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WWW.tempinuovi.inFo l’inFormazione Gratuita a pomezia e ardea marzo 2013 in Questo numero pomezia: aNCORa aRResti al COmuNe una centrale bioGas a santa palomba paGina 16 paGine 14-15 la Forza delle donne ardea e pomezia: tra lavori, case, passioni, associazioni e spazi pubblici

Tempi Nuovi - Marzo 2013

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Tempi Nuovi. L'informazione gratuita a Pomezia e Ardea

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in Questo numero de Fusco sFiduciato. elezioni in primavera? siGma tau, ciGs per altri 128paGina 6 paGine 16-17

WWW.tempinuovi.inFo

l’inFormazione Gratuita a pomezia e ardea marzo 2013

in Questo numero pomezia: aNCORa aRResti al COmuNe una centrale bioGas a santa palombapaGina 16 paGine 14-15

la Forza delle donneardea e pomezia: tra lavori, case, passioni, associazioni e spazi pubblici

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copertina marzo 2013www.tempinuovi.info

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mprovvisamente a marzo, in particolarenei giorni immediatamente prima e subitodopo l’8, le donne diventano tutte femmi-niste, gli uomini riconoscono l’importanza

delle loro compagne, madri, sorelle e figlie, igiornali si colorano di rosa e scandaglianotutti gli aspetti, privati e politici del “femmi-nile”, i politici si ricordano di rendere omag-gio a qualche partigiana o vittima di violenza,per le strade c’è profumo di mimosa e tuttosi colora di giallo. E’ comunque una bella sensazione. E ognivolta stiamo qui a dire che l’8 marzo è tuttol’anno, e a cercare di ricordare da dove arrivaquesta data e se è giusto celebrare la giornatainternazionale delle donne oppure se è unafesta divorata dal commercio, spesso com-mercio del sesso, al contrario per una volta.Noi non siamo da meno, e dedichiamo que-sto numero alle donne del territorio. Senzaretorica però, perché questo giornale non sa-rebbe mai nato e non sarebbe stato ciò che èsenza lo sguardo e la voce delle donne, fem-ministe e non, che lo pensano, ci lavorano, lorendono carta stampata vivente. E’ proprio per questo che abbiamo scelto dilasciare la parola ad alcune donne di Ardea ePomezia, che conosciamo bene o che ab-biamo conosciuto per l’occasione, per farciraccontare cosa significa essere madri, lavo-ratrici, imprenditrici, precarie, casalinghenelle nostre città, cosa significa tenere inpiedi i fili che reggono la vita quotidiana ditutti noi, destreggiarsi tra famiglia, lavori, as-

sociazionismo, passioni, con quella creativitàmista a follia che caratterizza le donne intutto ciò che fanno, che si tratti di gestire unacasa, una redazione, l’impresa di famiglia,una vita – lavorativa ed esistenziale – preca-ria. E non lo facciamo perché è marzo. Lo facciamo perché crediamo che siano in-nanzitutto le donne a tenere in piedi le rela-zioni del quotidiano, quelle che creanocomunità, che fanno cittadinanza, che riem-piono gli spazi del tessuto sociale e del-l’espressione artistica e culturale: dallescuole ai giardini pubblici, dalle associazioniai giornali, dai centri culturali alle sale prove,dalle piccole imprese ai servizi sociali. E lofanno da donne, perché non potrebbero farloaltrimenti, con tutta la differenza, nelle pra-tiche, nella gestione, nel pensiero, che questoporta con sé, e spesso non ne sono neanchepienamente consapevoli. Ma lo facciamo anche perché ce lo ri-chiede il momento storico, di crisieconomica, finanziaria, politica,in cui sembra che non ci siapiù una guida, un percorso,una speranza. E’ in questimomenti che la forza delledonne viene fuori potente,e spesso strumentalizzata,perché le donne sono leprime a rialzarsi e a re-in-ventarsi. Posti di lavoro infumo, case pignorate, stipendiche non arrivano, famiglie sul

lastrico, tagli ai servizi alla persona. Ledonne sono sempre in prima linea, e le citta-dine dei nostri territori ne sono l’esempio,per difendere i loro diritti, quelli dei loro figlie compagni. E poi inventano: inventano lavori nuovi, luo-ghi di aggregazione, sportelli di ascolto e in-formazione, baratti, ricicli, inventano ognigiorno un’economia diversa, in divenire, chenon si lascia schiacciare e deprimere daquella virtuale che il mondo rincorre. E’ gra-zie a loro che, nonostante tutto, tutto si tieneancora in piedi. Eppure sono loro le grandiassenti lì dove si decide, nei luoghi della po-litica istituzionale e delle grandi aziende. Equalcuno ancora si chiede perché il mondosta andando a rotoli…

DonneCHevivono territorioil

di teresa di martino

la vita quOtidiaNa Che tieNe iN piedi la COmuNita’

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copertina04 marzo 2013www.tempinuovi.info

essere donna per me significa avere una scatola di colori con più co-lori; una bella partenza come potenziale espressivo, poi certo dipendeda un sacco di variabili: da quanti colori ti insegnano ad usare, dalletue attitudini individuali, da quale parte del mondo ti trovi a posse-

dere ‘sta benedetta scatola di colori. Ci sono parti del mondo dove ti guar-dano storto già se hai più di tre colori ma le variabili sono molte e non hoparticolari capacità linguistiche per padroneggiare l'argomento oltre la miapersonale esperienza. Potrei affermare che non mi sento nel quotidianonè particolarmente avvantaggiata dal mio femminile e nè discriminata pertale condizione anche se ammetto con sincerità di accollarmi in automaticoalcune responsabilità familiari per "quieto vivere"; questo cioè non perchèmi venga espressamente richiesto bensì perchè in qualche modo sottaciutoio per prima sento che "ci si aspetta" (da chi? dagli altri? dagli altri, chi?ma anche da me dopotutto?) che alcuni compiti sia io a svolgerli a paritàdi giornata incasinata. Del mio essere donna propongo tutti i giorni la forzacreatrice, e di riflesso anche il caos, le imperfezioni del work in progress,la velocità, un esteso margine di tolleranza ad ogni tipo di progetto iniziale,sia un appuntamento, un'attività ordinaria o straordinaria, una discus-sione. Insegno teatro al CTP di Pomezia, partecipo alle attività del Comi-tato Locale di Croce Rossa e a quelle dell’Associazione “La Casa

dell’Albero” nata da ungruppo di donne prove-nienti da varie comunità:come donna-casalingapenso di avere una libertàsuperiore nell’utilizzo deltempo per fini squisitamente per-sonali, formativi, esplorativi, ed unaminore indipendenza economica che mi ri-porta in un certo senso a ricollegarmi alle sensazioni già espresse in meritoalle aspettative riguardanti responsabilità familiari. Quello che vedo, come donna tra donne, è il desiderio e la nostra capacitàparticolare di “fare rete” tra noi e forse in un centro non molto grande comePomezia queste esperienze di condivisione sono più semplici da attuare.Qui in zona le donne si incontrano non solo ai giardinetti, si consor-ziano in associazioni, si organizzano in rete, si offrono mutuo aiuto,servizi e tempo libero. Conoscono bene i servizi sul territorio e sonouna bella fetta della parte attiva dei cittadini di questa città. Per mee per loro, a Pomezia, vorrei più spazi fisici dove incontrarci e doveportare avanti le molte idee (colorate). tn

il Torsanlorenzo Gruppo Florovivaistico di Ardea è gestito dalle sorelleMargheriti: Elisabetta, Silvia e Liana che danno un’ impronta ‘fem-minile’ all’azienda di famiglia specializzata nella coltivazione e di-stribuzione di piante di qualità rivolte al verde pubblico e privato,

garden center, vivaisti e paesaggisti. Il Gruppo, nato nel 1978 grazie allecompetenze e alla passione di papà Mario, inizia con un piccolo appez-zamento vicino ai Giardini della Landriana. Oggi raggruppa 16 aziendesituate in Italia e all’estero con circa 5700 varietà di piante, 650 ettaridi produzione e circa 500 dipendenti. In questo bell’esempio di impren-ditoria femminile, in un’attività tradizionalmente ‘maschile’, le giovani

Margheriti hanno messo in campo studi univer-sitari, competenze ed esperienza diretta. A

Elisabetta rivolgiamo alcune domandeper conoscere meglio lei e le sue so-

relle. Cosa significa essere unadonna imprenditrice oggi?Significa senz’altro lavoraremolto e far quadrare i tempi la-vorativi e quelli familiari, cometutte le donne che lavorano. Ioe le mie sorelle andiamo moltod’accordo e riusciamo a trasfe-

rire anche nel tempo libero que-sto affiatamento, quando stiamo

tutte insieme con le nostre fami-

glie. Ogni tanto noi tre usciamo per una pizza e quattro chiacchiere.Siamo state cresciute nella semplicità, nel sostegno reciproco e nellacultura del lavoro.Cosa portate dell’ essere donna nel vostro lavoro?Tanta creatività, come per il progetto ‘Il giorno della festa’ ideato dame e presentato all’Auditorium di Roma nel 2012. Uno stand con ungiardino e pergolato che racchiudeva tutta la nostra filosofia: conciliarericercatezza e spontaneità, tradizione e conoscenza botanica per crearegiardini armoniosi, luoghi del cuore, dove sentirsi a casa.In che modo affrontate questo momento di crisi nel lavoro enella vita?Abbiamo imparato dai nostri genitori a reinventarci e a lavorare comeuna squadra, un valore aggiunto che ci ha spinto verso nuove avventuretra cui la partecipazione nel 2012 alla Biennale di Architettura con il‘Padiglione Italia’ e gli interventi in Tv in programmi sul giardinaggio.Qual è il contributo che una donna imprenditrice come leiporta alla città?Non faccio tanta vita sociale per motivi di lavoro, ma il rapporto con ilterritorio è buono e appena posso partecipo alla vita cittadina.Cosa vorrebbe per Ardea, a partire dal suo essere donna?Mi piacerebbe vedere attuato un progetto di riqualificazione paesaggi-stico di base sul nostro litorale e poi un’attenzione maggiore per il‘green’, il verde intorno a noi a cui dobbiamo molto e con il quale ci sideve integrare per riequilibrare un rapporto purtroppo sbilanciato, maancora certamente migliorabile.Per informazioni e contatti: www.gruppotorsanlorenzo.com. tn

elisabetta UnA vitA A Colori

lianaelisabetta

silvia

Mamma e casalinga, insegnante di teatro eattivista dell’associazione La Casa dell’Albero

Un’AZienDA in roSATre donne a capo di un grande gruppo florovivaistico di Ardea

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copertina marzo 2013www.tempinuovi.info

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Ad Ardea e a Pomezia le donne in questi giorni sono in strada a pro-testare. Ad Ardea le lavoratrici dei servizi sociali lottano per i lorostipendi arretrati, a Pomezia le mamme, le figlie e le mogli protestanoperchè devono pagare oltre 18 euro l'ora per l'assistenza domiciliare.

Le donne sono le giornaliste del territorio, per la maggior parte donne in-fatti, che sono accanto alle persone sempre, per documentare e denunciare.Le donne sono anche a casa e a lavoro (chi lo ha ancora), e si dividono inmille pezzi per cercare, e ci riescono, di non mancare a un appuntamentoo a un colloquio con le insegnanti o di fare la spesa, cucinare, avere rapportiinterpersonali e una vita sessuale più che buona. Le donne però sul nostroterritorio sono anche impegnate a rivedere la loro vita familiare o singolare

che sfugge. Essere una donna oggi e' complicato come lo e'sempre stato, cambia solo il terreno di gioco. Prima era

complicato perchè non si aveva voce in casa e fuori,ora e' complesso mantenere i diritti conquistati e

insegnare alle future agenerazioni che abbiamo ildovere di non svilire la figura della donna, némassacrare quella degli uomini. Poi con gli uo-mini ci viviamo, li amiamo e ci lavoriamo. Sullavoro, in redazione per esempio, non ci sonodifferenze. Siamo un gruppo di uomini edonne equilibrato e i più giovani non risentono

della figura pesante della donna come capo. Essere una donna giornalistaalla mia età e' gratificante. Non e' solo un lavoro, non si stacca mai: si è cu-riose sempre e con un tocco di sensibilità si riesce a dare voce a tante si-tuazioni o problemi, non dimenticando che oltre la notizia ci sono persone.Ciò che porto di me in questo lavoro e' il fatto di non mollare mai e metteresempre tutto in discussione, inventare e imparare sempre. Le donne pian-gono, si disperano, ma si rimboccano le maniche e ricominciano sempre.In un momento di depressione economica e civile dobbiamo ricominciare.Io lo sto facendo, per passione, e voglio guardare avanti, al futuro. E il webe' il futuro. Citywebtv e' il frutto di una scelta di due donne e due uominiche amano la stessa cosa: lavorare insieme per la notizia vera, snella e frui-bile. Noi tutti ci crediamo davvero e diamo il nostro contributo reale ai la-voratori in difficoltà, all'ambiente, alla cultura, alla cronaca.Giorni fa ho seguito l'ennesima manifestazione contro la discarica di Ron-cigliano. Per chi in questo territorio ci vive, come me, è naturale sentirsiparte integrante di quella manifestazione e, oltre a documentare, sentirsiin dovere di fare appelli alla cittadinanza, di informare con il mio mezzo,la telecamera, che possiamo avere un ambiente migliore. E questo e' soloun esempio. Quante volte ci siamo incontrate, per lo più giornaliste donne,e abbiamo anche patito per la perdita di un lavoro, per la chiusura diun'azienda, per il fallimento della politica? tn

vivo a Pomezia da sempre e come la maggior parte dei ragazzi dellamia generazione sfortunata ho fatto degli studi grazie ai quali nonsi è aperta nessuna possibilità lavorativa, ho fatto solo lavori pre-cari e spesso neanche in regola, cercando e non trovando una sta-

bilità economica che mi permettesse di potermi costruire un futuro. Hoperò sempre avuto una grande passione, la musica, ed ho deciso di pro-vare a fare l’artista. Io sono una cantante, ma nessuno lo prende sulserio come lavoro se lo presento come tale. Un musicista, a Pomezia enon solo, per sopravvivere, deve avere un “lavoro vero”, quello da sti-pendio fisso mensile, con contratti che, col fiatone, ti fanno arrivare afine mese e per arrotondare, fare qualche serata in quei pochi locali chefanno musica live o, altrimenti, tentare di vivere di sola musica, inse-gnando e suonando qua e là, con stipendi sottopagati per il reale lavoroofferto, ma che ti danno sicuramente più soddisfazioni! Un'artista dovrebbe potersi dedicare a quello che ama, avere struttureche gli permettano di potersi incontrare, confrontarsi e collaborare conpersone che condividano la stessa passione o l’amore per l‘arte in ge-nerale, ma soprattutto offrire un servizio atto ad espandere gli orizzonticulturali della propria città, rendendola più aperta al nuovo, al diverso.Pomezia è priva di stimoli, soprattutto a livello artistico. Conosco tante persone, per la maggior parte donne, piene di idee ori-ginali e nuove, con talento da vendere, che nel loro piccolo trovanomodo di farsi conoscere, di far conoscere la propria arte e di creare pic-

coli spazi per permettere alla gente di avvicinarsi e vivere delle realtàdiverse dal quotidiano, tutto questo però senza nessun supporto daparte delle istituzioni comunali che dovrebbero riconoscere in questilavori “diversi” un accrescimento culturale del proprio territorio! Per come stanno le cose sono costretta, come molti altri, ad andare al-trove, Roma e dintorni, dal coro gospel della Casa del Jazz alle varie si-tuazioni musicali con altrimusicisti. Mi dispiace dovercercare altrove posti dovepotermi esibire e rela-zionarmi con altriartisti, quando lopotrei fare como-damente nellamia città… tn

francesca non Solo DoCUMentAre Una giornalista, direttrice di una tv locale, che al racconto delle notizieaccompagna la partecipazione e la relazione con le donne che incontra

Tra un lavoro precario e l’altro, la forza di chi segue i propri desideri

laraUnA DonnA in MUSiCA

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copertina06 marzo 2013www.tempinuovi.info

l’idea dello Sportello Donne Pomezia nasce nellatarda primavera del 2012 dal desiderio di un gruppodi cittadine di Pomezia di dare vita ad un progettodedicato alle donne del territorio. Ascolto, informa-

zione e consulenza sono state le tre parole che da subitosi sono configurate già nella fase di ideazione come chiavidi lettura essenziali rispetto al servizio da offrire. Le operatrici, sette donne di Pomezia di età compresa trai 23 e i 50 anni e di formazione differente (studi in psico-logia, sociologia, comunicazione, mediazione culturale,filosofia, counseling) vogliono mettere al servizio di cit-tadine e migranti un ascolto attento e presente conl’obiettivo di fornire un servizio inedito sul territorio e ditracciare una mappatura misurata sulle esigenze e sulleproblematiche che riguardano le donne e i loro vissuti.Lo Sportello, che ha aperto il 22 gennaio 2013, si rivolgequindi a tutte le donne che possono aver bisogno di in-formazioni, consulenze o aiuto per la risoluzione di pro-blematiche specifiche: donne che subiscono violenzanelle sue molteplici forme, che si trovano ad affrontarequestioni all’interno della sfera familiare, lavorativa, ses-suale (separazioni, divorzi, genitorialità, maternità, gra-vidanze, aborto, mestruazioni, menopausa,prostituzione), che sentono l’esigenza di voler condivi-dere una loro esperienza di vita con altre, o semplice-mente che sono in cerca di informazioni utili sui luoghi,i centri, le associazioni e le istituzioni locali attive per ledonne (consultori, case famiglia, sportelli anti-violenza,case del parto attivo, associazioni impegnate per garan-tire una libertà di scelta alle donne nelle diverse fasi del-l’esistenza). Un progetto ambizioso, che inizia là dove l’orecchio è inprocinto di ascoltare, e nell’attimo in cui prende formaquella disposizione a voler ‘stare con’ chi racconta unastoria e con quello che sta portando all’attenzione, primaancora di capire o giudicare se è possibile offrire un aiuto.Le operatrici – tutte volontarie - offrono infatti prima ditutto ascolto attento, condividono poi informazioni utilie si avvalgono della collaborazione di professioniste neisettori medico-sanitari, psicologici, socio-assistenziali,legali e sindacali a cui indirizzare le utenti per consulenzespecialistiche gratuite. tn claudia bruno

SPortelloDonne

Ascolto, informazione e consulenza, nasce uno ‘sportello’per le donne del territorio

il femminicidio è la ‘violenza estrema daparte di un uomo verso una donna, per-ché donna’, secondo la definizione dellasociologa Diane Russell che la utilizzò per

la prima volta nel 1976. Anche il 2013 è ini-ziato purtroppo all’insegna dell’emergenzasociale per la violenza contro le donne, an-dando ad aumentare il tragico dato nazio-nale del 2012 che ha registrato più di 130donne uccise e che accompagna la pocosoddisfacente performance dell’l’Italia nelleclassifiche sulla condizione delle donne nelmondo descritte dal ‘Global Gender GapReport’, dove lo scorso anno il nostro Paesescende dal 74° all’ 80° posto (dopo Ghanae Bangladesh). Le cronache ci costringonoa confrontarci con una cultura ancora in-trisa di stereotipi di genere che considerala prevaricazione dell’uomo sulla donnacome un elemento possibile di una rela-zione affettiva. Il 90% delle violenze fisichee psicologiche avvengono in ambito fami-liare da parte di mariti, conviventi, fidanzatied ex. Malgrado sia un’emergenza di vastis-sime dimensioni, non esiste a tutt’oggi unabanca dati né tantomeno un osservatorionazionale sul femminicidio e la violenza digenere, solo notizie di cronaca. Ma il fem-minicidio è solo la drammatica punta dell’iceberg di un fenomeno diffuso e pervasivo:la violenza contro le donne soprattutto al-l’interno della famiglia, diffuso in tutto ilmondo, in tutte le culture e in tutte le classisociali. tn marina landolFi

FemmiNiCidiO: la puNta di uN iCebeRg

esistono diversi tipi di violenza a cuile donne sono quotidianamentesoggette all’interno del tessuto so-ciale in cui viviamo e oltre alla vio-

lenza fisica esiste anche quella psicologica.Inoltre, la maggior parte dei casi di vio-lenza sulle donne avviene in famiglia e trale mura domestiche. Lo ha affermatol’Istat, già nel 2006, e lo confermanoanche i due anni di attività dello SportelloDonna H24 che la Cooperativa Bee Freeha aperto all’interno del Pronto Soccorsodell’Azienda Ospedaliera San Camillo diRoma (uno dei progetti migliori in Italia,e unico anche tra quelli europei), dovel’89% delle donne che si sono rivolte alservizio è stata oggetto di “violenza pri-vata”. Secondo i dati pubblicati dalloSportello del San Camillo, ad esercitareviolenza è l’attuale compagno della donnanel 51% dei casi (29% il marito, 16% con-vivente, 5% fidanzato 1% amante), l’expartner nel 12% dei casi (6% marito, 3%convivente, 3% fidanzato), un parente nel10% dei casi (padre, fratello, figli). Solonel 6% dei casi chi esercita violenza è unestraneo. I dati sono allarmanti e riman-gono ancora troppo sotto traccia, copertida una cultura maschile e patriarcale cherelega dentro le mura domestiche la que-stione delle relazioni tra uomini e donne.ma è ora di uscire allo scoperto. tn c.b.

viOleNza sulle dONNe:uN aFFaRe “pRivatO”

sOstieNi lO spORtellO dONNe pOmeziale OpeRatRiCi dellO spORtellO dONNe sONO al mOmeNtO tutte vOlONtaRie, e NON haNNO a dispOsiziONe FONdi dediCati a COpRiRe le spese, se vuOi sOsteNeRe le attività dellO spORtellO puOiiNviaRe uNa dONaziONe tRamite bONiFiCO baNCaRiO.

da iNtestaRe a: iaph italiaibaN: it23e0200805180000101685620Causale: spORtellO dONNe pOmeziaCOdiCe biC swiFt peR bONiFiCi dall’esteRO: uNCRitm1123

Un AiUtoiMPortAnte i ContAtti

spORtellO dONNe pOmezia è pROmOssO dall’assO-CiaziONe CultuRale iaph italia iN COllabORaziONeCON la Cgil di pOmezia Che lO Ospita ed è apeRtOtutti i maRtedì dalle 9,00 alle 11,00 e tutti i giO-vedì dalle 16,00 alle 18,00 pRessO la CameRa del

lavORO Cgil di pOmezia iN piazza belliNi 14 (ipiaNO).

iNFO: tel. 3381586901 mail: [email protected]

FaCebOOk: spORtellO dONNe pOmezia blOg:www.spORtellOdONNepOmezia.wORdpRess.COm

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viOleNza sulle dONNe:uN aFFaRe “pRivatO”

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bravi gli attivisti del Movimento 5 Stelle diPomezia, sono gli unici che possono diredi aver vinto davvero dopo le elezioni po-

litiche e regionali di fine febbraio. Non soloperché sono riusciti nella piccola impresa(data la “folle” legge elettorale regionale) dieleggere un proprio rappresentante – Valen-tina Corrado – alla Pisana. Certo la soddisfa-zione per il risultato è tanta, ma ancor piùsignificativo è il risultato “politico”, in terminidi consensi. Il Movimento 5 Stelle infatti, ri-sultati delle elezioni politiche alla mano, è ilprimo partito cittadino con un dato che sfiorail 40 per cento totale. Praticamente quasi unelettore su due tra tutti coloro che si sono re-cati alle urne ha scelto il movimento di BeppeGrillo, che a Pomezia – anche dopo la recenteconferma per la corsa a sindaco alle ammini-strative – vede a capo il consigliere comunaleuscente Fabio Fucci.Bravi davvero questi “grillini”, che ora inevi-tabilmente sono anche tra i favoriti per le ele-zioni comunali. Però un’analisi piùapprofondita del risultato elettorale non puònon evidenziare le responsabilità dei partititradizionali anche nel risultato complessivo,che fa diventare Pomezia un vero e proprio“feudo” del Movimento 5 Stelle. Qui molto piùche altrove, i cittadini hanno scelto l’unicomovimento che mandava un chiaro messaggiodi discontinuità e cambiamento. E allora forseanche gli episodi che hanno contrassegnato gli

ultimi mesi della vita politica cittadina – traarresti, polemiche e sfiducie – hanno contri-buito a consegnare questo eclatante risultato.Si è registrato un crollo di consenso attorno alcentrodestra e al partito Democratico che poiè stato confermato dal calo delle preferenzedelle regionali. Nessuno avrebbe potuto pen-sare due settimane fa che il candidato più vo-tato, con più di mille voti, sarebbe risultatouno dell’M5S. I vari Lupo, Mesturini (candi-dati locali), ed anche i big del Pdl sostenuti daiconsiglieri locali, sono rimasti fermi alla metàe anche meno di preferenze. L’idea allora è che queste elezioni potrannoessere utili a Pd e Pdl per capire tutti i mali etrovare una soluzione. Se saranno bravi capi-ranno che per invertire la tendenza è necessa-rio mettere in campo una forte discontinuità,di metodo e di facce. Personalmente ho già scritto sul sito di TempiNuovi la mia personale opinione per quantoriguarda il centrosinistra. La mia idea è che sedavvero esiste uno spiraglio di governo dellacittà (perché tra meno di due mesi si vota!)credo che si debba ripartire facendo davverotabula rasa. Zingaretti, che ha vinto alla Re-gione Lazio in un quadro di profondo tracollodella coalizione, ha segnato la via azzerando iquadri amministrativi dei partiti del centrosi-nistra. E allora la formula forse si dovrebbe ri-proporre anche su scala locale: nonricandidare nessuno dei consiglieri comunali

uscenti. Questo dovrebbe essere il primopasso verso un nuovo centrosinistra, recupe-rando i rapporti con le forze a sinistra e la-sciando l’Udc al suo destino. E poi, al centro, un progetto ed un programmache guardi alle esigenze reali dei cittadini eprovi a ricostruire un dialogo che in questianni è mancato. I consiglieri premiati da cen-tinaia di preferenze non hanno capito che contutti quei voti si assicurano la “propria” pic-cola vittoria e annullano ogni possibile vittoriadi un progetto di cambiamento.

tn steFano menGozzi

Se volete far tacere il cittadino che protesta, che ha ancora la capacità

d'indignarsi, dite che fa del moralismoNorberto bobbio

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PolitiCAmarzo 2013

www.tempinuovi.infopomezia

pRemiatO il CambiameNtOUna rilfessione sulle elezioni appena passate, con lo sguardo rivolto alle Comunali

l’Associazione Culturale “Durango”, editoredella testata “Tempi Nuovi” comunica chenella diffusione dei messaggi politici relativi

alle Elezioni Amministrative fissate per mag-gio 2013 si applicano tutte le disposizioni dellaLegge n.28 del 22/02/2000. Di seguito sonoriportate le tariffe applicate dal nostrogiornale. Pagina Intera: 250 € + iva½ pagina: 160 € + ivaIV di copertina: 300 € + ivaSi ricorda che l’iva applicata alle tariffe perquanto riguarda i messaggi politici è del 4%.Il codice di autoregolamentazione è a disposi-zione presso la sede del periodico in Piazza Fe-derico II, 6 - Pomezia. tn

CoDiCe Di AUtoreGolAMentAZione

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politica marzo 2013pomezia e ardea 09

mai come stavolta erano tanti i candidati diPomezia e Ardea che hanno provato lacorsa al consiglio regionale del Lazio. Tra

di loro una solo ce l’ha fatta: Valentina Cor-rado del Movimento 5 Stelle.Con 2441 voti – di cui oltre 1100 raccolti nellasola Pomezia – la Corrado sarà l’unica a rap-presentare il territorio nell’istituzione regio-nale, oltre che la più giovane tra gli eletti.«Sono entrate nel Movimento nel settembredel 2011 – ci dice Valentina Corrado che ab-biamo incontrato qualche giorno dopo la suaelezione – ma già da tempo seguivo BeppeGrillo e le diverse attività sul blog, condivi-dendo quello che scriveva. Dopo il Cozza Day(tenutosi per l’appunto nel settembre 2011,ndr) mi sono messa in contatto con il gruppodi Pomezia e ho iniziato a partecipare alle ini-ziative. In questo gruppo ho conosciuto tantepersone che, come me, credono si possa farepolitica in maniera pulita, senza compro-messi. Persone straordinarie anche a livelloumano che per me sono diventate come unafamiglia».Quando il gruppo di Pomezia ha pensato a leiper la candidatura, la scelta non è stata facile.«Ho pensato molto a questa possibilità primadi decidere. Candidarsi (ed essere eletti come

poi avvenuto) cambia molte cose, anche nellavita privata. Poi ho pensato al fatto che avreipotuto mettere a disposizione le mie compe-tenze tecniche (la Corrado studia Giurispru-denza e desidera diventare magistrato, ndr)che in un organo come la Regione Lazio, chia-mato a legiferare, è di fondamentale impor-tanza».Un'elezione che dimostra anche come«si possano prendere voti facendo campagneelettorali pulite. Dal punto di vista ambien-tale, con noi che non affiggevamo manifesti

ma, anzi, come fatto per le comunali, anda-vamo in giro a ripulire la città». Una campa-gna fatta per le strade, incontrando cittadini,ma anche in rete tramite facebook, twitter ediversi video informativi. Ma quali sono le te-matiche che Valentina Corrado porterà avantiin Regione? «Porterò avanti i temi previsti nelprogramma con cui il Movimento 5 Stelle si èpresentato ai cittadini. Noi siamo dei semplicicollettori. Dal punto di vista personale sonointeressata a tutto ciò che si muove attornoalle legalità, la trasparenza e i costi della poli-tica. Temi che comunque sono punti cardinedello stesso Movimento. Mi piacerebbe inoltrepoter far parte della commissione Bilancio».L'ultima domanda posta alla neo-consiglieraha riguardato la costruzione del gruppo e lepersone che, assieme ai consiglieri, nellostesso lavoreranno. «Deve esserci una rela-zione tra la mole di lavoro e le persone impe-gnate» ci spiega la Corrado. «Inizieremo conle minime previste dallo Statuto e, sempre inun'ottica di riduzione nello spreco delle ri-sorse, se strada facendo capiremmo che neserviranno altre vedremo. L'ottica che ci gui-derà nella scelta di queste persone sarà sem-pre legata alla meritocrazia».

tn andrea oleandri

da pOmezia alla pisaNa

sarà Fabio Fucci il candidato del Movi-mento 5 Stelle di Pomezia. Con 74 voti siè imposto sullo “sfidante” Dario Vitiello.

Questa la scelta compiuta dai cittadini accre-ditati alla votazione avvenuta il 2 e 3 marzoscorsi. Fucci, come si colloca la candidatura aSindaco rispetto alla tua esperienza

come consigliere comunale?Si colloca in continuità con il lavoro svolto inquesti anni, perché ci permette di mettere afrutto l’esperienza maturata all’interno delConsiglio comunale. Questi due anni sonostati molto impegnativi ma fruttuosi: siamoriusciti a portare i cittadini a partecipare allavita politica della città con proposte concretee condivise. Contrariamente a chi ci taccia diantipolitica, infatti, abbiamo permesso allepersone di fare politica in modo attivo dall’in-terno delle istituzioni.Quali saranno i vostri prossimi impegnia Pomezia?L’esito elettorale, che ci vede prima forza po-litica in città, non ci spinge ad adagiarci suivoti presi. Abbiamo già iniziato a definire uncalendario di incontri pubblici che tocche-ranno vari quartieri della città e stiamo met-tendo a punto le modalità di coinvolgimentodei cittadini per stilare il programma parteci-pato.

Quali sono i punti principali su cui vifocalizzereste nel governo della città?Dovremo innanzitutto vedercela con la situa-zione finanziaria del Comune. Cercheremo,quindi, di spiegare ai cittadini quali siano lecondizioni dell’Ente e tenteremo di recuperareuna situazione molto compromessa. Valute-remo, inoltre, come rendere più efficienti gliuffici comunali, partendo dalle prestazioni deiDirigenti. Punteremo decisamente sulla tra-sparenza, che latita da troppo tempo.State già pensando ad una possibileGiunta?Noi ci proponiamo con forza per il governodella città e siamo pronti ad assumercenetutte le responsabilità. Stiamo quindi comple-tando una lista di candidati formata, come diconsueto, da persone che rispettino i criteri danoi considerati. Inoltre intendiamo presen-tare la nostra squadra di Assessori prima delleelezioni, per dare modo ai cittadini di espri-mersi in anticipo anche sulla futura Giunta. Inquesto caso non sarà una candidatura apertama, per evitare brutte sorprese, ci affideremoa persone di comprovata fiducia.Noi possiamo scegliere serenamente la nostrasquadra di governo perché siamo svincolatidalle logiche di coalizione, che ingessano ipartiti e generano Amministrazioni inconclu-denti. tn martina zancHi

Legalità e trasparenza, i punti fermi della Consigliera Regionale Valentina Corrado

sarà Fucciil prossimosindaco?Una scelta fatta dai cittadininel segno della continuità: toccherà a lui regalare a Pomezia un sindaco a 5 Stelle

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10 marzo 2013www.tempinuovi.info

pomezia/ardea

eleziONi: bOOm a 5 stelleHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH

Il Movimento è il primo partito nei due comuni.Si salva il Pdl mentre sprofonda la sinistra

aPomezia ed Ardea il Movimento 5Stelle di Beppe Grillo diviene il primo partito sia alSenato della Repubblica che alla Camera dei Deputati. E, in particolare a Pomezia, que-sto dato assume un connotato di forte importanza in vista delle comunali di fine mag-

gio. tn a.o.pOmezia: 37,7%aRdea: 34%

pOmezia: 24,4%aRdea: 31,6%

pOmezia: 19,7%aRdea: 18,8%

pOmezia: 37,7%aRdea: 34%

pOmezia: 37,7%aRdea: 34%

pOmezia: 37,7%aRdea: 34%

pOmezia: 37,7%aRdea: 34%

pOmezia: 37,7%aRdea: 34%

pOmezia: 39,9%aRdea: 35,6%

pOmezia: 18,3%aRdea: 17,5%

pOmezia: 1,14%aRdea: 1,2%

pOmezia: 2,86%aRdea: 2,1%

pOmezia: 1,85%aRdea: 1,7%

pOmezia: 5,38%aRdea: 3,7%

pOmezia: 2,76%aRdea: 2,2%

pOmezia: 2,23%aRdea: 2,5%

pOmezia: 1,85%aRdea: 1,6%

pOmezia: 1,69%aRdea: 1,9%

pOmezia: 23,7%aRdea: 31,3%

pOmezia: 4,67%aRdea: 3,3%

pOmezia: 0,44%aRdea: 0,4%

pOmezia: 1,71%aRdea: 1,8%

pOmezia: 1,99%aRdea: 2.1%

seNatO

CameRa

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politica marzo 2013pomezia/ardea 11

anche alle Regionali il Movimento 5 Stellesi conferma il primo partito a Pomezia,così come registrato per i dati relativi alle

Elezioni Politiche. Ad Ardea, invece, i grillinilasciano il campo in favore del Popolo delle Li-bertà.E’ senza dubbio Valentina Corrado la vera sor-presa di questa consultazione. La candidatapometina del Movimento 5 Stelle supera digran lunga i 1000 voti (1142 per l’esattezza) e,grazie all'ottimo risultato ottenuto anche neglialtri comuni, sarà l'unica pometina a sederenel prossimo Consiglio Regionale.Mentre ad Ardea il Movimento 5 Stelle cede ilpasso al centro-destra, con Storace che risultaessere il candidato alla Presidenza più votato(quando ci sono in gioco le preferenze, eviden-temente, Luca Di Fiori e gli altri esponenti delcentro-destra rutulo sanno dire la loro), a Po-mezia il feeling tra cittadini e il partito diGrillo non sembra affievolirsi. Infatti, anchese il Movimento accusa un calo rispetto alleconsultazioni nazionali, non solo si confermaprimo partito ma lo stesso candidato Presi-dente, Davide Barillari, ottiene un sostanzialepareggio con il nuovo Presidente della Re-gione Nicola Zingaretti.Se si va a vedere il dato delle preferenze aicandidati del territorio – tolta Valentina Cor-rado di cui abbiamo detto -, a Pomezia risul-tati di tutto riguardo sono quelli di Luigi Lupo(CD) che raccoglie 847 voti di preferenza;Marco Mesturini (PD) 655 voti; Lorenzo Sbiz-zera (M5S) 226 voti; Dino Masella (CD) 201voti; Cristina Capraro (PSI) 135 voti; France-sca Volanti (La Destra) 72 voti. Anche adArdea la più votata risulta la Corrado con 191preferenze, seguita dalla Capraro 186 voti epoi tutti gli altri: Mesturini 115 voti; Lupo 100voti; Masella 47 voti; Volanti 26 voti; Sbizzera24 voti. tn andrea oleandri

pOmezia e aRdea divise

pOmezia: 27,8%aRdea: 23,7%

pOmezia: 20,7%aRdea: 20%

pOmezia: 2,7%aRdea: 2,6%

pOmezia: 2,89%aRdea: 2,14%

pOmezia: 2,12%aRdea: 1,98%

pOmezia: 22%aRdea: 31,7%

pOmezia: 5,13%aRdea: 1,73%

pOmezia: 4,31%aRdea: 3,21%

pOmezia: 1,71%aRdea: 1,8%

pOmezia: 3,05%aRdea: 2,87%

RegiONe

pOmezia: 1,52%aRdea: 1,84%

I cittadini di Pomezia scelgono Zingaretti, i rutuli Storace. Bene Barillari

pOmezia: 32,4%aRdea: 27,61%

pOmezia: 27,6%aRdea: 36,1%

pOmezia: 32,45%aRdea: 29,05%

HHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH

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Page 12: Tempi Nuovi - Marzo 2013

12 marzo 2013www.tempinuovi.infopolitica pomezia

nello scorso numero del giornale pubbli-cammo un'intervista al Commissario Prefet-tizio Serenella Bellucci. In quell'occasione,

il Commissario, ci prospettò la possibilità per ilComune di Pomezia di accedere al fondo Salva-Comuni per attenuare la crisi finanziaria del-l'Ente.Dopo un paio di settimane da quell'intervistaquesta strada viene – pare definitivamente – ac-cantonata. È infatti il sub Commissario Tede-

schi a spiegare la scelta, dettata da due neces-sità: la prima riguarda l'esaurimento del fondoda parte del ministero dell'Interno; la seconda,invece, il forte impatto socio-economico chel'accesso a tale fondo avrebbe comportato per lefamiglie di Pomezia.Accedere al fondo equivarrebbe, secondo Tede-schi, ad una dichiarazione di pre-dissesto che –in cambio degli oltre 18 milioni di Euro che ar-riverebbero – comporterebbe l'aumento dellealiquote delle imposte comunali al massimoconsentito senza possibilità di abbassarle per iprossimi 10 anni. Un salasso per i cittadini diPomezia. Inoltre, fare richiesta di accesso alfondo, quando lo stesso sarà rifinanziato nelmese di luglio, e non accedervi porterebbe –sempre secondo il sub Commissario – all'auto-matico dissesto.Proprio in base a queste dichiarazioni si fa sem-pre più strada la possibilità che i due Commis-sari optino per la strada del dissesto finanziario.Anche se, prima di procedere con qualsiasi de-cisioni, pare si aspetterà il parere della Corte deiConti che, oltre un mese fa, ha avviato un'ispe-zione sui conti del Comune.Nel caso si optasse per la strada del dissesto sicreerebbe una linea di demarcazione tra il pas-

sato ed il futuro del Comune. La situazione de-bitoria pregressa verrebbe congelata e l'Entemesso in liquidazione da parte di un Organostraordinario composto da tre membri, nomi-nati fra magistrati a riposo della Corte dei Conti,della magistratura ordinaria, del Consiglio diStato o tra funzionari dotati di idonea espe-rienza nel campo finanziario e contabile prove-nienti da alcuni Ministeri o altreamministrazioni dello Stato o, ancora, altri sog-getti che la Legge individua. Al contempo, questiCommissari Straordinari, si occuperanno anchedella gestione del bilancio futuro dell'Ente, sot-toposto a pesanti vincoli finanziari, per i citta-dini (con un aumento delle aliquote per unperiodo che va da 3 a 5 anni), per le Ammini-strazioni, nonché per gli amministratori che do-vessere essere riconosciuti colpevoli del dissestoper dolo o colpa grave da parte della Corte deiConti. In quest'ultimo caso, infatti, gli stessi nonpotrebbero ricoprire per 10 anni incarichi poli-tici di vario tipo e – assieme – ai Revisori deiconti, potrebbero essere condannati a pagareuna multa per un importo che può variare dacinque a venti volte la retribuzione mensilelorda percepita da Amministratore o Revisore.

tn andrea oleandri

il comune va verso il dissesto

la prima reazione arrivata dopo la comunica-zione del Commissario Prefettizio e del Sub-Commissario, sulla possibilità di procedere

al dissesto finanziario dell'Ente, è quella di An-tonio Maniscalco, ex Assessore alle Politiche fi-nanziarie. “La grave situazione finanziaria del Comune –ha spiegato in primo luogo - è dovuta soprat-tutto ai danni economici provocati dalla sciagu-rata gestione dei tributi affidata ad A.Ser. S.r.l.e dai numerosi mutui per milioni di Euro con-tratti negli anni passati, oltre che ad una seriedi spese poco oculate che ancora oggi condizio-nano la disponibilità di cassa dell’Ente”. Ma l’exAssessore ci tiene a precisare che “con l’appro-vazione del bilancio di previsione 2012 si è datoil via ad una serie di misure correttive per la ri-duzione delle spese e l’aumento delle entratedell’Ente, anche attraverso il recupero dell’eva-sione tributaria, degli oneri di urbanizzazionenon pagati dai costruttori e delle sanzioni al co-dice della strada degli anni precedenti, non an-cora incassate”. Poi Maniscalco se la prende conalcune dichiarazioni del Sub-Commissario Te-

deschi, precisando che non è vero che la norma-tiva per l'accesso al fondo salva-Comuni, attra-verso la dichiarazione di pre-dissesto,porterebbe automaticamente all'aumento dellealiquote e delle tariffe dei tributi locali, ma chequesta resta una possibilità lasciata all'Ente.Inoltre, secondo l'ex Assessore, non sarebbevero neanche che, in caso di dissesto, la Com-missione Straordinaria di liquidazione affian-cherebbe la nuova Amministrazione per soli 5anni, invece che per i 10 previsti nella condi-zione di pre-dissesto. “Di fatto – si legge nel co-municato – è errato accomunare il termine dicinque anni, di cui all’articolo 265 del D.Lgs.267/2000, ai 10 anni della procedura di risana-mento di cui al D.Lgs. 174/2012 in quanto –spiega Maniscalco - mentre nel primo caso lemisure di riduzione della spesa e aumento delleentrate sono imposte ed automatiche, nel se-condo caso rappresentano una possibilità”.Secondo Maniscalco quindi, all'Ente conver-rebbe accedere al piano salva-Comuni i cui 18,5milioni di Euro permetterebbero al Comune dimettere in atto, senza alcun obbligo, una serie

di misure di riequilibrio del bilancio comunalecon aumenti che dipenderebbero solo dal pianodi rientro. Col dissesto, invece, l'aumento almassimo di tutti i Tributi Comunali (Tarsu,Imu, Tosap etc.) e del costo dei servizi a do-manda individuale (mensa scolastica, scuola-bus, asilo nido etc.) sarebbero obbligatori.

tn a.o.

E’ questa l’ipotesi che si sta facendo largo con forza per salvare le casse disastrate dell’Ente

dissesto: maniscalco non ci staL’ex Assessore alle Finanze convinto che la strada giusta sia qualla del fondo Salva-Comuni

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politica marzo 2013ardea/pomezia 13

un anno e otto mesi per Alessandro Tucci, unanno e quattro mesi per Claudio Libertino e Gio-vanni Pascone oltre che, per tutti e tre, l'inter-

dizione dai pubblici uffici per cinque anni. Sonoqueste le condanne con cui si è chiuso il processo diprimo grado relativo alla vicenda dei campi di tennisdell'Università di Pomezia.La sentenza è arrivata lo scorso 15 febbraio a con-clusione di un iter giudiziario iniziato circa cinqueanni fa con l'arresto – condotto dalla Guardia di Fi-nanza – per tentata concussione dei due ex consi-glieri comunali e dell'obbligo di dimora per l'attualedirigente dell'Avvocatura del Comune di Pomezia.Assieme ai tre furono indagati anche gli allora As-sessori Enrico Giordani e Fabio Mirimich ma, perloro, la posizione fu presto archiviata.Secondo l'indagine – condotta dal pm di Velletri,Giuseppe Travaglini – basata sulla denuncia presen-tata da un membro del consorzio sportivo dell'Uni-versità, i due consiglieri comunali avrebbero fattonei suoi confronti pressioni di vario tipo per entrarenella gestione di campi da tennis, anche attraversoprestanomi. Tra i metodi di pressione ci sarebbeanche un contenzioso legale aperto dal Comune neiconfronti del consorzio sportivo. Tale contenziososarebbe stato oggetto di pressione nei confronti delconsorzio stesso, con la promessa di ritirare lo stessonel caso si fosse arrivati all'accordo.Da qui l'arresto e il processo chiusosi con la con-danna in primo grado. I tre, dichiaratisi sempre in-nocenti, ricorreranno comunque in appello controla sentenza.Per quanto rigaurda Pascone i commissari straordi-nari sono in attesa della notifica della sentenza percapire quali provvedimenti eventualmente assumerenei confronti del dirigente. tn a.o.

tentata concussione, in primo grado arrivano le condanne

non trova pace l'Amministrazione DiFiori. Un anno scarso, quello passatodalle elezioni che lo hanno eletto a Primo

Cittadino, vissuto tra mille conflitti internialla propria maggioranza. Una situazione sfociata negli avvenimentidelle ultime settimane. Ad aprire questo periodo caldo per il Sindacoera stato il tentativo – a metà febbraio – diraccolta firme per far decadere la giunta.L'iniziativa, intrapresa dai consiglieri di op-posizione del PD aveva visto anche alcunicomponenti della maggioranza tra i soggettipronti a firmare per porre fine all'Ammini-strazione. Tra questi, anche alcuni consi-glieri del Popolo della Libertà. Il motivo diquesta azione pare dovesse ricercarsi in al-cune rivendicazioni da parte dei gruppi dimaggioranza in temrini di visibilità all'in-terno della Giunta, ma non solo. Infatti, sulpiatto della bilancia c'era anche la richiestaal Sindaco di rimuovere il dirigente dell'uffi-cio tecnico Antonello Rocca. Richiesta que-sta accettata dal Sindaco Di Fiori che conapposito atto ha destituito il dirigente sosti-tuendolo - ad interim – con Giovanni Cu-cuzza (già dirigente a Servizi Sociali ePubblica Istruzione) a cui va l'urbanistica econ Cosimo Mazzone (dirigente dell'areaeconomico-finanziaria) a cui sono andati La-vori Pubblici e Ambiente.Una scelta questa che però non ha acconten-tato un'altra parte della maggioranza. Infattil'Udc di Policarpo Volante e Alberto Mon-tesi, assieme a Franco Marcucci della ListaEufemi, in un documento hanno espresso laloro perpelessità sull'allontanamento di

Rocca, chiedendo l'azzeramento della Giuntatecnica, affinché i partiti tornino a svolgereil proprio compito all'interno dell'Ammini-strazione.Una situazione di stallo che ha subito un en-nesimo colpo di scena nei primi giorni dimarzo quando quasi tutti gli assessori dellaGiunta tecnica si sono dimessi. Una sceltache, proprio nelle ore in cui stiamo chiu-dendo il giornale, sta portando Luca Di Fiorial secondo rimpasto di giunta in dieci mesi.Una giunta che, non si esclude, possa esserecomposta sia da Assessori di nomina parti-tica che da alcuni dei “tecnici” in carica finoa pochi giorni fa.Fatto sta che, in un momento in cui i pro-blemi di Ardea sono molti e si vanno facendosempre più difficili, la forte instabilità poli-tica, le lotte intestine nella maggioranza e laconseguente immobilità, non rappresentanodi certo il miglior viatico, tanto che PartitoDemocratico, Partito della Rifondazione Co-munista e Italia dei Valori negli ultimi giornisono tornati con forza a chiedere le dimis-sioni del Sindaco Luca Di Fiori.

tn andrea oleandri

un’amministrazioneche non trova paceDopo dieci mesi si arriva al secondo rimpasto di Giunta

La vicenda riguarda la gestionedei campi del “Selva dei Pini”

Page 14: Tempi Nuovi - Marzo 2013

Se non sei spaventatoquando entri in un casinò,

o sei molto ricco, o non conosci

abbastanza i giochiterrence “vp pappy” 

14 marzo 2013www.tempinuovi.info

pomezia/ardea

territoriou

na notizia parzialmente buona per il no-stro territorio è arrivata nei giorni scorsi:la sospensione dell'avvio dei lavori dell'in-

ceneritore di Roncigliano. Il cantiere del-l'opera – che sorgerà nel Comune di AlbanoLaziale, al confine con i territori comunali diPomezia e Ardea – doveva partire lo scorso 7marzo ma il Tar, su richiesta del Comune diAlbano, è intervenuto sospendendo questotermine. In attesa di capire se sarà dato o meno ilnuovo via libera all'inceneritore, c'è però unaltro allarme che cittadini, comitati e associa-zioni stanno lanciando. Infatti – questa voltanel territorio di Pomezia - in zona Santa Pa-lomba a breve potrebbe sorgere una centraleper la produzione di biogas.Per un territorio come il nostro che di ele-menti critici a livello ambientale ne ha giàmolti (diverse fabbriche, la discarica diamianto di Valle Caia, la discarica di Ronci-gliano, il futuro inceneritore), di certo que-st’opera non può che rappresentare una nuovafonte di preoccupazione. Eppure non molte persone ne sono al corrente

e, anche quando lo vengono a sapere, nonsembrano disposti a scendere in strada e farsentire il proprio sdegno. All'epoca della costruzione della Turbogas diAprilia - i cui effetti arriveranno anche qui danoi - nella scelta per individuare il luogo dovefar sorgere questa centrale aveva pesato anchela “scarsa reattività sociale” dei cittadini. Una dinamica che avrà sicuramente il suopeso anche a Pomezia e Ardea. Eppure la con-centrazione di così tanti elementi (più omeno) inquinanti di certo non fa bene agli abi-

tanti di queste zone. Ma non solo. Sui nostri territori si continua acostruire, e molto. Ma chi comprerà delle casein località con una concentrazione così alta diimpianti di questo tipo? E a che prezzo sa-ranno vendute?Insomma, la questione dovrebbe interessaretutti. Eppure non solo i cittadini ma anche a livelloistituzionale, i nostri Amministratori, sem-brano quanto meno disattenti.

tn andrea oleandri

RisChiO biOgas a pOmezia

con il termine biogas si intende una misceladi vari tipi di gas (per la maggior parte me-tano, dal 50 al 80%) prodotto dalla fer-

mentazione batterica in anaerobiosi (assenzadi ossigeno) dei residui organici provenientida rifiuti, vegetali in decomposizione, carcassein putrescenza, liquami zootecnici o fanghi didepurazione, scarti dell'agro-industria. L'in-tero processo vede la decomposizione del ma-teriale organico da parte di alcuni tipi dibatteri, producendo anidride carbonica, idro-geno molecolare e metano (metanizzazionedei composti organici).

i vantaGGi:La CO2 prodotta dalla combustione del me-

tano così ricavato permette di pareggiare il bi-lancio dell'anidride carbonica emessa inatmo-sfera: infatti la CO2 emessa dalla combustionedel biogas è la stessa CO2 fissata dalle piante(o assunta dagli animali in maniera indirettatramite le piante), al contrario di quanto av-viene per la CO2 emessa ex novo dalla combu-stione dei carburanti fossili. Ulteriorevantaggio ecologico nell'utilizzo del biogas, èquello di impedire la diffusione nella tropo-sfera del metano emesso naturalmente du-rante la decomposizione di carcasse e vegetali:il metano è infatti uno dei gas-serra più po-tenti ed è quindi auspicabile la sua degrada-zione in CO2 e acqua per combustione.

Gli svantaGGi:Il biogas ha anche molte controindicazioni. Sesi escludono le centrali che sfruttano il biogasprodotto dalla decomposizione di prodotti or-ganici delle discariche, molte centrali a biogas

usano liquami animali combinati con vegetali(nel rapporto di 25 a 75), poiché la resa delbiogas si ottimizza mescolando più tipologiedi prodotti organici. Quindi primo fra tutti,per questo tipo di centrali (il più diffuso), c’èil problema che, per alimentare una centraleda 1 Mw, serve coltivare circa 300ha di ter-reno, terreno che viene ovviamente sottrattoalla produzione di derrate alimentari per l’ali-mentazione umana o animale.Un altro problema è legato ai cattivi odoriemessi dalla fermentazione dei vegetali e/odal liquame associato, che per quanto si vogliaridurre sarà sempre presente. Molte di questecentrali stanno sorgendo lontano dalle zone diproduzione del liquame e vicino alle abita-zione con conseguente pesante disagio per lepopolazioni. Questo comporta tra l’altro unospostamento di migliaia di camion ogni annoall’interno della zona con conseguente au-mento dell’inquinamento. tn a.o.

COs’e’?

La centrale, che dovrebbe lavorare circa 60000 tonnellate di rifiuti l’anno, rappresenta l’ennesimo fattore di preoccupazione in un territorio che presenta diversi elementi di criticità

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eppure, nel nostro territorio la zona di SantaPalomba è sicuramente tra le più interes-santi dal punto di vista ambientale e paesag-

gistico, grazie alla ricchezza di reperti e sitiarcheologici di pregio. Contro l'ennesimo tenta-tivo di adibirla a meta ideale per i rifiuti dellenostre città – sono recentissime le battaglie degliambientalisti contro il rischio dell'apertura delladiscarica di Roma a Quarto della Zorforatella -si sono schierate due importanti associazioni dicittadini, che stanno provando a far sentire lapropria voce contro la messa in atto definitivadel progetto biogas: sia l'Associazione LatiumVetus che il Comitato No Discariche No Incene-ritori hanno presentato, infatti, osservazioni eopposizioni alla Valutazione di Impatto Am-bientale (VIA) richiesta dalla società COGEAS.r.l. per la realizzazione dell'enorme impiantoche dovrebbe lavorare circa 60000 tonnellate diorganici urbani all'anno. Sotto accusa l'impattoambientale e salutistico che deriverebbe dallacostruzione di questa centrale per il trattamentodei rifiuti, che andrebbe ad aggiungersi agli altridue impianti a biogas previsti nel raggio di pochichilometri, quelli di Velletri e di Ariccia: “contialla mano – scrivono da Latium Vetus – i tre im-pianti insieme hanno una capacità di smalti-

mento maggiore del quantitativo di rifiuti orga-nici prodotti in tutta l'area dei Castelli Romani”;strutture che, scrivono inoltre dal Comitato NoDiscariche No Inceneritori, rilascerebbero nel-l'aria emissioni nocive e avvelenerebbero, me-diante il digestato, anche il suolo e le acque.Questioni di primaria importanza in un territo-rio dove sono ancora praticate l'agricoltura e lapastorizia e, soprattutto, dove vivono migliaia dicittadini tra case di campagna e quartieri resi-denziali.E' anche sull'aspetto più propriamente paesag-gistico che l'associazione Latium Vetus richiamal'attenzione, rispetto al quale la costruzione del-l'impianto a biogas non potrebbe che impattaresensibilmente: “La cosa più paradossale e scan-dalosa – denunciano – è dove questo impianto

è stato pensato”, cioè sul terreno che fronteggiaTor Maggiore (di cui vi abbiamo parlato nellospeciale Luoghi Abbandonati del numero di feb-braio): una torre medievale vincolata dal Mini-stero per i Beni Culturali e considerata tra le piùbelle della campagna romana. Quali saranno leconseguenze della costruzione di un impianto diquesto genere, nelle vicinanze di un'area di cosìalto pregio archeologico? “La nostra associa-zione si batte e si batterà perché questo monu-mento venga recuperato e valorizzato, poichériteniamo che tutti i cittadini debbano poterlaconoscere, apprezzarla e in definitiva amarla. E'giusto – domanda l'associazione pometina – chei cittadini debbano rinunciare per sempre allaloro memoria storica e alla loro identità in nomedel profitto? A voi la risposta”. tn martina zancHi

territorio marzo 2013pomezia/ardea 15

cittadini contro la centraleComitato No Discariche No Inceneritori e Associazione Latium Vetus dicono no ad un progetto ritenuto rischioso dal punto di vista ambientale, paesaggistico e della salute

RisChiO biOgas a pOmezia

perplessità rilevanti sul progetto di realizzazione dell'impianto a biogas in zona Santa Pa-lomba sono state sollevate dall'ingegner Renato Curci, Dirigente ai Lavori pubblici del Co-mune di Pomezia, nella seduta del 20 febbraio scorso della Conferenza dei Servizi, presso

la Provincia di Roma. Il Settore Ambiente pometino, mediante una nota depositata agli atti,ha richiesto infatti chiarimenti che riguardano in particolare alcune mancanze – stando al re-soconto redatto dal Dirigente stesso – rilevate nel progetto presentato; in primis quelle relativeall'abbattimento delle emissioni acustiche e odorigene, per le quali mancherebbero rispetti-vamente la relazione e le indicazioni sui sistemi da adottare. Curci ha chiesto integrazioni,inoltre, sulla possibilità urbanistica di realizzare una piattaforma in calcestruzzo – che fungada basamento del biofiltro previsto in progetto – sulla particella catastale a destinazione agri-cola facente parte del terreno di proprietà del soggetto proponente, la società COGEA S.r.l.Ma a sollevare i dubbi più seri è la presenza, nelle vicinanze dell'area, dei serbatoi di idrocar-buri dell'ENI e di Liquigas "che risultano – scrive Curci – evidentemente attività a rischio diincidente rilevante". Una questione su cui il Dirigente pometino ritiene necessario il pareredei Vigili del Fuoco. tn m.z.

il COmuNe Chiede ChiaRimeNti

Page 16: Tempi Nuovi - Marzo 2013

16 marzo 2013www.tempinuovi.infoterritorio pomezia

non c’è pace al Comune di Pomezia. Neigiorni scorsi, infatti, la dirigente del settoreUrbanistica Anna Ferrazzano è stata arre-

stata. La notizia, specie per le ragioni che hannoportato alla misura restrittiva, non può lasciareindifferenti.Ma andiamo con ordine. L’applicazione delle or-dinanze di misure cautelari è stata eseguita daiCarabinieri della Compagnia di Pomezia e, as-sieme alla dirigente dell’Ente, hanno interessatoanche una dipendente del settore Edilizia pri-vata e Gestione del Territorio, un architetto ti-tolare di uno studio tecnico e una suacollaboratrice, tutti indagati per soppressione eoccultamento di atti veri, falsità ideologica com-messa da Pubblici Ufficiali in atti pubblici; reaticommessi in concorso tra loro.L’indagine era partita nel mese di gennaio del2011, condotta dai Carabinieri del Nucleo Ope-rativo e Radiomobile della Compagnia di Pome-zia. A seguito dell’attività investigativa, i militarihanno riferito alla Procura della Repubblica diVelletri delle anomalie riscontrate in atti relativial settore urbanistico, per un rilevante spessoreeconomico, tutti ad appannaggio di uno studiodi ingegneria ed architettura con sede a Roma,

ricostruendo i contatti e le relazioni esistenti tral’U.T.C. del Comune di Pomezia e lo stesso stu-dio tecnico. Il G.I.P. del Tribunale di Velletri hacondiviso l’impianto accusatorio promosso dalPubblico Ministero nei confronti del dirigentedel Comune che, per tramite della segretaria,forniva al titolare dello studio di architetturauna parte delle delibere, così da poterle modifi-care a proprio piacimento prima dell’approva-zione del Consiglio Comunale.Grazie agli elementi acquisiti con intercettazionitelefoniche, perquisizioni e sequestri eseguiti

negli studi professionali e nella sede del Comunedi Pomezia, è stato accertato che i personaggicoinvolti avevano prodotto una falsa proposta dideliberazione avente ad oggetto un piano parti-colareggiato esecutivo (PPE) in variante al pianoregolatore generale (PRG) “Pomezia Centro”,che è stato sostituito a quello originariamenteredatto. Tutto ciò prima che il Consiglio Comu-nale potesse deliberare, in modo che fosse ap-provato il testo sostituito e non quello originale.Per effetto dell’illecita sostituzione, il ConsiglioComunale ha approvato una versione che con-sentiva nel P.P.E. l’edificabilità di circa 10.000mc di volumetria residenziale privata aggiuntivia quelli previsti dalla versione originale. Glistessi autori, poi, hanno soppresso l’atto pub-blico costituito dalla proposta originale di deli-berazione del P.P.E. in variante di P.R.G.“Pomezia Centro”. A seguito dei provvedimentiemessi dal G.I.P. del Tribunale di Velletri, il di-rigente del Comune di Pomezia e il titolare dellostudio di architettura sono stati posti agli arrestidomiciliari nelle rispettive abitazioni mentre leloro collaboratrici sono stati sottoposte al re-gime dell’obbligo di dimora nel comune di resi-denza. tn andrea oleandri

e’ ancora buFera al comuneArresti domiciliari per la dirigente all’Urbanistica e un architetto. Misure cautelari per altri due

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e‘ appena sbocciata ma ha già le idee chiaresul proprio futuro e sul ruolo da svolgerenell’ambito della vita cittadina: “Far cre-

scere culturalmente Pomezia, introdurre unanuova mentalità svincolandoci dagli isolati in-teressi personali delle singole attività”. Questoè il sentimento condiviso dai membri dell’As-sociazione Liberi Imprenditori Pometini, neo-nata realtà collettiva del territorio. Fondata daMassimiliano Brecciaroli (Presidente), Ro-mano Zecchi e Gianni Vita (Vice Presidenti),Adriano Mirabella e Gianni Fioravanti (Segre-tari), apolitica e senza scopo di lucro, si pre-figge di favorire iniziative volte a promuovereed incrementare il commercio locale, collabo-rare con le istituzioni al fine di tutelare gli in-teressi di categoria e quelli del pubblico erisolvere problemi nell’interesse della zona edei suoi abitanti. Un programma ambizioso che promette di es-sere mantenuto dall’entusiasmo e dalla deter-minazione dei suoi creatori. Partecipiamo aduna loro riunione assieme a diversi nuovi affi-liati e percepiamo sin da subito un’atmosferacollaborativa e propositiva in cui ognuno è li-bero di esporre questioni e avanzare progetti erichieste. “L’idea di costituire l’associazionenasce nello scorso autunno” spiegano Vita eMirabella parlandoci dell’origine dell’ALIP,“quando, incontrandoci durante alcuni eventi,si discuteva spesso della situazione. Abbiamosentito la necessità di creare un gruppo di per-sone che lavorasse bene. I nostri scopi nasconoda esigenze imprenditoriali e cittadine e sonoquelli di valorizzare, dare lustro a tutte le atti-vità produttive del territorio e colmare lo scol-lamento tra il Comune e noi. Infattichiederemo a breve un incontro, ci presen-tiamo come primi interlocutori per l’organizza-

zione di eventi. Abbiamo trovato alcuni ostacolinella realizzazione del nostro percorso ma noiandiamo avanti”. Vengono illustrate poi la mo-dalità di tesseramento, i “requisiti ideali” del-l’associato e approfondito il discorso perquanto riguarda il rapporto con gli enti: “Cer-chiamo il diretto coinvolgimento degli interes-sati, vogliamo la partecipazione attiva deinostri tesserati. Per costituire l’ALIP ci siamoautotassati di 50 € a testa. Attualmente pos-siamo contare su circa 200 associati. Propo-niamo il tesseramento gratuito per chi vuole

entrare, anche se tutti hanno deciso di offrirequalcosa. Tutti gli introiti verranno reinvestitinell’organizzazione di eventi. Siamo operativianche a livello rappresentativo e sindacale, nonsolo commerciale. Siamo organizzati per rapportarci con tutte leistituzioni, offriamo rappresentanza per i pro-blemi dei piccoli imprenditori grazie al nostrotesoriere e consulente fiscale Filippo Stanco eal nostro avvocato Nadia Di Domenico”. Si di-scute quindi di futuro, di programmi e appun-tamenti sia ipotetici che concreti: “Dallaprossima riunione inizieremo a presentare lebozze per gli eventi. Si comincia sabato 9 marzocon un’esposizione di auto d’epoca in Piazza In-dipendenza”.

Tra le iniziative proposte dai soci ci sono quelledi dedicare la prima domenica di ogni mese aiproduttori agricoli locali in collaborazione conColdiretti e di allestire un mercatino per bam-bini in cui i più piccoli possano vendere o ac-quistare giocattoli, fumetti e altro. “Vogliamointrecciare la storia della nostra città con quelladelle nostre attività, promuovere i prodotti e letradizioni locali. È nostra intenzione iniziaresin da subito per poi crescere e coinvolgeretutta la città con le nostre feste”.

tn Giampaolo palma

18 marzo 2013www.tempinuovi.infoterritorio pomezia

“Far crescere pomezia”E’ questo l’ambizioso obbiettivo della neonata Associazione Liberi Imprenditori Pometini

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territorio marzo 2013pomezia 19

sul sito del comune, il 13 febbraio 2013, èapparsa una laconica comunicazione dal ti-tolo “Contaminazione della falda acquifera

nel sottosuolo di Pomezia”.All’interno della notizia vi è l’ordinanza num.3del 12/2/2013 del commissario prefettizio Bel-lucci, o meglio ciò che appare come una partedi essa, nella quale si comunica ai cittadini lacontaminazione della falda acquifera del sotto-suolo di Pomezia da parte di solventi clorurati(tetracloroetilene, tricloroetilene e alluminio).La zona citata viene indicata come “l'area indu-striale di Pomezia al confine con il limite am-ministrativo comunale di Roma che, seguendol'andamento piezometrico della falda, ricom-prende anche le zone industriali di via TitoSperi, via Naro e via Campobello a cavallo dellaStrada Regionale 148 “Pontina" e la zona indu-striale in prossimità dell'incrocio via Lauren-tina/via Castelli Romani, fino a via Solforata(ex Cava di Zolfo). Un altro spot di intensa con-taminazione è rilevabile nell'area industriale diSanta Palomba”, utilizzando una qualunquepiantina del nostro territorio è facile compren-dere la potenziale estensione del danno.In calce alla comunicazione, il comune informache “E' importante sottolineare che la linea del-l'acquedotto (acqua potabile) che serve le abi-tazioni dei cittadini residenti nel bacinodell'area contaminata non è in alcun modocoinvolta nella problematica.”Sul sito altro non v’è, nonostante la fragorosasilenziosità della notizia.Praticamente, il comune informa che la faldaacquifera sottostante parte del territorio è in-quinata da sostanze chimiche senza riferirne ivalori letti e quelli di riferimento e limitandosia “comunicare” che il problema si ridurrebbead un controllo dei pozzi esistenti dove ven-

gono emunte acque per il consumo umano. Ov-viamente, si fa riferimento ai pozzi regolar-mente denunciati con controllo a carico deiproprietari.E’ evidente come una comunicazione di questotipo lasci troppo spazio a tutta una serie di pos-sibili interpretazioni, con conseguente rischiodi strumentalizzazione del problema o, nellapeggiore delle ipotesi, di speculazioni che po-trebbero causare un grave danno all’economiadel territorio, sia per le tante produzioni agri-cole presenti nel nostro comune che per laprossima stagione turistica.Sarebbe opportuno che il comune chiarisca alpiù presto, eventualmente, anche con il sup-porto delle associazioni ambientaliste più rap-presentative, i punti salienti della vicenda,

specificando meglio quanto comunicato, so-prattutto in merito alla metodologia d’indaginee, conseguentemente, ai risultati trovati inmodo da poter avere un quadro di lettura delfenomeno.Le sostanze citate nell’ordinanza, infatti, incaso di superamento dei limiti ammessi dallalegge, possono risultare dannose per l’am-biente e sempre nell’ordinanza viene citato cheil quadro complessivo lascia presupporre un“inquinamento esteso di tipo storico” comuni-cando, inoltre, che “non è possibile indivi-duarne i soggetti responsabili”.Altre volte sul nostro giornale ci siamo occupatidei Beni Comuni, di cui l’acqua fa parte. L’ac-qua è fonte di vita. Proprio in un territoriocome il nostro, nato con una vocazione agri-cola, ciò è doppiamente vero. E’ fondamentaleche la nostra acqua venga adeguatamente tute-lata e preservata, poiché l’aggressione all’am-biente a come vittime tutti noi. tn Filippo rossi

Falde acquifere inquinateSolventi clorurati alla base della contaminazione. Il Comune interviene con un’ordinanza

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pomezia20 marzo 2013www.tempinuovi.infoterritorio

...ma non di libri! Una critica (costruttiva) per un luogo di fondamentale importanza

la biblioteca scoppia...

la Biblioteca è uno dei punti di riferimento culturale del territorio.Come tante opere pometine soffre nel non avere una data di nascitae una paternità certa, stante le sue diverse inaugurazioni, a partire

da quella di Zappalà sino a quella vera di Scimè e Avallone, il 21 di-cembre 2005. A questo punto, come data di nascita è più bello pensare a quella incui un ragazzo di Pomezia per la prima volta entrò, 7 anni fa, in quelnuovo edificio per leggere e prendere in prestito il primo libro, ini-ziando così il suo personale rapporto con la cultura e la conoscenza.Erano giornate effervescenti per Pomezia. Si riapriva la Torre Civicacome spazio espositivo, nasceva il Museo, s’iniziavano i lavori del Tea-tro e, più importante fra tutte le iniziative, partiva l’Università. Di tuttociò resta testimonianza, come per il Museo e la Biblioteca, di fattori dipromozione del territorio; per quanto riguarda il resto, lascio a voi ilcommento.E’ evidente però che anche per quanto riguarda le cose fatte bene,come nel caso della Biblioteca, un’amministrazione non può fermarsialla mera contemplazione di ciò che di buono è stato fatto o limitarsialla manutenzione ordinaria ma deve indirizzare la programmazionedel suo sviluppo. Negli anni, infatti, il numero di presenze è andato sempre crescendo,connesso con la crescita della popolazione e del livello di scolarizza-zione dei ragazzi. Ciò è abbastanza chiaro aggirandosi per il patrimo-nio di testi dove, affianco al vetusto nucleo iniziale di letteratura, èevidente che la maggior parte del patrimonio di recente acquisizioneriguarda opere e saggistica destinata all’istruzione universitaria. Di-verse sono state anche le donazioni di privati che però non possonosupplire a una attività di acquisizioni mirate collegata alle esigenze

degli studenti e alle particolarità storico-culturali del territorio. Pur-troppo, gran parte delle richieste di ampliamento del patrimonio re-stano solo proposte d’acquisto, risolte in parte, nel caso dei testiscolastici, attraverso i prestiti interbibliotecari.Altro fenomeno evidente è che da diverso tempo la Biblioteca si è tra-sformata in una sorta di area studio collettiva diventando, suo mal-grado, una sorta di ritrovo della popolazione studentesca, cosaindubbiamente bella ma che satura completamente tutti gli spazi a di-sposizione, anche quelli non specificatamente destinati alla lettura.La Biblioteca, quindi, sta scoppiando? Nelle fasce pomeridiane, a volte,sembrerebbe di sì e non per il numero di volumi. Certo è che anche gliorari di apertura sanno un po’ di stantio doposcuola o di “ricovero alcoperto” e non solo per i ragazzi dato che, piuttosto emblematica-mente, l’unico giorno in cui una persona che non è uno studente o unpensionato potrebbe usufruire della biblioteca, cioè il sabato, è chiusa.Chissà come sarebbe aprire e chiudere mezz’ora dopo, chiudere mezzagiornata il mercoledì e tenere aperto il sabato mattina? Ai cittadinil’ardua sentenza!Scriveteci sulla pagina Facebook di TempiNuovi, indicandoci, tra lemodalità proposte, quella più vicina alle vostre esigenze. Sarà nostracura indirizzare al dirigente comunale i risultati del sondaggio.

tn antonello serani

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territorio marzo 2013 21viAGGio nei lUoGHi abbaNdONati

tra memoria ed errori

le parole di Diderot non lasciano adito adinterpretazioni fumose, le rovine sono unostrumento patetico, capace di muovere al

sentimento e alla riflessione sia nella dimen-sione trascendente, come nel caso dell’autorefrancese, sia in quella immanente, nella fatti-specie quella dell’Ubi sunt?(dove sono?) tantocara al Leopardi, che sottolinea l’inconsi-stenza del concetto stesso di durabilità in ri-ferimento non solo alle cose, ma anche alle

persone. Naturalmente la sensibilità delRomanticismo è oramai lontanissima e nontrova spazio nel mondo contemporaneoche a causa delle devastazioni consumatetra le due guerre non si rivolge più alla co-struzione con il preciso intento di interro-garla, al contrario la limita al ruolo di puratestimonianza del passato, oramai senzavita, utile soltanto a far crescere un senti-mento perturbante; come nelle opere diGuttuso o Picasso dalle quali trapela sol-tanto la paura per l’inspiegabile ed immo-tivata autodistruzione del conflitto. Questo è il preciso intento di tale spazio,

tornare ad interrogare le edificazioni che piùnon ci appartengono, nel tentativo di capire inostri errori senza cancellarli, bensì donandoloro nuova vita.Esemplificazione delle parole sin ora dette èun insieme di costruzioni che si stagliano nelmezzo della piatta e chiarissima campagnanella zona di nuovissima cementificazione: Vi-cerè.In una traversa di via di Torvajanica Alta sor-

gono i resti di quella che presumibilmente èstata un’azienda agricola, dotata di stalle, silosed alloggiamenti ora completamente consu-mati dall’oltraggio del tempo e dell’incuria.Grandi insiemi ordinati d’acciaio, un tempocapaci di sorreggere i tetti ora scomparsi, di-segnano nel cielo intrecci scompigliati escarni, danzanti linee che fanno dimenticareil peso della struttura.Ruggine e vegetazione hanno decretato unosconfitto, oramai soltanto capace di inchinarsial dominio incontrastato della natura la qualedi volta in volta viene ferita superficialmentedai rifiuti più o meno grandi che vengono quiabbandonati . Non c’è odore né alcun rumore, qui si respirasoltanto la fredda ed inveterata abitudine dinon porre rimedio ai propri errori, ai quali sicrede penserà l’azione devastatrice del tempoil quale però in questi casi non lenisce alcun-ché , anzi ferisce i nostri occhi, lasciandocinella illogica e soffocante sensazione di sgo-mento.

tn nicolaY porrelli

Viceré: la riqualificazione urbana abbandona ai rifiuti e al degrado scorci del passato

viAGG

io ne

i lUo

GHi

abbaNdONati

]le idee che le rovine destano in me sono grandi.tutto si annienta, tutto perisce, tutto passa.il mondo soltanto resta. il tempo soltanto dura.

Diderot

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Cultura è ciò che rimane quandociò che è stato appreso

è stato dimenticato.burrhus Frederic skinner

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CUltUremarzo 2013

www.tempinuovi.infoculture tor san lorenzo

il rap per esprimersi

sweet Dreams. Partire da un sogno per poterfar sentire la propria voce, per poter far ca-pire agli altri quello che è un senso di disa-

gio profondo nei confronti della società. Daquesto pezzo, Sweet Dreams appunto, dedicatoalla scomparsa di Carlo Alberto de Paolis,nasce un progetto discografico dal titolo “StreetAlbum, Puro Odio”. Il disco, realizzato in ap-pena un mese dai due giovani rapper di TorSan Lorenzo, Kenta e Waster, è stato prodottoda Luigi De Paolis e dalla Fondazione Carlo Al-berto, unendo vari soggetti tra cui la 4th Streetdi Lavinio, Gilberto Paglino (in arte “Gil-Gil”)per il mixaggio e la masterizzazione, AndreaBasso della Soul Graphic nonché la Duplico CdClick per la stampa e l’impaginazione.

Caratterizzato sin dal titolo da un’aperta con-testazione verso la società, verso il non sensodella vita di provincia che spesso, per non diresempre, offre poco o nulla ai giovani che vi ri-siedono, vede Kenta e Waster cimentarsi in unrap duro, aggressivo e portare avanti quellache, iniziata circa un anno e mezzo fa, è oggi di-venuta qualcosa in più di una semplice pas-sione.Luigi ha voluto fortemente appoggiare il sognodegli amici di Carlo. «Tutto nasce dalla volontàdi unire il ricordo di mio figlio al contesto gio-vanile di cui faceva parte» afferma «ho volutosposare il loro progetto dato che troppo spessole attività sociali e giovanili non trovano il do-vuto sostegno da parte delle istituzioni e della

comunità di cui fanno parte. Insieme sono natevarie iniziative che siamo sicuri proseguirannonell’interesse mio, dei ragazzi e di mio figlio». Proprio durante la presentazione del cd, avve-nuta la sera del 23 febbraio con la presenza diRude dei Flaminio Mafia, gentilmente offertosiper appoggiare attivamente ulteriori iniziativedi questo tipo, la partecipazione di molte per-sone ha dato coraggio e fiducia per proseguirenel cammino intrapreso. Alla realizzazione di un video musicale che avràcome leitmotif la realtà locale, seguirà ora lapubblicazione di un nuovo lavoro già in can-tiere presso il Box34 di Roma, dal titolo “PuroOdio, Street Album vol.2”. Un mix tape a cuicollaboreranno vari artisti del territorio e non,ampliando la partecipazione per la realizza-zione artistica del nuovo album in uscita trapochi mesi. «Frequentando gli amici di mio fi-glio ho scoperto un mondo che non conoscevoe che ho voluto portare in superficie per elimi-nare quello spazio invisibile che separa i ra-gazzi dal mondo degli adulti e delle istituzioni.Vorrei sensibilizzare la comunità di questopaese per far comprendere quanto i ragazzi co-stituiscano una risorsa da abbracciare e dallaquale ripartire con forza». Tutto questo, ag-giungo io, grazie a Carlo Alberto e a tutti quelliche gli hanno voluto, continuano e continue-ranno a volergli un bene infinito. tn ilario rea

Kenta e Waster con la loro musica contestano la società e il non senso della vita di provincia

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culture marzo 2013pomezia/ardea 23

eccoci nella sala prove dei 3 Weeks Warning a Pomezia (nati tutti etre nell’arco di tre settimane). La band nasce nell’aprile del 2012con l’arrivo di Riccardo, alla voce e al basso, a completare il progetto

ideato da Bruno (studente d’ingegneria di Pomezia) e Cesco (operaiospecializzato di Pomezia), rispettivamente alla chitarra e alla batteria.Una grande intesa tra i tre giovani che nel giro di pochi mesi esordsconoa "La Lucciola e La Luna", guadagnando un ottimo riscontro da partedel pubblico presente.Il vostro genere musicale è una novità per i giovani e non piùgiovanissimi nella zona di Pomezia e dintorni, come lo defi-nireste?

La nostra musica non segue canoni prestabiliti, ci impegniamo a met-tere insieme le nostre idee per creare pezzi inediti, esprimendo le nostreidee, i nostri pensieri, senza preoccuparci di essere troppo diretti omeno. volendoci "etichettare" si può dire che suoniamo punk hardcorecantando, e contestando temi sociali.Avete in mente progetti a "breve termine"?Stiamo lavorando qui in sala all’autoproduzione del nostro primo ep lacui uscita è imminente, che distribuiremo in modo gratuito durante ilive e sarà scaricabile via internet con il titolo "Three", che sarà il primodei tre cd che seguiranno, rispettivamente con il titolo "Weeks" e "War-ning". Insieme andranno poi a formare il nome del gruppo.Quando potremo vedervi dal vivo prossimamente?Il 17 marzo ci esibiremo al centro sociale Spartaco di Roma nel festival"hc matinè”. Questa tappa rappresenta un passo importante e poterloraggiungere a distanza di meno di un anno dalla nascita del gruppo èper noi fonte di grande soddisfazione e orgoglio. Suonare in uno degliambienti chiave del nostro genere sarà sicuramente emozionante e pro-duttivo. Il 6 aprile suoneremo nuovamente a La Lucciola e La Luna inun serata dedicata al nostro genere.3 Weeks Warning sono: Francesco Cassano alla batteria, Bruno Brida-rolli alla chitarra, Riccardo Piccione alla voce e al basso.

tn evanGelos voutos

presto l’ep dei 3 WeeKs WarninGIl gruppo punk hardcore si racconta tra serate dal vivo e i prossimi progetti in studio

una profonda passione per il teatro, un im-pegno costante e una sincera amicizia.Questi sono gli elementi che accomunano

l’associazione culturale “I Fabbricattori”, nataall’incirca un anno fa da un gruppo di allievidella poliedrica scuola Artès, diretta dalgrande Enrico Brignano. Il primo spettacolo teatrale scritto interamentedai ragazzi, “Anche i santi giocano a poker”, èandato brillantemente in scena al Teatro Eu-ropa di Aprilia e, passando per Rocca di Papail 24 marzo approderà al Teatro Tirso di Mo-lina dal 3 al 28 Aprile. La commedia racconta le vicende di una tran-quilla famiglia la cui stabilità viene brusca-mente sconvolta da eventi inaspettati in unacornice vivace, ricca di equivoci e colpi discena. Mario (Pasquale Bertolucci) giovane di-

soccupato, vive con il nonno sfruttandone pen-sione ed appartamento. Presto però la scena sianima di un ritmo incalzante, alterata daeventi inaspettati, imprevisti, stravaganti eparticolari che hanno inizio con l’arrivo di En-rico (Enrico Patella), fratello maggiore diMario, produttore di bare e indissolubilmentededito, senza successo, al “vizio” del poker. Laperdita, all’oscuro di Mario, di metà dell’ap-partamento ereditato dal nonno giocandolo altavolo verde, dà inizio ad un divertentissimosusseguirsi di situazioni paradossali e coinvol-genti in cui la famiglia, aiutata da Michele il“guardiano del palazzo” (Michele Marra) e dalpiccolo Bartolomeo (Marco Todisco), figlio delmedico dello stabile, dovrà confrontarsi siacon le pretese di Antonio (Alessio Moneta), ri-scossore del debito contratto da Enrico, sia con

due loschi strozzini, egregiamente interpretatida “Er Caccola” (Lorenzo De Luca) e Magno(Mattia Pallante). Il malore di Antonio darà lospunto per l’attuazione di uno stratagemmache si rivelerà pieno di sotterfugi, colpi discena e simpatia.La rappresentazione che, grazie anche alla sa-piente regia di Maria Letizia Gorga, soddisfapienamente le aspettative del pubblico, intrat-tenendo ad un ritmo incalzante e coinvolgentela platea per più di due ore, è la prova evidentedi un lavoro costante ed attento. La passioneper le arti teatrali e l’esser direttamente coin-volti non solo come attori ma anche come au-tori, sceneggiatori e scenografi, testimonia laprofessionalità, la passione e la brillante resaartistica di uno spettacolo da non lasciarsiscappare! tn ilario rea

“ancHe i santi Giocano a poKer”In scena il primo spettacolo scritto dagli attori dell’associazione culturale “I Fabbricatori”

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24 marzo 2013www.tempinuovi.infoculture pomezia

come la conformazione della costellazione dacui prende il nome, l'associazione AssoPle-iadiArte si colloca sotto il segno dell'aper-

tura. Si tratta, innanzitutto, di un'apertura dicarattere cuturale e sociale, come è stato evi-dente nella mostra che si è svolta lo scorso 9 e10 marzo nella Torre civica di Pomezia, dal titoloLuci e colori della Libia. Nata lo scorso anno, lamanifestazione ha visto l'incontro tra artisti piùconosciuti a livello internazionale e pittori asso-ciati, prima fra tutte Boba Intisar. Pittrice di ori-gine libica, è stata anche nella scorsa edizioneportavoce della commemorazione della libera-zione della Libia, di cui ha mostrato attraversola tela suggestioni e ricordi. Il progetto artisticoha visto anche il coinvolgimento dell'Amba-sciata Libica in Italia, nell'ottica di favorire il di-scorso di integrazione tra cittadini italiani elibici, un'integrazione che non si configuri comeassimilazione, ma che preveda piuttosto che ilbagaglio di storia e tradizioni del Paese di ori-gine costituisca un arricchimento per il Paese incui si è deciso di vivere. La convinzione su cui sibasa l'intera mostra ha carattere duplice; da unlato si tratta dell'universalità dell'arte, espressa

anche attraverso la costituzione di una rete chetestimoni l'esistenza di una fratellanza tra arti-sti, provenienti sia dai territori dell'hinterlandpontino e romano che dall'estero. D'altra partel'associazione si impegna a favorire l'espressionepittorica intesa proprio come ricerca di un belloche sia innanzitutto comunicativo "l'atto crea-tivo è un'operazione di espressione individuale"ci racconta Paolo Sommaripa, direttore dell'as-sociazione "per questo la AssoPleiadiArte èaperta ai giovani artisti, che intende supportareanche a livello fisico, con esposizioni dedicate".Proprio nell'organizzazione di mostre, si collocala vocazione di AssoPleiadiArte, che nel maggio2012 ha curato la terza edizione della Biennaled'arte. Prossimamente due sono gli appunta-menti da tenere a mente. Il primo sarà a maggioe prevede l'esposizione di 30 dipinti ispirati daaltrettante poesie. La partecipazione è libera pergli associati, quindi per gli aspiranti pittori, puòessere un'occasione da non perdere. Sarà invecededicata all'astrazione la mostra che vedrà laluce il prossimo ottobre, a ribadire l'importanzadi un discorso emozionale strettamente con-nesso all'atto creativo. L'associazione guarda

anche al futuro: "ci piacerebbe abbellire Pome-zia con pannelli realizzati da artisti locali, maanche che ci sia una bellezza a livello paesaggi-stico, con una maggiore attenzione alla flora: ilverde non dovrebbe essere limitato solo alla su-ghereta", continua Paolo Sommaripa. Chi è in-teressato, può trovare contatti e informazionisul blog pleiadiarte.blogspot.it.

tn cecilia prati

l’arte della libia in mostraL’iniziativa delle Pleiadi, attraverso l’arte, nel segno dell’apertura culturale e sociale

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inFo aziende 25

un nuovo modo di Fumaremarzo 2013

da sabato scorso, per tutti gli amanti del fu-mare, c'è un nuovo modo – e negozio – perfarlo: I love Smoking. Aperto in via Roma

115 lo store è specializzato nella vendita di si-garette elettroniche, liquidi e tutti i relativi ac-cessori.Scegliere la sigaretta elettronica ha molteplicivantaggi, innanzitutto per il fumatore che nelfumare non inala catrame e altre sostanze can-cerogene presenti nelle sigarette “tradizionali”.

La stessa nicotina, a seconda dei liquidi scelti,può essere presente in piccole percentuali o to-talmente assente. Ma non solo per il fumatoreci sono vantaggi. Infatti la sigaretta elettronicanon producendo fumi da combustione nondanneggia i propri figli e chi in generale sta at-torno al fumatore. Inoltre, proprio l'assenza ditali fumi rende possibile fumarla dappertutto.Altro vantaggio, da non sottovalutare – special-mente in tempi di crisi –, è quello per il porta-

foglio. Infatti fumare una sigaretta elettronicaporta un risparmio dell'80% rispetto al fumoclassico.Insomma, i motivi per provare e passare alla si-garetta elettronica ci sono. Non vi resta che recarvi da “I love smoking” dallunedì al sabato, dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle20, sedervi con lo staff del negozio e abbando-narvi a questo nuovo modo di fumare, pro-vando tutti i gusti a vostra disposizione. tn

I numerosi vantaggi della sigaretta elettronica. Scopriteli nel nuovo store I Love Smoking

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Che tu possa incontrarela vittoria e la sconfitta,

e trattare queste due bugiardecon lo stesso viso

Rudyard kipling

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SPortmarzo 2013

www.tempinuovi.infopomezia

sabato 2 marzo presso Spazio Durango èstato presentato il Tai Chi Chuan, artemarziale e metodo terapeutico per il be-

nessere psico-fisico, che ha aperto il ciclo diincontri dell’iniziativa “Incontriamoci natu-ral-mente”. Disciplina dalle proprietà tera-peutiche, riconosciute ed esaminate dallamedicina moderna, il Tai Chi Chuan sta otte-nendo sempre più successo in tutto il mondocon centinaia di studi effettuati negli ultimianni. La presentazione a Spazio Durango èstata di Paolo Di Marco, insegnante pressoDAO - Discipline e Arti Orientali, e MasterDing Academy di Roma, a cui rivolgiamo al-cune domande per far conoscere meglio que-sta disciplina soprattutto al neofita chevolesse iniziare a praticarla. Cos’è il Tai Chi Chuan e quali sono isuoi benefici per la salute?Il Tai Chi Chuan è nato in Cina secoli fa e si-gnifica letteralmente ‘boxe del supremo mo-vimento”. Fa parte del ramo delle arti marziali‘interne’, che si distinguono da quelle ‘esterne’per il diverso uso che si fa del corpo. La po-tenza dei colpi e la velocità dei movimenti nonvengono dall’irrobustimento dei muscoli, madal ‘Chi’ o energia vitale, come la chiamano icinesi: attraverso gesti lenti e rilassati è pos-sibile sviluppare questa energia e preservarne

qualità e quantità. La pratica, oltre a facilitarela respirazione, favorire la diminuzione diansia, nervosismo e insonnia, ha anche bene-fici a livello fisico per la pressione arteriosa,il mal di schiena, la menopausa, l’osteopo-rosi, il miglioramento del sistema immunita-rio e le disfunzioni cardiovascolari,permettendo all’individuo di raggiungere unostato di equilibrio e una maggiore fiducia nelleproprie forze. Come agisce Il Tai Chi Chuan su chi lopratica?Il Tai Chi con la sua sequenza di movimentilenti e circolari, ma complessi consente di per-cepire ogni parte del corpo e riconoscere cosìle tensioni muscolari e le cattive abitudini po-sturali, per allentare le prime e correggere leseconde. Per facilitare la pratica vengono pro-posti, oltre alle sequenze di movimento, ancheun set di esercizi taoisti (Dao Yin) specifici peril riallineamento posturale e scioglimento, ealcune posizioni statiche di “Chi Kung” perl’accumulo energetico, focalizzazione mentalee incremento della volontà. Per contatti e informazioni sui corsi rivolgersia:Paolo Di Marco cell.327 3042998mail: [email protected];web:www.associazionedao.org. tn marina landolFi

enerGia e benessereIl Tai Chi Chuan, attraverso una serie di gesti lenti, rilassati e circolari, favorisce l’allentamento delle tensioni portando benefici a livello psico-fisico e posturale

si narrà che attorno al 1200, un monacodel monte Wudang, Chang San Feng, os-servando un combattimento tra un ser-

pente e una gru, arrivò alla conclusione che ilrettile aveva la meglio perché più sciolto e piùconcentrato. Il monaco, che praticava il KungFu, sostituì allora la forza che usava nella suaarte marziale con la flessibilità e l’armonia in-teriore. Ma è nel 1800 che il Tai Chi Chuan‘esplode’ in Cina, con la versione di Yang LuChan che però ne accentuò l’aspetto fisico ri-spetto a quello meditativo. tn m.l.

la leGGendadelle oriGini

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marzo 2013 27

e’ ancora Ilenia Draisci a infiammare il tifodegli appassionati dell’atletica nostrana.Dopo l’eccezionale vittoria ai Campionati

italiani assoluti indoor di prove multiple daparte di Laura Rendina (ne abbiamo parlatonello scorso numero), febbraio è stato il mesedella giovane sprinter allenata da Maura Cossoe cresciuta nel vivaio dell’Atletica Pomezia. Ile-nia ha infatti piazzato un’ottima performance

nei 60 metri piani ai Campionati Italiani asso-luti che, con il nuovo record personale di 7”37,le ha prima fatto vincere l’argento – precedutasolo dall’atleta delle Fiamme Azzurre AudreyAlloh: stesso tempo della Draisci ma prima alfotofinish – e le ha poi permesso di staccare ilbiglietto per i Campionati Europei indoor diGoteborg, tenutisi nella città svedese dall’1 al 3marzo scorso. Nonostante il titolo italiano sfumato propriosul traguardo Ilenia - che nella manifestazionenazionale ha vinto anche l’oro nella staffetta4x200 - si era dichiarata soddisfatta della pre-stazione, che l’ha vista abbattere l’ostico murodei 7”40 piazzando ben due record personalinei tre turni di gara. Convocata agli Europeidalla Federazione, sebbene non avesse vinto iltitolo nazionale, Ilenia si è ben comportatanella manifestazione continentale che l’ha vistaprotagonista - insieme alle “colleghe” velocisteAlloh e Hooper - di una competizione duris-sima tra professioniste di altissimo livello. Con il tempo di 7”41 la Draisci non è riuscita acentrare l’obiettivo semifinale, da cui è stataesclusa per un solo centesimo di secondo, e acui, tra le italiane, ha avuto accesso solo l’italo-ivoriana Alloh con il tempo di 7”30 (terza pre-stazione italiana di sempre). Lo sguardo peròva già alla stagione estiva, ricca di impegni inazzurro, che vedranno Ilenia sicura protagoni-sta tra le stelle della velocità. tn martina zancHi

sport pomezia

enerGia e benessere

draisci: inverno da soGnoPrestazioni stellari per l’atleta di Pomezia, che centra l’obiettivo Europei con tempi da record

bottino di tutto rispetto per la New LineAgepi Sis ai Campionati italiani di catego-ria di nuoto pinnato, tenutisi lo scorso

fine settimana a Lignano Sabbiadoro. Ben 14le medaglie vinte dagli atleti della società po-metina: tra loro la "certezza" del pinnato De-bora Chiarello che, senza troppe difficoltà, hapiazzato tre titoli italiani (200, 400 e 800 np)oltre all'argento nei 50np e il quarto posto nei100np di 3^ cat. Per la giovane nuotatrice èarrivato anche l'oro nella staffetta 4x100np,ottenuto insieme alle compagne Dirkmaat,Carrieri e Barelli. Protagoniste dei Campio-nati sono state anche l'esordiente ValentinaMogetta, con il secondo posto nei 200 pinnedi 1^ cat e il terzo nei 50 e 100; Chiara To-massi, argento nei 200 e 400 np di 1^ cat; Fa-rida Dirkmaat, seconda nei 50np e terza nei50 apnea senior e, infine, Veronica Carrieribronzo nei 50 e 200 pinne senior.

tn marina landolFi.

neW line a suon di medaGlie

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da sapere, da vedere, da leGGere, da capire, da ascoltare, da amare

una donna sa come si fa. Non è uno stereo-tipo appeso su una stampella di ferro dellatintoria. Prende tra l’indice, il medio e il

pollice il suo nuovo rossetto rosso e se lo stendeperbene, senza essere perfetta. Fa cento coseinsieme e non le sbandiera spavalda e, se nonle fa, non si critica e sorride e non si riduce adun luogo comune. Non corre più e va a unritmo tutto suo che non è corsa, né lentezza: vail giusto, il giusto per sé. Non abbina più lacinta alle scarpe, né le scarpe alla borsa, né laborsa alle calze e, se indossa calzini, sono rigatial tatto e verdi all’olfatto. Mangia carbonarauna volta a settimana e nutella quanto basta.Ama più di una persona insieme senza faretroppe verifiche e senza svilirsi, perché quel-l’amore è un concetto universale. Riceve e nontrattiene. Donando, riceve. Non dice che BabboNatale non esiste: se lui ritarda, lei si mette uncappuccio rosso e la barba bianca e due goccedi profumo al pino. Va in bici con caschetto egonnellina e guida la macchina con pinne e ma-schera. Si specchia facendosi pesantissime pa-ternali a voce alta, per evitare di farne agli altri.Ti siede accanto in silenzio mentre piangi estrilla e salta se tu sei felice. È un po’ eliocen-trica e un po’ no. Dice genio quando si rivolgeal maschile e genia quando si rivolge al femmi-

nile, senza badare alla noia delle correttezzegrammaticali. Se si annoia, si annoda ciocchedi capelli e pensa a cosa si cucinerà per cena.Apparecchia per uno come se fossero dieci, perdieci come fosse sola.Parla di sé con coraggio e degli altri con genti-lezza. Legge anche i fumetti, non solo Proust eJung. Si lecca le lacrime con ingordigia, perchéil loro sapore è amaro come la cicoria, che èbuona, anzi buonissima. Usa i superlativi comele salviette umidificate e le salviette umidificatecome i superlativi. Quando esce con le amichenon sembra mamma e quando fa la mamma

non sembra amica: sa essere tutto e l’oppostodi tutto, senza mischiare i tempi e perdersi gliattimi per strada: è una moltitudine, una lucebianca che, incontrando un prisma, si rifrangein mille colori. Va di corpo una volta al giornoo un giorno sì e uno no, poi semmai ricorre aduna tisana all’aglio ripassata in padella con olioe peperoncino. Starnutisce con la mano davantialla bocca. In mancanza di mani libere ci piazzaun piede, nudo e con lo smalto. Si concede unregalo al giorno, ma i soldi non c’entranoniente.Partecipa come se stesse amando, perché perlei la partecipazione è un sentimento. Non satutto e neanche niente: sa il giusto per impa-rare un’altra nuova cosa al giorno, massimoogni due. Sbuffa senza sputare, è un po’ stre-ghetta che vola sulla scopa, un po’ fatina sultappeto volante. Non cade, più o meno.Poco si fida di chi non risponde ad una do-manda e lei risponde sempre, anche se con unabugia, ma comunque risponde (dice che infondo la risposta per definizione può essere ve-rità o bugia).Una donna sa come si fa. Sa come tirare fuoriil coraggio per essere una voce fuori dal coro elo fa senza altri attributi se non l’aggettivo di sestessa. tn

paroledi copertina UnA DonnA

le parole dibarbarabussolotti

SA CoMeSi FA

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Stéphane Hessel è deceduto alla fine del febbraio scorso,dopo aver attraversato una guerra mondiale e una depor-tazione nel campo di concentramento di Buchenwald.Scrittore e diplomatico francese (ma di origini ebree e di

nascita tedesca) lascia con le sue opere la testimonianza di unimpegno politico e sociale totalizzante, che affonda le radici neimovimenti della Resistenza francese, di cui fece parte. Hesseldimostra fino all’ultimo di essere un intellettuale lucido e coe-rente. Partecipa alla stesura della “Dichiarazione universale deidiritti dell’uomo”, sposa la causa palestinese, e pur essendoebreo promuove il boicottaggio dei prodotti israeliani.

Indignatevi! è un pamphlet scorrevole divenuto in poco tempo un best-seller mon-diale. Poche pagine che colpiscono in viso come uno schiaffo a mano aperta, pagineche lasciano un segno forse indelebile più che sulla pelle direi nell’animo e nella co-scienza di chi legge. Giustizia, diritti sociali, uguaglianza, sono questi i punti intornoai quali l’autore disserta, mettendo da parte ogni retorica e ogni ipocrisia. Pagine po-tenti, quelle di questo piccolo pamphlet, così potenti da dare vita nel giro di un annoal movimento 15-M, movimento oramai noto a tutti con il nome di Indignados, chesi è diffuso nel mondo a partire dalla Spagna. Dunque sono pagine in grado di risve-gliare coscienze oramai addormentate, queste di Hessel, ed è questo il grosso meritodello scrittore, perché è proprio qui che la scrittura acquista un senso e che l’intellet-tuale (qualunque cosa sottintenda questo sostantivo oramai così abusato) svolge ilsuo ruolo. In seguito a Indignatevi! è da consigliare anche la lettura di Impegnatevi!,pamphlet in cui Hassel esorta i popoli (a partire dai giovani) ad agire (perché indi-gnarsi non basta) e a costruire un mondo migliore. tn

BooKSil fu mattia balzac la libreria critica

di enrico miceli

senza dubbio una delle band più rivoluzionarie dellastoria del rock, i Ramones si formano nel 1974 a Fo-rest Hills, New York, intorno a Joey Ramone (vero

nome Jeffry Hyman), Johnny Ramone (John Cum-mings), Dee Dee Ramone (Douglas Colvin) e TommyRamone (Tom Erdelyi). Suoni semplici ma poderosi,rock’n’roll radicale, canzoni a tre accordi eseguiti conchitarra basso e batteria e un look da ragazzi di strada,i quattro newyorchesi sono riconosciuti come i primi emaggiori responsabili dell’evoluzione del fenomeno‘punk’. I quattro diventano subito protagonisti delle se-rate del CBGS’s, il celebre locale che tiene a battesimola scena punk newyorchese e nel 1976 pubblicano il loroalbum d’esordio omonimo. Brillante, essenziale e irri-verente, ‘Ramones’ contiene quattordici brani che rive-lano influenze di surf music rivisitate con devastanteenergia. Dopo ‘Leave Home’ (1977), ‘Rocket To Russia’(1977) completa una sorta di trilogia e rappresenta ilmagistrale consolidamento del loro sound diventando,nell’anno ‘ufficiale’ della nascita del punk, il verbo diun’autentica rivoluzione musicale. Con il quarto album‘Road To Ruin’ (1978), che vede l’arrivo alla batteria diMarky Ramone (Marc Bell) al posto di Tommy, la bandcomincia ad ammorbidire il proprio sound, introdu-cendo ballate acustiche e assoli strumentali. Il 1979 èl’anno di ‘It’s Alive’ splendido testimone della freneticaattività live di questo periodo e di ‘Rock’n’Roll HighSchool’ colonna sonora del film omonimo che li vedeprotagonisti. I due album che seguono ‘End Of The Cen-tury’ (1980) e ‘Pleasant Dreams’ (1981), confermano ilparziale cambiamento di prospettiva in direzione ‘pop’.Nel corso degli anni ’80, la band alterna momenti in cuiaccusa ripetitività e carenza di inventiva a improvvisi ebrillanti lampi compositivi. Testimoni di questa alter-nanza sono ‘Subterranean Jungle’ (1983), ‘Too ToughTo Die’ (1984), ‘Animal Boy’ (1986) e ‘Halfway To Sa-nity’ (1987). Nel 1989 esce ‘Brain Drain’ decimo albumin cui spicca ‘Pet Sematary’, brano principale della co-lonna sonora dell’amonimo film di Stephen King. Il la-voro successivo ‘Mondo Bizarro’ (1992), nonostantelamenti la dipartita del bassista Dee Dee, sostituito daC.J. Ramone (Christopher Word), risulta molto diver-tente ed equilibrato con spunti che fanno apparire i Ra-mones quasi ringiovaniti. Degno di nota è anche ilsuccessivo ‘Acid Eaters’ (1993), raccolta di cover che te-stimonia l’amore della band per gli anni ’60. Come sievince dal titolo, il successivo ‘Adios Amigos!’(1995) èl’ultimo disco in studio della band che testimonia il de-finitivo addio alle scene con il live ‘We’re Outta Here’(1997). La speranza dei fan di rivederli di nuovo in-sieme viene stroncata il 15 aprile del 2001, quando,dopo una lunga battaglia contro il cancro, si spegneJoey Ramone. L’anno seguente sarà la volta di Dee Dee,stroncato da un’overdose di eroina e nel 2004 toccheràanche a Johnny, anch’egli stroncato dal cancro.Album consigliato: Rocket to Russia.

MUSiCle colonne del rocK

ramones r

dOppiO umaNOFabio izzo

susaNNa tamaRO ogni angelo è tremendo YesNOl

a Tamaro conferma anche in questa suabiografia di saper utilizzare un linguag-gio semplice, in grado di arrivare al

grande pubblico. Purtroppo anche in que-st’opera, come in molte delle precedenti,la scrittrice non riesce ad andare più in làdel puro esercizio stilistico, rimanendo an-corata al porto, impantanata in poche ideecaotiche e in qualche banalità di troppo. bompiani - 270 pp.

mainstreamlunGolinea

di stéphane Hessel add editore (64 pag.)

di an

drea

Faet

i

Uno stile narrativo rapido ed elegante,dialoghi che ricordano quasi una sce-neggiatura cinematografica. Questo in

sintesi l’approccio alla scrittura di FabioIzzo che con il suo romanzo DoppioUmano regala una riflessione su unmondo, il nostro, che gradino dopo gra-dino sta lentamente perdendo la spe-ranza. E con la speranza la sua interaumanità. edizioni il FoGlio, 170 pp.

indiGnatevi!

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il fuoco della passione che anima un innamo-rato ed il suo triste dolore, causato da unamore non corrisposto o del suo male di vi-

vere adolescenziale, può consolarsi con le noteoscure e sognanti di questa fetta di rock chia-mata dark. Questo genere nasce a ridosso delpunk e della new wave inglese nei primi anni80 dando vita a suoni cupi e temi romantici edesistenziali. Insieme ai Joy Division del com-pianto Ian Curtis, i padri assoluti sono gli in-glesi The Cure che hanno svelato per primi allemasse questo colore sì oscuro ma nuovo e ma-gico: note e liriche che abbracciano malinconiae pathos. Nella prima metà degli anni 80 i Curehanno prodotto capitoli importanti della mu-sica rock; dopo trent’anni di carriera , i loro liveraggiungono la durata di tre ore. Produttori didischi di ottima fattura, guidati dal genio, can-tante-polistrumentista ed autore di tutti i testie musiche Robert Smith, buffo e scapigliato.Anche i Depeche Mode alle prime armi furonoportabandiera del genere. Svariati artisti cheseguirono quell’onda, ampliarono quest’ideache tuttora è in voga. Il Dark, come poi anche ilGothic ed il Metal, ha influenzato anche lamoda.Bauhaus e Sister of Mercy, Siouxie and TheBanshees della magnetica Susi Sioux, furono imaggiori esponenti di un genere che ha portatoun grosso contributo al rock, anche per quellopiù duro. Gli stessi The Cult del cantante IanAtsbury, The Mission prodotti dal bassista-ta-stierista dei Led Zeppelin John Paul Jones, neiprimi dischi, anche se apparentemente legatiad un sound più classico, rimangono una realtàche appartiene a questo genere. Ne attinserogusto e stile i primi Spandau Ballett, SimpleMinds, Duran Duran e tutta l’onda pop anniOttanta che ne seguì e tutte le rock band euro-pee che nel frattempo ascoltavano e facevanoproprio questo sound. A distanza di trent’anniesistono band che producono musica con lostesso spirito dark di allora (vedi i romani Spi-ral69). Interpol o Muse attingono, anche se inparte, a questo stile. I Cure (La cura) canta-vano: “I must fight this sickness, find a cure(devo combattere questa malattia, cercare unacura)”; la loro musica fungeva da antidepres-sivo per i fan e per loro stessi. La musica darknon è quindi a mio parere musica per disperatio depressi, ma soltanto consolazione a piccolidolori quotidiani. tn

(il SUono CUPo CHe ConSolA)

la musicadarK

MUSiCnote StonAtele parabole musicali di evanGelos voutos Movie

caro diarioappunti di cinema di mauro valentini

in Italia c'è un problema culturale, il Regista è visto

come una figura maschile, si da per scontato che non

possa esser una donna. Quando ero in giro con la

produzione per le riprese mi prendevano per una se-

gretaria, e mi chiedevano dov'era il regista del film.Giorgia Farina difende il suo ruolo di Regista e al suoesordio sforna una storia tutta al femminile radicatanella tradizione della commedia all'italiana, ma con untocco di originalità tra tagli da videoclip e musica robo-ante firmata da Pasquale Catalano.In un'isola del sud, in bilico tra tradizione e modernità,Olivia è la madrina del Santo alla processione del paese,bella, invidiata da tutte le comari del paese e gelosa delmarito pescatore. La sua vita sognante e puerile verràsconvolta da una serie rocambolesca di eventi che, conla complicità di altre due donne agli antipodi, la procaceGilda e la sfortunata Crocetta, prenderà di colpo unainaspettata piega criminosa, il tutto sotto l'occhio rab-bioso e divertente del commissario Malachia, arrivatodal continente per confondersi ancor di più le idee sulleattività poco lecite dell'isola e più in generale sulla vita. Una commedia al femminile, un film con uno splendidocast, fotografato con sapiente maestria in una Pugliameravigliosa seppur mascherata da isola siciliana e, seCristiana Capotondi nel ruolo di Olivia è forse un po’l'anello debole del trittico, Claudia Gerini è bravissima

il FiGliodell’altra di lorraine levY (105 min.)

Due neonati scambiati e cre-sciuti in famiglie “opposte”.Amore sotto le bombe, donne

e madri che si scoprono stranierie che rieducano alla vita. Im-menso e magico. La Pace è delleDonne!

la pace è delle donne!

di GiorGia Farina (103 min.)

nel ruolo di pigmalione amma-liante e ammaliatrice, motoredell'emancipazione del trio,esperta nell'usare le armi femmi-nili a difesa di un mondo maschi-lista ben rappresentato daVinicio Marchioni che, dopo tanti"romanzi criminali" veste abil-mente i panni del poliziotto rab-bioso e affascinato da queste "tregrazie" cosi enigmatiche per lui.La più brava come al solito, inevidenza anche in un cast cosiriuscito è Sabrina Impacciatore,la nostra attrice più " Almodova-riana", che con un solo sguardoriesce a virare il senso di ogniscena. Un “noir” riuscitissimo emolto ben diretto che restituisceil centro della commedia no-strana alle donne; queste tre "pi-stolere" dal grilletto e dallabattuta facile riscuoteranno la di-vertita solidarietà del pubbliconon solo femminile. tn

amicHe da morire

da NON peRdeRe

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DUrAnGocose dallo

12 aprile ore 18.00 Scelta Vegan. Quando cuore ed etica passano per la pancia. ConPaolo Trono, del gruppo Vegan Città di Latina

19 aprile ore 18.00 Comunicazione efficace. Come renderla efficace per vivere megliocon gli altri. Con Renata Marcelli, counselor professionale. tn

venerdì 5 aprile ore 18.00

l'espressione artistica. cura della mente e del corpo

incontriamoci natural-mente Free(per i soci)

SPAZio

tunuéLab è qualcosa di più della classica Scuola che dà no-zioni ed educa: è una fucina multidisciplinare che nasce conlo spirito di costruire uno spazio creativo che sia una dimen-

sione di confronto e di crescita aperta a chiunque voglia darvoce alla propria passione, affinarla, imparando l’abc e le tec-niche più avanzate di diversi campi grazie allo scambio con ad-detti ai lavori che sono riusciti a fare del loro talento unaprofessione. Il progetto nasce dalla collaborazione tra lo SpazioDurango e la Tunué - Editori dell’immaginario, casa editricespecializzata in graphic novel di talenti italiani e internazionalie in saggistica dedicata al fumetto, all’animazione, ai videogio-chi e ai fenomeni pop contemporanei. Vi aspettiamo! tn

a scuola di Fumettolezione introduttiva (gratuita)

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20 ore totali

via metastasio 25/27 - pomezia (roma) - tel. 06.45501686 - inFo: spazioduranGo @tempinuovi.inFo

Dopo i primi due incontri “Tai Chi Chuan. L’arte del supremo movimento” e “Fiori di bach e benessere. Come la natura può aiu-tarci a vivere in armonia e stare meglio” prosegue il ciclo di incontri – curato dalla counselor professionale Renata Marcelli –dedicato al “ben-essere” olistico. tn

l'Arteterapia si avvale di strumenti teorici-esperienziali legati all'espressione creativa, con l'obiettivo di accrescerela consapevolezza e la competenza personale e/o professionale. Perché non provare a conoscersi e a migliorarela propria qualità di vita attraverso la scrittura, il disegno, il movimento? Numerose esperienze hanno mostrato

come tutto ciò faciliti l'espressione, l'accettazione e l'elaborazione dei nostri significati personali. tn

con la dott.ssa manuela nicotra, psicoloGa e psicoterapeuta

mercoledì 27 marzo ore 18.00

il corso per diventare fumettisti

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Un’indagine da poco diffusa, commissionatadal Ministero della Salute per verificare l’ap-propriatezza del ricorso al cesareo nei nostri

ospedali, conferma che il 43 per cento dei cesareiin Italia è ingiustificato, un dato sotto gli occhi ditutte, e di tutti, da molto tempo. Da anni ci sonoattiviste e professioniste che si stanno battendoper contrastare questa cultura della medicalizza-zione, come quelle del Freedom for Birth RomeAction Group, un collettivo nato nel settembre2012 per desiderio di donne, ostetriche, psicolo-ghe, avvocate, esperte di comunicazione, per so-stenere la libertà di scelta attraversol’informazione e la presa di coscienza sui modi esui luoghi in cui è possibile partorire libera-mente. Partorire in ospedale sdraiata su un let-tino delegando tutto a un camice bianco non èl’unica via. Una donna può partorire in diverseposizioni, anche seduta, accoccolata, in piedi, inuna vasca piena d’acqua, per favorire la fuoriu-scita e sfruttare al massimo la forza del suo stessocorpo. In Italia sono già presenti alcune case del‘parto attivo’ (anche l’Ospedale di Ostia ne ospitauna che si chiama Casa del Parto Acqualuce), ein caso di gravidanze non particolarmente pro-blematiche, si può anche scegliere di partorire incasa, pratica che – al contrario di quanto ab-biamo imparato a pensare a partire dagli anni ’50– non aumenta le possibilità di infezioni, patolo-gie, esiti negativi, tanto che in diversi paesi è tor-nata a diffondersi, come in Olanda. Diamo cosìtanto per scontata la nostra idea di progresso chequando si parla di corpi, sessualità, libertà,donne, pensiamo subito agli altri paesi delmondo, in cui esportare democrazia, modelli,protocolli, salute, parità, educazione. E invece lastrada è ancora lunga, dovremmo interrogarcisulla qualità della nostra evoluzione. Per esem-pio, se ogni donna potesse scegliere come e dovepartorire, senza pagare di tasca propria per que-sto, sarebbe evolutissimo. tn

volta APPUntAMentiMarzo

la rassegna editoriale “Liberiamoci” si propone di darecorpo all'esigenza di spazi sociali e culturali in un quar-tiere periferico come Torpignattara, proponendo tre

giorni di riflessioni e confronti sull'editoria indipendentema, più in generale, sullo stato della cultura nella città diRoma e sull'urgenza di costruire percorsi originali e nuovidi condivisione dei saperi. Tra gli editori presenti: Alegre,Chiarelettere, DeriveApprodi.

liBeriAMole periFerie

roma casa del popolo,torpignattara, via bordoni, 50 - 22/23/24 marzo

Con l'arrivo della primavera al Laghetto dell'Eur si fe-steggia la fioritura dei Sakura, ciliegi giapponesi donatida Tokyo alla città di Roma e piantati nel grande parco

verde del quartiere. Questo suggestivo evento prende ilnome di “Hanami”. La fioritura dei Sakura dura per pocotempo ma vale la pena fare una passeggiata per ammirarnele chiome e, magari, fermarsi a fare un pic nic con gli amici.

roma laghetto dell'eur – dal 23 marzo

visitando la mostra sarà possibile ripercorrere i tratti sa-lienti dell'ascesa dell'artista: dagli esordi veneziani all'au-tonomia acquisita con le tele per i dogi, gli Este e i Della

Rovere, fino alle committenze di Carlo V e di Filippo II. Lacarriera di Tiziano sarà rappresentata sottolineando il magi-strale senso del colore e l'evoluzione di una pennellata capacedi travalicare i limiti dell'immaginario pittorico.

libere di sceGlierecome partorire

lA CArtAcose da non dimenticare

le “buone praticHe”di claudia bruno

HAnAMiall’eur

tiZiAnoa roma

le donne diHelmut neWtonl

a mostra raccoglie duecento fotografie dei primi, leggen-dari volumi a stampa pubblicati da Helmut Newton. InWhite Women, il fotografo porta il nudo nell’estetica fa-

shion, ottenendo immagini così sorprendenti e provocato-rie da rivoluzionare il concetto di fotografia di moda, finoa testimoniare la trasformazione del ruolo della donnanella società occidentale. Anche Sleepless Nights si incen-tra sulle donne, sui loro corpi e sugli abiti che indossano,trasformando però progressivamente le immagini da fotodi moda a ritratti e da ritratti, quasi, a reportage di cronaca.Ma è con Big Nudes che Newton si rende protagonista dellafotografia del secondo Novecento. Le sue modelle vengonoritratte fuori dallo studio, in strada, spesso in atteggiamentisensuali, suggerendo un uso della fotografia di moda comepuro pretesto per realizzare qualcosa di totalmente diffe-rente e molto personale. L’occhio di Newton ha la capacitàdi scandagliare una realtà che, dietro alla suprema eleganzadelle immagini, consente di intravedere un’ambiguità difondo di cui erotismo e morte non sono che due aspettidella stessa ricerca di verità.

palazzo delle esposizioni (roma)dal 6 marzo al 21 luglio

roma scuderie del Quirinale - dal 5 marzo al 16 giugno

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DA UltiMAPAGinA

e’ tempo di voto. Elezioni a febbraioper governo e regione, elezioni amaggio per il comune di Pomezia.Si va, in tutti i casi in anticipo:

spread, scandali, ingerenze europee,ostriche, dimissioni, tecnici, governatori,commissari. Ne abbiamo viste di tutti i colori in que-sti mesi, ma in fin dei conti noi siamoabituati, assuefatti, e non ci facciamoimpressionare più da niente e da nes-suno. E allora, popolo degli elettori,siamo richiamati alle urne, anche se è unrichiamo che sentiamo sempre meno,costretti a perdere pezzi e speranze aogni tornata. Eppure la storia, la tradizione, il senso diresponsabilità, i vari c’è chi è morto perfarti votare; te le sei scordate le suffra-gette?; il voto è strumento di democraziaalla fine ci portano a uscire di casa e fic-carci nella cabina elettorale, anche soloper scrivere sulla scheda “stronzi!”, cheè comunque un fatto politico. Ma primadella croce sul simbolo c’è la campagnaelettorale, più o meno divertente, più omeno accesa, più o meno a contatto conla gente, più o meno programmatica.Ecco, a me interessano la gente e i pro-grammi. La gente perché ha l’onore di

scegliere chi andrà a rappresentarli e poil’onere di vivere nel quotidiano le conse-guenze di quella scelta; i programmi per-ché è soprattutto su quelli che sivalutano candidati, partiti, liste, ineleg-gibili, nemici, amici. Io i programmi lifarei scrivere alle donne, e poi le mette-rei lì a controllare che vengano rispettati,nei tempi prefissati. E allora l’ho fatto, eho chiesto ad alcune donne di Ardea ePomezia di dirmi cosa vogliono dalla po-litica, partendo da loro, dalle loro vite,dalle loro esperienze, dalla loro città,dalla loro posizione di donne, cittadine,lavoratrici, madri. Le rivendicazioni e le proposte che par-tono dalle donne del nostro territoriopossono valere per tutte le città e per ilpaese intero. Scontato? Mica tanto, e selo fosse qualcuno lo avrebbe già fatto!Semplice? Sì, se si parte da dove si è, dalqui e ora, si può costruire qualcosa perarrivare lontano, e le donne lo sanno e lofanno. Claudia: salute delle donne inmano alle donne, un consultorio ogni20mila abitanti, inserire la città nellarete dei comuni virtuosi, politiche di age-volazione di accesso alla casa per i gio-vani, politiche di assistenza per le madrilavoratrici.

Lidia: rendere la città vivibile, a misurad’uomo e non di automobile, bloccare laspeculazione edilizia, promuoverel’energia alternativa e il riciclo, controllodelle candidature, semplificazione del-l’amministrazione pubblica. Ilenia: piùasili nido per le mamme che lavorano,incentivi per l’imprenditoria femminile,finanziamenti per centri culturali, poli-tiche di integrazione per gli stranieri, ri-qualificazione e tutela delle zone verdi.Silvia: centro servizi per donne, madrie lavoratrici, ospedale con reparto pedia-tria e ginecologia/ostetricia in città, po-litiche di conciliazione tra vita e lavoro(che non mettano le donne di fronte alsolito dilemma: madre o lavoratrice?).Barbara: finanziamenti pubblici allescuole, cura delle strade, del verde, dellacittà, politiche di condivisione e parteci-pazione alla vita pubblica. Cura, è questa la parola chiave. Deglispazi, della città, dell’ambiente, della sa-lute, dei tempi, della politica, dell’istru-zione, della cultura. Welfare, lavoro,economia, sviluppo, diritti, è nella curacon cui la politica affronta ognuno diquesti aspetti che sta la differenza. Noilo facciamo tutti i giorni. Pensateci!tn

Donne di teresa di martino

la copertina non è tutto

Al voto Con CUrACoSA CHieDonole Donne

numero 17 - anno 3Gennaio 2013Distribuzione gratuita

editore:Associazione Culturale Durango

direttore responsabile:Stefano Mengozzi

direttore editoriale: Andrea Oleandri

in redazione:Martina Parisi, Enrico Miceli, Andrea Faeti, Martina Zanchi, Antonello Serani, Nicolay Porrelli,Claudia Bruno, Giampaolo Palma, Teresa Di Martino, Mauro Valentini,Evangelos Voutos, Cecilia Prati, Barbara Bussolotti, Ilario Rea, Marina Landolfi

proGetto GraFico e impaGinazione:Paolo Campana (Studio Grafico Durango)

cHiusura redazionale: 16/01/2013

stampa: Arti GraficheReg. Trib. di Velletri N. Reg. 13/11 del 22 Luglio 2011

tiratura: 10.000 copie

tempi_nuovi tempi nuovi tempi nuovi www.tempinuovi.info [email protected]

DA UltiMAPAGinA

in un numero dedicato alle donne delterritorio, alle loro vite, ai loro lavori,alle loro passioni, alle loro scom-messe, non potevo non parlare di una

donna altra. Intsar Boba è una bellis-sima cinquantenne di Tripoli, che peramore si è trasferita a Pomezia nel2003. Ha scelto di seguire il marito,che per anni ha lavorato in Libia, e divivere in un’altra terra, in un’altra cul-tura. “Amo l’Italia, il calore delle sue fa-miglie, la cura che mettono nelle cose”,e i cuori mediterranei alla fine si rico-noscono e si ritrovano. Intsar, appenaarrivata in Italia, ha aperto una carto-libreria, chiusa causa crisi tre anni fa. Ora utilizza la conoscenza dell’inglesee dell’arabo per collaborare con leaziende, è volontaria dell’ARVAS (asso-ciazione regionale volontari assistentisanitari) presso la Clinica Sant’Anna edè socia dell’associazione AssoPleiadiArte. Una storia che parla di piena in-tegrazione, senza conflitti tra due cul-ture simili per molte cose, diversissimeper altre. Intsar porta un velo che lecopre il capo, la sua è una scelta legataalla religione “perché dio è in libiacome qui”, ma il suo abbigliamento èmolto occidentale “come se queste due

culture fossero in armonia, le sento mieentrambe”. Le si illumina il voltoquando le chiedo delle primaverearabe, della liberazione dalla dittaturadi Gheddafi, del ruolo delle donne inquesto processo radicale. “La libera-zione del nostro paese nasce da quelledonne che per 42 anni hanno pianto lamorte di figli e mariti, non da quelleche per anni abbiamo visto accanto aGheddafi (le amazzoni, ndr). Durante la guerra di liberazione, da cuisiamo usciti vittoriosi, le donne hannosubito violenze e stupri dall’esercito deldittatore, ma ora sono di nuovo donnelibere, per loro ci sono più spazi, e sonodappertutto: in politica, in medicina,nella giustizia. Lo erano anche durantela dittatura, ma ora tutto ha un altro sa-pore e si respira aria più pulita”. Aria di libertà, potrei dire, con tutte lecontraddizioni che questa parola portacon sé. “Sono tornata nel mio paesedopo la liberazione e ho visto i colombinelle piazze, feste di quartiere, ho vistoun paese rinato che si è rimboccato lemaniche per far sparire i segni dellaguerra. Certo ora viene la parte più dif-ficile, ci vuole tempo per costruire ungoverno che sia di ampio respiro, che

abbia un orizzonte lungo, è una nuovanascita, ma sono certa che il futuro saràmigliore”. Le donne e gli uomini dellaLibia sono andati a votare per la primavolta nel luglio del 2012. “E’ stato bel-lissimo”, dice Intsar. Ed è quantomenostraniante sentirselo dire in un paesecome il nostro, dove le elezioni sonoormai lontane dall’essere un momentodi comunione e partecipazione alla co-struzione della “cosa democratica” oquantomeno di un futuro migliore. Quella di Intsar è la storia di una donnache ha messo radici nel nostro territo-rio e che, come è tipico delle donne, lovive quotidianamente costruendo retidi relazioni e dedicandosi agli altri,quindi alla crescita del territorio stesso.Ma lo fa tenendo aperto un legame conla sua terra, in una pratica di contami-nazione che passa in primo luogo dal-l’arte: esporre opere libiche qui in Italiae portare in Libia l’arte italiana. Un’operazione semplice, come tutte lepratiche messe in atto dalle donne, mache hanno un portato di senso enorme,senso innanzitutto di comunità e di unacomunità - è il caso di dirlo - intercul-turale. tn

Donne di teresa di martino

la copertina non è tutto

terreni interCUltUrAli

numero 19 - anno 3Marzo 2013Distribuzione gratuita

editore:Associazione Culturale Durango

direttore responsabile:Stefano Mengozzi

direttore editoriale: Andrea Oleandri

in redazione:Martina Parisi, Enrico Miceli, Andrea Faeti, Martina Zanchi, Antonello Serani, Nicolay Porrelli,Claudia Bruno, Giampaolo Palma, Teresa Di Martino, Mauro Valentini,Evangelos Voutos, Cecilia Prati, Barbara Bussolotti, Ilario Rea, Marina Landolfi, Filippo Rossi.

proGetto GraFico e impaGinazione:Paolo Campana (Studio Grafico Durango)

cHiusura redazionale: 14/03/2013

stampa: Arti GraficheReg. Trib. di Velletri N. Reg. 13/11 del 22 Luglio 2011

tiratura: 10.000 copie

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