17
1 Sussidio per la preghiera di Avvento in famiglia (da www.chiesacattolica.it ) - 2012 2 Dicembre - I domenica - Vegliate ogni momento pregando Beati gli invitati al banchetto di nozze dell'Agnello (Ap 19,9) Il tema della vigilanza nell’attesa della liberazione è centrale nelle letture bibliche: Dio prepara “giorni” (Cfr. Ger 33,14 ) in cui realizzerà le sue promesse attraverso un germoglio giusto che porterà salvezza. VEGLIARE: è l’agire proprio del pastore che vigila sul gregge. Vegliare è l’agire proprio della sentinella che sulle mura della città vigila per avvertire dell’arrivo del nemico. Vegliare è proprio dell’agire di Dio che nella notte pasquale veglia e vigila per liberare il suo popolo da ogni tirannia. Vigilare è l’atteggiamento prudente di una coppia di sposi che, nella forza di Cristo Sposo, desidera custodire la propria fedeltà nuziale. Vigilare e vegliare è infine l’agire proprio dell’essere genitori che amando nella verità, prima di tutto nel loro essere coppia, vegliano sul bene dei figli, forti della Parola di Dio e del suo amore. Nella nostra famiglia, nelle nostre relazioni fra noi come coppia e con i nostri figli, chi è “il nemico”, la tirannia, interna ed esterna, su cui siamo chiamati a vigilare? Per noi genitori Se ci poniamo nella disponibilità a metterci in discussione e orientarci alla conversione, il ramo secco che a volte siamo come genitori vedrà germogliare nei figli la fiducia e la speranza, e l’inquietudine dei figli potrà trasformarsi e fiorire in germogli di vita nuova. Per la preghiera prima dei pasti Signore che vegli su di noi in ogni momento, benedici questo pasto come segno di una ritrovata capacità in Te, di prenderci cura gli uni degli altri nella verità e nella carità. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Sussidio per la preghiera di Avvento in famiglia (da www ... in... · fissati quattro ceri, posti ad eguale distanza tra di loro: significano le quattro settimane d'Avvento. L'accensione

Embed Size (px)

Citation preview

1

Sussidio per la preghiera di Avvento in famiglia (da www.chiesacattolica.it) - 2012

2 Dicembre - I domenica - Vegliate ogni momento pregando

Beati gli invitati al banchetto di nozze dell'Agnello (Ap 19,9) Il tema della vigilanza nell’attesa della liberazione è centrale nelle letture bibliche: Dio prepara “giorni” (Cfr. Ger 33,14) in cui realizzerà le sue promesse attraverso un germoglio giusto che porterà salvezza. VEGLIARE: è l’agire proprio del pastore che vigila sul gregge. Vegliare è l’agire proprio della sentinella che sulle mura della città vigila per avvertire dell’arrivo del nemico. Vegliare è proprio dell’agire di Dio che nella notte pasquale veglia e vigila per liberare il suo popolo da ogni tirannia. Vigilare è l’atteggiamento prudente di una coppia di sposi che, nella forza di Cristo Sposo, desidera custodire la propria fedeltà nuziale. Vigilare e vegliare è infine l’agire proprio dell’essere genitori che amando nella verità, prima di tutto nel loro essere coppia, vegliano sul bene dei figli, forti della Parola di Dio e del suo amore. Nella nostra famiglia, nelle nostre relazioni fra noi come coppia e con i nostri figli, chi è “il nemico”, la tirannia, interna ed esterna, su cui siamo chiamati a vigilare?

Per noi genitori Se ci poniamo nella disponibilità a metterci in discussione e orientarci alla conversione, il ramo secco che a volte siamo come genitori vedrà germogliare nei figli la fiducia e la speranza, e l’inquietudine dei figli potrà trasformarsi e fiorire in germogli di vita nuova.

Per la preghiera prima dei pasti Signore che vegli su di noi in ogni momento, benedici questo pasto come segno di una ritrovata capacità in Te, di prenderci cura gli uni degli altri nella verità e nella carità. Per Cristo nostro Signore. Amen.

2

La corona dell’Avvento Un po’ di storia La sua origine va ricercata presso i cristiani Luterani della Germania orientale. La corona d'Avvento può essere considerata la conversione di antichi riti pagani che si celebravano nel mese di yule (dicembre) con delle luci. Nel sec. XVI divenne simbolo dell'Avvento nelle case dei cristiani. Questo uso si diffuse rapidamente presso i protestanti e i cattolici. Successivamente fu impiantato anche in America. La corona d'Avvento è costituita da un grande anello fatto di fronde d'abete (si usa anche il tasso o il pino, oppure l'alloro). È sospesa al soffitto con quattro nastri rossi che decorano la corona stessa, può essere posta sul tavolo del salotto, oppure appesa in altro luogo adatto. Diviene il centro di preghiera settimanale o giornaliero per tutta la famiglia in tempo d'Avvento. Può anche essere collocata su di un tavolo. La piccola comunità della famiglia l'accoglie con gioia nella preghiera e nella vigilanza, con un itinerario spirituale che coinvolge piccoli e grandi. Attorno alla corona sono fissati quattro ceri, posti ad eguale distanza tra di loro: significano le quattro settimane d'Avvento. L'accensione del cero è accompagnata da un canto e da invocazioni della venuta del Signore, mentre la domenica la famiglia si riunisce, celebrando il giorno del Signore, nell’attesa della sua venuta. Si conclude con un canto alla Vergine Maria.

Preghiera al momento di accendere il primo cero della corona dell’Avvento Papà: Cominciamo la nostra preghiera nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Tutti: Amen. Mamma: Accendiamo ora la prima candela della corona dell’Avvento. In queste quattro settimane ci prepariamo ad accogliere Dio che viene in mezzo agli uomini, e vogliamo farlo imparando a diventare più accoglienti gli uni verso gli altri. Tutti: Vieni, Signore Gesù! Lettore: Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 13,11-12 È ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti. La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Il papà benedice la corona con queste parole: Benedetto sii tu, Signore, che sei la luce. Illumina la nostra famiglia con la tua gioia, perché possiamo vedere germogliare fra noi la tua presenza di pace. Un/a figlio/a accende la prima candela:

3

Padre buono, rendici pronti ad accogliere Gesù. Illumina le nostre giornate, perché possiamo prepararci a riceverlo nella nostra famiglia, vivendo gesti di accoglienza fra noi, nell’ascoltarci senza fretta, nel sorriderci al rientro a casa, per sentirci ed essere sereni e gioiosi nell’attesa. Tutti: Padre nostro... Papà: La luce del Signore risplenda su di noi, ci accompagni in questo tempo perché la nostra gioia sia piena. Tutti: Amen. Canto Maria, tu che hai atteso nel silenzio, la sua Parola per noi Aiutaci ad accogliere il Figlio tuo che ora vive in noi.

9 Dicembre - II domenica - Preparate la via del Signore

Beato chi è integro nella sua via e cammina nella legge del Signore (Sal 119, 1) La luminosa profezia di Baruc che esorta Gerusalemme alla speranza si salda con l’invito del Battista a preparare le vie del Signore. La venuta del Signore è dono e compito per il credente che lo vuole davvero incontrare per rinnovare l’esistenza. Era in uso preparare le strade per l’arrivo di un sovrano o di un potente. Il profeta ci invita a preparare le strade per l’arrivo del Signore, perché Dio sta per visitare il suo popolo e la sua visita è portatrice di salvezza. Le strade da raddrizzare sono le strade che ha preso la nostra vita. Sono le scelte, le resistenze, la qualità delle nostre relazioni umane che ancora non vanno nel senso dell’amore vero, quello che vuole davvero il bene dell’altro, quello che si dona gratuitamente coniugando Verità e Carità. Quali sono le vie distorte e i terreni scoscesi che, nella nostra vita di coppia e nelle relazioni familiari, rendono difficile la comunione tra noi e con ciò la possibilità che la Parola “corra” nella nostra famiglia? La prima via di conversione è sempre il perdono reciproco. Si può fare in famiglia un piccolo incontro a tavola in cui, dopo aver recitato insieme una preghiera alla Vergine Maria, Regina delle famiglie, ognuno esprime liberamente le proprie difficoltà nelle relazioni familiari. Ciascuno ascolta in silenzio senza difendersi inutilmente, ma accogliendo il disagio e la ferita dell’altro. L’incontro potrebbe chiudersi con un gesto di perdono e nella preghiera del Padre nostro.

4

Per la preghiera prima dei pasti Signore benedici questo cibo, perché diventi segno della docilità del nostro cuore, della disponibilità a convertirci a Dio e gli uni agli altri, in coppia e in famiglia, appianando orgoglio, rancori, risentimenti strade sbagliate che non portano all’amore e alla gioia del cuore. Per Cristo nostro Signore. Tutti: Amen.

Preghiera al momento di accendere il secondo cero della corona dell’Avvento

La mamma: Accendiamo oggi la seconda candela della corona di Avvento. Impegniamoci a vivere giorno per giorno l'attesa di Gesù. Con la nostra vita, nella gioia e nella carità verso i fratelli prepariamo la strada al Signore che viene, come Maria ha fatto, andando con gioia e in fretta verso Elisabetta, per aiutarla e condividere con lei la gioia dell’annuncio della salvezza. Lettore: Dal libro di Abacuc 2,1-3 Mi metterò di sentinella, in piedi sulla fortezza, a spiare, per vedere che cosa mi dirà, che cosa risponderà ai miei lamenti. Il Signore rispose e mi disse: "Scrivi la visione e incidila bene sulle tavolette, perché la si legga speditamente. È una visione che attesta un termine, parla di una scadenza e non mentisce; se indugia, attendila, perché certo verrà e non tarderà. Il papà: Preghiamo ora in silenzio. Breve preghiera silenziosa nel cuore di ciascuno Un figlio accende la seconda candela: La luce che viene da te, Gesù, illumini la vita della nostra famiglia e ci faccia vedere che cosa ti aspetti da noi in questa settimana. Aiutaci, con il tuo amore a costruire fra di noi rapporti limpidi e gioiosi, segno della tua presenza in mezzo a noi. La mamma e il papà insieme: Dio della salvezza, che guardi con amore tutti noi, tuoi figli, accompagnaci nel cammino di questa settimana, perché camminiamo con la forza del tuo Spirito, seguendo la tua legge d’amore e di giustizia, incontro a Cristo nostro Signore. Tutti: Amen. Canto Ave Maria, Ave. Ave Maria, Ave. Donna dell’attesa e madre di speranza Ora pro nobis. Donna del sorriso e madre del silenzio Ora pro nobis. Donna di frontiera e madre dell’ardore Ora pro nobis. Donna del riposo e madre del sentiero Ora pro nobis.

5

Schema per un esame di coscienza per la famiglia,

in preparazione al sacramento della Riconciliazione, in vista del Santo Natale

Introduzione Non si illuda chi crede che possano esistere padri e madri perfetti, dotati di tecniche educative nuove e sicure. Ai nostri figli, insieme alla nostra presunzione, talvolta diamo in eredità anche i nostri peccati, le nostre nevrosi. Molto spesso, e neppure ne siamo consapevoli, a nostra volta riceviamo e trasmettiamo quell’inclinazione al male, all’egoismo che fa da humus ai nostri peccati personali. Finché ad interrompere la catena della trasmissione di padre in figlio non interviene Gesù Cristo, con la sua Grazia. Il battesimo ha proprio questo significato: rompere queste catene di sofferenza dovute alla schiavitù delle malattie dell’anima che caratterizzano ciascuno di noi. Essere battezzati significa allora che quel peccato della mia famiglia, quella superbia, quell’ira, quell’orgoglio che ha procurato solo sofferenze e divisioni, ora, per la grazia del Signore Gesù, può non dominare più la mia vita: non ha più la possibilità di schiacciarmi e avere la meglio sulla mia esistenza. Il male è stato vinto dal Signore Gesù risorto! E noi possiamo farne esperienza. Nella nostra vita quotidiana in famiglia ci accorgiamo quanto sia difficile accogliere Dio che viene in noi: l’impresa - impossibile alle sole forze umane - diventa scoperta di luce e di gioia, se ci lasciamo condurre e interpellare dalla Parola, che ci guida a riconoscere i nostri limiti, le nostre fragilità, il nostro peccato, per giungere a chiederne perdono al Padre che è nei cieli, e arrivare anche a domandarci: ho mai chiesto perdono al mio coniuge e ai miei figli per le mie fragilità, per i miei limiti? Questo può essere il tempo favorevole per farlo, senza timore di perdere in autorevolezza e credibilità, ma anzi, nella serena certezza che siamo uniti nel cammino comune verso la gioia della salvezza che tutti ci raggiunge. Dunque, che fare? Convertirsi al Signore e con umiltà guidare a lui i nostri figli. Facendo tesoro della storia di Davide, che il Salmo 50 ci ricorda: la misericordia di Dio è sempre più grande del nostro peccato. In compagnia della Parola Sulle orme della Parola di Dio ognuno rientra in se stesso e si domanda: che cosa il Signore si aspetta da me, per rendermi capace di “dire” nella vita della

6

mia famiglia: “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14) Dal libro della Genesi: E il Signore Dio disse: "Non è bene che l'uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda" (Gen 2,18). Rifletto Aiuto (in ebraico ‘ezer) significa, nella Scrittura, “essere complici nel vincere il nemico”, “scampare insieme da un pericolo mortale”, “essere alleati nel bene”. In “principio”, dunque, il rapporto di coppia era benedizione, data per la realizzazione reciproca, per la pienezza di maturazione dell’uomo e della donna nella complementarietà del loro essere maschio e femmina. L’esperienza del peccato, però, capovolge la situazione: ciò che era “dato” per essere “aiuto” (‘ezer), nel costruire sulla terra il “Regno di Dio”, è diventato perversamente aiuto nel male. Ciò che era dato come alleanza e complicità per il bene è diventato complicità nel male. La coppia invece che luogo di benedizione spesso si sperimenta come luogo di sofferenza e di maledizione. Mi interrogo · Sono “aiuto” per il mio partner? · Sono “aiuto” per la mia comunità? Per la mia parrocchia, per i miei fratelli? Prego Signore, tu che hai detto: ‘In principio Dio ha voluto che uomo e donna fossero una cosa sola come aiuto reciproco nel costruire il Regno dei cieli’, benedici e proteggi la nostra unione e dona a ciascuno di noi il discernimento spirituale, perché non cadiamo negli inganni della divisione. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Amen. Per noi genitori Dal Vangelo secondo Luca: “ Gli presentavano anche i bambini perché li accarezzasse;ma i discepoli, vedendo ciò, li rimproveravano. Allora Gesù li fece venire avanti e disse: ‘Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non vi entrerà’”. (Lc 18,15-17) Riflettiamo insieme Il brano inizia parlando di persone anonime, che conducono i bambini a Gesù, perché Egli li accarezzi.

7

Sappiamo che questi personaggi anonimi non sono i discepoli, che al contrario li rimproverano. Dunque di chi si tratta? Dei genitori dei bambini. I genitori portavano i bambini a Gesù. Ecco la genitorialità: condurre i figli a Cristo. Il significato pieno, trascendente e non solo biologico, della paternità e maternità, è condurre il bambino verso il “centro” della sua dignità e verità personale, è condurlo al cuore del senso della vita umana: Dio. Ma altrettanto importante è la motivazione per cui i genitori portavano i bambini a Gesù: perché Lui li accarezzasse. Infatti in quella carezza avrebbero sperimentato la tenerezza del suo Amore. Questo è dunque, in definitiva, lo scopo di una genitorialità che conduce a Cristo: dare la possibilità ai nostri figli di sperimentare l’Amore di Dio. Sentirsi amati profondamente da Dio è la via per entrare nel Regno, paradossalmente è perché siamo amati che siamo perdonati e salvati. È il suo Amore, a cui aprirci fiduciosi, che rende possibile un vita nuova. Mi interrogo · Come sono stato educato? Qual è stata la mia esperienza di figlio/a? · La famiglia da cui provengo su quali cardini era fondata? · Cosa è cambiato nel modo di educare e di essere famiglia che io ho impostato con mio marito o mia moglie rispetto alle nostre “famiglie d’origine”? · Come vivo il mio essere diventato padre o madre? · Sono consapevole delle mie responsabilità? · Quali limiti incontro? E che significa per me dare la vita? Preghiamo insieme Padre, nel Tuo Figlio Gesù ci chiami a far sì che i nostri figli possano fare esperienza della tua tenerezza, delle tue carezze, che consolano e curano il cuore. A nostra volta ti chiediamo: donaci un cuore nuovo, fiducioso e abbandonato a Te come quello dei bambini, perché di essi è il Regno dei cieli. Per Cristo nostro Signore. Amen. Oppure: Padre, nel tuo figlio Gesù donaci il tuo Spirito di carità, perché possiamo imparare da Te la qualità dell’Amore. Donaci di imparare ogni giorno ad amare come Tu hai amato, aumentando in noi la fiducia che il tuo amore e solo il tuo Amore può riempire i vuoti della nostra anima, donandoci una pace, una serenità che ci permetta di rivolgerci agli altri ed in particolare ai nostri figli in modo sereno e libero. Soltanto sentendoci amati da te, infatti,

8

possiamo divenire capaci di un dono sincero di noi. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Amen.

16 Dicembre - III domenica - Che cosa dobbiamo fare?

Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano (Lc 11,28) La vigorosa predicazione del Battista incontra la domanda puntuale delle folle: «Che cosa dobbiamo fare?” (Lc 3,10). È la stessa domanda che le folle pongono a Pietro e agli altri apostoli dopo l’annuncio centrale della fede (cfr. At 2,37). L’incontro con la novità di Dio suscita la decisione che impegna la vita.

Che cosa dobbiamo fare? Se il Signore viene a visitare il suo popolo, il suo popolo si domanda: “che cosa dobbiamo fare?”. Domanda a cui Maria stessa ha risposto, aprendosi totalmente all’accoglienza. Questo siamo chiamati a fare in famiglia: aprirci ed accogliere la Parola in noi, perché possa germogliare. In famiglia, in questo Avvento, in particolare, possiamo prestare ogni giorno un ascolto più intenso alla Parola di Dio con i brani che la Chiesa propone nell’Ufficio delle letture. La domanda “cosa posso fare per te, moglie o marito, figlio o figlia?” guida davvero il nostro cammino di coppia e di famiglia o nel nostro cuore albergano individualismo, indifferenza, disinteresse per l’altro? Per i genitori: Possiamo essere buoni genitori educanti solo nel momento in cui noi stessi prendiamo sul serio il Vangelo, a partire dal nostro rapporto di coppia.

Per la preghiera prima dei pasti Signore, benedici questo cibo, segno del cibo solido della tua Parola con la quale vieni a sfamare il nostro bisogno di misericordia e a guarire la nostra incapacità di un amore incondizionato. Per Cristo nostro Signore. Amen

Preghiera al momento di accendere il terzo cero della corona dell’Avvento Il papà: iniziamo questo momento di preghiera e di lode al Signore Dio, che è Padre e Figlio e Spirito Santo. Tutti: Amen. Lettore: Dal vangelo secondo Matteo 3,1-3 In quei giorni venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: "Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!". Egli infatti è colui

9

del quale aveva parlato il profeta Isaia quando disse:Voce di uno che grida nel deserto:Preparate la via del Signore,raddrizzate i suoi sentieri! La mamma: Preghiamo in silenzio. Breve preghiera silenziosa nel cuore di ciascuno Un figlio accende la terza candela: Tu, Dio della luce, guida i nostri cuori quando ascoltiamo la tua Parola, perché possiamo mantenere nella nostra famiglia il desiderio di volerci bene e di rispettarci anche nelle nostre debolezze e impariamo a camminare insieme verso di Te. La mamma: Noi ti lodiamo e ti benediciamo, o Signore, che doni alla nostra famiglia la grazia di rivivere i tempi e gli eventi della salvezza. Ci illumini e ci guidi la sapienza del tuo Spirito, perché anche la nostra casa sappia attendere e accogliere il tuo Figlio che viene. Tutti: Benedetto nei secoli il Signore. Canto Amatevi, fratelli, come io ho amato voi. Avrete la mia gioia, che nessuno vi toglierà Avremo la sua gioia, che nessuno ci toglierà. Vivete insieme uniti come il Padre è unito a me Avrete la mia vita, se l’amore sarà con voi Avremo la sua vita, se l’amore sarà con noi.

23 Dicembre - IV domenica - Beata colei che ha creduto

Beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto (Lc 1,45) In prossimità della celebrazione del Natale la liturgia propone la figura di Maria, la Vergine in attesa, che Elisabetta chiama “beata” per la fede. Come Betlemme, seppure piccola, offre il luogo (prima lettura), l’umanità offre un corpo nella carne del Figlio (seconda lettura), così Maria, modello di ogni credente, si fa arca della nuova alleanza, luogo di incontro di Dio con il suo popolo. L’arrivo di Gesù e di Giovanni Battista, due bambini nel grembo delle loro madri, smuove il solidale incontro di due donne e inaugura un episodio significativo dove la vita si lascia interpellare e fecondare dalla fede.

10

Il saluto che Elisabetta rivolge a Maria “beata te che hai creduto” non è un augurio formale, ma si tratta del riconoscimento di un dato di fatto. Credere rende beati. Romano Guardini scrive, in un suo libro dedicato a Maria: “credere è mettersi al servizio della redenzione”. Non esiste la famiglia ideale, ma esistono famiglie disposte a mettersi a servizio della redenzione, a credere profondamente che nella sequela del Signore possiamo imparare ad amare, a perdonarci, a donarci reciprocamente, e a servire il bene di tutti. Possiamo imparare a leggere con uno sguardo di fede i segmenti della nostra vita familiare: la nascita dei figli, i traguardi scolastici, le tante esperienze di dolore, gli anniversari di matrimonio, la presenza di anziani in casa … tutto può essere appello di Dio, per lasciarlo entrare nella nostra vita, accogliendo la trasformazione del nostro modo di agire, reagire, vivere, per realizzare la più alta qualità d’amore possibile per noi. Per noi genitori: Meditiamo in coppia la parola di Lc 1,17 in cui si richiamano i padri a convertirsi ai figli e si annuncia che i figli di conseguenza si convertiranno alla sapienza di Dio; i nostri figli, infatti, si nutrono principalmente della nostra armonia di coppia e del clima di perdono che stabiliamo fra noi genitori.

Per la preghiera prima dei pasti Signore benedici questo cibo, nutri la nostra vita con l’amore che lo Spirito Santo versa nei nostri cuori, perché si rafforzi la nostra fede, e nella nostra famiglia, sia possibile davvero sperimentare la beatitudine per coloro che credono. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Amen. Preghiera al momento di accendere il quarto cero della corona dell’Avvento Il papà: iniziamo questo breve momento di preghiera nel nome del Padre e Figlio e Spirito Santo. Tutti: Amen. Lettore: Dal vangelo secondo Luca (1,39-45) In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: "Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto".

11

La mamma: Preghiamo ora in silenzio. Breve preghiera silenziosa nel cuore di ciascuno Un figlio accende la quarta candela: EternoPadre, che con Maria ci fai il dono di Gesù, tuo Figlio, concedi, per la grazia del tuo Spirito, di diventare anche noi accoglienti come lei, perché possiamo sperimentare la pace e la gioia. Il papà: Ripetiamo insieme: A te la gloria, Signore Gesù, e a noi la tua pace. Tutti: A te la gloria, Signore Gesù, e a noi la tua pace. · Tu, Dio della luce, guida i nostri cuori quando ascoltiamo la tua Parola, perché possiamo mantenere nella nostra famiglia il desiderio di volerci bene e di rispettarci imparando a camminare insieme verso di Te. Tutti: A te la gloria, Signore Gesù, e a noi la tua pace. La mamma: Noi ti lodiamo e ti benediciamo, o Signore, che doni alla nostra famiglia la grazia di rivivere i tempi e gli eventi della salvezza. Ci illumini e ci guidi la sapienza del tuo Spirito, perché anche la nostra casa sappia attendere e accogliere il tuo Figlio che viene. Tutti: Benedetto nei secoli il Signore. Canto O cieli, piovete dall’alto o nubi mandateci il Santo o terra, apriti o terra e germina il Salvatore Siamo il deserto, siamo l’arsura maranatha, maranatha. Siam le catene, nessuno ci scioglie, maranatha, maranatha.

25 Dicembre - Natale - È apparsa la grazia di Dio

Beato il popolo che possiede questi beni: beato il popolo che ha il Signore come Dio (Sal 144,15) E' apparsa la grazia di Dio Nell’incarnazione del Signore si è rivelata la misericordia e la prossimità salvifica di Dio per gli uomini. Il “mistero della fede” celebrato e accolto nello spirito diventa vissuto dei singoli e delle comunità (Cfr. colletta della Messa

12

dell’aurora). Ciò che viene celebrato si riflette nella testimonianza quotidiana in modo che ogni realtà umana possa sentirsi oggetto delle cure premurose del Salvatore e mai abbandonata (cfr. Is 62,11-12, prima lettura della Messa dell’aurora).

Per la preghiera prima del pranzo di Natale Benedici Signore, il cibo che ci doni in questo giorno, in cui tu hai rallegrato tutta la terra con la nascita del Salvatore. Oggi la salvezza è apparsa in questa casa. La nostra abitazione è divenuta una piccola Betlemme e hai dissipato con la tua Grazia le tenebre dei nostri cuori a causa dei rancori, dei risentimenti, delle ferite che ci accompagnano. Benedici la nostra famiglia e le persone che ci sono care. Aiutaci ad accogliere le persone che incontriamo e donaci lo stesso sguardo di amore del Tuo Figlio. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Amen.

Schema di preghiera in famiglia nel giorno di Natale Il papà: ci raduniamo oggi, nella solenne festa del Natale, e preghiamo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. La mamma:accogliamo con gioia oggi il mistero del Figlio di Dio che si fa uomo per noi e si rivela come Salvatore: per il suo popolo, nella persona dei pastori; a tutte le genti, nella persona dei magi. Prima di scambiare doni e regali, manifestiamo la nostra felicità alla presenza di Gesù. Un figlio:Dal vangelo secondo Luca 2,10-14 L'angelo disse loro: "Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia". E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste, che lodava Dio e diceva: Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama". Il papà: Preghiamo ora in silenzio. Breve silenzio di preghiera La mamma: Ringraziamo il Signore Gesù perché ci visita oggi in modo speciale con la sua Incarnazione nel mondo. Preghiamo ora insieme dicendo: Tutti: Venga il tuo regno, Signore. · Signore Gesù, noi ti vediamo bambino e crediamo che tu sei il Figlio di Dio e il nostro Salvatore. · Con Maria, con gli angeli e con i pastori noi ti adoriamo. Ti sei fatto povero per farci ricchi con la tua povertà: concedi a noi di non dimenticarci mai dei poveri e di tutti coloro che soffrono.

13

· Proteggi la nostra famiglia, benedici i nostri piccoli doni, che abbiamo offerto e ricevuto, imitando il tuo amore. Fa' che regni sempre tra noi questo senso di amore che rende più felice la vita. · Dona un buon Natale a tutti, o Gesù, perché tutti si accorgano che tu oggi sei venuto a portare al mondo la gioia. Tutti: Amen. Il papà: Gesù Salvatore, nuovo sole che sorgi nella notte di Betlemme, rischiara la nostra mente, riscalda il nostro cuore, perché nella nostra famiglia splenda sempre la luce della tua presenza e possiamo camminare nel tuo amore. Il tuo Vangelo di pace giunga sino ai confini della terra, perché ogni uomo si apra alla speranza di un mondo nuovo rinnovato e riscaldato dalla tua pace. Tutti:Amen.

30 Dicembre – S. Famiglia di Nazareth - Beato chi abita la tua casa Signore

Beato chi abita la tua casa, Signore; senza fine canta le tue lodi (Sal 84,5) I testi biblici proclamati nell’anno C aiutano a rileggere la vita e l’esperienza familiare come dono di Dio. Gesù stesso, di fronte alla preoccupazione di Maria e Giuseppe, richiama il primato di un’“autorità superiore”, quella di Dio. Siamo, dunque, nell’ottica della fede dove tutto viene guardato in una prospettiva nuova, come di fronte ad un mistero, con lo stesso atteggiamento della Madre che custodiva nel cuore le grandi cose del Figlio. Per la preghiera prima dei pasti Signore benedici questo cibo, fa’ che possiamo sperimentare che abitare la tua casa, significa vivere la vita alla mensa della tua sapienza che dà gusto ad ogni cosa, abitare nella tua casa significa vivere al sicuro poggiando sulla roccia della tua Parola. Signore benedici la nostra famiglia, perché vivendo la comunione fra noi, possiamo sentirci tutti abitanti della tua casa. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Amen.

14

Schema per un incontro parrocchiale delle famiglie

Introduzione In questo giorno di festa in cui la Chiesa ci pone davanti la famiglia di Gesù, Maria, Giuseppe come modello di famiglia ideale, ci mettiamo umilmente e coraggiosamente in cammino sulle loro orme, per riconoscere nelle nostre gioie e fragilità i tratti del cammino di fede e santità che la Santa Famiglia ha sperimentato nel concreto svolgersi dei giorni della loro vicenda terrena. Ci è indispensabile sostegno il confronto con la Parola di Dio, come fondamento per la nostra preghiera e specchio per la nostra riflessione, in vista di camminare insieme, all’interno della nostra famiglia e come “Famiglia di famiglie”. Durante questo incontro vogliamo riflettere e condividere, nell’ascolto reciproco e nella preghiera, a partire dalla luce della Parola su alcune tematiche che ci possono interpellare nel concreto, nelle nostre relazioni quotidiane, nel nostro cammino di fede come famiglia. A) Dal libro del profeta Malachia Ecco, io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore: egli convertirà il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei figli verso i padri, perché io, venendo, non colpisca la terra con lo sterminio (Malachia 3,23-25). Per riflettere Il profeta Malachia descrive i “tempi ultimi” come tempi “di conversione dei padri ai figli e viceversa”. È un’espressione insolita, ma, riflettendo, è un grande invito a un cambiamento radicale nelle relazioni umane. È necessaria una “conversione” nelle nostre relazioni, a cominciare da quelle primarie. Noi siamo sempre stati convinti che essere genitori sia semplicemente qualcosa di “naturale”, ovvio, scontato. Ma, fuori da esempi eclatanti, nel quotidiano più vicino a noi, nella nostra storia, quante difficoltà abbiamo conosciuto (forse anche noi stessi) nel rapporto tra padri e figli. Anche se non abbiamo figli, siamo comunque figli, anche se non siamo genitori, abbiamo dei genitori. Quante incomprensioni, quante incomunicabilità e conflittualità, abbiamo vissuto nella famiglia di origine, forse ancora presenti nelle nostre famiglie oggi. Quante sofferenze tra i giovani sono lì a denunciare l’assenza del padre nel rapporto di amore con i figli. Quanto è difficile andare d’accordo in famiglia! Quanto è difficile star bene insieme, rispettarsi, capirsi e amarsi.

15

In quanto figli abbiamo bisogno di una figura chiara, autorevole, amorosa del padre. In essa potranno vedere la potenza amorosa di Dio Padre, e la sua tenerezza. Come essere padri convertiti ai figli oggi? Come essere segno della novità del Natale nella nostra famiglia? Il nostro è un cuore di pietra, indurito dalle paure e dalle ferite. La stessa esperienza ci dice che, per andare d’accordo, non è sufficiente la buona volontà. Il profeta Malachia lo proclama con tutta la sua forza di profeta: l’amore non è frutto di volontarismo ma è “preparare il cuore alla Grazia di Dio”. Come? Disponendoci nella fede alla conversione del nostro cuore di pietra “attraverso la VIA dell’UMILTÀ”: questo vale per tutti noi. In quanto genitori esaminiamo attentamente, attraverso i fatti che ci accadono, cosa c’è nel nostro cuore; impariamo a chiedere perdono ai nostri figli quando li facciamo soffrire con il nostro peccato, con le nostre nevrosi o anche soltanto con i nostri limiti, ed egoismi. Essere umili davanti al figlio non ci fa perdere “autorità come padri e madri”, al contrario scioglie ogni risentimento, ogni reazione dura nei figli, e fa entrare nel perdono reciproco. Convertiamoci ai figli e i figli si convertiranno a Dio, vedendo in noi la sua potente opera di riconciliazione per poter far “festa” in famiglia. La conversione e il perdono diventano per noi un segno potente dei tempi nuovi della “venuta” del Salvatore. In quanto figli convertire “il cuore verso i padri” può significare riconoscerne l’autorità, seguirne le indicazioni, accoglierli nelle inevitabili fragilità legate al ritmo della vita, all’anzianità, alla condizione sociale... Saper chiedere perdono nella certezza di essere accolti di nuovo nel dialogo di fiducia e tenerezza può essere un elemento di amore e di condivisione tale da arrivare a rafforzare la fede in Dio Padre amorevole. Qualche pista per la condivisione · Qual è stato il rapporto con mio padre e mia madre? C’è stata con loro l’esperienza della grazia di Dio che converte e trasforma i cuori? · E io nella mia famiglia, nelle mie relazioni umane, vivendo nella sequela della Parola di Dio, ho sperimentato la conversione delle relazioni con i figli? · È tempo di cominciare. Che cosa posso fare nel concreto? Preghiera Padre, donaci uno spirito di umiltà, donami lo Spirito di tuo Figlio che non considerò un tesoro geloso la sua divinità. Perché io possa non temere di perdere il mio ruolo di ‘padre’ o di ‘madre’, chiedendo umilmente perdono a mio figlio, a mia moglie, a mio marito, a mio

16

padre, a mia madre quando sia necessario, perché nella mia famiglia possa regnare nella Verità il perdono, l’umiltà e la gioia. Amen. B) Dal Vangelo secondo Luca “Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. 43Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. 44Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; 45non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. 46Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. 47E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. 48Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: "Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo". 49Ed egli rispose loro: "Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?". 50Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.” (Luca 2,41-50) Qualche idea per riflettere insieme E’ strano davvero questo episodio, non soltanto per la reazione di Gesù, ma anche per il comportamento dei suoi genitori che, pur avendo ricevuto tanti “segni” dal cielo, si comportano con tanta ingenuità e sembrano essere “rieducati” nella fede proprio dal figlio stesso. È un testo misterioso che fa molto pensare. Certo, anche noi abbiamo sperimentato che viene un tempo in cui nostro figlio incomincia a staccarsi da noi; vuole fare cose “diverse” da quelle che fino ad ieri ha condiviso con noi. E, a proposito di Gesù, il testo sottolinea che questo fare le “cose del Padre” è un crescere in “sapienza e grazia”. Non sempre l’età del distacco coincide per molti giovani con il crescere in sapienza e grazia. Al contrario, molto spesso, il tempo in cui la sapienza che i giovani abbracciano è quella “del mondo” inteso nella sua ambiguità, di un mondo cioè fatto da Dio, ma contaminato dal male che tende a riportare al caos e alla distruzione la creazione. Quanti giovani crescono “senza sapienza e grazia”, perché non fanno le “cose del Padre”, ma le “cose” del “principe del mondo”. Questo testo dunque ci interroga e ci chiede quale orizzonte di fede abbiamo indicato ai nostri figli: è l’orizzonte limitato e ambiguo del mondo? Siamo stati capaci di farci “piccoli”, perché loro potessero crescere avendo come orizzonte non soltanto “noi”, un piccolo e limitato mondo, troppo piccolo e soffocante che inevitabilmente

17

andrà loro stretto? O, come il testo ci chiede, abbiamo “aperto” l’orizzonte di fede all’unico vero Padre, “adeguato” al mistero di ciascuno di noi, il Padre che sta nei cieli, che Gesù ci ha rivelato e che lo Spirito ci spinge a chiamare “abbà” cioè “papà” o “babbo”? In questo “cielo aperto”, che è la Chiesa, il Signore Gesù e il Padre stesso ci doneranno quello Spirito Santo che farà crescere i nostri figli, impegnati a compiere le sue opere “in grazia e sapienza”. Qualche pista utile per la condivisione in gruppo · Fare le “cose del mondo” significa essere persone egoiste, chiuse, prese solo da se stesse. Com’è la mia vita? · Come genitore sono stato di aiuto ai miei figli indirizzandoli verso le “cose del Padre”? · Come figlio sto cercando di realizzare la mia vita nell’orizzonte della fede, per cercare di vivere secondo il cuore di Dio? Padre nel tuo figlio Gesù, donaci lo spirito di pazienza e di fiducia in te che è stata mirabilmente presente nei cuori e nella vita della Santa Famiglia, perché possiamo sperimentare la tua tenerezza attraverso le nostre relazioni risanate. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Amen.