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n.1 Gennaio 2016 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% ROMA-C/RM/23/2014 T ABACCO PIANETA A A n n t t o o n n i i o o M M a a n n z z i i n n i i , , g g i i a a l l l l o o a a l l l l i i t t a a l l i i a a n n a a

TABACCO - agemos.org · Le cinque giornate di Milano: la miccia fu il tabacco. Intervista a impiegato davvero pochissimo tempo a diventare l’“amico di carta” di decine di migliaia

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Gennaio 2016

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nizia un nuovo anno, e il gruppo dirigente di Agemos, evitando di fare retorica, vuole sempli-cemente assicurare alla nostra Categoria, ai nostri partner principali Logista e Terzia, ai nostriinterlocutori Istituzionali e di Filiera, che anche questo nuovo anno faremo la nostra parte inmaniera piena, convinta ed incisiva, come abbiamo sempre fatto.

Il nostro obiettivo sarà, come sempre e soprattutto, la difesa delle Aziende che rappresentiamo. Il processo di ristrutturazione della rete avviato ad agosto 2015 è in pieno svolgimento, con i suoirisvolti umani sociali ed operativi già in essere. La sfida commerciale avviata con Terzia è giunta ad una fase decisiva, ora non è più consentito sbagliare. Il nostro ruolo di interlocutore diretto con le Istituzioni, che negli ultimi anni abbiamo rafforzato, cipermetterà di seguire direttamente i grandi temi di filiera che inevitabilmente verranno discussi nellesedi preposte, assegnandoci contemporaneamente prestigio e responsabilità.

Noi siamo pronti, anche per questo 2016!

Carmine Mazza

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TABACCOPianeta Tabacco Mensile dei distributori di tabacco lavoratoAnno III - numero I - Gennaio 2016

Direttore editoriale: Carmine Mazza

Direttore responsabile: Gianluca Bertoldo

Comitato di redazione:Ciro CannavacciuoloGianluca BertoldoCarmine Mazza

Amministratore: Riccardo Gazzina

Direzione e redazione:Agemos Editrice S.r.l. a socio unicoViale Mazzini, 25 - 00195 RomaTel. 06.699.24.348 - Fax 06.697.88.817E-mail: [email protected]

Stampa:Tipolitografia New Graphic - Roma

Autorizzazione del Tribunale di Roman. 103/2014 del 16/05/2014

Pianeta Tabacco - organo di informazionesindacale dell’Associazione Nazionale Venditorie Distributori di Tabacco è destinato esclusiva-mente agli operatori del settore.

Questo periodico è associato all’Unione StampaPeriodica Italiana

sommario“Ho smesso di fumare. Vivrò unasettimana in più e in quella settimanapioverà a dirotto”. (W. Allen)

Intervista6

Leggere “giallo”. A tu per tu conAntonio Manzini, dal suo talento i “casi” del Vicequestore RoccoSchiavone

Mondo in fumo10

Giro del Mondo in... carrozza fumatori

Ciro...del Mondo33

Cronaca20

Il tabacco, quel satanasso. Rivendita diPadova “alla gogna” per l’affissione diun articolo sugli effetti positivi del fumo

Tracciabilità21

Tracciare e recuperare

Tabacco e fisco23

Le “bionde” portano in dote un tesorettoall’Erario

Curiosità27

Distributori di sigarette: gli “strani casi”di Frattamaggiore e di Amburgo

Tabacco e ricerca30

La campagna antifumo mi offende? E io continuo a fumare! Lo studio dellaLondon School of Economics

News31

Intitolata a Giacomo Venturi la strada delnuovo stabilimento PM di Crespellano

Tabacco e Motori28

Giacomo Agostini, il centauro dei record

Tabacco e storia24

Le cinque giornate di Milano: la miccia fu il tabacco

Intervista

a impiegato davvero pochissimo tempoa diventare l’“amico di carta” di decinedi migliaia di lettrici e lettori. Anche se

approcciarsi a lui non è così diretto e semplice. Il vicequestore Rocco Schiavone è burbero, spi-goloso, scostante, irascibile, si comporta in ma-niera poco “ortodossa” (non può cominciare lesue giornate senza essersi fatto prima uno spi-nello) e non si preoccupa per niente di cosa ilprossimo possa pensare di lui, e tanto meno dinon risultare socievole e amabile. Ma saperlo tra-sferito dall’Eur ad Aosta, lui, nato e cresciuto aTrastevere, con un’avversione innata per le mon-tagne, la neve, il freddo e ogni tipo di abbiglia-mento invernale, lui che “sopporta” solo un lodene calza solo scarpe Clarks e che in tutta la vita, ilmassimo dell’altitudine che ha raggiunto sono i139 metri di Monte Mario, il punto più alto dellasua città natale, lui che ha alle spalle un passatocomplesso e una profonda ferita nell’anima, portapresto dalla sua parte. E così, mentre si leggonole sue storie, i suoi pensieri, le battute fulminantiscambiate con i colleghi del commissariato e con

i suoi amici di sempre, i dialoghi dolenti ed imma-ginati con la sua Marina, la moglie troppo prestodrammaticamente mancata, è facile, e naturale,parlare con lui, criticarlo, scuoterlo, consolarlo. Eimpossibile perdersi i romanzi che ne narrano leavventure: quattro dal 2013 ad oggi, “Pista nera”,“La costola di Adamo”, “Non è stagione” ed “Eradi maggio”, tutti per i tipi di Sellerio.Rocco Schiavone è il felice frutto del talento edella fantasia di Antonio Manzini, scrittore abilis-simo nella rilettura della tradizione del giallo al-l’italiana, capace di coniugare crimine e passione,lo sguardo più addolorato e la risata più sfrontata.Dalla sua penna, una serie scabra, realistica e im-mersa nell’amara ironia di Rocco. Ma in realtà, at-traverso le diverse avventure di un poliziotto“scorretto”, lo svolgimento di un unico racconto,quello della vita di un uomo che si scontra con laimpunita e pervasiva corruzione del privilegio so-ciale, nel disincanto assoluto dell’Italia di oggi. Del suo essere scrittore e del suo Rocco ab-biamo parlato con Manzini, ed ecco cosa ci haraccontato…

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Leggere giallo. A tu per tu con lo scrittore Antonio Manzini

Dal suo talento i “casi” del Vicequestore Schiavone: “Rocco? Non mi aspettavo tutto questo successo”

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FOTO DI LUCA BRUNETTI

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Intervista

Manzini, partiamo da lei, scrittore dopo im-portanti esperienze come attore e sceneggia-tore. Come è maturata questa scelta? Cos’èche la affascina della scrittura?Mi affascina il poter raccontare storie, provare a mettere sullapagina emozioni, una lingua contaminata dal dialetto, dai car-telloni pubblicitari, il ritmo della vita narrata, i personaggi, laloro anima, i loro difetti, la parte più oscura di ognuno di loro.

Il lato oscuro dell’animo umano, il facile var-care il confine della normalità è un po’ il leitmotiv che ritroviamo fin dai suoi primi ro-manzi, “Sangue marcio” e “La giostra dei cri-ceti”, fino al “prepotente” arrivo sulla scenadel vicequestore Rocco Schiavone, protagoni-sta delle quattro (finora) fortunate storie chel’hanno reso tra i personaggi più amati dai let-tori. La attraggono le personalità complesse? Credo che siano quelle che attraggono tutti. L’animoumano è complesso, contraddittorio, ci sono radure di soleche si alternano con gole buie e improvvise. Tutti noi ab-biamo personalità complesse, chi riesce a conviverci, chi nonce la fa. Abbiamo dei freni inibitori che ci impongono uncerto comportamento etico, ma in potenza siamo delle bombead orologeria. Se uno trovasse l’innesco...

Veniamo a Rocco. Il successo di questo per-sonaggio è indiscutibile, ma quando è “nato”,ha mai pensato che un carattere così sco-modo, controverso, politicamente scorretto,pieno di “zone grigie” potesse risultare, alcontrario, impopolare?Non mi sono posto il problema della sua popolarità. Hosolo voluto raccontare una persona piena di problematicheesistenziali e psicologiche. Un personaggio difficile, è vero,scorbutico, ma anche generoso e altruista.

Adesso, la domanda contraria. Si aspettava que-sta grande affezione da parte dei lettori, e comela spiega? E al contempo ha un qualche timoreche la serialità possa essere alla lunga limitante?No, io non me l’aspettavo. Non mi sono aspettato mainiente nella vita. Ho cercato sempre di fare le mie cose inmaniera onesta, intellettualmente onesta, e divertendomi,nel senso più vasto del termine. La serialità è un aspettodella narrazione. Sono troppi gli esempi che mi hanno pre-ceduto. Alcune storie, alcuni personaggi, sopportano questotipo di racconto, altri invece si concludono più celermente.Non è limitante, è complessa, questo sì.

I suoi lettori sanno che, parlando di Rocco,parliamo di un romano di Trastevere, fino apochi mesi prima dell’inizio delle sue avven-ture ad Aosta (dove è stato trasferito in se-guito a provvedimento disciplinare), distanza al commissariato dell’EUR. Dagrandi amici di Rocco, le chiediamo: macosa ha fatto Schiavone ad Antonio Manzini,per meritare questo? Come ha potuto imma-ginare per lui una tale “condanna”? Più se-riamente, come si è materializzato Rocconella sua fantasia e perché la Valle d’Aosta?La Valle è un posto che frequento da anni. Mi piace sciare.E Rocco è nato una sera che la neve a fiocchi mi aveva co-stretto dentro il rifugio. Così ho provato a buttare giù “PistaNera”. Era da tempo che il personaggio mi ronzava in testa,e metterlo sulla pagina è stata un po’ una liberazione. LaValle perché morfologicamente è un personaggio molto similea Rocco. Mi spiego meglio. Le montagne lì sono le più alted’Europa. Ci sono seracchi, ghiacciai perenni, valli strette epoco assolate che poi si aprono e ti lasciano senza fiato. Lerocce sono nere, taglienti, poco rassicuranti. Tutto lì sembradirti: con noi non si scherza. E penso anche ai forti sabaudie ai tanti castelli scuri e un po’ tetri costruiti su cocuzzoliinaccessibili. Ecco, tutto questo somiglia a Rocco. Parecchio.

Rocco è protagonista di romanzi ma anche diracconti (ricordiamo le serie “in giallo” pubbli-cate “stagionalmente” da Sellerio). Quale delledue espressioni letterarie preferisce? E ancora,un personaggio complesso come Schiavone,non è difficile da comprimere in un racconto?Un racconto giallo ha la stessa struttura di un romanzo, soloche corre come una Ferrari. Credo che condensare gli snodi,gli atti, come li vogliamo chiamare, in poco più di 40 pagine

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Intervista

sia insieme un’operazione narrativa e anche un pò matema-tica, soprattutto trattando un argomento crime. Insomma bi-sogna riuscire a dare incidente, svolgimento ed epilogo in pochepagine, senza far soffrire la complessità dei personaggi e l’am-biente che, credo, abbia lo stesso valore dei personaggi stessi.

Nell’intreccio “giallo” delle storie di Rocco c’èun registro importante di sottofondo che è quellodella commedia all’italiana, e un coro di perso-naggi fortemente caratterizzati: una felice ideanarrativa, anche questa un segreto del successo? Vede io sono cresciuto guardando i film di Monicelli e diScola prima ancora di leggere romanzi. Loro sapevano rac-contare la vita, gli alti e i bassi, i momenti tristi e quellipiù allegri, sempre attraverso il filtro dell’ironia. E’ a queimaestri che devo il mio modo di raccontare.

“Era di maggio”, l’ultimo della serie, è forseil più completo dei quattro romanzi, per lamolteplicità delle vicende (alcune irrisolte),per i luoghi (Rocco attraversa l’Italia da norda sud), per le descrizioni, per i registri narra-tivi (azione, ironico, poetico, drammatico):non è che Rocco la sta “invadendo”…Sì.

Ci permetta di dirle che lei sta tenendo sullagraticola i tanti fan di Rocco, centellinandodisvelamenti, emozioni, stati d’animo: unastrategia fin dall’inizio, o anche a lei Rocco sirivela volta per volta? La parola strategia mi piace poco. Al di là del suddividerel’epopea di Rocco in diverse puntate, non credo di averne

usate altre. Forse qualche trucco, magari maldestro, maniente di più. Mi piace parlare di Rocco lentamente, comese fossi una persona che piano piano lo sta conoscendo.Come se fosse davvero lui a raccontarmi un pezzo per voltala sua vita. Però io la conosco tutta, sa?

L’ultima indagine (con finale aperto) del vi-cequestore Schiavone si snoda in 14 giorni.Quanto sono importanti i tempi, per il ritmodella narrazione di una storia “gialla”?Parecchio. Perché i giorni, le ore, lo scandire del tempo può esserechiave di volta di un caso, di un problema, di una vita intera.

Ci conferma che Rocco sarà presto protagonistadi una serie televisiva? Quale sarà il suo ruolonella produzione, ne seguirà la sceneggiatura? Sì, stiamo scrivendo le sceneggiature proprio in questi giorni…

I suoi romanzi sono stati tradotti e distribuiti inFrancia, Germania, Spagna, Inghilterra, StatiUniti e Grecia. Come si sente sapendo che isuoi libri stanno facendo il giro del mondo?E’ una bella sensazione. Soprattutto per quanto riguardala Grecia. Ho fatto il liceo classico, e per 5 anni mi sonodistrutto a tradurre dal greco all’italiano. bene, stavoltatocca a loro tradurre me. Una piccola rivincita.

Chiusura di rito: lo “scandaloso” Rocco nondisdegna lo spinello mattutino… ma qual è ilrapporto con il fumo di Antonio Manzini? Io fumavo sigarette. Poi sigari. Poi ho smesso. Poi di nuovosigarilli. Poi sigarette. Ora la pipa. Ma parlo sempre e sol-tanto di tabacco…

Antonio Manzini, attore e sceneggiatore, ha pubblicato i romanzi “Sangue marcio” e “Lagiostra dei criceti”. La serie con Rocco Schiavone è iniziata con il romanzo “Pista nera” (Sellerio,2013) cui è seguito “La costola di Adamo” (2014), “Non è stagione” (2015) e “Era di maggio”(2015). Ne fanno parte anche i racconti presenti nelle antologie poliziesche “Capodanno in giallo”,“Ferragosto in giallo” e “Regalo di Natale”. E’ dal 30 novembre in libreria, sempre per i tipi di Sellerio, la novella satirica “Sull’orlo delprecipizio”. Cosa succederebbe se tutte le principali case editrici italiane si trovassero rag-gruppate sotto un’unica sigla? Manzini se lo è chiesto, scrivendo la storia di uno scrittore digrande successo che vede trasformare il suo mondo nel giro di pochi giorni. Lo scrittore èGiorgio Volpe, una potenza nel campo delle lettere: alla consegna del nuovo romanzo scopreche una cordata di investitori ha inghiottito la sua casa editrice. Ora al comando sono carica-ture in completo scuro che odiano le metafore e “amano le saponette se il pubblico vuole sa-ponette”. Cercando una via di fuga editoriale come un uomo che annega cerca l’aria, Giorgioaffonda nel grottesco e nell’angoscia di chi vede messa in discussione la propria libertà diespressione. In attesa della prossima avventura del vicequestore Schiavone, Antonio Manzinicon “Sull’orlo del precipizio” ci regala una satira spietata ed esilarante. Una utopia negativaalla Fahrenheit 451, dove è il mondo dei libri a bruciare se stesso e non un potere esterno.

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l mondo del tabacco è in un certo senso ilparadigma stesso della globalizzazione: orapiù che mai, di fronte a mutamenti che non

appare esagerato definire epocali, è fondamentaleacquisire una visione di insieme che – ampliandol’orizzonte dall’asfittico panorama nazionale aquelli via via più ampi, continentale in primis emondiale poi – consenta di leggere per tempoquei segnali che a breve determineranno passaggiinevitabilmente destinati a riverberarsi anche sul-l’assetto della distribuzione. Viene in mente la fi-gura di Edward Lorenz, lo scienziato delMassachusset Institute of Technology che ha contri-buito a definire la “teoria del caos”. In occasionedi una famosa conferenza intitolata “Può il battitod’ali di una farfalla in Brasile provocare un tornado inTexas? ” Lorenz sviluppò la tesi per la quale pic-cole variazioni nelle condizioni iniziali di un si-stema producono grandi variazioni nelcomportamento a lungo termine del medesimo si-stema. Considerando allora il mondo del tabaccocome un “sistema”, appare chiara l’importanzadello studio dei segnali di piccolo e grande cam-biamento riscontrabili nel settore ampliando unpo’ la consueta, ristretta visuale.Iniziamo allora dagli Stati Uniti.

MASSACHUSSETS, LA TRADIZIONEDEL “FREEDOM OF CHOICE”

Westminster, Massachusetts, è una cittadina di set-temila abitanti ad 80 chilometri da Boston, sortaprima della rivoluzione americana come posto peril cambio dei cavalli, e da allora mutata assai poco,con le villette con il porticato, i giardinetti, gli stec-cati tinteggiati di bianco e nessun supermercato.Non stiamo dunque parlando dell’“America pro-fonda”, ma di un ridente borgo del New England,i cui cittadini hanno di recente – probabilmentememori di quanto realizzato dai pugnaci antenaticontro gli inglesi più di due secoli or sono - com-battuto e vinto una piccola campagna di libertà.La commissione per la Sanità della cittadina avevainfatti presentato una proposta di legge per ban-dire la vendita nei negozi di tutti i prodotti a basedi tabacco e nicotina. Non limitare la pubblicità,ma proprio bandire la vendita, tout court. Se venditabacco fai attività di contrabbando, sostenevanoi solerti commissari di Westminster, così comesotto il proibizionismo valeva per l’alcool (ed in-fatti esistono città soprattutto del sud, le cosid-dette dry town, che ancora oggi vietano la venditadegli alcolici). Sarebbe stata la prima volta in Ame-rica, e sarebbe stato il provvedimento più durocontro le sigarette mai preso in un Paese svilup-pato. Passi anche che a Central Park non si possafumare, passi che a Tokyo per accendersi una si-garetta sia obbligatorio rinchiudersi in aree speci-fiche anche all’aperto, passi che le brasserie parigineabbiano perso metà del loro fascino da quandosono smoking free. Ma a bandire del tutto la venditadi tabacco non c’era ancora arrivato nessuno.Tutta Westminster è insorta, e il fatto più interes-sante è che a protestare non sono stati (solo) i ta-bagisti. A riempire la scuola elementare della cittàall’assemblea pubblica con i commissari per la sa-

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Giro del Mond in... carrozza fumatori

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nità, a vociare e a protestare contro la proposta dilegge, c’erano soprattutto non fumatori. Il fatto èche il problema non è il tabacco. Solo il 17% deicittadini è fumatore e la maggior parte della po-polazione ritiene che fumare sia un’“abitudine di-sgustosa”. Ma a Westminster, cittadina rurale chevota repubblicano in gran maggioranza, nessunopuò sopportare che il governo si intrometta nellavita delle persone fino a impedire loro di com-prarsi le sigarette. “Ci stanno togliendo le nostre libertàdi tutti i giorni, un poco alla volta”, ha detto Nate l’al-levatore, che è stato sentito dal New York Times,mentre altri cittadini temono che i prossimi nellalista dei divieti del potere centrale saranno le armie la religione. C’è anche un risvolto economico:chi va al negozio sotto casa a prendere le sigarettefinisce sempre per comprare qualcos’altro, e unostudio ha calcolato che i commercianti di We-stminster avrebbero perso un terzo dei ricavi conil bando del tabacco.I commissari cittadini hanno detto che bandire iltabacco è un dovere morale, che impedire che igiovani comprino prodotti potenzialmente letalicome le sigarette è una “missione per la salute pub-blica”, e in questo interpretano perfettamente unaparte dell’America, quella in cui il salutismo si ètrasformato in ingegneria sociale, e la “missione perla salute pubblica” è diventata un’imposizione a volteautoritaria. Ma i cittadini di Westminster tengonoalle loro libertà, anche a quella della sigaretta, etanto hanno protestato che, alla fine, i commissarisono stati costretti a lasciar decadere la propostadi legge. Decidere per gli altri i consumi e stili divita - anche quando non si viola il diritto altrui anon subire il fumo passivo e il divieto di pubbli-cizzare le “bionde” a non pubblicizzare il tabacco– a queste latitudini è ancora considerato un in-sulto alla autodeterminazione individuale e al ri-spetto della libertà personale. D’altra parte, la crociata contro il fumo in Americanon si ferma, e rasenta vertici di assurdità inim-maginabili.Come racconta il New York Times, lo Stato dellacapitale del mondo occidentale vuole “alzare l’asti-cella”, arrivando ad impedire il fumo non solonegli spazi comuni e negli uffici, ma anche… negliappartamenti. Superfluo riportare che gli inquilinisono già sul piede di guerra: fumatori o meno,

molti si sono scatenati sul web, contestando la vo-lontà di controllo di quanto si svolge all’internodelle mura domestiche. “Quello che faccio nel mio ap-partamento dovrebbe essere un problema mio, fintanto chepago l’affitto”, dice al NYT Gary Smith, 47 anni, si-garetta in mano, seduto davanti alla porta di unedificio popolare di Brooklyn.A premere per fissare regole più restrittive è il go-verno federale, che sostiene di agire per proteg-gere i residenti dal fumo passivo, che può passaresotto le porte e penetrare negli alloggi. Inoltre siparla dell’esigenza di ridurre gli incendi e i costi dimanutenzione degli edifici. A New York alcunicondomini di lusso hanno già vietato il fumo. Madiverse agenzie di edilizia residenziale pubblicastanno lottando per mantenere la giurisdizionesulle loro proprietà e far rispettare le norme esi-stenti.In alcuni stabili pubblici nel Bronx, ma anche aBrooklyn e a Manhattan, la proposta di vietare ilfumo nelle case è stata accolta da alcuni, ma presadi mira dalla maggioranza dei residenti come unapalese violazione sulle scelte personali.Già vietato nei corridoi e negli spazi comuni degliedifici pubblici, il fumo ha già causato non pochiattriti tra inquilini e agenti di polizia. A New Yorksi fuma sempre di meno, come dicono le statisti-che: l’anno scorso eravamo al 13,9% degli adulti,nel 2013 i fumatori erano il 16,1. Nel 2002,quando una legge introdusse il divieto di fumo neiluoghi di lavoro, compresi bar e ristoranti, la per-centuale era al 21,5%.

L’INDONESIA TEME IL CONTAGIODELLA… “AUSTRALIANA”

Dal Nordamerica all’Asia, dove (a proposito di“battiti d’ali” avvertiti a distanza…) arrivano tantogli effetti di quanto accade a Sidney che di quantodeciso a Parigi. Lo scorso giugno, davanti all’am-basciata francese a Jakarta, centinaia di coltivatoridi tabacco indonesiani hanno protestato contro ilpiano anti tabacco del Ministro della Salute, Ma-risol Touraine, approvato lo scorso mese dall’As-semblea Nazionale e che introduce in Francial’obbligo del “plain packaging”, il pacchetto ano-nimo. Il provvedimento non è particolarmentegradito agli indonesiani, perché il Paese asiatico èuno dei più grandi produttori mondiali di tabacco,

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con 2 milioni di coltivatori e 6 milioni di occupatiil settore è uno dei più importanti dell’economiadella nazione. Visto che la legge è ormai passata,gli agricoltori indonesiani hanno scritto all’amba-sciatore francese che appoggiano la decisione delproprio governo di rispondere con una misuraidentica sull’alcol, di cui la Francia con vini echampagne è grande esportatrice in Indonesia. Sitratta ovviamente di una ritorsione commerciale,ma se la motivazione salutista vale per il tabaccoha un senso anche per l’alcol, che tra l’altro giànon è ben visto per ragioni culturali e religiose inun Paese islamico come l’Indonesia. Indonesia cherisulta essere particolarmente preoccupata perchéla battaglia sul confezionamento del tabacco,come è noto, ha preso le mosse nel 2012 in Au-stralia, “vicino di casa” e quindi possibile… vet-tore di contagio. Alla legge australiana – che haispirato quella francese (e prima anglo-irlandese)e che molte altre nazioni come Nuova Zelanda,India, Norvegia, Sud Africa, Cile e Brasile stannopensando di introdurre – si sono opposti moltipaesi produttori poveri che vedono la normacome una barriera commerciale che danneggia leloro economie. Pertanto la stessa Indonesia - in-sieme ad Honduras, Repubblica dominicana e(udite udite!) la comunista Cuba - ha fatto ricorsoall’Organizzazione mondiale del commercio(Wto) contro l’Australia perché la nuova regola-mentazione da un lato sarebbe inefficace a com-battere il tabagismo e dall’altro scorretta perchédanneggia il loro brand, rendendolo irriconoscibiledagli altri. “Stiamo valutando l’introduzione di nuove re-gole per i prodotti vinicoli importati dall’estero per dimi-nuire il pericolo di abuso da parte della popolazione,obbligando gli importatori di commercializzare le bottigliecon imballaggi no logo”, ha affermato il Ministro del-l’Industria indonesiano Panggah Susanto, deci-dendo di rispondere coi fatti all’imposizione delgoverno. “Il regolamento sarà discusso insieme ad altreagenzie governative, ma la volontà è quella di concludereal più presto la pratica”, ha aggiunto. L’Australia,quindi, oltre all’istanza di arbitrato internazionaleper palese violazione del libero commercio e deidiritti di proprietà dei marchi internazionali, po-trebbe subire un contraccolpo economico imme-diato per la sua decisione sul plain packaging suitabacchi. Lo Stato oceanico infatti esporta in In-

donesia il 2,1% del vino prodotto nel suo territo-rio, per un totale di circa 35 milioni di dollari au-straliani. Una cifra che potrebbe salire al 7,4%qualora l’esempio indonesiano dovesse essere ri-preso dagli altri paesi produttori di tabacco, san-cendo così una perdita economica di circa 130milioni di dollari australiani.  In Indonesia “l’indu-stria del tabacco ha garantito allo Stato tra accise e redditi,più di 150 miliardi di rupie indonesiane, garantendo unimpiego a oltre 6 milioni di persone”, ha dichiarato Pan-ggah Susanto, sottolineando “quest’industria sia dif-ficile da sostituire e, se ostacolata in modo illegale, potrebbecausare un massiccio impoverimento della popolazione”. Idati forniti dall’Agenzia Centrale di Statistica in-donesiano (BPS), mostrano che, a causa del plainpackaging australiano, le esportazioni di sigaretteindonesiane sono sensibilmente diminuite nelcorso degli ultimi quattro anni. Nel 2010 infatti ilPaese ricavava dall’esportazione di sigarette 91,53milioni di dollari, mentre nel 2013 il ricavato èsceso a circa 33,18 milioni di dollari. E la tendenzaè ancora al ribasso.

FRANCIA: LEGGE TOURAINE, “LE JEUX SON FAIT”?

Torniamo verso i nostri lidi, per parlare di quantoaccaduto a fine novembre in Francia. Dopo unabattaglia parlamentare all’ultimo sangue, l’Assem-blea Nazionale ha approvato, sovvertendo i pro-nostici della vigilia, la riforma promossa dalMinistro della salute Marisol Touraine volta ad in-trodurre dal prossimo anno il paquet neutre, vale adire il pacchetto di sigarette “all’australiana”, neu-tro al 100% e quindi assai più “punitivo” rispettoal pacchetto generico disciplinato dalla recente Di-rettiva CE 40, che lascia un 35% di spazio al mar-chio e alla grafica scelta dal produttore. L’esitodella votazione ha avuto molta eco sui giornali:Marcel Aubry ha scrittoche “si avverte la sensazioneche oggi venga stabilito un peri-coloso precedente, che potrebbeportare verso un pendio perico-loso il piano dello stile di vitafrancese, che ha sempre compor-tato piccoli lussi ed eccessi, e cheavrà necessariamente un impattosulla libertà individuale delle

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persone su scelte di vita e di consumo che non sono magaril’ideale da un punto di vista sanitario, ma che la Francia– con il suo caratteristico spirito di contraddizione – appareriluttante a sacrificare adottando una politica così drasticaed invasiva”. “Dio fuma sigari Havana, vedo le sue nuvolein cielo”, cantava Serge Gainsbourg, e ChaterineDeneuve lo accompagnava nella canzone repli-cando “Tu non sei che un fumatore di Gitanes, e l’ultimache accendi la voglio veder brillare sul fondo dei mieiocchi”…Come dimenticare? La disfida di palazzoBorbone - equivalente transalpino del nostroMontecitorio - ha visto prevalere i sostenitori delladrastica proposta ministeriale grazie ad un emen-damento che ha ottenuto inaspettatamente l’ap-poggio di 17 parlamentari del partito socialista,scatenando la bagarre in aula. I parlamentari fran-cesi sono infatti perfettamente consapevoli chequesto passaggio rischia di segnare per alcuni ilsuicidio politico, data la imponente prova di forzaespressa non solo dai buralistes direttamente inte-ressati, ma da moltissime categorie professionalispaventate dall’approccio integralista della signoraTouraine, potenzialmente in grado di riverberarsia cascata su prodotti basilari per l’economia fran-cese, come il settore alimentare o il pregiatissimosettore vinicolo. Per ben due volte al Senato,prima dell’estate ed a settembre, l’altro ramo delParlamento gallico (dove les Rèpublicains di Sarkozyhanno la maggioranza) aveva detto no all’ado-zione del plain packaging. A dirla tutta, a Palazzodel Lussemburgo la seconda sconfitta del Ministroaveva preso addirittura le sembianze della disfatta,risultando la proposta governativa respinta dallabellezza di 228 senatori. Ben pochi ritenevanopertanto che il passaggio alla Camera avrebbe po-tuto far registrare sostanziali inversioni di rotta,ma evidentemente il richiamo all’ordine deveavere toccato corde sensibili, portando al rovescia-mento (sia pure per un’incollatura) del pronostico.Diversi commentatori ritengono che non pocoabbia influito quanto accaduto dall’altra parte dellaManica a metà 2015: l’adozione del plain packagingdeliberata dalla Camera dei Lords a seguito di unainconsueta “alleanza di intenti” tra tories e laburisti(significativo il computo della fatidica votazione:367 a favore, 113 contrari) ha spiazzato molti os-servatori, che non si aspettavano che Londra se-guisse così in fretta l’esempio irlandese Detto ciò,

contrariamente a quanto affermato da diverseagenzie di stampa, in riva alla Senna la battaglianon si è ancora del tutto conclusa: la palla tornaora nuovamente al Senato, anche se questa voltagli equilibri ed i rapporti di forza risultano moltodiversi. Inutile dire che le reazioni non si sonofatte attendere. Il presidente della Confederation desburalistes de France, Pascal Montredon, ha ricordatoche già il mercato in fisiologico calo ha compor-tato la chiusura di oltre seimila tabaccherie negliultimi dieci anni (2000 delle quali nell’ultimo bien-nio!), e che la direttiva Ce 40 di recente approva-zione già stabilisce parametri assai rigidi in temadi commercializzazione dei prodotti da fumo. Haricordato che uno studio commissionato dallaCBF alla Deloitte prevede che l’introduzione delpacchetto neutro abbasserà quasi di un terzo il va-lore commerciale delle licenze francesi (da unamedia di 310mila euro a 220mila circa), provo-cando un bagno di sangue per la categoria. “E’ unaparte della pensione dei tabaccai che svanisce – ha dichia-rato ai giornali Montredon – e noi non siamo dispostiad estinguerci in silenzio”. Nel frattempo i prezzi dellesigarette continuano a salire, visto che il pacchettopiù venduto a Parigi supera ormai i sette euro, ela normativa in materia è sempre meno preventivae sempre più “punitiva”: ad ottobre le autorità diParigi hanno raddoppiato le multe per l’abban-dono di mozziconi di sigaretta, portando la san-zione a 68 euro. Per fortuna i tabaccai francesi nonsi limitano ad una battaglia di retroguardia, mastanno dimostrando di voler affrontare questopassaggio epocale reinventando la loro stessa na-tura aziendale: il percorso verso la definizione delburaliste quale centro multi servizi (alla stregua delcollega italiano) si è completato da tempo, ma orasi stanno aprendo orizzonti e prospettive davveroinaspettate ed entusiasmanti, che interessano pro-fili che attengono addirittura alla gestione del pic-colo credito. La “bomba” Compte-Nickel, che staletteralmente rivoluzionando il profilo di migliaiadi tabaccai d’oltralpe, merita ben più di un brevecenno di cronaca. La rilevanza della novità –anche per una futura, auspicabile espansione interra italica – merita a nostro avviso l’integrale ri-produzione di un recentissimo articolo comparsosul settimanale economico Challenges, che meritaun’attenta lettura nelle pagine che seguono.

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Compte-Nickel è un servizio che sta spopolando in Francia grazie allalocale rete di tabaccherie, per gestire i risparmi evitando le banche:ideato per chi ha pochi soldi, ormai ha clienti di ogni tipo, ed orapunta ad espandersi all’estero appoggiandosi alle reti nazionali deitabaccai.

n un open-space luminoso che sovrasta il gigantesco deposito ferro-viario di Charenton-le-Pont, a Parigi, un gruppo di persone rispondealle telefonate dei clienti. Accanto, nella sala riunioni, i due fondatoridi Compte-Nickel, Ryad Boulanouar e Huges Le Bret, ex dipendente

della banca Societè Gènerale, hanno gli occhi che brillano dall’entusiasmo.Su uno schermo lampeggia una cifra, il numero dei conti che vengonoaperti: nel momento più caldo della giornata si arriva a due nuovi clienti alminuto. Erogato dai tabaccai, che ogni giorno servono undici milioni di

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Il boom di Compte-Nickel: prossima tappa, l’Italia?

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francesi, questo rivoluzionario servizio bancariosta spopolando. Nel giro di un anno e mezzo haconquistato più di 180mila clienti. Con un ritmodi crescita sostenuto (30mila nuovi correntisti adottobre) punta ora al milione di clienti entro il2018. Compte-Nickel offre un servizio bancariominimo: pagando un canone annuo di venti eurosi ha una carta di credito MasterCard, delle co-ordinate bancarie, un sito internet ed un servizioclienti. L’iscrizione si fa in cinque minuti. Ba-stano un indirizzo ed una carta di identità, nonè richiesta alcuna condizione di reddito, perchéil conto non ammette scoperti. Un modello cherisparmia a molte persone le penali delle banchetradizionali. “Siamo l’unico servizio bancario che nonfa pagare più ai poveri che ai ricchi” sottolinea Bou-lanouar. In realtà Compte-Nickel attira una fa-scia di utenti molto ampia, che oltre aidisoccupati e a chi non è riuscito a pagare i pro-pri debiti include oggi anche cittadini benestanti.“Arrivano persone di ogni tipo - conferma un tabac-caio – studenti che condividono un appartamento, col-laboratori domestici, giovani impiegati”.Compte-Nickel ha fatto impazzire anche gli in-vestitori. A settembre ha raccolto dieci milionidi euro, di cui cinque dal fondo Partech Ventu-res. Grazie a queste nuove risorse, l’aziendavuole ora rafforzare la sua rete di distribuzionein Francia. I tabaccai che hanno un terminaleCompte-Nickel sono già un migliaio, ma prestosaranno tremila. E’ un investimento da un mi-lione di euro. “Presto altri 1700 tabaccai avranno iterminali – spiega Le Bret – e per questi piccoli eser-cizi, che devono affrontare il calo delle vendite di sigarette(specie ora con la “botta” del provvedimento a firma delMinistro Touraine, che ha introdotto in Francia il plain-packaging integrale) Compte-Nickel rappresenta un’op-portunità di crescita: da venditori di sigarette abanchieri”. Si spiega così il profondo coinvolgi-mento della Confederazione nazionale dei tabac-cai francesi, che possiede il 6,1 per cento delcapitale di Compte-Nickel. Rafforzando la distri-buzione, l’azienda vuole raggiungere le altrefasce di consumatori. Ad ottobre ha lanciatoun’offerta per i minorenni: i ragazzi tra i 12 ed i18 anni possono aprire un conto allo stessoprezzo dei loro fratelli maggiori. Le transazioni,però, devono essere convalidate da un genitore.

L’iniziativa è stata promossa attraverso una cam-pagna sui mezzi di comunicazione. “Vogliamocomprare spazi pubblicitari per 180mila euro” spiegaPierre De Perthuis, responsabile marketing del-l’azienda.Nel 2016 la Compte-Nickel vuole avventurarsiin un vasto territorio di caccia: il mercato deiprofessionisti. Quattro milioni e mezzo di po-tenziali clienti tra piccole imprese (quelle conmeno di dieci dipendenti ed un volume d’affaricomplessivo non superiore a due milioni dieuro), liberi professionisti ed artigiani. Anche inquesto caso l’azienda stravolgerà le abitudini e iprezzi in un mercato poco sfruttato. Molto ri-gide quando si tratta di facilitare i pagamenti, lebanche impongono commissioni costose sul-l’uso dei terminali. “Come per i privati, anche per iprofessionisti saremo quattro o cinque volte meno caridelle banche” dice De Perthuis. Come richiestodalla legge, per aprire un conto servirà l’ok di unperito contabile. “Per ogni settore professionale ci ap-poggeremo ad intermediari che faranno da promotori,come i sindacati e le federazioni”. Nel giro di unanno, infine, la Compte-Nickel si espanderà al-l’estero, con il sostegno del fondo Partech. “Ilmodello può essere replicato dappertutto, dovunque cisiano dei tabaccai ” dice entusiasta Alain Clot, di-rigente della Compte-Nickel. “Ed è così forte chefa paura. Noi volevamo investirci, ma il mio azionista,che è una banca, si è opposto”, confessa un investi-tore. Peccato. Valutata circa ottanta milioni dieuro, la Compte-Nickel vale ormai tanto oroquanto pesa.

Challenges è un settimanale economicoedito in Francia, il cui motto è: “Que ditl’économie cette semaine?”, più o meno cor-rispondente ad un “di cosa si parla que-sta settimana in materia di economia?”L’articolo è stato pubblicato lo scorsonovembre a firma di Delphine Dechaux.

...“in linea”con l’Associazione

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Cronaca

l buon senso c’era; ma se ne stava nascosto,per paura del senso comune”. Questo scriveAlessandro Manzoni ne “I promessisposi”. La versione definitiva del ro-

manzo italiano più letto e più famoso, è datata 1840:piccola consolazione, il fatto che già allora il pensarecomune subiva condizionamenti devianti e poten-zialmente pericolosi. In buona parte, quello che suc-cede anche oggi nella nostra società, dove radicalismi,intolleranze ed isterie collettive tendono a “offu-scare” equilibrio e ragionevolezza: e a “distrarre”energie positive da obiettivi davvero fondanti.Una breve riflessione, per introdurre quanto acca-duto a fine novembre a Francesco Ponzin, tabac-caio di Padova, suo malgrado balzato alle cronachedella sua città (e con antipatiche conseguenze) perl’affissione nella bacheca della propria rivendita diun articolo (e qui sta lo “scandalo”) sui pur circo-scritti effetti positivi (attenzione: positivi!) delfumo. L’articolo in questione, dal titolo “Fumo ecaffè fanno bene al fegato”, fa riferimento ai risultati diuno studio del 2013 dell’Università di Oslo pub-blicato sulla rivista Clinical Gastroenterology and He-patology, secondo cui appunto l’abbinamentocaffè-sigaretta aiuta a proteggere il fegato dalla co-langite sclerotizzante primaria, malattia che insorgesoprattutto negli adulti tra i 30 e i 40 anni, con l’altorischio di sviluppare un tumore ai dotti biliari.

Lo studio dell’Università di Oslo pubblicato sul“Clinical Gastronterology and Hepatology”A Francesco Ponzin, venditore di tabacco, l’arti-colo è sembrato interessante tanto da meritare unposto nella bacheca all’interno del negozio, doveè beatamente rimasto affisso, accanto a tutti glialtri volantini ed annunci che vi si alternano, findalla data della sua pubblicazione in una rivista ita-liana, avvenuta a fine 2013. Senza suscitare nes-

suna reazione “nervosa” e, come racconta Ponzin,superando “perfino” le visite ispettive: ma non lozelo integralista-salutista del giovane studente uni-versitario Fabrizio Colangelo. Il quale ha prima fo-tografato e poi (come racconta nella cronacalocale il quotidiano “Il Mattino di Padova” del 24novembre scorso) pubblicato su Facebook, in-sieme all’immagine, il suo anatema: “Leggere per casoun foglietto del genere può anche far sorridere, ma leggerloappeso dentro un tabacchino no, perché cerca di legittimareil fumo, di legittimare il consumo, di legittimare la venditadelle sigarette e questo no, non lo accetto. La divulgazionescientifica va bene, ma la sede per divulgare questa notizianon è certamente una tabaccheria. In un tabacchino vogliole ricerche che già da tempo hanno dimostrato (quelle sì,scientificamente!) la correlazione tra il fumo e il cancro. Ele voglio affisse all’entrata e all’interno, dappertutto”. Enon è finita qui, perché il dibattito social si è im-mediatamente incendiato scatenando la prevedi-bile “caccia alle streghe” (che ha purtroppocoinvolto anche il signor Ponzin), in mezzo allaquale è riuscita ad insinuarsi anche qualche (rara)reazione moderata.Sorpresa, sconcerto e fastidio per Francesco Pon-zin. “Ho cominciato a ricevere messaggi da parte di cono-scenti, in cui scrivevano di aver letto di me sul giornale – ciracconta. – Quando ho verificato di cosa si trattava, misono sorpreso di come un ragazzo così giovane non avessenulla di meglio su cui investire le proprie energie e di come siricorra a qualsiasi cosa per un po’ di visibilità… E ho poitrovato scorretta la pubblicazione di un articolo senza chefosse stata fatta alcuna verifica. Sono stato contattato per sa-pere se avessi voluto replicare, ma ho preferito non risponderealla provocazione. Non è stata una bella esperienza”.Il signor Francesco ha comunque tolto l’articolodalla bacheca. Noi continuiamo a riflettere sullapericolosità delle derive integraliste. Di qualsiasitipo esse siano.

Il tabacco, quel satanassoRivendita di Padova “alla gogna” per l’affissione

di un articolo sugli effetti positivi del fumo

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Tracciabilità

ulla base dei controlli effettuati congiunta-mente da dogane e Guardia di Finanza, la di-mensione del mercato illegale italiano inmateria di “fumo” è stimato in circa 2,8 mi-

liardi di sigarette (di cui 413 milioni anche contraf-fatte). Ora, se così fosse, la perdita per l’erario,risulterebbe di 485 milioni di euro. Cifra certo non dasottovalutare, che viene accreditata anche nell’ultimoRapporto Nomisma sulla filiera del tabacco, ma chepare davvero lontana dalla realtà. Prima di tutto per-ché per calcolarla si è ricorsi a un moltiplicatore “10”rispetto ai dati del materiale sequestrato, che è sì ap-plicato in Europa, ma a paesi che non hanno certo ichilometri di costa che ha l’Italia. E poi perché in basea queste stime le sigarette consumate in Italia che nonhanno pagato l’accisa si aggirerebbero intorno al 3,7per cento del totale, a fronte del 14 per cento dellaFrancia, del 12 per cento della Germania e persinodell’8 per cento della Svizzera. E’ possibile che il paesecon un sommerso smisurato e uno dei più alti livellidi evasione fiscale risulti paradossalmente essere 3-4volte più virtuoso degli altri proprio sulle sigarette?Applicato un realistico principio di buon senso e ri-

messo in media con i paesi europei, il dato italianopasserebbe da 500 milioni a 2 miliardi di euro. Unacifra che, una volta riacchiappata, rappresenterebbeda sola quasi il 20 per cento dell’attuale recupero dallalotta all’evasione fiscale complessiva. E siccome le tec-nologie per “tracciare” i pacchetti di sigarette, da usarein aggiunta all’attuale etichettatura, esistono e in moltipaesi del mondo i governi e le amministrazioni pre-poste se ne sono dotati ottenendo straordinari risul-tati, appare chiara l’assoluta importanza che una sceltadi questo genere venga fatta quanto prima anche inItalia. E’ del tutto evidente che mentre le sigarettecontraffatte (il grosso pare arrivi dalla Cina) sono undanno per le multinazionali del tabacco – ma i datiforniti dalla Guardia di Finanza ci dicono che sonosolo il 15 per cento del sequestrato – quelle “originali”su cui è stato omesso di pagare le tasse (perché nonhanno l’etichetta del Poligrafico o ce l’hanno falsifi-cata) sono invece un problema solo per l’erario. E’decisamente l’ora di prendere il toro per le corna e,modernizzando il sistema di monitoraggio dei pac-chetti di sigarette, recuperare una bella fetta di quei 2miliardi che “vanno in fumo”.

Tracciare e recuperare

Si finge corriere e ruba 7.000 euro di tabacchiSi è spacciato per un corriere addetto alle consegne incaricato (?) da Logista, ed è riuscito a truffare il titolare diuna Rivendita di tabacchi nella zona fiorentina di Gavinana, convincendolo a farsi consegnare la merce appenagiunta in negozio pari ad un valore di oltre per 7.000 euro, a suo dire recapitata in tabaccheria per un errore diconsegna da parte del dipendente del Transit Point locale. Il truffatore, vestito con una tuta e un cappello blu,dopo avere atteso la partenza del furgone che aveva effettuato la consueta consegna a domicilio, si è presentatotrafelato all’ignaro rivenditore, affermando di essere arrivato in fretta e furia per rimediare ad un presunto erroredi consegna da parte del “collega” appena allontanatosi. Con l’aiuto di un carrello ha dunque caricato sul propriofurgone i colli, promettendo di ripresentarsi di lì a poco con le scatole corrette in sostituzione di quelle ancoraconfezionate da “ritirare”. L’episodio è accaduto a fine novembre in un negozio nella zona di Gavinana, a Fi-renze. Secondo quanto ricostruito, nel negozio era stata appena effettuata una consegna di circa 40 chilogrammidi sigarette. Il tabaccaio ha scoperto la truffa solo quando, insospettito dal ritardo nella “nuova” consegna, hachiamato il deposito fiscale per chiedere quando sarebbe stata effettuata la consegna corretta.

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Tabacco e Fisco

e recenti festività natalizie hanno portatobuone nuove e doni anche al fisco italiano,che - nonostante debba farsi perdonare di-versi peccatucci - è evidentemente rimasto

nelle grazie di Babbo Natale. Un vecchietto,quest’ultimo, che probabilmente indulge ancora(nonostante l’aria che tira!) al vizio del fumo, vistoche la strenna di cui parliamo ammonta alla bel-lezza di 330 milioni di euro. Tale “tesoretto” èquanto l’Erario riuscirà ad incassare a poco menodi un anno dall’entrata in vigore del nuovo sistemadi accise sui tabacchi secondo quanto sostenuto dalCentro Studi Casmef dell’Università Luiss GuidoCarli di Roma, che ha analizzato i primi risultatidella riforma impositiva del 2014. Esaminando idati si ricava che, in base alle proiezioni dei numeridisponibili (pari a 159,7 milioni di euro nel primosemestre 2015) sull’intero anno in corso, lo Statoregistrerà un aumento delle entrate fiscali del+3,3%, pari ad ulteriori 330 milioni di euro (10,23miliardi di euro complessivi nel 2015 contro i 9,9miliardi del 2014), a fronte di una marginale con-trazione dei volumi venduti pari al -0,8% (da 74,4milioni a 73,8 milioni di chilogrammi) che eviden-zia una sostanziale stabilità della domanda.

LO STUDIO CASMEF-LUISSIl Centro Studi Casmef-Luiss ha presentato a fine2015 un aggiornamento dello studio realizzato inoccasione della riforma, dal titolo: “La tassazionedei prodotti del tabacco: valutazione degli impatti sul mer-cato legale e sulle entrate del settore di possibili cambiamentidi incidenza e struttura impositiva”, curato da StefanoMarzioni, Alessandro Pandimiglio e Marco Spal-lone. Nel 2014 – si riporta nell’introduzione delcorposo report - il governo aveva ravvisato l’esi-genza di riformare il sistema delle accise dei ta-bacchi lavorati per rispondere al calo delle entratefiscali registrato nel 2013 e nel 2012 a seguito diuna contrazione dei volumi di vendita. “Come ave-vamo ipotizzato lo scorso anno - spiega Marco Spallone -era necessario individuare una riformulazione del sistema

delle accise, che garantisse un equilibrio del mercato e unaumento del gettito derivante dalle accise stesse, senza peròdiminuire i prezzi dei prodotti, per tutelare nel contempoanche la salute pubblica. Oggi i numeri sembrano confer-mare la validità della scelta intrapresa”. In Italia, l’ado-zione ormai ventennale di un sistemaprevalentemente proporzionale della struttura ditassazione ha determinato lo sviluppo di un mer-cato articolato in segmenti di prezzo, che ha ga-rantito ai consumatori la possibilità di scegliere tradiversi prodotti, tanto sulla base delle loro prefe-renze quanto sulla base della loro capacità dispesa. Tale struttura di tassazione ha permessouna dinamica competitiva equa all’interno di unmercato caratterizzato dalla presenza di un ope-ratore in posizione largamente e stabilmente do-minante. Analizzando nel dettaglio i dati 2015, lostudio Casmef-Luiss ha rivelato come il contri-buto maggiore all’aumento delle entrate da accisesia stato generato dal segmento di “prezzo basso”(sigarette di prezzo inferiore ai 4,4 euro per unpacchetto da 20), che ha prodotto per quest’annoentrate da accisa pari a 2,51 miliardi di euro, ri-spetto a 1,59 miliardi del 2014 (in crescita del+58%). Buona anche la risposta del segmento“medio alto” (da 4,8 a 5 euro a pacchetto), con un+18% e un volume di 1,66 miliardi di euro. “No-nostante uno sbilanciamento del carico fiscale a sfavore delsegmento di Prezzo Basso - continua Spallone - comun-que coerente con il fine di scoraggiare marcate diminuzionidi prezzo, la nuova struttura dell’imposizione è risultataessere sufficientemente equilibrata. Complessivamente, in-vece, le entrate fiscali hanno registrato un aumento addirit-tura oltre gli obiettivi di gettito dichiarati, questo a frontedi un aumento dei prezzi del +3,5% e volumi sostanzial-mente stabili (-0,8%)”. I risultati del 2015, a solo unanno dall’entrata in vigore della riforma fiscalesono dunque sicuramente soddisfacenti e consen-tono di guardare con serenità alle aspettative digettito del 2016, anche alla luce del possibile con-solidamento dei positivi segnali macroeconomiciregistrati quest’anno.

Le “bionde” portano in dote un tesoretto all’Erario

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Tabacco e Storia

l Risorgimento è una delle pagine più belle dellanostra storia, è l’orgoglio tutto italiano di chiha creduto nell’unità del Paese, nell’indipen-denza dallo straniero, di chi ha sacrificato per-

sino la vita per amor di patria. Grandi statisti e grandieroi a farne da protagonisti (da Garibaldi a Cavour,da Mazzini a D’Azeglio), il Risorgimento fu ancheun movimento culturale, politico e sociale, fatto diideali romantici, patriottici e nazionalistici che nonmancarono di ispirare ogni forma d’arte e lasciare te-stimonianze sublimi di grandi Maestri quali VittorioAlfieri, Giuseppe Verdi, Francesco Hayez.Fra i tanti passaggi storici che hanno portato al-l’Unità d’Italia, la memoria di ognuno rimanda aimoti del 1848, meglio conosciuti come le CinqueGiornate di Milano. Ma non proprio tutti sanno chea scatenare la protesta nella città meneghina controi dominatori austriaci del Feldmaresciallo Radetzky,furono nientemeno che… i sigari. Fu così infatti cheil primo gennaio del 1848 i milanesi, esasperati dallarepressione, misero in atto lo sciopero del tabaccorispondendo così all’azione di propaganda a favoredell’astensione dal fumo e dal gioco del lotto (mo-nopoli imperiali) organizzata dal professor GiovanniCantoni. Nel volantino, da lui stesso scritto, si di-mostrava che, fumando, ogni milanese avrebbe con-tribuito a un cospicuo aumento delle finanzeaustriache; con lo sciopero del tabacco l’Austriaavrebbe subìto di fatto delle ingenti perdite undanno considerevole perché a quel tempo quasi tuttigli uomini e molte signore fumavano. Lo scioperoandò avanti per due giorni, ma il 3 gennaio un de-creto imperiale minacciò gravi punizioni per i citta-dini che avessero proibito ad alcuno di fumare,

ignorando quasi del tutto le proteste del podestà Ga-brio Casati. I soldati austriaci cominciarono a fu-mare davanti ai civili i quali reagirono, e ciò provocònumerosi morti. Quest’episodio di violenza suscitòterrore e odio nei milanesi verso il governo austriacoe aumentò le forti tensioni represse a cui il popoloavrebbe dato sfogo di lì a poco. Infatti verso la metàdi marzo i meneghini decisero di ribellarsi al go-verno austriaco e in cinque giorni, dal 18 al 22marzo, riuscirono a liberare la loro città. Una rivoltacui prese parte ogni ceto sociale, uomini e donne diogni età e persino ragazzi, come gli orfanelli del col-legio Martinitt, che la storia racconta facessero dastaffette portaordini. La celebre Armeria di via Pan-tano donò le munizioni agli insorti, ma occorrevanoanche le armi, per questo furono messe a disposi-zione le collezioni dei nobili, furono svaligiati imusei, si recuperò qualsiasi arnese contundente e sene inventarono di nuovi; dalle finestre intanto pio-veva di tutto, dall’olio bollente alle tegole. Le cam-pane delle chiese presero a suonare a martello perincitare al combattimento, alcune furono battutecon tale forza che si ruppero.Un impeto irrefrenabile conduceva quel popoloverso la libertà. Le barricate sorgevano ovunque co-struite con qualsiasi cosa fosse a disposizione: carri,carrozze, mobili, barili, tappeti e perfino banchi dellechiese. Le strade vennero dissestate e cosparse diferri e vetri per rendere impossibile l’azione della ca-valleria austriaca. All’alba del 22 marzo i cittadiniesultarono: il nemico aveva abbandonato Milano, gliinsorti avevano preso gli ultimi baluardi di PortaTosa e Porta Romana e, issato il tricolore sulDuomo, Milano era città libera.

Le cinque giornate di Milano: la miccia fu il tabacco

Le cinque giornate di Milano: la miccia fu il tabacco

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Bando Ecomap

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Curiosità

copri i nuovi distributori ‘E-Touch’ condisplay Full HD e Touch-Screen Multi-touch antivandalo 24h. Lettore improntadigitale e telecamera di sicurezza e ricono-

scimento presenza clienti. Hot Spot WI-FI per collega-mento remoto e aggiornamento prezzi, etichette prodotti,software e assistenza remota…”. E non è finita qui: aleggere le caratteristiche dei distributori automaticidi sigarette di ultima generazione, negli utentimeno tecnologicamente evoluti e più “tradizio-nali” si potrebbe fare strada, oltreché una certasoggezione, una mortificante presa di coscienzadei propri limiti dalle conseguenze devastanti perla propria autostima, quando non un irrimediabileimbarazzo, derivante dalla manifesta incapacitàall’uso, che solo l’arrivo dell’astronave USS Enter-prise potrebbe risolvere. Scherziamo, è chiaro: le vending machine rimangonofacilmente fruibili dagli amanti delle “bionde”. Ri-mane il fatto che, per motivi di sicurezza e tuteladei consumatori, si propongono agli operatori (eagli utenti) sempre più tecnologicamente avanzatee raffinate. Ed è proprio per questo che risulta ab-bastanza curiosa la recente notizia di una vera epropria truffa della quale è rimasto “vittima”…proprio un distributore automatico. A Frattamag-giore, in provincia di Napoli, nel corso di una solanotte una macchina distributrice di sigarette ha ac-cettato ben 102 banconote da 20 euro: tutte ine-quivocabilmente false, del tipo utilizzato comepubblicità e con la scritta ben evidente “facsimile”.L’anonimo truffatore, immortalato dalle teleca-mere di videosorveglianza del negozio, ha impie-gato ben 20 minuti per piazzare una truffa da2040,00 euro in pacchetti di sigarette, quasi sicu-ramente destinati al mercato illegale. Analogo epi-

sodio qualche giorno più tardi presso un’altra ri-vendita, dove sono state “spese” ben 70 banco-note “facsimile”, sempre da 20 euro. Il “caso”,nelle mani dei Carabinieri, ha suscitato la com-prensibile preoccupazione dei titolari di tabacche-rie di tutta la zona, che hanno chiesto ai servizi dimanutenzione delle società installatrici dei distri-butori automatici di pacchetti di sigarette una at-tenta verifica sul lettore ottico delle banconote.

DA ZIGARETTENAUTOMATA AUTOMATENVERLAG

Ma per un distributore di “bionde” “raggirato”,eccone un altro che “cambia vita”. Ad Amburgo,a circa 2000 km dalla disavventura napoletana, l’al-trettanto curiosa trasformazione di un distributoredi sigarette in dispenser di libri. Automatenverlag èil nome del progetto di librerie automatiche on theroad ideato da due editori tedeschi, Bettina vonBülow e Martin John. Un concetto innovativo esemplice: una serie di dispenser di sigarette sonostati trasformati in macchinette di libri, che ven-gono venduti con un packaging curato allo stessoprezzo di un pacchetto di sigarette. Dalle graphicnovel ai romanzi, passando per la poesia e le guideturistiche, i libri sono andati a ruba, e dall’Univer-sità di Amburgo, dove erano state installate in unprimo tempo, le macchinette si stanno diffon-dendo in giro per la città, proponendo molti autoritedeschi, anche esordienti. Il progetto sta andandotalmente bene che oltre ai distributori automaticidi sigarette sono stati “convertiti” anche diversidispenser di bevande e snack. D’altra parte, comesostiene il critico letterario canadese HermanNorthrop Frye, “La macchina tecnologicamente più ef-ficiente che l’uomo abbia mai inventato è il libro”…

Distributori di sigarette: gli “strani casi” di Frattamaggiore e di Amburgo

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2nd June

Giacomo Agostini

, anche noto con i nomignoli di Ago e di Mino (Brescia, 16 giugno 1942), è un pilota

motociclistico italiano, detentore di 15 titoli mondiali e per questo considerato il più grande

campione del motociclismo sportivo di tutti i tempi

LA YAMAHA

Agostini decise di prendere in considerazione le offerte d'ingaggio inviategli da

Yamaha, Suzuki e Kawasaki. Scelse la Yamaha, della quale aveva rifiutata un'offerta, nel 1971,

che si favoleggiava essere principesca.

Il 4 dicembre 1973, Agostini convocò a Milano la prima conferenza stampa della sua vita, dove a

fianco del direttore sportivo Yamaha Rod Gould e davanti a una straripante folla di giornalisti

italiani ed esteri, annunciò la rottura con la Casa italiana e l'accordo con quella giapponese. Il

giacomo agostini

GiacomoAgostini

““AAii ‘‘mmiieeii tteemmppii ’’ ssii ccoorr rreevvaa ccoonn llaa ttuuttaa nneerraa…… PPooii,, nneeggllii aannnnii SSeettttaannttaa ssoonnooaarr rr iivvaattii ggll ii ssppoonnssoorr,, ii ll nnoossttrroo llooookk èè ccaammbbiiaattoo ee ii ll ‘‘cceennttaauurroo nneerroo’’ ssii èè ttrraa--ssffoorr mmaattoo iinn uunn cceennttaauurroo ttuuttttoo ccoolloorraattoo,, pprroobbaabbiillmmeennttee aanncchhee ppiiùù ‘‘ddiivveerr--tteennttee’’ ddaa vveeddeerree……””.. NNeerroo oo ““ ffii rrmmaattoo”” ddaaii llooggoo ee ddaaii ccoolloorrii ddeell llee ggrraannddiimmuulltt iinnaazziioonnaall ii ddeell ttaabbaaccccoo ee ddeeii mmoottoorr ii -- ccoommee GGiiaaccoommoo AAggoosstt iinn ii rraacc--ccoonnttaa iinn uunnoo ddeeii ttaannttii aanneeddddoottii aarrcchhiivviiaatt ii nneell ssuuoo ssiittoo uuff ffiicciiaallee -- ppeerr ii ssuuooiiiinnnnuummeerreevvooll ii ffaann,, ““ddiivveerr tteennttee”” lloo èè ssttaattoo ccoommuunnqquuee:: ee nnoonn ppoottrreebbbbee eess--sseerree aall ttrr iimmeenntt ii ,, ccoonn qquueeii 1155 tt ii ttooll ii mmoonnddiiaall ii nneell llee ccllaassssii 335500 ee 550000,, cchheehhaannnnoo ffaattttoo ddii lluu ii ii ll ppiiùù gg rraannddee ccaammppiioonnee ddeell mmoottoocciiccll iissmmoo ssppoorr ttiivvoo ddiittuuttttii ii tteemmppii ..IInn sseell llaa aa ttrree ggrraannddii ““ffii rrmmee”” ddeeii mmoottoorrii ,, MMoorr iinnii ,, MMVV AAgguussttaa ee YYaammaahhaa,, hhaaaanniimmaattoo uunnaa lleeggggeennddaa ffaattttaa ddii nnuummeerr ii cchhee hhaannnnoo ddeell ll ’’ iinnccrreeddiibbii llee,, 1155 tt ii ttooll iimmoonnddiiaall ii ((77 nneell llaa 335500 -- 88 nneell llaa 550000)),, 112233 GGrraann PPrreemmii vviinnttii ((5544 iinn 335500 -- 6688iinn 550000 –– 11 iinn 775500)),, 1188 CCaammppiioonnaattii IIttaall iiaannii ,, 1100 TToouurriisstt TTrroopphhyy,, oollttrree 330000 vviitt --ttoorr iiee iinn ccaarr rriieerraa..LLeeggggeennddaarriioo iill ssuuoo eessoorrddiioo iinn YYaammaahhaa aallllaa pprreessttiiggiioossiissssiimmaa 220000 MMiigglliiaa ddii

2nd June

Giacomo Agostini

, anche noto con i nomignoli di Ago e di Mino (Brescia, 16 giugno 1942), è un pilota

motociclistico italiano, detentore di 15 titoli mondiali e per questo considerato il più grande

campione del motociclismo sportivo di tutti i tempi

LA YAMAHA

Agostini decise di prendere in considerazione le offerte d'ingaggio inviategli da

Yamaha, Suzuki e Kawasaki. Scelse la Yamaha, della quale aveva rifiutata un'offerta, nel 1971,

che si favoleggiava essere principesca.

Il 4 dicembre 1973, Agostini convocò a Milano la prima conferenza stampa della sua vita, dove a

fianco del direttore sportivo Yamaha Rod Gould e davanti a una straripante folla di giornalisti

italiani ed esteri, annunciò la rottura con la Casa italiana e l'accordo con quella giapponese. Il

giacomo agostini

GiacomoAgostini

Il centauro dei record

DDaayyttoonnaa nneell 11997744,, eessoorrddiioo cchhee nnoonn mmaannccòò ddii ssuusscciittaarree ccrriitt iicchhee ee ddiissccuuss--ssiioonnii ssiiaa ttrraa llaa ssttaammppaa iittaalliiaannaa,, cchhee ppaarr llòò ddii ttrraaddiimmeennttoo ppeerr ii ll ppaassssaaggggiiooddeell ccaammppiioonnee ddaallllaa MMVV AAgguussttaa aallllaa ccaassaa ggiiaappppoonneessee,, ssiiaa ttrraa qquueellllaa ssttaattuunnii--tteennssee cchhee,, ppeerr ddiimmoossttrraarree llaa nneettttaa ssuuppeerriioorriittàà ddeell ppii lloottii llooccaallii,, aappoossttrrooffaavvaaAAggoossttiinnii ccoonn eeppiitteettii ddeerriissoorrii ccoommee ““AAggoo--DDaaiissyy”” ((““AAggoo llaa mmaarrgghheerriittaa””)),, rriiffee--rreennddoossii aallllaa ssuuaa ffaammaa ddaa ppllaayybbooyy.. NNuullllaa ppeerròò sseemmbbrròò ttuurrbbaarree AAggoossttiinnii,, cchheenneell ggiioorrnnoo ddeellllaa ggaarraa iimmppoossee ddaa ssuubbiittoo uunn rriittmmoo eelleevvaattiissssiimmoo,, aall ll iimmiittee ddeellllaatteennuuttaa ffiissiiccaa,, cchhee mmaanntteennnnee ppeerr ii 5522 ggiirr ii,, ccoossttrriinnggeennddoo ii ccoonnccoorr rreennttii,, nnoonnddoottaattii ddeell llaa ssuuaa rreeggoollaarriittàà ddii gguuiiddaa,, aadd uunn mmaaggggiioorr ccoonnssuummoo ddii ccaarrbbuurraannttee,,ppnneeuummaattiiccii ee oorrggaannii mmeeccccaanniiccii .. ““AAggoo”” ssii aaggggiiuuddiiccòò llaa vviittttoorriiaa ((uunniiccoo ppiilloottaaiittaalliiaannoo)) ccoonn llaarrggoo ddiissttaaccccoo ssuull ccoommppaaggnnoo ddii mmaarrccaa RRoobbeerr ttss,, sseeccoonnddoo aarr rrii--vvaattoo,, cchhee,, ddooppoo aavveerr iinnuuttii llmmeennttee tteennttaattoo ddii ssttaarrggll ii aall ppaassssoo ppeerr ttuuttttaa llaaggaarraa,, ddiicchhiiaarròò:: ““NNoonn ppoossssoo ccrreeddeerree cchhee AAggoossttiinnii ssiiaa uunn eesssseerree uummaannoo””.. EE iillggrraannddee MMaannuueell FFaannggiioo ddiicceevvaa ddii AAggoo:: EE’’ ddiiff ff iicciillee ttrroovvaarree uunn ccoonndduuttttoorree cchheesseennttee aa ttaall ppuunnttoo llee ccoorrssee,, cchhee aabbbbiiaa uunn iinnttuuiittoo ccoossìì ppeerrffeettttoo,, uunn ffiissiiccoo ttaannttooaaddaattttoo aa qquueessttaa pprrooffeessssiioonnee,, ttaannttaa iinntteelllliiggeennzzaa ee rr iiff lleessssii ccoossìì pprroonnttii””..

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a fonte è più che attendibile, perciò la notiziafa davvero rumore: le misure disposte in al-cuni casi dalle autorità di sanità pubblica at-traverso campagne pubblicitarie “mirate” a

scoraggiare i fumatori possono talvolta produrre averel’effetto opposto proprio nei confronti di alcune per-sone che cercano di smettere.La ricerca da cui prende le mosse questa conclusione –che, anche in relazione ad una recente, scomposta cam-pagna antifumo promossa dal Ministro Lorenzin, nonaveva mancato di affacciarsi alla nostra mente – è statacondotta dalla dottoressa Sara Evans-Lacko, Research Fol-low della prestigiosissima London School of Economics. Lostudio (“The downside of tobacco control? Smoking and self-stigma. A systematic review”) indica che stigmatizzare ilfumo enfatizzando certi temi può, in alcuni casi, renderepiù difficile per le persone staccare con le “bionde” acausa della reazione uguale e contraria connessa all’irri-tazione “difensiva”, causata da messaggi negativi ten-denti a comportare un calo di autostima.I risultati, pubblicati in Social Science & Medicine, met-tono in evidenza il potenziale di alcuni stereotipi ne-gativi che tendono a mancare l’obbiettivo, soprattuttoquando si tratta di campagne di salute pubblica. Ladottoressa Evans-Lacko ed alcuni suoi colleghi acca-demici provenienti dagli Stati Uniti, Brasile e Germaniahanno condotto una revisione di quasi 600 articoli re-lativi aventi quale oggetto la lotta al fumo attraverso laauto denigrazione del fumatore.Mentre l’evidenza mostra che stigmatizzare il fumo puòindurre solo alcuni individui ad uscire dalla dipendenza,gli autori affermano che le politiche sanitarie dovrebberoinvece concentrarsi sulle strategie più “positive” per es-sere davvero efficaci nei grandi numeri, rafforzando cioèi vantaggi di smettere di fumare piuttosto che ribadirestereotipi negativi. “In realtà, invece – spiega la dottoressaEvans-Lacko - gli stereotipi che ricorrono nelle campagne diretteai fumatori sono quasi universalmente negativi”.

“CONTROPRODUCENTI” GLI STEREOTIPI NEGATIVI

Uno studio ha trovato che il 30-40 per cento dei fu-matori avverte alti livelli di disapprovazione familiaree inaccettabilità sociale intorno a sé, e il 27 per centodice di essere stato trattato in modo diverso proprio

a causa dello status di fumatore. Un altro studio hatrovato che il 39 per cento dei fumatori ritiene chela gente pensi meno bene di loro in ragione dell’uti-lizzo delle sigarette, e lo “stigma sociale” è partico-larmente avvertito dai fumatori genitori diminorenni. In diversi studi, i fumatori hanno utiliz-zato espressioni come “lebbroso”, “emarginato”,“persona cattiva” e “patetico” per descrivere il pro-prio comportamento.Il paradosso è che, per molti fumatori, avvertire in-torno a sé questa rancorosa attenzione e questo giu-dizio sociale incombente porta a risultati quali lerecidive, una maggiore resistenza a smettere, un iso-lamento sociale autoindotto e livelli di stress elevati.Secondo la dottoressa Evans-Lacko l’evidenza dimo-stra che i gruppi sociali più vulnerabili potrebbero in-vece trarre vantaggio da programmi anti-fumo che siconcentrano invece sui benefici di rinunciare, senzaindulgere sulla denigrazione personale.Altri studi hanno esaminato i pregiudizi di “genere”in relazione ai fumatori, assai diversi naturalmente aseconda delle aree geografiche. Se in alcune parti delmondo (si pensi a quanto accaduto fino a pochi annifa in Italia) il fumo femminile è addirittura conside-rato simbolo di emancipazione, le donne pakistane edel Bangladesh che fumano vengono tacciate come“vergognose” e “contaminate”, mentre i fumatori disesso maschile della stessa cultura sono consideratiespressione di virilità e coolness. Sempre in tema di dif-ferenze legate al genere, interessante riportare che unaltro studio ha dimostrato come – tra i fumatori - ledonne in generale rimpiangano molto più degli uo-mini di avere iniziato a fumare.

La campagna antifumo mi offende? E allora io continuo a fumare!

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Tabacco e Ricerca

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News

avvero una bella iniziativa, quella delibe-rata lo scorso novembre dal Comunebolognese di Valsamoggia, il nuovo polomunicipale nato nel gennaio del 2014

dalla fusione dei Comuni di Bazzano, Crespellano,Monteveglio e Savigno, facente parte della cittàmetropolitana di Bologna (ne risulta essere il se-condo Comune per superficie dopo Imola) edospitante il nuovo polo produttivo del Marti-gnone, dove Philip Morris sta portando a termineil colossale investimento manifatturiero - dedicatoalla produzione delle nuovissime “Iqos” - che hagarantito una scossa al mercato occupazionale fel-sineo. La Giunta comunale ha approvato una de-libera (inviando contestualmente alla Prefettura gliatti per l’iter autorizzativo) con la quale ha decisodi intitolare la via che dal nuovo casello autostra-dale di imminente apertura sulla A1 conduce alnuovo stabilimento crespellanese a Giacomo Ven-turi, Vicepresidente della Provincia di Bolognascomparso il 4 ottobre 2014. “Venturi – afferma ilSindaco Daniele Ruscigno - è stato protagonista nellosviluppo e nella profonda innovazione del nostro territorioe intitolargli una via, proprio nella zona che anche grazie

al suo determinante contributo ha visto la luce, ci è sem-brato un doveroso e significativo gesto di riconoscenza. Ilsuo ricordo per tutti noi è indelebile e questa intitolazionesarà un’occasione in più per ricordarlo sempre”. In viaGiacomo Venturi 1 ci sarà il principale stabili-mento produttivo internazionale attualmente incostruzione: appunto, la fabbrica del colosso deltabacco dove saranno prodotte le sigarette di ul-tima generazione, che a regime dovrebbe impie-gare circa 600 persone. Come ricordato, l’accesso

al nuovo polo sarà age-volato dalla primaveraprossima dal nuovosvincolo autostradaleche, ricorda l’ammini-strazione, “nasce proprio aseguito della pianificazionedel polo produttivo, fruttodell’impegno politico profusonella sua ideazione e attua-zione dal Vicepresidentedella Provincia di Bologna,da sempre profondamente le-gato a questo territorio”.

Uno splendido modo per ricordare Giacomo Venturi

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News

Telefoni “in fumo”: allo studio Jupiter, lo smartphone che consente di fumareCirca tre decenni ci separano da quella metà deglianni ’80, quando fecero la loro comparsa i primi te-lefoni cellulari: chissà se già allora qualche fantasia trale più audaci immaginava di coniare il neologismo“smartphone”, sta di fatto che in circa trent’anni lavelocissima evoluzione della tecnologia che ha rivo-luzionato il nostro stile di vita ha consentito di im-mettere nel mercato proprio questi telefoni“intelligenti” e multimediali. E niente più ci stupisceriguardo le loro caratteristiche attuali e le loro poten-zialità future: non ci sorprenderemmo particolar-mente, infatti, se prima o poi si concretizzasse labattuta “questo telefono fa anche il caffè”. Espressione sololeggermente più incredula alla proposta di uno smar-tphone in grado di trasformarsi in una sorta di nar-ghilè digitale. Però ci siamo: ancora allo studio macon buone probabilità di realizzazione ecco Jupiter,

lo smartphone con atomizzatore che consente, ap-punto, di fumare, aspirare derivati vaporizzati delcaffè e del tè, ma anche di farmaci e di tutte le varieessenze del settore che si trovano in commercio, gra-zie ad un sistema del tutto simile a quello di una si-garetta elettronica che si aggancia al dispositivo, nellaparte superiore, con una capacità di 5,8 ml di liquido.Il “progetto”, al quale sta lavorando una azienda spe-cializzata in e-cig, si concretizzerebbe pertanto in unasorta di finta antenna (acquistabile separatamente)agganciata alla parte superiore del telefono, monta-bile e smontabile a piacimento in modo da non co-stituire un ingombro perenne e non compromettereil design. Lo smartphone con sigaretta integrata saràdisponibile in due versioni, rispettivamente con con-nettività 3G e 4G e il display sarà di circa 5,2 pollici.Sorvolando sullaquerelle Meucci /Bell, di sicuro nes-suno dei due avrebbepotuto immaginareche la loro inven-zione sarebbe fi-nita… in fumo…

Il progetto di legge elvetico sui prodotti del tabacco rappresenta una minaccia per l’esistenzadel settore in Svizzera: lo sostiene Heinrich Villiger, Presidente del consiglio di amministrazionedell’azienda lucernese produttrice dei sigari Villiger. “Se il consumo crolla può derivare la scomparsadell’industria del tabacco in Svizzera”, afferma l’imprenditore in un’intervista pubblicata il mesescorso da “Le Temps”. La tesi sostenuta è che la nuova normativa aumenterebbe i costi dell’in-dustria, ridurrebbe il gettito fiscale per gli enti pubblici e provocherebbe licenziamenti. Allalegge, trasmessa a inizio mese dal Consiglio federale al Parlamento, il fratello dell’ex consiglierefederale Kaspar Villiger rimprovera la mancanza di proporzionalità. A suo avviso, “tutto quantoè consumato in eccesso è malsano”: si può dissertare su tutto, dal tabacco all’alcol, passando alla carnee allo zucchero. Sul piano economico il settore genera oltre 2 miliardi di entrate fiscali. Fino al2013, la coltivazione del tabacco era incoraggiata in Europa: ma la soppressione dei sussidi nonha avuto alcun effetto sulla produzione in termini assoluti: l’unica conseguenza è stata una de-localizzazione, senza alcun vantaggio in termini di salute pubblica. Il gruppo Villiger ha attual-mente 1450 dipendenti, di cui 145 nella sede di Pfeffikon nel Cantone di Lucerna, e produce1,5 miliardi di sigari per un fatturato annuo di circa 220 milioni di franchi.

In Svizzera Villiger... fuma di rabbia

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di Ciro Cannavacciuolo

New York Times: “Primi risultati della nuovalegge che vieta il fumo negli appartamenti”Diario della giornata della nostra inviataCatharina Mills

All’alba il silenzio dell’isolato è stato infranto dal sordoe cupo rumore delle pale dell’elicottero, volteggiante al-

l’altezza del 23° piano di uno dei tanti grattacieli della 24.a strada. E proprioda lì, alle 5 in punto, un potente fascio di luce ha illuminato a giorno l’appartamento della famigliaJames. L’edificio, era stato completamente circondato già durante le ore notturne da decine di agenti,accorsi sul posto dopo che i primi sospetti avevano trovato conferma. I G-men della squadra speciale“sniff-sniff now”, dopo le soffiate dei loro informatori sono così piombati all’ingresso di casa di J. Jamese, fiutando sotto l’uscio, hanno avuto la prova più evidente, effettivamente, da sotto la porta filtrava unodore inconfondibile di fumo da sigaretta. Immediatamente, è stato predisposto il cordone sanitarioprevisto dalla nuova legge “sfumiamo il mondo”. Tutti gli abitanti dell’edificio a partire dalle donne in-cinte, gli anziani ed i bambini sono stati portati all’esterno dall’edificio e sistemati sul marciapiede difronte. A quel punto tutto è stato predisposto per l’inevitabile blitz: “Signor J. James, la sua casa è circondata,non opponga resistenza e nessuno si farà male”, ha urlato dal megafono il tenente Smoker. Ma dall’internonessuna risposta. “La scongiuro J. James non aggravi la sua posizione, perché oggi se stava solo fumando una sigaretta,se la caverà con qualche anno di galera, ma se continua ad opporre resistenza, saranno veramente guai”. In rispostaancora solo silenzio. Nel frattempo le persone stipate sul marciapiede hanno cominciato ad agitarsi edin effetti ne avevano tutte le ragioni, perché sia i gas di scarico sparati fuori dai tubi di scappamentodelle centinaia di macchine bloccate nel traffico, sia le esalazioni di fumo delle caldaie di carbone, chesalivano dalle grate dal sottosuolo, avevano reso l’aria irrespirabile. Ad un certo punto i bambini hannocominciato ad essere irrequieti e così, per farli stare buoni, i genitori non hanno trovato di meglio cheimbottirli di hot dog e patatine fritte. A quel punto, anche agli  anziani - che come è noto sono spessopeggio dei bambini - è venuta voglia di mangiare, e la cosa è sfociata in una pantagruelica abbuffata ge-nerale di hot dog ed enormi bistecconi alla brace innaffiati da fiumi di birra. Poco dopo, complice ancheil freddo pungente, hanno cominciato a circolare pure bottiglie di vodka e bourbon per i grandi e PepsiCola e bomboloni al cioccolato e crema per i più piccoli. Intanto su al 23° la tensione è salita pericolo-samente, perché gli appelli di resa della squadra speciale rimanevano  inascoltati. “Per l’ultima volta” - haurlato  il tenente Smoker - “apra James, o faremo irruzione con le conseguenze che può immaginare!!” Dopo unprolungato, insistito silenzio, Smoker ha proceduto come da manuale. “Al mio tre entriamo, sfondando portee finestre. Pronti?? Tree, two, one Gooooo!!!!” Una volta all’interno gli agenti non hanno trovato resistenza e,raggiunta la camera da letto coi fucili a pompa spianati, hanno scorto, sotto le coperte, gli anziani coniugiJames placidamente addormentati uno accanto all’altro. “Si svegli James e non faccia il furbo”, ha intimatoil tenente all’anziano. Solo a quel punto l’uomo ridestandosi ha urlato tremante ed impaurito “My God,cosa succede?” “Alzatevi tutti e due, tenete le mani sopra la testa e mettetevi spalle al muro” ha urlato Smoker. “Muo-vetevi con cautela e non fate scherzi. Dove sono le sigarette?” Allora J. James ha guardato il comodino, ed alzandoil mento ruotando la testa,  ha invitato il tenente a fare lo stesso. Poi ha continuato: “Io e Stella siamo

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sposati da sessant’anni, e da sempre fumiamo non più di dieci sigarette al giorno, e fino ad oggi siamo stati, ringraziandoil Signore, sempre bene. Tuttora la sera, prima di andare a letto, abbiamo l’abitudine, dopo una tisana rilassante, difumarci l’ultima sigaretta e così riusciamo a dormire come angioletti. Voglio consigliarvelo, perché, come avete notato voistessi, contro l’insonnia funziona molto meglio che avvelenarsi con un sonnifero”. Allora a Stella, sentendo parlareil consorte è passata un po’ la paura, ed anzi le è venuto addirittura da sorridere guardando tutti queigiovanotti vestiti come alla guerra in casa sua. Così, rivolta al tenente ha detto: “Dovete scusarci, non sa-pevamo che non si potesse più fumare in casa, pensavamo di non fare male a nessuno, d’ora in poi saremo più attenti,ve lo giuro”. Il tenente Smoker, redarguendo ancora una volta i James di non farlo più, ha ordinato alloraai suoi uomini di abbandonare di corsa quella casa e di recuperare gli inquilini di sotto. Ma, arrivati sulmarciapiede dove li avevano lasciati, hanno trovato una situazione apocalittica. Il traffico bloccato dapersone ubriache che cantavano tra le auto strombazzanti, oppure sedute sulla carreggiata o distesesul marciapiede. Bambini che piangevano lamentando mal di pancia, acidità di stomaco e sonno, anzianiin crisi glicemica e in overdose di colesterolo. I soccorsi sono durati tutta la notte, per poi lentamentetornare alla “normalità” (si fa per dire...). Ecco comunque, il resoconto della giornata tratto dal rapportoufficiale del tenente Smoker: 163 anziani e 88 bambini ricoverati in crisi respiratoria da smog, 136adulti e 120 bambini intossicati da eccessi alimentari e cibi sospetti, e 254 ubriachi molesti, in stato difermo, che prima del ricovero hanno vomitato anche l’anima. Comunque la cronista che vi scrive haimmaginato che ieri sera, alla solita ora, dopo l’abituale frugale cena e la tisana rilassante, e non senzaaver fumato la loro solita ultima sigaretta della giornata (attenti però a non fare uscire neanche un filodi fumo da sotto l’uscio debitamente sigillato col nastro adesivo), i coniugi James sono andati a dormire,non prima di aver commentato che questo pazzo mondo, loro, proprio non lo capiscono più.

E’ dedicato alla “Proiezione internazionale della Guardia di Finanza” ilCalendario Storico delle Fiamme Gialle, presentato il 30 novembrescorso nell’ambito di una cerimonia ufficiale alla quale hanno presoparte, insieme al Comandante Generale del Corpo Gen. C.A. SaverioCapolupo, il Ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Pa-doan e il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Interna-zionale Paolo Gentiloni.Immagini e testi ripercorrono, pagina dopo pagina fino ai nostrigiorni, le tappe più importanti della continua evoluzione della GdFnelle varie forme di cooperazione con organismi collaterali esteri,dalla prima missione in Grecia del 1899 fino alle attuali operazioniinternazionali a contrasto di fenomeni criminali sempre più com-plessi. Nella premessa al calendario, il Generale Capolupo ha sot-tolineato come “la Guardia di Finanza può contare oggi, su una fitta retedi relazioni a livello mondiale. Si tratta di un imprescindibile network coope-rativo di cui sono protagonisti Ufficiali esperti e di collegamento distaccati pressole missioni diplomatiche presenti in tutte le aree di interesse strategico, nonchépersonale altamente qualificato in servizio presso Agenzie e Organismi sovra-nazionali. La loro quotidiana attività, unitamente ai numerosi Protocolli d’in-tesa stipulati, costituisce un prezioso strumento per arricchire il patrimonioinformativo di cui la Guardia di Finanza si avvale per contrastare ogni fenomenoillecito di natura economico-finanziaria”.

Il 2016 nel calendario storico della Guardia di Finanza