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L'Istituto regionale per i beni artistici culturali e naturali (IBC) è nato nel 1974 quale
organo tecnico-scientifico e strumento della programmazione di settore della Regione
Emilia-Romagna. Da anni IBC rende fruibili attraverso il web le informazioni raccolte
nell’ambito della propria attività di censimento e valorizzazione degli istituti e dei beni
culturali presenti sul territorio emiliano-romagnolo, facendo del web uno degli
strumenti per rappresentare, veicolare, contestualizzare e integrare le descrizioni
di beni culturali.
Alla diffusione e diversificazione delle modalità di utilizzo del web, si è accompagnato
l’utilizzo di standard di varia natura: specifiche norme catalografiche e descrittive,
formati di codifica nazionali e internazionali, e standard per l'interoperabilità e la
condivisione dei dati, finalizzati alla partecipazione a reti tra sistemi informativi diversi
o a cataloghi nazionali e internazionali.
A partire dal 2011 con la collaborazione di regesta.exe, IBC ha inteso verificare una
nuova modalità di pubblicazione dei dati prodotti nello svolgimento dei propri compiti
istituzionali e ha avviato un percorso di sperimentazione sul web of data volto a
garantire un’ulteriore forma di trasparenza e visibilità ai dati raccolti e pubblicati in alcuni
dei sistemi informativi già esistenti e disponibili nel web tradizionale.
Tale evoluzione si basa sulla considerazione sempre più evidente che, seppur
elaborati e pubblicati da fonti autorevoli, i dati isolati offrono modalità e contesti di
fruizione limitati e producono potenzialmente meno "valore" di quanto potrebbero
sviluppare se, pur essendo prodotti e pubblicati in modo autonomo da soggetti diversi,
venissero riusati e combinati realizzando informazioni, servizi o modalità di fruizione
nuovi o semplicemente diversi (con il termine “valore” si intende far riferimento infatti
non soltanto ad un valore economico, ma soprattutto alla produzione di una “utilità
diffusa” che si manifesti in termini di accrescimento di informazione, servizi, fruizione
e, in senso più generale, di conoscenza).
Linked open data, RDF, ontologie e interlinking sono alcune delle componenti
tecnologiche su cui si fonda la transizione al web of data, ma non sono sufficienti a
realizzarlo. È necessario che chi produce e pubblica dati sul web persegua strategie
nuove, utilizzando queste tecnologie non solo come strumento per la produzione di
contenuti o come mezzo di rappresentazione delle informazioni all’interno dei singoli
sistemi informativi, ma soprattutto come metodo adeguato a qualificare
semanticamente i dati e le loro relazioni, e ad aprire i contenuti informativi per il riuso
da parte di una comunità vasta e diversificata, al fine di realizzare una vera e propria
rete semantica aperta.
In questo scenario, biblioteche, archivi e musei possono operare come generatori
non solo di linked open data, ma di veri e propri trusted data per il web: hanno a
disposizione una grandissima quantità di dati, una tradizionale familiarità con i metadati
e con gli standard descrittivi e costituiscono fonte privilegiata di informazione di qualità.
Tratto distintivo del percorso compiuto è stata -fin dal principio- una forte
compenetrazione tra le più tradizionali competenze di ambito catalografico e descrittivo
e le esperienze che si andavano formando col costruirsi del web of data stesso. La
forte connotazione semantica di questi nuovi formati, la conseguente necessità dei
cosiddetti “esperti di dominio” e le straordinarie potenzialità di rappresentazione e
valorizzazione dei dati che il nuovo web offriva, hanno infatti confermato l’esigenza di
maturare all’interno del gruppo di lavoro le nuove competenze necessarie,
confrontandosi con le tecnologie del web of data per gradi progressivi di
approfondimento e testando metodologie di lavoro diverse e talvolta inedite.
È in questo contesto descrittivo e tecnologico che nel 2011 IBC ha scelto di avviare
la sperimentazione sulla pubblicazione di “LOD archivistici”, estratti cioè dalle basi dati
prodotte attraverso gli interventi di riordino e inventariazione di archivi storici, realizzati
da IBC sul territorio emiliano-romagnolo e pubblicati sul web nel sistema informativo
IBC Archivi (http://archivi.ibc.regione.emilia-romagna.it), ed in particolare
sull’elaborazione di una prima ontologia per i soggetti produttori di archivio (EAC-CPF
Ontology). I soggetti produttori d'archivio si prestavano ad essere scelti come caso di
studio perché presentavano una descrizione abbastanza strutturata e analitica, e
numerose relazioni tra loro e con soggetti e risorse presenti non solo in IBC Archivi, ma
anche in altri sistemi informativi locali, nazionali e di ambiti contermini (bibliografici,
museali, storiografici e culturali in genere).
Da quell’esperienza ha preso avvio il progetto di sperimentazione ReLOAD -
Repository for Linked Open Archival Data (http://labs.regesta.com/progettoReload/)
svolto in collaborazione con l’Archivio Centrale dello Stato e regesta.exe, con l'obiettivo
di applicare le medesime metodologie su altre entità tipiche della descrizione
archivistica: complessi archivistici e soggetti conservatori. Nell’ambito del progetto
ReLOAD è stata pertanto riusata l’ontologia EAC-CPF e sono state elaborate OAD
Ontology per la descrizione archivistica e OCSA - Ontology of Cultural Organizations’
Services and Access realizzata per la descrizione dei servizi offerti ai loro utenti (spazi
e attività per il pubblico, sedi orari e modalità per l’accesso, regolamenti e carte dei
servizi, eventi in corso, recapiti, ecc.). Quest’ultima ontologia è stata formulata con una
particolare attenzione ad un’eventuale riusabilità per la descrizione di altri istituti
culturali (quali musei e biblioteche).
Alla progressiva formulazione di ontologie specifiche è stata affiancata l’estrazione
di file RDF dalle risorse archivistiche (banche dati, inventari, descrizioni di soggetti
produttori e conservatori) prodotte e pubblicate dagli istituti partecipanti al progetto.
ACS e IBC hanno messo a disposizione un subset di dati descrittivi archivistici tratto
da quanto consultabile online dai rispettivi sistemi informativi, al fine di testare la validità
dei modelli ontologici proposti, la capacità rappresentativa di tali strumenti e l’utilizzo di
metodologie comuni di esposizione dei LOD. Elemento chiave nell'impostazione del
lavoro è stata infatti la scelta di un approccio bottom-up, volto a valorizzare una logica
di integrazione dei dati descrittivi già prodotti “in prossimità” dei complessi archivistici
stessi, rispetto ad un'ipotesi di importazione delle medesime informazioni in sistemi e
tracciati onnicomprensivi.
Uno degli scenari più interessanti che il progetto ReLOAD ha consentito di testare è
il delinearsi di una sorta di born interoperability tra le risorse: l’uso di questi standard
nella progettazione e realizzazione di sistemi nazionali di descrizioni di risorse culturali
lascia intravedere la possibilità concreta di cambiare le consuete metodologie di lavoro.
La possibilità di descrivere semanticamente le risorse sulla base di condivise ontologie
di dominio, l’uso di triplestore decentrati con SPARQL endpoint (piuttosto che di sistemi
centrali di raccolta e pubblicazione dei dati), modalità standard di pubblicazione e
visualizzazione dei dati stessi, potrebbero infatti favorire il superamento di alcune delle
criticità che comunemente affrontano i portali di aggregazione di risorse culturali
provenienti da sistemi eterogenei.
Esito naturale è stata l’idea di estendere la sperimentazione ad altre porzioni del
patrimonio informativo raccolto da IBC nello svolgimento delle proprie funzioni, a
cominciare dalle descrizioni di altri istituti culturali, dei loro patrimoni e dei servizi che
offrono ai cittadini, da anni pubblicate nei tradizionali sistemi informativi online di
settore.
Nel corso del 2013 è stata a tal fine avviata una prima sperimentazione sulla
descrizione dei Musei emiliano-romagnoli censiti nel Sistema Museale regionale
(http://bbcc.ibc.regione.emilia-romagna.it), e nel 2014 sulla descrizione del
Biblioteche di ente locale, censite in SIBIB - Sistema informativo Biblioteche di Enti
Locali dell’EmiliaRomagna (http://ibc.regione.emilia-romagna.it/servizi-
online/biblioteche/le-biblioteche-inemilia-romagna). Come IBC Archivi, entrambi questi
sistemi (strutturati e manutenuti in funzione delle attività proprie di IBC e partecipati
dalle istituzioni locali del territorio regionale) erano già dotati di specifiche interfacce per
la pubblicazione sul web e di procedure per l’esposizione dei dati in formati standard
destinati all’interoperabilità applicativa con sistemi locali, nazionali e sovranazionali.
L’attività del 2015 si è concentrata quindi sull’estrazione e la pubblicazione in
“formato” LOD delle descrizioni degli Istituti culturali emiliano-romagnoli attraverso
l’elaborazione dell’ontologia Culturalis (Cultural Institution and Site ontology)
finalizzata a coordinare e connettere le precedenti ontologie e le possibili future, e la
revisione di OCSA, anche in relazione ad un’analoga sperimentazione in corso presso
il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo sugli istituti e luoghi della
cultura statali.
Nel corso del 2016 sono stati oggetto di rilascio altri dataset culturali estratti dalla
Banca dati degli Alberi monumentali dell’Emilia Romagna, dalla Banca dati dei
Castelli dell’Emilia Romagna e da alcune pubblicazioni edite da IBC: Farfalle d’Italia
e Gli stemmi dei Comuni e delle Province dell'Emilia-Romagna. Per ciascun
sistema informativo di origine è stata realizzata l’analisi dei dati presenti nella banca
dati e delle specifiche ontologie di settore eventualmente riusabili, la produzione di LOD
tramite estrazione di file RDF, la pubblicazione in formato linked open data dei dati
estratti, l’allineamento con altri repository (ad es. dbpedia e geonames) e la
pubblicazione dei dataset nel triplestore accessibile dalla piattaforma regionale
http://dati.emilia-romagna.it/ e interrogabile tramite SPARQL endpoint. Il 7 aprile 2016
in occasione del “Salone dell’economia, della conservazione, delle tecnologie e della
valorizzazione dei beni culturali” di Ferrara, sono stati pubblicati ufficialmente tutti i
dataset prodotti da IBC:
• Biblioteche di ente locale dell’Emilia Romagna (n. 453 risorse)
• Conservatori degli archivi storici di ente locale e di interesse locale emiliano-
romagnoli (n. 410 risorse)
• Musei emiliano-romagnoli (n. 524 risorse)
• Alberi monumentali dell’Emilia Romagna (n. 686 risorse)
• Banca dati delle Farfalle d’Italia
• Catalogo degli stemmi dei Comuni e delle Province dell'Emilia Romagna
• Castelli dell’Emilia Romagna (pubblicazione parziale)
Tutte le URI pubblicate sono stabili e persistenti ed è garantito l’aggiornamento dei
dati e il loro allineamento con i dati pubblicati nei portali tradizionali dei sistemi
informativi di appartenenza (per quanto possibile con una procedura non ancora
interamente automatizzata). In conformità con le indicazioni delle Linee guida nazionali
per la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico emanate dall'Agenzia per
l'Italia Digitale (AgID), inoltre, ogni dataset è stato corredato di specifici metadati
descrittivi.
Le ontologie elaborate da IBC nelle diverse fasi di sperimentazione e la
documentazione tecnica di riferimento sono pubblicate in http://www.culturalis.org/. In
conformità con quanto previsto dalle Linee-guida per il riutilizzo e la messa a
disposizione in open data dei dati pubblici dell’Amministrazione regionale, tutti i dataset,
le ontologie e i materiali di lavoro sono pubblicati e disponibili con licenza CC-BY
(Creative Commons Attribuzione 3.0 Italia) e sono accessibili all’indirizzo
http://ibc.regione.emilia-romagna.it/servizi-online/lod.
È stato inoltre elaborato un prototipo per la fruizione dei dati estratti dalle banche
dati informative precedentemente elencate, che consente la fruizione dei LOD tramite
Lodview, un RDF browser opensource che consente di navigare le risorse collegate a
dataset differenti.
La scelta di pubblicare LOD del “dominio cultura” si è dimostrata particolarmente
efficace in relazione alla ricchezza e specificità delle banche dati descrittive e alla
conformità delle descrizioni a standard nazionali e internazionali, e lascia intravedere
esiti interessanti in merito alla scalarità del modello (facilmente incrementabile e
riusabile) e alla naturale interoperabilità dei dati raccolti a livello locale e regionale, con
i livelli nazionali e internazionali.
Attività inizialmente connotate da un forte carattere sperimentale, si stanno pertanto
progressivamente trasformando in una scelta sistematica di pubblicazione in formato
aperto dei dati prodotti o raccolti da IBC, che nei prossimi mesi interverrà
sull’automazione delle procedure di aggiornamento dei dataset già rilasciati e
sull’estrazione e pubblicazione di nuovi dataset dedicati alle opere/oggetti d’arte
conservati in alcuni musei emilianoromagnoli, ai teatri storici e alla flora del territorio
regionale.
La realizzazione delle passate e prossime iniziative sul fronte del web of data mira
garantire non solo una fruizione maggiormente integrata e comparata dei dati raccolti,
ma anche l’accesso e il riuso dei medesimi dati da parte degli enti e delle istituzioni
culturali del territorio emiliano-romagnolo, che hanno contributo a raccoglierli
partecipando ai sistemi regionali, e da parte di cittadini e aziende, in una forma di
sussidiarietà orizzontale estesa, che consegna alla collettività il dato prodotto dalle
amministrazioni pubbliche e con esso la possibilità di realizzare nuovo “valore” sotto
forma di servizi, accessi e forme di valorizzazione inedite.
Per ogni ulteriore informazione e approfondimento
http://ibc.regione.emilia-romagna.it/servizi-online/lod