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7/28/2019 Subconscio e Super Io
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SUBCONSCIO E SUPER-IO
\ESTRATTI TEMATICI LIBRI RAMPA
5-77 Il subconscio rappresenta i nove decimi della nostra identità, cioè la parte più grande di noi
stessi. Possiamo paragonarlo a un vecchio un po' pigro che non vuole esser disturbato. Il
vecchio signore legge il giornale, fuma forse la pipa, coi piedi nelle pantofole. E' stanco dirumore, di agitazione; anni di esperienza gli hanno insegnato a proteggersi da tutte le
interruzioni e distrazioni superflue. Il subconscio, come un vecchio un po' sordo, non sente,
quando lo si chiama per la prima volta. La seconda volta fa il sordo perché non vuol sentire,
perché non vuol essere disturbato. La terza, si irrita perché l'intruso gli dà fastidio, mentre
avrebbe voglia di leggere i risultati delle corse, e rifiuta ogni sforzo. Insistete, ripetete la
vostra fede e finalmente il 'vecchio' sussulterà e, allorché la vostra affermazione sarà radicata
nel vostro subconscio, avrete la fede automatica. In Oriente, ci sono i mantra. Una persona
ripete un certo testo, il mantra, instancabilmente. Può essere che la persona non capisca
neppure quel che dice letteralmente il mantra! Poco importa, perché i fondatori di quella
religione hanno composto i testi in modo tale che le vibrazioni provocate dalla ripetizione del
mantra inseriscano nel subconscio la cosa desiderata. Ben presto, benché la persona non
capisca quel che ripete, il mantra diventa parte integrante del suo subconscio, e la fede diventa
automatica. Se ripetete delle preghiere, finirete per crederci. Si tratta di obbligare il vostro
subconscio a capire e a cooperare e, una volta che avrete la fede, non dovrete più
preoccuparvi, perché il vostro subconscio vi ricorderà che voi avete fede, come pure che
potrete fare certe cose. Ripetetevi senza posa che avete visto un'aura, che diventerete capace
di telepatia, che potrete fare una cosa o l'altra, a seconda dei vostri desideri. Col tempo, lo
potrete realmente.
5-140 Esamineremo ora da vicino il nostro vecchio amico, il subconscio, perché i rapporti fra lo
spirito cosciente e il subconscio permettono di spiegare l'ipnotismo. In realtà siamo due esseri
in uno solo. La prima di queste entità è una piccola persona che rappresenta solo un nono deltutto, una piccola persona attiva che ama immischiarsi di tutto, controllare e regolare. La
seconda entità, il subconscio, può esser paragonata a un gentile gigante incapace di ragionare,
perché, se il cosciente è dotato di ragione e di logica, ma non di memoria, il subconscio,
illogico, è la trappola della memoria. Tutti gli avvenimenti dell'esistenza, anche quelli
avvenuti prima della nascita, sono registrati e conservati dal subconscio e, sotto alcune forme
di ipnosi, questi ricordi possono essere estirpati per essere esaminati da altri. … Lo spirito
cosciente è dotato di ragione (e può anche ragionare in maniera falsa!) ed è capace di una
certa forma di logica, ma non ha memoria. Può invece stimolare il subconscio, affinché
quest'ultimo gli porti le informazioni classificate nelle cellule della memoria. Fra il cosciente
e il subconscio si profila ciò che si potrebbe chiamare uno schermo, che blocca le
informazioni portate al cosciente. Questo significa che lo spirito cosciente non può frugare asuo piacere nel subconscio e questa è una fortuna, perché l'uno rischierebbe di contaminare
l'altro. … E' evidente che, se la memoria si associasse alla ragione, alcune faccette di
informazioni sarebbero deformate, perché il subconscio, se fosse capace di ragionare,
potrebbe, oso dirlo, alzare le spalle e brontolare: "E' grottesco! Non è possibile! Non devo
aver capito i fatti, e bisogna che modifichi e sistemi un poco gli schedari della mia memoria".
Per evitare ciò, il subconscio non ha razionalità, e il cosciente non ha memoria.
5-141 Dobbiamo ricordarci queste due regole:
l. Lo spirito subconscio non è dotato di razionalità, e di conseguenza non può che reagire ai
suggerimenti che gli vengono dati. Non può far altro che conservare nella memoria tutto
ciò che ascolta o che vede, che sia vero o falso, perché è incapace di decidere della
veridicità o della falsità di quell'informazione.2. Lo spirito cosciente può concentrarsi solo su un'idea alla volta. Riceviamo ad ogni istante
impressioni, ci formiamo opinioni, vediamo cose, ascoltiamo, tocchiamo e, se il
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subconscio non fosse protetto, registrerebbe tutto senza discernimento e la nostra memoria
sarebbe invasa da informazioni futili, inutili e spesso erronee. Lo schermo che separa il
cosciente dal subcosciente serve allora da setaccio, e non lascia filtrare che i problemi già
presi in considerazione dal cosciente, per farli passare al subconscio, che li registra e li
classifica. Lo spirito cosciente, essendo capace di considerare solo un pensiero, un
problema per volta, sceglie quello che gli sembra più importante, lo esamina, lo accetta olo rifiuta secondo quel che gli detta la ragione o la logica.
5-117 Se vogliamo progredire, dobbiamo coltivare la regolarità di umore, equilibrare le nostre
emozioni in modo tale da non esser mai troppo entusiasti né troppo depressi. Dobbiamo
assicurarci che le nostre onde cerebrali non abbiano né cime acute né valli profonde. Il corpo
umano è destinato a funzionare in un certo modo. Gli urti ai quali lo sottomette la civiltà
moderna non possono fargli che male.
5-154 Il lavoro è una forma di disciplina, di esercizio. Come abbiamo già fatto osservare, la
disciplina è indispensabile, essa dà forza agli eserciti, essa forma buoni cittadini, e fa un uomo
di un mascalzone che, senza disciplina, non penserebbe ad altro che a far sciocchezze. … Neimonasteri dei lama, al contrario, la regola vuole che tutti lavorino e non era cosa rara, prima
dell'invasione comunista, vedere un gran priore strofinare il pavimento, o portar via la
spazzatura deposta dai novizi. Questo aveva per fine di insegnare al priore che sulla Terra le
cose sono temporali, e che il mendicante di oggi può essere il principe di domani, così come il
re di oggi può essere il poveraccio di domani. … Il lavoro, di qualunque natura, sia manuale o
intellettuale, è sempre nobilitante, e non è mai degradante, mai avvilente, quando è compiuto
con motivi puri, e con l'intenzione di 'servire', cioè di render servizio agli altri.
2-142 In Cina i funerali vengono veramente presi molto sul serio. Era considerato della massima
importanza avere il giusto numero di necrofori a seconda della posizione sociale del defunto.
A me sembrava tutta una cosa sciocca, perché sapevo bene che, una volta che lo spirito ha
lasciato il corpo, non importa assolutamente nulla di ciò che accade al corpo. Noi nel Tibet
non facevamo complimenti per i nostri corpi fuori uso; li facevamo semplicemente
raccogliere dagli Smembratori di Cadaveri, i quali li facevano a pezzi e li davano in pasto agli
uccelli.
1-94 Per noi il corpo era semplicemente un involucro, animato dal più grande Io, il Super-Io, che
predomina nel sonno o allorché si abbandona questa vita. Noi riteniamo che l'uomo sia posto
nel corpo fisico, debole e imperfetto, per poter imparare e progredire. Durante il sonno,
l'uomo ritorna a un diverso piano di esistenza. Si corica per riposare e lo spirito si libera dal
corpo e scivola via, allorché giunge il sonno. Lo spirito rimane in contatto con il corpo
mediante una 'corda d'argento', che esiste fino al momento della morte. I sogni che si fannosono esperienze vissute sul piano spirituale del sonno. Quando lo spirito ritorna nel corpo, lo
choc del risveglio deforma il ricordo del sogno, a meno che non si sia stati particolarmente
addestrati, ragione per cui il 'sogno' può sembrare estremamente improbabile a chi è desto.
2-82 Non occorre avere paura della morte. Non bisogna avere paura del passaggio da questa vita
in quella Superiore. Non c'è necessità di temere l'inferno, perché un posto del genere non
esiste, non esiste una cosa come il Giorno del Giudizio. L'uomo giudica se stesso, e non c'è
giudice più severo dell'uomo riguardo alle proprie debolezze, alla propria fiacchezza, quando
lascia l'esistenza terrena, quando i veli dei falsi valori gli cadono dagli occhi e quando riesce a
scorgere la Verità. Tutti voi che temete la morte, ve lo dice uno che ha oltrepassato la soglia
della morte ed è tornato. Non c'è niente di spaventoso. Non c'è Giorno del Giudizio, tranne
quello che emettete voi stessi. Non c'è inferno. Chiunque, a prescindere da chi sia e da checosa abbia fatto, ha una possibilità. Nessuno viene mai distrutto. Nessuno è mai tanto
malvagio che gli si neghi un'altra possibilità. Noi temiamo la morte degli altri, in quanto essa
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ci sottrae la loro amata compagnia, in quanto siamo egoisti e abbiamo paura della nostra
stessa morte, poiché è un viaggio nell'Ignoto e temiamo quello che non comprendiamo, quello
che non conosciamo. No, la morte non esiste, esiste soltanto la nascita in un'Esistenza
Superiore. Fin dal sorgere di tutte le religioni si insegnava questo: la morte non esiste, esiste
soltanto la nascita in un'Esistenza Superiore. Attraverso innumerevoli generazioni di sacerdoti
il vero insegnamento si è modificato, si è corrotto, fino al punto che essi minacciano con lapaura, con lo zolfo e con le chiacchiere sull'inferno. Fanno tutto questo per aumentare il
proprio potere, dicendo: "Noi siamo i sacerdoti e possediamo le chiavi del paradiso.
Ubbiditeci altrimenti andrete all'inferno". Ma io ho varcato la soglia della morte e sono
tornato, come hanno fatto molti lama. Noi conosciamo la verità. Noi sappiamo che c'è sempre
speranza. Non importa ciò che uno abbia commesso, non importa quanto si senta colpevole, si
deve sempre lottare perché c'è sempre speranza.
1-131 I tibetani che hanno studiato i veri insegnamenti del Buddha non chiedono mai, nelle loro
preghiere, commiserazione o grazie; chiedono soltanto di poter avere giustizia dall'uomo. Un
Essere Supremo, in quanto essenza della giustizia, non può dimostrarsi pietoso con l'uno e
non con l'altro, poiché ciò equivarrebbe a una negazione della giustizia. Noi siamo spiriti
immortali. La nostra preghiera: "Om mani pad-me Hum!" viene spesso tradotta letteralmente"Salute al Gioiello nel Loto". Noi che abbiamo studiato un po' più in profondità, sappiamo
come il suo vero significato sia: "Salute al Super-Io dell'Uomo". La morte non esiste. Come ci
si spoglia dei propri abiti al termine della giornata, così l'anima si spoglia del corpo, quando
quest'ultimo dorme. Come gli abiti vengono gettati via quando sono troppo logori, così
l'anima rinuncia al corpo quando quest'ultimo è consumato o lacero. La morte è nascita.
Morire è semplicemente l'atto di nascere su un altro piano dell'esistenza. L'uomo, o lo spirito
dell'uomo, è eterno. Il corpo è solo la veste temporanea che avvolge lo spirito e che viene
prescelta a seconda del compito cui si è destinati sulla Terra. Le apparenze esteriori non
contano; conta l'anima interiore. Un grande profeta può scendere sulla Terra sotto le spoglie
di un povero - come si può meglio giudicare la carità dell'uomo con l'uomo! - mentre chi ha
peccato in una vita precedente può rinascere ricco, e ciò per accertare se commetterà errori
anche quando non sarà trascinato a ciò dalla miseria. 'La ruota della vita', così noi chiamiamo
il nascere, il vivere in qualche mondo, il morire, il tornare allo stato di spirito e, con il tempo,
il rinascere in circostanze e condizioni diverse. Un uomo può molto soffrire in una delle sue
esistenze, ma ciò non significa necessariamente che abbia peccato in una vita precedente; può
darsi che questo sia il migliore e il più rapido modo di imparare determinate cose.
L'esperienza pratica è un insegnamento migliore del sentito dire! Chi si toglie la vita può
rinascere per vivere gli anni sottratti all'esistenza precedente, ma non ne consegue che tutti
coloro i quali muoiono giovani o da bambini si siano uccisi. La ruota della vita vale per tutti,
mendicanti e re, uomini e donne, gente di colore e bianchi. La Ruota non è che un simbolo,
naturalmente, ma un simbolo tale da chiarire le cose a coloro che non hanno il tempo didedicare lunghi studi all'argomento. Non è possibile spiegare la religione tibetana in uno o
due paragrafi; il Katigyur - o le Scritture tibetane - è composto da oltre cento volumi e anche
in essi il problema non è completamente trattato. Esistono molti libri nascosti in remote
lamaserie e visibili solo agli iniziati.
1-78 Era questa la ragione per la quale mi ero reincarnato, anche se in quel momento non ricordavo
più quali fossero le cose che dovevo nuovamente imparare. Noi tibetani crediamo fermamente
nella reincarnazione. Riteniamo che l'individuo, una volta raggiunto un determinato stadio
progredito dell'evoluzione, possa scegliere se portarsi su un altro piano dell'esistenza, o fare
ritorno sulla Terra per imparare di più o essere di aiuto agli altri. Può accadere che un uomo
savio abbia avuto una determinata missione nella vita, ma sia morto prima di poter completare
la propria opera. In tal caso, così crediamo, può tornare sulla Terra per portare a termine il suocompito, purché il risultato sia di beneficio agli altri. Solo nel caso di pochissime persone era
possibile ricostruire le incarnazioni precedenti; dovevano esservi determinati segni e lo
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impedivano il costo e il tempo necessari. Coloro che, come me, possedevano questi segni,
venivano denominati 'Incarnazioni Viventi' o 'Incarnati'. Da giovani - come era accaduto a me
- venivano assoggettati al trattamento più severo che si potesse concepire, ma erano poi fatti
oggetto di reverenza nell'età adulta.
1-164 (Quando si ha un caso di possibile reincarnazione riconoscibile, nel corpo di un bambino)
Può darsi che un gruppo di lama riesca a riconoscerlo (come accadde nel mio caso) e, in taleeventualità, saranno disponibili alcuni oggetti da lui posseduti nell'altra vita. Questi oggetti,
insieme ad altri dall'aspetto identico, vengono mostrati al ragazzo, ed egli deve riconoscere
tutti quelli, magari anche nove, che gli appartenevano nella precedente esistenza. Dovrebbe
essere in grado di far ciò sin dall'età di tre anni. Si ritiene che a tre anni il bambino sia troppo
giovane per poter essere influenzato dalla descrizione degli oggetti che gli è stata fatta dai
genitori. Se il bambino è ancor più piccolo, tanto meglio. In realtà, se anche i genitori tentano
di suggerirgli come deve comportarsi, la cosa non ha alcuna importanza. Essi non sono
presenti al momento della scelta, il bambino deve scegliere anche nove oggetti su trenta.
Bastano due errori a far sì che la prova venga considerata fallita. Se il bambino riesce, viene
allevato allora come incarnato e la sua educazione viene accelerata. Quando compie sette
anni, si leggono le predizioni sul suo avvenire e, a quell'età, lo si ritiene perfettamente ingrado di capire ciò che viene detto e sottinteso. Basandomi sulla mia esperienza, posso
affermare che capisce senz'altro!
2-43 Una cosa che non ho mai toccato, nonostante tutte le esortazioni di coloro che non conoscono
il Tibet, sono i liquori che ubriacano. Mai, in senso assoluto. Nella nostra fede, non esiste
cosa peggiore di queste bevande inebrianti, nulla di peggio dell'ubriachezza. La consideriamo
il peccato più depravato di tutti, dato che, quando il corpo è gonfio per eccesso di alcol, il
veicolo astrale - la parte più spirituale di ciascuno - viene scacciato dal corpo fisico e lo deve
abbandonare alla mercé di qualsiasi entità che si aggira in cerca di preda. Questa non è l'unica
forma di esistenza; il corpo fisico è semplicemente una particolare manifestazione, quella più
bassa, e più si beve più si nuoce al corpo su altri piani dell'esistenza. Si sa bene che gli
ubriaconi vedono 'elefanti rosa' e cose strane che non trovano riscontro nel mondo fisico. Noi
crediamo che si tratti di manifestazioni di qualche entità diabolica che cerca di arrecare danno
al corpo fisico.
5-94 Diciamo, per esempio, che un ciclo di esistenza umana è di 72.000 anni. Durante questo ciclo,
la persona ritorna continuamente, rinasce in nuovi modi, in corpi differenti. Questi 72.000
anni rappresentano dunque la durata della nostra 'frequenza scolastica'.
5-133 Possiamo chiederci perché veniamo su questa Terra se è per morire, ma il motivo è semplice;
la morte ci innalza, la sofferenza ci innalza, a condizione che essa non sia troppo viva, ed è
bene ricordarsi che, nella maggior parte dei casi (naturalmente vi sono eccezioni), nessun
essere deve subire sofferenze più grandi di quante sono richieste per il suo miglioramento
spirituale.5-104 Le sole cose che importano sono quelle che apprendiamo; porteremo con noi il sapere che
avremo acquisito durante il nostro soggiorno sulla Terra e abbandoneremo il nostro
patrimonio, se ne abbiamo uno, in mano di altri, che lo dilapideranno. Dovremo, di
conseguenza, concentrare il nostro spirito e portare tutti i nostri sforzi sulle sole cose che ci
appartengano in proprio, realmente, ... le cognizioni.
5-70 … mai nessun uomo ha potuto portar con sé un centesimo, una spilla o un fiammifero
bruciato oltre il Fiume della Morte. Tutto ciò che possiamo portar con noi è la somma delle
nostre conoscenze, la nostra esperienza, buona o cattiva, generosa o avara, che saranno
distillate perché non ne rimanga più che l'essenza. E l'uomo che ha vissuto per se stesso sulla
Terra sarà, nell'aldilà, un povero spirito, anche se fu miliardario. … In poche parole, non
possiamo progredire, se non aiutiamo il nostro prossimo. … non dimenticate che occorre'donare per ricevere'.
5-135 …"Regole di Buona Vita". Sono regole fondamentali, assolutamente indispensabili.
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l. Fate agli altri ciò che vorreste fosse fatto a voi stessi.
2.Non giudicate il vostro prossimo.
3.Siate puntuale in tutto ciò che fate.
4.Non discutete di religione e non prendete in giro le credenze altrui.
5.Osservate con fedeltà la vostra religione e date prova della più perfetta tolleranza per le
religioni altrui.6.Astenetevi dal mischiarvi alla 'magia'.
7.Osservate l'astinenza, non prendete né alcol né droghe.
5-154 …in nessun modo, e in nessun momento, dovete tentare di imporre le vostre opinioni e i
vostri gusti agli altri. E' desolante constatare che i vegetariani e i naturisti tentano di imporre
le loro opinioni, spesso estremiste, come se, per mezzo della violenza stessa dei loro
argomenti, volessero convincere se stessi. E' profondamente cattivo usare la persuasione per
obbligare una persona a cambiare strada. … I vegetariani affermano che non dobbiamo
sopprimere la vita. Presto detto, perché un cavolo è un organismo vivente, e se strappiamo un
cavolo dalla terra per mangiarlo, distruggiamo una vita che siamo incapaci di ricreare. …
Allora, ancora una volta, cerchiamo di esser ragionevoli, e mangiamo ciò di cui il nostro
corpo ha bisogno, cioè la carne, poiché l'uomo è un animale carnivoro. Si pretende spesso cheun buon buddista non mangi carne, ma si dimentica che la ragione è semplice: non c'è modo
di comperarla! Il Buddismo è la religione dei paesi estremamente sottosviluppati. Nel Tibet,
per esempio, la carne è un lusso che possono permettersi solo i più ricchi tra i ricchi. Il
popolo si nutre di legumi e di tsampa, e quei legumi stessi sono un lusso! I monaci vivono di
tsampa, non mangiano altro, ma, perché questa brodaglia sembrasse migliore, i fondatori della
religione hanno decretato che era un peccato mangiar carne. Così il popolo, che non ha i
mezzi di procurarsi la carne, si sente più virtuoso in una forzata astinenza! A parere nostro,
molte sciocchezze sono state scritte a questo proposito. Al mangiatore di carne piace il suo
arrosto o la sua cotoletta; libero lui. Se piace al vegetariano sgranocchiare un gambo di
sedano, libero di farlo, a condizione che non cerchi di imporre il suo punto di vista agli altri.
Se vi si domanda la vostra opinione, datela, ma non tentate di imporla a un altro; dopo
aver dato la vostra opinione, non insistete e non parlatene più, poiché ignorate comel'altro abbia organizzato la sua vita.
5-125 Avete certo sentito parlare della 'legge del Karma'. … Il sanscrito è un linguaggio conosciuto
dagli occultisti del mondo intero e, infatti, se uno si serve della parola 'karma', l'altro pensa
immediatamente alla "legge di sottomissione alla concatenazione delle cause". Il karma non è
niente di misterioso, né di pauroso. … è un atto mentale o fisico che genera il bene e il male.
Conoscete il vecchio proverbio: "Chi semina vento raccoglie tempesta". Significa proprio
questo. Se seminate cattive azioni, raccoglierete un cattivo avvenire, in questa vita e nell'altra,
o nella seguente, o in un'altra ancora. Se, nel corso della vostra vita, seminate il bene, se date
prova di bontà e di compassione verso gli infelici, allora, quando verrà il vostro turno diessere infelice, qualcuno, da qualche parte, avrà per voi bontà e compassione.
5-128 Il karma è dunque il processo attraverso il quale contraiamo debiti e li rimborsiamo.
5-127 Esistono persone esenti dalla legge del karma … . Le più alte entità (che chiamiamo 'Avatar')
scendono sulla terra per compiere determinate missioni. … Questo Avatar, o Essere
Avanzato, verrà spesso a vivere quaggiù per dare un esempio di povertà, per dimostrare come
si debba esser pietosi, malgrado un'apparente immunità dalla sofferenza. Niente potrebbe
esser più falso di quest'immunità, perché l'Avatar, essendo di un'essenza più pura, soffre ancor
più intensamente. L'Avatar non è nato perché deve esistere, e non viene al mondo in modo da
poter vivere il suo karma. Egli viene sulla Terra come un'anima incarnata, la sua nascita
avviene per libera scelta; talvolta anche non nasce, ma adotta il corpo di qualcun altro.
5-128 Il Cristo non ha mai insegnato la sofferenza, la dannazione eterna. Il Cristo ripeteva che, seuna persona si pentiva e voleva emendarsi, sarebbe stata salvata, e avrebbe avuto una nuova
opportunità di riscattarsi, e poi ancora un'altra. … L'uomo, la donna, il bambino, devono
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pagare tutto sulla Terra; solo l'Avatar è esente dalle leggi del karma. Di conseguenza, coloro
che non sono Avatar farebbero bene a sorvegliarsi ed a condurre una buona vita per accorciare
il loro soggiorno sulla Terra, poiché ci sono delle possibilità di vita assai migliori su altri
pianeti e altri livelli di esistenza.
5-43 E' stato provato che due oggetti non possono occupare il medesimo spazio. Questo èesatto se si considerano dei mattoni, dei metalli, dei pezzi di legno, ma, se gli oggetti
hanno vibrazioni differenti, o se lo spazio fra i loro atomi, i loro neutroni e i loro protoniè abbastanza largo, un altro oggetto può occupare con facilità quello spazio libero.
5-44 Il corpo umano, formato di molecole, contiene anche altri corpi sottili, spirituali, che
chiamiamo corpi astrali. La loro composizione è la stessa di quella del corpo fisico, nel senso
che essi sono formati da molecole. Esse sono, però, molto meno dense, cosicché è
perfettamente possibile, per un corpo astrale, situarsi in un corpo fisico, senza che uno dei due
occupi lo spazio necessario all'altro. … Non possiamo qui entrare troppo in dettagli,
accorrerebbero dei volumi, ma è importante far osservare che esiste un certo numero di 'corpi
spirituali'. In questo momento, ci occupiamo del corpo di carne e del corpo astrale.Nella
nostra attuale forma di evoluzione, esistono nove corpi, ognuno dei quali è legatoall'altro dalla corda d'argento … L'uomo è, dunque, uno spirito rinchiuso provvisoriamente
in un corpo di carne e ossa, per poter scoprire e vivere esperienze impossibili a uno spirito
senza corpo. L'uomo carnale è governato dal Super-Io. Alcuni preferiscono parlare d'anima,
ma noi useremo il termine Super-Io, perché l'anima è un'altra cosa, ed è situata a un livello
molto più alto. Il Super-Io è il controllore e il manovratore del corpo. Il cervello umano è un
relais, un centralino telefonico, un'officina perfettamente automatizzata, se preferite. Esso
riceve i messaggi del Super-Io e trasforma i suoi comandamenti in azioni chimiche o fisiche
che mantengono il meccanismo in stato di movimento (il corpo in vita), facendo funzionare i
muscoli e il processo mentale. Rinvia anche al Super-Io i messaggi e le impressioni raccolte
dal corpo.1-229 Esistono tre corpi fondamentali: il corpo fisico, nel quale lo spirito può imparare le dure
lezioni della vita, il corpo etereo, o "corpo magnetico", formato da ciascuno di noi con le
nostre lussurie, con i nostri desideri sfrenati e con le violente passioni di vario genere e infine
il terzo corpo, quello spirituale, l'"anima immortale". Così crede la nostra religione lamaistica;
ma non necessariamente l'ortodossa religione buddistica. L'individuo, morendo, deve passare
attraverso tre stadi: il suo corpo fisico va eliminato, il doppio etereo va dissolto, e lo spirito va
aiutato a percorrere la via fino al mondo dello spirito. Anche gli antichi egiziani credevano nel
doppio etereo, nelle guide dei morti e nel mondo dello spirito. Nel Tibet noi aiutavamo gli
individui prima della morte. L'adepto non ha alcuna necessità di tale assistenza, ma l'uomo o
la donna comuni, o i trappa (cioè i novizi), debbono essere guidati lungo l'intera via.
1-227 (Quando si muore) a poco a poco lo spirito si ritrae e si esteriorizza fuori del corpo fisico. Lo
spirito assume esattamente la stessa forma dei "veicolo" e appare in modo assai limpido al
chiaroveggente. Nel momento della morte, il legame che unisce le entità fisica e spirituale (la
"Corda d'Argento" della Bibbia) si assottiglia e si stacca, e lo spirito si allontana. La morte è
allora avvenuta. Ma è avvenuta anche la nascita in una nuova vita, poiché la "corda" è simile
al cordone ombelicale che viene tagliato per dare inizio all'esistenza indipendente di un
neonato. Nel momento della morte il bagliore della forza vitale si estingue intorno al capo.
Anche questo bagliore e visibile a un chiaroveggente, e la Bibbia cristiana lo denomina "la
Coppa d'Oro". Non essendo io cristiano, la Bibbia non mi è familiare, ma ritengo che
contenga queste parole: "Affinché la Corda d'Argento non venga troncata e la Coppa d'Oro
non vada in pezzi". Tre giorni, noi crediamo, sono il periodo di tempo necessario affinché uncorpo muoia, affinché ogni attività fisica cessi, e lo spirito - o anima, o Io - si liberi
completamente dell'involucro materiale. Riteniamo che esista un "doppio" etereo, formatosi
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durante la vita del corpo. Questo "doppio" può divenire un fantasma. Probabilmente, è
accaduto a tutti di fissare una luce intensa, di distogliere lo sguardo e di continuare a vedere,
in apparenza, la luce. Noi pensiamo che la vita sia elettricità, un campo di forza, e che il
doppio etereo, il quale rimane dopo la morte, sia analogo alla luce che si continua a vedere
dopo aver fissato un'intensa sorgente luminosa, vale a dire, in termini di elettricità, simile a un
intenso campo magnetico residuo. Se il corpo ha valide ragioni per avvinghiarsi alla vita, siha, allora, un intenso doppio etereo che dà luogo a un fantasma e appare insistentemente negli
ambienti a esso familiari. L'avaro può essere talmente attaccato ai sacchetti del suo denaro, da
concentrarsi esclusivamente su di essi. Morendo, con ogni probabilità, sarà posseduto soltanto
dal terrore per quanto concerne la sorte del denaro e pertanto, nel momento del trapasso, il suo
doppio etereo diverrà più intenso. Il fortunato erede dei sacchetti colmi di denaro può provare
una certa inquietudine nelle ore piccole della notte. Può avere l'impressione che il "vecchio tal
dei tali" stia "dando di nuovo la caccia al suo denaro". Sì, ha ragione: il vecchio tal dei tali, o
meglio il suo fantasma, è, con ogni probabilità, molto irritato, non potendo afferrare le monete
con le mani (immateriali)!
4-26 “Signore!”, dissi alla mia Guida quando fummo soli, “perché questo è ‘il Mondo
dell’Illusione’” Mi guardò, sorridendo. “Ebbene”, rispose, “che cosa esiste realmente? Tu
tocchi questo muro e il tuo dito viene fermato dalla pietra. Perciò, secondo il tuo
ragionamento, il muro è una cosa solida, impenetrabile. Dalle finestre vedi le catene montuose
dell’Himalaya, salde come la spina dorsale della Terra. Eppure uno spettro, o tu stesso nella
tua forma astrale, potete muovervi liberamente attraverso la roccia delle montagne, come
nell’aria”.
4-27 “Questo è il Mondo dell’Illusione“ disse la mia Guida “ed è per questo che chiediamo alle
anime di ascoltarci, perché solo esse sono nel Mondo della Realtà. Diciamo, come ben sai,
'Ascoltate le Voci delle nostre Anime', non diciamo 'Ascoltate le nostre Voci Fisiche'. …Come ti spiegherò più tardi, le persone che non hanno raggiunto uno stadio d’evoluzione
sufficiente devono, prima di tutto avere una fede che le sostenga, che faccia loro sentire di
essere sotto la protezione di un Padre o di una Madre benevoli. Soltanto quando si è raggiunto
un grado d’evoluzione appropriato si può accettare quello che sto per spiegarti“. … “Noi
siamo creature dello Spirito,” disse “siamo come delle cariche elettriche dotate d’intelligenza.
Questo mondo, questa vita, è l’inferno, è il luogo di prova dove il nostro Spirito viene
purificato, per mezzo della sofferenza che ci costa l’imparare a controllare il nostro corpo
materiale grossolano. Come una marionetta è controllata da corde manipolate dal burattinaio,
così il nostro corpo materiale è controllato dalle corde di una forza elettrica dal nostro Io-
superiore, il nostro Spirito. Un bravo burattinaio riesce a dare l’illusione che le marionette di
legno siano vive, che agiscano per loro volontà propria. Nello stesso modo noi, fino a quandonon veniamo a saperne di più, pensiamo che il nostro corpo materiale sia l’unica cosa che
abbia importanza. Nell’atmosfera della Terra, che tende a soffocare lo spirito, dimentichiamo
l’Anima che ci controlla veramente, pensiamo di agire per nostra libera volontà e di dover
rendere conto solo alla ‘coscienza’. Così, Lobsang, abbiamo la prima Illusione, l’illusione che
la marionetta, il corpo materiale, sia l’unico che conta”. … “Signore!” dissi “dove sono i fili
della mia forza elettrica? Non riesco a vedere niente, che mi colleghi all’Io-superiore!”. Si
mise a ridere e mi rispose: “ … Hai dimenticato la Corda d’Argento, quel fascio di forza
elettrica che collega te - come sei qui - con la tua anima? Veramente, Lobsang, tu sei nel
Mondo dell’Illusione!”. Mi sentii arrossire. Naturalmente sapevo cosa fosse il Cordone
d’Argento, quel cordone di luce azzurrognola che collega il corpo materiale al corpo
spirituale. Molte volte, durante i viaggi astrali, avevo visto il Cordone, che scintillava epulsava di luce e di vita. Era come il cordone ombelicale che unisce la madre al neonato,
soltanto che il ‘bambino’, che era il corpo fisico, non avrebbe potuto esistere neanche per un
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momento, se il Cordone d’Argento fosse stato reciso. Alzai lo sguardo, la mia Guida era
pronta a continuare dopo l’interruzione. “Quando siamo nel mondo materiale, siamo portati a
pensare che solo il mondo materiale sia importante. Questo è uno dei meccanismi di sicurezza
che l’Io-superiore mette in atto: se ci ricordassimo del Mondo dello Spirito con la sua felicità
riusciremmo a rimanere qui soltanto per uno sforzo di volontà fortissimo. Se ci ricordassimo
delle vite passate, quando, forse, siamo stati più importanti che in questa vita, non avremmol’umiltà necessaria … ).
4-61 … siamo come marionette, marionette, fatte di molecole vibranti circondate da una carica
elettrica. Il nostro Io-superiore vibra a una velocità di molto superiore e ha una carica
elettrica molto più grande. Vi è un preciso rapporto tra le due velocità di vibrazione. Il
processo di comunicazione tra ognuno di noi sulla Terra e il suo Io-superiore, ovunque si
trovi, può essere paragonato al processo di trasmissione delle onde radio attraverso gli oceani
e i continenti, per cui una persona che si trova in un paese può comunicare con un’altra
persona in un paese distante. Il nostro cervello assomiglia a un ricevitore radio, in quanto
riceve i messaggi, gli ordini e le istruzioni dell’Io-superiore ad ‘alta frequenza’ e li trasforma
in impulsi a bassa frequenza che controllano le nostre azioni. Il cervello è il sistema elettro-
meccanico-chimico che ci rende utili sulla Terra. Delle reazioni chimiche, bloccando forseuna parte del messaggio, fanno funzionare il nostro cervello in maniera imperfetta, perché
raramente, sulla Terra, riceviamo il messaggio esatto trasmesso dall’Io-superiore. La Mente
ha una capacità d’azione limitata, senza l’apporto dell’Io-superiore. La Mente riesce ad
accettare certe responsabilità, a formare certe opinioni, e tenta di stabilire un collegamento tra
le condizioni ‘ideali’ dell’Io-superiore e le difficili condizioni esistenti sulla Terra”.
5-14 Il cervello non è altro che un ricevitore dei messaggi del Super-Io, come pure un'emittente
capace a sua volta di trasmettere dei messaggi al Super-Io, come se avesse imparato delle
lezioni. Questi messaggi vengono emessi tramite la 'corda d'argento', cioè una massa di
molecole ad alta frequenza che vibrano e gravitano a gran velocità, per mettere in contatto il
corpo umano col Super-Io. Il corpo che vive sulla Terra è, in un certo senso, un veicoloteleguidato. Il Super-Io funziona da conducente. Noi siamo simili a quelle macchinette che un
bambino fa avanzare, retrocedere e girare premendo un bottone, all'estremità di un filo; infatti
il Super-Io, che non può scendere sulla Terra, vi manda il suo corpo. Tutto ciò che viviamo,
tutto ciò che facciamo o pensiamo, tutto ciò che impariamo, viene inviato là sopra, per essere
immagazzinato nella memoria del Super-Io. Gli esseri molto intelligenti, che sono 'ispirati',
ricevono spesso un messaggio diretto - cosciente - del Super-Io, per mezzo della corda
d'argento. Leonardo da Vinci fu uno di quelli che rimasero continuamente a contatto del
Super-Io, e fu infatti un genio, in tutto ciò che intraprese. I grandi artisti, i grandi musicisti,
comunicano col loro Super-Io e compongono poi, per 'ispirazione', della musica o dei quadri
che sono stati loro più o meno dettati dalle Potenze che ci governano. La corda d'argento ci
lega al nostro Super-Io come il cordone ombelicale lega il bambino alla madre. Questocordone è estremamente complesso, ma, paragonato alla corda d'argento, non è che un pezzo
di spago. La corda è una massa di molecole che gravitano su frequenze molto alte e molto
varie; essa è intangibile e le sue molecole son troppo distanziate per poter esser viste
dall'occhio umano. Molti animali le vedono … le bestie possono vedere la corda d'argento e
l'aura, perché esse vibrano a una frequenza che la vista degli animali può percepire. Con un
po' di esercizio, sarebbe facile, per un uomo, allargare il suo raggio di ricettività, allo stesso
modo come un essere debole può, a forza di esercizi, riuscire a sollevare un peso che supera le
sue normali capacità fisiche. La corda d'argento è una massa di molecole, di vibrazioni assai
simili a quelle della fascia d'onde che, rimbalzando sulla superficie del nostro satellite, ha
permesso agli scienziati di misurare la distanza tra la Terra e la Luna. Con questo stesso
sistema, il Super-Io comunica col corpo sulla Terra. Niente di ciò che facciamo è ignorato dalSuper-Io. Gli individui, se sono sulla 'dritta via', si sforzano di spiritualizzarsi. Aspirando alla
spiritualità, essi cercano di accrescere il loro tasso di vibrazioni sulla Terra e, per mezzo della
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corda d'argento, di accrescere quelle del Super-Io. Il Super-Io fa scendere una parte di sé nel
corpo umano, per consentirgli di apprendere. Ogni buona azione accresce il nostro tasso di
vibrazioni astrale e terrestre, ma se facciamo un torto a qualcuno, le nostre vibrazioni
spirituali diminuiscono. Cosicché ogni cattiva azione ci fa scendere di uno scalino nella nostra
evoluzione, come ogni buona azione ci fa progredire. … Molta gente non riesce a capire
perché è incapace di comunicare coscientemente col suo Super-Io. Questo è molto difficile, erichiede un lungo esercizio.
5-74 Se dormite su un problema, esso verrà di nuovo sottoposto al vostro Super-Io, che è molto più
comprensivo di voi, perché il Super-Io è un entità immensa, che sta accanto al corpo umano.
Se il vostro Super-Io, o anche semplicemente il vostro subconscio, ha la possibilità di studiare
il problema e trova una soluzione, essa sarà trasmessa al vostro cosciente, registrata dalla
memoria, cosicché, al vostro risveglio, sarete stupefatto e incantato di aver le chiavi del
problema, e la soluzione di ciò che vi turbava.
3-125 "Nella maggior parte delle religioni si crede che ciascuna persona abbia un angelo custode o
qualcuno che la sorvegli. Anche questo è vero, ma l'angelo custode siamo noi stessi, l'alter-
ego, l'alter-ego che si trova sulla parte opposta della vita. Pochissime persone possono vederequesto angelo, questo loro custode, mentre stanno sulla Terra, ma coloro che possono sono in
grado di descriverlo dettagliatamente. Questo custode (dobbiamo dargli un nome, quindi
chiamiamolo custode) non ha un corpo fisico, come lo abbiamo noi sulla Terra. Ha
un'apparenza spettrale; a volte un chiaroveggente lo vedrà come una scintillante figura
azzurra, più grande del normale e collegata con il corpo fisico da quella che è nota come
Corda d'Argento, quella Corda che palpita e luccica di vita, mentre trasmette messaggi
dall'uno all'altro. Questo custode non possiede corpo, come quello esistente sulla Terra,
eppure è sempre in grado di compiere ciò che il corpo terrestre può fare, senza contare che
esso può fare molte più cose ancora, che il corpo terrestre non riesce a fare. Per esempio, il
custode può recarsi in un baleno in qualsiasi parte del mondo. E' il custode che viaggia nella
sfera astrale e ritrasmette al corpo attraverso la Corda d'Argento quanto occorre. Quandopregate, vi rivolgete a voi stessi, al vostro alter-ego, al vostro Super-Io. Se sapessimo
esattamente come pregare, invieremmo quella preghiera attraverso la Corda d'Argento, perché
la linea telefonica di cui ci serviamo è davvero una specie di strumento molto difettoso, e noi
dobbiamo ripeterci, allo scopo di assicurarci che il messaggio giunga a destinazione. Sicché,
quando pregate, fatelo come parlereste tramite una linea interurbana molto distante, parlate
con assoluta chiarezza e pensate effettivamente a quanto state dicendo. Il difetto, debbo
aggiungere, sta qui con noi su questo mondo, sta con il corpo imperfetto che possediamo su
questo mondo, la colpa non è del nostro custode. Pregate usando un linguaggio semplice,
assicurandovi che le vostre richieste siano sempre positive e mai negative. Avendo concepito
che la vostra preghiera sia assolutamente positiva e assolutamente esente da qualsiasi
eventualità di fraintendimento, ripetete quella preghiera almeno tre volte. Facciamo unesempio: supponendo che abbiate una persona che è malata e che soffra, e che vogliate farci
qualcosa; dovete pregare per il sollievo delle sofferenze di quella persona. Dovete pregare tre
volte, ogni volta pronunciando esattamente la stessa cosa. Dovete raffigurarvi quella figura
indistinta, quella figura inconsistente, che, di fatto, si reca nella casa dell'altra persona,
seguendo il percorso che voi stessi seguireste, entrando nella casa, poggiando le mani su
quella persona ed effettuando così una guarigione. … ripetete questo quante volte è necessario
e, se credete veramente, ci sarà allora un miglioramento. Per quanto riguarda una guarigione
completa, ebbene, se una persona subisce l'amputazione di una gamba, nessuna preghiera
gliela restituirà. Ma se una persona è affetta da cancro o da una grave malattia, questa può
essere arrestata. E' logico che, minore è la gravità del disturbo, più facile è effettuare la
guarigione. Tutti sono a conoscenza dei documenti che parlano di guarigioni miracoloseavutesi in tutto il corso della storia del mondo. Lourdes e molti altri luoghi sono celebri per le
loro guarigioni, guarigioni che sono state compiute dall'alter-ego, dal custode della persona
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interessata, in concomitanza con la fama della località. Per esempio, Lourdes è nota in tutto il
mondo come un luogo di guarigioni miracolose, perciò la gente vi si reca avendo piena
fiducia che sarà guarita, e spesso quella fiducia viene trasmessa al custode di quella persona,
motivo per cui una guarigione si effettua con estrema facilità. Alcuni sono convinti che sia un
angelo o un santo, oppure qualche antica reliquia di un santo, a compiere la guarigione,
mentre in realtà ciascuno cura se stesso e, qualora un guaritore si metta in contatto con unapersona malata con l'intento di guarirla, allora una guarigione viene effettuata soltanto
attraverso il custode di quella persona malata. …
3-127 Allora pregate, appartandovi nella vostra stanza riservata, ad esempio nella vostra camera da
letto. Dovete mettervi nella posizione più rilassata che riuscite a trovare, preferibilmente con i
piedi uniti e le dita allacciate, non nel consueto atteggiamento della preghiera, bensì con le
dita concatenate. In quel modo mantenete e ampliate il circuito magnetico del corpo, mentre
l'aura diviene più forte e la Corda d'Argento è in grado di trasmettere messaggi con maggior
precisione. Allora, avendo assunto la posizione giusta e la giusta disposizione d'animo, dovete
pregare. … Poi, per qualche istante, rimanete nella vostra posizione rilassata e raffiguratevi
voi stessi avvolti nella sagoma indistinta del vostro corpo. … Ripeto, se credete, otterrete dei
risultati. Permettete tuttavia che vi dia un avvertimento molto importante. In questo modo nonpotete accrescere le vostre ricchezze. Nelle scienze occulte esiste un'antichissima legge che
impedisce a una persona di trarre profitto dalle preghiere per guadagno personale. Non potete
farlo per voi stessi, a meno che non serva per aiutare gli altri e a meno che non siate
sinceramente convinti che servirà per aiutare gli altri. … Io vi dico che, se usate il potere della
preghiera nel modo giusto, senza pensare di approfittarne, senza pensare ad autoesaltarvi,
allora voi avrete messo sotto controllo uno dei più grandi poteri della Terra, una forza
talmente grande che, nel caso in cui solo poche persone sincere si raccogliessero insieme e
pregassero per la pace, allora la pace verrebbe, mentre le guerre e le intenzioni di fare le
guerre sparirebbero.
5-131 Ma ciò che viene chiamato 'morte' non permette più alcuna comunicazione. Senza dubbio voi
pensate che 'i morti' siano fuori dalla nostra portata. Come vi sbagliate! Noi siamo in grado di
rivelarvi che esistono attualmente scienziati, nei vari rami scientifici del mondo, che lavorano
per mettere a punto uno strumento che possa permetterei di comunicare con quelli che
chiameremo, in mancanza di un vocabolo più adatto, 'spiriti disincarnati'. Questo non è un
sogno, né una favola, ma un'informazione che ha cominciato a divulgarsi già parecchi anni fa
e, secondo i più recenti rapporti scientifici, si può sperare che la notizia venga presto resa di
pubblico dominio e lo strumento sia messo a disposizione di tutti. (da quando è stato scritto il
libro, lo strumento è rimasto, per caso, un'esclusiva dei servizi segreti e/o dei militari?) …
Dopo la morte del cervello, gli altri organi, privati dei comandi e delle direttive del cervello,
cessano a loro volta di funzionare, e diventano simili a una macchina abbandonata dal suoconducente. … Dopo circa tre giorni, il corpo astrale avrà infine lasciato definitivamente il
corpo fisico. La corda d'argento, che funziona in qualche modo da ancora con il corpo fisico,
si avvizzisce, si dissecca, proprio come il cordone ombelicale di un bambino, dopo che è stato
tagliato per separare il bambino dalla madre. Per tre giorni, il corpo astrale rimane più o meno
in contatto col corpo fisico, che già si decompone.
5-132 … nel momento stesso della morte un chiaroveggente può vedere un'ombra emergere dal
veicolo fisico e galleggiare, come una bruma argentea, fino a venire ad allungarsi proprio al di
sopra del morto. Durante i tre giorni che seguono, la corda d'argento, che lega i due corpi
diventa scura, poi diventa nera nel punto dove penetra nel corpo fisico. Si ha allora
l'impressione di vedere una polvere nera intorno a quella parte della corda. Essa si stacca,
infine, e la forma astrale è libera di elevarsi, per nascere alla sua vita nell'astrale. Ma, prima ditutto, deve contemplare il corpo nel quale abitava. Spesso, la forma astrale accompagna il
carro funebre al cimitero e assiste al funerale. Non ne prova nessun dolore e non ne rimarrà
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sconvolta, perché l'astrale, per una persona che non sia preparata, è uno stato di choc. Il corpo
astrale seguirà allora la bara un po' come l'aquilone segue il ragazzo che ne tiene il filo. Ben
presto, però, il filo si rompe; la corda d'argento - che non è più d'argento - ricade, e il corpo
astrale è infine libero di salire, di elevarsi e di prepararsi a una seconda morte. Questa seconda
morte è indolore, assolutamente indolore. Prima della seconda morte, la persona deve andare
nella Sala della Memoria e vedere tutto ciò che le è accaduto durante la vita. Si viene giudicatida se stessi, e non c'è giudice più severo. Quando ci si vede spogliati di tutte le piccole vanità
meschine, di tutti i falsi valori che ci erano cari sulla Terra, ci si accorge spesso che, malgrado
tutti i denari che si son lasciati alle proprie spalle, malgrado i titoli e le posizioni importanti,
non si era poi così grandi, dopo tutto. Molto spesso il più umile, il più povero di denaro si
giudica molto più favorevolmente. Dopo esservi visto nella Sala della Memoria, passate in
quella parte dell' 'altro mondo' che sembra più adatta a voi. Credeteci, non andrete all'inferno,
vi stiamo dicendo che l'inferno è sulla terra, e che è la nostra scuola! Se si piangono troppo
coloro che son passati nell'aldilà, si causano loro delle sofferenze, perché essi si sentono
attratti a forza verso la Terra.
5-133 Consideriamo ora l'OM. Se siamo capaci di pronunciare le parole 'Om Mani Padme Hum' in
un certo modo e di ripeterle per qualche minuto, possiamo scatenare una vibrazione di unaforza fantastica. Ricordatevi, allora, che i nomi posseggono una grande potenza, e che coloro
che sono passati nell'aldilà non devono esser chiamati a casaccio, il loro nome non deve esser
pronunciato nel dolore, perché con che diritto dobbiamo farli soffrire col nostro dispiacere?
Hanno già sofferto abbastanza!
3-65 All'esterno della caserma sostavano tre carri per il trasporto di truppe. Non ci crederete, ma
quaranta soldati, e io con loro, ci ammassammo in uno di essi; i rimanenti si arrampicarono a
bordo degli altri due veicoli e partimmo, sobbalzando pericolosamente lungo la strada che
portava alla stazione. Stavamo talmente pigiati che a malapena riuscivo a respirare. L'autista
del nostro carro sembrava ammattito, nel sorpassare di molto gli altri due. Guidava come se
tutti i diavoli del comunismo gli fossero alle calcagna. Nella parte posteriore ondeggiavamo e
venivamo sballottati, obbligati a stare tutti in piedi perché non c'era spazio per sederci.
Carambolammo giù per la strada a velocità pazzesca, si udì lo stridio acuto dei freni
schiacciati troppo bruscamente e il carro slittò di sbieco. Il fianco di fronte a me si squarciò in
una pioggia di scintille, nell'attimo in cui entravamo in collisione con un massiccio muro di
pietra. Grida, urla e bestemmie, un vero e proprio mare di sangue, poi mi trovai a volare
attraverso l'aria. Volai e riuscii a vedere sotto di me il carro fracassato, ormai in preda alla
furia del fuoco. Una sensazione di caduta, uno schianto rovinoso e il buio. "Lobsang!" chiamò
una voce prediletta, la voce della mia Guida, il Lama Mingyar Dondup "Stai molto male,
Lobsang, il tuo corpo è ancora sulla Terra, ma sei qui con noi in un mondo al di là di quello
astrale. Stiamo cercando di aiutarti, perché il tuo compito sulla Terra non è finito". MingyarDondup? Assurdo! Era stato ucciso a tradimento dai comunisti quando stava tentando di
negoziare un accomodamento pacifico nel Tibet. Avevo visto le spaventose ferite infertegli
quando fu pugnalato alla schiena. Beninteso lo avevo incontrato diverse volte, da quando era
partito per i Campi Celesti. La luce colpì i miei occhi chiusi. Credetti di essere di nuovo di
fronte a quella parete della Lubianka e che i soldati mi colpissero di nuovo in mezzo alle
spalle con le canne dei loro fucili. Ma questa luce era diversa, non faceva male agli occhi;
doveva essersi trattato di una associazione di idee, pensai stupidamente. "Lobsang, apri gli
occhi e guardami!" La voce gentile della mia Guida mi riempì di calore e trasmise un brivido
di piacere in tutto il mio essere. Aprii gli occhi e mi guardai intorno. Scorsi il Lama chino su
di me. Aveva un aspetto migliore di quello che gli avevo mai visto sulla Terra. Il suo volto
sembrava senza età, la sua aura presentava i colori più puri, senza traccia delle passioni degliabitanti della Terra. La sua veste color zafferano era fatta di una materia che non apparteneva
alla Terra, rifulgeva concretamente come se fosse pervasa di vita propria. Mi sorrise e disse:
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"Mio povero Lobsang, la crudeltà dell'uomo verso i suoi simili nel tuo caso è stata veramente
esemplificata, poiché tu sei sopravvissuto a ciò che avrebbe ucciso chiunque altro svariate
volte. Tu sei qui per riposarti, Lobsang. Per riposarti in quella che chiamano la 'Terra della
Luce Dorata'. Qui ci troviamo al di là della fase della reincarnazione. Qui operiamo per
aiutare gli abitanti di molti altri mondi, non solamente di quello chiamato Terra. La tua anima
è contusa e il tuo corpo gravemente danneggiato. Dobbiamo rappezzarti, Lobsang, perché ilcompito deve essere portato a termine e non c'è nessuno che ti potrebbe sostituire. Diedi
un'occhiata intorno a me e constatai che mi trovavo in quello che in apparenza era un
ospedale. Dal punto in cui ero potevo scorgere fuori un terreno erboso con zone alberate,
potevo vedere da lontano animali che pascolavano o che si trastullavano. A quanto pareva
c'erano daini e leoni, e tutti quegli animali che sulla Terra non potevano vivere pacificamente
insieme, lì erano amici, che facevano capriole come membri di un'unica famiglia. Una lingua
ruvida mi leccò la mano destra, che pendeva inerte dal bordo del letto. Girati gli occhi, vidi
Sha-Lu, l'enorme gatto guardiano del Chakpori, uno dei miei primi amici. Mi strizzò l'occhio
e sentii che mi veniva la pelle d'oca dappertutto, mentre mi diceva: "Lobsang, amico mio,
sono lieto di vederti di nuovo, anche se è per poco. Tu dovrai tornare sulla Terra per un po',
dopo che sarai andato via di qui, poi, nel giro di pochi anni, tornerai fra noi per sempre. Ungatto parlante? Il linguaggio telepatico del gatto lo conoscevo bene e lo capivo in pieno, ma
questo gatto qui proferiva veramente le parole, non trasmetteva semplicemente dei messaggi
telepatici. Un rumore di risa soffocate mi fece alzare gli occhi verso la mia Guida, il Lama
Mingyar Dondup. Si stava divertendo sul serio - alle mie spalle - pensai. Avvertii di nuovo un
formicolio alla testa; Sha-lu stava dritto sulle zampe posteriori, con i gomiti appoggiati a
fianco a me. Lui e il Lama guardarono verso di me, poi tra di loro; ridendo entrambi.
Ridevano entrambi, lo giuro! "Lobsang," disse la mia Guida "tu sai che la morte non esiste, tu
sai che al momento di lasciare la Terra, a seguito della cosiddetta 'morte', l'Io si dirige verso
quel livello in cui lui o lei riposano per un po', prima di reincarnarsi in un corpo che offrirà le
occasioni per apprendere altre lezioni e per progredire sempre di più in alto. Qui ci troviamo a
un livello da cui non c'è reincarnazione. Noi viviamo qui, come tu ora ci vedi, in armonia, in
pace e con la facoltà di recarci ovunque e in qualunque momento per mezzo di quello che tu
definiresti 'viaggio super-astrale'. Qui gli animali e gli esseri umani, nonché altre specie,
discorrono per mezzo sia della favella che della telepatia. Ci serviamo della parola da vicino,
della telepatia da lontano". Potevo sentire a distanza una musica dolce, una musica che
riuscivo a capire perfino io. … Da una parte all'altra i luminosi colori del cielo passavano
veloci e fluttuavano come per accompagnare la musica. Qui, in questo magnifico paesaggio, il
verde era più verde e l'acqua più azzurra. Qui nessuna malattia contorceva gli alberi, né le
foglie appassivano per il carbonchio. Qui c'era soltanto la perfe zione. Perfezione? Allora, che
ci stavo a fare qui? Ero penosamente molto lungi dall'essere perfetto, come ben sapevo. "Hai
combattuto una bella battaglia, Lobsang, e ti trovi qui in vacanza e per ricevereincoraggiamento, avendone diritto per via dei risultati ottenuti". La mia Guida, mentre
parlava, sorrideva con benevolenza. Mi appoggia all'indietro, poi saltai in piedi per lo
spavento: "Il mio corpo, dove è il mio corpo terrestre?" "Calma, Lobsang, calma." rispose il
Lama "Riposati e ti faremo vedere di più quando avrai più forza". Lentamente la luce della
stanza si affievolì, da un color oro in una nebbia violacea riposante. Avvertii una mano fresca
e forte sulla mia fronte e una zampa morbida e pelosa appoggiata sulla palma della mia mano
destra, poi più nulla. Sognai che ero di nuovo sulla Terra. Guardai in basso, privo di
emozioni, mentre i soldati russi setacciavano attentamente fra i rottami dell'autocarro,
estraendo cadaveri bruciati e mutilati. Vidi un uomo guardare in alto e puntare il dito. Le teste
si alzarono, in risposta ai suoi cenni, e mi misi a guardare anch'io. Era il mio corpo fracassato,
pencolante sulla sommità di un alto muro. Il sangue mi scorreva dalla bocca e dal naso.Osservai, mentre il mio corpo veniva rimosso dal muro e messo in un'ambulanza. Mentre
l'autovettura si dirigeva verso l'ospedale, mi librai in alto e vidi tutto. La mia Corda d'Argento
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era intatta, notai; splendeva come le nebbie azzurre del mattino nelle valli. I portaferiti russi
tirarono fuori la barella senza una particolare attenzione. Procedendo a sobbalzi, la portarono
dentro una sala operatoria e fecero ruzzolare il mio corpo su un tavolo. Le infermiere
tagliarono via i miei vestiti macchiati di sangue e li gettarono nel bidone dei rifiuti. Fecero le
fotografie con un apparecchio radiografico e vidi che avevo tre costole rotte, una delle quali
mi aveva perforato il polmone sinistro. Il mio braccio sinistro era rotto in due punti, mentre lamia gamba sinistra si era rotta di nuovo al ginocchio e alla caviglia. La punta spezzata della
baionetta di un soldato mi era penetrata nella spalla sinistra, mancando per un pelo un'arteria
vitale. Le chirurghe sospirarono rumorosamente, non sapendo dove cominciare. Mi sembrava
di galleggiare sopra il tavolo operatorio, osservando, chiedendomi se la loro abilità sarebbe
stata all'altezza di rattopparmi. Un leggero strattone alla mia Corda d'Argento e mi trovai a
librarmi attraverso il soffitto, a vedere, passando, i degenti nei loro letti, nelle corsie
soprastanti. Mi spostai lentamente in alto e via, fuori nello spazio, fuori fra le stelle infinite, al
di là dell'astrale, attraverso un livello eterico dietro l'altro, finché non giunsi di nuovo alla
'Terra della Luce Dorata'. Sussultai, cercando di scrutare attraverso la nebbia color porpora.
"E' tornato." disse una voce gentile e le nebbie si dissolsero, facendo di nuovo posto alla
magnifica Luce. La mia Guida, il Lama Mingyar Dondup, era in piedi accanto a me,guardando in basso. Sha-lu era sdraiato sul letto accanto a me, ronfando sommessamente.
Nella stanza c'erano altri due Nobili Personaggi. Quando li vidi, stavano guardando fuori dalla
finestra la gente che andava e veniva parecchi metri più sotto. Essendo restato senza fiato per
la sorpresa, si voltarono e mi sorrisero: "Sei stato male così gravemente" disse uno "che
temevamo che il tuo corpo non avrebbe resistito". L'altro, che io conoscevo bene, nonostante
la posizione elevata che aveva occupato sulla Terra, prese le mie mani fra le sue: "Tu hai
sofferto troppo, Lobsang. Il mondo è stato troppo crudele con te. Ne abbiamo discusso e
abbiamo l'impressione che forse ti piacerebbe ritirarti. Se tu proseguissi, per te ci sarebbe
molta più sofferenza. Puoi abbandonare il tuo corpo in questo istante e rimanere qui per
l'eternità. Preferiresti fare così?" Il cuore mi balzò nel petto. La pace dopo tutte le mie
sofferenze. Sofferenze che, se non fosse stato per il mio addestramento duro e particolare,
avrebbero posto fine alla mia vita da diversi anni. Un addestramento speciale. Sì, a quale
scopo? Affinché potessi vedere l'aura della gente, affinché potessi ispirare l'idea di indirizzare
la ricerca nel campo dell'aura. Se invece mi arrendevo, chi avrebbe continuato il compito? "Il
mondo è stato troppo crudele con te. Non ti sarà addossata nessuna responsabilità, se rinunci".
Dovevo rifletterci bene. Nessuna responsabilità, da parte degli altri, ma per tutta l'eternità
avrei dovuto vivere con la mia coscienza. Che cosa era la vita? Appena alcuni anni di
infelicità. Ancora qualche anno di patimenti, di sofferenze, di incomprensione, poi, sempre
che avessi compiuto tutto ciò che era nelle mie possibilità, la mia coscienza sarebbe stata in
pace. Per l'eternità. "Onorevole Signore," risposi "tu mi hai dato facoltà di scelta. Svolgerò
l'incarico fintantoché il mio corpo resterà tutto d'un pezzo. In questo momento è moltoinstabile." aggiunsi. Sorrisi felici di approvazione furono scambiati fra gli uomini riuniti. Sha-
lu ronfò sonoramente e, in segno di affetto, mi mordicchiò per scherzo. "Il tuo corpo terrestre,
come dici, è in uno stato deplorevole, per via di ciò che ha patito." disse l'Insigne Uomo.
"Prima che tu prenda una decisione definitiva, dobbiamo dirtelo. Abbiamo individuato un
corpo in Inghilterra, il cui possessore è impaziente di abbandonarlo. La sua aura possiede
un'armonica fondamentale della tua. Più tardi, se le circostanze lo renderanno necessario,
puoi subentrare nel suo corpo". Per poco non caddi dal letto, preso dall'orrore. Io subentrare in
un altro corpo? La mia Guida rise: "Via, Lobsang, dove è finito tutto il tuo addestramento? E'
semplice come indossare la veste di un altro. Poi, allo scadere di sette anni, il corpo sarebbe
tuo, tuo molecola per molecola, con le stesse identiche cicatrici cui sei tanto affezionato .
Da principio sarebbe una cosa un po' insolita, come quando hai indossato per la prima voltaabiti occidentali. Me lo ricordo bene, Lobsang." L'insigne Uomo intervenne di nuovo: "Tu hai
facoltà di scelta, mio caro Lobsang. Tu puoi abbandonare il tuo corpo in questo momento, con
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coscienza tranquilla e rimanere qui. Se però ritorni sulla Terra, non è ancora il momento per il
cambiamento dei corpi. Prima che tu prenda una decisione, ti dirò che, se tu ritorni, tornerai
fra la sofferenza, l'incomprensione, lo scetticismo e l'odio effettivo, in quanto esiste una forza
del male che cerca di impedire tutto ciò che è valido, in relazione all'evoluzione dell'uomo.
Dovrai rivaleggiare con le forze del male". "La mia decisione è presa." Risposi "Mi avete
consentito di scegliere. Continuerò finché il mio incarico non è compiuto, e se dovròassumere un altro corpo, ebbene, così sia".
3-122 (Di nuovo nella Terra della Luce Dorata:)"… Il tuo corpo attuale è prossimo alla fine della
sua esistenza utile, e quanto abbiamo predisposto, in vista di questo evento, deve realizzarsi.
… Questo è un incontro importante," disse "perché dobbiamo programmare il tuo avvenire.
Dobbiamo vedere in che modo si può dare impulso alla ricerca sull'aura umana, in quanto
abbiamo notato che, sulla Terra, quando si accenna all'aura, la maggior parte della gente cerca
di cambiare argomento". … Avanzammo lungo il sentiero … finché … non scorgemmo di
fronte a noi un Palazzo di una bellezza così incomparabile che involontariamente mi fermai
senza fiato per il piacere. Sembrava che i muri fossero fatti di cristallo purissimo, con delicate
gradazioni color pastello e tinte tenui che cambiavano quando le si guardava. Il sentiero era
soffice sotto i piedi e la mia Guida non ebbe bisogno di sollecitarmi per convincermi aentrare. Entrammo e fu come se ci trovassimo in un grande Tempio, un Tempio senza zone
d'ombra, incontaminato, con un'atmosfera che induceva semplicemente a pensare che quella
era la Vita. Attraversammo il corpo principale dell'edificio, finché non giungemmo fino a
quella che sulla Terra avrei definito 'la stanza dell'Abate'. Qui regnava una semplicità
confortevole, c'era un'unica raffigurazione della Grande Realtà. Qua e là lungo le pareti
c'erano piante viventi e, dalle ampie finestre, era possibile spingere lo sguardo su una
splendida distesa erbosa, con zone alberate. Ci sedemmo su cuscini disposti sul pavimento,
come si usava nel Tibet. Mi sentivo a casa mia, quasi soddisfatto. Ero sempre turbato dai
ricordi del mio corpo lasciato sulla Terra, in quanto, fintantoché la Corda d'Argento si
manteneva intatta, sarei dovuto ritornare. L'Abate - lo chiamerò così anche se il suo grado era
molto più elevato - si guardò intorno e poi parlò: "Da qui abbiamo seguito tutto ciò che ti è
accaduto sulla Terra. Vogliamo innanzi tutto ricordarti che tu non soffri per effetto del Karma,
ma, al contrario, tu stai agendo come uno strumento della nostra indagine. … Il tuo corpo
attuale ha troppo sofferto ed è sul punto di non funzionare più. Abbiamo stabilito un contatto
con l'Inghilterra. Questa persona desidera lasciare il suo corpo. L'abbiamo fatta venire sul
piano astrale e abbiamo discusso insieme dell'argomento. E' molto impaziente di andarsene e
farà tutto quello che chiediamo. Su nostro ordine ha cambiato il suo nome in uno più adatto
per te. La sua esistenza non è stata felice: ha interrotto di sua volontà i rapporti con i parenti.
Non si è mai fatto degli amici. E' su una tua armonica. Per il momento non parliamone, in
quanto più tardi, prima che tu prenda il suo corpo, vedrai appena qualcosa della sua vita.
Presentemente il tuo compito è di riportate il tuo corpo nel Tibet affinché possa essereconservato. Grazie ai tuoi sforzi e ai tuoi sacrifici hai accumulato del denaro; te ne occorrerà
un po' di più per pagarti le spese di viaggio. Te lo guadagnerai grazie alle tue continue fatiche.
Ma per il momento è sufficiente. Per un giorno goditi la tua permanenza qui, prima di
ritornare nel tuo corpo".
3-133 Le giornate immediatamente successive furono convulse, per ottenere i visti di transito, per
compiere gli ultimi preparativi, per imballare e rispedire le mie cose agli amici di Shanghai.
Impacchettai accuratamente la mia sfera di cristallo e la rimandai là per usarla in futuro, come
feci con i miei documenti cinesi che, tra parentesi, un certo numero di persone responsabili
hanno ormai visto.
3-135 Fui contento di andarmene da Kalimpong e di entrare nel mio paese, il Tibet. Mi aspettavano
e venni accolto da un gruppo di alti lama, travestiti da monaci mendicanti e da mercanti. Lamia salute stava peggiorando rapidamente, ebbi perciò frequentemente bisogno di fare sosta e
di riposarmi. Finalmente, dopo una decina di settimane, arrivammo in una lamaseria isolata in
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alto sull'Himalaya, che dominava la valle di Lhasa, una lamaseria talmente piccola e
inaccessibile che i comunisti cinesi non se ne preoccupavano. Per qualche giorno mi riposai,
cercando di riacquistare le mie forze, mi riposai e meditai. Ero di nuovo a casa e felice per la
prima volta in tanti anni. Sembrava che gli inganni e i tradimenti degli Occidentali non
fossero altro che un incubo malefico. Ogni giorno gruppetti di uomini venivano da me, per
riferirmi gli avvenimenti del Tibet e per ascoltarmi quando descrivevo loro lo strano mondosgradevole, fuori dei nostri confini. Assistevo a tutti i servizi di culto, trovando conforto e
sollievo negli atti rituali che ben conoscevo. Eppure ero un uomo speciale, un uomo che era
sul punto di morire e di tornare a vivere. Un uomo che era in procinto di affrontare una delle
esperienze più strane che possa capitare in sorte a una creatura vivente. Ma era una cosa tanto
strana? Molti degli Adepti più insigni lo facevano, passando da un'esistenza all'altra. Il Dalai
Lama in persona lo faceva, insediandosi di volta in volta nel corpo di un neonato. Ma nel mio
caso la differenza consisteva nel fatto che io stavo per subentrare nel corpo di un adulto e
per plasmare il suo corpo nel mio, mutando non soltanto l'Io ma tutto intero il corpo,molecola per molecola. Quantunque non fossi cristiano, per gli studi compiuti a Lhasa avevo
dovuto leggere la Bibbia cristiana e seguire le lezioni sull'argomento. Sapevo che nella Bibbia
si afferma che il corpo di Gesù, il figlio di Maria e di Giuseppe, fu adottato dallo 'Spirito delFiglio di Dio' e divenne Cristo. Sapevo anche che, nell'anno 60 D.C., i sacerdoti cristiani si
erano accordati per bandire determinati insegnamenti di Cristo. Fu interdetta la
reincarnazione, fu interdetta l'adozione del corpo degli altri, insieme a molti altri argomenti
insegnati da Cristo.
3-138 … appoggiandosi a un bastone entrò nella mia stanza. Il suo volto era segnato da molta
sofferenza, le sue ossa sporgenti erano coperte soltanto da una pelle tesa come la pergamena
avvizzita. Mi accorsi che era cieco e mi alzai per prendergli il braccio. Le sue orbite
mandavano rossi bagliori di rabbia e i suoi movimenti erano insicuri, come coloro che hanno
perduto la vista da poco. Lo feci sedere accanto a me e gli tenni la mano con delicatezza,
pensando che, in quella terra invasa, non avevamo ormai nulla con cui alleviare la sua
sofferenza e attenuare il dolore delle sue orbite infiammate. Sorrise mestamente e disse: "Tu ti
stai chiedendo, Fratello, che ne è stato dei miei occhi. Mi trovavo sulla Via Santa,
prosternandomi davanti a un santuario. Alzandomi in piedi fissai il Potala e, per sfortuna, un
ufficiale cinese si trovava nella mia linea visiva. Mi ha accusato che lo stavo fissando con
arroganza, che lo guardavo in modo offensivo. Mi hanno legato con una corda alla parte
posteriore della sua macchina e mi hanno trascinato sul terreno della piazza. Sono stati
radunati degli spettatori, poi di fronte a loro mi hanno cavato gli occhi e me li hanno gettati. Il
mio corpo, come tu di certo puoi vedere, presenta molte ferite mezze guarite. Sono stato
portato qui da altri e adesso sono contento di salutarti". Appena si aprì la veste rimasi senza
fiato per l'orrore, in quanto il suo corpo era un'informe massa rossa, dopo essere stato
trascinato per la strada. Conoscevo bene quell'uomo. Sotto di lui, in qualità di accolito, avevostudiato argomenti relativi allo spirito. Lo avevo conosciuto quando divenni un lama, poiché,
era stato uno dei miei mallevadori. Egli era stato uno dei lama quando ero sceso giù sotto il
Potala per affrontare la Cerimonia della Piccola Morte. Ora sedeva accanto a me e io sapevo
che la sua morte non era lontana. "Tu hai viaggiato molto, hai visto e sopportato molte cose."
disse "Adesso il mio ultimo compito, nella presente Incarnazione, è di aiutarti a ottenere, per
mezzo della Cronaca dell'Akasha, qualche idea dell'esistenza di un certo inglese, il quale è
molto ansioso di separarsi dal suo corpo, dove probabilmente tu subentrerai. Tu avrai soltanto
qualche vaga traccia, in quanto ci vuole molta energia e noi siamo entrambi giù di forze".
Fece una pausa, poi, con un debole sorriso, proseguì: "Lo sforzo farà cessare questa mia
esistenza presente, ma sono felice di avere questa occasione di acquistare merito grazie a
quest'ultimo incarico. Grazie a te, Fratello, per avermene data la possibilità. Quando torneraiqui dal Viaggio Astrale, io sarò morto al tuo fianco".
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3-141 "Fratello, vogliamo andare?" Ci sedemmo insieme nella posizione del loto e meditammo su
quanto ci accingevamo a compiere. … Con lo strattone tutt'altro che spiacevole che sovente
accompagna questi momenti di liberazione, il lama cieco - adesso non più cieco - e io ci
liberammo dei nostri corpi terreni, nella libertà di un altro piano. "E' bello vedere di nuovo,"
disse il lama "infatti la vista si apprezza soltanto quando la si è perduta". Continuammo a
galleggiare insieme, lungo il sentiero ben noto, fino al posto che chiamavamo il Palazzo deiRicordi. Entrando in silenzio, vedemmo che altri erano intenti a fare ricerche per mezzo della
Cronaca dell'Akasha, ma ciò che essi vedevano era invisibile per noi, come le nostre visioni lo
sarebbero state per loro. "Da dove incominciamo, Fratello?" disse il vecchio lama. "Non
occorre essere indiscreti," risposi "ma dovremmo accertare che tipo d'uomo è costui, con il
quale abbiamo a che fare". Per un po' fra noi cadde il silenzio, mentre si formavano immagini
nitide e chiare, affinché le esaminassimo. "Ehi!" esclamai facendo un salto per lo spavento.
"E' sposato. Come devo comportarmi? lo sono un monaco celibe! Io mi ritiro". Mi voltai assai
allarmato e mi fermai alla vista del vecchio, letteralmente rosso dalle risate. Per un certo
tempo la sua ilarità fu così grande che gli impediva semplicemente di parlare."… Vedi,
Fratello … coloro che ci guidano e ci assistono ci avevano pensato. Tu e la signora potete
vivere insieme in una condizione di cameratismo, del resto i nostri monaci e le nostremonache non vivono talvolta sotto lo stesso tetto? Non andiamo a cercare difficoltà dove non
esistono. Proseguiamo con la Cronaca". … Vidi l'uomo il cui corpo si sperava che avrei preso.
Con interesse crescente lo osservai mentre stava preparando un'apparecchiatura chirurgica.
Con mia grande gioia, era evidente che certamente sapeva ciò che stava facendo, era un
tecnico competente e feci involontariamente un cenno di approvazione mentre lo guardavo
occuparsi di un caso dopo l'altro. La scena si spostò e fummo in grado di vedere la città di
Londra, in Inghilterra, proprio come se fossimo in mezzo alla folla. Gli enormi autobus rossi
rumoreggiavano per le vie, infilandosi nel traffico, emergendone e trasportando parecchie
persone. A un tratto si udì un urlo infernale e lamentoso e vedemmo la gente che si
precipitava a ripararsi in strane costruzioni di pietra erette nelle vie. Ci furono le incessanti
esplosioni dei proiettili antiaerei e i caccia attraversarono il cielo rombando. Istintivamente ci
abbassammo, mentre le bombe cadevano fischiando da uno degli aerei. Per un attimo ci fu un
silenzio di quiete, poi uno scoppio tremendo. Gli edifici saltarono in aria e ricaddero ridotti in
polvere e macerie. Giù nei profondi sottopassaggi della ferrovia sotterranea la gente viveva
una strana esistenza trogloditica, andando nei rifugi di notte e uscendone al mattino, come
talpe. A quanto sembrava vi abitavano intere famiglie, dormendo su cuccette improvvisate e
cercando di ottenere un po' di riserbo, appendendo coperte a qualsiasi sporgenza si
presentasse nelle pareti lisce, rivestite di mattonelle. Mi sembrava di stare su una piattaforma
di ferro che dominava le cime dei tetti di Londra, con una chiara veduta dell'edificio che la
gente chiama il 'Palazzo'. Un aeroplano isolato si tuffò dalle nubi e tre bombe caddero
velocemente sulla dimora del re d'Inghilterra. Mi guardai intorno. Una persona, quando vedeattraverso la Cronaca dell'Akasha, vede nella veste del personaggio principale, sicché il
vecchio lama e io vedevamo entrambi come se fossimo tutti e due il protagonista. Mi parve di
essere su una scala antincendio, che si protendeva attraverso tutti i tetti di Londra. In
precedenza avevo visto cose del genere, ma dovetti spiegarne l'uso al mio compagno. Poi
cominciai a capire: lui - la figura che stavo osservando - era addetto alla ricognizione aerea,
allo scopo di dare l'allarme a quelli di sotto in caso di minaccia di un imminente pericolo.
Suonarono di nuovo le sirene per il cessato allarme e vidi che l'uomo scendeva, togliendosi
l'elmetto d'acciaio delle squadre della protezione antiaerea. Il vecchio lama si rivolse a me con
un sorriso: "Questo è molto interessante, non mi sono occupato dei fatti avvenuti in
Occidente, mi sono limitato a quelli del nostro paese. Adesso capisco che cosa vuoi dire
quando affermi che 'una sola immagine vale mille parole'. Dobbiamo guardare di nuovo".Tornando a guardare la Cronaca, vedemmo le vie di Londra sotto l'oscuramento, percorse da
automobili con le luci anteriori schermate. La gente andava a sbattere contro i pali e si urtava.
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Sui treni della sotterranea, prima che uscissero all'aperto, le luci normali venivano spente e si
accendevano delle lugubri lampadine azzurre. I fasci di luce dei riflettori frugavano il cielo
notturno, illuminando a volte i fianchi scuri dei palloni di sbarramento. … Vedemmo l'uomo
scendere dal treno e camminare nelle vie immerse nel buio, finché non giunse a una grossa
costruzione piena di appartamenti. Lo vedemmo entrare, ma non entrammo con lui,
osservammo invece la scena animata che si svolgeva all'interno. Le case erano distrutte dallebombe e gli uomini scavavano ancora, allo scopo di recuperare vivi e morti. Il lamento delle
sirene interruppe le operazioni di soccorso. In alto nel cielo i bombardieri nemici furono
intercettati dai riflettori incrociati, come tignole che svolazzano alla luce di una lampada. Uno
scintillio da uno dei bombardieri richiamò il nostro sguardo curioso, poi ci rendemmo conto
che era emesso dalle bombe mentre precipitavano. Una cadde, esplodendo nel fianco della
grossa costruzione adibita ad appartamenti. Ci fu un lampo abbagliante e una pioggia di mura
che crollavano a pezzi. La gente si riversò fuori dall'edificio, uscendo nell'incerta sicurezza
delle vie. … "Vogliamo spostarci un po' in avanti nel tempo?" chiese il mio compagno "Non
occorre che guardiamo tutto, poiché siamo entrambi debilitati". Acconsentii con la massima
prontezza. Avevo bisogno semplicemente di conoscere quale tipo di persona fosse quella da
cui stavo per prendere le consegne. Per me non c'era alcun interesse a ficcare il naso negliaffari di un altro. Ci spostammo lungo la Cronaca, ci fermammo a titolo di prova, poi ci
spostammo ancora. La luce del mattino era offuscata dal fumo di diversi incendi. Le ore
notturne erano state un inferno. Sembrava che mezza Londra fosse in fiamme. L'uomo
scendeva per la via ingombra di macerie, una via che aveva subito un pesante
bombardamento. Davanti a una barricata provvisoria un poliziotto della riserva lo fermò:
"Non potete andare oltre, signore, gli edifici sono pericolanti". Vedemmo arrivare
l'amministratore delegato e parlare con l'uomo, la cui esistenza stavamo osservando. Detta una
parola al poliziotto, si abbassarono per superare la corda di recinzione e si avviarono insieme
verso il fabbricato in rovina. L'acqua schizzava su tutto, uscendo dai tubi rotti. L'impianto
idraulico e i fili elettrici erano inestricabilmente aggrovigliati, come una matassa di lana con
cui si sia divertito un gattino. Una cassaforte si reggeva in precario equilibrio, ancora
tentennante, proprio sull'orlo di una grande buca. Cenci fradici sbattevano squallidamente al
vento, mentre dagli edifici contigui scendevano frammenti di carta bruciata, che sembravano
fiocchi di neve nera come il carbone. Io che avevo visto la guerra e la sofferenza più di quanto
ne sapesse la maggior parte, ero ancora nauseato dalla distruzione insensata. La Cronaca
proseguì... La disoccupazione, a Londra durante la guerra! L'uomo cercò di arruolarsi come
poliziotto della riserva. Inutilmente. Sui suoi documenti sanitari era assegnato alla quarta
categoria, non idoneo a prestare servizio. Adesso, sfumato il suo impiego, a causa della caduta
della bomba, percorse a piedi le vie in cerca di lavoro. Tutte le ditte si rifiutarono di
assumerlo. Sembrava che non ci fosse speranza, nulla che illuminasse il buio dei suoi
momenti difficili. Alla fine, capitato per caso in una scuola per corrispondenza con la qualeaveva studiato - e dove aveva lasciato un'impressione favorevole per la sua prontezza mentale
e per il suo spirito di iniziativa, gli venne offerto un impiego presso i loro uffici del periodo
bellico, fuori Londra. "E' un bel posto." disse l'uomo che aveva fatto l'offerta. "Per andarci
prendi l'autobus della linea verde. Parla con Joe, dovrebbe essere lì verso l'una, altrimenti gli
altri penseranno a te. Portati tua moglie e fate una gita. Io stesso ho cercato di farmici
mandare". In realtà il villaggio era un letamaio! Di sicuro non il 'bel posto' che gli avevano
fatto credere. Là si costruivano aeroplani, venivano collaudati e mandati in altre parti del
paese. La vita, in un istituto per corrispondenza, era veramente noiosa. A quanto vedevamo,
osservando la Cronaca dell'Akasha, essa consisteva nel leggere moduli e lettere inviate dalla
gente e poi consigliare quale corso per corrispondenza dovesse scegliere. … Udimmo uno
strano rumore, simile a un motore difettoso di motocicletta. Mentre stavamo a guardare,comparve uno strano aeroplano, senza pilota né equipaggio. Tossicchiò convulsamente, il
motore si arrestò e l'aeroplano si tuffò ed esplose proprio a fior di terra. "Quello era
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l'aeroplano automatico tedesco." dissi al vecchio lama. "Sembra che i V.1 e i V.2 siano state
cose sgradevoli". Un altro aeroplano senza pilota arrivò quasi sopra la casa dove abitavano
l'uomo e sua moglie. Sfondò le finestre su un lato della casa e le fece saltare via sull'altro,
spaccando un muro. "Non sembra che abbiano molti amici." disse il vecchio lama. "Ritengo
che posseggano facoltà mentali che l'osservatore superficiale potrebbe lasciarsi sfuggire. Mi
sembra che vivano insieme più come fratello e sorella che come marito e moglie. Questodovrebbe consolarti Fratello!" disse il vecchio ridendo sotto i baffi. La Cronaca dell'Akasha
proseguì, facendo il ritratto della vita di un uomo alla velocità del pensiero. Tuttavia
riuscimmo a spostarci da un settore all'altro, ignorando determinate parti o vedendo, di volta
in volta, altri episodi. L'uomo si accorse che una serie di coincidenze avevano fatto indirizzare
i suoi pensieri sempre più verso l'Oriente. I 'sogni' gli avevano fatto vedere la vita del Tibet,
sogni che in realtà erano viaggi astrali compiuti sotto il controllo del vecchio lama. "Una delle
nostre difficoltà di importanza molto secondaria" mi disse il vecchio "era dovuta al fatto che
egli voleva usare la parola 'maestro' ogni volta che parlava con uno di noi". "Beh," risposi "
questo è uno degli errori comuni degli Occidentali, a loro piace adoperare qualsiasi nome che
implichi potere sopra gli altri. Che cosa gli hai detto?" Il vecchio sorrise e disse: "Gli ho fatto
un discorsetto, ho cercato anche di fargli fare meno domande. Ti dirò cosa ho detto, perché èutile per dedurre il suo intimo carattere. Ho detto: Questo è un termine che è assai odioso a me
e a tutti gli abitanti dell'Oriente. La parola 'maestro' presuppone che si è in cerca del dominio
sugli altri, che si è in cerca della supremazia su coloro che non hanno diritto di usare il titolo
di 'maestro'. Il maestro di scuola si sforza di inculcare il sapere nei suoi alunni. Per noi
'maestro' significa Maestro di Conoscenza, una fonte della conoscenza, ovvero uno che ha
dominato le tentazioni della carne. Noi - gli ho detto - preferiamo la parola Guru, o Adepto.
Infatti nessun Maestro, nel senso che noi diamo alla parola, cercherebbe mai di
influenzare uno studente, né di imporgli le sue opinioni personali. Nell'Occidente esistono
determinati gruppetti e culti, che ritengono di possedere essi soltanto la chiave per entrare nei
Campi Celesti. Alcune religioni ricorrono alla tortura, allo scopo di aggiudicarsi convertiti.
Gli ho ricordato una scritta scolpita su una delle nostre lamaserie: 'Mille monaci, millereligioni'. "Sembrava che seguisse il mio discorso molto bene," disse il vecchio lama "così gli
offrii qualcosa di più, con l'idea di battere il ferro finché è caldo. Gli dissi: In India, in Cina e
nell'antico Giappone, l'aspirante studente si siede ai piedi del suo Guru, in cerca di
informazioni, senza porre domande, poiché lo studente saggio non fa mai domande, per paura
di essere mandato via. Fare una domanda, per il Guru, è la prova inequivocabile che lo
studente non è ancora pronto a ricevere le risposte alle sue domande. Alcuni studenti hanno
atteso fino a sette anni per ottenere informazioni, per ottenere la risposta a una domanda non
formulata. Durante questo periodo lo studente si occupa delle esigenze fisiche del Guru, bada
ai suoi vestiti, al suo cibo e alle poche altre necessità che egli ha. Per tutto il tempo drizza le
orecchie per avere informazioni, perché, ricevendo informazioni, ascoltando forse quelle chevengono date ad altre persone, l'accorto studente può dedurre, può trarre conclusioni, e
quando il Guru, nella sua saggezza, vede che lo studente progredisce, quel Guru, nel suo
momento buono personale, nella sua maniera adatta personale, interroga lo studente e, se si
accorge che una parte della conoscenza immagazzinata dallo studente è difettosa o
incompleta, allora il Guru, sempre nel suo momento opportuno, pone riparo alle omissioni e
alle lacune." In Occidente la gente dice: "Adesso dimmi questo. Madame Blavatsky ha detto...
Il vescovo Ledbetter dice... Billy Graham dice... Tu che dici? ... Credo che tu abbia torto!".
Gli Occidentali fanno domande per il gusto di parlare, non sapendo quello che vogliono dire,
ma, quando capita che un Guru risponda cortesemente a una domanda, immediatamente lo
studente discute e dice: "Oh, già, ho sentito il tal dei tali dire questo o quello", o qualche altra
cosa. Se lo studente pone una domanda al Guru, ciò deve sottintendere che lo studente nonconosce la risposta, ma ritiene che la conosca il Guru e, se lo studente mette immediatamente
in discussione la risposta del Guru, ciò dimostra che lo studente è ignorante e ha delle idee
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preconcette e assolutamente errate in fatto di correttezza e di comuni regole del vivere civile.
Io ti dico che l'unico modo per ottenere risposta alle tue domande consiste nel far sì che le tue
domande siano spontanee e nel raccogliere informazioni, nel dedurre e inferire, poi, a tempo
debito, purché tu abbia il cuore puro, sarai in grado di effettuare il viaggio astrale e le forme
più esoteriche di meditazione, e ti sarà così consentito di consultare la Cronaca dell'Akasha,
che non può mentire, non può rispondere fuori del contesto, non può fornire un'opinione oinformazioni distorte da prevenzioni personali. … Qual è l'unico modo per progredire?
Consiste nell'attendere e nel guardare. Non c'è altro modo, non c'è modo di forzare il tuo
sviluppo, tranne che su invito espresso di un Guru, il quale ti conosca bene, e quel Guru,
conoscendoti bene, accetterebbe il tuo sviluppo se te ne ritenesse degno. …"Questo è
interessante." disse il vecchio lama, richiamando la mia attenzione su una scena della Cronaca
"Questo ha richiesto molta preparazione, ma quando si è reso conto della sua desiderabilità,
non ha fatto alcuna obiezione". Osservai la scena con una certa perplessità, poi le idee mi si
chiarirono. Già! Quello era l'ufficio di un procuratore legale. Quel foglio era un atto
unilaterale per il cambio del nome. Sì, era giusto, me ne ricordavo, aveva cambiato il suo
nome, perché quello precedente aveva le vibrazioni sbagliate, come indicato dalla nostra
Scienza dei Numeri. Lessi con interesse il documento e mi accorsi che non era del tutto esatto,sebbene fosse abbastanza fedele. Di sofferenza ce n'era molta. La visita fattagli da un dentista
provocò molto danno, che lo obbligò a ricoverarsi in una clinica per sottoporsi a
un'operazione. A parte l'interesse tecnico, osservai il procedimento con molta attenzione. Egli
- cioè l'uomo la cui vita stavamo osservando - ebbe l'impressione che il suo datore di lavoro
fosse uno sconsiderato. Noi, che lo stavamo a guardare, avemmo la stessa sensazione e, tanto
il vecchio lama che io, fummo contenti che l'uomo notificasse la cessazione del suo rapporto
di lavoro con la scuola per corrispondenza. Il mobilio venne caricato su un furgone, una parte
di esso fu venduta, e l'uomo e sua moglie lasciarono la zona, per trasferirsi in un distretto del
tutto nuovo. Per un certo periodo abitarono nella casa di una strana vecchia, che 'prediceva la
fortuna' e che aveva un concetto sbalorditivo della propria importanza. L'uomo tentò più volte
di ottenere un lavoro, qualsiasi cosa gli desse la possibilità di guadagnare denaro
onestamente. Il vecchio lama disse: "Ora ci avviciniamo al punto cruciale. Come noterai, egli
inveisce continuamente contro il destino. Non ha pazienza e temo che morirà in modo
violento, se non ci affrettiamo". "Che cosa vuoi che faccia?" domandai "Tu sei il più
autorevole," disse il vecchio "ma vorrei che tu lo incontrassi sul piano astrale e vedere cosa ne
pensi". "Certamente," fu la mia risposta "andremo insieme". Per un attimo mi immersi nei
miei pensieri, poi dissi: "A Lhasa sono le due del mattino. In Inghilterra saranno le otto di
sera, perché il loro tempo resta indietro rispetto al nostro. Aspetteremo e ci riposeremo tre ore,
poi lo porteremo su, fino al piano astrale". "Sì." disse il vecchio lama "Dorme in una camera
da solo, così possiamo farlo. Per ora riposiamoci, perché siamo stanchi". Ritornammo nei
nostri corpi, seduti fianco a fianco, nella tenue luce delle stelle. … Il vecchio lama risesommessamente e disse: "Quanto mi sembra strano che quelli che stanno fuori del nostro
paese non riescano a capire il viaggio astrale! Quanto è strano che lo pensino frutto di
fantasia. Non si potrebbe dir loro che anche la sostituzione del corpo di una persona con
quello di un'altra somiglia semplicemente a un guidatore che cambia un'automobile con
un'altra? Sembra inconcepibile che gente che ha raggiunto il loro progresso tecnico sia tanto
cieca nei riguardi delle cose dello spirito". Avendo molta esperienza del mondo Occidentale,
risposi: "Ma gli Occidentali, tranne una ristrettissima minoranza, non hanno inclinazione per
le cose dello spirito. Tutto quello che vogliono sono la guerra, il sesso, il sadismo e il diritto
di ficcare il naso negli affari degli altri". … Giudicai che in Inghilterra dovessero essere circa
le undici. Scossi gentilmente il vecchio lama che si era un po' assopito: "E' l'ora per il viaggio
astrale." dissi. "Per me sarà l'ultima volta," rispose "perché non tornerò di nuovo nel miocorpo". Lentamente, senza affrettarci affatto, entrammo nello stato astrale. Giungemmo
tranquillamente in quella casa in Inghilterra. L'uomo dormiva, un po' agitato, con
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un'espressione di estremo scontento sul suo viso. La sua forma astrale avvolgeva il suo corpo
fisico, senza dar segno di volersene ancora separare. "Vieni?" domandai stando nel piano
astrale "Vieni?" ripeté il vecchio lama. Adagio, quasi con riluttanza, la forma astrale
dell'uomo si sollevò al disopra del suo corpo fisico. Si alzò e vi galleggiò sopra, mettendosi
con la testa in corrispondenza dei piedi del corpo fisico, come si fa. Il corpo astrale oscillava e
si muoveva a scatti. L'improvviso fragore di un treno lanciato in velocità per poco non lorimandò nel suo corpo fisico. Poi, come per una improvvisa decisione, la sua forma astrale si
inclinò verticalmente e stette dritta davanti a noi. Stropicciandosi gli occhi come uno che si
desta, ci fissò. "Allora vuoi lasciare il tuo corpo?" domandai. "Sì, detesto stare qui!" esclamò
con impeto. Ci guardammo reciprocamente. A me sembrava un uomo molto incompreso. Un
uomo che, in Inghilterra, non avrebbe avuto successo, ma che nel Tibet non se ne sarebbe
lasciata sfuggire l'occasione. Rise con irritazione: "Sicché tu vuoi il mio corpo! Bene, ti
accorgerai dello sbaglio. In Inghilterra non conta quello che sai, conta chi conosci. Non
riesco ad avere un lavoro, non riesco a ottenere neanche il sussidio di disoccupazione. Vedi tu
se puoi far meglio!" "Calmati, amico," disse il vecchio lama "tu non sai con chi stai parlando.
Può darsi che sia stata la tua aggressività a impedirti di trovare un impiego". "Dovrai farti
crescere la barba," dissi "perché, se occupo il tuo corpo, il mio gli sarà presto sostituito e iodevo portare la barba per nascondere le ferite alle mie mascelle. Puoi fartela crescere?" "Sì,
signore," rispose "mi farò crescere la barba". "Benissimo." dissi "Tornerò qui tra un mese e
assumerò il tuo corpo, dandoti la libertà, in modo che il mio corpo possa in seguito
rimpiazzare quello che prenderò. Dimmi," domandai "come sei stato avvicinato la prima volta
dalla mia gente?" "Da molto tempo, signore," disse "detesto la vita in Inghilterra, la sua
ingiustizia, i suoi favoritismi. Per tutta la vita mi sono interessato al Tibet e ai paesi
dell'Estremo Oriente. Per tutta la vita ho fatto 'sogni' in cui vedevo, o mi sembrava di vedere,
il Tibet, la Cina e altri paesi che non riconoscevo. Qualche tempo fa fui spinto da un impulso
a cambiare il nome con un atto giuridico, cosa che ho fatto". "Sì." osservai "So tutto al
riguardo, ma in che modo sei stato avvicinato recentemente, e che cosa hai visto?" Ci pensò
un po', poi disse: "Per raccontarvelo dovrei farlo a modo mio, e qualche informazione che
posseggo sembra che sia errata, se si tiene conto di quanto ho appreso ultimamente".
"Benissimo," risposi " dimmelo a modo tuo e dopo potremmo correggere eventuali idee
sbagliate. Devo arrivare a conoscerti meglio, qualora debba prendere il tuo corpo, e questo è
uno dei modi per farlo". "Forse posso cominciare dal primo 'contatto' effettivo. Così riesco
meglio a raccogliere le mie idee. … Rose Croft a Thames Ditton" incominciò "era un
posticino veramente grazioso. Era una casa arretrata rispetto alla strada, con un giardino sul
davanti, un giardinetto, e uno molto più grande sul retro. Sul lato posteriore della casa c'era un
terrazzo, da cui si godeva una bella vista da una parte all'altra della campagna. Di solito
trascorrevo un sacco di tempo nel giardino, specie in quello sul davanti, perché era trascurato
da un po' di tempo e io stavo cercando di metterlo in ordine. Si era lasciata crescere l'erba,tanto che era alta diversi piedi e quello di estirparla era diventato il problema principale. Ne
avevo tagliato già la metà con un vecchio coltello indiano dei Gurkha. Era un lavoro faticoso,
perché dovevo mettermi sulle mani e sulle ginocchia, colpire l'erba con forza e affilare la lama
su una pietra dopo qualche colpo. Mi interessavo anche di fotografia e da qualche tempo stavo
cercando di riprendere un gufo che viveva su un vecchio abete lì vicino, un abete tutto
rivestito di edera rampicante. La mia attenzione venne distratta da qualcosa che svolazzava su
un ramo, non molto lontano dalla mia testa. Guardai su ed ebbi la grata sorpresa di scorgere
un giovane gufo, che si agitava qua e là, avvinghiato al ramo e accecato dalla viva luce del
sole. Senza far rumore posai il coltello che stavo usando e entrai in casa per andare a prendere
una macchina fotografica. Con quella in mano e con l'otturatore pronto, tornai verso l'albero
in silenzio; facendo più piano possibile, mi arrampicai sul ramo. Mi muovevo lentamente, concircospezione. L'uccello, incapace di vedermi in piena luce, ma avvertendo la mia presenza, si
allontanò ancora di più verso l'estremità del ramo. Io, senza pensare assolutamente al rischio,
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mi spostai sempre più in avanti e, a ogni mio movimento, l'uccello si allontanava sempre più,
finché non arrivò quasi alla fine del ramo, che ormai si stava curvando troppo
pericolosamente sotto il mio peso. Tutto a un tratto feci un movimento brusco, si udì uno
schianto secco e la fragranza del legno ridotto in polvere. Il ramo era marcio e cedette sotto di
me. Venni scaraventato a faccia in avanti verso terra. Mi parve di metterci un'eternità a cadere
da quei pochi metri d'altezza. Mi ricordo che mai l'erba mi apparve più verde, sembrava piùgrande del naturale, riuscivo a scorgerne ogni singolo filo con i suoi piccoli insetti. Mi ricordo
perfino che una piccola coccinella scappò via spaventata al mio arrivo, poi sopravvenne una
luce colorata e poi divenne tutto nero. Non so quanto tempo rimasi sotto i rami del vecchio
abete, come una massa informe e senza vita, ma in un attimo mi resi conto che stavo
guardando le cose con una percezione maggiore di quella che avevo avuto in precedenza. I
colori erano nuovi e vivi in modo sbalorditivo. Mi alzai in piedi circospetto e mi guardai
intorno. Stupefatto dall'orrore vidi che il mio corpo giaceva a terra. Non si vedeva sangue,
c'era di sicuro la dimostrazione di un brutto bernoccolo proprio sopra la tempia destra. Ero più
che sconvolto, in quanto il corpo respirava rumorosamente e mostrava segni di grande
sofferenza. 'La morte.' pensai 'Sono morto; ormai non tornerò più indietro'. Vidi una corda
sottile come un filo di fumo, che saliva dal corpo, dalla testa del corpo fino a me. La cordanon si muoveva, non palpitava e mi sentii sopraffare dal panico. Mi chiesi cosa dovessi fare.
Mi sembrava di aver messo le radici in quel punto per la paura, o forse per qualche altra
ragione. Poi un movimento improvviso, l'unico movimento in quel mio strano mondo, attrasse
il mio sguardo e per poco non urlai, o mi sarei messo a urlare se avessi avuto la voce.
Camminando in mezzo all'erba mi si stava avvicinando la figura di un lama tibetano, che
indossava la veste color zafferano dell'Ordine Superiore. I suoi piedi erano a diversi pollici
dal terreno e tuttavia veniva verso di me con calma. Lo guardai al colmo dello stupore. Venne
verso di me con la mano tesa e sorridendo. Disse: 'Non hai nulla da temere. Qui non c'è niente
di cui preoccuparti'. Ebbi l'impressione che le sue parole appartenessero a una lingua diversa
dalla mia, forse era tibetano, ma lo capivo, eppure non avevo udito alcun suono. Non c'era
assolutamente alcun rumore. Non riuscivo a udire neanche il canto degli uccelli o il sibilo del
vento fra gli alberi. 'Sì,' disse, indovinando i miei pensieri 'noi non usiamo la lingua parlata,
bensì la telepatia. Io ti sto parlando per mezzo della telepatia'. Ci guardammo l'un l'altro
contemporaneamente e poi il corpo che giaceva a terra fra di noi. Il tibetano alzò di nuovo lo
sguardo su di me, sorrise e disse: 'Sei sorpreso della mia presenza? Sono qui perché sono stato
attirato verso di te. Ho lasciato il mio corpo in questo particolare istante e sono stato attirato a
te perché le tue particolari vibrazioni vitali sono un'armonica fondamentale di una persona per
conto della quale agisco. Ecco perché sono venuto, sono venuto perché voglio il tuo corpo per
una persona che deve continuare a vivere nel mondo Occidentale, in quanto ha da svolgere un
compito che non tollera interferenze'. Lo guardai sbalordito. L'uomo era matto, dicendo che
voleva il mio corpo! Anch'io lo volevo, era il mio corpo. Non avrei permesso a nessuno ditogliermi la mia proprietà a quel modo. Ero stato scacciato dal veicolo fisico contro la mia
volontà e volevo tornarvi. Ma evidentemente il tibetano captò i miei pensieri. Disse: 'Quali
prospettive hai? Disoccupazione, malattia, infelicità, un'esistenza mediocre in un ambiente
mediocre, poi, in un futuro non tanto lontano, la morte e il dover ricominciare tutto daccapo.
Hai fatto niente nella vita? Hai fatto niente da esserne orgoglioso? Riflettici'. Ci pensai bene,
pensai al passato, alle frustrazioni alle incomprensioni, all'infelicità. Egli si intromise:
'Vorresti avere la soddisfazione di sapere che il tuo Karma è stato cancellato, che tu hai
contribuito a un'operazione di sommo vantaggio per l'umanità?' Dissi: 'Veramente, non ne so
nulla; l'umanità non è stata troppo buona nei miei riguardi. Perché dovrei preoccuparmene?'
Lui disse: 'No, su questa Terra tu sei accecato nei riguardi della realtà. Tu non sai quello che
dici, ma, con il trascorrere del tempo e in una sfera diversa, ti renderai conto delle occasioniche hai perduto. Voglio il tuo corpo per un altro'. Dissi: 'Beh, che cosa dovrei fare in questo
caso? Non posso andarmene eternamente a zonzo come un fantasma, né possiamo avere tutti e
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due lo stesso corpo'. Vedete, io presi tutto questo assolutamente alla lettera. C'era in
quell'uomo qualcosa che imponeva rispetto, qualcosa di assolutamente sincero. Io non misi in
dubbio neanche per un momento che egli potesse prendere il mio corpo e lasciarmi andare in
qualche altra parte, ma volevo saperne di più, volevo conoscere ciò che stavo per fare. Mi
sorrise e, in tono rassicurante, disse: 'Tu, amico mio, avrai la tua ricompensa, tu ti sottrarrai al
tuo Karma, tu andrai in una diversa sfera di attività e i tuoi peccati saranno cancellati a causadi quanto stai facendo. Ma il tuo corpo non può essere preso senza il tuo consenso'.
Veramente l'idea non mi piaceva affatto. Avevo avuto il mio corpo per circa quarant'anni e mi
ci sentivo abbastanza attaccato. Non mi piaceva l'idea che qualcuno prendesse il mio corpo e
se lo portasse via. Inoltre, che avrebbe detto mia moglie, vivendo con un estraneo e non
sapendone niente? Mi guardò di nuovo e disse: 'Non hai alcun pensiero per l'umanità? Non sei
desideroso di fare qualcosa per riscattare i tuoi errori, per dare uno scopo alla tua mediocre
esistenza? Chi ci guadagna sarai tu. La persona per la quale agisco subentrerà in questa tua
difficile esistenza'. Mi guardai intorno, guardai il corpo che stava fra noi e pensai: 'Bene, che
mi importa? E' stata una vita dura. Ne esco bene'. Allora dissi: 'Sta bene, fammi vedere in che
posto andrò, e se mi piace dirò di sì'. Istantaneamente ebbi una visione splendida, talmente
splendida che non ci sono parole per descriverla. Ero pienamente soddisfatto e dissi che sareistato disposto, molto disposto, ad avere la mia liberazione e ad andarmene il più presto
possibile". Il vecchio lama si fece una risatina e disse: "Dovevamo dirgli che non si trattava di
una cosa rapida a quel punto, che tu saresti dovuto venire di persona prima di prendere una
decisione definitiva. Dopo tutto, per lui si trattava di una piacevole liberazione, per te di
sofferenze". Li guardai entrambi: "Benissimo," osservai alla fine "tornerò fra un mese. Se a
quell'epoca avrai la barba, e se sei sicuro, al di là di qualsiasi dubbio, di volere andare sino in
fondo, io ti libererò e ti farò continuare il tuo viaggio". Sospirò soddisfatto e un'espressione
beata gli si diffuse sul volto, mentre si ritirava lentamente nel corpo fisico. Il vecchio lama e
io ci sollevammo e tornammo nel Tibet. … I messaggeri si addentrarono negli alti territori di
montagna, diretti alla Nuova Dimora per portare la mia conferma scritta che avrei svolto il
compito come veniva richiesto. … Il tempo passava. Mi riposai molto, più di quanto avessi
mai fatto in precedenza nella vita. Poi, poco prima che il mese terminasse, poco prima che
dovessi andare in Inghilterra, fui di nuovo convocato d'urgenza nella Terra della Luce Dorata.
Seduto di fronte a tutti quegli Alti Personaggi, mi venne l'idea alquanto irriverente di trovarmi
in una sala operativa come durante i giorni di guerra! Il mio pensiero venne captato dagli altri
e uno di loro, sorridendo, disse: "Certo, sono istruzioni. E qual è il nemico? La Potenza del
Male, che vuole impedire che il nostro compito sia portato a termine". "Incontrerai molta
opposizione e molta diffamazione." disse uno "Durante il passaggio i tuoi poteri metapsichici
non saranno né alterati né perduti in nessun modo." disse un altro. "Questa è la tua ultima
Incarnazione." disse la mia amata Guida, il Lama Mingyar Dondup "Quando giungerai al
termine di questa esistenza che stai adottando, tornerai allora a casa, da noi". Era tipico dellamia Guida, pensai, concludere con una nota ottimistica. Proseguirono dicendomi che cosa
stava per accadermi. Tre lama mi avrebbero accompagnato in Inghilterra in viaggio astrale e
avrebbero eseguito praticamente l'operazione di separare l'uno dalla Corda d'Argento e di
attaccarci l'altro io! La difficoltà stava nel fatto che il mio corpo, tuttora nel Tibet
(conservato in una bara di pietra), doveva rimanere collegato, poiché volevo che le'molecole della mia carne' venissero successivamente trasferite. Così tornai sul mondo e,
insieme a tre compagni, mi diressi verso l'Inghilterra in stato astrale. L'uomo stava aspettando:
"Sono deciso ad andare fino in fondo." disse.
8-127 (Parla l'uomo nel cui corpo lo spirito di Lobsang Rampa è subentrato:) "Una sera fui
avvicinato da un gruppo di uomini. Con uno strattone mi tirarono fuori dal mio corpo e mi
parlarono. Mi chiesero se volevo ancora uscire dal mio corpo per entrare in quello che alloraritenevo fosse il paradiso. Credo che sia il paradiso, ma quelle persone lo chiamavano 'mondo
astrale'. Li rassicurai confermando che volevo uscirne anche più di prima, al che mi dissero
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che il giorno seguente dovevo immancabilmente rimanere a casa. Un uomo, tutto avvolto in
una veste gialla, mi condusse fino alla finestra e mi indicò un punto. 'Vedi quell'albero?' disse
'Devi andare fino a quell'albero e mettere le mani su quel ramo, tirarti su e poi lasciarti
andare'. Mi disse l'ora esatta in cui dovevo farlo, aggiungendo che era di vitale importanza che
seguissi le istruzioni alla lettera, altrimenti avrei provato molto dolore e altrettanto ne avrei
arrecato ad altre persone. Ma, cosa peggiore per me, sarei rimasto sulla Terra. Il giornoseguente mia moglie credette che fossi impazzito, o qualcosa del genere, perché non uscii
come al solito, limitandomi a lavoricchiare qua e là. Poi, un paio di minuti prima del tempo
stabilito, uscii in giardino e mi diressi verso l'albero. Mi aggrappai a un tralcio d'edera, o
quale che sia quello che ha l'edera, e alzai le braccia fino a toccare il ramo, come mi avevano
detto di fare. E allora ebbi la sensazione di essere stato colpito dal fulmine. Non ebbi bisogno
di fingere di cadere, caddi giù, privo di forze. Caddi e poi, buon Dio, vidi una corda d'argento
sporgere dalla mia persona. Feci per afferrarla, per vedere di che si trattasse, ma le mie mani
vennero delicatamente discostate. Giacevo là a terra, in preda a una terribile paura. C'erano
due persone in piedi presso la corda d'argento, a cui stavano facendo qualcosa, mentre una
terza teneva in mano un'altra corda d'argento e, al colmo dell'orrore, riuscivo a vedere
attraverso tutto il loro gruppo. Mi chiesi perciò se tutto questo lo stavo vedendo, oppure se miaveva dato di volta il cervello, tanta era la stranezza di tutta la situazione. Da ultimo si udì una
specie di gorgoglio e un tonfo, poi, con mia grande gioia, mi accorsi di fluttuare liberamente
in un mondo di grande bellezza, il che vuol dire che fino a questo punto ho assolto la mia
parte del contratto, ho riferito tutto quello che riguarda la mia vita passata, e adesso sto per
tornare alla mia parte del mondo astrale ...".
Sono Lobsang Rampa e ho finito di trascrivere tutto ciò che con tanta riluttanza e scortesia mi
è stato riferito dalla persona, nel cui corpo sono subentrato. Continuerò ora partendo dal punto
in cui si è interrotto il suo racconto. Il suo corpo stava a terra, in preda a leggere contrazioni.
Anch'io, lo ammetto senza troppo vergognarmene, avevo degli spasmi, causati però dalla
paura. Non mi piaceva l'aspetto di quel corpo steso là davanti a me, ma un lama del Tibet
ubbidisce agli ordini, graditi o no che siano. Perciò stetti lì vicino, mentre due miei fratelli
lama armeggiavano con la Corda d'Argento di quell'uomo. Dovevano collegare la mia, prima
che la sua fosse del tutto staccata. Per fortuna il poveraccio era in un terribile stato di
stordimento e se ne stava inattivo. Da ultimo, dopo un tempo che mi parve di ore, ma che in
realtà fu un quinto di secondo, collegarono la mia Corda d'Argento e staccarono la sua. Presto
lo condussero via e osservai il corpo a cui ero ormai unito e rabbrividii. Ma poi, ubbidendo
agli ordini, lasciai che la mia forma astrale calasse in quel corpo, che stava per diventare mio.
Il primo contatto fu terribile, dandomi una sensazione fredda e appiccicosa. Pieno di spavento,
emersi di nuovo in cerca di aria. Due lama si fecero avanti per tenermi fermo e, a poco a poco,
affondai di nuovo. Stabilii di nuovo il contatto e rabbrividii dall'orrore e dalla ripugnanza.
Stavolta fu davvero un'esperienza incredibile, sconvolgente, una di quelle esperienze a cuinon vorrei mai più sottopormi. Sembrava che io fossi troppo grande, o che il corpo fosse
troppo piccolo. Avevo l'impressione di avere i crampi, di essere spremuto a morte, e poi
l'odore! Che differenza! Il mio vecchio corpo era molto malconcio e stava morendo, ma
almeno era stato il mio corpo. Adesso mi avevano appioppato questa cosa estranea che non mi
piaceva neanche un po'. In un modo o nell'altro - e questo non riesco a spiegarlo - andai a
tentoni all'interno, cercando di impadronirmi dei nervi motori del cervello. Come facevo a far
funzionare questa cosa senza capo né coda? Per un po' rimasi lì impotente, proprio come se
fossi paralizzato. Il corpo non voleva funzionare. Mi sembrava di brancolare come un
guidatore inesperto alle prese con un'automobile complicata. Ma infine, con l'aiuto dei miei
fratelli astrali, presi il controllo di me stesso e riuscii a far funzionare il corpo. Mi alzai in
piedi vacillando e per poco non urlai dall'orrore, accorgendomi che stavo camminandoall'indietro anziché in avanti. Barcollai e caddi di nuovo. Fu davvero un'esperienza
spaventosa. Questo corpo mi dava veramente la nausea e temevo che non sarei stato capace di
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manovrarlo. Giacevo con la faccia a terra e non potevo neanche muovermi, quando, con la
coda dell'occhio, vidi vicino a me due lama, che apparivano assai preoccupati per le difficoltà
che stavo incontrando. "Bene, provateci voi stessi." brontolai "Vedete se vi riesce di far fare a
questa cosa abominevole ciò che le dite di fare!" "Lobsang!" disse improvvisamente uno dei
lama "Le dita della tua mano si contraggono, adesso prova a farlo con i piedi". Feci così e mi
resi conto che c'era una differenza sbalorditiva tra i corpi orientali e quelli occidentali. … Misembra chiaro, dissi tra me, che devo ricominciare tutto da capo. Così mantenni la calma e
scivolai fuori del corpo, che mi misi a esaminare attentamente dall'esterno. Più lo guardavo e
meno mi piaceva, ma poi, pensai, non c'era altro da fare che riprovarci. Così tornai ad
introdurmi a forza e stentatamente in quella cosa vischiosa e fredda che era un corpo
occidentale. Con uno sforzo immenso cercai di alzarmi, ma ricaddi, finché, poi, riuscii in
qualche modo a tirarmi su, aiutandomi con le mani e con i piedi, appoggiandomi con la
schiena a quell'albero rassicurante. Si udì un rumore improvviso proveniente dalla casa, una
porta si spalancò e ne uscì di corsa una donna. "Oh" disse "che hai combinato adesso? Vieni
dentro e mettiti sdraiato". Ne rimasi molto colpito. Pensai a quei due lama che erano con me e
temetti che la donna potesse avere un attacco di nervi alla loro vista, ma evidentemente le
erano completamente invisibili. Questa fu un'altra delle cose sorprendenti della mia vita. Erosempre in grado di vedere le persone che venivano a trovarmi dalla dimensione astrale, ma se
parlavo con loro e poi arrivava qualcun altro? Beh, l'altro avrebbe creduto che parlassi da solo
e non volevo certo crearmi la fama di essere pazzo da legare. La donna venne verso di me e,
appena mi guardò, un'espressione sbigottita le attraversò la faccia. Pensai sul serio che
avrebbe avuto un attacco isterico, ma, in un modo o nell'altro, si controllò e mi mise un
braccio attorno alle spalle. In silenzio pensai a come controllare il corpo e poi, molto
lentamente, riflettendo a ogni passo che facevo, mi diressi verso la casa, salii le scale e
piombai su quello che evidentemente era il mio letto. Per tre giorni e tre notti rimasi in quella
stanza, adducendo a pretesto uno stato di indisposizione, mentre mi esercitavo a costringere il
corpo a fare ciò che volevo che facesse e cercando di trattenermi, in quanto questa era
veramente l'esperienza più spaventosa che avessi avuto in vita mia. Avevo sopportato
tormenti di ogni genere in Cina, nel Tibet e in Giappone, ma questa era un'esperienza nuova e
assolutamente disgustosa, l'esperienza di essere imprigionato nel corpo di un'altra persona e di
doverlo controllare. Pensai a ciò che mi era stato insegnato tanti anni prima, talmente tanti
che, a dire il vero, mi sembrava fosse un'altra vita. "Lobsang" mi avevano detto "in tempi
remotissimi, i Grandi Esseri provenienti da molto lontano al di là di questo sistema, e gli
Esseri che non avevano forma umana, dovevano visitare questa Terra per scopi particolari.
Ora, se fossero venuti sotto il loro aspetto consueto, avrebbero attirato troppo l'attenzione.
Perciò avevano sempre pronti dei corpi, in cui poter entrare e che controllavano, facendosi
passare per nativi del luogo. In futuro" mi dissero "avrai un'esperienza del genere e la troverai
assolutamente emozionante". Io l'ho avuta!8-131 Purtroppo, quando si subentra in un corpo si presentano gravissimi svantaggi. … Subito dopo
essere entrato nel mio nuovo corpo, mi sono reso conto di non sapere scrivere il sanscrito, di
non sapere scrivere il cinese. Sì, certo, conoscevo la lingua, conoscevo ciò che avrei dovuto
scrivere ma ... ma il corpo in cui mi trovavo non aveva la 'marcia ingranata' per fare quegli
scarabocchi che formano il sanscrito o il cinese. Era soltanto in grado di scrivere, per
esempio, in inglese, francese, tedesco o spagnolo. Tutto dipende dal controllo muscolare. La
stessa cosa capita a voi, in occidente, quando vi accorgete che un tedesco più istruito della
maggior parte degli inglesi, diciamo, non riesce a pronunciare l'inglese come i nativi. Non
riesce a 'rigirare la lingua' intorno ai suoni. … All'atto del trasferimento in un corpo diverso, si
possono emettere tutti i suoni, dato che il corpo produce i suoni ai quali è abituato (in inglese,
in francese o in spagnolo, per esempio). Ma quando occorre scrivere, è tutta un'altra faccenda.… L'entità in questione può comunicare a viva voce e può darsi che sappia tutto ciò che si
potrebbe fare per iscritto, ma non sa più scrivere in quella che era la sua lingua originale,
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come il sanscrito, o il cinese, o il giapponese, perché ci vogliono anni di applicazione, e i suoi
tentativi sono talmente maldestri, talmente rozzi, che gli ideogrammi non hanno alcun
significato intelligibile. Un'altra difficoltà è costituita dal fatto che l'entità è orientale e il
corpo, o veicolo, è occidentale. Se vi sembra strano, permettetemi di dirvi che, se foste in
Inghilterra, guidereste una macchina con i comandi a destra, in modo da poter andare lungo il
lato sinistro della strada. Se però vi trovate in America, guidereste un'automobile con lo sterzoa sinistra e vi manterreste sul lato destro della strada. … Bene, prendete un povero sventurato
d'autista … Tutti i suoi riflessi innati, educati probabilmente da decine di anni,
protesterebbero, dovendo essere improvvisamente invertiti e, in caso di emergenza, si
metterebbe immediatamente a guidare sul lato sbagliato della strada, provocando, così,
l'incidente che stava cercando di evitare. … Quindi la trasmigrazione non si addice ai profani.
In tutta sincerità, dico che si potrebbe fare molto nel campo della trasmigrazione, qualora la
gente potesse acquisire la giusta conoscenza. Sono inoltre stupito che ai russi, i quali in tante
cose sono in netto vantaggio, non sia venuta ancora l'idea della trasmigrazione. E' facile, basta
sapere come si fa. E' facile, se sapete prendere le dovute precauzioni. … Un altro punto da
considerare consiste nell'ottenere un veicolo, o corpo, adeguato, in quanto non è possibile
infilarsi semplicemente in un corpo qualsiasi e subentrarci, come un ladro che si intrufola inuna macchina ferma a un semaforo. … Dovete trovare un corpo che sia in armonia con il
vostro, che da qualche parte abbia un suono armonico, e ciò non significa che il possessore
del corpo debba essere buono o cattivo, questo non c'entra niente; è tutta questione della
frequenza vibratoria di quel corpo.
… Thames Ditton era considerata zona 'elegante' e alcune voci che potevo udire dalla finestra
aperta erano fin troppo 'eleganti', a giudicare dal fatto che mi era davvero difficile capire
quelle dall'accento marcato. Inoltre avevo alcune difficoltà nel parlare. Prima di emettere un
suono dovevo riflettere e poi visualizzare la forma del suono che stavo per pronunciare. Molte
persone parlano con naturalezza. Potete seguitare a chiacchierare senza alcuna difficoltà,
senza troppo pensarci, ma non quando siete un orientale che è subentrato nel corpo di un
occidentale. Perfino oggi debbo pensare a ciò che sto per dire, il che fa sembrare il mio modo
di parlare un po' lento e a volte esitante. Se si rileva un corpo, per un anno o due quest'ultimo
è fondamentalmente il corpo dell'ospitante, quello cioè in cui si subentra. Ma, nel corso del
tempo, la frequenza del corpo cambia e alla fine diventa uguale a quella del proprio corpo
originale e appaiono le proprie cicatrici originali. Come ho già detto, il procedimento somiglia
alla galvanostegia e alla galvanotipia, in quanto molecola si cambia con molecola. Non
dovrebbe essere difficile crederci, perché se vi fate un taglio e il taglio guarisce, allora si sono
avute delle molecole di rimpiazzo, non siete d'accordo? Non sono le stesse molecole che
c'erano al momento del taglio, ma si tratta di nuove cellule cresciute per sostituire quelle
tagliate. Lo stesso avviene nella trasmigrazione. Il corpo cessa di essere il corpo estraneo, in
cui si è subentrati e, molecola per molecola, diventa il proprio corpo, quello cioè in cui si eranati. Un'ultima cosa. La trasmigrazione fa diventare 'differenti'. Alle persone che convivono
dà una strana sensazione. Se un trasmigrato tocca un'altra persona, senza che questa se lo
aspetti, può darsi che la persona toccata strilli per la violenta emozione e dica: "Mi hai fatto
venire la pelle d'oca!" Perciò, se avete intenzione di mettere in pratica la trasmigrazione,
dovrete considerarne sia i vantaggi sia gli svantaggi.
8-142 Giunsi alla conclusione che, dal momento che il corpo che ora occupavo viveva 'fuori tempo',
per esso non esistevano occasioni. Secondo la Cronaca dell'Akasha, l'ex occupante del corpo
era stato sul serio ed effettivamente sul punto di suicidarsi, il che avrebbe segnato la fine di
tutte le circostanze favorevoli in cui si sarebbe trovato il suo veicolo, cioè il suo corpo. In tal
modo, per quanto ci provassi, non potevo mai assumere un lavoro che un'altra persona era in
grado di svolgere. L'unico impiego cui potevo accedere sarebbe stato quello che avreiprodotto per conto mio.