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Sussidio realizzato dall’Azione Cattolica Ragazzi

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Sussidio realizzato dall’Azione Cattolica Ragazzi Diocesi di Ferrara-Comacchio

Hanno collaborato: Luca Bianchi, Daniela Bighi, Elisa Borghi, Marta Dallara, Matteo Duò, Mirko Occhi, Nicola Padovani, Tommaso Pevarello, Chiara Picchioni, Marina Seren, Giulia Villani, Alessandro Zavatti, don Enrico Garbuio

Finito di stampare: marzo 2013

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CORRO PER TE

Dopo il sussidio dedicato al Mese della Pace, l’equipe diocesana ACR propone a voi educatori, anche per il Mese degli Incontri, un supporto che funga da anello di congiunzione tra il tema dell’Anno Pastorale, proposto dal nostro Arcivescovo, e il tema nazionale del cammino formativo dell’Azione Cattolica dei Ragazzi. I ragazzi, durante il Mese del Ciao, hanno riscoperto il valore del gruppo ed imparato a riconoscere le loro potenzialità e la “ricchezza” del proprio limite, la bellezza di non essere perfetti, la gioia di sentirsi amati “nonostante” mancanze e povertà. Nella prima fase, gli acierrini si sono guardati con maggior autenticità, senza la paura di mettere giù la maschera, di fermare lo spettacolo e di vedere con occhi sinceri quello che si è e quello che gli altri vedono di noi. Nella seconda fase, i ragazzi sono stati invitati ad analizzare loro stessi, i loro limiti e le loro difficoltà (le tentazioni con cui quotidianamente si devono confrontare). Il tema delle tentazioni accostato al tema del discernimento ha aiutato i ragazzi a riflettere sull’importanza di scegliere e promuovere ciò che è giusto perché vero: unica via per perseguire una libertà autentica, per sé e per gli altri. Dopo aver sperimentato il continuo bisogno di Dio e degli altri per superare difficoltà, tentazioni ed incertezze, arriva ora il momento in cui i ragazzi si mettono in gioco fino in fondo, entrando finalmente in scena. Lo spettacolo della vita ha inizio: Gesù, il Risorto, trasforma l’esistenza di ogni ragazzo perché si faccia dono per gli altri. Non è più tempo di provare, la vita battesimale chiama ciascuno per essere vissuta pienamente. La gioia dell’incontro con Gesù non si

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può trattenere, ma deve essere comunicata agli altri; non è più sufficiente rimanere all’interno del proprio gruppo, ma è necessario coinvolgere e aprire il sipario della propria esistenza al mondo che ci è attorno. La nuova tappa del cammino ACR propone ai ragazzi un percosso articolato che si strutturerà su due diverse tematiche; le prime attività permetteranno ai ragazzi di analizzare i segni e il significato del primo sacramento dell’iniziazione cristiana: il Battesimo. Questo sacramento, quale “porta della fede”, è il primo grande dono che il Signore ci consegna e rappresenta il nostro ingresso nella comunità cristiana. Il Battesimo è un patto d’amore che stringiamo con Dio, rappresenta la decisione di appartenergli per la vita. Obiettivo è quello di far scoprire e vivere ai ragazzi la grazia del battesimo, attraverso la messa a frutto della vocazione e dei doni naturali e spirituali che ogni credente ha ricevuto; aprire alla sapienza cristiana con cui leggere la vita e orientare le scelte; preparare alla testimonianza evangelica e al servizio nella comunità ecclesiale. Le attività che seguiranno si focalizzano nuovamente sul cammino nazionale recuperando il tema del dono, questa volta inteso come volontà di spendere se stessi e il proprio tempo per il nostro prossimo. Quelle che, di primo acchito, possono sembrare personali rinunce, saranno invece l’occasione per vivere appieno il messaggio cristiano e comprenderne la profondità. Al termine del sussidio troverete anche il bando per partecipare ad un concorso, che si articola in due sezioni CREATIVA/MANUALE - MULTIMEDIALE, rivolto a bambini e ragazzi (3-14 anni) delle vostre parrocchie. Ogni partecipante, nel retro dell’elaborato, dovrà scrivere la

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sezione del concorso scelta, il proprio nome, cognome, indirizzo e numero di telefono, con la denominazione della Parrocchia di appartenenza. Gli elaborati dovranno essere consegnati o inviati in busta chiusa da catechisti ed educatori ACR entro e non oltre il 20 aprile 2013 (farà fede il timbro postale).

RAGAZZINFESTA è la festa diocesana che ogni anno richiama bambini, ragazzi, educatori, genitori, sacerdoti, associazioni e movimenti presso il Seminario Arcivescovile di Ferrara per vivere un’esperienza di comunione e fratellanza profonda. Le attività di gioco proposte ai ragazzi hanno lo scopo di trasmettere valori fondamentali e, specialmente nell’ “Anno della Fede”, far rivivere l’esperienza del Battesimo quale incontro profondo con il Signore, quale porta della fede cristiana. La fede dovrebbe essere attrattiva, facile. Se non lo è, è perché il nostro io è troppo allargato. “Aumenta la nostra fede!”… e la risposta di Gesù è abbastanza piccata: “Se aveste fede come un granello…”. Collaborando insieme, si possono allargare gli orizzonti sulla fede. È bello, nell’”Anno della Fede”, vedere i ragazzi scegliere la fede come la compagna di vita che permette di percepire con sguardo sempre nuovo le meraviglie che Dio compie per ciascuno di loro. È bello vederli riabbracciare insieme, con rinnovata consapevolezza, il dono ricevuto nel loro battesimo. Un dono, quello della fede, che ha bisogno di una vita per essere speso: essa infatti non può sussistere come uno sbiadito ricordo, magari slegato dalla vita o confinato in una dimensione intimistica. La fede è un dono esigente perché

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invita ciascuno ad andare fuori, a diventare segno vivo della presenza del Risorto nel mondo. Lo slogan di quest’anno è “CORRO PER TE”. I ragazzi saranno chiamati ad affidarsi e a portare “di corsa” la Buona Notizia. Hanno usato l’intelligenza, si sono fatti tutte le domande vere della vita, hanno visto dei segni, si sono immersi con onestà nei fatti. Ora devono compiere il passo della fiducia: “Signore mi fido di te. Mi abbandono a te. Sei tu il mio Signore e il mio Dio. Non mi bastano le dimostrazioni, non mi sono sufficienti i ragionamenti, sento comunque la dolcezza del tuo amore per me. E allora: corro per te e su questa fede voglio orientare la mia vita”. Il contributo di 7 euro richiesto all’ingresso per i ragazzi, educatori e genitori permette di sostenere l’iniziativa: la quota comprende la T-shirt personalizzata della giornata, la merenda del mattino, un gustosissimo gelato e dei deliziosi pinzini che verranno distribuiti mercoledì 1° Maggio 2013 a tutti i partecipanti!

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STUDIO

I ragazzi individuano ed imparano a studiare approfonditamente i simboli propri del primo sacramento dell’iniziazione cristiana: il Battesimo.

TELOVENDO

Gli educatori invitano i ragazzi a dividersi in tre gruppi; a ciascuno di questi viene consegnato un oggetto speciale su cui la piccola compagnia, formata ormai da attori provetti, dovrà imbastire una vera e propria campagna pubblicitaria, con tanto di spot finale. Le pubblicità dovranno far emergere le potenzialità degli oggetti e il loro significato nel contesto moderno. I tre oggetti saranno: la veste bianca, la luce e l’olio. Ai ragazzi viene lasciato il tempo di studiare, organizzare, imbastire e mettere in scena il loro spot. Terminate le prove i tre gruppi vengono, ad uno ad uno, invitati a “mandare in onda” la loro campagna pubblicitaria. Terminate le presentazioni tutti i ragazzi condivideranno le opinioni su quanto visto e prodotto, riportando il simbolo di ciascuna rappresentazione su un cartellone. L’educatore avrà, al termine, il compito di spiegare ai ragazzi il significato dei simboli rappresentati sul cartellone (quelli del loro battesimo) e di invitare i ragazzi a chiedere a mamma e papà cosa accadde quel giorno, sensazioni, emozioni, ecc.. Loro erano certamente troppo piccoli per ricordare che cos’era accaduto, per questo si invitano poi i ragazzi a portare, per l’incontro successivo, foto e ricordi del proprio battesimo.

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SPUNTI PER LA RIFLESSIONE

Questa attività ha lo scopo di recuperare, giocando, un tema carissimo al cristiano: il sacramento del Battesimo. Ogni ragazzo ha certamente ripercorso le caratteristiche di questo sacramento durante gli anni della catechesi in preparazione al sacramento della Confermazione. Questo però è un modo, certamente ludico in partenza, di riprendere concetti così importanti, propri di un dono che il Signore ci ha consegnato e che ci ha resi membri della comunità cristiana. I simboli che i ragazzi studieranno sono testimonianza oggettiva di quello che hanno ricevuto: la forza dell’amore di Cristo (olio), la volontà di respingere il peccato e di rimanere puliti (veste bianca) e la forza della verità contro la menzogna (luce).

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ANIMAZIONE

I ragazzi condividono con i loro coetanei e con la comunità parrocchiale, l’esperienza bella e significativa del proprio Battesimo.

L’ALBUM DEI RICORDI

I ragazzi sono invitati a mostrare le foto del loro battesimo e a raccontare ad amici ed educatori, i ricordi che hanno, se erano abbastanza grandi, oppure i ricordi e gli aneddoti raccontati dai genitori e familiari di quel giorno così speciale per tutta la famiglia. Al termine dei racconti, gli educatori invitano i ragazzi a costruire tutti insieme un grande album che raccoglierà tutti i ricordi più belli. Può essere fatto di carta o di cartone e racchiuderà i pensieri e le impressioni dei ragazzi sull’attività appena svolta. Ognuno è invitato a dare il proprio contributo per realizzare l’album dei ricordi, per non rischiare che questo risulti incompleto! Il lavoro finito verrà presentato alla comunità ed esposto in chiesa a ricordo del battesimo ricevuto e quale segno di appartenenza alla comunità parrocchiale.

SPUNTI PER LA RIFLESSIONE

Gli educatori, favorendo questo momento di profonda condivisione, hanno la possibilità di far ripercorrere ai ragazzi un evento che li ha visti veri e propri protagonisti, mentre loro non ne erano consapevoli. Attraverso l’attività di indagine fatta in famiglia i ragazzi potranno raccogliere sensazioni e ricordi dei loro cari,

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comprendendo anche il perché la famiglia ha scelto per loro l’adesione al percorso cristiano. In alcuni casi potrebbe essere stata una scelta convenzionale, maturata poi nel tempo, in altri casi invece una scelta ben ponderata. Certamente il risultato ha arricchito la famiglia, il ragazzo, ma soprattutto la stessa comunità cristiana.

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SERVIZIO

I ragazzi si incontrano e, chiedendo la collaborazione e l’impegno di tutti, mettono in pratica il proprio progetto, da condividere a Ragazzinfesta 2013.

FESTA SI FARÀ

Gli educatori, sulla base del percorso effettuato negli incontri precedenti, invitano i ragazzi a progettare un cartello o striscione che indichi l’appartenenza al gruppo ACR oppure alla propria Parrocchia; questo cartellone sarà perfetto per rendere più bello e colorato il tragitto dal Seminario alla Cattedrale nella giornata di Ragazzinfesta. Per il momento di festa anche la presenza dei pon-pon da agitare al ritmo della musica può essere un’ottima idea. Quest’anno, inoltre, gli educatori possono stimolare il proprio gruppo a raffigurarsi con dei disegni all’interno di un foglio formato A3 ( 42 cm x 29.7 cm ). All’interno di questo spazio, oltre agli autoritratti dei ragazzi (ed animatori) dovrà trovare spazio anche il nome del gruppo o Parrocchia (e magari anche i nomi dei ragazzi). Questo foglio verrà poi consegnato all’accoglienza in Seminario ed applicato su uno spazio predisposto ai piedi del palco. Questo servirà per rendere più evidente la nostra presenza viva all’interno di un territorio, di una comunità cristiana e di una Chiesa che deve prescindere le nostra mura domestiche.

SPUNTI PER LA RIFLESSIONE

Quest'attività porterà i ragazzi a comprendere in

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modo figurato come il Battesimo ci renda parte integrante della Chiesa: mettere il nostro foglio sul cartellone ci inserisce nella grande festa che ci aspetta. Durante la giornata i fogli verranno tolti dal cartellone ed inseriti in un book da presentare e regalare al nostro nuovo Arcivescovo, sarà questo un bel modo per farci conoscere personalmente e farle sapere che per il futuro della nostra Chiesa di Ferrara-Comacchio potrà contare sui nostri ragazzi.

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RAGAZZINFESTA

Il Mese degli Incontri è, per l’Azione Cattolica, l’occasione per far conoscere fra loro i gruppi ACR

presenti nel territorio. Le possibilità d’incontro sono molteplici e crescenti: dall’incontro interparrocchiale, come appuntamento di gruppi di parrocchie vicine, all’incontro diocesano “RAGAZZINFESTA”, al quale partecipano tutti i gruppi della diocesi attorno al nostro Arcivescovo Luigi. È da sottolineare il valore educativo di questi appuntamenti, in quanto momenti di festa, di scoperta, di solidarietà, di apertura e di scambio di autentiche esperienze di fede. L’incontro diocesano del 1° maggio 2013 ha come scopo quello di far riscoprire la bellezza di un Dio che ci ama e che ci invita a portare a compimento il dono del battesimo che abbiamo ricevuto. “Io ci credo! Corro per te”. È bello, nell’”Anno della Fede”, ascoltare queste parole pronunciate dai bambini e dai ragazzi. È bello vederli scegliere la fede come la compagna di vita. È bello vederli riabbracciare insieme, con rinnovata consapevolezza, il dono ricevuto nel loro battesimo. La fede ricevuta nel battesimo rappresenta allo stesso tempo una bella responsabilità nella vita dei nostri ragazzi. La giornata punta a far accrescere nei ragazzi la consapevolezza della preziosità del loro Battesimo. Questo messaggio, certamente complesso, verrà declinato ai ragazzi mediante l’attività del gioco e brevi scenette. A conclusione di un anno che ha visto gli acierrini “In cerca d’autore”, ci auguriamo che dal cuore di ognuno di loro possa scaturire quell’ “Corro per te” che li porti a vivere la propria vita da protagonisti nel bene, certi di poter fare

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sicuro affidamento su un grande Regista che ha voluto offrire a ciascuno un’occasione unica e irripetibile. RAGAZZINFESTA, che si terrà mercoledì 1° maggio, presso il Seminario Arcivescovile di Ferrara (Via G. Fabbri n. 410), rappresenta il punto di arrivo di un percorso di riflessione intrapreso con i ragazzi ad inizio anno sul tema della capacità di costruire relazioni di qualità, profonde e sincere con i loro coetanei. La giornata vorrà essere, anche, per tutti i ragazzi l’invito a proseguire il cammino con la quarta ed ultima fase del percorso formativo proposto dall’ACR. In quest’ultima fase, i ragazzi testimonieranno il loro incontro con Gesù, sperimentando vie nuove per vivere con originalità ed unicità la sua sequela. Il Tempo Estate Eccezionale, grazie all’esperienza dei campi scuola diocesani, che si terranno a Forno di Zoldo (BL) dal 4 al 12 agosto e dal 12 al 20 agosto, permetterà ai ragazzi di accostare la figura del re Davide. I ragazzi faranno esperienza di essere chiamati a fare grandi cose, scelti dal Signore che non si ferma all’apparenza ma guarda alla bontà del cuore. La fede ricevuta nel battesimo rappresenta una bella responsabilità nella vita dei ragazzi. Per questa ragione, aiutati dagli educatori e dall’assistente, proveranno a scrivere o continueranno a confrontarsi nel tempo estivo con la loro personale regola di vita, per far sì che nel quotidiano impegno la fede professata diventi fede vissuta. Inoltre, i campi diocesani danno la possibilità di stringere nuove amicizie, di crescere nella possibilità di donarsi, di responsabilizzarsi, di amare con cuore ricco di gioia Gesù e la sua Chiesa.

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Il programma della giornata sarà il seguente:

PR

OG

RA

MM

A

Ore 9:00 Arrivi e accoglienza

Ore 10:00 Introduzione al tema della

giornata e momento di

preghiera

Ore 10:30 Giochi

Ore 12:00 Pranzo al sacco con panini,

pinzini e un gustosissimo

gelato!

Ore 13:30 Premiazioni del concorso

“La porta della Fede”

Ore 14:00 Partenza del corteo per la

Cattedrale

Ore 15:00 Liturgia battesimale

presieduta dall’Arcivescovo

Ore 15:45 Festa in piazza con l’ACR

band

Ore 17:00 Arrivederci… a

Ragazzinfesta 2014!

Vi aspettiamo numerosi!!!

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La piantina del Seminario con gli stand sarà la seguente:

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ANALISI

I ragazzi individuano, nella loro esperienza di vita, le situazioni in cui si donano totalmente agli altri, quelle in cui lo fanno solo parzialmente e le situazioni nelle quali restano chiusi in loro stessi.

HO FATTO 13 AL TOTODONO!

I ragazzi si trovano di fronte ad un grande album fotografico in cui sono raccolte numerose immagini evocative. Queste foto, recuperate su numerose riviste di diversa tipologia, raffigurano situazioni di vita quotidiana in cui spesso i ragazzi vengono coinvolti. Queste scene possono essere, o solo sembrare, situazioni di dono (ad esempio aiutare la mamma a sparecchiare, regalare qualcosa ad un amico per un secondo fine, aiutare i genitori per avere un ritorno, ecc..). A turno ciascun ragazzo è invitato ad aprire a caso le pagine dell’album e individuare una situazione da descrivere nel modo che ritiene più opportuno (ad esempio mediante un racconto o mediante una breve rappresentazione). I ragazzi eseguono l’attività uno alla volta e hanno così modo di essere guidati e di riconoscere le diverse situazioni raccontate. In questo modo gli acierrini possono definire se le situazioni analizzate sono situazioni di dono pieno, di dono parziale (dono sì, ma con riserva) oppure di non dono. I ragazzi, successivamente, ricevono dal proprio educatore una schedina del TOTODONO come quella riportata di seguito. La scheda, che riassume una serie di scene di vita quotidiana, è una vera e propria verifica per gli acierrini.

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I ragazzi sono invitati ad effettuare una scelta tra 1 (dono totale), X (dono parziale), 2 (non dono) e a completare la loro personale schedina. La schedina vincente (in mano all’educatore), riporta le risposte corrette, quelle che fanno comprendere ai ragazzi che è sì difficile donarsi sempre e pienamente al proprio prossimo, ma colui che ci riesce è davvero un acierrino vincente nella vita. (SOLUZIONE: 1-1; 2-X; 3-1; 4-2; 5-1; 6-X; 7-1; 8-X; 9-2; 10-1; 11-2; 12-1; 13-X)

1 SETTIMANA

TOTODONO

1 Rinunciare all’uscita con gli amici per aver promesso alla mamma di

darle una mano in casa.

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Donare la propria merenda a scuola ad un compagno in cambio di un aiuto nel compito in classe.

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Invitare ad una festa un proprio amico, anche se non fa parte della

mia classe, perché a casa è solo.

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4 Mancato invito di un compagno

perché non sta simpatico agli altri della compagnia.

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Fare tutti i compiti perché è il mio dovere.

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Andare a trovare i nonni, per farli contenti e per avere qualche

soldino in più da loro per la mia settimana.

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Prendere una nota dalla prof./maestra per avere suggerito

durante una verifica.

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Accompagnare i miei genitori a fare la spesa, così magari

comprano qualcosa anche a me.

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Litigare con la mamma perché non mi vuole comprare le

scarpe che hanno tutti i miei compagni di classe.

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10 Portare sempre con me il cellulare così sono sempre raggiungibile da

amici e genitori.

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Non passare la palla al mio compagno perché voglio

mettermi in mostra io: i miei genitori mi stanno

guardando.

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Cedere il mio posto a sedere sull’autobus: lo zaino è pesante, ma c’è una signora anziana di

fronte a me.

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Rendersi disponibili per aiutare un compagno con un recupero: lui

ripeterà quello che non ha capito e io posso fare bella figura con la

prof./maestra.

SPUNTI PER LA RIFLESSIONE

Donarsi con generosità al nostro prossimo non è, certamente, qualcosa di semplice e scontato; è complesso per gli adulti e lo è altrettanto per i nostri ragazzi che vivono sempre intensamente la loro quotidianità, ma che, a volte, fanno fatica ad aprirsi agli altri. In questa prima tappa del cammino, gli educatori aiutano i ragazzi a compiere il primo passo e ad interrogarsi sull’essere dono e su che cosa significhi per loro.

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L’attività è volta a far comprendere ai ragazzi che non sempre si è capaci di donarsi totalmente al nostro prossimo, senza avere paura o qualche timore; capita a tutti di affrontare situazioni in cui prevale un sentimento di egoismo piuttosto che di generosità. Mediante la riflessione di gruppo gli educatori spiegano ai ragazzi che farsi dono per il prossimo è impegnativo, non scontato e spesso può sembrare impopolare, ma ci fa stare certamente meglio e ci fa essere vincenti nella vita.

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CONFRONTO TRA I RAGAZZI

Il gruppo si confronta sulle motivazioni che permettono di donarsi generosamente e scoprire la bellezza del mettersi a disposizione di coloro che ci stanno accanto.

C’È PIÙ GIOIA NEL DARE

Vengono proposte due possibili attività tra cui scegliere, in base all’età dei membri del gruppo ACR. Per i 6-11 anni Gli educatori propongono la preparazione di un “processo” per aiutare i ragazzi a riflettere sull’importanza del donarsi facendoli immedesimare in diverse situazioni. Ecco alcuni esempi di “situazioni tipo” legate al donarsi:

- Casa: Finita la cena, mamma e papà chiedono un aiuto per sparecchiare e sistemare la cucina. Do una mano o mi fiondo subito davanti alla tv o al computer?

- Tempo libero: Un amico mi chiede un aiuto per un compito che non è riuscito a capire; io però mi sono già messo d’accordo per andare a giocare al campino con gli altri amici. Rinuncio al gioco e aiuto l’amico in difficoltà o gli dico che ho già un altro impegno?

- ACR: Terminato l’incontro del sabato gli educatori chiedono di aiutarli a riordinare la stanza (sistemare le cose del gioco, spazzare, pulire i tavoli dalle briciole della merenda, ecc..). Filo a casa subito o aiuto?

A queste situazioni ne possono, ovviamente, essere aggiunte molte altre, proprie della quotidianità dei nostri ragazzi. Le situazioni vengono presentate una alla volta, in modo che i “processi” possano essere diversi e più numerosi.

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Gli acierrini vengono invitati a dividersi in due gruppi: uno sarà incaricato di difendere la posizione di colui che, nelle varie situazioni presentate, preferisce non donarsi (per mancanza di tempo, di voglia, per stanchezza, perché si ha altro da fare, ecc..). L’altro gruppo, invece, dovrà immedesimarsi in chi decide di donarsi e offrire il proprio aiuto (ai genitori, all’amico, agli educatori, ecc..). Accusa e difesa dovranno cercare di individuare le valide motivazioni che possono spingere ognuno di loro a donarsi o meno al proprio prossimo che ha chiesto questo aiuto (mamma e papà hanno lavorato tutto il giorno e sono stanchi, il mio amico non riesce a fare il compito e rischia una sgridata dalla professoressa, l’educatore mi chiede una mano perché è giusto che tutti contribuiscano a sistemarla, ecc..). Ciascuna delle opposte motivazioni dovrà, quindi, essere proposta, e spiegata agli altri. La giuria, composta dagli educatori, valuterà la bravura delle due parti in causa, sentenziando il vincitore del dibattimento. Per i 12-14 anni Gli educatori propongono ai ragazzi una visita alla casa di riposo. L’attività può occupare due incontri del gruppo, invitando i ragazzi dapprima a preparare alcuni regali da portare agli ospiti della struttura (ad esempio piccoli profumi, saponi, ecc. - in questo il personale della casa protetta potrà dare preziosi consigli); durante il secondo incontro si decide di trascorre qualche ora alla casa di riposo, consegnando i doni preparati in precedenza. Coordinandosi con il personale della casa protetta, si

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potrebbe organizzare una attività coinvolgente sia per i ragazzi che per gli anziani. Diversamente, è possibile concordare con gli animatori di passare un semplice momento in compagnia degli anziani, organizzando qualche gioco con loro (ad esempio una tombola). In una successiva fase di confronto i ragazzi sono invitati ad analizzare l’esperienza vissuta: le poche ore passate alla casa di riposo, anche se per loro possono essere state un sacrificio, in realtà hanno rappresentato un grande dono e un momento di gioia per gli ospiti che gli acierrini avranno incontrato.

SPUNTI PER LA RIFLESSIONE

I ragazzi scoprono che solo donandosi agli altri come ha fatto Gesù possono vivere la propria vita in pienezza. Gli educatori aiutano gli acierrini a confrontarsi sulle motivazioni che non permettono di donarsi generosamente e a scoprire la bellezza del mettersi a disposizione di coloro che ci stanno accanto. Un dono si fa senza pretendere di ricevere qualcosa in cambio, è un gesto di affetto nei confronti dell’altro, se a Natale o per un compleanno fai un regalo solo per ricevere altrettanto, che regalo è? Spesso si fanno gesti di altruismo aspettandosi di ricevere qualcosa in cambio, ti aiuto a fare i compiti a patto che tu… ti presto un gioco a patto che tu... l’egoismo, il pensare solo a me ed ai miei interessi, porta a ragionare in questo modo; ma questo ci rende aridi interiormente perché siamo stati pensati da Dio per amare il prossimo senza aspettarsi nulla

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in cambio e questa dinamica possiamo quotidianamente sperimentarla con piccoli e grandi gesti di altruismo senza aspettarsi nulla in cambio. Gesù ha voluto bene ad ognuno di noi fino al dono più grande della morte in croce. Voi sareste disposti a donare la vostra vita per i vostri amici?

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CONFRONTO CON LE ALTRE PERSONE

I ragazzi si confrontano con persone che hanno risposto alla chiamata del Signore, affidando il proprio tutto nelle mani del Maestro e facendo della loro vita un pane spezzato.

LA MIA VITA NELLE SUE MANI

L’incontro con un testimone può essere proposto sotto due vesti: A. Gli educatori invitano all’incontro ACR una persona che ha fatto una scelta (di vita) generosa alla luce del Vangelo: potrebbe essere una suora di clausura come anche più semplicemente un ministro straordinario dell’Eucarestia, una coppia che ha fatto scelte di dono in famiglia (adozione, affido famigliare, ecc.), una persona, cioè, che ha trovato la sua piena realizzazione nel donare, con un servizio specifico o con tutta l’esistenza, la propria vita agli altri. Per conoscere ed approfondire la storia di tale persona si propone ai ragazzi di effettuare una sorta di talk-show, costituito da domande che devono essere poste al testimone. Gli interrogativi possono essere basati sul tema del teatro, quali:

- Chi è il regista della tua vita? - Quale ruolo ti ha proposto? - Cosa trovi di bello e interessante nella tua parte? - Cosa invece ti ostacola a esprimerti al meglio? - Chi o che cosa ti aiuta a superare queste difficoltà? - Cambieresti mai la tua parte con quella di qualcun

altro?

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- Conosci attori che hanno interpretato in qualche modo la tua stessa parte in altre commedie?

- Hai mai pensato di abbandonare l’opera mentre era in atto?

- Come ti sei preparato, che esercizi hai svolto per interpretare al meglio la tua parte?

B. Nel caso non si riesca ad invitare il testimone, un’educatrice può travestirsi, imparare ed interpretare Beata Gianna Beretta, madre che ha donato la vita per il bambino che portava in grembo, come anche Chiara Corbello, giovane morta nel giugno 2012, proprio per amore della vita di suo figlio.

LA TESTIMONIANZA

«Gianna Beretta nasce a Magenta (in provincia di Milano) il 4 ottobre 1922, decima dei 13 figli. Fin da piccola accoglie con entusiasmo il dono della fede e, nonostante le difficoltà e le sofferenze presenti in questa prima parte della sua vita (quali il cambiamento di scuole, la salute cagionevole, i continui trasferimenti della famiglia, la malattia e la morte dei genitori e di molti dei fratelli) continua ad affinare la sensibilità della sua vita spirituale, potenziandone la virtù. Si avvicina durante gli anni del liceo all’Azione Cattolica e dimostra fin da subito un’immensa carità verso gli anziani e i bisognosi, indole caratteriale che la porterà a laurearsi in Medicina e Chirurgia nel 1949 all'Università di Pavia e ad aprire nel 1950 un ambulatorio medico a Mesero (un comune del Magentino). Si specializza poi in Pediatria nell’Università di Milano nel 1952 e predilige, tra i suoi assistiti, mamme, bambini,

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anziani e poveri, compiendo la sua opera di medico come una “missione” che accresce il suo impegno generoso nell’Azione Cattolica. Il 24 settembre 1955 si sposa nella basilica di San Martino in Magenta con l’ing. Pietro Molla, dal quale ha 3 figli, Pierluigi, Mariolina e Laura, nati rispettivamente nel 1956, 1957 e 1959. Nel settembre 1961, verso il termine del secondo mese di una nuova gravidanza, le insorge un fibroma all’utero che la spinge a pregare per l’incolumità del bambino che porta in grembo. Alcuni giorni prima del parto, pur confidando sempre nella Provvidenza, è pronta a donare la sua vita per salvare quella della sua creatura: “Se dovete decidere fra me e il bimbo, nessuna esitazione: scegliete - e lo esigo - il bimbo. Salvate lui”. Il mattino del 21 aprile 1962, dà alla luce Gianna Emanuela e il mattino del 28 aprile, nonostante tutti gli sforzi e le cure per salvare entrambe le vite, tra indicibili dolori, dopo aver ripetuto la preghiera “Gesù ti amo, Gesù ti amo”, muore santamente, a soli 39 anni. “Meditata immolazione”, così Paolo VI ha definito il gesto della beata Gianna ricordando, all’Angelus domenicale del 23 settembre 1973, “una giovane madre della diocesi di Milano che, per dare la vita alla sua bambina sacrificava, con meditata immolazione, la propria”. Fu beatificata da Giovanni Paolo II il 24 aprile 1994, nell’Anno Internazionale della Famiglia».

SPUNTI PER LA RIFLESSIONE

L’educatore e il testimone avranno modo di raccontare ai ragazzi la bellezza e l’importanza dell’incontro con Cristo. È l’incontro con Lui che genera vita nuova e ci

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restituisce alla comunità. Nell’interrogare il testimone come “credente”, è importante che emerga il suo rapporto con l’amore misericordioso di Dio. Aiutati dal testimone, gli acierrini meditano sul loro percorso di fede.

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CONFRONTO CON I DOCUMENTI DELLA FEDE

All’interno dell’esperienza del gruppo, si desidera mantenere come punto di partenza e di arrivo la vita concreta dei ragazzi. Per far questo, l’attività si differenzia in PISTA A (Lc 9,10-17) e PISTA B (Lc 21,1-4), in ragione del cammino di fede dei ragazzi, cioè, prima o dopo aver celebrato il sacramento della prima comunione. I ragazzi incontrano la parola di Dio, individuando in essa una guida che li aiuti a vivere in comunione con i fratelli.

Lc 9,10-17 Lc 21,1-4 Al loro ritorno, gli apostoli raccontarono a Gesù tutto quello che avevano fatto. Allora li prese con sé e si ritirò in disparte, verso una città chiamata Betsàida. Ma le folle vennero a saperlo e lo seguirono. Egli le accolse e prese a parlare loro del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: “Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta”. Gesù disse loro: “Voi stessi date loro da mangiare”. Ma essi

Alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio. Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: “In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere”.

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risposero: “Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente”. C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: “Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa”. Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

IL POCO PER IL MOLTO

Pista A Ai ragazzi viene presentato il brano di riferimento (Lc 9,10-17) per la riflessione. L’educatore successivamente ricorda ai ragazzi che negli incontri precedenti hanno scoperto che il donarsi totalmente e disinteressatamente nella vita di tutti i giorni non è per nulla facile. Confrontandosi allora con la Parola, i ragazzi individuano nella celebrazione eucaristica il luogo in cui il Signore trasforma l’offerta semplice di ciascuno in abbondanza per tutti. I ragazzi trovano, al loro arrivo nella sala ACR, tre fogli o cartelloni raffiguranti immagini di mani. Nel primo le mani saranno aperte in segno di offerta, nel secondo elevate a

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simboleggiare la consacrazione e nel terzo unite in segno di comunione.

L’educatore legge ai ragazzi il brano biblico dell’anno (Lc 9,10-17) e chiede loro di individuarne i tre momenti significativi (i discepoli offrono 5 pani e 2 pesci; Gesù recita la benedizione; Gesù spezza il pane e lo porge, con i pesci, ai discepoli perché li distribuiscano) e di scriverli nel cartellone sotto all’immagine che rappresenta l’azione dei discepoli e di Gesù. Si propone ai ragazzi di fare un parallelo fra il Vangelo di Luca e la liturgia eucaristica, rintracciando nel brano gli elementi costituivi della stessa (offertorio, consacrazione e rito di comunione), scrivendoli nel cartellone. È ora possibile domandare ai ragazzi in quale momento della loro vita vivono un fatto analogo a quello descritto nel Vangelo. Di seguito riportiamo alcuni possibili spunti per la riflessione comunitaria:

- Gli è mai capitato di condividere il poco di cui disponevano con gli altri?

- Di fronte a che cosa richiedono l’aiuto del Signore? - In chi ripongono fiducia incondizionata sapendo che le

loro forze non bastano? - Quando riescono a fare e sentirsi “gruppo” e a non

isolarsi?

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Per facilitare la condivisione si possono invitare i ragazzi a scrivere su un cartellone o su dei post-it (da apporre poi su un cartellone) le loro esperienze.

SPUNTI PER LA RIFLESSIONE

La vita e la Messa appaiono davvero così vicine: nel rito c’è la mia vita che pongo nelle mani di Gesù che si fa davvero presente. L’Eucarestia dunque non è un simbolo, una rappresentazione o una metafora, ma è presenza reale di Gesù che si prende cura di me. Accostandosi alla Parola i ragazzi scoprono che il dono totale e pieno esiste davvero: è quello di Gesù, fatto una volta, per tutti e per sempre, ma che si ripete ogni volta che celebriamo l’Eucarestia. Solo donando la propria vita si comprende davvero il senso dell’Eucarestia e “il sacramento diventa forza e cibo per la vita quotidiana; diventa programma da realizzare” (ClC/2 Unità 7, p. 119). “Le fatiche quotidiane, il pianto di chi soffre, il gioco dei bambini, il lavoro dei grandi, nulla va perduto. Gesù raccoglie ogni cosa buona e prepara per tutti una festa eterna” (ClC/2 Unità 7, p. 129). Di seguito è riportata una preghiera da condividere con i vostri ragazzi: “Cristo non ha più le mani ha soltanto le nostre mani per fare il suo lavoro oggi. Cristo non ha più piedi ha soltanto i nostri piedi per guidare gli uomini sui suoi sentieri. Cristo non ha più voce ha soltanto la nostra voce per raccontare di sé agli uomini di oggi. Cristo non ha più forze ha soltanto il nostro aiuto per condurre gli uomini a sé. Noi siamo l’unica Bibbia che i popoli leggono ancora; siamo l’unico messaggio di Dio scritto in opere e parole”. Preghiera del secolo XIV

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PALLA VITA DONATA

Pista B Attraverso questa attività gli educatori invitano il gruppo dei ragazzi a dividersi in due squadre per giocare alla classica palla prigioniera. In questa “versione” però, è possibile riportare in vita il proprio compagno: ad ogni ragazzo vengono assegnate più vite (ad esempio una, due oppure tre). Il gioco prende avvio e si svolge tranquillamente. Nel momento in cui un ragazzo viene colpito terminando le proprie vite, può essere salvato da un proprio compagno: quest’ultimo può donargli una delle vite che gli rimangono per riportarlo in gioco. Se la vita è donata da uno che ne ha solo una, questi va in prigione dalla quale ha la possibilità, solo se colpisce un avversario al primo tentativo, di rientrare in gioco con tre vite. Mediante quest’attività i ragazzi sono chiamati a farsi dono per gli altri, prendendo spunto dall’episodio dell’obolo della vedova (Lc 21, 1-4). In un mondo segnato dall’egoismo e dai comportamenti dettati dai nostri istinti e dalle voglie del momento, l’educatore propone agli acierrini di fissare l’attenzione sul comportamento tenuto da Gesù nella particolare circostanza riportata nel brano biblico. Seppur il tempio era frequentato da molte persone, solo Gesù sa vedere la bellezza nascosta nei gesti più piccoli, che supera l’aspetto materiale dell’offerta (in fondo, che cosa sono quelle due monetine della vedova rispetto alle offerte dei ricchi?). Per nostra fortuna, Dio non ragiona così: quello che potrebbe essere giudicato irrilevante per gli uomini, viene posto come esempio del vero cristiano, chiamato ad offrire tutto se stesso per Dio e per gli altri.

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L’educatore fa riflettere gli acierrini sull’amore di Dio, che arriva a donare il suo Spirito affinché possiamo portare la sua gioia nei cuori degli altri. Ma l’offerta più gradita non sono le cose superflue e materiali, ma siamo noi stessi: i nostri amici hanno bisogno di noi, del nostro sorriso e della gioia di chi ha incontrato Gesù, il vero dono dato a noi dal Padre.

SPUNTI PER LA RIFLESSIONE

I ragazzi hanno un grande desiderio di donarsi per qualcosa o qualcuno e intuiscono che la loro vita va orientata verso ciò che supera una “vita normale”. Questa attività aiuta i ragazzi a comprendere che sacrificarsi per gli altri non è mai una privazione o una diminuzione del loro valore, ma anzi, è ciò che li arricchisce e porta il loro cuore a riempirsi di felicità.

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CELEBRAZIONE

I ragazzi riscoprono le radici della propria vocazione battesimale: essere pane per gli altri.

LA LITURGIA BATTESIMALE: VITA NUOVA

La liturgia battesimale rappresenta per i ragazzi il momento per fissare lo sguardo su Gesù e sul cammino fatto insieme a Lui. Il progetto della compagnia intrapreso con gli amici del gruppo porta a seguire Gesù, il Signore che dona nel battesimo una vita nuova. Ogni ragazzo è unico e irripetibile e suscita grande stupore l’idea che qualcuno possa conoscere il suo nome ancora prima dei propri genitori. Ma l’amore grande di Dio Padre può e a quel nome ha destinato una specifica strada da percorrere, ma non da solo. I ragazzi riconosceranno la fede come un dono da accogliere personalmente e allo stesso tempo un impegno da vivere insieme: essere dono per gli altri. Il segno della croce più volte tracciato nel loro corpo nel giorno del battesimo è segno distintivo della fede del cristiano, è segno di benedizione e di protezione. Ogni ragazzo nel battesimo è accolto nella Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo. Di seguito sono riportati l’icona biblica e lo schema della liturgia battesimale. Canto P. Cari ragazzi, nel giorno del vostro Battesimo siete stati segnati sulla fronte con il segno della croce. È il segno del

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cristiano, il segno dell’amore di Dio, con cui iniziamo le nostre giornate e le nostre azioni. Iniziamo anche questa celebrazione con lo stesso segno. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. T. Amen. P. Il Dio della speranza che ci fa nuove creature, per la potenza dello Spirito Santo, sia con tutti voi. T. E con il tuo spirito. I ragazzi vengono disposti in cerchio, ponendo al centro il cero pasquale e, ai piedi del cero, un recipiente con l’acqua benedetta presa dal battistero. Accanto il leggio con la Parola di Dio. Monizione introduttiva G. Scegliendo per voi il Battesimo, mamma e papà hanno accolto la proposta di Gesù di una vita bella, piena e libera. Gesù non ha bisogno di seguaci o garzoni, non cerca un tornaconto personale. Insieme a Giovanni ci chiama a diventare pescatori di uomini, a dare la vita per la salvezza di tutti i fratelli. Gesù è la nostra guida, il nostro sostegno, ci aiuterà a leggere la rotta per condurci sulle rive di altri mari. È accaduto così anche nella Chiesa, quando siete stati battezzati e quindi chiamati a diventare parte della famiglia di Dio. Ora riscopriamo la gioia di essere immersi nell’Amore del Signore, ringraziamo Dio Padre per il dono della vita nuova ricevuta e rinnoviamo la disponibilità a metterci in strada con il Signore. Atto penitenziale P. Cari ragazzi, col Battesimo siamo diventati figli di Dio, fratelli di Gesù e membri di una stessa famiglia, la Chiesa. Purtroppo, non sempre ci siamo comportati come tali, per

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questo chiediamo scusa e diciamo insieme: Perdonaci, o Signore. T. Perdonaci, o Signore. L1. Signore, ti chiediamo perdono se tante volte abbiamo preso alla leggera la tua Parola e siamo stati superficiali. T. Perdonaci, o Signore. L2. Signore, perdonaci se il nostro comportamento in casa, a scuola, all’ACR e con gli amici è stato duro e poco caritatevole soprattutto con quelli che ci hanno offeso. T. Perdonaci, o Signore. L3. Signore, perdonaci per tutte le volte che abbiamo tenuto le distanze dai ragazzi antipatici e siamo stati poco accoglienti nei confronti di quelli stranieri. T. Perdonaci, o Signore. L4. Signore, perdonaci se non ci siamo impegnati nella preghiera e nella partecipazione agli incontri che ci aiutano a conoscerti meglio. T. Perdonaci, o Signore. P. O Dio altissimo, che nelle acque del Battesimo ci hai resi figli nel Tuo unico Figlio, ascolta il grido dello spirito che in noi ti chiama Padre, e fa che obbedendo al comando del Salvatore, diventiamo annunciatori della salvezza offerta a tutti i popoli. Per il nostro Signore Gesù Cristo, Tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con Te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. T. Amen.

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In ascolto della Parola Dal Vangelo secondo Giovanni (19,25-27) Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: “Che cosa cercate?”. Gli risposero: “Rabbì - che, tradotto, significa Maestro -, dove dimori?”. Disse loro: “Venite e vedrete”. Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: “Abbiamo trovato il Messia” - che si traduce Cristo - e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: “Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa” - che significa Pietro. Il giorno dopo Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: “Seguimi!”. Riflessione Narrazione mistagogica del Battesimo Alcuni ragazzi portano i segni liturgici del Battesimo al sacerdote. Croce G. Cari ragazzi, oggi con gioia rinnovate le promesse del vostro Battesimo, nel quale siete stati liberati dal male e resi figli di Dio. Gesù vi ha amati così tanto da donare la sua vita per voi morendo sulla Croce e risorgendo dalla morte. T. Gloria e lode a te, Signore Gesù.

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Acqua G. Questo Suo amore vi è stato donato attraverso il sacramento del Battesimo; infatti, l’immersione nell’acqua ha tolto in voi il peccato, cioè tutto ciò che distrugge l'amicizia con Gesù. L’acqua del Battesimo purifica, disseta, fa vivere, dona una vita nuova. T. Gloria e lode a te, Signore Gesù. Olio dei catecumeni e sacro Crisma G. Affinché voi foste fedeli a Gesù, siete stati resi forti con l’olio dei catecumeni, consacrati e resi simili a Lui mediante l’unzione con il sacro Crisma. T. Gloria e lode a te, Signore Gesù. Veste bianca G. Siete così diventati nuova creatura, rivestiti della vita di Cristo, bella e candida come la veste bianca che vi è stata quel giorno consegnata. T. Gloria e lode a te, Signore Gesù. Cero acceso G. Gesù risorto, luce del mondo, ha reso luminosa la vostra vita perché anche voi possiate rischiarare chi vi sta accanto. T. Gloria e lode a te, Signore Gesù. Libro rituale e registro dei battesimi G. La Chiesa, grande famiglia dei figli di Dio, ha reso possibile il Battesimo mediante un rito liturgico che si rinnova da duemila anni, e vi ha da quel giorno considerati membri amati della comunità scrivendo i vostri nomi nel registro dei battezzati.

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T. Gloria e lode a te, Signore Gesù. Rinnovo delle promesse battesimali P. Cari ragazzi, da piccoli siete stati battezzati: i vostri genitori vi hanno immersi nell’amore infinito di Dio, perché, liberati e difesi da ogni male, poteste camminare insieme con Gesù nella via del bene. Ora, diventati un po’ più grandi, è importante che voi stessi, con gioia e gratitudine, prendiate coscienza di quello che siete diventati col sacramento del Battesimo e rinnoviate quelle promesse che, da piccoli, i vostri genitori hanno fatto per voi. P. Rinunciate a compiere il male, a lasciarvi attirare da esso e ad ascoltare satana, origine e causa di ogni peccato, per seguire Gesù? T. Rinuncio. P. Credete in Dio, Padre onnipotente, in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nello Spirito Santo, forza e sostegno, nella santa Chiesa cattolica, famiglia di Dio, nella comunione dei santi, nella remissione dei peccati, nella risurrezione della carne e nella vita eterna? T. Credo. P. Questa è la nostra fede. Questa è la fede della Chiesa. E noi ci gloriamo di professarla, in Cristo Gesù nostro Signore. T. Amen. P. Nel segno di quest’acqua benedetta, ravviva in noi o Padre il dono del nostro Battesimo, affinché possiamo

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vivere da veri Figli di Dio, liberi dal peccato, illuminando tutte le persone che ci stanno accanto. T. Amen. P. Cari ragazzi, felici di essere stati chiamati da Gesù a seguirLo, esprimete ora la gioia di essere stati battezzati nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Ogni ragazzo si pone davanti al cero pasquale che rappresenta la luce di Cristo, riceve un lumino acceso dal cero e, intingendo la mano nell’acqua benedetta, si fa il segno della croce ed esclama queste parole: R. Io, N., sono contento di essere stato battezzato nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Ciascun ragazzo depone poi la propria luce davanti al recipiente con l’acqua formando, di seguito, un grande cerchio attorno alla Luce di Cristo. Alla fine, quando i ragazzi sono ritornati tutti al posto, il celebrante continua: P. Cari educatori, siete disposti a camminare con questi ragazzi ed a sostenerli, compiendo insieme a loro un percorso di fede e di conoscenza sempre più profonda di Gesù? T. Sì, con l’aiuto di Dio, lo voglio. P. Infine preghiamo come lui ci ha insegnato: T. Padre nostro… P. O Padre, che chiami tutti noi alla comunione con Te, accompagnaci ogni giorno nell’essere Tuoi figli e donaci la

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forza e la gioia di vivere il Battesimo. Per Cristo nostro Signore. T. Amen. Benedizione Canto finale

SPUNTI PER LA RIFLESSIONE

Attraverso questa liturgia battesimale i ragazzi hanno la possibilità di accogliere nuovamente Gesù nella loro vita come, prima di loro, fecero i loro genitori. Il ricordo del proprio battesimo è sempre un’esperienza speciale perché ci permette di partecipare ad un evento di cui siamo stati protagonisti ma che spesso non possiamo ricordare. Viverlo attraverso i ricordi di chi ha detto il “Sì” al posto nostro emoziona il ragazzo, ma anche il testimone. Per questo sarebbe bello che l’educatore, come simbolo finale dell’incontro, invitasse i ragazzi a recuperare le foto che li ritraggono il giorno del loro battesimo, chiedendo ai genitori anche di rivivere assieme quel giorno, come il “compleanno” di ogni cristiano.

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V° BANDO DI CONCORSO - A.S. 2012/2013

PER LE SCUOLE DELL’INFANZIA, PRIMARIE E

SECONDARIE DI I GRADO

RIVOLTO A BAMBINI E RAGAZZI DAI 3 AI 14 ANNI

LA PORTA DELLA FEDE

INTRODUZIONE

Siamo nel pieno delle celebrazioni dell’ “Anno della Fede”. Certo non si tratta solo di ricordare la fede, quasi ce la fossimo dimenticata. È invece fondamentale prendere coscienza che questo dono di Dio ci viene incontro attraverso esperienze di vita. Sarebbe davvero un guaio non saper riconoscere il Signore che passa nelle nostre esistenze. Dove siamo stati affascinati e attratti dal Suo passaggio? Forse nel gustare l’amore delle nostre famiglie quotidianamente o in occasioni particolari? Nell’incontro con una persona speciale o con una comunità accogliente? Nell’ascolto di un’armonia toccante o di una musica piena di gioia? Nella realizzazione di un’esperienza particolarmente bella? Nell’ammirare un gesto di solidarietà? Nella partecipazione domenicale alla Santa Messa o nella celebrazione di un Sacramento? Semplicemente osservando con stupore lo spettacolo della natura o, perché no, di qualche realizzazione dell’ingegno umano? Insomma, sono tanti i contesti nei quali può iniziare l’esplorazione di quella splendida avventura che chiamiamo Fede. Tutte queste esperienze umane sono potenziali porte di accesso alla Fede.

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Il concorso propone a bambini e ragazzi dai 3 ai 14 anni di ricordare, riscoprire e comunicare la porta (forse non l’unica) attraverso la quale hanno cominciato a diventare cristiani, lo spiraglio dove hanno incontrato l’umanità e la persona di Gesù. Si tratterà poi di fissare questo momento di vita attraverso un’immagine, una scultura, il gioco dei colori, una sequenza disegnata… svelando il piccolo artista che c’è dentro ogni bambino/ragazzo.

REGOLE GENERALI

Il concorso è molto semplice, per parteciparvi basta seguire 8 semplicissime direttive.

1. Tutti i lavori dovranno essere individuali. 2. I destinatari sono divisi in tre fasce: 3/6 anni, 7/10 anni

e 11/14 anni. Le sezioni previste dal concorso sono due: creativa/manuale e multimediale. Per ogni fascia d’età verranno individuati tre vincitori per ciascuna delle due sezioni.

3. Che forma dovranno assumere gli elaborati? Si vuole dare massimo spazio alla creatività. Per questa ragione i partecipanti potranno realizzare disegni, sculture, collage, fumetti e plastici (SEZIONE CREATIVA/MANUALE). Gli elaborati devono essere realizzati in formato A3. Chi ha particolare attitudine può orientarsi per una fotografia (in formato A4), un breve video, un cortometraggio, una produzione audio o un filmato (SEZIONE MULTIMEDIALE).

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4. Gli insegnanti di religione delle Scuole dell’Infanzia, Primarie e Secondarie di I grado, che decideranno di aderire al concorso con alunni delle loro sezioni-classi, avranno il compito di presentare i contenuti della partecipazione, di seguire l’andamento dei lavori e di consegnarli entro la scadenza prevista per sabato 20 aprile 2013.

5. Ogni lavoro deve essere accompagnato da una scheda contenente i dati del concorrente e la sezione prescelta (creativa/manuale o multimediale): nome, cognome, data di nascita, indirizzo e recapito telefonico della famiglia. Inoltre, dovranno essere specificati l’Istituto di appartenenza e il nome e cognome dell’insegnante che ha coordinato la preparazione al concorso.

6. I lavori devono essere consegnati o inviati in busta chiusa dagli insegnanti entro e non oltre il 20 aprile 2013 (farà fede il timbro postale) alla segreteria del Concorso “La porta della Fede”, c/o Parrocchia Sacra Famiglia, Via Bologna n. 148 - 44122 Ferrara (FE).

7. La partecipazione è gratuita. 8. Per qualsiasi informazione ulteriore il referente

dell’iniziativa è don Enrico Garbuio, Assistente diocesano ACR (cell. 340.7549978).

VALUTAZIONE E PREMIAZIONE DEI LAVORI

Tutte le realizzazioni verranno esposte in uno spazio predisposto presso il Seminario Arcivescovile diocesano (Via Giuseppe Fabbri n. 410 - Ferrara), il giorno 1° maggio 2013, in occasione dell’annuale manifestazione Ragazzinfesta. Inoltre, i tre lavori più belli e significativi per

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ciascuna sezione e fascia d’età, scelti da una giuria di insegnanti ed educatori, saranno premiati dall’Arcivescovo e successivamente parteciperanno al Concorso Nazionale “Cosa vedi dalla porta della fede?”, indetto dall’Azione Cattolica dei Ragazzi in occasione dell’ “Anno della Fede”.

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