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lo Spallino ANNO 2 - NUMERO 6 - COPIA GRATUITA Niente scherzetti Niente scherzetti solo Dolcetti! solo Dolcetti! centri in ITALIA APERTURE NOVEMBRE DOMENICA 8-15-22-29

Lo Spallino n.6

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La rivista del tifo spallino

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Page 1: Lo Spallino n.6

lo SpallinoANNO 2 - NUMERO 6 - COPIA GRATUITA

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2 L’EDITORIALE di Enrico Testa

La vittoria per l’autostimae ora espugniamo il Mazza!Arrigo Sacchi, giustamente famoso per aver inventato un signor calcio, e sacrosantamen-te celebre per aver messo in mostra il suo lato b la chiamava a modo suo, con un misto romagnol-francese “umiltè”. Chiamatela pure come volete, ma di sicuro serve eccome e ser-ve sempre e comunque. Per l’ennesima volta quest’anno, la Spal cerca la prima vittoria al Paolo Mazza. Finora non è mai riuscita a festeggiare davanti al proprio pubblico, la squadra di Dolcetti. Una volta la sfi ga, una volta un errore del portiere, un’altra volta un gol sbagliato, un’altra volta ancora il palo. Ogni maledetta domenica è andata pres-sappoco così. Non a caso ne sono uscite tre imprevedibili sconfi tte casalinghe che hanno fatto vacillare la panchina di Dolcetti, impre-care la tribuna spesso mugugnante, fi schiare la curva, criticare la stampa. E così fi no ad Avezzano, fi no a domenica scorsa, le cose andavano decisamente peggio del previsto, almeno a guardare la classifi ca perché poi, in campo, non è che si siano visti squadroni met-tere sotto i biancazzurri. Ma andiamo avanti, in tutti i sensi.Il successo, netto e per certi versi clamoroso, conquistato contro il Pescina offre l’ennesi-ma, grande possibilità. Quella di (ri)comin-ciare qui un campionato fi nora altalenante

e poco convincente. Tempo e occasioni non mancano. E persino questa incredibile classi-fi ca dice forte e chiaro che ci vuole davvero poco per arrivare dove… è meglio non scri-verlo. Ma nemmeno ora, come non era nem-meno prima, è il tempo di fare conti, guardare graduatorie e fare tabelle di marcia. La Spal ha tutto ma proprio tutto, e la speranza è che l’ultima vittoria serva parecchio sul piano dell’autostima, per giocarsi questo campiona-to rispettando le ambizioni della vigilia. Ma-gari non vedremo mai una squadra spettacolo perché sono altre e diverse le caratteristiche di una formazione costruita sulla solidità e sulla forza, caratteristiche che in queste ca-tegorie sono fondamentali. Però possiamo, e dobbiamo, vedere una Spal simile a quella di domenica scorsa. Tosta, quadrata, convinta, fi duciosa, soprattutto vincente. Basta soltan-to la stessa voglia con un po’ di autostima in più e un pizzico di sfortuna in meno. Di fron-te, stavolta, c’è il Portogruaro, vera rivelazio-ne fi n qui senza contare il recente, tremendo passato. Un bell’avversario, insomma, per una fondamentale occasione. Bisogna soltan-to crederci, come facciamo noi, e tifare, come hanno fatto quei fantastici cinquanta presen-ti ad Avezzano. Dai che espugniamo il Paolo Mazza. Forza Spal!

Editore: Roberto Labardi - Direttore: Enrico Testa

Grafi ca e Stampa: Tipografi a Altedo srl

In redazione: Alessandro Orlandin, Andrea Tebaldi, Annalisa Fenzi, Augusto Bolognesi, Daniela Modonesi, Diego Stocchi Carnevali,

Eleonora Manfredini, Federico Pansini, Giorgio Achilli, Luigi Telloli, Marcello Maranini, Natale Patria, Sergio Gessi, Sergio Pesci,

Sergio Ravani, Stefania Andreotti, Beatrice Bergamini,Nicola “Delez” De Leonardis

Direttore Responsabile: Gianpietro TestaFotografi e: Agenzia Business Press

La collaborazione a questo periodo è da considerarsi del tuttogratuita quindi non retribuita. E’ vietata la riproduzione,

anche parziale, di tutto il materiale contenuto.

Iscrizione al Trib. di Ferrara n. 1/2009 del 19/01/2009

2 L’editoriale DI ENRICO TESTA

3 L’intervento DI SIMONE BRACONCINI

4 Fuoricampo Il sogno di “Cippo” DI DANIELA MODONESI

8 Le immagini Spal-Pescara

9 Le immagini Pescina VdG-Spal

10 L’intervista Alessandro Marongiu DI DIEGO STOCCHI CARNEVALI

12 Il vivaio A CURA DELLA REDAZIONE

14 L’inchiesta Sp@l & Facebook DI SERGIO RAVANI

17 Il personaggio Gianni Fantoni DI NICOLA “DELEZ” DE LEONARDIS

18 La storia siamo noi Nicola Bisso DI FEDERICO PANSINI

20 L’avversario Portogruaro DI DIEGO STOCCHI CARNEVALI

22 Prossimo avversario Lanciano DI DIEGO STOCCHI CARNEVALI

24 Qui Paolo Mazza Spal-Portogruaro

al Trib. di Ferrara n. 1/2009 del 19/01/200

lo Spallino

Sommario

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3L’INTERVENTOSimone Braconcini

La mia storia inizia con un passo indietro, a ri-troso nel tempo. Era la serata di Spal-Rimini. E vai, fi nalmente posso vedere la mia Spal in tv. Finalmente tutta una partita da osservare, gusta-re, studiare. Io che viaggio in Italia e all’estero per le telecronache, senza mai avere un attimo di tregua, stavolta, quasi per miracolo, sono seduto nel salotto di casa mia. Benedetto lunedì sera. Benedetto posticipo. Un momento tutto per me. E per lei. Io e lei. Io e la mia Spal. La lontananza è terribile. Tifo da lontano, spesso senza vedere, spesso senza assaporare veramente cosa signi-fi chi ammirare lo spettacolo biancazzurro dal vivo. All’inizio è la solita, bonaria “invidia” per Mario Mattioli, lui che ha la “fortuna” di fare la telecro-naca che io vorrei fare. La telecronaca dei miei sogni. Poi gli occhi si dirigono verso quello sta-dio, quel campo, quella curva. Finisco di manda-re l’ennesimo messaggino al mio amico Riccardo Checchi, che è allo stadio e ogni domenica mi fa la... telecronaca della Spal tramite sms. Ho tren-tacinque anni, ma quella sera, davanti alla tv, mi sentivo un bambino. Adagio la mia sciarpa bian-cazzurra accanto al televisore. Tutto è ora pron-to. Mi piace osservare. Mi piace capire, annusare. Gli umori, le sensazioni, le speranze di una parti-ta che sta per iniziare. Mi aspettavo l’entusiasmo, il calore, il colore che solo il pubblico di Ferrara è in grado di dare. E che ogni volta, a vederlo, è un’emozione. Anche per chi sta lontano. Anche per chi, povero lui, non può toccare con mano. Il Mazza, da sempre è il mio Maracanà. Ma è una sensazione strana quella che mi per-vade. Di quell’entusiasmo non c’è traccia. Luci soffuse, solo la Ovest, la curva più bella del mondo, prova a ravvivare l’ambiente. Lo stadio è semivuoto. La tribuna, quella opposta a dove è sistemata la stampa, è desolatamente deserta per i noti motivi. Terra di nessuno, terra dove, poco più in là, spopolano i tifosi del Rimini in trasferta, con i loro colori biancorossi che fanno coreogra-fi a. Cavolo, mi stropiccio gli occhi, mi allungo sul divano per prendere il giornale. Lo sfoglio con civettuola curiosità. Forse mi sono sbagliato. Ma la classifi ca non dice che il Rimini è in crisi nera e la mia Spal sta sopra? Figuriamoci se mi sbaglio per qualcosa che riguarda la Spal. E in ef-fetti, non mi sbagliavo: Spal sopra, Rimini sotto. Eppure cantano i tifosi del Rimini, quelli che alle spalle hanno addirittura una triste retrocessione appena materializzata. Dovrebbero essere a pez-zi, siamo invece noi che sembriamo col morale a terra. Noi che, alle spalle, al massimo, abbiamo un inizio stentato, tre partite al Mazza rimaste a secco. Ma nulla di grave, nulla di drammatico. E con noi, dentro al nostro cuore, ci dovrebbero essere le mille emozioni di una stagione, quella appena trascorsa, che ha del miracoloso. Eppure al Mazza, quella sera di Spal-Rimini, tutto mi è sembrato un po’ troppo buio, spento, senza

colore. E non ho saputo darmene una spiega-zione. Colpa mia, di certo, che non capisco, che non conosco. Penso questo e quasi me ne ver-gogno. Perché sono solo un tifoso-giornalista che vede forse tutto con la lente deformata della lontananza. Chi sono io, per esprimere giudizi su un ambiente che non conosco? Chi sono io, per esprimere opinioni così negative? Ma suv-via, non fraintendetemi. Io non mi permetto di criticare nessuno. Idealmente mi sento uno dei tremila presenti quella sera al Mazza. Dico solo, e lo faccio con tutto l’amore possibile per la mia Spal, che dovremmo avere un pizzico in più di memoria. Di pazienza. Di realismo. Ma ci rendia-mo conto cosa siamo stati in grado di costruire in pochissimo tempo? La Spal, anche per chi la vede da fuori, oggi sembra una società vera, una squadra vera, fatta di persone che lavorano dalla mattina alla sera. La Spal oggi è professionalità. E’ amore. E’ orgoglio di sentirsi di nuovo pro-tagonisti di un grande e ambizioso progetto. La Spal oggi è un Presidente che, fra i suoi mille im-pegni, trova il tempo, il modo, l’amore, per espri-mere tutto il suo orgoglio con una lettera chilo-metrica sul sito uffi ciale della società. Non è un presidente qualsiasi, Butelli. Non è uno che oggi sta qui e domani, chissà. E’ una persona vera, che ha ri-fatto la Spal, che ha valori unici, fuori dal comune. Uno che amministra col cuore. Che ama questo ambiente, che vuole sentirsi dentro un progetto vincente. Lo so, il mio amico diret-tore Chicco Testa mi dice sempre (e io rispetto, ci mancherebbe) che Ferrara è così. Pronta ad amare. Ma anche pronta a criticare, a dubitare, a diffi dare. Ma vi prego, amici: remiamo tutti nella stessa direzione, vogliamoci bene, aiutiamoci. E chissenefrega, dai, se ci manca qualche punto, se al Mazza stentiamo un po’, se volevamo i playoff e invece dobbiamo fare i conti (per ora) con una classifi ca un po’ diversa. Voltiamoci indietro. E vediamo quant’è bella questa Spal tornata a nuo-va vita. I successi arriveranno. Perché già que-sto, è un successo. Dovremmo essere orgogliosi di noi stessi. E invece, quella sera, solo buio allo stadio. Torniamo a brillare. Illuminiamoci d’im-menso.

* Telecronista Mediaset

Illuminiamoci d’immensodi Simone Braconcini*

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È sopravvissuto al catechismo che gli imponeva la mamma e alla fi losofi a di Mazzone. E da otto anni, quando scende in campo lui, è come se giocassero in tre. Perché gli amici Niccolò Galli ed Enrico Spanarello non li ha mai dimenticatiNemmeno quando si è trattato di esultare per una doppietta realizzata contro il Milan o per un gol in Nazionale

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Milan-Bologna, 17 febbraio 2001. Se la ricordano in molti, quella partita. Di sicu-ro non se l’è dimenticata Paolo Maldini, con quella giovane prima punta che gli scappava da tutte le parti. E di certo se la ricorda lui, Giacomo Cipriani. Perché umiliare i rossoneri con una doppietta, e per giunta a casa loro, non capita a tutti i ventenni. Ma può capitare a un ragazzo arrabbiato, incredulo, improvvisamente solo. Determinato a vendicare i due ami-ci che un destino feroce e insensato gli ha appena strappato, lasciandone uno – Niccolò Galli – sull’asfalto bagnato e condannando l’altro – Enrico Spanarello – all’invalidità totale. Sono passati qua-si nove anni, ma quando parla di quella maledetta settimana, la voce di Giacomo ancora si incrina, lo sguardo si vela. E ca-pisci che è anche per quei due compagni della Primavera del Bologna che “Cippo” si è rialzato a ogni caduta.Quella contro il Milan è stata la partita più importante della tua carriera?“In un certo senso mi ha consacrato, ma l’incontro che mi ha fatto fare il salto di qualità risale alla stagione precedente. Il Bologna giocava in Coppa Uefa contro lo Zenit San Pietroburgo e Sergio Buso, già mio allenatore nella Primavera, decise di schierarmi titolare. Avevo solo diciot-to anni e trovarmi al fi anco di calciatori come Beppe Signori e Tomas Locatelli per me era il massimo. Quando, poi, ho segna-to un gol da trentacinque metri all’incro-cio dei pali, è stato entusiasmante”.Quindi, un gol contro lo Zenit vale più di una doppietta a San Siro?“No, ma non riesco a dissociare la parti-ta di Milano da tutto ciò che era appena successo. Prima Niccolò Galli che muore cadendo dal motorino, di ritorno dall’al-lenamento. E subito dopo Enrico Spana-rello che cappotta in auto e rimane para-

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lizzato. Quando ho segnato contro il Mi-lan, Niccolò non c’era più ed Enrico era in coma da quarantotto ore”.Eri molto legato a entrambi?“All’inizio, avevo faticato a inserirmi in Prima Squadra. Ero giovane e c’era poco spazio per me. Ho fatto tanta panchina e talvolta lavoravo nella Primavera, dove c’erano Niccolò ed Enrico. Loro mi hanno aiutato e siamo diventati inseparabili. Fa-cendomi giocare su un palcoscenico come San Siro, Guidolin mi ha dato un’oppor-tunità che i miei due amici non avrebbero mai più avuto. E mi sono sentito respon-sabilizzato anche verso di loro. Credo che i due gol siano nati da questo”.Anche il tribunale ha recentemente rico-nosciuto a Spanarello un risarcimento per “perdita di chance”. Tu credi di aver-ne perse, di occasioni?“Gli infortuni mi hanno tenuto fermo per circa quattro anni e qualche treno l’ho perduto. Alla fi ne del 2001, per esempio, sono iniziati i problemi per il consumo precoce della cartilagine del ginocchio. E tra visite all’estero, interventi – tre – e riabilitazione, mi sono giocato due sta-gioni. Un calvario. Ero nell’Under 21, con gli Europei alle porte, ma non ho potuto disputarli. Puoi immaginare la frustrazio-ne. Anche perché quasi tutti i miei com-pagni di Nazionale di allora – da Gilardi-no in giù – di strada ne hanno fatta”.Come hai superato la crisi?

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“Grazie alla mia famiglia, alla fi danzata, agli amici veri. Anche se, quando vivi cer-te situazioni, nessuno ti capisce mai fi no in fondo e la motivazione puoi trovarla solo in te stesso. Non riuscivo a pensare di ripartire da zero, da qualcosa che non fosse il calcio. E lo sconforto mi limita-va anche nella vita di tutti i giorni. Con molta forza di volontà ho ripreso dalla B, al Piacenza, e nel giro di cinque mesi la Sampdoria mi ha chiamato in serie A. Quindi sono tornato al Bologna, per un anno. Avevo fi nalmente recuperato. Pec-cato che sia durato solo dodici mesi…”.Ancora il ginocchio?“Sì ed è ricominciata la trafi la delle vi-site, fi no all’intervento di ricostruzione della meccanica della rotula, con un equi-pe italo-spagnola. Era la prima operazio-ne del genere su un atleta professionista e non c’erano garanzie di piena ripresa agonistica. Alla fi ne ho bruciato altri due anni”.E una volta uscito dai box?“Ero di nuovo al Bologna, in B. Venivo da una lunga inattività e avevo bisogno di ritrovare continuità, mentre la società puntava a ottenere subito la promozione. Così mi hanno dato in prestito all’Avelli-no, per sei mesi”.Un percorso a singhiozzo, con baricen-tro nel Bologna. Hai iniziato lì sin da bambino?“Praticamente sì. La passione per il pal-lone l’ho ereditata da mio padre e da mio fratello. Mio papà ha militato in serie C, nella Centese e nel Budrio, sfi orando il professionismo. Insieme a mio fratello, invece, giocavo nella squadra del nostro quartiere, il Murri. Ci sono rimasto per un anno e mezzo, poi mi hanno selezio-nato nelle Giovanili del Bologna. Avevo appena dieci anni”.Sapevi già di avere le carte in regole per vivere di calcio?“L’ho sempre preso come un gioco, un divertimento in cui riuscivo bene. Ed es-sendo molto timido, forse nel pallone ho trovato anche un modo per esprimermi meglio, per farmi avanti”.Avevi degli idoli calcistici?“Sarà che mi piace trovare qualcosa di buono anche dove gli altri non lo vedono, ma ho sempre apprezzato certi calciatori bravi, eppure poco valorizzati. Quelli che, per qualche ragione, non hanno lasciato grandi ricordi. Tipo Alain Boksic e Tomás Skuhravy”.Tra allenamenti e partite, che tipo di stu-dente eri?“Per i miei genitori, la scuola è sempre stata la priorità. Anzi: per mia mamma, persino il catechismo veniva prima del calcio. Quando ero nelle Giovanili del Bologna, mi concedeva di giocare solo il

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primo tempo delle partite, perché dopo dovevo correre a dottrina. Ho resistito per un anno, poi mi sono ribellato! Co-munque, sono riuscito a diplomarmi allo Scientifi co e per un po’ ho frequentato Economia e Commercio. Che a vent’anni ho abbandonato, anche per colpa del mio primo infortunio. Ma l’anno scorso mi sono iscritto a Scienze biologiche”. E il tempo di studiare quando lo trovi?“La sera oppure durante le trasferte in pullman. Non so se ce la farò a laurearmi, ma la materia mi appassiona”.Pensi di aver fatto una vita da ragaz-zo?“Il rigore, la disciplina, i sacrifi ci ai quali il professionismo ti obbliga sono incom-patibili con una vita da giovane normale. In parte lo paghi, perché magari trascuri affetti e amicizie e te ne accorgi troppo tardi. Infatti alcuni non reggono. Tra i giocatori, c’è una grossa scrematura ini-ziale, che non dipende dalle capacità tec-niche”.Come hai fatto a superare questa scre-matura e a non arrenderti agli infortu-ni?“Forse lo devo alla mia caparbietà, alla determinazione. Caratteristiche che non sapevo nemmeno di avere, ma sono venu-te fuori al momento giusto. Sono un po’ apprensivo, parecchio esigente, eterna-mente scontento di me stesso. Per questo cerco di dare sempre il massimo e diffi cil-mente mi abbatto”.E dal punto di vista agonistico, cosa c’è oltre al fi sico imponente, all’ottimo stac-co di testa e ai piedi buoni?“Mio fratello, che è al contempo il mio più grande estimatore e il mio critico più severo, mi dice sempre che certi attaccan-ti ignorano i compagni e segnano il dop-pio di me. Ha ragione: negli almanacchi, non esiste un punteggio per la generosità e gli assist non li conta nessuno. Ma a me piace partecipare al gioco della squadra. Anche se vorrei realizzare di più sotto la porta”.Le categorie le hai conosciute tutte. Cre-di che, se un giocatore è bravo, funzioni per forza ovunque?“In ogni serie c’è un modo di giocare di-verso. In A, contano maggiormente le ca-pacità tecniche, le doti tattiche. Mentre in B e in C, la differenza può farla la pre-stanza fi sica. Ho sempre trovato effi cace il modo in cui Mazzone, che mi ha allena-to a Bologna, sintetizzava questa distin-zione: in A, un calciatore è “testa-testa-gambe”, in B è “gambe-gambe-testa” e in C “gambe-gambe-gambe”. Per dire che in Prima Divisione si corre tanto e spesso si sprecano energie. E che anche per questo, non è affatto automatico che chi scende di categoria sia avvantaggiato”.

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Tu l’hai fatto perché non avevi alternati-ve?“L’anno scorso ero al Rimini, dove ho disputa-to la mia prima stagione intera dopo anni. Per me è stata un’esperienza positiva, malgrado la retrocessione, e speravo di restare in B. Ma il mercato era immobile, stagnante. Ho rifi utato le offerte di Perugia, Gallipoli e Crotone, che non mi davano suffi cienti garanzie e dove non vedevo un progetto ambizioso. Alla Spal, in-vece, quel progetto c’è. Senza contare che qui sono vicino a casa e che la città mi piace. For-se perché mia mamma è ferrarese!”.Guardando i giovani calciatori di oggi, ri-vedi te alla loro età?“Mi space dirlo, ma sono più viziati e capric-ciosi, meno umili. Vogliono tutto e subito, e pretendono di essere trattati da professionisti, senza esserlo. Quando ero nelle Giovanili, ho preso la mia dose di pedate dai giocatori più grandi e non ho mai fi atato. Se vuoi crescere, devi imparare anche a ingoiare qualche boc-cone amaro”.La Spal ne ha ingoiati troppi ultimamen-te? “Rispetto al valore della squadra e di Dolcet-ti, la classifi ca mi sorprende. Credo che dob-biamo stare calmi, rimboccarci le maniche e approfi ttare delle occasioni che ci si presente-ranno. Ma è importante anche il clima che si respira fuori dallo spogliatoio e sui giornali”.E quale risultato personale ti aspetti?“A me interessa dimostrare che ho ripreso del tutto ed essere apprezzato. Questo è il mio so-gno”.

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8 LE IMMAGINI Spal-Pescara

Dall’alto a sinistra: Aldo Dolcetti perplesso dopo la terza sconfi tta casalinga.

Poi un momento di (troppo) nervosismo durante la partita dovuto a diverse decisioni discutibili dell’arbitro.

Sotto:Bracaletti al positivo rientro dopo qualche apparizione sotto tono.

In basso:Ghetti controlla senza affanni: per lui una gara da protagonista.

A destra:Schiavon, anche per luiuna prova positiva,si fa vedere persinoin attacco.

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9LE IMMAGINIPescina VdG-Spal

Sopra da sinistra:la seconda esultanza spallina dopo il raddoppio di Schiavon.

Di fi anco proprio lui, Schiavon, autore della prima doppietta della sua carriera.

A sinistra: i sempre più incredibili tifosi spallini hanno portato un bel po’ di biancoazzurro anche ad Avezzano.

A destra:“il vecchio”e “il bambino”.Marongiu, al fi schio fi nale, abbraccia capitan Zamboni.

In basso: tutta la panchina biancazzurra soffoca il di solito imperturbabile Schena che ha sostituito più che degnamente,di fi anco a Dolcetti,il direttore Pozzi.

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10 L’INTERVISTA Alessandro Marongiu

Il trequartista made in SpalMARONGIU

di Diego Stocchi Carnevali

Diciotto anni appena compiuti ma già si vedono i movimenti del grande giocatore. Chi è Alessandro Marongiu?“Per ora nessuno poi con gli anni capiremo cosa potrò fare. Il mio ob-biettivo è diventare un giocatore di calcio. Oggi sono a disposizione di chi vuole farmi crescere giorno dopo giorno, ringrazio chi mi stima ma devo dimostrare ancora tutto e imparare cosa vuole dire fare il calciatore ed essere un calciatore. Sono nella fase in cui devo ascoltare e seguire i consigli di tutti, allenatore, compagni e dire loro grazie non una ma cento volte al giorno”.Trequartista o seconda punta? “Ho sempre giocato da trequartista, numero dieci, mi piace segnare e far segnare i miei compagni se ne ho l’occasione. Con la formazione Berretti mi riusciva tutto quello che volevo, adesso ovviamente mi riesce forse il trenta percento delle cose di un anno fa. Ma io sono contentissimo così, Ferrara è casa mia da sempre ed è fantastico giocare davanti alla tua gente”.Che giocatore potresti essere tra qualche anno?“Bella domanda! Non lo so. Mi piace tantissimo Cassano anche se non è proprio un esempio da prendere a trecentosessanta gradi: vorrei essere l’uomo dell’ultimo passaggio, quello che ti inventa la giocata vincente, un fantasista vero, ma i miei sono sogni e speranze. Lavoro per quello ma mi rendo conto che alla mia età sei tutto e il contrario di tutto e solo il campo potrà dire con ragionevole certezza qual è il ruolo che potrò avere. Oggi mi basta giocare e fare esperienza”.Primo anno da professionista e primo ritiro. Com’è andata?“Che fatica! Non lo dimenticherò mai, una cosa incredibile tanto che alla fi ne sono crollato sia mentalmente, sia fi sicamente. Ritmi elevatissimi che, se non sei abituato a sostenere, alla fi ne ti sfi ancano ed è stato così anche per me. Ora che ho pagato dazio so cosa mi aspetta il prossimo anno

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E’ uno dei gioielli più puri prodotti dal settore giovanilebiancazzurro e ha ormai trovato il suo posto in prima squadra. Nell’intervista fa ovviamente l’umile ma il ragazzo ha personalità e idee chiare anche in campo“Ascolto tutti i consigli e le critiche. In questoBrescia e Dolcetti sono molto simili. Da Centi cercodi apprendere il più possibile. Vorrei essere l’uomodell’ultimo passaggio, il fantasista… un po’ comeil mio idolo Cassano ma non a trecentosessanta gradi…”

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11L’INTERVISTAAlessandro Marongiu

sensazione che quel settore fosse veramente determinante”.Che impressione hai di questa Spal?“Nessuna squadra mi è sembrata superiore a noi in maniera così lampante. Il Pescara ra-gionava più di noi, si è visto come sapevano stare in mezzo al campo, occupavano benis-simo tutti gli spazi, noi li abbiamo ricacciati indietro nella ripresa ma loro non si sono scomposti e hanno badato a difendere: hanno carattere da vendere, sono forti anche di testa grazie ai risultati positivi, mentre noi spesso non riusciamo a essere lucidi come vogliamo perché capiamo che è un momento complica-to. Non dobbiamo abbatterci perché abbiamo le potenzialità per uscirne presto”.

e sono già carico! Devo dire che è stata una bella esperienza, per la prima volta sono en-trato in contatto da vicino con la parola grup-po, ho capito cosa signifi ca quando si parla di affi atamento e ho sentito di far parte di una società blasonata come la Spal”.Intanto zitto zitto ti stai ritagliando il tuo spazio.“Non era neanche lontanamente nei miei pensieri riuscire a guadagnarmi già quattro spezzoni e una gara in una decina di partite. Per me la soddisfazione è doppia e quando il mister mi dice di andare a scaldarmi e di tenermi pronto perché tra poco tocca a me entrare l’adrenalina sale sempre come la pri-ma volta”.Alla tua età che sensazioni si hanno quan-do si entra in campo?“Quella che non manca mai è la paura. Dura il tempo di capire chi ho di fronte, guardare in faccia i miei avversari, poi tocco il primo pal-lone e passa tutto. I momenti che precedono l’entrata in campo sono quelli in cui ascolti gli ultimi consigli dell’allenatore ma anche quel-li in cui tu con la tua testa stai già giocando la partita, ti fai i viaggi mentali più assurdi, ti vedi protagonista in positivo e anche in negativo e ti fai mille domande, anche le più stupide. Poi mi basta toccare il pallone, trovo la mia dimensione e la mia sicurezza e a quel punto spariscono tutti i dubbi e penso solo a fare del mio meglio anche se ammetto che è ancora poco. Crescerò”.Con i tuoi compagni è nata qualche ami-cizia particolare?“Con Eros (Schiavon) c’è una bellissima ami-cizia, sono spesso a casa sua, mangiamo in-sieme e appena possiamo andiamo a pescare, una passione che abbiamo scoperto di avere in comune. Ma è il gruppo che ti regala sensa-zioni positive e io mi trovo bene con tutti”.Beppe Brescia e Aldo Dolcetti: analogie e differenze.“Nessuna. Quello che mi diceva mister Bre-scia l’anno scorso me lo dice mister Dolcetti quest’anno: complimenti pochi e va bene così perché non devo esaltarmi e poi un elenco delle cose che devo migliorare che potrei riempire una pagina e con cui mi trovo per-fettamente d’accordo. Devo essere più veloce a girarmi quando ho la palla tra i piedi, leg-gere prima le intenzioni dei miei compagni e le azioni degli avversari, non correre a vuoto ma ragionare e occupare gli spazi giusti in campo: tutti meccanismi che devo migliorare assolutamente quanto prima altrimenti la nu-mero dieci me la scordo”.A proposito di numeri dieci. Nella Spal c’è un certo Centi.“Bravo. Io da lui devo imparare tutto, voglio imparare a giocare come gioca lui e rubargli quanto più possibile anche se lui è una perso-na incredibile e mi da tantissimi consigli e mi aiuta tanto. Il nostro è un ruolo determinante nel bene e nel male e si sa che nel calcio basta

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un attimo e ti piovono addosso una marea di fi schi. Anche questo fa parte del gioco e biso-gna imparare a gestirli fi no ad arrivare a non sentirli più. Chi paga ha questo sacrosanto di-ritto, nulla da dire, anche se io mi aspettavo qualcosa di più”.Da chi?“Guarda è sempre stato così. Io mi ricordo quando venivo a vedere la Spal con mio non-no e il pubblico da salotto della tribuna è sem-pre stato quello più critico, bastava un niente e da idolo passavi a brocco. Ci sono i nostri soliti tifosi, affezionati, quelli della curva che ci seguirebbero anche in capo al mondo, loro non si risparmiano mai e credimi che quan-do li senti cantare anche quando perdiamo è un motivo in più per vestire con orgoglio questa maglia. Mi manca però il pubblico di una volta, mi mancano gli anziani delle gradi-nate, calorosi come dei nonni, che con i loro modi stravaganti ti incitavano a dare sempre il meglio. Sentivi delle espressioni assurde che provenivano da quel settore nel silenzio della partita, ti facevano anche ridere ma quanta birra davano ai giocatori! Percepivi pubblico e giocatori come una cosa sola e io ero in mezzo a loro e ho sempre avuto la netta

Page 12: Lo Spallino n.6

12 IL VIVAIO gli spallini di domani

In questo numero de Lo Spallino, fari puntati sulle squadre nazionali, Giovanis-simi e Allievi, e sulla Berretti di Beppe

Brescia. Iniziamo da quest’ultima che ha raccolto due punti in altrettante gare. Nel 2-2 contro San Marino protagonista è stato il direttore di gara. Troppi cartellini rossi ingiustifi cati e animi di conseguen-za surriscaldati, il tutto a rovinare una partita che invece aveva fatto intravede-re spunti tecnici e tattici davvero interes-santi. Altra storia nel buonissimo 0-0 che i biancazzurri hanno raccolto sul campo della capolista Verona. Nonostante le assenze (squalifi che e bomber Atragene convocato in prima squadra) i ragazzi di Brescia hanno fornito una grande prova, confermando una netta crescita in termi-ne di prestazioni. Settimana di derby contro il Bologna, in-vece, per le due squadre che disputano i tornei nazionali. Per i due allenatori poi si è trattato di un doppio derby! Infatti, se Jonatan Binotto è stato un grande calciatore rossoblù, Fabio Arbusti è bolognese di Sasso Marconi, così come il vice di Binotto, Marchini, e il prepa-ratore degli Allievi, Corradin. E proprio

Arbusti, con i suoi Allievi, si è tolto lo sfi -zio di battere i cugini con un meritato 3-1, grazie alla doppietta di Marco Rubbini

e al rigore realizzato da Nicolò Finessi

(nella foto). Davvero una grande gara, giocata con intensità, a conferma delle buone possibilità che i ragazzi di Arbu-sti hanno di raggiungere le fasi fi nali del Torneo. Qualità confermate anche nel successivo pareggio di Modena (0-0). Non raccoglie punti invece la squadra

di Binotto nello scontro contro il Bolo-gna di Ennio Mastalli. Uno 0-1 che lascia l’amaro in bocca per come è maturato ma non sminuisce di certo il valore del-la prestazione dei giovani biancazzurri: “Abbiamo davvero giocato una grande partita – ha commentato mister Binot-to – e gli episodi ci hanno condanna-to ma posso dire di essere contentodella prova dei miei ragazzi. Siamo partiti subito forte e questo ha davvero messo in diffi coltà i nostri avversari. Devo dire che come intensità questa è stata probabil-mente la migliore gara giocata in questa prima parte di campionato. Un difetto? Proprio per trovarne uno, forse ci servi-va un po’ più di convinzione sotto porta. Ma poi, se penso al salvataggio sulla li-nea effettuato da un loro difensore e le parate del portiere rossoblù, ho davvero poco da imputare ai miei giocatori. Ora non resta che andare a riprenderci questi punti che avremmo meritato di avere”. Nonostante la sconfi tta, i biancazzurri re-stano tra le prime cinque della classifi ca, in testa alla quale spiccano i nomi delle corazzate Fiorentina ed Empoli, che la Spal affronterà nei prossimi turni.

Una Berretti decimataferma il Veronamentre gli Allievicancellano il Bologna

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Dopo un pareggio deciso dall’arbitro con il San Marinononostante le tante assenzela squadra di Brescia impone lo 0-0 in casa della capolista scaligera. Grande prova della formazione di Arbusti che batte nettamente i rossoblu per 3-1Buona prova anchedei Giovanissimi semprecon il Bologna malgradola sconfi tta di misura (0-1)

Page 13: Lo Spallino n.6

Associazione di VolontariatoDIAMO LORO UN FUTURODIAMO LORO UN FUTURO

BERRETTI

Verona 16; Bassano 14; Rimini 13; Itala S. Marco 12; SPAL, Portogruaro, San Marino, Reggiana, Bellaria 8; Crociati Noceto 6; Sanbonifacese, Ravenna, Sa-cilese 4; Giacomense 3.

ALLIEVI NAZIONALI

Parma 16; Prato 12; SPAL 11; Modena, Sassuolo, Mantova 9; Piacenza, Viareg-gio, Reggiana 8; Bologna 7; Carrarese 6; Lucchese 5; Spezia 3; Giacomense 0.

ALLIEVI REGIONALI

PROFESSIONISTI

Cesena 22; Parma 16; Crociati Noceto, Reggiana, Modena 15; Ravenna 12; Sas-suolo, Bologna 11; SPAL 8; Fed. Sam-marinese 6; Bellaria 5; Giacomense 1.

GIOVANISSIMI NAZIONALI

Fiorentina, Empoli 21; Bologna 19; Parma 14; SPAL, Livorno 13; Prato10; Grosseto 9; Modena, Lucchese, Viareg-gio 7; Spezia 6; Reggiana 5; Carrarese, Sassuolo 3; Giacomense 0.

GIOVANISSIMI REGIONALI

PROFESSIONISTI

Crociati Noceto, Reggiana 21; Parma 20; Cesena 17; Piacenza 16; Sassuolo, Bellaria, Modena 10; Ravenna 9; Fed. Sammarinese 8; Rimini, Bologna 7; SPAL, Giacomense 3.

GIOVANISSIMI PROF.

FASCIA B (1997)

Reggiana 13; Parma 12; Piacenza 10; Ravenna 8; Rimini 7; Sassuolo 6; Mode-na 5, SPAL 4; Cesena 3; Crociati Noce-to 0.

LE CLASSIFICHE

13IL VIVAIOgli spallini di domani

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“Sabato mattina, con il pullman, era-vamo già all’ingresso dell’autostrada pronti per andare a Verona, partita del campionato Berretti, quando mister Brescia ha fermato l’autista e mi ha fatto scendere. Il signor Schena mi ha portato al Centro per l’allenamento e a quel punto ho capito che avrei presoparte alla trasferta di Avezzano!” E’ ancora emozionato Andrea Atragene, classe 1991, attaccante della squadra Ber-retti. Un problema fi sico patito dal gran-de “Bazza” ed ecco che arriva la chiama-ta, rocambolesca quanto graditissima.“E’ stato tutto molto bello, a cominciare dall’allenamento del sabato. Essere al fi anco di giocatori di quel calibro è sta-to davvero un onore. Eppoi l’emozione del ritiro pre partita, l’attesa della gara... insomma, per una domenica ho davvero respirato il vero calcio!” E l’impatto con i big della squadra?

“Devo dire che sono stati proprio i più vecchi a farmi rompere il ghiaccio. E dopo la partita, Zamboni, Centi, tutti a dire che avevo portato fortuna!” Esperienza con la prima squadra

a parte, il tuo impegno è con i tuoi

compagni della Berretti. Che bilan-

cio fai del primo terzo di torneo?

“Sono dell’opinione che tecnicamente abbiamo qualcosa in meno dell’anno scorso ma siamo un gruppo compatto, con grande determinazione e convinzio-ne. Grande merito va al mister, al quale sono personalmente molto grato”. Come sei arrivato a vestire la maglia

biancazzurra?

“Questa è la mia seconda stagione qui alla Spal. Provengo dal settore giovanile

della Sanremese, dove ho giocato fi no agli Allievi Regionali. Quell’anno abbia-mo raggiunto le fasi fi nali, disputate a Riccione. In quell’occasione il Parma mi ha visto e pochi mesi dopo ero in gial-loblù, Allievi Nazionali. Una stagione e poi mi comunicano che nella squa-dra Primavera non c’è spazio per me.Per fortuna arriva la chiamata della Spal. Ora sono qua, felicissimo, anche perché Ferrara è bellissima, mi piace tanto!” Quali sono i tuoi idoli?

“Sicuramente Pippo Inzaghi: fi uto del gol e grande professionista. Un esempio. Come esemplari per noi giovani sono Zamboni, Centi, Lorenzi, Bazzani, Capec-chi, insomma i più esperti della prima squadra. Per un giovane come me non resta che imitarli, se voglio sperare di continuare questo mio sogno”.

IL PERSONAGGIOAndrea Atragene

Page 14: Lo Spallino n.6

14 L’INCHIESTA La Spal in rete

La nostra inchiestaDopo aver raccontatoi gruppi dedicati ai calciatoripresenti sul social forumecco i “raduni” dedicatialla squadra, ai dirigentialla maglia, ai tifosie al nostro giornale

SP@L & FACEBOQuando la reteè biancazzurra

di Sergio Ravani

Quant’è grande la voglia di Spal? Se ci si iscri-ve a Facebook e si digita le fatidiche quattro lettere che compongono il nome della nostra squadra del cuore, si scopre quanti gruppi sia-no stati dedicati da tifosi che sentono l’esigen-za di parlarne per tutta la settimana. Oltre ai raduni virtuali dedicati ai singoli calciatori, di cui abbiamo raccontato qualche tempo fa, se ne trovano parecchi intitolati alla Spal intesa come squadra e società, ed è ai loro creatori che ci siamo rivolti per capire le ragioni e le fi nalità di queste iniziative.

SI TIFA SOLO LA SPAL. PER TUTTI QUELLI CHE PROVANO UN AMORE SMISURATO NEI CONFRONTI DI QUE-STA MAGLIA. Francesco Girolimetto, di gruppi dedicati alla Spal, ne ha creati ad-dirittura due. Cosa ti ha spinto a creare questi due centri di discussione?“Ho fondato questi due gruppi nell’intento di riunire una parte dei tifosi spallini, in modo che ognuno potesse dire la sua sul mercato o sulle partite. Secondo me la gente si iscrive grazie al grande amore per i colori biancoaz-zurri”.

QUELLI CHE NON SANNO STARE SEN-ZA SPAL. Di Lorenzo Buconi abbiamo già parlato come fondatore del gruppo dedi-cato a suo cugino, Andrea Bracaletti, ma qui lo ritroviamo in veste di fondatore di un gruppo dedicato alla squadra. Lo-renzo, ma allora non sei tifoso della Spal solo perché ci gioca tuo cugino!“Ho fondato questo gruppo perché sono rima-sto veramente stupito da quanto la Spal sia

seguita e amata: insomma, un calore così non l’ho trovato da nessuna parte dove ha giocato Andrea. Il mio impegno dipende anche dalla sua presenza, ma soprattutto è nata una fede calcistica, grazie all’affetto e all’ entusiasmo che ho sentito intorno a me quando si parlava di Spal con gente di Ferrara: sono stato con-tagiato da questa passione. Pure qui a Orvieto ho contagiato molti ragazzi, che vorrebbero venire a vedere la Spal, ma soprattutto hanno preso l’abitudine di guardare ogni domenica su Televideo il risultato”.

BORTOLO POZZI: UN UOMO, UN MITO! La fi ducia che i tifosi ripongono in questa società è testimoniata anche dall’esisten-za di un gruppo dedicato al suo direttore generale, Bortolo Pozzi, di cui Andrea Capozzi è il fondatore. E’ singolare che tu abbia dedicato un gruppo a un dirigen-te…“Ho fondato il gruppo perché Pozzi è una per-sona chiara e decisa, che va per la sua strada e parla diretto a tutti: tifosi, stampa e giornali-sti. Persone così a Ferrara non ne sono passa-te molte negli ultimi anni. Si può apprezzare o meno, ma un dirigente così merita rispetto e fi ducia; ha dimostrato di sapersi muovere benissimo nel mondo del calcio. Penso (e tanti come me) che, se avrà la possibilità di dare continuità al suo lavoro, con gli anni ci potrà dare le soddisfazioni che meritiamo, che vadano oltre i soliti campionati piatti ai quali siamo ahimè abituati. Comunque basta-no tre vittorie consecutive per riportare tanti a sognare al Mazza. E’ così da sempre, e no-nostante siano rimasti in pochi allo stadio ad

Page 15: Lo Spallino n.6

15L’INCHIESTALa Spal in rete

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aver visto la serie A degli anni ‘60 è come se la serie A l’avessimo vissuta tutti. Questo fa ca-pire perché un gruppo su Facebook dedicato a un dirigente abbia circa trecento membri, anche dal resto d’Italia.”

NORTHWESTSPAL. C’è un gruppo che attualmente raduna una quarantina di malati spallini residenti in varie regioni del Nord Italia. Insieme ad Augusto Bo-lognesi, Stefano Ruffoni ne è l’anima. Trasferitosi a cinque anni da Codigoro alla provincia di Alessandria, Stefano è ammalato di Spal e di Ferrara fi n da quand’era bambino: “Il gruppo nasce dal desiderio di organizzarsi, per noi che da Fer-rara manchiamo da tanto. Noi crediamo che il numero reale di tifosi e simpatizzanti spal-lini nel Nord Ovest sia di qualche centinaio di persone almeno. La nostra sfi da è quella di creare contatti nuovi per poter censire il tifo spallino di tutt’Italia. Fare da punto di ri-ferimento per tutti e organizzarci per seguire

Gruppo: Bortolo Pozzi: un uomo, un mito!

Descrizione: Se anche tu pensi che con Bor-tolo "Yes we can" allora iscriviti insieme ai tuoi amici a questo gruppo di spallini entusiasti

Membri: 287

Gruppo: Spal FerraraDescrizione: Per chi ama la Spal, gloriosa

squadra di FerraraMembri: 665

Gruppo: Vecchio Astra SpalDescrizione: Per tutti quelli che sanno di es-

sere malati cronici di Spal e non vogliono guarire!

Membri: 492 (212 foto)

Gruppo: Per tutti quelli che provano un amore smisurato nei confronti di questa maglia

Descrizione: SPORTMembri: 118

Gruppo: Lo SpallinoDescrizione: Il giornale dei malati di SpalMembri: 440

Gruppo: Forza Spal!Descrizione: Per tutti coloro che hanno ama-

to, amano e ameranno la gran-de Spal e che sono convinti che prima o poi vincerà uno scudet-to in serie A!

Membri: 187

Gruppo: W la SpalDescrizione: Un gruppo che tifa SpalMembri: 46

Nome: Si tifa solo la Spal Descrizione: Tifo organizzatoMembri: 126

Gruppo: Quelli che amano la SpalDescrizione: Ecco il gruppo per chi ama la

nostra beneamata Spal!Membri: 158

Nome: NorthWestSpalDescrizione: Questo è il Blog del nostro

gruppo, malati di Spal sparsi per il Nord Italia

Membri: 44

Gruppo: Aldo DolcettiDescrizione: Un omaggio sincero al timonie-

re della barca biancoazzurraMembri: 136

Gruppo: Quelli che alla domenica respi-rano la Spal

Descrizione: Se la domenica vivi la SpalMembri: 77

Gruppo: Quelli che non sanno stare sen-za Spal

Descrizione: Forza Spal per sempre!!!Membri: 113

Page 16: Lo Spallino n.6

16 L’INCHIESTA La Spal in rete

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sempre più spesso la Spal in casa e in trasfer-ta. Noi ci sentiamo già un grande gruppo che ha in comune molto più della Spal... e cioè la lontananza dalla Spal. Compagni di sventura che stanno trasformando il loro gap in una qualità”.

LO SPALLINO. Sarà pure autoreferenzia-le, ma non si può fare a meno di parlare del gruppo de Lo Spallino, la testata che da quest’anno ha un’edizione cartacea e un sito web. Diego Stocchi Carnevali ne è il fondatore. Quali sono le fi nalità del gruppo de Lo Spallino?“Dare uno spazio maggiore al quindicinale che esce allo stadio e fare in modo che tutti i tifosi, pur non frequentando lo stadio rego-larmente, vengano a conoscenza del nostro progetto che ora si è arricchito anche di un sito internet. La curiosità è che al gruppo partecipano i calciatori, le loro compagne, mogli, e anche chi non è più a Ferrara conti-nua a seguirci con simpatia e partecipazione, segno che siamo riusciti ad andare oltre il virtuale. Facebook sta abbattendo le barrie-re di calciatori visti come inarrivabili: oggi si può comunicare con tutti attraverso un’unica chiave, che è l’educazione. Mai come negli ultimi due anni sono arrivati prima di tutto uomini e poi calciatori. Non è un aspetto da sottovalutare”.

ALDO DOLCETTI. Tu hai anche creato

un gruppo dedicato ad Aldo Dolcetti, l’al-lenatore della Spal. Aldilà degli ultimi eventi che cosa apprezzi in lui? “Mi è piaciuto il suo essere personaggio e an-ti-personaggio al tempo stesso, la sua serietà, la sua competenza, la sua profonda abnega-zione al lavoro e al sacrifi cio, simbolo della società che lo ha scelto per guidare la Spal”.

QUELLI CHE ALLA DOMENICA RESPI-RANO LA SPAL. Chi crede che il calcio sia materia esclusiva per uomini si sba-glia di grosso, e Mary Pattaro è l’esempio lampante di quanto questo modo di pen-sare sia lontano dalla realtà. Dove è nata la tua esigenza di fondare il gruppo?“L’ho creato perché amo la Spal e non c’era un gruppo al femminile. Ci si ritrova prima e dopo le partite per commentarle anche con foto, per dire il proprio parere e sentire quello di altri tifosi o simpatizzanti”.La tua è una grande storia d’amore, in tutti i sensi.“Sono nata e vivo a Padova, da otto anni ven-go alla Spal per merito del mio compagno Marco, grande tifoso da sempre. La prima partita che ho visto è stata proprio contro il Padova. Amore a prima vista: dalla Ovest si respira proprio la Spal, i tifosi, i colori, il prima e dopo partita, le discussioni, le opi-nioni diverse che ti portano a volte anche ad arrabbiarti, ma che poi ti arricchiscono. Da allora, la domenica c’è solo la Spal, sia

al Mazza che in trasferta. Faccio parte di un club, “El Galo Guercio”, che per la maggior parte è al femminile, anche se raggruppa tutte le età. Il 23 agosto scorso è mancato il mio compagno; non è stato facile rientrare senza di lui, anche se ho sentito la vicinanza della gente, anche con i cori, ma glielo avevo promesso che avrei tifato anche per lui. Con l’aiuto di amici meravigliosi sono entrata, e come sempre l’emozione che ti dà la Spal ti trascina”.

FORZA SPAL! La descrizione del grup-po fondato dal giovanissimo Giacomo è fi glia dell’entusiasmo della sua età: “Per tutti coloro che hanno amato, amano e ame-ranno la grande Spal, e che sono convinti che prima o poi vincerà uno scudetto” Chissà se un tale evento epocale avver-rà mai, ma evidentemente la tua fede è assoluta.“Ho fondato il gruppo “Forza Spal!” perché l’amore per questa squadra che è cresciuto in me in questi anni, anche se ne ho solo tredici, mi ha spinto a fondare un punto d’incontro per i tifosi, dove si può discutere sulla squa-dra e tutto ciò che riguarda i biancoazzurri. Chi si iscrive è il tifoso spallino che vuole di-scutere sulla sua squadra del cuore e stare, anche al computer, in contatto con la squadra ferrarese. Come obiettivo quest’anno voglia-mo diventare il gruppo più numeroso di Face-book dedicato alla Spal!”

Page 17: Lo Spallino n.6

17IL PERSONAGGIOGianni Fantoni

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GIANNI FANTONI DA FERRARAUn comico non profeta in patria

di Nicola “Delez” De Leonardis

Ferrara è stato il teatro della sua scel-ta di vita: dall’informatica al vorticoso mondo dello spettacolo: scelta dura ma inevitabile oppure l’ha vissuta come una sospirata via di fuga?“Subito dopo il diploma di ragioniere ho costi-tuito assieme ad altri coetanei una coopera-tiva che si occupava di informatica, davvero pionieristica. Ci divertivamo molto, ma non si guadagnava un tubo. Contemporaneamente, e anche prima, avevo cominciato a fare qualche spettacolo con gli amici in giro per le Feste de l’Unità ed è sempre stata una spinta abba-stanza forte quella di fare qualcosa s’un palco anche quando avevo un lavoro vero! (Nessu-no pensa che fare il comico lo sia, soprattutto a Ferrara). Ma le occasioni che questa nostra bellissima città offre in questo campo… non ci sono! E come per molte cittadine di provin-cia andare fuori è obbligatorio. Anzi, forse è proprio la provincia che carica ancora di più la molla dell’intraprendenza. Chissà”.Lei vive fra Milano e Roma. Ferrara è una nostalgia, un ricordo o in qualche modo un traguardo da raggiungere?“Ferrara è il mio rifugio e, dopo anni di giro-vagare, la mia risposta defi nitiva a quale fosse la mia città ideale dove vivere. Ma come tale funziona: ogni tanto tocca comunque andare alla “guerra” nelle campagne lontane e più blasonate…”.Ferrara ha un discreto “pedigree” relati-vamente al mondo del cinema: all’ombra del Castello sono nati autori fenomenali e sono stati girati buoni fi lm. Non l’è mai venuta voglia di creare qualcosa a Ferra-ra? E se così fosse, cosa l’ha impedito?“Ferrara è una città molto sensibile con chi viene da fuori: se ne rimane impressionati e spesso è docile nell’offrire supporto all’illu-stre straniero. È molto più diffi dente quando si tratterebbe di aiutare iniziative che vengo-no dai concittadini. In questo è moooolto pro-vinciale. Ed è un paradosso che si vive solo qui rispetto al resto dell’Emilia: per esempio a Bologna mi risulta accadere esattamente il

contrario. Ho tentato di proporre qualcosa ma sono stato simpaticamente intrattenuto in discorsi inconcludenti con il “potere” cittadi-no che mi hanno portato a un nulla di fatto. Ma così va il mondo. Fuori dalle Mura trovo continuamente cose da fare a livello naziona-le, quindi va bene anche così. Chiaro che poi la voglia passa… ma mai del tutto! Proprio ul-timamente sto cercando di organizzare un’ini-ziativa che valorizzi Ferrara dal punto di vista cinematografi co. Ma anche questa volta pare che il problema sia la contingenza: no fondi, no progetto…”.Qual è il suo rapporto con la Spal? “Ho avuto un meraviglioso insegnante di ita-liano alle medie di Pontelagoscuro, il profes-sor Giovanni Chiari, molto prematuramente scomparso, che era un vero tifoso e ogni anno, per il triennio, ci ha costretti a organizzare gite che lui chiamava “cultural-sportive”: si visita-va una città in un weekend e “casualmente” si andava poi allo stadio a vedere una partita in trasferta della Spal! Grandi divertimenti, da solo io probabilmente non ci sarei mai andato perché non sono un grande amante del calcio. Ho visto quindi un po’ di partite in quegli anni, e mi ricordo delle blande schermaglie con le tifoserie avversarie che avevano qualcosa di innocua festa da strapaese, ben lontane dai tafferugli che oggi vediamo negli stadi. Quel professore mi cambiò la vita: fu lui a farmi ap-passionare alla mia attuale attività perché era anche un fan sfegatato di un certo Paolo Vil-laggio. Peccato che non abbia potuto vedermi quando la mia carriera è iniziata proprio imi-tandolo. Al calcio poi non mi sono più avvici-nato, seguo gli sport motoristici. Da seduto in poltrona. (nda: in privato mi hanno fatto mol-to ridere alcuni aneddoti: come visse Torino-Spal, ritorno di Coppa Italia: sotto un diluvio universale, dal parcheggio del pullman allo stadio, con un piede ingessato e l’ingessatura ormai in poltiglia alla fi ne del match; oppure in curva ovest presente all’orribile Spal-Pisto-iese, quando proprio sopra di lui veniva issato un enorme fallo arancione...).

LA CARRIERAGianni Fantoni nasce a Ferrara il 20/6/67. Scrittore, attore, comico, conduttore e auto-re di programmi radiofonici e televisivi. Dopo aver lavorato nel campo dell’informatica, inse-gnando anche ai detenuti, dal 1990 entra nel mondo dello spettacolo. Dopo una prima appa-rizione a “Stasera mi butto” condotto da Gigi Sabani fi nisce al “Maurizio Costanzo Show”. Nell’estate del 1991 sarà la trasmissione “Tigì delle vacanze”, una striscia di Canale 5 con-dotta dal trio napoletano “I Trettrè”, a dargli la grande popolarità che lo porterà a “Striscia la Notizia” in coppia con Claudio Bisio. Tra gli altri programmi “Ciro” e “Super Ciro” per Italia Uno nel 1999 e nel 2004. Nel 2007 è tra gli autori e protagonisti delle candid came-ra di “Balls of steel” con Marco Mazzocchi e Maddalena Corvaglia. Come attore di cinema è apparso in “E allora mambo” e nei fi lm di Pupi Avati “Ma quando arrivano le ragazze?” e “Gli amici del Bar Margherita”. Eclettico, si è proposto anche come scrittore umoristico. Da poco è uscito il suo nuovo libro “Quel de-fi ciente del mio padrone”, diario del cane di Gianni Fantoni, che sarà presentato l’11 no-vembre alla biblioteca Bassani di Pontelago-scuro. Per quanto riguarda il teatro Fantoni sarà in scena il 18 dicembre a Occhiobello con “John Belushi, l’ultima notte”.

E’ nato all’ombra del Castello ma qui gli spazi per un artistalatitano e girano pochi soldi. Ecco perché ha lavoratodappertutto conquistando uno spazio importantenella televisione italiana. Nella sua carriera anche il cinemae la scrittura. E’ appena uscito il suo nuovo libro e a dicembresarà a Teatro a Occhiobello. Esilarante un retroscena“Quella volta contro la Pistoiese quando la Ovest espose…”

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E’ passata una vitada quella giornatacciache signifi cò dire addio ai playoff nonostanteil vantaggioQuel giorno si chiusel’éra TomasiIl centravanti, oggi a Legnano ritorna a quella rimonta incredibile e non dimentica la sua esperienza a Ferrara“Sarò sempre grato alla cittàQualche compagno di squadra lo sento ancora. Mi raccontanodi un gruppo unito e di una squadra buona”

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Spal-Portogruaro evoca tutto tranne che bei ricordi nelle menti dei tifosi biancazzurri. Sembra passata un eternità da quel 22 maggio del 2008: in mezzo, il cambio della proprietà, un ripescaggio in Prima Divisione, l’anno ot-timo e denso di soddisfazioni appena trascor-so. Ma, per l’appunto, il ricordo di quel ter-ribile pomeriggio in veneto è incancellabile anche nei pensieri di chi, in campo, visse in prima persona l’ennesima cocente delusione della storia recente spallina con una sconfi tta, incredibile, subita in rimonta dopo il doppio vantaggio, per 3 a 2 a favore del Portogruaro. Debacle che escluse la Spal dalla lotta per la promozione in Prima Divisione e segnò in ma-niera defi nitiva la fi ne del corso “tomasiano” alla guida della società. Nicola Bisso, dalla scorsa estate al Legnano dopo aver rescisso defi nitivamente il contratto che lo legava ai biancazzurri, quel giorno era in campo e visse in prima persona la sconfi tta dei biancazzur-ri.Nicola Bisso, quali sono i ricordi di quel-la annata?«Ai nastri di partenza – racconta il bomber ve-neto – ci siamo presentati come una squadra dalle grandi potenzialità. Venivamo dal cam-pionato disputato in maniera ottima l’anno prima, avevamo aggiunto in fase di mercato buoni elementi che rendevano la squadra an-cor più competitiva e in grado di poter vince-re il campionato. Purtroppo, questo, solo nei pronostici di inizio stagione perché la realtà fu ben diversa».Cosa successe?«Non abbiamo ingranato e abbiamo trovato qualche diffi coltà all’inizio, poi lentamente siamo riusciti a rialzarci chiudendo il girone di andata ai primi posti. Il pubblico mise ini-zialmente in discussione Buglio: sembrava tutto rientrato, ma nel ritorno le cose si sono messe male e siamo precipitati in un brutto vortice».In che senso?«Arrivarono le prime diffi coltà e la squadra non seppe riuscire ad affrontarle, facendosi travolgere. Chi pagò per tutti fu lo stesso Bu-glio. La società scelse Labardi, e dopo un paio di partite arrivò Alessio: tre allenatori con cui comunque ho avuto un ottimo rapporto. L’aria intorno alla squadra era comunque poco sere-na: i tifosi ci contestavano, anche duramente e le rimostranze toccavano anche la società. Nonostante le tante diffi coltà e un campiona-

to non certo esaltante, siamo comunque riu-sciti ad arrivare all’obbiettivo minimo stagio-nale: i playoff».Avversario di turno, proprio il Porto-gruaro.«Sapevamo di andare a incontrare una squa-dra forte, che giocava a memoria. In campio-nato pareggiammo entrambe le partite, con lo stesso risultato di 2 a 2. Insomma, era sulla carta una sfi da aperta a ogni risultato».Gara di andata e successo per la Spal per 2 a 1.«Giocammo una buona partita, in quella cir-costanza. Con impegno e voglia di lottare portammo a casa una bella vittoria, ed era un vantaggio rassicurante in vista del ritorno».Ecco, arriviamo dunque a quel 22 maggio del 2008 e lasciamo a te il racconto di cosa accadde.«Ancora oggi è diffi cile da spiegare. Avevamo tanti tifosi al seguito, nonostante le contesta-zioni nei confronti della squadra continuasse-ro, c’era però la voglia e la spinta per superare l’ostacolo. Il primo tempo fu buono, lo chiu-demmo in vantaggio grazie a una punizione di Furlanetto, trovando poi il raddoppio grazie al gol di La Grotteria in apertura di ripresa. Sembrava tutto fatto, e invece, il Portogruaro accorcia le distanze e per noi, da quel momen-to, si spegne completamente la luce. Siamo crollati, dal punto di vista psicologico e fi sico: mi ricordo un sacco di miei compagni con i crampi, solo io e Furlanetto non li abbiamo avuti. Poi è arrivato il pari, e il gol del loro vantaggio, nonostante l’inferiorità numerica per l’espulsione di Cunico. Un incubo».Cosa hai pensato al fi schio fi nale?«Che quella partita avrebbe segnato, come poi in effetti è successo, la fi ne della mia av-ventura e quella di tanti altri alla Spal. Ero in-credulo per come erano andate le cose, negli spogliatoi c’era una delusione enorme e un si-lenzio surreale. Diciamo che quella sconfi tta è stata lo specchio di una stagione deludente».Bisso, al Legnano non ha dimenticato come fare gol.«L’inizio di stagione non è stato semplice, ab-biamo dovuto faticare un bel po’ per trovare l’amalgama fra giovani ed esperti che fanno parte di questo gruppo. Ma ora le cose vanno meglio e sono anche riuscito a sbloccarmi se-gnando qualche gol».Segui ancora le vicende dei biancazzur-ri?«Sento qualche mio ex compagno, mi tengo aggiornato su come vanno le cose. Mi raccon-tano di un gruppo unito e di una squadra che non sta facendo male in quanto a prestazioni pur senza raccogliere i risultati importanti sul campo. Ma siamo solo ad inizio campionato e quindi sono certo che la Spal ha tutte le carte in regola per risalire la china. A Ferrara sono e sarò sempre legato, è stato sicuramente il punto più alto della mia carriera».

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L’AVVERSARIO Portogruaro

PORTIERIMarcato, Rossi

DIFENSORIBianchi, Cardin, D’Alterio, Gardella, Gotti,

Madaschi, Siniscalchi, Specchia

CENTROCAMPISTICherubini, Cunico, Deinite, Diogo Felipe, Espinal, Fuscello, Levacovich, Mattielig, Migliozzi, Pondaco, Puccio, Scozzarella,

Vicente

ATTACCANTIAltinier, Bocalon, Maniero,

Marchi, Scapuzzi

LA ROSA

La tua carriera comincia tra i professio-nisti. Poi scendi in D.“Ho seguito mister Tedino e il diesse Gibellini a Pordenone dopo due anni non fortunatissimi passati tra Carpi e Novara: il presidente era Setten (quello che poi acquistò il Treviso) e i programmi erano veramente ambiziosi. Pur-toppo, come capita spesso, alle aspettative non sono seguiti i risultati e dopo una stagione mi sono trasferito a Portogruaro dove ho gio-cato per tre campionati e sempre in D prima di venire alla Spal e tornare defi nitivamente qui”.

Un ex spallinoa Portogruaro

di Diego Stocchi Carnevali

Ottava stagione a Portogruaro, alla fac-cia di chi dice che le bandiere nel calcio non esistono più. “A tutti gli effetti è diventata la mia vita, Por-togruaro. Ho fatto solo un anno lontano da qui negli ultimi nove, in una città di cui conservo grandi ricordi, di civiltà, amore e attaccamen-to alla propria squadra. In questo Ferrara e Portogruaro sono molto simili”.Ferrara poteva essere la svolta per la tua carriera e invece?“Invece succede che mi faccio male proprio mentre sto attraversando il mio momento migliore: stavo bene fi sicamente, segnavo e facevo segnare ma ho dovuto presto alzare bandiera bianca e arrendermi davanti all’evi-denza dei fatti. Ferrara poteva essere davvero quel trampolino di lancio che avevo sempre sognato ma a fi ne campionato si aggiunsero le note vicissitudini societarie che portarono la squadra a fallire e io ho deciso di tornare in quella che considero la mia seconda casa, che mi ha lanciato nel calcio professionistico, cioè Portogruaro. Di Ferrara porterò dentro sempre tanto il calore quanto l’educazione e la rabbia composta di una tifoseria assolutamen-te straordinaria che avrebbe meritato sorte ben diversa. Questo è un mondo che non ha valori. Lì ci sono ancora per fortuna e bisogna tenerseli stretti. Qui è lo stesso, lo sport viene vissuto come deve, senza essere per forza una ragione di vita”.

Per Marco Cunico Ferrara è stata una parentesi sfortunatama non certo per colpa sua. Questa è la sua ottava stagionein Veneto e le sue giocate sono sempre un gran bel vedere“Vi racconto la nostra squadra, per ora vera rivelazione del torneoScapuzzi è un trequartista di 18 anni che fi nirà in serie Bmolto presto. Ma occhio anche a Bocalon, Marchi e Diogo FelipeMi ha sorpreso Altinier, un vero e proprio animale da gol”

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Stagione attuale: Portogruaro in piena zona playoff. Te l’aspettavi?“In estate ci davano per spacciati (ride), il cal-cio è incredibile! Sulla carta non me l’aspetta-vo, sono sincero: perché le cose vadano bene in una realtà come la nostra è fondamentale che si crei un’alchimia tutta particolare tra i giovani e la loro voglia di mettersi in mostra e l’ambiente. Qui non si vive di calcio, non c’è una tradizione sportiva ad alti livelli ed è logi-co che allo stadio almeno all’inizio non venis-sero in tanti: ora i nostri duemila in casa li fac-ciamo, la gente si sta appassionando a questa banda scatenata di giovani e ci seguono con grande curiosità. Posso dirti che è scattata la scintilla ma dobbiamo continuare su questa strada. Saremo la rivelazione del campionato se a maggio saremo ancora qui, a due punti dalla vetta. Guai a rilassarci o sentirci appaga-ti, sarebbe un errore imperdonabile che non renderebbe merito al lavoro di mister Calori. Alla fi ne non abbiamo ancora fatto nulla”.A proposito di giovani: da Puccio a Pon-daco, da Fuscello a Diogo Felipe senza dimenticare i vari Cardin, Scozzarella, Marchi, Bocalon e Scapuzzi. Cosa puoi dirci di loro?“Scapuzzi è un trequartista di diciotto anni e ha i numeri giusti perché l’anno prossimo lo si veda giocare con il nome scritto dietro alla schiena, stesso discorso vale per Marchi, punta di grande tecnica e dotato di un tiro for-tissimo. Bocalon è un attaccante bravissimo a cercare la profondità al contrario di Altinier che invece è un animale da gol impressionan-

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21L’AVVERSARIOPortogruaro

IL CAMMINO DEL PORTOGRUARO

1A GIORNATAPORTOGRUARO-RAVENNA 0-1

2A GIORNATAREAL MARCIANISE-PORTOGRUARO 1-2

Altinier e Marchi

3A GIORNATAPESCINA VDG-PORTOGRUARO 0-1

Espinal

4A GIORNATAPORTOGRUARO-REGGIANA 2-1

Altinier e Cunico

5A GIORNATALANCIANO-PORTOGRUARO 0-2

Marchi e Bocalon

6A GIORNATAPORTOGRUARO-GIULIANOVA 2-0

Bocalon e Cunico

7A GIORNATARIMINI-PORTOGRUARO 2-3

Bocalon, Marchi e Scozzarella

8A GIORNATAPORTOGRUARO-PESCARA 2-2

Marchi e Altinier

9A GIORNATAANDRIA-PORTOGRUARO 1-0

10A GIORNATAPORTOGRUARO-CAVESE 0-0

11A GIORNATAPORTOGRUARO-TERNANA 1-2

Altinier

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Orario: dalle ore 7.00 alle ore 01.00Chiuso domenica pomeriggio

ACQUISTIAltinier (a, Mantova, Co)

Bocalon (a, Inter, Pr)Puccio (d, Inter, Pr)

Pondaco (c, Sampdoria, Pr)Fusciello (c, Atalanta, Pr)Bianchi (d, Padova, Co)Scapuzzi (a,Milan, Pr)

Diogo Felipe (c, Udinese, Pr)Migliozzi (d,Sv)Gardella (d, Sv)Nardoni (p, Sv)

Marchi (a, Bellaria)Siniscalchi (d, Ascoli, Pr)

Gotti (d, Udinese, Rs)Mattielig (c, Sv, Rs)

Cardin (d, Atalanta, Rn)Scozzarella (c, Atalanta, Rn)

Vicente (c, Sv)

CESSIONICesca (a, Bassano, Fp)Abate (a, Mantova, Co)

Carboni (c, Pescara)Cherubini (d, Sv)

Cuffa (c, Padova, Co)Giardina (c, Cosenza)Cesca (a, San Marino)

IL MERCATO

te. Diogo Felipe ha dei numeri da giocatore navigato: ha vent’anni ma la palla al piede non gliela levi con facilità. Gli altri, se lavoreranno con la stessa intensità di questi mesi, hanno il futuro che li aspetta: ecco il mio ruolo è anche quello impedire che questi ragazzi buttino via il talento che hanno, sarebbe un delitto per tutti, per loro, per lo sport in generale e per il Portogruaro che non ha certamente voglia di svegliarsi da questo sogno. La strada è ancora lunga e non vogliamo smettere di stupire”.

Nessun ferrarese vero ha dimenticato questa partita. La partita della fi ne, così sembrava, a triplice fi schio av-venuto. L’ennesima occasione grossa buttata al vento, l’ennesimo spreco, l’ennesima cazzata per dirla e scriver-la come si deve. Quel giorno, quel ma-ledetto giorno, ogni spallino, chi scrive compreso, ha passato novanta minuti infernali. Dalla goia massima alla depressione totale. Chi ha pianto, chi ha bestemmiato, chi ha fatto entram-be le cose. Sembrava la giornata dei titoli di coda. The end. E invece, chi poteva immaginarlo, quella sconfi tta pesantissima aprì la strada all’arrivo di una nuova éra. Quella di oggi che, classifi ca momentanea a parte, alme-no a noi fa sognare tantissimo. et

LA RINASCITA…MALGRADO TUTTO

PORTOGRUARO-SPAL 3-2

Marcatori: 49’ pt Furlanetto, 9’ st La Grotteria, 14’ st Scozzarella, 20’ st

Mortelliti, 42’st Cuffa

PORTOGRUARO: Marcon, Locatel-li, Federici, Cuffa, Gargiulo, Mada-schi, Ibekwe, Scozzarella (35’s.t. Favret), Maniero (46’s.t. Baggio), Cunico, Carboni (11’s.t. Mortelliti).12 Giambruno, 13 Cardin, 14 Gardin, 17 Levacovich. All. Domenicali.

SPAL 1907: Careri, Gianella, Gior-gi, Barbi, Ghetti, Specchia, Fonjock (41’st Franchini), Schiavon (32’s.t. Chadi), Bisso, La Grotteria (25’ s.t. Rossi), Furlanetto. 12 Millemaggi, 13 Lazzeri, 16 Sesa, 18 Agostinelli. All. Alessio

Arbitro: Doveri di Roma1 (Antico-Speranza-Vivenzi)

Note: Giornata estiva, terreno in buo-no stato. Spettatori paganti 2.300.

Espulso 37’ st Cunico, per somma di ammonizioni, nell’intervallo Levaco-vich che era in panchina e l’allenatore Domenicali per proteste. Ammoniti: Barbi, Scozzarella, Furla-netto, Ibekwe, Cunico, Chadi. Angoli 7-4.

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Al nono campionato consecutivo in Prima Divisione, la Virtus Lanciano, al suo ven-tesimo anno da professionista della storia, si candida come una delle possibili sorprese della stagione. Complice una campagna ac-quisti estiva che non ha badato a spese, la squadra della famiglia Maio (che opera nel campo dello smaltimento dei rifi uti e ha rile-vato nel maggio del 2008) ha tutte le carte in regola per ottenere una tranquilla salvezza e perché no, puntare anche a qualcosa di più gratifi cante. I frentani sono guidati dall’eccentrico Dino

Pagliari, fratello maggiore di Giovanni (che allena il Perugia) con cui ha aperto una scuola calcio che ha sedi sia a Macerata, suo luogo natìo, sia a Tolentino: da calciatore ha disputato due campionati di A e segnato sei reti, non male per un centrocampista. Viene ricordato anche a Ferrara per essere stato una delle ultime scoperte di Paolo Mazza che lo portò all’ombra del Castello Estense in prestito dalla Fiorentina e qui rimase due stagioni: proprio a Firenze e proprio in que-gli anni raggiunge il massimo della notorietà per i suoi stravaganti modi di fare (si dice camminasse lungo l’Arno con una gallina al guinzaglio) e per il taglio di capelli che porta-va fi no alle spalle. Per lui si contano oltre tre-cento panchine tra i professionisti. Dal 2008 a capo della società c’è Valentina Maio, seconda presidentessa donna della Lega Pro insieme a Deborah Caldora del Pescara. Tra gli uomini di spicco attenzione ai difen-sori-saltatori Vastola e Antonioli (tra i pro-tagonisti della promozione in B del Gallipoli), al mediano Di Cecco (tra i migliori centro-campisti di B l’anno scorso con la maglia

ACQUISTISansone (c, Siena, Pr)

Colombaretti (c, Foggia)Vastola (d, Gallipoli)

Di Cecco (c, Sv)Sacilotto (c, Cesena)Coppini (d, Bellaria)

Antonioli (d, Gallipoli)Masini (a, Ascoli)

Zeytulayev (c, Pescara)Mainella (a, Val di Sangro)

Chiodini (p, Frosinone)U.Improta (a, Giulianova)Morante (a, Verona, Rs)Amenta (c, Padova, Rs)El Kamch (c, Olbia, Rs)

Volpe (c, Olbia, Rs)

CESSIONIMargarita (a, Grosseto)

Alfageme (a, Brescia, Fp)Cossu (c, Sv)

El Kamch (c, Melfi )Sabbatini (c, Chieti)

Vincenti (d, Monopoli)Tarquini (a, Avellino, Pr)

IL MERCATOdi Diego Stocchi Carnevali

LA VIRTUSDI PAGLIARI

Vediamo il prossimoavversario della SpalL’allenatore è l’eccentrico personaggioche il presidentissimo portò a Ferrara e che si narra camminasse lungo l’Arnocon una gallina al guinzaglioLa società l’estate scorsanon ha badato a speseSacilotto e Sansonesono due tra i migliori esterni della categoriaOcchio anche ai difensori Vastola e Antonioli e al bomber Improta, infallibile cecchino dagli undici metri

l’ex scoperta di Mazzadell’Avellino e lancianese doc), agli esterni Sacilotto (ex Cesena) e Sansone (ex Sie-na, promessa del calcio autentica), al tutto-fare Colombaretti e agli attaccanti Masini (ex Lucchese e Ascoli) e Improta (cecchi-no infallibile dagli undici metri, bomber del Giulianova della scorsa stagione). In porta Chiodini, ultime tre stagioni in B da compri-mario a Frosinone. Si tratta di una squadra

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23PROSSIMO AVVERSARIOLanciano

IL CAMMINO DEL LANCIANO

1A GIORNATAREGGIANA-LANCIANO 0-1

Oshadogan

2A GIORNATALANCIANO-H.VERONA 0-3

3A GIORNATALANCIANO-PESCARA 2-2

Sacilotto e Vastola

4A GIORNATAFOGGIA-LANCIANO 0-0

5A GIORNATALANCIANO-PORTOGRUARO 0-2

6A GIORNATACOSENZA-LANCIANO 0-0

7A GIORNATAGIULIANOVA-LANCIANO 2-2

Turchi e Colussi

8A GIORNATALANCIANO-POTENZA 1-0

Improta su rig.

9A GIORNATAPESCINA-LANCIANO 1-1

Sansone

10A GIORNATALANCIANO-ANDRIA 2-2

Morante e Improta su rig.

11A GIORNATAMARCIANISE-LANCIANO 2-2

Turchi e Sansone

Continua la nostra carrellata tra gli impegni degli ex-giocatori spallini prendendo come punto di rife-rimento i voti degli inviati sui campi de La Gazzetta dello Sport. Sono stati tre i turni di serie A giocati nella settima-na di riferimento: Del Neri e la sua Sampdoria han-no avuto prestazioni alterne: 4-1 al Bologna (voto 7,5 “funziona tutto nella Samp”); sconfi tta per 5-1 a Torino con la Juventus (voto 5, “squadra quanto mai fragile in difesa”); 0-0 interno con il Bari (voto 6,5 “la Samp corre pochi pericoli”). Allegri e il Ca-gliari sono in netta ripresa: vittoria 3-2 sul Genoa (voto 6,5 “Cagliari sfortunato prima e bello a veder-si poi”); vittoria per 1-0 all’Olimpico contro la Lazio, voto 6,5 (“Cagliari tosto e senza sbavature”); vitto-ria 3-0 sull’Atalanta “trova l’alchimia d’attacco”. Tra i giocatori sempre positiva la prova di Pellissier anche nella sconfi tta interna 1-2 col Milan: voto 6,5 “intelligente...cala nella ripresa”. Il Chievo poi vin-ce 1-2 fuori casa lo scontro diretto a Catania: non segna ma “è sempre una spina nel fi anco”: voto 6. Infi ne nell’1-1 tra veronesi e Udinese prende un 6 “manca di precisione nelle conclusioni”. Manfre-dini (Atalanta) non è presente nei tre impegni della sua squadra. Contini in campo nella rinascita del nuovo Napoli di Mazzarri: voto 6 “cuore di capita-no” nel match vinto al Franchi contro la Fiorentina 0-1; dentro anche a Torino, anche se ha preso 5 nel-la partita vinta in rimonta 2-3 contro la Juventus.Passiamo in serie B. Pierobon (Cittadella) sempre in panchina sia nella sconfi tta per 1-0 a Sassuolo sia nel pari 1-1 nel derby col Padova. Sabato da protagonista invece per Cortellini: nella vittoria 2-3 del suo Modena a Piacenza, segna un gran gol: voto 6; nella successiva voto 7 nella vittoria interna 1-0 del Modena sul Vicenza. Esordio in serie B per Arma nel Torino: ingresso a dieci minuti dalla fi ne in Torino-Reggina 2-0 (senza voto), nuovo ingresso sempre a 10 dal termine nella sfortunata partita dei granata, sconfi tti per 2-0 a Trieste: anche qui senza voto. Consonni e Valeri non in campo tra i toscani in Cesena-Grosseto 2-2: il primo è invece in campo nella vittoria interna successiva per 2-1 sull’Ascoli: voto 6,5. Ingresso nel secondo tempo per Ginestra (Gallipoli) nel derby perso 0-3 col Lecce (voto 6); in campo quasi tutto il match nella vittoria 0-1 a Bre-scia (voto 6); sostituito a metà ripresa (voto 6) nella sconfi tta a Bergamo contro l’Albinoleffe per 2-0.Scendiamo in Prima Divisione. Due pareggi per il Viareggio di Leo Rossi: 0-0 ad Alessandria (voto 6) e 0-0 (voto 6,5) nel match interno con la capolista Novara. Nel match in Piemonte ingresso a 10 mi-nuti dalla fi ne per Martucci (senza voto); nel suc-cessivo incontro interno un’ora in campo per l’ala e voto 6. Artico (Alessandria) senza voto in campo

un quarto d’ora col Viareggio; voto 6 giocando tut-to l’incontro nella trasferta persa 1-0 a Varese. Nel girone B a fasi alterne marcia il Rimini dell’allena-tore Melotti: sconfi tta per 3-0 a Terni (voto 5) e vittoria successiva per 1-0 nel derby con il Raven-na 1-0 (voto 5,5). Nel Portogruaro, ai vertici della classifi ca, voto 5,5 a Cunico nel match interno 0-0 contro la Cavese mentre affonda sotto l’acqua con la sua squadra nel posticipo tv perso per 1-2 contro la Ternana. Il Verona degli ex-spallini Selva e Ber-

rettoni viaggia sempre alla grande: assente nelle due partite l’attaccante di San Marino, Berrettoni è protagonista e va anche a segno nel 5-1 al Pescina (voto 7,5). Nel successivo pari 0-0 a Giulianova è 6 il voto per l’attaccante. In campo Temelin in una Reggiana che però stenta: 4,5 nella sconfi tta inter-na per 3-4 contro il Foggia, assente nella successi-va trasferta 1-1 ad Andria. Ingresso a metà ripresa (senza voto) per Fonjock (Ravenna) nella sconfi t-ta per 1-0 nel derby col Rimini.Scendiamo infi ne in Seconda Divisione. Continua a segnare Nicola Bisso nel Legnano che si impone 1-2 ad Alghero con una rete dell’attaccante: voto 7. Nel successivo pari interno con la Valenzana voto 6. Moro nello Spezia a segno nella sconfi tta interna 1-2 contro il Rodengo: voto 6. Coinvolto poi nella sconfi tta successiva dei liguri (voto 5) 2-0 a Pavia. La sconfi tta nel turno con il Pavia 3-0 è costata la panchina della Pro Belvedere a Discepoli (voto 5). Rivaldo (Gubbio) prende 6,5 nella sconfi tta per 2-0 a Sacile mentre voto 8 con rete decisiva del 2-1 nella vittoria interna contro il Fano. 6,5 per Chadi in Lucchese-Colligiana 2-0 mentre entra a 15 minuti dalla fi ne (voto 6) nel pari 1-1 tra Lucchese e Bas-sano. A proposito della formazione veneta, sugli scudi La Grotteria nella vittoria per 2-1 contro la Nocerina. Gaucho in rete e voto 7. Argentino in campo novanta minuti anche nel pari 1-1 a Lucca, voto 6. Anche Giorgi (Giacomense) in campo: 45 minuti e voto 5,5 nella vittoria in trasferta (0-1) con-tro la Sangiustese; sostituito ad inizio ripresa nella sconfi tta al Mazza 1-3 contro il San Marino. Infi ne il girone C: sempre assoluto protagonista nella Cisco Roma, Franchini: voto 7 in Normanna-Cisco, poi voto 7,5 e rete in Cisco Roma-Brindisi 2-0. A segno di nuovo anche Agostinelli (Igea) nella sconfi tta per 3-2 fuori casa contro il Noicattaro: voto 6,5. Chiudiamo con il capitolo ex-portieri: vola in testa alla classifi ca il Gela di Nordi con le vittorie 1-0 sul Melfi (voto 6,5) e lo 0-2 esterno di Manfredonia, voto 7. Solo due le reti subite dal Gela in tutto il torneo. Nella sconfi tta di Gela, Careri protagonista nel Melfi (voto 7); voto 6 infi ne per l’ex vice-Capec-chi in Melfi -Vico Equense 3-0.

Mister Discepoli, un altro esoneroFinalmente si sveglia Rivaldoma il top è sempre il piccolo Franchinidi Andrea Tebaldi

C’ERA UNA VOLTA L’EXtosta, quadrata e ben disposta in campo ma anche lenta e prevedibile con un gioco che si rifà in tutto e per tutto a quel 4-4-2 tipico del gioco “a zona”. Fermi da qualche settimana ci sono l’esperto difensore Oshadogan e il mediano Di Cecco ma entrambi sono dati sulla via del recupero per la trasferta di do-menica prossima.

Page 24: Lo Spallino n.6

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ARCHI

Allenatore: DOLCETTI. A disp.: Ioime, Lorenzi, Cabec-cia, Bedin, Rossi, Marongiu (Valtulina), Bazzani.

Allenatore: CALORI. A disp.: Nardoni, Bianchi, Spec-chia, Mattielig, Puccio, Scapuzzi, Bocalon.

DIFFIDATI: Migliorini (Spal), Lorenzi (Spal), Zamboni (Spal) CLASSIFICA MARCATORI

5 reti: Selva (Verona). 4 reti: P. Rossi (1 rig. Reggiana) e Stefani (2 rig. Reggiana); Altinier (Portogruaro), Biancolino (1 rig. Cosenza) e Marchi (Portogruaro). 3 reti: Ceccarelli (Vero-na) e Olivi (Pescara); Concas (Ternana), Frara (Rimini), Packer (Ravenna) e Schiavon (Spal); Berrettoni (Verona), Bocalon (Portogruaro), Corona (1 rig. Taranto), Ganci (1 rig. Pescara), Noviello (Ternana), Polani (Potenza), Salgado (Foggia), Scotto (Cosenza), Tedesco (Marcia-nise), Temelin (Reggiana) e Tozzi Borsoi (2 rig. Ternana). 2 reti: 22 giocatori tra i quali Arma (Spal ora al Torino), Bazzani (Spal), Cunico (Portogruaro).

PESCARA 23HELLAS VERONA 23TERNANA 21PORTOGRUARO 20RIMINI 16RAVENNA 15TARANTO 15COSENZA 15VIRTUS LANCIANO 13

REGGIANA 13CAVESE 13SPAL 12GIULIANOVA 12PESCINA 12MARCIANISE 9FOGGIA 9POTENZA 9ANDRIA 9

CLASSIFICA

OGGI8 NOVEMBRE 2009

ANDRIA - GIULIANOVA CONSENZA - PESCARA FOGGIA - RIMINI LANCIANO - TERNANA RAVENNA - PESCINA VDG REGGIANA - POTENZA SPAL - PORTOGRUARO TARANTO - CAVESE VERONA - MARCIANISE

PROSSIMO TURNO15 NOVEMBRE 2009

CAVESE - POTENZA GIULIANOVA - REGGIANA MARCIANISE - ANDRIA PESCARA - VERONA PESCINA VDG - FOGGIA PORTOGRUARO - TARANTO RIMINI - COSENZA SPAL - LANCIANO TERNANA RAVENNA

FERRARA