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170 anni di storia, successi, traguardi. Dal 1844 – anno della fondazione per la ‘Società Ginnastica’ – un interminabile fil rouge collega i pionieristici canottieri al Grande Torino, le Olimpiadi 2006 alla Juventus tricolore. Lo stile inconfondibile di una metropoli che vince con gli occhi e col cuore Torino capitale dello sport: emozioni infinite di GUIDO BAROSIO per gentile concessione della CITTÀ DI TORINO immagini della campagna di comunicazione per ‘Torino capitale europea dello sport 2015 Credits: Archivio Storico Salvatore Giglio, Archivio Storico La Stampa, Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata, Juventus Football Club, Reale Società Ginnastica Torino, PGS Don Bosco Crocetta, Rari Nantes Torino, Associazione Amici nel Rugby Torino e Cus Torino foto ARCHIVIO LAPRESSE, ARCHIVIO STORICO DELLA CITTÀ DI TORINO

torino magazine protagonisti metropolitani · dell’Esperia, canottieri e imbarcazioni in primo piano, ... bre del 1906, nella birreria Voigt, ... il vino, la Fiat, il calcio. Ecco,

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170 anni di storia, successi, traguardi. Dal 1844 – anno della fondazioneper la ‘Società Ginnastica’ – un interminabile fil rouge collegai pionieristici canottieri al Grande Torino, le Olimpiadi 2006

alla Juventus tricolore. Lo stile inconfondibile di una metropoliche vince con gli occhi e col cuore

Torino capitale dello sport: emozioni infinite

di GUIDO BAROSIO

per gentile concessione dellaCITTÀ DI TORINO

immagini della campagna di comunicazione per‘Torino capitale europea dello sport 2015

Credits: Archivio Storico Salvatore Giglio, Archivio StoricoLa Stampa, Museo del Grande Torino e della Leggenda

Granata, Juventus Football Club, Reale Società GinnasticaTorino, PGS Don Bosco Crocetta, Rari Nantes Torino,

Associazione Amici nel Rugby Torino e Cus Torino

foto ARCHIVIO LAPRESSE, ARCHIVIO STORICO DELLA CITTÀ DI TORINO

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Torino è l’unica città italiana a fregiarsi di due squa-dre in Serie A con due diversi impianti – JuventusStadium e l’Olimpico – di un magnifico impiantopolivalente come il PalaIsozaki, del Palazzetto delloSport firmato da Nervi nel 1961, di tre impianti peril pattinaggio (tra cui il magnifico Palavela rinato perle Olimpiadi), e presto (auspichiamo), arriverà il

Torino hanno trovato la propria consacrazione.Forti tracce di storia e di vittoria dovute a un’animaparticolare: aristocratica e meticcia, europea anco-ra più che italiana, organizzata e passionale, pron-ta a cogliere le occasioni come a crearle. Perché aTorino lo sport ha qualcosa di anglosassone cherende naturale l’aggregazione e la competizione.Nella capitale sabauda le associazioni – madri ditutti gli sport – facevano parte del tessuto sociale,nobile quanto borghese. E la scuola – come inInghilterra – ha sempre accolto praticanti e talenti;basti ricordare l’esperienza, unica in Italia, delCUS. Il patrimonio fluviale e i parchi cittadini hannocostituito – come a Londra – uno scenario natura-le per ogni disciplina, compreso lo sci, il pattinag-gio e le gare automobilistiche di velocità. Nelle fotodell’Archivio Storico restano immortalate sceneinusuali: con un autodromo al Valentino degno diuna Montecarlo ante litteram, col medesimo parcotrasformato in patinoire e pista per sciatori protettida braghettoni e cappellini. Nelle altre immagini siscruta la fierezza di orgogliosi pionieri, i ‘primi dellaspecie’ per molte discipline ancora sconosciute, oquasi, nel resto del paese. Torino capitale anche inquesto, oggi – non a caso – insignita del ruolo di‘Capitale Europea dello Sport 2015’, riconosci-mento che va nella logica di quanto proposto,vinto e inventato. Anche dal punto di vista dellestrutture le vicende sono emblematiche. Oggi

Lo sport e il suo cuore, lo sport e i nostriocchi. Il cuore oltre l’ostacolo, il cuoreche fa bum bum nel petto all’avvicinar-si del traguardo, il cuore che diventalacrima di gioia dopo la vittoria. Gliocchi che inseguono il pallone che

gonfia la rete, gli occhi che accarezzano la sferamentre infila il canestro, gli occhi che seguono legeometrie di sci, remi, gambe e mani. Lo sport sisintetizza da sempre in due organi del nostrocorpo: il cuore ci fa atleti, gli occhi ci rendono tifo-si e vigili spettatori delle gare più amate. Ci sareb-be anche il cervello, ma quello arriva dopo – almassimo insieme – drogato dall’adrenalina e dal-l’emozione. Lo sport è guerra senza spargimentodi sangue, agonismo ed eleganza, stile e tenacia,lo sport è storia, lo sport è geografia dei sentimen-ti; perché ogni impresa accade in luoghi ben pre-cisi, che – cogli anni – diventano indimenticabili.Stadi, giardini, campi di periferia, palestre, fiumi,montagne e città. Tra i tanti ‘luoghi dello sport’Torino ha un posto speciale. Perché tutto iniziò qui– almeno a livello nazionale – nel 1844, 170 anni fa,quando venne fondata la ‘Società Ginnastica’:prima organizzazione sportiva italiana. Una storiaspeciale non solo per le sue origini – uniche – maper la varietà delle discipline praticate e per i suc-cessi raggiunti. Un primato storico, che vede –come nell’auto, nella moda, nel cinema e nei sapo-ri – Torino ‘arrivare prima di tutti’. Sono subalpini inatali di ginnastica, atletica, sci, canottaggio, auto-mobilismo, calcio, ippica, pattinaggio, scherma eciclismo. Come sono torinesi (2006) le primeOlimpiadi invernali metropolitane della storia. Ma,durante questi formidabili 170 anni, la città ha vis-suto momenti epici per tennis, rugby, volley, golf ebasket. E questo senza ricordare i tanti campioninati e cresciuti sotto la Mole, come quelli che a

Due gondolini di fronte alla sededell’Esperia, canottieri e imbarcazioniin primo piano, 1934Sotto: vedute della piscina comunaledi Torino

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unica, insospettabilmente trendy. Ma -riguardando le immagini di questi servizi- si coglie un fil rouge di poesia, coraggioe passione che rende la scintillante nottedell’inaugurazione parente strettissimadegli storici conottieri sul Po, di queglisciatori al Valentino, degli invincibili gra-nata del Grande Torino, dei bianconeriscudettati cinque volte di fila negli AnniTrenta, di Nuvolari che ‘rinasce comerinasce il ramarro’ (Lucia Dalla), deipugili ‘in guardia’ coi leggins di iniziosecolo, della Juve tricolore 2014,del Toro di Cerci e Darmian, di quei campioni ‘chesono stati’ e di quelli che sicuramente verranno…Torino Capitale della Sport si è guadagnata i suoigradi con la forza dei sogni concreti prima anco-ra che coi successi sportivi. Da 170 anni in primalinea col cuore e cogli occhi – come dicevamoall’inizio. Ora non resta che continuare a vincere;la tenacia di uno spirito latino reso europeo dastoria e attitudine segna la rotta: ‘passion liveshere’ era ben più di uno slogan... ��I

nuovo Filadelfia, tempio del grande Torino. Questosolo per restare alle strutture maggiori. Ma comenon ricordare che – nel 1911 – la città creòStadium, allora l’impianto sportivo più grande almondo. In Italia solo Roma può vantare un ‘pre-sente’ sportivo più ricco. Ma è un presente ‘recen-te’, realmente affermato solo dopo le Olimpiadi del1960 e ‘inevitabile’, perché legato alla capitale

nazionale; dove, per intuibile scelta politica, pulsa ilcuore delle grandi federazioni. Ma la storia e la tra-dizione sono altra cosa; loro – come nel caso del-l’unità d’Italia – hanno avuto la loro start up da noi,senza se e senza ma. Torino, sotto questo aspet-to, è la Londra o la Parigi d’Italia. Dato ascrivibile aquella ‘politica dei club’ che ricordavamo, maanche ad una capacità organizzativa ineguagliabi-le, fatta di tenacia, logica, capacità di far coesiste-re bilanci e passione, solidità nel costruire e nel

mantenere, talento e – elemento probabilmentepiù forte rispetto ad ogni altro – risposta partecipedei cittadini al richiamo degli eventi. Hanno fattoscuola le affermazioni con i giochi invernali e leParalimpiadi del 2006, i World Master Game del2013, le Universiadi della Neve del 2007. Ma que-sta, in assoluto, è veramente una storia ‘tuttasubalpina’, perché le ‘olimpiadi universitarie’ fura-no inventate dal torinese Primo Nebiolo, e in cittàsi tenne due volte anche la versione ‘estiva’: nel1959 (prima in assoluto) e poi nel 1970. Storiebelle, storie di condivisione e di partecipazioneurbana, storie di feste e di fratellanza, ‘storie belle’di migliaia di volontari che, ancora oggi, indossa-no, fieramente, la giacca vento dei giochi 2006. Inquell’evento ormai memorabile – in quella Torinoche i quotidiani definirono ‘capitale del mondo’ –non si affermò esclusivamente lo sport coi suoivalori. Nelle Olimpiadi 2006 cambiò per sempre,un’altra volta, la storia della città. L’ex austerametropoli dell’auto si riscoprì bella, accogliente,

Alessio CerciSotto: gara motociclistica Sassi-Superga del 1923

In alto a sinistra: incontro di pallacanestro Italia-Argentina al palazzetto dello sport di Parco Ruffini nel 1982A sinistra: campionati piemontesidi atletica leggera allo StadioMussolini il 24 settembre 1933,Bertolini, primo nel giavellotto

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Nomi, squadre, campioni di una città che ha visto nascereed affermarsi tutte le principalidiscipline agonistiche. Torino,Capitale Europea dello Sport2015, vanta una galleriaineguagliabile che si affrontacome un romanzo ricco di straordinari protagonisti

Torino capitale dello sport: c’era una volta... e ci sarà sempre

di GIULIO GRAGLIA

foto ARCHIVIO LAPRESSE, ARCHIVIO STORICO DELLA CITTÀ DI TORINO

Terza edizione del trofeo Martini di fioretto femminile al palazzetto dello sport di Torino, nel marzo 1968

per gentile concessione dellaCITTÀ DI TORINO

immagini della campagna di comunicazione per‘Torino capitale europea dello sport 2015

Credits: Archivio Storico Salvatore Giglio, Archivio StoricoLa Stampa, Museo del Grande Torino e della Leggenda

Granata, Juventus Football Club, Reale Società GinnasticaTorino, PGS Don Bosco Crocetta, Rari Nantes Torino,

Associazione Amici nel Rugby Torino e Cus Torino

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squadre della medesi-ma città. Come accennato, ancheil ciclismo muove i primipassi più o meno nellostesso periodo, e permolti anni sarà lo sportpiù popolare in Italia.Torino e il Piemonte, pri-ma e dopo la guerra,daranno i natali a famo-si ciclisti: Girardengo,Coppi, Defilippis. Siamo

nel 1876, la prima gara ciclistica è la Milano – Torino, chesi conclude al motovelodromo di Piazza d’Armi, una zona,come quella del Valentino e della Crocetta, particolarmen-te attiva a livello sportivo. Sono i tempi del velocipede e,nel 1884, si costituisce l’Unione Velocipedistica. Sempreal Valentino, che allora possedeva un laghetto artificiale,durante l’inverno, quando le temperature scendevanoabbondantemente sotto lo zero, l’aristocrazia torinese siesibiva nella ‘patinoire’ creata su modello parigino. Undrappo azzurro e bianco in piazza Castello ne scandival’apertura. Due anni dopo la Società Ginnastica, nascela prima federazione di scherma; a Villa Glicini, nei primidel ‘900, avrà la sede e, nel corso degli anni, terrà a bat-tesimo grandi campioni internazionali. I tempi cambianovelocemente, la gente frequenta con piacere l’ippodro-

’70 con protagonisti Lino Capolicchio e Senta Berger.Sul finire del secolo, precisamente nel 1887, EdoardoBosio, canottiere dell’Armida, di ritorno da Londra, fon-da il ‘Football & Cricket club Torino’, è l’inizio del calciomoderno in Italia. Nel 1897 nasce tra gli studenti del liceoclassico d’Azeglio una nuova società: la Juventus, cheesordisce in maglia rosa con cravatta nera, il tutto pro-veniente rigorosamente dall’Inghilterra!Solo dal 1903 si incominceranno ad indossare le casac-che bianconere.Sull'altra sponda del Po, in una fredda serata del 3 dicem-bre del 1906, nella birreria Voigt, ora Bar Norman, di Piaz-za Solferino, nasce, da un gruppo di dissidenti juventi-ni, capitanati dallo svizzero Alfredo Dick, il ‘Foot Ball ClubTorino’. Segnando l’inizio di un derby eterno tra le due

Proviamo a pensare alla nostra città e alle sueeccellenze, dopo qualche frazione di secon-do si materializzano davanti ai nostri occhile Residenze Sabaude, il cibo, il vino, la Fiat,il calcio. Ecco, il calcio. Sembrerebbe cheoltre a questo sport, Torino fosse orfana di

altre discipline, non è così.Torino è per l’Italia la vera capitale dello sport italiano e,nell’imminente 2015, lo diventerà a livello europeo. Al di là dell’ormai rinomato understatement sabaudo chepreferisce non mettere in mostra i propri gioielli, a Tori-no nacque, nel lontano 1844, la prima società sportivanazionale: la ‘Società Ginnastica’ che poi diventerà‘Reale’. Sono gli anni in cui fioriscono le prime attività spor-tive italiane. Gli sport praticati e seguiti erano soprattut-to l’ippica e il canottaggio, che ben presto vennero affian-cati dal ciclismo e dal calcio.Dopo la ginnastica fu la volta dei canottieri che, nel 1863,si riunirono sotto il nome ‘La Cerea’, dal saluto che traloro si scambiavano incrociandosi sul fiume. Chissàquante volte li avete notati nelle prime foto in bianco enero con i baffoni a manubrio e le canotte a righe! Lungo il fiume si cimentano anche i primi nuotatori e, nel1852, dove adesso ci sono i murazzi, nacque il primostabilimento balneare; pochi anni più tardi arriveranno lepiscine ed i primi corsi di nuoto.Quasi contemporaneamente, sempre intorno alle rive delfiume Po, nascono le bocciofile, ancora oggi così vive epresenti nel tessuto sportivo e sociale della città. Ma torniamo alla ginnastica che, nel breve volgere del-la metà dell’Ottocento, si amplia in tre nuove discipline:tiro a segno, nuoto e scherma. Con la legge De Sanctisdel 1878, la ginnastica diventa disciplina obbligatoria nel-le scuole. Sono i tempi della Torino della grande Espo-sizione Universale del 1884 e del bel romanzo di De Ami-cis ‘Amore e Ginnastica’, poi ripreso in un mitico film anni

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Sopra: pattinatori americani in posaprima della loro esibizione al palazzodel ghiaccio di Torino il 7 marzo 1952A sinistra: campionati piemontesi diatletica leggera allo Stadio Mussoliniil 24 settembre 1933, Michiels nellacorsa ad ostacoli

Nella pagina a fianco: Carlo Mollinoalla guida della sua vettura da corsaOsi-BisiluroIn basso a destra: squadra che partecipò al congresso di Venezia e Trieste il 26 maggio 1929,foto di gruppo delle giovani ginnastein divisa nella sede della RealeSocietà di ginnastica a Torino

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mo Mirafiori detto degli ‘Amoretti’, ma si appassiona anchead altri cavalli, quelli delle prime automobili, che incomin-ciano a scorrazzare e a gareggiare lungo un circuito rea-lizzato tra le strade del Valentino; sono i tempi di Giovan-ni Agnelli, di Vincenzo Lancia e di tante fabbriche agli albo-ri. Quelle auto, molte delle quali amorosamente custodi-te presso il Museo dell’Automobile, trasformeranno persempre la storia della città.Torino, circondata dalle sue splendide montagne, èanche la culla dello sci alpino. Uno svizzero residente aTorino, tale Adolfo Kind, è il primo a sperimentare lo sciin Italia, sulle pendici dei monti della Val Sangone. Ai pri-mi del ‘900 fonderà il primo Sci Club Italiano che avràsede nei locali del CAI – nato nel 1883 per aggregare gliappassionati di montagna.Una vocazione nostrana questa, che porterà nel corsodegli anni molti atleti ai vertici mondiali, basti ricordarePierino Gros e Stefania Belmondo; epopea consacratacon le indimenticabili Olimpiadi Invernali del 2006.

Facciamo un passo indietro e torniamo a fine ‘800, quan-do si incomincia a giocare a tennis, fino a giungere allagrande epopea del dopoguerra con il circolo dello Spor-ting, che, nel corso del tempo, ospiterà diverse gare anchedi coppa Davis. Tra questi incontri memorabili ricordia-mo, nel ‘61, l’unica edizione degli ‘italiani’ non giocataa Roma, in finale Nicola Pietrangeli e Rod Laver.Analogamente, al fianco di sport di origine britannica, sene affermano altri di origine popolare, come il ‘pallone ela-stico’, molto praticato nel Piemonte meridionale ed inLiguria. A Torino questa disciplina aveva il suo tempio nel-lo storico sferisterio di via Napione. Ma non ci si fermaqui: si inizia a giocare a rugby (con Torino campione d’Ita-lia nel 1949) e prende sempre più piede l’atletica.Torino – durante la sua straordinaria esposizione Univer-sale del 1911 – può vantare lo Stadium, il più grande com-plesso al mondo per manifestazioni sportive e numero-se società sportive podistiche, ciclistiche e calcistiche.Con i primi anni del ‘900 arrivano altri sport ‘america-ni’ osteggiati dal fascismo, come il baseball. O comeil basket, che si gioca soprattutto nel quartiere della Cro-cetta; l’oratorio salesiano negli anni ’60 formerà nume-rosi talenti, tra questi il nazionale Carlo Caglieris. Neglianni ‘70 e ‘80 le squadre di Basket e Volley primeggia-no a livello nazionale e internazionale. Sono i tempi del-la Saclà e della Chinamartini nella pallacanestro e del-la Klippan, poi Robe di Kappa, nella pallavolo, tra i tan-ti campioni ricordiamo Piero Rebaudengo.Tornando infine all’atletica e agli sport di base non pos-siamo non parlare degli atleti di livello mondiale del CusTorino e del suo storico presidente Primo Nebiolo, cheha avuto un degno successore in Riccardo De Licio; ana-logamente anche il gruppo Sisport Fiat degli anni ‘70 e’80 si è distinto nel panorama mondiale. Unica è statala carriera di grandi atleti torinesi come Franco Arese(campione europeo dei 1500 metri) e Livio Berruti, oroolimpico Roma 1960 nei 200. Gli anni 2000 hanno enfa-tizzato Torino con le Olimpiadi Invernali, le Paralimpia-di, le Universiadi della neve e i World Master Games. Oggi lo sport rappresenta un patrimonio unico conimpianti all’avanguardia e tanti praticanti di ogni età. Pas-seggiare o correre negli straordinari parchi in mezzo alverde è un’esperienza unica. Calcio, atletica, tennis, nuo-to, basket, volley, golf (con le storiche edizioni degli Open),ciclismo, canottaggio, ginnastica, sci, pattinaggio e tan-ti altri sport rappresentano per Torino una vera eccellen-za. Da vera Capitale dello Sport. Una città dove Juve eToro fanno sognare, ma che ha visto qui eccellere (esovente nascere) ogni disciplina, in oltre un secolo di emo-zioni e di successi senza confini. ��I

Dall’alto: sesto concorso ippico internazionale tenutosi a TorinoEsposizioni dal 21 al 25 gennaio 1966

Pallonetto vincente del capitano azzurro Mattioli alle Universiadidel 1971

Partita di pallacanestro Riv-Forlì, Degli Esposti tenta un canestro,18 novembre 1963