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PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO SERVIZIO CATASTO OPERAZIONI DI DELIMITAZIONE E DI RILEVAMENTO PER LA FORMAZIONE DI CARTOGRAFIA NUMERICA CATASTALE - SPECIFICHE TECNICHE - ALLEGATO B AL CAPITOLATO TECNICO Versione 2010.01 TIMBRO: FIRMA:

SPECIFICHE TECNICHE - Trento · 1.11 Disaccordo sulla posizione dei confini 11 1.12 Abbozzo di delimitazione (Elaborato di consegna “f”) 12 1.13 Verbale di accettazione (Elaborato

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PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

SERVIZIO CATASTO

OPERAZIONI DI DELIMITAZIONE E DI RILEVAMENTO PER LA FORMAZIONE DI CARTOGRAFIA NUMERICA CATASTALE

- SPECIFICHE TECNICHE -

A L L E G A T O B A L C A P I T O L A T O T E C N I C O

Versione 2010.01

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INDICE

1. ATTIVITA’ PRELIMINARI E PROCEDURE DI DELIMITAZIO NE

1.1 Documentazione fornita dal Servizio Catasto 4

1.1.1 Punti Fiduciali (P.F.) 4

1.1.2 Cartografia di conservazione 4

1.1.3 Elenco dei proprietari 4

1.2 Funzionario della Direzione dei Lavori (F.D.L.) 5

1.3 Obblighi dell’amministrazione comunale 5

1.4 Convocazione dei proprietari 5

1.5 Mancato intervento dei proprietari convocati 6

1.6 Definizione di particella 6

1.7 Individuazione delle particelle sul territorio 6

1.8 Confine non materializzato 7

1.9 Delimitazione del bene pubblico 7

1.9.1 Strade pubbliche 7

1.9.2 Ferrovie 9

1.9.3 Acque pubbliche 10

1.10 Difformità fra stato di fatto e stato giuridico 11

1.11 Disaccordo sulla posizione dei confini 11

1.12 Abbozzo di delimitazione (Elaborato di consegna “f”) 12

1.13 Verbale di accettazione (Elaborato di consegna “g”) 13

1.14 Raccolta dei dati toponomastici (Elaborato di consegna “i”) 13

2. IL RILIEVO

2.1 Modalità 14

2.2 Caratteristiche degli strumenti per poligonazione e celerimensura 14

2.3 Requisiti delle poligonali 15

2.4 Calcolo delle distanze 15

2.5 Osservazioni di campagna (Elaborato di consegna “b”) 16

2.6 Planimetria riassuntiva dei libretti delle misure (Elaborato di consegna “c”) 17

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2.7 Coordinate dei vertici di inquadramento e di stazione (Elaborato di consegna “d”)17

2.8 Coordinate dei punti di dettaglio rilevati (Elaborato di consegna “e”) 18

2.9 Integrazione al rilievo di tipo satellitare 18

2.10 Schema di rilievo (Elaborato di consegna “h”) 18

2.11 Relazione tecnica (Elaborato di consegna “a”) 19

3. ALLESTIMENTO DELL’ARCHIVIO NUMERICO

3.1 Costituzione dell’archivio numerico (Elaborato di consegna “j”) 20

3.2 Blocco di testa 20

3.3 Blocco particella 21

3.4 Blocco simbolo 23

3.5 Blocco linea di vestizione 23

3.6 Blocco testo 25

4. RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO

4.1 Particelle 26

4.2 Linee di vestizione 27

4.3 Linee con andamento sinuoso 27

4.4 Acque, canali ed opere di sistemazione idrica 27

4.5 Strade e viabilità 30

4.6 Ferrovie 32

4.7 Fabbricati 32

4.8 Altri particolari topografici 36

4.9 Diritti di superficie 36

4.10 Simboli 36

4.11 Testi e toponimi 37

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1. ATTIVITA’ PRELIMINARI E PROCEDURE DI DELIMITAZIO NE

1.1 Documentazione fornita dal Servizio Catasto alla Ditta aggiudicataria (Ditta) Il Servizio Catasto fornisce la documentazione di supporto alla formazione della nuova

cartografia che consiste in:

- monografie dei Punti Fiduciali;

- copia della cartografia catastale attualmente in conservazione;

- elenco dei proprietari delle particelle.

1.1.1 Punti Fiduciali (P.F.) Sono fornite copie delle monografie dei P.F. presenti nelle zone interessate dal rilievo. Su

richiesta dell’aggiudicataria, il Catasto può integrare con nuovi P.F. la rete di appoggio, se

risultasse carente in qualche zona.

1.1.2 Cartografia di conservazione E’ fornita una copia della cartografia del Comune Catastale (C.C.) interessato dai rilievi in

formato vettoriale; ad essa è allegato un file contenente il perimetro delle zone da rilevare.

In fase di delimitazione, il rilevatore, in accordo con il Funzionario incaricato della Direzione

dei Lavori (F.D.L.), può modificare il contorno del rilievo, se motivato da ragioni tecniche e/o

di opportunità.

In caso di modifiche significative si dovrà inoltrare una richiesta preventiva al Servizio

Catasto tramite il F.D.L..

Il Servizio Catasto valuterà la richiesta e formalizzerà la variazione con l’eventuale modifica

dei termini contrattuali per l’ultimazione dei lavori.

1.1.3 Elenco dei proprietari Vengono forniti i files dei dati censuari e delle titolarità, relativi alle particelle interessate dal

rilievo con le codifiche delle sezioni dei tracciati records e le informazioni anagrafiche degli

intestatari.

A completamento del materiale, si forniranno il modello per la convocazione dei proprietari e

quello del verbale di accettazione.

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1.2 Funzionario della Direzione dei Lavori (F.D.L.). Il Servizio Catasto nomina un F.D.L., che lo rappresenta in tutte le fasi di esecuzione

dell’opera ed al quale la Ditta farà sempre riferimento. In particolare:

• per le procedure di inizio, sospensione, stato di avanzamento e fine lavori;

• per le modalità relative all’esecuzione dell’opera;

• per le richieste di elaborati tecnici complementari alla realizzazione della cartografia.

Il F.D.L. provvederà a fornire alla Ditta le risposte o le prescrizioni tecniche richieste.

1.3 Obblighi dell’Amministrazione comunale

L’Amministrazione comunale è obbligata ai sensi degli articoli 6 e 7 del Regolamento di

esecuzione dell’art 2 della Legge Regionale 8 marzo 1990 n. 6, a:

• recapitare ai proprietari la convocazione per le operazioni di delimitazione;

• mettere a disposizione della Ditta un locale ad uso ufficio per la durata dei lavori;

• mettere a disposizione della Ditta un indicatore per assisterla, ove necessario.

Le modalità e i dettagli saranno concordati in base alle esigenze della Ditta ed alle

disponibilità del Comune.

1.4 Convocazione dei proprietari Il rilevatore dovrà pianificare le convocazioni per data ed ora, fornendo al Comune le lettere

di convocazione già compilate per permettere il loro recapito in tempi adeguati.

I proprietari verranno invitati per la delimitazione delle particelle dichiarate nella

convocazione; ciò non toglie che il rilevatore possa concordare con il proprietario di delimitare

anche altre sue particelle non in calendario in quel giorno.

L’orario presente sulla convocazione non dovrà essere generico, ma riferito ad una

proiezione oggettiva dei tempi previsti per le operazioni di delimitazione. Nella pianificazione dei

tempi di lavoro è opportuno prevedere congrui margini per gli eventuali imprevisti. Sulle

convocazioni si dovrà riportare un recapito telefonico della Ditta al quale i proprietari possano fare

riferimento per eventuali informazioni e/o chiarimenti.

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In caso la particella sia intavolata a più titolari, sarà possibile convocarne uno solo. La scelta

potrà ricadere sul comproprietario residente nel Comune oggetto del rilievo o quello con maggior

quota, ecc …., evidenziando nella lettera di convocazione il termine “…e comproprietari” in modo

che il ricevente si faccia carico di avvisare gli altri eventuali intestatari e che gli stessi possano

accordarsi su chi far intervenire. Ogni comproprietario potrà presenziare alla delimitazione,

indipendentemente da chi avrà ricevuto la convocazione ufficiale.

Nel caso di edifici divisi materialmente sarà preferibile convocare chi gode degli spazi

pertinenziali.

In caso di condominio, potrà essere convocato l’amministratore.

1.5 Mancato intervento dei proprietari convocati Il proprietario che non potesse intervenire al sopralluogo di delimitazione, potrà farsi

rappresentare da altre persone compilando la delega allegata alla lettera di convocazione.

In assenza di alcun titolare, il rilevatore proseguirà il proprio lavoro annotando il mancato

intervento del/i proprietario/i, rilevando il confine se materializzato in modo chiaro ed univoco da

recinzioni, muri, cippi, ecc. oppure su sola indicazione del confinante.

1.6 Definizione di particella Il Decreto Ministeriale n. 28 del 1998 riporta all’articolo 13 comma 2, la seguente

definizione: “L'elemento inventariale minimo della cartografia è la particella di possesso costituita

da una porzione di terreno, sito nello stesso comune, caratterizzata da continuità fisica ed

isopotenzialità produttiva, nonché da omogeneità dei diritti reali sullo stesso insistenti.”

1.7 Individuazione delle particelle sul territorio Il rilevatore dovrà individuare i confini in base alle indicazioni dei proprietari intervenuti e

identificherà le particelle con la numerazione della mappa di conservazione.

Proporrà modifiche solo all’interno della proprietà, dove sarà possibile rettificare, estinguere

o creare particelle rispettando quanto definito al punto precedente.

Nell’eseguire le estinzioni, manterrà la numerazione della particella più significativa come

dimensione.

In caso di erezione di nuove particelle, la numerazione provvisoria, partirà dal 9000 per le

particelle edificiali e dal 20000 per quelle fondiarie.

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Qualora gli elementi di confine individuati non fornissero per la loro conformazione

un’indicazione precisa sulla posizione della dividente (es.: barbacane, pietra confinaria, muri a

secco di un certo spessore, ecc..), si dovrà evidenziare con un segno di colore la posizione del punto

rilevato sull’elemento. Tale operazione dovrà essere eseguita in modo discreto, senza deturpare

l’oggetto.

1.8 Confine non materializzato Nel caso in cui il confine non fosse materializzato, ma ci fosse l’accordo fra i proprietari

confinanti per la sua individuazione, quest’ultimo verrà definito dal rilevatore con l’apposizione di

picchetti.

Se i proprietari non fossero in grado di definire la posizione del confine, il rilevatore non

sarà tenuto a tracciare sul terreno la dividente. In questo caso riporterà la linea di confine nella

nuova cartografia secondo i dati indicati nei documenti tecnici archiviati presso l’Ufficio Catasto

competente oppure secondo le risultanze della mappa catastale.

1.9 Delimitazione del bene pubblico La Pubblica Amministrazione va convocata di prassi successivamente alla definizione dei

confini delle proprietà private.

Nel caso in cui la P.A. non intervenga a dare indicazione sulla posizione dei confini, la

presenza di segni fisici inequivocabili quali cippi, opere murarie, recinzioni stabili, sono sufficienti

per dimostrare il godimento di fatto e costituiscono elementi certi per la delimitazione.

In altre situazioni i limiti possono essere meno chiari ed è quindi necessario individuare il

confine “più probabile”, soprattutto in assenza di documentazione catastale utilizzabile per la

ricostruzione grafica del confine.

Di seguito si riportano dei suggerimenti per individuare i limiti di possesso per i casi più

frequenti riguardanti strade, ferrovie ed acque.

1.9.1 Strade pubbliche. Il possesso di una strada pubblica è evidenziato dal limite della manutenzione degli

spazi limitrofi alla carreggiata eseguita dai dipendenti dell’ente gestore della strada stessa,

pertanto si considerano pertinenze della strada tutti quegli spazi che vengono curati da chi la

gestisce.

Sono pertinenze della strada le opere costruite per mantenere efficiente ed integra la

carreggiata, come le scarpate, le canalette per la raccolta delle acque, i tombini, i muri di

contenimento, ecc.

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Esempi di individuazione del limite di possesso:

Es.1: In mancanza di elementi fisici il limite dovrà essere posto ad almeno 50 cm dal limite asfalto o dalla carreggiata nel caso di strada sterrata. In caso di accumuli di materiale (pietre, terra o altro) si individuerà, come limite, la mezzeria del riporto.

Es.2: In presenza di cordoli delimitanti la carreggiata o basamenti per pali di illuminazione o di segnali stradali, questi andranno ricompresi nel limite del possesso.

Es.3: Per quanto riguarda canali e fossi a ridosso della strada, si ricomprenderanno nel limite di possesso, solo quei manufatti al servizio della stessa, quelli, cioè, costruiti per far defluire l’acqua dalla carreggiata.

Es.4: Murature preesistenti la costruzione della strada. La muratura a monte non va considerata possesso della strada in quanto costruita per interessi privati. La muratura a valle si considererà di possesso fin quando fra la carreggiata e la muratura non si frappongono diritti di terzi.

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Es.5: Le murature di recinzione o di contenimento costruite da privati per loro interessi, vanno escluse dal limite di possesso della strada.

Es.6: Le opere murarie costruite appositamente per la stabilità della strada, sono da ricomprendere nei limiti del possesso per l’intera occupazione dell’opera. Per la parti non visibili (fondazioni, rinforzi, ecc.) si cercherà di stimarne le dimensioni.

Es.7: Le scarpate derivanti dai movimenti terra eseguiti per la costruzione della strada (scavi e riporti), sono da ricomprendere nel limite di possesso.

E’ possibile che le strade da rilevare siano il risultato di varianti di tracciati

precedenti; ai margini delle stesse potrebbero esistere dei relitti stradali che dovranno essere

rilevati utilizzando i principi sopra esposti, aggregandoli alla particella che identifica la

strada.

1.9.2 Ferrovie Per quanto riguarda le ferrovie e le strade ferrate in genere, si rimanda a quanto detto

nel paragrafo precedente a riguardo delle strade, sostituendo idealmente al manto stradale, la

massicciata.

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1.9.3 Acque pubbliche. Il limite di possesso per un corso d’acqua pubblico è in linea di massima il livello di

piena ordinaria dello stesso (vedi piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche della

P.A.T.).

Sono da ricomprendere nei limiti di possesso tutte le opere arginali e di sistemazione

costruite per il contenimento e la regimentazione delle acque.

E’ possibile che parallelamente agli argini o nelle vicinanze dell’invaso vi possano

essere passaggi utilizzati per la manutenzione delle opere e per la pulizia dell’alveo; questi

dovranno essere rilevati e rappresentati con apposite linee di vestizione, in quanto possibili

oggetti di diritti reali.

Esempi:

Es.1: In mancanza di opere di contenimento, si rileva il livello di piena ordinaria. Per definire questo limite, si individuerà la linea di erosione dell’acqua sulle scarpate e si rileverà il cambio di pendenza immediatamente superiore.

Es.2: In situazioni dove non esistono opere artificiali, ma la sezione del corso d’acqua evidenzia un sicuro intervento di sistemazione, si rileva la testa scarpata derivante dall’intervento.

Es.3: Il limite di possesso ricomprenderà tutte le opere artificiali di contenimento delle acque.

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Es.4: In caso di briglie , o salti artificiali, si dovrà rilevare per intero l’opera e inserirla nei limiti di possesso. Vanno inoltre rilevati quei cambi di pendenza sulla sommità dell’opera, evidenziati nella figura con la lettera A.

Es.5: In caso di briglie presenti in modo costante e ravvicinato lungo il torrente, per limite di possesso si intenderà la linea che collega le estremità di una briglia a quelle della briglia successiva.

Per i laghi si dovrà rilevare la linea corrispondente al livello di piena ordinaria, mentre per i

laghi artificiali quello della quota del massimo invaso.

1.10 Difformità fra stato di fatto e stato giuridico Qualora durante la delimitazione si riscontrassero situazioni di possesso difformi da quanto

rappresentato nella mappa di conservazione, il rilevatore dovrà predisporre la nuova mappa secondo

lo stato di fatto indicato dai proprietari, provvedendo, in caso di differenze macroscopiche, a farne

menzione nella relazione tecnica.

Tali difformità saranno valutate, successivamente, dall’ufficio competente.

1.11 Disaccordo sulla posizione dei confini Nel caso che uno dei proprietari non riconosca i limiti fisici o i manufatti in loco come

confine o ci sia disaccordo sulla loro posizione, il rilevatore tenterà di comporre amichevolmente la

controversia proponendosi come mediatore fra le parti per una soluzione.

Tuttavia, nel caso in cui non si pervenga ad un accordo, il rilevatore non procederà al rilievo

degli eventuali elementi di confine e disegnerà la dividente secondo le risultanze catastali. Le parti

intervenute dovranno essere messe a conoscenza di questa procedura.

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Nel caso in cui un proprietario non riconosca la posizione di un confine già definito in un

precedente momento dal confinante, il rilevatore dovrà provvedere ad informare il primo convocato

della controversia e tentare una mediazione procedendo come descritto in precedenza.

1.12 Abbozzo di delimitazione (Elaborato di consegna “f”) Durante la delimitazione il rilevatore sarà tenuto alla redazione degli abbozzi di

delimitazione che faranno parte della documentazione ufficiale del lavoro.

In questo elaborato, formato semplicemente dalla mappa di conservazione ingrandita in

scala adeguata , verranno riportati:

• la natura delle linee di confine (breve descrizione, simboli o segni convenzionali);

• le estinzioni e le erezioni di particelle;

• le annotazioni e le indicazioni relative alle dividenti (non definite, mancato accordo

fra i proprietari, definite da tipo di frazionamento, ecc.);

• le campiture degli elementi edificati;

• la destinazione d’uso delle particelle (colture).

Fig. 1: Esempio di abbozzo di delimitazione

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Inoltre potranno essere annotati altri elementi quali:

• misure dirette di rilievo;

• numerazione dei punti di rilievo;

• numeri civici e la toponomastica;

• qualsiasi altro elemento che possa dare indicazioni utili per l’edizione della nuova

mappa.

Come elaborato di consegna si potranno fornire gli stessi originali di campagna, purchè

chiari, leggibili ed integri.

1.13 Verbale di accettazione (Elaborato di consegna “g”)

Si redigerà per ogni particella, o insieme di particelle con uguale titolarità, un verbale di

accettazione, sul quale dovrà essere apposta la firma del rilevatore e del proprietario intervenuto. La

sottoscrizione del verbale da parte degli intervenuti è la conferma della presenza del proprietario o

di un suo delegato nelle fasi di delimitazione e testimonia l’accettazione o la contestazione del

confine, riportando le eventuali osservazioni.

Nel verbale dovranno comparire il nome del proprietario intervenuto o del delegato, i

numeri delle particelle delimitate e le eventuali osservazioni riguardanti le dividenti.

Le osservazioni riguarderanno in genere:

• il disaccordo dei proprietari sulla posizione del confine;

• il mancato intervento dei proprietari;

• la ricostruzione del confine tramite tipo di frazionamento;

• altri elementi utili.

Sul verbale non dovranno comparire le firme dei proprietari confinanti, per i quali saranno

redatti altri verbali di accettazione.

In caso di intervento di un delegato si dovrà allegare al verbale la delega firmata dal

convocato.

I verbali dovranno essere archiviati con un criterio che ne consenta una facile ricerca.

1.14 Raccolta dei dati toponomastici (Elaborato di consegna “i”) I dati toponomastici vanno riferiti alle particelle edificiali; ovvero per ogni fabbricato si

dovrà riportare in un file formato tabella (es.: excel), il nome della via o piazza ed i rispettivi numeri

civici che lo individuano, secondo il seguente schema:

Particella Edificiale Via, Piazza, ecc. Numeri Civici

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Queste informazioni si possono annotare durante la fase di delimitazione; in tal caso sarà

consentito riportarle sugli abbozzi, facendo attenzione a non comprometterne la lettura.

Se l’individuazione di tali dati verrà fatta con altre modalità, non sarà richiesto alcun

elaborato grafico specifico, se non il file dei dati raccolti.

Il nome del file di consegna di questo elaborato sarà composto da tre parti separate fra loro

dal simbolo “_” seguite dall’estensione propria del formato del file.

I_toponomastica_XXX.estensione

Dove: I = lettera identificativa dell’elaborato

Toponomastica = nome dell’elaborato

XXX = codice del comune catastale

2. IL RILIEVO

2.1 Modalità Il rilievo degli elementi di confine evidenziati in fase di delimitazione dovrà essere

effettuato con modalità proprie del rilievo topografico diretto sul terreno.

E’ consentito l’uso sia della tradizionale metodologia per poligonazione e celerimensura, sia

della tecnologia di rilievo satellitare, in modalità statico e in tempo reale (RT).

Inoltre è possibile completare il rilievo con misure dirette eseguite con distanziometri laser o

longimetri per situazioni limitate al completamento dei fabbricati o per operazioni geometriche

semplici.

2.2 Caratteristiche degli strumenti per poligonazione e celerimensura

Le apparecchiature da utilizzare dovranno presentare le seguenti caratteristiche:

• la registrazione automatica dei dati di rilievo;

• i teodoliti (o altri goniometri) devono consentire la lettura diretta di almeno 10cc sia

per le direzioni azimutali che per quelle zenitali;

• i distanziometri devono consentire la misurazione della distanza con un sigma non

superiore a ± (3 mm + 2 ppm).

Le metodologie operative per il rilievo delle poligonali e dei punti di celerimensura

dovranno essere adeguate a rispettare le tolleranze previste dal capitolato tecnico.

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2.3 Requisiti delle poligonali Le poligonali dovranno rispettare le seguenti caratteristiche:

• dovranno essere vincolate a P.F. con codice di attendibilità ≤ 5 o a stazioni rilevate

con metodologia satellitare, delle quali si dovranno fornire gli elementi di rilievo

come da disposizioni successive;

• dovranno essere eseguiti, quando possibile, gli orientamenti in apertura ed in

chiusura;

• dovranno avere lunghezza inferiore ai 1000 metri;

• il numero dei lati non dovrà essere superiore a 10;

• i lati dovranno avere possibilmente una lunghezza uniforme che non superi i 500

metri.

Dalla poligonale sarà possibile lanciare una sola stazione a sbalzo, che dovrà essere

controllata rilevando alcuni punti già battuti dalla stazione di origine. In caso di rilievo da una

singola stazione di coordinate note, si dovrà eseguire l’orientamento collimando almeno due punti

noti.

2.4 Calcolo delle distanze Occorre eseguire le seguenti riduzioni delle distanze misurate (inclinate):

1) Riduzione all’orizzonte

Si calcola con la nota formula:

D = D’× sen Z

dove D’ indica la distanza inclinata e Z l’angolo zenitale.

2) Riduzione al livello medio del mare

Indicando con H la quota sul livello medio del mare del segnale collimato, valutata a

questo scopo con un ordine di precisione grossolano, che può arrivare fino a 50 m, si

procede alla riduzione della distanza con la formula:

D0 = D×(1 - H/R)

dove D è la distanza ridotta all’orizzonte e R è il raggio della sfera locale della zona in cui

si esegue la poligonale (per il calcolo indicato si può ritenere, in via approssimata, R =

6379000 m).

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3) Rappresentazione sul piano cartografico

A tale scopo occorre introdurre il modulo di deformazione lineare m in modo da avere:

D”= D0 × m

dove D” è la distanza sul piano della rappresentazione cartografica, D0 è la distanza ridotta

al livello medio del mare, m è il modulo di deformazione lineare come di seguito

specificato.

Modulo di deformazione lineare nella rappresentazione UTM.

Indicando con Em la coordinata Est media della zona del rilevamento, il modulo di deformazione

lineare m (per distanze fino a 10 km) è dato dalla formula:

)(22

2m

R20.9996

Y10.9996m

××+×=

dove: Ym = Em - 500.000 (falsa origine)

R = raggio della sfera locale (6379000 m)

0.9996 = fattore di scala sul meridiano centrale

2.5 Osservazioni di campagna (Elaborato di consegna “b”) Le osservazioni di campagna, sia di inquadramento (poligonali o con sistemi GNSS) che di

dettaglio (celerimensura e tempo reale), dovranno essere raccolte in files strutturati in libretti delle

misure secondo “la normativa per il trattamento automatizzato degli aggiornamenti cartografici”,

trattabili con il programma “Pregeo”.

A detta normativa si può derogare solo per gli identificativi dei punti rilevati che potranno

non essere progressivi della loro stazione di origine, ma seguire altre logiche di numerazione;

rimane il vincolo dei 5 caratteri di tipo numerico. Un esempio può essere il seguente:

da 1 a 999 da riservare alle stazioni celerimetriche

da 1000 a 49999 da riservare al dettaglio rilevato in celerimensura

da 50000 a 99999 da riservare al dettaglio rilevato in GNSS

Si dovrà quindi, suddividere il territorio in aree omogenee di rilievo e creare un libretto delle

misure per ognuna di queste.

Il nome del file di consegna di questi elaborati sarà composto da quattro parti separate fra

loro dal simbolo “_ “seguite dall’estensione propria del formato pregeo “dat”.

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B_rilievo_YY_XXX.dat

Dove B = lettera identificativa dell’elaborato

rilievo = nome dell’elaborato

YY = numero progressivo del libretto in due cifre (01, 02, 03, ecc.)

XXX = codice del comune catastale

In caso di aree di rilievo interessante due Comuni Catastali adiacenti si inserisce il codice di

entrambi i comuni.

B_rilievo_YY_XXX_XXX.dat

2.6 Planimetria riassuntiva dei libretti delle misure (Elaborato di consegna “c”) E’ necessario predisporre un elaborato planimetrico che individui a livello grafico le aree

omogenee di rilievo interessate da ogni libretto delle misure.

La scala ed il formato di questo elaborato saranno scelti in base alle caratteristiche del

rilievo e dovrà contenere come base di riferimento la cartografia realizzata (semplificata al solo

livello dei limiti delle particelle), alla quale saranno sovrapposti i poligoni, retinati con colorazioni

diverse, rappresentanti le aree di competenza dei libretti delle misure.

A completamento si dovrà riportare in ogni area il nome del file del libretto corrispondente o

in alternativa inserire una legenda.

2.7 Coordinate dei vertici di inquadramento e di stazione (Elaborato di consegna “d”) Le coordinate dei vertici utilizzati come stazioni o come Master sia nelle operazioni di

inquadramento nel Sistema di Riferimento che per il dettaglio, dovranno essere riportate in un file

formato foglio elettronico strutturato in tabella, secondo lo schema sotto riportato. Sono esclusi da

questo elenco i Punti Fiduciali.

* Coordinate piane Est e Nord nel sistema di riferimento UTM-ETRF89

Il nome del file di consegna di questo elaborato sarà composto da tre parti separate fra loro

dal simbolo “_” seguite dall’estensione propria del formato del file.

C_inquadramento_XXX.estensione

Dove C = lettera identificativa dell’elaborato

inquadramento = nome dell’elaborato

XXX = codice del comune catastale

ID Vertice Est* Nord* Materializzazione

TIMBRO:

FIRMA:

Page 18: SPECIFICHE TECNICHE - Trento · 1.11 Disaccordo sulla posizione dei confini 11 1.12 Abbozzo di delimitazione (Elaborato di consegna “f”) 12 1.13 Verbale di accettazione (Elaborato

- 18 -

2.8 Coordinate dei punti di dettaglio rilevati (Elaborato di consegna “e”) Tutti i punti di dettaglio rilevati sia con metodi tradizionali (celerimensura) che con

metodologia GNSS (tempo reale) dovranno essere riportati, con le rispettive coordinate, in un file

formato foglio elettronico strutturato in tabella, secondo il seguente schema:

* Coordinate piane Est e Nord nel sistema di riferimento UTM-ETRF89

Il nome del file di consegna di questo elaborato sarà composto da tre parti separate fra loro

dal simbolo “_” seguite dall’estensione propria del formato del file.

E_dettaglio_XXX.estensione

Dove E = lettera identificativa dell’elaborato

dettaglio = nome dell’elaborato

XXX = codice del comune catastale

2.9 Integrazione al rilievo di tipo satellitare Per il rilievo eseguito con metodologia satellitare in modalità statico è richiesto il file delle

misure grezze (raw data) in formato Rinex.

Per il rilievo con metodologia satellitare in modalità tempo reale in collegamento alla rete di

stazioni permanenti della P.A.T. (TPOS), bisognerà comunicare il nome utente (ID user) di

registrazione al sistema.

Per il rilievo con metodologia satellitare in modalità tempo reale utilizzando una master

diversa dalla rete di stazioni permanenti della P.A.T. (TPOS), è richiesto il file di navigazione

cinematica (PPK) in formato Rinex.

2.10 Schema di rilievo (Elaborato di consegna “h”) Il rilievo dovrà essere restituito in scala opportuna e rappresentato su mappe in formato

UNI A1 con un taglio dei fogli a scelta del rilevatore, possibilmente con delle zone di

sovrapposizione fra una mappa e l’altra.

Questo elaborato dovrà evidenziare:

• i P.F. utilizzati per il rilievo;

• le stazioni celerimetriche rilevate sia attraverso poligonazione che con rilievo

satellitare (con il relativo identificativo);

• gli schemi delle poligonali con le osservazioni di orientamento o altre operazioni

topografiche;

• i punti di dettaglio rilevati (con il relativo identificativo) ed i perimetri a cui essi

appartengono.

TIMBRO:

FIRMA:

ID Punto Est* Nord* Materializzazione

Page 19: SPECIFICHE TECNICHE - Trento · 1.11 Disaccordo sulla posizione dei confini 11 1.12 Abbozzo di delimitazione (Elaborato di consegna “f”) 12 1.13 Verbale di accettazione (Elaborato

- 19 -

Fig. 2: Esempio di schema di rilievo. I colori e la simbologia utilizzati nell’esempio sono indicativi.

2.11 Relazione tecnica (Elaborato di consegna “a”)

La consegna degli elaborati dovrà essere accompagnata da una relazione tecnica sui lavori

eseguiti nella quale si riporteranno:

• i periodi di lavorazione;

• la strumentazione utilizzata;

• le metodologie organizzative di approccio al lavoro;

• le eventuali annotazioni sui rapporti con le amministrazioni locali ed il Servizio

Catasto;

• le difficoltà operative;

• i casi particolari di difformità fra stato di fatto e di mappa;

• varie.

TIMBRO:

FIRMA:

Page 20: SPECIFICHE TECNICHE - Trento · 1.11 Disaccordo sulla posizione dei confini 11 1.12 Abbozzo di delimitazione (Elaborato di consegna “f”) 12 1.13 Verbale di accettazione (Elaborato

- 20 -

3. ALLESTIMENTO DELL’ARCHIVIO NUMERICO 3.1 Costituzione dell’archivio numerico (Elaborato di consegna “j”)

Per ogni comune catastale e per ogni porzione non contigua di territorio dello stesso

comune, si dovrà predisporre un file di trasferimento nel formato qui descritto, denominato “PC2”.

Il nome del file di consegna di questo elaborato sarà composto da sei campi seguiti

dall’estensione pc2.

I primi due campi indicheranno il numero progressivo dei files PC2 nel caso si

individuassero per un C. C. più porzioni distinte di territorio (01, 02, 03, ecc). Se il file fosse unico

in questi due campi si inseriranno due zeri (00).

Il terzo campo sarà occupato dalla lettera identificativa dell’elaborato “J”.

Dal quarto al sesto campo si inserirà il codice di tre cifre del comune catastale (esempio:

00Jxxx.pc2).

3.2 Blocco di testa

Questo blocco contiene i dati generali e le coordinate del confine del C.C.. Esso deve

precedere tutti gli altri dati del file.

RECORD 1: CODICE NOME SUPER NVER NREC NPART

formato: A3 A60 F10.0 I5 I5 I5

CODICE = codice Comune (3 caratteri)

NOME = nome Comune (60 caratteri)

SUPER = superficie Comune (10 caratteri)

NVER = numero vertici confine Comune (5 caratteri)

NREC = numero di records successivi che contengono i suddetti vertici (5 caratteri)

Seguono NREC records contenenti le coordinate dei vertici (4 vertici = 12 coordinate per

record. Ogni coordinata nel formato F10.2):

E1 N1 Q1 E2 N2 Q2 E3 N3 Q3 E4 N4 Q4

-------------- 12 campi di 10 caratteri ------------

TIMBRO:

FIRMA:

Page 21: SPECIFICHE TECNICHE - Trento · 1.11 Disaccordo sulla posizione dei confini 11 1.12 Abbozzo di delimitazione (Elaborato di consegna “f”) 12 1.13 Verbale di accettazione (Elaborato

- 21 -

3.3 Blocco particella Ogni blocco di questo tipo contiene gli elementi relativi alla singola particella. I dati

memorizzati sono:

RECORD A: IDENT TIPO NUMERO SUPER NPOLIG ENOME NNOME ANG

formato: A1 A1 A9 F8.0 I4 F10.2 F10.2 F5.0

IDENT = carattere identificativo del tipo blocco (carattere “P”)

TIPO = tipo particella: E o F

NUMERO = numero particella

SUPER = superficie particella

NPOLIG = numero dei poligoni chiusi che definiscono il confine della particella (confine

esterno + isole + fabbricati)

ENOME = coordinata Est del nome della particella

NNOME = coordinata Nord del nome della particella

ANG = angolo inclinazione del nome

Seguono NPOLIG sottoblocchi, descriventi i poligoni, con la seguente struttura:

RECORD B: IDENT LIN NVER NREC

formato: A1 I2 I5 I5

IDENT = codice identificativo tipo di poligono:

E = contorno esterno

I = isola

F = fabbricato

LIN = codice tipo linea come da tabella 1a per IDENT= E

codice tipo linea 01 per IDENT= I

codice tipo linea come da tabella 1b per IDENT= F

NVER = numero di vertici del poligono

NREC = numero di records successivi che contengono i vertici

Seguono NREC records contenenti le coordinate dei vertici (4 punti per record):

RECORD C: EI N1 Q1 E2 N2 Q2 E3 N3 Q3 E4 N4 Q4

formato: 12 campi di 10 caratteri nel formato F10.2

TIMBRO:

FIRMA:

Page 22: SPECIFICHE TECNICHE - Trento · 1.11 Disaccordo sulla posizione dei confini 11 1.12 Abbozzo di delimitazione (Elaborato di consegna “f”) 12 1.13 Verbale di accettazione (Elaborato

- 22 -

Con riferimento ai tipi di records descritti, un blocco particella avrà quindi la seguente struttura: RECORD A

RECORD B

RECORD C

……………

……………

RECORD C

-

-

RECORD B

RECORD C

……………

……………

RECORD C

TABELLA 1a - Codici linea per poligoni di tipo E (qualità di coltura)

Codifica Descrizione Tipo Particella

01 Arativo Fondiaria con reddito

02 Prato Fondiaria con reddito

03 Orto Fondiaria con reddito

04 Frutteto Fondiaria con reddito

05 Vigna Fondiaria con reddito

06 Pascolo Fondiaria con reddito

07 Alpe Fondiaria con reddito

08 Bosco Fondiaria con reddito

09 Palude – Stagno Fondiaria con reddito

10 Lago (privato) Fondiaria con reddito

13 Fiume – Torrente – Fosso Fondiaria senza reddito

14 Strada Fondiaria senza reddito

15 Improduttivo – Incolto Fondiaria senza reddito

16 Esente imposta – Ferrovia – Cimitero Fondiaria senza reddito

17 Lago (acqua pubblica) Fondiaria senza reddito

18 Area edificiale – Cortile Edificiale

19 Edificio con o senza pertinenze Edificiale

TIMBRO:

FIRMA:

Poligono n. 1

Poligono n. “NPOLIG”

Page 23: SPECIFICHE TECNICHE - Trento · 1.11 Disaccordo sulla posizione dei confini 11 1.12 Abbozzo di delimitazione (Elaborato di consegna “f”) 12 1.13 Verbale di accettazione (Elaborato

- 23 -

TABELLA 1b - Codici linea per poligoni di tipo F (fabbricati)

Codifica Descrizione Tipo Linea

30 Contorno di fabbricati Continua

31 Contorno di tettoie e ruderi Continua

3.4 Blocco simbolo Si demanda ai programmi di gestione grafica dei files la visualizzazione del simbolo. Il

blocco simbolo sarà pertanto costituito da un unico record (uno per simbolo, ovviamente) così fatto:

RECORD D: IDENT CODICE ES1 NS1 QS1 ES2 NS2 QS2

formato: A1 I2 F10.2 F10.2 F10.2 F10.2 F10.2 F10.2

IDENT = codice identificativo tipo blocco (carattere "S")

CODICE = codice simbolo secondo la codifica di tabella 2

ES1, NS1, QS1 = coordinate del punto di applicazione del simbolo

ES2, NS2, QS2 = coordinate del secondo punto di orientamento

TABELLA 2 - Simboli

Codifica Descrizione Simbolo

52 Termine di proprietà

53 Termine di confine territoriale

56 Freccia

57 Croce

58 Graffa

3.5 Blocco linea di vestizione Ciascun blocco di questo tipo descrive una linea di "vestizione", ossia una linea che

completa la rappresentazione del territorio aiutandone la leggibilità.

RECORD E: IDENT CODICE NVER NREC

formato: A1 I2 I5 I5

TIMBRO:

FIRMA:

Page 24: SPECIFICHE TECNICHE - Trento · 1.11 Disaccordo sulla posizione dei confini 11 1.12 Abbozzo di delimitazione (Elaborato di consegna “f”) 12 1.13 Verbale di accettazione (Elaborato

- 24 -

IDENT = codice identificativo del tipo blocco (carattere “L”)

CODICE = codice tipo linea come da tabella 3

NVER = numero di vertici della linea

NREC = numero di records successivi che contengono i vertici

Seguono NREC records contenenti le coordinate dei vertici (4 vertici = 12 coordinate per record):

RECORD F: EI N1 Q1 E2 N2 Q2 E3 N3 Q3 E4 N4 Q4

Formato: 12 campi di 10 caratteri nel formato F10.2

TABELLA 3 - Linee di Vestizione

Codifica Descrizione Tipo Linea

01 Continua Continua

02 Tratteggiata Tratteggiata

03 Punteggiata Punteggiata

11 Linea ornamentale continua Continua

12 Linea ornamentale tratteggiata Tratteggiata

25 Sentiero - Mulattiera Tratteggiata

26 Bordo Strada non definita da particella Tratteggiata

27 Acque - Limite acque - Corsi d'acqua Punteggiata

28 Fontane - Piscine Poligono-Continua

29 Argini - Canali - Dighe - Briglie Continua

30 Contorno di fabbricati su particelle fondiarie Poligono-Continua

31 Contorno di tettoie e ruderi su particelle fondiarie Poligono-Continua

32 Fabbricati Sospesi Poligono-Tratteggiata

33 Fabbricati Interrati Punteggiata

34 Porticati - Portici Tratteggiata

35 Basamenti di strutture (tralicci, pilastri, platee) Continua

36 Recinzioni - Steccati Tratteggiata

37 Muri - Muri di sostegno – Spalle ponti - Muraglie Continua

38 Costruzioni Sospese Tratteggiata

39 Costruzioni Interrate Punteggiata

40 Manto Stradale Tratteggiata

41 Cordonate - Marciapiedi - Scalinate Continua

42 Gallerie (stradali, ferrovie, di condotte, ecc.) Punteggiata

43 Ferrovie (asse binario) Tratteggiata

60 Linea da digitalizzazione della mappa Tratteggiata

TIMBRO:

FIRMA:

Page 25: SPECIFICHE TECNICHE - Trento · 1.11 Disaccordo sulla posizione dei confini 11 1.12 Abbozzo di delimitazione (Elaborato di consegna “f”) 12 1.13 Verbale di accettazione (Elaborato

- 25 -

3.6 Blocco testo Ciascun blocco di questo tipo descrive il contenuto e la posizione di un testo ("stringa"). È

sempre composto da 3 records:

RECORD G: IDENT CODICE ET1 NT1 ANG1 NCAR1 ET2 NT2 ANG2 NCAR2

formato: A1 I2 2F10.2 F5.0 I4 2F10.2 F5.0 I4

IDENT = codice identificativo tipo blocco (carattere “T”)

CODICE = codice tipo testo come da tabella 4

ET1, NT1 = coordinate del punto di partenza della stringa (angolo in basso a sinistra del

primo carattere)

ANG1 = angolo di rotazione della stringa in gradi sessagesimali antiorario rispetto

all'asse EST

NCAR1 = numero di caratteri di cui è composta la stringa in lingua italiana (massimo120)

ET2, NT2 = coordinate del punto di partenza della stringa in lingua tedesca (angolo in basso

a sinistra del primo carattere)

ANG2 = angolo di rotazione della stringa in lingua tedesca in gradi sessagesimali

antiorario rispetto all'asse EST

NCAR2 = numero di caratteri di cui è composta la stringa in lingua tedesca (massimo

120)

RECORD H : testo in lingua italiana

formato : 120 caratteri (max)

RECORD I : testo in lingua tedesca (se non richiesto 120 blanks)

formato : 120 caratteri (max)

Nota: Nella costruzione delle linee o dei poligoni, se la quota dei punti non è nota o comunque

non disponibile, nel campo verrà inserito 0.00.

I vertici di un poligono chiuso saranno registrati in ordine consecutivo, in senso orario, a

partire dal vertice più a nord. Le coordinate del primo e dell’ultimo vertice dovranno

coincidere.

TIMBRO:

FIRMA:

Page 26: SPECIFICHE TECNICHE - Trento · 1.11 Disaccordo sulla posizione dei confini 11 1.12 Abbozzo di delimitazione (Elaborato di consegna “f”) 12 1.13 Verbale di accettazione (Elaborato

- 26 -

TABELLA 4 - Testi

Codifica Descrizione Rapporto Maiusc/minusc

80 Località principali (Città, Paesi) TRENTO

50 Località secondarie (Piccole frazioni, Masi) Località Belvedere

45 Comuni limitrofi C.C. LAVIS

23 Descrittive varie (numeri cippi, edifici particolari, ecc) Torre Vanga

40 Strade principali (autostrade, statali, provinciali) Strada Statale n. 47 della Valsugana

30 Strade secondarie (comunali principali ed extraurbane) Via Brennero

20 Vie, Piazze, Corsi, ecc. Piazza Venezia

65 Laghi Lago di LEVICO

60 Fiumi, Torrenti Fiume ADIGE

25 Rogge, fossi, rivi Fossa di Caldaro

35 Valli, località agricole VAL DI RABBI - ISCHIA

28 Nomi di montagne, dossi e cime Cima VERDE

4. RAPPRESENTAZIONE DEL TERRITORIO

4.1 Particelle Le linee che definiscono i limiti di una particella vanno identificate con un poligono

descritto nel “BLOCCO PARTICELLA” Record “B” con il codice identificativo “E”. In questo

blocco va dichiarata la qualità di coltura della particella attribuendo il corrispondente codice nel

campo LIN, previsto dalla tabella 1a.

I fabbricati all’interno delle particelle edificiali vanno descritti con poligoni di codice

identificativo “F” e codice linea 30.

I fabbricati in legno o in metallo e sviluppati in altezza su un solo piano ad uso deposito o

parcheggio, le tettoie in muratura aperte almeno su un lato ed i ruderi, si descrivono, invece, con

poligoni di codice identificativo “F” e codice linea 31.

Tutti i poligoni di una particella vanno collegati fra loro con l’aggiunta del simbolo codice

58 (graffa).

Nel caso in cui una particella contenga al suo interno una o più particelle diverse, tali aree

vanno descritte con poligoni di codice identificativo “I” e codice linea 01, queste particelle

andranno rappresentate successivamente con il loro relativo “BLOCCO PARTICELLA”.

Il testo del numero della particella avrà sempre il punto di applicazione all’interno del

poligono che individua la particella stessa (possibilmente in posizione baricentrica) ed il suo

orientamento sarà orizzontale quando non comprometta la lettura della mappa.

TIMBRO:

FIRMA:

Page 27: SPECIFICHE TECNICHE - Trento · 1.11 Disaccordo sulla posizione dei confini 11 1.12 Abbozzo di delimitazione (Elaborato di consegna “f”) 12 1.13 Verbale di accettazione (Elaborato

- 27 -

Le linee non rilevate e non definite da tipi di frazionamento o abbozzi, dovranno essere

ricostruite, in accordo con il F.D.L., attraverso digitalizzazione dalla mappa di conservazione e/o

dalla mappa d’impianto. Queste linee dovranno essere sovrapposte esattamente da una linea di

vestizione codice 60, che permetterà di identificarle, nella gestione cartografica, come digitalizzate.

4.2 Linee di vestizione Qualsiasi altra linea non rappresentata con blocco PARTICELLA, andrà descritta con linee

definite da un “BLOCCO LINEA DI VESTIZIONE”.

Le linee di vestizione servono per aiutare l’interpretazione del disegno pertanto non

andranno inserite qualora il loro utilizzo provochi sormonti su linee, graffe o testi tali da renderla

difficoltosa. Esse dovranno essere costruite, nel limite del possibile, con polilinee e non con singole

spezzate.

Le linee di vestizione sono di tipo continuo (codice 01) quando descrivono elementi del

territorio ben definiti e stabili nel tempo (muri, basamenti, cordoli, costruzioni); sulle stesse è

necessario applicare la relativa graffa di annessione (simbolo codice 58).

Le linee di vestizione sono di tipo tratteggiato (codice 02) quando descrivono elementi

sospesi nelle costruzioni o elementi non ben definiti quali bordi strada o asfalto, testa o piede delle

scarpate, rive, ecc.

Le linee di vestizione sono di tipo punteggiato (codice 03) quando descrivono elementi

sottostanti le aree rappresentate, ovvero: edifici interrati, gallerie stradali e ferroviarie, canali

interrati, ecc.

Tuttavia ogni linea di vestizione inserita nella cartografia va codificata attraverso la tabella 3

dei tipi linea e solo nel caso in cui si dovessero rappresentare degli elementi non descritti in tale

tabella si useranno i codici generici 01, 02 e 03 secondo la logica di rappresentazione appena

descritta.

4.3 Linee con andamento sinuoso Tutte le linee (di particella e di vestizione) con andamento curvo, dovranno essere

rappresentate attraverso delle spezzate che possano confondersi con le curve stesse.

Per la scala nominale di 1:1000, adottata per la nuova cartografia catastale, ad un tratto di

arco si sostituirà la relativa corda in modo tale che la freccia non superi nella realtà i 20 cm.

4.4 Acque, canali ed opere di sistemazione idrica Per i laghi, i fiumi ed i torrenti con vaste aree di pertinenza, oltre il limite di proprietà, si

dovrà rilevare il limite di piena ordinaria che individuerà una particella a se stante.

TIMBRO:

FIRMA:

Page 28: SPECIFICHE TECNICHE - Trento · 1.11 Disaccordo sulla posizione dei confini 11 1.12 Abbozzo di delimitazione (Elaborato di consegna “f”) 12 1.13 Verbale di accettazione (Elaborato

- 28 -

Particelle autonome saranno formate anche dalle sponde o rive, dai greti adiacenti l’alveo,

dalle opere artificiali di difesa dalle acque o frane, quando la loro estensione lo renda opportuno;

altrimenti si rappresenteranno come linee di vestizione con la relativa codifica.

Qualora il limite di proprietà e di piena ordinaria sia comunque diverso, ma non si rendesse

necessaria la distinzione delle aree, con la creazione di più particelle, si descriverà la piena ordinaria

con una linea di vestizione codice 27.

Fig. 3: esempio di rappresentazione di un fiume: argini con particelle distinte e linee di vestizione codice 26 per la strada arginale; all’interno degli argini non c’è distinzione di aree pertanto si rappresenta con una sola particella con l’aggiunta di linee di vestizione codice 27 in corrispondenza del limite acqua.

Gli argini, le briglie e le dighe verranno rappresentate con linee di vestizione utilizzando la

codifica 29, solo quando le strutture artificiali non corrispondono al limite della proprietà.

I corsi d’acqua con larghezza inferiore ad 1 metro, le cui sponde non costituiscono confine

di particella, gli avvallamenti e gli impluvi, si rappresentano con una singola linea di vestizione

codice 27 coincidente con il relativo asse (fig 4).

TIMBRO:

FIRMA:

Page 29: SPECIFICHE TECNICHE - Trento · 1.11 Disaccordo sulla posizione dei confini 11 1.12 Abbozzo di delimitazione (Elaborato di consegna “f”) 12 1.13 Verbale di accettazione (Elaborato

- 29 -

Fig. 4: esempio di rivo con larghezza inferiore ad 1 metro, non costituente particella distinta, rappresentato da una linea di vestizione codice 27 in asse con il verso di scorrimento dell’acqua

Fig. 5: esempio di fontana rappresentata con poligono in linea di vestizione codice 28, parte del poligono è coincidente con la linea di particella

Fig. 6: esempio di attraversamento di una roggia sotto la proprietà stradale rappresentato con linea di vestizione codice 39.

Le fontane pubbliche, le piscine e le vasche che non costituiscono particelle distinte saranno

rappresentate sempre con un poligono chiuso (anche sovrapposto a linee di particella) con linea di

vestizione codice 28 (fig 5).

TIMBRO:

FIRMA:

Page 30: SPECIFICHE TECNICHE - Trento · 1.11 Disaccordo sulla posizione dei confini 11 1.12 Abbozzo di delimitazione (Elaborato di consegna “f”) 12 1.13 Verbale di accettazione (Elaborato

- 30 -

Qualora un corso d’acqua passi sospeso con strutture artificiali sopra una particella, verrà

rappresentato con linea di vestizione codice 38 (costruzioni sospese) ed i relativi elementi di

sostegno appoggiati al suolo, con linea di vestizione codice 35 graffata alla proprietà sulla quale

insiste.

I corsi d’acqua interrati sotto particelle di altra proprietà, si rappresentano con linea di

vestizione codice 39 (fig 6). Nel caso si trattasse di canali in galleria, con linee codice 42.

Per tutti i corsi d’acqua si applicherà il simbolo freccia (codice 56) per indicare il verso di

scorrimento.

4.5 Strade e viabilità Le strade di una certa importanza (statali, provinciali, autostrade) possiedono solitamente

spazi di pertinenza, rispetto al manto stradale, apprezzabili (come dimensioni) anche nella

cartografia in scala nominale di 1:1000. Quando queste situazioni si verificano (almeno un metro di

pertinenza), si rappresenterà, oltre il limite di proprietà, anche il manto stradale con una linea di

vestizione codice 40.

Nel caso in cui la proprietà si estendesse oltre le pertinenze, su aree con diversa

destinazione, si dovranno formare, per queste, delle particelle distinte. E’ il caso per esempio dei

relitti stradali, delle strade parallele di altra categoria, delle aree con destinazione diversa.

Se la sede stradale è delimitata da marciapiedi, cordonate o muri, tali linee (se non

corrispondono al limite di proprietà) saranno rappresentate da linee di vestizione codice 41.

Gli spartitraffico in genere, gli svincoli stradali e le divisioni di carreggiata, quando hanno

carattere di stabilità e dimensioni significative, si rappresentano con linea di vestizione codice 40.

Fig. 7: Strada principale (p.f. 1492) e rappresentazione del manto stradale con linee di vestizione codice 40. La strada parallela, destinata alla viabilità locale, pur essendo della stessa proprietà, è stata distinta con nuovo numero di particella (p.f. 1851).

TIMBRO:

FIRMA:

Page 31: SPECIFICHE TECNICHE - Trento · 1.11 Disaccordo sulla posizione dei confini 11 1.12 Abbozzo di delimitazione (Elaborato di consegna “f”) 12 1.13 Verbale di accettazione (Elaborato

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Fig. 8: Viadotto e galleria rappresentati con le rispettive linee di vestizione codice 38 e 42. In corrispondenza di tali linee è interrotta la rappresentazione della linea di vestizione codice 40 (manto stradale). - Strada privata rappresentata con linea di vestizione codice 26; per un tratto un

bordo coincide con il confine di particella. - Pilastro viadotto: linea vestizione codice 35. - Ingresso galleria: linea di vestizione codice 37.

Qualora una strada passi sospesa con strutture artificiali (viadotti, ponti) sopra una particella

di altra proprietà, verrà rappresentata con linea di vestizione codice 38 (costruzioni sospese) ed i

relativi elementi di sostegno appoggiati al suolo, con linea di vestizione codice 35, graffati alla

proprietà sulla quale insistono. Nel caso di tratti stradali in galleria la linea di vestizione assumerà la

codifica 42.

Le strade di interesse privato che non costituiscono particelle distinte, verranno

rappresentate dai bordi con doppia linea di vestizione codice 26. Se un bordo coincide con un limite

di particella, si rappresenterà soltanto l’altro.

I sentieri di ridotte dimensioni, nel caso non costituiscano limite di particella, si

rappresenteranno con una sola linea di vestizione codice 25 in asse.

TIMBRO:

FIRMA:

Page 32: SPECIFICHE TECNICHE - Trento · 1.11 Disaccordo sulla posizione dei confini 11 1.12 Abbozzo di delimitazione (Elaborato di consegna “f”) 12 1.13 Verbale di accettazione (Elaborato

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4.6 Ferrovie Per le ferrovie, oltre al limite di proprietà verrà rappresentato l’asse del binario di corsa con

una linea di vestizione codice 43.

Fig. 9: Esempio di ferrovia con passaggio a livello: non si rappresenta la linea di vestizione del manto stradale, ma quella dell’asse binario codice 43, che si interrompe solo in caso di viadotti o gallerie.

Nel caso la ferrovia transitasse su viadotti, ponti o gallerie insistenti su particelle di altra

proprietà, verrà rappresentata con le stesse modalità previste per le strade. In questi casi la linea di

vestizione d’asse del binario verrà interrotta.

Gli edifici, e le relative pertinenze, eretti sulla proprietà ferroviaria (stazioni, capannoni,

ecc.), dovranno essere rappresentati con particelle distinte.

4.7 Fabbricati Gli edifici, e comunque tutti i fabbricati in genere, si rilevano in corrispondenza della loro

intersezione con il terreno. Non si considerano porzioni di fabbricati, e quindi non si rappresentano

in mappa, i cornicioni, gli sporti di tetti, le pensiline, i balconi, ecc.

TIMBRO:

FIRMA:

Page 33: SPECIFICHE TECNICHE - Trento · 1.11 Disaccordo sulla posizione dei confini 11 1.12 Abbozzo di delimitazione (Elaborato di consegna “f”) 12 1.13 Verbale di accettazione (Elaborato

- 33 -

Se il fabbricato possiede delle porzioni sospese sostenute da pilastri, la linea da rilevare sarà

quella che collega un pilastro all’altro, i passaggi interni agli edifici (es: gallerie) ed i porticati, si

potranno rappresentare con linea di vestizione codice 34.

Fig. 10: - Porzione di fabbricato sospesa al livello del primo piano. - Galleria attraversante il fabbricato. - Porticato formato da porzione sospesa sostenuta da pilastri.

Qualora la porzione di fabbricato sospesa fosse a sbalzo, si valuterà l’altezza dal terreno

sottostante di tale sporgenza: se riferibile ad un piano terra o ad un piano rialzato dell’edificio, verrà

rappresentata come perimetro del fabbricato, se invece risulta riferita ai piani soprastanti, e non

coincidente con il limite della particella, si rappresenterà con un poligono chiuso in linee di

vestizione codice 32 (fabbricati sospesi). Questi poligoni dovranno essere sovrapposti, per le parti

coincidenti, alle linee di fabbricato.

Se l’edificio possiede porzioni di fabbricato ben distinte (volumi diversi, destinazioni

diverse, ecc.), sarà possibile rappresentarlo con dei poligoni fabbricato diversi, graffati fra loro.

Le parti interrate dell’edificio (esempio A, fig 11), ovvero quelle non visibili fuori terra,

verranno rappresentate con linea di vestizione codice 33 (fabbricati interrati).

In caso di fabbricati interrati con una o più facciate a vista (esempio B), sarà possibile

rappresentare il perimetro con due tipi linea di vestizione diversi: codice 33 per le parti interrate,

codice 37 per le pareti a vista.

Per i casi rimanenti (esempio C), quando cioè sia possibile distinguere dall’esterno il

fabbricato anche per pochi decimetri di costruzione fuori terra, si rappresenteranno come normali

porzioni di fabbricato nei blocchi particella.

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Fig. 11: Particolari di fabbricati interrati o parzialmente interrati

Le tettoie verranno rilevate in corrispondenza dei pilastri o delle murature che le sostengono.

Nel caso di fabbricati eretti su particelle fondiarie, che per le loro caratteristiche non

vengano definiti da numeri di particella edificiale, la rappresentazione cartografica sarà definita da

poligoni chiusi con linea di vestizione codice 30 o 31 applicando il simbolo graffa (codice 58). Se

questi fabbricati cadessero a confine, i poligoni dovranno essere sovrapposti, per le parti

coincidenti, alle linee di particella.

Le scale esterne si rappresentano solamente se chiuse fino a terra da pilastri o murature, con

“sottoblocchi particella” codice 30 graffati all’edificio. Se tali elementi insistono su altre proprietà,

si rappresenteranno con poligoni in linee di vestizione con codice 30.

Fig. 12: esempio di rappresentazione di scale esterne e porzioni di fabbricato delimitate da pilastri. Nell’esempio di destra la linea di vestizione rappresentante la muratura sarà di codice 34.

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Esempio A Esempio B Esempio C

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Le particelle edificiali potranno estendersi fino a ricomprendere, oltre ai fabbricati, tutte

quelle pertinenze dirette e accessorie, coinvolte nella destinazione d’uso dei fabbricati principali.

Per i fabbricati destinati al culto si inserirà, all’interno del poligono edificio, il simbolo croce

(codice 57) orientato nella direzione della navata. In caso di chiese molto grandi è possibile inserire,

in sostituzione al simbolo, una croce rappresentata con linee di vestizione codice 11.

Per i capitelli o piccole cappelle, dove applicare il simbolo all’interno della costruzione può

compromettere la lettura della mappa, è possibile disegnare una croce all’esterno (linea di

vestizione codice 11) orientata in modo ortogonale alla costruzione. Analoga possibilità è indicata

anche per le croci isolate infisse stabilmente sul terreno: esse saranno orientate a nord e la base

corrisponderà al punto in cui è infissa la croce.

a) b) c)

Fig. 13: - a) Chiesa con croce in linea di vestizione codice 11

- b) Chiesetta con simbolo codice 57 - c) Capitello con croce in linea di vestizione codice 11

Per i cimiteri verrà inserito un simbolo croce (codice 57) ogni 20 metri circa sia in senso

orizzontale che verticale, paralleli all’andamento dei lati principali della particella.

Fig. 14: Cimitero con simboli codice 57

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4.8 Altri particolari topografici Qualora all’interno delle particelle esistano elementi o strutture, naturali e artificiali, che non

identifichino limiti di proprietà, ma abbiano comunque carattere di stabilità (muri di sostegno,

basamenti, tralicci, ecc.), il rilevatore procederà al loro rilievo ed alla loro rappresentazione nella

cartografia catastale attraverso delle linee di vestizione codificate come dalla relativa tabella 3.

Questi elementi grafici non dovranno essere inseriti in cartografia, qualora ne compromettano la

leggibilità.

Negli impianti sportivi sarà possibile inserire i particolari che identificano l’attività sportiva

(linee di gioco, corsie, ecc.) attraverso linee di vestizione tratteggiate cod. 12.

Tutte le linee di vestizione che escono dal limite del comune catastale e quindi insistenti sui

comuni limitrofi, andranno rappresentate con linee di vestizione tratteggiate cod. 12.

4.9 Diritti di superficie I diritti di superficie non andranno individuati in questa fase di stesura della cartografia, in

quanto la loro rappresentazione avverrà successivamente a carico dell’ufficio competente.

Nel caso che il rilevatore riscontrasse nella cartografia di conservazione dei diritti di

superficie, esso provvederà a convocare il proprietario concedente (proprietario del suolo), nonché a

rilevare eventuali elementi visibili oggetto del diritto.

4.10 Simboli Termine di proprietà (codice 52): simbolo che identifica la posizione di elementi di

confine materializzati con incisioni su rocce e massi, pietre lavorate, cippi in pietra o in cemento

prefabbricato, ecc. Il punto di applicazione del simbolo dovrà corrispondere alla posizione in

cartografia del cippo stesso e la sua direzione non dovrà essere sovrapposta alle linee di confine che

convergono sul punto.

Termine di confine territoriale (codice 53): simbolo che si utilizza nel caso l’elemento

identifichi un confine di territorio (confine di comune, di provincia, di regione). Il punto di

applicazione del simbolo dovrà corrispondere alla posizione in cartografia del cippo stesso e la sua

direzione dovrà corrispondere alla bisettrice dell’angolo formato dalle linee di confine verso

l’esterno del territorio rappresentato.

Freccia (codice 56): simbolo che si utilizza per indicare il verso di scorrimento delle acque

nei fiumi e nei canali. Il punto di applicazione sarà sulla mezzeria del corso d’acqua; nel caso esso

sia di larghezza ridotta o rappresentato in mappa solo con una linea, il simbolo sarà posto

lateralmente. E’ consigliabile applicarlo ogni 150 metri circa del corso d’acqua.

Croce (codice 57): simbolo utilizzato per indicare i luoghi sacri e gli edifici di culto.

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Graffa (codice 58): simbolo che si utilizza per collegare graficamente poligoni adiacenti

riferiti alla stessa particella, nonché aree divise da linee continue di vestizione. Il punto di

applicazione (baricentro) dovrà insistere sulla linea e l’orientamento sarà perpendicolare alla stessa.

Solo nei casi in cui la lettura della mappa risulti difficile, si potrà applicare il simbolo in modo non

perpendicolare alla linea. Un solo simbolo graffa basta per collegare due poligoni, altri possono

essere inseriti soltanto in casi particolari per facilitare la leggibilità. In caso di aree graffate estese in

lunghezza si inserirà un simbolo graffa ogni 150 metri circa di territorio.

4.11 Testi e toponimi Verranno inseriti nella nuova cartografia tutti i toponimi già presenti in quella di

conservazione, a meno che non siano superati e sostituiti da nuovi.

Si riporteranno anche: i toponimi delle nuove località, la viabilità principale, i nomi di

edifici monumentali (palazzi, torri, castelli), e di particolare interesse pubblico (impianti sportivi,

strutture ospedaliere, municipio, ecc.).

I testi relativi alla toponomastica verranno inseriti con codici e caratteri

maiuscolo/minuscolo come previsti dalla tabella 4; nell’inserire il testo si farà attenzione a non

coprire altri elementi di mappa compromettendone la lettura.

Nelle zone del Trentino ove previsto il bilinguismo, i testi dovranno essere inseriti nei due

idiomi (art. 3 della L.P. 30 agosto 1999 “Popolazione di lingue minoritarie nella provincia di

Trento).

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