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GENERE VIOLENZA COMUNI DI UMBERTIDE, LISCIANO NICCONE, MONTONE E PIETRALUNGA SERVIZIO ASSOCIATO DI POLIZIA LOCALE E UFFICIO DELLA CITTADINANZA

SERVIZIO ASSOCIATO DI POLIZIA LOCALE E UFFICIO DELLA ...il Decreto Legge 14 agosto 2013 n. 93 Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere,

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GENERE≠

VIOLENZA

COMUNI DI UMBERTIDE, LISCIANO NICCONE, MONTONE E PIETRALUNGA

SERVIZIO ASSOCIATO DI POLIZIA LOCALE E UFFICIO DELLA CITTADINANZA

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L’abitudine è la più infame delle malattie, perché ci fa accettare qualsiasi disgrazia, qualsiasi dolore, qualsiasi morte. Per abitudine si vive accanto a persone odiose, si impara a portare le catene a subire ingiustizie, a soffrire, ci si rassegna al dolore, alla solitudine, a tutto.

(Oriana Fallaci)

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COMUNI DI UMBERTIDE, LISCIANO NICCONE, MONTONE E PIETRALUNGA

SERVIZIO ASSOCIATO DI POLIZIA LOCALE E UFFICIO DELLA CITTADINANZA

GENERE≠

VIOLENZA

La violazione dei diritti umani rappresenta una terribile e incessante costante nella storia dell’uomo.Nonostante il passare del tempo e l’incredibile sviluppo culturale e della tanto celebrata evoluzione dei costumi, la violenza dell’uomo nei confronti delle persone che per una qualsiasi ragione si trovano in difficoltà o in uno stato di debolezza o di dipendenza rappresenta una perdurante costante che accompagna silenziosamente il progresso socioeconomico dell’individuo.Il grado di civiltà delle nazioni e lo sviluppo raggiunto dalle diverse società sembrano non avere più nulla a che fare con la violenza sulle persone in difficoltà e la società civile si rapporta con incredulità alla supremazia del forte sul debole e ai dati sconcertanti della violenza perpetrata contro le persone ed in particolare dei soprusi sulle donne.Il fenomeno risulta in continua crescita e sembra non conoscere forme di arresto se solo si pensa alle continue notizie che rimbalzano quotidianamente di violenze sulle donne in difficoltà.Spesso è proprio sulle mogli, compagne o addirittura figlie che la violenza si scatena con ripercussioni indelebili sull’equilibrio psicologico, sulla salute e sulla capacità di autodeterminarsi e di reagire di chi subisce gli abusi.Le forme di violenza che si rivolgono direttamente sulle donne

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determinando uno stato di prostrazione che si ripercuote su tutti gli altri componenti della famiglia legati strettamente al fulcro dell’unità domestica. Il negativo primato del Paese in cui è più frequente la violenza sulle donne è l’Afghanistan dove il 25% delle donne è stato vittima di uno stupro e circa un terzo è sottoposto a continue violenze fisiche e verbali da parte del padre o da parte della persona a cui è stata costretta a sposarsi o ancora a cui è stata venduta1.Nello stesso Paese dove è purtroppo ancora nota la pratica dell’uccisione delle donne mediante lapidazione e dove ancora è frequente che le donne vengano sfigurate per le ragioni più vili e disparate. Tuttavia l’Europa non è immune dalla violenza di genere e tantomeno lo è l’Italia se si pensa che solo nel 2012 le donne rimaste uccise in Italia dalla violenza sono state 124 quasi una donna uccisa ogni 3 giorni e dall’inizio dell’anno sono oltre 100 le donne uccise con un’incredibile impennata se si considera che nel 2005 il numero delle vittime era di 84 donne.2 La drammaticità dei dati numerici conferma, infatti, che la violenza contro le donne è in preoccupante crescita anche nel 2013 tanto che in Italia nei primi 8 mesi dell’anno si registra la morte di 1 donna ogni 2 giorni.3

1 Rapporto diffuso dalle Nazioni Unite nel 2011 in occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne che si celebra il 25 novembre di ogni anno.

2 Fonte: notiziario TG5 del 04/05/2013: la violenza sulle donne rappresenta la prima causa di morte o di invalidità permanente per le donne tra i 16 e i 44 anni (dati OMS) e TG5 Puntonotte del 05/06/2013 ore 23,30 ove si precisa che accanto alle 124 vittime vi sono 47 tentati femminicidi. Il 69% delle vittime sono donne italiane mentre il 31% sono donne straniere. In Italia non vi sono organismi pubblici in grado di diffondere dati ufficiali delle violenze sulle donne. Solo con il Decreto Legge 14 agosto 2013 n. 93 Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, nonché in tema di protezione civile e di commissariamento delle province è stata attribuita tale competenza all’ISTAT che dovrà elaborare le relative statistiche ogni 4 anni.

3 Fonte: servizio del TG5 del 13/08/2013.

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Tuttavia questi numeri sono solo la punta di un fenomeno purtroppo nascosto, ignorato e rappresentato dal 96% di violenza sulle donne rimasto sommerso e non denunciato alle autorità. Tali dati purtroppo non sono molto diversi da quelli che spinsero le Nazioni Unite nel 1979 ad adottare la Convenzione CEDAW cioè la Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne.4 Tale accordo internazione impegna gli Stati aderenti ad adoperarsi al fine di rimuovere le situazione discriminatorie non solo attraverso modifiche normative ma anche promuovendo un cambiamento culturale affermando la libertà di scelta delle donne e la loro integrità psico-fisica.Proprio la necessità di intervenire urgentemente senza più ritardi e con nuovi strumenti in grado di arrestare o quanto meno di rallentare la scia di violenza omicida, ha spinto le Istituzioni ad adottare in tempi stretti nuovi modelli operativi che fossero in grado di comprendere il fenomeno e intervenire sotto molteplici aspetti.Ecco perché nel 2013 vi è stata una forte accelerata nell’approvazione della legge di ratifica della Convenzione di Istanbul del 2011 con la quale gli Stati firmatari si impegnano ad adottare strategie comuni nella tutela dei diritti delle donne, ma soprattutto è questa la ragione per la quale è stato approvato con la massima urgenza il Decreto Legge 14 agosto 2013, n. 93 Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, nonché in tema di protezione civile e di commissariamento delle province. Tale decreto legge, da più parti invocato come strumento indispensabile per intervenire nei confronti di un fenomeno in preoccupante aggravamento, si pone importanti obiettivi che spaziano dalla necessaria educazione alla non violenza sino a prevedere nuove e più pesanti sanzioni per gli autori di discriminazione o soprusi verso le donne.Con la legge di conversione del decreto sono state inoltre introdotte nuove misure nell’ordinamento italiano e ripensati alcuni strumenti

4 La Convenzione CEDAW è stata ratificata dall’Italia il 10 giugno 1985 e ha aderito al Protocollo Opzionale in data 29 ottobre 2002.

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d’intervento sulla scorta delle esperienze di altri Paesi5. Scopo del presente opuscolo è quello di sensibilizzare la comunità e informare le donne che subiscono violenza o che ne sono minacciate che vi sono strumenti per poter finalmente emergere e per poter ricominciare una vita serena senza violenza e senza quella sensazione di soggezione che limita la libertà di muoversi e di esprimersi delle donne.

5 Il decreto legge 93/2013 è stato convertito con modificazioni con la Legge 119 del 15 ottobre 2013.

La violenza contro le donne è forse la più vergognosa fra le violazioni dei diritti umani. Essa non conosce confini geografici, né colturali, né di benessere economico.Fino a quando essa esisterà non potremo affermare di aver compiuto reali progressi verso la parità tra i generi, lo sviluppo e la pace.

(Kofi Annan)

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FORME DI VIOLENZA

Nella quasi totalità dei casi le violenze sulle donne non vengono denunciate soprattutto per paura, vergogna e per le difficoltà e conseguenze dovute al fatto che nella gran parte dei casi la persona da denunciare sarebbe un familiare o un conoscente che approfitta delle situazioni e della fragilità degli equilibri che la violenza determina.La violenza è un evento traumatico gravissimo che lede l’integrità psicologica e fisica delle persone determinando ansia, insicurezza e paura e tali conseguenze spesso sono aggravate dal silenzio, dalla solitudine in cui viene vissuta la situazione e dal senso di impotenza e rassegnazione.Il fatto che la violenza sulle donne è un fenomeno tutt’altro che superato ce lo dimostra l’utilizzo nel linguaggio corrente di due nuovi termini introdotti anche nelle relazioni accompagnatrici del D.L. 93/2013 e precisamente il temine “femmicidio” con il quale si intende l’omicidio delle donne e il termine “femminicidio” che identifica le violenze fisiche e psicologiche contro le donne che avvengono in un contesto culturale che riduce il ruolo della donna contribuendo alla sostanziale impunità sociale degli atti di violenza.Esistono molte forme di violenza: fisica, sessuale, psicologica, economica, spesso consumate tra le mura domestiche altre volte all’esterno dell’ambiente familiare.

Violenza fisica L’aggressione fisica è la principale forma di violenza sul corpo delle donne sia per le conseguenze visibili che causa, sia per il risalto mediatico che spesso segue ai crimini più efferati derivanti da essa.La violenza fisica, verso chiunque sia diretta, conosce una tutela già sedimentata in via generale nel codice penale che condanna in particolare i reati di percosse (art. 581 c.p.) lesioni personali (art. 582 c.p.), violenza privata (art. 610 c.p.) e aggrava le pene nel caso di morte derivante da atti di libidine violenta (art. 576 c.p.) .La violenza fisica non è un pericolo solo esterno al nucleo familiare ma è fin troppo spesso presente all’interno della casa in cui la donna vive.

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Violenza sessuale Specificazione brutale della violenza fisica che determina nella donna un’umiliazione del suo corpo e della sua identità di genere è rappresentato dalla violenza sessuale (art. 609 bes c.p.).Anche tale forma di violenza ha trovato l’impegno della normativa nel contrastarlo in ogni fattispecie prevedendo aggravanti e singole figure criminose per colpire le modalità più turpi di commettere violenza verso i minori e le persone non consenzienti.Tra le violenze al corpo delle donne vi rientra anche la mutilazione degli organi genitali femminili tuttora purtroppo praticata in vari Paesi ma tristemente nota anche in Italia meta di immigrate spesso reduci da un passato di abusi sul loro corpo.Per tale motivo nel 2006 all’interno del codice penale è stato introdotto l’art. 583 bis c.p. al fine di evitare che la pratica della mutilazione genitale femminile venga svolta nel nostro Paese o all’estero in danno di persone residenti in Italia. Violenza psicologica e stalkingAltra forma di violenza che mina la sicurezza delle donne nelle loro capacità e nella loro identità è rappresentato dalla violenza psicologica e dagli atti persecutori alla quale spesso le donne vengono sottoposte determinando in loro un profondo stato di prostrazione e sofferenza che talvolta conduce tali vittime sino a gesti estremi.Vi rientrano i reati di ingiuria (art. 594 c.p.) e minaccia (art. 612 c.p.) e di maltrattamento in famiglia o verso fanciulli (art. 572 c.p.) ma vi rientra appieno anche il reato di stalking introdotto nel 2009 con l’art. 612 bis c.p. nella quale sono ricompresi tutti quegli atti persecutori diretti a limitare la libertà delle persone costringendole ad uno stato di profonda sofferenza psichica e morale tale da pregiudicare la qualità della vita e condizionarne i comportamenti.Privazione dell’autonomia economicaAltra forma di condizionamento in cui spesso le donne si trovano costrette è data dalla privazione dell’autonomia economica e di conseguenza della limitazione dell’indipendenza della persona che si manifesta attraverso tutte quelle forme di condizionamento e controllo della capacità decisionale in campo economico.

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Anche verso tale forma di violenza l’ordinamento giuridico ha predisposto strumenti di risposta alle necessità dei familiari più deboli prevedendo il reato di violazione degli obblighi di assistenza familiare (art. 570 c.p.) e il reato analogo previsto dalla legge sul divorzio.Violenza domesticaL’insieme di tutte le forme di violenza sopra descritte è possibile purtroppo trovarlo anche nell’ambito della sfera domestica.Il nuovo decreto legge 93/203 nell’ottica di fornire una disciplina organica sulle condotte violente, si caratterizza per l’aver fornito per la prima volta una nozione legislativa di “violenza domestica” definendola come quel complesso di atti “non episodici di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica che si verificano all’interno della famiglia o del nucleo familiare o tra attuali o precedenti coniugi o persone legate a relazione affettiva in corso o pregressa, indipendentemente dal fatto che l’autore di tali atti condivida o abbia condiviso la stessa residenza con la vittima” (art. 3 D.L. 93/2013).

INDICATORI DELLA DIFFICOLTÀ DI USCIRE DALLA VIOLENZA

1. Indicatori di disagio o di disturbi psicologici legati alla violenza :

• Paura o terrore: le donne sanno che possono essere di nuovo ed in qualsiasi momento vittime di maltrattamenti. • Sintomi di intrusione: incubi, immagini retrospettive, sensazioni corporee e pensieri intrusivi, a volte, in concomitanza con gli anniversari o altri stimoli. • Ansia: alto livello di ansia, come se fossero sempre in allarme o in pericolo. Fobie ingiustificate. Attacchi di panico. Disturbi ossessivo-compulsivi (es. pulire sempre per bloccare certi ricordi).• Disturbi del sonno: uno dei disturbi più frequenti. • Difficoltà di concentrazione: incide negativamente sul funzionamento nelle altre aree della vita quotidiana.

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• Ipervigilanza/sospetto: le donne maltrattate sospettano i maltrattamenti anche dopo una separazione. • Sintomi di reattività fisiologica: difficoltà di respirare, tachicardie collegate a certi stimoli associati con l’evento. • Rabbia: anche se è una reazione naturale, conseguenza degli eventi traumatici, molte donne non riconoscono la rabbia che sentono e difficilmente arrivano ad esprimerla, percependo questa emozione come pericolosa ed incontrollabile preferiscono dirigerla contro se stesse (suicidio, condotte autodistruttive, maltrattamento a minori, abuso di droghe e medicine). Un 66% delle donne maltrattate introietta la rabbia. • Depressione: questo disturbo è quello più ricorrente nelle situazioni di maltrattamenti. La depressione appare quando si sperimenta una riduzione importante del numero di rinforzi positivi. Nelle relazioni di maltrattamento la donna vive spesso isolata anche dall’ambiente familiare e sociale, essendo l’aggressore l’unica fonte di rinforzo sociale e materiale. E’ significativo che la depressione si manifesti a volte con più intensità nelle donne che hanno già abbandonato la relazione traumatica. In questi casi le donne devono affrontare la mancanza di risorse economiche insieme alla perdita o al deterioramento delle reti di appoggio sociale che avevano durante la relazione. In alcuni studi la depressione viene relazionata con la mancanza di risorse personali e anche con la mancanza di aiuto sia da parte degli amici che delle istituzioni. • Suicidio: il rischio di suicidio aumenta nelle donne maltrattate. Più della metà di donne suicidate avevano già tentato questo in precedenza. Un 75% di donne arrivate al Pronto Soccorso per tentativo di suicidio erano state maltrattate durante gli ultimi sei mesi. • Bassa autostima: la violenza fisica, sessuale e psicologica fa diminuire l’autostima insieme alla capacità di reagire. Tenendo conto che queste donne sono entrate volontariamente nella relazione e che, malgrado tutto, si sentono unite ai loro partner, quando vivono queste violenze si interrogano sulle proprie capacità di scegliere rapporti adeguati, creandosi un’immagine di sé negativa, rafforzata

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dalla mancanza di appoggio sociale e dall’uso di strategie passive di difesa. • Mancanza di assertività: essere assertive con il partner mette queste donne in pericolo da maltrattamenti più severi. Perciò può intendersi come una risposta di adattamento alla situazione traumatica. • Condotte di dipendenza: un 74% di donne maltrattate prende tranquillanti e un 40% sonniferi. L’abuso di sostanze come alcool e stupefacenti aiuta a bloccare il disagio emotivo. Mentre da una parte aiuta le donne ad andare avanti, dall’altra parte, le impedisce di ragionare con chiarezza e prendere decisioni giuste. Alcune ricerche rivelano correlazioni importanti tra donne abusate o maltrattate nell’infanzia e consumo di alcool o droghe da adulte. Ci sono altre condotte di dipendenza che agiscono allo stesso modo, per esempio, mangiare compulsivamente, anoressia, automutilazioni, pulizie ossessive, compulsione al lavoro, consumismo esacerbato, giochi di azzardo ecc., tutte queste inibiscono le reazioni di difesa e distraggono la mente dagli eventi traumatici. • Problemi di salute: deficit neurologici per maltrattamenti continui o traumatismi craniali possono passare inavvertiti e a volte possono produrre effetti di deterioramento molto tempo dopo. Un 58% di donne maltrattate ha subito maltrattamenti anche in gravidanza accusando minacce di aborto, aborti, parti prematuri e infezioni genitali.

2. Cambiamenti nello schema cognitivo

Tutte le persone mantengono un insieme di teorie personali sulla realtà, su di sé e sul mondo che agiscono come guide nel modo di osservare, percepire e pensare. Di fronte ad un evento critico i modelli cognitivi e di condotta si squilibrano ed esigono lo sviluppo di nuove abilità cognitive e di condotta che permettano un adattamento efficace. I cambiamenti negli schemi cognitivi o nelle credenze basilari sul mondo possono causare un forte impatto nella vita delle donne che subiscono maltrattamenti, incidendo sul modo come vivono, come si relazionano con la gente e con l’ambiente in generale. In questi casi le donne perdono “l’illusione di invulnerabilità” – la quale fa

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credere che gli eventi del mondo sono comprensibili ed hanno un certo ordine – e si sentono insicure. Poiché le violenze accadono nel luogo presumibilmente più intimo e sicuro, la loro percezione di vulnerabilità si generalizzerà a tutti i posti accessibili al loro partner. Quando una donna si vede coinvolta in eventi traumatici, e poiché gli eventi di ingiustizia si avvicinano al proprio “mondo”, vede incrementato il bisogno di chiedersi e trovare un senso o spiegazione agli eventi. Ma quando una donna viene maltrattata dalla persona che dovrebbe offrirle invece affetto e protezione, trova molto difficile dare un senso alla propria situazione. Di fatto lei lotta per trovare un senso ai maltrattamenti nel contesto di un “rapporto di amore”. Tutto questo fa pensare che sia molto importante che la donna maltrattata sappia che non è l’unica a subire questo tipo di situazioni. In questo modo sarà molto utile per lei poter definire il suo problema non solo come personale ma anche come una questione di carattere sociale. Molte donne maltrattate si sentono responsabili e/o colpevoli degli incidenti traumatici, sia perché si sentono causa della violenza, sia per non essere capaci di fermarla oppure per il fatto di tollerarla. La colpa ha la funzione di proteggere la psiche, ma in questi casi più che una strategia di adattamento, può creare la percezione sbagliata di avere il controllo della relazione. Queste donne tendono a non fidarsi del proprio giudizio e intuizione e cercano spesso di minimizzare la situazione di maltrattamento e le sue conseguenze giustificando così la loro permanenza nella relazione: negano i danni subiti, negano la responsabilità del maltrattante, fanno riferimento alla lealtà e al compromesso e negano le alternative disponibili. Tutte queste strategie hanno la funzione di minimizzare gli aspetti avversi della situazione di maltrattamento, contribuendo a procurare un certo adattamento momentaneo. Con il tempo, però, esse servono solo a lasciarle indifese nel rapporto traumatico.

Chi è nell’errore compensa con la violenza ciò che gli manca in verità e forza Johann

(Wolfgang von Goethe)

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3. Disturbi relazionali

Diversi sintomi relazionati con il disturbo post-traumatico da stress hanno un effetto diretto sul funzionamento sociale delle persone. Le donne maltrattate soffrono un rallentamento della propria capacità di risposta, una sensazione di distacco dagli altri e una costrizione degli affetti. Tutto quanto le mette in difficoltà quando vogliono inserirsi nella società. L’unione e dipendenza delle vittime nei confronti degli aggressori (sindrome di Stoccolma) le sottomette e le isola al punto di non volere parlare con nessuno. Il sentimento di tradimento inerente a tutte le situazioni di maltrattamento crea incapacità nelle vittime di avere fiducia nei nuovi rapporti. Infatti quando iniziano relazioni intime generalmente hanno grandi difficoltà nel porre i propri limiti, oppure rispondono con rabbia o paura al nuovo partner, come se si trattasse ancora del maltrattante. Questo crea non poche difficoltà nello sviluppo di nuove relazioni salutari. Le donne che hanno subito dei maltrattamenti sessuali mostrano un grosso calo del desiderio sessuale e un deterioramento del proprio funzionamento sessuale anche in rapporti non violenti. Il trascorrere del tempo porta con sé, nonostante tutto, un miglioramento di gran parte delle reazioni psicologiche.

La violenza distrugge ciò che vuole difendere: la dignità, la libertà e la vita delle persone

(Giovanni Paolo II)

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STRUMENTI PER REAGIRE ALLA VIOLENZA

La lotta alla violenza sulle donne non è ferma alla semplice previsione di fattispecie delittuose da applicare nei casi concreti in base alle norme previste in astratto per tutti i tipi di reato.L’impegno dell’ordinamento nazionale e internazionale continua ad operare per definire standard di tutela sempre superiori nella consapevolezza che molto ancora è possibile fare per migliorare la condizione delle vittime di violenza sia nel nostro Paese che nel resto della Comunità Internazionale6.La stessa società civile contribuisce enormemente e spesso in surroga rispetto agli organi istituzionali nel lottare contro la violenza.Il Consiglio d’Europa raccomanda un centro antiviolenza ogni 10.000 persone e un centro d’emergenza ogni 50.000 abitanti ma l’Italia è ancora molto lontano dagli standard europei visto che dovrebbero esserci 5700 posti letto a fronte dei soli 500 presenti7.Anche l’istituzione della giornata internazionale contro la violenze sulle donne celebrata il 25 novembre di ogni anno e anche l’appello sostenuto il 14 febbraio 2013 nel corso della mobilitazione contro la violenza sulle donne promosso nell’ambito della Campagna One Billion Rising con il quale tutti sono stati invitati a urlare contro la violenza sul corpo delle donne, le mutilazioni genitali femminili, gli stupri, la violenza domestica e la schiavitù sessuale hanno lo scopo di mantenere alta l’attenzione, educare i giovani e sensibilizzare le donne nel denunciare quanto subito e ritrovare la forza di alzare la

6 Convenzione di Istanbul promossa dal Consiglio d’Europa del 11 maggio 2011 per la prevenzione della violenza, la protezione delle vittime e la condanna dei colpevoli. La Camera dei Deputati in data 28/05/2013 ha approvato la legge di ratifica della Convenzione e dopo il passaggio in Senato è stata finalmente pubblicata la legge 77 del 27 giugno 2013 con la quale l’Italia ha ratificato e dato esecuzione alla Convenzione sulla prevenzione e il contrasto alla violenza sulle donne e la violenza domestica. Tuttavia affinché il trattato diventi vincolante per gli Stati firmatari è necessaria la ratifica di almeno altri 5 Paesi.

7 Racc Ue-Expert Meeting sulla violenza contro le donne, Finlandia 1999.

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testa e riprendersi la propria dignità e la propria vita8.Con il nuovo D.L. 93/2013 il Legislatore ha voluto riprendere i vari strumenti frammentati in varie norme richiamandoli in gran parte nel provvedimento e introducendo dei correttivi e nuovi meccanismi per affrontare in modo organico il fenomeno della violenza alle donne.Sono infatti state introdotte norme di carattere preventivo dirette a sensibilizzare gli studenti delle scuole nonché l’opinione pubblica (in particolare attraverso l’introduzione di un codice di autoregolamentazione per i media) e promuovere la soggettività delle donne.E’ stato finalmente attribuito all’Istituto Nazionale di Statistica il compito di svolgere le dovute rilevazioni sulla discriminazione, la violenza di genere e sui maltrattamenti in famiglia ed è stato introdotto l’Osservatorio sulla violenza nei confronti delle donne.Sul fronte della tutela delle vittime di violenza sono strati previsti nuovi strumenti operativi come la formazione specifica degli operatori sanitari specializzati nell’accogliere, sostenere e soccorrere la donna vittima di abusi, la tutela previdenziale e lavorativa inserendo tra i livelli essenziali delle prestazioni di accoglienza e socio-assistenziali le attività volte a fornire misure di sostegno alle donne, la previsione della possibilità di sottoposizione a controlli elettronici dei soggetti condannati per stalking.Viene sancito inoltre il diritto per i centri antiviolenza di costituirsi in giudizio affiancandosi alla vittima nella tutela dei diritti delle donne. I nuovi strumenti introdotti dal D.L. 93/2013 si dirigono quindi alla tutela delle vittime dei reati considerando i vari aspetti che vengono compromessi, ma anche alla formazione dei cittadini alla consapevolezza della parità tra i generi senza tralasciare la prevenzione e rieducazione nei confronti dei soggetti condannati per

8 La giornata mondiale contro la violenza sulle donne è stata istituita dall’ONU nel 1999 in ricordo di 3 sorelle uccise nel 1960 per motivi politici nella repubblica Dominicana.In occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne del 2012 è stata presentata la convenzione contro la violenza degli uomini sulle donne denominata No More elaborata nel settore del volontariato ed aperta alla sottoscrizione di tutte le istituzioni.

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delitti di violenza.Per tale motivo è necessario conoscere che tutti conoscano le possibilità già offerte dall’ordinamento e che le persone vittime di soprusi vengano incoraggiate a farsi aiutare dalle Istituzioni preposte e farsi assistere dalle associazioni di volontariato fondamentali nel primo intervento e nell’assistenza alle donne e ai loro figli.A livello normativo è stato ritenuto necessario un potenziamento degli strumenti per la prevenzione e la repressione della violenza di genere soprattutto nella sua ambientazione domestica, intercettando il crescente allarme sociale determinato dall’inarrestabile aumento dei reati commessi soprattutto ai danni delle donne9.Vi sono inoltre alcuni strumenti estremamente importanti previsti proprio allo scopo di agevolare l’emersione della violenza di genere e aiutare le vittime a riappropriasi della propria vita.

STRUMENTI A TUTELA DELLE VITTIME

1. NUMERO TELEFONICO GRATUITO DI PUBBLICA UTILITÀ 1522 E RETE NAZIONALE ANTIVIOLENZA

Promosso nel 2006 nell’ambito del Dipartimento per le Pari Opportunità, il numero 1522 è stato attivato nell’intento di fornire ascolto e sostegno alle donne vittime di violenza e con l’entrata in vigore del reato di stalking già nel 2009 è diventato strumento di ausilio per le vittime di atti persecutori.Il numero è attivo 24 ore su 24 di tutti i giorni dell’anno ed è accessibile dall’intero territorio nazionale sia da rete fissa che mobile con un call center di accoglienza telefonica multilingue (italiano, inglese, francese, spagnolo, russo e arabo) diretto a rispondere alle domande di aiuto delle donne in difficoltà per fatti di violenza e fornire un orientamento verso i servizi socio sanitari pubblici e privati attivi a livello locale.

9 Con la legge 172/2012 in attuazione della Convenzione di Lanzarote è stato modificato il reato di maltrattamenti in famiglia di cui all’art. 572 c.p. estendo la tutela anche alle persone conviventi con la persona violenta.

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Il servizio, attraverso l’approccio telefonico, consente l’avvicinamento graduale ai servizi da parte delle vittime garantendo l’assoluto anonimato.Il numero 1522 rappresenta lo strumento tecnico operativo della Rete Nazionale Antiviolenza pensata quest’ultima per recepire e diffondere a livello nazionale le azioni realizzate a livello locale e diretta a garantire i necessari raccordi tra le Amministrazioni Centrali competenti nel campo giudiziario, sociale, sanitario, della sicurezza e dell’ordine pubblico.I singoli nodi della Rete Nazionale Antiviolenza sono gli Ambiti Territoriali di Rete. Si tratta di aree territoriali composte da Comuni, Province e Regioni con le quali il Dipartimento per le Pari Opportunità stipula un Protocollo d’Intesa al fine di promuovere azioni di sensibilizzazione e contrasto alla violenza di genere e facilitare l’integrazione del servizio nazionali 1522 con le strutture socio-sanitare presenti in ambito territoriale.La Rete è coordinata dal Dipartimento per le Pari Opportunità con il coinvolgimento del Ministero dell’Interno, del Ministero del Lavoro e politiche Sociali, del Ministero della Salute, del Ministero della Giustizia e il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri.

2. SPORTELLI VIOLENZA CONTRO LE DONNE

Il “Piano per la promozione e la tutela della salute delle donne e dei bambini” illustrato il 07 marzo 2007 a Napoli dal Ministro della Salute, ha determinato la nascita degli “Sportelli Violenza Contro Le Donne” attivati su tutto il territorio nazionale e principalmente in ambito ospedaliero già a partire dal 2008.Gli sportelli dedicati prestano particolare cura all’attività di pronto soccorso identificato quale luogo favorevole per offrire accoglienza, ascolto e informazione alle donne che presentano elementi ricollegabili direttamente o indirettamente a fenomeni di abuso e storie di maltrattamenti.Nell’ambito degli “sportelli violenza contro le donne” lavorano operatori selezionati a seguito di specifico percorso formativo in

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grado di intervenire direttamente nel rispetto delle persone e della particolarità dell’evento traumatico che coinvolge la donna e la sua stabilità emotiva e sociale.

3. ORDINE DI PROTEZIONE

Il 04 aprile 2001 il Parlamento ha approvato la legge 154 misure contro la violenza nelle relazioni familiari con la quale sono state introdotte misure per aiutare le persone vittime di violenza in ambito familiare ad uscire dalla situazione che le vede subire soprusi.A tal fine sono state introdotte norme riguardanti sia il processo penale che il giudizio civile.In particolare per affrontare i casi in cui la condotta del coniuge o di altro convivente è causa di grave pregiudizio all’integrità fisica e morale ovvero alla libertà dell’altro coniuge, è stato introdotto il potere del giudice di ordinare al familiare che ha tenuto una condotta pregiudizievole di lasciare immediatamente la casa familiare o di non farvi rientro senza autorizzazione del giudice.Laddove sussistano esigenze di tutela dell’incolumità della vittima di violenza o dei suoi familiari, il giudice può inoltre ordinare al coniuge di non avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dal familiare richiedente le misure di protezione ed in particolare al luogo di lavoro, al domicilio della famiglia di origine, al domicilio di altri prossimi congiunti o di altre persone nonché alle scuole e ai luoghi d’istruzione dei figli.

4. ALLONTANAMENTO D’URGENZA DALLA CASA FAMILIARE

Al fine di rendere effettiva la tutela della persona offesa da fatti di violenza, il nuovo D.L. 93/2013 introduce uno strumento di operatività immediata diretto ad offrire interventi rapidi per proteggere la vittima di violenza.A tal fine gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria possono disporre, previa autorizzazione del pubblico ministero, l’allontanamento

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urgente dalla casa familiare della persona colta in flagranza di taluni gravi delitti contro la famiglia e la liberà personale commessi in danno di prossimi congiunti o conviventi laddove vi siano fondati motivi di ritenere che le condotte criminose possano essere reiterate ponendo in grave e attuale pericolo la vita o l’integrità fisica della persona offesa.Tale misura può anche estendersi al divieto di avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dalla persona vittima di violenza.Al fine di prevedere strumenti immediati di intervento il nuovo testo prevede anche la possibilità per il Questore, su semplice segnalazione delle forze di polizia, di procedere ad ammonire l’autore del reato facendo immediatamente sentire la presenza delle Istituzioni a tutela delle vittime anche in assenza di querela.

05. TUTELA DELLA VITTIMA NEL PROCEDIMENTO PENALE ED ESAME DELLA PERSONA OFFESA CON MODALITÀ PROTETTE

La particolarità dei reati di violenza, la difficoltà nel ricordare le sofferenze e spesso la spiacevole singolarità delle modalità con le quali la violenza viene perpetrata, ha indotto il legislatore a prevedere la possibilità per il giudice di stabilire a richiesta della persona offesa o del suo difensore di adottare modalità protette per l’esecuzione dell’esame delle persone coinvolte nel reato.Tale previsione è rimessa al prudente apprezzamento del giudice che dovrà valutare la necessità di tutelare la persona offesa dal reato in considerazione della particolare vulnerabilità della persona oggetto di violenza nonché la tipologia di reato per il quale si procede.L’importanza di un pronto intervento nei casi di violenza viene resa evidente dal carattere prioritario riconosciuto ai procedimenti penali per i reati sessuali o contro la personalità individuale e dalla previsione dell’obbligo di comunicare alla persona offesa dal reato la cessazione delle eventuali misure cautelari a carico dell’indagato, della conclusione delle indagini preliminari e della richiesta di archiviazione.

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La tutela della vittima viene realizzata anche attraverso la possibile identificazione di un ipotesi di reato nel caso di occultamento doloso delle risorse patrimoniali posto in essere al fine di non corrispondere quanto dovuto a titolo di mantenimento o di alimenti al coniuge o ai figli.E’ inoltre prevista l’estensione del reato di frode processuale all’ipotesi di occultamento fraudolento delle medesime risorse nel corso di un procedimento civile diretto alla definizione dei rapporti patrimoniali tra i familiariNel campo della violenza domestica è possibile l’adozione degli ordini di protezione anche nell’ambito dei provvedimenti di immediata emanazione del giudice ed inoltre viene esteso anche ai non conviventi la possibilità dell’emanazione di ordini di protezione e si prevede la procedibilità d’ufficio nel caso di mancata esecuzione dei provvedimenti giudiziali.

6. AMMONIMENTO DEL QUESTORE PER I REATI DI VIOLENZA DOMESTICA

Il D.L. 93/2013 dopo aver fornito la definizione violenza domestica introduce il potere del Questore di procedere all’ammonimento della persona autore dei fatti criminosi anche in assenza di querela presentata dalla vittima del reato.Tale potere è attivabile su segnalazione delle forze di polizia nei casi riconducibili ai reati di lesioni personali ed è esercitabile anche nell’ipotesi di reati soltanto tentati.

7. PERMESSO DI SOGGIORNO PER LE VITTIME DI VIOLENZA DOMESTICA

Affrontare la violenza significa anche comprendere le difficoltà oggettive delle donne e capire quali problemi si presentano per le persone che reagiscono allo stato di frustrazione e di sofferenza.In tale ottica è stata introdotta una modifica al testo unico sull’immigrazione prevedendo che qualora siano accertate situazioni

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di violenza o abuso nei confronti di una persona straniera ed emerga il pericolo per la sua incolumità, il Questore, su parere favorevole del Procuratore della Repubblica, rilascia un permesso di soggiorno per consentire alla vittima di sottrarsi alla violenza laddove perpetrata sul territorio nazionale in ambito di violenza domestica.Allo stesso tempo è prevista la possibilità di revoca del permesso di soggiorno e l’espulsione dello straniero condannato per i delitti di maltrattamenti in famiglia, lesioni, pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili, sequestro di persona, violenza sessuale o per stalking commessi in ambito di violenza domestica.

8. ORDINE DI PAGARE PROVVISORIAMENTE GLI ALIMENTI

Affinché le misure cautelari dell’allontanamento del coniuge pericoloso diventino misure di effettiva tutela dei familiari in difficoltà, la legge 154/2001 ha altresì previsto che il giudice possa ingiungere il pagamento di un assegno periodico in favore delle persone che a seguito dell’ordine di allontanamento si ritrovino prive di mezzi economici adeguati. In tali casi, infatti, il giudice determinerà l’ammontare dell’assegno e i termini di versamento ma potrà altresì ordinare che l’importo venga versato direttamente dal datore di lavoro in favore del beneficiario evitando il passaggio intermedio con il familiare nei confronti dei quali sono state disposte le misure cautelari.Tale misura, rimessa al prudente apprezzamento del giudice su richiesta del pubblico ministero, si pone quale obiettivo quello di intervenire immediatamente anche sugli aspetti economici conseguenti alla misura dell’allontanamento del coniuge dal nucleo familiare affinché i soggetti destinatari di protezione possano trovare gli strumenti per reagire e ripartire nella nuova situazione.

9. PATROCINIO A SPESE DELLO STATO PER LE VITTIME DI VIOLENZA

Particolarmente importante per far sì che la vittima di violenza possa

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innescare i meccanismi processuali previsti dall’ordinamento è la previsione del patrocinio a spese dello Stato del difensore che si occuperà di seguire e tutelare la persona offesa dal reato.Tale previsione riguarda i reati di maltrattamenti in famiglia, le pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili e il reato di atti persecutori (stalking) ed è diretto a garantire l’effettività della tutela alle vittime di tali reati a prescindere dal loro reddito.

10. ARRESTO OBBLIGATORIO IN FLAGRANZA E INIZIATIVE DELLE PERSONE INFORMATE SULLE VIOLENZE

Con l’entrata in vigore della legge 119/2013 di conversone del decreto legge è stata resa esecutiva anche la previsione dell’arresto obbligatorio in flagranza per i delitti di maltrattamenti in famiglia e di atti persecutori (stalking).Tale previsione consente di assicurare immediatamente alla giustizia gli autori degli illeciti a prescindere dalla pena prevista in astratto per il reato ma soprattutto consente di allontanare con effetto immediato il soggetto violento dalla famiglia o dalla vittima di stalking.Si tratta di un’ulteriore modalità di rendere effettiva la tutela per le vittime del reato anticipando gli effetti del processo e della condanna dell’autore degli illeciti. Per la prima volta inoltre si valorizza il ruolo delle persone informate sui fatti che possono intervenire direttamente per contribuire a far cessare i fatti criminosi anche nell’ipotesi in cui la vittima non abbia attivato le condizioni di procedibilità affinché l’autore del reato sia sottoposto a procedimento penale.

11. NUOVA AGGRAVANTE COMUNE

La nuova disciplina introduce anche delle importanti modifiche al codice penale al fine di codificare le conseguenze sanzionatorie per gli autori di violenza di genere.E’ stata infatti introdotta una nuova aggravante comune all’interno

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del codice penale per i delitti non colposi contro la vita, l’incolumità individuale, la libertà sessuale e nel caso di maltrattamenti commessi in presenza o in danno di un minore di anni diciotto o in danno di persona in stato di gravidanza.In tal modo è stata estesa l’aggravante a tutte quelle ipotesi di violenza che necessitano di una reazione forte dell’ordinamento affinché le stesse vengano scoraggiate anche dalle sanzioni previste dal codice penale.Colmando una lacuna della normativa vigente, viene inoltre esteso il reato di maltrattamenti anche ai casi in cui la “persona di famiglia” non sia convivente.

12. PIANO D’AZIONE STRAORDINARIO CONTRO LA VIOLENZA SESSUALE E DI GENERE

Sempre nell’ottica della massima attenzione nei confronti della violenza di genere, il D.L. 93/2013 prevede la redazione di un piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale.Tale piano ha varie finalità ed in particolare mira alla prevenzione del fenomeno della violenza contro le donne mediante interventi diretti ad informare e sensibilizzare la popolazione, promuovere l’educazione alla relazione nell’ambito dei programmi formativi delle scuole di ogni ordine e grado, potenziare le iniziative dirette all’assistenza e sostegno alle vittime di violenza e ai loro figli mediante un potenziamento della rete dei servizi territoriali e dei centri antiviolenza.Il piano d’azione si propone di rappresentare un punto di coordinamento delle varie iniziative di lotta alla violenza di genere e in questo ruolo si propone anche quale riferimento anche nella formazione dei professionisti che si specializzeranno nell’intervento in occasione di episodi di violenza.Il Piano d’Azione ha inoltre l’obiettivo di coordinare le varie istituzioni coinvolte nell’intervento alle vittime, raccogliere le informazioni e promuovere la diffusione delle esperienze più efficaci.

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13. REFERENTE NELLE SCUOLE

L’importanza della prevenzione e della sensibilizzazione delle future generazioni rappresenta un elemento di spicco delle nuove misure messe in campo per la lotta alla violenza.Per tale motivo verrà introdotta nelle scuole di ogni ordine e grado la figura del referente per l’educazione alla relazione al fine di sviluppare misure educative a favore dell’uguaglianza tra i generi e della promozione della soggettività femminile.Tale previsione normativa vuole coinvolgere le istituzioni ad ogni livello affinché ciascuna intervenga sensibilizzando le persone con le quali viene in contatto.Proprio nella scuola è stato individuato l’ambiente naturale nel quale formare le nuove generazioni alla cultura della non violenza sensibilizzandole alle pari opportunità tra uomini e donne.

14. PERCORSI PER DETENUTI PER VIOLENZA SULLE DONNE

Sulla formazione delle coscienza e sulla necessità di cambiare il modi di concepire il rapporto tra uomo e donna si basano molte delle nuove misure messe in campo dalle recenti modifiche normative.In particolare è stato riconosciuto che per evitare il recidivarsi delle condotte violente, si rende necessario intervenire anche sulle persone già condannate per fatti di violenza.Per tale motivo il D.L. 93/2013 introduce la previsione di programmi specifici per i detenuti per reati di violenza contro le donne al termine dei quali la magistratura di sorveglianza acquisirà elementi per decidere la concedibilità o meno dei benefici e dei permessi penitenziari.

15. TERMINE DI PRESENTAZIONE DELLA QUERELA ESTESO A 6 MESI E CONDIZIONI DI PROCEDIBILITA’

Riprendendo in parte la normativa sui reati a sfondo sessuale, la

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nuova disciplina concernente lo stalking e la violenza di genere ha ritagliato alcuni istituti modulandoli sulle peculiarità di quest’ultimi fatti illeciti.La drammaticità della violenza e il trauma subito dalla vittima nei reati di violenza sessuale semplice o aggravata e per gli atti sessuali verso minori era già stata sottoposta ad una particolare disciplina differenziata rispetto agli altri illeciti penali.Proprio l’attenzione e la sensibilità per la persona che ha subito violenza ha spinto il legislatore a prevedere tempi più lunghi per perseguire il reato.Proprio l’attenzione per la vittima ha condotto all’introduzione nel codice penale dell’art. 609 septies c.p. che ha subordinato la procedibilità del reato di violenza sessuale e degli atti sessuali con minori alla presentazione di querela da parte della vittima entro il termine di 6 mesi dall’evento anziché nel termine ordinario di 3 mesi.Tuttavia proprio la gravità del fatto e la necessità di perseguire l’autore dell’illecito ha condotto altresì a prevedere l’irrevocabilità della querela una volta proposta per tali reati nonché la procedibilità d’ufficio per le ipotesi più gravi di violenza sessuale.Sul fronte dello stalking e della violenza di genere dopo una prima parificazione della disciplina processuale anche sul piano dell’irrevocabilità delle querela, è stato previsto, con la legge 119/2013 di conversione del D.L. 93/2013 lo stesso termine di 6 mesi ma la revocabilità esclusivamente processuale della condizione di procedibilità

I diritti delle donne sono una responsabilità di tutto il genere umano; lottare contro ogni forma di violenza nei confronti delle donne è un obbligo dell’umanità; il rafforzamento del potere di azione delle donne significa il progresso di tutta l’umanità (Kofi Annan)

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SERVIZI E RIFERIMENTI TERRITORIALI PER LE VITTIME DI VIOLENZA

SOGGETTO RIFERIMENTI ORARIO

Comune di Umbertide

Servizi sociali - sportello della cittadinanza c/o Uffici della cittadinanza piazza Caduti del Lavoro, Umbertide 075941928607594192780759419227 335 [email protected]

lunedì, dalle 11.30 alle 13.30- giovedì dalle 15.30 alle 17.30 e su appuntamento

Comune di Lisciano Niccone

Servizi sociali - sportello della cittadinanza c/o Palazzo comunale piazza della Repubblica, 3 Lisciano Niccone075941928607594192780759419227 335 [email protected]

primo martedì di ogni mese e su appuntamento.

Comune di Montone

Servizi sociali - sportello della cittadinanza c/o Palazzo comunale Piazza Fortebraccio, 3 MontoneTelefono:075941928607594192780759419227 335 [email protected]

lunedì 15.00 alle 18.00 e su appuntamento.

Queste morti non sono isolati incidenti che arrivano in maniera inaspettata e immediata ma sono l’ultimo efferato atto di violenza che pone fine a una serie di violenze continuative nel tempo.

(Rashida Manjoo)

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Comune di Pietralunga

Servizi sociali - sportello della cittadinanza c/o Palazzo comunale piazza Fiorucci, 1 PietralungaTelefono:075941928607594192780759419227 335 [email protected]

giovedì dalle 10 alle 13.00 e su appuntamento

Servizio Associato di Polizia Locale tra i Comuni di Umbertide, Lisciano Niccone, Montone e Pietralunga

Piazza Matteotti, 1 Umbertide075 [email protected]

Da lunedì al sabato dalle 08,00 alle 13,45Dalle 13,45 alle 19,30 al numero di cell. 335 7401478

Telefono Donna (Regionale)

Largo Cacciatori delle Alpi 5 PerugiaNumero unico regionale Tel. 800 [email protected]

Telefono donna Umbertide075 9425120

dal lunedì al giovedì dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e dalle ore 14.30 alle ore 17.00;il venerdì dalle ore 9.00 alle ore 13.00. In altri orari e giorni è attiva la segreteria telefonica.

Centro di Salute di Umbertide

L.go Cimabue 2 Umbertide Tel. 800 86 11 [email protected]

Caritas di Perugia

Piazza Michelotti n. 1 PerugiaTel. 075 5720970

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Casa di Accoglienza Sacro Cuore per Donne in Difficoltà

Via Trastevere, 18 Città di [email protected] tel. 075 7821871cell. 3387650652

Associazione il Coraggio della Paura, 10/a.

via Campo di Marte Perugia Tel.3458052709 3473653932

Arma dei Carabineri

Tel. 113 Attivo h 24

Polizia di Stato

Tel. 112 Attivo h 24

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Vi sono momenti, nella vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre.

(Oriana Fallaci)

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Stampato da Digital Editor srlvia Roma 99, 06019 Umbertide PG, tel. 075 9415046 . [email protected]

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