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C U.S. NATIONAL PARKS... DIAMO I NUMERI! 58 sono i Parchi Nazionali degli Stati Uniti, amministrati dal National Park Service; 1872 è l’anno di fondazione del primo parco statunitense, quello di Yellowstone; 3,2 milioni ogni anno i visitatori dello Yosemite National Park; 63,7 metri l’altezza della Grizzly Giant, la sequoia più alta dello Yosemite National Park; 900 sono i metri che misura El Capitan, la più alta roccia di granito al mondo nello Yosemite National Park; 593 chilometri quadrati l’estensione dello Zion National Park; 288 le diverse specie di uccelli che vivono nello Zion National Park, tra cui il falco pellegrino, a rischio d’estinzione; 1.669 i metri d’altezza della Dante’s View, una terrazza delle Black Mountains da cui osservare la zona meridionale della Valle della Morte; 75 sono le candeline che spegnerà quest’anno il Joshua Tree National Park in California; 813 le specie di piante presenti nel Joshua Tree National Park, il più importante in quanto a varietà di flora; 7.500 sono le stelle che si possono osservare nei cieli del Bryce Canyon National Park nello Utah; 31 metri misura la circonferenza del Generale Sherman, un esemplare di sequoia gigante del Sequoia National Park. PARCHI USA i giganti della natura Alla scoperta dei luoghi più nascosti e autentici degli Stati Uniti dell’Ovest, dove è ancora possibile ascoltare l’ululato dei coyote al tramonto e respirare lo spirito indiano di questa immensa regione testo e foto di Giorgio Trucco olorado, New Mexico, Arizona, Nevada, Utah e California: sei Stati che custodiscono una delle aree più ricche di fasci- no e di storia di tutti gli Stati Uniti. Un immenso altopiano desertico, protetto dalle Montagne Rocciose, che ancora oggi è escluso dalle più gettonate rotte turistiche. Il turi- smo di massa si è, infatti, concentrato solo su poche icone di questo territorio, tralasciando completamente altre zone di straordinario interesse per chi è alla ricerca di sug- gestione e avventura. Questo relativo isolamento ha però consentito agli Stati Uniti dell’Ovest di conservare tutta la loro primitiva e selvaggia bellezza, e il visitatore può an- cora respirare la magia e il mistero di questa terra abitata per millenni dagli indiani Anasazi, Pueblo e Navajo. Ciò che colpisce maggiormente di questa regione è la grande varie- tà paesaggistica e ambientale, e la presenza di formazioni geologiche uniche al mondo. La natura, per oltre due milio- ni di anni, ha plasmato e modellato pazientemente questo territorio, come mai nessun artista sarebbe stato in grado di fare. Canyon, archi di roccia, dune dalle striature multico- lore, pinnacoli rocciosi, risultato di questo tenace lavoro, si svelano agli occhi di quei visitatori che riescano a cogliere lo spirito autentico di questa terra. Visitare le location più nascoste e meglio conservate degli Stati Uniti dell’Ovest ri- chiede, infatti, passione e perseveranza, unite a un attento lavoro di documentazione per rintracciare le informazioni necessarie a raggiungere mete che non si trovano nei cata- loghi turistici. Luoghi unici, capaci di ricompensare il viag- giatore, più che il turista, con l’inebriante senso di avventu- ra e di conquista che sono l’essenza stessa di questa terra. Pochi secoli or sono, infatti, questa parte del continente americano è stata la meta ardentemente desiderata e ca- parbiamente conquistata da migliaia di pionieri alla ricerca di un’esistenza diversa. Oggi è ancora possibile percorrere le strade dell’Ovest con lo stesso spirito, quello del viaggia- tore alla ricerca di un’esperienza autentica e lontana dai cli- ché consumati delle spiagge di Los Angeles, dei viewpoint sul Grand Canyon e delle strade in salita di San Francisco. Armati di una buona cartina, di un Gps e di un fuoristrada col pieno di benzina, è possibile recarsi in luoghi mitici e noti solo ai locali, godendo in prima persona delle bellezze naturali nascoste di un continente che dal punto di vista tu- ristico ha ancora moltissimo da offrire. 72 | VIAGGIANDO VIAGGIANDO | 73 REPORTAGE | AMERICA DEL NORD | PARCHI NATURALI

Stati Uniti dell'Ovest

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Page 1: Stati Uniti dell'Ovest

C

u.s. national parks... diamo i numeri!58 sono i Parchi Nazionali degli Stati Uniti, amministrati dal National Park Service; 1872 è l’anno di fondazione del primo parco statunitense, quello di Yellowstone; 3,2 milioni ogni anno i visitatori dello Yosemite National Park; 63,7 metri l’altezza della Grizzly Giant, la sequoia più alta dello Yosemite National Park; 900 sono i metri che misura El Capitan, la più alta roccia di granito al mondo nello Yosemite National Park; 593 chilometri quadrati l’estensione dello Zion National Park; 288 le diverse specie di uccelli che vivono nello Zion National Park, tra cui il falco pellegrino, a rischio d’estinzione; 1.669 i metri d’altezza della Dante’s View, una terrazza delle Black Mountains da cui osservare la zona meridionale della Valle della Morte; 75 sono le candeline che spegnerà quest’anno il Joshua Tree National Park in California; 813 le specie di piante presenti nel Joshua Tree National Park, il più importante in quanto a varietà di flora; 7.500 sono le stelle che si possono osservare nei cieli del Bryce Canyon National Park nello Utah; 31 metri misura la circonferenza del Generale Sherman, un esemplare di sequoia gigante del Sequoia National Park.

PARCHI USA i giganti della natura

Alla scoperta dei luoghi più nascosti e autentici degli Stati Uniti dell’Ovest, dove è ancora possibile ascoltare l’ululato dei coyote al tramonto e respirare lo spirito indiano di questa immensa regione

testo e foto di Giorgio Trucco

olorado, New Mexico, Arizona, Nevada, Utah e California:

sei Stati che custodiscono una delle aree più ricche di fasci-

no e di storia di tutti gli Stati Uniti. Un immenso altopiano

desertico, protetto dalle Montagne Rocciose, che ancora

oggi è escluso dalle più gettonate rotte turistiche. Il turi-

smo di massa si è, infatti, concentrato solo su poche icone

di questo territorio, tralasciando completamente altre

zone di straordinario interesse per chi è alla ricerca di sug-

gestione e avventura. Questo relativo isolamento ha però

consentito agli Stati Uniti dell’Ovest di conservare tutta la

loro primitiva e selvaggia bellezza, e il visitatore può an-

cora respirare la magia e il mistero di questa terra abitata

per millenni dagli indiani Anasazi, Pueblo e Navajo. Ciò che

colpisce maggiormente di questa regione è la grande varie-

tà paesaggistica e ambientale, e la presenza di formazioni

geologiche uniche al mondo. La natura, per oltre due milio-

ni di anni, ha plasmato e modellato pazientemente questo

territorio, come mai nessun artista sarebbe stato in grado

di fare. Canyon, archi di roccia, dune dalle striature multico-

lore, pinnacoli rocciosi, risultato di questo tenace lavoro, si

svelano agli occhi di quei visitatori che riescano a cogliere

lo spirito autentico di questa terra. Visitare le location più

nascoste e meglio conservate degli Stati Uniti dell’Ovest ri-

chiede, infatti, passione e perseveranza, unite a un attento

lavoro di documentazione per rintracciare le informazioni

necessarie a raggiungere mete che non si trovano nei cata-

loghi turistici. Luoghi unici, capaci di ricompensare il viag-

giatore, più che il turista, con l’inebriante senso di avventu-

ra e di conquista che sono l’essenza stessa di questa terra.

Pochi secoli or sono, infatti, questa parte del continente

americano è stata la meta ardentemente desiderata e ca-

parbiamente conquistata da migliaia di pionieri alla ricerca

di un’esistenza diversa. Oggi è ancora possibile percorrere

le strade dell’Ovest con lo stesso spirito, quello del viaggia-

tore alla ricerca di un’esperienza autentica e lontana dai cli-

ché consumati delle spiagge di Los Angeles, dei viewpoint

sul Grand Canyon e delle strade in salita di San Francisco.

Armati di una buona cartina, di un Gps e di un fuoristrada

col pieno di benzina, è possibile recarsi in luoghi mitici e

noti solo ai locali, godendo in prima persona delle bellezze

naturali nascoste di un continente che dal punto di vista tu-

ristico ha ancora moltissimo da offrire.

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reportaGe | ameriCa del nord | parCHi naturali

Page 2: Stati Uniti dell'Ovest

LA CALIFORNIA È INDUBBIAMENTE lo Stato con

il paesaggio più vario e interessante di tutti gli

Stati Uniti. Partendo da Los Angeles è possibile

raggiungere in poco più di quattro ore di auto

il punto più basso del Nord America, Badwater,

nel Parco nazionale della Valle della Morte, a 86

metri sotto il livello del mare, e il punto più alto

degli Stati Uniti continentali, il Monte Whitney,

con un’altezza di 4.421 metri. E poi ancora, una

delle più alte pareti di granito al mondo, il fa-

moso El Capitan, nel Parco nazionale Yosemite;

foreste rigogliose di sequoie giganti, immensi

alberi che superano i 100 metri di altezza, nel

Parco nazionale delle Sequoie; deserti dai pa-

norami surreali, nel Parco nazionale Joshua

Tree; dune di sabbia nel deserto del Mojave;

archi di roccia e spiagge incontaminate lungo

l’Highway 1, la tortuosa e spettacolare statale

costiera che collega San Luis Obispo con San

Francisco, e colonie a perdita d’occhio di leoni

ed elefanti marini che annualmente tornano

sulle spiagge californiane per riprodursi. Ma la

vera perla geologica e paesaggistica della Cali-

fornia è rappresentata dalla catena montuosa

della Sierra Nevada, che si estende per 640 chi-

lometri da nord a sud nella California centrale.

La varietà di ambienti, di microclimi, di fauna e

di vegetazione ne fa uno dei luoghi più visitati

degli Stati Unti. Nell’High Sierra californiana si

trovano alcuni dei parchi più famosi al mondo,

tra cui lo Yosemite National Park, meta predi-

letta del fotografo americano Ansel Adams,

che qui ha realizzato alcune delle sue imma-

gini migliori, diventate poi autentiche icone

del southwest americano. L’High Sierra è un

mondo di luce perfetta, non a caso sopranno-

minato the range of light, “la catena montuosa

di luce”. Il cielo costantemente limpidissimo, il

clima secco e l’alta quota creano riverberi e sa-

turazioni cromatiche incredibili, che invitano

alla meditazione e alla composizione fotogra-

fica. In questa zona degli Stati Uniti, infatti, si

sono formati alcuni dei più grandi fotografi pa-

esaggisti americani e ancora oggi questo luo-

• L’orso grizzly è il simbolo della California e campeggia sulla bandiera dello Stato. Presente sul territorio californiano per millenni, oggi è completamente estinto nello Stato. L’ultimo esemplare di grizzly californiano è stato ucciso nel 1922

• La California vanta 25.300 chilometri quadrati di territorio protetto e ben otto parchi nazionali. Da nord a sud sono: Redwood, Lassen Volcanic, Yosemite, Kings Canyon, Sequoia, Death Valley, Channel Islands e Joshua Tree

In apertura, nel Joshua Tree National Park due mani sembrano sostenere la Jumbo Rock, una formazione rocciosa che sfida le leggi di gravità. In questa pagina, il Tenaya Lake, nello Yosemite National Park. Le linee colorate sulle rocce sono date dai residui lasciati dalle acque del lago che si ritirano durante l'estate.

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go mitico è meta di pellegrinaggio di schiere di appassionati e

artisti da tutto il mondo. Nell’High Sierra, tuttavia, si trovano

anche alcune zone sconosciute ai più, eppure di straordinario

interesse. L’Ancient Bristlecone Pine Forest sorge nel cuore

delle White Mountains, una zona montuosa dell’High Sierra

che raggiunge la quota di 4.342 metri e che ospita una foresta

di Pini Longevi, gli alberi più antichi della terra. Nel Methuse-

lah Grove cresce l’albero Matusalemme, che detiene l’invidia-

bile primato di forma di vita più vecchia al mondo. La sua età,

oltre 4mila anni, è paragonabile, infatti, a quella delle piramidi

egizie. L’ubicazione esatta dell’albero Matusalemme non è in-

dicata pubblicamente per evitare eventuali atti vandalici, ma

non è difficile da trovare una volta giunti sul posto. E arrivarci

è già un viaggio di per sé. La Bristlecone Pine Forest si trova a

3.400 metri di quota, a nord di Bishop, lungo l’Highway 395 che

corre a est dell’High Sierra. La strada che porta a questa meta,

caratterizzata da un panorama lunare per via delle bianchissi-

me rocce alcaline sulle quali prosperano i Pini Longevi, rimane

chiusa e inaccessibile per la maggior parte dell’anno a causa

delle abbondanti nevicate. Da giugno a novembre, tuttavia,

è possibile raggiungere in auto l’area ed esplorare a piedi e

in perfetta solitudine un paesaggio unico, avvicinandosi con

sommesso rispetto a esemplari straordinari di questi alberi,

che nel silenzio più assoluto ed estranei alle faccende uma-

ne, conducono qui la loro secolare lotta per la sopravvivenza.

Info: sonic.net/bristlecone/

Sopra, la fioritura del deserto nel Joshua Tree National Park. Sotto, il cielo dell'High Sierra che al tramonto si accende di sfumature rosa e indaco inonda il paesaggio di suggestive atmosfere. A destra, la luce che si riflette sui tronchi degli alberi secolari della Bristlecone Pine Forest e il cielo quasi nero creano contrasti surreali.

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Page 4: Stati Uniti dell'Ovest

le oCHe delle neViLe oche delle nevi minori (Anser caerulescens caerulescens) vivono e si riproducono in grandi colonie e si spostano formando enormi stormi che solcano il cielo in lunghissime file indiane. Nel Bosque del Apache ogni anno si ritrovano circa 50mila esemplari. Esse giungono qui alla fine della lunga migrazione annuale che dalle zone di riproduzione nella tundra canadese, attorno alla baia di Hudson, le porta a svernare nei luoghi caldi degli Stati Uniti meridionali e nel Golfo del Messico. La nidificazione inizia durante la primavera artica, tra maggio e giugno, e il pulcino deve essere pronto per la prima grande migrazione autunnale: un faticoso volo verso sud, più di 5mila chilometri, alla ricerca delle tiepide pianure del New Mexico dove sfuggire ai rigori dell’inverno polare.

Sopra, Bosque del Apache: migliaia di esemplari di

Oche delle nevi si alzano in volo, in un susseguirsi di

richiami. Generalmente questi volatili trascorrono

la notte sulle acque gelide delle paludi per proteggersi dai predatori, in particolare dai coyote. In alto a destra,

le dune del White Sands National Monument,

continuamente plasmate dall'azione del vento, si

possono spostare anche di nove metri ogni anno.

IL NEW MEXICO NON è sulla lista di molti

viaggiatori e onestamente, a parte Santa Fe,

poche città di questo Stato scarsamente po-

polato vantano attrazioni turistiche di un cer-

to livello. Tuttavia la natura incontaminata, le

numerose sorgenti di acqua termale e la tipica

atmosfera di vecchio paese del west ne fanno

una destinazione insolita da non sottovalu-

tare. Il Bosque del Apache National Wildlife

Refuge e il White Sands National Monument

sono i due paradisi naturali che impongono

il New Mexico all’attenzione del viaggiato-

re. Il Bosque del Apache, così chiamato dagli

spagnoli in quanto abituale zona di residenza

degli indiani Apache, è un’importante area

umida che ogni anno diventa teatro di uno

spettacolo meraviglioso: l’arrivo di decine di

migliaia di gru canadesi e oche delle nevi che

si ritrovano qui per affrontare insieme i rigo-

ri dell’inverno. Ogni mattina, all’alba, le oche

delle nevi che hanno trascorso la notte sulle

acque della palude per proteggersi dai preda-

tori, seguendo un misterioso istinto collettivo

si sollevano in volo tutte insieme per spostar-

si nei campi attorno alla palude alla ricerca

di cibo. Il volo contemporaneo di migliaia di

uccelli oscura letteralmente il cielo e riempie

l’aria del fragore dei richiami con cui questi

uccelli si riconoscono e attraverso i quali for-

mano gli stormi. Lo spettacolo del volo all’al-

ba attira schiere di appassionati birdwatcher

e fotografi, che si ritrovano al bordo della pa-

lude quando è ancora buio. Essi attendono,

in compagnia di una calda tazza di tè o caffè,

questo straordinario spettacolo che dura po-

chi secondi ma si ripete ogni giorno, al sorgere

del sole, con sublime e naturale puntualità. Il

White Sands National Monument, nei pressi

di Alamogordo, è invece il più grande bacino

di dune di gesso al mondo. Quando pensiamo

alle dune, la mente corre alle immagini del

deserto del Sahara con le sue “montagne” di

sabbia gialla. Qui invece un’enorme massa di

cristalli di gesso forma un bacino di 710 chilo-

metri quadrati di dune bianchissime, costan-

temente spazzate e rimodellate dal vento.

L’aspetto più suggestivo di questo luogo sur-

reale è il colore sempre mutevole della sabbia

di gesso. Essendo perfettamente bianca, essa

riflette come uno specchio la luce del cielo e

ne mutua fedelmente i colori. Durante il gior-

no, quindi, la sabbia è di un bianco abbaglian-

te, ma i sorprendenti tramonti del New Mexico

regalano all’imbrunire un tripudio di tonalità

calde e accese che sembrano far appartenere

questo luogo a un altro pianeta. Info: frien-

dsofthebosque.org - nps.gov/whsa/.

• Lechuguilla Cave è, ad oggi, la sesta più lunga caverna al mondo e la più profonda di tutti gli Stati Uniti. È una delle grotte del Carlsbad Caverns National Park, nel New Mexico, e stupisce con fenomeni geologici unici al mondo

• Una porzione del White Sands National Monument è usata dal governo americano come zona missilistica per esperimenti militari. Per questo motivo, periodicamente la riserva viene chiusa al pubblico per ragioni di sicurezza

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Page 5: Stati Uniti dell'Ovest

UTAH... IL NOME STESSO evoca un misto di fascino, miste-

ro e spirito del vecchio West. Ai cieli blu e tersi, all’aria lim-

pidissima e alla bellezza selvaggia dei luoghi, si aggiunge

l’atmosfera unica di una terra che ancora oggi reclama or-

gogliosamente le sue origini indiane. Le sue attrazioni più

celebri rimandano ad altrettante fotografie famose, opera

dei grandi paesaggisti americani, uno su tutti Ansel Adams,

che in questo affascinante territorio hanno trovato ispira-

zione per il loro lavoro. Lo Utah è il perfetto esempio di una

destinazione turistica poco sfruttata, eppure caratteriz-

zata da formazioni rocciose incredibili. Una delle zone del

southwest americano più ricche di interesse e suggestione

è compresa tra il paesino di Springdale, porta d’ingresso

dello Zion National Park, e Page, al confine con l’Arizona.

Lo Zion National Park è un fiabesco e immenso canyon sca-

vato tra monumentali torrioni di roccia arenaria dai colori

vivissimi. Il parco offre il meglio di sé nel tardo autunno,

quando un tappeto di foglie colorate si deposita sulle roc-

ce e la prima neve colora di bianco un panorama altrimen-

ti dominato dal giallo, dall’arancione e dal rosso. Ma è la

zona di Coyote Buttes e White Pocket a rappresentare la

vera perla nascosta di quest’area. A metà strada tra Kanab

e Page, una piccola traccia sterrata si stacca senza alcuna

segnalazione dal percorso principale e prosegue in dire-

zione sud lungo un’ampia vallata che, a prima vista, non

sembra celare alcuna sorpresa. Occorre, infatti, lasciare

l’auto e avventurarsi a piedi su un terreno privo di sentieri,

oppure orientarsi per miglia e miglia in un dedalo di piste

per fuoristrada nella sabbia, per scoprire i gioielli nascosti

di quest’area, nota col nome di Paria Wilderness. Il Paria

Wilderness è una zona completamente disabitata, priva di

qualunque struttura di ricezione turistica e proprio per tale

ragione poco visitata. In questo luogo sperduto e selvaggio

è possibile, anzi probabile, non incontrare anima viva per

molti giorni. Si può esplorarlo solo in fuoristrada e a piedi,

in totale isolamento, circondati da una natura vergine e dal

silenzio assoluto del deserto dello Utah, con l’unica com-

pagnia dei propri pensieri, di un buon libro, dell’ispirazione

per fotografie incredibili e d’innumerevoli lepri, cervi e co-

yote. Info: zionnational-park.com /coyote-buttes.htm

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Page 6: Stati Uniti dell'Ovest

• Lo Utah è lo Stato a maggior concentrazione di fossili di dinosauro. Il Dinosaur National Monument, Monumento Nazionale dei Dinosauri, conserva migliaia di ossa e scheletri interi. La scoperta del sito avvenne nell'agosto 1909 (utah.com)

• L’Arches National Park protegge un’area nella quale si contano più di 2mila archi naturali di roccia. Tra di essi spicca il Landscape Arch, che con i suoi 88 metri di estensione, è il secondo arco naturale più lungo al mondo

i Coyote ButtesLe straordinarie formazioni dei Coyote Buttes sono il risultato di un fenomeno che i geologi chiamano «deformazione dei sedimenti soffici». Centocinquanta milioni di anni fa, l ’area dei Coyote Buttes era un insieme di dune di sabbia che il vento ha stratificato in passaggi successivi, creando gli odierni strati intrecciati. Con il passar del tempo la sabbia si è consolidata diventando Sandstone, “arenaria”. L’acqua, scavando la soffice arenaria, ha creato il dedalo di canyon che possiamo ammirare oggi. Alcune porzioni di questo insieme di dune pietrificate sono collassate dando vita alla complessa struttura della regione. La stessa acqua trasportava sali minerali in sospensione, per lo più ferro e manganese, che restando intrappolati negli strati superficiali più porosi hanno creato la fantastica colorazione visibile oggi.

Coyote Buttes: in alto a destra, The Wave, "L'Onda", certamente una delle rocce più fotografate, e a sinistra, The Second Wave, che si trova a poche centinaia di metri dalla sua più celebre "sorella". Nel Devil's Garden, nel cuore del Grand Staircase Escalante National Monument, si trovano questi grandi monoliti, sopra, che somigliano ai Moai dell'Isola di Pasqua e il Metate Arch, un magnifico arco naturale di roccia arenaria rossa.

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White Pocket, incastro di rocce e colori in un'area isolata nel Canyon-

Vermilion Cliffs National Monument Paria al confine tra Utah e Arizona

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Page 8: Stati Uniti dell'Ovest

t

Farmington

Belen Albuquerque

SANTA FE

OREGONIDAHO

COLOR ADO

WYOMING

ARIZONA NEW MESSICO

MESSICO

NEVADA

Ocea noPa cifico

t

Alt u ras

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Los A ngeles

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SALT L AKE CIT Y

CALIFORNIA

WHITE SANDS

BOSQUE DEL APACHE

COYOTE BUTTES

BRISTLECONE PINE FOREST UTAH

nella terra deGli aViGli Anasazi, in lingua navajo gli “antichi”, furono una popolazione del Nord America, stanziata tra il New Mexico, lo Utah, l ’Arizona e il Colorado, che fiorì intorno al X secolo. Erano un popolo estremamente evoluto, che aveva acquisito notevoli conoscenze astronomiche: nei siti del Chaco Canyon e di Mesa Verde sono stati ritrovati, ad esempio, petroglifi raffiguranti il sole e la luna e, forse, il passaggio della cometa di Halley nel 1066. Così come nel sito di Fajada Butte è stato osservato che, proprio in occasione di solstizi ed equinozi, l ’ombra del sole si proietta su particolari incisioni spiraliformi. Numerosi sono i misteri che riguardano gli antichi Anasazi. Si pensa che praticassero il cannibalismo: gli archeologi hanno, infatti, trovato coproliti (escrementi fossili) contenenti tracce organiche umane, mentre nel 1925 nel sito di Castle Rock, in Colorado, furono ritrovati centinaia di scheletri recanti segni di morte violenta e ossa umane spezzate per estrarne il midollo. Tra gli interrogativi irrisolti che circondano questo popolo il più complesso riguarda, senza dubbio, quello della loro improvvisa scomparsa. Studi recenti di archeoastronomia e dendrocronologia (la scienza che si basa sull ’analisi degli anelli di accrescimento degli alberi per determinare i cambiamenti climatici) sembrano avallare l’ ipotesi che lunghi periodi di siccità abbiano determinato il venir meno delle loro fonti di sostentamento costringendoli a emigrare verso nuove zone, in particolare quelle abitate dagli Hopi, di cui sono considerati gli antenati.

notiZie GeneraliClima: la California, data la vastità del suo ter-ritorio, presenta una notevole varietà climatica. In generale si può parlare di un clima temperato. Tuttavia, se lungo le coste si registrano inverni miti ed estati moderatamente calde e secche, in Sierra Nevada gli inverni possono essere mol-to freddi, mentre nelle aree desertiche le estati sono decisamente calde e con scarse precipita-zioni. Nella Death Valley le temperature posso-no superare anche i 50 gradi. Il New Mexico pre-senta forti escursioni termiche tra il giorno e la notte, con inverni freddi ma brevi ed estati calde e lunghe. Lo Utah ha un clima particolarmente arido, specie nella zona sudorientale.documenti: per entrare negli Stati Uniti d’Ame-rica in esenzione di visto “Visa Waiver Program” occorre essere in possesso di uno dei seguenti documenti: passaporto elettronico, rilasciato a partire dal 26 ottobre 2006; passaporto a lettura ottica rilasciato o rinnovato prima del 26 otto-bre 2005; passaporto con foto digitale rilasciato fra il 26 ottobre 2005 e il 26 ottobre 2006. Per usufruire del programma “Visa Waiver Program” è necessario viaggiare esclusivamente per affari e/o per turismo, rimanere negli Stati Uniti non più di 90 giorni e possedere un biglietto di ritor-no. In mancanza anche di uno dei suddetti re-quisiti, è necessario richiedere il visto. Si ricorda che il passaporto deve essere in corso di validità e che la data di scadenza deve essere successiva a quella prevista per il rientro in Italia. Inoltre dal 12 gennaio 2009 è obbligatorio ottenere un’au-torizzazione ESTA (Electronic System for Travel Authorization) che va compilata online sul sito http://italy.usembassy.gov/visa/esta.html prima di partire. A partire dall’8 settembre 2010, i viaggia-tori dei Paesi aderenti al Visa Waiver Program dovranno pagare l’importo di $ 14 all’atto della richiesta dell’autorizzazione ESTA.lingue: inglese e spagnolo.Valuta: dollaro americano. 1 € = 1,45 $.

Come arriVare Air Europa (aireuropa.com), propone sei voli settimanali da Roma e Milano su New York, via Madrid e cinque voli settimanali per Mia-mi, sempre via Madrid. Diverse linee aeree nazionali, infine, offrono coincidenze per gli aeroporti della California, per Albuquerque e Santa Fe in New Mexico e per Salt Lake City e Saint George nello Utah.

nps.gov - visitusa.orgzionnational-park.com/paria-white-pocket.htmutahvalleyfestivals.com

inFo utili per telefonare: dall’Italia negli Stati Uniti com-porre il prefisso 001; per chiamate dagli Stati Uniti in Italia il prefisso è 01139.ambasciate: Ambasciata d’Italia negli Stati Uni-ti - 3000 Whitehaven Street, NW Washington, DC 20008 - Tel. 001 202 612 4400. Ambasciata degli Stati Uniti in Italia - Via V. Veneto 119/a - 00187 Roma - Tel. 06 467 41. Fuso orario: sei ore indietro rispetto all’Italia.Corrente elettrica: 110 volt.

Fly ranCH Geyser

Black rock desert, nevadaUna formazione rocciosa inizialmente non naturale, ma che col tempo ha sviluppato una vita autonoma e si è circondata di mistero, grazie anche alle fotografie “mistiche” di alcuni fotografi (tra i quali l’autore di questo servizio) che l’hanno ritratta senza però svelarne l’esatta ubicazione. Un indizio si può dare però. Cercate il Burning Man Festival, in Nevada, e avrete trovato non solo il geyser, ma anche il fantastico e onirico mondo che vive attorno a esso.

Mesa Verde

AMERICA DEL NORD

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