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STILI DI APPRENDIMENTO - fermifrascati.it · 1. La risorsa compagni di classe I compagni di classe sono la risorsa più preziosa per attivare processi inclusivi. Fin dal primo giorno

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STILI DI APPRENDIMENTOSTILE VISIVO – VERBALE

usa quasi esclusivamente il CODICE SCRITTO.

L’alunno impara leggendo.

STILE VISIVO – VERBALE

Usa mappe, disegni, parole chiave, grafici, colori..

fa riferimento al VISUAL LEARNING: comprensione e memorizzazione di un concetto attraverso immagini mentali (statiche o dinamiche).

UDITIVO

Si basa molto sull’ASCOLTO: assistere alla spiegazione, partecipare a discussioni, registrare le lezioni, ascoltare le lezioni, cd, libri digitali, usare libri digitali …

CINESTETICO

Fa svolgere ATTIVITA’ CONCRETE E DIMOVIMENTO per comprendere gli argomenti.

Tipologie di didattica

DIDATTICA

INDIVIDUALIZZATA

DIDATTICA

PERSONALIZZATA

DIDATTICA

INTEGRATA

• Obiettivi comuni

o simili

• Obiettivi,

contenuti e attività

come fine

dell’insegnamento

• Semplificazione

percorso

apprendimento

• Obiettivi simili o

differenti

• Obiettivi,

contenuti, attività

diversi e fine

dell’insegnamento

• Riduzione e

differenziazione

apprendimento

• Obiettivi comuni,

simili e differenti

•Obiettivi,

contenuti come

mezzo e non fine

• Attenzione al

processo di

integrazione delle

prime due forme di

didattica

Didattica individualizzata

Adeguare insegnamento alle

caratteristiche individuali degli alunni:

A.Valuta i prerequisiti cognitivi

B. Stimola le capacità linguistiche

C. Valorizza i ritmi di

apprendimento

OBIETTIVI

FORMATIVI

COMUNI

Didattica personalizzata

Individuare obiettivi, contenuti e attività

specifiche per ogni singolo allievo.

Le caratteristiche della personalizzazione della

didattica potranno essere:

- simili a quelle del gruppo classe;

- completamente differenti da quelle del gruppo

classe

Compito del docente: cercare di

integrare i due percorsi.

Individualizzazione e personalizzazione

non si escludono

Didattica integrata“Integrazione è un processo in continuo divenire in cui sia il gruppo ricevente

sia i nuovi soggetti tendono a cambiamenti atti a consentire loro occasioni di

condivisione di comuni conoscenze, di aiuto reciproco…” (Gelati)

Integrazione NON E’ far svolgere attività

completamente diverse

Integrazione NON E’ trascorrere la maggior parte del

tempo fuori dalla classe

Passare a una DIDATTICA INTEGRATA

- eterogeneità come normalità

- discipline come MEZZO e non come fine

per promuovere la personalità

Il docente inclusivoE’ capace di:

-creare un clima di classe inclusivo (accettazione e rispetto

delle diversità)

- adattare stile di insegnamento, strategie, materiali, tempi,

tecnologie

- sviluppare un approccio cooperativo

- sviluppare una didattica metacognitiva

- trovare punti di contatto tra la programmazione di classe e

quella personalizzata/individualizzata

- modificare strategie durante il percorso di

insegnamento/apprendimento

- favorire la creazione di reti relazionali (famiglia, enti

specialistici…)

CONCLUSIONI

Nelle classi sono presenti ormai molti alunni con BES:

- DSA

- Diversamente abili

- ADHD

- DSL (disturbo specifico del linguaggio)

- altre tipologie

Ciò comporta una MODIFICA della modalità ORGANIZZATIVA

nella gestione della classe e l’uso di una DIDATTICA

FLESSIBILE al livello di:

• STRATEGIE

• METODOLOGIE

• STRUMENTI

• MEDIATORI

• TEMPI

• SPAZI

INCLUDERE nuove modalità operative = favorire INCLUSIONE

dell’alunno.

La qualità della scuola può essere giudicata in base alla capacità del

corpo

docenti di RINNOVARSI e di passare ad una DIDATTICA INCLUSIVA.

ALUNNO /

DIFFICOLTA’

DIDATTICA

FLESSIBILEDOCENTE

PEI o PDP

TRA DOCENTE DI SOSTEGNO E DOCENTE

CURRICOLAREErrate convinzioni

L’ins. di sostegno come unico titolare

dell’insegnamento all’alunno disabile.

L’ins. curricolare crede di non avere titolo o

competenza per operare con l’alunno

disabile.

Considerare l’ins. di sostegno come un

docente predisposto alla “cura” e al

controllo dell’alunno disabile.

Perché è necessario un’interazione?

La stesura e la realizzazione del PEI o PDP

deve essere opera di tutto il corpo docente.

L’insegnante di classe padroneggia meglio i

contenuti disciplinari e quindi può operare una

selezione degli obiettivi didattici per la classe.

L’insegnante di sostegno conosce meglio le

caratteristiche delle patologie e le relative

metodologie e, quindi, è maggiormente in grado

di selezionare obiettivi didattici individualizzati o

personalizzati.

INSEGNANTE DISOSTEGNO

ANALIZZAObiettivi della classe

con docente curricolare

SCEGLIE quelli più adatti

all’alunno

AVVICINA obiettivi individuali

a quelli della classe

ADATTAle attività

(materiali, strumentitempi…)

STIMOLAclima di interazione

e inclusione

INSEGNANTE DICLASSE

RIPASSO / APPROFONDIMENTO

aspetto del programmagià affrontato

PERCORSIMETACOGNITIVI

rispetto a strategiee processi

ESPERIENZECOLLABORATIVE

Tutoring tra alunniApprendimento

cooperativo

CHE COSA SI INTENDE PER DIDATTICA

INCLUSIVA?

L’obiettivo delle didattica inclusiva è far

raggiungere a tutti gli alunni il massimo grado

possibile di apprendimento e partecipazione

sociale, valorizzando le differenze presenti

nel gruppo classe,tutte le differenze, non solo

quelle più visibili e marcate dell’alunno con

un deficit o con un disturbo specifico.

Come promuovere l’inclusione in classe? Quali strategie

funzionano meglio?

Esistono 7 dimensioni dell’azione didattica

su cui è possibile agire per incrementare i livelli di inclusione in classe e migliorare le

condizioni di apprendimento di tutti gli alunni.

1. La risorsa compagni di classe

I compagni di classe sono la risorsa più preziosa per attivare processi inclusivi. Fin dal primo giorno è necessario incentivare

e lavorare su collaborazione, cooperazione e clima di classe.

In particolare sono da valorizzare le strategie di lavoro collaborativo in coppia o in piccoli

gruppi.

L’apprendimento non è mai un processo solitario, ma è profondamente influenzato

dalle relazioni, dagli stimoli e dai contesti tra pari.

2. L’adattamento come strategia inclusiva

Per valorizzare le differenze individuali ènecessario essere consapevoli e adattare ipropri stili di comunicazione, le forme dilezione e gli spazi di apprendimento.

Inoltre, adattare significa variare i materialirispetto ai diversi livelli di abilità e ai diversistili cognitivi presenti in classe. L’adattamentopiù funzionale è basato su materiali in grado diattivare molteplici canali di elaborazione delleinformazioni, dando aiuti aggiuntivi e attività adifficoltà graduale. L’adattamento di obiettivi emateriali è parte integrante del PEI e del PDP.

3. Strategie logico-visive, mappe, schemi e aiuti visivi

Per attivare dinamiche inclusive è fondamentale potenziare le strategie logico-visive, in particolare grazie all’uso di mappe

mentali e mappe concettuali.

Per gli alunni con maggiori difficoltà sono di grande aiuto tutte le forme di schematizzazione

e organizzazione anticipata della conoscenza e, in particolare, i diagrammi, le linee

del tempo, le illustrazioni significative e le flash-card delle regole, così come la valorizzazione

delle risorse iconografiche, degli indici testuali e dell’analisi delle fonti visive.

4. Processi cognitivi e stili di apprendimento

Processi cognitivi e funzioni esecutive come attenzione, memorizzazione,

pianificazione e problem solving consentono lo sviluppo di abilità psicologiche, comportamentali e

operative necessarie all’elaborazione delle informazioni e alla costruzione

dell’apprendimento.

Allo stesso tempo, una didattica realmente inclusiva deve valorizzare i diversi stili cognitivi

presenti in classe e le diverse forme di intelligenza, sia per quanto riguarda gli alunni, sia

per quanto riguarda le forme di insegnamento.

5. Metacognizione e metodo di studio

Sviluppare consapevolezza in ogni alunno

rispetto ai propri processi cognitivi è obiettivo

trasversale a ogni attività didattica.

L’insegnante agisce su quattro livelli di azione

metacognitiva, per sviluppare strategie

di autoregolazione e mediazione cognitiva e

mediazione emotiva, per strutturare un metodo

di studio personalizzato e efficace, spesso

carente negli alunni con difficoltà.

6. Emozioni e variabili psicologiche nell’apprendimento

Le emozioni giocano un ruolo fondamentale nell’apprendimento e nella partecipazione. È

centrale sviluppare una positiva immagine di sé e quindi buoni livelli di

autostima e autoefficacia e un positivo stile di attribuzione interno. La motivazione ad

apprendere è fortemente influenzata da questi fattori, così come dalle emozioni relative

all’appartenenza al gruppo di pari e al gruppo classe.

L’educazione al riconoscimento e alle gestione delle proprie emozioni e della propria sfera

affettiva è indispensabile per sviluppare consapevolezza del proprio sé.

7. Valutazione, verifica e feedback.

In una prospettiva inclusiva la valutazione deve essere sempre formativa, finalizzata al

miglioramento dei processi di apprendimento e insegnamento.

È poi necessario personalizzare le forme di verifica nella formulazione delle richieste e

nelle forme di elaborazione da parte dell’alunno.

La valutazione deve sviluppare processi metacognitivi nell’alunno e, pertanto,

il feedback deve essere continuo, formativo e motivante e non punitivo o censorio.

Risorse/strumenti/metodologie didattiche ✓ Apprendimento cooperativo: sviluppa forme di

cooperazione e di rispetto reciproco fra gli allievi eveicola le conoscenze/abilità/competenze.

✓ Tutoring (apprendimento fra pari: lavori a coppie).

✓ Didattica laboratoriale (non serve il laboratorio comeluogo fisico!), favorisce la centralità del ragazzo, realizzala sintesi fra sapere e fare, sperimentando in situazione .

✓ Procedere in modo strutturato e sequenziale:proporre attività con modello fisso e dal semplice alcomplesso faciliteranno nell’alunno l’esecuzione delleconsegne, la memorizzazione e l’ordine nell’esposizionedei contenuti.

✓ Sostenere la motivazione ad apprendere.

✓ Lavorare perché l’alunno possa accrescere la fiducianelle proprie capacità .

Per alunni “lenti”:

predisporre verifiche brevi, su singoli obiettivi; semplificare gli esercizi (evitare esercizi

concatenati); consentire tempi più lunghi o ridurre il numero degli esercizi nello stesso tempo

(strategia da scegliere secondo la personalità del ragazzo).

Per alunni che manifestano difficoltà di concentrazione: fare uso di

schemi/mappe/diagrammi prima della spiegazione (aiuteremo la mente a selezionare, categorizzare,

ricordare, applicare quanto recepito durante la spiegazione); evidenziare concetti

fondamentali/parole chiave sul libro; spiegare utilizzando immagini; fornire la procedura scandita

per punti nell’assegnare il lavoro.

Didattica multisensoriale:

- uso costante e simultaneo di più canali percettivi (visivo, uditivo, tattile, cinestesico)→incrementa l’apprendimento;

- tecnologie multimediali (computer, notebook per utilizzare software specifici) LIM Utilizzi multiformi: permette di accedere a quantità infinita di informazioni, visualizzazione di filmati o immagini; interazione visiva di testi o esercizi (costruzione di testi collettivi); costruzione di unità di lavoro informatizzate con possibilità di personalizzarle per il gruppo classe e utilizzandole in modo flessibile (eventuale consegna agli alunni copia della lezione o delle attività proposte in formato cartaceo o digitale); favorisce e promuove l’interazione lasciando spazio alla creatività degli studenti affinché realizzino ricerche o unità di lavoro multimediali in modo autonomo, singolarmente o in piccolo gruppofavorendo così un apprendimento costruttivo ed esplorativo; per gli alunni con difficoltà risulta essere uno strumento compensativo (videoscrittura, realizzazione di schemi e mappe, tabelle…).

PICCOLI ACCORGIMENTI … EMOTIVI

•Interrogare non facendo scrivere alla lavagna,

ma su un foglio alla cattedra facendo sentire la

nostra vicinanza e, se non è indispensabile,

interrogare al posto.

•Far capire che le mappe non servono solo a

“loro”, ma a TUTTI. Se insegniamo a costruirle

insieme con la classe esse diventano ottimi

organizzatori grafici e cognitivi della conoscenza.

•Pianificare INSIEME le verifiche orali prima e

durante le interrogazioni.

•Considerare i LORO PUNTI DI FORZA e non solo le

cose che non sanno fare.

•Comprendere la natura della lentezza e della grande

fatica che fanno.

•Non lasciarli soli davanti a migliaia di pagine da

studiare, selezioniamo per TUTTI gli aspetti

fondamentali: “ il sapere da sapere”.

•Insegniamo a TUTTI A vivere la dislessia senza la sua

accezione “deprivativa” (suggerita dal prefisso “ DIS”).

Permettiamo loro di viverla come una realtà alla quale ci

si accosta con naturalezza, come una normale

differenza, come uno dei tanti modi possibili di essere di

una persona.

Un diamante grezzo

assomiglia ad un

ciottolo qualsiasi, e

nessuno lo degnerebbe

di uno sguardo.

È l'abilità del

tagliatore di diamanti

che svela la bellezza

che giace nascosta

nelle pietre.

(Ventriglia)