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Sintesi valutative

Sintesi valutative€¦ · La prima domanda è stata suddivisa, a seguito di un confronto con l’ente capofila, in due domande più specifiche. La prima riguarda la specificità

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Sintesi valutative

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Coordinamento redazionale a cura di Donatella BalleriniProvincia di VareseSettore Lavoro e Politiche Giovanili

Testo curato da Gianluca Braga – Referente per la valutazione di Mosaico Giovani

Progetto grafico:Provincia di Varese - Ufficio Comunicazione - Stefania Magni

Impaginazione e stampa:Grafica Essezeta Varese

Finito di stampare:Novembre 2011

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Indice

Metodologia del percorso di valutazione pag. 5

Valutare gli esiti delle attività di Mosaico Giovani:

cosa emerge dalle narrazioni e dalle testimonianze raccolte pag. 7

Il funzionamento del partenariato del progetto

Mosaico Giovani pag. 37

Le buone prassi della gestione amministrativa e contabile

del progetto Mosaico Giovani pag. 45

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Metodologia del percorsodi valutazione

Il piano di valutazione del Progetto Mosaico Giovani ha previsto due “macro-ambiti” di analisi, corrispondenti all’incirca a due domande valutative di fondo:In che modo si è lavorato? (area dei “processi”, del “come”)quali risultati ha prodotto Mosaico Giovani? (area dei “prodotti”, del ”cosa”).

Il “come”La prima domanda è stata suddivisa, a seguito di un confronto con l’ente capofila, in due domande più specifiche.La prima riguarda la specificità del lavoro in partenariato, poiché è questa una “prima volta” per gli enti che collaborano al progetto.a.1. Come ha lavorato il partenariato?La seconda riguarda invece la gestione degli atti amministrativi, dal momento che sono particolarmente complessi, soprattutto alla luce del decentramento del controllo di gestione ai singoli enti e della necessità di collaborazione con l’ente capofila per la raccolta di tutti gli elementi del sistema:a.2. Quali sono le modalità più idonee per gestire – nell’ambito del partenariato – il controllo amministrativo?

Il “cosa”La seconda domanda valutativa, relativa agli esiti, è stata anch’essa suddivisa in due parti. Prima di esplicitarle, però, riteniamo interessante descrivere il percorso che ha portato alla decisione di come sviluppare le domande valutative relative agli “esiti” del processo, in quanto esperienza significativa ed esemplare di partecipazione degli stakeholder al processo decisionale valutativo.

Il processo (partecipato) di valutazione degli esitiInizialmente si è analizzato il testo del bando e quello del progetto presentato dal partenariato. Dai due documenti sono stati estratti dei “vincoli di fondo”, rappresentati in un breve documento.I referenti di ciascun partner sono stati quindi convocati in una serie di incontri di gruppo con il valutatore – che ha assunto in questa fase il ruolo di facilitatore del confronto – per sviluppare una riflessione sul tema degli esiti attesi da parte dei diretti protagonisti del progetto.Al termine di questa fase sono stati prodotti degli elenchi di “fattori” (alcuni molto generici a cui è stato dato il nome di “dimensioni”, altri più specifici che sono stati definiti “indicatori”) tra i quali rintracciare quelli più significativi per il progetto.Al termine del lavoro di ogni gruppo, si è sempre cercato di giungere ad una “pesatura” degli stessi fattori, chiedendo ai partecipanti di indicare quelli più rilevanti.Sempre cercando tra i partecipanti, si è chiesta la disponibilità di alcuni (con qualche preferenza per chi aveva una funzione anche di indirizzo scientifico del lavoro; ad esempio l’università, l’azienda sanitaria, i comuni più grandi...) di far parte di un gruppo di lavoro che leggesse i prodotti della consultazione realizzata e provasse a fare una sintesi dei fattori emersi.

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Le dimensioni della valutazioneTale gruppo ha lavorato in due incontri successivi, giungendo ad evidenziare due “macro-tipologie“ di esiti attesi:b.1. Gli esiti di tipo “quantitativo/oggettivo”:b.1.1. Fattori di innovazione: tutto ciò che è presente grazie a Mosaico Giovani e che non sarebbe stato possibile altrimenti (si trova sostanzialmente nell’elenco delle iniziative realizzate).b.1.2. Fattori di partecipazione: tutte le presenze registrate – a vari livelli – nelle diverse attività di Mosaico Giovani; sono i dati di affluenza e presenza presso le diverse attività e servizi realizzati, suddividendo – quando opportuno – tra le forme di partecipazione attiva (giovani che hanno collaborato alla realizzazione di iniziative, che hanno progettato, che hanno realizzato da soli degli eventi...) e quelle di partecipazione passiva (ascolto in classe di un intervento di orientamento, presenza ad un evento pubblico...).b.1.3. Fattori di riconoscimento delle attività: tutto ciò che si è detto delle attività realizzate; si trova sostanzialmente nelle “rassegne stampa”, nei servizi alla televisione o alla radio, però anche nell’eco che arriva dalla comunità. b.2. Gli esiti di tipo “qualitativo” e legati alla percezione degli individui:b.2.1. Fattori di attivazione dei beneficiari: la capacità dell’attività di coinvolgere le persone, che si sentono parte di qualcosa e sviluppano un senso di appartenenza all’iniziativa e al gruppo che la realizza. b.2.2. Fattori di soddisfazione dei beneficiari: la capacità dell’attività di sviluppare una forma di “passione”, di interesse vivo nelle persone. Questo è, ad avviso dei partecipanti di Mosaico Giovani, la premessa per una soddisfazione che non sia “passiva” (sono o non sono soddisfatto di quello che mi offri), bensì uno stato di “flow”, di coinvolgimento totale che fa stare bene (come quando si perde il senso del tempo e di ciò che sta attorno perché troppo assorti in un’attività piacevole).b.2.3. Fattori di sviluppo personale: la capacità delle attività di cambiare – parzialmente – le persone, ciioè permettere loro di sviluppare conoscenze pratiche o teoriche, o anche soltanto una consapevolezza differente di “chi sono io” e “chi mi sta attorno”.

Il “disegno” di valutazioneLe dimensioni individuate sono molto eterogenee tra loro e rimandano a strumenti, metodi e tempistiche molto diverse.Per questo motivo è stato sviluppato un piano di valutazione differenziato, che consentisse di rispondere – con modalità e tempi propri – alle domande valutative emerse.Tale piano, dopo una iniziale “Fase 0” che ha permesso di giungere a quanto espresso qui sopra, ha previsto 3 macro-fasi successive:Fase 1: Valutazione della modalità di lavoro della Partnership e dei singoli membri al suo internoFase 2: Valutazione delle modalità di gestione amministrativa e contabile del ProgettoFase 3: Valutazione degli esiti presso gli utenti del progetto Mosaico Giovani

Ciascuna di queste fasi ha dato origine ad un “prodotto” valutativo differente che viene riportato di seguito, all’interno della presente pubblicazione.

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Valutare gli esiti delle attività di Mosaico Giovani: cosa emerge dalle narrazioni e dalle testimonianze raccolte

Questa sezione intende, in qualche misura, cogliere un aspetto centrale dell’esito del progetto Mosaico Giovani: quali siano stati i riscontri nei ragazzi delle diverse attività realizzate.In sintesi individuare quali siano stati – se ci sono stati – i vantaggi dell’aver partecipato, in modi e misure diverse, ad una delle tante manifestazioni di progetto. È certamente questa una delle domande più sentite, in particolare per chi ha realizzato le iniziative e per chi si occupa professionalmente di giovani.Come rispondere a questa domanda?Nel caso di Mosaico Giovani, sembrava che i numeri parlassero poco e fossero più difficili da decifrare. I numeri ci sono e sono stati raccolti (vedi l’apposita sezione della presente raccolta di documenti di valutazione e presentazione del progetto) e dicono però più propriamente quale sia stata la diffusione di Mosaico Giovani e quali e quante siano state le sue facce. Tali numeri non riescono invece a spiegare fino in fondo cosa ne abbiano colto i ragazzi che vi si sono trovati coinvolti, più o meno attivamente.Per avere qualche idea su questo aspetto, si è pensato che l’unico modo fosse quello di chiedere ai ragazzi stessi e alle altre persone direttamente coinvolte, di raccontare quanto vissuto all’interno di Mosaico Giovani. Si è pensato che le piccole storie, messe una accanto all’altra,potessero costituire un affresco – parziale ma significativo – del “senso” che il progetto ha avuto per molti di loro. Non si può sapere quanti si possano riconoscere in queste storie. E’ però certo che queste possibilità sono state offerte da Mosaico Giovani e che alcuni le hanno saputo sfruttare ed altri meno. Tutti quelli che sono transitati da Mosaico Giovani – quelli rappresentati nei numeri – hanno avuto potenzialmente la possibilità di vivere anche loro situazioni simili a quelle raccontate.Ma come si possono definire queste situazioni? Questo è il punto.E’ quello che si è cercato di chiedere ad un gruppo di lettori “esterni”, per evitare di definirlo con la parziale ottica di chi ha vissuto Mosaico Giovani dall’interno.

Chi ha letto le narrazioni e riportato i propri commentiPer poter comprendere se le narrazioni e le testimonianze raccolte avessero o meno un significato, se vi si potessero rintracciare le “dimensioni” per le quali erano state scritte, era necessario avere più pareri che rappresentassero punti di vista differenti. In altri termini, non avrebbero potuto decidere questo soltanto i referenti degli interventi – che sarebbero stati troppo coinvolti direttamente dal lavoro – né il solo valutatore, che non ha una titolarità particolare ad esprimere giudizi sul racconto di un’esperienza vissuta.Soltanto se più persone diverse avessero avuto un’impressione analoga, allora si sarebbe potuto affermare che – nei limiti di una valutazione che rinuncia alla misurazione – i risultati sarebbero stati raggiunti o meno dal progetto.Si è quindi fatto avere i racconti a persone le più diverse possibili – ma che in comune avessero almeno una qualche frequentazione con il mondo dei giovani – per capire cosa ne venisse fuori, che cosa potesse emergere da una lettura fatta da un gruppo tanto eterogeneo.

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Per comporre una tale “commissione”, era necessario presidiare due fattori: da un lato, una numerosità che fosse consistente, dall’altro, la necessità di avere persone con prospettive e approcci il più possibile differenti l’uno dall’altro. Inoltre, era una pre-condizione necessaria quella che le persone non avessero partecipato in modo diretto ad attività di Mosaico Giovani, altrimenti il loro giudizio avrebbe potuto prescindere dalla lettura per concentrarsi invece sull’esperienza vissuta in prima persona.Per garantirsi una certa numerosità, si è provveduto a diffondere un numero elevato di copie delle narrazioni e di schede di valutazione; per avere una visuale differenziata, si è cercato di raggiungere persone che per motivi personali e professionali potessero avere uno sguardo particolare sull’universo dei giovani, oltre, ovviamente, a cercare un certo numero di giovani in grado di leggere le storie dalla prospettiva di coetaneo.In sede di rielaborazione delle risposte pervenute, si è pensato di verificare se queste “prospettive” fossero specifiche, ovvero, se una persona che appartiene ad una certa tipologia di lettore potesse avere un approccio simile a quello degli altri membri della sua stessa tipologia e differente dagli altri. Per questo motivo si è fatto un tentativo di raggruppare le persone in categorie logiche.Di seguito vengono indicate tali categorie, accanto al numero totale dei lettori che vengono attribuiti.

11 studenti e studentesse “di professione”Ragazzi e ragazze che vengono contattati attraverso il rapporto con le scuole e i relativi docenti.6 ragazzi e ragazze contattati in contesti aggregativiRagazzi e ragazze che vengono contattati in situazioni aggregative spontanee (centri di aggregazione, spazi giovani, contatti diversi con referenti del progetto, ecc.).7 Giovani che hanno “ruoli sociali” definitiRagazzi e ragazze che hanno un’età compatibile con il target del progetto, e che quindi sono dei potenziali beneficiari delle attività realizzate, ma che sono stati contattati per la loro specifica collocazione professionale. Nello specifico:1 referente e 1 volontaria di associazione giovanile3 giovani imprenditori e imprenditrici (2 compilano assieme)1 giovane scrittore1 giovane barista15 Adulti (e giovani adulti) che hanno una prevalente funzione educativaAdulti che esercitano professioni di carattere pedagogico, educativo e sociale e che hanno pertanto una conoscenza diretta dei giovani e degli strumenti di analisi dei loro comportamenti di natura tecnico-professionale. Nello specifico:7 docenti di istituti superiori (di cui una in pensione)4 docenti di enti di formazione professionale1 insegnante di scuola secondaria di primo grado (e giornalista)2 educatori / educatrici (di cui uno è anche giornalista)1 assistente sociale14 Adulti (e giovani adulti) con prospettive “insolite” sul mondo giovanileAdulti che esercitano professioni – e interpretano pertanto dei “ruoli sociali” – che li mettono a diretto contatto con ragazzi, che hanno pertanto una conoscenza diretta dei giovani, ma che li vedono da un punto di vista specifico e pertanto possono essere attratti da aspetti delle narrazioni che possono essere di natura innovativa rispetto agli altri. Per definizione, questa è la categoria meno omogenea rispetto alle altre. È formata nella specifico da:

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2 rappresentanti delle forze dell’ordine1 parroco1 bibliotecario3 referenti / funzionari della pubblica amministrazione (che si occupano di interventi anche a favore di giovani)1 giornalista 1 scrittrice1 gestore di bar3 allenatori sportivi1 regista teatrale

Come i lettori vedono i ragazzi di Mosaico Giovani che sono raccontati nelle narrazioni?Complessivamente i lettori valutano in modo positivo, tendente al molto positivo, le storie che leggono. Si intende qui con il termine “positivo” il fatto che nelle narrazioni e nelle testimonianze prodotte, i lettori ci abbiano letto quelle caratteristiche dei ragazzi che erano obiettivo degli interventi realizzati con Mosaico Giovani: sviluppare forme di protagonismo attivo dei ragazzi, interessarli in attività che fossero per loro piacevoli e soddisfacenti e stimolarne una crescita personale e collettiva.Questo risultato non porta direttamente a considerare riuscito il tentativo di Mosaico Giovani. Non si conosce infatti la situazione di avvio di questi stessi ragazzi e non si può affermare con sicurezza che essi non fossero già attivi, soddisfatti della propria vita e maturi prima di essere coinvolti in Mosaico Giovani.

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Non si può sottovalutare come in larga misura i lettori, anche se tra loro molto differenti per estrazione culturale ed età, abbiamo riconosciuto tra questi racconti tutti e tre gli elementi ricercati, come a sancire che Mosaico Giovani ha avuto il merito di raccogliere e valorizzare – se non anche “rafforzare” – il protagonismo, il piacere di fare e la maturità di un significativo numero di ragazzi.Infatti, da quello che emerge dalle schede compilate, i lettori interpellati trovano che i ragazzi siano soprattutto molto soddisfatti delle attività in cui sono coinvolti; li trovano però anche attivi e, in qualche misura, “cresciuti”, nel senso che dimostrano delle competenze e un’attitudine “matura”. Nei tre grafici è rappresentata la somma (che è stata, per motivi tecnici, “normalizzata”, per rendere confrontabili i sottogruppi di lettori) dei punteggi numerici – attribuiti da tutti i lettori – sulla scala a 7 punti che riportava, come valori estremi, le polarità opposte “attivi - passivi”, “soddisfatti - insoddisfatti” e “cresciuti - al punto di partenza”.Appare un livello di accordo tra i diversi lettori piuttosto elevato. Quasi tutti i punteggi convergono verso l’estremità a sinistra della scala, dove sono posizionati gli obiettivi del progetto. Immaginando di attribuire un punteggio “+ 3” al valore più vicino al termine ritenuto obiettivo dal progetto e poi a scalare (“+ 2”, “+ 1”) fino ad arrivare a “0” nel punto neutrale, si noti come la frequenza maggiore è in ogni caso sul livello “+ 2”; il secondo punteggio per frequenza è poi quello più strettamente legato alla posizione che contrassegna l’obiettivo del progetto, “+ 3”. Vi sono alcuni che attribuiscono anche dei punteggi bassi, ma sempre nella direzione della polarità ritenuta interessante dal progetto. Rari sono i punteggi neutrali o negativi, salvo per il caso della soddisfazione, che qualche lettore – i ragazzi in particolare – non ha “trovato” nelle narrazioni.

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Punteggi così polarizzati hanno fatto pensare che fosse intervenuta una qualche forma di distorsione del giudizio o della sua comunicazione, come se le persone interpellate avessero inteso più utile o adeguato rispondere in modo positivo, piegando una loro opinione differente per risultare più “accettabili”.Anche considerando soltanto uno dei due “corni” della scala – quello sinistro – e leggendo solo i tre valori (da quello massimo, quello più vicino all’aggettivo risultato del progetto, a quello minimo, costituito da tutti i valori che stanno verso il punteggio neutro o sul “corno” destro), rimane comunque un dato piuttosto positivo: solo 10 punteggi sui 53 totali (meno del 20%) ritengono che le narrazioni non parlino di una elevata attivazione dei ragazzi; 8 su 53 (attorno al 15%) ritengono che non sia rintracciabile elevata soddisfazione; 15 su 52 (meno del 30%; una persona non ha espresso un giudizio) non intravede una crescita della persona.

Delle tre dimensioni, soltanto quella – peraltro piuttosto complessa – dello sviluppo di competenze di vita risulta un po’ meno convincente delle altre. In particolare, come si vedrà poi meglio in seguito, questa tendenza meno accentuata della dimensione della crescita personale è dovuta soprattutto ai punteggi attribuiti da due gruppi di lettori: gli studenti – che sono invece molto positivi nelle altre due dimensioni – e i giovani che hanno un ruolo sociale ben identificabile.

Le “letture” suddivise per sottogruppiIn precedenza si era sottolineato come i lettori siano stati suddivisi in sottogruppi logicamente omogenei (salvo, probabilmente, il sottogruppo degli adulti che esercitano professioni non di natura sociale, ma che sono molto differenti l’una dall’altra).Il motivo era quello di verificare se vi fossero delle specificità nel modo di vedere i ragazzi che potesse essere attribuito al tipo di professione da cui si ha modo di conoscere il mondo dei ragazzi.

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La risposta sembra tendenzialmente negativa: non vi sono differenze clamorose tra i giudizi espressi dalle diverse tipologie di lettori. A prescindere dalla loro età e dal loro “ruolo sociale”, tutti i lettori tendono a dare un’immagine simile dei ragazzi rappresentati nei racconti. Si ritrova un’immagine di persone appunto attive, soddisfatte e “in crescita”, salvo qualche piccola specificità che vedremo di seguito, scorrendo le valutazioni su tutte le tre dimensioni oggetto degli interventi in Mosaico Giovani.

“Visioni” del protagonismo attivo dei giovaniInnanzitutto, per aiutare la lettura dei grafici, sono di seguito riportati – come nei successivi due paragrafi – in forma di “aree” gli andamenti (le frequenze) dei punteggi attribuiti dai lettori suddivisi nei sottogruppi sopra identificati: i ragazzi, gli studenti, i giovani che hanno un ruolo professionale e/o sociale definito (barista, scrittore, imprenditrice…), gli adulti con professione educativa e gli adulti in genere. Più numerosi sono i lettori che hanno attribuito un determinato punteggio, più ampia sarà l’area corrispondente al punteggio stesso riportato in ascissa. Di conseguenza, delle aree che presentano delle “gobbe” pronunciate nella parte sinistra, diranno di una convergenza di pareri verso il termine riportato all’estremità sinistra della scala. Viceversa, “gobbe” pronunciate a destra evidenzieranno delle convergenze verso il termine opposto. Altri andamenti saranno sinonimo di situazioni più variate.Per facilitare l’interpretazione del grafico, i 5 gruppi di lettori sono stati suddivisi in due grafici diversi (giovani e adulti). I giovani “impegnati”, proprio in virtù della loro “doppia appartenenza”, sono stati inseriti in entrambi i grafici.La distribuzione dei punteggi nelle diverse tipologie di lettori è, come già grossolanamente dimostrato dal grafico complessivo, piuttosto simile. Come si può osservare nei due grafici che seguono, in quasi tutte le aree prevale il punteggio che si avvicina al massimo valore; il secondo punteggio che riceve il maggior numero di preferenze è quello massimo.

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Può però essere di qualche interesse notare come vi sia una parziale eccezione a questa “regola”. Riguarda il sottogruppo dei ragazzi contattati in luoghi aggregativi diversi. Nel loro caso – come si evidenzia nell’area più avanzata del primo grafico – vi è una rilevante presenza di punteggi che si discostano di poco dal valore neutro, sia verso la polarità contrassegnata con il termine “attivi”, sia nella direzione opposta (“passivi”).In altri termini, sono questi i lettori più “severi” nel giudicare il grado di attivazione e partecipazione. Si può ipotizzare che in questo gruppo siano rappresentati altrettanti ragazzi e ragazze che stanno vivendo esperienze di partecipazione e di coinvolgimento attivo e che, pertanto, il punto in cui loro fissano un’ideale “linea di riferimento” sia più elevato rispetto agli altri lettori.Questo ragionamento, plausibile ma non confermabile, potrebbe dare luogo ad un’altra opposta interpretazione, che riguarderebbe tutti gli altri lettori: gli adulti in genere e i ragazzi che rivestono già un ruolo sociale “adulto”, non avrebbero, secondo una possibile inferenza logica, grandi aspettative nei confronti dei giovani e della loro capacità di impegnarsi attivamente nella comunità, come se i giovani non godessero – in questo momento storico, in questi luoghi – di una buona immagine. È abbastanza evidente come da un’ipotesi di questa natura ne discendano conseguenze gravi, sia dal punto di vista delle politiche pubbliche, che da quello degli interventi educativi, facilmente connessi ad una mancanza diffusa di stima di sé da parte di molti ragazzi.

Proseguendo nell’ipotesi, va rilevato che il basso livello di aspettative sarebbe presente non solo presso gli adulti e le persone con ruoli sociali definiti, ma anche negli studenti interpellati sullo stesso tema, forse per lo stesso motivo già esplorato, oppure perché – in quanto studenti – vivono in un contesto che non valorizza e non stimola forme di partecipazione attiva. Senza voler con questo sollevare alcun tipo di riflessione critica sulla scuola, l’affermazione precedente sarebbe giustificata dal mandato stesso dell’istituzione scolastica: favorire lo sviluppo di conoscenze che sono già date. Forme di partecipazione diverse dall’apprendimento attivo, che chiedano ai ragazzi di produrre conoscenza, col rischio di produrre informazioni scorrette, non possono trovare particolare apprezzamento, perché – nella migliore delle ipotesi – superflue.

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Le riflessioni appena sviluppate si basano però su un assunto plausibile ma non dimostrabile con i dati in nostro possesso. L’affermazione più sostenibile che è possibile fare guardando agli esiti emersi è che, nonostante la grande variabilità di punti di vista, la quasi totalità dei pareri è concorde nell’affermare che dai racconti emerga come i giovani descritti siano attivi e partecipi, e dunque “protagonisti” principali delle iniziative prodotte. Questa immagine ci viene fornita dalla quasi totalità dei lettori interpellati. Soltanto i giovani contattati in contesti informali sono stati più “tiepidi” degli altri, facendoci sospettare una loro minore convinzione. I motivi possono essere i più diversi, a partire da quelli proposti in precedenza.“Visioni” della capacità di provare soddisfazione nei giovaniAnche questi due successivi grafici presentano andamenti simili a quelli visti in precedenza e anche in questo caso i ragazzi sono quelli che hanno espresso il parere più critico. Pur senza poter fare particolare conto su questo livello di differenze riscontrate, apparentemente i giovani sembrano ancor meno convinti del grado di soddisfazione provata dai protagonisti delle narrazioni lette.

Se in precedenza si era proposto di attribuire questo atteggiamento ad un elevato grado di “attivismo” presente in questi lettori di pari età, questa stessa spiegazione sembra altrettanto applicabile al grado di soddisfazione provata. I ragazzi contattati, che provengono – lo ribadiamo – da contesti di partecipazione attiva dei giovani (centri giovani, luoghi aggregativi…), potrebbero essere – al pari di quelli coinvolti in Mosaico Giovani – molto coinvolti nelle attività che li vedono protagonisti e, probabilmente, molto soddisfatti per questo. Così può risultare più difficile che riconoscano livelli di soddisfazione nei racconti che siano di entità più lieve.Un’altra possibile ipotesi è che invece essi trovino le attività descritte nei racconti come poco soddisfacenti per un ragazzo giovane. Tale ipotesi sarebbe avvalorata dal dato opposto di adulti che giudicano invece come molto soddisfatti i ragazzi dei racconti.

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La teoria che si prova qui a proporre è che un certo numero di attività descritte – che hanno visto i giovani quali protagonisti – sia ciò che un adulto pensa essere utile ed interessante per un giovane, ma non ciò che pensa un giovane. In altri termini, una sala prove, oppure uno stage, o un torneo sportivo sono attività proposte da adulti e accettate da giovani, ma un giovane, spontaneamente, non sarebbe così soddisfatto nel partecipare ad una tale proposta.

Tale ipotesi darebbe conto anche dei risultati intermedi degli altri gruppi. Gli adulti con “mandato educativo” sono d’accordo con gli altri adulti, ma meno sbilanciati verso la massima soddisfazione, perché conoscono un po’ meglio i ragazzi di questa età. I giovani impegnati saranno anch’essi della stessa opinione, con qualche situazione di perplessità (quando prevalga l’approccio “da giovane”). Di nuovo, sono gli studenti a mettere in crisi la linearità di questa ipotesi, dal momento che presentano un andamento molto positivo, quasi quanto quello degli “adulti”.Considerata la non completa coerenza dei dati a supporto di questa ipotesi, rimane solo da confermare che agli occhi di quasi tutti, i ragazzi di Mosaico Giovani sono sembrati soddisfatti. Le uniche perplessità – che non sono però la certezza del contrario – sono manifestate dai coetanei contattati in contesti non formali.“Visioni” degli indizi di maturazione dei giovaniCome già descritto nella lettura più generale, questa è la dimensione che è stata giudicata meno positivamente.Qui però si ha anche un andamento differente tra i sottogruppi da quello registrato nelle prime due domande.In questo caso, il gruppo dei ragazzi esprime un giudizio in larga parte positivo, anche se non si colloca sull’estremità della scala ma in un punto più all’interno. Si registrano anche qui delle voci di dissenso che sottolineano una mancanza di crescita nei ragazzi dei racconti, ma tali voci sono di entità limitata e presenti anche nel gruppo degli studenti (che era invece in precedenza stato sempre molto positivo).

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Gli adulti continuano a fornire un quadro assai positivo, ma questa volta sono anche superati in questa loro visione dal gruppo degli adulti “educativi”. Sono i giovani “impegnati” invece ad essere positivi ma cauti, ponendosi equamente tra uno e due gradini al di sopra del valore neutrale.È assai difficile fare delle considerazioni che spieghino questi andamenti. Posto che tali andamenti vadano effettivamente spiegati: occorre infatti ricordare che la bassa numerosità dei “sottocampioni” fa sì che la determinante casuale sia sempre la prima opzione da considerare.Comunque, sembra possibile affermare che la dimensione della crescita personale e collettiva si differenzi dalle precedenti due dimensioni. Questa dimensione viene prevalentemente riconosciuta da studenti ed adulti “educativi”, che sono però spaccati entrambi tra i molto convinti e i timidi. Gli adulti, generalmente molto generosi nel rintracciare caratteristiche positive nei giovani narrati, sono qui meno “sbilanciati”. Tra i ragazzi c’è qualcuno che non è d’accordo, ma in questo caso sono invece piuttosto vicini all’approccio degli adulti. I giovani impegnati sono equamente distribuiti tra i “timidamente d’accordo” e i “meno timidamente d’accordo”.In generale, quindi, i lettori riconoscono nel loro complesso una certa “crescita” nei ragazzi di cui leggono, ma aumentano i punteggi “prudenti”.La motivazione più ovvia che viene proposta è che la dimensione stessa sia piuttosto ambigua e, probabilmente, non del tutto adatta allo strumento utilizzato. Parlare di crescita comporta avere chiaro quale sia un livello iniziale e un livello successivo di maturità della persona. Non avendo la possibilità di confrontare due momenti diversi, è difficile anche riconoscere un processo di crescita.

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Si potrà pertanto riconoscere che i ragazzi descritti sono ragazzi “maturi”, “cresciuti” in senso assoluto, non necessariamente durante Mosaico Giovani; ma in qualche momento della loro vita sì, dal momento che – per molti lettori – danno un’immagine di persone consapevoli, coinvolte, responsabili.Allora viene spontaneo per il lettore non spingersi ad esprimere un punteggio massimo, non rischiare l’affermazione che i giovani di cui si racconta siano effettivamente cresciuti grazie all’esperienza. Da quello che si legge, si può affermare che essi siano in qualche misura delle persone “mature” e che non si può pertanto dire che siano “rimasti al palo”.È però interessante notare un dato forse più nascosto degli altri: a questo item, cioè che una persona non ha risposto. Questo è l’unico caso, dal momento che alle prime due domande, tutti i 53 lettori interpellati hanno espresso il proprio giudizio. Potrebbe essere un piccolo segnale di maggiore difficoltà che riguarda il quesito sulla “maturità” rispetto agli altri, ma essendo talmente limitato nelle dimensioni – appunto un caso su 53 – si presume che riguardi la riflessione del singolo lettore. In questioneSi tiene quindi per buono il quadro complessivo che ne emerge: nella difficoltà intrinseca al valutare questioni astratte deducendole da brevi racconti, i lettori hanno deciso che si intravede una qualche forma di “crescita” nei ragazzi. Si tratta di una maturità che – acquisita o meno durante il percorso – segna un valore del progetto Mosaico Giovani solo di poco inferiore alle altre due attitudini perseguite: il protagonismo e la passione soddisfatta.Come sono i ragazzi di Mosaico Giovani?Oltre alle dimensioni ricercate specificamente dal progetto, è stato chiesto ai lettori di provare a descrivere i ragazzi descritti nei racconti attraverso delle parole chiave. Un modo per provare ad “allargare gli orizzonti” e verificare quali fossero le chiavi di lettura dei ragazzi dei racconti.La tabella che segue è la sintesi di quanto emerso.I “termini chiave” sono stati collocati nelle colonne riferite alle diverse “categorie” di lettori.Sono poi stati accostati nella medesima riga quando erano – in qualche misura – sinonimi, o quando alcune

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delle loro accezioni avevano dei sinonimi in comune. Ad esempio, sarebbero stati accorpati i termini “caldo” e “passionale”, dal momento che entrambi hanno il termine “bollente” quale sinonimo (inteso ovviamente in senso lato e non letterale).L’esito sono delle righe che sono più o meno ricche di termini e vengono disposte in ordine di “affollamento”; si può però verificare come i diversi lettori abbiano contribuito in misura differente a tale affollamento.Provando a leggere il quadro che emerge…La prima evidenza della tabella è che molti lettori vedono caratteristiche abitualmente valutate come molto positive nei giovani rappresentati: essi sono attivi ed efficaci in questa loro attività.È immediatamente percepibile come emergano peraltro alcune delle finalità che Mosaico Giovani intendeva perseguire: l’essere attivi, protagonisti, e non da meno maturi e responsabili .Si tratta di un rimando significativo per chi ha realizzato il lavoro. Se anche queste parole possono essere state suggerite ai lettori dalle scale che avevano appena utilizzato, possono però rimanere a testimonianza dell’esito i tanti sinonimi che sono stati utilizzati: propositivi, motivati, capaci, pronti, sono tutti termini che stanno a significare che le persone descritte sono – agli occhi dei lettori – dei soggetti che si sono messi in gioco in prima persona e il risultato è certamente positivo.Anche la seconda serie di termini utilizzati è significativa: rimanda alla creatività e innovatività del modo di porsi dei giovani, la qual cosa li rende sorprendenti e – come tali – interessanti, curiosi. Li rende anche però molto differenti dalle altre persone, che fanno così più fatica a conoscerli e comprenderli. Così divengono anche un “mistero”, stravagante ed imprevedibile, quindi non necessariamente qualcuno su cui sia possibile fare affidamento, se non fosse per la messe di termini visti in precedenza, che li sottolineava efficaci e capaci. Pertanto, questa creatività sembra avere le basi per essere messa a disposizione del “fare” in maniera positiva.La terza serie è nuovamente un segnale molto positivo per il progetto: parlano infatti di entusiasmo, appagamento, felicità, di quella dimensione di soddisfazione provata nel realizzare iniziative (realizzando se stessi e le proprie potenzialità?), anch’essa ricercata all’interno di Mosaico Giovani. Non è – vale la pena sottolinearlo – soltanto una soddisfazione passiva: il piacere di ricevere qualcosa o di fruire di un servizio di cui si ha piacere o necessità; si tratta invece di un appagamento in qualcosa in cui si è coinvolti, una sensazione di “flusso”, come la definirebbero alcuni studiosi (cfr. M. Csíkszentmihályi, 1990).

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Tabella “descrizione dei ragazzi conosciuti attraverso i racconti”

Ragazzi Studenti Giovani “impegnati”

Adulti “educativi”

Adulti

Motivati Volenterosi Svegli

AmmirevoliEfficaci TostiVolenterosi

PropositiviSvegli

Attivi CapaciPropositiviProtagonisti

GrandiApprezzati Movimento Risorsa Intraprendenti Coraggiosi Determinati Costruttivi Propositivi Volenterosi Maturi Pronti Responsabili Generosi

CreativiInventivi

Creativi (2)InventiviInnovativiOriginaliFashionRicercatoriRivoluzionari

Creativi DiversiSorprendenti

DiversiEspressivi ImprevedibiliAlla ricercaEsploratori

Stravaganti Eclettici Imprevedibili MisteroMeglio

Entusiasti AppassionatiAppagatiFeliciSoddisfattiImpegnati

DisponibiliEntusiasti (2)

Disponibili Coinvolgibili Entusiasti (2)OrgogliosiRecettivi (3)

Coinvolti (2)

Realisti Reali ConcretiReattivi Comuni

VeriSudati

Ragazzi DirettiNormali

Giovani Sensibili (2)*Umanità Veri

Scoraggiati Timorosi

SorpresiTimorosi

StupitiConfusiDisorientati

Confusi (3) Disorientati Spaesati Stimolanti Timidi Vigili

In “stand by”* FragiliIndecisiInsicuriInfantili

Superficiali Fragili (2)Insicuri

Sensibili (2)*

FiduciosiCuriosiInteressati

Assetati ApertiComunicativi CuriosiInteressati

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Ragazzi Studenti Giovani “impegnati”

Adulti “educativi”

Adulti

InsiemeOrganizzati

Poco autonomi Accompagnati Aggregati

Riflessivi Consapevoli Pazienti

Disamorati Increduli Diffidenti Isolati Soli

Isolati

Assopiti Indolenti Riconoscenti Rispettosi

Autoironici Gratificanti

Ottimisti

In potenza* Multimediali* Aquiloni*Ricchi*

Maestri*

*nell’ultima riga sono stati inseriti dei termini ambigui, di difficile interpretazione

Oltrepassando la quarta riga, che sembra una sorta di “pro-memoria” per i lettori (abbiamo a che fare con ragazzi veri, reali, che come tutti i ragazzi normali, sudano e sono concreti), si giunge ad una serie di termini tendenzialmente più negativi. Alcuni di questi ragazzi – tra i tanti – vengono percepiti come spaesati e disorientati. Questo ovviamente è più che comprensibile, dal momento che diversi racconti presentano situazioni di “crisi” che vengono – col tempo e in qualche misura – risolte.Peraltro, la questione dello spaesamento non è di per sé una condizione negativa. Se tale situazione è infatti conseguente ad una condizione ambientale difficile e se mette in moto energie positive nei protagonisti, diviene invece uno stimolo – magari spiacevole – ma utile. Fa riflettere il fatto che si debba quindi dedurne che il mondo nel quale i ragazzi vivono è tendenzialmente “spaesante”, probabilmente più a causa degli adulti che dei ragazzi stessi.Anche la riga successiva è da considerare come una caratteristica negativa, in questo caso da attribuire però ai ragazzi stessi più che al contesto. Essi sono talvolta superficiali, infantili e insicuri; ma, più bonariamente, altri li definiscono sensibili o fragili. È però curiosa la coincidenza che la riga successiva contenga un numero quasi analogo di termini che sono i “contrari” dei precedenti: fiduciosi, interessati, aperti. Occorre pertanto concludere che vi sia una certa ambivalenza nei lettori che – a prescindere dalle categorie in cui sono associati – vedono talvolta esempi di fragilità e altre di forza nei ragazzi che vengono rappresentati, quasi che la forza di questi ragazzi sia nascosta ed alimentata dal loro essere coraggiosamente fragili.Altri termini, con valenza talora positiva, talaltra negativa, compaiono in ordine sparso e con frequenza molto più limitata ed alcuni, che sono anche di difficile interpretazione, sono stati raccolti nella riga finale. Si può forse segnalare come interessanti il termine autoironici, che potrebbe essere anche un ulteriore indice di maturità, così come consapevoli; l’ottimismo, infine, fa la sua comparsa nonostante il periodo storico che non ne indurrebbe di particolare.I racconti più e meno apprezzatiUn’ulteriore analisi condotta presso coloro che hanno letto le narrazioni è stata quella di verificare quali siano stati i brani che hanno suscitato il minore e maggiore interesse, valutandone anche le motivazioni (si vedano le due tabelle al termine della presente sezione).

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Anche in questo caso sono stati differenziati i lettori, in particolare in adulti e giovani. Questa volta, però, la variabile “età” considerata porta a qualche conseguenza.Più di un lettore ogni 4 (tra quelli che hanno fornito qualche indicazione) hanno “premiato” il racconto Qualche ciambella riesce con il buco. Questo racconto apre una sorta di “filone” particolarmente apprezzato dai lettori: quello di situazioni che partono in maniera compromessa e – anche attraverso un percepibile aiuto da parte dell’adulto con funzione educativa – si risolvono in esiti che non sarebbero stati inizialmente prevedibili. Tale caratteristica può essere rintracciata in diversi altri racconti; questo però – come ad esempio per “Mi spieghi la strada” - riesce ad evitare il rischio di un’eccessiva e fastidiosa “enfasi salvifica”, che penalizza invece altri racconti; si veda a tal proposito il commento negativo di un lettore rispetto al racconto Sentiremo la sua mancanza quando se ne andrà.Volendo trarne un’indicazione generale, i lettori – adulti e giovani, con mandati educativi e non – apprezzano quando l’intervento dell’adulto con funzione educativa crea un “punto di svolta” in una storia “già scritta” per il ragazzo, un cambiamento di rotta significativo, anche se non manifestamente troppo enfatico da risultare inverosimile.Soprattutto nel primo racconto, il ragazzo presenta le caratteristiche di una persona difficile e in difficoltà; lo stesso trova però modo di mostrare, anche soltanto per un breve momento, delle doti nascoste che anch’egli possiede. Sapere che tutti hanno dei talenti, anche quando questi non emergono, è ciò che i lettori tendenzialmente ricercano come chiave per il successo educativo del progetto.Un altro “filone”, lievemente differente dal primo, è costituito dai racconti che presentano attività riuscite di stampo più animativo e aggregativo. L’intervento dell’adulto – casuale, come in Marabù, o attentamente pianificato, come in Art Day… – che attiva entusiasmo e partecipazione è un altro “format” che viene apprezzato. Ciò sembra segnalare che la funzione educativa ha due connotazioni: quella del cambiamento (della crescita, come proposto da Mosaico Giovani) e quella dell’interesse e della passione (la seconda dimensione ricercata da Mosaico: la soddisfazione attiva). Da tale prospettiva, anche le preferenze espresse dai lettori testimoniano un altro punto a favore di Mosaico: si trovano e si possono apprezzare storie che parlano di crescita personale e di coinvolgimento in attività appassionanti.Nella scarsa numerosità che non consente inferenze eccessive, si può però segnalare come la prima tipologia di racconto, quella più educativa, sia segnalata in prevalenza da adulti, mentre la seconda vede prevalere segnalazioni da parte di ragazzi e studenti. Come a dire che – nel rispetto di ruoli tradizionali – gli adulti siano più interessati alla crescita, laddove l’attività è solo un pretesto, mentre i ragazzi siano più attratti dall’attività in sé, vedendo la crescita come un’eventuale conseguenza.Non si può considerare un caso il fatto che per trovare un racconto prodotto direttamente da beneficiari del progetto, da ragazzi, occorra scendere fino alla quinta posizione; sembrerebbe che , nell’esprimere le proprie preferenze tra i racconti, i lettori ci segnalino un minore interesse per le vicende che testimoniano attivazione e protagonismo dei giovani.Questo dato è di difficile interpretazione: non è attribuibile probabilmente a semplici questioni stilistiche (il racconto più apprezzato, in questo senso, è scritto da una giovane ragazza: Quel pomeriggio di un giorno qualunque), così come non dovrebbe essere una forma di “partigianeria” per la presenza di attori adulti, dal momento che trova concordi anche molti giovani e ragazzi.Rimane da ipotizzare che vi sia una sorta di pregiudizio silente che porta i lettori a pensare che un progetto debba avere un regista adulto che progetta ed ottiene risultati con i ragazzi; di conseguenza non sembra sia così

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apprezzato un intervento educativo in capo ai ragazzi, nel quale essi stessi Al limite sembra essere riconosciuto che essi possano avere già in sé il positivo e che la funzione dell’adulto sia quella di consentire l’espressione di queste potenzialità presenti e nascoste nei ragazzi più “difficili”.Anche i temi presenti nei primi due racconti prodotti da ragazzi e apprezzati dai lettori (E’ una mia impressione… e Il campus ecologico 2010) sono piuttosto “adulti”. I commenti dei lettori sono legati alla raziocinante importanza di occuparsi di istituzioni europee e di ecologia, mentre un tema molto più giovanile e difficilmente penetrabile come quello del racconto Cosplay, fatica a trovare apprezzamento tra le persone “serie” (soli 2 adulti lo segnalano).L’indicazione dei racconti ritenuti più interessanti dai lettori ci permette, in parte, di esprimere una sintesi del quadro: le questioni poste da Mosaico Giovani e quelle più avvertite da parte di un pubblico ampio sono la crescita e il coinvolgimento dei ragazzi in attività per loro interessanti; tali esiti, come abbiamo già visto, sono tendenzialmente conseguiti da diverse attività in Mosaico, con prevalenza per il secondo (la soddisfazione) rispetto al primo (la crescita).La questione della partecipazione attiva, che pure è facilmente leggibile nelle storie di Mosaico Giovani, non ha altrettanta rilevanza.

I racconti più apprezzati

Qualche ciambella riesce con il buco

3 R 1 S5 AE 2 A

Ragazzo in apparenza svogliato, si rivela argutoSenso di smarrimento per il futuroRagazzi meno motivati che, coinvolti, dimostrano intelligenzaFormatore rende protagonista il ragazzo senza forzareCercare di muovere qualcosa porta a reazione positivaPoco interessato e disturba non significa poco intelligenteNon si finisce mai di scoprire talenti nascostiL’alunno assente diventa una presenza rilevanteFreschezza della risposta e riscatto del ragazzoFinalmente il protagonista coinvolto

Marabù 1 R 4 S 2 GI2 AE 1 A

Crescita personale e delle relazioniPiccoli spazi e grande curiosità danno buoni risultatiDall’improvvisazione può nascere qualcosa di belloIl titolo esprime i colori della felicitàPiccole cose uniscono molti interessi o anche solo un momento da condividereCose semplici ottengono grandi risultatiLe cose semplici coinvolgono; i giovani sanno divertirsi con pocoAvere tante idee diverse perché quella giusta è improvvisaImprovvisare è un rischio ma i ragazzi sanno fare meglioStupirsi dell’operatore

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Racconto Lettori Motivo

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Mi spieghi la strada 3 S2 AE 3 A

Senza credenziali, riesce a stupire tuttiLa musica è la bussola che fa percepire l’importanza delle cose attornoÈ veroRicaduta delle attività sul percorso scolasticoDisponibilità e rispetto della personalità del ragazzoStoria comune a molti ragazzi che restano soliCoinvolgimento graduale e cosa l’azione ha rappresentato per il ragazzo

Art day – toglietemi tutto ma non l’arte ***

4 S 2 GI1 AE 1 A

Quanto sia importante l’arte per i ragazziHo partecipato e provato entusiasmoHo partecipato e mi è piaciuto rivisitare la giornataSe i giovani hanno spazi, hanno grandi ideeIniziativa che avvicina la gente al mondo dei giovaniEsperienza creativa che salda legami in cittàEsaltante!

È una mia impressione, o qui è tutto rotondo? *

1 S 2 GI3 AE 1 A

Profondo e significativoOpportunità che i ragazzi non dimenticherannoAiuta a costruire senso civico e sentire vicine le istituzioniVivere le opportunità che si presentanoConsapevolezza del partecipanteValore stilisticoAllarga gli orizzonti

Il campus ecologico 2010

2 R1 AE 3 A

Superare le proprie difficoltà produce soddisfazioneMi ricorda una mia esperienzaAvvicinare giovani a ecologia divertendo e condividendo la faticaInteressante Dare un senso a ciò che si faEsperienza con + e - veri, ma che la ragazza vuole rifare

Sentiremo la sua mancanza quando se ne andrà **

2 S 2 GI2 AE

Il problema della scelta della scuola superioreDifficoltà di coinvolgere i giovani in situazioni scolasticheGiovani definiti in modo negativo hanno potenzialitàLieto fine non scontato, ma originale e di valoreColto il bisogno di essere protagonista del ragazzoAscolto sincero

Il Cosplay 2 S 1 GI2 A

Esposizione e padronanza del temaPassione per cultura giapponese e amiciziaProtagonista comprende vero valore dell’esperienzaOriginalità e freschezza delle idee dei giovaniOriginalità

Ballerini di Break Dance a Luino

1 S 1 GI1 AE 2 A

Messa in vetrina attività che ai giovani interessaLa strada fa interagire con il territorio e coinvolge ragazziValorizzato qualcosa che già c’eraIl mercato visto come esperienza aggregante!

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Racconto Lettori Motivo

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Festa degli studenti: Marco

1 R 2 S1 A

Responsabilità nel progettare e realizzareDeterminazione nel portare a termine il proprio sognoDeterminazione dà buoni risultatiDeterminazione e senso di responsabilità del protagonista

Quel pomeriggio di un giorno qualunque

2 S1 AE 1 A

Fluido e sentito. Ben scrittoRicorda una mia esperienzaBen scritto; riflessioni profonde sulla musicaMolto poetico, fa riflettere

Con una marcia in più -3 AE 1 A

Facciamo vedere che non abbiamo bisogno degli altri ma non è veroRende davvero la realtà della vitaTrasformare il dramma in occasione di crescitaForza del racconto, iniziativa interiorizzata e capace di produrre cambiamento

Certezze ** -2 AE 2 A

Il caso ha un ruolo e l’occhio cade su qualcosa che cambia le prospettiveIn difficoltà riesce ad avere conferme per il futuroAutentica, diretta, efficace. Disagio sul “pensarsi al futuro”Motivazioni giuste

Pump up the volume! Dance, dance

1 R1 AE

Esperienza formativa

Lavoro di gruppo: oltre la singola prospettiva

1 S1 AE

Il lavoro d’equipe ha potenziale più alto di quello singoloSaper lavorare in gruppo e apprezzarne i vantaggi

Ma domani c’è allenamento?

1 S1 AE

Lo sport come occasione per crescereSollecitati a dovere, ragazzi sanno essere attivi e positivi

La penultima volta in piscina

1 S1 A

Cos’è il tempo libero per i giovani d’estateSpontaneo

Cineforum -1 AE 1 A

Costruttiva avventura culturale ben organizzataGran lavoro e grande passione

Non è poi così male * 1 S1 AE

Protagonista scettica, riesce a sorprendersiRagazzi partono prevenuti sulla suola ma si può cambiare

Cosa vuoi fare da grande *

-2 AE

Il mondo del lavoro sembra non fidarsi dei giovani ma per fortuna qualcuno lo faPercorso di orientamento attento ai percorsi individuali

L’ho chiesto a mio padre *

-1 AE 1 A

Originalità Operatore stimola crescita senza porsi al centro

La bella Elena * -1 AE 1 A

Schiettezza e semplicitàLa sfida lanciata dai giovani e portata a termine

Trip to Bilbao ** 1 R1 A

Trasmette emozioni e atmosfera

Ci provo anch’io 1 R Voglia di migliorarsi e mettersi in giocoUn mosaico di esperienze: Klizia

1 S L’importanza di buttare un occhio al mondo del lavoro

Haity, L’Aquila e rock n’ roll

1 S Fonde creatività e utilità

Consulta giovani a Samarate

1 GI Giovani che montano mobili non nella loro cameretta

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Racconto Lettori Motivo

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Esperienza a Legambiente for children

1 GI Esperienza che fa crescere chi si mette in gioco

Rocky Horror 1 AE Anche progetti divertenti sono lunghi e difficiliLa giuria dei giovani va sul palco *

1 A Appassionante

Un mosaico di esperienze: Cinzia **

1 R Parla di precariato, la sento vicina a me

Cena romana 2010 ** 1 S Gastronomia e cultura creano piacevole atmosferaPer caso *** 1 R Possibilità di cambiare il proprio destinoNessun titolo GI Soddisfazione nel lavorare insieme per raggiungere uno

scopo che non è il denaro

Nota: nella colonna “Lettori” sono indicati il numero di persone che hanno espresso una preferenza per il racconto della colonna a fianco. Sono raggruppati per le seguenti categorie: R = ragazzi; S = studenti; GI = giovani “impegnati”

(con ruoli professionali); AE = adulti “educativi” (con professioni socio-educative); A = adulti.

I racconti meno apprezzati

Un mosaico di esperienze: Cinzia

1 R 2 S1 A

(Precariato in Italia mi spaventa)Tedioso, breve, finale non coinvolgenteNon ricavo nessun significato dalla storiaÈ stata solo una parentesi; peccato

Per caso 2 S1 AE

Significato difficile da comprendereBanale (2)

Art day – toglietemi tutto, ma non l’arte

1 S 1 GI 1 A

Scontato e infantileConfusione; le opere erano belle?Identificazione con stili giovanili “consumistici”

Cena romana 2010 2 S1 A

Attività che dovrebbero essere abitualiResoconto freddoNon si coglie la crescita dei ragazzi

Certezze 1 S 2 A

Convinto da una parata che ostenta dedizione in cambio dello stipendioNon poteva scriverlo il ragazzo?Non si capisce a cosa sia dovuto lo stato d’animo del protagonista

Non è poi così male 1 S 1 GI

Svogliatezza dei ragazzi a fronte di iniziative rivolte a loroQual è stato il punto di svolta?

Trip to Bilbao 1 GI1 A

Più sui vissuti degli adulti che sui ragazziIdentificazione con stili giovanili “consumistici”

Pensa il tuo futuro * 1 R1 A

Orientamento non riscuote successo tra i ragazzi

Principale indizio un cappotto rosso *

1 R1 A

La maturazione della protagonista è dovuta al progetto?Educatore non punta al futuro ma lo osserva

La penultima volta in piscina

1 S (A fronte dell’entusiasmo dei ragazzi non si prolunga l’attività)

L’ho chiesto a mio padre

1 GI 1 A

(Troppo spesso genitori assenti e disinteressati)(Assenza dei genitori)

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Racconto Lettori Motivo

Racconto Lettori Motivo

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Sentiremo la sua mancanza quando se ne andrà

-2 AE

Cede di fronte alle difficoltà nel realizzare ciò che vuole; andava sostenutoAutoreferenziale

Seconda edizione della giornata dello studente camerunense *

-1 AE 1 A

Resoconto; i ragazzi erano coinvolti?Racconto asettico. Supponente

Cosa vuoi fare da grande

-1 AE 1 A

(Paese poco fiducioso nei giovani)Senso di superiorità / essere arrivati degli operatori

È una mia impressone o qui tutto è rotondo?

-1 AE 1 A

Cronaca di azioni con riflessioni banaliMette in evidenza dubbi, ostacoli, disinformazione

Un mosaico di esperienze: Alessandro *

-1 AE 1 A

Forma di dialogo che penalizza le riflessioni sui temiSolitudine ragazzi, genitori distanti o invadenti; ma non è facile fare il genitore!

Qualche ciambella riesce con il buco

1 AE Carente analisi del disinteresse dei ragazzi

La giuria dei giovani va sul palco

1 A Scimmiottamento dello stile Sanremo

La bella Elena 1 A Troppa enfasiNon basta amare 1 A (Sperando che anche altri abbiano fatto la stessa

riflessione)Nessun titolo 1 AE Alcuni racconti stucchevoli; si sente poco la fatica del

vivereNessun titolo 1 A Tutti quelli che si sono limitati alla cronacaNessun titolo 1 A Descritti in maniera un po’ noiosa

Nota: per la colonna “Lettori” valgono le stesse indicazioni della tabella precedente. Nella colonna “Motivo” vengono messi tra parentesi quei commenti che sono sembrati non negativi nei confronti del racconto o di ciò che se ne ricava, ma piuttosto del contesto non modificabile in cui vivono i protagonisti.Per concludere, un “quadro complessivo” della partnership di Mosaico GiovaniIndividuare un quadro complessivo dei ragazzi presenti in Mosaico Giovani – attraverso le loro storie – è probabilmente ingiusto e rischierebbe di schiacciare in un unico giudizio le tante diversità – in positivo ed in negativo – che le persone sanno essere.Nonostante ciò, è possibile formulare una valutazione ampiamente positiva del progetto, alla luce dei numerosi rimandi positivi che i lettori – ed i ragazzi – hanno fornito di quanto è successo.L’elemento che non sembra mai smentito è la passione, che emerge e viene riconosciuta indistintamente. Si può trattare di una passione più frivola, come quella per un hobby, oppure può essere un coinvolgimento pieno in attività mature e importanti, utili a sè stessi e agli altri; rimane però sempre sullo sfondo qualcosa di intrinsecamente legato al piacere del fare ed al compiacimento del riuscire, correlato quindi alla crescita di sé e della propria immagine.Appunto la crescita, elemento che viene colto da molti lettori – almeno nella sua di accezione di “maturità” – sembra essere più difficile da rappresentare e raccontare; infatti presuppone il conoscere i ragazzi in momenti diversi della propria vita, ma presuppone anche una capacità di ascolto forse non molto diffusa.Infine, si resta anche abbastanza convinti che i ragazzi siano stati attivi e partecipi, protagonisti, in altre parole, di un processo che è stato pensato per loro e con loro: forse, talvolta, più “per” che “con” loro, nonostante essi abbiano saputo dimostrare grandi doti creative ed organizzative.La sfida per un domani molto prossimo, raccogliendo l’eredità di Mosaico Giovani, potrebbe proprio essere chiamare fin da subito i ragazzi attivi a co-progettare e co-gestire gli interventi che li riguardano. Questo affinché gli adulti, che pur sono una grande risorsa per i giovani, non finiscano per sostituirsi alla capacità dei ragazzi di assumersi nuove forme di

responsabilità, nei confronti di sè stessi e del mondo che – inesorabilmente – appartiene anche a loro.

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Racconto Lettori Motivo

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Il funzionamento del partenariatodel progetto Mosaico Giovani

Modalità di valutazione della PartnershipPer giungere ad una valutazione delle modalità di funzionamento del partenariato, il più ovvio riferimento erano gli stessi membri che si erano trovati a collaborare al progetto Mosaico Giovani.Ad una prima analisi, però, appare subito evidente come vi siano due – se non tre – livelli di conoscenza dell’organizzazione complessiva: ✓ i “responsabili legali” degli enti partner avevano dovuto decidere di associarsi per la realizzazione del progetto, non avendo però in molti casi informazioni aggiornate su quanto accade quotidianamente e se queste attività sono realizzate in sinergia con altri soggetti.✓ I referenti degli enti che hanno funzione di coordinamento delle attività sono coloro (nel caso di molti enti più piccoli sono gli stessi del punto precedente) che hanno dovuto pensare e progettare attività coordinandosi con altri soggetti del progetto Mosaico, o comunque tenendo conto dei vincoli e delle specifiche modalità di lavoro indicate nel progetto. Anche solo per questo motivo, questo livello di operatori si trova di fatto – salvo non ignorare completamente tutte le informazioni elencate – in una condizione di “partnership” con gli altri partecipanti al progetto Mosaico Giovani.✓ Infine, un livello interessante di indagine poteva essere quello degli operatori a diretto contatto con i beneficiari. Costoro, in caso di un progetto realmente “in partnership”, avrebbero dovuto conoscere il contesto nel quale operano, i suoi vincoli e le sue regole. Inoltre, nella migliore delle ipotesi, si sarebbero potuti trovare a lavorare in contatto e diretta collaborazione con colleghi di altri enti.Pertanto, per analizzare le modalità di organizzazione della rete dei partner, si sono organizzate delle interviste presso i singoli enti, realizzate attraverso delle modalità “classiche” di indagine della rete: • utilizzando un questionario tratto da un testo attuale che riporta gli indicatori più significativi da indagare presso partenariati (a cura di Reggio P.G. 2005 - “Contro l’Esclusione” - Guerini, Milano), dai quali sono state tratte 6 domande che coprono le tre aree indicate nel testo (indicatori di contesto, di processo e di output);• utilizzando modalità di network analysis; chiedendo cioè alle persone di indicare il grado di contatto con soggetti della rete di Mosaico Giovani e verificando il grado di “densità” e di “ampiezza” del reticolo che si viene così a disegnare.Nel piano di lavoro, tutti gli esiti di questa fase dell’indagine non possono essere presi come tali, in quanto presunta valutazione “oggettiva” del partenariato. Piuttosto, divengono elemento di riflessione collettiva all’interno di un incontro – slittato in coda alla rendicontazione intermedia del progetto – per commentare i dati raccolti e provare a “spiegarli”, traendone al contempo delle indicazioni per migliorare il lavoro del partenariato stesso.

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Gli esiti dell’auto-analisi del partenariatoLe risposte alle 6 questioni poste1 sono state elaborate attraverso semplici indici statistici, dal momento che il numero degli intervistati che hanno risposto suggerisce di non utilizzare funzioni statistiche complesse.Le correlazioni analizzate riguardano singole variabili (analisi monovariate) e sono state prodotte attraverso l’uso di fogli elettronici appositamente adattati.Il totale delle persone rispondenti è di 38, collegati a 17 enti sui 18 del progetto (non è stata utilizzata l’intervista nella sua forma completa al referente del Coro Divertimento Vocale su richiesta dell’interessato).Le risposte sono state rielaborate sia conteggiando le opinioni dei singoli individui, sia riassumendole in opinioni complessive dell’ente. In questo secondo caso, sono stati utilizzati i valori modali, se fortemente rappresentativi dell’opinione di tutti o quasi (al massimo, una opinione divergente per un punto)., laddove, altrimenti, si sono verificate delle discrepanze di un solo punto tra un numero simile di opinioni, è stato utilizzato un valore intermedio (,5).

Di seguito si riportano gli esiti dell’indagine e le possibili interpretazioni condivise con i partner del progetto.

Il ruolo degli amministratoriComplessivamente il giudizio sul ruolo esercitato dagli amministratori locali è intermedio, soprattutto se si contano i punteggi attribuiti dagli enti complessivamente; alcuni singoli invece tendono ad essere più critici sull’operato degli amministratori a favore degli interventi per i giovani e – nello specifico – per il progetto Mosaico Giovani.

• 1 Di seguito l’elenco delle 6 domande poste:• Gliattoripoliticiegliamministratorilocaliagiscono/hannoagitounruolosignificativoasupportodelleattività?• Vi sono esperienze consolidate e formalizzate di collaborazione tra soggetti pubblici e privati(delsocialeenon)sulterritorio?• Gliobiettividelprogettosonochiariecondivisidatuttiipartner?• Lemodalitàdicoordinamentodeipartneradottatesonoadeguate?• SiriusciràadincideresulproblemacheilprogettoMosaicoGiovanihaintesoaffrontare?• LaretediMosaicoGiovaniè/saràriconosciutadacolorochesonointeressatialfenomeno(giovani,famiglie...)?

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Una possibile motivazione di tale giudizio intermedio risiede nel commento che molti hanno aggiunto sul fatto che le azioni spesso prescindono dall’intervento del politico o dell’amministratore. Costoro non intralciano il progetto e fanno ciò che viene loro chiesto (generalmente dal personale tecnico) per portare a termine l’iniziativa; possono apparire in momenti pubblici e, in alcuni casi, mettono a disposizione piccole risorse economiche o strumentali in dotazione all’assessorato.Le riflessioni più positive sono riportate da coloro che esprimono un’opinione pensando ad una persona specifica (“il nostro assessore” o “l’assessore provinciale”); può essere interessante notare come questa “personalizzazione”, che svincola il giudizio da forme di generalizzazione, ne accresca il valore. D’altronde, abbiamo qualche remora nel considerarlo come del tutto autentico, poiché l’interesse della domanda era per un panorama territoriale più vasto, che non può considerare una sola persona.Sull’altro versante, invece, si ritiene di non dover considerare del tutto attendibile un giudizio più negativo, poiché espresso in termini troppo generali, quasi come forma di luogo comune: la “politica” è negativa e quindi si riesce a lavorare solo se nessuno si occupa di quanto viene fatto.Peraltro, questa posizione è stata esplicitamente ribaltata nella prima fase del processo di valutazione. In quella sede, infatti, un intero gruppo consultato convenne sull’importanza di avere un appoggio da parte dell’amministrazione e dei cittadini più in generale; un intervento che si accontenti della “clandestinità” per operare con maggiore libertà, non ha prospettive a lungo termine perché rimarrà sempre confinato in una posizione marginale rispetto alla considerazione delle persone e della politica territoriale.

L’abitudine a collaborare tra pubblico e privatoQuesto indicatore si è molto polarizzato su un’unica posizione corrispondente al commento “abbastanza”. È, tra i 6 indagati, quello con il più alto numero di segnalazioni per un’unica posizione (25 su 38, quasi i due terzi).

La spiegazione dei punteggi assegnati riguarda di solito il fatto che ciascuno di questi enti ha in atto delle forme di convenzione con enti pubblici o privati, delineando una situazione – interna al partenariato – molto positiva.Non viene però attribuito un punteggio ancor più elevato perché spesso non è chiaro quale sia la situazione rispetto ad altri contesti.Volendo leggere queste risposte in termini più generali, si può dire che il progetto Mosaico Giovani ha tratto

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indubbio vantaggio dalla storia di collaborazione precedente e formalizzata tra i suoi membri. Questa percezione è rinforzata dalla presenza di un numero rilevante di partner all’interno della coalizione formatasi (in tempi anche piuttosto ristretti, nei racconti di diversi protagonisti) e da una loro estrema eterogeneità (abbiamo – ad esempio – oratori, un coro che ha sede formalmente presso l’abitazione del Presidente, così come l’Università e l’Azienda Sanitaria di tutta la provincia).Non è però possibile conoscere se altri soggetti – probabilmente altrettanto interessanti come partner potenziali – presenti sul territorio ma non abbiano ancora sviluppato la capacità di intessere relazioni formali con enti pubblici. Non si hanno, infatti, notizie circa la “cultura” del territorio in termini di collaborazioni tra pubblico e privato.In prospettiva, questo è un dato rilevante, poiché lo sviluppo di politiche giovanili integrate ed efficaci non può che passare dal coinvolgimento (almeno potenziale) di tutte le risorse del territorio, a prescindere dal grado di strutturazione e dall’orientamento educativo di cui sono portatori.

Chiarezza degli obiettiviLa mancanza di chiarezza degli obiettivi generali del progetto emerge come elemento di maggiore criticità tra quelli indagati.

Tale dato è comprensibile e preoccupante al tempo stesso.È comprensibile, poiché il progetto Mosaico Giovani appare fin da subito come un progetto complesso, articolato in realtà molto diverse tra loro, con azioni assai dissimili. Vi sono alcuni enti che hanno diretto contatto con molti beneficiari e che ritengono pertanto di avere bisogno di dotazioni strumentali per migliorare il proprio intervento, senza che esso cambi di natura. Altri enti, invece, si trovano a sviluppare progetti da una non conoscenza di frange del mondo giovanile. Il progetto diviene pertanto una scommessa in grado di consentire un aggancio con valenza educativa. In altri casi – ad esempio gli interventi di orientamento nelle scuole – la modalità di lavoro è sperimentata e il progetto consente maggiori volumi e la presenza in contesti innovativi. Infine – ma il catalogo è probabilmente incompleto – abbiamo situazioni in cui il progetto ha dato modo di sviluppare sinergie tra due enti che erano solo abbozzate prima di esso.Tutte queste declinazioni diverse delle attività di Mosaico Giovani rendono comprensibilmente difficile definire un obiettivo unico e univoco per tutti. “Ciascuno ha in mente in modo molto chiaro i propri obiettivi”, è stato detto da più di un intervistato; ma diverso è invece parlare di chiarezza degli obiettivi complessivi e generali del

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progetto.Viene riconosciuto da alcuni come le attività di coordinamento e la valutazione stessa abbiano facilitato la conoscenza degli obiettivi di altri, ma non necessariamente il raggiungimento di obiettivi comuni.In parziale controtendenza rispetto a questo dato – e forse riprendendolo nei suoi valori assoluti, poiché prevalgono comunque i punteggi “abbastanza” e “molto” sugli altri – ci sembra necessario riportare l’esito del lavoro di definizione condivisa di indicatori di successo comuni.In questa sede, infatti, al termine di quattro incontri con i referenti di attività inserite nella medesima azione, erano emersi degli elenchi di indicatori/dimensioni solo apparentemente molto diverse, sia per numero che per tipologia.Quando ci si è ritrovati con il gruppo di lavoro ristretto, si è potuto constatare come invece, nel numero complessivamente ampio ed eterogeneo di proposte, quelle che avevano maggiore insistenza erano più o meno sempre le stesse: i 6 indicatori che sono poi stati posti come “chiavi di lettura” del progetto (vedi p. 2: “Le Dimensioni della Valutazione”).Questa testimonianza va certamente a temperare un panorama in cui, comprensibilmente, le persone finiscono con l’avere la sensazione di aver perso, dimenticato o mai afferrato l’obiettivo complessivo del progetto. Salvo però – forse perché auto-selezionati o forse perché l’obiettivo non sanno più declamarlo ma l’hanno ben interiorizzato – scoprire che c’è una radice comune a tutti loro e che questa radice è anche, in parte, il mandato primo dei loro interventi.Su questo tema, chi si occupa di valutazione non intende avanzare un’ipotesi interpretativa definitiva. Piuttosto, si ritiene essere la questione più interessante da porre a discussione da parte di chi si è coinvolto nel progetto e di chi ne ha curato la regia, avendo chiaro che degli obiettivi condivisi sono il modo più semplice – per certi versi – ed efficace di (auto-) organizzare un sistema complesso.

Modalità di coordinamentoL’attività di coordinamento, prevalentemente svolta dall’ente capofila, è stato uno degli aspetti più apprezzati. Il numero delle persone che ha espresso un punteggio basso è molto limitato (6 su 38). Alcune possono anche essere considerate delle “non risposte”, dal momento che sono state assegnate da referenti di enti che sono coinvolti solo indirettamente nel progetto (attraverso il coordinamento di enti partner).

Sono state registrate anche alcune affermazioni che supportano ulteriormente tale considerazione e che riflettono sull’ampiezza del partenariato, del territorio di riferimento e sulla difficoltà di coinvolgere attivamente alcuni partner.

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Ciononostante, abbiamo l’impressione di dover stare attenti a non sopravvalutare questo dato. In una modalità che potremmo definire molto più “qualitativa” (istintiva, semmai) è stata registrata, da parte dell’intervistatore, l’impressione che le risposte fornite non fossero del tutto spontanee. Nonostante la formale “indipendenza” del ruolo del valutatore, una serie di segnali (anche involontari) hanno probabilmente dato la sensazione ai “rispondenti” di avere a che fare con un “emissario” della Provincia capofila. La presenza di personale amministrativo – non richiesto – pronto a rispondere delle spese effettuate, la gestione degli appuntamenti condotta dalla segreteria organizzativa del progetto in Provincia, un atteggiamento di “difesa” rispetto alle proprie attività, sono tutti segnali di una percezione dell’interlocutore come di una persona “schierata”, al quale dare (alcune) risposte “politicamente corrette”.Tra queste, probabilmente, quella che mette molto in gioco il ruolo dell’ente capofila come “coordinatore” del progetto. Tale interpretazione “prudente” sarebbe suffragata dalla prevalenza di risposte “abbastanza”.Quale conclusione, alla luce di queste considerazioni? Probabilmente una certa qualità della funzione di coordinamento va comunque considerata, vista l’esiguità e la scarsa motivazione delle critiche avanzate. Il numero e la varietà dei partner è un fattore di criticità in termini organizzativi e la funzione di coordinamento non può che soffrire di questa natura del partenariato.Le comunicazioni e gli incontri promossi nell’ambito del processo di coordinamento e di valutazione sono complessivamente giudicati in modo positivo. Il timore che un eccesso di comunicazione sia insoddisfacente va dissolto: può darsi che in misura limitata questo sussista, però l’attivismo del coordinatore è valutato positivamente.Tra le poche critiche registrate si possono menzionare la gestione della fase progettuale, giudicata da un paio di persone intervistate come piuttosto “convulsa” e non intenzionata ad entrare in merito alle questioni, accettando in modo a-critico (quasi tutte?) le proposte dei partner; infine la convocazione di alcuni incontri non produttivi, che ci stanno nell’approccio collaborativo scelto, ma che si sono rivelati non efficaci.

Capacità di incidere sul problemaAssoluta e indiscussa “star” di questo sondaggio è la capacità – secondo gli intervistati referenti degli enti – di riuscire a incidere sul problema affrontato.

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In questo caso, il punteggio “molto” è di gran lunga quello più segnalato; nessuno ha segnalato il punteggio più basso e il punteggio “poco” è stato scelto da sole 4 persone. Anche in questo caso, però, il giudizio così netto merita di essere considerato alla luce di come è stata effettuata la rilevazione. Come già ricordato per l’indicatore precedente, le opinioni potrebbero aver subito un fenomeno di “bias”, di distorsione, cercando di dare un’immagine che fosse quella più “vantaggiosa” possibile.Rassicurare circa il raggiungimento degli obiettivi può essere quindi anch’essa considerata una risposta più “adatta” di altre e – di conseguenza – più diffusa.Va sottolineato come non vi siano dei motivi particolarmente raffinati a supporto di tale valutazione e che essa è stata espressa – come spesso è accaduto – non riferendola all’intero progetto, bensì alle attività gestite direttamente dal partner ascoltato.Peraltro, questo indicatore non è interessante “in quanto tale”: la valutazione di quanto il progetto andrà ad incidere sui fenomeni di partecipazione e sviluppo educativo dei beneficiari verrà rilevato in altri tempi e modi.Il motivo per cui la questione dell’incidenza sul fenomeno è introdotta in questa fase del lavoro è perché scarsi risultati possono minare le forme organizzative più precarie e giovani. È più probabile che un gruppo resti assieme e collabori efficacemente se ritiene di riuscire a conseguire dei risultati pratici.È questo il caso? Difficilmente si può dire di no, anche se – paradossalmente – la posizione su un punteggio così alto potrebbe suggerire tale inferenza. Possiamo però concludere che non siamo di fronte ad una situazione di “catastrofismo” dichiarato e palese; in una situazione dove diventa difficile praticare qualsiasi iniziativa perché la sfiducia ne mina le possibilità fin dalla radice.

Riconoscimento della rete all’esternoL’ultimo degli indicatori considerati riguarda quanto la rete può diventare un “riferimento” facilmente riconoscibile all’esterno per quelle attività che – nel nostro caso – promuovono il protagonismo giovanile sul territorio.

Anche in questo caso i risultati vanno un po’ analizzati e letti. Apparentemente vi è fiducia nel raggiungere tale condizione. Anche per questo indicatore – come per il precedente – il punteggio “molto” è quello con la frequenza maggiore di risposte.Qui, però, sembra che la risposta positiva sia meno “socialmente accettabile” che in altre domande. Molti, infatti, hanno detto che un tale risultato richiede molto tempo. Le persone devono non solo conoscere la rete di Mosaico Giovani, ma anche abituarsi a vederla associata a certi tipi di iniziative. Una familiarità presso gli operatori del sociale è probabilmente più rapida che incontrare notorietà presso il più

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vasto pubblico dei cittadini (e dei giovani cittadini).Ciò detto, coerentemente con le risposte precedenti, riuscire a raggiungere nel tempo i propri obiettivi e agganciare sempre più giovani porterà – a giudizio degli interessati – a divenire conosciuti (e ri-conosciuti) presso le persone in generale.Alla luce di questa risposta, azzardiamo un’ipotesi positiva anche nei confronti dell’indicatore precedente. Soltanto ipotizzando una sincerità – magari ingenua – alla risposta “riusciremo ad incidere sul problema”, si può poi conseguire una maggiore popolarità. In questo senso riteniamo possa essere interpretato questo elemento, sempre in attesa di verificare i risultati di chiusura progetto.

Per concludere, un “quadro complessivo” della partnership di Mosaico GiovaniUno sguardo complessivo a quanto emerso dall’indagine presso i partner induce a sottolineare i seguenti punti cardine:• il territorio è pronto ad esperienze di collaborazione tra partner di natura anche molto diversa (che va al di là della semplice dicotomia “pubblico-privato”);• questo progetto rimane però una sperimentazione e – come tale – esposto alla possibilità di commettere errori e di avere la necessità di sperimentare più modalità di lavoro prima di trovare quella più efficace;• l’attività di coordinamento è stata condotta in modo generoso, anche se non sempre efficiente; i vari tentativi possono però essere messi a frutto come esperienza per trovare il modo migliore per gestire tale complessità;• in prospettiva, la raccomandazione è che l’ente con funzione di coordinamento definisca in modo più chiaro e netto le finalità e la natura dell’intervento, sentendosi in diritto di entrare nel merito delle proposte dei partner;• infine, occorre che trasversalmente tutti gli enti si impegnino a cercare una migliore interlocuzione con il livello politico/amministrativo (nel senso delle amministrazioni locali). Questo può creare problemi in sede di avvio e, magari, la rinuncia ad attività che non siano sufficientemente allineate alle politiche giovanili perseguite su alcuni territori; in prospettiva, però, è anche la garanzia di una continuità di intervento e della possibilità di incidere in misura più efficace e rilevante sulle tematiche che riguardano la popolazione giovanile.

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Le buone prassi della gestione amministrativa e contabile del progetto Mosaico Giovani

Il tema affrontatoNell’ambito del piano di valutazione del progetto Mosaico Giovani, si è voluto dare un qualche spazio anche agli aspetti di “processo” del lavoro. Se infatti è ovvio che la prima domanda valutativa - da parte degli operatori - sia in termini di esiti sui beneficiari diretti e indiretti (i giovani), è però da rilevare come sia particolarmente innovativa - almeno rispetto al territorio - la modalità con cui il lavoro è stato condotto. Da sottolinear l’ampio partenariato (18 partner, 1 ente capofila, 4 enti “sponsor”), molto differenziato all’interno, fatto di realtà sovraterritoriali (ad esempio ASL e Provincia) e realtà locali (esempi molto evidenti sono i due oratori e il coro gospel), ciascuno con competenze e campi di intervento assai diversi (ad esempio, dagli interventi di orientamento nelle scuole alle manifestazioni canore; dagli stage presso aziende al laboratorio di difesa personale). Questo insieme così eterogeneo avrebbe tentato di lavorare assieme, sotto la regia della Provincia (che ha esercitato per la prima volta su questo tema il ruolo di ente capofila e coordinatore) e dotandosi di strutture intermedie (Gruppo Tecnico e Referenti di Azione) da sperimentare.Questa architettura così innovativa rispetto all’esperienza degli interessati ha portato a chiedersi fino a che punto le modalità organizzative siano state idonee e, soprattutto, quali siano le indicazioni che l’esperienza ha fornito, da mettere a frutto in eventuali esperienze future.Da queste domande si muove la parte del processo di valutazione che è descritta all’interno di questo documento.

La metodologia: la discussione di gruppo condotta da un facilitatore adottando uno schema di organizzazione degli esitiPoiché il tema riguarda il modo con cui i singoli attori si sono organizzati e, ad un livello più allargato, come il partenariato nel suo insieme si è strutturato, la fonte di informazioni più attendibile e “ricca” sono i protagonisti stessi di tale coordinamento. Costoro hanno infatti le oggettive informazioni sulle modalità di lavoro adottate sia per il singolo ente, che per il partenariato più in generale. Inoltre, hanno maturato una serie di considerazioni su cosa ha funzionato in modo efficace e quali siano invece le criticità che andrebbero superate (e come, nella migliore delle ipotesi).Si è pertanto adottato come strumento di valutazione quello dell’intervista di gruppo, guidata da una matrice SWOT (punti di forza e di debolezza di quanto realizzato; opportunità e vincoli offerti dal contesto). Per facilitare l’approfondimento della discussione, si è deciso di ridurre il numero dei partecipanti ad un massimo di 8. Al tempo stesso, per avere rimandi da realtà di natura diversa - per dimensioni e tipologia di soggetto - si sono invitati sia referenti di enti pubblici che del privato sociale, di piccole e grandi dimensioni. Coloro che in precedenza avevano manifestato il maggior interesse a partecipare ad un momento di confronto su questi temi sono stati preferiti, nell’ottica di una maggiore motivazione ad approfondire le questioni, anche osando dichiarare gli aspetti più critici. Si rimanda al successivo elenco dei partecipanti per una panoramica degli enti rappresentati.Un’ultima nota metodologica. La classica matrice SWOT è stata in questo caso un po’ “forzata”: soprattutto per il quadrante relativo agli elementi critici (Threats) è stato chiesto - da parte del conduttore - di prestare una

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particolare attenzione e provare a riportare anche delle idee per azioni di miglioramento future. Queste sono state nel presente rapporto raggruppate al termine, nel paragrafo “Buone idee per il futuro...”. Probabilmente per questo motivo questa parte risulta essere “ipertrofica” rispetto alle altre, oltre che per una particolare tendenza all’autocritica dimostrata dai partecipanti.

I partecipanti• Ballerini Donatella – Provincia di Varese • Giraldo Daniela – Provincia di Varese• Locatelli Matteo – Consorzio Unison Gallarate• Marzanati Claudio – Comune di Luino• Milani Daniela – Università dell’Insubria Varese• Pavanello Massimiliano – CEntro Servizi VOlontariato Varese• Pepe Rachele – Provincia di VareseL’incontro è stato moderato da Gianluca Braga, incaricato della valutazione del progetto Mosaico Giovani.

Gli esiti della valutazione: una sintesiA partire da una lettura complessiva di quanto emerso nel lavoro, viene di seguito proposta una sintesi dal valutatore. Questa, inizialmente, aveva uno scopo “euristico”, intendeva essere uno stimolo per invitare i partecipanti a rispondere a questo scenario, definendo un loro accordo o se invece lo avessero ritenuto parziale e sbilanciato in qualche direzione. In tal caso sono stati invitati a formulare commenti e modifiche che sarebbero stati poi riportati integralmente nel documento definitivo. Tutto ciò non è avvenuto. Nessun commento è giunto spontaneamente di rimando e, interpellati in occasioni diverse, tutti hanno dimostrato una sostanziale convergenza con le affermazioni riportate di seguito.Peraltro, questo esito non sorprende se si considera come il documento è stato costruito: tutti i rimandi trascritti sui cartelloni sono riportati integralmente; le specifiche che vanno ad integrare il significato delle parole chiave sono riprese dalla registrazione audio condotta nella stessa sede; soltanto la sintesi è stata ricavata dal valutatore, che ha però cercato di rendere conto del “clima complessivo” e dei principali argomenti affrontati nel corso dell’incontro.Il bando Pogas consente di inventare qualcosa di veramente innovativo da proporre ai giovani del proprio territorio. È un bando che premia le idee e le intuizioni, co-finanziando quegli enti che ci credono e che si “buttano” e sviluppano le iniziative anche a prescindere dai finanziamenti esterni. E’ opportuno essere creativi anche nelle modalità di organizzazione dei soggetti che vi partecipano: se il ruolo di ente capofila viene assegnato all’ente riconosciuto (all’interno) e riconoscibile (all’esterno) come il più titolato a rappresentare gli altri partner, alcune funzioni tecniche anche complesse (la progettazione, la comunicazione, la gestione amministrativa…) possono essere suddivise tra i soggetti seguendo una logica di maggiore capacità e attitudine.Peraltro, il vincolo – di fatto – di partecipare in forma associata, obbliga ad inventare soluzioni organizzative che siano efficaci e, al tempo stesso, utili a garantire un equilibrio in termini di partecipazione a tutti i soggetti coinvolti; più sono i partner, più interessante e capillare è il risultato, ma anche più complessa sarà la gestione organizzativa della partnership.Dal punto di vista delle proposte, è auspicabile che le idee siano frutto di un lavoro e di riflessioni precedenti e il bando deve costituire soltanto l’occasione per provare a metterle in atto: non vi è tempo sufficiente tra l’uscita

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dell’avviso e la scadenza per progettare attività sostenibili partendo da zero. Si rischia di fare più danni che altro...L’esperienza è dunque uno dei fattori chiave per gestire nel modo migliore questi bandi. Una volta fatta un’esperienza, come con Mosaico Giovani, sarebbe importante metterla a frutto e proseguire. In prospettiva, sembrano essere le seguenti le principali indicazioni di sintesi: o sviluppare le idee che nascono dall’esperienza; o lavorare in modo più integrato tra le “anime” socio-educative e amministrative di ciascun ente, l’equilibrio tra le quali è una delle chiavi del successo dei progetti;o crescere come numero di “nodi” della rete e di intensità e facilità di rapporti, garantendo un corretto equilibrio nel disegno complessivo del sistema;o malgrado la crescita di dimensioni, trovare forme di rappresentanza che consentano una partecipazione reale a tutti, che non comporti però un appesantimento dell’azione locale.La conoscenza reciproca e la possibilità di aumentare le capacità di sinergia e collaborazione tra i partner va messa a frutto, dal momento che nella pratica quotidiana tali capacità non si esercitano così come si fa in un progetto di questa natura.Questo è ancor più raccomandabile nel momento in cui la grande maggioranza di questi partner dimostra di poter raggiungere risultati significativi rispetto al target dei giovani, sia in termini di offerta di servizi utili ed apprezzati, sia per capacità di coinvolgimento e attivazione in azioni finalizzate al benessere loro e della comunità che li circonda.

Buone idee per il futuro...Segue un elenco (in rigoroso ordine alfabetico) che nasce dalle considerazioni condivise e riassunte in precedenza e che intende costituire una base di partenza delle “lezioni apprese” per lavorare meglio in futuro.• Definire degli “standard” economici a seconda della tipologia e della durata delle attività e delle dimensioni dei partner, per evitare eccessive sperequazioni nelle risorse attribuite • Destinare un congruo numero di ore alla rendicontazione amministrativa del lavoro svolto, alla valutazione e al coordinamento con altri partner• Favorire tutte le possibili occasioni di “rete”: dalla partecipazione alle attività promosse dai diversi enti (come forma di conoscenza), alla armonizzazione dei calendari, alla promozione comune, alla vera e propria collaborazione• Gestire i “flussi di cassa” in modo intelligente e non necessariamente uguale per tutti: chi può spendere subito lo faccia e venga finanziato. Ne traggono vantaggio tutti i partner• Guardare avanti: pensiamo già oggi a cosa sarebbe importante fare domani (per farsi trovare pronti al prossimo bando)• In prospettiva, contattare attori dei territori ad oggi non rappresentati nel progetto (in particolare, Busto Arsizio e Somma Lombardo / Sesto Calende)• Inserire a progetto una quota di attività che verrebbero realizzate (ma solo parzialmente) a prescindere dal contributo economico regionale• La modalità ideale di gestione delle attività di ogni ente prevede una stretta e continua collaborazione tra il coordinatore “sociale” e “amministrativo” (accorgimento già in fase di sperimentazione)• Lasciare il coordinamento all’ente che è più in grado di gestirlo per competenze manageriali e amministrative• Le fondamenta di un progetto riuscito poggiano sulla capacità di valorizzare le competenze già presenti tra i membri partner: occorre conoscersi e puntare su quello che le persone sanno fare meglio• Rischiare il giusto: per ogni attività già sperimentata su altri territori, osare attività effettivamente creative

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e diverse dal solito• Scegliere una “linea comune di indirizzo” chiaramente identificabile e perseguirla a costo di rinunciare a qualche partner• Utilizzare forme di rappresentanza e di “de-moltiplicazione” della struttura dei partner: ad esempio, gli enti locali si possono fare registi delle azioni a livello locale gestite da partner specifici (valutando attentamente gli eventuali vincoli di bando sulle attività delegabili)

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Gli esiti della valutazione: una rappresentazione completaCome già affermato in precedenza, la modalità di conduzione della discussione di gruppo ha utilizzato una matrice SWOT per favorire sia una maggior completezza dell’analisi, sia la riorganizzazione dei risultati.Poiché risulterebbe però illeggibile riportata in questo documento così come espressa nel corso dell’incontro, si è deciso di “esplodere” ogni quadrante e le singole affermazioni portate. Per ricondurli alla matrice iniziale, viene proposto qui di seguito lo schema utilizzato, nel quale vengono inseriti i titoli delle parti che sono riportate nel documento.Il lettore potrà pertanto o saltare integralmente questa parte, prediligendo la lettura più analitica dell’analisi condotta, oppure potrà ricercare il paragrafo di suo interesse a partire dal titolo che trova inserito nello schema seguente.

Aspetti positivi Aspetti critici

Il Progetto

(2.)

S (Strengths)

Il Progetto Mosaico Giovani...

...quale valore aggiunto ha comportato

(2.2)

W (Weaknesses)

Il Progetto Mosaico Giovani...

...quali difficoltà affronta (e come le risolve)

(2.1)

Il Contesto

(1:)

O (Opportunities)

Il contesto...

...quali opportunità offre

(1.1)

T (Threats)

Il contesto...

...quali vincoli impone

(1.2)

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1. Il contestoIl termine “contesto” è volutamente ampio. Esso può rimandare ad aspetti di tipo socio-economico del territorio in questione (la provincia di Varese), piuttosto che legislativo (il bando POGAS e le altre norme che regolano e sostengono le politiche rivolte ai giovani), così come temporale (con le tecnologie e le difficoltà attuali) o culturale (le convinzioni e le abitudini).Ha ovviamente aspetti positivi, visti dagli occhi del progetto Mosaico Giovani, che definiamo “opportunità”; così come aspetti di criticità, che definiamo “vincoli”. Ciò che è opportuno però segnalare è che gli elementi positivi possono avere, se visti in una luce differente, dei limiti, così come i vincoli che il contesto pone, talvolta possono essere anche considerati dei vantaggi.Per questo motivo ciascun argomento proposto dal gruppo di discussone è stato inserito nel quadrante indicato dai partecipanti; nella descrizione, però, si possono trovare anche aspetti di segno opposto (elementi positivi dei vincoli o negativi delle opportunità) emersi poi nel corso della discussione del gruppo.La sezione che riguarda il contesto è utile perché contiene tutti gli elementi che forniscono la base su cui lavorare; è solo a partire da questi aspetti - e dalla percezione che le persone maturano rispetto ad essi - che possono essere sviluppati progetti che poggino sul bando POGAS. In questo senso è stato ritenuto opportuno focalizzare e fermare queste consapevolezze raggiunte per ripartire in futuro dall’esperienza già maturata.

1.1 Le opportunità offerte dal contestoRispetto alle attività in genere• “un’occasione per fare qualcosa di nuovo”Questa è certamente un’ottima opportunità, soprattutto se si intende il nuovo in termini relativi: nuovo rispetto al territorio, vi è cioè la possibilità di portare a livello locale delle novità già sperimentate altrove. Il compito del progetto risulta così quello di adattare l’iniziativa al contesto. Se invece si dovesse intendere il nuovo come valore assoluto, allora la stessa affermazione diviene più un vincolo che un’opportunità: inventare qualcosa di realmente nuovo non è semplice e non dà garanzie di risultato.• “la possibilità di sperimentare idee diverse” negli interventi con e per i giovaniDa associare alla precedente. Sottolinea il grado di “sperimentalità” delle proposte e, di conseguenza, anche il diritto a fallire (in qualche misura).

Rispetto alla gestione amministrativa• “la possibilità di rendicontare anche le spese sostenute nel periodo che intercorre tra la progettazione e l’approvazione del progetto”Questa opportunità è utile per coloro che sono comunque intenzionati a sviluppare un progetto e lo avviano a prescindere dall’esito della richiesta di finanziamento; si tratta probabilmente di una quota minoritaria di soggetti, per i quali però questa possibilità risulta premiante. Rispetto all’organizzazione del partenariato• “qualsiasi ente può candidarsi ad essere capofila della partnership”Questo aspetto apparentemente marginale, dà invece dei segnali molto significativi ai partner: da un lato, non vi sono “gerarchie”: chiunque può candidarsi a coordinare delle partnership e la scelta può essere basata sulla capacità dimostrata piuttosto che sullo “status” dell’ente. Resta però vincolante la capacità “amministrativa” che viene richiesta all’ente capofila, oltre che di riconoscimento di ruolo da parte dei partner.

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1.2 I vincoli imposti dal contesto Rispetto ai vincoli organizzativi esterni • “vi sono tempi ristretti per progettare”Questa considerazione nasce dall’esperienza diretta dei partecipanti. La tempistica reale non è necessariamente presa in considerazione, al punto che sulle date di avvio della progettazione e i termini di consegna, le percezioni sono risultate diverse nel gruppo. La limitatezza dei tempi potrebbe incidere meno se i partner fossero più pronti per lavorare, insieme, su temi condivisi.L’indicazione che emerge è quindi che si sfrutti il progetto Mosaico Giovani per sviluppare riflessioni sui temi su cui sarebbe opportuno lavorare e per individuare modalità di collaborazione sempre più efficaci.

Rispetto alla gestione amministrativa• “si possono delegare attività per un massimo del 25% dei costi totali”• “vi sono enormi difficoltà ad attribuire incarichi a personale esterno per realizzare le attività del progetto”Entrambe queste riflessioni devono essere viste in relazione tra di esse. Ciò comporta quale conseguenza che l’aggravio di impegno deve essere assorbito direttamente dall’ente partner, il quale non può però – per l’occasione – dotarsi di “consulenti su progetto “ per i vincoli legislativi attuali.La criticità si acuisce per il fatto che negli enti non vi sono persone specificamente dedicate alle attività del progetto, in quanto, di norma, le azioni sperimentali non possono mai ottenere un’attenzione specifica, ma vengono condotte assieme alle altre attività che le persone hanno da presidiare. E’ evidente come questo renda più complesso e potenzialmente poco efficace il lavoro.

Rispetto al rapporto con gli altri partner • “il bando è molto aperto, concede molte possibilità di inserire attività”Quest’affermazione era già presente nelle opportunità ma si riscontra ugualmente come vincolo: l’ampio ventaglio di possibilità che il progetto concede espone il partenariato a due tipi di rischi; da un lato, a gestire progetti molto disomogenei internamente, con poche possibilità di scambio reale;d’altro canto, si rischia di avere un numero di richieste di adesione molto alte, poiché molti enti possono essere potenzialmente in grado di realizzare attività coerenti con il progetto.• “la possibilità offerta dal bando di ristrutturare degli spazi rende molto appetibile la partecipazione”, anche quando non si sarebbe pronti del tuttoLa possibilità - anche “ingenua” - di avere dei finanziamenti extra su opere strutturali rende molto appetibile la partecipazione al bando. Questo può provocare la presenza nel partenariato di grandi disparità economiche e di soggetti che non sono allineati dal punto di vista del significato del lavoro svolto. Entrambi questi aspetti possono minare la capacità di collaborazione tra partner.

Rispetto alle condizioni di partenza di enti pubblici e del privato sociale• “nelle cooperative sociali il turn over del personale è piuttosto elevato” In generale gli interventi per i giovani soffrono del fatto che gli operatori che vi si dedicano lo fanno per periodi non lunghi (qualche anno della loro “carriera”) e che sono spesso impegnati contemporaneamente su più fronti.• “negli ultimi anni sono diminuiti in modo significativo i trasferimenti agli enti locali”Tale affermazione è un elemento critico, evidentemente, ma potrebbe rimandare ad un contrapposto effetto positivo: il bando Pogas può contribuire a tamponare la carenza di risorse che si viene a creare. In realtà, però, la richiesta di una quota significativa di cofinanziamento mette in discussione anche tale affermazione. Accedere

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al Pogas significa impegnare denaro (o risorse che hanno comunque un riscontro economico) in un periodo di povertà di risorse per gli interventi sociali.

2. Il Progetto Mosaico GiovaniLa sezione che racchiude le affermazioni circa il progetto, invece, delimita quegli aspetti sui quali gli enti hanno potuto intervenire in qualche misura. In altri termini: se nella sezione del contesto i vincoli e le opportunità erano a monte del lavoro fatto e i partner non potevano che prendere atto di tali condizioni, in questa sezioni invece si evincono gli aspetti positivi e negativi propriamente detti del lavoro condotto.La visione di un progetto complesso gestito da un partenariato di 18 enti è però da intendere correttamente. Alcuni dei commenti che si trovano nelle riflessioni che seguono possono essere su posizioni prospettiche diverse: per alcuni, infatti, la focalizzazione è più spostata sul proprio specifico intervento con i giovani (beneficiari diretti); in altri casi, invece, lo sguardo è spostato verso l’alto e l’oggetto di valutazione diviene, in questo caso, un sistema di interventi e la sua armonizzazione.Il fatto che comunque si siano prese le mosse da Mosaico Giovani garantisce una complessiva coerenza, testimoniata dal dialogo valutativo condotto che non ha avuto momenti particolarmente conflittuali né forme di incomprensione dei rispettivi linguaggi.

2.1 Quali difficoltà il Progetto Mosaico Giovani affronta (ha affrontato) e come le risolve? Rispetto alle caratteristiche del finanziamento e del bando• “richiede molte energie per raccogliere, organizzare e presentare la documentazione coerente con le richieste della Regione”La documentazione e la rendicontazione del lavoro svolto richiedono molto tempo, energie e anche competenze specifiche. Se per attività più grandi e significative questo è comprensibile, per quelle molto limitate e specifiche risulta un investimento non ripagato dai vantaggi economici. In questa edizione, alcuni partner hanno scoperto di non aver programmato un tempo sufficiente per questo genere di attività e si sono trovati a dover ricavare risorse aggiuntive non previste. In prospettiva, ciascuno dovrà tenere conto che sotto una certa entità di lavoro non è opportuno richiedere finanziamenti esterni e, quando ciò avvenga, occorre dedicare il tempo e le competenze necessarie a impostare sin dall’inizio e a seguire gli aspetti amministrativi.• “la spesa procede in tempi più lenti della realizzazione delle attività”Si tende a realizzare le attività posticipando il più possibile i costi: in questo modo però, si ha uno slittamento tra i tempi della realizzazione dell’attività e quelli della spesa e della conseguente raccolta dei documenti che la comprovano e questo crea un problema nella rendicontazione e nella conseguente richiesta di successivi anticipi.

Rispetto all’esperienza e alle competenze dei singoli partner• “la collaborazione tra i progettisti e il personale incaricato per la gestione amministrativa del progetto non è stata ottimale fin dalla fase di progettazione”Sembra che in alcuni casi la progettazione - e il successivo coordinamento - degli interventi siano stati affidati a persone con competenze di natura sociale ed educativa, che non hanno tenuto nella dovuta considerazione gli aspetti amministrativi e gestionali del progetto. In questo modo, le buone idee non hanno le “gambe” finanziarie per essere poi realizzate nel modo idoneo (o rischiano di non essere del tutto fattibili). Per estensione, però, occorre fare anche il caso in cui gli interventi vengano progettati e implementati da personale non formato dal punto di vista socio-educativo, che adotterà come criterio guida il semplice “buon senso”, che in alcuni casi non è sufficiente e risulta, anzi, dannoso.

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• “i partner che hanno partecipato a questo bando avevano poca esperienza di gestione di bandi in generale e, nello specifico, era la prima esperienza con questo Pogas”Non vi è ancora una cultura diffusa a lavorare tramite bandi. Questo è emerso nella gestione delle richieste della Regione che, per quanto spesso non tempestive e non previste inizialmente, si muovono però su linee consolidate per chi ha esperienze di gestione di progetti su bandi regionali, ministeriali o europei; d’altro canto, l’esperienza maturata (anche a costo di errori, tempo e conflittualità tra partner) sarebbe sprecata se non reimpiegata in altri bandi analoghi.

Rispetto alla composizione e organizzazione del partenariato• “vi è una disomogeneità di impegno economico tra i diversi progetti che fanno parte di Mosaico Giovani”Il progetto Mosaico Giovani è evidentemente molto sbilanciato tra enti che hanno da gestire un finanziamento elevato ed enti che hanno piccolissime cifre. Questa disparità è in parte dovuta alla differenza tra chi ha opere strutturali da realizzare e chi invece rendiconta soltanto spese di operatori e piccole attrezzature. In questo modo, però, non si “diversifica il rischio”: allorché un ente di quelli che gestiscono grossi importi ha difficoltà ad implementare le azioni previste (e a spendere il denaro previsto), questo si ripercuote negativamente su tutto il partenariato che non ha peraltro la possibilità di compensare con una maggiore attività le difficoltà dell’ente partner.• “un numero elevato di partner ha comportato un’elevata complessità nella gestione del progetto e un maggiore impegno in sede di rendicontazione”Questa affermazione è riferita soprattutto al contesto del gallaratese, dove l’ente locale non ha fatto da collettore delle istanze dei piccoli partner locali ma ha proposto loro di inserirsi in prima persona come partner del progetto. In questo modo, però, il numero di partner è aumentato).• “i partner coinvolti in Mosaico Giovani nella maggior parte dei casi non avevano una conoscenza reciproca pregressa”Questa affermazione è a corollario della precedente. I partner sono diversi e - in quanto tali - spesso non in contatto tra loro; pertanto è minore anche la familiarità nel lavorare insieme e la possibilità di individuare degli spazi di rimando e collaborazione.• “non sono state distaccate delle persone dai vari enti che fossero specificamente delegate alla gestione delle attività previste dal progetto”Questa affermazione va messa in relazione alle già citate questioni dell’impossibilità di attribuire incarichi esterni, alla scarsità di fondi e risorse a disposizione dei settori delle politiche giovanili e alla contingenza del lavoro nel settore del privato sociale. Questi aspetti fanno sì che nessun ente, pubblico o privato, possa incaricare persone specificamente a seguire le attività di Mosaico Giovani. Questo comporta una minore efficacia nella gestione del lavoro e - probabilmente - anche una più attenuata incidenza sui destinatari ultimi degli interventi.• “sono assenti alcuni territori della provincia: Busto Arsizio e Sesto Calende innanzitutto”Un partenariato che intende darsi un respiro provinciale non può che osservare che alcuni distretti della provincia sono assenti. In particolare, quelli più significativi sono stati identificati nella città di Busto Arsizio, per l’entità del numero di abitanti (e, di conseguenza, di giovani) e tutto il distretto che costeggia il Lago Maggiore, probabilmente contrassegnato da dinamiche particolari (sia in termini di “domanda” che di “offerta”) riscontrabili anche presso il mondo dei giovani. Comunque tutto il territorio provinciale è da considerarsi un bacino di ampliamento rilevante e interessante.

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Rispetto ai contenuti e ai temi del progetto• “i progetti si presentano come molto disomogenei tra loro in termini di attività, target e contenuti”Questa è una delle più immediate riflessioni che appaiono ad un primo sguardo al progetto. Nella realtà, i problemi sono stati più legati al tipo di attività realizzate che sono spesso difficilmente riconducibili a filoni comuni; sono invece contenute le conflittualità espresse per la differenza di budget attribuito.In generale, una tale disomogeneità ha creato un sovrappiù di lavoro di comprensione reciproca del tipo di lavoro e dei linguaggi spesso molto differenti.• “alcune delle attività del progetto non sono del tutto innovative: sono delle estensioni di attività già realizzate su territori o target diversi da quelli tradizionali”Elemento di criticità rilevato in particolare da qualcuno del gruppo. Se formalmente tutte le attività sono adeguate (vista l’approvazione ricevuta dal progetto e la mancanza di tali interventi, rivolti specificamente ai giovani, sui territori che li hanno progettati), nei fatti solo alcune hanno un carattere di innovatività spiccato. Quelle ritenute meno innovative sono invece alcuni ampliamenti (del territorio di lavoro o della fascia di età a cui sono rivolte) di attività già parzialmente implementate dagli stessi attori.In realtà, nel corso della discussione si è giunti a stemperare e completare questo “giudizio”: una quota di attività dalla riuscita più certa è opportuna, dal momento che avere solo attività totalmente nuove e mai sperimentate aumenterebbe il rischio di un fallimento completo del progetto.È però altrettanto necessario saper valorizzare come il carattere innovativo del progetto sia dovuto più ad alcune iniziative proposte rispetto ad altre.

2.2 Il “valore aggiunto” del progetto Mosaico Giovani?• “sta riuscendo a sviluppare degli ottimi interventi”Nonostante il numero dei giudizi positivi espressi nel quadrante sia limitato, sembra importante considerare come questo relativo all’efficacia di molte delle iniziative contenute nel progetto, abbia un “peso specifico” particolarmente rilevante. È da considerare che questa sia – al momento – solo un’opinione espressa peraltro dagli stessi attuatori degli interventi. Tale giudizio però viene riferito dagli interessati non soltanto al proprio specifico intervento, ma anche agli altri interventi parte del progetto che le persone hanno avuto modo di conoscere.• “consente di partire in futuro da una solida base, rivedendo ciò che è stato fatto con Mosaico Giovani”Questo aspetto è stato già presentato come uno dei vincoli nella forma della mancanza di tempo per la progettazione. Non avendo avuto delle basi su cui iniziare a discutere, si è dovuto fare tutto da zero, a partire dalla reciproca conoscenza, e il tempo è risultato inevitabilmente molto limitato.L’opportunità data dal progetto Mosaico Giovani costituisce invece, in quest’ottica, un importante contributo all’effettiva costituzione di un gruppo di lavoro, in grado di riflettere assieme e di presentarsi ad eventuali futuri momenti di progettazione, con delle idee già in parte condivise, un linguaggio comune, una storia e - nel complesso - basi più solide per impostare un lavoro migliore.

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