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Slide corso – 3 Per una storia sociale della comunicazione / 2 Sociologia della comunicazione Sapienza Università di Roma Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale Corso di laurea in Comunicazione pubblica e d’impresa Prof. Marco Bruno (canale A-L) Anno accademico 2018-2019 1 Corso di NOTA BENE Questo materiale è solo un supporto alle lezioni tenute in aula e non è MAI sostitutivo dei testi d'esame . L’uso scientifico e divulgativo di questi materiali è libero, a condizione che se ne citi l’autore e la provenienza. (M. Bruno, 2018, Materiali del corso di Sociologia della comunicazione, Sapienza Università di Roma, Dip. di Comunicazione e Ricerca sociale) Per informazioni: [email protected]

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Slidecorso–3Perunastoriasocialedellacomunicazione/2

Sociologia della comunicazione Sapienza Università di Roma Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale Corso di laurea in Comunicazione pubblica e d’impresa

Prof. Marco Bruno (canale A-L) Anno accademico 2018-2019

1

Corso di

NOTABENEQuestomaterialeèsolounsupportoallelezionitenuteinaulaenonèMAIsostitutivodeitestid'esame.L’usoscientificoedivulgativodiquestimaterialièlibero,acondizionechesenecitil’autoreelaprovenienza.(M.Bruno,2018,MaterialidelcorsodiSociologiadellacomunicazione,SapienzaUniversitàdiRoma,Dip.diComunicazioneeRicercasociale)Perinformazioni:[email protected]

I mezzi di comunicazione creano un nuovo tipo di sfera pubblica che Thompson definisce ”spazio del visibile”. Uno spazio

–  non localizzato, –  non dialogico, –  aperto

nel quale circolano forme simboliche accessibili ad una pluralità di altri non presenti.

Nella vita sociale e politica a cavallo tra la fine del ventesimo e l’inizio del ventunesimo secolo assume dunque sempre più importanza la lotta per la visibilità. Le lotte per il riconoscimento si sono trasformate in lotte per la visibilità all’interno dello spazio non localizzato della sfera pubblica mediata. Gruppi subordinati o marginalizzati avanzano le loro rivendicazioni lottando per la visibilità nei media e nello spazio pubblico.

Esempi –  Minoranze attive e riconoscimento –  Islam in Europa e gruppi fondamentalisti –  Visibilità dell’Islam nello spazio pubblico: il caso delle moschee

Comunicazione, contesto politico e sociale e aspetti del mezzo tecnico. La fissazione dei significati e delle forme simboliche La riproducibilità La distanziazione spazio temporale

La riorganizzazione dello spazio e del tempo Sganciamento dello spazio e del tempo: la distanziazione spaziale non ha più comportato la distanziazione temporale.

Scoperta della simultaneità despazializzata. La simultaneità si è estesa nello spazio fino a diventare globale (es. necessità della standardizzazione).

La storicità mediata (impatto sulla memoria collettiva)

La nascita dell’interazione mediata Tre tipi di interazione

1.  Interazione faccia a faccia 2.  Interazione mediata

3.  Quasi-interazione mediata

La nascita dell’interazione mediata Tre tipi di interazione

1. Interazione faccia a faccia •  compresenza •  dialogica •  molteplicità di indizi simbolici

2. Interazione mediata 3. Quasi-interazione mediata

La nascita dell’interazione mediata Tre tipi di interazione

1. Interazione faccia a faccia 2. Interazione mediata •  non condivisione degli stessi riferimenti spazio-

temporali •  utilizzo di un mezzo tecnico •  indizi simbolici a disposizione limitati

3. Quasi-interazione mediata

La nascita dell’interazione mediata Tre tipi di interazione

Interazione faccia a faccia Interazione mediata

Quasi-interazione mediata

•  mezzi tecnici di comunicazione di massa •  insieme di riceventi potenzialmente indefinito •  monologica e unidirezionale

Tre tipi di interazione

I processi di autoformazione del sé

“Vi è una profonda influenza che lo sviluppo dei mezzi di comunicazione ha esercitato sul processo di autoformazione. Prima di tale sviluppo, i materiali simbolici utilizzati dalla maggioranza degli individui nel processo di autoformazione erano acquisiti nei contesti delle interazioni faccia a faccia [...] Lo sviluppo dei mezzi di comunicazione ha profondamente cambiato queste condizioni. Il processo di autoformazione si lega in misura sempre maggiore all’accesso a forme di comunicazione mediata” (Thompson 1995)

M. Bruno -

Uno degli effetti negativi che lo sviluppo dei media può avere per il processo di autoformazione è quello di porre l’identità in una posizione di forte dipendenza da sistemi sui quali l’individuo non ha che pochissimo controllo. Thompson chiama questo fenomeno “doppio senso di dipendenza dai media”. Quanto più le forme simboliche contribuiscono ad arricchire il processo di autoformazione, tanto più il sé si lega a sistemi mediali che sfuggono al suo controllo (Thompson 1995). [Ball-Rockeach - Teoria della dipendenza] Il processo di autoformazione del sé, e la dipendenza dai media quali fornitori di materiale simbolico, è strettamente legato al ruolo del cittadino-fruitore all’interno della sfera pubblica.

M. Bruno -

La trasformazione della visibilità

La distinzione tra pubblico e privato La polis. La res publica Col sedicesimo secolo. La dimensione pubblica diventa dimensione istituzionale e statale Distinzione tra stato e società civile

M. Bruno -

La trasformazione della visibilità

Una seconda accezione: aperto/visibile/accessibile chiuso/nascosto/segreto Il potere e l’invisibilità (arcana imperii, ragion di stato, segreto di stato). Quando i re, i principi, i sovrani si mostravano lo facevano per affermare pubblicamente (visibilmente) il proprio potere, non per rendere pubblici (visibili) i fondamenti delle loro decisioni politiche. La pubblicità riguardava non l’esercizio del potere ma la sua esaltazione.

M. Bruno -

La trasformazione della visibilità

Stato costituzionale moderno, ruolo del Parlamento e delle altre istituzioni. Si “restituisce” visibilità al processo decisionale. Il pubblico senza luogo: la pubblicità mediata Prima della nascita dei mass media: “pubblicità tradizionale della compresenza”. I mass media rendono impossibile/irrilevante la compresenza. Azioni ed eventi acquistano una visibilità indipendentemente dalla possibilità che un gruppo di individui compresenti li veda.

M. Bruno -

La trasformazione della visibilità

Il pubblico senza luogo: la pubblicità mediata Il ruolo della stampa Un’ulteriore trasformazione con la tv: la relativa abbondanza degli indizi simbolici crea tra pubblicità e visibilità una relazione nuova, particolare. Visibilità nel senso stretto del termine, la possibilità di “essere visti con gli occhi”. (sotto certi aspetti si avvicina alla pubblicità tradizionale della compresenza)

Il campo visivo offerto dalla tv è sicuramente di dimensioni maggiori, ma organizzato.

M. Bruno -

La trasformazione della visibilità

Il pubblico senza luogo: la pubblicità mediata Differenze stampa/tv Habermas e la sfera pubblica (il ruolo della stampa) Problema della concezione di sfera pubblica in Habermas: il ruolo della parola (e della conversazione). La ricezione dei prodotti mediali come appropriazione privata (non necessariamente dialogica). Problemi posti dalle “forme più recenti di comunicazione elettronica” (Thompson 1995, p. 185).

M. Bruno -

La trasformazione della visibilità

Il pubblico senza luogo: la pubblicità mediata Foucault (Sorvegliare e punire, 1975)

Da società “dello spettacolo” del potere all’ostentazione della “segretezza” ai fini del controllo. Visibilità del potere per rafforzare il controllo. Il controllo, invece, come conseguenza della “segretezza”. Il panopticon di Bentham (1791): da dispositivo “architettonico” a dispositivo di organizzazione sociale del potere.

M. Bruno -

La trasformazione della visibilità Il pubblico senza luogo: la pubblicità mediata Foucault e il panopticon di Bentham (1791)

M. Bruno -

M. Bruno -

La trasformazione della visibilità

Il pubblico senza luogo: la pubblicità mediata Foucault (Sorvegliare e punire, 1975)

Per Thompson, la sorveglianza è reciproca Dal panopticon alla sorveglianza globale?

Rendendolo visibile e osservabile i media inoltre riescono a politicizzare il quotidiano, a trasformare gli eventi di ogni giorno in catalizzatori dell’azione al di là dei luoghi immediati in cui quegli eventi sono accaduti. Politica e subpolitica: l’ingresso della “vita quotidiana” nella politica.

–  Bioetica (vita, morte, corpo) –  Sessualità –  Consumo e consumerismo

La trasformazione della visibilità

Il controllo della visibilità

Governanti e politici cercano di costruire una propria immagine e di controllare la loro auto-rappresentazione.

L’irraggiungibilità del sovrano confermava la “sacralità” del potere. In seguito si sfruttano i mezzi di comunicazione come strumento per costruire un’immagine di sé che potesse essere trasmessa ad altri lontani. Es. Luigi XIV

M. Bruno -

1930 in Germania, Joseph Goebbels teorizza l’importanza della propaganda per condizionare le masse Hollywood si afferma definitivamente sulla produzione europea: in un mercato è controllato dalle “big five” - Paramount, MGM, Fox, RKO, Warner - si rafforza in tutto il mondo lo star system negli Stati Uniti nascono radio private, come la CBS, la ABC, che si finanziano con la pubblicità e hanno come obiettivo l’intrattenimento 1933 il presidente americano Frankiln Delano Roosevelt si serve della radio per le sue “conversazioni al caminetto”, cercando di trasmettere agli ascoltatori la sensazione che fosse nelle loro case

Visibilità, Comunicazione e potere nel secolo breve – il Novecento

“Oggi, presentarsi in modo efficace di fronte ad altri lontani il cui consenso deve essere costantemente alimentato e il cui sostegno è a intervalli regolari di vitale importanza, non rappresenta più, per politici, candidati e partiti, una possibile opzione, ma un imperativo”

J. B. Thompson, Mezzi di comunicazione e modernità, Il Mulino, Bologna, 1998, p. 193 ü  ascoltando la sua voce attraverso la radio, buona parte dei cittadini americani poteva ignorare che Roosevelt, il Presidente del new deal, fosse paralizzato agli arti inferiori

ü  trent’anni dopo, John Fitzgerald Kennedy, il primo candidato alla presidenza degli Stati Uniti a sfruttare sistematicamente a proprio vantaggio il medium televisivo, fece in modo che ben pochi americani lo sapessero affetto da gravi problemi alla spina dorsale

Visibilità, Comunicazione e potere nel secolo breve – il Novecento

La trasformazione della visibilità

Il controllo della visibilità D’altro canto, la stampa dà voce non solo a chi cercava di celebrare l’immagine del re, ma anche a quelli che intendevano screditarla. I limiti del controllo: gaffe e scandali Gaffe, scandali ed eccessi diventano manifestazioni pubbliche di incompetenza (che tra l’altro è possibile vedere e rivedere). Scandali e azioni per coprirli

M. Bruno -

Potere, politica e visibilità

Comunicazione politica e pop-politics (Mazzoleni) Ambienti digitali e disintermediazione

Berlusconi Obama Trump Renzi Salvini

M. Bruno -

La comunicazione nella storia: società post-moderna

La comunicazione post-moderna

§  Centralità della “Società dell’informazione o della conoscenza”

§  Dal possesso di risorse materiali alle “risorse simboliche” (beni immateriali)

§  Moltiplicazione delle fonti e dei canali informativi

Tre fattori essenziali nella descrizione di questa società: 1. la conoscenza come fonte principale di crescita e di

produttività

2. le attività economiche si trasferiscono dalla produzione di beni alla prestazione di servizi

3. vengono valorizzate le attività, le occupazioni, le professioni ad alto contenuto di informazione e conoscenza (la nascita della società in rete)

La comunicazione post-moderna

Manuel Castells, La nascita della società in rete, 2008

Al potere economico, politico, coercitivo, si affianca il potere simbolico

“Capacità di intervenire sul corso degli eventi, di influenzare le azioni degli altri e, in effetti, di creare

avvenimenti producendo e trasmettendo forme simboliche”

La comunicazione post-moderna

J.B. Thompson, Mezzi di comunicazione e modernità, il Mulino, Bologna [1995], p. 31

Potere economico, politico, coercitivo, simbolico. Risorse e relative istituzioni paradigmatiche Potere come potere simbolico (preferito da Thompson al termine ideologia). I modi in cui le forme simboliche vengono utilizzate per dare forma e corso agli eventi (Thompson 1995, p. 26).

Le tre età degli Internet Studies

Nella prima metà degli anni Novanta, la ricerca si concentra sull’utilizzo di computer per la comunicazione tra piccoli gruppi di persone, tramite strumenti di laboratorio e ignorando l’utilizzo degli strumenti digitali nella quotidianità (periodo antecedente agli Internet Studies). Wellman identifica tre fasi degli Internet Studies: 1. Seconda metà degli anni Novanta. La platea di utenti si amplia, cresce l’Internet economy. Idea ‘divulgativa’ di internet come luogo altro rispetto alla vita quotidiana (reale vs. virtuale). Le letture si polarizzano (entusiasti vs. pessimisti). 2. Fine anni Novanta. Istituzionalizzazione della rete e inizio di un atteggiamento conoscitivo volto a mappare il suo sviluppo. Si comprende che la frequentazione delle reti digitali tende a integrarsi nella vita quotidiana, senza sostituire necessariamente la dimensione relazionale offline. 3. Dal 2004, la rete smette di essere solo uno strumento per la pubblicazione di contenuti e viene intesa come una piattaforma votata a ospitare le interazioni degli utenti. I ricercatori operano una riflessione sul loro stesso campo disciplinare (disciplina autonoma o i network digitali sono un ambito di studio multidisciplinare?)

07/11/18

Alcune tappe sociologicamente significative

•  Vannevar Bush, ‘As We May Think’ (1945): propone uno strumento per offrire una migliore organizzazione della conoscenza; immagazzinare informazioni; costruire legami tra informazioni, configurandosi come macchina multi-scopo.

•  Licklider e Taylor (1968): pensano a uno strumento in grado di permettere agli individui di comunicare (dalla gestione di dati a facilitatore di processi comunicativi).

•  Nel 1984 Apple presenta un computer, il Macintosh, che possiede un’interfaccia grafica.

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Alcune tappe sociologicamente significative

•  Nei primi anni novanta, con la nascita del web per opera di Tim Berners-Lee e il successivo sviluppo dei programmi per navigare all’interno delle pagine (i browser) il personal computer diventa la porta d’accesso a un insieme di contenuti e allo stesso tempo un enorme repertorio di materiale reso sempre accessibile a opera dei motori di ricerca.

Contro la contrapposizione Reale vs Virtuale •  “Il virtuale è uno dei possibili modi di essere che non ha nulla

a che vedere con la falsità” (P. Lévy)

•  Erroneamente opposto al reale, il virtuale si pone correttamente contrapposto all’attuale, al possibile, quindi ciò che è virtuale esiste, anche se può non avere una consistenza materiale e concreta.

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Dal luogo alla persona: la network society •  Le relazioni del passato, basate su una forma di prossimità

territoriale, cedono il posto a reazioni in cui il contesto fisico viene scelto (spostamento di centralità dal luogo alla persona).

•  Castells collega la società in rete con il processo di lungo periodo che pone l’informazione al centro del sistema di produzione di valore: gli elementi immateriali diventano la base materiale della società contemporanea.

•  La struttura sociale della network society nasce con la coincidenza di tre processi indipendenti: la rivoluzione della tecnologia della comunicazione; la crisi economica che ha investito il capitalismo e i modelli di economia statalista; il sorgere di movimenti culturali e sociali impegnati per la libertà di pensiero e di parola, per i diritti umani, per le donne e per l’ambiente.

•  I network influenzano i processi di produzione, le esperienze, il potere e la cultura, ma concettualmente non coincidono con le reti di computer.

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Rete e socialità •  Lo sviluppo dei media digitali sta contribuendo a

modificare l’assetto della società contemporanea e le pratiche comunicative attraverso le quali si struttura il legame sociale e il senso che le persone condividono a proposito del suo significato.

•  Con l’espressione ‘networked individualism’, coniata da Barry Wellman, si rappresenta la difficoltà di tenere insieme due fenomeni contrapposti: la crisi delle tradizionali agenzie di socializzazione e delle formazioni collettive che fungevano da legame tra il singolo e la società; e lo sviluppo massiccio dei mezzi di comunicazione che aumentano la possibilità di entrare in contatto con reti di soggetti disseminati territorialmente con cui si possono intrattenere forme complesse di relazione e comunicazione mediata.

•  Trasformazione delle comunità da gruppi solidali a network individualizzati.

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Cambiamenti fondamentali

1. Trasformazione tecnologica basata sulla digitalizzazione della comunicazione. 2. Struttura della comunicazione organizzativa e istituzionale:

–  Commercializzazione dei media –  Globalizzazione e concentrazione del business

mediatico tramite conglomerazione e networking –  Segmentazione, customizzazione e diversificazione

d e i m e r c a t i d e i m e d i a , c o n l ’ a c c e n t o sull’identificazione culturale del pubblico

–  Formazione di gruppi commerciali multimediali che si estendono a tutte le forme di comunicazione, compreso ovviamente Internet (es. OTT)

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Convergenza tecnologica /1

•  Ruolo del digitale e delle nuove tecnologie •  Vengono rimescolati i confini tra i media:

– un singolo mezzo può trasportare servizi che prima erano separati (cfr. Ithiel de Sola Pool

1983, cit. in Jenkins 2006, p. 10); – un servizio che in passato era fornito da

un singolo medium può essere offerto da diversi mezzi fisici (telefonia, radio).

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Convergenza tecnologica /2

•  Diversificazione delle piattaforme di ricezione e concentrazione della proprietà dei media

Esempio: la televisione resta un mezzo di comunicazione di massa dal punto di vista del mi t tente , ma è spesso un mezzo d i comunicazione personale dal punto di vista del ricevente (narrowcasting). Il fenomeno del second screen. Allo stesso tempo, si registra, a causa della concentrazione della proprietà in grandi imprese, una crescente standardizzazione dei c o n t e n u t i s o t t o l e s e m b i a n z e d e l l a differenziazione.

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L’autocomunicazione di massa /1

•  Forma nuova di comunicazione permessa dal digitale: –  di massa perché raggiunge un pubblico

potenzialmente globale tramite le rete p2p e la connessione a internet;

–  multimodale poiché la digitalizzazione dei contenuti e i software disponibili permette la riformattazione dei contenuti, da distribuire tramite le reti wireless;

–  autogenerata per contenuto, autodiretta per emissione e autoselezionata per ricezione da molti che comunicano con molti.

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L’autocomunicazione di massa /2

•  Gli utenti di internet vivono con internet (pervasività).

•  Internet viene usato per accedere ai mass media e a tutti gli altri contenuti che possono essere digitalizzati.

La televisione continua a essere un medium di massa, ma la sua programmazione e il suo formato subiscono una trasformazione con la personalizzazione della ricezione.

•  Digital izzazione del le notizie nel la loro elaborazione globale/locale: la comunicazione di massa si basa su internet sia nella produzione, sia nella distribuzione.

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L’autocomunicazione di massa /3

•  Parte dei contenuti prodotti sono di carattere personale (es. blog, sns). Potenzialità. Pochi di questi contenuti raggiungono un pubblico ‘di massa’: una quota significativa non è una vera e propria comunicazione.

•  Mobilità e connettività. La comunicazione wireless è diventata la piattaforma di distribuzione principale per molti generi di prodotti digitalizzati. Il carattere chiave della comunicazione wireless non è solo la mobilità, ma la connettività perpetua (es. accediamo a contenuti mediali dal nostro smartphone anche in casa).

•  I media mainstream stanno usando blog e reti interattive per distribuire contenuti e interagire con il pubblico, mescolando modalità di comunicazione orizzontali e verticali: processo di complementarità.

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La comunicazione post-moderna La teoria dei 6 gradi di separazione

Ciascun individuo è separato da ogni altro da 5 intermediari

Cfr. S. Milgram, 1967; D. Watts, 2003

La comunicazione post-moderna Homo communicans

§  Perdita di interiorità a vantaggio di una natura

aperta e votata all’esteriorità

§  Un essere aperto al sociale e allo scambio costante di informazioni

§  Razionalità come trasparenza ed esteriorità

P. Breton, L’utopia della comunicazione, Utet, Torino 1996 [1995]

La comunicazione post-moderna

Homo complexus

Homo sapiens

Homo demens

Homo faber

Homo oeconomicus

Homo prosaicus

Homo ludens

Homo consumans

Homo sentiens

E. Morin, Il paradigma perduto, Feltrinelli, Milano [1973]