Sport e Memoria

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Per non dimenticare: il contributo dello sport nella lotta ai totalitarismi

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  • PER NON DIMENTICARE

    ONORE AGLI SPORTIVI CHE HANNO COMBATTUTO LE DITTATURE ED I TOTALITARISMI

  • SERIE DI VIDEO

    Lo SPORT: FABBRICA DEL CONSENSO DEI REGIMI

  • Olimpiadi di Berlino del 1936

  • Il regime umiliatoLa storia di Jesse Owens

    Le olimpiadi di Berlino, si aprono il primo Agosto del 1936. Per la prima volta nella storia i giochi vengono inaugurati da un tedoforo che entra nello stadio con la fiamma olimpica ed accende il bracere (da li in poi si far sempre) e per la prima volta nella storia i giochi vengono ripresi dalla televisione. Tutto organizzato alla grande, il regime nazista si impegnato a fondo per mostrare al mondo la potenza della Germania e la superiorit della razza ariana.A scombinare i piani di Hitler e dei suoi ecco per che arriva un ragazzo dellAlabama, americano e di colore. Jesse Owens e diverr il protagonista assoluto di quei giochi olimpici.Owens conquista tutte le principali competizioni di atletica. Vince 4 medaglie doro conquistando i 100 e i 200 metri, la staffetta 4X100 e il salto in lungo.

    LAMICIZIA CON LONG LUZ

  • Quel fondo di fascismo che si annidadietro la filosofia del risultato tipico di gente che divide il mondo in dominatori e dominanti, in ricchi e poveri, in bianchi e neri, in vincitori e vintiJorge Valdano

    Il Novecento il secolo del calcio: campionati nazionali, campionati del mondo, champions league.

    Il Novecento il secolo dei regimi totalitari: fascismo, nazismo, franchismo, stalinismo.

    Milioni di persone, lintera societ europea coinvolta e travolta da questi grandi fenomeni, due volti della stessa realt. Le tracce e le voci ambigue di quel passato prossimo risuonano inquietanti negli stadi di oggi. Questo libro racconta le vicende esemplari di alcuni protagonisti.

  • 12 DOCENTI SU 1600 DICONO NO AL DUCE

    Nella minuscola schiera figurano tre giuristi (Francesco ed Edoardo Ruffini, Fabio Luzzatto), un orientalista (Giorgio Levi Della Vida), uno storico dell'antichit (Gaetano De Sanctis), un teologo (Ernesto Buonaiuti), un matematico (Vito Volterra), un chirurgo (Bartolo Nigrisoli), un antropologo (Marco Carrara), uno storico dell'arte (Lionello Venturi), un chimico (Giorgio Errera) e uno studioso di filosofia (Piero Martinetti).

    Gaetano Salvemini 5 novembre 1925

    Signor Rettore la dittatura fascista ha soppresso, oramai,

    completamente, nel nostro paese, quelle condizioni di

    libert, mancando le quali linsegnamento universitario

    della Storia quale io la intendo perde ogni dignit,

    perch deve cessare di essere strumento di libera

    educazione civile e ridursi a servile adulazione del partito

    dominante, oppure a mere esercitazioni erudite, estranee

    alla coscienza morale del maestro e degli alunni.

    Sono costretto perci a dividermi dai miei giovani e dai

    miei colleghi, con dolore profondo, ma con la coscienza

    sicura di compiere un dovere di lealt verso di essi, prima

    che di coerenza e di rispetto verso me stesso. Ritorner a

    servire il mio paese nella scuola quando avremo

    riacquistato un governo civile.

  • Ma non tutto il popolo degli sportivi si mostr proclive al conformismo.

    C stato anche lo sport che anche in quei drammatici anni, non

    "ha girato la faccia da un'altra parte".

    lepisodio pi paradigmatico penseremmo senza esitazione al fascistissimo e provocatorio saluto tributato nello stade olympique Yves-du-Manoir dalla nazionale di Pozzo e Meazza, poi vincitrice della Coppa Rimet, nel 1938.

  • Eduard Streltsov, il tacco magico che streg lUnione Sovietica e fin in un gulag

    Edik (laffettuoso nomignolo di Strelcov) nei tre anni e mezzo successivi vivr il suo periodo doro, fatto di gol, vittorie e festini vari: nel 1955 diventer il pi giovane capocannoniere della massima serie sovieticacon 15 gol in 22 partite, fa il suo esordio con la nazionale, rifilando una tripletta alla Svezia. Nel 56 vince loro alle olimpiadi di Melbourne, nel 57 arriva secondo con la sua Torpedo in campionato e settimo nella classifica del Pallone dOro.

  • Nikolai Starostin, il padre del calcio sovietico

    nikolai-starostin-il-padre-del-calcio-sovietico/

    Quando non stava purgando milioni di persone, che mandava morte nei gulag o faceva processare sbrigativamente prima di una rapida fucilazione o di una pallottola nella nuca, Lavrentij Berija, il feroce capo della polizia segreta sovietica e anima nera dello stalinismo, perlustrava Mosca a bordo di una limousine con i vetri oscurati, su cui costringeva a salire le pi belle ragazze che incontrava, per poi violentarle nella sua residenza. Quando non faceva uccidere i suoi connazionali o reclutava fanciulle per placare la sua bulimia sessuale, il terribile georgiano si dedicava volentieri al suo hobby preferito, il calcio.

  • Matthias Sindelar era un fuoriclasse, dipingeva calcio negli anni Trenta e venne assassinato dalla Gestapo. Omicidio politico, mascherato da suicidio. Era amico degli ebrei, fiero oppositore di Hitler, circostanze sufficienti per avvelenarlo con la complicit di una stufetta difettosa. Una storia, la sua, che agli azzurri in visita ad Auschwitz non stata raccontata. Una storia pi istruttiva di altre. Per capire meglio lefferatezza di un regime demoniaco che usava spalmare i suoi tentacoli nellambito sportivo.

    Matthias Sindelar,lattaccante che disse no al Nazismo.1938 annessione dellAustria

  • Matthias Sindelar: I piedi di Mozart Nel destino di ognuno resta sempre da

    giocare unultima partita. E se per chi vi assiste conta vincerla o perderla, agli occhi di chi la gioca, a volte, pi importante sapere come la si giocata. Quando Matthias Sindelar segn il gol dell1 a 0 della sua Austria contro la loro Germania, sapeva che sarebbe stato il suo ultimo gol e la sua ultima partita, e non perch aveva gi trentacinque anni: Matthias segn al 17 del secondo tempo. Dicevano i tecnici che i gol erano tutti uguali. Non era vero. Quel gol cont per mille e mille ancora. Vol su Vienna e lAustria e si piant nel cuore di chi lo volle avere.

  • E' il 9 dicembre 1939, alla Deuschtlandhalle di Berlino va in scena l'ultima rappresentazione di un artista. Della bicicletta innanzitutto, di quella arte di destreggiarsi nel catino della pista davanti ad un pubblico di intenditori. Ma anche artista del violino e di un mestiere d'altri tempi, la creazione delle statuine di gesso. Albert Richter in quel giorno di dicembre va in bici, sfidando venti brutali sferzano un'Europa alle porte della fase pi buia della propria storia. La gente lo applaude, la politica non lo ama: quando vince non fa il saluto nazista, il regime che tanto affascina il popolo tedesco non piace a questo bel ragazzo senza un capello in disordine, tanto che alla casacca con la croce uncinata ne preferisce un'altra con una pi sobria aquila.

    Albert Richterl'asso che os sfidare il nazismo

  • MUSEO DELLA MEMORIA DELLA FIORENTINA CALCIOARMANDO FRIGOBRUNO NERIVITTORIO STACCIONE

    Oggi non una domenica come tutte le altre. Il 27 gennaio, data dellapertura dei cancelli di Auschwitz, infatti, si celebra in Italia - grazie ad una legge dellanno 2000 - ed in molte altre nazioni la giornata della memoria per commemorare le vittime del Nazismo e dellOlocausto. Anche il Museo Fiorentina, in questa giornata colma di strazianti storie umane devastate dalla follia e dal male che hanno segnato per sempre milioni di famiglie, desidera unirsi alla volont di divulgare per non dimenticare ricordando oggi tre suoi ex giocatori, che hanno scritto pagine importanti della storia viola, morti per mano dei nazisti o dei fascisti. Si tratta di Armando Frigo, Bruno Neri e Vittorio Staccione, questultimo inserito dallottobre scorso nella Hall of Fame Viola. Sono tre centrocampisti, tre Uomini che hanno pagato con la propria vita il prezzo della nostra libert.

  • Vittorio Staccione, la storia del calciatore antifascista che mor a Mauthausen

    La Sua vicenda umana e familiare ci restituisce un Uomo segnato dalla storia e che ha cercato di cambiare la storia stessa. Attivista politico insieme al fratello Francesco, sub pi volte larresto da parte del regime, sino alla deportazione il 13 marzo 1944 nel campo di concentramento austriaco di Mauthausen, dove, nel marzo del 1945 a poche settimane dalla liberazione e a soli 41 anni, perse la vita.

    Vittorio Staccione, una targa sar posta

    allo stadio Zini di CremonaCade, questanno, il 70 anniversario della Liberazione. La memoria storica

    tra sport e testimonianza civile

    Lo sport che anche in quei drammatici anni, non

    "ha girato la faccia da un'altra parte".

  • GEZA kERTSZ

    Lo Schindler del Catania

    Prima di essere un eroe, Kertesz stato il tecnico di una decina di squadre in Italia, tra le quali: Atalanta, Roma, Lazio, Salernitana e Catania. La citt dell'elefantino stata la sua patria adottiva, alle pendici dell'Etna visse alcuni dei suoi momenti pi felici a livello sportivo e non. Gli eventi della Seconda Guerra Mondiale, per, quando era alla guida dei giallorossi, lo costrinsero a tornare in patria, in Ungheria, dove costitu assieme all'ex compagno di squadra Toth un'organizzazione resistenziale. Salvarono decine di ebrei e di partigiani ungheresi dai campi di sterminio nazisti; si travest anche da militare tedesco pur di aiutare delle persone a scappare dal ghetto di Budapest. Kertesz intrattenne dei rapporti con i servizi segreti americani, ma questo non lo aiut. Nel dicembre del '44 venne arrestato con l'accusa di nascondere degli ebrei in casa propria. Mor fucilato insieme a Toth qualche giorno prima della liberazione della capitale ungherese.

  • I CAMPIONI DELLO SPORT E LA MEMORIA

    Gino Bartali, il campione e leroe: su Rai2 un tributo al suo coraggio durate la Resistenza

    Gino Bartali non stato soltanto uno dei pi grandi ciclisti della storia, stato anche un eroe. Il campione fiorentino mise ripetutamente a repentaglio la sua vita per salvare gli ebrei e molti partigiani che stavano combattendo per la Resistenza durante la Seconda Guerra Mondiale. Rai2 mercoled 27 gennaio alle 23.50 celebra le gesta del ciclista con uno speciale dal titolo Gino Bartali: Il campione e leroe.

  • IL FURTO DELLA STELLA : Bologna-Genoa 1925, la genesi della grande ingiustiziaIn occasione dei 90 anni dello spareggio farsa Bologna-Genoa, disputato a Milano alle 7:00 del mattino, Giancarlo Rizzoglio ha preparato unaccurata rivisitazione storico-giornalistica in quattro puntate. In essa si richiede anche lassegnazione ex aequo di quello scudetto che fu conquistato dal club emiliano grazie allinfluenza politica di Leandro Arpinati, gerarca fascista e presidente della Figc.

    Il campionato 1924/25 fu solo lesempio pi eclatante di una serie di iniquit messe in atto dalle antiche gestioni della Federazione. Ricordiamo i pasticci che contrassegnarono il

    titolo del 1906, vinto dal Milan con lausilio di ben tre partite conseguite a tavolino nella fase finale; lingiustizia perpetrata alla Pro Vercelli nel 1910, quando per protesta schier in finale la squadra ragazzi contro lInter, dopo essersi vista clamorosamente rifiutare il cambio di data della partita a causa dellimpegno dei suoi giocatori nei tornei militari; oppure il titolo del 1927, quando al Torino fu tolto uno scudetto vinto sul campo per il

    tentativo di corruzione del giocatore bianconero Allemandi nel derby contro la Juventus; o

    ancora il famoso torneo di guerra del 1943/44, per il quale lo Spezia si vide assegnare

    una medaglia doro onorifica al valore sportivo, mentre quello era, a tutti gli effetti, il vero e proprio campionato italiano di calcio e quindi suscettibile dellassegnazione a pieno titolo dello scudetto.

  • volont dellAssemblea Costituente di ripudiare la visione dello sport cos come idealizzata dal fascismo come strumento per una giovent o addirittura per una razza migliore

    La Costituzione Italiana, come insieme di norme e principi che regolano i diritti e doveri dei Cittadini, nonch i poteri e le funzioni degli Organi pubblici, non annovera alcun articolo specifico sull'attivit sportiva o sport in generale; evita di puntualizzare il fine sportivo con indicazioni specifiche sul rafforzamento fisico/militaristico o sulla valorizzazione della tipologia italiana, lascia aperta la problematica, privilegia invece, libert e dignit umana come valori fondamentali di tutta la sua articolazione.

  • Weisz, l'allenatore chefin ad Auschwitz

    Non lo sapeva nemmeno Enzo Biagi, bolognese e tifoso del Bologna. Mi sembra si chiamasse

    Weisz, era molto bravo ma anche ebreo e chi sa come finito, ha scritto in "Novant'anni di

    emozioni".

    E' finito ad Auschwitz, morto la mattina del 31 gennaio '44. Il 5 ottobre del '42 erano entrati nella

    camera a gas sua moglie Elena e i suoi figli Roberto e Clara, 12 e 8 anni. Questa la risposta,

    documentata, di Matteo Marani, bolognese, laureato in Storia (e questo spiega qualcosa).

    Arpad Weisz era stato un ottimo giocatore, ala sinistra. Nell'Olimpica ungherese del '24 fa coppia

    con Hirzer, la Gazzella, che sarebbe stato il primo straniero alla corte degli Agnelli.

    Gioca nel Padova (poco), nell'Inter ma un infortunio serio lo porta sulla panchina nerazzurra come

    tecnico. lui a lanciare in prima squadra Peppino Meazza

  • Compagni di stadio. Scrates e la Democrazia Corinthiana

    Negli anni bui e silenziosi della lunga dittatura militare brasiliana, una squadra di calcio ispir un'intera nazione e contribu al ritorno della democrazia e della libert.

    Il tentativo di trasformare l'autoritarismo con cui si gestivano le squadre di calcio in un sistema in cui tutti, dai massaggiatori alle riserve, condividevano le decisioni attraverso il voto: salari, contratti, cessioni e nuovi acquisti, arrivando addirittura a mettere in discussione il tab dei ritiri prima delle partite.

  • MONDIALI DI CALCIO DEL 1982

  • DARIO FO: RAZZA DI ZINGARO

    Il pugile sinti sul ring del nazismo ucciso nel lager, narrato da Dario Fo

    Trollmann, famoso in tutta la Germania fu costretto a combattere come un ariano Venne deportato nellottobre del 1942 e fu ucciso nel campo di concentramento

    Nel libro si racconta anche la sterilizzazione cui i rom furono sottoposti. E laccanimento degli aguzzini nel lager, dove Trollman, ormai diventato lombra di se stesso, viene costretto a combattere. Fino a quando - ricostruisce Fo - avendo il coraggio di sconfiggere un kap, viene ucciso per vendetta. Vinto, ma non piegato nemmeno in quel ring.

  • FILM AMBIENTATO IN ARGENTINA CHE RACCONTA LINTRECCIO TRA LA DITTATURA MILITAREE LO SVOLGIMENTO DEI MONDIALI DI CALCIO

  • I MONDIALI DI CALCIO E LA TRAGEDIA DEI DESIPARESIDOS

  • Quiroga, quel portiere "venduto" all'Argentina dei generali

    Argentina-Per finisce 6-0, lArgentina va in finale superando il Brasile grazie alla differenza reti e sui giornali peruviani Quiroga viene apertamente accusato di avere venduto la partita, lui considerato colpevole principale di quella disfatta, date la singolarit del personaggio e le connessioni con Rosario. Su quella controversa partita (passata ai posteri come la marmelada peruana, ove per marmelada si intende il nostro biscotto, dunque un risultato accomodato) scaturita una vasta letteratura relativa a diversi episodi mai chiariti.

  • I MONDIALI DELLA VERGOGNA

  • DONDE ESTAN?

  • George Weah, attaccante liberiano dalle immense doti tecniche, dotato al contempo di forza fisica e agilit. Non a caso gli fu assegnato il Pallone doro,

    Weah ha deciso di spendersi per il suo paese. Nel 2005 si candida alla presidenza della Liberia, ma perde al ballottaggio, dopo un turno elettorale pieno di polemiche e accuse di brogli. Gli fu anche incendiata casa qualche anno dopo, un duro avvertimento. Trasferitosi con la famiglia negli Usa si laurea in Business Administration a Miami. Ma non si arrende e torna a casa, deciso a fare politica: lo scorso novembre si infatti candidato al Senato ed stato eletto con quasi lottanta percento delle preferenze, battendo proprio il figlio della presidente in carica. Lanticamera di un futuro da Presidente. Si preso la sua bella rivincita.

  • Weah, stella solitariaGeorge Weah stato il primo africano a vincere il

    Pallone d'oro, e finora anche l'unico. ECCO ALCUNI SUE PERLE

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  • LO SPORT CHE UNISCE