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280 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 281 Nella prosecuzione dell’indagine progettuale si sono ramificati i per- corsi percettivi di superficie, interrati, dei sovrapassi, fornendo l’interattività con il vivente del quartiere dell’Isola Garibaldi, di Largo Einaudi e di Re- pubblica. In questo contesto è stato inserita la morfologia degli uffici-la- boratorio della Regione Lombardia. Negli ovali: l’area della Città della Musica in questo nuovo contesto. Nei cerchi biancchi: le piazze interne alla Città della Musica in relazione agli uffi- ci-laboratorio della Regione Lombardia e gli esistenti del Comune. A fianco: particolare dei sovrappassi dello svincolo Gioia- Stazione Garibaldi con l’adiacen- te struttura alberghiera. Sopra e nella pagina a fianco: la nuova ubicazione della città della musi- ca. Sotto:gli uffici-laboratorio della Regione Lombardia nel nuovo contesto. LA CITTA’ DELLA MUSICA, MILANO-1999 I nuovi percorsi percettivi di superficie, interrati e dei sovrapassi

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280 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 281

Nella prosecuzione dell’indagineprogettuale si sono ramificati i per-corsi percettivi di superficie, interrati,dei sovrapassi, fornendo l’interattivitàcon il vivente del quartiere dell’IsolaGaribaldi, di Largo Einaudi e di Re-pubblica. In questo contesto è statoinserita la morfologia degli uffici-la-boratorio della Regione Lombardia.Negli ovali: l’area della Città dellaMusica in questo nuovo contesto.

Nei cerchi biancchi: lepiazze interne alla Città dellaMusica in relazione agli uffi-ci-laboratorio della RegioneLombardia e gli esistenti delComune.A fianco: particolare dei

sovrappassi dello svincolo Gioia-Stazione Garibaldi con l’adiacen-te struttura alberghiera. Sopra enella pagina a fianco: la nuovaubicazione della città della musi-ca.

Sotto:gli uffici-laboratoriodella Regione Lombardia nel nuovocontesto.

LA CITTA’ DELLA MUSICA, MILANO-1999 I nuovi percorsi percettivi di superficie, interrati e dei

sovrapassi

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278 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 279

Il disegno qui sotto illustra la lamina del-la copertura (ricavata da un’unica superficielaminare) di ogni singola sala polifunzionalecon le zone a imbuto per la sospensione e lezone degli innesti che vengono effettuati al ter-mine delle movimentazioni meccaniche tenso-rotatorie.

Zone degli innesti

Zone ad imbuto

Il disegno nella pagina a fian-co illustra la lamina delle coper-ture delle sale polifunzionali conle zone di sospensione e dimovimentazione per le fasi dellaposizionatura mediante un siste-ma, controllato da una centralinaelettronica, di tenso-rotazioni nel-lo spazio del cantiere:

si tratta di un nuovo sistemacostruttivo.

L’auto formazione della lamina flessibile delle SalePolifunzionali mediante le movimentazioni tenso-rotatorie

LA CITTA’ DELLA MUSICA, MILANO-1999

Qui a fianco: la pian-ta di una SalaPolifunzionale.

Oltre i settori dellaplatea si notano i tre pal-coscenici le due serre. Lepropaggini esterne al pro-filo sono le parti laminariche, ripiegate verso il bas-so formano i sostegni del-la platea delle sale, men-tre le propaggini a formadi imbuto (disegno sopra)si agganciano alla struttu-ra portante centrale.

Qui a fianco: la lamina della coperturadopo la movimentazione tenso-rotatoria conle propaggini a imbuto per l’aggancio allastruttura della lamina portante centrale

.Sotto: l’ aggangio della lamina della

copertura situata verso Garibaldi verso lapiazza interna della ricezione del comples-so alberghiero.

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276 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 277

La struttura della lami-na flessibile del settore cen-trale su cui sono aggancia-te le tre coperture delle salepolifunzionali e le piazze in-terne.

L’auto formazione della lamina flessibile del settore centrale su cui si aggangiano le coperture delle sale polifunzionali e lelamine delle piazze interne mediante le movimentazioni tenso-rotatorie

La struttura centrale portante il sistemadi agganci delle coperture delle salepolifunzionali e delle piazze inrterne è rica-vata da un’unica superficie laminare di 70 x50 metri.

Nella fase costruttiva essa, mediantemovimentazioni meccaniche di sospensioni erotazioni crea un sistema dinamico di equili-brio di tensioni e torsioni.

La morfologia di questalamina proviene dall’indagi-ne ed elaborazione dei per-corsi percettivi locali, cam-biati di scala e proiettati nel-la terza dimensione.

LE ARCHITETTURE NASCENTI E LA CITTA’ DELLA MUSICA, MILA-NO-1999

A destra: il settore della pianta che ri-guarda la struttura portante centrale con l’in-nesto delle due lamine-solaio delle piazze in-terne.

La progettazione dellemovimentazioni e dei suc-cessivi ancoraggi della su-perficie laminare permettedi ricavarel’autoformazione dell’ar-chitettura dalla medesimasuperficie laminare dive-nendo così struttura por-tante. Le quattroimmafìgini di questa pagi-na spiegano questo proces-so di autoformazione.

Questa ricerca siriallaccia con quella delle“Architetture Laminari”della fine degli anni ‘40.(cfr. p.13 della prima par-te)

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274 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 275

LE ARCHITETTURE NASCENTI E LA CITTA’ DELLA MUSICA, MILA-NO-1999

Nella pagina a fianco: disegno planimetrico del complesso con gli accessi da Gio-ia, De Casllia, Sturzo, Garibaldi, Sassetti.

Sotto: una vista dell’insieme da Melchiorre Gioia.

I percorsi percettiviconfluiscono nelle piazzeinterne e sono delle vere eproprie strade pedonalitrasparenti e coperte checollegano gli accessi al-l’area dei vari livelli delcomplesso (piazze interne)con gli innesti naturali diMelchiorre Gioia, dellaMetropolitana, dell’IsolaGaribaldi da via De

Castillia, dalla Stazione Garibaldi da largo Sassetti, da via Don Sturzo. L’ac-cezione percettivi significa che connettono in un processo visivo dinamico einterattivo l’architettura mediante le emozioni che essa suscita.

Questo progetto è nato dalla domanda civica di costruire un “CentroMusicale Polifunzionale” denominato “Città della Musica”. Si è concretizzatoin una sorta di invito informale verso la comunità milanese da parte di uncomitato promotore (Achille Cutrera, Leonardo Fiori, Renato Minetto, GianniVerga).

Noi abbiamo raccolto quell’invito e abbiamo impostato l’indagine cono-scitiva relazionale della località. L’area Garibaldi-Repubblica è quell’areaben indagata nei nostri precedent progetti dell’Unità Pulsante” del 1972-1974* del nostro laboratorio itinerante di quegli anni e necessita di un’este-sa approfondita sistemazione architettonico-urbanistica.

*Vedi pag.178

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272 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 273

LE ARCHITETTURE NASCENTI E LA CITTA’ DELLA MUSICA,MILANO-1999

Le illustrazioni di questa pagina esemplificano la fase applicativa che relaziona leramificazioni dell’albero (che costituiscono una matrice formale) con la costruzione deisettori delle strutture di connessione dei blocchi luminosi dell’architettura.

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270 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 271

La ramificazione dei blocchi luminosi nel giardino di Carbuta

Disegno preparatorio per il taglio laser

Il taglio d’una superficie me-tallica provoca la liberazione del-le energie interne che si manife-stano dinamicamente conl’automodellazione altimetricadel profilo del taglio stesso.

In questo modo siautocostruiscono delle architet-ture laminari.

Questa ricerca si riallacciacon quella delle “ArchitettureLaminari” della fine degli anni‘40. (cfr. p.13 della prima par-te).

Oltre ad applicare le regolemorfologiche della ricerca pitto-rica e plastica delle sezioni con-tinue e delle pressioni ed espan-sioni formali degli anni ‘70.

Il processo di tecnologia industriale èstato verificato: si realizza mediante taglilaser.

La ricerca morfologica si riferisce allacattura ed elaborazione elettronica dellematrici formali, che nel caso qui illustratoscopre i blocchi luminosi del giardino (diCarbuta) e la ramificazione strutturale de-gli alberi.

27. LE ARCHITETTURE NASCENTI E LA CITTA’ DELLA MUSICA, MI-LANO-1999

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268 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 269

Elemento “cascata di luce”con i percorsi percettivi

Il porto d’imbarco estivo del percorsoAdda < >Isola

L’elemento del percorsopercettivo d’ingresso

I vari elementi costruttivi dell’isola polifunzionale sono autonomi e siassemblano reciprocamente alle strutture nervate, tramite gli ancoraggimeccanici.

L’elemento del percorso percettivod’ingresso invernale

La stazione del percorso percettivod’inverno.

I l porto d’imbarco d’inverno del percorsoAdda < >Isola e Ticino< >Isola .Elemento “cascata di luce”

con i percorsi percettivi

Elemento autoagganciantedegli elementi “guscio a falda”

Il porto d’imbarco del percorsoTicino< >Isola

L’ elemento del “percorso percettivodi ingresso”

L’elemento “cascata di luce”con i percorsi percettivi.

Acque del Nuovo CanaleVilloresi

LE ISOLE POLIFUNZIONALI PER LA METROPOLI DELLA PROVINCIADI MILANO

L’Isola Polifunzionale dell’ Architettura del Territorio

L’Isola Polifunzionale dell’ Architettura del Territorio è un’isola sem-pre in evoluzione perchè si aggrega a tutte le ricerche di Gestaltecology sulterritorio regionale e le propone in modo interattivo con l’Isola dei processiinformatici e della comunicazione e all’ Isola delle Scienze.

Nella pagina a fianco, in basso a sinistra:gli elementi “guscio a falda” , diffusori di luce naturale radente la copertu-ra. Essi si agganciano ad un elemento strutturale nervato. A lato: il secondoelemento “cascata di luce” con i percorsi percettivi.

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266 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 267

LE ISOLE POLIFUNZIONALI PER LA METROPOLIDELLA PROVINCIA DI MILANO

Le Isole e le trasparenze ambientali

In alto:una vista del percorso delle trasparenze delle serre.Sotto: il particolare della struttura polifunzionale abitativa dell’arco.

Nella pagina a fianco in alto: lungo gli spazi ricettivi dell’arco, è propo-sto il percorso delle trasparenze delle serre delle piante locali ed esotiche.Sotto:“la chiave” dell’arco vista dall’alto con lo specchio d’acqua portuale.

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LE ISOLE POLIFUNZIONALI PER LA METROPOLIDELLA PROVINCIA DI MILANO . Le Isole e le trasparenze ambientali

L’Isola Polifunzionale del porto fluviale di smistamento del traffico deicontainer e del collegamento turistico tra i comuni della Provincia di Milanocon l’areoporto della Malpensa. E’ una trasparenza ad arco con la sua “chia-ve” nervata che costituisce la “Porta simbolica” dove si entra dal cielo alterritorio della Provincia Miilano.

Le immagini di que-sta pagina e di quella afianco spiegano l’insie-me delle visuali intercet-tate dai percorsipercettivi dai passegge-ri degli aerei in avvici-namento all’aereoportodella Malpensa.

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LE ISOLE POLIFUNZIONALI PER LA METROPOLIDELLA PROVINCIA DI MILANO

Le Isole e let r aspa renzeambientali

Le immagini di questa pagi-na e di quella a fianco spieganol’insieme delle visuali intercet-tate dai percorsi percettivi elet-tronici per stabilire un dialogotra le abitazioni e le morfologieestetiche delle trasparenze am-bientali.

L’Isola Polifunzionale deiProcessi Informatici e della co-municazione.

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260 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 261

LE ISOLE POLIFUNZIONALI PER LA METROPOLIDELLA PROVINCIA DI MILANO .

Le Isole e le trasparenze ambientali

Dall’alto: vista aerea dell’Isola con il raccordo portuale del canale navi-gabile e le aree di accoglienza.

Sotto: I due corpi trasparenti delle sale automatizzate dei processi dicomunicazione interattivi con le abitazioni del bacino fluviale.

L’Isola Polifunzionaledei Processi Informatici edella comunicazione.(1978-1998).

E’ l’Isola cheinteragisce con le abitazio-ni di tutta l’area della Pro-vincia di Milano.

Dall’alto: due viste della dinamica delle morfologie architettoniche.Esse stabiliscono un processo interattivo di trasparenze ambientali con

la pianura locale.

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258 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 259

LE ISOLE POLIFUNZIONALI per LA METROPOLI DELLA PROVINCIADI MILANO

26. 2. Le Isole e le trasparenze ambientali

Esse derivano dall’indagine progettuale dei “blocchi luminosi”che sono le morfologie della luceche interagiscono nella località coni percorsi fluviali del baciono idrico della provincia di Milano. Di-ventano matrici formali applicative dell’elaborazione architettonica.

A fianco:uno spazioscenico con le tribune.Sotto: disegno struttura-le che applica la selezio-ne delle matrici formali.

Vista dellac o m p e n e t r a z i o n espaziale dei quattro tea-tri.

Nella pagi-na a fianco: vi-sta del portodell’Isola congli accessi alcomplesso.

Sotto: unavista delle ner-vature struttu-rali degli spaziscenici.

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256 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 257

E’ un poliedificio in cui si inseriscono quattro teatri per ogni possibilerappresentazione, da quella tradizionale alla elettronica digitale e dei teatrisperimentali.

Ciascun teatro comprende le attrezzature componibili e intercambiabilidelle sedi ricettive degli spettatori dei palchi e della platea, del palcosceni-co e delle strutture sceniche e orchestrali. La biblioteca teatrale e i laborato-ri. I teatri si possono trasformare in auditori per i corsi di regia e sperimen-tali.

Gli accessi ai teatri si ramificano dall’isola verde tra i canali e dallospecchio d’acqua portuale.

Sotto: due viste dell’ isola dalla pianura locale.. Nella pagina a fianco:una vista dall’alto con il canale navigabile.

LE ISOLE POLIFUNZIONALI per LA METROPOLI DELLA PROVINCIADI MILANO

I percorsi percettivi delle Isole Polifunzionali lungo l’estensione Ovest-Est del Nuovo Canale Villoresi. Il percorso percettivo verso l’ IsolaPolifunzionale degli spettacoli.(1997,2001)

La ricerca progettuale prevede di dare forma al flusso delle percettivitàdelle persone che abitano e transitano nelle varie località del territoriodella Provincia di Milano. Il processo è tipicamente interattivo. L’ideaprogettuale delle Isole Polifunzionali nasce dalle aggregazioni morfologichedi queste percettività.

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26. 1. I percorsi percettivi delle Isole Polifunzionali lungo l’estensio-ne Ovest-Est del Nuovo Canale Villoresi.

Sotto:il percorso del raddoppio del canale Villoresi dall’origine delle Presedal Ticino nei pressi dell’areoporto della della Malpensa allìAdda, con leIsole Polifunzionali e le loro connessioni con il territorio della Provincia diMilano.

LE ISOLE POLIFUNZIONALI PER LA METROPOLI DELLA PROVIN-CIA DI MILANO

Le Isole Polifunzionali si sviluppano lungo il percorso del NuovoCanale Villoresi. Formano il nuovo tessuto connettivo delle comunità dellaProvincia di Milano. Sono caratterizzate dagli argomenti delle funzionisignificative delle attività contemporanee:

-Isola Polifunzionale dello Spettacolo.-Isola Polifunzionale delle Scienze.-Isola Polifunzionale dei Processi Informatici e della comunicazione.-Isola Polifunzionale dell’Arte Contemporanea.-Isola Polifunzionale dell’Architettura del Territorio.

Le Isole Polifunzionali vengono ad interagire con le località urbane eagricole locali . Attuano la dimensione estetica della nuova Metropoli dellaProvincia di Milano.Ogni Isola polifunzionale è circondata dalle acque del NuovoCanale Villoresi.

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252 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 253

Dall’alto:Il bacino idrico della Provincia di Milano. A settentrione i laghi Mag-

giore e di Como, i fiumi Ticino a Ovest, e Adda a Est; a sud il Po.Sotto:L’area dell’Isola Polifunzionale Portuale della Malpensa, tra il

Ticino e il canale Villoresi. Nei cerchi in rosso l’area della Malpensa e della“Presa” dal Ticino: inizio del Canale Villoresi.

26. LE ISOLE POLIFUNZIONALI PER LA METROPOLI DELLAPROVINCIA DI MILANO-1993-1999

Sono qui presentate alcune idee morfologico progettuali dei per-corsi percettivi delle Isole Polifunzionali lungo l’estensione Ovest-Est del Nuovo Canale Villoresi. Esse si riallacciano alla ricerca degli“episodi di architettura dimensionale” degli anni ‘55-’60.

L’idea complessiva è quella di ampliare il canale Villoresi lungo il suopercorso (di circa 86 km.) Ovest-Est dal Ticino all’Adda, rendendolo navi-gabile e integrabile, con i percorsi Nord-Sud dei Navigli Esterni nonchédell’Olona del Seveso e del Lambro, fino ai relativi collegamenti con il Po, ainuclei urbani e rurali delle località della Provincia di Milano e con l’aggre-gato urbano di Milano.

Il percorso idrico Ovest-Est è integrato dalla costru-zione di Isole PolifunzionaliPortuali previste lungo tutto ilpercorso del nuovo canale.

Hanno la funzione di con-nettere il tessuto abitativo, ur-bano e agricolo, dei Comunidella Provincia di Milano. Distabilire, per il futuro, la nuo-va scala della moderna “Me-tropoli della Provincia di Mi-lano”.

La ricerca progettualeprevede di dare forma al flus-so delle percettività delle per-sone che abitano e transitano

nelle varie località del territorio della Provincia di Milano. Il processo ètipicamente interattivo. L’idea progettuale delle Isole Polifunzionali na-sce dalle aggregazioni morfologiche di queste percettività.

Finalità della ricerca

La ricerca si localizza partendo dall’ipotesi progettuale di rendere navi-gabile, turisticamente, l’esistente Canale Villoresi, nello studio delleinterconnessioni con il percorso percettivo ottico del canale stesso, in rela-zione alle unità urbane compatte che questa via d’acqua collega.

Quello che più interessa è lo studio delle relazionalità tra le comunitàlocali, le cose e il contesto naturale locale, che nel loro insieme individuanoil territorio estetico. Il recupero di queste relazionalità è fondamentale perusarle come interpretazione architettonica ambientale di un percorso este-ticamente percettivo. Questo tipo di domanda è presente sul territorio e nefanno testimonianza gli studi e le ricerche prodotte negli ultimi trent’annidal “D” (centro ricerche Dimensionali) per lo studio dei problemi delle nuo-ve morfologie territoriali, dal “C.R.HA.” (centro ricerche sull’habitat) perlo studio dei problemi dell’habitat e dal “C.R.A.P.F.” (centro di ricerca acarattere interdisciplinare).

Ad esempio cosa vede un passeggero quando atterra o esce dall’aeropor-to della Malpensa? O ancora come riesce a descrivere le percezioni ambien-tali, emozioni, interesse e attenzione per l’estetica dell’ambiente? Forse levive più come “percettività complessiva” in un contesto spaziale in cui l’in-nestarsi di un’offerta turistica strettamente legata al luogo, nell’idea di ren-dere navigabile il canale Villoresi, gli darebbe una soddisfazione emotivaadeguata.

Cosa significa abitare, vivere e “percepire” in una località compatta lun-go il percorso estetico del canale Villoresi? A partire dal tessuto naturaledella morfologia idrica di questa località, (Ticino, Olona, Lambro, Adda),aggregati urbani e paesi hanno sviluppato un proprio stile e modo di presen-tarsi e di interagire con questo ambiente e con i loro abitanti che costituisce“l’anima della collettività” che è una delle categorie strutturali della “for-ma-gestalt” di questo specifico territorio.

Il panorama dell’attenzione ai percorsi turistici nel bacino idrico dellaProvincia di Milano in relazione ad una interpretazione architettonica delterritorio è molto vasto. Anche nelle reti televisive locali si possono seguirele situazioni dovute ai vari aspetti di questo problema.La ricerca psicologicaha rilevato che l’emozione percettiva delle persone che osservano gli squili-

bri in questi fenome-ni ambientali può produr-re dei disturbicomportamentali e nelmetabolismo giornaliero,ma è opportuno che oggianche la ricerca dell’eco-logia della forma (formanel senso di gestalt), ininterazione alla ricercasociologica e psicologicaarrivi a formulare delleipotesi di forti segnaliprogettuali da verificareinterattivamente con lecomunità locali.

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250 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 251

In alto: particolare della “galleria naturale” formata dai celtis australis(spaccasassi) di via Mario Pagano.

Sotto: l’analogo architettonico come applicazione della metodologia dellostudio delle matrici formali.

Particolare della struttura vi-trea di un velario realizzata in“coppi vitrei” dei settorisemicircolari accostati e aggan-ciati alla struttura in acciaio del-le fronde simboliche. Esse confi-gurano la diffusione delle “bandeluminose”.

Sotto:particolare di un velario vi-

treo, nello studio delle trasparen-ze luminose,inserito nell’insiemedi una copertura.

UNA NUOVA GALLERIA PER MILANO

L’ALBERO SIMBOLICO DI CORSO VITTORIO EMA-NUELE DI MILANO

25. 3. Le trasparenze luminose

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248 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 249

UNA NUOVA GALLERIA PER MILANO

Il percorso estetico percettivo delle trasparenze luminose nella nuovagalleria.

Dall’alto:il percorso luminoso ambientale all’inizio, da S. Babila.Una parte delle trasparenze luminose da Piazza del Duomo.

Dall’alto: lo sviluppo della galleria da Piazza del Duomo.Il grande effetto delle trasparenze è preparato dall’invaso dei due edificilaterali e dall’arretramento, rispetto ad essi, del primo albero simbolico del-la galleria.

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246 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 247

UNA NUOVA GALLERIA PER MILANO

Il percorso estetico percettivo delle trasparenze luminose nella nuovagalleria.

Dall’alto: vista prospettica di un settore di copertura del corso.Vista da S. Babila.

Nella pagina a fianco: vista d’insieme con la chiesa di S. Carlo, sulladestra.

Sotto: particolare dell’innesto di un’ “albero” sulla testata dell’edificioverso S. Babila.

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244 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 245

IL PERCORSO ESTETICO PERCETTIVO DELLE TRASPARENZE LUMINOSENELLA NUOVA GALLERIA

Vista prospettica di un settore di copertura percorrendo il corso da S.Babila,

Nella pagina a fianco: La pianta e un rendering di un elemento dellanuova galleria.

Sotto: nodo degli innesti dei rami di un Celtis Australis detto spaccasassi.Uno studio delle nervature prismatiche nodali. A fianco: una sezione vertica-le della struura di un elemento.

UNA NUOVA GALLERIA PER MILANO

L’albero simbolico e il sistema di gallerie del centro storico

Il sistema delle coperture ( fronda simbolica e velari ) è proposto in unastruttura vitrea tubolare alleggerita e colorata, prodotta e realizzata apposi-tamente con le tecniche veneziane di Murano e con la tecnologia dei nuovimateriali vitrei

25. 3. Il percorso estetico percettivo delle trasparenze luminose nellanuova galleria.

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242 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 243

Consorzio e materialiLa base della proposta consiste nell’ istituire un consorzio che riunisce

il sapere artigiano ed estetico con il sapere tecnologico contemporaneo col-legato alla tradizione storica di Milano e di Murano per unire, in quest’eventocostruttivo e nei materiali medesimi, le luci lombarde con le luci veneziane.

La struttura verticale è di acciaio nervato, alleggerito, trattato al carbonioe colorato, il sistema delle coperture (velari-fronda simbolica) consiste inuna struttura vitrea tubolare e colorata.

Sono tutti elementi della tradizione locale, reinventati mediante unostudio relazionale delle morfologiche estetiche.

25. 2.Le nuove strategie progettuali

Abbiamo presentato quest’esempio d’intervento progettuale che pur es-sendo in elaborazione dal 1991, riveste ancora oggi un carattere di grandeattualità.

Il motivo di tale attualità è relativo agli aspetti metodologici interattiviche sono stati adottati per la realizzazione del progetto da cui ci sembra siadifficile oggi prescindere per chi ha in animo di promuovere una correttaaccettabile e completa realizzazione d’interventi sul tessuto della città.

Dal punto di vista applicativo essi consistono nel reperire nella localitàquegli elementi formali simbolici che sono presenti anche nell’inconscio del-la comunità locale e quindi hanno la possibilità di essere da essa riconosciu-ti. In questo caso sono le morfologie e i materiali:udelle “gallerie naturali” degli alberi di Celtis Australis,udella loro struttura del tronco e dei rami,udella morfologia delle fronde,udelle interazioni luminose e della loro diffusione,ule trasparenze del vetro e dell’acciaio.

Interazione tra la strada e la cultura del commercio

La Strada è un percorso percettivo,dove gli attori sono le persone che percorrono la strada stessa e quelle checon esse interagiscono: i commercianti dei negozi.

Lo scenario è rappresentato dall’architettura della stradaLa copertura vitrea unifica e valorizza esteticamente tutte le diversità dellearchitetture del Corso.

Le strategie relazionali hanno espresso:udi ricercare e riconoscere la domanda sociale e culturale locale.udi unire tale domanda al progetto architettonico.udi relazionare le matrici formali presenti nella località alla morfologialuminosa del corso.

Ciò garantisce l’indipendenza del progetto da modelli culturaliprecostituiti. L’evento progettuale ritorna, così, luogo di centralità socio-estetica urbana. Milano può e deve riavere la sua architettura.

La Realizzazione è legata al reperimento delle risorse che possono esserestrutturate mediante consorzi, di cittadini, commercianti e sponsor, con lapartecipazione di istituti di credito.

In alto:vista assonometrica dello sviluppo dell’alberatura simbolicanei pressi

della chiesa di S: Carlo.Sotto:particolare delle strutture e dei velari vitrei degli alberi simbolici.

La struttura è proposta in acciaio speciale nervato, alleggerito.

UNA NUOVA GALLERIA PER MILANO

L’albero simbolico e il sistema di gallerie del centro storico

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240 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 241

25. UNA NUOVA GALLERIA PER MILANO

25..1. L’albero simbolico e il sistema di gallerie del centro storico diMilano, 1993-1995

E’una ricerca d’architettura am-bientale riferita all’ideaprogettuale di trasformazione diCorso Vittorio Emanuele in un per-corso percettivo pedonale che com-pleta il Sistema di Gallerie e deiPortici esistenti.

Prevede di costruire, lungo ilCorso, da Piazza del Duomo aS.Babila, un sistema di coperture adalbero che è stato estrapolatomorfologicamente dai viali di CeltisAustralis (detto spaccasassi), pre-senti nel tessuto viario tradiziona-le di Milano.

Il progetto si ricollega ai prin-cipi dell’ ecologia della forma,e af-fronta le direttrici della ricerca dalpunto di vista relazionale della co-munità del corpo sociale rispettoalla stratificazione della morfologiasocio-estetica del territorio locale.

L’ideaL’idea di trasformare corso Vittorio Emanuele in un percorso percettivo

pedonale coperto è sorta da considerazioni di carattere affettivo e ambienta-le, che accolgono una richiesta di spazi e di luoghi di percorribilità e d’in-contri per tutti, nell’ambito di una centralità simbolica del territorio este-tico di Milano.

In pratica è una sorta di condensazione formale che racchiude i signifi-cati delle interazioni luminose della località con la campagna e le trasparen-ze della struttura simbolica alberata.

L’ipotesi ha comportato un tipo d’indagine conoscitiva volta ad indivi-duare e applicare una sorta di “matrice formale”, che è il Celtis australis,ancora oggi vegeto nei viali alberati di Milano. E’ un simbolo architettonico,radicato e stratificato nella natura e nella località urbana.In questo modosi è autocostituito l’albero simbolico, la cui composizione di due filari alter-nati ai margini laterali del Corso, rappresenta il percorso percettivo e lacopertura-cielo simbolico.

“Dalla fine del Settecento, quando il numero dei viaggiatori in carrozzasi estende a più ampi strati sociali, il percorso che dalla città porta alle villesuburbane viene arricchito da filari simmetrici di alberature ad alto fusto(gli spaccasassi): una griglia che si sovrappone al paesaggio agrario, peroffrire ai viaggiatori una più gradevole scena ambientale e insieme una pro-tezione dai raggi solari”.(Dalla Storia del Paesaggio Urbano di Milano.)

Nella pagina a fianco:Veduta ambientale del centro storico riferita all’idea progettuale di tra-

sformazione di Corso Vittorio Emanuele in un percorso percettivo pedonaleche completa il Sistema di Gallerie e Portici esistenti.

In alto: I celtis australis(spaccasassi) di via Mario Paga-no. Essi hanno costituito il prin-cipale riferimento ambientale pereleborare le matrici formali.

Sotto:“Veduta di “Parte delBersò in Castellazzo” nel Palaz-zo e Giardini in Castellazzo di SuaEcc.za il Sig.Conte .GiuseppeArconati, incisione su rame colo-rata. In “le delizie della Villa diCastellazzo descritte in versodall’Abbate Domenico FeliceLeonardi Lucchese, fra gli ArcadiIl dosio Foloetico”, Milano 1743.Milano,Civica Raccolta Stampe A.Bertarelli. (Da“La Storia del paesaggio Urbano di Milano).

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238 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 239

IlLuogo di sosta “conchiglia. Vista in sezione.

Frammenti del percorso simbolico fiori-to di accesso all’arenile: Luogo di sosta“Conchiglia” (1996) e Luogo di sosta “ fio-ri stagionali” (1998).

A R E N I L E

M A R E A D R I A T I C O

D U N A

Il Luogo di sosta “conchiglia Pecten”. Vista parziale.

Il Luogo di sosta “conchiglia Pecten”. Vistad’insieme lungo la passeggiata.

Il Luogo di sosta “conchiglia Pecten”. Pianta.

Il Luogo di accesso “percorso simbolico difiori stagionali”. Vista particolare.

Il Luogo di accesso “percorso simbolicodi fiori stagionali”. Vista d’insieme con la

duna.

Il Luogo di accesso ai relativi impianti balneari“percorso simbolico di fiori stagionali”. Vista

d’insieme con la duna lungo l’arenile.

Il Luogo di sosta “percorso simbolico di fiori stagionali”.Particolare della Pianta.

Il Luogo di sosta “percorso simbolico di fioristagionali”. Sezione e prospetto.

Il progetto è in corso di realizzazione dal 1995 con la costruzione delleinfrastrutture delle reti: idrica, fognaria e di illuminazione.

IlLuogo di sosta “conchiglia Pecten”. Vista lungo la duna.

Il Luogo di sosta con il raccordo basedell’illuminazione. Vista parziale.

Il Luogo di sosta “conchiglia Pecten”. Vista di una partestrutturale durante la costruzione.

I FRAMMENTI LIRICI A SENIGALLIAPASSEGGIATA A MARE sul lungomare Mameli,SENIGALLIA, ANCONA 1988-2001

24.1. I LUOGHI DI SOSTA E DI ACCESSOALL’ARENILE

P A S S E G G I A T A A M A R E

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236 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 237

I parcheggi coperti

Dal punto di vi-sta formale sono del-le collinette artificia-li. La loro struttura atronco di cono è ri-vestita da una aiuolainclinata di terra e dicespugli fioriti. Assu-mono quindi il signi-ficato ambientale dinidi d’auto. La loroubicazione presuppo-ne l’adeguamento deimezzi di trasportopubblici allapendolarità locale,dato che le auto sonoricoverate non sol-tanto nei periodi divacanza.

Le fermate del busSono delle cartilagini trasparenti. Rispecchiano le memorie formali dei

frammenti di archeologia locale, giocati spazialmente sul cambiamento discala. L’interazione tra la percezione ottica e la percezione mentale del ri-cordo è associata all’effetto di dilatazione e di restrizione dell’immagine.

I parcheggi a cielo liberoAnche questi parcheggi sono contenuti tra un sistema di doppie aiuole-

terrapieno, che oltre ad essere schermati dal vento, formano un sistema inte-grato ai giardini accessibili dal lungo mare.

L’isola polifunzionaleE’ una struttura ramificata, che nasce dall’interconnessione con il mare,

in analogia con le forme di vita di quell’ambiente. La sua peculiarità è quelladi essere accessibile anche dal mare mediante giochi di strutture tentacolarigalleggianti. La sua spettacolarità è dovuta alle fosforescenze dovute alleluci proiettate verso il cielo e agli impasti madreperlacei dei materiali dirivestimento dell’architettura.

I FRAMMENTI LIRICI A SENIGALLIAPASSEGGIATA A MARE sul lungomare Mameli, SENIGALLIA, ANCONA 1988-2001

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234 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 235

24.1. LE CATEGORIE PROGETTUALILe categorie progettuali sono individuate durante l’indagine conosciti-

va. Hanno origine dalla poetica adottata. A sua volta la poetica rispecchia lacostruzione di un preciso linguaggio socioestetico. Esso è composto da ma-trici morfologiche e di dosponibilità e tensione psichica verso il luogo, og-getto dell’intervento. In origine vi è quindi un’atteggiamento spirituale ver-so il luogo.

Di conseguenza quest’atteggiamento è espresso mediante un metodo dilavoro peculiare che nel nostro caso chiamo d’ecologia della forma. Rivoltocioè al territorio morfologico socioestetico circostante..

Questo metodo progettuale dà la garanzia, a chi usufruisce del manufat-to, di percorrere percettivamente un’architettura in completa aderenza esteti-ca al proprio territorio nelle sue componenti, interattive, di località ambien-tale, paesistica, storica, funzionale.

Se si cammina lungo l’arenile, con la disponibilità che si è detto, si sco-prono ad ogni passo le micromeraviglie del luogo che si sommano comealternanze continue di frammenti morfologici naturali. Sono proprio questiframmenti che mediano l’apparente linearità dell’orizzonte (duna, arenile emare) con chi conduce il proprio deambulare percettivo lungo la passeggia-ta.

Frammenti di duna, di microvegetazione, di vite marine,minute ma che,quando le percepiamo assumono una dilatazione di scala ed entrano in noicome memoria formale di appartenenza. Frammenti episodici delle abitazio-ni esistenti e del paesaggio estetico locale. Frammenti di ondulazioni e diinsenature, che il mare conduce lungo l’arena. Frammenti di barriere, chelocalizzano la ricorrenza del movimento delle onde concentriche. Frammentidi alternanze del volume del vento e dei profumi dell’ambiente.

Il deambulare assume quindi una continuità complessa di percezione este-tica mediante la ricorrenza e il susseguirsi dei frammenti naturali locali.

Il progetto architettonicodella passeggiata attua ilpercorso della sequenzapercettiva e traduce i fram-menti e li propone come fat-to interattivo estetico-am-bientale unitario.

Luoghi di sostaLa ricorrenza dei luoghi

di sosta non fa che dilatarela dinamica della memoriaformale dei frammenti. Inquesto caso la piccola gra-dinata di sosta (al riparo

dalla bora) assume il carattere di una modanatura associata al cambiamentodi scala morfologica di un microframmento di conchiglia Pecten, che entrainterattivamente in collegamento con il microframmento del paesaggioarchitettonico antico. Il luogo di sosta è disegnato dal sedile continuogradonato in curva accogliente verso la passeggiata con il riferimento,interattivo spazialmente, di un albero Tamericio. Verso l’arenile, la curvagradonata forma e plasma lo spazio esterno dei giochi d’acqua in alternanzacon le docce: simbologia del ritrovamento in mare di magiche forme, semprevelate dall’acqua. L’elemento sferico dell’illuminazione artificiale esempli-fica la simbologia della luce notturna dei corpi celesti.Frammento di percorso simbolico fiorito

Lo spazio del Frammento di percorso simbolico fiorito è interconnessocon lo spazio dei luoghi di sosta e con gli spazi d’ombra delle alberature ditamerici. Esso formalmente solidifica la morfologia ondulata della duna. E’una vera e propria duna architettonica percorribile in un insieme di emozio-nanti percorsi visivi.Tipologicamente è di due tipi. L’uno inerente la funzionedi accesso all’arenile. L’altro ha la funzione di microdilatazione dipercorribilità fiorita verso la passeggiata a mare.

I FRAMMENTI LIRICI A SENIGALLIAPASSEGGIATA A MARE sul lungomare Mameli, SENIGALLIA, ANCONA 1988-2001

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232 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 233

Il Lungomare Mameli è stato preso in con-siderazione, dall’Amministrazione Comunale,per una necessità di sistemazione ambienta-le. L’architetto Margherita Abbo, che ha avu-to l’incarico di progettare il lungomare e didirigerne i lavori, mi ha invitato ad imposta-re il carattere progettuale dell’interventoarchitettonico ambientale.

Da questo punto di vista viene ad identifi-carsi come una entità di percorso percettivo,potenzialmente estetico, riferito alle presenzeformali locali della morfologia della dunanei suoi elementi naturali costirutivi delle iso-le e dei nastri di vegetazioni di prima fila versoil mare e con i sedimenti della fauna marina.

Frammenti del percorso simbolico fiorito di accessoall’arenile: Luogo di sosta conchiglia “Pecten”.

Frammenti del percorso simbolico fiorito di accessoall’arenile: Luogo di “labirinto con giochi

d’acqua”.Frammenti del percorso simbolico fiorito di accesso all’arenile: Luogo di

sosta conchiglia “Nassa”.

Frammenti del percorso simbolico fiorito di accesso all’arenile:Luogo di sosta conchiglia “Nassa”.Frammenti del percorso simbolico fiorito di ac-

cesso all’arenile: Luogo di sosta conchiglia“Cardium”.

Il Luogo di sosta “percorso simbolico di fiori stagionali”.

24. I FRAMMENTI LIRICI A SENIGALLIAPASSEGGIATA A MARE sul lungomare Mameli, SENIGALLIA, ANCONA 1988-2001

Sequenza dei frammenti del percorso percettivo dei luoghi di sosta e di accesso all’arenile della passeggiata a mare

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230 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 231

I FRAMMENTI LIRICI A INVERUNOCASA CATTANEO PARISI, INVERUNO, MILANO 1984-1987

.In alto: vista dal passaggio verso il

garage.Sotto:la scala interna che avvolge il

gruppo plastico del camino del soggior-no e il suo percorso luminoso.

A fianco: il frammento lirico delcorrimano.

.In alto: vista

da l l ’ i ng ressoprincipale.

Sotto: il di-pinto (olio sutela cm230x190)

”l’angelo dalcollo grecato”

che esemplifica la ricerca sulle particelle liriche che individuano lemorfologie dell’ambiente.

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228 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 229

Costruita per una coppia di giova-ni sposi, si ramifica dal suolo coinvol-gendo gli spazi di un soggiorno-giardi-no e si estende in una concentrazionemorfologica, a livelli stratificati, dellascala interna che avvolge il gruppo pla-stico del camino del soggiorno al pianodel giardino.

Il lucernario a cupola li sovrasta eli illumina dall’alto.

Se si percorre lo spazio interno dal-la cupola si ha la sorpresa di seguireanche il percorso della luce che, dif-fondendosi sugli elementi plastici inter-ni, interagisce con l’rraggiamento dei prismidelle aperture che la circondano, colmandoladi un magico gioco luminoso collegato alle vi-suali del giardino e li trasforma nello spaziodei frammenti lirici.

In alto a destra: la pianta del piano terracon la sistemazione del giardino. A sinistra, ilpercorso verso la legnaia.Sotto: il raccordo gradinato tra il primo sog-giorno e il giardino.Vista della legnaia.

23. I FRAMMENTI LIRICI A INVERUNOCASA CATTANEO PARISI, INVERUNO, MILANO 1984-1987

.In alto: vista della casa dalla copertura

a giardino del secondo soggiorno.Sotto: un particolare pittorico del-

l’ ”angelo dal collo grecato” che esemplificala ricerca sulle particelle liriche che indivi-

duano le morfologie dell’ambiente.A lato e sotto gli elementi morfologici elaborati dalle matrici formali

delle particelle liriche.

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226 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 227

MANIFESTO PER L’ERA DELLE PIETRE MILIARI: LANDMARK, MELBOURNE,1979

Vista da una piaz-za interna verso l’al-to.

Disegno in piantache studia i collega-menti dei percorsipercettivi dallo YaraPark, dal fiume Yara rdall’Exibition St.Russel.

Nella pagina afianco, dall’alto: unostudio per la piazzainterna, la strutturaprincipale che sospen-de le nervature dellacopertura vitrea dellepiazze interne.

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224 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 225MANIFESTO PER L’ERA DELLE PIETRE MILIARI: LANDMARK, MELBOURNE,1979

Dall’alto:vista dallo Yara Park.

A lato: i disegni preparatori che condensa-no le matrici formali.

Sotto: particolare dell’innesto tra le coper-ture delle piazze interne e delle sale pubbliche.

Nella pagina a fianco, dall’alto:Vista tra i due ponti sul fiume Yara. Sotto: parti-colare delle volte nervate con le strutture in parted’acciaio ed in parte di cemento armato sottilerivestite con tessiture di vetro colorato sfumato epiombato. Vista della copertura delle piazze dal-l’interno.Studi per le tessiture in vetro colorato. sfumato.

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222 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 223

MANIFESTO PER L’ERA DELLE PIETRE MILIARI: LANDMARK, MELBOURNE,197922.1. LE CATEGORIE PROGETTUALI E LE MATRICI FORMALI

I collegamenti viari sono effettuati con scale mobili dall’Exibition St.,Russel e dalla zona dello Yara Park realizzati con percorsi in tunnel traspa-renti’ con tappeti mobili per persone e per merci.

Il sistema di climatizzazione viene realizzato tramite il ciclo dell’ener-gia solare: con Serre della Flora dello Stato di Victoria e Serre Tropicali,con l’Acquario Tropicale con il centro studi Sottomarini per il Pacifico.

Ciò costituisce un percorso percettivo a tutti i livelli, per una miglioreconoscenza degli sviluppi ecologici locali.

Gradinate per teatro all’aperto e feste popolari. Piscine, mini parchigiochi.“Silos” di materiali vari che i cittadini possono utilizzare.per le loro“costruzioni comportamentali”. Congressi; Foresteria; Albergo di transito;Casa Albergo.

Captazione d’immagini trasmesse dai satelliti in collegamento con leAgenzie Spaziali Internazionali. Sale Computer per l’elaborazione elettroni-ca delle immagini, accessibili ai cittadini. Biblioteca Virtuale, Giardini Pen-sili, Giardini d’Inverno con ristoranti.Cineteca e Sale di proiezione.

Particolari costruttivi della Struttura : “segnali” di tensione di forze equindi d’energie, che comunicano all’uomo informazioni anomale eccitanti eil segnale di ritrovarsi”abitando” spazi che nonsi potrebbero mai abitare evivere senza il”LANDMARK”.

La struttura sarà inparte d’acciaio ed in partedi cemento armato sottilerivestita con tessiture di ve-tro colorato sfumato epiombato e in resine artifi-ciali.

Il punto più alto sarà a140 metri dal suolo. Que-sta struttura sarà un’attrat-tiva mondiale eccezionale,e lo sarà anche durante lefasi della sua costruzione,che applicherà le tecnolo-gie più avanzate espettacolari. Essa sarà ul-timata in 5 anni e”Landmark sarà funzio-nante in tutte le sue partientro il 1985.

A fianco:vista dall’Exibition St.

Russel. Sopra: vista verso l’al-to dall’interno delle piazze.

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220 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 221

22. MANIFESTO PER L’ERA DELLE PIETRE MILIARI: LANDMARK,MELBOURNE, 1979

La città di Melbourne ha bandito un Concorso di Idee progettuali (doveera prevista una selezione a inviti tramite la presentazione di un Curriculumdi Ricerca Architettonica) per costruire un SEGNALE che si proiettasse comeimmagine promozionale della città per gli anni a venire e costruire una “Pie-tra Miliare”.

La nostra ricerca si è basata sull’utilizzo di alcune matrici formali ine-renti l’orografia fluviale dello Yara che attraversa la città.

Dalla relazione illustrativa del progetto:...Non c’è dubbio, oggi le città, per vivere una nuova vita, hanno bisogno diedificare un “ LANDMARK”.

“LANDMARK” nella forma, nella struttura, durante la costruzione,nell’uso.Il LANDMARK così concepito diventa un segnale di contenuto so-cio estetico, diventa un’immagine di bellezza e quindi capace di superare ilnostro secolo e di vivere, attraverso il tempo, di contenuti interattivi semprenuovi.

La nostra struttura è un “segnale” di tensione di forze e quindi d’ener-gie, che segnalano all’uomo informazioni anomale eccitanti e il segnale diritrovarsi abitando spazi che non si potrebbero mai abitare e vivere senza il“LANDMARK” . Ritorno al monumento? Noi rispondiamo di no. E’ un’ar-chitettura che l’uomo percorre, abita, usa: il nostro LANDMARK.

L’idea è piuttosto del “segnale” che segnala attraverso le sue particola-ri forme l’eccitazione interattiva suscitatrice della bellezza che ancora non siha avuto l’occasione di vivere a questo livello.

Il nostro “LANDMARK” diventa così sinonimo di una dimensione abitativain senso totale, dove abitare in questa nuova scala vuol dire usare un partico-lare spazio urbano formato da molteplici spazi di vita che interagiscono traloro; diventa sinònimo di un’architettura poetica = architettura-+-dimen-sione estetica +dimensione di comportamento sociale. Diventa poesia del-l’immagine: che suscita continuamente nuove immagini.

Sarà come un’immensa forma della natura, con la sua “non ragione enon necessità”, coi suoi equilibri precari, che sono gli insiemi peculiari delladimensione socioestetica vissuta a livello di habitat. Il nostro “ LANDMARK” sarà finalmente qualcosa di “sconfinato, e “irragionevole”; dopo tante etutte le cose “molto ragionevoli” che hanno portato gli uomini all’aliena-zione abitativa; qualcosa dai colori sfumati, sospesi e profumati, partico-lari ed eccitanti.

“LANDMARK” proietterà la sua dimensione di segnale spirituale su tut-ta la città e lo stato di Vittoria che riconoscenti rimanderanno i riflessi dellesue energie attraverso lo Yara.

“LANDMARK” è una forma complessa, come può essere complesso unsegnale storico evoluto, essa stessa è espressione di tutte le forme dinamicheancestrali ed è nello stesso tempo espressione di una speranza di “abitare” lanuova città. “LANDNARK” è finalmente un’architettura a dimensione localee universale allo stesso tempo . Dopo “LANDMARK” ogni città che vorràavere un ruolo e una dimensione proiettiva dovrà costruire il suo“LANDMA.RK” e d’ora in avanti, adottando la nostra idea, Melbourne as-sumerà il ruolo di città guida nella “poetica del “LANDMARK”.

Lo stesso momento progettualedovrà chiamare a raccolta le miglio-ri forze del mondo, che potranno vi-vere l’esperienza dell’edificazione at-traverso periodi di partecipazioneoperosa.

Durante la sua costruzione“LANIDMARK” sarà un segnale dipunto di riferimento per tutti gli uo-mini, donne e bambini, perchè darà aloro asilo ed essi aiuteranno a ”co-struirlo”. I vecchi capiranno e sapran-no di lasciare una speranza.

Dall’alto: la prospettiva, la pianta e l’inse-rimento nel contesto cittadino lungo lo Yara.

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218 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 219IL QUARTIERE-CANTIERE DELLE HALLES DI PARIGI, 1979-1980

uLa climatizzazione delquartiere.

Vista d’insieme del modellodella struttura del Nuovo Cen-tro Commerciale e Abitativo del-le Halles da noi progettato. Glielementi a forma di spirale nel-la parte centrale del plastico co-stituiscono il “polmone” perla climatizzazione del quartie-re collegato alle sottostanti Ser-re Perimetrali; al di sotto lePiazze Pedonali su varie quote,sullo sfondo a sinistra la strut-tura degli Edifici Alberghieri ri-chiesti.

Per una migliore lettura del-le immagini progettuali occorre tenere presente che la realizzazione vertesulla rappresentazione strutturale delle costruzioni.

Vale a dire che occorre immaginare un loro inviluppo formale mediantemurature ed elementi vitrei, come per esempio sulla struttura delle Serre.

21..4.L’INTERVENTO DI CARATTERE PROIETTIVOEd infine la proposta proiettiva della nostra ricerca verso la Comunità

Locale è stata quella di sollecitare lo svolgere, tramite il fatto costruttivo,un insieme di processi interattivi strettamente connessi e correlati tra loroche danno corpo alla domanda sociale della Comunità del Quartiere (lacostruzione spirituale che essa stessa aveva già attuato) e quindi costituiva-no di per sé l’evento spirituale di un nuovo atteggiamento rispetto alla cul

Una parte del Sistema Climatizzatore generale (ovale giallo) del quartie-re: superiore con il polmone di climatizzazione e inferiore con le serre ester-ne.

Nella pagina a fianco: nell’ovale rosso, le serre esterne del quartiere e inprimo piano i percorsi pedonali mobili nel contesto del quartiere (modello inalto).

tura dell’abita-re.

Quest’even-to diprogettualità ur-bana viene adattuare un siste-ma coerented’idee dello spa-zio abitativo am-bientale localeche, dal punto divista dell’unionedella cultura, èin armonia an-che con le rap-presentazionidella Scienzacontemporanea.

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216 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 217

uLe Abitazioni dei residenti.Vengono a svilupparsi intorno ai nuclei dei Laboratori e si compongono

in aggregazione di Cellule abitative spirituali. Quest’ultima accezione vuolesignificare che oltre alle funzioni dell’abitare esse contengono anche quel-la (comportamentale) propulsiva fornita dalla cultura abitativa di un ser-vizio urbano a carattere sociale.

Detta funzione s’attua per mezzo della parte abitativa interna collegataallo spazio pubbli-co esterno, asso-ciata a quella pri-vata dell’abitazio-ne, che attua e for-ma lo Spazio delLaboratorio Co-munitario.

Le abitazionisono prospicientialle piazze internesovrapposte la cuiforma strutturalesi è ricollegata al-l ’ app l i caz ionesimbolica dellamatrice formalerecuperata all’Ilede la Cité .

Particolare diuna sezionelongitudinale delnucleo mediano delquartiere in cui alcentro si vedono i trepiani delle abitazioni (poste su duelivelli) dei residenti.

Le parti a sezione circolaresono sede dell’orto (ovale in nero),che viene a far parte sia del sistemadi climatizzazione delle Serre, siadell’abitazione, mentre alla loro de-stra è ubicata l’abitazione collegatacon le Piazze Interne.

La parte inferiore è quella sot-terranea adibita ai vari Servizi a ca-rattere Comunitario del quartiere.Nonché sedi d’Attività Didattiche.Sotto: i tre piani abitativi nel model-lo.

Nella pagina a fianco: Immagi-ni inerenti i laboratori. In basso: glispazi delle rapprersentazioni teatra-li comportamentali, nel modello e inpianta.

uI Laboratori della Comunità Locale.Vengono ad essere collegati dai quattro livelli delle quote dei Percorsi, sonogli ateliers artigiani, che nella loro composizione hanno determinato lamorfologia interattiva degli Spazi di Incontro Comunitari e Abitativi. Dopola ricostituzione spaziale dei percorsi pedonali, la ricerca dei nuovi elementiprogettuali formali si è indirizzata a dare una risposta alla richiesta del cor-po sociale del quartiere delle Halles di poter mantenere nello stesso posto ilcarattere di commistione d’attività abitativa con i luoghi d’incontro;d’intrattenimento con gli spazi com- merciali, anche a carattere artigianale

locale, di nuove residen-ze per gli abitanti delquartiere e di luoghid’incontro mediante ilrecupero delle attivitàristoratrici delle vec-

chie trattorie del quartie-re.

La cellula tipo è compo-sta di una parte abitativaprivata e di una parteabitativa, di laboratorio,pubblica. La privata con-tiene il soggiorno, le ca-

mere da letto, la cucina-labo-ratorio, la serra-orto. Quellapubblica (ovale rosso) contie-ne il laboratorio artigiano edè prospiciente il corrisponden-te percorso della piazza inter-na. In sostanza, l’abitazioneprivata si apre verso lo spaziocomunitario esterno per mezzodel laboratorio. E’ così attua-ta la “costruzione spirituale”che la comunità locale haconfigurato come domanda so-ciale.

IL QUARTIERE-CANTIERE DELLE HALLES DI PARIGI, 1979-1980

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214 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 215

uIl sistema delle Serre-Orto.Al settore pri-

vato di ciascunaabitazione è colle-gata una “Serra-Orto” .

L’adozione delsistema delle Ser-re-Orto è connes-so al Sistema piùampio delle Serreche fungono da Si-s t e m aClimatizzatore ge-nerale del quartie-re.

C o s t i t u i s c eanche l’elementoprogettuale di ma-trice del recuperosimbolico dellacampagna inseritonell’ambiente ur-bano mediante una loro completa percorribilità interna attorno al nucleomediano del quartiere.

LA FORMA ARCHITETTONICA AMBIENTALE. Le categorie progettuali

uIl Silos dei Materiali.Q u e s t ’ e l e m e n t o

architettonico viene a tro-varsi nel cuore del quar-tiere, ad un più alto livel-lo, circondato dai Labora-tori della Comunità.

Esso ha la funzioned’immagazzinare i mate-riali raccolti, anche quel-li di scarto industriale, peressere distribuiti secondoil loro uso corrispondentealla specifica funzione dipartecipazione creativadella comunità del can-tiere durante l’edificazio-ne.

Alla sua sommità ècollocato il serbatoioidrico del quartiere.

IL QUARTIERE-CANTIERE DELLE HALLES DI PARIGI, 1979-1980

Sopra: il Silos dei materiali (ova-le in nero nella zona centrale del di-segno) con sopra il serbatoio dell’ac-qua.

Sotto: un percorso pedonale dal-l’esterno verso il Silos dei materiali.

Nella pagina a fianco, dall’alto:le Serre-Orto. L’elemento centralecon il “Polmone” per laclikmatizzazione del quartiere colle-gato con le Serre-Orto.

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212 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 213

In alto a destra: un particolaredella struttura della Tour Eiffel.

Sotto, da sinistra:l’estrapolazione della relativa ma-trice formale con i meccanismi diautoassemblaggio

Questi disegni rappresentano glistudi per ottenere l’Elemento compo-nibile di base che forma tutte le strut-ture metalliche della costruzione delquartiere.

La sua componibilità viene ad es-sere attuata mediante un sistema mo-torizzato di autoinnesto e diautobloccaggio che è controllata eregolata mediante una centrale elet-tronica per tutto il quartiere.

LA FORMA ARCHITETTONICA AMBIENTALE. Le categorie progettuali

IL QUARTIERE-CANTIERE DELLE HALLES DI PARIGI, 1979-1980

Schema del sistema motorizzato che re-gola elettronicamente lo stendimento e riavvolgimento dei

teloni in tessitura di vetro flessibile della formazione del polmoneclimatico del quartiere.

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210 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 211

BIBLIOGRAFIAMario Galvagni , Gloria Abbo, (del C.R.HA.) (Disegni, Modello, foto, Dispense e documenti,-1979-1980- presso ilCRAPF e presso gli autori)

IL QUARTIERE-CANTIERE DELLE HALLES DI PARIGI, 1979-1980

A destra,il particolare della piantadi Parigi mostra (nell’ovale rosso) LaCité, la più grande isola della Sennadove fin dal periodo pre-romano sorsee si sviluppò il nucleo primitivo del-l’abitato.

E’ per questa ragione che la suaforma planimetrica è stata da noirecuperata come matrice formale sim-bolica presente nella località ed ela-borata fino a costituire la forma del nu-cleo strutturale della nuova costruzio-ne del quartiere.

Sotto: lo studio per il recupero sim-bolico della matrice formale reperitaall’Ile de La Cité.

Nella pagina a fianco,dall’alto: le particelle lumi-nose liriche nella ricercapittorica sul quartiere delleHalles.

Particolare della strut-tura dell’elemento dellepiazze interne sovrappostesu cui si affacciano le abi-tazioni dei residenti e i la-boratori.

Sotto: il nucleo struttu-rale della nuova costruzio-ne del quartiere che appli-ca l’estrapolazione dellamatrice formale della Cité.

21.3. LE CATEGORIE PROGETTUALI E LE MATRICI FORMALI

Dopo la ricostituzione dei percorsipedonali, la ricerca delle nuovemorfologie progettuali si è indirizzataa dar vita alla richiesta del corpo so-ciale del quartiere delle Halles di potermantenere nello stesso posto il carat-tere di commistione di attività commer-ciale, anche a carattere artigianale lo-cale, di nuove residenze per gli abitan-ti del quartiere e di luoghi di incontrocon il recupero delle attività ristoratri-ci delle vecchie trattorie del quartiere.

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208 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 209

IL QUARTIERE-CANTIERE DELLE HALLES DI PARIGI, 1979-1980

La forma del Nuovo Quartiere nasce quindi dalla giustapposizioneinterattiva degli elementi morfologici e delle forze in gioco che sono quelliche hanno delimitato il Territorio della domanda sociale.

La forma architettonica centrale si ricollega all’Ile de la Cité, la piùgrande isola della Senna dove fin dal periodo preromano sorse e si sviluppòil nucleo primitivo dell’abitato. E’ per questa ragione che la sua formaplanimetrica è stata da noi recuperata come matrice formale simbolica pre-sente nella località ed elaborata fino a costituire la forma del nucleo struttu-rale della nuova costruzione del quartiere.

Le categorie progettuali tra loro correlate e interagenti nel quartiere,che abbiamo individuato e discusso nella ricerca, possono essere riassuntenelle pagine che seguono.

uI tradizionali Percorsi Pedonali

Che dalle vie adiacenti immettono nel Quartiere. L’individuazione dellaMatrice Ecologico-Ambientale dei Percorsi Percettivi ha determinato laforma interattiva ambientale dove si è tentato di ricostituire le percorribilitàpedonali del quartiere, sia dal punto di vista viario, che dal punto di vistaformale e percettivo nei contenuti visuali.

Questa ricostituzione della percorribilità pedonale, che è sempre esistitafino al 1972, se preservata avrebbe dovuto rinnovare il carattere di centralitàurbana che era a quel tempo uno dei parametri urbani irrinunciabili.

Sopra: studio planimetrico degli svincoli viari rispetto al nodo della me-tropolitana e agli accessi sotterranei dei nuovi spazi del quartiere.il plasti-co.

Sotto: il plastico

Nella pagina a fianco, è rappresento lo studio planimetrico dellaricostituzione delle percorribilità pedonali del quartiere. Si può notare lacontinuazione degli arrivi viari delle strade perimetrali allo spiazzo delleHalles e l’attraversamento all’interno dello stesso in relazione alle varie quotedel nuovo complesso architettonico.

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206 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 207IL QUARTIERE-CANTIERE DELLE HALLES DI PARIGI, 1979-1980

Grafico con il relativo schema dei processi relazionali, che mostra le tredirettrici della ricerca sul territorio estetico del QUARTIERE DELLE HALLES

T E R R IT O R IO D E LLE H A LLE S D I P A R IG IRICERCA DI ECO LOG IA DELLA FO RMA

A M B IE N T EINDAG INE CONOSCITIVA

STORICA SULTERRITORIO ESTETICO

LOCALE

LO STUDIODELLA CULTURA

DEL LAVOROCREATIVO URBANO

LOCALEIL QUARTIERE

CANTIERE

LACENTRALITA'URBANA DEL

QUARTIERE E LAFO RMA

AMBIENTALE

INDIVIDUAZIONE E DE LAB ORAZ IONE D ELLE

MATR ICI FO RMALI

AZIONI

INDIVIDUAZIONE E DE LAB ORAZ IONE D ELLE

MATR ICI FO RMALI

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LA MO RF OLOG IADE L'ILE DE LA C ITE 'LE NE RVATUR E E I

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LE S TR UTTURE IN AC CIAIODI BALTAR D E D I E IFF E L

LE MATRICI FORMALILe matrici, in pratica, interagiscono tra di loro e così facendo,

autoaffermano il fatto architettonico.E’ da mettere in evidenza che questa prassi metodologica si sostituisce al

vecchio processo culturale di tipo dialettico, che noi riteniamo superatoequindi da abbandonare.

La ragione è che non corrisponde più alle esigenze della contemporaneitàin quanto non è in grado di descrivere e spiegare la complessità delle realtàsociali e ambientali in gioco e quindi non corrisponde più all’immagine ealla descrizione ambientale delle Comunità locali contemporanee, di conse-guenza deve essere sostituito con il Processo Ecologico Formale Interattivo.

Questa prassi applicativa comporta l’abbandono della visione prospetticasia progettuale sia reale, e della morfologia compatta e assoluta, che sonosostituite dalla rappresentazione morfologica plurima, vale a dire senzapunti di vista privilegiati ma interconnessi e interattivi tra le moltepliciparti che le compongono.

Il risultato è che la Costruzione viene ad essere definita Interattivamentecon il Territorio Estetico e Storico Locale, in modo che si possa attuare divolta in volta la verifica del risultato ambientale e la composizione relazionaledella contemporaneità frammentaria delle funzioni abitative.

A destra e sotto: il particolare delle nervature del-la volta della navata centrale di St.Eustache.

La commistione interattiva condelle strutture in acciaio di Eiffel

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204 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 205

Vista del Mercato delleHalles tratta da un disegnoprospettico del secolo scorso.

Qui si vedono parte degliinnesti delle vie secondarie delQuartiere verso il Mercatostesso.

In alto: la planimetria del-le Halles al tempo dei Mercatigenerali.

Sotto: La foto realizzatacon la tecnica dellasovrapposizione delle ripresefotografiche mostra lacommistione interattiva dellestrutture in acciaio della TourEiffel con l’architettura dellachiesa di St. Eustache (nel-l’ovale rosso) per la ricerca di individuazione delle matrici formali presentinelle località.

IL QUARTIERE-CANTIERE DELLE HALLES DI PARIGI, 1979-1980Foto di una vista radente la

fiancata della chiesa di St.Eustacheche mostra la presenzainequivocabile di elementi formalipresenti nell’architettura dell’archi-tetto Lemercier che la costruì nel1532 e che costituiscono, con oppor-tuni cambiamenti di scala, delle veree proprie Matrici Formali.

L’IDEADal punto di vista dell’Ecologico della

Forma l’idea, che ha guidato lo svolgimentodella nostra ricerca sul Territorio Urbanodel Quartiere delle Halles di Parigi è stataquella di sollecitare, dal punto di vista del-la cultura abitativa, la costruzione del fat-to socio estetico dell’Architettura tramitela proposta di edificare un “Quartiere Can-tiere” con la partecipazione libera di unsolidale e volontario intervento aperto allapopolazione; nella tradizione delle antiche“Compagnie d’Arti e Mestieri”, costituitae organizzata allo scopo mediante la co-stituzione di una Comunità di nuovi“Costruttori d’Ambiente”.

Il Progetto-Ricerca delle Halles si pro-pone quindi, prima di tutto, di stimolare la formazione di questo tipo d’ag-gregazione di Comunità, che si dedica a costruire il fatto socio estetico del-l’Architettura-Ambiente mediante l’applicazione metodologica che ho indi-cato più sopra, dell’Ecologia della Forma.LA RICERCA APPLICATIVA

Le direttrici della ricerca si basano sull’indagine conoscitiva storicatratta dal materiale illustrativo fornitoci dal Comitato Civico Popolare diQuartiere che consiste in una dettagliata documentazione grafica e fotogra-fica della storia delle Halles dalle origini della costruzione dei Mercati Ge-nerali nel 1854 fino l’anno della loro demolizione nel 1972.

Chi scrive ha potuto ancora percorrere, in viaggi anteriori al 1972, glispazi strutturati nel quartiere stesso, che si estendevano anche attraverso iMercati e rappresentavano uno dei fattori di centralità urbana da conserva-re e ricostituire, in chiave contemporanea, nel nuovo intervento costruttivo.

L’indagine è quindi rivolta verso la definizione del disegno progettuale,(non più svolto come mero progetto architettonico a tavolino, con una prassipurtroppo ancora in uso) ma inteso come individuazione sul territorio localedelle Matrici di Ecologia della Forma, in modo da poter ricavare una sortad’insiemi di “Frammenti Costruttivi” tradotti ed elaborati nelle molteplicivisualizzazioni e percettività socio estetica.

21.1. L’INDAGINE CONOSCITIVA, Alla ricerca delle Matrici Formali

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202 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 203

INTRODUZIONEQuesta Ricerca è stata svolta in occasione e nell’ambito di una Consulta-

zione Internazionale promossa da un Comitato Civico Popolare di Quartieredi Parigi, quello delle Halles, mediante un Concorso di Idee progettuali (doveera prevista una selezione a inviti tramite la presentazione di un Curriculumdi Ricerca Architettonica).

La Consultazione era voluta da quel Comitato, (che allora interpretava erappresentava una diffusa volontà popolare), in alternativa e incontrapposizione ai programmi, giudicati unilaterali, già predisposti dalComune di Parigi su questa importante area cittadina (area rimasta liberadopo la demolizione dei Mercati Generali, nel 1972), in seguito ai lavori diristrutturazione dei nodi della metropolitana parigina, lavori che avevanolasciato un enorme scavo che occupava tutta l’area degli ex Mercati Genera-li e che ironicamente i parigini avevano denominato le trou, perché i lavoriattinenti il nodo sotterraneo del metro duravano con fasi alterne da più didieci anni.

L’interpellanza Internazionale è stata il culmine di una sorta di conden-sazione di quelle lotte, che erano nate negli anni 60 come precipua domandada parte del corpo sociale di un nuovo atteggiamento volto a dare unanuova struttura alle contemporanee funzioni dei servizi sociali della co-munità urbana stessa.

Come per esempio la funzione didattica scolastica in relazione agli orarie agli spostamenti di lavoro dei genitori, oppure l’esigenza del recupero o delreperimento fisico delle centralità luoghi di incontro della cittadinanza diquartiere nelle varie componenti sociali e di età (si ricordi a questo proposi-to che fino al 1972 il quartiere dei Mercati Generali di Parigi delle Hallesgravitava proprio nello spazio del mercato stesso in tutte le ore del giorno edella notte).

La domanda del corpo sociale di allora era appunto quella di avere ildiritto di chiede-re, all’Ammini-strazione Comu-nale, di poter re-cuperare queltipo di centralitàurbana che leHalles avevanosempre possedu-to.

Mentre l’Am-ministrazione Co-munale aveva an-ticipato un suoprogramma (alungo mantenutosegreto e all’ori-gine non ancoraben definito) di

21.IL QUARTIERE-CANTIERE DELLE HALLES DI PARIGI, 1979-1980

utilizzare l’area per una vasta iniziativa commerciale che in seguito, proprioper la domanda del comitato sociale di quartiere e in funzione di questa con-sultazione, è stato integrato da una parte di residenze e dei cosiddetti ateliersper artisti, che erano appartamenti riservati ad assegnazioni particolari.

Vi è stato un lungo periodo di stasi con l’intrecciarsi di alternate lottepolitiche e di pressioni di interessi commerciali delle lobby.

Parallelamente era maturata anche una esigenza legata al trasporto pub-blico, di risolvere ed ampliare questo importante nodo della metropolitanaparigina (il nodo e lo smistamento di Chàtelet-Les Halles).Questo periodo distasi è durato più di dieci anni.

Esso finì con la ristrutturazione unilaterale, da parte Comune, anche dalpunto di vista della gestione, in funzione anche di un coordinamento di pro-poste commerciali private, con l’insediamento dell’imponente Centro Com-merciale (che gravita principalmente nel sottosuolo) e del nodo di smistamentodel Metro: ma la centralità popolare intesa come percorribilità fisica e spa-zio d’incontro della cittadinanza, come espressione e corpo di quegli atteg-giamenti che li rispecchiavano, in forme fisiche riconoscibili, mediante lenuove matrici formali e il conseguente spazio che poteva contenere quellenuove funzioni sociali, non fu mai realizzato.

Ironia della sorte la Consultazione Popolare ebbe anche un vincitore (de-gli Stati Uniti) con un progetto che rappresentava un enorme parallelepipedodi cristallo con lo sfondo della Terra vista dallo spazio.

In altre parole, nei rappresentanti del Comitato Promotore e della GiuriaInternazionale prevalse e si rispecchiò il loro “modello culturale”: la mo-dernità esemplificata da stereotipi convenzionali astratti, vale a dire avulsidal luogo e dai sentimenti della comunità locale.

Alla fine vi fu una grande esposizione in cui venne esposta anche lanostra ricerca che ora andiamo ad illustrare.

Questa cartina della “Paris Monumental” (da noi conservata da precedenti viaggiprima del 1972) mostra l’edificiodei Mercati Generali delle Hallescon l’edificio della Borsa (a si-nistra) e la chiesa diSant’Eustache (sopra alla Bor-sa). Si osserva la struttura dellaviabilità che attraversava il Mer-cato stesso.

Chi scrive ha potuto anco-ra percorrerla ed essere parteci-pe, come tutti i cittadini di allo-ra, della vita di quartiere ches’incentrava, giorno e notte, ne-gli spazi del mercato e rappre-sentava uno dei fattori dicentralità urbana da conserva-re e riprodurre nel nuovo inter-vento costruttivo.

Nella pagina a fianco: la vi-sta dall’alto del Quartiere , conl’edificio della Borsa e dove sinota il grande scavo, che i pari-gini avevano denominato ironi-

camente le trou (il buco) perché i lavori attinenti il nodo sotterraneo del Metro duraronocon fasi alterne per più di dieci anni

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200 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 201

COMPARTO AGRICOLO SPERIMENTALE: ZOOTECNICO ABITATIVO ARTIGIA-NALE PROPULSIVO, NELLE MURGE DI GRAVINA IN PUGLIA E DI ALTAMURA-BARI, 1976-1977

Grafico con il relativo schema dei processi relazionali, che mostra le tredirettrici della ricerca sul territorio socio estetico locale delle Murge diGravina in Puglia e di Altamura

Nella pagina a fianco: dall’alto: il cortile interno con l’elemento a gu-scio della raccolta dell’acqua piovana.

Un precedente costruttivo delle strutture a guscio e raccolta dell’acquapiovana per l’irrigazione della fascia di casa Reale a Torre del Mare.

Il modello del comparto agricolo sperimentale con i setti murari costru-iti con i blocchi prefabbricati in tufo locale dei laboratori e delle stalle.

Sotto: vista dei raccoglitori dell’acqua piovana nel conteso dell’unitàagricola sperimentale.

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TERR ITO RIO DE LLE M URG ERICERCA DI ECOLOGIA DELLA FORMA

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S TO RICA SU LTERRITOR IO

SO CIOEST ETICOLO CALE

LO STUDIODEI POZZI D 'ACQUA

IL PROGETT O DIIRRIG AZIONE

UNAESPERIENZA

CO NOSCITIVAARTIG IANA

LO CALE

INDIVIDUAZIONE EDELABORAZIONE DELLE

MATRICI F ORMALI

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PROIETTIVE

INDIVIDUAZIONE EDELABORAZIONE DELLE

MATRICI F ORMALI

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MORFOLOGIA DEL CICLODEI MATERIALI LOCALI

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IL CICLO MORF OLOGICO DELLEFUNZIONI AB ITATIVE LOCALI

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MORFOLOGIA DEL CICLODELL 'ACQUA

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198 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 199

COMPARTO AGRICOLO SPERIMENTALE: ZOOTECNICO ABITATIVO ARTIGIA-NALE PROPULSIVO, NELLE MURGE DI GRAVINA IN PUGLIA E DI ALTAMURA-BARI, 1976-1977

Sopra: studi interattivi di percorribilità percettive abitative sul versantescoscieso della murgia di Gravina per l’insediamento agricolo sperimentale

rigazione razionale delle colture.Esistono pozzi sorgivi oltre alle comuni cisterne ed impluvi naturali. Più

in generale è possibile recuperare l’acqua ad una profondità media di 6 me-tri, con la formazione di pozzi mediante sonda perforatrice idraulica.

Le colture possibili sono il frumento in genere, la vigna, e mediante un’ir-rigazione razionale in pratica tutto: granoturco, ortaggi, erba medica etc.

Per l’equilibrio del terreno occorre usare solo due tipi di fertilizzanti: ilsolfato d’ammonio e il fosfato minerale.

20..2.LA RICERCA APPLICATIVA PROPOSITIVAE’ consistita d’inglobare e dividere il materiale raccolto nel Progetto

per l’utilizzo della legge 285 sull’occupazione giovanile di cui riportiamol’indice dei capitoli:

1) Introduzione; 2) Mercato capitalistico industriale e commerciale, Mo-dello Culturale e Cooperazione; 3) I Principi; 4) Il campo di lavoro; 5) Ana-lisi del suolo (in cui è stata allegata l’analisi mineralogica del terreno); 6)Composizione della forza lavoro; 7) Sui principi.

Tale progetto parte dal presupposto che “il problema fondamentale nel-l’affermazione della nuova forza lavoro giovanile è quello d’acquisire su-bito la possibilità d’affrontare i compiti associativi e di cooperazione nelprocesso dell’esperienza complessa interattiva; e così facendo essere arte-fici della costruzione della cultura del lavoro del proprio tempo”.

Da qui la necessità d’impostare un progetto d’ampio respiro, che puòelaborarsi ed evolversi d’anno in anno e che è impostato su dei principi pro-grammatici e comportamentali ricavati dalla ricerca stessa.

Tali principi sono:• Impostazione progettuale e costruttiva di un CantiereScuola nella Murgia di Gravina ma di proprietà del Comune di Altamura,comprendente le masserie Tremaglie, Povera Vita, Ovile del Duca, Ovile delCastello, per la superficie di Ha 1533, per la costruzione di un compartoagricolo sperimentale, zootecnico, abitati vo, artigianale-propulsivo.•Inquadramento della forza lavoro in associazione/i cooperati-va/e.•Niente deve essere coatto, ma tutto è condiviso e scelto per convinci-mento e vocazione.•Applicazione della rotazione delle mansioni lavoro (alposto della divisione del lavoro).•Formazione e intercollegamento dellasomma di mercati locali (al posto del mercato generalizzato).•Formazionedi un’amministrazione autonoma autogestita.•Apertura della forza lavoroagli interventi di forze lavoro volontarie internazionali.•Apertura della forzalavoro all’inquadramento, come unità complessiva, nell’ambitosindacale.•Formazione ed elaborazione di un metodo di calcolo previsionaleper interazioni (metodo matematico di dinamica delle interazioni).

Ognuno di questi principi elabora e definisce nel dettaglio i particolariapplicativi e in questa sede non li riportiamo.

Riassumendo questa esperienza sperimentale ci sembra di poter afferma-re che la sua importanza sia dovuta al fatto che essa è sfociata in una diret-trice propositiva di un progetto reale immerso nella situazione del territoriosocio estetico delle Murge e che ha portato ad accertare che quasi tuttal’orografia del terreno dato per roccioso, in realtà è coltivabile perchè consi-ste in una struttura calcareo-pietrosa o trovanti infissi debolmente nel suolo.

Chi lavora ancora nelle masserie interne conosce molto bene questa si-tuazione e usa il trattore con pala per rimuovere e accatastare o frantumarele pietre secondo la loro consistenza e dimensione ed in seguito ara la terra.Ciò é possibile per quasi tutta l’estensione delle Munge stesse.

Usando quest’accorgimento tutta la superficie del suolo è recuperabilea coltura con la possibilità di usare le macchine agricole idonee allo scopo.

Naturalmente, abbinato al recupero della terra occorre recuperare e co-ordinare i pozzi e le sorgenti esistenti e formare delle nuove unità, per un’ir

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196 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 197

COMPARTO AGRICOLO SPERIMENTALE: ZOOTECNICO ABITATIVO ARTIGIA-NALE PROPULSIVO, NELLE MURGE DI GRAVINA IN PUGLIA E DI ALTAMURA-BARI, 1976-1977

Ciclo dell’acquað Pioggia e pozzi sorgiviè la raccoltadell’acquaè l’irrigazione=necessità della matrice ecologicoformaleècontenitore distributoreßàßàßàßàßàuso dei materiali poveriètecnologiadi realizzazioneçè conoscenza ed elaborazione della realtàlocaleçèattivazione della manualità conoscitivaçècomunicazione del-le funzioni lavoroðððCiclo dell’energiaðEpisodio proposizionaleinterattivo della raccolta di energia solare = necessità della matrice ecologi-co formaleèpannelli solarièabitazionièacqua caldaçèintegrazionedelriscaldamentoçèCiclo proiettivoð comunicazione del processo di ecolo-gia della forma verso l’esternoððð

Ciclo dei materiali localiðAnalisi dei materiali localièsollecitazionealla conoscenza manualeè=necessità della matrice formaleèinvenzione dimetodi di costruzione topologica çè comunicazione di tecnologia nonmanipolataððð(vedi figura sottostante).

Ciclo delle funzioni dell’abitare ðLe funzioni dell’abitareèle loro re-ciproche interazioni= necessità della matrice ecologico formaleèproiezioneverso l’esterno dell’abitazione delle energie interattiveçègli ortiçèlaterraçè le funzioni lavoroè comunicazione delle funzioniabitativeðððDa questa metodologia delle sollecitazioni nasce il conte-nuto cognitivo della realtà fenomenica locale come proposizionalità delleinterazioni. Materia da conoscere ed elaborare è quindi il luogo delleinterazioni; lo spazio si forma tramite le interazioni, è quindi luogo di ener-gia.

La forma è il con-densato del diveniredelle interazioni cheordina il mondo ester-no nei principiinterattivi nella dire-zione trasversale deltempo.

Grafico propositivodegli elementi prefabbricati, con malta di travertino, ottenuti da stampi “po-veri” scavati nei banchi di argilla delle cave del posto.

Nella pagina a fianco: il comparto agricolo sperimentale con le con-nessioni relazionali degli orti delle colture sperimentali e il repartozootecnico. Rilievo di aggregazione abitative con fasce di terreno sistematea gradoni, coltivate ad orti, con studi di percorribilità abitative.

Non esiste più quindi, lo spazio tradizionale dell’architettura o dell’ur-banistica (lo spazio e il vuoto sono condensati nella freccia del tempo); adesso è sostituito il luogo delle oggettualità topologiche positive e il luogodelle oggettualità negative-due realtà-che sono unificate dalla “ necessità”interattiva che, essa sola dà ragione dell’esistenza delle due realtà.

E’ pertanto evidente che il luogo delle oggettualità viene ad assumere unsignificato profondamente topologico.

L’interazione viene così ad avere la finzione di scambio d’energia ed èil fattore pragmatico che fa da coesione alla realtà di quel momento.

Essa stabilisce quindi la mobilità del reale e di conseguenza l’enteenergetico, (pressione ambientale del luogo), che finalmente dà la possibilitàalla nuova realtà di svolgersi.

Nel luogo delle oggettualità anche il significato di reale diventa mutabileperché segue la direzione trasversale del tempo (rispetto all’espansionecosmica); ed è ormai chiaro che l’introduzione del concetto d’interazionesupera l’essere immobile.

Durante questo tipo di lavoro, come era naturale, sono sorte diverse ne-cessità di collegarsi interattivamente ad alcuni fatti contingenti, che si sonoverificati all’epoca. Uno dei quali è l’influenza diretta della legge 285 sul-l’occupazione giovanile (varata in Parlamento in quell’anno), che si è mani-festata come richiesta, da parte dell’amministrazione comunale di Altamura,d’utilizzazione il lavoro di sollecitazione che avevamo attuato.

La nostra rispostaè stata di tipoapplicativo degli epi-sodi interattivi, dic o n t e n u t opragmatìco della pro-iezione sul territoriosocio estetico localedella dimensioneestetica e creativa ri-cavata dalle tre diret-trici della ricerca diecologia della forma.

Simboli:ð inizio proiettivo del-l’applicazione,èdirezione dell’applica-zioneçèinterattività delle ap-plicazioniðððproiettività dell’ap-plicazione verso l’esterno

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194 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 195COMPARTO AGRICOLO SPERIMENTALE: ZOOTECNICO ABITATIVO ARTIGIA-NALE PROPULSIVO, NELLE MURGE DI GRAVINA IN PUGLIA E DI ALTAMURA-BARI, 1976-1977

20.1.LA RICERCA APPLICATIVA, L’IN-DAGINE CONOSCITIVA

Il materiale d’indagine è stato pre-sentato e discusso durante alcuni semina-ri tenuti presso la Pro Loco di Gravina.Dove abbiamo potuto anche ricevere nuo-ve indicazioni per allargare e approfondi-re esperienze conoscitive locali.

Suscitò grande sorpresa il fatto, da noidocumentato, che nelleMurge esistono numerosesorgenti e pozzi d’acqua.

Fatto conosciuto sol-tanto dalle Masserie nellaMurgia interna (vedi figu-re nella pagina preceden-te).

L’indagine conoscitivasvolta sul campo, con i re-lativi rilievi fotografici e letestimonianze e indicazio-ni raccolte durante questiincontri, hanno permessod’individuare una nascostadomanda della comunitàlocale che, alla fine ha po-tuto configurare tre aspet-ti tra di loro correlati.

D’alto: vista diGravina in Puglia.

Rilievo di un percorsopedonale percettivo conrampe di scale e terrazzedi sosta sul dorsale del-l’abitato di Gravina. Stu-dio di aggregazioniabitative e di percorsipercettivi che sono presen-ti nel borgo di Gravina.

uLo studio del regime dei pozzi d’acqua sorgivi nel territorio delle Murgeteso a svolgere un progetto coordinato di irrigazione, con il conseguenterecupero di superfici di terreno alla coltivazione.uLo svolgimento diun’esperienza conoscitiva artigiana locale.uL’elaborazione di un proget-to che ricerca la fattibilità di costituire un insediamento agricolo speri-mentale nel territorio delle Murge.

In pratica, questi tre aspetti, costituiscono e riassumono la richiesta delcorpo sociale e indicano le tre direttrici della ricerca di ecologia della for-ma.

L’IDEA.

Dal 1976 al 1977 abbiamo svolto i rilievi e le indagini conoscitive sulterritorio locale. Il materiale grafico preparato lo abbiamo presentato in unseminario di studio alla Pro Loco di Gravina, ed è subito entrato in interazionecon i partecipanti tramite la qualità espressiva delle rappresentazioni che, inquesto caso, costituivano il veicolo della comunicazione.

Le immagini degli eventi progettuali, a carattere sollecitativo, sono rife-rite principalmente agli episodi ciclici degli eventi naturali e morfologicidella raccolta dell’acqua piovana (serbatoi) e dei convogliatori della piog-gia e del ciclo dell’energia (pannelli solari).

Questi episodi formali sono del tipo interattivo ciclico (si scambianoinformazioni e sono ricorsivi nella loro applicazione).

Sopra:il Ciclo dell’acqua e dell’energia nel nuovo comparto agricolo speri-

mentale.

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192 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 193

20. COMPARTO AGRICOLO SPERIMENTALE: ZOOTECNICOABITATIVO ARTIGIANALE PROPULSIVO, NELLE MURGE DI GRAVINA INPUGLIA E DI ALTAMURA-BARI, 1976-1977

Dal punto di vista ambientale-morfologico il territorio delle Murge pre-senta la peculiarità d’entrare potenzialmentein interazione con tutti i borghi delle locali-tà: di Canosa, di Corato, di Ruvo, di Venosa,di Spinazzola, di Gravina, di Cassano, diRuvo, di Altamura, di Gioia del Colle.

Vale a dire che la situazione abitativa diquesto territorio è composta da grossi ag-gregati, anche di 50.000 abitanti, con unaattività di carattere agricolo (vite,cereali, olivi, ortaggi allevamen-to) e con alcune connesse industriealimentari.

La vocazione di interattivitàdell’altopiano delle Murge contutti i suoi insediamenti limitrofiha radici nella sua storia. Alcunid’essi si sono configurati nellapreistoria (Ruvo), altri nel V se-colo (Gravina) e prima ancorafurono insediamenti Romani(Altamura) o Greci (Ruvo eGravina). Furono in varie epoche

scavate grotte nel tufo, ampliate delleesistenti, alcune abitate in vario modo, an-che come laboratori di produzione di vasi at-tici dell’antica Grecia.

La cultura estetica formale locale si èquindi stratificata nel tempo con una ric-chezza di componenti tali che ha impregnatoanche fisicamente la terra stessa.

E’ con grande emozione che noi abbia-mo potuto vedere nei terreni appena arati(Gravina) un diffuso substrato di piccoliframmenti di vasi dell’antica Grecia. Senza considerare che ancora oggi du-rante la lavorazione dei campi vengono alla luce in continuazione antichetombe di epoca Greca.

In alto: l’insieme del comparto agricolo sperimentale con le connessio-ni relazionali degli orti delle colture sperimentali e il reparto zootecnico.

Sotto: studi per l’individuazione delle matrici formali e dei percorsipercettivi nelle Murge di Gravina e di Altamura.

Nella pagina a fianco: sotto alla cartina delle Puglie, vista di un parti-colare dell’altopiano delle Murge che si estende parallelamente alla costaadriatica verso cui degrada a volte con leggero declivio, a volte con terrazzed’origine tettonica.

Il terreno dell’altopiano di natura calcarea.Una sorgente d’acqua nella Murgia interna.Un pozzo d’acqua sorgiva nelle Murgie interne

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190 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 191

LE PRESSIONI ED ESPANSIONI FORMALI E L’ANTASODEMO, CARATEBIANZA, 1975

Il disegno illustra lastrutturazione delleAntasodemo in modo che pos-sano ricevere l’afflusso di 2/3persone (si restringe il passag-gio) da almeno due parti op-poste in modo da attivare lapercettività visiva e favorirel’incontro e il ragguppamentodi persone: incontrarsi percostruire.

Sotto: le rampe di acces-so pedonali dellapercorribilità percettiva visi-va verso le antasodemo dellapiazza Cesare Battisti.

Dall’alto: vistadelle antasodemocon il silos deimatrriali.Sotto: le morfologiedelle antasodemorelazionate (cerchiorosso) alle funzionicomunitarie.

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188 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 189

Il lavoro sarà coordinato dai gruppi di lavoro volontari con responsabi-lità a tempo ciclico determinato. Selezionati dal Comune ed eletti tra le forzenella scuola, dei genitori, degli artigiani, dei sindacati. Baricentrico all’in-sieme delle AIITASODEMO è associato il SILOS DEI MATERIALI, che ha lafunzione di rifornire di materiali (dai legni agli espansi ecc.), le attività dellafunzione lavoro.

Il reperimento dei materiali può essere fatto attraverso inviti rivolti alleassociazioni artigiane e ad industrie limitrofe e così anche per le macchineoccorrenti alla loro lavorazione. Particolare attenzione è rivolta agli scartiindustriali

Sia la funzione del gruppo di coordinamento che del lavoro è svolta inbox accessibili e aperti a tutta la popolazione.Tutte le ANTASODEMO sonoparzialmente protette da una copertura leggera sorretta da particololari strut-ture laminari in cemento armato sottile (figura nella pagina a fianco).

Associata all’insieme delle ANTASODENO sono le altre funzioni del cen-tro civico: la funzione di lettura con piccola biblioteca e stamperia la fun-zione di assistenza con gli uffici assistenziali, che troveranno completamentodi attrezzature attraverso l’apporto delle funzioni lavoro dei laboratori co-ordinati dalla comunità tramite i già citati gruppi responsabili di coordina-mento.

LE NUOVE INTERAZIONI DELLE FUNZIONI

Le ANTASODEMO sono strutturate in. modo che possano ricevere l’af-flusso delle persone provenienti dal percorso pedonale a sezione ristretta:(2;3 persone) da almeno due parti opposte in modo da attivare la percezio-ne umana e favorire l’incontro e il raggiungimento di altre persone. Vedidisegno nella pagina seguente

La loro forma particolare favorisce la possibilità di stimolare maggior-mente la loro utilizzazione da parte della popolazione. Infatti, attraverso l’at-tività dei laboratori alimentata dal Silos dei materiali i gruppi di lavoropossono organizzare sulle loro superfici le ritrovate funzioni:

spazi gioco per bambini e ragazzi, spazi per mercatini, strutture per mo-stre didattiche, scene per rappresentazioni teatrali e musicali, anche di grup-pi spontanei, attrezzature per riunioni comunitarie, dibattiti, elementi perfeste popolari, ecc.

E attraverso questo lavoro si cresce in coscienza civica e comunitaria.L’insieme delle ANTASODEMO dà così la possibilità alla popolazione diFARE PROPRIO IL MUNICIPIO (è per questo motivo che un’antasodemo èproposta aldilà dal municipio), RECUPERANDO tutto lo spazio dell’areacomunale e il municipio stesso AD UN NUOVO SIGNICATO DI CENTRALITA’CIVICA che in prospettiva è UNO SCAMBIO INTERATTIVO tra le molteplicifunzioni che la comunità ha individuato di volta in volta.

Questo fenomeno interattivo noi l’abbiamo chiamato PULSANTE.Cioè che non è rigido per il tessuto urbano ma ha la possibilità di modificar-si attraverso lo strumento della costruzione delle funzioni comunitarie.

AGGREGAZIONE DELLE FUNZIONI COMUNITARIE

Il problema oggi è di for corrispondere una morfologia architettonicaalle funzioni comunitarie per rendere cosciente la popolazione che ci si puòincontrare per costruire assieme le funzioni civiche, nell’interesse della co-munità. Nella fase progettuale possiamo attivare le vicinanze funzionali.

Il luogo dell’incontro l’abbiamo chiamato “ANTASODODEMO” (dal-l’accezione funzionale greca “antaso” = incontro e “demo” = costruisco).

LE PRESSIONI ED ESPANSIONI FORMALI E L’ANTASODEMO, CARATEBIANZA, 1975

Al fine di CARICARE DI SIGNIFICATO COMUNITARIO l’insieme pub-blico, alle ANTASODEMO è stata accostata LA FUNZIONE LAVORO deiLABORATORI che è un particolare spazio riservato agli INCON TRI DI LA-VORO nelle ore preordinate e del tempo libero.

La nostra proposta è che, agli INCONTRI TI DI LAVORO può accederetutta la popolazione, ma nella fase iniziale è consigliabile siano i gruppi divolontariato e i ragazzi delle scuole ad iniziare le attività di lavoro inerentil’arredo urbano DELLE ANTASODEMO PER COSTRUIRE LE FUNZIONICOMUNITARIE.

Figura sopra: setto strutturale che sorregge i settori di coperture sottilia protezione delle Antasodemo. E’ morfologicamente configurato in baseall’individuazione delle matri formali ricavate dalle pressioni ed espan-sione di percorsi visivi.

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186 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 187

LE PRESSIONI ED ESPANSIONI FORMALI E L’ANTASODEMO, CARATE BIANZA,1975

Q uindi da un lato abbiamo il predominio della Funzione e in seguito lacostruzione formale; e dall’altro lato abbiamo il predominio dellaDelimitazione formale come fatto costruttivo seguito dalla valutazione dellefunzioni umane.

RECUPERO DELLE FUNZIONI

Oggi il costruire sul suolo pubblico significa per noi riconoscere La co-struzione delle funzioni comunitarie.

Riconoscere il modo come si contrappongono le necessità funzionali deirapporti umani, quindi occorre recarsi sul campo, dove gli uomini stabili-scono delle relazionalità spontanee. Dalle interazioni delle loro necessitànascono le “ Costruzioni spirituali” , che non sono fatte di muri ma sonofatte di Idee di rapporti umani funzionali.

Cioè gli uomini si riuniscono per prendere coscienza, attraverso una con-tinua vicinanza e scambio di informa-zioni, delle necessità di come costruirele funzioni umane della nostra epoca.Il metodo applicativo che ne deriva noilo chiamiamo di Stratificazione fun-zionale storica, perchè propone l’inter-vento in un contesto preesistente; quindivi si sovrappone storicamente.

L’approfondimento progettuale ciha fatto riconoscere subito come vali-de le funzioni del percorrere a piedila superficie riservata alla comunità equindi di dedicare al pedone l’intera

Sopra dall’alto: planimetria delleantasodemo. La sezione longitudinale deglispazi comunitari. La ricerca pittorica dellemorfologie delle pressioni ed espansioni for-mali.

Nella pagina a sinistra: un particolaredella sezione longitudinale.

Sotto: studio delle matrici formali da ap-plicare alle antasodemo. Dai marciapiedi delcorso e da quelli delle vie Pellico e Battisti,della bocciofila Libertà e della piazza dell’Uf-ficio Tecnico si percorrono a piedi le rampedi accesso, in leggera salita, che formano deipercorsi percettivi pedonali a vari livelli e dacui si accede ai luoghi di incontro delleantasodempo.

area comunale. Per questo sono state interrotte al traffico tutte le stradedi accesso alla piazza Cesare Battisti, meno il corso della Libertà deviandoil traffico nell’arteria a nord dell’aggregato urbano.

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184 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 18519..2.I PAESAGGI DELLE FRAMMENTAZIONI ESTESE E LE ANTASODEMO (IN-CONTRARSI PER COSTRUIRE), CARATE BRIANZA, MILANO, 1975

Vista del modello delle Antasodemo con il baricentrico Silos dei materia-li. Nella pagina a fianco: la planimetria della sistemazione complessiva del-l’area comunale.

La ricerca, sperimentata nel lavoro dell’Isola Garibaldi, sulle pressio-ni ed espansioni civiche e morfologiche hanno condotto allo studiointerattivo tra la morfologia dello spazio architettonico con la dimensionecomportamentale delle aspettazioni delle funzioni sociali da parte dellecomunità locali.

E’ in questo senso che essa appartiene al fenomeno dell’ecologia dellaforma (Gestaltecologia). Con il Concorso Pubblico inerente la nuova siste-mazione urbanistica e architettonica delle aree costituenti la Piazza CesareBattisti di Carate Brianza si è estesa questa sperimentazione L’idea è ditrasformare uno spazio pubblico in nuove morfologie di luoghi di incontrole “antasodemo”: “incontrarsi per costruire” le nuove funzioni urbane.

SIGNIFICATI

Nella, storia la piazza ha assunto significati diversi corrispondenti allefunzioni che vi si svolgevano e che a loro volta erano determinae da unaFUNZIONE IDEALE connessa alla vita urbana.

La storia stessa del suo significato è cambiata nel tempo in relazioneall’uso fisico della comunità urbana. L’agorà (da1 greco agorà, derivazione

da agèrein che significa RADUNARE) era nelle città greche lo spiazzo dovela gente si radunsva perchè si teneva mercato e vi si riuniva l’assemblea delpopolo per discutere in pubbliche assemblee le questioni politiche.La platèa(dal latino platys che significa ampio slargo., via larga) era nell’uso urbanoromano uno spiazzo al convergere delle strade principali. In seguito si èconoretizzata nel foro (forum che significa mercato) dove si svolgevano attivitàdi meroato, amminatrative e giudiziarie.

E’ da considerare che, nell’accezione greca l’interesse era riferito al-l’uomo nella funzione del radunarsi, per cui il significato linguistico è atti-nente ad una Funzione . Nell’accezione latina l’interesse era riferito allaForma urbana e. la coseguente applicazione è attinente ad un riferimentodimensionale.

Nella storia urbana il processo storico seguente e fino ai nostri gìorni èstato sempre una contrapposizione dei due significati fondamentali che ab-biamo visto:E’ LA FUNZIONE che g1i uomini stessi compiono e L’ENTITA’ FISICAD’UNO SPAZIO o comparto o superficie di terreno, o prato (il brolo, cam-po medioevale, che è una sorta di forma a priori) che determinano il RI-FERIMENTO DIMENSIONALE, la Gestalt.

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182 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 183

Le sezioni continue dellematrici formali determinanol’aderenza interattiva al con-testo di diffusione luminosadell’esplosione dei dettagliplastici.

E’ la percezione del cam-po di curvatura locale che,cedendo la sua energia allospazio, determina l’esplosio-ne raggiante delle matrici for-mali delle morfologie deicampi di frumento.

Il landscape dei campi di frumento nel cambia-mento di scala della matrice formale della spiga digrano

I PAESAGGI DELLE FRAMMENTAZIONI ESTESE E LA CASA MAININI MASSI-MO A INVERUNO, MILANO, 1975

A sinistra e in alto: le sezioni continue delle ma-trici formali determinano l’aderenza interattiva alcontesto di diffusione luminosa dell’esplosione deidettagli plastici.

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180 MARIO GALVAGNI MARIO GALVAGNI:POETICA DELLA COMPLESSITA’ - breviario del fare architettura 181

19.LE PRESSIONI ED ESPANSIONI FORMALI E I PAESAGGIDELLE FRAMMENTAZIONI ESTESE, 1975

19.1. I PAESAGGI DELLE FRAMMENTAZIONI ESTESE E LA CASA MAININI MAS-SIMO A INVERUNO, MILANO, 1975

A cinque anni dai progetti di Casa Barlocco e Airoldi e dopo la costru-zione di casa Gianni Mainini, ho proseguito questo tipo di ricerca con l’inca-rico per il fratello Massimo di costruire questa raccolta dimora, anche qui,nelle adiacenze degli estesi campi di frumento della località.

La scoperta delle pressioni ed espansioni formali, fin dalle architetturedi Torre del mare, si è perfezionata con la ricerca pittorica degli anni ‘70,che ha portato ai valori estetici della materializzazione del vuoto come luo-go di energie e dove si manifestano interessanti e fondamentali interazioni:delle pressioni come condensazioni delle sezioni morfologiche oggettuali ein architettura con la frammentazione delle matrici formali. Delle espan-sioni come diffusione delle morfologie oggettuali che creano la tensioneenergetica e proiettano all’esterno il colore diffuso raggiante.

Il dipinto e i suoi partico-lari, di ricerca dello spazio pit-torico, sulle pressioni edespansioni formali e la con-seguente condensazione edesplosione delle matrici for-mali catturate nella località.

Nella pagina a fianco, dal-l’alto: vista dal giardino dicasa Mainini Gianni. Vistadall’alto. Particolare delle ter-razze pensili e delleframmentazioni estese.