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teatro e formazione

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progetto di teatro

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“Il teatro è la prima invenzione umana, il teatro nasce quando l’essere umano scopre che può osservare se stesso. Quando scopre che in questo atto di vedere, può vedersi: vedersi “in situazione”. L’essere umano percepisce ciò che è, scopre ciò che non è e immagina ciò che gli è possibile diventare. Percepisce dov’è e dove non è e immagina dove gli sarebbe possibile andare. Sta qui l’essenza del teatro nell’essere umano che si osserva. L’essere umano non fa teatro: “è”teatro. Il teatro è questa capacità, questa proprietà umana che permette all’uomo di osservarsi in azione, in attività. L’autocoscienza così acquisita gli permette di essere soggetto (che osserva) di un altro soggetto (che agisce): permettendo di immaginare delle varianti della sua azione e studiarne delle alternative.”

da “L’arcobaleno dei desideri” di Augusto Boal

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AUGUSTO BOAL

Nato a Rio de Janeiro nel 1931, e' stato regista del Teatro de Arena (São Paulo) dal 1956 al 1971, quando viene espulso dal Brasile esiliandosi prima in Argentina, poi in Peru' (dove inizia a formulare i giochi dell'arsenale politico del Teatro dell'Oppresso), infine in Francia dove si stabilisce fino al 1991, creando le tecniche del Flic-dans-la-tete. Di ritorno a Rio de Janeiro, e' eletto Vereador (una sorta di consigliere comunale) per il Partito dos Trabalhadores e svolge il suo Mandato Político-Teatral applicando il Teatro Legislativo a Rio ed in altre citta' brasiliane ed europee (Londra). E' autore di testi drammaturgici e di libri teorici, alcuni dei quali tradotti in trentacinque lingue. E' attualmente ancora attivo con iniziative formative in tutto il mondo.

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Un ragazzo, un semplice ragazzo che si presenta come un fiore, sogna ad occhi aperti,vede attorno a lui dei bellissimi fiori enormi sospesi nell’aria. Sembra quasi che gli vogliano indicare una strada da percorrere. Il ragazzo è felice e decide così di scoprire fin dove può arrivare questa strada. È talmente contento che comincia a saltellare, fino a quando,incontra degli enormi buchi nel terreno. Rimane stupito, è tutto così meraviglioso, proprio come i sogni belli. Fin quando non ti risvegli. Il ragazzo è ottimista e decide di rischiare. Passa sopra i buchi e rimane sorpreso perché non precipita, sembra quasi che ci sia qualcuno ad aiutarlo, ma non è così. A questo punto decide di provare a superare tutti gli altri ostacoli e ci riesce, li supera uno ad uno, senza problemi. Continua così a saltellare e a percorrere il suo sentiero, ma trova un altro ostacolo, un muro enorme davanti a sé. Ancora una volta non si fa prendere dal panico, anzi lo affronta con creatività. I fiori lo hanno accompagnato per tutto il suo percorso e c’è qualcosa che gli dice di disegnare un fiore, un enorme fiore, così comincia a dare spazio alla sua fantasia. Su questo muro è riflessa la sua ombra e finito questo disegno comincia a muoversi e a fare gesti, così che sul muro appaiono delle immagini diverse. L’ombra comincia a diventare più grande, più alta, anche se lui si ferma l’ombra continua a muoversi e lui comincia a spaventarsi, ma è coraggioso e decide di affrontare anche questo problema. Si gira. Vede che non è nessun mostro, ma semplicemente un uomo, o meglio un poliziotto. Il ragazzo nello sguardo del poliziotto vede rabbia, ma non capisce quale sia la ragione perché lui non pensa di aver combinati alcun guaio. E invece sì, ha disegnato su quel muro dove è severamente vietato disegnare. Lui non ne sapeva assolutamente niente. Il poliziotto prende carta e penna e gli dà la multa. Il ragazzo allora firma, firma ancora una volta disegnando un fiore. Il poliziotto vedendo questo atteggiamento, che il povero ragazzo lo stia prendendo in giro e chiede delle spiegazioni. Il giovane non gli dà una risposta. Gli dà una borsa, una borsa che dovrebbe contenere i soldi della multa. Aprendola vengono fuori dei fiori. Il poliziotto impazzisce e decide di ammanettare il ragazzo. Ora nello sguardo del “cattivo”, oltre alla rabbia c’è anche u po’ di felicità. Forse il poliziotto si sente solo ed ora invece ha trovato un amico. Si gira per parlare, ma il ragazzo, non c’è più, c’è solo un enorme fiore, al suo posto. Il poliziotto non sa cosa pensare. Il ragazzo è sparito o si è trasformato in un fiore? Beh, il poliziotto è triste, proprio come quando si perde un amico, rimani solo, solo e triste.

IL POLIZIOTTO E LA MASCHERA

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GIOCHI-ESERCIZI

• COSA SONO: Tecniche di integrazione, fiducia, sensibilizzazione (dal toccare al sentire, dal guardare al vedere, dall'udire all'ascoltare) e de-meccanizzazione. Il gioco è un esercizio ricreativo singolo o collettivo che impegna la mente e l'abilità fisica. Il gioco nelle sue funzioni analogiche e metaforiche, crea le condizioni di un'immersione in emozioni, ruoli e dinamiche che, prescindendo dal contenuto, possono essere analizzate "come se" fossero generate da situazioni reali.

Nel 1979 entrò in vigore il nuovo sistema di giochi-esercizi con la riedizione del testo ”2OO ejercicios y juegos para el actor y el no actor con ganas de decir a travès del Teatro“ (1975). Tale revisione pone l’accento su un nuovo modo di intendere le tecniche del Teatro dell’Oppresso che prende le mosse dal concetto di doppia globalità:

1) PRIMA GLOBALITA’: costituita dall’unità mente-corpo propria dell’essere umano (“UN MOVIMENTO CORPOREO E’ UN PENSIERO” Boal 1993).

1) SECONDA GLOBALITA’: rappresentata dall’unità dei cinque sensi (“le attività corporee sono attività del corpo tutto intero” Boal 1993).

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Viene introdotto a proposito dei giochi esercizi il concetto di de-meccanizzazione che è la caratteristica fondamentale del teatro di Boal sull’oppressione corporea

ed è un lavoro globale sulla persona e sulla maschera sociale.

• Il nostro corpo é “meccanizzato” all’interno di schemi di movimento e di azione che sono socialmente condizionati. Lo spazio che noi usiamo per muoverci, gli organi di movimento e la qualità dei movimenti che facciamo sono condizionati da regole non scritte, imposte dalla cultura.

• Questa incapacità di essere liberi di muoverci, influenza fortemente la capacità di pensare liberamente: un esempio di questo fenomeno è ben rappresentato dal film “Tempi Moderni” di C. Chaplin.

• É necessario allora riscoprire i propri sensi, per sentire tutto quello che si tocca, ascoltare ciò che si ode, mettere in moto più sensi e vedere tutto quello che si guarda.

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OBIETTIVI DEI GIOCHI-ESERCIZIO

I giochi esercizi non sono solo strumenti di preparazione teatrale, ma in ciascuno di essi è racchiusa una finalità trasformatrice di tutto il teatro dell’oppresso.Nascono con l’obiettivo di …:•… sciogliere le nostre rigidità corporee e percettive;•… promuovere una riflessione fisica su se stessi;•… promuovere l’espressività del corpo che emette e riceve messaggi;Vengono usate tecniche di …:•… integrazione;•… fiducia;•… sensibilizzazione (dal toccare al sentire; dal guardare al vedere; dall’udire all’ascoltare);•… de-meccanizzazione.Il gioco …:•… è un esercizio ricreativo singolo o collettivo;•… impegna la mente e l’abilità fisica.•… crea le condizioni di un’immersione in emozioni, ruoli e dinamiche che possono essere analizzate come se fossero generate da situazioni reali.

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CLASSIFICAZIONE DEI GIOCHI-ESERCIZIO

La finalità del nuovo sistema di gioco è orientata in due direzioni all’interno del metodo: da un lato gli esercizi sono collocati all’inizio di un percorso unitario le cui fasi successive sono le tecniche del teatro, per favorire lo sviluppo di un clima di gruppo adeguato al successivo lavoro come training propedeutico all’azione teatrale; dall’ altro lato questa prima fase del lavoro costituisce un momento ludico e di presa di coscienza. Ci si muove fin dall’inizio verso una ricerca interiore e verso il conttato e l’incontro con gli altri.

I giochi esercizio sono divisi in cinque categorie:

1. SENTIRE TUTTO CIO’ CHE SI TOCCA2. ASCOLTARE TUTTO CIO’ CHE SI SENTE3. MESSA IN GIOCO DI PIU’SENSI4. VEDERE TUTTO CIO’ CHE SI GUARDA5. LA MEMORIA DEI SENSI

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Sentire tutto ciò che si tocca• obiettivo: diminuzione delle distanze tra sentire e toccare per

indurre il cervello a controllare ogni singola parte in modo autonomo

• Sottoclassificazione: • esercizi generali: sono molto semplici e alla base della

preparazione, si cerca di far capire il concetto di meccanizzazione (stereotipie corporee)

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2) andature: Ognuno di noi ha un suo modo di camminare che viene meccanizzato come tutti i nostri movimenti quotidiani. Modificare la nostra andatura stereotipata significa riattivare le nostre strutture corporee scarsamente utilizzate e rendere le persone più consapevoli della possibilità del movimento e della meccanizzazione personale

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3) messaggi: sono messaggi non verbali che si scambiano tra le mani di un attore e il corpo del partner le dita devono cercare le tensioni del corpo dell’altro stabilendo così un dialogo e una reciprocità di ascolto

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4) integrazione: (giochi di gruppo)

• Obiettivo: attraverso l’aspetto ludico cercare di realizzare la de-meccanizzazione e facilitare la relazione nel gruppo.

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5) la gravità: (singoli o in coppia)

• Obiettivo: portare l’attenzione sui muscoli del corpo attivati per vincere la gravità e di superare le meccanizzazioni.

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Ascoltare tutto ciò che si sente

Obiettivo: sviluppare l’udito e le sensazioni corporee che esso genera. Si lavorerà sul ritmo, personale e di gruppo, e sulla loro integrazione.

Serie di applausi (in gruppo)Obiettivo: stimolare l’attenzione del gruppo rispetto ad un codice comunicativo, ritmico e analogico.Descrizione: si comincia a disporre in cerchio, una persona sta al centro e conduce il gioco proponendo una serie di applausi diversi, gli altri ricopiano l’azione.

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Messa in gioco di più sensi

• Obiettivo: ridurre il predominio del senso della vista rispetto agli altri sensi della percezione umana.

• Classificazione: • 1) serie del cieco: sviluppo degli altri sensi che non siano la vista.

Si tratta di attività svolte ponendo gli attori in situazioni in cui non possono usare gli occhi per orientarsi, essi devono necessariamente sfruttare le altre potenzialità.

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2) La serie dello spazio: lavora sulla capacità degli attori di appropriarsi dello spazio e di riempirlo con il proprio corpo.

• LA ZATTERA:• Gli attori devono camminare velocemente per la stanza in modo da

mantenere un equidistanza dagli altri partecipanti. Il gruppo dovrà fare attenzione a far si che lo spazio sia riempito in modo uniforme. Il conduttore dirà “stop!”, e a quel comando tutti dovranno fermarsi immediatamente e il gruppo verificherà se lo spazio è stato realmente occupato

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Vedere tutto ciò che si guarda

• Il passaggio dal semplice guardare (distratto) al vedere (più attento ai particolari) è equivalente alla presa di coscienza delle azioni meccanizzate che volgiamo senza rendercene conto; è perciò un processo di de-meccanizzazione sensoriale.

• Obiettivo: sviluppare le capacità di osservazione attraverso il dialogo visivo tra due o più persone in un processo che prevede l’esclusione del linguaggio verbale.

• Classificazione: 1. SPECCHIO (IN COPPIA) Sono esercizi che tendono all’imitazione minuziosa e dettagliata ma non

competitiva tra due persone.2. SEQUENZA DEL MODELLAGGIO (IN COPPIA) A differenza dello specchio in cui il dialogo è mimetico, qui esso deve essere

tradotto: l’attore vede ciò che fa il suo compagno e traduce il gesto che ha visto, modificando il proprio atteggiamento (mostra le conseguenze del gesto).

3. SEQUENZA DELLA MARIONETTA (IN COPPIA) Il dialogo visivo si realizza tra il soggetto (marionettista) l’ oggetto

(marionetta): il soggetto muove con un filo immaginario l’oggetto che deve assecondare gli impulsi che riceve dal filo.

Scopo: armonia dei gesti4. OMAGGIO A MAGRITTE Consiste nel consegnare al attore un oggetto affinché egli ne scopra un

possibile utilizzo da quello che banalmente quotidianamente. Scopo: invito ad entrare in un contesto creativo, all’ originalità e

improvvisazione

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La memoria dei sensi

• Obiettivo: Collegamento tra emozione – memoria – immaginazione.

• Esercizio: Gli attori dovranno assumere una posizione comoda e rilassata e chiudere gli occhi mentre il conduttore inviterà ogni singolo partecipante a richiamare alla memoria gli episodi vissuti la sera precedente. L’attenzione dovrà essere indirizzata sui particolari, sulle sensazioni corporee cercando di riviverle. In seguito verranno rievocati altri momenti della giornata.

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Il gioco dello specchio

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E' stata la prima volta che mi mettevo alla prova in esercitazioni teatrali di questo tipo. E devo dire che mi hanno entusiasmato tantissimo fin dal primo momento. Sono molto stimolanti e portano a riflettere molto sul nostro modo di rapportarci agli altri, troppo spesso con pregiudizi inutili!

KATIA MASCOLOIo non ho mai fatto dei veri e propri giochi-esercizi ma nei due anni in cui ho fatto teatro mi hanno fatto fare esercizi di : respirazione, ritmo e camminata.. devo dire che sono stati utili sia al mio corpo che al mio rapporto con gli altri! Quindi non vedo l’ora di mettere in pratica tutti quelli menzionati nella nostra ricerca per vedere i risultati!!

ALICE

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Non è la prima volta che ho a che fare con i giochi-esercizi: in parrocchia, con i bambini ed i ragazzi sono molto utilizzati… ed efficaci!

E’ la prima volta, però, che li contestualizzo in un percorso teatrale. Mi piace avere l’opportunità di approfondire questa tematica, soprattutto nell’ambito

universitario, perché solitamente corsi di questo genere, costano parecchi soldi.Inoltre, posso arricchire il mio repertorio di giochi!

VERONICAFERRARI

“È la prima volta che mi avvicino al teatro ed in particolare ai giochi–esercizi . Li trovo molto divertenti, educativi e coinvolgenti. Ti permettono di lavorare sia sul piano individuale, una sorta di seduta dalla psicologo perché ti fa conoscere

le proprie attitudini ed indole, sia sul piano relazione interpersonale. Un’ esperienza assolutamente da provare!!!! Un requisito indispensabile da possedere nel curriculum dei futuri educatori che dovranno sempre più

affrontare nuove sfide sociali.” Simona Traini

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Anche a me non era mai capitato di vivere questo tipo di esperienza, in un primo momento ho avvertito un senso di

imbarazzo, non sapevo come muovermi e cosa fare, poi dopo mi sono lasciata guidare dagli altri e mi sono resa

conto che questi giochi, oltre ad essere molto divertenti, sono un ottimo modo per entrare in contatto con l’ambiente che ci circonda e con le persone attraverso delle modalità

che abitualmente non pratichiamo.

Giulia Martino

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Gruppo Giochi-esercizi:

PARTECIPANTI:Giulia MartinoSimona Traini

Erika TaggiAlice Micalizzi

Marika Di CeccoKatia Mascolo

Veronica FerrariDiana De Simone

Sotiroula ChristoforouFlorentia Savvidou