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SALUTE & FAMIGLIA Editore: Pixel - Reg. Trib. Ancona n. 12 del 27/06/2003 • POSTE ITALIANE SPA Sped.in abb. postale D.L. 353/2003 Conv. in L: 27/02/2004 n. 46 Art. 1, Comma 1, DCB Ancona n. 47 Settembre Ottobre 2011 Euro 2,00 CREPET FERMEZZA COI FIGLI ANCHE ADOTTATI ONCOLOGIA A JESI MEDICINA ESTETICA PIU’ BELLI A TUTTI I COSTI Funziona la cartella clinica a domicilio

SENZAETA' - SALUTE E FAMIGLIA OTTOBRE 2011

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SENZAETA' - SALUTE E FAMIGLIA OTTOBRE 2011

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SALUTE & FAMIGLIA

Editore: Pixel - Reg. Trib. Ancona n. 12 del 27/06/2003 • POSTE ITALIANE SPA Sped.in abb. postale D.L. 353/2003 Conv. in L: 27/02/2004 n. 46 Art. 1, Comma 1, DCB Ancona

n. 47SettembreOttobre 2011 Euro 2,00

CREPETFERMEZZA COI FIGLIANCHE ADOTTATI

ONCOLOGIA A JESI

MEDICINA ESTETICAPIU’ BELLIA TUTTI I COSTI

Funziona la cartella clinica a domicilio

La crisi?Non è poi tanto male!Vediamo perché...

L’estate ci ha por-tato preoccupa-zioni e l’autunno

si presenta come unagrande incognita per lamaggior parte dellefamiglie italiane. Non sitratta solo di questionieconomiche ma di unaprospettiva che moltinon vedono chiara epositiva per i proprifigli. Credo però che lecrisi aiutino a fare chia-rezza e che per questonon debbano essere vis-sute solo come eventi negativi. Quando le possibilità economiche calano siamo costret-ti a fare delle scelte e ciò non è affatto negativo. Durante i tempi delle vacche grassenon si pongono problemi, si è portati a pensare che tutto vada bene e che si possa dor-mire tra quattro guanciali: è il periodo in assoluto più pericoloso proprio perché siabbassano le difese e si rinuncia all’ingegno. La crisi invece costringe a pensare, a sop-pesare, a guardare in profondità. Dal punto di vista educativo, tutto ciò non è affattonegativo. Se un genitore deve scegliere tra spendere per la formazione del proprio figlioe le sue vacanze o i suoi vestiti, è costretto a valutare con oculatezza il positivo che c’ènell’una o nell’altra scelta. Non si può delegare, si devono assumere delle responsabili-tà. Io sono particolarmente contento di questo, proprio perché ero a disagio quandovedevo che l’educazione dei figli non comportava né scelte né valutazioni di merito:andava bene tutto, soprattutto quello che faceva la maggioranza dei genitori. La crisiporterà molti italiani a combattere per i diritti indifferibili: un buon asilo per tutti ibambini, una scuola di qualità e di professionalità, un’università qualificata. Fino a ierila maggioranza dei genitori italiani si è occupata d’altro, ora non lo può più fare: lacrisi incombe e dovremo tirarci su le maniche, tutti, nessuno escluso. E’ l’ora delle scel-te, non della politica, ma finalmente dei cittadini.

di Paolo Crepet

EDITORIALE

RUBRICA DI PAOLO CREPETDobbiamo avere il pugno duro coi figli, anche se adottati 6

PILLOLE 7

MINISTERO DELLA SALUTERicoveri ospedalieri in diminuzione 8

SALUTEOncologia e oltre: Jesi ha la cartella clinica del futuro 11

INRCAAlta formazione: l’Inrca come modello 12Longevità attiva nella società di domani 13

SANITA’ MARCHERiorgaqnizzazione della Sanità: al via le Aree Vaste 16-18

TURISMO SOCIALEAlla vacanza non si rinuncia, purché sia “concentrata” 20-21

SPECIALE ESTETICAMi ci gioco la faccia 23Estetica a tutti i costi 24Perché un intervento di chirurgia? 26-27

BIO GENERAZIONEDal SANA di Bologna la BioGenerazione del futuro 31Biologico: il settore che meglio regge la crisi 32-33Com’è la situazione del biologico in Italia? 34AlmaverdeBio: gli ingredienti del successo 35Vivere in una Valle Bio 36BioRegione Marche: sviluppo e comunicazione 37Il ruolo dell’Assam: l’unico ente certificatore pubblico 38-39Dall’agricoltura biologica, cibi sani e genuini 40La Coldiretti promuove l’agricoltura biologica 41

RUBRICA DALLA PARTE DEL CITTADINOAncora precari? Importanti novità 45

PILLOLE 47

SE VUOI RICEVERE DIRETTAMENTE A CASA TUA LA RIVISTA SENZAETA’FAI IL VERSAMENTO TRAMITE BOLLETTINO POSTALE (COMPILATO COME SOTTO),

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www.senzaeta.it - [email protected] PIXEL REDAZIONE via Valenti, 1 - 60131 Ancona - Tel. 071.2901110direttore responsabile: luca guazzati caporedattore: riccardo milani Hanno collaborato: Sara Santacchi, Mauro Ragaini, Luigi Sfredda, Lino Rignane-se, Julian Burnett, Claudio Acacia, Laura Berrettini, Nicoletta Di Benedetto, Fran-cesco Cherubini, Elisa Massarini, Nicolò Scocchera, Jurij Bogogna.Comitato scientifico SENZAETA’: Direttore prof. Paolo Crepet, prof. Paolo Busi-lacchi, direttore Scuola Ecografia, radiologo, prof.ssa Marieli Ruini, antropologa,Università La Sapienza, avv. Giovanni Conti, legale, dott.ssa Maria Lucchetti,Inrca, dott.ssa cav. Paola Michelacci, Turismo sociale.Stampa ROTOPRESS LoretoReg.Trib.Ancona n. 12 del 27/06/2003 - POSTE ITALIANE SPA Sped.in abb. posta-le D.L. 353/2003 Conv. in L. 27/02/2004 n. 46 Art. 1, Comma 1, DCB AnconaAbbonamenti Versamento con bollettino postale intestato a Pixel, Via Valenti, 1 -60131 ANCONA c/c 75639823 - 10 euro per 6 numeri

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di luca guazzati

Una rivista. Un giornale. Senzaetà ha lanciato la sfida da tantianni. Vuole essere la vetrina delle novità in materia sanitaria.Proporre attività e progetti sociali utili alla comunità in cui

viviamo. Essere anche e soprattutto giornale di approfondimentoscientifico nelle tante argomentazioni che il lettore, attento più di ieri,pretende chiare, complete e aggiornate da chi scrive.Rivista e giornale insieme, dunque, per “raccontare” in senso positivola Salute, oggi. Formato famiglia. Sul cartaceo ma anche sul web. Inrete per far partecipare tutti. Ora qui si presentano due priorità che,nel mio nuovo mandato di direttore responsabile, (affiancando per-sone di alto valore e cultura come lo stesso Crepet), devo osservare efar osservare con tenacia dalla mia redazione.Primo, saremo la rivista che passa in rassegna le eccellenze sociosa-nitarie che pure ci sono, nel mare di malasanità che vediamo purtrop-po su quotidiani e tv. Questo perché vogliamo essere utili e costituire“servizio”. Non fare solamente “grancassa” insieme alle tante voci chehanno buon gioco nell’evidenziare solo ciò che non funziona. Secon-do: vogliamo lanciare Progetti di servizio.Guardare all’educazione deigiovani come con la scuola per genitori, al mutamento della famigliae della società, come per la longevità attiva. Al lavoro possibile e acome affrontare la pensione, cosa sempre più difficile! Vogliamo infi-ne, con il nostro stile, semplice, giornalistico, fornire guide e approfon-dimenti regionali, come nel caso dell’Agenda della Salute che distri-buiremo a Natale nella sua terza edizione. Una cosa è certa: va recu-perato il ruolo stesso di giornalista (un po’ come quello di “politico”).Deve tornare ad essere affidabile, preciso, utile.Sono tornato per questo, ci lavorerò duramente.

Sommario

Siamo una coppia sposatada 16 anni; io ho 45 anni emia moglie 42, abbiamo

un figlio adottato in Ucraina dinome Stanislav, dall’età di 3anni e mezzo, ci sta togliendo lavita e rischiamo entrambi diperdere il lavoro. Ora ha 12anni ma si comporta come se neavesse 18, continuamente michiama “uomo scimmia, devimorire”, poi deve morire anchela mamma, “voi non siete deibravi genitori, rimarrete soli e

tu mamma non sei statacapace nemmeno di

avere un

figlio per cui appena io me neandrò rimarrete soli come deicani”. Quest’anno farà la secon-da media e non vi dico conquante pene abbiamo superatoproblemi con altri compagni.Non prepara la borsa per lascuola, non scrive bene i compi-ti sul diario, consuma voluta-mente molte penne di scolorinasui banchi sporcando anche isuoi vestiti, consuma pennebuttando i tappi e distrugge legomme per cancellare. A casanelle sue crisi dovute ad esem-pio a delle punizioni meritateha reagito con le seguenti rot-

ture:

telecomando tv distrutto;memorie per telefoni inservibi-li; abilita servizi telefonici chesucchiano il credito; rompe imobili della sua stanza e dellacasa; ogni oggetto che fa partedell’economia e del sudore deinostri sacrifici lui cerca diannientarli. Ieri sera è statopunito perchè la madre era altelefono e lui chiedeva di sbri-garsi perchè doveva uscire conl’amico. Avrei dovuto accom-pagnarlo io. Abbiamo deciso,dato che aveva cominciato ilsuo elenco di brutti terminisoprattutto rivolti a me, di nonfarlo più uscire, lui per rispostaha scaraventato il cellulareiphone a terra distruggendolo,stava per alzare le mani allamadre ed aveva minacciato difarlo a me, ho subito chiama-to il 113 ed è intervenuto pren-dendo i dati, informandoloche al momento se lui conti-nuerà verrà seguito dagliassistenti sociali e se perseve-ra al compimento del 14 anno

di età avrebbe avuto l’ade-guato protocollo che si usa

in questi casi. Cari saluti da Enrico ed

Elena

Cari Genitori, il problemaprincipale delle coppieche hanno adottato un

bambino è quello dei sensi dicolpa: non si vuole - per motivipiù che comprensibili - che quelbambino o bambina possaancora soffrire e quindi si cercadi viziarli in tutti i modi possibi-li immaginabili, ancor di più diquanto si faccia oggi con i figlinaturali. Vostro figlio è l’esem-pio di un preadolescente chetenta di liberarsi dalle regoleeducative e cerca di svincolarsidalla vostra presenza: se vincelui si perderà e voi morirete dicrepacuore. E’ una battaglia dif-ficile che però dovete vincere atutti i costi. Ciò che avete fatto èla cosa giusta: non so se baste-rà, ma l’aver chiamato i carabi-nieri potrebbe aiutarlo a farglicapire che ci sono limiti che nonpossono essere superati. Badateperò a non tornare indietro: selo fate perderete la vostra resi-dua autorevolezza e allora imargini di manovra sarannodavvero pochi e deboli.

RUBRICA | SCUOLA PER GENITORI

La rubrica del prof. Paolo Crepet per la rivista Senzaetà affronterà il tema delicato del cambia-mento della società, della famiglia e dei complicati rapporti genitori-figli, con le devianze che neseguono.Per scrivere al prof. Crepet e alla sua Scuola per Genitori:ssccuuoollaaggeenniittoorrii@@vvii..aarrttiiggiiaanniinneett..ccoommccrreeppeett..ppaaoolloo@@ggmmaaiill..ccoommwwwwww..ssccuuoollaaggeenniittoorrii..iitt wwwwww..iimmpprreessaaffaammiigglliiaa..iitt

Dobbiamo avere il pugno duro coi figli...anche se adottati

“Il problema principale dellecoppie che hanno adottato un bambino è quello dei sensi di colpa: non sivuole che il piccolo possa ancora soffrire e quindi sicerca di viziarlo in tutti i modi”

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“A volte serve alzare la voce”

Itermini «polifenoli» o «antocia-nine», di cui sono ricchi i pic-coli frutti ci sono oramai quasi

familiari, perché sempre piùspesso leggiamo di ricerche chene confermano le proprietà salu-tari. E gli ipotizzati effetti protetti-vi vanno dal contrastare il declinodelle funzioni cognitive legatoall’invecchiamento, alla preven-zione dei tumori, dalla protezionedella salute cardiovascolare, sinoalla riduzione del rischio di malat-

tie metaboliche. Ma,attenzione, perché seè vero che i piccolifrutti meritano unposto di riguardo nella sana ali-mentazione (anche perché, oltreai polifenoli, contengono altreimportanti sostanze come fibraalimentare, vitamina C, potassio),è però anche vero che prima dipensare che ne basti una coppet-ta per ottenere tutti i citati benefi-ci bisogna ricordare che buona

parte degli studi su que-sti alimenti (e sul lorocontenuto di polifenoli)è stata condotta su ani-mali, talvolta usandoquantità di estratti dimirtilli e di altri piccolifrutti impossibili da rag-giungere con le abitualiporzioni di consumo.

Altro che crisi di mezza età. Oggigià a 20 o 30 anni si comincianoa fare i conti con una miriade di

scelte di vita che scatenano un auten-tico panico e mandano in cortocircui-to tutte le nostre sicurezze. Risultato:ansia da prestazione, senso di soffoca-mento e perfino depressione. Insom-ma, tutti i sintomi classici del disagiotipico dei 40-50enni definito “crisi delquarto di vita”. “Adesso si è molto piùliberi di fare dei cambiamenti all’iniziodell’età adulta rispetto a quanto succe-deva in passato – ha spiegato un ricer-catore – perché c’è una maggior fluidi-tà nel mondo del lavoro, nel matrimo-nio o nelle alternative allo stesso. Oggisi va in crisi molto prima e le causesono da individuare nella ricerca frene-tica di un lavoro, nella necessità di faresoldi ecc...”.

L'aria inquinata e l'esposi-zione al traffico favorisco-no attacchi cardiaci con

un forte aumento di rischio per lapopolazione. La proporzione diinfarti causati dall'inquinamentoè molto simile a quella di altri notifattori di rischio come lo sforzofisico, il caffè, l'alcol, le droghe.Se a livello individuale l'inquina-mento dell'aria aumenta di appe-na il 5% il rischio di infarto, a

livello di popolazione, l'inquina-mento finisce per causare moltipiù infarti della droga. Al primoposto come causa di infarti c’èl'esposizione al traffico (+7,4%),seguita dallo sforzo fisico (6,2%),poi l'alcol (5%), il caffè (5%), l'in-quinamento atmosferico (4,8%),le emozioni negative (3,9%), larabbia (3,1%), i pasti pesanti(2,7%), le emozioni positive(2,4%), il sesso (2,2%).

PILLOLE |

Frutti di bosco...per mantenersi giovani

La ‘crisi del quartodi vita’... depressi

già a 20 anni Il nostro cervello, si sa, è pigro al risveglio: cimette ben 5 minuti prima di iniziare a "carbu-rare", al mattino o dopo il pisolino pomeridia-

no. Alcuni ricercatori italiani sono riusciti a sve-lare le cause di questa débâcle. La ridotta attivi-tà elettrica di diverse aree cerebrali causa, nei pri-

mi minuti dopo il sonno, una minore efficienzarispetto al momento in cui ci addormentiamo. Lostudio mostra che nei primi 5 minuti dopo averaperto gli occhi, l'intera corteccia cerebrale pre-senta una consistente diminuzione dell'attivitàelettrica a elevata frequenza, tipicamente asso-ciata a uno stato di veglia vigile. I ricercatori han-no identificato per la prima volta la base cerebra-le del fenomeno definito "inerzia del sonno" e checonsiste in una dissociazione tra la percezione diessere svegli e un rallentamento della capacitàsensoriali e di integrazione, mediato dalle areeposteriori del cervello. Lo studio ha dimostratoche le aree posteriori coinvolte nell'analisi e inte-grazione delle informazioni sensoriali sono quel-le che continuano a presentare un'attività elettri-ca sincronizzata tipica del sonno, come se fosse-ro le più lente a svegliarsi.

Facciamo un ritratto degli italia-ni a tavola... Ci sono i "salutistiattenti" (pari al 18% degli ita-

liani) che vizi e stravizi alimentarinon sanno nemmeno che cosa sia-no; i "compensatori" la maggioran-za (47%) che alternano una corret-ta alimentazione a piccoli sfizi; infi-ne i "gaudenti frettolosi" (35%) chesi concedono molti peccati, spes-so mangiano fuori casa, ma chetalvolta saltano anche il pasto. Laricerca ha disegnato un'Italia dipersone convinte di mangiare inmaniera equilibrata e varia, disaper limitare grassi e così via.Anche se poi le conoscenze realisono piuttosto carenti. Solo un ita-liano su quattro sa quante calorie

si dovrebbero ingerire in media inun giorno (circa duemila, ma anchedi meno se non si fa moto). Alta esignificativa la percentuale di italia-ni che mangiano in casa almenouna volta al giorno: 69%. Buonenotizie anche sul fronte dell’idrata-zione: la maggioranza degli intervi-stati fa attenzione a quanto beve ela percentuale di consumatori bibi-te gassate e, o zuccherate è piùbassa di quanto si potrebbe crede-re: ne fa uso una o più volte al gior-no il 10% della popolazione e, alpolo opposto, «mai o quasi mai»,il 42%. Preoccupante, invece, lapercentuale relativa a chi ha la cat-tiva abitudine di saltare un pastouna volta al giorno, pari al 4%.

Quante calorie?Lo sa solouna persona su 4

Rischio infarto: aumenta con traffico e inquinamento

Il cervello è lento al risveglio

L’attività ospedaliera inItalia stimata per l’anno2010 si attesterebbe a

11.085.404 ricoveri, in diminu-zione del 4,9 % rispetto all’anno2009. In particolare, la riduzio-ne sembrerebbe particolarmen-te marcata per il day hospitalper acuti e per riabilitazione. Legiornate di degenza, anch'essestimate, risultano pari a circa70,7 milioni e si riducono del 3,7%.E' quanto evidenziato nel Rap-porto preliminare sull'attività diricovero in Italia per l'anno2010, elaborato dal Ministerodella Salute in base ai dati rica-vati dalle schede di dimissioneospedaliera (SDO).Il tasso di ospedalizzazione del2010, comprensivo delle varietipologie di attività (acuti, riabi-litazione e lungodegenza, regi-me ordinario e day hospital), ècirca 174,5 per 1.000 abitanti, indiminuzione rispetto al 184,4per 1.000 abitanti del 2009 e al193 per 1.000 del 2008.La riduzione più evidente siregistra nel tasso di ospedaliz-zazione per acuti che passa, peril ricovero ordinario, da 124 per1.000 abitanti nel 2009 a circa120 per 1.000 abitanti nel 2010,e per il ricovero diurno, da circa

53 a 47 per 1.000. La variabilitàregionale nella composizionedel ricovero tra modalità diurnae ricovero ordinario e nei volu-mi di prestazioni persiste.Le dimissioni con DRG chirur-gico raggiungono circa il 41,5%,e confermano il trend di cresci-ta rispetto agli anni precedenti;i ricoveri chirurgici eseguiti inday surgery costituiscono il31,5% delle dimissioni con DRGchirurgico.La degenza media è sostanzial-mente stabile da diversi anni eposizionata su 6,7 giorni. Ladegenza media pre-operatoria

scende lievemente a 1,87 giorni.L’elevata incidenza di particesarei, fenomeno prettamenteitaliano, mostra solo una lievediminuzione, nonostante sianostati messi in atto dalle regioniripetuti e significativi interven-ti. La percentuale rispetto altotale dei parti è di 38,2% nel2010, con valori massimi regi-strati in Campania (61,6) e Sici-lia (52,8). In particolare valorisuperiori al 40% di parti cesareisi rilevano in tutte le regioni delcentro-sud ad eccezione dellaSardegna (dato 2009).La pubblicazione offre una ana-

lisi preliminare dei dati delleschede di dimissione ospedalie-ra per l’anno 2010, come risul-tanti alla data del 5 aprile 2011:i dati sono ancora provvisori epassibili di integrazioni e modi-fiche. Ove mancanti, i dati sonostati integrati con il corrispon-dente periodo dell’anno prece-dente, in modo da considerarein ogni caso un arco temporaledi 12 mesi a beneficio della leg-gibilità e confrontabilità deidati. La copertura delle struttu-re ospedaliere, pubbliche e pri-vate, del flusso informativo2010 è complessivamente pari acirca 89%.

Ricoveri ospedalieri:in diminuzione rispetto al 2009

RICERCA | MINISTERO DELLA SALUTE

Il Ministro della Salute prof. Ferruccio Fazio

Se parto per… è una guidainterattiva che permette atutti gli assistiti (cioè tutti

coloro che sono iscritti e a caricodel Servizio Sanitario Nazionale -SSN) ed a tutti gli operatori sani-tari, di avere informazioni suldiritto o meno all’assistenzasanitaria durante un soggiornoo la residenza in un qualsiasiPaese del mondo; in particolaredi avere informazioni su:

• come ottenere l’assistenzasanitaria in un qualsiasi Paesedel mondo;

• a chi rivolgersi;• come richiedere eventuali rim-

borsi.

Come si utilizza la guidaDovrai rispondere a tre doman-de:• Dove vai?• Per quale motivo?

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Tutte le tue scelte saranno gui-date ed avrai a disposizionel’elenco di tutti i Paesi del mon-do; l’elenco di tutti i possibilimotivi del viaggio e l’elenco ditutte le tipologie di utente previ-ste (lavoratore, studente, ecc.).Consulta la guida interattiva Se parto per… al sito del Mini-stero della Salute.

www.salute.gov.it/

Se parto per... L’assistenza sanitaria all’estero

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Ci sono almeno 24 patolo-gie diverse che si possonocombattere camminan-

do. Non conta che sia una pas-seggiata lunga, una corsa, unpercorso più o meno faticoso,ma il segreto sta nella quotidia-nità di questa buona e sana abi-tudine. Tanto sana che per chipersevera e dedica ogni giornoun po' di tempo al movimentoall’aria aperta, abbinato adun’alimentazione corretta edimenticando le sigarette,potrebbe scongiurare malattiecome il diabete, l’obesità, l’iper-tensione, la depressione,l’osteoporosi. A ognuno, natu-ralmente, il suo ritmo e il suo

passo. Camminare non ha con-troindicazioni ed è il modo piùsemplice ed efficace per dareesercizio fisico a ogni età. Rige-nera il corpo e lo spirito e,secondo i ricercatori inglesi del-l’università di East Anglia aNorwich, che hanno messoinsieme i risultati di 40 studidiversi compiuti tra il 2006 e il2010 da vari atenei, contribui-sce in modo schiacciante amigliorare e mantenere un buo-no stato di salute delle persone.Le conclusioni sono racchiusein un lungo elenco di patologieche si possono evitare conl’esercizio. Ecco i gruppi mag-giori cui appartengono: proble-

mi cardiovascolari, infarti,ischemie vengono ridotti; dimi-nuisce il rischio di diabete ditipo 2, osteoporosi, depressio-ne, obesità, ipertensione; sipossono prevenire diverse tipo-logie di cancro, e soprattuttol’esercizio aiuta a guarirne pri-ma; camminare aiuta in vec-chiaia a rallentare l’arrivo ditutte le malattie degenerativelegate alla memoria e al cervel-lo; per gli uomini spesso è untoccasana nel combattere i pro-blemi di erezione. “Gli studianalizzati mostrano che la dura-ta e qualità della vita dipendonoda un mix complesso di fattori,tra cui lo stile di vita, la prove-

nienza geografica e pure la for-tuna. Gli individui hannocomunque almeno un elementodi controllo su alcuni di questifattori, si pensi al peso, alla die-ta, al fumo e all’attività fisica”,ha commentato uno dei ricerca-tori, che consiglia anche in chemodo sfruttare l’attività fisicaper ridurre i rischi di malattie.Per gli adulti fino ai 65 annisono consigliabili 150 minuti asettimana di passeggiate, ovve-ro circa mezzora per 5 giorni su7. Per chi già è allenato a fare dipiù, bastano anche 20 minuti dijogging per 3 volte a settimana.

Il Dipartimento politiche anti-droga del governo ha annun-ciato che nel 2009 i consumi di

droga si sono ridotti di un quar-to rispetto all'anno precedente,con un calo evidente anche nel-la popolazione generale dei gio-vani fra i 15 e i 19 anni.Negli stes-si giorni, però, uno studio del-l'Istituto di Psichiatria e Psicolo-gia dell'università Cattolica diRoma ha richiamato l'attenzionesu altre forme di dipendenza deigiovani: analizzando i comporta-menti di poco meno di 3mila stu-denti delle superiori, si sono

accorti che l'11% soffre di shop-ping compulsivo (diffuso soprat-tutto fra i minorenni, che sperpe-rano la paghetta in un baleno),l'8,5% non riesce a fare a menodell'esercizio fisico, il 7% giocad'azzardo alle slot-machine odovunque capiti.La dipendenza da internet pareinvece meno frequente di quan-to si temesse: poco più dell'1%degli adolescenti non riesce astaccarsi dalla rete. Come nelcaso dello studio del CNR di Pisa,i ricercatori hanno verificato chele dipendenze vanno spesso a

braccetto l'una con l'altra, a con-fermare l'esistenza di una "sin-drome da dipendenza" dovuta auna predisposizione psicopato-logica di base. Ma perché i ragaz-zi oggi sembrano così fragili difronte alle dipendenze? Probabilmente colpa della fami-glia e gli altri "contenitori" istitu-zionali tipici, dalla chiesa allascuola, non hanno più il peso diuna volta. Giovani sempre piùdisorientatiche si trovano difronte a una maggior possibilitàdi scelta e occasioni per trasgre-dire.

I nostri ragazzi? Sono troppo fragili E’boom di malattie ses-suali in Europa e l’Italialancia l’allarme: anche

nel nostro paese il contagio èmolto alto. Secondo i dati delprimo rapporto dell’Ecdc,European center for deseasecontrol, il quale ha raccolto idati relativi alle patologieveneree degli ultimi 10 anni, icasi di malattie a trasmissionesessuale sono in continua cre-scita. Nel nostro paese le infe-zioni a trasmissione sessualesono circa mezzo milione l’an-no. I problemi più diffusi nellapenisola sono i condilomi el’herpes genitale.

Malattie sessuali:è boom in italia

Una passeggiataal giorno...toglie 24 malattiedi torno!

La camminata sarebbe il modomigliore per scongiurare alcune

patologie tra le più comuni. Utile contro diabete, ipertensione,

osteoporosi

SALUTE |

Sede legale e uffici Via Saffi, 4tel. 071-50103200fax 071-50103206

Gestione di Residenze per Anziani e DisabiliGestione Centri Diurni per Minori

Gestione Asili NidoGestione Comunità Protette

Servizi di Assistenza DomiciliareServizi Educativi Scolastici e Territoriali

Cooperativa SocialeCOOSS Marche

Basta avere un pc portatileper seguire un paziente adomicilio, in modo che

anche l’infermiere può assistereun malato terminale e seguirlotutti i giorni, in contatto costan-te e in tempo reale, con i repar-ti ospedalieri e il laboratoriod’analisi, il medico della terapiadel dolore, il medico di base, seserve il fisiatra, lo psichiatra,etc…Funziona così la cartella clinicaa domicilio. L’ospedale di Jesiha un’eccellenza che rassicurapazienti e medici. Il repartoOncologia infatti su intuizionedel precedente primario GiorgioRossi, fin dal 1996, ha avviato la“Cartella Clinica Informatizza-ta” del paziente. La cartellanasce come ospedaliera e sirivela uno strumento ecceziona-le. Lo I.O.M., Istituto Oncologi-co Marchigiano, per volontàdella sua Presidente Anna Qua-glieri, sulla scia dell’esperienzaospedaliera investe nella “Car-tella Clinica Integrata a domici-lio”, utile al medico di base perconoscere la situazione presen-te e storica di ogni paziente,famiglia per famiglia. E’ l’APRAdi Jesi che dando continuità alservizio e grazie alla sua ricercain innovazione tecnologica hapotuto fornire all’equipe delreparto oncologico, guidata oggidal dott. Vitaliano Pieroni e alloI.O.M. di Jesi un sistema nuo-vo, appunto la cartella clinica

prima, quella a domicilio poi.Quest’ultima permette di segui-re ogni paziente da casa fornen-do in tempo reale dati e notiziecon un software web collegatoon line, dove possono ancheconsultarsi subito più mediciinsieme, senza spostarsi. “E’ unsistema ancora unico in Italia –ci confermano all’Ospedale diJesi – Spesso avere informazio-ni aggiornate, subito, può esse-re di grande aiuto”. “Non si trat-ta – spiega Pieroni – di un’ospe-dalizzazione domiciliare. Ma ilmedico di famiglia grazie allavoro fatto con IOM e ASUR5può trarne grande giovamentovelocizzando le visite e le tera-pie, seguendo più pazienti e piùda vicino. Oggi per la terminali-tà, il 60% di pazienti è a casa,seguiti attraverso la cartella cli-nica a domicilio”.Il responsabile degli infermieridel servizio I.O.M., AngeloGalasso, ci conferma che anchegli infermieri possono cosìmonitorare costantemente imalati di lungo corso da casa,facendoli sentire meno soli etenendoli sempre d’occhio. Imedici di base testimonianoquanto questo sistema sia unostrumento in più, integrato allaloro rete Millewin già in essere,che guarda al futuro, ci dice ilDott. Bruno Borioni.

Qualche esempio? Si può inter-venire direttamente via compu-ter per modificare una terapia,per intervenire sulla terapia deldolore, oppure per regolarel’uscita degli stupefacenti gior-nalieri dall’ospedale: di normafare queste operazioni “costava”al paziente o alla famiglia tre oquattro giorni di tempo…Da Jesi questa esperienza dilungo corso ha suscitato anchela curiosità di Piero Angela, perla trasmissione scientificaSuperquark. La Cartella clinica a domicilio èun work in progress ma di gran-

de sviluppo e prospettive specienel campo delle cure palliative. L’obiettivo? E’ l’adeguatezzadella risposta alle esigenze delpaziente, intesa anche come piùvelocità e meno burocrazia,soprattutto in fase terminale.Anche se ovviamente, restainsostituibile la presenza delmedico accanto a chi soffre.

Oncologia e oltre: Jesi ha la cartella clinica del futuro

SALUTE | CARTELLA CLINICA

Un sistema on line innovativoper curare a domicilio i pazienti gravi,operativo già dal febbraio 2010

La sede dell’Apra Informatica,l’azienda che ha fornito

la cartella clinica integrataa domicilio

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Con la dott.ssa FabriziaLattanzio direttore scien-tifico dell’Inrca, torniamo

ad occuparci di Formazione.Come IRCCS, Istituto di Ricercae cura a carattere scientifico,infatti l’Inrca ha proprio comeprincipale scopo, oltre che ilfare assistenza e ricerca, anchel’Alta Formazione. “Anzitutto bisogna intendercisul termine Alta Formazione –spiega la Lattanzio – Non è solola tipica formazione aziendaleche tutti enti pubblici e privati,organizzano di norma al pro-prio interno. L’Inrca metteinfatti il suo expertise, il knowhow e le conoscenze accumula-te nel tempo e frutto di attivitàassistenziali dirette, a disposi-zione di altre strutture e opera-tori in tutto il territorio naziona-le, dunque rivolgendo all’ester-no corsi e master dedicati allafase post lauream. Tali corsi di perfezionamentosono frutto di accordi e conven-

zioni stipulati con diversi Ateneie facoltà, nelle varie sedi chel’Inrca ha a livello nazionale. Nesono un esempio a Milano l’ac-cordo con la Bicocca oppure aRoma con S.Andrea e ancora aCosenza con l’Università dellaCalabria”.Due sono i temi identificatiattualmente in modo mirato e

scientifico: infermiere di ricer-ca, una laurea di fatto che valo-rizza e specializza la mansionefondamentale dell’infermiere; e

l’infermiere geriatrico.“Abbiamo anche un masteravviato con l’Università diCamerino che alla sua secondaedizione ha molto successo: èper il data manager, sulla ricer-ca clinica. Sempre sui temi avocazione geriatrica – concludela Lattanzio – è nostra intenzio-ne aprirci nel tempo alla colla-borazione con altre facoltà”.Dunque ecco in che cosa consi-ste l’Alta Formazione che l’Inrcasvolge oltre al tradizionale Pia-no di Formazione interno per ilproprio personale dipendente,che ogni anno viene presentatoalla Regione Marche che nefinanzia lo svolgimento. Proprio sulle tre caratterizza-zioni: ricerca clinica, epidemio-logica, e infermieristica si giocal’alta specializzazione dell’In-rca, apprezzata a livello nazio-nale e in grado di “esportare”dunque presso altri istitutiesterni il suo stesso know how.

Alta formazionel’Inrca come modello

INTERVISTA | INRCA

Il direttore scientifico Fabrizia Lattanzio spiega il valore aggiuntodei master nella ricerca infermieristica e nella geriatria

La legge Calabrò sul testamento biologico haavuto una nuova accelerata dopo il caso di Tre-viso (il decreto di un giudice che riconosce a

una paziente di rifiutare le cure salvavita e che affi-da al coniuge di garantire che le volontà sianorispettate dai medici).La legge Calabrò non consen-tirebbe nulla di tutto questo. Un altro punto trovainvece il dissenso di buona parte del mondo medi-co, cioè il modo con cui i politici hanno “eliminato”l'ostacolo dell'alimentazione forzata. Le volontà delpaziente non hanno importanza perché “non si trat-ta di un atto medico”. E, quindi, non potrà mai esse-re accanimento terapeutico e nessuno potrà rifiu-tarla. Gli specialisti in materia, pochi peraltro in Ita-lia, sono rimasti perplessi.“È terapia vera e propria -commenta Paolo Orlandoni, primario di terapianutrizionale all'Inrca di Ancona - con tanto di linee

guida. Durante il dibattito politico ho sentito defi-nirla "nutrizione assistita, erroneamente definitaartificiale". In realtà è un atto medico paragonabilealla dialisi. Non è come "dar da mangiare agli affa-mati”. E per ogni indicazione c'è una miscela dinutrienti adeguata, da studiare con attenzione difronte a malati che non dicono "ho fame" o "non hopiù fame"”. Orlandoni non ha tutti i torti. La farma-co-nutrizione in alcuni casi, come negli ictus e ingeriatria, è anche efficace. E sbaglia chi sostiene chetutti la possano fare. Peraltro, in molte zone del Pae-se o mancano gli specialisti o i centri attrezzati. Conrischi da incompetenza. Se si sbaglia la miscela sirischia la sottonutrizione o l'ipernutrizione, che inun paziente in stato vegetativo porta complicanzeanche gravi. Insomma, nutrendo male si può ancheuccidere.

La nutrizione assistita: un atto medico per specialisti

Fabrizia Lattanzio, direttore scientifico dell’Inrca

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“L’Inrca mette a disposizione

il suo expertise, il know how e le conoscenze

accumulate,rivolgendo

ad altre strutture e operatori

corsi e masterdi alto livello”

Sappiamo che la personaanziana è un valore e unarisorsa. Lo abbiamo impa-

rato dentro ogni famiglia, strettadalle quotidiane necessità delvivere moderno.Ma forse non siamo abituati avalutare il nuovo ruolo della ter-za età nel mutamento sociale chestiamo vivendo, sempre piùveloce, sempre più totale.Il prof. Enrico Paciaroni, illustremedico geriatra, è uno dei padrifondatori dell’Inrca. Ha dedicatoun libro di approfondimento aduno dei temi più importanti edelicati del momento: la longevi-tà attiva. Due gli spiriti guida delsuo lavoro: far comprendere atutte le generazioni che saperinvecchiare può essere un piace-re. E che la persona anziana èsenza dubbio una risorsa attivanella società che cambia. Così,nel momento in cui scopriamoche sempre più nelle famigliesono i nonni a mandare avanticasa, a informarsi e leggere igiornali, a stirare e fare i lavoret-ti di casa, a pagare le bollette e afare le spesa, a seguire i compitidei nipotini e andare a prenderlia scuola… allora di colpo la terzaetà diventa utile, necessaria, irri-nunciabile. Sono sempre loro idepositari dell’educazione, delrispetto, della saggezza. Spessola loro pensione è anche unamanna dal cielo per far quadra-re i conti alla fine del mese.Paciaroni si avvale della consu-lenza della direttrice scientificadell’Inrca dott.ssa Fabrizia Lat-tanzio e dell’organizzazione ecoordinamento di SulmanaRamazzotti e Marzio Marcellini.Molti gli spunti originali come lariscoperta della sessualità. La nuova consapevolezza nellascelta dei consumi, il mantener-si in forma, la cosmesi e la curadella propria immagine. Ma nonè tutto. L’analisi della terza etàpropone la società anziana come“società avanzata”. E’ quella che

“consuma” quotidiani e tv ed haun insospettato potere d’acqui-sto. Ma è anche quella che amaviaggiare, fa volontariato, hatempo e capacità di scegliere,selezionare, pensare.Dall’altro lato, le preoccupazionifrutto dell’età, sono passate inrassegna con leggerezza e rigorescientifico al tempo stesso. L’au-mento di peso dovuto alla dimi-nuzione di movimento, l’alimen-tazione calibrata, la depressione,non sono dovuti a stress. Inoltrela necessità di un nuovo welfareche pensi alla longevità attivanon solo come sostegno e solida-rietà ma come fattore economi-co, con prodotti mirati, attenzio-ni e innovazioni tecnologiche,anche qui, business del domanitutto da sviluppare. Se l’Italiaambisce a rimanere Paese indu-striale, d’altronde, è ora chequalcuno inizi a investire in talsenso. Perché nessuno pensaall’anziano come target, comeconsumatore, come personaattiva ed esigente?E’ questa sfida a tutto campo sulpiano culturale, scientifico, eco-nomico e sociale la vera protago-nista del libro di Paciaroni che,edito da Pixel Ancona, stampatoda Tecnostampa Loreto, presen-tato nell’ambito delle manifesta-

zioni per il Congresso Eucaristi-co Nazionale di Ancona, si avva-le di un’iconografia illustre, qua-dri di grandi artisti dedicatiall’età della maturità. Perché inogni tempo l’anziano è stato esarà un valore.

Longevità attiva nella società di domani

LONGEVITA’ ATTIVA | INRCA

Ormai è un appuntamentoannuale al quale non sipuò mancare. Il 56° Con-

gresso Nazionale organizzatodalla SIGG (Società Italiana diGerontologia e Geriatria), que-st’anno si terra dal 29 novembreal 3 dicembre a Firenze. Unappuntamento atteso per ilmondo della Geriatria nazionale,molti i professori e ricercatoriillustri che porteranno la propriaconoscenza al servizio di medicie professionisti del settore.Anziano fragile, decadimentouditivo, dolore cronico, deficitcognitivo, cure palliatice sonosolo alcuni degli argomenti cheverranno trattati all’importantemeeting che si svolgerà al Palaz-zo dei Congressi.Il Congresso Nazionale ospiteràanche il 12° Corso per Infermieri,

il 10° Corso di Riabilitazione, il 7°Corso per Psicologi e il 6° Corsoper Assistenti Sociali. Cinquegiorni dedicati agli anziani, allenuove tecniche di studio e dicura per far vivere meglio e più alungo quelle persone chedovrebbero essere considerateancora di più un valore aggiuntodella nostra società e non unpeso.

Verso il 56° Congresso Nazionale Sigg

Enrico Paciaroni, uno dei padri fondatori dell’Inrca e autore del libro “La Longevità Attiva”

Presentato il libro di Enrico Paciaroni,analisi del valore edel ruolo della terza età. Dal sesso alla tv:ecco il nuovo consumatore

DI LUCA GUAZZATI

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Da millenni si discute sucosa sia la felicità e comefare per conseguirla,

riconoscerla, mantenerla.Per certi versi essa viene consi-derata una chimera, che i piùconoscono per sentito dire,inseguono, sentono sempre die-tro l’angolo, o si accorgono delsuo passaggio quando ormai ètransitata ed è divenuta partedel regno dei ricordi.Siamo veramente sicuri di desi-derare la felicità, intesa comestato d’animo raggiante e sola-re, di essere predisposti a rico-noscerla, e soprattutto ci sentia-mo pronti e degni di accettarla? E, ancora, siamo proprio sicuriche sia la condizione ultima,fisiologica di ciascun essereumano?O non è forse riduttivo ridimen-sionare l’ampio spettro di mani-festazioni emotivo-affettiveumane ad un’unica con-dizione?Forse è ancheper questo

che nel-

l’antichità, più propriamenterispetto ad oggi, si equiparava iltermine felicità a quello piùvasto di ben-essere, inteso comeperfetto accordo di mente, cor-po, spirito.Il crescente uso, e spesso abuso,oltreoceano, così come di recen-te anche in Italia, di antidepres-sivi non sembra essere in grado

di risolvere questaannosa questione,

che pare attene-re più ad unad i m e n s i o n eesistenziale,che non stret-tamente chi-mico-farma-cologica.Il farmaco è

come se, meta-f o r i c a m e n t e ,

togliesse la polvere insuperficie, ma non ciò

che la riproduce costante-mente.

Oggi essere felici non cibasta più.

Nei tempi odierni, in cuisi può acquistareverosimilmente di

tutto, non ci acconten-tiamo di qualche sorri-

so aggiuntivo o di un po’di serotonina in più nel

sangue. Cerchiamo altro.Qualcosa che non si acqui-

sta, ma che, forse anche per

questo, sta acquisendo un valo-re sempre maggiore.Lavorare sulla sinergia mente,corpo, spirito è una scelta attiva,consapevole, concreta, la deci-sione di dire sì alla proprianatura, l’assumersi la responsa-bilità della propria vita, modifi-cando schemi e comportamentidisfunzionali, privilegiandoquelli più consoni e rispondentia quel che ci si sente nel profon-do.E’ il sapere e sentire qual è lapropria strada, il proprio per-corso, i propri processi. E’ iltracciare il cammino, giornodopo giorno, passo dopo passo,facendo le proprie esperienze,senza imitare né inseguire imodelli preconfezionati vigenti.È il cucire il proprio abito su sestessi, liberandosi di quellistretti e stantii del passato, evi-tando il pret a porter unifor-mante, convenzionale, standar-dizzato, spesso inadeguato alleproprie esigenze.In questo processo ci si puòrendere pian piano contodella ricchezza interiore edel panorama di vissuti,sensazioni, percezioni checiascuno ha dentro. Si impara ad attribuireloro pari dignità, valore ediritto di esistenza. Sicomincia a riappacificarsied accettare pienamente tut-

to quel che emerge, rendendosiconto che la vita propria e altruiè molto più vasta e inaspettata-mente piacevole che non unapiatta a prevedibile ricerca del-la felicità.All’apparenza paradossale, que-sto percorso aiuta a rendersiconto come la gioia si può cono-scere tramite il dolore, il cielosereno attraverso le nuvole, isorrisi tramite le lacrime. Per-ché l’esistenza è molto più diquel che possiamo immaginareo prevedere mentalmente. Eporsi degli obiettivi troppo spe-cifici, a volte, rischia di limitaretroppo il nostro orizzonte esi-stenziale, rendendoci cosìinsoddisfatti e prigionieri (dinoi stessi) a priori. Questa è lavera, prima, sofferenza. Ma cosìcome ce la siamo creata, abbia-mo in noi anche gli strumentiper superar-la.

SALUTE | PSICOLOGIA OLISTICA

Chi vuol essere felice?DI ANNA FATA

PSICOLOGA OLISTICASiamo veramentesicuri di desiderarela felicità, di esserepredisposti a riconoscerla, esoprattutto ci sentiamo pronti e degni di accettarla?

Ben-essere, felicità, disagio psichico: cosa vogliamo veramente

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Dalle Zone territorialiall'Area vasta: la Sanitàmarchigiana si riordina

per consolidare i risultati rag-giunti e programmare il pro-prio futuro sulla base dei nuo-vi scenari istituzionali che pri-vilegiano il modello federalistaanche in tema di gestione del-le risorse pubbliche. Lo preve-de una proposta di legge dellaGiunta regionale che proseguel'opera di riorganizzazione delServizio Sanitario Regionale.Lo scorso anno, con l'approva-zione della legge regionale17/2010, era stato potenziato ilruolo della Regione nel gover-no del sistema. Ora si delineaun nuovo assetto dell'Aziendasanitaria unica regionale(Asur), introducendo il livellosovrazonale di Area Vasta, giàsperimentato in via ammini-strativa. La proposta di leggesostituisce le attuali 13 Zonecon 5 Aree vaste, non necessa-riamente coincidenti con i ter-ritori provinciali. L'Area Vastarappresenta il punto di riferi-mento sovra zonale per razio-

nalizzare le funzioni ammini-strative, tecniche e logistiche,per contrastare sprechi edisfunzioni, per liberare risor-se a vantaggio dei servizigarantiti ai cittadini. “Tenendoconto dell'esperienza positivamaturata in questi anni - sot-tolinea il presidente dellaRegione, Gian Mario Spacca -

intendiamo semplificare ulte-riormente il modello organiz-zativo dell’amministrazionedella sanità allo scopo di tra-sferire risorse dal-la burocrazia aiservizi per i citta-dini e di raziona-lizzare ancora dipiù l'utilizzo delle

risorse per contrastare lapesante riduzione dei trasferi-menti statali imposta dallemanovre finanziarie, in modo

ISTITUZIONI | REGIONE MARCHE

Riorganizzazionedella Sanità marchigiana:al via le Aree Vaste

Contenere ulteriormente la spesa farmaceutica e migliorare l’assistenza sanitaria attra-verso un uso appropriato dei medicinali. È l’obiettivo della Regione Marche che raffor-za gli interventi adottati negli ultimi anni, grazie ai quali è riuscita a limitare l’incremen-

to di spesa del Servizio sanitario regionale portandolo dal 2,7 allo 0,9 per cento nello scorso triennio. Risorse che sono state investite per miglio-rare i servizi sul territorio e per compensare i minori trasferimenti statali. Il progetto interregionale verrà sviluppato insieme alle Aziende ospe-daliere Ospedali Riuniti di Ancona e Marche Nord, l’Inrca e Asur. Le disposizioni per la “convenzionata” mirano ad aumentare l’utilizzo di alcunifarmaci non coperti da brevetto. Le disposizioni per la farmaceutica “ospedaliera”prevedono prescrizioni che riguardano l’uso di farmaci ad altocontenuto tecnologico, la valutazione della loro appropriatezza, il monitoraggio del consumo degli stessi, l’aumento della distribuzione trami-te le farmacie degli ospedali.“Le deliberazioni adottate dalla Regione – sintetizza l’assessore alla Salute, Almerino Mezzolani – sono in linea conquelle emanate negli anni precedenti e rafforzano i provvedimenti per contenere la spesa farmaceutica. La delibera non va a discapito dellaqualità delle prestazioni assistenziali, ma rafforza l’utilizzo appropriato dei medicinali. Le ulteriori azioni intraprese sono in linea con quelle sta-bilite a livello nazionale, in quanto le Regioni devono rispettare tetti di spesa ben definiti”.“Attraverso le delibere adottate si migliora l’efficien-za della prescrizione farmacologica e si garantisce il cittadino in termini di reale appropriatezza prescrittiva in relazione alle loro necessità tera-peutiche – spiega il direttore del Dipartimento per la Salute e per i Servizi Sociali Carmine Ruta – Si otterrà, inoltre, il netto miglioramento delraccordo tra ospedale e territorio, che si tradurrà in un accompagnamento del paziente lungo tutto il percorso assistenziale”.

Assistenza farmaceutica, nuovi provvedimenti della Regione Marche per contenere la spesa

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L’assessore regionale alle Politiche Sociali, Luca Marconi con il presidente Gian Mario Spacca e l’assessore allaSanità Almerino Mezzolani durante la conferenza stampa di presentazione della riorganizzazione sanitaria

Diminuire la burocrazia, libe-rare le risorse, aumentare emigliorare i servizi. Sono le

priorità della nuova legge per lariorganizzazione del Servizio sani-tario regionale proposta dallagiunta e approvata dal consiglioregionale. La novità maggioreconsiste nel passaggio dalle 13zone territoriali alle 5 aree vastefinora sperimentate solo in viaamministrativa. A spiegare neiparticolari la riorganizzazione inatto è l’art. 11 del provvedimentoche sancisce che le aree vastesono articolazioni dell'ASUR, conambiti territoriali definiti e hannoil compito di assicurare alla popo-lazione residente le prestazioniincluse nei livelli essenziali di assi-stenza (LEA) e l'equo accesso aiservizi e alle funzioni di tipo sani-tario, sociale e di elevata integra-zione sanitaria, organizzate nelterritorio.

COMPETENZELe aree vaste provvedono, in par-ticolare:• alla definizione degli obiettivi disalute secondo gli indirizzi deli-neati dalla pianificazione azienda-le e al loro perseguimento attra-verso i piani di area vasta;• alla gestione delle risorse umanee strumentali dei servizi sanitari diarea vasta;all'integrazione dei ser-vizi sanitari con i servizi sociali;• al coordinamento dei servizisanitari di area vasta relativi ai dif-ferenti livelli assistenziali (ospeda-le, distretto, prevenzione);

• alla rilevazione, all'orientamentoe alla valutazione della domandasocio-sanitaria, alla verifica delgrado di soddisfacimento dellastessa, nonché alla valutazionecomplessiva de consumi;• alla corretta utilizzazione dellerisorse assegnate;• alla gestione dei rapporti diinformazione e collaborazionecon la Conferenza di area vasta dicui all’articolo 20 bis; alla negozia-zione con le organizzazioni sinda-cali, sulla base degli indirizziaziendali.

FUNZIONISono esercitate a livello di areavasta:a) le funzioni concernenti l'assi-stenza sanitaria individuate nel-l'atto aziendale;b) le funzioni concernenti l'ammi-nistrazione del personale, com-prese le procedure di reclutamen-to e la valutazione della dirigenza,il supporto al controllo di gestio-ne, il rischio clinico;c) le funzioni concernenti l’acqui-sizione di beni e servizi, l'esecuzio-ne di opere e lavori, nonché lagestione dei magazzini e dellalogistica, delegate dal Direttoregenerale e le funzioni concernen-ti la gestione del patrimonioimmobiliare con riferimento agliatti di disposizione diversi daquelli concernenti l'alienazione, lapermuta e la costituzione di dirit-ti reali.

AREA VASTA TERRITORIALE N. 1Comuni: Acqualagna; Apecchio; Audito-

re; Barchi; Belforte all'Isauro; Borgo Pace;Cagli; Cantiano; Carpegna; Cartoceto;Colbordolo; Fano; Fermignano; Fossom-brone; Fratte Rosa; Frontino; Frontone;Gabicce Mare; Gradara; Isola del Piano;Lunano; Macerata Feltria; Mercatello sulMetauro; Mercatino Conca; Mombaroc-cio; Mondavio; Mondolfo; Monte Ceri-gnone; Monte Porzio; Montecalvo inFoglia; Monteciccardo; Montecopiolo;Montefelcino; Montegrimano Terme;Montelabbate Montemaggiore alMetauro; Orciano di Pesaro; Peglio; Per-gola;Pesaro;Petriano; Piagge; Piandime-leto; Pietrarubbia; Piobbico; Saltara; SanCostanzo; San Giorgio di Pesaro; SanLorenzo in Campo; Sant'Angelo in Lizzo-la; Sant'Angelo in Vado; Sant'Ippolito;Sassocorvaro;Sassofeltrio;Serra Sant'Ab-bondio; Serrungarina; Tavoleto; Tavullia;Urbania; Urbino.AREA VASTA TERRITORIALE N. 2Comuni:Agugliano;Ancona;Apiro;Arce-via;Barbara;Belvedere Ostrense;Camera-no; Camerata Picena; Castelbellino;Castelcolonna; Castelfidardo; Castelleo-ne di Suasa; Castelplanio;Cerreto d'Esi;Chiaravalle; Cingoli; Corinaldo; Cupra-montana; Fabriano; Falconara Marittima;Filottrano; Genga;Jesi;Loreto; MaiolatiSpontini; Mergo; Monsano; Monte SanVito; Montecarotto; Montemarciano;Monterado; Monteroberto; Morro d'Al-ba;Numana;Offagna;Osimo;Ostra;OstraVetere; Poggio San Marcello Poggio SanVicino; Polverigi ; Ripe; Rosora;San Marcello; San Paolo di Jesi; SantaMaria Nuova; Sassoferrato; Senigallia;Serra de' Conti; Serra San Quirico; Sirolo;Staffolo.AREA VASTA TERRITORIALE N. 3Comuni: Acquacanina; Appignano; Bel-forte del Chienti; Bolognola; Caldarola;Camerino; Camporotondo di Fiastrone;Castelraimondo; Castelsantangelo sulNera;Cessapalombo;Civitanova Marche;Colmurano; Corridonia; Esanatoglia; Fia-stra; Fiordimonte; Fiuminata; Gagliole;

Gualdo; Loro Piceno; Macerata; Matelica;Mogliano; Monte San Giusto; Monte SanMartino; Montecassiano; Montecavallo;Montecosaro;Montefano;Montelupone;Morrovalle; Muccia; Penna San Giovanni;Petriolo; Pieve Torina; Pievebovigliana;Pioraco; Pollenza; Porto Recanati; Poten-za Picena;Recanati;Ripe San Ginesio;SanGinesio; San Severino Marche; Sant'An-gelo in Pontano;Sarnano;Sefro;Serrape-trona;Serravalle di Chienti;Tolentino;Tre-ia; Urbisaglia; Ussita;Visso.AREA VASTA TERRITORIALE N. 4Comuni: Altidona; Amandola; BelmontePiceno; Campofilone; Falerone; Fermo;Francavilla d’Ete; Grottazzolina; Lapedo-na; Magliano di Tenna; Massa Fermana;Monsampietro; Morico; Montappone;Monte Rinaldo; Monte San Pietrangeli;Monte Urano; Monte Vidon Combatte;Monte Vidon Corrado; Montegiberto;Montegiorgio; Montegranaro; Monte-leone di Fermo; Monterubbiano; Mon-tottone; Moresco; Ortezzano; Pedaso;Petritoli; Ponzano di Fermo; Porto SanGiorgio; Porto Sant’Elpidio; Rapagnano;Sant’Elpidio a Mare; Servigliano;TorreSan Patrizio.AREA VASTA TERRITORIALE N. 5Comuni: Acquasanta Terme; AcquavivaPicena; Appignano del Tronto; Arquatadel Tronto; Ascoli Piceno; Carassai; Casteldi Lama; Castignano; Castorano; Colli delTronto;Comunanza; Cossignano;CupraMarittima;Folignano;Force;Grottamma-re;Maltignano;Massignano;Monsampo-lo del Tronto; Montalto delle Marche;Montedinove; Montefalcone Appenni-no; Montefiore dell’Aso; Montefortino;Montegallo; Montelparo; Montemona-co; Monteprandone; Offida; Palmiano;Ripatransone;Roccafluvione;Rotella;SanBenedetto del Tronto; Santa Vittoria inMatenano; Smerillo; Spinetoli;Venarotta.

ISTITUZIONI | REGIONE MARCHE

senzaetà |17

da preservare la qualità delleprestazioni". “Il coordinamen-to assicurato dall'Area Vasta -spiega l'assessore alla Salute,Almerino Mezzolani - consen-te di aggregare l'attività di piùzone limitrofe, individuandoquesto nuovo livello come rife-rimento per l'ottimizzazionedei servizi attraverso la pro-grammazione integrata e ilsuperamento delle frammen-tazioni gestionali. Il sistemasanitario regionale vieneaggiornato, privilegiando unasemplificazione dei livelliorganizzativi e gestionali, sen-za limitare le prestazioni

garantite in questi anni”. Conla proposta di legge vengonorafforzate ulteriormente lefunzioni di Area vasta, del Col-legio e della Conferenza diArea vasta, salvaguardando iprincipi di equità e riequilibrioterritoriale nella distribuzionedelle risorse e dei servizi sociosanitari. Contestualmentevengono potenziate le funzionioperative dei Distretti, cherappresentano il livello di baseper la gestione integrata eappropriata dei servizi sanita-ri, socio sanitari e sociali, inraccordo con gli enti e le comu-nità locali di riferimento.

La scheda tecnica delle Aree Vaste

“Il coordinamentoassicurato dall'Area

Vasta consente diaggregare l'attività

di più zone vicine,così da ottimizzare i servizi attraverso

la programmazioneintegrata e il

superamento delleframmentazioni

gestionali”

Almerino Mezzolani, assessore regionale alla Sanità

E’ ormai definitiva la riorganiz-zazione della sanità regionale enon possiamo più parlare difase di passaggio. L’accellera-zione è stata data proprio inquesti giorni estivi, in cui lariforma è stata approvata dalConsiglio Regionale.E’ una riforma di non poco con-to e di non scarso impatto sul-l’erogazione dei servizi sui citta-dini. Si andrà verso un’estermasemplificazione srutturale, dal-le 13 Zone territoriali (eredi del-le 13 ASL fino al 2003) a 5 AreeVaste corrispondenti alle 5 pro-vince marchigiane, da 29distretti territoriali a 13. Nellalogica del risparmio dei costitutto verrà ridotto.Non sono questi numeri chemeritano una riflessione, si pos-sono ritrovare su tutti i giorna-li. Né tantomeno merita unariflessione l’efficacia o menodella riforma, visto che si dovràaspettare qualche tempo pervalutarla.L’interessante è valutare checosa ci ha fatto arrivare fin qui.A parte la situazione economicagenerale di indubbia difficoltà,le Marche, occorre dirlo, nonhanno mai registrato grossivolumi di affari per quantoriguarda il settore sanitario.Non hanno mai rappresentatog r a n d i s s i m e

eccellenze(tranne

che in

pochissimi casi), né sono statemai territorio di “turismo sani-tario”, come è capitato invecealla nostra vicina Emilia Roma-gna.Nessun siciliano, per dire, hamai fatto tanti chilometri appo-sta per venire a passarsi unavisita ad Ancona, che non hamai avuto una consistente tra-dizione in tal senso.Il sistema nazionale e poi regio-nale ha contribuito a fornireservizi a tutti, servizi medi maassicurati in gran numero a tut-ti. La città di Ancona ha avutofino ad ora strutture sanitarie insovrappiù, considerato il nuem-ro degli abitanti. Fino al 1999,per farsi un elettrocardiogram-ma, l’anconetano aveva sempli-cemente l’imbarazzo della scel-ta.Ora si chiude, invece e siinverte la rotta. Il fatto che leMarche tendano a proporsicome regione virtuosa in questosenso, fa pensare. Anche l’Emi-lia Romagna deve contenere icosti, ma ancora riesce a fornirequei servizi essenziali che ogginelle Marche vengono tagliati,come se fossero servizi d’elite.L’Emilia Romagna, però, parteda una situazione di bilanciopubblico profondamente diver-sa. Il sistema sanitario già datempo provvedeva alle Conven-zioni con le innumerevoli strut-ture private del territorio (inparticolare nella città di Bolo-gna), risparmiando su tempi ecosti. Non così le Marche, doveil sistema convenzionale si è

imposto rela-tivamen-

te di

recente e dove l’offerta dellasanità privata non era così variae numerosa come accadeva nel-la nostra vicina di casa.Nelle Marche la riorganizzazio-ne si pone obiettivi chiari.Secondo quanto viene riportatoin bocca all’Assessore Mezzola-ni, occorre liberare a favore del-la parte sanitaria le poche risor-se disponibili dal taglio dei tra-sferimenti dal Governo centra-le.Questo significa risparmi etagli concentrati sull’areaamministrativa e tecnica, a par-tire dal personale.Il punto focale è: chi svolgerà lemansioni tradizionalmente affi-date al personale amministrati-vo? Chi starà al front office perle prenotazioni, i pagamentidelle prestazioni? Chi starànegli uffici ad applicare e adinterpretare le disposizioni con-tenute in leggi, leggine, circola-ri e quant’altro?Risposta. Il personale sanitario.Ora, si sa che tradizionalmentegli infermieri possono svolgereanche attività di supporto diquesta natura. Accade spesso, inparticolare nelle strutture terri-toriali. Questo grazie ad unaloro relativa elasticità e adatta-bilità professionale congenita,

direi. Non si può dire la stessacosa per il personale sanitarioappartenente a quelle che ven-gono definite “le nuove profes-sioni”.Tecnici di radiologia, di labora-torio e della prevenzione adesempio non sono disposti, inquesto momento, a svolgereanche mansioni amministrati-ve, poiché non rientra nella pro-pria professionalità.Non parliamo, poi, delle vecchieprofessioni, come quella medi-ca. Il rapporto medici-ammini-strazione è sempre stato contro-verso. A sentire loro, gli ammi-nistrativi non vanno bene dauna parte perché solo il medicosa le cose che devono esserecomprate o le cose che devonoessere fatte/non fatte. Gliamministrativi vanno bene dal-l’altra perché non si può chiede-re ai medici di svolgere determi-nate mansioni. I medici sonomedici.Una riorganizzazionesanitaria di questo tipo nonpotrà non venire a patti conspinte e contraddizioni di que-sto tipo. E questo lo farà quan-do verrà applicata integralmen-te e avrà dato prova di sé sul ter-ritorio e negli ospedali. E non èper adesso.

Appunti in libertà sulla riorganizzazione sanitaria

OPINIONI | SANITA’

DI LUIGI SFREDDA

18 | senzaetà

Il Congresso EucaristicoNazionale quest’anno ecce-zionalmente si è svolto ad

Ancona dal 3 all’11 settembre.Uno dei primi problemi daaffrontare, in questi casi in cuila presenza di Benedetto XVIrichiama folle di pellegrini (si èstimato attorno a 300mila per-sone), è la logistica e l’ospitali-tà.Ebbene proprio l’accoglienza adAncona, nei giorni della visitadel Papa e del Congresso Euca-ristico Nazionale è stata studia-ta nei minimi particolari.Nell’ambito delle dislocazionidegli ospiti in città per la XXVedizione del Congresso Eucari-stico Nazionale e per la visitadel Santo Padre, l’11 settembrescorso, le autorità ecclesiastiche

hanno avuto una “via preferen-ziale”. Infatti i Vescovi che han-no partecipato al Congresso esoprattutto alla S. Messa cele-brata da Papa Benedetto XVIhanno potuto contare, sia perquanto riguarda la sicurezzanegli spostamenti e nell’allog-gio, sia per la partecipazione ailavori stessi, sulla disponibilitàdi un’intera nave a loro riserva-ta. La Frittelli Maritime diAncona, ha messo a disposizio-ne del Comitato organizzativodel CEN proprio l’ammiragliadella Adria Ferries che la seradel 10 settembre non è ripartitaalla volta di Durazzo ma è rima-sta a disposizione dei suoi“insoliti” ospiti, alla centralissi-ma banchina 12 del porto diAncona, proprio a pochi passi

da dove è atterrato il SantoPadre con l’elicottero.A bordo anche gli uffici dellaConferenza Episcopale Italianae quelli liturgici, in modo da

facilitare scambi e contatti con irappresentanti delle Diocesiitaliane ed affiancare all’acco-glienza anche l’opportunità dilavorare in tutta tranquillità.

Al Congresso Eucaristico la “giornata di bordo” dei vescovi

PROGETTI |

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Oltre 500 i partecipanti alla manifestazio-ne podistica amatoriale “Nonno/a &nipote... una città in movimento” che

dopo un rinvio a causa del maltempo si è svol-ta a Falconara mercoledì 3 agosto in piazzaMazzini.Moltissimi i corridori che si sono sfidati lungo i3 percorsi che si snodano per le vie di Falcona-ra. “Tutti hanno potuto partecipare alla gara:l’unica regola: stare in movimento – ha spiega-to Tarcisio Pacetti, organizzatore dell’evento -Quest’evento è nato per gioco, ma grazie allacollaborazione di Amministrazione comunale,società sportive e associazioni cittadine, par-tner commerciali e sponsor, siamo convinti diaver creato qualcosa di storico per Falconara”.L’evento, organizzato di concerto da Comunedi Falconara Marittima, associazione Amici perlo Sport, CNA zona nord Ancona e Atletica Fal-conara ha visto il sostegno di moltissimi spon-sor privati.Non è mancato di certo l’AVIS di Fal-conara Marittima.Per l’occasione anche i negozi del centro han-no approfittato rimanendo aperti fino a tardasera per lo shopping by night. Terminate legare, poco prima delle premiazioni, si è tenutauna “Cocomerata sotto le stelle”, con 7 quintali

di angurie offerte.“Venendo dal mondo della scuola - ha afferma-to l'assessore comunale alla pubblica istruzio-ne Stefania Signorini - è inevitabile cheapprezzi iniziative come questa che promuo-vono la vicinanza e il rapporto tra le generazio-ni: in questo modo si coniuga l’attività sporti-va con lo spirito familiare.Ma c’è anche un altroaspetto, quello di rendere viva piazza Mazzinie il centro pedonale, che si sposa con la nostravolontà di riappropriarci e animare il cuorepulsante della città.Anche da un punto di vistalogistico, con l’idea di affiancare alla gara unpercorso gastronomico, l’evento va nella stes-sa direzione della volontà dell’Amministrazio-

ne di costruire un percorso ideale tra le zonedella città”.

Una città in movimento, Falconara fra sport e sociale

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La “Riviera del Conero”, ammiraglia dell’Adria Ferries che ha ospitato i vescovi nella notte fra 10 e 11 settembre

Quest’anno la vacanza èstata… una necessità, unbisogno, quasi una libe-

razione per chi, nonostanteabbia cercato in tutti i modi diresistere fino all’ultimomomento per far fronte alrisparmio, alla crisi, ai tagli…alla fine proprio non ha potutofare a meno di godersi un meri-tato relax.Anche in momenti bui di “fondobarile” come si dice, piuttosto sirinuncia a comperare un vestitoo un televisore nuovo, ma comesi fa a non andare in vacanza!E allora, ecco la scelta: menogiorni di ferie, meno distanze dacolmare per ottimizzare il tem-po complessivo della durata, masoprattutto qualità del luogo econcentrazione assoluta dieventi per avere tutto a disposi-zione, svago, comodità e benes-sere.Con tale considerazione di fon-do – che appare una reale rifles-sione sul mutamento degli usi ecostumi dei vacanzieri in gene-re, degli italiani in particolare –

la nostra consueta intervistacon la dott.ssa cav. Paola Miche-lacci, titolare del Grand HotelMichelacci di Gabicce e di unacatena di numerosi altri alber-

ghi, si trasforma in un primobilancio estivo… che riservaqualche sorpresa.“Anzitutto, la prima caratteri-stica della nuova tipologia disoggiorno cui abbiamo assistito,anche in base alle prenotazioniavute, è stata la velocità. Vale adire fare tutto in breve tempo,concentrare insieme le opportu-nità, ridurre i giorni a disposi-zione al minimo - afferma laMichelacci - Se d’altronde unostacco dalla città e dal lavoro ènecessario per chi ha resistitofino all’ultimo, l’esigenza pri-maria di andare in vacanza peralmeno una settimana (quandonon addirittura solo un weekend allungato di 4-5 giorni) cor-

risponde all’altra fondamentalenecessità di concentrare in quelpoco tempo il divertimento, lavisita culturale, l’escursione neiluoghi più belli, il mangiare tipi-co, i trattamenti di benessere edi bellezza, per assicurarsi oltreal consueto soggiorno balneareanche qualcosa di più…”.Allora, se ci mettiamo neipanni degli operatori delturismo, beato chi riesce adoffrire così tanto in cosìpoco tempo…“Vero: in questa terra, fra leMarche e la Romagna, chiama-ta non a caso Quality Valley pertutto ciò che può offrire al di làdel mare, siamo fortunati. L’en-troterra ha tante e diverse ric-

FOCUS | TURISMO SOCIALE

Alla vacanzanon si rinuncia purchésia “concentrata”

DI JULIAN BURNETT

“In un periodo di crisi ecco

la scelta migliore:meno giorni di

ferie, meno distanze da

colmare, masoprattutto qualità

del luogo e concentrazione

assoluta di eventiper avere tutto a disposizione:

svago, comodità ebenessere”

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chezze culturali, tipicità, mani-festazioni che attirano moltoogni tipo di turista. Ma noi chesiamo ‘del mestiere’, sappiamoche tutto questo non basta. Chiha sofferto sono coloro che conpoche camere e piccole struttu-re, non sono riusciti a far frontea tale richiesta di ‘concentrare’l’offerta mantenendone qualitàe varietà. Così, i tour operator,le agenzie e internet, hannodato ragione a chi invece offretanto. La ricetta? Chi è piccolo,deve mettersi in rete e investire.Chi è attrezzato, deve innovaree inventarsi sempre nuovi even-ti”.Il GHM di Gabicce in que-sto caso ha sempre notevo-li “aperture” ed idee. Qual èl’ultimo grido della modain fatto di vacanza?“Particolari consensi riscuotesempre la nostra Maison d’O, laspa dell’Hotel che è un centrobenessere molto curato con pro-poste innovative e originali,come il sabbiamed, la stanza delrelax per eccellenza. Ma dire che

la vacanza-benessere è unamoda è riduttivo: è davveroun’esigenza. Anche quest’annoperò il Michelacci ha aperto lesue porte e partecipa a iniziati-ve popolari molto importanti,come la Notte Rosa, oppure ilcampionato del mondo di cicli-smo per giornalisti. In questicasi la collaborazione con ilComune e fra gli albergatorilocali, porta a Gabicce migliaiadi persone in più…”.

Booking CenterP.zza Giardini Unità d’Italia, 1

61011 Gabicce Mare (PU)Tel. 0541-954361 • Fax 0541-954544

www.michelacci.com [email protected]

Il Wpcc, il campionato del mondo di ciclismo per giornalisti si tie-ne a Gabicce dall’8 all’11 settembre e vede centinaia di parteci-panti da tutto il mondo.Presentato dal sindaco Curti alla presen-

za di Marino Bartoletti, con presenze di campioni di oggi e del pas-sato, la manifestazione coinvolge le strutture di sette grandi alber-ghi locali fra cui il Grand Hotel Michelacci, dove sabato 10 si terràla cena di gala alla presenza delle autorità e dei protagonisti dellastampa.

Campionato mondiale ciclismo giornalisti: il 10 settembre

cena di gala al GHM

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Paola Michelaccifa un primo bilanciodella stagioneturisticae delle nuoveabitudinidei vacanzieria partire dalle presenze registratenella Quality Valley

Q

...mi ci gioco

la faccia

Speciale MEDICINA ESTETICA:gli interventi,i prezzi, i centri...e le problematiche

Dalla medicina estetica alla chirurgia plastica, dalbotulino al bisturi, la linea sottile che divide il trat-tamento dall’intervento. Oggi l’estetica conta molto

nel lavoro e nella professione, nella vita sociale, nella vita ingenere. Così, è sempre più facile dire addio a piccoli e gran-di difetti, di varia natura e ai disagi veri o presunti che siportano dietro.Con l’aiuto di esperti e medici scopriamo se il “gioco vale lacandela”, ossia se i costi di solito alti portano risultati posi-tivi e di che tipo.Ma ricorrere al medico per una questione estetica è sola-

mente una moda, un surplus dettato dal benessere? Oppu-re un bisogno psicologico, un sentirsi più sicuri di se stessi,un conforto psicologico?

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SPECIALE | ESTETICA

Prima ancora che parlare dibisturi, come va di modaadesso forse anche con

troppa leggerezza, approfondia-mo un argomento, l’apparire informa, dove la materia medicaserve e può essere davvero mol-to utile.Oggi infatti la societànon solo richiede nel lavoro enella vita moderna uno stilepersonale più curato e attento.Molti psicologi affermano che lapersona che dedica più tempo ase stessa è comunque determi-nata e tenace e le statistiche por-tano dati inequivocabili sul loromigliore destino, in carriera,nell’amore, nel rispetto e nellaposizione sociale ricoperta.L’aspetto estetico dunque con-ta. E la Medicina Estetica oggiha fatto passi da gigante nel cor-reggere piccoli difetti e i segnidell’invecchiamento, magarisolamente attraverso una sedu-ta di due ore in un ambulatorioe con spese contenute.Ma vediamo fin dove si può arri-vare, senza ricorrere all’inter-vento chirurgico: anzitutto itrattamenti più richiesti riguar-

dano ovviamente il volto, conmigliorie come trattamenti rivi-talizzanti, antirughe, fuller (conacido ialuronico) soprattuttoper il recupero dell’elasticitàdella pelle, stiramenti del sotto-gola e alleggerimento delle bor-se sotto gli occhi o delle palpe-bre cadenti.Certo, con l’età, potrebbe nonbastare allora di solito oltre amassaggi, creme e trattamentidi bellezza occorre migliorarel’alimentazione, cadenzarla,esporsi meno al sole, etc etc.A questo punto, se migliora lapelle e il sorriso, (sono semprestati considerati interventi este-tici anche lo sbiancamento deidenti, la sostituzione delleamalgame consumate e viadicendo) non si può fare a menodi “dare un’occhiata” a quellepiccole imperfezioni che posso-no accompagnare la persona,maschio o femmina che sia.Vogliamo parlare di naso, orec-chie e nei.Ma qui, occorre apri-re il capitolo chirurgia, anche seper ora in modo “leggero”,appunto.

“Estetica a tutti i costi”

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SPECIALE | ESTETICA

La chirurgia estetica rappresenta un ancora di “salvezza”per chi non si sente a proprio agio nel proprio corpo ocomunque per quelle donne che dopo una o due gra-

vidanze, solcata la soglia dei 40 anni vuole riacquistare lafemminilità del tempo passato. Ebbene il 25% delle italianetra i 45 ed i 60 anni, per realizzare questo desiderio spessochiede dei finanziamenti in banca. A porre l’accento sullaquestione il chirurgo plastico Giulio Basoccu, primario delReparto di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva dell’INI (IstitutoNeurotraumatologico Italiano) che sottolinea anche comegli interventi correttivi più richiesti,con questa modalità sia-no legati ad aspetti dovuti alla maternità: l’addominoplasti-ca e l’aumento del seno (mastoplastica additiva), rispettiva-mente causati dal rilasciamento dei muscoli e della pelledella pancia post-maternità e dell’afflosciamento del senocausato dall’allattamento.

Chirurgia estetica: i ritocchi delle donne dopo i 45 anni anche col mutuo

Il costo o i prezzi dei singoli trattamenti di medicina este-tica dipendono da vari elementi. Prima di tutto occorrevalutare, dopo un’attenta visita in studio con il medico

estetico, la situazione di partenza della paziente.Ciascun inestetismo può verificarsi in modo più o menoimportante o rilevante da una paziente all’altra e anche lacura per quel particolare problema può essere leggermen-te diversa da un caso all’altro.Ma da cosa dipendono i prezzi dei trattamenti? Teniamopresente che i prezzi dipendono da molte variabili, quali ilcompenso per il medico, la struttura dove avviene il tratta-mento e i materiali (o apparecchiature mediche) utilizzati.Infatti ciascun medico estetico, a seconda della propriaesperienza, capacità o bravura può proporre un compensodifferente da un altro, ed a questo si possono aggiungeretalvolta i compensi spettanti agli assistenti del medico pre-senti durante il trattamento.Inoltre una parte del costo del trattamento dipende dallastruttura presso la quale lo si esegue. Non dimentichiamoinoltre che i prezzi dei trattamenti sono anche influenzatidalla qualità (e dal relativo costo) delle sostanze utilizzate.

A proposito di prezzi...

La Chirurgia Estetica sipropone di ricreare l'ar-monia delle forme ispi-

randosi a canoni estetici natura-li ed in equilibrio con il tuo cor-po. Migliorare l'aspetto fisico èmigliorare lo stato di benesseredella persona. Le procedure diChirurgia Plastica e ChirurgiaEstetica ed i trattamenti diMedicina Estetica vengonoincontro a chi ha il desiderio diriscoprire la propria bellezza.Stare bene con se stessi, signifi-ca stare bene con gli altri! Negli ultimi anni il settore dellaChirurgia Estetica è in crescitaesponenziale in quanto vieneincontro alle esigenze di uominie donne che hanno il desideriodi migliorarsi e piacersi di più.A questo scopo, Istituto Esteti-co Italiano si propone come unvero e proprio consulente este-tico, offrendo l’intera gamma diprestazioni di Chirurgia Esteti-ca e di trattamenti di MedicinaEstetica; il tutto mantenendo ipiù alti standard di settore ecosti accessibili rispetto allaqualità offerta.La Mastoplastica Additiva, la

Masto-pessi, la Rinoplasti-

ca, il Lifting del Viso, la Lipo-scultura e la Liposuzionesono solo alcune fra le proce-dure di Chirurgia Plastica edEstetica proposte.Ma come scegliere il tuo Chirur-go Estetico di fiducia? Quali Cli-niche di Chirurgia Estetica sonodavvero sicure?IEI-Istituto Estetico Italiano èspecializzato nel settore dellaChirurgia Estetica in Italia epropone un percorso dedicatoineguagliabile grazie alla pro-

fessionalità del suo staff ed allecliniche di Chirurgia Estetica incui opera presenti a Roma,

Firenze, Bologna, Milano eTorino e presto anche a Napoli,Padova, Palermo e Verona.

SPECIALE | ESTETICA

min maxAuricoplastica 2.500 3.500Otoplastica 1.200 1.500Trapianto capelli 3.000 7.000Blefaroplastica 2.500 3.500Bocca (filler) 500 2.000Botulino 300 1.000Liposuzione viso 1.500 2.500Lifting 2.000 7.000Peeling laser 500 2.000

min maxMosaic surgery 500 2.000Trilix 500 2.000Iperidosi ascelle 500 2.500

I PREZZI DELLA MEDICINA ESTETICA

CHIRURGIA ESTETICA VISO

MICRO CHIRURGIA ESTETICA

min maxMastoplastica additiva 4.500 7.500Mastoplessi 5.500 8.500Mastoplastica riduttiva 5.000 8.000

min maxRinoplastica 4.500 6.000Rinosettoplastica 5.000 7.000Correzione punta 3.000 5.000

CHIRURGIA DEL SENO

CHIRURGIA DEL NASO

min maxLiposuzione 3.000 9.000Addominoplastica 5.000 9.000Lifting braccia o gambe 3.500 7.000

CHIRURGIA DEL CORPO

Dalla mastoplastica additivaalla liposcultura, fino al dimagrimento

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MOTIVAZIONI PSICOLOGICHE

Più che una questione di vanitàè una questione di insicurezza.A dirlo è Luca Saita, psicologo epsicoterapeuta con studio aRoma, che da tempo si occupain particolare di adolescenti e dirapporti di coppia e di famiglia.Dietro la sempre maggiore dif-fusione della chirurgia plasticaci sarebbe prima di tutto unmodello proposto dalla società edai mass media: un modello tut-to basato sulla bellezza. “La bel-lezza viene presentata come lachiave essere vincenti - dice ildott. Saita - una scorciatoia peril successo: si riesce nella vitaquando si è belli, non necessa-riamente quando si è capaci”.Un modello che negli anni pre-cedenti valeva soprattutto ledonne, ma che ora si sta impo-nendo anche per gli uomini:ormai quasi un intervento dichirurgia plastica su due è su unmaschio. Interventi diversi peròhanno motivazioni diverse allespalle, e possono avere conse-guenze diverse sulla psicologiadelle persone. E così le opera-

zioni di chirurgia plastica vera epropria possono essere in alcu-ni casi dovute, secondo lo psico-logo, a questioni personalianche molto profonde, che rara-mente vengono risolte dal bistu-ri: “bisognerebbe capire casoper caso perché una persona sisottopone all'intervento e poidecidere se effettivamente è ilcaso di operare”, conclude LucaSaita. Nel caso invece di alcuniinterventi leggeri, di medicinaestetica, sono possibili ancherisvolti positivi: una miglioreimmagine di sé, dovuta ad unpo' di sana vanità, servirebbe adaumentare l'autostima.

NUOVE TENDENZEAnche la chirurgia plastica sot-tosta alle regole della moda, equindi ci sono interventi più omeno in voga. L'ultima tenden-za si chiama gluteoplastica, eserve per avere un “lato b” allabrasiliana. Si tratta di un inter-vento diffuso da anni in SudAmerica e che ora si sta affer-mando anche in Europa: consi-ste nell'inserimento di due pro-tesi, due “cuscinetti”, tra gluteoe coscia, con il risultato di otte-nere un fondoschiena più alto eapparentemente più tonico.Altra new entry negli studi del

chirurgo plastico sonogli interventi con lecellule staminali alposto delle pro-tesi artificiali:queste cellu-le “tuttofa-re” dell'or-g a n i s m ovengonoprelevatedal gras-so delpazien-te tra-m i t eu nappo-s i t om a c -c h i n a -rio e poireinseritelà dove sivuole, spes-so nel seno.Cresce inol-tre sem-

Perché un intervento

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SPECIALE | ESTETICA

A CURA DI JURIJ BOGOGNA

Sono in aumento i “pentiti”del tattoo: i dati dei dermatologi diconoche circa un terzo del totale cambia idea e vuole cancellare untatuaggio dal proprio corpo.

Secondo i professionisti abilitati a questo tipo di intervento si tratta perlo più di persone che affrontano concorsi, in particolare per le forzearmate,e sono quindi costrette alla rimozione del disegno da avambrac-cia, braccia, collo.Molti però decidono di togliere un disegno vecchio solo per farne soprauno nuovo. Per cancellare il tatuaggio viene utilizzato il laser q-swit-ched, un macchinario che sminuzza i pigmenti colorati usati per il dise-gno e li rende digeribili per i macrofagi, gli “spazzini” dell'organismo.Togliere un tattoo è un'operazione dunque relativamente semplice,però lunga e dai costi non indifferenti: servono infatti almeno 8 sedutedi laser, distanziate una dall'altra minimo un mese, e il costo di ciascunaseduta varia dai 100 ai 600 euro, dipende dalla grandezza del disegnoda togliere.“Il risultato è mediamente buono, non rimangono cicatrici,in alcuni casi solo un lieve alone - ci spiega il dott. Domenico D'Angelodella Skin Laser Clinic di Porto D'Ascoli - il risultato però può variare a

seconda del colore usato per il tatuaggio: il nero scompare completa-mente, mentre per giallo e verde possono restare delle tracce”.

Mi tatuo e me ne pento...

pre più il numero dei pazientimaschi, spiega un esperto delsettore come Alberto Capone,primario di chirurgia plasticaall'ospedale di Salerno. “Gliuomini, ormai quasi la metàdella clientela, si rivolgono albisturi soprattutto per averepettorali super sviluppati (siottengono con l'accumulo digrasso) e addominali e fianchiscolpiti. In molti casi si tratta dipersone che vogliono stare benecon se stesse - spiega il chirurgo- vogliono offrire un'immaginedi persona che sta bene: toglie-re le rughe in alcuni casi facilitai rapporti di lavoro, perchè dal'idea di avere a che fare con per-sone che non sono stanche”.

PAURA DI INVECCHIARENon è solo la paura di invecchia-re a spingere verso i ritocchi alproprio corpo. “Il trattamentodi medicina estetica è un regaloche la gente fa a se stessa - diceGaetano Esposito, presidentedell'ACPIC, l'associazione chi-rurghi estetici dell'Italia centra-le - La medicina estetica è certa-mente meno invasiva della chi-rurgia plastica: non ci sono ilricovero, il bisturi, il post opera-torio. “Molti però da noi siaspettano impossibili miracoli:

gran parte della clientela vieneda noi chiedendo il botox, per-ché in realtà non sa bene a cosaserve, tanto che finisce poi perfare altri tipi di trattamenti”.Non c'è un paziente tipo dellamedicina estetica: uomini edonne in pari numero, con unaleggera prevalenza di personeintorno ai 30-40anni. L'etàinsomma in cui si inizia a fare iconti con il proprio corpo cheinvecchia. Un dato però è certo:negli ultimi anni il settore stacrescendo, un po' perché i trat-tamenti fanno meno paura degliinterventi chirurgici, un po' peril prezzo, decisamente più con-tenuto: si viaggia sui 500-1000euro, contro i 6-7000 della chi-rurgia plastica. Inoltre, dicono imedici, i mass media hannoalmeno in parte tolto il senso dicolpa che fino a qualche anno facircondava i trattamenti antiru-ghe: ci sono quindi meno pro-blemi di coscienza. “La genteoggi fa questo tipo di interventipiù a cuor leggero, forse anchetroppo in alcuni casi, col rischiodi rimanere delusi” concludeGaetano Esposito.

QUESTIONI ECONOMICHELa crisi picchia anche sulla chi-

rurgia plastica, ma in pochirinunciano comunque all'inter-vento, piuttosto si cercano dellealternative. Rispetto al 2008 leoperazioni sono diminuite dicirca il 20%, con cali particolar-mente forti al Centro Sud e piùcontenuti al Nord. In parte laflessione è stata assorbita dallamedicina estetica, che ha prez-zi più contenuti. Ma la diminu-zione della clientela ha causatoanche fenomeni rischiosi, chevengono denunciati da France-sco Conte, presidente della SIC-PRE, società italiana di chirur-gia plastica ricostruttiva edestetica, che riunisce circa 1400professionisti del settore in Ita-lia. Ci sono ad esempio alcunicasi di studi che offrono inter-venti a prezzi stracciati, fin trop-po: “Prezzi troppo bassi sono

sintomo di materiali di scarsaqualità, con tutti i rischi delcaso” dice il dottor Conte.Diversi clienti poi hanno inizia-to a rivolgersi all'estero, per ilbisturi low cost: la meta preferi-ta è la Tunisia, specializzata ininterventi al seno, con costi chesi abbassano anche del 50%. Cisono da tempo anche agenziespecializzate che offrono pac-chetti completi viaggio+sog-giorno+intervento. In ogni casodifficilmente si rinuncia all'ope-razione. Molti arrivano a faredebiti: diversi studi professio-nali hanno stretto accordi consocietà finanziarie specializzatein prestiti personali dedicatiproprio alla chirurgia plastica.Una donna su quattro tra quel-le che si rivolgono al bisturi sce-glie ormai di pagare a rate.

di chirurgia?

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SPECIALE | ESTETICA

Questo farmaco è estremamente sicuro, se usato in modo corret-to. Nessun campanello d’allarme, dunque, ma la volontà delMinisteo della Salute è per una chirurgia seria e per tutelare le

donne anche in questo settore. Sono gli errori dei medici e l’utilizzosconsiderato l’unico vero rischio nell’utilizzo della Tossina Botulinica.

Però questo farmaco rimane oggetto di un’attenzione molto intensa ea essa viene attribuita la responsabilità di molti volti innaturali. Tuttovero? No, molta disinformazione che rende un cattivo servizio a tutti.Facce trattare con filler sono spesso attribuite erroneamente alla Tossi-na Botulinica. In medicina estetica il botulino ha un utilizzo insostituibi-le, solo il lifting frontale può dare gli stessi risultati, ma con rischi note-volmente maggiori, visto che si tratta di un intervento chirurgico. Il sen-so estetico, quando non danneggia la salute, può essere molto perso-nale, per questo bisogna decidere con piena coscienza se sottoporsi adei trattamenti del genere. ”Possiamo assecondare il gusto delle perso-ne che ci richiedono il trattamento con il botulino - afferma il prof. Nico-lò Scuderi dell’Ospedale Regina Elena di Roma - anche perché è total-mente reversibile in alcuni mesi”“Quello della corretta informazione -conclude il sottosegretario Francesca Martini - è un problema etico edeontologico. Il Ministero della Salute vigila affinché i farmaci siano nel-le mani giuste di specialisti capaci di utilizzarli correttamente“. Ricordia-mo che gli interventi con la Tossina Botulinica possono anche essereconsiderati come ‘preventivi’, dato che previene le rughe di espressioneche si accentuano in mezzo agli occhi,mentre l’acido ialuronico non sol-tanto rienpie le rughe, ma porta idratazione a una pelle disidratata dalsole.

Botulino sì, ma con cautela

SPECIALE | ESTETICA

“L’attività di estetista è com-pletamente abbandonata ase stessa”. Questa afferma-

zione della Presidente Naziona-le di Confestetica, risalente aqualche anno fa, è probabil-mente l’emblema e quanto maieloquente riguardo al problemache pesa sull’attività di estetista.È questo, infatti, negli ultimianni un mestiere sempre più increscita, ma che, pur essendolegalmente tutelato e disciplina-to, non ha un regolare ricono-scimento professionale. Peressere più chiari: non esiste unalbo di riconoscimento per gliestetisti. Chi pratica questa atti-vità secondo la legge 1/90 ètenuto a iscriversi all’albo delleimprese artigiane (albo tenutopresso le Camere di Commercioe non presso le CNA o Confarti-gianato). Ma l’estetista ha benpoco dell’artigiano. È vero che ilsuo lavoro è sostanzialmentemanuale, ma non plasma ogget-ti o materiali inerti, bensì perso-

ne e così come un dentista, uninfermiere, un dottore, un fisio-terapista e via dicendo, deveessere considerato a tutti glieffetti un professionista. Da quila battaglia di Confestetica, laprima Associazione (no profit)unicamente rappresentativa ditutta la categoria degli estetistidal 2007, scesa in campo conuna vera e propria missione: ilcambio dello status di estetistada artigiano a professionistacon l’istituzione di un Albo Pro-fessionale e del relativo Ordinedegli estetisti, di un CodiceDeontologico, nonché di unaformazione adeguata e unaggiornamento continuo inestetica. Per avviare e ottenerequesto processo di riconosci-mento nazionale della figuradell’estetista professionista,Confestetica propone un iterformativo per l’estetista del tut-to rinnovato, al passo con i tem-pi e adeguato alle nuove esigen-ze di questo settore fino ad oraconsiderato un po’ la “Ceneren-tola” dei mestieri. Rendendo

effettivo questo cambiamentoed elevando il bagaglio cultura-le dell’intera categoria sarà pos-sibile, in poco tempo, soppian-tare gli abusivi del settore chedisturbano i professionisti sericon tariffari sottocosto che nes-sun vero estetista può permet-tersi di applicare. Solo muoven-dosi in questa direzione l’attivi-tà di estetista può far fronte aogni tipo di problematica. Isti-tuire un Albo significa fare inmodo che si appartenga ad unacategoria, che si abbia un’iden-tità e soprattutto che si possanodare anche certezze e tutele alconsumatore, d’altra parte la

stessa Repubblica è la prima aproteggere la salute come fon-damentale diritto dell’individuoe interesse della collettività.Dunque, in attesa che il disegnodi legge 3116/10 diventi Leggeper lo Stato e venga quindi isti-tuito l’Albo Nazionale degliEstetisti Professionali da partedell’opinione pubblica è fonda-mentale un primo, ma essenzia-le cambiamento: mutare la con-cezione che l’identità dell’esteti-sta ha subito fino a oggi. Soloottenendo il giusto riconosci-mento questa attività potrà diredi vedersi effettivamente garan-tita la propria professionalità.

DI SARA SANTACCHI

Gli estetisti chiedono un albo professionale

“Plastik-Ultrabellezza” ha fatto discutere ancora prima di andare in onda. La trasmissione di Italia1 condotta da Elena Santarelli, tra-smessa da aprile a giugno, è stata uno dei “casi” della scorsa stagione televisiva. Il programma ha provato a parlare di chirurgia pla-stica a 360°, dall'estetica agli interventi in caso di malformazioni, alternan-

do commenti in studio, filmati registrati e soprattutto avvalendosi di un com-petente pool di chirurghi plastici.A scatenare le polemiche sono stati i video shock mostrati dal programma: siè partiti da una bambina indiana nata con otto arti, per proseguire di puntatain puntata con gemelle siamesi, bimbi con due teste, bambine-sirene. La criti-ca decisamente non ha gradito: “Marchettone gigante pro-chirurgiaplastica”scrive Repubblica; “Che tristezza” rincara La Stampa; “Ennesimo spu-dorato tentativo di spettacolarizzare la chirurgia estetica”sottolinea Il Messag-gero; “Un gorgo senza fondo di efferatezza” infierisce Libero. Unica eccezione,e non da poco, Aldo Grasso, che promuove “Plastk-Ultrabellezza”: “Fra le tra-smissioni italiane che si sono occupate di eliminare gli inestetismi, bandire ilgrasso superfluo, cancellare smagliature storiche e, soprattutto, sfidare il pro-prio destino fisionomico è la più convincente” scrive il critico Tv del Corrieredella Sera. Con gli ascolti Plastik parte maluccio, circa 1.600.000 spettatoriall'esordio, per poi crescere fino ad arrivare ai 2.200.000 della settima e ultimapuntata.

di Jurij Bogogna

Plastik in TV, quando l’estetica non fa share

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Quando una donna scegliedi sottoporsi ad un inter-vento di chirurgia esteti-

ca del seno desidera soprattuttoottenere risultati naturali. E’ undato che emerge dai dati del-l’Osservatorio Nazionale auto-nomo sulla Chirurgia Estetica inItalia, realizzato per la Fonda-zione Italiana per la Medicina ela Chirurgia Estetica, in collabo-razione con LaCLINIQUE-Cosmetic Surgery, e presentatiper la prima volta a giugno aRoma. Sebbene le donne italia-ne dichiarino un alto grado disoddisfazione per il proprioseno, il 37% di loro confessa diaver preso in considerazionel’idea di un ritocchino. Delinea-ta l’immagine del seno ideale,che deve essere prima di tuttosodo (73%), mentre per unuomo su quattro dovrebbe esse-re anche prosperoso. L’attenzio-ne per la forma del seno è pre-minente, tanto da prevalere sulvolume (73% vs. 27%). La tagliapiù desiderata resta la terza,misura che mette d’accordo tut-ti , sia uomini che donne, anchese una quota non indifferente diitaliani apprezza anche misuremaggiori. Gli uomini favorevoli

al seno ritoccato sono in aumen-to (+13% rispetto al 2010). Inol-tre, un uomo italiano su duedichiara che se un intervento èfatto bene, è impossibile accor-gersi del seno ritoccato. L’inda-gine mette in luce la grandeimportanza dei risultati natura-li per chi sceglie di sottoporsi aduna mastoplastica additiva percorreggere un difetto fisico epiacersi di più, motivazioni scel-te rispettivamente dal 95% edall’87% degli intervistati qualespinta a rivolgersi al chirurgoplastico. La mastoplastica addi-

tiva, l’intervento più gettonatonell’ambito della chirurgia este-tica del seno, consente a moltedonne di ritornare ad esserefemminili, senza preclusionirelative a scelte di abbigliamen-to e a stile di vita, in generale. “Ilraggiungimento di un risultatonaturale oggi è un ‘must’ per lamaggior parte delle donne chescelgono di sottoporsi ad unintervento di aumento del seno.Sono veramente poche le donneche richiedono un seno cosid-detto “a pallottola”, rotondo epoco rispettoso della naturaleforma fisiologica del seno. Ingenere si tratta delle più giova-ni. Nella maggior parte dei casi,la richiesta del risultato propor-zionato arriva dalla paziente,oppure, accade spesso che lapaziente stessa decida di affi-darsi al gusto estetico del chi-rurgo e ai suoi consigli”- spiegail dott. Antonio Tambuscio, chi-rurgo estetico LaCLINIQUE.“La tecnica chirurgica che favo-risce un risultato naturale èsicuramente la metodica DualPlane. La tecnica può compor-tare l’impiego di protesi mam-marie sia rotonde che anato-miche, la cui presenza è resainsospettabile per la parzialecollocazione dietro al musco-lo pettorale, coniugando, così,i vantaggi della tecnica diposizionamento Retroghian-

dolare con quelli della Retro-muscolare - prosegue il dott.Tambuscio - Il risultato? Moltonaturale. La forma fisiologicadella mammella, ‘a goccia’, vie-ne ripristinata e valorizzata. Latecnica, però, ha delle limitazio-ni: non può essere eseguita susoggetti troppo magri, su cui sipreferisce intervenire con ilposizionamento sottomuscola-re, mentre in caso di corporatu-ra robusta o di strato adiposoconsistente del seno, la soluzio-ne più idonea è la tecnica sotto-ghiandolare. L’importante,quando ci si sottopone ad unamastoplastica, è che la protesimammaria sia ben coperta. Lacopertura della protesi consen-te di evitare l’effetto ‘doublebubble’, detto anche ‘effetto fin-to’ del seno e, di contro, di otte-nere un risultato naturale e pro-porzionato”. Per quanto riguar-da l’incisione migliore, i chirur-ghi estetici LaCLINIQUE sotto-lineano che non esiste unmodello di incisione ideale. Unodegli interessi predominanti,soprattutto per le più giovaniche pensano al chirurgo esteti-co, la mastoplastica additiva èuna delle procedure di chirurgiaestetica più richieste.

Seno? Gli italiani preferiscono le forme naturali

SPECIALE | ESTETICA

Il 37% delle donneitaliane confessa di aver preso in considerazionel’idea di un ritocchino. Il seno ideale:sodo e prosperoso,ma soprattuttocon forme naturali.La taglia più desiderata:la terza misura

Sono stati creati dei 'cerotti'di pelle artificiale cheabbassano la pressione del

sangue: i cerotti sono fatti di cel-lule cutanee che produconogrosse quantità di un ormoneche abbassa la pressione, il pepti-de natriuretico atriale. Il traguar-do si deve a Jonathan Vogel delNational Cancer Institute diBethesda e potrebbe portare acerotti dermici sviluppati per lacura di varie malattie, anchegenetiche. Gli esperti hannomesso insieme staminali cuta-nee, cheratinociti e fibroblasti,ovvero le cellule di cui è compo-sta la pelle; hanno selezionato

quelle che producono grossequantità di ormone natriureticocon un particolare metodo dilaboratorio ed hanno composto icerotti. Un sistema analogopotrebbe essere pensato ancheper altre malattie, per esempiog e n e t i c h ecome laf i b r o s icisti-ca.

Ecco il cerotto di ‘pelle’

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Non è una questione dimoda... o almeno, seper alcuni lo è, man-

giare biologico è anche esoprattutto una questione disalute.Molti, negli ultimi anni, sisono avvicinati al mondo deiprodotti Bio, molti altri han-no fatto di questa agricolturaun business. In un periodo dicrisi come quello che stiamoattraversando, questo setto-re non solo non ha avuto cali,ma ha addirittura aumentatoil fatturato. Stiamo sicura-mente guadagnando in salu-te... ma al portafogli chi cipensa? E’ vero che questi ali-

menti costano di più? Quan-to di più? Alcuni esperti spie-gano che un aumento del 20-30% è normale e dovuto...ma non oltre.Resta il fatto che il biologicoè sempre più in voga in Ita-lia. Lo testimonia il SANAalla fiera di Bologna, la fierainternazionale del naturale,le tante iniziative delleRegioni, in particolare dellaRegione Marche per pro-muovere questo fenomeno,la nascita dei primi take awaybio e i tanti appezzamenti diterreno coltivati in modonaturale (solo nelle Marchela percentuale è altissima).

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BIO | GENERAZIONE

Dal SANA di BolognaLa BIO

Generazione del futuro

Dal SANA di BolognaLa BIO

Generazione del futuro

In Italia, nonostante la crisi,le vendite di prodotti biolo-gici sono in continua cresci-

ta con in andamento positivoininterrotto negli ultimi diecianni. I dati Ismea, che fotogra-fano le vendite nella GDO, loconfermano nel primo quadri-mestre 2011 segnalando un+11,5% per i prodotti confezio-nati. L’ortofrutta, che pesa per il21,7% sulle vendite complessivesegna un +9,2% in valore, piùdel doppio del +4.2% della cre-scita registrata nel 2010. In for-te espansione anche il settoredei prodotti cosmetici di deriva-zione naturale. “Questi prodotti– dichiara Antonio Argentieri,presidente del Gruppo Venditein Erboristeria di Unipro/Con-findustria – da anni registra unincremento superiore a quellodel mercato cosmetico generaleitaliano, con una crescita del5,5% (contro l'1,1% del mercatototale) per un valore di sell-out

di oltre 365 milioni di euro (sultotale di 9.272) e si sviluppa sul-l'onda di un fenomeno socialeche cresce sempre più verso ilverde, il rispetto dell'ambiente e

il naturale”.Il consumatore, quindi, anchein tempo di crisi economica, sirivolge sempre di più verso unprodotto di alta qualità e sicu-

rezza.Dai numeri forniti dagli organi-smi di certificazione ed elabora-ti dal SINAB, risulta che lasuperficie biologica italiana è

Biologico: il settore che meglio regge la crisi

GENERAZIONE | BIO

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Quella 2011 è un’edizione importante, unatappa significativa nella lunga vita della sto-rica manifestazione del biologico italiano.

Sana diventa una fiera professionale rafforzando ilsuo impegno verso i principali mercati internazio-nali. Il Ministero per lo Sviluppo Economico ha infat-ti inserito nell’accordo per l’internazionalizzazionedel sistema fieristico il progetto di Sana per l’ospi-talità dei buyers esteri. Si tratta di un finanziamentodi oltre 210.000 euro che coinvolge anche la Regio-ne Emilia Romagna.“Un segnale importante - com-menta Paolo Carnemolla, presidente FederBio - checonferma Sana come un appuntamento internazio-nale di rilievo e la partnership in atto fra FederBio eBologna Fiere quella più qualificata per assicurareun efficace intervento dell’ICE e del Ministero delloSviluppo Economico a sostegno della penetrazionenei mercati mondiali dei prodotti biologici italiani”.Il nuovo progetto si presenta al mercato con impor-tanti novità. Il Settore Alimentazione proporràesclusivamente aziende con produzioni biologichecertificate. Il Settore Benessere, aziende con produ-zioni biologiche certificate e naturali a base di erbeofficinali: integratori, alimenti, prodotti per la cura

del corpo e di bellezza. All’interno di quest’area,“Spazio Officinale” proseguirà il suo dialogo con glioperatori attraverso scambi di esperienze, wor-kshop e approfondimenti sui temi cruciali attual-mente oggetto di dibattito. Una selezione di pro-dotti a basso impatto ambientale per la casa e perla vita quotidiana completerà la proposta di unbenessere che pensa anche all’ambiente.L’Osserva-torio sui consumi proporrà i risultati di alcuni focusgroup che hanno indagato i fattori che determina-no il comportamento di acquisto e le evoluzioni del-le aspettative dei consumatori di prodotti biologicinella Grande Distribuzione organizzata e nei canalispecializzati.

“Qualità, professionalità einternazionalità – sottolineanella sua introduzione Duccio

Campagnoli, Consigliere delega-to BolognaFiere – sono le lineeguida della prossima edizione,una risposta alle richieste di unmercato che in questi anni è cre-sciuto e oggi esprime con forza lanecessità di misurarsi con i merca-ti internazionali. Oltre 400 leaziende che hanno già conferma-to la loro presenza, quasi 40.000 imetri quadri espositivi articolatiin cinque padiglioni (uno in piùdel previsto). Registriamo inoltre ilritorno in Sana della Grandedistribuzione che, insieme aicanali specializzati, è artefice delsuccesso del biologico in Italia”.

SANA Bologna 2011, l’anno della svolta Qualità professionalitàinternazionalità

DI RICCARDO MILANI

Una nota a sfavore del bio-logico, che frena ancoral’ulteriore crescita del

settore, è il prezzo dei prodottiche sono più alti (in media dal10 al 30 per cento nei supermer-cati, di più nei negozi specializ-

zati) rispetto all’equivalenteprodotto convenzionale.Tuttavia, le differenze si stannoriducendo, soprattutto per alcu-ni tipi di alimenti (olio, vino,pasta). Il prezzo più elevato èdovuto ai costi superiori per il

produttore che deve, per esem-pio, diserbare un campo diortaggi a mano senza usare pro-dotti chimici, essiccare la pastaa velocità più lenta, sostenere icosti di riconversione dei campida convenzionali a biologici.Solo un adeguato sovrapprezzo(che vada a coprire i maggioricosti e rischi), può infatti rende-re conveniente le colture biolo-giche.Purtroppo, anche in futuro, tut-ti questi fattori saranno difficil-mente eliminabili del tutto, maè auspicabile un alleggerimentodei costi con la crescente diffu-sione di questi prodotti negliipermercati e il possibile coin-volgimento delle multinazionalidell’alimentazione. In questosenso, nuove forme di distribu-zione dei prodotti, come adesempio la “filiera corta”,potrebbero ridurre ancora icosti: si tratta di un sistema cheha ormai la sua rete ben conso-lidata nei cosiddetti GAS, ovve-ro i Gruppi d’Acquisto Solidali,nei quali diverse famiglie (ingenere 10-15) contrattano diret-tamente con il produttore l’ac-quisto di prodotti a prezzi van-taggiosi.

pari a 1.113.742 ettari (ha) conun incremento, rispetto all'annoprecedente, dello 0,6% e con lapresenza di 47.663 operatoriimpegnati nel settore, di cui:38.679 produttori esclusivi,5.592 preparatori (comprese leaziende che effettuano attivitàdi vendita al dettaglio), 3.128che effettuano sia attività diproduzione che di trasformazio-ne, 44 importatori esclusivi, e220 importatori che effettuanoanche attività di produzione otrasformazione. Nel compartodella zootecnia è riscontrabileun incremento, rispetto aglianni precedenti, del numero deicapi per tutti i tipi di allevamen-ti. È il Sud, invece, che detiene ilnumero maggiore di aziendebiologiche (Sicilia e Calabria)mentre al nord prevale il nume-ro di aziende di trasformazionenel settore, in particolare in

Emilia-Romagna, Veneto eLombardia.“Se il quadro generale dell'an-damento del biologico nel 2010appare positivo, i dati SINABevidenziano gravi incongruenzesullo sviluppo del settore a livel-lo regionale – commentaAndrea Ferrante, presidentenazionale AIAB - Questo stato'scompensato' del biologico alivello regionale, che riguardatutta la Penisola indipendente-mente dalla localizzazione terri-toriale Nord/Sud, è un evidentesegnale dell'assenza di politichedi indirizzo del settore biologi-co. Il bio in 20 anni è arrivatoall'8% della SAU italiana, maquesto importante traguardonon è stato accompagnato dalungimiranti politiche di sup-porto e investimento sul settore.Al contrario, le politiche agrico-le italiane guardano sempre con

meno interesse al bio, rinun-ciando a dirigere l'agricolturabiologica e lasciando troppospesso "al caso" le redini dellosviluppo di un settore di grandipotenzialità”.Considerando le variazioni per-centuali scorporate per regionesia del numero degli operatori(NO) del settore che dellasuperficie agricola utilizzata(SAU) rispetto al 2009, infatti,emerge una forte disomogenei-tà tra le diverse aree del Paese.Vi sono regioni come la Sarde-gna (+46,9% NO; +43,7% SAU),la Sicilia (+12,1% NO ; +9,3%SAU), la Lombardia (+7,2% NO;+8,3% SAU), la Valle d'Aosta(+2,5% NO; +24,2% SAU) chehanno conosciuto una impor-tante crescita del settore e altre,come la Basilicata (-58,2% NO;-54,7% SAU), la Puglia (-15,3%NO; -1,8% SAU), la Liguria (-

1,9% NO; -6,3% SAU), le Mar-che (-8,3% NO; -7,6% SAU), cheinvece hanno assistito ad unaflessione vertiginosa del settore.Altre ancora come il Lazio (-0,1% NO; +6,3% SAU), il Vene-to (+7,2 % NO; -3,5% SAU), ilPiemonte (-13% NO; -6,4%SAU) presentano una diversitàdi andamento fra il numero dioperatori e superficie agricola.

Perché costa un po’ di più?

BIO | GENERAZIONE

Tre giorni speciali a Pieve-bovigliana hanno accoltoresidenti e turisti che dal

29 al 31 luglio hanno potutotuffarsi nella conoscenza delleproduzioni tipiche e biologichein un ambiente naturale dove lamultifunzionalità agricola si stasviluppando a tutela del pae-saggio e della salubrità dei luo-ghi.L’occasione è stata la doppiamanifestazione “Notte Biancabio”e “A passo d’asino”promos-sa dal Comune di Pieveboviglia-na con la collaborazione diRegione, Provincia, Camera diCommercio, Parco dei MontiSibillini, Fondazione Carima,Banca Marche. L’iniziativa è sta-ta inserita dalla Provincia diMacerata nel calendario“…assaggi di Raci”, in quantoessa “focalizza l’attenzione sul-l’elevata qualità delle produzio-ni tipiche e sulle tradizioni loca-li, aspetti su cui – ha detto l’as-sessore provinciale LeonardoLippi – La Provincia punta persviluppare il territorio e far cre-scere l’intero sistema economi-co maceratese”.“Da ciò – gli hafatto eco il sindaco di Pievebo-vigliana, Sandro Luciani – nasceanche il connubio tra produzio-ni biologiche e turismo”.

Notte bianca BIOa Pievebovigliana

senzaetà |33

GENERAZIONE | BIO

Fabio Ferraldeschi è ilresponsabile marchio diAIAB, Associazione Italia-

na per l'Agricoltura Biologica,che riunisce produttori, tecnicie consumatori del settore. Qual è la situazione del-l'agricoltura biologica inItalia?“Direi buona, il biologico è l'uni-co settore agricolo che statenendo nonostante la crisi. Lasuperficie biologica italiana ècresciuta dello 0,6% in un annoe gli operatori nel settore sono47.663”. Questo nonostante i pro-dotti biologici costino dipiù rispetto a quelli tradi-zionali. Come si giustifica ilprezzo più alto?“Si deve vedere di quanto ilprezzo è più alto. Se si sta entroun 20-30% in più rispetto alcorrispondente prodotto non

bio, è un sovrapprezzo motiva-to, perché le produzioni biologi-che non usano concimi chimicie quindi hanno rese minori. Sesi ha più del 30% di differenza,vuole dire che qualcuno stafacendo il furbo”. Il prodotto biologico com-prato al supermercato èmeno di qualità rispetto aquello che si trova diretta-mente nelle aziende agrico-le?“Bisogna fare delle distinzioni,soprattutto in base alla prove-nienza, che i prodotti biologicidevono riportare chiaramentesulla confezione. Se si tratta dimerce con la dicitura “Prodotto

in Italia”, allora si può staretranquilli: la grande distribuzio-ne punta infatti molto sul biolo-gico, anche per una questione diimmagine, e quindi ha imposta-to un sistema di verifiche pro-prie molto serrato, oltre a quel-lo già previsto dalle leggi”.Nel caso invece non siamerce “Made in Italy”?“Allora bisogna stare più atten-ti: se è di provenienza europea,oppure addirittura extra euro-pea, può esserci qualcherischio, come nel caso recentedell'escherichia coli: in quellacircostanza si trattava di germo-gli di soya biologici, ma di pro-venienza addirittura cinese”.

Com’è la situazione del biologico in Italia?Intervista al responsabile marchio AIAB, Fabio Ferraldeschi

DI JURIJ BOGOGNA

Averificare che un pro-dotto sia realmentebiologico sono gli

organismi di controlloaccreditati dal Ministero per le PoliticheAgricole: sono 19 quelli operanti in Italia.La sorveglianza parte da quando il produt-tore chiede di diventare biologico: l'ispet-tore deve verificare se il sito rispetta tuttele norme, se ad esempio è abbastanzadistante da fonti di inquinamento. Perpoter mettere il marchio bio sulla merce sidovrà poi aspettare il primo raccolto dopo2 o 3 anni, a seconda del tipo di coltivazio-

ne,in modo che il terreno si depuri da even-tuali elementi chimici. Una volta partita laproduzione, l'agricoltore deve accettarealmeno un controllo all'anno da parte del-l'ente verificatore. Le sanzioni possonoessere pesanti: da semplici multe si puòarrivare al divieto di vendere il prodottocome biologico,alla restituzione dei contri-buti pubblici ricevuti, fino al ritiro del mar-chio bio nel caso il produttore non accettidi sottoporsi all'ispezione.

Chi controlla sei prodotti sonoveramente bio?

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Girolomonicontro il delirio di onnipotenza

Autore di molti libri come“Maccheroni acqua e fari-na. 90 ricette di una rinno-

vata cultura alimentare” e fonda-tore di AlceNero e Montebello,Gino Girolomoni nasce a Isoladel Piano, sulle colline di Urbino.Nella Valle del Metauro tutto erain abbandono, oggi, dopo 40anni che Gino, precursore dellagenerazione Bio, si occupa diquesto, ci sono coltivazioni bio-logiche, cooperative agricole, unpastificio, un agriturismo, unlaboratorio officinale. Girolomo-ni esporta i suoi prodotti natura-li fin negli Stati Uniti e in Giappo-ne e pubblica la rivista “Mediter-raneo”. “Stiamo facendo un gran-de errore, ci stiamo riempiendodi veleni - precisa Girolomoni - inostri nonni ci hanno dato unpatrimonio genetico fortissimo...che stiamo minando con tuttiquei veleni che immettiamo nelnostro corpo, soprattutto con lemolecole di sintesi: un velenoper il nostro corpo”. “Gli Ogm, laclonazione, la brevettabilità del-le forme viventi: siamo al deliriodi onnipotenza. L’uomo si credeDio, la vita viene dall’uomo e nonpiù da Dio”. Gesù, nell’UltimaCena, benedice il pane e il vino eli trasforma nel proprio corpo enel proprio sangue. Gino nonvuole rinunciare a quel pane e aquel vino per cibarsi di mostruo-sità concepite in provetta.

Fa piacere in questo perio-do in cui certamente nonregna l’ottimismo, vedere

un progetto italiano decollare edivenire fiore all’occhiello del-l’agroalimentare biologico.Si tratta di Almaverde Bio lasocietà consortile nata nel 2000che associa oggi 12 aziende spe-cializzate nel biologico per unacompleta gamma di offerta cheva dalla frutta e la verdura, alpane, al pesce, ai trasformati ele carni e molto altro ancora.I dati dell’anno attestano unsuccesso consolidato non soloin termini di crescita del fattu-rato ma anche in termini di inte-resse del mercato e dei consu-matori non solo italiani. I pro-dotti a marchio Almaverde Bionel 2010 hanno fatto registrareun fatturato di 29,4 milioni dieuro con un incremento del12,4% rispetto al 2009.La distribuzione dei prodotti amarchio Almaverde Bio oggi siconcentra per l’85% sul merca-to italiano e per il 15% sui mer-cati esteri dell’Unione Europeatra cui spiccano, in particolare,la Germania e la Grecia.La penetrazione dei prodotti nelmercato si è consolidata sulcanale della Grande Distribu-zione Organizzata con una quo-ta del 75% mentre il 25% dellevendite si è concentrata suinegozi specializzati, il normaltrade e il canale food service.Renzo Piraccini, Presidente diAlmaverde Bio ci parla delleragioni del successo. “Ritengo –

dichiara Piraccini – che l’ele-mento chiave che ha portato allacrescita importante di Almaver-de Bio sia attribuibile alla for-mula associativa. Parliamo diuna Società Consortile che asso-cia imprese con l’obiettivo difare politica di marca su unaintera gamma di prodotti iden-tificabili dal marchio comune.Si tratta di una operazione –continua Piraccini – che con-sente di ottenere le sinergienecessarie e indispensabili perfare, ad esempio, una comuni-cazione seria sulla marca intelevisione. Oggi Almaverde Biopianifica in TV campagne conuna visibilità che supera i 60milioni di contatti . La noto-rietà che abbiamo raggiunto èun valore importantissimoper il consumatore e per il tra-

de. La comunicazione è uningrediente chiave per il succes-so di un progetto come quello diAlmaverde Bio ma non è il soloelemento di forza. Abbiamoanche puntato con grandeimpegno e determinazione sul-l’innovazione di prodotto perriuscire ad offrire una gammaunica e completa e prodotti adalto contenuto di servizio. Il bio-logico Almaverde oggi è un seg-mento di offerta che offregaranzie sul piano salutisticoma offre anche prodotti es e r -

vizi unici.Abbiamo lanciato ad inizio esta-te un test su quattro città italia-ne con il primo take away biolo-gico d’Italia e i risultati sono sta-ti molto incoraggianti.Un altro progetto molto impor-tante ed innovativo lanciato nel2011 è la Frutteria AmaverdeBio, un punto vendita allegro ecolorato, tutto dedicato allafrutta nel parco dei divertimen-ti di Mirabilandia . Il format del-la frutteria Almaverde è statomolto apprezzato e può dare unimportante contributo anche alrilancio dei consumi di fruttache, come sappiamo, da qualcheanno sono in forte calo in tuttaEuropa, con grave danno dellasalute dei consumatori”.

Perché siamo i primiIl presidente Almaverdeanticipa i temi del Sana

BIO | GENERAZIONE

Lanciato ad inizioestate un test suquattro città italiane con il primo take awaybiologico d’Italia con i risultati molto incoraggianti

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Renzo Piraccini, presidente Almaverde Bio

GENERAZIONE | BIO

“Il mondo del biologico èormai la mia vita. Ma ho ini-ziato per caso….”. La storia

che ci racconta Giorgio Grottini,titolare di Vallebio, oggi consi-derato il primo e più fornito“market” del bio nelle Marchesoprattutto grazie al punto ven-dita di Ancona, in zona CentroMirum a Baraccola, è singolaree la dice lunga sull’esperienzaaccumulata in questi anni.“Nel 1990 mi telefona GinoGirolomoni e mi propone, aven-do un pastificio, di macinare nelmio mulino del grano biologico.Così, da mugnaio - dice Grottini- ho scoperto le potenzialità del-l’agricoltura biologica e abbia-mo iniziato a macinare anchegrano duro e produrre nuoviprodotti che vanno benissimo.In particolare stiamo lanciandol’AKRUX, antico grano puro cheha eccellenti qualità nutriziona-li e un alto valore proteico. Poi,frequentando il Sana di Bolo-gna, documentandomi sulleopportunità e sul valore aggiun-to del bio, aprii il negozio diNatura SI, in franchising. Miresi conto però che la posizione,in via Martiri della Resistenza,ad Ancona, non era buona. Cosìmi misi in proprio e aprii qui alMirum questo negozio con ilmarchio Vallebio. Abbiamoappena festeggiato i 5 anni diattività e sono molto soddisfat-to…”Chi sono i suoi clienti?“Gente comune, famiglie nor-mali, attenti alla genuinità deiprodotti. Avrei scommessoingenuamente che il Bio è riser-vato a pochi, invece mi sbaglia-vo…”

Che tipo di prodotti avete?“Privilegiamo i prodotti locali,siamo nelle Marche e questa èuna regione dove i produttorisensibili al bio sono tantissimi.Anche se dobbiamo tenere nellagiusta considerazione quelli piùconosciuti, la gente li compra…Ma chi vuole la qualità spessochiede consigli e allora… suben-triamo noi”.Lei ha del personale specia-lizzato?“E’ uno dei nostri punti di forza:oltre a una formazione mirataho con me l’erborista e abbiamoanche una libreria interna sem-pre aggiornata con testi diapprofondimento e consultazio-ne”.Quali sono i problemi cheaffronta un negozio bio?“Il prodotto fresco, anzitutto:non è facile organizzare logisti-ca e trasporti per aziende picco-le e piccolissime… poi, occorreanche saper coordinare i forni-tori, gestirne gli entusiasmi, avolte selezionare…”.Quali sono le richieste delcliente medio?“Il nostro è un market comple-to: oltre 4500 referenze di pro-dotto. Abbiamo anche coloroche hanno necessità di prodottisenza glutine (per celiaci), sen-za lattosio, per intolleranti ingenere. Poi un intero settore delnegozio è dedicato a cosmetica,

erboristeria, etc.. e qui l’assi-stenza al cliente nella scelta èsempre gradita. Il fatto è che noiil prodotto lo possiamo spiegareal cliente che lo capisce e loapprezza di più”.Come giudica nella grandedistribuzione, quei cornerdedicati al bio che si vedo-no sempre più spesso?“Ecco, dice bene, sempre piùspesso: oggi la grande distribu-zione si è accorta che il bio èanche una risorsa e tenta disfruttarne… la moda, diciamocosì. Per noi invece è serietà equalità. Anche grandi marche tentano difar passare come bio o “natura-le” alcune varietà di pasta…Però c’è differenza. Quelli sfruttano la popolarità ela pubblicità per garantire laqualità. Noi invece siamo certificatianche da un ente terzo quindi laqualità l’abbiamo davvero”.Che ne pensa del sostegnoall’agricoltura biologica dienti come la Regione?“Mi sembra che nelle Marchel’assessore Petrini abbia soste-nuto sempre il settore sia con ilPiano di Sviluppo Rurale sia confondi diretti alle aziende. Piuttosto siamo tutti preoccu-pati perché tali finanziamentisono sempre più di difficilereperibilità…”.

Vivere in una Valle BioLa testimonianza di Giorgio Grottini, primo negozio delle Marche

Giorgio Grottini, titolare di Vallebio di Ancona

DI LUCA GUAZZATI

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Incontriamo PiergiorgioManzotti nella sede diTea Natura, ad Ancona:

sta lavorando ad un ingegno-so prototipo di “distributorealla spina” per detersivi.“Questo è il futuro – afferma– Si risparmia, non si butta-no via contenitori, si apprez-za di più la qualità in sé delprodotto”.La Tea Natura nasce nel2003, produce detersivi eco-logici ma amplia ben prestola sfera d’azione in molti altrisettori, saponi detergenti,cosmesi, profumazioni,incensi… Anche i packagingsono biodegradabili e i con-trolli-prodotto insieme allapulizia delle macchine sonoall’ordine del giorno, inazienda. “Siamo presenti neinegozi di shopping equosoli-dale e nei market bio – spie-ga Manzotti – ma il nostroscopo è valorizzare e pro-muovere soprattutto una col-laborazione costruttiva con iconsumatori. Vorremmo chele famiglie visitassero ilnostro stabilimento, percapire che un prodotto anchelocale e fatto in casa puòessere buono, anzi, miglio-re!”.La Tea Natura ha da tempoavviato alcuni importantiprogetti solidali in cui inve-ste una parte rilevante deiprofitti: Ad esempio ha fattoscavare un pozzo per l’acquanel Benin, dove dissetarsi elavarsi può salvare la vita allapopolazione. Oppure inEquador dove è stata avviatal’attività di riforestazione dialberi locali.

TEA, Bio è anchesolidarietà

BIO | GENERAZIONE

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Lo studio sulle filiere biocondotto dall’INEA nellaRegione Marche, confer-

ma che i numeri del biologicomarchigiano continuano adessere tra i più interessanti nelpanorama nazionale. Il mercatomantiene un trend di crescitache si consolida di anno in anno,con un aumento dei consumidell’11,6 % anche per il 2010,secondo i dati ISMEA. A livellocomunitario, gli indirizzi futuridi politica agricola sembranosempre più orientati verso scel-te di tipo agro-ambientale, sicu-rezza e qualità alimentare. Inquesto quadro rassicurante,però, non possono essere sotta-ciute le difficoltà che il settoresta attraversando, soprattuttoper la mancanza di servizi dedi-cati a sostegno delle aziende.Assistenza tecnica e ricerca,informazione, formazione epromozione continua, sono lecarte vincenti per un produtto-re biologico sempre più apprez-zato dall’opinione pubblica peril suo impegno ambientale e laqualità dei prodotti, per il suocontributo allo sviluppo di eco-nomie locali e la salvaguardia diuna cultura agricola fatta di tra-

dizioni e tipicità. Non solo con-tributi, dunque, ma una vera epropria programmazione neiservizi resi in modo autentico equalificato. Il progetto Biore-gione Marche ha operato nelcorso del biennio 2009-2010sul piano della informazione epromozione e i risultati ottenu-ti sono apprezzabili.

IL PIANO DI SVILUPPO RURALEIl Piano di Sviluppo Rurale

2007 – 2013 della Regione Mar-che prevede una serie di misureper il sostegno dell’agricolturabiologica, riguardanti la forma-zione degli operatori, il primoinsediamento, l’ammoderna-mento delle aziende, i sistemi diqualità dei prodotti e la promo-zione. Misure a sostegno dell’agricol-tura biologica e per il benesseredegli animali, rappresentano ilpunto di riferimento per leaziende che intendono impe-gnarsi in questo sempre piùimportante settore dell’agricol-tura moderna.La maggiore sensibilità da par-te dei cittadini per le questioniecologiche e il moltiplicarsi diepisodi che periodicamenteminano la sicurezza alimentare,hanno maturato nell’opinionepubblica una sempre più diffu-sa convinzione che produrrebiologico significa assicurare lasalubrità degli alimenti e ilrispetto dell’ambiente e delbenessere animale.L’obiettivo finale? Quello di farcrescere nel consumatore laconsapevolezza della qualitàdelle produzioni biologiche efornirgli gli strumenti necessari

per effettuare scelte consapevo-li.

LE ATTIVITA’Con il progetto si prevede losvolgimento di quattro attivitàche si realizzeranno entro il2011 su tutto il territorio Mar-chigiano, così articolate:• Informazione dei decisori e

operatori delle mense, orga-nizzata da Associazione osocietà con percorsi in infor-mazione;

• Oggi si mangia bio, organizza-ta dal Servizio Agricoltura, siè svolta presso le mense dellequattro Università con ladistribuzione di menù biolo-gici;

• Cattedra Ambulante biologi-ca (CAB), organizzata dal-l’ASSAM, si propone di stimo-lare la realizzazione di incon-tri specifici sulle problemati-che connesse all’agricolturabiologica: coltivazione, con-trollo e certificazione, qualitàdei prodotti, organizzati daipiù disparati consessi asso-ciativi;

• Rafforzamento dei Gruppi diAcquisto Solidale (GAS),organizzata da Associazione osocietà di servizio, prevede larealizzazione di “incontriinformativi collegiali e con iGAS”.

BioRegione Marche:sviluppo e comunicazione

DI RICCARDO MILANI

Paolo Petrini, assessore RegioneMarche alle Politiche Agricole

•Perché sono ottenuti utilizzando prodotti per la difesadelle piante e la concimazione di origine naturale.•Perché viene assicurato il minimo impatto ambientale.•Perché rispettano e mantengono la biodiversità.•Perché la frutta e la verdura sono prodotte facendo del-la stagionalità un obiettivo prioritario.•Perché la frutta biologica ha una maggiore concentra-zione di antiossidanti e una minore presenza di acqua.•Perché la carne non contiene antibiotici.•Perché non contengono conservanti e coloranti.•Perché sono certificati da organismi riconosciuti dalMinistero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.•Perché l’agricoltura biologica contribuisce alla riqualifi-cazione degli addetti in agricoltura.

Perché scegliere l’agricoltura biologica?

“Le produzioni agricole eagroalimentari - ci spiegaGianluca Carrabs, ammini-

stratore unico dell’ASSAM(Agenzia per i Servizi nel Setto-re Agroalimentare delle Mar-che) - sono sempre più conside-rate importanti, non solo perl’aspetto economico, ma ancheper i riflessi alimentari (e nutri-zionali) e per l’impatto sull’am-biente e il paesaggio, compresala conservazione della biodiver-sità”. Sono queste infatti lemotivazioni principali per cui lerisorse pubbliche comunitarie enazionali continuano ad esserericonosciute al settore agricolo.“Offrire servizi al settore agrico-lo - continua l’amministratoreAssam - significa, quindi, anchetenere ben presenti questiaspetti correlati che, in alcunicasi, assumono un ruolo predo-minante e strategico”. L’Assam,istituita con la L.R. n. 9 del 14

gennaio 1997, è un ente pubbli-co economico e costituisce lostrumento regionale di riferi-mento e di raccordo tra il siste-ma produttivo ed il mondo del-la ricerca.Quali sono gli obiettivi stra-tegici dell’Agenzia?“Innanzitutto favorire l’intro-duzione di tecniche produttivemaggiormente compatibili conl’ambiente nel rispetto dellasalute degli operatori agricoli.Un altro obiettivo è quello dimonitorare il territorio agricoloregionale per una gestione“sostenibile” dell’attività agri-cola e forestale. Oltre che garan-tire un punto di riferimento sulterritorio per migliorare la qua-lità e la promozione della sicu-rezza dei prodotti alimentariattraverso i servizi di certifica-zione e tracciabilità. Ultimoobiettivo, non sicuramente inordine di importanza, è quello

di tutelare la diversità biologicadelle specie animali e vegetali diinteresse agricolo e forestale”.Quali sono, invece le fun-zioni principali dell’As-

sam?“Tra le sue funzioni principali viè la realizzazione di studi ericerche in collaborazione con le

Il ruolo dell’ASSAM: l’unico ente certificatore pubblico

GENERAZIONE | BIO

“Le produzioniagricole e agroalimentarisono importanti,non solo per l’aspetto economico, maanche per i riflessialimentari (e nutrizionali) eper l’impatto sull’ambiente e il paesaggio”

Gianluca Carrabs, amministratore Assam

38 | senzaetà

Il consiglio della dietista!

Giovanna Cecchetto è presi-dente di ANDID, AssociazioneNazionale Dietisti.Gli alimenti biologicisono consigliati in unaalimentazione equilibra-ta?“Sicuramente sì. Perché han-no alcune caratteristichepeculiari rispetto ai corri-spondenti prodotti tradizio-nali. Innanzitutto non hanno,per definizione, residui chimi-ci: danno quindi maggiorigaranzie di essere sani; e poiin linea di massima fornisco-no un maggior apporto dimicronutrienti, come sali

minerali e vitamine, perchésono coltivati seguendo i ritminaturali della pianta, senzaforzature eccessive”. Ci sono fasce di popola-zione in particolare per lequali lei consiglia i pro-dotti biologici?“In primo luogo i bambini e iragazzi, le fasce fragili insom-ma: proprio perché non usan-do prodotti chimici, gli ali-menti biologici danni menorischi di tossicità”. Che limiti hanno dal pun-to di vista dietetico i pro-dotti bio?“Hanno gli stessi limiti deglialtri alimenti, e quindi anche icibi biologici vanno consuma-

ti seguendo le giuste propor-zioni e soprattutto standoattenti alla varietà degliapporti nutrizionali. Poi cisono due ostacoli caratteristi-ci del biologico: la minorevarietà stagionale dovuta airitmi di coltivazione nonintensivi; e la questione psico-logica dell’aspetto degli ali-menti. Essendo abituati afrutta e verdura splendide,tirate a lucido e spesso fintroppo grandi, molti fannofatica a considerare appetito-se mele e pere con qualcheammaccatura e magari un po’più piccole. Sono meno accat-tivanti, ma più realistiche”.

DI JURIJ BOGOGNA

Giovanna Cecchetto, presidente ANDID, Associazione Nazionale Dietisti

Dove l’arte del gusto incontra il gusto dell’arte

Con la conclusione della47esima edizione delloSferisterio Opera Festi-

val, stagione riuscitissima cheha saputo riscontrare favori daparte del pubblico e della criti-ca, si concludono anche gliappuntamenti quotidiani congli “Aperitivi Culturali”. Questiultimi hanno saputo intrattene-re e, perché no, deliziare i parte-cipanti non solo con ricche con-ferenze presenziate da perso-naggi di rilievo, ma anche conuna piacevole sorpresa sotto ilpunto di vista culinario. Il risto-rante Kitchen Art, infatti, si èprestato ad ospitare diversi

incontri facendo conoscere lapropria cucina a chi ancora nonne avesse avuto il piacere. Sitratta di un locale giovane, nuo-vo che sta affrontando, cometanti altri nella zona, la sfida delbiologico. Sono sempre più iristoranti, le pizzerie e i bar che,in effetti, decidono di scegliereprodotti biologici per la propriacucina, puntando su una quali-tà garantita non solo da espertichef, ma anche e soprattutto dalprodotto. “Quando si hanno adisposizione prodotti del gene-re, non è difficile saper deliziareil palato - ci dicono i proprieta-ri del locale - Ci siamo trasferitida Roma nelle Marche proprioper la qualità dei prodotti e per

la facilità della loro reperibilità.Il 75% di ciò che usiamo è di ori-gine biologica” dall’olio ai legu-mi, dalle verdure ai cereali,quindi la scelta è vasta. Ma nonsono i soli prodotti di cui si ser-vono. “A breve entreranno nelnostro menù anche le ostrichebiologiche provenienti propriodel mare Adriatico”. La politicadel locale si potrebbe definire di“promozione del prodotto bio-logico marchigiano”, dunque.Anche da parte della clientelanon manca, di certo, il riscontroche serve per avere la certezzache si sta agendo nella manieraesatta. Il biologico sembra esse-re molto apprezzato da parte diun consumatore che finalmente

può dirsi consapevole di ciò chesta mangiando. Inoltre, proprioquest’anno, per la prima volta ilristorante maceratese è statoinserito nell’IMC (IstitutoMediterraneo Certificazionebiologica). Un motivo in più percontinuare a incentivare l’eccel-lenza del biologico.

DI SARA SANTACCHI

Università, gli Istituti e le Istitu-zioni di ricerca. In questo ambi-to, attua progetti nel settoreagronomico (cerealicoltura,orticoltura, colture industriali,viticoltura, olivicoltura e frutti-coltura) con particolare atten-zione al settore biologico e delbasso impatto ambientale”.E come svolge queste attivi-tà?“Oltre a disporre di proprieaziende, è dotata di gran partedella strumentazione necessa-ria per l’attuazione delle prove.I risultati sono annualmentepubblicati sia sulle riviste spe-cializzate di settore che su pub-blicazioni tecnico-divulgative

regionali oltre che divulgatiattraverso visite guidate in cam-po, convegni e seminari. Tutti iservizi dell’agenzia (serviziofitosanitario, agrometeorologi-co, vivaistico, certificazione etracciabilità) sono inoltre coin-volti nella valorizzazione delleproduzioni agricole, in partico-lare di quelle più legate al terri-torio e che permettono un’agri-coltura innovativa e contempo-raneamente più rispettosa del-l’ambiente. In questa ottica lafiliera del biologico assume unarilevanza sempre maggiore el’agenzia, di concerto con l’as-sessorato agricoltura regionale,ha avviato una serie di attività

tutte mirate a far crescere il set-tore biologico e favorire una

maggiore professionalità neglioperatori del settore”.

senzaetà |39

BIO | GENERAZIONE

L’Assam affianca la RegioneMarche in diverse iniziativequali:• Aggiornamento dell’Elenco

regionale degli operatoridell’agricoltura biologica;

• Progetto “Zootecnia bio-logica” – Aziende pilota etutoraggio che ha l’obietti-vo di diffondere le miglioripratiche nelle aziende zoo-tecniche biologiche attra-verso azioni di aggiorna-mento.

• Progetto “Conoscere il bio-

logico nelle Marche” - Cat-tedra Ambulante del Biolo-gico per diffondere la cono-scenza del biologico nel ter-ritorio marchigiano attra-verso alcune azioni mirate.

• Progetto “Biodiversità”per la tutela della biodiver-sità regionale di interesseagrario, pur non specificoper la filiera biologica, vededi fatto una collaborazioneprevalente con gli operatoriagricoli del biologico.

Le iniziative in atto per il biologico

L’accresciuto interesseper la qualità della vita eil benessere individuale

ha indotto un numero crescentedi persone, sia in Italia che nelresto del mondo, a prestaremaggiore attenzione alla qualitàdell’alimentazione, allo stile divita, alla tutela dell’ambiente.Questa evoluzione ha determi-nato una modificazione di alcu-ni costumi, delle abitudini ali-mentari a partire dalla consape-volezza della relazione cheintercorre tra la salute indivi-duale, la qualità dei cibi, dell’ac-qua e dell’aria e delle produzio-ni agroalimentari.Produrre cibi sani e di qualitàidonei per una alimentazione dielevato contenuto biologico pre-suppone che le stesse praticheagronomiche e le produzioniagroalimentari connesse sianobasate sull’impiego di fertiliz-zanti naturali e in armonia conle leggi naturali.E’ stabilito da regolamenticomunitari e leggi che in agri-coltura biologica non si possonoutilizzare sostanze chimiche disintesi (concimi, diserbanti,anticrittogamici, insetticidi,pesticidi in genere ne organismi

geneticamente modificati).Per la difesa delle colture si agi-sce in via preventiva selezionan-do le specie resistenti allemalattie e utilizzando tecnichedi coltivazione appropriate qua-li la rotazione delle colture, laconsociazione che consiste nelcoltivare contemporaneamentepiante diverse, l’una sgradita aiparassiti dell’altra ecc.In caso di necessità per difende-re le colture è previsto l’inter-vento con sostanze naturalivegetali, animali o minerali.Nella pratica biologica sonocentrali gli aspetti agronomici egli animali vengono allevati contecniche che rispettano il lorobenessere e nutriti con prodottivegetali ottenuti secondo i prin-cipi dell’agricoltura biologicaevitando di forzare la crescita ele eventuali malattie vengonocurate con rimedi fitoterapici eomeopatici limitando al massi-mo medicinali tradizionali, senon nei casi previsti dai regola-menti.Ovviamente le produzioni deri-vanti dall’agricoltura biologicapresentano aspetti organoletticie qualitativi migliori di quelliprodotti con la moderna tecno-logia che tuttavia fornisce

all’uomo consistenti vantaggiper quanto riguarda la maggio-re produttività, la lavorazione ela conservazione degli alimenti.Purtroppo l’agricoltura moder-na sembra non possa più fare ameno di utilizzare prodotti chi-mici di sintesi potenzialmentenocivi che provocano effettinegativi sulla qualità degli ali-menti e la salute dei consuma-tori.Consumare prodotti provenien-ti da agricoltura biologica, pre-feribilmente integrali, significamigliorare la qualità della pro-pria alimentazione evitandol’assunzione per via alimentaredi significativi apporti disostanze nocive utilizzate dinorma nell’agricoltura moder-

na. Questi prodotti di alta qua-lità, provenienti da agricolturabiologica, hanno confezioniparticolari, presentazione piùricca di informazioni e contenu-ti ma anche un costo più eleva-to a causa dei maggiori costisostenuti, della maggiore quan-tità di lavoro sostenuto e per lale minori quantità di prodotticollocabili sul mercato.Se mangiare biologico è piùsalutare non per questo è piùeconomico. Meglio mangiare dimeno e meglio. La salute ci gua-dagnerà due volte!La qualità anche nei cibi ha unprezzo che deve essere ricono-sciuto e pagato.Noi tutti sappiamo che gli ali-menti consumati partecipanoalla costruzione del nostro orga-nismo e per questo non è esage-rato affermare che nel cibo dicui ci nutriamo risiede in granparte il destino della nostrasalute, insieme con l’acqua chebeviamo e l’aria che respiriamo.

GENERAZIONE | BIO

Dall’agricoltura bio...cibi sani e genuini

DI MAURO RAGAINI

Ristorazione collettiva scolastica e ospedaliera Marche

Mense scolastiche che utilizzano anche prodotti BIO

Mense ospedaliere che utilizzano anche prodotti BIO

AN AP FM MC PU

6 12 6 19 8

----1

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Meglio mangiare di meno e meglio. La salute ci guadagnerà due volte!

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“L'agricoltura biologica èprima di tutto, al di là discelte dettate da mere spin-

te ideologiche, uno dei possibilimetodi di produzione agricolache, in determinati contesti ter-ritoriali ed economici, puògarantire un reddito significati-vo all'impresa agricola, offren-do contemporaneamente alconsumatore un prodotto diqualità nel rispetto dell'ambien-te”. Con queste parole esordisceil Presidente di Coldiretti dellaprovincia Macerata, FrancescoFucili, quando gli domando inche modo si sta attivando ilConsorzio Agrario in relazioneall’agricoltura bio. La Coldiretti(Organizzazione degli impren-ditori agricoli) a livello naziona-le ormai da diversi anni, pro-muove ANAGRIBIOS, Associa-zione nazionale dell’agricolturabiologica, nata nel luglio 2000,in seguito al consolidamento delmetodo biologico, come sceltaimprenditoriale di un numerosempre più consistente di agri-coltori. “La Coldiretti a livellonazionale è volta a promuovereazioni in collaborazione con ilMinistero al fine di produrrepiani di sviluppo aziendale,nonché la valorizzazione del ter-ritorio agricolo provinciale eregionale. Per quanto riguardale Marche, gli ettari coltivati abiologico sono oggi 57mila, con2.687 operatori attivi”.Come si può conciliare lavalorizzazione del territo-rio agricolo con un’agricol-tura come quella biologica?“Innanzitutto con il coordina-mento del lavoro. Questo, infat-ti, va differenziato in base al ter-ritorio: soprattutto nelle zonepiù marginale e interne, dovenon è possibile, o meglio non

conviene, sviluppare un’agricol-tura di tipo convenzionale,basata cioè sulla quantità, sipreferisce andare sulla qualità.Basta guardare le zone collinarie della media collina in cui sonostate adattate coltivazioni digirasole e di grano duro, negliscorsi anni, solo per una distor-sione delle politiche di incentivicomunitari che erano accoppia-ti a determinate colture.Oggi in virtù del disaccoppia-mento le imprese agricole devo-no guardare i mercati e capirecosa essi chiedano e cercando,allo stesso tempo, di rivalutarecoltivazioni che via via neglianni si stavano perdendo.In queste aree più marginali conterreni adatti a colture che nonrichiedono grandi apporti diconcimazioni l’agricoltura bio-logica sta crescendo e potrà darerisposte economiche alle impre-se e di qualità della vita per chirisiede in quelle aree o le visitada turista.

Alcuni esempi sono quelli dellarivalutazione di alcune legumi-nose come lenticchia, cece,cicerchia, fagioli che trovanouna buona valorizzazione suimercati e parallelamente appor-tano sostanza organica ai terre-ni creando una buona preces-sione colturale per le semine deicereali nell’anno successivo inquanto hanno la funzione diazoto fissatori.Fra i cereali si sta rivalutando ilgrano tenero, l’orzo per la zoo-tecnia, ma anche “l’orzo mon-do” e quello da birra; il farro perottenere ottime zuppe, il granosaraceno per un basso tenore diglutine e così via”.Le Marche sono rinomateproprio per la qualità deiprodotti, come risponde ilmercato a una scelta agri-cola di questo tipo?“Il mercato è senz’altro in cre-scita e ci sono sempre più azien-de e non solo che richiedonoquesti prodotti, tant’ è vero chesi stanno iniziando delle vere eproprie collaborazioni conristoratori e pizzerie. Così comenelle mense: nel Comune di San

Severino, per esempio, si usal’olio biologico del territorio.Certo, quest’ultima intenzionenon è semplice: arrivare a pro-porre un’insalata di farro a deibambini potrebbe trovare pochifavori, ma sono indubbi gliapporti benefici, senza dimenti-care che, a livello nazionale, lasensibilità dei consumatori ver-so questo tipo di prodotti è incontinua crescita, come dimo-stra l’aumento del 13% degliacquisti di cibi bio confezionatifatta registrare nel primo bime-stre di quest’anno.Anche i punti macrobiotici,sempre più in crescita nel terri-torio, stanno addiritturaavviando delle convenzioni pro-prio con gli agricoltori biologiciColdiretti”.Si tratta, insomma, di una real-tà in continua ascesa verso laquale si possono maturare otti-me aspettative e dalla quale irisultati non si fanno mancare.Per questo, come ci ha tenuto aprecisare il Presidente “èimportante continuare a porta-re avanti il lavoro della qualitàaffrontato in questi anni”.

La Coldiretti promuove l’agricoltura biologica

DI SARA SANTACCHI

BIO | GENERAZIONE

Francesco Fucili, presidente di Coldiretti della provincia Macerata

“Il mercato è senz’altro

in crescita e ci sono sempre

più aziende che richiedono

questi prodotti,tant’ è vero che sistanno iniziando

delle vere e propriecollaborazioni con

ristoratori e pizzerie”

PORTO SAN GIORGIO - LaNotte Rosa di Porto San Giorgioha visto Applenights tra i prota-gonisti, con il punto salute dedi-cato all'informazione e alla sen-sibilizzazione riguardo droghe,alcol e HIV. Applenights è unprogetto del DipartimentoDipendenze Patologiche, attivodal 2006, che svolge azioni diprevenzione nelle scuole, neicontesti di aggregazione giova-nile formali ed informali ed èrealizzato dal Servizio Territo-riale Dipendenze PatologicheASUR Marche ZT 11. Un mes-saggio rivolto a promuovere ildivertimento sano e il benesse-re a 360 gradi. Infatti, graziealla partnership voluta dall'As-sessore al Turismo di Porto SanGiorgio che con entusiasmo haaderito e realizzato una propo-sta del Servizio DipendenzePatologiche, si sono viste duenovità assolute e molto coinvol-genti: La Bibita Rosa, un mojitoanalcolico venduto in una con-fezione personalizzata, una lat-tina da 33 cl, con il brand e iloghi della Notte Rosa e «Sfrut-ta la frutta». Lo slogan dell'ini-ziativa fa già capire che l'invito

rivolto alla cittadinanza è quel-lo di cogliere i benefici dellafrutta e il modo in cui si decline-rà prevede una distribuzionegratuita di frutta di stagione cheavverrà proprio di fianco allostand di Applenights durante il«frutta hour».Entrambe le iniziative, come sipuò ben comprendere, hannopuntato a rappresentare lasobrietà come chiave ulterioredi divertimento e animazione, enon come limite, in contrasto

con mode e stili di vita che invi-tano a vivere la notte ricorren-do ad abusi costosi e, soprattut-to, pericolosi. Una collaborazione fra zona ter-ritoriale e enti locali continuati-va e incisiva nel contrastare ipericoli della notte proteggendosoprattutto i giovani, e nel coin-volgere, in questo percorsoorientato alla promozione delbenessere, tutti gli attori socialisensibili, a partire dalla cittadi-nanza.

AppleNights si tinge di rosaOSPEDALI | ZONE TERRITORIALI

SENIGALLIA - Camminare fa bene, lo sappia-mo tutti, ma Senigallia e la Zona Territoriale 4hanno preso alla lettera questa massima. duran-te l’estate sono state organizzate molte cammi-nate e percorsi di nordic walk. Grande successodella manifestazione in occasione della conse-gna dei diplomi di Nordic Walker da parte delDirettore della Zona Territoriale 4 dott. FrancoPesaresi a tutti i partecipanti ai corsi gratuiti diNordic Walking organizzati dal Dipartimento diPrevenzione della Z.T. 4, diretto dal dott. Gio-vanni Fiorenzuolo, rivolti ai residenti... e nonsolo. Il folto gruppo di partecipanti, più di 70persone, solo nella giornata della consegna deidiplomi, dopo essere partito dal Parco dellaPace, ha invaso piacevolmente il lungomare e lestrade cittadine guidato dagli istruttori dellaScuola di Nordic Walking Marche e, sotto l’oc-chio vigile della Polizia Municipale, ha raggiun-to Piazza del Duca dove, nella Sala del Trono delPalazzo del Duca, è avvenuta la cerimonia uffi-

ciale di conclusione dei corsi.Notevole é stato il gradimento dell’iniziativa daparte degli utenti, che hanno trovato nei corsi diNordic Walking l’occasione per fare attività fisi-ca stando all’aria aperta, conoscere nuove per-sone, riscontrando giovamento per la salute siadel corpo sia della mente.

Nordic Walk a Senigallia,per la salute del corpo e della mente

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FABRIANO - Questo sloganindividua bene la “mission”del progetto: costruire unmodello organizzativo centra-to sul paziente in grado di farconvergere in un'unica strut-tura la attuale pluralità deicentri decisionali in ambitoospedaliero per una traspa-rente presa in carico di com-plessità e fragilità a livellodomiciliare e residenziale.La dimissione protetta èinfatti una modalità concor-data tra Ospedale e Serviziterritoriali di dimissione dipazienti in condizione di nonautosufficienza o di incom-pleta stabilizzazione clinica,che richiedono in regimedomiciliare, o residenziale, lacontinuazione delle curemediche, infermieristiche eriabilitative dopo l'uscita dalnosocomio.La metodologia di approccioalla Dimissione protetta pre-vede una modalità di inter-vento che, sequenzialmente,comprende la valutazione delpaziente e dei suoi bisogni,l’adozione di criteri di dimis-sibilità in base a parametri ditipo clinico, assistenziale, ria-bilitativo e sociale, la defini-zione di un Piano di Assisten-za Individuale, il raggiungi-mento di un “patto terapeuti-co” sottoscritto con paziente efamiliari, infine la presa incarico da parte dei servizi ter-ritoriali con la figura delmedico di medicina generalequale unico “perno” assisten-ziale territoriale.Obiettivi della nuova organiz-zazione sono dunque quelli disemplificare l'accesso ai servi-zi socio-sanitari per i cittadinied assicurare la presa in cari-co nel rispetto della continui-tà e della tempestività dellecure in un'opera di tutoraggiopermanente della fragilità.

Il ‘Profili’sperimenta

le dimissioni protette

AREA VASTA 2 - Le UnitàOperative di Epidemiologia del-l’Area Vasta 2 (Ancona, Fabria-no, Jesi e Senigallia) da almeno6 anni stanno sperimentandoun sistema PASSI di sorveglian-za della popolazione marchigia-na, coordinato dall’ISS (IstitutoSuperiore di Sanità). Tra gliobiettivi vi è quello di offrire allacomunità, scientifica e non,alcuni suggerimenti circa lo sta-to di salute collettivo e le sue cri-ticità. “L’evidence applicata allaprevenzione”, potrebbe esserequesto il motto della sorveglian-za ‘Passi’, la sperimentazioneche da qualche anno ha preso ilvia sul territorio nazionale conl’obiettivo di effettuare unmonitoraggio a 360 gradi sullostato di salute della popolazioneadulta (18-69 anni), attraversola rilevazione sistematica e con-tinua delle abitudini, degli stilidi vita e dello stato di attuazio-ne dei programmi di intervento

che il Paese sta realizzando permodificare i comportamenti aricshio.Il 67,5% delle persone del cam-pione intervistato ha dichiaratodi ritenere buono o molto buo-no il proprio stato di salute. Ledonne, le persone oltre i 35 annie con un livello di istruzione

basso hanno una percezionemeno positiva dello stato disalute. Il 7,1% riferisce di averavuto, nelle ultime due settima-ne, i sintomi che definiscono lostato di depressione (le più col-pite sono le donne). E’ risultatocompletamente sedentario unquinto del campione (22,8%),

mentre solo il 29,7% ha dichia-rato di aderire alle raccomanda-zioni sull’attività fisica. Il 33,5%del campione è risultato insovrappeso, mentre gli obesisono sotto il 10%. Il 65,8% del-la popolazione fra i 18 e i 69 anniha riferito di aver consumatoalmeno una bevanda alcolicanell’ultimo mese, mentre il22,8% può essere consideratoun consumatore a rischio(secondo la nuova definizioneINRAN). Da sottolineare che irisultati dell’indagine eviden-ziano la scarsa attenzione deglioperatori sanitari, che solo rara-mente si informano sulle abitu-dini dei loro pazienti in relazio-ne al consumo di alcol. Il 20,6%degli intervistati riferisce diaver avuto diagnosi di iperten-sione arteriosa; un quarto dellapopolazione ha avuto diagnosidi ipercolesterolemia.Le scelte di salute che vannoprese sono quindi fortementeancorate a scelte sociali, delresto la popolazione marchigia-na vanta un invidiabile primatodi longevità anche se andrebbeapprofondito meglio l’aspetto dianni di vita liberi da disabilità omalattia.

Progetto “Passi” sulmonitoraggio della salutedella popolazione

OSPEDALI | ZONE TERRITORIALI

senzaetà |43

SENIGALLIA - “Come garantire una buonaqualità dell’assistenza è oggi probabilmente unodei maggiori problemi che la Sanità si trova adaffrontare - afferma il dott. Luciano Quagliarini,direttore U.O. Patologia Clinica dell’Ospedale diSenigallia - anche alla luce delle crescenti aspet-tative dei cittadini. Su queste basi il LaboratorioAnalisi della ZT4 si è posto le seguenti doman-de: le nostre prestazioni possono essere miglio-rate in funzione delle esigenze dei cittadini? Èpossibile dare loro una prestazione giusta, almomento giusto e nel luogo giusto? Le risposteche ci siamo dati alla risoluzione dei due inter-rogativi sono affermative. Il problema è comeintervenire, tenendo conto dei vincoli di spesaimposti dall’attuale congiuntura economica e,nel contempo, mantenere inalterati i livelli del-le prestazioni erogate. Infatti, il servizio erogan-te deve essere a disposizione del cittadino e nonviceversa e le prestazioni di laboratorio devonoessere eseguite facilitando al massimo l’accessi-bilità al servizio e la loro fruizione in tempi bre-

vi”. Questa filosofia ha tuttavia, nell’attualesituazione verificabile quotidianamente pressola struttura del Laboratorio, causato un flussogiornaliero caotico e non controllabile, lungheattese in condizioni disagevoli, in un ambientecon spazi limitati. Va inoltre evidenziato che ilnumero di prestazioni procapite effettuate nellanostra Zona è superiore nella misura del 50%rispetto alla media regionale.

Il laboratorio analisi di patologia clinica si riorganizza

Luciano Quagliarini, direttore U.O. Patologia Clinicadell’Ospedale di Senigallia

Una sperimentazionecon l’obiettivo di effettuare un monitoraggio a 360 gradi sullo stato di salutedegli adulti, attraverso la rilevazione delle abitudini e degli stili di vita

Non solo Banca, con i suoiservizi e le sue opportu-nità. La UBI Banca

Popolare di Ancona, a dimostra-zione della sua vicinanza al ter-ritorio, da alcuni anni si è fattaprima promotrice e poi sosteni-trice di un progetto che stamutando mentalità e scenari infatto di partecipazione deiragazzi con disabilità, alle attivi-tà motorie negli istituti scolasti-ci.Si tratta del progetto “AtleticoScuola”. Detto che nella solaprovincia di Ancona i ragazzicon disabilità certificati sono1.735 e che il fenomeno è pur-troppo ancora in crescita, vieneda chiedersi: di che cosa si trat-ta? La risposta è in questo slo-gan: “avere una disabilità nonsignifica per forza dover stare aguardare”. L’iniziativa si rivolgeagli alunni disabili delle scuoleprimarie e secondarie del terri-torio per promuovere pariopportunità e integrazioneattraverso il gioco e lo Sport, siaa scuola che nelle attività spor-tive.A tre anni dall’ideazione delprogetto, nella sala “Luigi Bac-ci” del Centro Direzionale Esa-gono della UBI Banca Popolaredi Ancona, si è svolto il Conve-gno conclusivo “Atletico Scuola2011”, promosso dalla Fonda-zione Gabriele CardinalettiOnlus con il sostegno della UBIBanca Popolare di Ancona, dal-l’Ufficio Scolastico Provincialedi Ancona, dal CONI Provincia-le di Ancona, dal CIP (ComitatoItaliano Paralimpico) e dallaProvincia di Ancona.Dopo la sperimentazione avvia-ta nella zona della Vallesina, ilprogetto ha fatto registrare unconsiderevole ampliamento

nelle scuole dei principali centriurbani del territorio provincia-le. Grazie al contributo dellaProvincia, infatti, l’iniziativa haraddoppiato i numeri dell’edi-zione precedente, interessandoben 47 classi e 59 studenti, emirando a costruire occasioni dipiena integrazione a favore deiragazzi affetti da problemi didisabilità. Obiettivo finale è costruire unanuova idea di Sport, partendodal diritto per ciascun ragazzodi non essere un campione, perarrivare ad un accesso universa-le alla pratica sportiva.Il Convegno ha segnato la con-clusione di tre azioni diverse:Corsi di aggiornamento e diFormazione dei docenti di ogniordine e grado (dalla Scuola del-l’Infanzia alla Secondaria Supe-riore) sull’attività motoria adat-tata e attività motoria comeazione propedeutica con ragaz-zi con disturbi specifici nell’ap-prendimento; progetto “Atleti-co Scuola” avviato dalla Fonda-

zione Gabriele Cardinaletti – incollaborazione con UBI BPA -volto all’inserimento nell’attivi-tà motoria scolastica di alunnicon disabilità e progetto “GiocoSport” del CONI provinciale diAncona, finanziato anche dallaProvincia di Ancona nei Comu-ni al di sotto dei 10 mila abitan-ti.All’incontro sono intervenuti,fra gli altri, Maria Letizia Cap-parucci, Docente all’UniversitàEuropea di Roma; Piero Cri-spiani, Docente di Scienze dellaFormazione all’Università diMacerata ed esperto di didatti-ca speciale e di disturbi specifi-

ci di apprendimento; PasqualeMoliterni, Docente all’Universi-tà di Roma Foro Italico. Il con-vegno ha rappresentato unmomento di sintesi degli inter-venti realizzati lo scorso annoda insegnanti delle scuole diAncona, Jesi, Fabriano, Seni-gallia, Falconara Marittima,Osimo, Monsano, Monte SanVito e San Marcello. Sviluppateanche nuove proposte di svilup-po del progetto, per l’anno sco-lastico che sta iniziando.

Progetto “Atletico Scuola”il sostegno della BPA c’è!

PROGETTI | BANCA POPOLARE DI ANCONA

44 | senzaetà

L’obiettivo è quello di inserire il maggior numerodi ragazzi disabilinell’attività motoria scolastica.Perché praticaresport insieme èmotivo di gioiaanche per chi è alle prese con disabilità

Valentina Vezzali e Beatrice Vio, compionessa olimpica e paralimpica di fioretto

Nello scorso numero di Sen-zaetà abbiamo trattato ingenerale dei lavoratori

precari. L’ampio argomento nonpuò essere concluso in solo pochepagine. Per questo siamo ancoraqui a parlare di questa tipologia dilavoratori. Per meglio capire emigliorare l’aspetto economicodei precari va detto che sonoaumentati i contributi Inps. Infat-ti, con la manovra Finanziaria del2007 sono state introdotte nuoveregole. Da qualche anno per gliiscritti alla gestione separata (enon ad altre forme di previdenza),l’aliquota contributiva passa dal18,20 al 23%. Per chi è coperto daaltre forme di previdenza, o è giàtitolare di pensione, l’aliquotaaumenta dal 10-15% fino ad arri-vare al 16%.

Indennità di malattiaDa qualche anno, ai collaboratoriiscritti alla gestione separata,

spetta un’indennità giornaliera dimalattia a carico dell’Inps per unmassimo di 20 giorni nell’arco diun anno.

Congedo parentaleIl congedo parentale è una novitàdelle nuove disposizioni in mate-ria di lavori precari. Fino a qual-che anno fa non era previsto sal-vo in casi particolari. Nei casi dinascite, adozioni e affidamenti si

ha diritto a un trattamento econo-mico per un periodo di tre mesientro il primo anno di vita delbambino, di importo pari al 30%del reddito.

Da collaboratori a dipendentiPer fare emergere il lavoro nero,la Finanziaria di qualche anno fa,ancora in vigore, ha introdotto

una novità che può permettere allavoratore di venire assunto atempo indeterminato senza trop-pi oneri per il datore di lavoro.L’interessato può chiedere al sin-dacato di trovare un accordo conl’azienda. Se avviene questoaccordo, l’azienda verserà la metàdei contributi dovuti, lo Stato ver-serà l’altra metà.

Indennità di disoccupazioneVa sottolineato che, nel settoredella scuola (per le supplenze),una volta chiuso momentanea-mente il rapporto di lavoro, si hadiritto a una indennità di disoccu-pazione qualora si sono effettuateun minimo di 78 giornate lavora-tive nell’arco dell’anno scolastico.Una vera e propria novità per letante persone che ruotano attor-no al lavoro precario. Un ricono-scimento spesso negato per i tan-ti dipendenti della scuola.

Ancora precari? Importantinovità a livello economico

RUBRICA | DALLA PARTE DEL CITTADINO

DI LINO RIGNANESE

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Quando presentare il modello ISEE?

Il Collegato Lavoro (Legge 122 del 2010)contempla le nuove regole del modelloISEE. Va sottolineato che ISEE sta a signifi-

care Indicatore della Situazione EconomicaEquivalente.Una novità che riguarda l’Isee stanel fatto che, trasferendo all’Inps alcune fun-zioni affidate precedentemente all’Agenziadelle Entrate, vengono intensificati i controllitra Agenzia e Inps in merito ai falsi poveri,per-cettori di prestazioni sociali agevolate. L’Iseeè stato introdotto quale discriminante perl’accesso alle prestazioni sociali agevolate efornisce la situazione economica del richie-dente,determinata in misura ‘equivalente’allaricchezza del nucleo familiare a cui appartie-ne. Il dato è calcolato dall’Inps sulla base diuna D.S.U. (dichiarazione sostitutiva unica)presentata da un solo componente delnucleo familiare. Vengono elaborati i dati suscala di equivalenza su base tabellare. L’Isee èun indicatore di ricchezza che permette diconfrontare situazioni di familiari differenti, inmerito alle rispettive capacità reddituali,tenendo conto delle condizioni dei nucleifamiliari. Fra tanti calcoli si tiene conto anche

delle spese che la famiglia sostiene. Una del-le novità riguarda i parametri e le varie distin-zioni tra quando occorre presentare il model-lo ISEE e quando no.• Prestazioni nazionali erogate sulla base

dell’ISEE: carta acquisti (social card), asse-gno per nuclei familiari con almeno tre figliminori, assegni di maternità per le madriprive di altre tutele, forniture gratuite osemigratuite dei libri di testo, erogazioneborse di studio, prestazione del diritto allostudio universitario, tariffa sociale per il ser-vizio di distribuzione e vendita dell’energiaelettrica, agevolazione canone telefonico,agevolazione sospensione mutui primacasa.

• Principali prestazioni locali erogate sullabase dell’ISEE: asili nido e altri servizi socioeducativi per l’infanzia, mense scolastiche,servizi socio sanitari domiciliari, diurni eresidenziali.

• Principali prestazioni che utilizzano discre-zionalmente l’ISEE in assenza di obbligo:esenzione ticket sanitari, agevolazioni pertasse universitarie, contributo per il paga-

mento dei canoni di locazione (Legge 431del 1998), agevolazione per il canone dilocazione in edilizia residenziale pubblica,agevolazione per il trasporto locale,scuola-bus, agevolazione per i tributi locali, formu-lazione graduatorie per il pubblico impie-go.

• Prestazioni nazionali per le quali l’uso del-l’ISEE è escluso dalla legge: integrazione alminimo pensionistico, assegno e pensionesociale, maggiorazione sociale, pensione diinvalidità civile.

Quelle dell’ultimo punto sono novità impor-tantissime che sicuramente interessano letante famiglie che saranno tutelate meglio.Fin troppo spesso gli enti richiedono ilmodello Isee anche quando non ce n’è biso-gno. Un esempio? La richiesta della casapopolare per cui la legge non richiede obbli-gatoriamente il modello soprattutto perquelle famiglie che già da tempo occupanol’abitazione, vivendo solo di pensione di inva-lidità. Va ricordato che la scadenza per il rin-novo dei canoni di locazione per le casepopolari scadrà il 30 settembre.

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SCAFFALE | LIBRI

L’idea di questo libronasce dal desiderio didare un contributo

innovativo sul tema dellagestione e sviluppo delle risorseumane in Sanità e di diffondere,non solo tra gli addetti ai lavori,esempi concreti e di successosul tema della definizione e svi-luppo delle competenze. Ilmodello proposto, analitico masemplice, moderno ma collau-dato, si basa sull’esperienzainglese ormai ventennale e traespunto anche dalle linee guidadella recente Riforma Brunetta.Le aziende sanitarie, pubblichee private, devono affrontarequotidianamente le sfide con-nesse al miglioramento dellaqualità del servizio e all’efficien-za dei processi ed è proprio inquesto contesto che le RisorseUmane sono uno dei fattorichiave di successo in quantohanno un ruolo e un impattodecisivo attraverso le loro com-petenze, motivazioni, impegnoe disponibilità. È necessarioquindi evolvere da un modellodi gestione delle persone preva-lentemente amministrativo enormativo ad un modello di svi-luppo organizzativo, maggior-mente centrato sul ruolo, sullosviluppo delle competenze indi-viduali e sul benessere persona-le e professionale di tutte lerisorse.

Ruoli e competenzenella Sanità

Autori: Ferrè e LongoEditore: Panorama SanitàData di Pubblicazione: 2011Pagine: 244Prezzo: 20.00 euro

Tutto quello che è necessa-rio sapere sul diabete esull'ipertensione e i pre-

ziosi consigli del professorRoberto Ferrari, cardiologo difama internazionale e presiden-te della Società Europea di Car-diologia. Tantissime gustosericette originali, che spazianodagli antipasti al dolce, pensatead hoc per non mettere a rischiola salute, illustrate e corredateda utili tabelle nutrizionali. Unvolume di facile consultazioneper trasformare un possibileproblema in una meravigliosaopportunità per avvicinarsi allabuona tavola: con preparazionisemplici, ingredienti gustosi el'estro gastronomico di ClaudiaFlorio.

Questo manuale offre aciascuno la possibilità diimparare non solo a

volersi bene e a stimarsi di piùma anche a non temere il tra-scorrere degli anni come undemone inesorabile. Vi siapprenderanno le tecnichenaturali utili per limitare i segnifisici e mentali dell'invecchia-mento e per regalare dieci anniin meno alla nostra età biologi-ca. Un libro per giovani e menogiovani, perché per affrontare laterza età in modo ottimale, sep-pur con le energie proporziona-te agli anni, è molto meglioprendersi cura di se stessi giàdai primi anni della nostra vita,non con una disposizionepesante e maniacale alla diagno-si preventiva, ma semplicemen-te con una piacevole attenzioneper un corretto stile di vita e l'ac-quisizione di semplici praticheche proteggono la nostra salute.Con la prefazione del Dott. Ric-cardo Marchini, Medico Psico-terapeuta, esperto in Medicinanaturale, Agopuntura e Medici-na Tradizionale Cinese.

Questo libro nasce da unacollazione di brevi scrittiin cui Giovanni Berlin-

guer, protagonista dell'impegnobioetico, ha fermato le proprieriflessioni e idee, annotando fat-ti e riferimenti raccolti nei suoivasti studi e letture. Questomosaico di informazioni e dipensieri ci permette di appro-fondire un tema che tocca tutti:quello dei legami fra medicina esocietà, fra evoluzione scientifi-ca e limiti etici. Sono tutti argo-menti che vengono affrontatimettendo in evidenza quantoanche lo sviluppo delle piùmoderne discipline - e la medi-cina più di altre - siano stretta-mente ancorate al sociale,all'economia e alla coscienzacollettiva.

La cucina del cuore.Diabete e

ipertensione.120 ricette per non

perdere il buon umore e il gusto

della buona cucina

Elisir di lunga vita Storia della Salute.Da privilegio a diritto

Autori: Ferrari e FlorioEditore: Giunti DemetraData di Pubblicazione: 2011Pagine: 240Prezzo: 18.00 euro

Autore: Silvia CarriEditore:ApogeoData di Pubblicazione: 2011Pagine: 278Prezzo: 13.00 euro

Autore: G. BerlinguerEditore: Giunti DemetraData di Pubblicazione: 2011Pagine: 312Prezzo: 16.00 euro