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Concetto di spazio nella polemica Leibniz - Clarke

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Concetto di spazio nella polemicaLeibniz - Clarke

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Newton ed il ''sensorium Dei''

«[l’uniformità del sistema planetario] non può essere che la conseguenza della sapienza e dell’abilità di un Agente potente ed eterno che, essendo in ogni luogo, è in grado di muovere con la sua volontà i corpi nel suo infinito e uniforme sensorio. […] tuttavia non dobbiamo considerare il mondo come corpo di Dio […]. Egli è un essere uniforme, privo di organi […]; ed egli non è l’anima [del mondo] più di quanto l’anima dell’uomo non sia l’anima di quelle forme che […] giungono al luogo del sentire, dove l’anima le percepisce per la sua immediata presenza.»

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Primo scambio epistolare

Leibniz

«Newton afferma che lo spazio è l’organo, del quale Dio si serve per sentire le cose. Ma se Egli ha bisogno di qualche mezzo per sentirle, esse non dipendono, perciò, intieramente da Lui, e non sono l’opera sua.

Newton e i suoi seguaci hanno un’idea molto ridicola dell’opera di Dio. Secondo loro, Dio ha bisogno di caricare di tanto in tanto il suo orologio, che altrimenti cesserebbe di agire.»

Clarke

«Newton non dice che lo spazio è l’organo di cui Dio si serve per percepire le cose […]. Al contrario dice che Dio, essendo onnipotente, percepisce ogni cosa con la sua immediata presenza […]. Per rendere più intellegibile la cosa, la illustra con un paragone […].

[…] la nozione del mondo come una grande macchina, che si muove senza l’intervento di Dio, […] è la nozione propria del materialismo e del fato, e che […] tende, in effetti, a bandire Dio dal mondo.»

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Secondo scambio epistolareLeibniz

Ragione sufficiente

«Ma per passare dalla matematica alla fisica, occorre […] una ragion sufficiente.Ora con questo solo principio […] io dimostro la Divinità e tutto il resto della metafisica […] ed anche […]i principi fisici indipendenti dalla matematica.»

Appercezione

«Si suppone che la presenza dell’anima sia sufficiente perché appercepisca ciò che avviene nel cervello […]. Occorre tutt’altro che la semplice presenza perché una cosa rappresenti ciò che accade nell’altra […]. Lo spazio, secondo Newton, è intimamente presente al corpo […]; segue forse , da ciò, che lo spazio appercepisce quel che avviene nel corpo e che se ne ricordi appena il corpo ne sia uscito? […] La ragione per la quale Dio appercepisce ogni cosa, non è la sua semplice presenza, ma la sua attività: è perché Egli conserva le cose con un’azione che continuamente produce quanto v’è in esse di bontà e perfezione.»

Previsione

«Io non dico affatto che il mondo corporeo sia una macchina o un orologio che funzioni senza l’intervento di Dio; anzi professo che le creature hanno bisogno della sua continua influenza, aggiungo, però, che è un orologio che funziona senza aver bisogno di correzioni. Dio ha tutto preveduto […] .»

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ClarkeRagione sufficiente

«[…] i principi matematici mostrano […], che lo stato delle cose [la costituzione del sole e dei pianeti] è tale che non avrebbe potuto essere prodotto che da una causa intelligente e libera. […] così questi principi possono [per così dire] essere chiamati metafisici.»

«É vero che nulla esiste senza una ragione sufficiente […] . Spesso però la ragione sufficiente non è altro che la semplice volontà di Dio.»

Appercezione

«Dio percepisce le cose non certo con la semplice presenza, né con la sua azione su di esse; ma soltanto perché è una sostanza vivente ed intelligente.»

Previsione

«La saggezza e la prescienza di Dio non consistono nel preparare in anticipo i rimedi […] [bensì] nel formare dall’inizio un disegno, che il suo potere ed il suo governo pongono continuamente in esecuzione.»

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Terzo scambio epistolareLeibniz

Spazio e compossibili

«[lo spazio] è un ordine della coesistenze, al pari del tempo che è un ordine delle successioni. Infatti lo spazio segna, in termini di possibilità, un ordine di quelle cose che esistono nello stesso tempo, in quanto esistono insieme, senza entrare nei loro modi particolare d’esistere.»

Se lo spazio fosse veramente assoluto...

«[…] accadrebbe qualcosa della quale sarebbe impossibile una ragione sufficiente […] . Ecco come dimostro la cosa. Lo spazio è qualcosa di assolutamente uniforme; e, senza le cose che vi si trovano, un punto dello spazio differisce assolutamente in nulla da un altro punto dello spazio. Da ciò segue […] che è impossibile che vi sia una ragione per la quale Dio […] abbia situato i corpi nello spazio e non altrimenti e perché tutto non sia posto, ad esempio, a rovescio […] .»

...verrebbe meno il principio degli indiscernibili

«[…] l’uno [stato delle cose] sarebbe la stessa cosa dell’altro, così come sono assolutamente indiscernibili e perciò non c’è motivo di chiedersi la preferenza dell’uno rispetto all’altro.»

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ClarkeSpazio

«Lo spazio non è un essere, un essere eterno ed indefinito, ma anche una proprietà o una conseguenza dell'esistenza di un Essere infinito ed eterno […] . Lo spazio infinito è uno, assolutamente ed essenzialmente indivisibile e supporre che sia diviso è una contraddizione in termini.»

Lo spazio è assoluto, quindi...

«[…] Dio non ha avuto alcuna ragione (esterna), per creare le cose in un luogo anziché in un altro; ma ciò toglie forse che la sua volontà sia stata una ragione sufficiente per agire in un luogo qualunque, quando tutti i luoghi sono indifferenti o uguali e vi è una buona ragione per agire in qualche luogo?»

● E gli indiscernibili?

«[…] quando due modi di agire sono ugualmente buoni […] affermare che Dio non può agire affatto o che in tal caso il potere di agire non sarebbe perfezione […], dire una tal cosa sembra negare che Dio abbia in sé stesso un principio originario […] .»

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In conclusione:

«La questione è: se Dio agisca nel modo più regolare e perfetto; se la sua macchina possa cadere in disordine, che egli è poi obbligato a correggere con vie straordinarie; se la volontà di Dio sia capace di agire senza ragione; se lo spazio è un essere assoluto […] .»

G.W.Leibniz