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 1 SUBCONSCIO E SUPER-IO  \ESTRATTI TEMATI CI LIBRI RAMPA 5-77 Il subconscio rappresenta i nove decimi della nostra identità, cioè la parte più grande di noi stessi. Possiamo paragonarlo a un vecchio un po' pigro che non vuole esser disturbato. Il vecchio signore legge il giornale, fuma forse la pipa, coi piedi nelle pantofole. E' stanco di rumore, di agitazione; anni di esperienza gli hanno insegnato a proteggersi da tutte le interruzioni e distrazioni superflue. Il subconscio, come un vecchio un po' sordo, non sente, quando lo si chiama per la prima volta. La seconda volta fa il sordo perché non vuol sentire, perché non vuol essere disturbato. La terza, si irrita perché l'intruso gli dà fastidio, mentre avrebbe voglia di leggere i risultati delle corse, e rifiuta ogni sforzo. Insistete, ripetete la vostra fede e finalmente il 'vecchio' sussulterà e, allorché la vostra affermazione sarà radicata nel vostro subconscio, avrete la fede automatica. In Oriente, c i sono i mantra. Una persona ripete un certo testo, il ma ntra, instancab ilmente. Può essere c he la persona non capisca neppure quel che dice letteralmente il mantra! Poco importa, perché i fondatori di quella religione hanno composto i testi in modo tale che le vibrazioni provocate dalla ripetizione del mantra inseriscano nel subconscio la cosa desiderata. Ben presto, benché la persona non capisca quel che ripete, il mantra diventa parte integrante del suo subconscio, e la fede diventa automatica. Se ripetete delle preghiere, finirete per crederci. Si tratta di obbliga re il vostro subconscio a capire e a cooperare e, una volta che avrete la fede, non dovrete più preoccuparvi, perché il vostro subconscio vi ricorderà che voi avete fede, come pure che potrete fare certe cose. Ripetetevi senza po sa che avete v isto un'aura, che diventere te capace di telepatia, che potrete fare una cosa o l'altra, a seconda dei vostri desideri. Col tempo, lo potrete realmente. 5-140 Esamineremo ora da vicino il nostro vecchio amico, il subconscio, perché i rapporti fra lo spirito cosciente e il subconscio permettono di spiegare l'ipnotismo. In realtà siamo due esseri in uno solo. La prima di queste entità è una p iccola persona che rapp resenta solo un nono del tutto, una piccola persona attiva che ama immischiarsi di tutto, controllare e regolare. La seconda entità, il subconscio, può esser paragonata a un gentile gigante incapace di ragionare, perché, se il cosciente è dotato di ragione e di logica, ma non di memoria, il subconscio, illogico, è la trappola della memoria. Tutti gli avvenimenti dell'esistenza, anche quelli avvenuti prima della nascita, sono registrati e conservati dal subconscio e, sotto alcune forme di ipnosi, questi ricordi possono essere estirpati per essere esaminati da altri. … Lo spirito cosciente è dotato di ragione (e può anche ragionare in maniera falsa!) ed è capace di una certa forma di logica, ma no n ha memo ria. Può invec e stimolare il s ubconscio, affinché quest'ultimo gli porti le informazioni classificate nelle cellule della memoria. Fra il cosciente e il subconscio si profila ciò che si potrebbe chiamare uno schermo, che blocca le informazioni portate al cosciente. Questo significa che lo spirito cosciente non può frugare a suo piacere nel subconscio e questa è una fortuna, perché l'uno rischierebbe di contaminare l'altro. … E' evidente che, se la memoria si associasse alla ragione, alcune faccette di informazioni sarebbero deformate, perché il subconscio, se fosse capace di ragionare, potrebbe, oso dirlo, alzare le spalle e brontolare: "E' grottesco! Non è possibile! Non devo aver capito i fatti, e bisogna che modifichi e sistemi un poco gli schedari della mia memoria". Per evitare ciò, il subconscio non ha razionalità, e il cosciente non ha memoria. 5-141 Dobbiamo ricordarci queste due regole: l. Lo spirito subcon scio non è dotato di razion alità, e di cons eguenza non p uò che reagire a i suggerimenti ch e gli vengono dati. Non può far altro che conservare nella memoria tutto ciò che ascolta o che vede, che sia vero o falso, perché è incapace di decidere della veridicità o della falsità di quell'informazione. 2. Lo spirito cosciente può concentrarsi solo su un'idea alla volta. Riceviamo ad ogni istante impressioni, ci formiamo opinioni, vediamo cose, ascoltiamo, tocchiamo e, se il

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SUBCONSCIO E SUPER-IO

 \ESTRATTI TEMATICI LIBRI RAMPA

5-77 Il subconscio rappresenta i nove decimi della nostra identità, cioè la parte più grande di noi

stessi. Possiamo paragonarlo a un vecchio un po' pigro che non vuole esser disturbato. Il

vecchio signore legge il giornale, fuma forse la pipa, coi piedi nelle pantofole. E' stanco dirumore, di agitazione; anni di esperienza gli hanno insegnato a proteggersi da tutte le

interruzioni e distrazioni superflue. Il subconscio, come un vecchio un po' sordo, non sente,

quando lo si chiama per la prima volta. La seconda volta fa il sordo perché non vuol sentire,

perché non vuol essere disturbato. La terza, si irrita perché l'intruso gli dà fastidio, mentre

avrebbe voglia di leggere i risultati delle corse, e rifiuta ogni sforzo. Insistete, ripetete la

vostra fede e finalmente il 'vecchio' sussulterà e, allorché la vostra affermazione sarà radicata

nel vostro subconscio, avrete la fede automatica. In Oriente, ci sono i mantra. Una persona

ripete un certo testo, il mantra, instancabilmente. Può essere che la persona non capisca

neppure quel che dice letteralmente il mantra! Poco importa, perché i fondatori di quella

religione hanno composto i testi in modo tale che le vibrazioni provocate dalla ripetizione del

mantra inseriscano nel subconscio la cosa desiderata. Ben presto, benché la persona non

capisca quel che ripete, il mantra diventa parte integrante del suo subconscio, e la fede diventa

automatica. Se ripetete delle preghiere, finirete per crederci. Si tratta di obbligare il vostro

subconscio a capire e a cooperare e, una volta che avrete la fede, non dovrete più

preoccuparvi, perché il vostro subconscio vi ricorderà che voi avete fede, come pure che

potrete fare certe cose. Ripetetevi senza posa che avete visto un'aura, che diventerete capace

di telepatia, che potrete fare una cosa o l'altra, a seconda dei vostri desideri. Col tempo, lo

potrete realmente.

5-140 Esamineremo ora da vicino il nostro vecchio amico, il subconscio, perché i rapporti fra lo

spirito cosciente e il subconscio permettono di spiegare l'ipnotismo. In realtà siamo due esseri

in uno solo. La prima di queste entità è una piccola persona che rappresenta solo un nono deltutto, una piccola persona attiva che ama immischiarsi di tutto, controllare e regolare. La

seconda entità, il subconscio, può esser paragonata a un gentile gigante incapace di ragionare,

perché, se il cosciente è dotato di ragione e di logica, ma non di memoria, il subconscio,

illogico, è la trappola della memoria. Tutti gli avvenimenti dell'esistenza, anche quelli

avvenuti prima della nascita, sono registrati e conservati dal subconscio e, sotto alcune forme

di ipnosi, questi ricordi possono essere estirpati per essere esaminati da altri. … Lo spirito

cosciente è dotato di ragione (e può anche ragionare in maniera falsa!) ed è capace di una

certa forma di logica, ma non ha memoria. Può invece stimolare il subconscio, affinché

quest'ultimo gli porti le informazioni classificate nelle cellule della memoria. Fra il cosciente

e il subconscio si profila ciò che si potrebbe chiamare uno schermo, che blocca le

informazioni portate al cosciente. Questo significa che lo spirito cosciente non può frugare asuo piacere nel subconscio e questa è una fortuna, perché l'uno rischierebbe di contaminare

l'altro. … E' evidente che, se la memoria si associasse alla ragione, alcune faccette di

informazioni sarebbero deformate, perché il subconscio, se fosse capace di ragionare,

potrebbe, oso dirlo, alzare le spalle e brontolare: "E' grottesco! Non è possibile! Non devo

aver capito i fatti, e bisogna che modifichi e sistemi un poco gli schedari della mia memoria".

Per evitare ciò, il subconscio non ha razionalità, e il cosciente non ha memoria.

5-141 Dobbiamo ricordarci queste due regole:

l. Lo spirito subconscio non è dotato di razionalità, e di conseguenza non può che reagire ai

suggerimenti che gli vengono dati. Non può far altro che conservare nella memoria tutto

ciò che ascolta o che vede, che sia vero o falso, perché è incapace di decidere della

veridicità o della falsità di quell'informazione.2. Lo spirito cosciente può concentrarsi solo su un'idea alla volta. Riceviamo ad ogni istante

impressioni, ci formiamo opinioni, vediamo cose, ascoltiamo, tocchiamo e, se il

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subconscio non fosse protetto, registrerebbe tutto senza discernimento e la nostra memoria

sarebbe invasa da informazioni futili, inutili e spesso erronee. Lo schermo che separa il

cosciente dal subcosciente serve allora da setaccio, e non lascia filtrare che i problemi già

presi in considerazione dal cosciente, per farli passare al subconscio, che li registra e li

classifica. Lo spirito cosciente, essendo capace di considerare solo un pensiero, un

problema per volta, sceglie quello che gli sembra più importante, lo esamina, lo accetta olo rifiuta secondo quel che gli detta la ragione o la logica.

5-117 Se vogliamo progredire, dobbiamo coltivare la regolarità di umore, equilibrare le nostre

emozioni in modo tale da non esser mai troppo entusiasti né troppo depressi. Dobbiamo

assicurarci che le nostre onde cerebrali non abbiano né cime acute né valli profonde. Il corpo

umano è destinato a funzionare in un certo modo. Gli urti ai quali lo sottomette la civiltà

moderna non possono fargli che male. 

5-154 Il lavoro è una forma di disciplina, di esercizio. Come abbiamo già fatto osservare, la

disciplina è indispensabile, essa dà forza agli eserciti, essa forma buoni cittadini, e fa un uomo

di un mascalzone che, senza disciplina, non penserebbe ad altro che a far sciocchezze. … Neimonasteri dei lama, al contrario, la regola vuole che tutti lavorino e non era cosa rara, prima

dell'invasione comunista, vedere un gran priore strofinare il pavimento, o portar via la

spazzatura deposta dai novizi. Questo aveva per fine di insegnare al priore che sulla Terra le

cose sono temporali, e che il mendicante di oggi può essere il principe di domani, così come il

re di oggi può essere il poveraccio di domani. … Il lavoro, di qualunque natura, sia manuale o

intellettuale, è sempre nobilitante, e non è mai degradante, mai avvilente, quando è compiuto

con motivi puri, e con l'intenzione di 'servire', cioè di render servizio agli altri.

2-142 In Cina i funerali vengono veramente presi molto sul serio. Era considerato della massima

importanza avere il giusto numero di necrofori a seconda della posizione sociale del defunto.

A me sembrava tutta una cosa sciocca, perché sapevo bene che, una volta che lo spirito ha

lasciato il corpo, non importa assolutamente nulla di ciò che accade al corpo. Noi nel Tibet

non facevamo complimenti per i nostri corpi fuori uso; li facevamo semplicemente

raccogliere dagli Smembratori di Cadaveri, i quali li facevano a pezzi e li davano in pasto agli

uccelli.

1-94 Per noi il corpo era semplicemente un involucro, animato dal più grande Io, il Super-Io, che

predomina nel sonno o allorché si abbandona questa vita. Noi riteniamo che l'uomo sia posto

nel corpo fisico, debole e imperfetto, per poter imparare e progredire. Durante il sonno,

l'uomo ritorna a un diverso piano di esistenza. Si corica per riposare e lo spirito si libera dal

corpo e scivola via, allorché giunge il sonno. Lo spirito rimane in contatto con il corpo

mediante una 'corda d'argento', che esiste fino al momento della morte. I sogni che si fannosono esperienze vissute sul piano spirituale del sonno. Quando lo spirito ritorna nel corpo, lo

choc del risveglio deforma il ricordo del sogno, a meno che non si sia stati particolarmente

addestrati, ragione per cui il 'sogno' può sembrare estremamente improbabile a chi è desto.

2-82  Non occorre avere paura della morte. Non bisogna avere paura del passaggio da questa vita

in quella Superiore. Non c'è necessità di temere l'inferno, perché un posto del genere non

esiste, non esiste una cosa come il Giorno del Giudizio. L'uomo giudica se stesso, e non c'è

giudice più severo dell'uomo riguardo alle proprie debolezze, alla propria fiacchezza, quando

lascia l'esistenza terrena, quando i veli dei falsi valori gli cadono dagli occhi e quando riesce a

scorgere la Verità. Tutti voi che temete la morte, ve lo dice uno che ha oltrepassato la soglia

della morte ed è tornato. Non c'è niente di spaventoso. Non c'è Giorno del Giudizio, tranne

quello che emettete voi stessi. Non c'è inferno. Chiunque, a prescindere da chi sia e da checosa abbia fatto, ha una possibilità. Nessuno viene mai distrutto. Nessuno è mai tanto

malvagio che gli si neghi un'altra possibilità. Noi temiamo la morte degli altri, in quanto essa

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ci sottrae la loro amata compagnia, in quanto siamo egoisti e abbiamo paura della nostra

stessa morte, poiché è un viaggio nell'Ignoto e temiamo quello che non comprendiamo, quello

che non conosciamo. No, la morte non esiste, esiste soltanto la nascita in un'Esistenza

Superiore. Fin dal sorgere di tutte le religioni si insegnava questo: la morte non esiste, esiste

soltanto la nascita in un'Esistenza Superiore. Attraverso innumerevoli generazioni di sacerdoti

il vero insegnamento si è modificato, si è corrotto, fino al punto che essi minacciano con lapaura, con lo zolfo e con le chiacchiere sull'inferno. Fanno tutto questo per aumentare il

proprio potere, dicendo: "Noi siamo i sacerdoti e possediamo le chiavi del paradiso.

Ubbiditeci altrimenti andrete all'inferno". Ma io ho varcato la soglia della morte e sono

tornato, come hanno fatto molti lama. Noi conosciamo la verità. Noi sappiamo che c'è sempre

speranza. Non importa ciò che uno abbia commesso, non importa quanto si senta colpevole, si

deve sempre lottare perché c'è sempre speranza.

1-131 I tibetani che hanno studiato i veri insegnamenti del Buddha non chiedono mai, nelle loro

preghiere, commiserazione o grazie; chiedono soltanto di poter avere giustizia dall'uomo. Un

Essere Supremo, in quanto essenza della giustizia, non può dimostrarsi pietoso con l'uno e

non con l'altro, poiché ciò equivarrebbe a una negazione della giustizia. Noi siamo spiriti

immortali. La nostra preghiera: "Om mani pad-me Hum!" viene spesso tradotta letteralmente"Salute al Gioiello nel Loto". Noi che abbiamo studiato un po' più in profondità, sappiamo

come il suo vero significato sia: "Salute al Super-Io dell'Uomo". La morte non esiste. Come ci

si spoglia dei propri abiti al termine della giornata, così  l'anima si spoglia del corpo, quando

quest'ultimo dorme. Come gli abiti vengono gettati via quando sono troppo logori, così

l'anima rinuncia al corpo quando quest'ultimo è consumato o lacero. La morte è nascita.

Morire è semplicemente l'atto di nascere su un altro piano dell'esistenza. L'uomo, o lo spirito

dell'uomo, è eterno. Il corpo è solo la veste temporanea che avvolge lo spirito e che viene

prescelta a seconda del compito cui si è destinati sulla Terra. Le apparenze esteriori non

contano; conta l'anima interiore. Un grande profeta può scendere sulla Terra sotto le spoglie

di un povero - come si può meglio giudicare la carità dell'uomo con l'uomo! - mentre chi ha

peccato in una vita precedente può rinascere ricco, e ciò per accertare se commetterà errori

anche quando non sarà trascinato a ciò dalla miseria. 'La ruota della vita', così noi chiamiamo

il nascere, il vivere in qualche mondo, il morire, il tornare allo stato di spirito e, con il tempo,

il rinascere in circostanze e condizioni diverse. Un uomo può molto soffrire in una delle sue

esistenze, ma ciò non significa necessariamente che abbia peccato in una vita precedente; può

darsi che questo sia il migliore e il più rapido modo di imparare determinate cose.

L'esperienza pratica è un insegnamento migliore del sentito dire! Chi si toglie la vita può

rinascere per vivere gli anni sottratti all'esistenza precedente, ma non ne consegue che tutti

coloro i quali muoiono giovani o da bambini si siano uccisi. La ruota della vita vale per tutti,

mendicanti e re, uomini e donne, gente di colore e bianchi. La Ruota non è che un simbolo,

naturalmente, ma un simbolo tale da chiarire le cose a coloro che non hanno il tempo didedicare lunghi studi all'argomento. Non è possibile spiegare la religione tibetana in uno o

due paragrafi; il Katigyur - o le Scritture tibetane - è composto da oltre cento volumi e anche

in essi il problema non è completamente trattato. Esistono molti libri nascosti in remote

lamaserie e visibili solo agli iniziati.

1-78  Era questa la ragione per la quale mi ero reincarnato, anche se in quel momento non ricordavo

più quali fossero le cose che dovevo nuovamente imparare. Noi tibetani crediamo fermamente

nella reincarnazione. Riteniamo che l'individuo, una volta raggiunto un determinato stadio

progredito dell'evoluzione, possa scegliere se portarsi su un altro piano dell'esistenza, o fare

ritorno sulla Terra per imparare di più o essere di aiuto agli altri. Può accadere che un uomo

savio abbia avuto una determinata missione nella vita, ma sia morto prima di poter completare

la propria opera. In tal caso, così crediamo, può tornare sulla Terra per portare a termine il suocompito, purché il risultato sia di beneficio agli altri. Solo nel caso di pochissime persone era

possibile ricostruire le incarnazioni precedenti; dovevano esservi determinati segni e lo

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impedivano il costo e il tempo necessari. Coloro che, come me, possedevano questi segni,

venivano denominati 'Incarnazioni Viventi' o 'Incarnati'. Da giovani - come era accaduto a me

- venivano assoggettati al trattamento più severo che si potesse concepire, ma erano poi fatti

oggetto di reverenza nell'età adulta.

1-164 (Quando si ha un caso di possibile reincarnazione riconoscibile, nel corpo di un bambino)

Può darsi che un gruppo di lama riesca a riconoscerlo (come accadde nel mio caso) e, in taleeventualità, saranno disponibili alcuni oggetti da lui posseduti nell'altra vita. Questi oggetti,

insieme ad altri dall'aspetto identico, vengono mostrati al ragazzo, ed egli deve riconoscere

tutti quelli, magari anche nove, che gli appartenevano nella precedente esistenza. Dovrebbe

essere in grado di far ciò sin dall'età di tre anni. Si ritiene che a tre anni il bambino sia troppo

giovane per poter essere influenzato dalla descrizione degli oggetti che gli è stata fatta dai

genitori. Se il bambino è ancor più piccolo, tanto meglio. In realtà, se anche i genitori tentano

di suggerirgli come deve comportarsi, la cosa non ha alcuna importanza. Essi non sono

presenti al momento della scelta, il bambino deve scegliere anche nove oggetti su trenta.

Bastano due errori a far sì che la prova venga considerata fallita. Se il bambino riesce, viene

allevato allora come incarnato e la sua educazione viene accelerata. Quando compie sette

anni, si leggono le predizioni sul suo avvenire e, a quell'età, lo si ritiene perfettamente ingrado di capire ciò che viene detto e sottinteso. Basandomi sulla mia esperienza, posso

affermare che capisce senz'altro!

2-43  Una cosa che non ho mai toccato, nonostante tutte le esortazioni di coloro che non conoscono

il Tibet, sono i liquori che ubriacano. Mai, in senso assoluto. Nella nostra fede, non esiste

cosa peggiore di queste bevande inebrianti, nulla di peggio dell'ubriachezza. La consideriamo

il peccato più depravato di tutti, dato che, quando il corpo è gonfio per eccesso di alcol, il

veicolo astrale - la parte più spirituale di ciascuno - viene scacciato dal corpo fisico e lo deve

abbandonare alla mercé di qualsiasi entità che si aggira in cerca di preda. Questa non è l'unica

forma di esistenza; il corpo fisico è semplicemente una particolare manifestazione, quella più

bassa, e più si beve più si nuoce al corpo su altri piani dell'esistenza. Si sa bene che gli

ubriaconi vedono 'elefanti rosa' e cose strane che non trovano riscontro nel mondo fisico. Noi

crediamo che si tratti di manifestazioni di qualche entità diabolica che cerca di arrecare danno

al corpo fisico.

5-94 Diciamo, per esempio, che un ciclo di esistenza umana è di 72.000 anni. Durante questo ciclo,

la persona ritorna continuamente, rinasce in nuovi modi, in corpi differenti. Questi 72.000

anni rappresentano dunque la durata della nostra 'frequenza scolastica'.

5-133 Possiamo chiederci perché veniamo su questa Terra se è per morire, ma il motivo è semplice;

la morte ci innalza, la sofferenza ci innalza, a condizione che essa non sia troppo viva, ed è

bene ricordarsi che, nella maggior parte dei casi (naturalmente vi sono eccezioni), nessun

essere deve subire sofferenze più grandi di quante sono richieste per il suo miglioramento

spirituale.5-104 Le sole cose che importano sono quelle che apprendiamo; porteremo con noi il sapere che

avremo acquisito durante il nostro soggiorno sulla Terra e abbandoneremo il nostro

patrimonio, se ne abbiamo uno, in mano di altri, che lo dilapideranno. Dovremo, di

conseguenza, concentrare il nostro spirito e portare tutti i nostri sforzi sulle sole cose che ci

appartengano in proprio, realmente, ... le cognizioni.

5-70 … mai nessun uomo ha potuto portar con sé un centesimo, una spilla o un fiammifero

bruciato oltre il Fiume della Morte. Tutto ciò che possiamo portar con noi è la somma delle

nostre conoscenze, la nostra esperienza, buona o cattiva, generosa o avara, che saranno

distillate perché non ne rimanga più che l'essenza. E l'uomo che ha vissuto per se stesso sulla

Terra sarà, nell'aldilà, un povero spirito, anche se fu miliardario. … In poche parole, non

possiamo progredire, se non aiutiamo il nostro prossimo. … non dimenticate che occorre'donare per ricevere'.

5-135 …"Regole di Buona Vita". Sono regole fondamentali, assolutamente indispensabili.

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l. Fate agli altri ciò che vorreste fosse fatto a voi stessi.

2.Non giudicate il vostro prossimo.

3.Siate puntuale in tutto ciò che fate.

4.Non discutete di religione e non prendete in giro le credenze altrui.

5.Osservate con fedeltà la vostra religione e date prova della più perfetta tolleranza per le

religioni altrui.6.Astenetevi dal mischiarvi alla 'magia'.

7.Osservate l'astinenza, non prendete né alcol né droghe.

5-154 …in nessun modo, e in nessun momento, dovete tentare di imporre le vostre opinioni e i

vostri gusti agli altri. E' desolante constatare che i vegetariani e i naturisti tentano di imporre

le loro opinioni, spesso estremiste, come se, per mezzo della violenza stessa dei loro

argomenti, volessero convincere se stessi. E' profondamente cattivo usare la persuasione per

obbligare una persona a cambiare strada. … I vegetariani affermano che non dobbiamo

sopprimere la vita. Presto detto, perché un cavolo è un organismo vivente, e se strappiamo un

cavolo dalla terra per mangiarlo, distruggiamo una vita che siamo incapaci di ricreare. …

Allora, ancora una volta, cerchiamo di esser ragionevoli, e mangiamo ciò di cui il nostro

corpo ha bisogno, cioè la carne, poiché l'uomo è un animale carnivoro. Si pretende spesso cheun buon buddista non mangi carne, ma si dimentica che la ragione è semplice: non c'è modo

di comperarla! Il Buddismo è la religione dei paesi estremamente sottosviluppati. Nel Tibet,

per esempio, la carne è un lusso che possono permettersi solo i più ricchi tra i ricchi. Il

popolo si nutre di legumi e di tsampa, e quei legumi stessi sono un lusso! I monaci vivono di

tsampa, non mangiano altro, ma, perché questa brodaglia sembrasse migliore, i fondatori della

religione hanno decretato che era un peccato mangiar carne. Così il popolo, che non ha i

mezzi di procurarsi la carne, si sente più virtuoso in una forzata astinenza! A parere nostro,

molte sciocchezze sono state scritte a questo proposito. Al mangiatore di carne piace il suo

arrosto o la sua cotoletta; libero lui. Se piace al vegetariano sgranocchiare un gambo di

sedano, libero di farlo, a condizione che non cerchi di imporre il suo punto di vista agli altri.

Se vi si domanda la vostra opinione, datela, ma non tentate di imporla a un altro; dopo

aver dato la vostra opinione, non insistete e non parlatene più, poiché ignorate comel'altro abbia organizzato la sua vita. 

5-125 Avete certo sentito parlare della 'legge del Karma'. … Il sanscrito è un linguaggio conosciuto

dagli occultisti del mondo intero e, infatti, se uno si serve della parola 'karma', l'altro pensa

immediatamente alla "legge di sottomissione alla concatenazione delle cause". Il karma non è

niente di misterioso, né di pauroso. … è un atto mentale o fisico che genera il bene e il male.

Conoscete il vecchio proverbio: "Chi semina vento raccoglie tempesta". Significa proprio

questo. Se seminate cattive azioni, raccoglierete un cattivo avvenire, in questa vita e nell'altra,

o nella seguente, o in un'altra ancora. Se, nel corso della vostra vita, seminate il bene, se date

prova di bontà e di compassione verso gli infelici, allora, quando verrà il vostro turno diessere infelice, qualcuno, da qualche parte, avrà per voi bontà e compassione.

5-128 Il karma è dunque il processo attraverso il quale contraiamo debiti e li rimborsiamo.

5-127 Esistono persone esenti dalla legge del karma … . Le più alte entità (che chiamiamo 'Avatar')

scendono sulla terra per compiere determinate missioni. … Questo Avatar, o Essere

Avanzato, verrà spesso a vivere quaggiù per dare un esempio di povertà, per dimostrare come

si debba esser pietosi, malgrado un'apparente immunità dalla sofferenza. Niente potrebbe

esser più falso di quest'immunità, perché l'Avatar, essendo di un'essenza più pura, soffre ancor

più intensamente. L'Avatar non è nato perché deve esistere, e non viene al mondo in modo da

poter vivere il suo karma. Egli viene sulla Terra come un'anima incarnata, la sua nascita

avviene per libera scelta; talvolta anche non nasce, ma adotta il corpo di qualcun altro.

5-128 Il Cristo non ha mai insegnato la sofferenza, la dannazione eterna. Il Cristo ripeteva che, seuna persona si pentiva e voleva emendarsi, sarebbe stata salvata, e avrebbe avuto una nuova

opportunità di riscattarsi, e poi ancora un'altra. … L'uomo, la donna, il bambino, devono

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pagare tutto sulla Terra; solo l'Avatar è esente dalle leggi del karma. Di conseguenza, coloro

che non sono Avatar farebbero bene a sorvegliarsi ed a condurre una buona vita per accorciare

il loro soggiorno sulla Terra, poiché ci sono delle possibilità di vita assai migliori su altri

pianeti e altri livelli di esistenza.

5-43 E' stato provato che due oggetti non possono occupare il medesimo spazio. Questo èesatto se si considerano dei mattoni, dei metalli, dei pezzi di legno, ma, se gli oggetti

hanno vibrazioni differenti, o se lo spazio fra i loro atomi, i loro neutroni e i loro protoniè abbastanza largo, un altro oggetto può occupare con facilità quello spazio libero.

5-44 Il corpo umano, formato di molecole, contiene anche altri corpi sottili, spirituali, che

chiamiamo corpi astrali. La loro composizione è la stessa di quella del corpo fisico, nel senso

che essi sono formati da molecole. Esse sono, però, molto meno dense, cosicché è

perfettamente possibile, per un corpo astrale, situarsi in un corpo fisico, senza che uno dei due

occupi lo spazio necessario all'altro. … Non possiamo qui entrare troppo in dettagli,

accorrerebbero dei volumi, ma è importante far osservare che esiste un certo numero di 'corpi

spirituali'. In questo momento, ci occupiamo del corpo di carne e del corpo astrale.Nella

nostra attuale forma di evoluzione, esistono nove corpi, ognuno dei quali è legatoall'altro dalla corda d'argento … L'uomo è, dunque, uno spirito rinchiuso provvisoriamente

in un corpo di carne e ossa, per poter scoprire e vivere esperienze impossibili a uno spirito

senza corpo. L'uomo carnale è governato dal Super-Io. Alcuni preferiscono parlare d'anima,

ma noi useremo il termine Super-Io, perché l'anima è un'altra cosa, ed è situata a un livello

molto più alto. Il Super-Io è il controllore e il manovratore del corpo. Il cervello umano è un

relais, un centralino telefonico, un'officina perfettamente automatizzata, se preferite. Esso

riceve i messaggi del Super-Io e trasforma i suoi comandamenti in azioni chimiche o fisiche

che mantengono il meccanismo in stato di movimento (il corpo in vita), facendo funzionare i

muscoli e il processo mentale. Rinvia anche al Super-Io i messaggi e le impressioni raccolte

dal corpo.1-229 Esistono tre corpi fondamentali: il corpo fisico, nel quale lo spirito può imparare le dure

lezioni della vita, il corpo etereo, o "corpo magnetico", formato da ciascuno di noi con le

nostre lussurie, con i nostri desideri sfrenati e con le violente passioni di vario genere e infine

il terzo corpo, quello spirituale, l'"anima immortale". Così crede la nostra religione lamaistica;

ma non necessariamente l'ortodossa religione buddistica. L'individuo, morendo, deve passare

attraverso tre stadi: il suo corpo fisico va eliminato, il doppio etereo va dissolto, e lo spirito va

aiutato a percorrere la via fino al mondo dello spirito. Anche gli antichi egiziani credevano nel

doppio etereo, nelle guide dei morti e nel mondo dello spirito. Nel Tibet noi aiutavamo gli

individui prima della morte. L'adepto non ha alcuna necessità di tale assistenza, ma l'uomo o

la donna comuni, o i trappa (cioè i novizi), debbono essere guidati lungo l'intera via.

1-227 (Quando si muore) a poco a poco lo spirito si ritrae e si esteriorizza fuori del corpo fisico. Lo

spirito assume esattamente la stessa forma dei "veicolo" e appare in modo assai limpido al

chiaroveggente. Nel momento della morte, il legame che unisce le entità fisica e spirituale (la

"Corda d'Argento" della Bibbia) si assottiglia e si stacca, e lo spirito si allontana. La morte è

allora avvenuta. Ma è avvenuta anche la nascita in una nuova vita, poiché la "corda" è simile

al cordone ombelicale che viene tagliato per dare inizio all'esistenza indipendente di un

neonato. Nel momento della morte il bagliore della forza vitale si estingue intorno al capo.

Anche questo bagliore e visibile a un chiaroveggente, e la Bibbia cristiana lo denomina "la

Coppa d'Oro". Non essendo io cristiano, la Bibbia non mi è familiare, ma ritengo che

contenga queste parole: "Affinché la Corda d'Argento non venga troncata e la Coppa d'Oro

non vada in pezzi". Tre giorni, noi crediamo, sono il periodo di tempo necessario affinché uncorpo muoia, affinché ogni attività fisica cessi, e lo spirito - o anima, o Io - si liberi

completamente dell'involucro materiale. Riteniamo che esista un "doppio" etereo, formatosi

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durante la vita del corpo. Questo "doppio" può divenire un fantasma. Probabilmente, è

accaduto a tutti di fissare una luce intensa, di distogliere lo sguardo e di continuare a vedere,

in apparenza, la luce. Noi pensiamo che la vita sia elettricità, un campo di forza, e che il

doppio etereo, il quale rimane dopo la morte, sia analogo alla luce che si continua a vedere

dopo aver fissato un'intensa sorgente luminosa, vale a dire, in termini di elettricità, simile a un

intenso campo magnetico residuo. Se il corpo ha valide ragioni per avvinghiarsi alla vita, siha, allora, un intenso doppio etereo che dà luogo a un fantasma e appare insistentemente negli

ambienti a esso familiari. L'avaro può essere talmente attaccato ai sacchetti del suo denaro, da

concentrarsi esclusivamente su di essi. Morendo, con ogni probabilità, sarà posseduto soltanto

dal terrore per quanto concerne la sorte del denaro e pertanto, nel momento del trapasso, il suo

doppio etereo diverrà più intenso. Il fortunato erede dei sacchetti colmi di denaro può provare

una certa inquietudine nelle ore piccole della notte. Può avere l'impressione che il "vecchio tal

dei tali" stia "dando di nuovo la caccia al suo denaro". Sì, ha ragione: il vecchio tal dei tali, o

meglio il suo fantasma, è, con ogni probabilità, molto irritato, non potendo afferrare le monete

con le mani (immateriali)!

4-26 “Signore!”, dissi alla mia Guida quando fummo soli, “perché  questo è ‘il Mondo

dell’Illusione’” Mi guardò, sorridendo. “Ebbene”, rispose, “che cosa esiste realmente? Tu

tocchi questo muro e il tuo dito viene fermato dalla pietra. Perciò, secondo il tuo

ragionamento, il muro è una cosa solida, impenetrabile. Dalle finestre vedi le catene montuose

dell’Himalaya, salde come la spina dorsale della Terra. Eppure uno spettro, o tu stesso nella

tua forma astrale, potete muovervi liberamente attraverso la roccia delle montagne, come

nell’aria”.

4-27  “Questo è il Mondo dell’Illusione“ disse la mia Guida “ed è per questo che chiediamo alle

anime di ascoltarci, perché solo esse sono nel Mondo della Realtà. Diciamo, come ben sai,

'Ascoltate le Voci delle nostre Anime', non diciamo 'Ascoltate le nostre Voci Fisiche'. …Come ti spiegherò più tardi, le persone che non hanno raggiunto uno stadio d’evoluzione

sufficiente devono, prima di tutto avere una fede che le sostenga, che faccia loro sentire di

essere sotto la protezione di un Padre o di una Madre benevoli. Soltanto quando si è raggiunto

un grado d’evoluzione appropriato si può accettare quello che sto per spiegarti“. … “Noi

siamo creature dello Spirito,” disse “siamo come delle cariche elettriche dotate d’intelligenza.

Questo mondo, questa vita, è l’inferno, è il luogo di prova dove il nostro Spirito viene

purificato, per mezzo della sofferenza che ci costa l’imparare a controllare il nostro corpo

materiale grossolano. Come una marionetta è controllata da corde manipolate dal burattinaio,

così il nostro corpo materiale è controllato dalle corde di una forza elettrica dal nostro Io-

superiore, il nostro Spirito. Un bravo burattinaio riesce a dare l’illusione che le marionette di

legno siano vive, che agiscano per loro volontà propria. Nello stesso modo noi, fino a quandonon veniamo a saperne di più, pensiamo che il nostro corpo materiale sia l’unica cosa che

abbia importanza. Nell’atmosfera della Terra, che tende a soffocare lo spirito, dimentichiamo

l’Anima che ci controlla veramente, pensiamo di agire per nostra libera volontà e di dover

rendere conto solo alla ‘coscienza’. Così, Lobsang, abbiamo la prima Illusione, l’illusione che

la marionetta, il corpo materiale, sia l’unico che conta”. … “Signore!” dissi “dove sono i fili

della mia forza elettrica? Non riesco a vedere niente, che mi colleghi all’Io-superiore!”. Si

mise a ridere e mi rispose: “ … Hai dimenticato la Corda d’Argento, quel fascio di forza

elettrica che collega te - come sei qui - con la tua anima? Veramente, Lobsang, tu sei nel

Mondo dell’Illusione!”. Mi sentii arrossire. Naturalmente sapevo cosa fosse il Cordone

d’Argento, quel cordone di luce azzurrognola che collega il corpo materiale al corpo

spirituale. Molte volte, durante i viaggi  astrali, avevo visto il Cordone, che scintillava epulsava di luce e di vita. Era come il cordone ombelicale che unisce la madre al neonato,

soltanto che il ‘bambino’, che era il corpo fisico, non avrebbe potuto esistere neanche per un

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momento, se il Cordone d’Argento fosse stato reciso. Alzai lo sguardo, la mia Guida era

pronta a continuare dopo l’interruzione. “Quando siamo nel mondo materiale, siamo portati a

pensare che solo il mondo materiale sia importante. Questo è uno dei meccanismi di sicurezza

che l’Io-superiore mette in atto: se ci ricordassimo del Mondo dello Spirito con la sua felicità

riusciremmo a rimanere qui soltanto per uno sforzo di volontà fortissimo. Se ci ricordassimo

delle vite passate, quando, forse, siamo stati più importanti che in questa vita, non avremmol’umiltà necessaria … ).

4-61 … siamo come marionette, marionette, fatte di molecole vibranti circondate da una carica

elettrica. Il nostro Io-superiore vibra a una velocità di molto superiore e ha una carica

elettrica molto più grande. Vi è un preciso rapporto tra le due velocità di vibrazione. Il

processo di comunicazione tra ognuno di noi sulla Terra e il suo Io-superiore, ovunque si

trovi, può essere paragonato al processo di trasmissione delle onde radio attraverso gli oceani

e i continenti, per cui una persona che si trova in un paese può comunicare con un’altra

persona in un paese distante. Il nostro cervello assomiglia a un ricevitore radio, in quanto

riceve i messaggi, gli ordini e le istruzioni dell’Io-superiore ad ‘alta frequenza’ e li trasforma

in impulsi a bassa frequenza che controllano le nostre azioni. Il cervello è il sistema elettro-

meccanico-chimico che ci rende utili sulla Terra. Delle reazioni chimiche, bloccando forseuna parte del messaggio, fanno funzionare il nostro cervello in maniera imperfetta, perché

raramente, sulla Terra, riceviamo il messaggio esatto trasmesso dall’Io-superiore. La Mente

ha una capacità d’azione limitata, senza l’apporto dell’Io-superiore. La Mente riesce ad

accettare certe responsabilità, a formare certe opinioni, e tenta di stabilire un collegamento tra

le condizioni ‘ideali’ dell’Io-superiore e le difficili condizioni esistenti sulla Terra”.

5-14 Il cervello non è altro che un ricevitore dei messaggi del Super-Io, come pure un'emittente

capace a sua volta di trasmettere dei messaggi al Super-Io, come se avesse imparato delle

lezioni. Questi messaggi vengono emessi tramite la 'corda d'argento', cioè una massa di

molecole ad alta frequenza che vibrano e gravitano a gran velocità, per mettere in contatto il

corpo umano col Super-Io. Il corpo che vive sulla Terra è, in un certo senso, un veicoloteleguidato. Il Super-Io funziona da conducente. Noi siamo simili a quelle macchinette che un

bambino fa avanzare, retrocedere e girare premendo un bottone, all'estremità di un filo; infatti

il Super-Io, che non può scendere sulla Terra, vi manda il suo corpo. Tutto ciò che viviamo,

tutto ciò che facciamo o pensiamo, tutto ciò che impariamo, viene inviato là sopra, per essere

immagazzinato nella memoria del Super-Io. Gli esseri molto intelligenti, che sono 'ispirati',

ricevono spesso un messaggio diretto - cosciente - del Super-Io, per mezzo della corda

d'argento. Leonardo da Vinci fu uno di quelli che rimasero continuamente a contatto del

Super-Io, e fu infatti un genio, in tutto ciò che intraprese. I grandi artisti, i grandi musicisti,

comunicano col loro Super-Io e compongono poi, per 'ispirazione', della musica o dei quadri

che sono stati loro più o meno dettati dalle Potenze che ci governano. La corda d'argento ci

lega al nostro Super-Io come il cordone ombelicale lega il bambino alla madre. Questocordone è estremamente complesso, ma, paragonato alla corda d'argento, non è che un pezzo

di spago. La corda è una massa di molecole che gravitano su frequenze molto alte e molto

varie; essa è intangibile e le sue molecole son troppo distanziate per poter esser viste

dall'occhio umano. Molti animali le vedono … le bestie possono vedere la corda d'argento e

l'aura, perché esse vibrano a una frequenza che la vista degli animali può percepire. Con un

po' di esercizio, sarebbe facile, per un uomo, allargare il suo raggio di ricettività, allo stesso

modo come un essere debole può, a forza di esercizi, riuscire a sollevare un peso che supera le

sue normali capacità fisiche. La corda d'argento è una massa di molecole, di vibrazioni assai

simili a quelle della fascia d'onde che, rimbalzando sulla superficie del nostro satellite, ha

permesso agli scienziati di misurare la distanza tra la Terra e la Luna. Con questo stesso

sistema, il Super-Io comunica col corpo sulla Terra. Niente di ciò che facciamo è ignorato dalSuper-Io. Gli individui, se sono sulla 'dritta via', si sforzano di spiritualizzarsi. Aspirando alla

spiritualità, essi cercano di accrescere il loro tasso di vibrazioni sulla Terra e, per mezzo della

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corda d'argento, di accrescere quelle del Super-Io. Il Super-Io fa scendere una parte di sé nel

corpo umano, per consentirgli di apprendere. Ogni buona azione accresce il nostro tasso di

vibrazioni astrale e terrestre, ma se facciamo un torto a qualcuno, le nostre vibrazioni

spirituali diminuiscono. Cosicché ogni cattiva azione ci fa scendere di uno scalino nella nostra

evoluzione, come ogni buona azione ci fa progredire. … Molta gente non riesce a capire

perché è incapace di comunicare coscientemente col suo Super-Io. Questo è molto difficile, erichiede un lungo esercizio.

5-74 Se dormite su un problema, esso verrà di nuovo sottoposto al vostro Super-Io, che è molto più

comprensivo di voi, perché il Super-Io è un entità immensa, che sta accanto al corpo umano.

Se il vostro Super-Io, o anche semplicemente il vostro subconscio, ha la possibilità di studiare

il problema e trova una soluzione, essa sarà trasmessa al vostro cosciente, registrata dalla

memoria, cosicché, al vostro risveglio, sarete stupefatto e incantato di aver le chiavi del

problema, e la soluzione di ciò che vi turbava.

3-125 "Nella maggior parte delle religioni si crede che ciascuna persona abbia un angelo custode o

qualcuno che la sorvegli. Anche questo è vero, ma l'angelo custode siamo noi stessi, l'alter-

ego, l'alter-ego che si trova sulla parte opposta della vita. Pochissime persone possono vederequesto angelo, questo loro custode, mentre stanno sulla Terra, ma coloro che possono sono in

grado di descriverlo dettagliatamente. Questo custode (dobbiamo dargli un nome, quindi

chiamiamolo custode) non ha un corpo fisico, come lo abbiamo noi sulla Terra. Ha

un'apparenza spettrale; a volte un chiaroveggente lo vedrà come una scintillante figura

azzurra, più grande del normale e collegata con il corpo fisico da quella che è nota come

Corda d'Argento, quella Corda che palpita e luccica di vita, mentre trasmette messaggi

dall'uno all'altro. Questo custode non possiede corpo, come quello esistente sulla Terra,

eppure è sempre in grado di compiere ciò che il corpo terrestre può fare, senza contare che

esso può fare molte più cose ancora, che il corpo terrestre non riesce a fare. Per esempio, il

custode può recarsi in un baleno in qualsiasi parte del mondo. E' il custode che viaggia nella

sfera astrale e ritrasmette al corpo attraverso la Corda d'Argento quanto occorre. Quandopregate, vi rivolgete a voi stessi, al vostro alter-ego, al vostro Super-Io. Se sapessimo

esattamente come pregare, invieremmo quella preghiera attraverso la Corda d'Argento, perché

la linea telefonica di cui ci serviamo è davvero una specie di strumento molto difettoso, e noi

dobbiamo ripeterci, allo scopo di assicurarci che il messaggio giunga a destinazione. Sicché,

quando pregate, fatelo come parlereste tramite una linea interurbana molto distante, parlate

con assoluta chiarezza e pensate effettivamente a quanto state dicendo. Il difetto, debbo

aggiungere, sta qui con noi su questo mondo, sta con il corpo imperfetto che possediamo su

questo mondo, la colpa non è del nostro custode. Pregate usando un linguaggio semplice,

assicurandovi che le vostre richieste siano sempre positive e mai negative. Avendo concepito

che la vostra preghiera sia assolutamente positiva e assolutamente esente da qualsiasi

eventualità di fraintendimento, ripetete quella preghiera almeno tre volte. Facciamo unesempio: supponendo che abbiate una persona che è malata e che soffra, e che vogliate farci

qualcosa; dovete pregare per il sollievo delle sofferenze di quella persona. Dovete pregare tre

volte, ogni volta pronunciando esattamente la stessa cosa. Dovete raffigurarvi quella figura

indistinta, quella figura inconsistente, che, di fatto, si reca nella casa dell'altra persona,

seguendo il percorso che voi stessi seguireste, entrando nella casa, poggiando le mani su

quella persona ed effettuando così una guarigione. … ripetete questo quante volte è necessario

e, se credete veramente, ci sarà allora un miglioramento. Per quanto riguarda una guarigione

completa, ebbene, se una persona subisce l'amputazione di una gamba, nessuna preghiera

gliela restituirà. Ma se una persona è affetta da cancro o da una grave malattia, questa può

essere arrestata. E' logico che, minore è la gravità del disturbo, più facile è effettuare la

guarigione. Tutti sono a conoscenza dei documenti che parlano di guarigioni miracoloseavutesi in tutto il corso della storia del mondo. Lourdes e molti altri luoghi sono celebri per le

loro guarigioni, guarigioni che sono state compiute dall'alter-ego, dal custode della persona

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interessata, in concomitanza con la fama della località. Per esempio, Lourdes è nota in tutto il

mondo come un luogo di guarigioni miracolose, perciò la gente vi si reca avendo piena

fiducia che sarà guarita, e spesso quella fiducia viene trasmessa al custode di quella persona,

motivo per cui una guarigione si effettua con estrema facilità. Alcuni sono convinti che sia un

angelo o un santo, oppure qualche antica reliquia di un santo, a compiere la guarigione,

mentre in realtà ciascuno cura se stesso e, qualora un guaritore si metta in contatto con unapersona malata con l'intento di guarirla, allora una guarigione viene effettuata soltanto

attraverso il custode di quella persona malata. …

3-127 Allora pregate, appartandovi nella vostra stanza riservata, ad esempio nella vostra camera da

letto. Dovete mettervi nella posizione più rilassata che riuscite a trovare, preferibilmente con i

piedi uniti e le dita allacciate, non nel consueto atteggiamento della preghiera, bensì con le

dita concatenate. In quel modo mantenete e ampliate il circuito magnetico del corpo, mentre

l'aura diviene più forte e la Corda d'Argento è in grado di trasmettere messaggi con maggior

precisione. Allora, avendo assunto la posizione giusta e la giusta disposizione d'animo, dovete

pregare. … Poi, per qualche istante, rimanete nella vostra posizione rilassata e raffiguratevi

voi stessi avvolti nella sagoma indistinta del vostro corpo. … Ripeto, se credete, otterrete dei

risultati. Permettete tuttavia che vi dia un avvertimento molto importante. In questo modo nonpotete accrescere le vostre ricchezze. Nelle scienze occulte esiste un'antichissima legge che

impedisce a una persona di trarre profitto dalle preghiere per guadagno personale. Non potete

farlo per voi stessi, a meno che non serva per aiutare gli altri e a meno che non siate

sinceramente convinti che servirà per aiutare gli altri. … Io vi dico che, se usate il potere della

preghiera nel modo giusto, senza pensare di approfittarne, senza pensare ad autoesaltarvi,

allora voi avrete messo sotto controllo uno dei più grandi poteri della Terra, una forza

talmente grande che, nel caso in cui solo poche persone sincere si raccogliessero insieme e

pregassero per la pace, allora la pace verrebbe, mentre le guerre e le intenzioni di fare le

guerre sparirebbero.

5-131 Ma ciò che viene chiamato 'morte' non permette più alcuna comunicazione. Senza dubbio voi

pensate che 'i morti' siano fuori dalla nostra portata. Come vi sbagliate! Noi siamo in grado di

rivelarvi che esistono attualmente scienziati, nei vari rami scientifici del mondo, che lavorano

per mettere a punto uno strumento che possa permetterei di comunicare con quelli che

chiameremo, in mancanza di un vocabolo più adatto, 'spiriti disincarnati'. Questo non è un

sogno, né una favola, ma un'informazione che ha cominciato a divulgarsi già parecchi anni fa

e, secondo i più recenti rapporti scientifici, si può sperare che la notizia venga presto resa di

pubblico dominio e lo strumento sia messo a disposizione di tutti. (da quando è stato scritto il

libro, lo strumento è rimasto, per caso, un'esclusiva dei servizi segreti e/o dei militari?) …

Dopo la morte del cervello, gli altri organi, privati dei comandi e delle direttive del cervello,

cessano a loro volta di funzionare, e diventano simili a una macchina abbandonata dal suoconducente. … Dopo circa tre giorni, il corpo astrale avrà infine lasciato definitivamente il

corpo fisico. La corda d'argento, che funziona in qualche modo da ancora con il corpo fisico,

si avvizzisce, si dissecca, proprio come il cordone ombelicale di un bambino, dopo che è stato

tagliato per separare il bambino dalla madre. Per tre giorni, il corpo astrale rimane più o meno

in contatto col corpo fisico, che già si decompone.

5-132 … nel momento stesso della morte un chiaroveggente può vedere un'ombra emergere dal

veicolo fisico e galleggiare, come una bruma argentea, fino a venire ad allungarsi proprio al di

sopra del morto. Durante i tre giorni che seguono, la corda d'argento, che lega i due corpi

diventa scura, poi diventa nera nel punto dove penetra nel corpo fisico. Si ha allora

l'impressione di vedere una polvere nera intorno a quella parte della corda. Essa si stacca,

infine, e la forma astrale è libera di elevarsi, per nascere alla sua vita nell'astrale. Ma, prima ditutto, deve contemplare il corpo nel quale abitava. Spesso, la forma astrale accompagna il

carro funebre al cimitero e assiste al funerale. Non ne prova nessun dolore e non ne rimarrà

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sconvolta, perché l'astrale, per una persona che non sia preparata, è uno stato di choc. Il corpo

astrale seguirà allora la bara un po' come l'aquilone segue il ragazzo che ne tiene il filo. Ben

presto, però, il filo si rompe; la corda d'argento - che non è più d'argento - ricade, e il corpo

astrale è infine libero di salire, di elevarsi e di prepararsi a una seconda morte. Questa seconda

morte è indolore, assolutamente indolore. Prima della seconda morte, la persona deve andare

nella Sala della Memoria e vedere tutto ciò che le è accaduto durante la vita. Si viene giudicatida se stessi, e non c'è giudice più severo. Quando ci si vede spogliati di tutte le piccole vanità

meschine, di tutti i falsi valori che ci erano cari sulla Terra, ci si accorge spesso che, malgrado

tutti i denari che si son lasciati alle proprie spalle, malgrado i titoli e le posizioni importanti,

non si era poi così grandi, dopo tutto. Molto spesso il più umile, il più povero di denaro si

giudica molto più favorevolmente. Dopo esservi visto nella Sala della Memoria, passate in

quella parte dell' 'altro mondo' che sembra più adatta a voi. Credeteci, non andrete all'inferno,

vi stiamo dicendo che l'inferno è sulla terra, e che è la nostra scuola! Se si piangono troppo

coloro che son passati nell'aldilà, si causano loro delle sofferenze, perché essi si sentono

attratti a forza verso la Terra.

5-133 Consideriamo ora l'OM. Se siamo capaci di pronunciare le parole 'Om Mani Padme Hum' in

un certo modo e di ripeterle per qualche minuto, possiamo scatenare una vibrazione di unaforza fantastica. Ricordatevi, allora, che i nomi posseggono una grande potenza, e che coloro

che sono passati nell'aldilà non devono esser chiamati a casaccio, il loro nome non deve esser

pronunciato nel dolore, perché con che diritto dobbiamo farli soffrire col nostro dispiacere?

Hanno già sofferto abbastanza!

3-65 All'esterno della caserma sostavano tre carri per il trasporto di truppe. Non ci crederete, ma

quaranta soldati, e io con loro, ci ammassammo in uno di essi; i rimanenti si arrampicarono a

bordo degli altri due veicoli e partimmo, sobbalzando pericolosamente lungo la strada che

portava alla stazione. Stavamo talmente pigiati che a malapena riuscivo a respirare. L'autista

del nostro carro sembrava ammattito, nel sorpassare di molto gli altri due. Guidava come se

tutti i diavoli del comunismo gli fossero alle calcagna. Nella parte posteriore ondeggiavamo e

venivamo sballottati, obbligati a stare tutti in piedi perché non c'era spazio per sederci.

Carambolammo giù per la strada a velocità pazzesca, si udì lo stridio acuto dei freni

schiacciati troppo bruscamente e il carro slittò di sbieco. Il fianco di fronte a me si squarciò in

una pioggia di scintille, nell'attimo in cui entravamo in collisione con un massiccio muro di

pietra. Grida, urla e bestemmie, un vero e proprio mare di sangue, poi mi trovai a volare

attraverso l'aria. Volai e riuscii a vedere sotto di me il carro fracassato, ormai in preda alla

furia del fuoco. Una sensazione di caduta, uno schianto rovinoso e il buio. "Lobsang!" chiamò

una voce prediletta, la voce della mia Guida, il Lama Mingyar Dondup "Stai molto male,

Lobsang, il tuo corpo è ancora sulla Terra, ma sei qui con noi in un mondo al di là di quello

astrale. Stiamo cercando di aiutarti, perché il tuo compito sulla Terra non è finito". MingyarDondup? Assurdo! Era stato ucciso a tradimento dai comunisti quando stava tentando di

negoziare un accomodamento pacifico nel Tibet. Avevo visto le spaventose ferite infertegli

quando fu pugnalato alla schiena. Beninteso lo avevo incontrato diverse volte, da quando era

partito per i Campi Celesti. La luce colpì i miei occhi chiusi. Credetti di essere di nuovo di

fronte a quella parete della Lubianka e che i soldati mi colpissero di nuovo in mezzo alle

spalle con le canne dei loro fucili. Ma questa luce era diversa, non faceva male agli occhi;

doveva essersi trattato di una associazione di idee, pensai stupidamente. "Lobsang, apri gli

occhi e guardami!" La voce gentile della mia Guida mi riempì di calore e trasmise un brivido

di piacere in tutto il mio essere. Aprii gli occhi e mi guardai intorno. Scorsi il Lama chino su

di me. Aveva un aspetto migliore di quello che gli avevo mai visto sulla Terra. Il suo volto

sembrava senza età, la sua aura presentava i colori più puri, senza traccia delle passioni degliabitanti della Terra. La sua veste color zafferano era fatta di una materia che non apparteneva

alla Terra, rifulgeva concretamente come se fosse pervasa di vita propria. Mi sorrise e disse:

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"Mio povero Lobsang, la crudeltà dell'uomo verso i suoi simili nel tuo caso è stata veramente

esemplificata, poiché tu sei sopravvissuto a ciò che avrebbe ucciso chiunque altro svariate

volte. Tu sei qui per riposarti, Lobsang. Per riposarti in quella che chiamano la 'Terra della

Luce Dorata'. Qui ci troviamo al di là della fase della reincarnazione. Qui operiamo per

aiutare gli abitanti di molti altri mondi, non solamente di quello chiamato Terra. La tua anima

è contusa e il tuo corpo gravemente danneggiato. Dobbiamo rappezzarti, Lobsang, perché ilcompito deve essere portato a termine e non c'è nessuno che ti potrebbe sostituire. Diedi

un'occhiata intorno a me e constatai che mi trovavo in quello che in apparenza era un

ospedale. Dal punto in cui ero potevo scorgere fuori un terreno erboso con zone alberate,

potevo vedere da lontano animali che pascolavano o che si trastullavano. A quanto pareva

c'erano daini e leoni, e tutti quegli animali che sulla Terra non potevano vivere pacificamente

insieme, lì erano amici, che facevano capriole come membri di un'unica famiglia. Una lingua

ruvida mi leccò la mano destra, che pendeva inerte dal bordo del letto. Girati gli occhi, vidi

Sha-Lu, l'enorme gatto guardiano del Chakpori, uno dei miei primi amici. Mi strizzò l'occhio

e sentii che mi veniva la pelle d'oca dappertutto, mentre mi diceva: "Lobsang, amico mio,

sono lieto di vederti di nuovo, anche se è per poco. Tu dovrai tornare sulla Terra per un po',

dopo che sarai andato via di qui, poi, nel giro di pochi anni, tornerai fra noi per sempre. Ungatto parlante? Il linguaggio telepatico del gatto lo conoscevo bene e lo capivo in pieno, ma

questo gatto qui proferiva veramente le parole, non trasmetteva semplicemente dei messaggi

telepatici. Un rumore di risa soffocate mi fece alzare gli occhi verso la mia Guida, il Lama

Mingyar Dondup. Si stava divertendo sul serio - alle mie spalle - pensai. Avvertii di nuovo un

formicolio alla testa; Sha-lu stava dritto sulle zampe posteriori, con i gomiti appoggiati a

fianco a me. Lui e il Lama guardarono verso di me, poi tra di loro; ridendo entrambi.

Ridevano entrambi, lo giuro! "Lobsang," disse la mia Guida "tu sai che la morte non esiste, tu

sai che al momento di lasciare la Terra, a seguito della cosiddetta 'morte', l'Io si dirige verso

quel livello in cui lui o lei riposano per un po', prima di reincarnarsi in un corpo che offrirà le

occasioni per apprendere altre lezioni e per progredire sempre di più in alto. Qui ci troviamo a

un livello da cui non c'è reincarnazione. Noi viviamo qui, come tu ora ci vedi, in armonia, in

pace e con la facoltà di recarci ovunque e in qualunque momento per mezzo di quello che tu

definiresti 'viaggio super-astrale'. Qui gli animali e gli esseri umani, nonché altre specie,

discorrono per mezzo sia della favella che della telepatia. Ci serviamo della parola da vicino,

della telepatia da lontano". Potevo sentire a distanza una musica dolce, una musica che

riuscivo a capire perfino io. … Da una parte all'altra i luminosi colori del cielo passavano

veloci e fluttuavano come per accompagnare la musica. Qui, in questo magnifico paesaggio, il

verde era più verde e l'acqua più azzurra. Qui nessuna malattia contorceva gli alberi, né le

foglie appassivano per il carbonchio. Qui c'era soltanto la perfe zione. Perfezione? Allora, che

ci stavo a fare qui? Ero penosamente molto lungi dall'essere perfetto, come ben sapevo. "Hai

combattuto una bella battaglia, Lobsang, e ti trovi qui in vacanza e per ricevereincoraggiamento, avendone diritto per via dei risultati ottenuti". La mia Guida, mentre

parlava, sorrideva con benevolenza. Mi appoggia all'indietro, poi saltai in piedi per lo

spavento: "Il mio corpo, dove è il mio corpo terrestre?" "Calma, Lobsang, calma." rispose il

Lama "Riposati e ti faremo vedere di più quando avrai più forza". Lentamente la luce della

stanza si affievolì, da un color oro in una nebbia violacea riposante. Avvertii una mano fresca

e forte sulla mia fronte e una zampa morbida e pelosa appoggiata sulla palma della mia mano

destra, poi più nulla. Sognai che ero di nuovo sulla Terra. Guardai in basso, privo di

emozioni, mentre i soldati russi setacciavano attentamente fra i rottami dell'autocarro,

estraendo cadaveri bruciati e mutilati. Vidi un uomo guardare in alto e puntare il dito. Le teste

si alzarono, in risposta ai suoi cenni, e mi misi a guardare anch'io. Era il mio corpo fracassato,

pencolante sulla sommità di un alto muro. Il sangue mi scorreva dalla bocca e dal naso.Osservai, mentre il mio corpo veniva rimosso dal muro e messo in un'ambulanza. Mentre

l'autovettura si dirigeva verso l'ospedale, mi librai in alto e vidi tutto. La mia Corda d'Argento

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era intatta, notai; splendeva come le nebbie azzurre del mattino nelle valli. I portaferiti russi

tirarono fuori la barella senza una particolare attenzione. Procedendo a sobbalzi, la portarono

dentro una sala operatoria e fecero ruzzolare il mio corpo su un tavolo. Le infermiere

tagliarono via i miei vestiti macchiati di sangue e li gettarono nel bidone dei rifiuti. Fecero le

fotografie con un apparecchio radiografico e vidi che avevo tre costole rotte, una delle quali

mi aveva perforato il polmone sinistro. Il mio braccio sinistro era rotto in due punti, mentre lamia gamba sinistra si era rotta di nuovo al ginocchio e alla caviglia. La punta spezzata della

baionetta di un soldato mi era penetrata nella spalla sinistra, mancando per un pelo un'arteria

vitale. Le chirurghe sospirarono rumorosamente, non sapendo dove cominciare. Mi sembrava

di galleggiare sopra il tavolo operatorio, osservando, chiedendomi se la loro abilità sarebbe

stata all'altezza di rattopparmi. Un leggero strattone alla mia Corda d'Argento e mi trovai a

librarmi attraverso il soffitto, a vedere, passando, i degenti nei loro letti, nelle corsie

soprastanti. Mi spostai lentamente in alto e via, fuori nello spazio, fuori fra le stelle infinite, al

di là dell'astrale, attraverso un livello eterico dietro l'altro, finché non giunsi di nuovo alla

'Terra della Luce Dorata'. Sussultai, cercando di scrutare attraverso la nebbia color porpora.

"E' tornato." disse una voce gentile e le nebbie si dissolsero, facendo di nuovo posto alla

magnifica Luce. La mia Guida, il Lama Mingyar Dondup, era in piedi accanto a me,guardando in basso. Sha-lu era sdraiato sul letto accanto a me, ronfando sommessamente.

Nella stanza c'erano altri due Nobili Personaggi. Quando li vidi, stavano guardando fuori dalla

finestra la gente che andava e veniva parecchi metri più sotto. Essendo restato senza fiato per

la sorpresa, si voltarono e mi sorrisero: "Sei stato male così gravemente" disse uno "che

temevamo che il tuo corpo non avrebbe resistito". L'altro, che io conoscevo bene, nonostante

la posizione elevata che aveva occupato sulla Terra, prese le mie mani fra le sue: "Tu hai

sofferto troppo, Lobsang. Il mondo è stato troppo crudele con te. Ne abbiamo discusso e

abbiamo l'impressione che forse ti piacerebbe ritirarti. Se tu proseguissi, per te ci sarebbe

molta più sofferenza. Puoi abbandonare il tuo corpo in questo istante e rimanere qui per

l'eternità. Preferiresti fare così?" Il cuore mi balzò nel petto. La pace dopo tutte le mie

sofferenze. Sofferenze che, se non fosse stato per il mio addestramento duro e particolare,

avrebbero posto fine alla mia vita da diversi anni. Un addestramento speciale. Sì, a quale

scopo? Affinché potessi vedere l'aura della gente, affinché potessi ispirare l'idea di indirizzare

la ricerca nel campo dell'aura. Se invece mi arrendevo, chi avrebbe continuato il compito? "Il

mondo è stato troppo crudele con te. Non ti sarà addossata nessuna responsabilità, se rinunci".

Dovevo rifletterci bene. Nessuna responsabilità, da parte degli altri, ma per tutta l'eternità

avrei dovuto vivere con la mia coscienza. Che cosa era la vita? Appena alcuni anni di

infelicità. Ancora qualche anno di patimenti, di sofferenze, di incomprensione, poi, sempre

che avessi compiuto tutto ciò che era nelle mie possibilità, la mia coscienza sarebbe stata in

pace. Per l'eternità. "Onorevole Signore," risposi "tu mi hai dato facoltà di scelta. Svolgerò

l'incarico fintantoché il mio corpo resterà tutto d'un pezzo. In questo momento è moltoinstabile." aggiunsi. Sorrisi felici di approvazione furono scambiati fra gli uomini riuniti. Sha-

lu ronfò sonoramente e, in segno di affetto, mi mordicchiò per scherzo. "Il tuo corpo terrestre,

come dici, è in uno stato deplorevole, per via di ciò che ha patito." disse l'Insigne Uomo.

"Prima che tu prenda una decisione definitiva, dobbiamo dirtelo. Abbiamo individuato un

corpo in Inghilterra, il cui possessore è impaziente di abbandonarlo. La sua aura possiede

un'armonica fondamentale della tua. Più tardi, se le circostanze lo renderanno necessario,

puoi subentrare nel suo corpo". Per poco non caddi dal letto, preso dall'orrore. Io subentrare in

un altro corpo? La mia Guida rise: "Via, Lobsang, dove è finito tutto il tuo addestramento? E'

semplice come indossare la veste di un altro. Poi, allo scadere di sette anni, il corpo sarebbe

 tuo, tuo molecola per molecola, con le stesse identiche cicatrici cui sei tanto affezionato .

Da principio sarebbe una cosa un po' insolita, come quando hai indossato per la prima voltaabiti occidentali. Me lo ricordo bene, Lobsang." L'insigne Uomo intervenne di nuovo: "Tu hai

facoltà di scelta, mio caro Lobsang. Tu puoi abbandonare il tuo corpo in questo momento, con

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coscienza tranquilla e rimanere qui. Se però ritorni sulla Terra, non è ancora il momento per il

cambiamento dei corpi. Prima che tu prenda una decisione, ti dirò che, se tu ritorni, tornerai

fra la sofferenza, l'incomprensione, lo scetticismo e l'odio effettivo, in quanto esiste una forza

del male che cerca di impedire tutto ciò che è valido, in relazione all'evoluzione dell'uomo.

Dovrai rivaleggiare con le forze del male". "La mia decisione è presa." Risposi "Mi avete

consentito di scegliere. Continuerò finché il mio incarico non è compiuto, e se dovròassumere un altro corpo, ebbene, così sia".

3-122 (Di nuovo nella Terra della Luce Dorata:)"… Il tuo corpo attuale è prossimo alla fine della

sua esistenza utile, e quanto abbiamo predisposto, in vista di questo evento, deve realizzarsi.

… Questo è un incontro importante," disse "perché dobbiamo programmare il tuo avvenire.

Dobbiamo vedere in che modo si può dare impulso alla ricerca sull'aura umana, in quanto

abbiamo notato che, sulla Terra, quando si accenna all'aura, la maggior parte della gente cerca

di cambiare argomento". … Avanzammo lungo il sentiero … finché … non scorgemmo di

fronte a noi un Palazzo di una bellezza così incomparabile che involontariamente mi fermai

senza fiato per il piacere. Sembrava che i muri fossero fatti di cristallo purissimo, con delicate

gradazioni color pastello e tinte tenui che cambiavano quando le si guardava. Il sentiero era

soffice sotto i piedi e la mia Guida non ebbe bisogno di sollecitarmi per convincermi aentrare. Entrammo e fu come se ci trovassimo in un grande Tempio, un Tempio senza zone

d'ombra, incontaminato, con un'atmosfera che induceva semplicemente a pensare che quella

era la Vita. Attraversammo il corpo principale dell'edificio, finché non giungemmo fino a

quella che sulla Terra avrei definito 'la stanza dell'Abate'. Qui regnava una semplicità

confortevole, c'era un'unica raffigurazione della Grande Realtà. Qua e là lungo le pareti

c'erano piante viventi e, dalle ampie finestre, era possibile spingere lo sguardo su una

splendida distesa erbosa, con zone alberate. Ci sedemmo su cuscini disposti sul pavimento,

come si usava nel Tibet. Mi sentivo a casa mia, quasi soddisfatto. Ero sempre turbato dai

ricordi del mio corpo lasciato sulla Terra, in quanto, fintantoché la Corda d'Argento si

manteneva intatta, sarei dovuto ritornare. L'Abate - lo chiamerò così anche se il suo grado era

molto più elevato - si guardò intorno e poi parlò: "Da qui abbiamo seguito tutto ciò che ti è

accaduto sulla Terra. Vogliamo innanzi tutto ricordarti che tu non soffri per effetto del Karma,

ma, al contrario, tu stai agendo come uno strumento della nostra indagine. … Il tuo corpo

attuale ha troppo sofferto ed è sul punto di non funzionare più. Abbiamo stabilito un contatto

con l'Inghilterra. Questa persona desidera lasciare il suo corpo. L'abbiamo fatta venire sul

piano astrale e abbiamo discusso insieme dell'argomento. E' molto impaziente di andarsene e

farà tutto quello che chiediamo. Su nostro ordine ha cambiato il suo nome in uno più adatto

per te. La sua esistenza non è stata felice: ha interrotto di sua volontà i rapporti con i parenti.

Non si è mai fatto degli amici. E' su una tua armonica. Per il momento non parliamone, in

quanto più tardi, prima che tu prenda il suo corpo, vedrai appena qualcosa della sua vita.

Presentemente il tuo compito è di riportate il tuo corpo nel Tibet affinché possa essereconservato. Grazie ai tuoi sforzi e ai tuoi sacrifici hai accumulato del denaro; te ne occorrerà

un po' di più per pagarti le spese di viaggio. Te lo guadagnerai grazie alle tue continue fatiche.

Ma per il momento è sufficiente. Per un giorno goditi la tua permanenza qui, prima di

ritornare nel tuo corpo".

3-133 Le giornate immediatamente successive furono convulse, per ottenere i visti di transito, per

compiere gli ultimi preparativi, per imballare e rispedire le mie cose agli amici di Shanghai.

Impacchettai accuratamente la mia sfera di cristallo e la rimandai là per usarla in futuro, come

feci con i miei documenti cinesi che, tra parentesi, un certo numero di persone responsabili

hanno ormai visto.

3-135 Fui contento di andarmene da Kalimpong e di entrare nel mio paese, il Tibet. Mi aspettavano

e venni accolto da un gruppo di alti lama, travestiti da monaci mendicanti e da mercanti. Lamia salute stava peggiorando rapidamente, ebbi perciò frequentemente bisogno di fare sosta e

di riposarmi. Finalmente, dopo una decina di settimane, arrivammo in una lamaseria isolata in

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alto sull'Himalaya, che dominava la valle di Lhasa, una lamaseria talmente piccola e

inaccessibile che i comunisti cinesi non se ne preoccupavano. Per qualche giorno mi riposai,

cercando di riacquistare le mie forze, mi riposai e meditai. Ero di nuovo a casa e felice per la

prima volta in tanti anni. Sembrava che gli inganni e i tradimenti degli Occidentali non

fossero altro che un incubo malefico. Ogni giorno gruppetti di uomini venivano da me, per

riferirmi gli avvenimenti del Tibet e per ascoltarmi quando descrivevo loro lo strano mondosgradevole, fuori dei nostri confini. Assistevo a tutti i servizi di culto, trovando conforto e

sollievo negli atti rituali che ben conoscevo. Eppure ero un uomo speciale, un uomo che era

sul punto di morire e di tornare a vivere. Un uomo che era in procinto di affrontare una delle

esperienze più strane che possa capitare in sorte a una creatura vivente. Ma era una cosa tanto

strana? Molti degli Adepti più insigni lo facevano, passando da un'esistenza all'altra. Il Dalai

Lama in persona lo faceva, insediandosi di volta in volta nel corpo di un neonato. Ma nel mio

caso la differenza consisteva nel fatto che io stavo per subentrare nel corpo di un adulto e

per plasmare il suo corpo nel mio, mutando non soltanto l'Io ma tutto intero il corpo,molecola per molecola. Quantunque non fossi cristiano, per gli studi compiuti a Lhasa avevo

dovuto leggere la Bibbia cristiana e seguire le lezioni sull'argomento. Sapevo che nella Bibbia

si afferma che il corpo di Gesù, il figlio di Maria e di Giuseppe, fu adottato dallo 'Spirito delFiglio di Dio' e divenne Cristo. Sapevo anche che, nell'anno 60 D.C., i sacerdoti cristiani si

erano accordati per bandire determinati insegnamenti di Cristo. Fu interdetta la

reincarnazione, fu interdetta l'adozione del corpo degli altri, insieme a molti altri argomenti

insegnati da Cristo.

3-138 … appoggiandosi a un bastone entrò nella mia stanza. Il suo volto era segnato da molta

sofferenza, le sue ossa sporgenti erano coperte soltanto da una pelle tesa come la pergamena

avvizzita. Mi accorsi che era cieco e mi alzai per prendergli il braccio. Le sue orbite

mandavano rossi bagliori di rabbia e i suoi movimenti erano insicuri, come coloro che hanno

perduto la vista da poco. Lo feci sedere accanto a me e gli tenni la mano con delicatezza,

pensando che, in quella terra invasa, non avevamo ormai nulla con cui alleviare la sua

sofferenza e attenuare il dolore delle sue orbite infiammate. Sorrise mestamente e disse: "Tu ti

stai chiedendo, Fratello, che ne è stato dei miei occhi. Mi trovavo sulla Via Santa,

prosternandomi davanti a un santuario. Alzandomi in piedi fissai il Potala e, per sfortuna, un

ufficiale cinese si trovava nella mia linea visiva. Mi ha accusato che lo stavo fissando con

arroganza, che lo guardavo in modo offensivo. Mi hanno legato con una corda alla parte

posteriore della sua macchina e mi hanno trascinato sul terreno della piazza. Sono stati

radunati degli spettatori, poi di fronte a loro mi hanno cavato gli occhi e me li hanno gettati. Il

mio corpo, come tu di certo puoi vedere, presenta molte ferite mezze guarite. Sono stato

portato qui da altri e adesso sono contento di salutarti". Appena si aprì la veste rimasi senza

fiato per l'orrore, in quanto il suo corpo era un'informe massa rossa, dopo essere stato

trascinato per la strada. Conoscevo bene quell'uomo. Sotto di lui, in qualità di accolito, avevostudiato argomenti relativi allo spirito. Lo avevo conosciuto quando divenni un lama, poiché,

era stato uno dei miei mallevadori. Egli era stato uno dei lama quando ero sceso giù sotto il

Potala per affrontare la Cerimonia della Piccola Morte. Ora sedeva accanto a me e io sapevo

che la sua morte non era lontana. "Tu hai viaggiato molto, hai visto e sopportato molte cose."

disse "Adesso il mio ultimo compito, nella presente Incarnazione, è di aiutarti a ottenere, per

mezzo della Cronaca dell'Akasha, qualche idea dell'esistenza di un certo inglese, il quale è

molto ansioso di separarsi dal suo corpo, dove probabilmente tu subentrerai. Tu avrai soltanto

qualche vaga traccia, in quanto ci vuole molta energia e noi siamo entrambi giù di forze".

Fece una pausa, poi, con un debole sorriso, proseguì: "Lo sforzo farà cessare questa mia

esistenza presente, ma sono felice di avere questa occasione di acquistare merito grazie a

quest'ultimo incarico. Grazie a te, Fratello, per avermene data la possibilità. Quando torneraiqui dal Viaggio Astrale, io sarò morto al tuo fianco".

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3-141 "Fratello, vogliamo andare?" Ci sedemmo insieme nella posizione del loto e meditammo su

quanto ci accingevamo a compiere. … Con lo strattone tutt'altro che spiacevole che sovente

accompagna questi momenti di liberazione, il lama cieco - adesso non più cieco - e io ci

liberammo dei nostri corpi terreni, nella libertà di un altro piano. "E' bello vedere di nuovo,"

disse il lama "infatti la vista si apprezza soltanto quando la si è perduta". Continuammo a

galleggiare insieme, lungo il sentiero ben noto, fino al posto che chiamavamo il Palazzo deiRicordi. Entrando in silenzio, vedemmo che altri erano intenti a fare ricerche per mezzo della

Cronaca dell'Akasha, ma ciò che essi vedevano era invisibile per noi, come le nostre visioni lo

sarebbero state per loro. "Da dove incominciamo, Fratello?" disse il vecchio lama. "Non

occorre essere indiscreti," risposi "ma dovremmo accertare che tipo d'uomo è costui, con il

quale abbiamo a che fare". Per un po' fra noi cadde il silenzio, mentre si formavano immagini

nitide e chiare, affinché le esaminassimo. "Ehi!" esclamai facendo un salto per lo spavento.

"E' sposato. Come devo comportarmi? lo sono un monaco celibe! Io mi ritiro". Mi voltai assai

allarmato e mi fermai alla vista del vecchio, letteralmente rosso dalle risate. Per un certo

tempo la sua ilarità fu così grande che gli impediva semplicemente di parlare."… Vedi,

Fratello … coloro che ci guidano e ci assistono ci avevano pensato. Tu e la signora potete

vivere insieme in una condizione di cameratismo, del resto i nostri monaci e le nostremonache non vivono talvolta sotto lo stesso tetto? Non andiamo a cercare difficoltà dove non

esistono. Proseguiamo con la Cronaca". … Vidi l'uomo il cui corpo si sperava che avrei preso.

Con interesse crescente lo osservai mentre stava preparando un'apparecchiatura chirurgica.

Con mia grande gioia, era evidente che certamente sapeva ciò che stava facendo, era un

tecnico competente e feci involontariamente un cenno di approvazione mentre lo guardavo

occuparsi di un caso dopo l'altro. La scena si spostò e fummo in grado di vedere la città di

Londra, in Inghilterra, proprio come se fossimo in mezzo alla folla. Gli enormi autobus rossi

rumoreggiavano per le vie, infilandosi nel traffico, emergendone e trasportando parecchie

persone. A un tratto si udì un urlo infernale e lamentoso e vedemmo la gente che si

precipitava a ripararsi in strane costruzioni di pietra erette nelle vie. Ci furono le incessanti

esplosioni dei proiettili antiaerei e i caccia attraversarono il cielo rombando. Istintivamente ci

abbassammo, mentre le bombe cadevano fischiando da uno degli aerei. Per un attimo ci fu un

silenzio di quiete, poi uno scoppio tremendo. Gli edifici saltarono in aria e ricaddero ridotti in

polvere e macerie. Giù nei profondi sottopassaggi della ferrovia sotterranea la gente viveva

una strana esistenza trogloditica, andando nei rifugi di notte e uscendone al mattino, come

talpe. A quanto sembrava vi abitavano intere famiglie, dormendo su cuccette improvvisate e

cercando di ottenere un po' di riserbo, appendendo coperte a qualsiasi sporgenza si

presentasse nelle pareti lisce, rivestite di mattonelle. Mi sembrava di stare su una piattaforma

di ferro che dominava le cime dei tetti di Londra, con una chiara veduta dell'edificio che la

gente chiama il 'Palazzo'. Un aeroplano isolato si tuffò dalle nubi e tre bombe caddero

velocemente sulla dimora del re d'Inghilterra. Mi guardai intorno. Una persona, quando vedeattraverso la Cronaca dell'Akasha, vede nella veste del personaggio principale, sicché il

vecchio lama e io vedevamo entrambi come se fossimo tutti e due il protagonista. Mi parve di

essere su una scala antincendio, che si protendeva attraverso tutti i tetti di Londra. In

precedenza avevo visto cose del genere, ma dovetti spiegarne l'uso al mio compagno. Poi

cominciai a capire: lui - la figura che stavo osservando - era addetto alla ricognizione aerea,

allo scopo di dare l'allarme a quelli di sotto in caso di minaccia di un imminente pericolo.

Suonarono di nuovo le sirene per il cessato allarme e vidi che l'uomo scendeva, togliendosi

l'elmetto d'acciaio delle squadre della protezione antiaerea. Il vecchio lama si rivolse a me con

un sorriso: "Questo è molto interessante, non mi sono occupato dei fatti avvenuti in

Occidente, mi sono limitato a quelli del nostro paese. Adesso capisco che cosa vuoi dire

quando affermi che 'una sola immagine vale mille parole'. Dobbiamo guardare di nuovo".Tornando a guardare la Cronaca, vedemmo le vie di Londra sotto l'oscuramento, percorse da

automobili con le luci anteriori schermate. La gente andava a sbattere contro i pali e si urtava.

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Sui treni della sotterranea, prima che uscissero all'aperto, le luci normali venivano spente e si

accendevano delle lugubri lampadine azzurre. I fasci di luce dei riflettori frugavano il cielo

notturno, illuminando a volte i fianchi scuri dei palloni di sbarramento. … Vedemmo l'uomo

scendere dal treno e camminare nelle vie immerse nel buio, finché non giunse a una grossa

costruzione piena di appartamenti. Lo vedemmo entrare, ma non entrammo con lui,

osservammo invece la scena animata che si svolgeva all'interno. Le case erano distrutte dallebombe e gli uomini scavavano ancora, allo scopo di recuperare vivi e morti. Il lamento delle

sirene interruppe le operazioni di soccorso. In alto nel cielo i bombardieri nemici furono

intercettati dai riflettori incrociati, come tignole che svolazzano alla luce di una lampada. Uno

scintillio da uno dei bombardieri richiamò il nostro sguardo curioso, poi ci rendemmo conto

che era emesso dalle bombe mentre precipitavano. Una cadde, esplodendo nel fianco della

grossa costruzione adibita ad appartamenti. Ci fu un lampo abbagliante e una pioggia di mura

che crollavano a pezzi. La gente si riversò fuori dall'edificio, uscendo nell'incerta sicurezza

delle vie. … "Vogliamo spostarci un po' in avanti nel tempo?" chiese il mio compagno "Non

occorre che guardiamo tutto, poiché siamo entrambi debilitati". Acconsentii con la massima

prontezza. Avevo bisogno semplicemente di conoscere quale tipo di persona fosse quella da

cui stavo per prendere le consegne. Per me non c'era alcun interesse a ficcare il naso negliaffari di un altro. Ci spostammo lungo la Cronaca, ci fermammo a titolo di prova, poi ci

spostammo ancora. La luce del mattino era offuscata dal fumo di diversi incendi. Le ore

notturne erano state un inferno. Sembrava che mezza Londra fosse in fiamme. L'uomo

scendeva per la via ingombra di macerie, una via che aveva subito un pesante

bombardamento. Davanti a una barricata provvisoria un poliziotto della riserva lo fermò:

"Non potete andare oltre, signore, gli edifici sono pericolanti". Vedemmo arrivare

l'amministratore delegato e parlare con l'uomo, la cui esistenza stavamo osservando. Detta una

parola al poliziotto, si abbassarono per superare la corda di recinzione e si avviarono insieme

verso il fabbricato in rovina. L'acqua schizzava su tutto, uscendo dai tubi rotti. L'impianto

idraulico e i fili elettrici erano inestricabilmente aggrovigliati, come una matassa di lana con

cui si sia divertito un gattino. Una cassaforte si reggeva in precario equilibrio, ancora

tentennante, proprio sull'orlo di una grande buca. Cenci fradici sbattevano squallidamente al

vento, mentre dagli edifici contigui scendevano frammenti di carta bruciata, che sembravano

fiocchi di neve nera come il carbone. Io che avevo visto la guerra e la sofferenza più di quanto

ne sapesse la maggior parte, ero ancora nauseato dalla distruzione insensata. La Cronaca

proseguì... La disoccupazione, a Londra durante la guerra! L'uomo cercò di arruolarsi come

poliziotto della riserva. Inutilmente. Sui suoi documenti sanitari era assegnato alla quarta

categoria, non idoneo a prestare servizio. Adesso, sfumato il suo impiego, a causa della caduta

della bomba, percorse a piedi le vie in cerca di lavoro. Tutte le ditte si rifiutarono di

assumerlo. Sembrava che non ci fosse speranza, nulla che illuminasse il buio dei suoi

momenti difficili. Alla fine, capitato per caso in una scuola per corrispondenza con la qualeaveva studiato - e dove aveva lasciato un'impressione favorevole per la sua prontezza mentale

e per il suo spirito di iniziativa, gli venne offerto un impiego presso i loro uffici del periodo

bellico, fuori Londra. "E' un bel posto." disse l'uomo che aveva fatto l'offerta. "Per andarci

prendi l'autobus della linea verde. Parla con Joe, dovrebbe essere lì verso l'una, altrimenti gli

altri penseranno a te. Portati tua moglie e fate una gita. Io stesso ho cercato di farmici

mandare". In realtà il villaggio era un letamaio! Di sicuro non il 'bel posto' che gli avevano

fatto credere. Là si costruivano aeroplani, venivano collaudati e mandati in altre parti del

paese. La vita, in un istituto per corrispondenza, era veramente noiosa. A quanto vedevamo,

osservando la Cronaca dell'Akasha, essa consisteva nel leggere moduli e lettere inviate dalla

gente e poi consigliare quale corso per corrispondenza dovesse scegliere. … Udimmo uno

strano rumore, simile a un motore difettoso di motocicletta. Mentre stavamo a guardare,comparve uno strano aeroplano, senza pilota né equipaggio. Tossicchiò convulsamente, il

motore si arrestò e l'aeroplano si tuffò ed esplose proprio a fior di terra. "Quello era

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l'aeroplano automatico tedesco." dissi al vecchio lama. "Sembra che i V.1 e i V.2 siano state

cose sgradevoli". Un altro aeroplano senza pilota arrivò quasi sopra la casa dove abitavano

l'uomo e sua moglie. Sfondò le finestre su un lato della casa e le fece saltare via sull'altro,

spaccando un muro. "Non sembra che abbiano molti amici." disse il vecchio lama. "Ritengo

che posseggano facoltà mentali che l'osservatore superficiale potrebbe lasciarsi sfuggire. Mi

sembra che vivano insieme più come fratello e sorella che come marito e moglie. Questodovrebbe consolarti Fratello!" disse il vecchio ridendo sotto i baffi. La Cronaca dell'Akasha

proseguì, facendo il ritratto della vita di un uomo alla velocità del pensiero. Tuttavia

riuscimmo a spostarci da un settore all'altro, ignorando determinate parti o vedendo, di volta

in volta, altri episodi. L'uomo si accorse che una serie di coincidenze avevano fatto indirizzare

i suoi pensieri sempre più verso l'Oriente. I 'sogni' gli avevano fatto vedere la vita del Tibet,

sogni che in realtà erano viaggi astrali compiuti sotto il controllo del vecchio lama. "Una delle

nostre difficoltà di importanza molto secondaria" mi disse il vecchio "era dovuta al fatto che

egli voleva usare la parola 'maestro' ogni volta che parlava con uno di noi". "Beh," risposi "

questo è uno degli errori comuni degli Occidentali, a loro  piace adoperare qualsiasi nome che

implichi potere sopra gli altri. Che cosa gli hai detto?" Il vecchio sorrise e disse: "Gli ho fatto

un discorsetto, ho cercato anche di fargli fare meno domande. Ti dirò cosa ho detto, perché èutile per dedurre il suo intimo carattere. Ho detto: Questo è un termine che è assai odioso a me

e a tutti gli abitanti dell'Oriente. La parola 'maestro' presuppone che si è in cerca del dominio

sugli altri, che si è in cerca della supremazia su coloro che non hanno diritto di usare il titolo

di 'maestro'. Il maestro di scuola si sforza di inculcare il sapere nei suoi alunni. Per noi

'maestro' significa Maestro di Conoscenza, una fonte della conoscenza, ovvero uno che ha

dominato le tentazioni della carne. Noi - gli ho detto - preferiamo la parola Guru, o Adepto.

Infatti nessun Maestro, nel senso che  noi diamo alla parola, cercherebbe mai di

influenzare uno studente, né di imporgli le sue opinioni personali. Nell'Occidente esistono

determinati gruppetti e culti, che ritengono di possedere essi soltanto la chiave per entrare nei

Campi Celesti. Alcune religioni ricorrono alla tortura, allo scopo di aggiudicarsi convertiti.

Gli ho ricordato una scritta scolpita su una delle nostre lamaserie: 'Mille monaci, millereligioni'. "Sembrava che seguisse il mio discorso molto bene," disse il vecchio lama "così gli

offrii qualcosa di più, con l'idea di battere il ferro finché è caldo. Gli dissi: In India, in Cina e

nell'antico Giappone, l'aspirante studente si siede ai piedi del suo Guru, in cerca di

informazioni, senza porre domande, poiché lo studente saggio non fa mai domande, per paura

di essere mandato via. Fare una domanda, per il Guru, è la prova inequivocabile che lo

studente non è ancora pronto a ricevere le risposte alle sue domande. Alcuni studenti hanno

atteso fino a sette anni per ottenere informazioni, per ottenere la risposta a una domanda non

formulata. Durante questo periodo lo studente si occupa delle esigenze fisiche del Guru, bada

ai suoi vestiti, al suo cibo e alle poche altre necessità che egli ha. Per tutto il tempo drizza le

orecchie per avere informazioni, perché, ricevendo informazioni, ascoltando forse quelle chevengono date ad altre persone, l'accorto studente può dedurre, può trarre conclusioni, e

quando il Guru, nella sua saggezza, vede che lo studente progredisce, quel Guru, nel suo

momento buono personale, nella sua maniera adatta personale, interroga lo studente e, se si

accorge che una parte della conoscenza immagazzinata dallo studente è difettosa o

incompleta, allora il Guru, sempre nel suo momento opportuno, pone riparo alle omissioni e

alle lacune." In Occidente la gente dice: "Adesso dimmi questo. Madame Blavatsky ha detto...

Il vescovo Ledbetter dice... Billy Graham dice... Tu che dici? ... Credo che tu abbia torto!".

Gli Occidentali fanno domande per il gusto di parlare, non sapendo quello che vogliono dire,

ma, quando capita che un Guru risponda cortesemente a una domanda, immediatamente lo

studente discute e dice: "Oh, già, ho sentito il tal dei tali dire questo o quello", o qualche altra

cosa. Se lo studente pone una domanda al Guru, ciò deve sottintendere che lo studente nonconosce la risposta, ma ritiene che la conosca il Guru e, se lo studente mette immediatamente

in discussione la risposta del Guru, ciò dimostra che lo studente è ignorante e ha delle idee

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preconcette e assolutamente errate in fatto di correttezza e di comuni regole del vivere civile.

Io ti dico che l'unico modo per ottenere risposta alle tue domande consiste nel far sì che le tue

domande siano spontanee e nel raccogliere informazioni, nel dedurre e inferire, poi, a tempo

debito, purché tu abbia il cuore puro, sarai in grado di effettuare il viaggio astrale e le forme

più esoteriche di meditazione, e ti sarà così consentito di consultare la Cronaca dell'Akasha,

che non può mentire, non può rispondere fuori del contesto, non può fornire un'opinione oinformazioni distorte da prevenzioni personali. … Qual è l'unico modo per progredire?

Consiste nell'attendere e nel guardare. Non c'è altro modo, non c'è modo di forzare il tuo

sviluppo, tranne che su invito espresso di un Guru, il quale ti conosca bene, e quel Guru,

conoscendoti bene, accetterebbe il tuo sviluppo se te ne ritenesse degno. …"Questo è

interessante." disse il vecchio lama, richiamando la mia attenzione su una scena della Cronaca

"Questo ha richiesto molta preparazione, ma quando si è reso conto della sua desiderabilità,

non ha fatto alcuna obiezione". Osservai la scena con una certa perplessità, poi le idee mi si

chiarirono. Già! Quello era l'ufficio di un procuratore legale. Quel foglio era un atto

unilaterale per il cambio del nome. Sì, era giusto, me ne ricordavo, aveva cambiato il suo

nome, perché quello precedente aveva le vibrazioni sbagliate, come indicato dalla nostra

Scienza dei Numeri. Lessi con interesse il documento e mi accorsi che non era del tutto esatto,sebbene fosse abbastanza fedele. Di sofferenza ce n'era molta. La visita fattagli da un dentista

provocò molto danno, che lo obbligò a ricoverarsi in una clinica per sottoporsi a

un'operazione. A parte l'interesse tecnico, osservai il procedimento con molta attenzione. Egli

- cioè l'uomo la cui vita stavamo osservando - ebbe l'impressione che il suo datore di lavoro

fosse uno sconsiderato. Noi, che lo stavamo a guardare, avemmo la stessa sensazione e, tanto

il vecchio lama che io, fummo contenti che l'uomo notificasse la cessazione del suo rapporto

di lavoro con la scuola per corrispondenza. Il mobilio venne caricato su un furgone, una parte

di esso fu venduta, e l'uomo e sua moglie lasciarono la zona, per trasferirsi in un distretto del

tutto nuovo. Per un certo periodo abitarono nella casa di una strana vecchia, che 'prediceva la

fortuna' e che aveva un concetto sbalorditivo della propria importanza. L'uomo tentò più volte

di ottenere un lavoro, qualsiasi cosa gli desse la possibilità di guadagnare denaro

onestamente. Il vecchio lama disse: "Ora ci avviciniamo al punto cruciale. Come noterai, egli

inveisce continuamente contro il destino. Non ha pazienza e temo che morirà in modo

violento, se non ci affrettiamo". "Che cosa vuoi che faccia?" domandai "Tu sei il più

autorevole," disse il vecchio "ma vorrei che tu lo incontrassi sul piano astrale e vedere cosa ne

pensi". "Certamente," fu la mia risposta "andremo insieme". Per un attimo mi immersi nei

miei pensieri, poi dissi: "A Lhasa sono le due del mattino. In Inghilterra saranno le otto di

sera, perché il loro tempo resta indietro rispetto al nostro. Aspetteremo e ci riposeremo tre ore,

poi lo porteremo su, fino al piano astrale". "Sì." disse il vecchio lama "Dorme in una camera

da solo, così possiamo farlo. Per ora riposiamoci, perché siamo stanchi". Ritornammo nei

nostri corpi, seduti fianco a fianco, nella tenue luce delle stelle. … Il vecchio lama risesommessamente e disse: "Quanto mi sembra strano che quelli che stanno fuori del nostro

paese non riescano a capire il viaggio astrale! Quanto è strano che lo pensino frutto di

fantasia. Non si potrebbe dir loro che anche la sostituzione del corpo di una persona con

quello di un'altra somiglia semplicemente a un guidatore che cambia un'automobile con

un'altra? Sembra inconcepibile che gente che ha raggiunto il loro progresso tecnico sia tanto

cieca nei riguardi delle cose dello spirito". Avendo molta esperienza del mondo Occidentale,

risposi: "Ma gli Occidentali, tranne una ristrettissima minoranza, non hanno inclinazione per

le cose dello spirito. Tutto quello che vogliono sono la guerra, il sesso, il sadismo e il diritto

di ficcare il naso negli affari degli altri". … Giudicai che in Inghilterra dovessero essere circa

le undici. Scossi gentilmente il vecchio lama che si era un po' assopito: "E' l'ora per il viaggio

astrale." dissi. "Per me sarà l'ultima volta," rispose "perché non tornerò di nuovo nel miocorpo". Lentamente, senza affrettarci affatto, entrammo nello stato astrale. Giungemmo

tranquillamente in quella casa in Inghilterra. L'uomo dormiva, un po' agitato, con

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un'espressione di estremo scontento sul suo viso. La sua forma astrale avvolgeva il suo corpo

fisico, senza dar segno di volersene ancora separare. "Vieni?" domandai stando nel piano

astrale "Vieni?" ripeté il vecchio lama. Adagio, quasi con riluttanza, la forma astrale

dell'uomo si sollevò al disopra del suo corpo fisico. Si alzò e vi galleggiò sopra, mettendosi

con la testa in corrispondenza dei piedi del corpo fisico, come si fa. Il corpo astrale oscillava e

si muoveva a scatti. L'improvviso fragore di un treno lanciato in velocità per poco non lorimandò nel suo corpo fisico. Poi, come per una improvvisa decisione, la sua forma astrale si

inclinò verticalmente e stette dritta davanti a noi. Stropicciandosi gli occhi come uno che si

desta, ci fissò. "Allora vuoi lasciare il tuo corpo?" domandai. "Sì, detesto stare qui!" esclamò

con impeto. Ci guardammo reciprocamente. A me sembrava un uomo molto incompreso. Un

uomo che, in Inghilterra, non avrebbe avuto successo, ma che nel Tibet non se ne sarebbe

lasciata sfuggire l'occasione. Rise con irritazione: "Sicché tu vuoi il mio corpo! Bene, ti

accorgerai dello sbaglio. In Inghilterra non conta quello che sai, conta  chi conosci. Non

riesco ad avere un lavoro, non riesco a ottenere neanche il sussidio di disoccupazione. Vedi tu

se puoi far meglio!" "Calmati, amico," disse il vecchio lama "tu non sai con chi stai parlando.

Può darsi che sia stata la tua aggressività a impedirti di trovare un impiego". "Dovrai farti

crescere la barba," dissi "perché, se occupo il tuo corpo, il mio gli sarà presto sostituito e iodevo portare la barba per nascondere le ferite alle mie mascelle. Puoi fartela crescere?" "Sì,

signore," rispose "mi farò crescere la barba". "Benissimo." dissi "Tornerò qui tra un mese e

assumerò il tuo corpo, dandoti la libertà, in modo che il mio corpo possa in seguito

rimpiazzare quello che prenderò. Dimmi," domandai "come sei stato avvicinato la prima volta

dalla mia gente?" "Da molto tempo, signore," disse "detesto la vita in Inghilterra, la sua

ingiustizia, i suoi favoritismi. Per tutta la vita mi sono interessato al Tibet e ai paesi

dell'Estremo Oriente. Per tutta la vita ho fatto 'sogni' in cui vedevo, o mi sembrava di vedere,

il Tibet, la Cina e altri paesi che non riconoscevo. Qualche tempo fa fui spinto da un impulso

a cambiare il nome con un atto giuridico, cosa che ho fatto". "Sì." osservai "So tutto al

riguardo, ma in che modo sei stato avvicinato recentemente, e che cosa hai visto?" Ci pensò

un po', poi disse: "Per raccontarvelo dovrei farlo a modo mio, e qualche informazione che

posseggo sembra che sia errata, se si tiene conto di quanto ho appreso ultimamente".

"Benissimo," risposi " dimmelo a modo tuo e dopo potremmo correggere eventuali idee

sbagliate. Devo arrivare a conoscerti meglio, qualora debba prendere il tuo corpo, e questo è

uno dei modi per farlo". "Forse posso cominciare dal primo 'contatto' effettivo. Così riesco

meglio a raccogliere le mie idee. … Rose Croft a Thames Ditton" incominciò "era un

posticino veramente grazioso. Era una casa arretrata rispetto alla strada, con un giardino sul

davanti, un giardinetto, e uno molto più grande sul retro. Sul lato posteriore della casa c'era un

terrazzo, da cui si godeva una bella vista da una parte all'altra della campagna. Di solito

trascorrevo un sacco di tempo nel giardino, specie in quello sul davanti, perché era trascurato

da un po' di tempo e io stavo cercando di metterlo in ordine. Si era lasciata crescere l'erba,tanto che era alta diversi piedi e quello di estirparla era diventato il problema principale. Ne

avevo tagliato già la metà con un vecchio coltello indiano dei Gurkha. Era un lavoro faticoso,

perché dovevo mettermi sulle mani e sulle ginocchia, colpire l'erba con forza e affilare la lama

su una pietra dopo qualche colpo. Mi interessavo anche di fotografia e da qualche tempo stavo

cercando di riprendere un gufo che viveva su un vecchio abete lì vicino, un abete tutto

rivestito di edera rampicante. La mia attenzione venne distratta da qualcosa che svolazzava su

un ramo, non molto lontano dalla mia testa. Guardai su ed ebbi la grata sorpresa di scorgere

un giovane gufo, che si agitava qua e là, avvinghiato al ramo e accecato dalla viva luce del

sole. Senza far rumore posai il coltello che stavo usando e entrai in casa per andare a prendere

una macchina fotografica. Con quella in mano e con l'otturatore pronto, tornai verso l'albero

in silenzio; facendo più piano possibile, mi arrampicai sul ramo. Mi muovevo lentamente, concircospezione. L'uccello, incapace di vedermi in piena luce, ma avvertendo la mia presenza, si

allontanò ancora di più verso l'estremità del ramo. Io, senza pensare assolutamente al rischio,

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mi spostai sempre più in avanti e, a ogni mio movimento, l'uccello si allontanava sempre più,

finché non arrivò quasi alla fine del ramo, che ormai si stava curvando troppo

pericolosamente sotto il mio peso. Tutto a un tratto feci un movimento brusco, si udì uno

schianto secco e la fragranza del legno ridotto in polvere. Il ramo era marcio e cedette sotto di

me. Venni scaraventato a faccia in avanti verso terra. Mi parve di metterci un'eternità a cadere

da quei pochi metri d'altezza. Mi ricordo che mai l'erba mi apparve più verde, sembrava piùgrande del naturale, riuscivo a scorgerne ogni singolo filo con i suoi piccoli insetti. Mi ricordo

perfino che una piccola coccinella scappò via spaventata al mio arrivo, poi sopravvenne una

luce colorata e poi divenne tutto nero. Non so quanto tempo rimasi sotto i rami del vecchio

abete, come una massa informe e senza vita, ma in un attimo mi resi conto che stavo

guardando le cose con una percezione maggiore di quella che avevo avuto in precedenza. I

colori erano nuovi e vivi in modo sbalorditivo. Mi alzai in piedi circospetto e mi guardai

intorno. Stupefatto dall'orrore vidi che il mio corpo giaceva a terra. Non si vedeva sangue,

c'era di sicuro la dimostrazione di un brutto bernoccolo proprio sopra la tempia destra. Ero più

che sconvolto, in quanto il corpo respirava rumorosamente e mostrava segni di grande

sofferenza. 'La morte.' pensai 'Sono morto; ormai non tornerò più indietro'. Vidi una corda

sottile come un filo di fumo, che saliva dal corpo, dalla testa del corpo fino a me. La cordanon si muoveva, non palpitava e mi sentii sopraffare dal panico. Mi chiesi cosa dovessi fare.

Mi sembrava di aver messo le radici in quel punto per la paura, o forse per qualche altra

ragione. Poi un movimento improvviso, l'unico movimento in quel mio strano mondo, attrasse

il mio sguardo e per poco non urlai, o mi sarei messo a urlare se avessi avuto la voce.

Camminando in mezzo all'erba mi si stava avvicinando la figura di un lama tibetano, che

indossava la veste color zafferano dell'Ordine Superiore. I suoi piedi erano a diversi pollici

dal terreno e tuttavia veniva verso di me con calma. Lo guardai al colmo dello stupore. Venne

verso di me con la mano tesa e sorridendo. Disse: 'Non hai nulla da temere. Qui non c'è niente

di cui preoccuparti'. Ebbi l'impressione che le sue parole appartenessero a una lingua diversa

dalla mia, forse era tibetano, ma lo capivo, eppure non avevo udito alcun suono. Non c'era

assolutamente alcun rumore. Non riuscivo a udire neanche il canto degli uccelli o il sibilo del

vento fra gli alberi. 'Sì,' disse, indovinando i miei pensieri 'noi non usiamo la lingua parlata,

bensì la telepatia. Io ti sto parlando per mezzo della telepatia'. Ci guardammo l'un l'altro

contemporaneamente e poi il corpo che giaceva a terra fra di noi. Il tibetano alzò di nuovo lo

sguardo su di me, sorrise e disse: 'Sei sorpreso della mia presenza? Sono qui perché sono stato

attirato verso di te. Ho lasciato il mio corpo in questo particolare istante e sono stato attirato a

te perché le tue particolari vibrazioni vitali sono un'armonica fondamentale di una persona per

conto della quale agisco. Ecco perché sono venuto, sono venuto perché voglio il tuo corpo per

una persona che deve continuare a vivere nel mondo Occidentale, in quanto ha da svolgere un

compito che non tollera interferenze'. Lo guardai sbalordito. L'uomo era matto, dicendo che

voleva il mio corpo! Anch'io lo volevo, era il mio corpo. Non avrei permesso a nessuno ditogliermi la mia proprietà a quel modo. Ero stato scacciato dal veicolo fisico contro la mia

volontà e volevo tornarvi. Ma evidentemente il tibetano captò i miei pensieri. Disse: 'Quali

prospettive hai? Disoccupazione, malattia, infelicità, un'esistenza mediocre in un ambiente

mediocre, poi, in un futuro non tanto lontano, la morte e il dover ricominciare tutto daccapo.

Hai fatto niente nella vita? Hai fatto niente da esserne orgoglioso? Riflettici'. Ci pensai bene,

pensai al passato, alle frustrazioni alle incomprensioni, all'infelicità. Egli si intromise:

'Vorresti avere la soddisfazione di sapere che il tuo Karma è stato cancellato, che tu hai

contribuito a un'operazione di sommo vantaggio per l'umanità?' Dissi: 'Veramente, non ne so

nulla; l'umanità non è stata troppo buona nei miei riguardi. Perché dovrei preoccuparmene?'

Lui disse: 'No, su questa Terra tu sei accecato nei riguardi della realtà. Tu non sai quello che

dici, ma, con il trascorrere del tempo e in una sfera diversa, ti renderai conto delle occasioniche hai perduto. Voglio il tuo corpo per un altro'. Dissi: 'Beh, che cosa dovrei fare in questo

caso? Non posso andarmene eternamente a zonzo come un fantasma, né possiamo avere tutti e

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due lo stesso corpo'. Vedete, io presi tutto questo assolutamente alla lettera. C'era in

quell'uomo qualcosa che imponeva rispetto, qualcosa di assolutamente sincero. Io non misi in

dubbio neanche per un momento che egli potesse prendere il mio corpo e lasciarmi andare in

qualche altra parte, ma volevo saperne di più, volevo conoscere ciò che stavo per fare. Mi

sorrise e, in tono rassicurante, disse: 'Tu, amico mio, avrai la tua ricompensa, tu ti sottrarrai al

tuo Karma, tu andrai in una diversa sfera di attività e i tuoi peccati saranno cancellati a causadi quanto stai facendo. Ma il tuo corpo non può essere preso senza il tuo consenso'.

Veramente l'idea non mi piaceva affatto. Avevo avuto il mio corpo per circa quarant'anni e mi

ci sentivo abbastanza attaccato. Non mi piaceva l'idea che qualcuno prendesse il mio corpo e

se lo portasse via. Inoltre, che avrebbe detto mia moglie, vivendo con un estraneo e non

sapendone niente? Mi guardò di nuovo e disse: 'Non hai alcun pensiero per l'umanità? Non sei

desideroso di fare qualcosa per riscattare i tuoi errori, per dare uno scopo alla tua mediocre

esistenza? Chi ci guadagna sarai tu. La persona per la quale agisco subentrerà in questa tua

difficile esistenza'. Mi guardai intorno, guardai il corpo che stava fra noi e pensai: 'Bene, che

mi importa? E' stata una vita dura. Ne esco bene'. Allora dissi: 'Sta bene, fammi vedere in che

posto andrò, e se mi piace dirò di sì'. Istantaneamente ebbi una visione splendida, talmente

splendida che non ci sono parole per descriverla. Ero pienamente soddisfatto e dissi che sareistato disposto, molto disposto, ad avere la mia liberazione e ad andarmene il più presto

possibile". Il vecchio lama si fece una risatina e disse: "Dovevamo dirgli che non si trattava di

una cosa rapida a quel punto, che tu saresti dovuto venire di persona prima di prendere una

decisione definitiva. Dopo tutto, per lui si trattava di una piacevole liberazione, per te di

sofferenze". Li guardai entrambi: "Benissimo," osservai alla fine "tornerò fra un mese. Se a

quell'epoca avrai la barba, e se sei sicuro, al di là di qualsiasi dubbio, di volere andare sino in

fondo, io ti libererò e ti farò continuare il tuo viaggio". Sospirò soddisfatto e un'espressione

beata gli si diffuse sul volto, mentre si ritirava lentamente nel corpo fisico. Il vecchio lama e

io ci sollevammo e tornammo nel Tibet. … I messaggeri si addentrarono negli alti territori di

montagna, diretti alla Nuova Dimora per portare la mia conferma scritta che avrei svolto il

compito come veniva richiesto. … Il tempo passava. Mi riposai molto, più di quanto avessi

mai fatto in precedenza nella vita. Poi, poco prima che il mese terminasse, poco prima che

dovessi andare in Inghilterra, fui di nuovo convocato d'urgenza nella Terra della Luce Dorata.

Seduto di fronte a tutti quegli Alti Personaggi, mi venne l'idea alquanto irriverente di trovarmi

in una sala operativa come durante i giorni di guerra! Il mio pensiero venne captato dagli altri

e uno di loro, sorridendo, disse: "Certo, sono istruzioni. E qual è il nemico? La Potenza del

Male, che vuole impedire che il nostro compito sia portato a termine". "Incontrerai molta

opposizione e molta diffamazione." disse uno "Durante il passaggio i tuoi poteri metapsichici

non saranno né alterati né perduti in nessun modo." disse un altro. "Questa è la tua ultima

Incarnazione." disse la mia amata Guida, il Lama Mingyar Dondup "Quando giungerai al

termine di questa esistenza che stai adottando, tornerai allora a casa, da noi". Era tipico dellamia Guida, pensai, concludere con una nota ottimistica. Proseguirono dicendomi che cosa

stava per accadermi. Tre lama mi avrebbero accompagnato in Inghilterra in viaggio astrale e

avrebbero eseguito praticamente l'operazione di separare l'uno dalla Corda d'Argento e di

attaccarci l'altro io! La difficoltà stava nel fatto che il mio corpo, tuttora nel Tibet

(conservato in una bara di pietra), doveva rimanere collegato, poiché volevo che le'molecole della mia carne' venissero successivamente trasferite. Così tornai sul mondo e,

insieme a tre compagni, mi diressi verso l'Inghilterra in stato astrale. L'uomo stava aspettando:

"Sono deciso ad andare fino in fondo." disse.

8-127 (Parla l'uomo nel cui corpo lo spirito di Lobsang Rampa è subentrato:) "Una sera fui

avvicinato da un gruppo di uomini. Con uno strattone mi tirarono fuori dal mio corpo e mi

parlarono. Mi chiesero se volevo ancora uscire dal mio corpo per entrare in quello che alloraritenevo fosse il paradiso. Credo che sia il paradiso, ma quelle persone lo chiamavano 'mondo

astrale'. Li rassicurai confermando che volevo uscirne anche più di prima, al che mi dissero

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che il giorno seguente dovevo immancabilmente rimanere a casa. Un uomo, tutto avvolto in

una veste gialla, mi condusse fino alla finestra e mi indicò un punto. 'Vedi quell'albero?' disse

'Devi andare fino a quell'albero e mettere le mani su quel ramo, tirarti su e poi lasciarti

andare'. Mi disse l'ora esatta in cui dovevo farlo, aggiungendo che era di vitale importanza che

seguissi le istruzioni alla lettera, altrimenti avrei provato molto dolore e altrettanto ne avrei

arrecato ad altre persone. Ma, cosa peggiore per me, sarei rimasto sulla Terra. Il giornoseguente mia moglie credette che fossi impazzito, o qualcosa del genere, perché non uscii

come al solito, limitandomi a lavoricchiare qua e là. Poi, un paio di minuti prima del tempo

stabilito, uscii in giardino e mi diressi verso l'albero. Mi aggrappai a un tralcio d'edera, o

quale che sia quello che ha l'edera, e alzai le braccia fino a toccare il ramo, come mi avevano

detto di fare. E allora ebbi la sensazione di essere stato colpito dal fulmine. Non ebbi bisogno

di fingere di cadere, caddi giù, privo di forze. Caddi e poi, buon Dio, vidi una corda d'argento

sporgere dalla mia persona. Feci per afferrarla, per vedere di che si trattasse, ma le mie mani

vennero delicatamente discostate. Giacevo là a terra, in preda a una terribile paura. C'erano

due persone in piedi presso la corda d'argento, a cui stavano facendo qualcosa, mentre una

terza teneva in mano un'altra corda d'argento e, al colmo dell'orrore, riuscivo a vedere

attraverso tutto il loro gruppo. Mi chiesi perciò se tutto questo lo stavo vedendo, oppure se miaveva dato di volta il cervello, tanta era la stranezza di tutta la situazione. Da ultimo si udì una

specie di gorgoglio e un tonfo, poi, con mia grande gioia, mi accorsi di fluttuare liberamente

in un mondo di grande bellezza, il che vuol dire che fino a questo punto ho assolto la mia

parte del contratto, ho riferito tutto quello che riguarda la mia vita passata, e adesso sto per

tornare alla mia parte del mondo astrale ...".

Sono Lobsang Rampa e ho finito di trascrivere tutto ciò che con tanta riluttanza e scortesia mi

è stato riferito dalla persona, nel cui corpo sono subentrato. Continuerò ora partendo dal punto

in cui si è interrotto il suo racconto. Il suo corpo stava a terra, in preda a leggere contrazioni.

Anch'io, lo ammetto senza troppo vergognarmene, avevo degli spasmi, causati però dalla

paura. Non mi piaceva l'aspetto di quel corpo steso là davanti a me, ma un lama del Tibet

ubbidisce agli ordini, graditi o no che siano. Perciò stetti lì vicino, mentre due miei fratelli

lama armeggiavano con la Corda d'Argento di quell'uomo. Dovevano collegare la mia, prima

che la sua fosse del tutto staccata. Per fortuna il poveraccio era in un terribile stato di

stordimento e se ne stava inattivo. Da ultimo, dopo un tempo che mi parve di ore, ma che in

realtà fu un quinto di secondo, collegarono la mia Corda d'Argento e staccarono la sua. Presto

lo condussero via e osservai il corpo a cui ero ormai unito e rabbrividii. Ma poi, ubbidendo

agli ordini, lasciai che la mia forma astrale calasse in quel corpo, che stava per diventare mio.

Il primo contatto fu terribile, dandomi una sensazione fredda e appiccicosa. Pieno di spavento,

emersi di nuovo in cerca di aria. Due lama si fecero avanti per tenermi fermo e, a poco a poco,

affondai di nuovo. Stabilii di nuovo il contatto e rabbrividii dall'orrore e dalla ripugnanza.

Stavolta fu davvero un'esperienza incredibile, sconvolgente, una di quelle esperienze a cuinon vorrei mai più sottopormi. Sembrava che io fossi troppo grande, o che il corpo fosse

troppo piccolo. Avevo l'impressione di avere i crampi, di essere spremuto a morte, e poi

l'odore! Che differenza! Il mio vecchio corpo era molto malconcio e stava morendo, ma

almeno era stato il mio corpo. Adesso mi avevano appioppato questa cosa estranea che non mi

piaceva neanche un po'. In un modo o nell'altro - e questo non riesco a spiegarlo - andai a

tentoni all'interno, cercando di impadronirmi dei nervi motori del cervello. Come facevo a far

funzionare questa cosa senza capo né coda? Per un po' rimasi lì impotente, proprio come se

fossi paralizzato. Il corpo non voleva funzionare. Mi sembrava di brancolare come un

guidatore inesperto alle prese con un'automobile complicata. Ma infine, con l'aiuto dei miei

fratelli astrali, presi il controllo di me stesso e riuscii a far funzionare il corpo. Mi alzai in

piedi vacillando e per poco non urlai dall'orrore, accorgendomi che stavo camminandoall'indietro anziché in avanti. Barcollai e caddi di nuovo. Fu davvero un'esperienza

spaventosa. Questo corpo mi dava veramente la nausea e temevo che non sarei stato capace di

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manovrarlo. Giacevo con la faccia a terra e non potevo neanche muovermi, quando, con la

coda dell'occhio, vidi vicino a me due lama, che apparivano assai preoccupati per le difficoltà

che stavo incontrando. "Bene, provateci voi stessi." brontolai "Vedete se vi riesce di far fare a

questa cosa abominevole ciò che le dite di fare!" "Lobsang!" disse improvvisamente uno dei

lama "Le dita della tua mano si contraggono, adesso prova a farlo con i piedi". Feci così e mi

resi conto che c'era una differenza sbalorditiva tra i corpi orientali e quelli occidentali. … Misembra chiaro, dissi tra me, che devo ricominciare tutto da capo. Così mantenni la calma e

scivolai fuori del corpo, che mi misi a esaminare attentamente dall'esterno. Più lo guardavo e

meno mi piaceva, ma poi, pensai, non c'era altro da fare che riprovarci. Così tornai ad

introdurmi a forza e stentatamente in quella cosa vischiosa e fredda che era un corpo

occidentale. Con uno sforzo immenso cercai di alzarmi, ma ricaddi, finché, poi, riuscii in

qualche modo a tirarmi su, aiutandomi con le mani e con i piedi, appoggiandomi con la

schiena a quell'albero rassicurante. Si udì un rumore improvviso proveniente dalla casa, una

porta si spalancò e ne uscì di corsa una donna. "Oh" disse "che hai combinato adesso? Vieni

dentro e mettiti sdraiato". Ne rimasi molto colpito. Pensai a quei due lama che erano con me e

temetti che la donna potesse avere un attacco di nervi alla loro vista, ma evidentemente le

erano completamente invisibili. Questa fu un'altra delle cose sorprendenti della mia vita. Erosempre in grado di vedere le persone che venivano a trovarmi dalla dimensione astrale, ma se

parlavo con loro e poi arrivava qualcun altro? Beh, l'altro avrebbe creduto che parlassi da solo

e non volevo certo crearmi la fama di essere pazzo da legare. La donna venne verso di me e,

appena mi guardò, un'espressione sbigottita le attraversò la faccia. Pensai sul serio che

avrebbe avuto un attacco isterico, ma, in un modo o nell'altro, si controllò e mi mise un

braccio attorno alle spalle. In silenzio pensai a come controllare il corpo e poi, molto

lentamente, riflettendo a ogni passo che facevo, mi diressi verso la casa, salii le scale e

piombai su quello che evidentemente era il mio letto. Per tre giorni e tre notti rimasi in quella

stanza, adducendo a pretesto uno stato di indisposizione, mentre mi esercitavo a costringere il

corpo a fare ciò che volevo che facesse e cercando di trattenermi, in quanto questa era

veramente l'esperienza più spaventosa che avessi avuto in vita mia. Avevo sopportato

tormenti di ogni genere in Cina, nel Tibet e in Giappone, ma questa era un'esperienza nuova e

assolutamente disgustosa, l'esperienza di essere imprigionato nel corpo di un'altra persona e di

doverlo controllare. Pensai a ciò che mi era stato insegnato tanti anni prima, talmente tanti

che, a dire il vero, mi sembrava fosse un'altra vita. "Lobsang" mi avevano detto "in tempi

remotissimi, i Grandi Esseri provenienti da molto lontano al di là di questo sistema, e gli

Esseri che non avevano forma umana, dovevano visitare questa Terra per scopi particolari.

Ora, se fossero venuti sotto il loro aspetto consueto, avrebbero attirato troppo l'attenzione.

Perciò avevano sempre pronti dei corpi, in cui poter entrare e che controllavano, facendosi

passare per nativi del luogo. In futuro" mi dissero "avrai un'esperienza del genere e la troverai

assolutamente emozionante". Io l'ho avuta!8-131 Purtroppo, quando si subentra in un corpo si presentano gravissimi svantaggi. … Subito dopo

essere entrato nel mio nuovo corpo, mi sono reso conto di non sapere scrivere il sanscrito, di

non sapere scrivere il cinese. Sì, certo, conoscevo la lingua, conoscevo ciò che avrei dovuto

scrivere ma ... ma il corpo in cui mi trovavo non aveva la 'marcia ingranata' per fare quegli

scarabocchi che formano il sanscrito o il cinese. Era soltanto in grado di scrivere, per

esempio, in inglese, francese, tedesco o spagnolo. Tutto dipende dal controllo muscolare. La

stessa cosa capita a voi, in occidente, quando vi accorgete che un tedesco più istruito della

maggior parte degli inglesi, diciamo, non riesce a pronunciare l'inglese come i nativi. Non

riesce a 'rigirare la lingua' intorno ai suoni. … All'atto del trasferimento in un corpo diverso, si

possono emettere tutti i suoni, dato che il corpo produce i suoni ai quali è abituato (in inglese,

in francese o in spagnolo, per esempio). Ma quando occorre scrivere, è tutta un'altra faccenda.… L'entità in questione può comunicare a viva voce e può darsi che sappia tutto ciò che si

potrebbe fare per iscritto, ma non sa più scrivere in quella che era la sua lingua originale,

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come il sanscrito, o il cinese, o il giapponese, perché ci vogliono anni di applicazione, e i suoi

tentativi sono talmente maldestri, talmente rozzi, che gli ideogrammi non hanno alcun

significato intelligibile. Un'altra difficoltà è costituita dal fatto che l'entità è orientale e il

corpo, o veicolo, è occidentale. Se vi sembra strano, permettetemi di dirvi che, se foste in

Inghilterra, guidereste una macchina con i comandi a destra, in modo da poter andare lungo il

lato sinistro della strada. Se però vi trovate in America, guidereste un'automobile con lo sterzoa sinistra e vi manterreste sul lato destro della strada. … Bene, prendete un povero sventurato

d'autista … Tutti i suoi riflessi innati, educati probabilmente da decine di anni,

protesterebbero, dovendo essere improvvisamente invertiti e, in caso di emergenza, si

metterebbe immediatamente a guidare sul lato sbagliato della strada, provocando, così,

l'incidente che stava cercando di evitare. … Quindi la trasmigrazione non si addice ai profani.

In tutta sincerità, dico che si potrebbe fare molto nel campo della trasmigrazione, qualora la

gente potesse acquisire la giusta conoscenza. Sono inoltre stupito che ai russi, i quali in tante

cose sono in netto vantaggio, non sia venuta ancora l'idea della trasmigrazione. E' facile, basta

sapere come si fa. E' facile, se sapete prendere le dovute precauzioni. … Un altro punto da

considerare consiste nell'ottenere un veicolo, o corpo, adeguato, in quanto non è possibile

infilarsi semplicemente in un corpo qualsiasi e subentrarci, come un ladro che si intrufola inuna macchina ferma a un semaforo. … Dovete trovare un corpo che sia in armonia con il

vostro, che da qualche parte abbia un suono armonico, e ciò non significa che il possessore

del corpo debba essere buono o cattivo, questo non c'entra niente; è tutta questione della

frequenza vibratoria di quel corpo.

… Thames Ditton era considerata zona 'elegante' e alcune voci che potevo udire dalla finestra

aperta erano fin troppo 'eleganti', a giudicare dal fatto che mi era davvero difficile capire

quelle dall'accento marcato. Inoltre avevo alcune difficoltà nel parlare. Prima di emettere un

suono dovevo riflettere e poi visualizzare la forma del suono che stavo per pronunciare. Molte

persone parlano con naturalezza. Potete seguitare a chiacchierare senza alcuna difficoltà,

senza troppo pensarci, ma non quando siete un orientale che è subentrato nel corpo di un

occidentale. Perfino oggi debbo pensare a ciò che sto per dire, il che fa sembrare il mio modo

di parlare un po' lento e a volte esitante. Se si rileva un corpo, per un anno o due quest'ultimo

è fondamentalmente il corpo dell'ospitante, quello cioè in cui si subentra. Ma, nel corso del

tempo, la frequenza del corpo cambia e alla fine diventa uguale a quella del proprio corpo

originale e appaiono le proprie cicatrici originali. Come ho già detto, il procedimento somiglia

alla galvanostegia e alla galvanotipia, in quanto molecola si cambia con molecola. Non

dovrebbe essere difficile crederci, perché se vi fate un taglio e il taglio guarisce, allora si sono

avute delle molecole di rimpiazzo, non siete d'accordo? Non sono le stesse molecole che

c'erano al momento del taglio, ma si tratta di nuove cellule cresciute per sostituire quelle

tagliate. Lo stesso avviene nella trasmigrazione. Il corpo cessa di essere il corpo estraneo, in

cui si è subentrati e, molecola per molecola, diventa il proprio corpo, quello cioè in cui si eranati. Un'ultima cosa. La trasmigrazione fa diventare 'differenti'. Alle persone che convivono

dà una strana sensazione. Se un trasmigrato tocca un'altra persona, senza che questa se lo

aspetti, può darsi che la persona toccata strilli per la violenta emozione e dica: "Mi hai fatto

venire la pelle d'oca!" Perciò, se avete intenzione di mettere in pratica la trasmigrazione,

dovrete considerarne sia i vantaggi sia gli svantaggi.

8-142 Giunsi alla conclusione che, dal momento che il corpo che ora occupavo viveva 'fuori tempo',

per esso non esistevano occasioni. Secondo la Cronaca dell'Akasha, l'ex occupante del corpo

era stato sul serio ed effettivamente sul punto di suicidarsi, il che avrebbe segnato la fine di

tutte le circostanze favorevoli in cui si sarebbe trovato il suo veicolo, cioè il suo corpo. In tal

modo, per quanto ci provassi, non potevo mai assumere un lavoro che un'altra persona era in

grado di svolgere. L'unico impiego cui potevo accedere sarebbe stato quello che avreiprodotto per conto mio.