoste del vino rosso aromatizzato, un frutto sbucciato, eccitante per il palato, come dessert pensieri indecenti appagati da mani sapienti - - ricordi il mio nome, mi chiami mentre cerco quei seni di pane - - alla cena del diavolo non si ha nome, non vi sono catene non vi sono finzioni c’è una tovaglia dorata, occhi socchiusi ed una luna sfumata. -

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Silenzi

E sospesa è la bocca che sola langue e tace quel che nel cuore giace.

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Oggi - Oggi? Tutto normale niente di che - - Il cielo è grigio - - Forse piove - - Freddo? si, ma dentro al cuore - Andatura lenta. - Chissenefrega, tanto le incombenze sono là hanno tempo aspettano - Mani in tasca al giubbotto nero lo sguardo come i pensieri persi nella nebbiolina pesante di smog. Un passo trascina l'altro una bicicletta e... - Ehilà ciao - con un bacio lanciato e un sorriso così caldo, intenso da offuscare l'arcobaleno. - Ma che è accaduto? è apparso il sole? - - Si è bastato un ciao e un sorriso e s'è aperto il cuore -

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Indifferenza Allo specchio qualcuno è riflesso, volti distratti, indifferenti, silenzi, parole pensate e per questo scontate, negate, taciute, anche un gesto vale a dare calore restiamo lontani al grido, al richiamo al tempo che manca per un abbraccio, un saluto, uno sguardo e lasciamo che passi il momento, poi rimpiangiamo chi anche per un attimo abbiamo conosciuto pensato, amato.

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Alla deriva Va la barca senza remi ne timone, al destino il suo futuro ma tra i flutti muta urla il suo dolore.

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Timore Parole celate per insano timore tracciato hanno crepe che più non si saldano La bocca ora s’apre in smorfia gelata Tracce di storia fugata. Pagine vuote private del rosso vermiglio. Agonie sottili di frasi cangianti Uno strappo slabbrato a questa vita puttana.

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Ah... Cercherò fra le colline quegli occhi non più verdi che ricambiavano il bisogno d'amore con muto consenso. Confonderò il sale delle lacrime con il sudore dell'intimità di braccia protese in braccia che offrivano bene. Il tempo e la canizie spianerà il solco nel sentiero che portava ai tramonti cangiati dalle stagioni. - Ah...se la bocca avesse donato all'eco due semplici parole e così nutrito il cuore.- Vedrò sempre fra le colline le labbra da cui non udii due semplici parole.

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Arabeschi Arabeschi di parole invitano a un giro di valzer vulnerabili anime posate su nembi. Frasi ammaliano il cuore, s'insinuano nell'intimo, tessono ragnatele, stringono come un filo sottile da cui non riesci a sfuggire.

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L'abbandono Il vuoto t'avvolge come acqua di temporale. infreddolito inerme, in attesa che il vento lasci solo il sale negli occhi. L'anima senza tempo s'è distolta dalle voci dei vicoli, le profonde ferite ora fan scudo agli echi effusi d'intorno.

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Misero Tu che aizzi un cane ringhioso scalci il gatto pulcioso che si struscia tu che aspetti l'irreparabile masticando grasse parole sostituendoti all'addetto ai lavori, tu che denigri calpesti sputi nel piatto perchè sazio della vita che cerchi e rubi miserie senza rancore, pudore e guardi attraverso crepe non visto, che copri i lamenti con walkman. Io che non so come zittirti, come fermarti ...sono più misero di te.

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Il senso qual è Parole infilate per agghindare colli anni di presunta conquistata saggezza, - ma il senso qual è? - Sentimenti immolati sugli altari del sacrificio per vie percorse in encomiabile equilibrio - ma il senso qual è? - Egoismo taciuto per bocche accudite annegate d'amore. Gelide convivenze d'apparenza ormai consumate. - ma il senso qual è? - Enigmi da risolvere per ambite vette e appagamento ad ogni costo. - ma il senso qual è? -

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Vecchia presenza

L'antica e ferma presenza s'è persa il contatto, il calore di un tempo giace nei ricordi d'una sedia sfatta che ora tace. Nei cortili, nessuno più narra storie di vita vissuta, passata, non più aneddoti da evocare né bambini a cui insegnare. Il nuovo non sa più ascoltare distratto da cip e silicio. Gli affetti? Compressi in un bacio o un sorriso. Ricordi troncati silenzi allungati, non v'è udito per la vecchia esperienza, la fretta l'ha sminuita, ma, nel cuore rimane un vuoto e il sapore di un mondo mal costruito.

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Vento

Corre, scompiglia i capelli, s'arrotola, cattura i profumi, scende tra i vicoli, ponti, zittisce gli uccellini chiassosi, spia dalle finestre sospese a mezz'aria, s'intrufola fra le tegole chiare dei tetti sonnecchianti, stuzzica le statue accarezzandole i seni, le bacia e fugge, danza fra acquerelli e pennelli, sfiora le mani il volto , ti dona il profumo rubato, un brivido affiora, un ricordo che avevi taciuto, questo vento monello e un po’ pazzerello.

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La voce sussurra Le mani vuote sul grembo posate, lo sguardo velato, ...rammenta Una morsa stringe il cuore, strema il suo palpitare. La voce sussurra roca una richiesta soffocata, celata, bisogno d' indubbio sostegno, di contatto teorico ma palese. Si sgretola, si sfalda, l'anelito sogno d'attesa. Lo smarrimento annichilisce il cammino, il percorso cullato, creduto. Con le mani sul grembo posate, lo sguardo perso in un flebile struggimento d'aiuto.

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Cronologia del tempo Gocce di pioggia cadono lente sull'asfalto nero occhi guardano il cielo grigio, alberi infreddoliti passeri appollaiati si danno calore, passi rincorrono le proprie ombre distratte e frettolose, bocche tracimano parole. Tempo che scorre mollemente sbiadito, svuotato di significato dimenticato fra una corsa e l'altra nei marciapiedi, nelle macchine in attesa di prendere vita. Case attendono impazienti il frastuono della sera. Finestre s'accendono incerte all'imbrunire, notti tese a fermare sogni che strappano lacci per tornare liberi. Giorni che rincorrono giorni.

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Eppure mi basta sentire la tua voce... Giorni colmi delle tue parole, della tua voce che scalda il cuore, ma vuoti di te, delle braccia che stringono, delle mani che accarezzano il viso, i capelli, delle labbra che sfiorano gli occhi, dello sguardo che penetra e si fa strada dentro di me giorni che passano, in attesa... impazienti e pazienti, di momenti impilati nella libreria dei ricordi ormai impolverati. Eppure la tua voce scalda il cuore. Giorni di sensazioni, che via, via scolorano, di - così dev’essere -, del - è giusto così - …Dolore... Eppure la tua voce scalda il cuore, mi fa ridere, sognare. Giorni di infinita tristezza e frustrazione per non poter sentire la pelle vibrare fremere, per non poter amare. Eppure la tua voce mi scalda il cuore. La tua immagine danza nei miei occhi, li chiudo sento il tuo odore, la tua presenza, mi manchi. …Soffro... Eppure basta la tua voce per scaldarmi il cuore. La volontà si logora in questa altalena di amore e lontananza, le pareti del cuore si assottigliano, si strappano, si lacerano senza di te, Eppure basta la tua voce per scaldarmi il cuore, la tua voce rifugge tutte le paure ... Eppure... mi basta sentire la tua voce per continuare.

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Passione Sale la tua pelle sulle mie dune, falde s'aprono all'eruttar di lava sento l'ambrosia inondarmi l'anima.

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Esclave Tra lenzuola sfatte serpeggia un lascivo pensiero di libero sfogo, un ambiguo potere del dare e avere, intrigante dominio su un dio schiavo, inchinato, prostrato, ossequioso al delirio carnale, alla smania d'amore, desio servile di offesa pretesa, esigenza viziosa di un giudizio crudele, determinazione richiesta a una femminilità sovrana, che dissoluta risponde a una sensuale preghiera di sottomissione, s'inchina all'eccitante piacere di trasgressione, con un erotico gioco di seduzione, a un delirante bisogno di devozione..

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Getterò

Getterò la vita alle ortiche, …tanto tutto diventa lontano, vivrò dell'attimo presente, il ricordo sorriso non crea, malinconia nel corpo diffonde e un dolore sottile nel cuore, lascerò che gli affetti sfumino, il tempo tutto sbiadisce, ciò che stringo nella mano. scivola, il nulla nel palmo rimane. Lascerò che la penna riposi, non sprechi inchiostro, non lasci rimorsi. la strada è quasi alla fine, in questo ciclo perpetuo del dare, di ritorno? ...Frammenti d' affetto distratto, sterili parentesi di tempo sottratto.

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Senza ritorno Cupa la notte sovrasta questa vita nefasta, senza luce, ne pace. Fumi d'affanno spire di niente, caligini d'ombre. Non scampo, non sbocco, né approdo, né porto, ma pensieri funesti, s'insinuano muti, avvolgono gelidi, inebriano, istigano una sorda agonia, un lento percorso nel profondo più profondo, senza ritorno. Tutto tace, tutto è pace.

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La cinciallegra La gabbia della cinciallegra è aperta, ma non può andare, desidera, ha le uova da covare, piange, da sola non ce la può fare, si strugge, una soluzione agonia trovare, soffre... Può solo, le piume lisciare, il cuore far palpitare, ma non può volare, non è tempo... deve aspettare, cercando di non morire.

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Tiritera semplice Raccontami di te della tua vita, degli aneddoti che l'hanno riempita, se i sogni tuoi son veri o d'avverare, della solitudine che a volte ti pervade, dei momenti in cui al destino hai domandato cosa mai ti ha riservato. Parlami di te di un uomo, giorno per giorno, senza fretta. Parlami di te voglio sapere nel tuo mondo poter entrare, nei tuoi occhi l'universo intravedere, i segni del tempo accarezzare, amare e come un gatto le fusa fare mentre ti sto ad ascoltare.

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Le parole Parole che corrono, rincorrono, si afferrano, sfuggono, ti chiamano, esprimono, non vogliono, dicono, distruggono, annientano, aiutano, confortano, ti chiedono di rialzarti e di amarle. sono lì che ruotano, desiderose d'essere catturate, reclamano il loro posto, e tu, non riesci, non riesci nemmeno ad afferrarle, provi, tenti, tu soffri, ti di disperi per capire come fare, come sistemarle, dove, come poi cedi, ti arrendi,ti senti inutile, incapace, le certezze, la gioia, attimo dopo attimo si affievoliscono, le palpebre si chiudono e lasciano che le lacrime scendano sul viso, tutto si placa,

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l'ansia, la frenesia, il dolore quasi fisico e capisci che è tutto inutile, saranno loro che al momento giusto si allineeranno nella tua mente così, all'improvviso senza nemmeno chiedere il permesso.

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Filastrocca non ho tempo Filastrocca filastrocca, corre il tempo, mai si blocca. - Presto, sbrigati, è un tormento - si risolve in un momento... questo strano ritornello poi lo usiamo sul più bello, è una gran comodità, se qualcosa non ci va lui ci toglie dall'impiccio quel che credi sia un capriccio. - Al lavoro non andare, qui con me non puoi restare e mi aiuti un po’ a studiare? -…amor mio son di fretta, ho il lavoro che m'aspetta. - Ecco fatto, o mio Pilato, il discorso e già troncato. - Lo faremo…sai...stasera. - Ma che triste tiritera. - Va bene...scusa non importa - e s'è chiusa ormai la porta. Quegli occhietti seri e neri sono tristi come ieri... ...Non so dir cosa mi pesa, non so andar indietro o avanti, ma, in quei precisi istanti già la decisione è presa. - Vieni scricciolo, studiamo, il resto poi lo sistemiamo, l'importante adesso è che io sia vicino a te. -

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Viaggio Lucciole arroccate su colline dipinte di grigio rosa, luci naviganti sul mare scurito dal crepuscolo confuso con il cielo stanco di luce, sagome ammantate dalla notte che tutto sfuma, serpenti di cemento sfilano veloci accanto a echi di rotaie annerite. Stazioni sbirciano vagoni custodi di frammenti di storie lasciate cadere alle fermate, steli di vita attendono su pensiline riflessi nell'iridi accostate ai vetri, occhi pensosi sostano muti e fissano lo spazio e il tempo che scorre.

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Storie La grigia alba si apre alle luci soffuse di lampioni ancora accesi. Silenzi mattutini. Occhi che si destano fra percorsi assonnati e timide corse appena accennate ai semafori riflessi nelle pozzanghere. Storie s'incamminano...

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Tempesta Il mare in tempesta travolge scuote, spaventa la spiaggia dormiente ruba i granelli di sabbia disposti con cura li porta con sé, poi si placa, resta l'odore della salsedine, un silenzio come d'abbandono, quel mare impetuoso ora calmo si prepara a sconvolgere ancora .

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Non tutto è perduto La piazza schiarita dalla sua candida gradinata è punteggiata da giovani note urlanti, ogni scalino una canzone che fa pulsare il sangue nelle vene, diapositive di mosaici, di scie colorate, si fissano negli occhi, orecchie ovattate da dolci parole e da un fruscio di città, piedi che accarezzano le vie, e portano in luoghi sognanti, case ascoltano il silenzioso frastuono di genti. Lo sguardo si apre a un brusio di folla vibrante, composta, ammirata, bagnata da zampilli di acqua antica, incantata da statue baciate dal tempo, mi soffermo e penso, non tutto è perduto, ancora non è sepolto il piacere di vivere tra la folla, l'emozione è forte guardo con gli occhi incantati e il cuore commosso a questo vedere... non tutto è perduto... Per colline sinuose vago, assaporo l’aria frizzante della sera e i delicati tramonti Dall'alto ammiro l'Eterna città ammantata dal velo della notte serena, sensuale, chiudo gli occhi e respiro l'immagine della vita che s'addormenta, e della vita che si desta.

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Come una conchiglia Come la conchiglia riversa sulla spiaggia, aspetta la voce mutevole del mare... e lascia che le onde la trascinino con se.

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Perdersi Perdersi, non tornare, chiudere gli occhi, per non pensare, illudendosi di non soffrire, sognare quello che non si può avere.

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Mia città M'affaccio e la vista si perde nel cuore di questa mia città, mi afferra lo sguardo e lo strascina nel silenzio dei tetti, tegole sfumate mi salutano vezzose, persiane socchiudono gli occhi curiose e mute. Il brontolio delle serrande dice che la città vive. Aquiloni di profumi ondeggiano nell'aria... dai vicoli sale un ticchettio di donna, il razionale cammina pensoso, discorsi come palloncini colorati salgono e si sgonfiano. Il ronzio dei motorini s'intrufola invadente mentre gatti si strusciano agli angoli delle vie che si spiano gelose. Passeri ribelli volano nel cielo terso e tiepido. Socchiudo gli occhi, le mie braccia si aprono a te, io da quassù volo, padrona di questa mia città.

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Sara Sara... uccellino implume, ali di pergamena, occhi di cerbiatto, piuma che danza leggera, Sara... minuta e gentile, cuore trasparente, con i pensieri al cielo, scia di voce argentina, risata bambina Sara... mento sulle ginocchia e coda di cavallo, che scruta curiosa ma silenziosa Sara che ama. Sara ... bacio che dalla bocca passa alle mani sussurrando... - a domani. - Dolcissima Sara... è bello l'averti incontrata.

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Angelo Apri le ali angelo dai capelli d'oro, rimetti il sorriso posato sul comò, apri gli occhi color del mare, vestiti con le note che già conoscevi, respira la musica lasciata fra le luci che avevi spento e riprenditi la vita prestata agli eventi, ripiega i momenti bui e adagiali nella scatola di latta, aprila solo per mettere nuovi ricordi, le tue mani colme di pioggia, stringeranno mani calde esse ti daranno nuovi colori per essere tu un giorno racconto per occhi sbarrati e la bocca aperta di chi ascolterà la tua canzone.

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Noi Nasce il sole sull'asfalto che cambia colore, chilometri scivolano sotto le gomme, immagini che dagli occhi si riflettono nei finestrini, giocano con i ricordi. Noi avvolti in bolle di tempo, viaggiamo verso desideri da costruire, rapporti da definire, idee da sintonizzare, pause da assaporare, viaggiando placidamente. Pensieri s'insinuano insistenti nei nostri sguardi complici. Mani cercano mani. Gocce cadono sull'asfalto all'imbrunire, vetri appannati da aliti affannosi al riparo dalla pioggia, una canzone avvolge e accarezza i respiri soffusi e stanchi, …mentre rivoli d'acqua scendono dai finestrini.

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A piedi nudi A piedi nudi sulla riva del mare, lascio che le onde cullino i miei occhi insonni...

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Grassa Grassa, che le lacrime non cadono sul marciapiede ma fra i seni, grassa, che gli spigoli odiano i fianchi, e gli occhi stanno abbassati, grassa, che le strade nascoste non vedono e le mura di casa attenuano il disagio, grassa, lottando contro i mulini a vento in un boomerang di colpa, di sofferenza non capito da chi non vive il - grassa. -

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Pazzia

La pazzia, l'unica via, per poter essere... se stessi.

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Quid Nati, nel profumo di limoni e zagare, cresciuti, con i dolci frutti degli spinosi fichi d'india, intrisi, dei tenui e intensi colori dei nostri tramonti, privati, del rosso dei melograni. ( Poi) plasmati, dalle nebbie e dal placido fiume, scaldati, dai fumi dei camini. (Ma) lo zeffiro gentile, spande il profumo dei gelsomini e strisciando tra i tortuosi rami degli olivi scende sino al mare mescolandosi all'odore aspro di salsedine rievocando luoghi e gesta antiche assopite nel profondo delle nostre radici (dove) i silenziosi sguardi fatti di parole, accendono come il sole cocente della nostra terra, e travolgono come l'impeto dolce del nostro mare , fluisce il sangue che ci accomuna rivive il pensiero che ci avvicina.

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Acqua che... Acqua che scende copiosa trascinando con se lacrime salate e cuori gonfi, che tracimano dolore per sentimenti non saputi spiegare e capiti, acqua che lava la pelle baciata da parole prestate e riprese per un'altra emozione, acqua che scende portandosi le carezze posate sui fianchi perchè tondi e morbidi, sulle gambe perchè di velluto. Acqua che scroscia rumorosa attutendo sussurri sempre uguali, copiati, acqua che scivola trascinando tracce d'amore rimaste impigliate nei pugni chiusi, strette nelle mani, pretendendo fosse unico- Acqua che lava e lascia la leggerezza della libertà, acqua che bagna il sorriso che nasce dagli attimi ormai nostri, non persi, non vani, perchè vissuti.

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Riconducimi Con la mia mano nella tua nel buio mi conduci fra aghi di pino e polvere, tra fari affannosi, fra donne sfasciate di abiti, su panchine consumate da sogni spezzati, da bisogni ossessivi, mi conduci nel cupo, nella voglia di bene, di amore confuso, mi trascini in squarci di mondo ignorato, oscuro, stringo nei pugni il niente, respingo il tuo fiato, annebbiata, perplessa, fuggo tra luci, in vie non mie, gli occhi impauriti, il cuore affannato, le gambe tremanti, attendono inquiete in luoghi d'amore comprato, rubato, di felicità venduta, in una realtà non nostra, ...angoscia, ...timore. Cercami, afferrami, proteggimi, adagio le mani nelle tue, seguirò il tuo sguardo, non lascerai i miei occhi sanguinare, i miei sogni morire, conducimi, nella semplicità della vita a noi conosciuta.

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…Non resisto Il tuo odore come spire mi avvolgono, mi destano dal sonno profondo, ti respiro, boccate di te mi entrano dentro, come un aroma stuzzicante, seducente. Sento la tua presenza, con gli occhi socchiusi, m'alzo dal letto ormai sfatto, m'avvicino lentamente, sento il tuo soffio, aumenta la voglia di te, il corpo, i sensi offuscati dal desiderio ti reclamano, già ti immagino, moro con riflessi ambrati, di fuoco, eccitante, inebriante, ...non resisto... ti voglio, si, ti voglio caffè.

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Cercami Cercami all’angolo della via come io ti ho cercato, sentimi nei profumi del vento, ascoltami tra le risa, pensami ad ogni squillo, leggimi nelle frasi scritte, percepiscimi fra le morbide pieghe delle lenzuola, trovami fra le pause del tuo tempo, perdonami le esigenze, rinnegami per non voler più soffrire aspettando, odiami per non riuscire a capire… il mio cuore che muore, cercami, cercami.

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Acidate Né ruga né sogni o baci o carezze segneranno tuo volto l'acido l'ha rubato l'ignoranza come un velo strappato Polvere fango vesti vuote da portare il cielo stellato scivolato dalla mano. Ma l'acqua melmosa ancora lambisce la riva e aspetta altri volti altri sguardi senza più luce.

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Domani, domani L’auto illuminata dai fari Il viso sul cuore la mano scivola lieve sui capelli sul braccio una carezza posata sul viso gli occhi chiusi il cuore fermo per non distogliere con il battito il sussurro delle carezze, la magia dei baci delicati leggeri shhh... Dio non disturbare sss... Dio non chiamare sss... lascia questo attimo non lo rubare vieni domani, domani

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Mancanza Qui, distesa nella penombra manca il tocco delle tue dita e le tue labbra sulla pelle, poi le mani a stringere i polsi mentre le ginocchia s’aprono il varco nella mia valle, tu , entri sicuro padrone del bosco fatato dentro i colori cangianti dei sensi e l’odore del muschio, fra zampilli e gocce fra chiaro scuri di ombre e rumore di foglia nell’intreccio di mani come radici.

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E’ amore Sottile è quel filo che lega le braccia sale alla gola l’afferra, la stringe affanna il respiro, offusca la vista smarrisce lo sguardo confuso comprime il cuore impazzito. Sottile è quel filo che avvolge, attorciglia è…amore quel filo d’Arianna.

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Slave In ginocchio davanti in preghiera in solenne silenzio d’attesa aspetta, la mano sicura tra i capelli con presa decisa il capo reclina, il viso attende il castigo, muta, inerme subisce il potere, brucia, la pelle increspata da schiocchi, rivoli caldi di sangue, lei ferma immobile al volere, dolore sottomissione, la ricompensa all’obbedienza un bacio d’amore.

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Legami Legami con lacci stretti fino a farmi sanguinare picchiami come tu sai fare devo espiare sono schiava della tua dominazione, oggetto senza valore proprietà del mio padrone. Legami stringi che il tuo castigo scacci i pensieri funesti e con il dolore il desiderio di morte. Segna la pelle con il cuoio crocefiggi il corpo e alle spalle prendi il tuo piacere con forza e potere annulla l'anima in cerca dell'eterna quiete, Tu il limite la salvezza alla mia sopravvivenza.

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Cristalli Rotolano dalla bocca variopinti cristalli di neve, che si sciolgono in arcobaleni di ardenti parole, i vapori scaldano il cuore Gesta danzanti d'armonia spiccano il volo per abbracciare chi dolce si lascia cullare da impalpabili baci, Ruscelli di pensieri frizzanti zampillano in concetti d'amore, farfalle mutate in foto, fiori in album Orme colme di resina, verdi foglie filtrano raggi cangianti come fili di ragnatela, avvolgenti,accoglienti come i sogni, Mani tese, bocche socchiuse diventan onda, schiuma di mare, goccioline leggere rubate dal vento, che nel suo passare bacia la fronte e fuggevolmente ama.

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L'avvenire La strada per i balocchi frana ciottoli rotolano sul selciato bianco, polveroso occhi abbagliati seguono la via, laggiù a destra rossi petali aperti dal gambo reclino spiccano al sole cocente ad un impreciso destino, c'è solo il vento che scompiglia ed alza la polvere, i candidi cirri ancora lontani e la pioggia s'attarda a dissetare il domani.

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Requiem Da qui voglio cadere con la schiena all’orizzonte gli occhi chiusi lasciandomi dondolare. Da qui voglio cadere dove il vento soffia e la terra frana, planare come foglia e tra le radici degli ulivi diventare polvere. Il cielo sarà la mia pena mentre la carne si consumerà in cerca di pace.

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Bianche bugie Ho stappato il vestito cucito con il dubbio con veli trasparenti il corpo protetto a nulla è servito i brandelli di stoffa antica sui piedi è adagiata, macchiata l'anima ora è color di cielo ma né acqua né sapone l'han resa candida.

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Utopia di libertà Non stringono né sorreggono i palmi vuoti, liberi danzano accarezzano l'aria formando spirali. Sulle punte un inchino al raggio verde all'orizzonte che non c'è. Il bianco del tulle armonioso volteggia e le braccia sciolte mimano senza peso senza voce.

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Epilogo Chiudi le persiane, che luce non filtri sbarri la porta, che il vento non passi A ciglia serrate nell' oscuro t'accucci, le mani in abbraccio e una nenia per canto. Spegni quel fuoco che brucia le dita e arde il viso raccogli le ginocchia e stringi le labbra Non senti le ore il tempo è un ricordo. Distendi le membra e al freddo concedi il tuo sonno

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Tracce Echeggiano ancora nella stanza i passi felpati fra le seggiole l'ironia, le risa sul sofà gocce d'addio, appoggiata allo stipite la maliziosa complicità spiava i giochi sotto la scrivania e le mura ora celano i muti respiri mentre il tempo s'è fermato sulle scale nell'ultimo tuo sguardo dissoltosi sul portone. Nei vicoli lastricati a pioggia m'inganno con la sciarpa di seta nera a stringermi il collo.

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Indice Sotto il salice……...………………………………………………………………......5 Non è novembre ...…………...……………………………..……….....................…...6 Non ti muovere ……… ……………………………….…..............…....…………….7 Oltre………………………………..……..............…....….………………………......9 Nelle tue mani…………………………………….………………..............…..…….10 E ora……..………………….……………………..............….………………...……11 Estasi………………….………………….…………………………..............…..…..12 Alla cena del diavolo ……….…………………….………………………................13 Silenzi ……...……………………...………….………………..............….....……...14 Oggi………………………………………………………………………………….15 Indifferenza …………………………….……………………………..............…......16 Alla deriva …………………………….………………………………..............…...17 Timore …………………………………………………….……………..............….18 Ah …………………………………….…………………………………..................19 Arabeschi …………………………………….………………………………...........20 L’abbandono ……………………………….……………..............….....…………...21 Misero …………………………………….……………………..............…......……23 Il senso qual è? ………………………………….……..............….....……………...24 Vecchia presenza …………………………….………………………..............…......25 Vento ……………………………….………………………………………..............26 La voce sussurra ………………………….……………………………..............…..27 Cronologia del tempo…………………………….…………..............….....………..28 Eppure mi basta sentire la tua voce ………………….…………..............….....……29 Passione ………………………………………….……………………….................30 Esclave ………………………………….……………………………..............….....32 Getterò ……………………………….…………………………………..............….33 Senza ritorno ……………………………….………………..............….....………...34 La cinciallegra ……………………………….…………………………..............….35 Tiritera semplice …………………….……………………………….…...................36 Le parole ………………………….………………………………………................37 Filastrocca non ho tempo ..…… …………….………………………..............…......39 Viaggio ………………………………….………………………………..............….40 Storie …………………………………….……………………………..............…....41 Tempesta ………………………………….………………………………................43 Non tutto è perduto ………………………….…………………..............….....…….44 Come una conchiglia ………………………….……………………..............….......45 Perdersi …………………………………….………………………..............…........46 Mia città …………………………….…………………………………….................47 Sara ……………………………………….………………………...…..............…...49 Angelo …………………………………….…………………………...............…....50 Noi ……………………………….……………………………..............….....……..51

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A piedi nudi ………………………….…………………………………..............….53 Grassa ……………………………………….……………………………................54 Pazzia …..…………………………………….……………………………...............55 Quid ………………………….……………………………………………...............57 Acqua che …………………………….……………………………………….….....58 Riconducimi …………………………….………………………..............…....…….59 Non resisto ……………………………….……………………………..............…...60 Cercami …………………………………….…………………………..............…....61 Acidate…………………….……………………………………................................62 Domani, domani…………………….…………………………………….................63 Mancanza…………………….……………………………………............................64 E’amore…………………….……………………………………..............................65 Slave…………………….……………………………………...................................66 Legami…...………………………………………………..........................................67 Cristalli…...……………………………………………….........................................68 L’avvenire…...……………………………………………….....................................69 Requiem.………………………………………………..............................................70 Bianche bugie…...………………………………………………...............................71 Utopia di libertà…...………………………………………………............................72 Epilogo………………………………………………………………………………73 Tracce………………………………………………………………………………..74

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Caterina Certa è nata a Mazara del Vallo (Trapani) il 02/01/1960 vive e lavora a Piacenza, scrive per diletto.

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Ha partecipato tramite l’associazione Athena Millennium

al concorso nazionale “La città del sole” 28 giugno 2004 classificandosi al 3° posto

con la poesia “Le parole”

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Premio speciale della giuria al VII ° Premio di poesia “Emozioni e magie del Natale” 11 dicembre 2004

con la poesia “Mia città”

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Finalista al 17° concorso di poesia “Valtidoncello” 11 settembre 2005

con la poesia “Angelo”

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Finalista al concorso "Sulle tracce di Eva" Associazioni culturali Il Faro e ViaVai Roma 08 marzo 2008

con la poesia "Grassa "

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Segnalazione di merito alla III^ Edizione Concorso internazionale di Poesia di Aprilia (LT)

denominato: In Memoria di Carmelina Ghiotto Zini 06 Dicembre 2009 con la poesia "Tracce"

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Info:

email: [email protected]

blog:

http://certacaterina.splinder.com/

associazione culturale: http://www.athenamillennium.it/lnk-utenti/ricerca.php?tipologia=autori

edizioni ebook on line:

http://www.lulu.com/content/1962714

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Per la realizzazione di questo libro ringrazio per la collaborazione Nando Taccogna

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