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lo Spallino ANNO 2 - NUMERO 3 - COPIA GRATUITA Gli occhi Gli occhi sulla Spal sulla Spal centri in ITALIA

SPALLINO n.3

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La rivista del tifo spallino

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Page 1: SPALLINO n.3

lo SpallinoANNO 2 - NUMERO 3 - COPIA GRATUITA

Gli occhiGli occhisulla Spalsulla Spal

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2 L’EDITORIALE di Enrico Testa

Tranquilli, umili ma convintialla faccia dei gufi criticoni

La prima vittoria non si dovrebbe scordare mai. Invece no. Scordiamo-cela subito perché non è qui, attorno alla Spal e su questo giornale, che regnava il solito cosmico, ferrarese pessimismo. Insomma non avevamo e non abbiamo bisogno di ritrova-re il morale perché, semplicemente, l’abbiamo sempre avuto. Ha un po’ più di fi ducia e di autostima, questo sì, la Spal perché fi nora non tutte le prestazioni erano riuscite ma anche la sfortuna ci aveva messo del suo. Il resto l’hanno fatto la gioventù, il normale ritardo di condizione, il pro-cesso di crescita che non è ancora terminato e il nuovo modo di giocare che è più rischioso ma anche decisa-mente più offensivo. Chiusa la parentesi passato, vittoria importantissima di Taranto compre-sa, guardiamo avanti con ancora più ottimismo perché, almeno per quan-to mi riguarda, ci credevo prima fi gu-riamoci ora. Meglio specifi care, però. Alla voce credere intendo in questa squadra e nella possibilità di miglio-rare l’ottimo campionato della scor-sa stagione. Anche a questo giornale, e pure recentemente, l’Archimede di questo gruppo, cioè il Direttore Poz-zi, ha più volte ribadito gli obbiettivi societari. Consolidamento del club,

Editore: Roberto Labardi - Direttore: Enrico Testa

Grafi ca e Stampa: Tipografi a Altedo srl

In redazione: Alessandro Orlandin, Andrea Tebaldi, Annalisa Fenzi, Augusto Bolognesi, Daniela Modonesi, Diego Stocchi Carnevali,

Eleonora Manfredini, Federico Pansini, Giorgio Achilli, Luigi Telloli, Marcello Maranini, Natale Patria, Sergio Gessi, Sergio Pesci,

Sergio Ravani, Stefania Andreotti, Beatrice Bergamini,Nicola “Delez” De Leonardis

Direttore Responsabile: Gianpietro TestaFotografi e: Agenzia Business Press

La collaborazione a questo periodo è da considerarsi del tuttogratuita quindi non retribuita. E’ vietata la riproduzione,

anche parziale, di tutto il materiale contenuto.

Iscrizione al Trib. di Ferrara n. 1/2009 del 19/01/2009

2 L’editoriale DI ENRICO TESTA

3 L’intervento DI TIZIANO TAGLIANI

4 Fuoricampo Bedin, un mediano da Dio DI DANIELA MODONESI

8 Le immagini Spal-Ternana

9 Le immagini Cavese-Spal e Taranto-Spal

10 L’intervista Francesco Quintavalla DI DIEGO STOCCHI CARNEVALI

12 Il vivaio Laurenti, il ragazzo-esempio DI ALESSANDRO ORLANDIN

14 Il vivaio Io sostengo la Spal A CURA DELLA REDAZIONE

16 La storia siamo noi Mino Bizzarri DI FEDERICO PANSINI

18 Il personaggio Ares Tavolazzi DI NICOLA “DELEZ” DE LEONARDIS

20 L’avversario Il Potenza DI DIEGO STOCCHI CARNEVALI

22 La trasferta L’Andria DI DIEGO STOCCHI CARNEVALI

24 Qui Paolo Mazza Spal-Potenza

al Trib. di Ferrara n. 1/2009 del 19/01/200

lo Spallino

Sommario

crescita del settore giovanile, raffor-zamento di una squadra che possa puntare alla serie B per rimanerci, quindi in tre, quattro anni. A mio avviso siamo piuttosto avanti sulla tabella di marcia almeno per quanto riguarda le prime due voci. Sulla ter-za, quella legata ai risultati, si vedrà a fi ne torneo. L’ultimo sassolino me lo tolgo con un sorriso ebete grande così. E si trat-ta di un’altra dedica ai pessimisti. E riguarda il sempre, e chissà perché, discusso tecnico Dolcetti. Che anche a Taranto, ammesso ce ne fosse bi-sogno, ha dimostrato di essere pro-fessionista e persona seria, capace, concreta, disponibile. La scelta di ritrovare Centi dopo una vita è sol-tanto una piccola conferma. Adesso c’è il Potenza, l’occasione giusta per festeggiare i tre punti anche davanti al pubblico biancazzurro. Ci proverà come sempre, la Spal, sperando di non giocare a fl ipper come contro la Ternana. Per me vale tutto quello che traspare dai concetti (pochi) e nella sostanza (tanta) che mi ha scritto un calciatore esperto come Lorenzi: tranquilli, testa bassa, umiltà, avanti così.Parole sante. Quasi come le solite due. Forza Spal.

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3L’INTERVENTOil Sindaco

Caro Direttore,

nell’era dello sport in diretta e a paga-mento, ha ancora senso scrivere e rac-contare il calcio? La mia risposta è as-solutamente positiva, soprattutto se si tratta della Spal.Seguo da anni le vicende della nostra squadra cittadina che riesce, come poche altre, a suscitare attorno a se passione ed entusiasmo. Il campionato appena inizia-to si sta rivelando più diffi cile del previ-sto, come spesso capita nel calcio, ma la squadra sta rispondendo con rinnovato impegno e carattere. Sono certo che la nostra squadra occupe-rà quanto prima i vertici della classifi ca – come dimostra la vittoria a Taranto – an-che grazie all’ottimo lavoro svolto dall’at-tuale dirigenza che ha saputo coniugare competenza e professionalità. Qualsiasi risultato non è mai casuale.Sono in molti ad aver percepito questo messaggio, catalizzando l’interesse del-la città sulla squadra e portando sempre più persone allo stadio, al glorioso stadio “Paolo Mazza”.Non le nascondo una mia personale sod-disfazione nel sapere che lo stadio è fre-quentato da molti ragazzi e ragazze al solo scopo di tifare Spal.Il coinvolgimento dei giovani, portato avanti con convinzione dall’attuale grup-po dirigente e sostenuto dall’ente locale,

ha permesso il rilancio del centro di ad-destramento e delle attività di sviluppo del settore giovanile.È un messaggio importante per la nostra città: una comunità che si ritrova e si identifi ca nella squadra cittadina. Agli sportivi che la seguono ogni domeni-ca dico sempre e solo FORZA SPAL!

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SPAL: Nobili; Picchi, Bozzao; Micheli, Ganzer, Balleri; Novelli, Corelli, Rossi, Massei, Morbello.L. R. VICENZA: Bazzoni; Burelli, Ba-ston; De Marchi, Zoppelletto, Panzana-to; Conti, Agnoletto, Bonanni, Menti, Savoini.Marcatori: Savoini (L.R.V.), Rossi, Rossi (SPAL).

La Spal si presenta al “Comunale” di Ferrara di fronte al proprio pubblico nella seconda giornata di campionato, reduce dalla schiacciante vittoria per 3 a 0 in trasferta (2 reti di Rossi e 1 di Morbello) sul Napoli.Davanti a ventimila spettatori i biancaz-zurri fanno capire subito che l’appella-tivo di squadra spettacolo assegnato loro dalla stampa sportiva gli calza a pennello.Sotto la regia del “maestro” Massei, la squadra gira che è un piacere, il pubbli-co si diverte, i tifosi spallini sono in de-lirio, ma allo scadere del primo tempo Savoini “gela” gli entusiasmi dei ferra-resi portando in vantaggio il Vicenza.Nel secondo tempo la Spal non ci sta a soccombere, la pressione è asfi ssiante, a metà della ripresa con un “uno-due” spettacolare il bomber spallino Rossi (4 reti in due partite!), rende giustizia al merito del campo.Il Vicenza tenta inutilmente una reazio-ne, ma la difesa spallina non si fa sor-prendere.

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Può esserci un legametra una squadra parrocchialedi Reschigliano, la Juveil Lecce, la Sampdoria, l’Udineseun gemello amatissimoun matrimonio, due fi glila Nazionale (sfi orata)la fede (ritrovata)e ora la Spal? La risposta è sìParola del nuovocentrocampista spallino

Va bene che è un mediano, ma tra lui e l’Oriali immortalato da Ligabue la distanza è siderale. Recupera bene i palloni, Maurizio Bedin, ma ha anche piedi buoni. “Gioca generoso”, però non sta “solo lì nel mezzo”. “Anni di fatica e botte” sì, ma senza bruciar-si troppo presto. Archiviato Ligabue, non ci siamo nemmeno con il clichè del calciatore scapestrato, un po’ tombeur e un po’ spaccone, che alla maglia numero quattro della Spal sta come il diavolo all’acqua santa. Non per questo, però, chi lo conosce come “don” Bedin deve aspettarsi una versione biancazzurra di Samuel L. Jackson in “Pulp Fiction”. Magari con il “vichingo” che recita invasato Ezechiele 25.17 prima di fare un lan-cio lungo. Nulla di tutto ciò. Forse è più sem-plicemente un centrocampista che gioca sempre in dodici, ma senza ba-rare. Perché l’uomo in più è… Gesù. Che Bedin ha scoperto quando la sua vita non girava per il verso giusto. E che quella vita gliel’ha cambiata. In meglio.Partiamo da una curiosità: se Wiki-pedia non mente, dalle tue parti vo-tarsi al calcio è quasi d’obbligo…“È vero. Io e il mio amico Davide Ga-staldello, che oggi è alla Sampdoria, siamo nati e vissuti a Reschigliano, a cento metri di distanza l’uno dall’al-tro. E poi c’è Dino Baggio, che è di Tombolo, altro paese della zona”.Tutti talenti sbocciati all’ombra del campanile, immagino. Dalla squa-dra parrocchiale alla serie A. “Sì, ho iniziato proprio così. Avrò avuto nove anni. Ero bravo, facevo

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un sacco di gol. Il mio nome ha co-minciato a circolare ed è arrivato alle orecchie del Montebelluna, che allora vantava uno dei settori giova-nili migliori d’Italia. Mi hanno segna-lato alla Juventus e a tredici anni ho lasciato Reschigliano”.Eri giovanissimo. Come hai affron-tato il salto dalla provincia padova-na alla “Vecchia Signora”? “Per fortuna non ero solo. Oltre a me, furono selezionati anche Loren-zo, il mio gemello, e il nostro fratello maggiore, Alessandro. Senza contare nostra madre, che per tutto il primo anno ha vissuto con noi a Torino. Stavamo in un pensionato e la socie-tà ci trattava bene. Ma l’anno succes-sivo, quando mia mamma è tornata a casa, non siamo riusciti a reggere la lontananza. I nostri genitori veniva-no a trovarci la domenica e, quando andavano via, mi chiudevo in bagno per non piangere davanti a loro. Per questo io e Lorenzo siamo fi niti in prestito al Padova”.Adesso i tuoi fratelli cosa fanno?“Dopo la Primavera nella Juventus, Alessandro ha militato in serie C e ora un po’ lavora e un po’ continua a giocare nei dilettanti. Lorenzo lo stesso. Ma con lui ho condiviso molte più esperienze”.Ovvero?“Siamo arrivati insieme nel Pado-va, in B, a diciassette anni. E da lì siamo passati entrambi all’Udinese dove, tra Primavera e prima squadra, abbiamo trascorso un anno. Poi c’è stato il prestito al Monza, di nuovo in serie B, a diciannove anni. Finché le nostre strade si sono divise. Io ho esordito in serie A con il Lecce, men-tre Lorenzo è approdato alla Juve Stabia, in C2: tutto un altro ambien-te, un’altra vita. E io stavo male per lui. Doversi staccare dalla persona con cui hai condiviso anche la pancia di tua madre è dura. In quel periodo, tra l’altro, mia moglie Erika era in-cinta e aveva avuto una minaccia di aborto”.Ah, avevi saltato il capitolo matri-monio! “Mi sono sposato presto, a ventu-no anni. E l’hanno dopo, nel 2001, è nato Christian. Che dal 2003 ha un fratellino, Tommaso”.E in tutto questo trambusto, sei riu-

6 FUORICAMPO non solo calcio

scito anche a studiare?“Tra traslochi, matrimonio e fi gli, la scuola è passata in secondo piano. Ma il diploma di ragioneria voglio assolutamente prenderlo: mi manca solo l’ultimo anno”.Ora che la famiglia Bedin è al com-pleto, torniamo al Lecce.“Erika, che fi no ad allora mi aveva sempre seguito, non poteva muover-si e al Lecce non volevo più restare. Anche se lì ho toccato uno dei mo-menti più esaltanti della mia carrie-ra: la marcatura di Zidane, fresco di Pallone d’Oro. In quel periodo, la Sampdoria era interessata a me e io ci sono andato, in modo da potermi avvicinare a casa. Esauriti i sei mesi di prestito, sono tornato per un anno e mezzo in serie A, all’Udinese. Poi è arrivato un altro prestito, questa volta in B, al Cosenza. Anche lì per sei mesi, bellissimi. Peccato solo che non ci pagassero! E infatti la società, che era dei Pagliuso, è fallita proprio in quella stagione”.C’è da perdersi, a seguire i tuoi spo-stamenti! Quando avevi diciassette anni, alcuni erano pronti a scom-mettere su di te per un posto in Na-

zionale. Che cosa è andato storto? “Ero uno dei giovani calciatori più seguiti d’Italia e giocavo nel Padova. In base alla legge Bosman, per svin-colarmi avrei dovuto andare all’este-ro e così sono fi nito in Austria, in se-rie B. Dove per sei mesi sono rimasto senza il transfer, quindi fermo. Quan-do è arrivato, mi ha comprato l’Udi-nese, ma ormai le mie quotazioni era-no calate. E della Nazionale non ho più sentito parlare”.Hai conosciuto la A e la B e hai sfi o-rato la maglia azzurra: la Lega Pro non ti sta un po’ stretta?“In B e in C ci sono senz’altro più problemi fi nanziari, e non è facile trovare una gestione davvero sana e solida. Troppe società promettono risultati che non potranno mai man-tenere. E se una squadra affonda, per un giocatore può essere complicato restare a galla. Specie se ha vent’an-ni e nient’altro a cui aggrapparsi. Nel Martina Franca, per esempio, a un compagno molto giovane, reduce dal fallimento del suo vecchio club, l’au-tobus per venire agli allenamenti lo pagavamo noi”.Se Christian e Tommaso volessero

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seguire le tue orme, proveresti a sco-raggiarli?“Forse è troppo tardi: sono entrambi nel Cadoneghe! Di sicuro, non consiglierei loro questo mestiere. Il mondo del calcio non è affatto semplice. Prendi parecchie bastonate e, se non vuoi avvilirti, devi es-sere sostenuto da valori forti. Può succe-dere di saltare qualche partita e di fi nire di colpo nel dimenticatoio, senza un per-ché. E allora si fa presto a convincersi di non valere niente. A Udine, per esempio, per un anno e mezzo io non sono quasi mai sceso in campo”.E sei andato in crisi?“No, anche grazie alla mia fede”.È un tratto di famiglia o l’hai scoper-ta con gli anni?“Fino a diciassette anni bestemmiavo ed ero lontano anni luce da Gesù. Poi a casa hanno cominciato ad esserci dei proble-mi, perché mio padre faticava a mante-nerci. Alcuni amici mi suggerirono di partecipare a una comunità di preghiera e ci sono andato con tutta la famiglia. Da quel momento ho sentito di essere cam-biato: ho percepito la presenza di Gesù accanto a me e c’è stata una vera e pro-pria conversione familiare”.Con qualche benefi cio anche per la tua carriera?“Direi di sì. Proprio quell’anno ho fi rmato un contratto di cinque anni con l’Udinese e ho potuto aiutare mio padre”.Come concili fede e professione? Sot-to molti aspetti, al mondo del calcio servirebbe un esorcismo…(Ride) “Io la vedo così: credo che Dio mi abbia dato un dono e che questo sport sia lo strumento con cui parlare di lui, testimoniare la mia fede. All’inizio c’era chi mi prendeva in giro, vedendomi fare il segno della croce prima di allenamenti e partite”.Ma il primo a scherzarci su sei tu, stando a chi ti ha visto al ritiro.“A Mezzano, quando è partito il coro “don Bedin”, ho fi nto di benedire i tifosi. In re-altà, tutto è cominciato al Martina Fran-ca, dove anche Favasulli voleva parlare di Gesù. Abbiamo pensato insieme a un progetto e fi nora si sono convertiti alme-no quindici giocatori”.C’entra qualcosa con gli “Atleti di Cristo”, cioè i vari Legrottaglie, Mar-co Aurelio, Ze Maria e, in casa Spal, Valtulina?“Non esattamente: loro sono protestan-ti”.

Ma non si vince di sola fede, giusto?“No, certo. La fede ti dà forza. E infatti, prima di lasciare l’albergo e di scendere in campo, leggo sempre la Bibbia, qual-che salmo, il Vangelo. O San Francesco, a cui mi sento particolarmente legato, per-ché parlava poco e agiva tanto. Però le partite le fanno vincere le qualità dell’in-dividuo e il valore del gruppo”.E il valore della Spal qual è?“È quello di essere una squadra di alto li-vello, sia sul piano tecnico, sia su quello umano. Gran parte della nostra coesio-ne deriva da Dolcetti, eccezionale nei rapporti personali. In questo somiglia parecchio a Spalletti, che ho conosciuto all’Udinese”.La coesione regge anche quando i ri-sultati non arrivano?“Sì e lo dimostreremo. Uno dei miei fi lm preferiti s’intitola “Affrontando i giganti”. È la storia di un team di football che vin-ce poco, paralizzato dalla paura di non farcela e bersagliato dalle critiche dei ‘giganti’. Ma alla fi ne, quando il gruppo ritrova la sua forza, tornano anche le vit-torie. Di giganti ce ne sono ovunque e col tempo impari a distinguerli da chi tiene sul serio alla squadra. Cioè i tifosi veri. È anche per loro che dobbiamo dare il massimo”.

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8 LE IMMAGINI Spal-Ternana

Da sinistra in alto:uno dei tanti tentatividi sorprenderela fortunata Ternana.Stavolta ci provaPaolo Rossi.

Il rigore calciatoe sbagliatoda Fabio Bazzanie subito sottoil preparatoreLidio Mellise il direttoreBortolo Pozzicercanodi consolareil bomber dopo l’erroredal dischetto.

In basso:una veduta dellaCurva Oveste un’altra azione sfortunatacon protagonista Giuseppe Meloni.

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Page 9: SPALLINO n.3

9LE IMMAGINICavese-Spal e Taranto-Spal

Nella mezza pagina sinistra: Cazzamalli in azione a Cavadei Tirreni.

Andrea Migliorini e Marco Valtulina impegnatiin marcatura.

In basso:Stefano Lorenzi sventa con forza un’occasione della squadra campana.

In alto a destra: Maurizio Bedinabbraccia il tecnico Aldo Dolcetti dopo l’impresa realizzata a Taranto.

Sotto: il decisivo stacco di testa che vale il suo primo gol spallino per Fabio Bazzani; a fi anco: anche Luis Centi, migliore in campo, abbraccia Bazzani dopo il gol del vantaggio.

Nella foto più grande: la partita è fi nita, la truppa biancoazzurra può andare in pace a festeggiare tre punti importantissimi.

Sotto: i mitici tifosi spallini che persino a Taranto hanno risposto presente.

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10 L’INTERVISTA Francesco Quintavalla

QUINTAVALLAil jolly spallino

di Diego Stocchi Carnevali

Mamma modenese, papà parmigiano, nonni mater-ni reggiani e tu che hai giocato prima nel Bologna e poi nella Spal: manca Piacenza e poi la via Emi-lia è al completo.“Possiamo dire che è proprio così! (ride). Aggiun-giamo pure che io vivo a Carpi e tifo per il Parma, una passione che mi ha trasmesso mio padre: fi n-ché non ho iniziato a giocare, alla domenica andavo sempre al Tardini a tifare il Parma di Scala, Melli, Asprilla e Brolin, il mio idolo di sempre, che ho avu-to la fortuna di conoscere per caso quest’anno in un locale a Milano. A volte la vita è proprio strana”!La serie A l’hai vista di passaggio e con due trage-die nel cuore.“Due tragedie in due anni: prima l’assurda morte di Niccolò Galli a Bologna, poi quella capitata a Jason Majelé l’anno dopo a Verona quando passai al Chie-

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In carriera ha giocato dappertuttoDagli inizi come ala destra a Bolognacon Guidolin e Mazzarrifi no a Lumezzane dove ha fatto l’esterno basso come a FerraraE’ tifosissimo del Parmasogna di giocare ala destra ma purdi scendere in campo accetta tuttoe difende l’inizio di campionato“Siamo stati sfortunatima arriveremo in fondo e beneA Ferrara voglio vincere”

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11L’INTERVISTAFrancesco Quintavalla

da punta ad ala e da ala a terzino. E oggi eccomi qui, dove mi metti sto, cercando sempre di dare il meglio delle mie poten-zialità”.Ma tu che ruolo prediligi?“Io non sono bravo a difendere e non sono neanche bravissimo in fase offensi-va, anche se alla fi ne mi arrangio abba-stanza bene dappertutto. Se proprio do-vessi scegliere, pur prediligendo il fatto di giocare e basta indipendentemente dalla posizione, mi vedrei meglio di tutti come esterno di destra di centrocampo in un 3-4-3. A Ferrara faccio tutto quello che mi chiedono e sono contentissimo, terzino destro, esterno alto d’attacco, mezzala, tutto, tranne il portiere ovvia-mente (ride). Quest’anno ho provato an-che a fare il numero tre e mi trovo bene, non l’avevo mai fatto. Se il mister chiama io sono pronto”.Campionato iniziato un po’ in sordi-na quest’anno.“Come in tutte le cose ci vuole pazienza e mai come quando le cose non vanno bene come tutti vorrebbero, sentiamo la necessità che il nostro pubblico ci stia vi-cino ancora più del solito. Dopo cinque partite limitarsi a guardare la classifi ca non rende giustizia al lavoro estivo che abbiamo fatto e neanche merito al pro-getto che abbiamo ben in mente di vo-ler costruire qui a Ferrara. Una buona

vo di Del Neri. In quei mesi ne ho viste davvero di tutti i colori e, per un ragazzo giovane come ero io allora, sono espe-rienze tanto toccanti quanto scioccanti. Sei costretto a pensare a cose che fi no ad allora neanche ti passavano per la mente. Su quanto tutto, alla fi ne, sia effi mero e il-lusorio e come tutto possa fi nire davvero in un attimo”.Tra le cose positive l’esordio nella massima serie con i rossoblù.“Poteva andare anche meglio perché avrei potuto esordire a San Siro contro l’Inter invece, per colpa del motorino che fu lanciato dagli spalti durante Inter-Atalanta, andammo a giocare a Bari in campo neutro. Questa rimane comunque l’esperienza professionale più bella di tutta la mia vita”.E naturalmente in quel Bologna non eri un terzino e neanche un’ala giu-sto?“Io nasco come seconda punta: sembra ridicolo nel vedermi giocare oggi pen-sare che io fossi un uomo-gol, invece è proprio così! (ride). Nella Primavera del Bologna giocavo esterno d’attacco di de-stra nel 4-3-3 di mister Mazzarri e anche con Guidolin, che fu per tre mesi il mio allenatore in prima squadra, la mia posi-zione era quella di attaccante. Poi le cose nel tempo sono cambiate”.Ci racconti il rapporto con Guidolin e Mazzarri?“Due persone, ancor prima che allenato-ri, che mi hanno dato tantissimo. Mister Guidolin credeva e crede molto nei gio-vani e mi ha sempre fatto sentire parte integrante della prima squadra anche se io ero un giocatore della Primavera e aveva una grande considerazione di me. Con Mazzarri il rapporto è stato fantasti-co tanto che mi chiese di seguirlo appena iniziò a fare l’allenatore in prima sia ad Acireale in C2, poi a Pistoia l’anno dopo ancora. Io non me la sentii di seguirlo in Sicilia anche se, quando tornai da avver-sario, rimasi impressionato in positivo da quella realtà e un po’ di curiosità am-metto che mi è rimasta. Da allora non lo sento più”.Il Quintavalla jolly dove nasce?“Nasce a Lumezzane, dove sono rima-sto per cinque anni, tre dei quali passati con la dirigenza che ho ritrovato quasi in blocco qui a Ferrara. Non so se tutto sia nato per necessità più che per mie reali doti difensive, sta di fatto che mi sono ritrovato a giocare sempre più indietro,

Coppa Italia e, secondo me, una nuvola fantozziana che si è posata su di noi con la Ternana dove, vado a memoria, non mi sembra di aver mai visto la squadra creare così tanto e raccogliere così poco. Bisogna avere fi ducia, i campionati si vincono a marzo, l’importante è non al-lontanarsi troppo dal quinto posto e di questo ne siamo coscienti”.Una battuta fi nale su Ferrara.“Quando sono arrivato mi hanno detto di comprarmi una bicicletta e di iniziare a girarla stando però attento non alle mac-chine, bensì alle altre biciclette! Perché questa è l’unica città dove le due ruote hanno sempre ragione! Aldilà di queste battute è un ambiente affamato ma che ti lascia lavorare serenamente e questo è fondamentale, mi ricorda molto Lumez-zane. Là ho vinto un campionato. Adesso voglio vincerlo qui il prima possibile”.

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Mentre ricomincia la stagionedel settore giovanile abbiamo chiesto al “prodotto” fatto in casa più famosoche cosa signifi ca arrivarein prima squadra e diventare profeta in patriaLa storia di Gianlucaserve ai tanti piccoli biancazzurri che hanno un sogno nel cuore... è un giuramento d’amore...

LAURENTIil ragazzo-esempio

di Alessandro Orlandin

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13gli spallini di domaniIL VIVAIO

Un anno fa era una giovane promessa, un anno dopo è uno degli elementi più inte-ressanti dalla rosa spallina: complice an-che la scaramanzia, non poteva che con-sumarsi nello spogliatoio della Berretti al centro di addestramento, scenario della precedente intervista, di un anno fa ap-punto, l’incontro con Gianluca Laurenti, giovane astro della Spal targata Butelli & Co. È lo stesso diciannovenne originario di Alberone di Ro ad accompagnarci sul-la panca teatro del nostro primo incon-tro, proprio nel giorno successivo al suo esordio in Prima Divisione e alla vigilia della fi rma del primo contratto da profes-sionista. Allora Gianluca, quante cose sono

cambiate a distanza di un anno?

“Parecchie, quando partii per il ritiro esti-vo non pensavo certo che sarei entrato a fare parte stabile del gruppo di Dolcetti: e invece mister e società hanno creduto in me e hanno deciso di tenermi, nono-stante le tante richieste di prestito”.La tua ‘promozione’ tra i grandi ha

riacceso i rifl ettori sul settore giova-

nile e sui suoi prodotti.

“È una cosa che mi fa piacere. Fino a un paio di anni fa era del tutto impensabi-le che dei giovani venissero aggregati e impiegati con questa frequenza. Ma ora il vento è cambiato”.Assieme a te sono stati aggregati an-

che altri tre ragazzi Righetti, Pallara

e Marongiu. Senza considerare che in

ritiro c’era anche Pittaluga, poi an-

dato a giocare in prestito.

“Evidentemente la società crede davvero in noi e nelle nostre possibilità. D’altron-de sia il direttore Pozzi che il presidente Butelli l’hanno detto più volte: bisogna valorizzare il settore giovanile e con il nostro impiego la società sta dando un segnale importante”.La positiva esperienza della Berretti

è stata determinante.

“Certamente, l’anno scorso eravamo un bel gruppo e facendo un ottimo campio-nato ci siamo sicuramente guadagnati un po’ d’attenzione in più da parte di tutti. E poi c’era il mister, Brescia, che abbia-mo avuto la fortuna di ritrovare anche nel lavoro con la prima squadra. La sua presenza e i suoi consigli sono utilissimi a creare una certa continuità con il pas-sato”.L’inserimento in metodi di lavoro

nuovi, con un gruppo nuovo, ha pe-

sato?

“Non più di tanto a dire il vero: già duran-te la scorsa stagione partecipavamo agli allenamenti della prima squadra e quelli della Berretti ci assomigliavano molto, quindi non è stato diffi cile inserirsi. Così come non lo è stato a livello di spoglia-toio, dove io e gli altri siamo stati bene

accolti fi n dal ritiro”.

Dolcetti ha mostrato di vederti bene

nella propria formazione, facendo

affi damento sulle tue doti di veloci-

tà e imprevedibilità. E anche il pub-

blico sembra apprezzare.

“Questo non può che farmi piacere:

il mister cerca sempre di infondermi

fi ducia e tranquillità, ricordandomi

come l’età spesso abbia un valore

secondario una volta scesi in campo.

Quanto al pubblico, trovo compren-

sibile e positivo l’entusiasmo per un

giovane cresciuto in casa e immagino

che i tifosi grazie a questo sappiano

perdonarmi anche qualche sbaglio di

troppo...”.

Hai addirittura segnato su un pal-

coscenico importante come il Renzo

Barbera di Palermo, in Coppa Ita-

lia.

“A dire il vero ero convinto che aves-

se segnato Rachid (Arma), io avevo

fatto semplicemente un cross! E in-

vece grazie alla televisione ho sco-

perto che il gol era mio e ho ricevuto

decine di complimenti da tutti”.

La tua notorietà è decisamente au-

mentata.

“Addirittura nel mio paese c’è gente

che mi ha fermato per chiedermi l’au-

tografo! Il che è un po’ imbarazzante

perché ancora non ho concluso nulla

di importante, ma è pur sempre una

bella sensazione”.

Dire che non hai concluso nulla è un

po’ un esagerazione, no?

“Diciamo che il mio non è certo un

punto d’arrivo, quanto uno di par-

tenza: so di dover lavorare sempre

al massimo, di dover ascoltare l’alle-

natore e di non montarmi la testa. E

magari tra qualche anno potrò dire di

aver fatto qualcosa di importante”.

In quali aspetti senti di dover mi-

gliorare?

“Credo di dover migliorare su quasi

tutti gli aspetti del mio gioco, anche

se sicuramente un rafforzamento fi -

sico è una delle priorità principali”.

C’è un compagno di squadra da cui

stai imparando più degli altri?

“Direi tutti e tre gli esterni di centro-

campo: Bracaletti, Valtulina e Rossi

sono giocatori di un certo spessore

e mi stanno insegnando molto sul

come sfruttare meglio le mie doti di

velocità e dribbling”.

Le tue aspettative per questa tua

prima stagione da giocatore della

prima squadra?

“Rendermi utile e migliorarmi come

giocatore e come persona. Tutto

quello che verrà in più sarà tutto di

guadagnato”.

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Gianluca,dal biancoazzurroall’azzurro

Gianluca Laurenti

è stato convoca-

to per il raduno

della Rappresen-

tativa Under 20 di

Lega Pro. L’ala sarà

a Coverciano giovedì

1 ottobre. Un’altra

bella soddisfazione

per la società spallina.

Page 14: SPALLINO n.3

14 IL VIVAIO gli spallini di domani

DIAMOLORO

UN FUTURO

ALLIEVI REGIONALI

Spal-Crociati N. 0-3Bellaria-Spal 1-2

GIOVANISSIMI NAZIONALI

Spal-Carrarese 2-0

GIOVANISSIMI REGIONALI

Crociati N.-Spal 2-1Spal-Bellaria 3-0

I RISULTATI

ALLIEVI REGIONALI

Bologna 6; Reggiana, Parma 4; Spal, Cesena, Crociati N., Sassuolo, Modena 3; Fed. Sammarinese, Ravenna, Bella-ria, Giacomense 0.

GIOVANISSIMI NAZIONALI

Bologna, Fiorentina, Empoli, Parma, Spal, Modena, Prato 3; Reggiana, Spe-zia 1; Lucchese, Sassuolo, Carrarese, Giacomense, Grosseto, Livorno, Via-reggio 0.

GIOVANISSIMI REGIONALI

Piacenza, Cesena, Sassuolo 6; Spal, Parma, Bellaria, Crociati N., Reggiana, Modena, Giacomense 3; Bologna, Rimi-ni, Ravenna, Fed. Sammarinese 0.

LE CLASSIFICHE

In attesa che i campionati Berretti ed Allievi Nazionali prendano il via, sono partiti i tornei che vedono impe-gnate altre tre squadre del settore gio-vanile spallino.I Giovanissimi Nazionali allenati da Jonathan Binotto hanno esordito in maniera convincente battendo la Car-rarese. Un 2-0 netto e meritato, arrivato grazie a una rete per tempo, entrambe nate dalla fascia destra biancazzurra; nel primo tempo Neffati poi Guerriero nella seconda frazione di gioco hanno griffato questi tre punti, meritati dalla Spal anche secondo l'allenatore della Carrarese Marco Scotti che ammette sportivamente: “La Spal ha vinto con merito, niente da dire… Bella squadra, mi è sembrata bella in ogni reparto. Complimenti”. La prestazione e le paro-le di apprezzamento del mister apuano fanno dunque ben sperare per il prose-guo del campionato. Viaggiano invece a braccetto le due squadre Regionali. Stesse avversarie affrontate, Crociati Noceto e Bellaria, una sconfi tta all'esordio e pronto riscat-to nel secondo turno per entrambe.Gli Allievi Regionali di Massimo Al-biero dopo lo 0-3 contro il Crociati, hanno espugnato Bellaria (2-1, Iazzetta e Faccini i marcatori). Per i Giovanissimi Regionali sconfi t-ta per 2-1 (Favaro) a Noceto e netta vit-toria 3-0 (con gol del solito Favaro, Fini e Fortini). Da sottolineare che Crociati e Bellaria sono società che schierano ragazzi al limite d'età, quindi un anno in più dei giovani biancazzurri.Nelle prossime settimane prenderanno il via anche i tornei dei Giovanissimi Regionali Sperimentali. I due gruppi guidati da Fabbri e Pasetti vedono im-pegnati ragazzi nati nel 1997 e 1998.Non resta che fare un grosso “in boc-ca al lupo” a tutti gli allenatori e ai loro calciatori e, per dirla alla Galeazzi, buon campionato a tutti!

Dall’alto:

Eddin Ihab Neffati (‘95),ala destra

GiulioIazzetta (‘94),centro-campista Lorenzo Favaro(‘96),attaccante

Pronti, partenza, via!Aspettando il debuttodella Berrettie degli Allievi Nazionaliprime partite della stagioneper tre formazionidei ragazzi di via Copparo

Page 15: SPALLINO n.3

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15IL VIVAIOgli spallini di domani

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Page 16: SPALLINO n.3

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A Ferrara ha fattouna marea di goleppure un suo gestoverso la Ovest lo fecediventare un bersagliodei tifosi biancazzurriUna vita dopol’ex attaccante chiarisce“Fu colpa di Donigagliaio volevo restare alla Spaluna squadra che amavoe seguo ancoraAi tifosi chiedo scusaperché li ricordo sempree davvero con affetto”

MINOBIZZARRIl’ultimo bomberdi Federico Pansini

“Un giocatore così non l’avevate mai vi-sto e quando Mino segnò tutta la Curva esultò!”. Una canzone di un’icona musi-cale italiana, rivisitata dal cuore del tifo biancazzurro, per uno dei giocatori, nel bene e nel male, protagonisti del recente passato spallino. Parliamo di Girolamo “Mino” Bizzarri, forse l’ultimo grande bomber di razza a vestire la maglia della Spal. Con Bizzarri ripercorriamo la sua storia spallina, che ha lanciato l’attaccan-te abruzzese in palcoscenici di categorie superiori (Cesena in serie B e poi Brescia nel massimo campionato, di cui si ricor-da una prestigiosa doppietta al Milan del Capello-bis).Mino Bizzarri, oggi, è ancora nel mondo del calcio? «Alleno la squadra della mia città, Roseto degli Abruzzi. Siamo reduci dalla vittoria nel campionato di Promozione e stiamo per prendere parte a quello di Eccellen-za. Non ho lasciato il calcio, perché amo troppo questo sport e questo mondo che mi hanno dato e regalato moltissimo. Sto studiando per diventare un bravo allena-tore, prossimamente parteciperò anche al corso per la seconda categoria».Ripercorriamo la tua esperienza alla Spal. Prima annata, stagione 1993-1994: 22 gol in 32 presenze. «A Ferrara arrivo grazie al diesse Botteghi che mi prelevò dalla Reggina. L’impatto non fu semplice: la Spal era reduce dal-la brutta annata in B, c’era grande pres-

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Page 17: SPALLINO n.3

17LA STORIA SIAMO NOIparola di ex

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sione da parte dell’ambiente e si voleva risalire la china da subito. Ci misi un po’ ad ambientarmi, ad entrare nei meccani-smi della città e della squadra, ma le cose nel tempo migliorarono e la situazione si ribaltò completamente. Iniziai a segnare e con i tifosi, specialmente con la Curva Ovest, si strinse a pelle un rapporto che ancora oggi è diffi cile spiegare: fu come un innamoramento a prima vista. A volte anche troppo intenso. Abitavo in centro a Ferrara, non avevo ancora il permes-so per la macchina e presi, fra l’altro, un sacco di multe dai vigili. Di giorno, quan-do andavo a prendere il pane o a fare una passeggiata, ero letteralmente assediato dai tifosi: una foto, un autografo, due chiacchiere. C’era sempre qualcuno che mi fermava».Di quell’anno si ricordano i playoff: prima il doppio derby col Bologna, poi la sconfi tta a Verona con il Como. «Il derby con i rossoblù era sentitissimo. Mi ricordava quello giocato con il Mes-sina l’anno prima a Reggio Calabria. Fu una grande vittoria al “Dall’Ara” che ci consentì di perdere senza danni la sfi da in casa per 1 a 0. Poi quella maledetta partita con il Como: se ne sono dette e scritte tante, l’unica cosa che ci fregò fu quel gol validissimo annullato a Zamu-ner. Ho odiato i playoff, da quella volta. Era una formula nuova, diversa rispetto a quella odierna. Arrivammo con 15 pun-ti di vantaggio in campionato rispetto al Como. Oggi, nella stessa situazione in fi nale, giocheremmo la prima partita da loro e l’ultima al Mazza. E in caso di pa-reggio passeremmo noi».Nella stagione seguente, 21 gol in 29 partite giocate. Un annata complica-ta e iniziata con la tragedia di Giu-seppe Campione. «Di Beppe ero stato compagno di stanza in ritiro. Per me come per tutti gli altri fu uno shock tremendo. Un ragazzo splen-dido, sempre sorridente: non meritava quella fi ne tragica. Ricordo i giorni suc-cessivi al suo incidente: il clima di lutto in città, allo stadio e dentro lo spogliato-

io. Nessuno riusciva a parlare, compreso il mister. Ci fu quella partita con lo Spezia dove segnai quattro gol, ma dentro ero a pezzi anche se fu il modo migliore per ricordarlo. Beppe sarebbe arrivato lonta-no, come calciatore: aveva colpi incredi-bili. Cassano, un fuoriclasse assoluto, me lo ricorda tantissimo».Poi l’esonero di Discepoli, l’arrivo di Guerini, la Spal che dalle prime po-sizioni di classifi ca si ritrova a fi ne stagione fuori dai playoff. «Con Discepoli avevo un grande rappor-to, e l’arrivo del nuovo tecnico cambiò tante cose: allenamenti diversi, modi diversi. In poche settimane mi ritrovai con la pubalgia e per tre mesi ho fatto sei giorni su sette di cure a Firenze, iniezio-ni, trattamenti, per poi tornare a Ferrara la domenica e giocare. Fu un sacrifi cio tremendo, in termini fi sici, ma fatto per l’affetto e la voglia di fare bene con la maglia della Spal. Il fi nale di campionato fu negativo, ma io ero già pronto a ripro-varci dalla stagione successiva. E invece, andò diversamente da quello che spera-vo».Cosa accadde? «In estate ricevetti una telefonata da Do-nigaglia, mi disse che il mio ingaggio era troppo elevato per essere sostenuto dal-le casse societarie. Allora, visto che da Ferrara non volevo andarmene, gli pro-posi di allungare il contratto, venendogli incontro con una forte riduzione dello stipendio. Sembrava tutto concordato, e dopo un paio di settimane venni a sapere che mi aveva ceduto al Cesena. Ci rimasi molto male anche per quello che succes-se dopo».A cosa ti riferisci? «Venni a sapere, quando ero a Cesena, di una sua intervista in cui mi accusava di essermene voluto andare da Ferrara per soldi, facendomi passare per un merce-nario. Credo che da quello nacque anche l’astio dei tifosi nei miei confronti. Mi ricordo di una partita qualche anno se-guente, in cui dal primo all’ultimo minu-to sono stato insultato dai tifosi spallini. Non l’ho trovato giusto: io per quella ma-glia, per la Spal, per i suoi tifosi ho dato tutto e di più. E ripeto: avrei voluto conti-nuare la mia esperienza in biancazzurro, non fui io a scegliere di andare altrove».C’è chi ricorda bene un tuo dito me-dio, da avversario, nei confronti del-la Ovest. «Giuro, è un episodio che ho rimosso

e che non ricordo. Forse, proprio per il nervosismo che si era creato, ho avuto un gesto di stizza. E se mai avessi man-dato a quel paese la Curva, me ne assumo le responsabilità e chiedo scusa per quel-lo che ho fatto. Una reazione del genere, però, può essere stata fi glia solamente di un atteggiamento offensivo nei miei con-fronti, altrimenti mai mi sarei permesso di farlo anche per l’affetto che nutrivo e ancora nutro nei confronti dei tifosi spal-lini».Segui ancora i biancazzurri?«Certo, mi tengo aggiornato con il televi-deo e so che quest’anno la Spal è inserita nel girone del sud. La Prima Divisione è cambiata rispetto alla serie C dei miei anni: credo che qualitativamente non ci siano avversarie quotate come quelle di allora e che anche al Sud, la pressione nei confronti degli avversar,i sia dimi-nuita rispetto al passato. Alla Spal serve comunque essere caratterialmente e psi-cologicamente forte, perché la tecnica non manca e se la potrà giocare con tutti. Bisogna affrontare con la giusta deter-minazione anche squadre come Taranto, Pescara, Foggia sui loro campi, perché la Spal ha storia e blasone che nulla hanno da invidiare alle altre grandi del torneo».

Page 18: SPALLINO n.3

18 IL PERSONAGGIO Ares Tavolazzi

Ares, ferrarese doc, è uno dei più grandimusicisti del mondo. Ex bassista degli Areae poi collaborazioni prestigiose con Mina, FinardiGuccini, Conte e Capossela tra gli altriIl suo rapporto con la città estense e un vecchio provino con la Spal fi nito bene… ma ha vinto la musica

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19IL PERSONAGGIOAres Tavolazzi

Ares Tavolazzi nasce a Ferrara nel luglio del 1948. E’ un “mostro sacro” della musica jazz italiana ed inter-nazionale. Incide il suo primo disco a diciassette anni e diviene nel 1973 il bassista degli Area di Demetrio Stratos. Collaborerà poi con Mina, Finardi, Guccini, Conte e Capossela, solo per ricordare gli autori italiani. Curiosità: suo il basso nella sigla Ufo Robot.

Fare musica in Italia è sempre stato diffi cile. A Ferrara in particolare? “Fare un certo tipo di musica che non segua i canoni di massa è diffi cile ovun-que. La ricerca musicale che non va in-contro a questi canoni ha vita dura, so-prattutto nelle città di provincia come Ferrara. Ferrara è una città che stenta ad importare cose nuove e di conse-guenza ha diffi coltà ad esportarle. Fin dagli anni settanta quei pochi musicisti che potevano farlo sono stati trattenuti dall’andarsene altrove, dalla mentalità chiusa di una “città chioccia”. Credo in questo frangente di essere stato for-tunato e forse un po’ incosciente, quel tanto che basta per rivolgermi altrove, appunto. L’esperienza con gli Area è stata da questo punto di vista fonda-mentale e decisiva”.Lei ha cominciato presto la sua professione. Ferrara l’ha lascia-ta da ragazzo: quali i suoi ricordi? Il distacco le dava più nostalgia o senso di liberazione?“In realtà non ho mai lasciato Ferrara, non ne ho avuto bisogno, vivo fuori Ferrara solo da una decina di anni. Mi spostavo per lavoro, ma la mia famiglia e io vivevamo stabilmente nella città. Mi piace la mia città, specialmente la notte o il mattino presto, quando posso passeggiare per la città vecchia e gu-starmi le sue meravigliose abitazioni, sbirciando all’interno di qualche giardi-no. Spesso torno nella zona in cui sono nato e cresciuto (via Fossato di Morta-ra e dintorni), e rivivo i momenti della mia infanzia con grande felicità”.Facciamo un gioco: pubblichiamo un cd musicale con tre titoli che rispecchino Ferrara e il suo mood

dagli anni settanta ad oggi...“Tre titoli per un cd… Non seguo mol-to la musica d’oggi, preferisco espri-mermi attraverso i sentimenti vissuti personalmente. 1) “I Watussi” di Edo-ardo Vianello. Quando ho comincia-to a suonare negli anni sessanta alla “Porta D’oro” in via Mortara, questo brano e l’hully gully più in generale, erano molto di moda e mi sembra che questo ballo rispecchi un po’ la menta-lità godereccia del ferrarese. 2) “Kind of blue” di Miles Davis, mi piacerebbe ascoltarlo mentre costeggio il Castello alle sei del mattino. 3) “Speranze per-dute” di Morelli, un vecchio valzer che mio padre spesso suonava con gli ami-ci all’osteria e in casa. Questo modo di fare musica, semplice e senza pretese, è stato ed è tuttora una guida”.Una delle colonne sonore di Fer-

rara sono i cori che si sentono allo stadio alla domenica… Lei è mai stato tifoso della Spal? Ha qualche aneddoto che la lega al sodalizio biancoazzurro?“Non sono mai stato un tifoso di calcio, ma ho sempre giocato a livello amato-riale e amo molto il calcio giocato. A quindici anni feci un provino alla Spal con esito positivo, ma dovetti sceglie-re tra la musica (suonavo già il sabato e la domenica) e il calcio. La scelta la conosciamo. Ho dei bellissimi ricordi del campionato amatori, le emozioni del prepartita e le mangiate del dopo, tutti insieme, che si avesse vinto o per-so. Quando posso vado ai “Tre Campi” in via Canapa e rivedo persone che mi sembrano lì da sempre, ci si saluta come se ci si fosse lasciati il giorno pri-ma, è sempre molto emozionante”.

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L’AVVERSARIO Potenza

più. Non sono scontento, per carità, alla fi ne se ci penso devo ringraziare tutte le società, gli allenatori, bravi e meno bravi che mi hanno comunque insegnato qual-cosa, a diventare sia calciatore sia uomo. Non sono uno che le manda a dire, sono schietto mentre il calcio è un mondo par-ticolare che spesso ti chiede di scende-re a compromessi, con tanta ipocrisia di contorno. Dal mio punto di vista ho sem-pre creduto che portare avanti la propria personalità fosse la cosa più importante e così è stato. Se mi ha penalizzato il mio atteggiamento di certo non ha scalfi to il mio onore e la mia dignità e se mi guardo

CIRO DE CESAREun intramontabile a Potenzadi Diego Stocchi Carnevali

A dicembre compirai trentotto anni:

ci sveli il segreto di questa tua eter-

na giovinezza?

“La grande passione per il mio lavoro ac-compagnata da una vita sana, da un’ali-mentazione corretta e da un numero di ore di sonno adeguate: sembrano tutte piccolezze ma alla fi ne fanno la differen-za nella carriera di un calciatore”.Quattrocento gare da professionista,

tanta gavetta e tanti saliscendi per

l’Italia anche a campionato in corso.

Perché?

“Mi è mancata la continuità e non c’è dubbio che avrei potuto fare ancora di

L’attaccante dei lucaniè la chioccia dei rossoblùDall’anno a Casarano con Miccolifi no alla Salernitanacon Delio Rossi e Di Vaioe poi l’esperienzastraordinaria con il ChievoOra la Lega Pro e un sogno “Potremmo essere noila sorpresa della stagione”

Page 21: SPALLINO n.3

21L’AVVERSARIOPotenza

PortieriGragnaniello, Tesoriero

DifensoriBarbato, Cardinale, Chiavaro,

Langella, Porcaro

CentrocampistiAnderson, Berardi, D’Aguanno,

De Simone, Frezza, Giannusa, Lolaico, Lucenti, Nappello, Profeta, Vanacore

AttaccantiAquino, Catania, De Cesare,

Polani, Scardini, Smith

LA ROSA

indietro era quello che volevo”.Essere profeta in patria è diffi cile

eppure a Salerno hai lasciato ricordi

importanti.

“Penso che chiunque vorrebbe giocare nella squadra della propria città e vincere e io ci sono riuscito a conquistare la se-rie A con la Salernitana dopo che l’anno prima giocai a Casarano con quel “feno-meno” di Miccoli: fu un anno straordina-rio il 1997 con Delio Rossi in panchina e calciatori importanti, su tutti Di Vaio, che fece ben venti gol in un “Arechi” indescri-vibile. L’anno dopo iniziò il mio viaggio verso il nord ma appena ho ricevuto la proposta di tornare nella mia città non ci ho pensato due volte e ho subito accet-tato: tre anni fa sfi orammo la B contro il Genoa”.Al nord sei stato protagonista asso-

luto del Chievo dei miracoli.

“Con Corradi e Cossato compagni di re-parto e Gigi Del Neri in panchina. Sono stati anni indimenticabili, so di aver dato tanto in Veneto e so che ancora oggi mi ricordano con grande affetto e li ringra-zio. Non è stato facile all’inizio per un ragazzo del sud come me ambientarsi in una città in cui facevo fatica a farmi ca-pire e a entrare in rapporto con una real-tà come quella veronese. A tutto questo devi sommare i dubbi leciti di un ragaz-zo: sono partito che mi chiedevo se mi avrebbero voluto bene, se sarei riuscito a trasmettere loro chi ero come persona prima ancora del giocatore. Un ruolo fon-damentale l’ha avuto il direttore sportivo Giovanni Sartori che mi ha insegnato tut-to da come si sta in mezzo alle persone, a capirle e farmi apprezzare. E’ stato tutto per me”.Parlaci del Potenza. Sarete voi la

mina impazzita del girone?

“Siamo una squadra nuova, con giocato-ri giovani che hanno davanti a loro una carriera importante come il portiere Te-soriero e il centrocampista Nappiello. A

IL CAMMINO DEL POTENZA

1ª GIORNATAGIULIANOVA-POTENZA 1-0

2ª GIORNATAPOTENZA-ANDRIA 3-1

Polani 2, Catania

3ª GIORNATAPOTENZA-RAVENNA 1-1

De Cesare

4ª GIORNATATERNANA-POTENZA 3-0

5ª GIORNATAPOTENZA-REAL MARCIANISE 0-2

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loro vanno aggiunti Profeta, Porcaro e lo stesso Aquino con cui ho fatto coppia fi ssa di reparto a Frosinone per due anni. Ci vuole pazienza ma ho la convinzione che faremo bene e il presidente, con cui ho un rapporto splendido che va oltre il campo, ha costruito una formazione che può tranquillamente ambire ai playoff. La gente lucana mi conosce, non racconto bugie, sono già stato qui due anni fa e ci siamo salvati ma adesso dico loro che è venuto il momento di raccogliere i frutti di un duro lavoro dopo anni di sofferenze sportive. Ho raccolto questa sfi da perché so che posso dare ancora tanto e non c’è dubbio che la sorpresa del campionato alla fi ne potremmo essere proprio noi”.

Intervistee reportage su

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Un po’ di Spal è in testa alla classifi ca di serie A. Eh... sì perché alla guida della Sam-pdoria, rivelazione di inizio di campionato, c’è l’ex biancazzurro Del Neri. Ecco un ve-loce excursus, senza pretese di completez-za, tra gli ex giocatori spallini, per vedere come si sono comportati nello scorso fi ne settimana e come sono stati valutati dagli inviati della Gazzetta. Del Neri si è aggiudicato un 7.5. L’ex alle-natore spallino Allegri sconfi tto con il suo Cagliari, 1-2 dall’Inter, viene assolto dal quotidiano con un 6.5: “Mette in crisi il ce-lebrato Mourinho. Vietato abbattersi”. In A ottima prova di Pellissier (Chievo) 6.5 e a segno nel 3-1 sul Genoa mentre Manfredi-ni crolla nel disastro dell’Atalanta a Bari (4-1) e si prende un 5.In B Pierobon (Cittadella) ha visto dalla panchina l’1-1 tra Reggina e la formazione veneta. E la panchina è stata per ora una costante per Arma, spettatore in un Torino che veleggia ai vertici della classifi ca. Sem-pre in serie cadetta Cortellini (Modena) in campo novanta minuti nella sconfi tta 3-1 a Grosseto: voto 5.5. Nella stessa partita Consonni (6.5) e Valeri (7), protagonisti nella formazione toscana. E veniamo alla Prima Divisione. Nell’Ales-sandria 5.5 per Artico nella sconfi tta inter-na per 0-2 contro il Figline; 6.5 per Martuc-ci (in campo 68 minuti) e 6 per l’ex allena-tore Leo Rossi nel Viareggio sconfi tto per 1-0 a Monza. Rete e buona prova per Selva (voto 7) nel 2-0 del Verona alla Ternana; Cunico (7) protagonista nella vittoria del Portogruaro a Lanciano mentre Specchia ha visto la stessa partita dalla panchina veneta. Nella Reggiana 5.5 per Temelin in campo fi no a metà ripresa nella vittoria 1-0 sulla Cavese. Qualche citazione di Seconda Divisione: 7.5 e doppietta per Bisso nel Legnano che ha vinto 3-1 a Carpenedolo; 5.5 per Fran-chini nel pareggio della Cisco Roma a Vico Equense; 6 per Giorgi entrato a metà ri-presa in Giacomense-Poggibonsi 2-0; 6 per Careri, portiere a Melfi nella vittoria per 3-0 sul Siracusa e 6 anche per l’altro ex por-tiere Nordi nel Gela (1 a 0 al Monopoli). Infi ne 6 per Moro, sostituito a metà ripresa in Spezia-Canavese 1-1.

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Ad Andria, dopo un’estate trascorsa a festeggiare il terzo ripescaggio in cinque anni (intendiamoci, la società pugliese non ha fatto altro che far valere la propria posizione su alcuni “buchi” regolamenta-ri che le consentono di essere in Prima Divisione a pieno titolo), si trova oggi a pagare lo scotto tipico delle neopromos-se. A Oberdan Biagioni è stata confezio-nata una squadra nuova per almeno otto undicesimi, logico che l’affi atamento in campo sia stato complicato. La società ha poi deciso di esonerare il tecnico chia-mando Aldo Papagni. In Puglia dicono sia solo questione di tempo per vedere una squadra come si deve ma intanto la cruda realtà è appunto l’esonero dell’ex

ANDRIAObiettivo rimontaEsonerato Biagioni, è arrivato Papagniper cercare di rivitalizzare una squadrache ha cominciato malissimo nonostanteun organico all’altezza della situazioneI primi frutti si sono visti subitoTanti i giocatori esperti. Da Sibilano a BellavistaDavanti attenti a quei due Dionigi e Maccana suo tempo seguiti anche dal Direttore Pozzi

Pagine a cura di Diego Stocchi Carnevali

Page 23: SPALLINO n.3

23L’AVVERSARIOAndria

PORTIERIMennella, Pazzagli, Pennesi, Sansonna

DIFENSORIBraca, Ceppitelli, Di Simone, Goisis,

Losito, Milella, Nicolao, Pierotti, Pomante, Sibilano

CENTROCAMPISTIBellavista, D’Allocco, De Santis,

Doumbia, Giorgetti, Iennaco, Iezzi, Margarita, Ottobre, Paolucci, Rizzi

ATTACCANTIAnaclerio, Dionigi, Maccan,

Mastrolilli, Sy

LA ROSA

ACQUISTI

Mennella (p, Cassino)Nicolao (d, Francavilla sul Sinni)

D’Allocco (c, Olbia)Giorgetti (c, Lecce)

Infantino (a, Bitonto)Braca (d, Cosenza)

Pennesi (p, Ascoli, Pr)Pazzagli (p, Fiorentina, Pr)

Paolucci (c, Taranto)Bellavista (c, Bari)

L.Anaclerio (a, Verona)Dionigi (a, Taranto)Pierotti (d, Cavese)

Maccan (a, Brescia, Pr)Margarita (c, Grosseto, Pr)

Sibilano (d, Verona)Pomante (d, Pescara)

Iezzi (c, Sv)Sy (a, Perugia, Rs)

Ceppitelli (d, Perugia, Rs)Doumbia (c, Bari, Rn)

CESSIONI

Amadio (p, Pescara, Fp)Di Cosmo (a, Catania, Fp)

Strambelli (c, Bari, Fp)Cavaliere (a, Barletta)Rescio (c, Barletta, Pr)Sportillo (d, Barletta)Spitoni (p, Bologna)

Infantino (a, Barletta, Pr)

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La prossima trasferta

Mangiare ad Andria

IL CAMMINO DELL’ANDRIA

1ª GIORNATAANDRIA-TERNANA 0-1

2ª GIORNATAPOTENZA-ANDRIA 3-1

Giorgetti

3ª GIORNATAANDRIA-FOGGIA 0-1

4ª GIORNATARIMINI-ANDRIA 2-1

Goisis

5ª GIORNATAANDRIA-COSENZA 1-0

Maccan

regista del Foggia di zemaniana memo-ria (quattro gare, zero vittorie e due soli gol all’attivo di cui zero in casa). Papagni avrà il compito di provare a catabolizza-re quanto prima le risorse, notevoli, pre-senti nella squadra: i difensori Sibilano e Pomante, il centrocampista Bellavista, l’ala D’Allocco, il trequartista Margarita e le punte Dionigi e Maccan sono nomi im-portanti per la categoria, vicino ai quali giostreranno i vari Ottobre, Goisis, Cep-pitelli e Di Simone (con Lorenzi a Carpi una vita fa). Dalla panchina un occhio di

riguardo all’attaccante Sy, velocissimo. Gara che si preannuncia più complicata di quanto non dica la classifi ca (bugiar-da) e squadra con un morale che potreb-be d’un tratto andare alle stelle qualora arrivasse un risultato positivo della gara di questo turno con il Cosenza. Anche il pubblico gioca un ruolo importante e il “Degli Ulivi” ha una media di quattromi-la andriesi a partita. Massima attenzione dunque ad una formazione che assomi-glia ad un gatto sornione e pronto a graf-fi are.

Page 24: SPALLINO n.3

24 LA DOMENICA NEL PALLONE qui Paolo Mazza

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SPAL-POTENZA, 27 settembre 2009LE PROBABILI FORMAZIONI

1CA

PECC

HI

2GH

ETTI 7

SCHI

AVON

6LO

RENZ

I

11M

ELON

I9

BAZZ

ANI

8M

IGLI

ORIN

I

5ZA

MBO

NI

4BE

DIN3

CABE

CCIA

10 CENT

I 1GRAGNANIELLO

7VANACORE

(Lucenti)

2FREZZA

4DE SIM

ONE

5CARDINALE

10CATANIA

11DE CESARE

8BERARDI

3LOLAICO

6LANGELLA(Porcaro)

9AQUINO

Allenatore: DOLCETTI. A disp.: Righetti, Bortel, Quin-tavalla, Cazzamalli, Laurenti, Bracaletti, Valtulina.

Allenatore: MONACO. A disp.: Tesoriero, Barbato, Giannusa, Lucenti (Vanacore), Anderson (Profeta), Nappello, Polani.

DIFFIDATI

MIGLIORINI (SPAL)

CLASSIFICA MARCATORI2 reti: Altinier (Portogruaro), Arma (Spal ora al To-rino), Artistico (Pescara), Concas (Ternana), Corona (Taranto), Olivi (Pescara), Polani (Potenza), Stefani (1 rig. Reggiana), Tedesco (Marcianise), Marchi (Porto-gruaro).

(*) una partita in meno

TERNANA 12PORTOGRUARO 12PESCARA 9HELLAS VERONA 9 GIULIANOVA 8REGGIANA 7TARANTO 7COSENZA 6FOGGIA *6

RAVENNA *6SPAL 6PESCINA VdG 5VIRTUS LANCIANO 5CAVESE 4RIMINI 4POTENZA 4ANDRIA 3MARCIANISE 3

CLASSIFICA

OGGI27 SETTEMBRE 2009

COSENZA - LANCIANO PESCARA - ANDRIA PORTOGRUARO - GIULIANOVA RAVENNA - VERONA MARCIANISE - PESCINA VDG RIMINI - CAVESE SPAL - POTENZA TARANTO - REGGIANA TERNANA - FOGGIA

PROSSIMO TURNO4 OTTOBRE 2009

ANDRIA - SPAL CAVESE - RAVENNA FOGGIA - MARCIANISE GIULIANOVA - LANCIANO PESCARA - TERNANA PESCINA VDG - TARANTO POTENZA - VERONA REGGIANA - COSENZA RIMINI - PORTOGRUARO

Associazione di VolontariatoAssociazione di Volontariato

Via Carducci 11/m - FERRARAVia Carducci 11/m - FERRARATel. 348.5844814 - [email protected]. 348.5844814 - [email protected]

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