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Liceo Scientifico Bertrand Russell, Via Gatti 16 Milano Anno I N°3 Giugno 2011 VITA SCOLASTICA Nucleare in Italia, sì o no? Alle soglie del referendum ecco la nostra piccola analisi Siamo giunti all‟ultimo numero di quest‟anno, ma prima di congedarci per la pausa estiva abbiamo voluto redige- re quest‟ultima edizione soffermandoci su un tema deci- sivo per l‟Italia che col referendum del 12 -13 giugno s‟appresta a decidere, tra l‟altro, anche del suo futuro energetico. Dopo Fukushima il mondo ha rivissuto la paura del disastro nucleare riaccendendo così il dibattito sulla sicurezza di questa tecnologia tanto portentosa, quanto distruttiva. Se gli Stati Uniti hanno confermato la linea nuclearista così non è stato in Germania dove la Cancelliera Angela Merkel ha annunciato lo scorso 30 maggio che tutte le centrali tedesche chiuderanno entro il 2022, cosicché nei prossimi undici anni si possa final- mente realizzare la tanto auspicata rivoluzione energetica verde. Proprio perché la Germania è la locomotiva eco- nomica d‟Europa, una scelta così netta dovrebbe indurre qualche riflessione, oltre che in termini ambientali, anche economici. Dopo il via libera della Cassazione sul quarto quesito del prossimo referendum, molto significative sono state le parole del presidente di Legambiente Vitto- rio Cogliati Dezza: “Dopo il dramma di Fukushima e la storica decisione del governo tedesco e di quello svizze- ro di abbandonare l‟energia nucleare entro i prossimi anni, la costruzione di nuove centrali atomiche in Italia sarebbe anacronistica. Gli italiani hanno ora la possibilità di scongiurare il rischio di una manovra energetica assur- da e di scegliere di puntare sull‟efficienza e sulle rinno- vabili, sfruttando appieno il vantaggio accumulato da nostro Paese con il referendum del 1987 che ci ha evitato di impelagarci di una strada pericolosa, antieconomica e priva di senso. Gli italiani vadano a votare per permettere all‟Italia di produrre il 100% di elettricità da fonti pulite entro il 2050, come punta a fare la stessa Germania”. Prima di salutarci per l’estate... MATTEO ZAFFALON BUONE VACANZE A TUTTI ED UN IN BOCCA AL LUPO AI MATURANDI! Arrivederci all’anno prossimo!!! Leggi SottoBanco su internet! Aiutaci ad inquinare meno La riforma scolastica e l’ideologia del taglio Dopo l‟analisi del numero precedente, continua la riflessione sulla riforma Gelmini indagandone il “significato” profondo. Pagina 4 ORIENTAMENTO UNIV. VITA SCOLASTICA VITA SCOLASTICA Educazione alla legalità: il Russell arriva in Sicilia Il racconto, le impressioni e le riflessioni del viaggio nelle terre contese tra Stato e mafia. Oltre Rita Borsellino tanti eroi che si battono per la legalità Pagina 5 Nel pieno della mie facoltà Continua la rubrica di orientamento universitario per tutti gli indecisi. In questo numero Lorenzo ci parla della facoltà di Scienze dei Materiali in Bicocca. Pagina 8 Intervista di fine mandato per i nostri rappresentanti In chiusura d‟anno abbiamo domanda- to ai nostri tre rappresentanti un com- mento sul loro operato in Consiglio d‟Istituto Pagina 6 VITA SCOLASTICA I laboratori di musica e teatro dietro le quinte Abbiamo intervistato i partecipanti ai due laboratori storici del Russell. Tutti pronti per il 12 giugno con la presenta- zione del loro lavoro. Pagina 7

SottoBanco I/3

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SottoBanco - periodico d'informazione del liceo Bertrand Russell, Milano

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Page 1: SottoBanco I/3

Liceo Scientifico Bertrand Russell, Via Gatti 16 Milano Anno I N°3 Giugno 2011

VITA SCOLASTICA

Nucleare in Italia, sì o no? Alle soglie del referendum ecco la nostra piccola analisi

Siamo giunti all‟ultimo numero di quest‟anno, ma prima

di congedarci per la pausa estiva abbiamo voluto redige-

re quest‟ultima edizione soffermandoci su un tema deci-

sivo per l‟Italia che col referendum del 12-13 giugno

s‟appresta a decidere, tra l‟altro, anche del suo futuro

energetico. Dopo Fukushima il mondo ha rivissuto la

paura del disastro nucleare riaccendendo così il dibattito

sulla sicurezza di questa tecnologia tanto portentosa,

quanto distruttiva. Se gli Stati Uniti hanno confermato la

linea nuclearista così non è stato in Germania dove la

Cancelliera Angela Merkel ha annunciato lo scorso 30

maggio che tutte le centrali tedesche chiuderanno entro il 2022, cosicché nei prossimi undici anni si possa final-

mente realizzare la tanto auspicata rivoluzione energetica

verde. Proprio perché la Germania è la locomotiva eco-

nomica d‟Europa, una scelta così netta dovrebbe indurre

qualche riflessione, oltre che in termini ambientali, anche

economici. Dopo il via libera della Cassazione sul quarto

quesito del prossimo referendum, molto significative sono state le parole del presidente di Legambiente Vitto-

rio Cogliati Dezza: “Dopo il dramma di Fukushima e la

storica decisione del governo tedesco e di quello svizze-

ro di abbandonare l‟energia nucleare entro i prossimi

anni, la costruzione di nuove centrali atomiche in Italia

sarebbe anacronistica. Gli italiani hanno ora la possibilità

di scongiurare il rischio di una manovra energetica assur-

da e di scegliere di puntare sull‟efficienza e sulle rinno-

vabili, sfruttando appieno il vantaggio accumulato da

nostro Paese con il referendum del 1987 che ci ha evitato

di impelagarci di una strada pericolosa, antieconomica e

priva di senso. Gli italiani vadano a votare per permettere all‟Italia di produrre il 100% di elettricità da fonti pulite

entro il 2050, come punta a fare la stessa Germania”.

Prima di salutarci per l’estate...

MATTEO ZAFFALON

BUONE VACANZE A TUTTI ED UN IN BOCCA AL LUPO AI MATURANDI! Arrivederci all’anno prossimo!!!

Leggi SottoBanco

su internet! Aiutaci ad

inquinare meno

La riforma scolastica e

l’ideologia del taglio Dopo l‟analisi del numero precedente,

continua la riflessione sulla riforma

Gelmini indagandone il “significato”

profondo. Pagina 4

ORIENTAMENTO UNIV.

VITA SCOLASTICA

VITA SCOLASTICA

Educazione alla legalità: il

Russell arriva in Sicilia Il racconto, le impressioni e le riflessioni

del viaggio nelle terre contese tra Stato

e mafia. Oltre Rita Borsellino tanti eroi

che si battono per la legalità Pagina 5

Nel pieno della mie facoltà Continua la rubrica di orientamento

universitario per tutti gli indecisi. In

questo numero Lorenzo ci parla della

facoltà di Scienze dei Materiali in

Bicocca. Pagina 8

Intervista di fine mandato

per i nostri rappresentanti In chiusura d‟anno abbiamo domanda-

to ai nostri tre rappresentanti un com-

mento sul loro operato in Consiglio

d‟Istituto Pagina 6

VITA SCOLASTICA

I laboratori di musica e

teatro dietro le quinte Abbiamo intervistato i partecipanti ai

due laboratori storici del Russell. Tutti

pronti per il 12 giugno con la presenta-

zione del loro lavoro. Pagina 7

Page 2: SottoBanco I/3

Durante gli anni Sessanta l‟Italia si dotò di

quattro centrali nucleari, quelle di Montalto

di Castro (VT), Latina (LT), Sessa Aurunca

(CE) e Trino (VC). Intorno al 1975 ne venne

progettata un‟altra a Caorso (PC). A causa

della crescente preoccupazione, aggravata

dal disastro di Chernobyl, nel 1986 vennero

indetti tre referendum nazionali sul settore

nucleare: visto l‟esito netto del voto, nono-stante in nessuno dei tre quesiti si chiedesse

espressamente la chiusura delle centrali esi-

stenti o si vietasse la costruzione di nuove, i

Governi Goria, De Mita e Andreotti VI mi-

sero progressivamente fine all'esperienza

elettronucleare italiana con l'abbandono del

Progetto Unificato Nucleare e la chiusura

delle tre centrali ancora funzionanti di Lati-

na, Trino e Caorso. Greenpeace, in un rap-

porto del 2007 sui costi economici del nucle-

are, ha dimostrato che, tra costi di produzio-ne (il costo medio di una centrale nucleare è

2500-3000 Euro/kW), lunghi tempi di co-

struzione (50 mesi) e tecnologie non ancora

del tutto testate, l‟utilizzo di risorse rinnova-

bili comporterebbe un enorme risparmio

(pari al 50% rispetto ai costi del nucleare), e

nel rapporto “Future Investiment” ha conti-

nuato affermando che “dirottare verso le

rinnovabili gli attuali 250 miliardi di dollari

che ogni anno sono destinati a carbone e gas,

permetterebbe di coprire abbondantemente i

costi della rivoluzione energetica pulita” . Il fisico dell’Università di Cambridge David

Mckay ha stimato il potenziale teorico di

tutte le principali fonti energetiche rinnova-

bili nel suo libro Sustainable Energy without

the hot air (anche scaricabile liberamente

all‟indirizzo http://www.withouthotair.com)

in cui afferma che non è possibile sostituire i

combustibili fossili, anche sommando eolico,

solare, biocarburanti, idroelettrico e altre

fonti rinnovabili in quanto hanno solitamen-

te una bassa densità per area e necessitano

dunque di ampie superfici: esse producono,

proporzionalmente alla superficie occupata,

una quantità d‟energia decisamente inferiore,

ma nel caso dei pannelli solari e fotovoltaici l‟installazione su superfici

già coperte (tetti ecc..)

risolverebbe il problema.

Oltre al risvolto pretta-

mente economico, che in

tempo di crisi non è tra-

scurabile, c‟è il risvolto

sociale: secondo un son-

daggio di Marzo 2011

(Sondaggio pubblicato da

Panel Data- Istituto di Sondaggi) solo il 22,1%

degli italiani sarebbe favo-

revole al nucleare, e tra

questi solo il 15,9% conti-

nuerebbe a esserlo anche

se una centrale venisse

costruita vicino alla propria abitazione o

luogo di lavoro. Insomma, nucleare no , e

nel caso, il più lontano possibile dal proprio

orticello! Ad accrescere il timore nei con-

fronti del nucleare, è la situazione, tipica-

mente italiana, degli impianti dismessi : co-me denunciato nel servizio di Report

“L'eredità'” andato in onda il 2 novembre ‟08

su RaiTre , il deposito nucleare Avogadro di

Saluggia (VC), situato in una zona ad elevato

rischio di alluvioni, potrebbe liberare nella

Dora Baltea, e quindi nel Po, elevate quantità

d i ma t er i a l e r a d i oa t t i vo.

All„indomani del disastro nuclea-

re giapponese, nel suo blog sul

sito italiano del National Geogra-

phic, il geologo Mario Tozzi scriveva: “non si può addomesti-

care l‟energia nucleare, esatta-

mente come non è possibile do-

mare lo tsunami” e continua: “la

tolleranza deve essere zero. E

questo nessuna centrale nucleare

può garantirlo.” A riprova di

quanto affermato da Tozzi è la clamorosa

gaffe dell‟economista Oscar Giannino che,

subito dopo il terremoto di Sendai, scriveva

su Il Messaggero: “Questo terremoto è la

prova del nove che le centrali nucleari sono sicure”. Ventiquattro ore dopo cominciavano

i gravissimi problemi ai tre reattori della

centrale di Fukushima culminati col raggiun-

gimento del grado 7 della scala INES (scala

internazionale degli eventi nucleari e radiolo-

gici sviluppata dall‟AEIA – agenzia interna-

zionale per l‟energia atomica), raggiunto

precedentemente solo dal disastro di Cher-

nobyl. In seguito a numerose proteste, il 19

aprile 2011 il Governo ha deliberato una

moratoria per “l'elaborazione della strategia

nucleare” con la conseguenza che il referen-

dum del 12-13 giugno (quesito n°4) potrebbe

saltare. Se Pier Luigi Bersani, Segretario del

PD, canta vittoria, i Verdi sono più critici:

“Lo stop non è per convinzione - afferma il

presidente dei Verdi, Angelo Bonelli - ma

per paura e necessità: paura di perdere le elezioni amministrative e di venire travolto

dal referendum del 12 e 13 giugno che a-

vrebbero portato anche alla completa abroga-

zione della legge sul legittimo impedimen-

to”. In linea con la posizione del governo e

delle major del settore è lo spot del Forum

Nucleare andato in onda lo scorso dicembre:

nonostante sembrasse promuovere un dibat-

tito aperto, esso in realtà mirava a pilotare

l‟opinione verso un giudizio pro-nucleare.

Tra i soci del forum ci sono numerosissimi nomi noti dell'industria nucleare: Enel, Edf

(Électricité de France), Ansaldo Nucleare,

E.On Italia, i quali hanno investito 6 milioni

di euro per stimolare il “dibattito” (Fonte

Greenpeace.org). Il Giurì dell‟Autodisciplina

Pubblicitaria ha chiesto e ottenuto il blocco

della messa in onda.

2 Giugno ‘11 n°3

Nucleare

GREENPEACE: sufficiente dirottare i $250mld dalle fossili alle rinnovabili OSCAR GIANNINO: il terremoto è la prova che le centrali sono sicure

Il nucleare tra energia e politica

La storia del nucleare nel “Bel Paese” e i suoi risvolti economici EMANUELA SCHIAVELLO

Docente responsabile Michaela Cappella

La Redazione Matteo Zaffalon Beatrice Casetto Alessio De Patre Amal Mahajneh Giulia Mella Noemi Santamaria Emanuela Schiavello

Vignette Alessandro Gastaldelli

Contatti [email protected] Pagina FB: “SottoBanco Liceo Russell Milano”

Foto: Greenpeace

Page 3: SottoBanco I/3

Un PENSIERO per cominciare

Vi proponiamo il discorso pronunciato da

Piero Calamandrei, giurista, politico, padre costituente e docente universitario simbolo

della resistenza Antifascista in Italia, al III

Congresso dell'Associazione a Difesa della

Scuola Nazionale a Roma 11 febbraio 1950

Facciamo l'ipotesi,

così astrattamente,

che ci sia un partito

al potere, un partito

dominante, il quale

però formalmente

vuole rispettare la Costituzione, non la

vuole violare in sostanza. Non vuol fare la

marcia su Roma e trasformare l'aula in al-

loggiamento per i manipoli; ma vuol istitui-

re, senza parere, una larvata dittatura. Allo-

ra, che cosa fare per impadronirsi delle

scuole e per trasformare le scuole di Stato in

scuole di partito? Si accorge che le scuole di

Stato hanno il difetto di essere imparziali.

C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è

sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra

strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamo-

ci). Comincia a trascurare le scuole pubbli-

che, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che

si anemizzino e comincia a favorire le scuo-

le private. Non tutte le scuole private. Le

scuole del suo partito, di quel partito. Ed

allora tutte le cure cominciano ad andare a

queste scuole private. Cure di denaro e di

privilegi. Si comincia persino a consigliare i

ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Sta-

to. E magari si danno dei premi, come ora vi

dirò, o si propone di dare dei premi a quei

cittadini che saranno disposti a mandare i

loro figlioli invece che alle scuole pubbliche

alle scuole private. A "quelle" scuole priva-

te. Gli esami sono più facili, si studia meno

e si riesce meglio. Così la scuola privata

diventa una scuola privilegiata. Il partito

dominante, non potendo trasformare aperta-

mente le scuole di Stato in scuole di partito,

manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private.

NEL 2050 disponibili le prime centrali a fusione fredda

Il futuro del nucleare è la fusione Il nucleare visto da vicino tra energia, scorie radioattive ed uranio

NOEMI SANTAMARIA

3 Giugno ‘11 n°3

Nucleare

RISCHIO fuoriuscita di altro materiale radioattivo da i reattori

Disastro in Giappone: il caso La cronaca dei fatti che stanno devastando il Giappone: Fukushima

L‟11 marzo 2011, alle ore 14.45 locali (ore

6.46 ora italiana) si è verificato un terremoto

nella zona centrale del Giappone, il più forte

mai registrato (magnitudo 8.9 Richter). No-

nostante ciò i danni maggiori sono stati pro-vocati dallo tsunami nato in conseguenza alla

scossa. Lo tsunami ha generato onde di altez-

za incredibili (fino a 10 m) ed ha riportato

danni enormi a persone e cose, in particolare,

le onde anomale, hanno colpito le centrali

nucleari le quali sono state immediatamente

chiuse. La centrale nucleare di Fukushima in

particolare, costruita per fronteggiare tutti i

tipi di rischi provocati sia dall‟uomo che

dall‟ambiente, è risultata quella più colpita

dal sisma; infatti le scosse hanno fatto andare

in tilt i circuiti elettrici che dovevano gestire il

pompaggio dei liquidi di raffreddamento, le

sostanze all‟interno dei tubi hanno iniziato a

surriscaldarsi generando perdite radioattive

impossibili da contenere con nessun sistema

di supporto. Col passare dei giorni si è venuto a scoprire che il nocciolo del reattore n.2 si è

parzialmente fuso e ciò sta comportando la

fuoriuscita di materiale radioattivo con conse-

guenze sull‟ambiante e sull‟uomo attualmen-

te la centrale è chiusa perché a rischio di rila-

scio di altro materiale radioattivo e le atten-

zioni si sono spostate su altre due centrali

nucleari, quella di Onagawa, della quale sono

fuori uso due dei tre sistemi di alimentazione

e quella di Hamaoka che è stata chiusa perché

non idonea a resistere ad onde anomale e lo

rimarrà finché non sarà messa in sicurezza.

ALESSIO DE PATRE

Come tutti sanno, una centrale nucleare sfrut-

ta la scissione dell‟atomo d‟uranio per pro-

durre energia Elettrica, ma a differenza di una

normale centrale termoelettrica non utilizza

reazioni chimiche, ma reazioni di fissione, circa un milione di volte più energetiche a

parità di massa di combustibile. Il risultato è

che, mentre una centrale termica media pro-

duce 50-100Mw bruciando migliaia di ton-

nellate di combustibile, una centrale nucleare

media produce circa 1000Mw bruciando po-

che tonnellate di uranio. Oltretutto l'energia

nucleare, in condizioni di funzionamento

normale, ha un impatto ambientale molto

minore delle centrali a carbone o a metano, e

non produce né anidride carbonica né ceneri

come le centrali a carbone. Il problema è che si ha produzione di scorie nucleari, (prodotti

di fissione: cesio, stronzio, iodio, rubidio ecc)

estremamente antipatiche da trattare. Per le

scorie si sono proposti tanti tipi di trattamen-

to, dal bruciamento nel "Rubbiatrone" alla

vetrificazione, anche se al momento, per one-

stà intellettuale, bisogna dire che l'unico mo-

do serio di “disfarsi” delle scorie è metterle in

bidoni adeguatamente schermati in posti geo-

logicamente stabili e adeguatamene monito-

rati. Nell'ultimo decennio la ricerca in ambito

nucleare sta mirando a sfruttare un altro pro-

cesso energetico: la fusione nucleare. Tale

meccanismo, analogo a quello che avviene nel Sole, consiste nel fondere due nuclei leg-

geri per formarne uno pesante. Oltre alla for-

mazione di nuovi elementi, la fusione nuclea-

re genera una grandissima quantità di energia,

ma perché la fusione avvenga, sono necessa-

rie temperature elevatissime, che ancora oggi

è quasi impossibile raggiungere. La straordi-

narietà della Fusione non risiede solo nella

quantità d‟energia prodotta, ma nel fatto che è

un energia pulita, ovvero i prodotti della fu-

sione non sono radioattivi; inoltre l'idrogeno è

un elemento estremamente comune sul nostro pianeta si può trovare facilmente e con i mini-

mi costi. La prima produzione di energia da

fusione nucleare risale al 1991 in Gran Breta-

gna dove il reattore a fusione sperimentale

europeo (Jet) produsse, per la prima volta,

energia da fusione nucleare. Un uso su am-

pia scala potrebbe essere sviluppato entro il

2050, ma gli investimenti da fare sono an-

cora tanti.

Page 4: SottoBanco I/3

La scuola, per come la definisce Piero Cala-

mandrei, va considerata un organo costituzio-

nale, poiché attraverso di essa si forma la

nuova classe dirigente, “non solo nel senso

della nuova classe politica, ma anche nel sen-

so culturale e tecnico: coloro che sono a capo

delle officine e delle aziende, che insegnano,

che scrivono, artisti, professionisti, poeti”. Da

essa dipende il progresso materiale e culturale

della nazione, garantisce la mobilità sociale facendo emergere i meritevoli, ma cosa più

importante forma dei cittadini con un corredo

critico e una reale capacità di comprensione e

controllo di ciò che accade intorno: “Senza

alfabeto niente democrazia; senza alfabeto

solo sottosviluppo”, così sintetizza l‟ex mini-

stro della Pubblica Istruzione Tullio De Mau-

ro. Da ciò appare evidente come sia più facile

governare una massa anonima ed ignorante,

in cui le singole intelligenze scompaiono nel

gruppo, peraltro agevolmente controllabile con la comunicazione di massa, piuttosto che

menti critiche e libere. Il controllo delle masse

è posto alle basi dello Stato e della detenzione

del potere in genere, tanto che “quanto più

numeroso è un popolo – spiega Elias Canetti

nel saggio Massa e Potere – tanto più forte

diviene nel sovrano la volontà di trasformarlo

interamente in schiavi o animali”. La scuola,

come ultimo baluardo della formazione intel-

lettuale, deve essere distrutta, o meglio, non

potendo trasformare apertamente le scuole di

Stato in scuole ideologicamente conformate,

va screditata ed impoverita favorendo al con-tempo “quelle” scuole private e quei diplomi-

fici a pagamento in cui il germi dell‟ignoranza

e del conformismo trovano sostanza per pro-

sperare. L‟ultima riforma universitaria, di cui

abbiamo trattato l‟aspetto tecnico nel numero

precedente, dà vita a questo progetto attuando

accurati tagli volti a minare in primis il diritto

allo studio: il taglio dell‟89% delle borse di

studio ed il taglio ai fondi degli atenei, che

evidentemente si rifaranno sugli studenti au-

mentando le rette annue, incrementano la disparità tra coloro che posso permettersi il

lusso di pagarsi un‟istruzione di qualità e co-

loro che ne sono esclusi. “Il 97% del bilancio

del Ministero dell‟Istruzione è destinato a

pagare stipendi” (comunicato stampa MIUR

del 05/12/08), mentre il rimanente 3% copre

voci tra quali l‟edilizia scolastica, la formazio-

ne degli insegnanti e l‟innovazione. Lo ha capito anche il Ministro Gelmini, “una scuola

che investe per questi settori solo il 3% del

suo bilancio – recita lo stesso comunicato

stampa – non ha futuro”; si è intervenuti per-

ciò assottigliando il numero degli stipendiati

ministeriali cominciando da docenti e perso-

nale Ata. Marco Rogari per “Il Sole24Ore”

parla di 100mila insegnanti in meno entro il

2011, e di una riduzione del 17% di “bidelli”

e personale amministrativo con un immediato

risparmio di 4,6 miliardi, cifra che sale a 7,7

miliardi considerando i 3,1 di riduzione di spesa generica “contabilizzati” per il 2012.

Per giustificare un simile intervento sono

occorse riduzioni dell‟orario curricolare a

cominciare, per le scuole superiori, da storia e

diritto, due materie quanto meno scomode per

chi volesse realizzare la teoria di Elias Canet-

ti. Accorpare le classi meno numerose è la

seconda parola d‟ordine con la conseguenza

che per i prossimi anni nelle classi prime si

conteranno almeno 27 alunni: i professori si

trasformeranno in mandriani e gli studenti in numeri sul registro. E dopo tutto questo conti-

nuano a chiamarla riforma!

PIERO CALAMANDREI: La scuola pubblica è un organo costituzionale

Senza scuola non c’è democrazia Analisi della riforma scolastica atto secondo: l’ideologia del taglio

MATTEO ZAFFALON

4 Giugno ‘11 n°3

Vita Scolastica

Il grande Concorso

Continua il concorso a premi di SottoBanco! In ogni nu-mero proponiamo ai nostri lettori un gioco d’abilità di-verso da risolvere, mettendo in palio ogni volta “ricchi” premi per i vincitori. Regolamento: in questo numero ci sono in palio due ricariche da 5 euro ciascuna per le chiavette dei distributori automatici. Le prime due persone che consegneranno la soluzione di tutti i quadri proposti alla Prof.ssa Cappella, si aggiudicheranno il premio.

DIF

FIC

ILE

ME

DIO

Page 5: SottoBanco I/3

Ci sono luoghi che ti fanno sentire subito a

casa. Atmosfere che rendono indimenticabili

le sensazioni provate e le parole scambiate.

Lì, nella terra delle zagare e dei cannoli, ab-

biamo provato tutto questo. Abbiamo condi-viso il dolore e la rabbia dei superstiti delle

stragi o dei loro amici, abbiamo conosciuto la

voglia di cambiare degli abitanti della zona.

Abbiamo imparato a vedere la nostra realtà

con occhi diversi, più consci di cosa sia la

mafia: non solo il riciclaggio di denaro sporco

o il racket delle case popolari, ma ne abbiamo

anche scoperto le implicazioni politiche. In-

fatti il denaro pubblico, sprecato in appalti e

sub appalti controllati dalla mafia, viene tolto

alle istituzioni, impossibilitate a compiere il

proprio lavoro, come nel caso della polizia

senza benzina. Abbiamo conosciuto gli eroi

della zona, uomini coraggiosi, disposti a sa-

crificarsi pur di diffondere una mentalità nuo-

va, che aiuti a sradicare il fenomeno mafioso

da queste terre e dall‟Italia intera. Non basta

aver letto “Gomorra” per rendersi conto

della realtà dei paesi come Corleone. Bisogna

andarci e conoscere la gente, vedere gli

effetti dei governi filo mafiosi e delle

amministrazioni non corrotte per osser-

varne le differenze. La scuola, col pro-getto di educazione alla legalità di cui

questo viaggio fa parte, ha voluto mo-

strarci tutto questo per renderci dei

cittadini attivi e consapevoli. Abbiamo

ascoltato testimonianze preziose, indi-

menticabili, come quella di Rita Bor-

sellino, sotto l‟ulivo dedicato al fratello.

Dalle sue parole, che ci incitavano ad

essere forti, risoluti e coraggiosi, trape-

lavano la speranza e la gioia che Paolo

Borsellino non fosse morto invano. La sua

scomparsa ha fatto nascere nuove forze, pron-

te a salvare la terra che amava. Ora, tocca a

noi impedire che la sua morte diventi vana. Il

fenomeno mafioso in Italia sembra difficil-mente estirpabile: le collusioni con i partiti

renderebbero prima di tutto necessaria una

riscrittura della politica, possibilmente mossa

da un ideale, seppur utopico, diverso dall‟idea

di far soldi. Ogni cittadino dovrebbe avere un

comportamento trasparente nei confronti

dell‟etica pubblica, evitando tutti quei com-

portamenti ed atteggiamenti compiacenti ad

una mentalità omertosa. In qualsiasi comune

italiano, non solo a Corleone, andrebbero

accuratamente controllate le società a cui

vengono affidati gli appalti e nes-suna scelta dovrebbe attenersi a

criteri diversi dal merito o dalle

leggi (legali) del mercato. Biso-

gnerebbe eliminare l‟idea che il

boss sia buono, che la mafia ga-

rantisca gli interessi della popola-

zione in quelle zone in cui lo Stato

non può far niente: bisognerebbe

sradicare del tutto l‟idea che la

mafia si possa sovrapporre allo

Stato. Per permettere che tutto questo succeda, è necessario che non solo la

scuola, ma chiunque, aiuti a formare una co-

scienza civile nei futuri cittadini, a dar loro

una visione generale, con una mentalità criti-

ca, a far conoscere gli eroi che in questo mo-

do diventeranno solo dei puntini nella gran

massa di persone che avranno sconfitto la

mafia.

“ABBIAMO IMPARATO a vedere la nostra realtà con occhi diversi”

Russell in Sicilia contro le mafie Educazione alla legalità: un viaggio nelle terre di mezzo tra Stato e mafia

AMAL MAHAJNEH

Perle di saggezza

di Prof. e studenti

Studente: “Non stavo sbadigliando, mi si era teso un nervetto sotto la man-

dibola

Prof: “Ragazzi, oggi c‟è Dante?” Studente: “No, è malato!”

Prof: “Adesso la lingua italiana è uni-

ficata? Sì, ma ci sono ancora delle sacche di resistenza...basta andare in 1°

Prof: “Mai fidarsi di una Prof. a cui piace il vino buono”

5 Giugno ‘11 n°3

Vita Scolastica

Riflessioni di viaggio

Personalmente credo che all‟inizio questo

viaggio sia stato sottovalutato. Quando siamo

partiti, pur essendo consapevoli di ciò che

avremmo fatto e delle persone che avremmo

incontrato, credo che nessuno di noi si aspet-

tasse emozioni forti come quelle che ci sono state trasmesse. Durante gli incontri con Rita

Borsellino, piuttosto che con Pino Maniaci

o con i tre sopravvissuti alla strage di Portel-

la delle Ginestre, dal modo in cui parlavano

si poteva capire senza alcuna ombra di dub-

bio che queste persone credevano profonda-

mente in quello che dicevano. E‟ stato pro-

prio per la loro semplicità, e per la loro fede

in ideali così nobili, che il messaggio che ci

hanno inviato è stato colto in modo molto

profondo. Ci hanno fatto aprire gli occhi su

molte cose, e sono certa che le idee che ci siamo fatti di questo viaggio ci resteranno nel

cuore per molto tempo. La cosa più impor-

tante che ho imparato da questa esperienza è

lottare sempre: opporsi nel modo più assoluto

all‟ingiustizia e alla violenza gratuita, non

importa quante minacce di morte si ricevano,

non bisogna mai piegarsi. Se si crede in quel-

lo per cui si lotta, fare ciò sarà una delle cose

più semplici che ci siano”

Francesca Santini

Page 6: SottoBanco I/3

6 Giugno‘11 n°3

Vita Scolastica

Con la chiusura dell‟anno gli studenti sono

chiamati a rendere conto del loro rendimento

più o meno proficuo, così è stato anche per i

nostri tre rappresentanti d‟istituto Jacopo

Bonizzoni, Lucio Campatelli e Mattia

D‟Antoni, a cui abbiamo chiesto un commen-

to circa il loro operato in Consiglio d‟Istituto

durante questo mandato. Abbiamo domanda-

to loro quali interventi abbiano realizzato

concretamente quest‟anno, quali proposte abbiano portato avanti in Consiglio d‟Istituto

e quali iniziative, purtroppo, non siano state

intraprese. È da segnalare con dispiacere che

da Campatelli, nonostante avesse avuto diver-

se settimane per offrirci un suo parere a ri-

guardo, non sono pervenute risposte; sicura-

mente un‟occasione persa per lui e per tutta la

scuola. “È stato un lungo anno scolastico –

dice Bonizzoni - che mi è particolarmente

piaciuto perché siamo riusciti a fare finalmen-

te la festa di Natale a dicembre e soprattutto due giorni di autonomia dello studente in cui

si è parlato d‟argomenti importanti che spes-

so a scuola, per ovvie ragioni, non vengono

trattati”. È stato soprattutto un anno caratte-

rizzato da alti e bassi per i nostri rappresen-

tanti che hanno saputo uscire dal guscio del

Consiglio d‟Istituto solo in occasione

dell‟autogestione, per quanto bene possa es-

sere stata gestita. In questi anni drammatica-

mente segnati dalla riforma Gelmini-

Tremonti, ci si sarebbe aspettati una scossa da

tutti i nostri rappresentanti capace di risve-

gliare nel Russell, quanto meno, un senso d‟indignazione rispetto a ciò che la scuola sta

subendo. Sintomo di quest‟indifferenza è

stato ancora una volta il deludente inizio

d‟anno che ha visto la presentazione di una

sola lista, sebbene vi siano state delle

“sorprese”: le candidature fantoccio di Can-

celliere e Pezzoni, infatti, sono state anticipa-

te dal monito di Bonizzoni a non votare per

loro perché studenti dell‟ultimo anno e quin-

di, si presuppone, oberati di studio. Un gesto

questo al limite del paradosso che ha avuto evidentemente lo scopo di attirare voti o

d‟impressionare l‟elettorato figurando un

maggior numero di candidati rispetto ai cugi-

ni omerici. Bonizzoni, interpellato sulla que-

stione, asserisce che le candidature sono ser-

vite ad ampliare il bacino d‟idee dal quale

attingere per il programma. In chiusura

d‟anno, con l‟arrivo della primavera, sembra muoversi qualcosa sul fronte delle iniziative

interne. Secondo quanto racconta Bonizzoni,

su proposta di Lorenzo Lenti, sebbene non vi

sia ancora nulla di ufficiale, si starebbe pren-

dendo in considerazione la possibilità di so-

stituire le scritte di dubbio gusto sulle pareti

esterne del Galvani con graffiti/murales ad

opera di studenti della scuola. Per quanto i

problemi logistici e tecnici rappresentino un

grosso ostacolo, l‟iniziativa non è certo da

disprezzare; nel frattempo resteremo vigili in

attesa di nuovi sviluppi. “In conclusione - continua Bonizzoni - sono convinto che

all'interno del Russell ci siano studenti molto

validi che potrebbero fare molto per migliora-

re questa scuola, ma che per pigrizia preferi-

scono guardare tutto da "fuori" pensando che

non ci sia bisogno di loro. Credo invece che

ci sia bisogno di tutti, soprattutto perché, in

un momento in cui la scuola non ha molti

fondi, penso che valga la pena partecipare ed

essere consapevoli che la risorsa del Russell

siamo noi studenti e che solo tutti insieme possiamo fare qualcosa per migliorarla!” Un

monito questo sicuramente da apprezzare e

sul quale varrebbe la pena riflettere.

BONIZZONI: “Ci sono studenti validi che potrebbero fare molto”

Rappresentanti sotto la lente Intervistati i rappresentanti d’istituto per analizzare il loro mandato in CdI

MATTEO ZAFFALON

Grace Travethen, impersonata da Brenda

Blethyn, è una neo-vedova alle prese con i

debiti del marito, senza soldi dovrà trovare un

modo per salvare la propria casa e se stessa.

L‟idea per trovare il denaro necessario in

poco tempo le viene dal giardiniere che le

propone di occuparsi di alcune piantine di

Marijuana, ecco quindi la soluzione: trasfor-

mare e attrezzare la piccola serra dietro casa

in una vera e propria piantagione “d‟erba”. Il piccolo vivaio riesce a produrre ben 40

chili di Marijuana che Grace porterà con se a

Londra per cercare di far fronte all‟ombra

incombente dei debiti. Qui incontrerà un affa-

scinante spacciatore francese che la seguirà

nel ritorno in Cornovaglia. E‟ una commedia

esilarante con un happy ending, non sveliamo

ovviamente quale, certamente diversa se non

altro per la “stupefacente” protagonista. La

storia vede inoltre l‟evoluzione della spiritosa

e surreale Grace, che dovrà far fronte alla

brusca svolta imposta dalla morte del marito,

alla montagna di debiti e all'esistenza di una

ex amante del defunto consorte. Circondata

da personaggi quanto mai eccentrici e strava-

ganti riesce però a ricostruirsi una vita. Am-

bientato nei paesaggi più belli d‟Inghilterra a suon di musiche anni ‟70 il film non si abban-

dona a ripetizioni o lentezza. Per dare il via

alle riprese la produzione ha dovuto chiedere

l‟autorizzazione della regina Elisabetta, dato

che tutte le piante di Marijuana utilizzate nel

film sono vere! Si ride e si riflette poiché il

successo inatteso della sfortunata Grace, per

quanto improbabile e improponibile, potreb-

be essere quello di qualsiasi altro. La morale

è: mai perdersi d‟animo.

MYMOVIES: “Una commedia romantica deliziosamente inglese” L’erba di Grace, un film stupefacente Un’esilarante commedia inglese del 2000 che riproponiamo con piacere

GIULIA MELLA

Page 7: SottoBanco I/3

Come tutti sapete, nella nostra scuola vi

sono diversi laboratori, quali fumetto, musi-

ca e teatro. Sin dalla loro nascita molti stu-

denti hanno aderito a queste attività, chi per

hobby, chi per passione. Tra i tre laboratori i

due più “vecchi” ma anche più gettonati

solo quello di musica e di teatro.

Il laboratorio musicale esiste da ben quattro

anni, purtroppo però l‟avvicendamento de-gli studenti è stato tale da non consentire

una perfetta continuità, il genere di musica

scelta e lo stile sempre diversi ne sono ap-

punto una prova. E‟ stata creata una vera e

propria band che organizza concerti ogni

anno. Fin‟ora infatti ne sono stati organizza-

ti ben tre più quello finale dell‟11 giugno

che si terrà proprio qui a scuola; tuttavia a

causa di problemi organizzativi e condizioni

meteorologiche avverse, due di questi sono

stati annullati all‟ultimo. Spesso i ragazzi si organizzano anche per provare fuori da

scuola, ma ovviamente trovare occasioni

per esibirsi fuori dai concerti organizzati è

molto difficile per un gruppo giovane come

il loro, ciò però non significa che in futuro

non possano mettere a frutto il lavoro di

quest‟anno e di quelli passati anche fuori da

scuola. Ovviamente il laboratorio non è

autogestito, ma fanno riferimento ad un

insegnante, Roberto, anche se la sua presen-za serve principalmente a coordinare il la-

voro di tutti dal momento che in linea di

massima le persone che si presentano al

laboratorio hanno già qualche esperienza

musicale, sebbene quest‟anno sia successo

l‟esatto opposto. “Molti di noi – ci racconta

Matteo, il tastierista del gruppo - hanno una

vera e propria passione per la musica, infatti

c‟è chi suona da moltissimi anni il suo stru-

mento. Io ad esempio studio pianoforte da

ormai nove anni e il laboratorio lo vivo come un occasione per suonare in gruppo.”

Si capisce quindi

che oltre ad impara-

re sempre più e de-

dicarsi a ciò che più

piace, i ragazzi scel-

gono di iscriversi al

laboratorio di musi-

ca anche per diverti-

mento, altrimenti la

musica non attire-

rebbe così tanti ra-gazzi ogni anno.

Altro laboratorio

molto importante

nella nostra scuola è

quello di teatro, il

quale, pensate un

po‟, esiste già dal 2003! Ogni anno si cam-

bia spettacolo e i ragazzi di teatro possono

scegliere se scrivere loro stessi il copione, o

se partecipare ad un festival teatrale, il Con-

nections del Teatro Litta. Per fare parte di

questo festival devono scegliere tra alcuni

test i pr opost i dagl i organ izzator i dell‟evento. La scrittura del copione o

l‟eventuale scelta con la successiva messa

in scena sono ovviamente gestite da

un‟insegnante, Gaia, la quale però si occupa

solo del lavoro nel laboratorio, mentre la

Prof.ssa Cappella è la coordinatrice di en-

trambi i laboratori. Questo anno i ragazzi

porteranno in scena la “Storia di un Vampi-

ro” il 12 Giugno al Teatro della Cooperativa

di Via Hermada a Milano. “Ovviamente

siete tutti invitati, e tranquilli, niente vampi-

ri alla Twilight, i vostri neuroni sono al sicuro!” ha detto scherzosamente uno di

loro. “Non avevo mai messo piede su un

palco. – ci racconta Dejan - Ho iniziato per

svago, poi però il laboratorio mi ha coinvol-

to sempre più, è stato inevitabile!”

7 Giugno ‘11 n°3

Vita Scolastica

STORIA DI UN VAMPIRO il 12 giugno in scena al Teatro della Cooperativa BLU BANANA TRIP concerto finale del lab. musicale alla festa di fine anno

Teatro e musica, lab.ri d’eccezione Dopo un anno di duro lavoro vanno in scena gli artisti del Russell

BEATRICE CASETTO

NON MANCATE AI PROSSIMI

APPUNTAMENTI DEI NOSTRI DUE

LABORATORI!

Page 8: SottoBanco I/3

A cura di AMAL MAHAJNEH

Non li deludete. Fate lezione: con un amore

con cui non l‟avete mai fatta. Stupiteli con

un argomento che desti la loro meraviglia.

Uccideteli di meraviglia! È dallo stupore

che inizia la conoscenza, diceva Aristotele e nulla è cambiato. Annichilite i grandifra-

telli, gli uominiedonne. Superateli in share

con le vostre lezioni. Rinnovate in voi lo

stupore. Spiegate loro l'infinito di Leopardi

anche se non è nel programma, fateglielo

toccare questo infinito di là dalla siepe dei

banchi. Raccontate loro la vita e la morte di

una stella. Descrivete loro la sezione aurea

dei petali di una rosa e il segreto per cui la

si regala al proprio amore. Stupitevi. Stupi-

teli. Fatevi brillare gli occhi, fate vedere

loro che sapete perché insegnate quella materia, che siete fieri di aver speso una

vita intera a imparare quelle cose, perché

quelle cose contengono il mondo intero.

Stupiteli con la vita, quella che c‟è dentro

secoli di scoperte, conoscenze, fatti, libri.

Fategliela toccare questa vita. Non torne-

ranno più indietro. Sapranno di avere da-

vanti un professore. Immaginate domani di

entrare in classe. Durante la vostra lezione

il mondo viene devastato da un‟apocalisse.

Per una serie di fortunate congiunture siete rimasti vivi solo voi, con la vostra classe.

Adesso dipende tutto da voi. Rimboccatevi

le maniche, prendetevi cura di quei venti-

trenta come fosse il mondo intero. Che

mondo sarà quello di domani? Dipende da

te caro collega. Non ti lamentare dei politi-

ci, delle strutture, del riscaldamento,

dell‟orario, adesso ci sei solo tu e loro. Non

ci sono ministri, riforme, strutture. C‟è la

scuola nella sua essenza. Tu e loro e quel

che ci sta in mezzo: le parole. Gli animali si

addestrano, gli uomini si educano: con le parole. Non c‟è lo stipendio, perché non c‟è

lo Stato e non c‟è il privato: sono loro il tuo

stipendio. Ti è rimasto solo un libro: quello

della tua materia. Da lì devi partire per co-

struire il mondo intero. Quello è il punto di

appoggio con cui sollevarlo, il mondo inte-

ro. Se loro vedranno in te il fuoco ti ripa-

gheranno con uno stipendio che nessun

altro mestiere dà: saranno degli innamorati

del bene, della verità, della bellezza. Non

saranno dei furbi, ma degli innamorati.

Caro collega stupisciti. Stupiscili.

Stupitevi... Stupiteli! Riportiamo qualche stralcio di un articolo di Alessandro D'Avenia, pubblicato da Il Gior-no ed altre testate il 12 settembre ’10

A cura di MATTEO ZAFFALON

Per SCIENZE DEI MATERIALI parla Lorenzo, studente presso la Bicocca

Nel pieno delle mie Facoltà... Continua la rubrica di orientamento universitario per tutti gli indecisi

Quale ateneo frequenti e quale facoltà?

Frequento la facoltà di Scienza dei Materiali

presso la Milano Bicocca.

Da che liceo provieni ? Hai fatto qualche

sperimentazione? Se sì, pensi che ti sia

servito? Provengo dal liceo scientifico

B.Russell, dove non ho fatto nessuna speri-

mentazione, anche se questo ha comportato

non pochi problemi. Gli studenti del Biome-

dico sono, ovviamente, più avvantaggiati per

la loro preparazione in chimica. È innegabil-

mente un corso complicato, ma è il migliore

se si amano le materie scientifiche.

Come sono strutturati i corsi? La facoltà di

Scienza dei materiali conta pochi iscritti,

contrariamente a molte altre. Per questo i

professori sono molto disponibili e, sin dal

primo anno, si crea un legame studente-

professore molto forte. Le materie d‟esame

per l‟intera durata degli anni sono essenzial-

mente matematica (suddivisa in 3 moduli),

fisica (meccanica , elettromagnetica e appli-

cata alla chimica), chimica (inorganica e

organica), meccanica quantistica.. Oltre alle

lezioni frontali, sono presenti numerosi labo-ratori, sia di materie più generali come chimi-

ca inorganica dove si fanno le prime reazioni,

fino ad argomenti più specifici come tecnolo-

gia dei materiali. I laboratori sono molto for-

niti e hanno strumentazioni nuove. Le lezio-

ni, della durata di un‟ora, sono suddivise tra

esercitazioni e teoria. Inoltre, poiché la facol-

tà fornisce notevoli impieghi all‟estero, gli

esami d‟inglese rivestono un ruolo molto

importante. I professori inoltre cercano di

incentivare l‟interesse degli studenti propo-

nendo le visite di alcuni stabilimenti chimici

come la Pirelli, che, tra l‟altro, è l‟azienda

che assume la maggior parte dei neolaureati.

Quali sono gli sbocchi professionale per

questa facoltà? Che progetti hai in serbo

per il futuro? Gli sbocchi professionali sono

molteplici: i primi 3 anni servono per porre le

basi, gli altri 2 per specializzarsi nel settore di

preferenza che può variare dalle nanostruttu-

re, ai materiali plastici o ecologici. Per ognu-

no di questi rami specialistici, ogni giorno

vengono pubblicati numerosi articoli riguar-

danti nuove scoperte. Se doveste essere cu-

riosi potete consultare il sito internet

www.galileonet.it. Io sono interessato

alle nano strutture per il loro gran numero di applicazioni: dal campo

medico sino a quello elettronico!

Cosa ti ha aiutato a scegliere la fa-

coltà? Avevo sentito parlare di questa

facoltà dai miei professori e mi ha

subito interessato, così ho partecipato

ad un open-day tenuto dal rettore del

dipartimento di Scienza dei Materiali.

Successivamente l‟ho visitato con un

insegnante che mi ha spiegato come funzionavano i corsi e le materie di studio.

Presso la segreteria degli studenti in universi-

tà, sono presenti dei volantini illustrativi che

danno un‟idea generale del corso.

8 Giugno ‘11 n°3

Orientamento

Spettrometro di massa ad ablazio-

ne laser in camera bianca in

dotazione presso la Facoltà di

Scienze dei Materiali