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Argomenti
La vigilanza del sistema finanziario: prime osservazioni
Le Autorità di Vigilanza nel sistema finanziario italiano
La vigilanza a livello europeo
Il nuovo ruolo di vigilanza della BCE
Il TUB e le istruzioni di vigilanza: gli aspetti principali in
tema di regolamentazione
55
La vigilanza sulle istituzioni creditizie
L’importanza delle funzioni svolte dal sistema finanziario richiede:
Stabilità del valore della moneta, stabilità
delle istituzioni e del sistema nel suo
complesso
Tutela del risparmiatore in quanto tipico
contraente debole dei contratti
finanziari, soprattutto per quanto
riguarda la trasparenza delle
informazioni e la correttezza del
comportamento degli intermediari
Efficienza allocativa e operativa degli
intermediari
Concorrenza dei mercati in cui
operano gli intermediari
Il mercato non è
autonomamente in grado di
realizzare questi obiettivi. Di
qui la necessità di
“regolamentazione”
Per il settore creditizio
Per il mercato mobiliare
6a.a.2010/11 6
Sul primo versante (vigilanza sul settore creditizio - Banca d’Italia), laregolamentazione si è preoccupata soprattutto di assicurare la stabilitàe l’efficienza.
Sul secondo versante, (vigilanza sul mercato mobiliare - Consob ) laregolamentazione è stata rivolta a garantire da un lato la completezza ela correttezza dell ’ informazione fornita dagli emittenti dei titoli e,dall’altro, la correttezza del comportamento degli intermediari nei lororapporti con i clienti.
I controlli di stabilità mirano ad
assicurare l’equilibrio patrimoniale
di lungo periodo di ciascun
intermediario e dunque dell’intero
sistema
I controlli di trasparenza e
correttezza hanno l’obiettivo di
garantire gli utenti dei servizi finanziari
nel momento in cui entrano in contatto
con gli intermediari finanziari.
Il rischio di stabilità è differente in base alle varie funzioni svolte dagli intermediari. È
ovviamente massimo per la funzione monetaria ed è quasi nullo per gli intermediari che non
assumono posizioni in proprio, come i brokers e quelli che gestiscono in forma collettiva o
individuale il patrimonio della clientela. Il dissesto di un singolo istituto può minare la fiducia del
pubblico nei confronti dell’intero [email protected]
77
Gli obiettivi della vigilanza
Gli obiettivi della vigilanza sul sistema bancario e finanziario sono lastabilità e l’efficienza dei singoli intermediari e del mercato nel suocomplesso.
Le motivazioni per cui la stabilità e l’efficienza degli intermediari
finanziari, ed in particolare delle banche, sono oggetto di un’ azione di
regolamentazione e di controllo derivano dalla crucialità delle due
funzioni che gli intermediari svolgono nell’ambito del sistema
economico: la funzione monetaria e quella creditizia.
L’obiettivo della stabilità dei singoli intermediari è
a tutela della clientela: la stabilità è necessaria
per mantenere la fiducia di chiunque utilizza la
moneta bancaria e, in generale, dei risparmiatori.
Tale obiettivo viene perseguito a livello dei singoli
operatori, verificandone e garantendone le
condizioni di liquidità e di solvibilità, nonché
limitandone l’assunzione dei rischi.
Il perseguimento dell’obiettivo dell’efficienza,
nelle sue diverse fattispecie è strettamente
collegato al grado di concorrenza all’interno
dell’industria finanziaria. Il concetto di
efficienza presenta più fattispecie
Efficienza tecnico-
operativaEfficienza allocativa
Efficienza [email protected]
88
Gli strumenti della vigilanza
La funzione di vigilanza si esplica principalmente attraverso tre direttrici
Vigilanza
regolamentare
Vigilanza
informativa
Vigilanza
ispettiva
Interviene a regolamentare aspetti della struttura e dell’attività degli
intermediari, per limitarne l’assunzione dei rischi. In quest’area, la
classificazione degli strumenti di controllo può essere ricondotta:
controlli all ’ entrata, strutturali, prudenziali e di trasparenza e
correttezza.
9a.a.2010/11 9
Controlli
strutturali
Controlli
prudenziali
Controlli di
trasparenza e
correttezza
Questi strumenti vengono utilizzati per definire omodificare la morfologia del mercato interessato, intermini di caratteristiche principali delle impreseoperanti. I controlli di tipo strutturale possonoessere così classificati:
a) Condizioni per l’accesso all’attività
b) Vincoli all’operatività
c) Condizioni per determinate operazioni
I controlli di questo tipo hanno l’obiettivo di limitare il
grado di rischio assunto dai singoli intermediari e
quindi di salvaguardarne la solvibilità e la liquidità. Il
fulcro di questo tipo di strumenti è oggi costituto
proprio dalle normative in materia di adeguatezza del
capitale.
Questo tipo di controlli è anche noto come fair play
regulation e comprende norme volte a garantire la
correttezza e la trasparenza in due aree principali: i
rapporti bancari e l’attività di investimento.
11
Le Autorità di Vigilanza
Comitato per la salvaguardia della stabilità finanziaria (CSSF)
CICR = Comitato Interministeriale per il credito e per il
risparmio
Ministero dell’Economia e delle Finanze
Banca d’Italia + IVASS
Consob (commissione nazionale per le società e la borsa)
Covip (Commissione di vigilanza sui fondi pensione)
12
Comitato per la salvaguardia della stabilità
finanziaria (CSSF)
Composto dal Ministro dell'Economia e delle Finanze,
che lo presiede, dal Governatore della Banca d'Italia,
dal Presidente della Consob e dal Presidente dell'Isvap.
Tale Comitato è chiamato a riunirsi almeno due volte
l'anno e comunque ogni volta che si manifesti un caso
potenziale di crisi finanziaria di natura sistemica.
13
Il Comitato Interministeriale per il Credito e il
Risparmio (CICR)
Esercita attività di vigilanza in materia di credito e di tutela
del risparmio.
Si tratta di un organo che dà l’indirizzo generale e politico
al sistema del credito.
E’ presieduto dal Ministro dell’Economia e delle finanze;
alle sue riunioni partecipano i ministri preposti ai principali
dicasteri economici, nonché i rappresentanti delle
principali autorità di vigilanza (in particolare il Governatore
della Banca d’Italia).
14
I criteri ispiratori dell’azione del CICR, così come quelli sanciti per le altre
autorità di vigilanza creditizie, fanno riferimento “alla sana e prudente
gestione dei soggetti vigilati, alla stabilità complessiva, all’efficienza e
alla competitività del sistema finanziario, nonché all’osservanza delle
disposizioni in materia creditizia”.
Per quanto concerne la natura degli atti posti in essere dal CICR, si
distinguono atti amministrativi e provvedimenti amministrativi: i primi
rappresentano dei pareri, i secondi dei veri e propri provvedimenti di tipo
normativo, di natura regolamentare, che il Comitato è chiamato ad emanare.
Al CICR sono inoltre conferiti poteri decisionali in ordine ai reclami contro
provvedimenti adottati dalla Banca d’Italia nell’esercizio dei poteri di
vigilanza.
Il Comitato Interministeriale per il Credito e il
Risparmio (CICR)
15
Al Ministero dell’Economia e delle Finanze sono attribuite
competenze nei settori della politica economica, finanziaria e di
bilancio, da esercitare anche in funzione del rispetto dei vincoli di
convergenza e di stabilità derivante dall’appartenenza all’Unione
Europea dell’Italia.
In termini di politica economica e finanziaria il Ministero ha
competenze in materia di problemi economici, monetari e finanziari
nazionali e internazionali, vigilanza sui sistemi finanziari e sul
sistema creditizio
In particolare, nell’ambito bancario, il Ministro dell’Economia delle
Finanze, oltre a convocare e presiedere il CICR, propone l’oggetto
delle deliberazioni non di esclusiva competenza della Banca d’Italia
e può, in caso di urgenza, sostituirsi al CICR stesso.
Il MEF
16
Più operativi, tuttavia, sono gli interventi del Ministero in tema di:
determinazione dei requisiti di onorabilità e professionalità dei soci
e degli esponenti aziendali delle banche (art. 25-26 del Testo Unico
Bancario), nonché di quelli dei soci e degli esponenti aziendali delle
SIM (società di intermediazione mobiliare), delle SGR (società di
gestione del risparmio), delle società di gestione dei mercati
regolamentati e dei promotori finanziari
apertura, con decreto, dei procedimenti di amministrazione
straordinaria e di liquidazione coatta delle banche, nonché delle
SIM, delle società di gestione del risparmio e delle Sicav
determinazione dei criteri generali cui devono uniformarsi i fondi comuni
di investimento con riguardo, all'oggetto dell'investimento; alle categorie
di investitori cui è destinata l'offerta delle quote; alle modalità di
partecipazione ai fondi aperti e chiusi ….. (decreto 228/99)
individuazione di ulteriori soggetti da sottoporre alle norme relative alla
trasparenza bancaria (art. 115 Testo Unico Bancario)
17
La Banca d’Italia
La Banca d’Italia è la banca centrale della Repubblica italiana ed è parte del
Sistema europeo di banche centrali (SEBC) e dell'Eurosistema. E’ un
istituto di diritto pubblico.
Persegue finalità d’interesse generale nel settore monetario e finanziario quali:
il mantenimento della stabilità dei prezzi, obiettivo principale
dell’Eurosistema in conformità del Trattato che istituisce la Comunità
europea (Trattato CE);
la stabilità e l’efficienza del sistema finanziario, in attuazione del principio
della tutela del risparmio sancito dalla Costituzione (Art. 47 – La Repubblica
incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e
controlla l’esercizio del credito),
gli altri compiti ad essa affidati dall’ordinamento nazionale.
18
La Banca d’Italia: funzioni
Le principali funzioni della Banca d’Italia sono dirette ad assicurare
la stabilità monetaria e la stabilità finanziaria, requisiti indispensabili
per un duraturo sviluppo dell’economia.
La Banca concorre alle decisioni della politica monetaria unica
nell’area dell’euro ed espleta gli altri compiti che le sono attribuiti
come banca centrale componente dell’Eurosistema
Cura la parte attuativa di tali decisioni sul territorio nazionale
attraverso le operazioni con le istituzioni creditizie, le operazioni di
mercato aperto e su iniziativa delle controparti, e la gestione della
riserva obbligatoria.
19
La Banca d’Italia: funzioni
Può effettuare operazioni in cambi conformemente alle norme
fissate dall’Eurosistema.
Gestisce le riserve valutarie proprie; gestisce, inoltre, una quota-
parte di quelle della BCE per conto di quest’ultima.
È responsabile della produzione delle banconote in euro, in base
alla quota definita nell’ambito dell’Eurosistema, della gestione della
circolazione e dell’azione di contrasto alla contraffazione
L’Istituto promuove il regolare funzionamento del sistema dei
pagamenti attraverso la gestione diretta dei principali circuiti ed
esercitando poteri di indirizzo, regolamentazione e controllo propri
della funzione di sorveglianza.
20
La Banca d’Italia: funzioni
La Banca espleta servizi per conto dello Stato quale
gestore dei compiti di tesoreria, per gli incassi e
pagamenti del settore pubblico, nel comparto del debito
pubblico, nell’attività di contrasto dell’usura.
Come Autorità di Vigilanza, l’Istituto persegue la sana
e prudente gestione degli intermediari, la stabilità
complessiva e l’efficienza del sistema finanziario,
nonché l’osservanza delle disposizioni che disciplinano
la materia da parte dei soggetti vigilati.
21
La Banca d’Italia: funzioni
In particolare la Banca d’Italia vigila:
sulle banche
sulle società di gestione del risparmio
sulle società d'investimento a capitale variabile
sulle società d'intermediazione mobiliare
sugli Istituti di moneta elettronica
sugli intermediari finanziari iscritti nell'elenco di cui all'art. 106 TUB
……avendo riguardo alla sana e prudente gestione dei soggetti vigilati, alla stabilità
complessiva, all’efficienza e alla competitività del sistema finanziario,
all’osservanza della normativa in materia creditizia e finanziaria
22
La Banca d’Italia: funzioni
La Banca d'Italia svolge anche compiti di tutela della trasparenza
delle condizioni contrattuali delle operazioni bancarie e
finanziarie con l'obiettivo di favorire anche il miglioramento dei
rapporti con la clientela.
Gestione di Albi ed Elenchi di Intermediari Finanziari di cui all'art.
106 TUB e di altri operatori
A seguito della confluenza dell'Ufficio Italiano dei Cambi, dal 1°
gennaio 2008 la Banca d'Italia ha assunto la gestione, e le
connesse verifiche, degli Albi ed Elenchi relativi ad Intermediari
finanziari ex art. 106 TUB e relative sezioni, agli Agenti in attività
finanziaria, ai Mediatori creditizi, agli Operatori professionali in oro.
23
Articolo 5 del Testo Unico della Finanza (finalità della vigilanza)
La Banca d'Italia è competente per quanto riguarda il contenimento del
rischio e la stabilità patrimoniale
La Consob è competente per quanto riguarda la trasparenza e la
correttezza dei comportamenti degli operatori.
La Banca d'Italia e la Consob esercitano i poteri di vigilanza nei
confronti dei soggetti abilitati; ciascuna vigila sull'osservanza delle
disposizioni regolanti le materie di competenza.
La Banca d'Italia e la Consob operano in modo coordinato anche al fine
di ridurre al minimo gli oneri gravanti sui soggetti abilitati e si danno
reciproca comunicazione dei provvedimenti assunti e delle irregolarità
rilevate nell'esercizio dell'attività di vigilanza
Banca d’Italia e Consob
24
La Consob
La Commissione Nazionale per la Società e la Borsa (CONSOB) è
competente in special modo per la trasparenza e la correttezza dei
comportamenti tenuti dagli intermediari nei confronti dei risparmiatori e del
buon funzionamento dei mercati.
La CONSOB ha poteri normativi nei riguardi degli emittenti di strumenti
finanziari e nella disciplina delle offerte pubbliche di strumenti finanziari.
Essa stabilisce inoltre il tipo e le modalità di comunicazione al pubblico delle
informazioni societarie, disciplina la prestazione dei servizi di investimento e
della gestione collettiva del risparmio, l’iscrizione all’albo e l’attività dei
promotori finanziari e dei consulenti finanziari.
Emana norme che riguardano l’operatività delle società di gestione dei
mercati.
25
L’IVASS Il 1° gennaio 2013 l'IVASS - Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni
è succeduto in tutti i poteri, funzioni e competenze dell'ISVAP.
L'istituzione dell'IVASS, ai sensi del decreto legge 6 luglio 2012 n. 95
(Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza
dei servizi ai cittadini) convertito con legge 7 agosto 2012 n. 135, mira ad
assicurare la piena integrazione dell'attività di vigilanza assicurativa
attraverso un più stretto collegamento con quella bancaria.
L'IVASS è presieduto dal Direttore Generale della Banca d'Italia, incarico
attualmente ricoperto da Fabrizio Saccomanni.
L'Istituto opera sulla base di principi di autonomia organizzativa, finanziaria
e contabile, oltre che di trasparenza ed economicità, per garantire la
stabilità e il buon funzionamento del sistema assicurativo e la tutela dei
consumatori.
Secondo lo statuto, organi dell'IVASS sono: il Presidente;
il Consiglio, che si compone del Presidente e di due Consiglieri;
il Direttorio integrato, che è costituito dal Governatore della Banca d'Italia, che lo presiede,
dagli altri membri del Direttorio della Banca e dai due Consiglieri.
26
La Covip
E’ l’organismo di vigilanza sui fondi pensione.
Istituita nel 1993 con decreto legislativo n° 124/93 ha
iniziato ad operare nella sua attuale configurazione dal
1996.
La sua attività è rivolta alla tutela del risparmio
previdenziale, alla trasparenza e al corretto
funzionamento del sistema dei fondi pensione il cui
scopo è quello di assicurare più elevati livelli di copertura
previdenziale.
28
Lo status quo Nell’ultimo decennio le strutture di regolamentazione e vigilanza
finanziaria in Europa sono state oggetto di diversi interventi per
migliorarne il funzionamento, accrescere la capacità di far fronte ai
rapidi cambiamenti del mercato e rafforzare la qualità e l’efficacia
dell’azione complessiva a salvaguardia della stabilità del sistema
finanziario.
Tuttavia l’auspicata razionalizzazione del processo di produzione
delle norme europee non sempre si è materializzata, in particolare
nel settore bancario.
Il livello di armonizzazione raggiunto sul fronte delle regole è
rimasto limitato anche a causa del permanere di opzioni e
discrezionalità nazionali e degli ampi spazi concessi agli Stati
membri per l’adattamento delle norme comuni al momento del
recepimento nelle legislazioni nazionali
29
Lo status quo
Con l ’ insorgere della crisi, non sono mancati casi di misure prese
unilateralmente da alcuni Stati membri che hanno creato ripercussioni in
altri paesi, incidendo negativamente sul mantenimento di condizioni di
parità concorrenziale all’interno del Mercato unico.
Il problema delle istituzioni “ troppo grandi per fallire ” , che ha
rappresentato una delle principali lezioni della crisi in diversi paesi, in
Europa ha assunto una valenza particolare, riferendosi in diversi casi ad
istituzioni con operatività cross-border sovradimensionate rispetto alle
capacità di intervento pubblico da parte dei governi dei paesi d’origine
30
Lo status quo
In definitiva, la crisi ha messo in luce i limiti del quadro
istituzionale europeo, caratterizzato da una
organizzazione su base nazionale delle competenze
e delle responsabilità di vigilanza a fronte di mercati
progressivamente sempre più integrati e dominati da
intermediari grandi e complessi, presenti con proprie
strutture in più paesi dell’area
31
La riforma della vigilanza europea: i problemi di fondo
Mancanza di un adeguato sistema di controlli
macroprudenziali focalizzati sulle fonti di rischio
sistemico e non solo sui rischi per le singole istituzioni
soggette a vigilanza.
Assenza di meccanismi di valutazione unitaria e di un
trattamento prudenziale uniforme dei gruppi cross-
border, in un contesto in cui la supervisione resta
decentrata e la cooperazione tra le autorità nazionali si
svolge sostanzialmente su base volontaria.
32
La riforma della vigilanza europea: i nuoviorganismi
Rafforzamento della sorveglianza macroprudenziale, attraverso
l ’ istituzione del Consiglio Europeo per il rischio sistemico
(European Systemic Risk Board – ESRB) per il controllo e la
valutazione dei rischi per la stabilità del sistema finanziario
Miglioramento del coordinamento nell ’ attività di controllo
prudenziale sui gruppi cross-border, tramite la creazione di un
sistema integrato a livello europeo per la vigilanza microprudenziale
sulle istituzioni finanziarie: un sistema europeo delle autorità di
vigilanza (European System of Financial Supervision – ESFS) e
tre nuove Autorità di vigilanza europee nei settori bancario (EBA),
mobiliare (ESMA) e assicurativo (EIOPA)
33
La riforma della vigilanza europea: i nuoviorganismiESRB = European Systemic Risk Board
incaricato di sviluppare analisi sul sistema finanziario europeo, segnalare le
aree di rischio e formulare ove appropriato raccomandazioni di natura non
vincolante
composto dai Governatori delle 27 banche centrali dell’Unione europea, dai
Presidenti delle tre nuove Autorità di vigilanza europee e da un
rappresentante della Commissione europea
tra i suoi compiti:
raccogliere e analizare tutte le informazioni rilevanti per monitorare e valutare i potenziali
rischi per la stabilità finanziaria;
emanare allarmi (risk warnings) qualora tali rischi possano originare conseguenze
significative
collaborare con il Fondo Monetario Internazionale, il Financial Stability Board e i paesi terzi
34
La riforma della vigilanza europea: i nuoviorganismiESA = European Supervisory Authorities
Le ESA hanno i seguenti compiti:
contribuire allo stabilimento di regole comuni e di prassi di vigilanza
coerenti a livello europeo (single rulebook)
assicurare un’applicazione uniforme della normativa europea
promuovere modalità coerenti di funzionamento dei collegi di
supervisori e assicurare una risposta coordinata delle autorità nelle
situazioni di emergenza
costituire e gestire basi dati comuni attraverso la raccolta delle
informazioni microprudenziali necessarie per le valutazione dei
rischi del sistema finanziario, anche in collaborazione con l’ESRB.
Il ruolo della BCE Inserire
36a.a.2010/11 36
Il TUB e le istruzioni di
vigilanza: gli aspetti principali
in tema di regolamentazione
3737
Il TUB e l’attuale assetto dei controlli in Italia
Un ruolo importante nello sviluppo della normativa bancaria in Italia è stato
svolto dal processo di integrazione finanziaria europea.
Infatti il recepimento della II direttiva in materia creditizia (15 dicembre 1989
n. 89/646/CEE), avvenuto con il decreto legge n. 481 del 1992, ha
rappresentato un punto di svolta rispetto alla legislazione precedente; essa
costituisce l’ossatura portante del successivo TU del 1993, la nuova legge
bancaria italiana
La legislazione comunitaria è diretta a realizzare un ’ armonizzazione
minima delle normative dei singoli paesi, allo scopo ultimo di unificare i
diversi mercati dei servizi finanziari, in un solo mercato, attraverso il mutuo
riconoscimento delle normative nazionali.
3838
Il mercato unico, oltre alla libertà di circolazione dei capitali, deve
consentire una piena libertà d’insediamento e di prestazione dei
servizi, assicurando al tempo stesso condizioni di effettiva
concorrenza tra gli intermediari.
La possibilità di operare in tutti i paesi comunitari è riconosciuta
sulla base del criterio dell’autorizzazione unica, per cui un soggetto,
abilitato nel proprio paese di origine, acquisisce il diritto ad
estendere l’attività sull’intero territorio della Comunità
Con il recepimento della II Direttiva è stato introdotto nel nostro
ordinamento il modello di banca universale, abilitata ad offrire tutti
i servizi mutuamente riconosciuti
39a.a.2010/11 39
In primo luogo, con l’introduzione del modello di banca universale, è
venuta a cadere la distinzione introdotta con la precedente legge
bancaria del 1936 tra aziende di credito, operanti sul breve termine, e
istituti di credito speciale (ICS), abilitati ad operare a medio/lungo
termine
La seconda grande innovazione dovuta alla nuova normativa è la
possibilità concessa alle banche di effettuare direttamente operazioni
prima loro precluse: per esempio, leasing e factoring, che esse
svolgevano attraverso società controllate, all’interno dei gruppi bancari
Effetti sul sistema bancario italiano
4040
Una terza innovazione della nuova normativa è costituita
dalla possibilità, ora concessa alle banche, di assumere
partecipazioni nel capitale delle imprese non finanziarie,
comunque entro ben precisi limiti, per evitare il costituirsi di
posizioni a rischio.
Viene quindi in parte eliminata la rigida separatezza tra
banca e imprese che era stata introdotta sempre con la
legge del 1936
Effetti sul sistema bancario italiano
4141
Con il TU si è inoltre realizzato il definitivo passaggio da una
azione di vigilanza discrezionale, basata su controlli strutturali
(Banca d’Italia Regista), ad una vigilanza prudenziale, che poggia
sulla presenza di requisiti oggettivi (Banca d’Italia Arbitro).
Tale svolta è sancita dalle finalità stesse della funzione di
vigilanza, che sono individuate nella sana e prudente gestione dei
soggetti controllati, nella stabilità complessiva, nell’efficienza e
nella competitività del sistema finanziario, nonché nell’osservanza
delle disposizioni in materia creditizia
4242
La struttura del TUB
TITOLO I: AUTORITÀ CREDITIZIE
TITOLO II: BANCHE (Nozione di attività bancaria e di raccolta del
risparmio, Autorizzazione all'attività bancaria, succursali e libera
prestazione di servizi, Partecipazioni al capitale delle banche,
Requisiti di professionalità e di onorabilità, banche cooperative,
banche popolari …)
TITOLO III: VIGILANZA
TITOLO IV: DISCIPLINA DELLE CRISI
TITOLO V: SOGGETTI OPERANTI NEL SETTORE FINANZIARIO
TITOLO VI: TRASPARENZA DELLE CONDIZIONI CONTRATTUALI
TITOLO VII: ALTRI CONTROLLI
TITOLO VIII: SANZIONI
4343
La struttura delle Istruzioni di vigilanza.
Titolo I: soggetti
Autorizzazione all’attività bancaria
Gruppi bancari
Albo delle banche e dei gruppi bancari
Abusivismo
4444
Le condizioni dell’autorizzazione all’esercizio della
attività bancaria
La banca esiste e opera in forza di un’autorizzazione formale
delle autorità competenti
L’autorizzazione viene concessa dalla Banca d’Italia quando
ricorrono le seguenti condizioni:
La forma di società per azioni o di società cooperativa
per azioni a responsabilità limitata
Il versamento del capitale minimo richiesto (6,3 milioni, 2 milioni)
La presentazione del programma concernente l’attività
iniziale, con l’atto costitutivo e lo statuto
4545
I requisiti di onorabilità stabiliti per i soci
La struttura proprietaria (composizione e ripartizione dei
diritti proprietari) rispetti particolari vincoli in tema di
partecipazione al capitale delle banche
I soggetti che svolgono funzioni di amministrazione,
direzione e controllo abbiano i requisiti richiesti di
onorabilità e professionalità
Le condizioni esposte vengono verificate dalla Banca
d’Italia, che nega l’autorizzazione quanto esse non
garantiscono la sana e prudente gestione.
4646
La nozione di gruppo
Articolo 60 TUB (Composizione)
1. Il gruppo bancario è composto alternativamente:
a) dalla banca italiana capogruppo e dalle società bancarie,
finanziarie e strumentali da questa controllate;
b) dalla società finanziaria capogruppo italiana e dalle società
bancarie, finanziarie e strumentali da questa controllate,
quando nell'insieme delle società da essa controllate vi sia
almeno una banca e abbiano rilevanza determinante,
secondo quanto stabilito dalla Banca d'Italia in conformità alle
deliberazioni del CICR, quelle bancarie e finanziarie
4747
Inoltre l’articolo 61 del TU definisce “l’azienda capogruppo” in funzione
di due caratteri necessari: l’appartenenza alla nazionalità italiana e
l’autonomia da qualsiasi altra persona giuridica controllante
In materia di gruppo bancario (o creditizio), le istruzioni di vigilanza della
Banca d’Italia precisano che nel gruppo viene a realizzarsi un disegno
imprenditoriale unitario a direzione strategica accentrata e che la
capogruppo, avendo ruolo di referente della Banca d’Italia ai fini della
vigilanza consolidata, esercita attività di direzione e coordinamento, ed
esercita pure un controllo gestionale, nell’interesse della stabilità del
gruppo.
Al gruppo bancario viene fatto obbligo di pubblicità: esso è iscritto in un
apposito albo tenuto dalla Banca d’Italia
4848
La vigilanza sui conglomerati finanziari
La Direttiva europea 2002/87 ha definito
norme in materia di vigilanza supplementare
su banche, assicurazioni e imprese di
investimento appartenenti a un
conglomerato finanziario.
La normativa è stata recepita nelle
legislazioni nazionali e lo stesso è avvenuto
in Italia
4949
I conglomerati finanziari (CF)
Secondo la Direttiva, si tratta di entità organizzative complesse che
prendono la forma di gruppo o sottogruppo di imprese e che
presentino alcune caratteristiche principali:
a capo del gruppo vi sia un’impresa regolamentata (intermediario
finanziario) o almeno una delle imprese figlie del gruppo sia impresa
regolamentata; nel primo caso l’impresa regolamentata sia
un’impresa madre di un’altra impresa del settore finanziario
qualora a capo del gruppo non vi sia un’impresa regolamentata, le
attività del gruppo si svolgano principalmente nel settore finanziario
5050
Almeno una delle imprese del gruppo operi nel settore
assicurativo e almeno una operi nel settore bancario e nel
settore dei servizi di investimento
Le attività consolidate o aggregate delle imprese del gruppo che
operano nel settore assicurativo e nel settore bancario o dei servizi
di investimento siano entrambe significative
Attualmente i CF in Italia sono: Azimut (bancario/finanziario),
Carige (bancario/finanziario), Generali (assicurativo), Intesa-
Sanpaolo (bancario/finanziario), Mediolanum (assicurativo), Unipol
(assicurativo).
51a.a.2010/11 51
La struttura delle Istruzioni di vigilanza. Titolo
II: partecipanti al capitale ed esponenti
Partecipazione al capitale delle banche e
delle società finanziarie capogruppo
Requisiti di professionalità e di onorabilità
degli esponenti delle banche e delle società
finanziarie capogruppo
Obbligazioni degli esponenti bancari
5252
La partecipazione al capitale delle banche: vincoli normativi e regime autorizzativo
Il problema dei rischi derivanti dalla possibilità che l’esercizio
dell’attività bancaria venga controllato da soggetti portatori di
interessi estranei, diversi e confliggenti con quelli istituzionali
della banca, è sempre stato oggetto di attenzione da parte delle
autorità di controllo, preposte in via primaria alla tutela della
stabilità della banca
La normativa tende quindi a salvaguardare l’autonomia di questa
ultima rispetto a interessi divergenti da quelli istituzionali
5353
In proposito il TUB persegue l’obiettivo di autonomia e separatezza
sottoponendo ad autorizzazione preventiva (e successiva, nella
forma della revoca dell’autorizzazione) l’acquisizione diretta o
indiretta di partecipazioni superiori al 10% del capitale della banca
o che – indipendentemente da tale limite – comportino il controllo
della banca stessa.
La Banca d’Italia autorizza inoltre preventivamente le variazioni
delle partecipazioni quando la quota raggiunge o supera il 20, 30 o
il 50%, e in ogni caso quando le variazioni comportano il controllo
della banca stessa.
5454
La struttura delle Istruzioni di vigilanza. Titolo
III: struttura
Modificazioni dello statuto e aumenti di
capitale
Succursali di banche
Prestazione di servizi senza stabilimento
all’estero
Fusioni e scissioni
5555
Apertura di succursali (art 15 TUB)
Def: unità operativa priva di personalità giuridica
1. Le banche italiane possono stabilire succursali nel territorio dellaRepubblica e degli altri Stati comunitari. La Banca d'Italia può vietare lostabilimento di una nuova succursale per motivi attinenti all'adeguatezzadelle strutture organizzative o della situazione finanziaria, economica epatrimoniale della banca.
2. Le banche italiane possono stabilire succursali in uno Statoextracomunitario previa autorizzazione della Banca d'Italia.
3. Le banche comunitarie possono stabilire succursali nel territorio dellaRepubblica. Il primo insediamento è preceduto da una comunicazione allaBanca d'Italia da parte dell'autorità competente dello Stato di appartenenza;la succursale inizia l'attività decorsi due mesi dalla comunicazione.
4. Le banche extracomunitarie già operanti nel territorio della Repubblica conuna succursale possono stabilire altre succursali previa autorizzazione dellaBanca d'Italia.
Che cosa sono gli uffici di rappresentanza?
5656
Libera prestazione di servizi (Art. 16 TUB)
1. Le banche italiane possono esercitare le attività ammesse al
mutuo riconoscimento in uno Stato comunitario senza stabilirvi
succursali, nel rispetto delle procedure fissate dalla Banca
d'Italia.
2. Le banche italiane possono operare in uno Stato
extracomunitario senza stabilirvi succursali previa autorizzazione
della Banca d'Italia.
3. Le banche comunitarie possono esercitare le attività ammesse
al mutuo riconoscimento nel territorio della Repubblica senza
stabilirvi succursali dopo che la Banca d'Italia sia stata informata
dall'autorità competente dello Stato di appartenenza.
4. Le banche extracomunitarie possono operare in Italia senza
stabilirvi succursali previa autorizzazione della Banca d'Italia,
rilasciata sentita la CONSOB per quanto riguarda le attività di
intermediazione mobiliare.
5757
La struttura delle Istruzioni di vigilanza. Titolo
IV: vigilanza regolamentare
Patrimonio di vigilanza
Coefficiente di solvibilità
Requisiti patrimoniali sui rischi di mercato
Requisito patrimoniale complessivo
Concentrazione dei rischi
Controllo dell’esposizione al rischio di tasso di interesse
Partecipazioni delle banche e dei gruppi bancari
Investimenti in immobili
Sistema dei controlli interni
Interventi di vigilanza della Banca d’Italia
Centrale dei rischi
58
Limiti alla concentrazione dei rischi
Obiettivi:
limitare la perdita max in caso di insolvenza della
controparte
mantenere un soddisfacente grado di frazionamento del
portafoglio prestiti
I limiti si riferiscono a i rischi assunti a qualsiasi titolo nei
confronti della controparte (prestiti, partecipazioni,
obbligazioni, ecc.)
Limite individuale: max 25% del patrimonio di vigilanza
5959
Limite generale per gli investimenti in
immobili e in partecipazioni
Non possono essere acquisite partecipazioni per
un importo superiore al patrimonio di vigilanza.
Tale limite trova applicazione sia a livello di
singolo intermediario, sia a livello di gruppo
6060
Partecipazioni detenibili
Per quanto riguarda le partecipazioni detenibili, le disposizioni emanate
dalla Banca d’Italia attuano in via preliminare la suddivisione fra due
insiemi:
a) Partecipazioni in soggetti di natura finanziaria (banche, istituti di
moneta elettronica, imprese finanziarie e imprese di assicurazione) e
società strumentali
L’assunzione e la gestione di tali partecipazioni – soprattutto quando
esse comportino posizione di controllo per il titolare/proprietario – sono
disciplinate dalle norme e istruzioni riguardanti il gruppo bancario e la
capogruppo
6161
Partecipazioni in banche e società finanziarie
L'acquisizione di partecipazioni in banche, IMEL, imprese finanziarie o
imprese assicurative è sottoposta a preventiva autorizzazione della Banca
d'Italia qualora – considerando anche le azioni, le quote, gli strumenti e i diritti
già detenuti – la partecipazione:
a. superi il 10% del patrimonio di vigilanza consolidato del gruppo bancario
partecipante; oppure
b. comporti il controllo o l’influenza notevole e l’impresa in cui si intende
acquisire la partecipazione sia insediata in Paese diverso da quelli appartenenti
all’Unione Europea e al Gruppo dei Dieci ovvero da quelli inclusi nell’apposito
elenco pubblicato dalla Banca d’Italia.
L’acquisizione di partecipazioni in imprese strumentali è sottoposta a
preventiva autorizzazione della Banca d’Italia solamente nel caso sub b).
6262
Partecipazioni in imprese non finanziarie
Si applicano alle sole partecipazioni qualificate (almeno pari al 10% del
capitale della partecipata, o che consentono di esercitare il controllo o
un’influenza notevole)
Limite di concentrazione
Non può essere detenuta una partecipazione qualificata in una
impresa non finanziaria per un ammontare superiore al 15% del
patrimonio di vigilanza.
Limite complessivo
Il complesso delle partecipazioni qualificate detenute in imprese non
finanziarie non può eccedere il 60% del patrimonio di vigilanza.