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Teoria, etica e regolamentazione del giornalismo Prof. Guido Vitiello Nona lezione Giornalismo e letteratura/2

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Teoria, etica e regolamentazione del giornalismo

Prof. Guido Vitiello

Nona lezioneGiornalismo e letteratura/2

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• Tom Wolfe (1931)

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New Journalism

• Tom Wolfe resta folgorato dal reportage di Talese su Joe Louis

• Vuole concepire il reporting in funzione dello stile, dando alla notizia un valore estetico

• Rivitalizzare il romanzo dato per spacciato dalla critica

• “Non ho mai avuto la minima esitazione nel tentare ogni trucco che avesse ragionevolmente il potere di tenermi aggrappato al lettore una manciata di secondi in più” (Wolfe)

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Quattro tecniche del New Journalism (Wolfe)

• La costruzione scene-by-scene, eliminando la voce del narratore

• L’uso dei dialoghi per coinvolgere il lettore e definire i personaggi

• L’uso di un punto di vista interno (di protagonisti o di testimoni)

• Il realismo descrittivo per registrare ambienti, stili, mode e dettagli significativi (es. Jimmy Breslin e l’anello con il diamante di Anthony Provenzano)

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Filosofia del “Be There”

• Sono tutte tecniche che servono a coinvolgere il lettore trasportandolo sul luogo dei fatti: deve “essere lì”.

• I modelli sono letterari: Henry James o James Joyce per l’adozione di punti di vista molteplici, Dickens o Balzac per il realismo sociale

• Nasce il Journalistic novel (Tom Wolfe) o Non-fiction novel (Truman Capote)

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Italia: l’articolo che vuol esser libro

“In Italia, Sciascia e Pasolini hanno dato il meglio come giornalisti. (…) Palomar, l’ultimo personaggio di Calvino, un tipo di osservatore melanconico e maniacale, nasce sulle pagine di Repubblica come pretesto per scrivere prose d’arte aggiornate, nella tradizione di Emilio Cecchi. Tutti (…) avevano un progetto egoistico e ambizioso: facevano finta di scrivere per i giornali, ma la loro arrière-pensée era di fare libri mettendo insieme articoli, ritrovare l’unità dove sembrava perduta, cercare la scrittura durevole sotto la scrittura che passa. Alberto Arbasino, Guido Ceronetti, Piergiorgio Bellocchio, Raffaele La Capria sono tuttora in azione e tentano la stessa strada” (Alfonso Berardinelli, L’eroe che pensa)

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Tre esempi italiani “classici”…

• Italo Calvino, L’Unità, 1954, sciopero dell’Amiantifera di Balangero

• Alberto Moravia, L’Espresso, 1969, la conquista della Luna

• Oriana Fallaci, L’Europeo, 1968, corrispondenze dal Vietnam

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Calvino

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Moravia

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Fallaci

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…e tre esempi contemporanei

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“Il ragazzo è fotografato di spalle, le braccia inerti lungo i fianchi, la nuca e le gambe che spuntano da sopra e da sotto la macchia rossa della maglietta. Ma anche se non gli si vede il volto dà comunque l’idea di essere preoccupato. Di guardare quella nave con una punta di inquietudine.Ma forse non è vero, forse è una cosa mia.Probabilmente sono io che gli attribuisco questa inquietudine perché già conosco la storia di quella nave.Ed è una storia che non mi piace.Restiamo ai fatti”.

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ITALIA, AUTUNNO 2002 - IL RITORNO DEI SAVOIAOra il parlamento italiano riapre le frontiere a tutti i Savoia. Sono stati la monarchia che ha «fatto» l’Italia risorgimentale; all’inizio del Novecento il re è stato ucciso nel parco di Monza dall’anarchico Gaetano Bresci.[…]Vittorio Emanuele III aveva dato via libera al colpo di stato di Mussolini nel 1922. Nel 1936 era diventato imperatore di Etiopia; nel 1938 aveva promulgato le leggi razziali; nel 1943 era fuggito da Roma lasciando l’esercito senza ordini dopo l’8 settembre.[…]Nel 1981 il nome di Vittorio Emanuele (re se ci fosse stata ancora la monarchia) era comparso nelle liste di Licio Gelli; era già apparso nelle cronache nell’estate del 1978, per aver sparato e ucciso il diciannovenne tedesco Dirk Hamer […] Ma ormai tanto tempo è passato e il Savoia promette di comportarsi bene.[…]IL PRINCIPE IN ITALIA APPENA QUATTRO ANNI DOPOVittorio Emanuele di Savoia ha finito di pranzare a villa Cipressi di Varenna, sul lago di Como, quando viene arrestato da poliziotti in borghese […]. Il mandato di cattura contro di lui è firmato dal pm Henry John Woodcock e confermato dal gip: «Associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, al falso e allo sfruttamento della prostituzione».

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Il caso Gomorra/1

• Saviano ricorre alle fonti più disparate: esperienze personali, testimonianze, racconti di seconda mano, atti giudiziari, cronache, inchieste, intercettazioni; materiali eterogenei tenuti assieme da un forte Io narrante, che adotta molteplici artifici romanzeschi.

• A volte Saviano colma i vuoti di documentazione attingendo alle risorse del verosimile e all’intuizione umana, altre volte cerca di strappare ai fatti la loro più profonda verità simbolica con l’ausilio di invenzioni narrative.

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Il caso Gomorra/2

• «Che cosa stiamo leggendo? Quale genere di narrazione in prima persona? Autobiografia, reportage giornalistico, resoconto di viaggio, inchiesta etnografica o sociale, romanzo di pura fiction, docufiction (o creative non-fiction) o una qualche mescolanza tra questi?».

• «Finzione letteraria e funzione documentaria si implicano, a ogni pagina, direi a ogni riga». La demarcazione tra i due ambiti, tuttavia, non è esplicitata da Saviano, che secondo Dal Lago non consente al lettore di assumere una distanza critica: il libro chiede un investimento di fiducia incondizionato nell’Io narrante, che si propone come garante delle verità che racconta.

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“Sono stato al funerale di Annalisa Durante. Sono arrivato presto nei pressi della chiesa di Forcella. I fiori non erano ancora giunti, manifesti affissi ovunque, messaggi di cordoglio, lacrime, strazianti ricordi delle compagne di classe. Annalisa è stata uccisa.La serata calda, forse la prima serata veramente calda di questa stagione terribilmente piovosa, Annalisa aveva deciso di trascorrerla giù al palazzo di un’amica. Indossava un vestitino bello e suadente. Aderiva al suo corpo teso e tonico, già abbronzato. […] Annalisa era bella. Parecchio bella. Con l’amica e una cugina stava ascoltando musica, tutte e tre lanciavano sguardi ai ragazzetti che passavano sui motorini, impennando, sgommando, impegnandosi in gincane rischiosissime tra auto e persone. È un gioco al corteggiamento. Atavico, sempre identico. […] Mentre il corpo di Annalisa nella bara bianca viene portato via a spalla, la compagna di banco fa trillare il suo cellulare. Squilla sul feretro: è il nuovo requiem, l’unico che queste ragazzine conoscono. Un trillo continuo, poi musicale. Accenna una melodia dolce. Nessuno risponde”.

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Antonio Pascale su Gomorra

“Chi conosce quelle realtà antropologiche sa che ciò che racconta Saviano è vero: magari non Annalisa quella sera, ma le ragazzine in alcuni quartieri di Napoli vestono proprio nel modo in cui Saviano le ha descritte. […] Saviano è stato (simbolicamente) preciso in questo. […]Uno scrittore può sacrificare una dose di verità per una maggiore giustizia ed efficienza narrativa. Però, forse, il telefonino che trilla può rappresentare proprio quella invenzione (se è vero quanto dice la Andolfo) di cui non si avverte il bisogno e che rischia (carrellando) di inficiare tutta la narrazione precedente. Insomma, la questione comunque la si metta non ha una facile soluzione”.