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La fiera delle vanità Luigi Corvaglia Effetti psicologici delle sostanze: identità, appartenenza e gratificazione fra denotazione e connotazione

La fiera delle vanità. Le droghe fra denotazione e connotazione

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Un'analisi che tenta di superare schematismi, semplificazioni e pregiudizi sulle dipendenze da sostanze in un'ottica psico-socio-culturale.

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La fiera delle vanità

Luigi Corvaglia

Effetti psicologici delle sostanze: identità, appartenenza e gratificazione

fra denotazione e connotazione

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1 Le pozioni del diavolo e l’acqua santa

2 Pirati e corsari: il significato e il significante

3 Perché i drogati sono drogati?

Mappa della presentazione

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Le pozioni del diavolo e l’acqua santa

Sezione I

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Droghe

Le droghe sono sostanze dotate di attività farmacologica in grado di incidere sulle prestazioni e/o sulle capacità psico-fisiche, e che spesso inducono forme di dipendenza fisica o psicologica.

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Droghe ?

SI SI SI

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Droghe?

NO NO NO

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Terapie?

SI SI SI

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Acqua santa

Per capire l’acqua santa, bisogna studiare i preti ed i fedeli, non l’acqua.

Thomas Szasz

Page 9: La fiera delle vanità. Le droghe fra denotazione e connotazione

Estimating drug harms:a risky business?Professor David NuttEve Saville Lecture 2009

LICENZIATO IL PROFESSOR DAVID NUTT

IL Da: The Guardian31 Ottobre 2009

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La fiera delle vanità

La settimana scorsa, la piccola Lulu Lenore della Cuckoo Comedy Co. ha dato un piccolo ballo casalingo per giovani drogati. “Verrete al mio ballo della neve?” si leggeva sul brillante biglietto d’invito. In un angolo del soggiorno c’era una “drogheria” in miniatura, dove Otho Everard suscitò l’entusiasmo della compagnia distribuendo piccoli pacchetti di cocaina, morfina ed eroina. Gli ospiti, congedandosi, hanno ricevuto in dono deliziose siringhe ipodermiche in preziose scatolette che hanno causato molti crepacuore fra quelli che non erano stati invitati. Vanity Fair ,

1922

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Sottocutaneo, Watson

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Jekill & Hyde: una metafora?

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Vin Mariani

Emile Zola, August Rodin, Charles Gounod, Alexandre Dumas figlio, Paul Verlaine, Jules Verne, Heinrik Ibsen, Thomas Alva Edison; Ulysses Grant lo zar di Russia il Principe di Galles; l'attrice Sarah Bernhardt e la cantante Adelina Patti;

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Infallibilità papale

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Una storia di successo

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Cocaina nella Red Bull? Red Bull smentisceLa Germania bandisce in sei stati la nota bevanda dopo aver trovato tracce di cocaina. Red Bull si oppone: non è droga, ma un aroma naturale.[ZEUS News - www.zeusnews.com - 28-05-2009]

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Da acqua santa a pozione del diavolo

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Detto chiaramente

L’abuso di droga : l’uso, solitamente per autosomministrazione, di una qualsiasi droga secondo modalità devianti rispetto agli schemi medici o sociali approvati in una data cultura

Jerome H. Jaffe

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Il significato e il significante

Sezione II

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Comunicazioneinvolontaria

Denotazione: i Beatles attraversano Abbey Road

Connotazione: nessuna

Significante (il dato sensibile)

Significato(senso condiviso)

Denotazione e connotazione

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Comunicazionevolontaria

Denotazione: Paul McCartney attraversa Abbey RoadConnotazione: Paul McCartney si prende gioco della“Paul is dead conspiracy”

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Pirati e corsari

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Metadone: Sir Francis Drake dei farmaci

SI SI SI

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Se ne deduce…

L’idea di droga, il concetto di abuso di sostanze e tossicodipendenza e conseguentemente gli effetti sociali, psicologici e infine biologici dell’uso delle droghe, sono legati ad elementi di tipo culturale e morale almeno tanto quanto (se non in misura maggiore) ad elementi di tipo chimico-farmacologico

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Set, setting ed effetti

Gli effetti acuti e cronici delle droghe sono estremamente variabili tra individui diversi e per gli stessi individui nel tempo. Ciò dipende da due fattori:

Entrambe queste variabili sono determinate da elementi di tipo socio-culturale

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Set culturale

La domanda delle droghe si lega strettamente al clima culturale del periodo, ai valori dominanti, segue le richieste – in termini di prestazioni psicofisiche e comportamenti – che la società fa agli individui.

• Forte è stato l’impatto della società dei consumi e dell’economia di mercato

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Set culturale

Fino agli anni ‘60 compresi, il consumo di droghe era un atto di emancipazione collettiva: la droga rappresentava uno strumento di aggregazione sociale, uno scambio interpersonale che assomigliava a un rito di accoglienza in una comunità. Pensiamo anche alla cultura della beat generation americana, dove la droga apparteneva alla prassi di opposizione alla società della massificazione dei consumi, e soprattutto un veicolo importante per fare della propria vita un esperimento, una continua avventura, una continua emancipazione.

la droga assume sempre di più i connotati di uno strumento edonistico di volontà di smarrimento della coscienza. E’ la logica dello sballo: l’unico interesse è privarsi delle proprie inibizioni culturali e sociali per abbandonarsi al flusso “dionisiaco”. La cultura dello “sballo” esclude ogni rapporto di condivisione: è ipocrisia, o meglio autoappagamento, è chisura del sé nei confronti del mondo, dei suoi problemi, delle sue questioni. Diventa uno strumento di isolamento, privo di qualsiasi funzione politica che invece manteneva nei decenni precedenti.

L’elemento della condivisione in gruppo è tornato prepotentemente, ma stavolta non si tratta di autentica condivisione, ma di esplicita volontà di mettersi in mostra dinanzi agli altri e al mondo! La droga diventa un mezzo per proclamarsi migliore di altri, più fico, più “fuori di testa”. In questo senso, la droga stessa, questo mostro apparentemente così antitetico alle logiche del dominio commerciale, rientra benissimo nelle prerogative della società contemporanea. L’importante è apparire, mettersi in mostra, dimostrare la propria superiorità agli altri. Questi “altri” non “fanno comunità” con me, ma sono in mia funzione, servono ad accrescere l’idea che io ho di me stesso; voglio che i loro occhi mi guardino e che i loro pensieri prendano me come referente e oggetto delle loro ambizioni.

THC e LSDSostanze empatogene

e “creative”

eroinaSostanze

disimpegnante

CocainaEcstasy

Sostanze ludico-conviviali

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Set c

Cultura: socialità e ottimismoMusica: acid rock

Cultura: individualismo e disillusioneMusica: punk

Cultura: individualismo e presenzialismo (civiltà dell’immagine)

Musica: Techno, house

Cultura: individualismo e presenzialismo (civiltà dell’immagine)

Musica: Techno, house

THC e LSDSostanze empatogene

e “creative”

eroinaSostanze

disimpegnante

CocainaEcstasy

Sostanze ludico-conviviali

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È la stessa canna?

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È la stessa canna?

“farsi le canne” è diventato un atto inautentico, un mera vanità, una necessaria suppellettile da indossare come si indossano gli abiti firmati e le scarpe all’ultima moda.

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E’ la stessa cocaina?

La cocaina del papaLa cocaina del signore

chic degli anni 20La cocaina del

malvivente degli anni 60

La cocaina dello yuppie degli anni 80

La cocaina del modaiolo degli anni 90

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Sezione III

Perché i drogati sono drogati?

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1. La droga è buona

La tossicomania non è qualcosa che si prende per caso, in strada ,come il raffreddore. C’è qualcosa che spinge verso il piacere, altrimenti il fenomeno non esisterebbe proprio. La droga è buona, (per il td), buonissima, bisogna pur dirlo, e credo che qualsiasi discorso sulla tossicomania debba partire da questa premessa. Ignorare il piacere quando si parla di droga significa eludere la dimensione edonistica, assolutamente centrale, che crea il legame inaugurale tra il tossicomane e il suo prodotto. Avviene qualcosa all’interno del corpo, un orgasmo fantastico…”

Claude Olievenstein

(Droga, 2001 Cortina Mi, pag 37)

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2. Sbilanciamento nello spettro ossessivo

Un continuum che va dalla estrema compulsività alla estrema impulsività, poli accumunati dal nucleo dell’incapacità di ritardare o ad inibire la messa in atto di comportamenti ripetitivi.

impulsività compulsività

Ridotta percezione del pericolo e ricerca della gratificazione e del pericolo stessoDisturbi di controllo degli impulsi (disturbo esplosivoIntermittente, piromania, cleptomania, tricotillomania), disturbi di Personalità del Cluster B, tossicodipendenze, parafilie

Sovrastima del pericolo e Evitamento del rischio con elevata ansia anticipatoria Disturbo ossessivocompulsivo, disturbo da Dismorfismo corporeo, Anoressia nervosa, ipocondria, disturbo da Somatizzazione, disturbo daDepersonalizzazione, sindrome di Gilles de La Tourette.

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3.a Problemi di identità?

Olievenstein sostiene che il futuro tossicodipendente si avvicina all’adolescenza con un senso di incompiutezza derivato dal mancato superamento della fase dello specchio durante i primi due anni di vita. Il mancato riconoscimento delle esigenze del bambino come individuo separato, derivante dalla richiesta invertita di riconoscimento da parte della madre, rende impossibile la definizione dell’individualità, e il bambino risulta costruito in maniera fittizia dalle proiezioni materne. L’immagine dello specchio è spezzata ( lo specchio infranto) e ne risulta un profondo senso di incompletezza, che verrà annullato dalla droga, che consente un temporaneo ripristino della propria interezza mediante un ritorno al momento della fusione col sé materno.

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3.b nevrosi?

Glover: tossicomanie

traumaticheTossicomanie

sostitutive di nevrosi attuali

Tossicomanie di copertura

Protezione da conflitti esterni ed attuali

Reazione a traumi

Copertura di nevrosi gravi o psicosi

Per Glover la tossicomania è un tentativo di cura di una patologia già strutturata.Per Olievenstein la tossicomania è un elemento di sviluppo di aspetti della personalità già presenti ma che si complicano solo se manca un adeguato contrasto terapeutico.

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4. Sistema familiare

Lo svincolo del figlio porta ad una spaventata

complicità della famiglia con il vizio(J. Haley)

Padre periferico

Rapporto privilegiato con la madre

(Stanton e Todd)

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5. Subcultura deviante

I criminologi Cloward e Ohlin e Cohen rivedono lo schema di Merton notando che non tutti i ceti sociali e tutti gli individui hanno la stessa disponibilità di mezzi. Ciò porta alla creazione di subculture devianti, di esclusi, che possono reagire con la ribellione o il rifiuto (una formazione reattiva, secondo Cohen), l’astensione (scelta tossica).

Schema di K. Merton sugli stili di adattamento

Scuola di Chicago: disorganizzazione sociale

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Ma…

Quando scrivevano Cloward e Ohlin, quando Cohen?

Parlano della stessa droga di oggi?

La cocaina, oggi, è forse una scelta astensionistica?

E il numero oscuro?

Gli studi e le statistiche sulla devianza si effettuano solo sui

casi che giungono all’attenzione. Ma questo non

è un campione rappresentativo!

(H. Lemert)

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Ogni drogato è un mix unico

Fattori ambientali

Condotta deviante

Fat

tori

indi

vidu

ali

a1C1

a2 C2

b1 b2

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Tutti questi tentativi di spiegazione, come pure tutti i modi accettati di concepire la tossicodipendenza, si reggono sul presupposto che certe droghe causino la dipendenza, ma non è difficile dimostrare l’infondatezza di questo presupposto. Se le droghe causassero la dipendenza, chiunque usasse regolarmente una delle cosiddette «droghe che provocano la dipendenza» ne diventerebbe dipendente.

Al contrario, non solo non diventa tossicodipendente la maggiorparte dei consumatori di eroina, la «droga che provoca

dipendenza» per eccellenza, ma neppure lo diventa la maggioranza dei bevitori.

Quindi, è evidente che ciò che causa la tossicodipendenza nonsono le droghe, ma il modo in cui alcuni individui le usano e il

perché.

Connotazione

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Lo dice pure Olievenstein….

La dipendenza appartiene alla sfera del desiderio. E’un fenomeno psichico attivo. La disponibilità del prodotto non basta ad instaurarla

Cos’è che suscita questa ricerca? Non esiste una risposta unica, con buona pace di biologi, sociologi, medici, magistrati o professori di morale. L’esperienza mi porta a pensare che siano essenzialmente tre i “detonatori” potenziali di quella che chiamiamo addiction, la dipendenza da un prodotto di cui pure sono noti gli effetti negativi per il corpo e per la mente. Questi tre detonatori potenziali sono il prodotto stesso, la qualità dell’individuo e il momento socio culturale.

C. Olievenstein (2001)

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Due esempi

In uno scritto del 1890 dal titolo 'Perchè la gente si droga?', lo scrittore russo Lev Tolstoj spiegava il comportamento umano dell'assunzione di droghe (in particolare di alcool) come un mezzo per sfuggire a se stessi e ai propri problemi.

Ma usare le droghe per fuggire la realtà e la propria coscienza non è la regola bensì la sua eccezione, la cui estensione dipende dalla diffusa nevrosi della società moderna.

Storicamente, il motivo fondamentale e fondante l'uso delle droghe risiede nell'intenzione di conseguire una maggiore comprensione della realtà, non per fuggirla. Numerose culture umane hanno posto la droga, considerata sacra, al centro del loro sistema religioso e come fulcro del sistema interpretativo dei diversi aspetti della realtà e della vita. Le droghe, usate in adatte condizioni di set e di setting, altrimenti ambientali e psicologiche,inducono esperienze accompagnate da profondi stati emotivi intuitivi, illuminanti, rivelatori.

Oggi sono più diffuse le droghe prestazionali ed eccitanti, la cocaina e gli stimolanti, questo ha a che fare non solo con la vulnerabilità biologica o con la disponibilità economica sul mercato di queste sostanze, ma anche con una cambiamento culturale epocale, che alcuni sociologi chiamano il passaggio dal senso di colpa rispetto al dovere al senso di inadeguatezza dovuto all’imperativo del dover essere, il passaggio cioè ad un epoca in cui non è più il super io, tramite la costruzione del senso di colpa, l’elemento centrale del conflitto evolutivo inconscio e della sofferenza psichica, ma l’angoscia narcisistica del non esser mai abbastanza.

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Il fenomeno-droga è un fenomeno naturale, mentre il problema-droga è un problema culturale.

Giorgio Samorinietnobotanico

l'effetto, fisico e psichico, non è soltanto causato dalla chimica della sostanza, ma da come tale "chimica" si inserisce nel processo organizzativo psicofisiologico del sistema "individuo" e che tutto questo va letto secondo un'ottica che tenga conto dell'integrazione funzionale di aspetti biologici, psicologici e sociali.