14

Tutte le famiglie sono psicotiche - Douglas Coupland

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Un estratto dal libro di Coupland

Citation preview

Page 1: Tutte le famiglie sono psicotiche - Douglas Coupland
Page 2: Tutte le famiglie sono psicotiche - Douglas Coupland

7

1

Janet aprì gli occhi. Fuori splendeva la luce preistorica della Florida. Un cane abbaiò. Un’auto suonò il clacson. Un uomo cantava il ritornello di una canzone in spagnolo. Janet si toccò distrattamente la cicatrice lasciata dal proiettile sotto le costole, a sinistra. Una cicatrice gibbosa e dura e informe, come un pez-zo di chewing-gum attaccato sotto il bordo di un tavolo. Non cre-deva che la sua carne si sarebbe richiusa in quel modo. Cosa mi aspettavo, una cicatrice a forma di bandiera americana?

Aggrottò le sopracciglia: I miei figli. Dove sono? Ricapitolò velocemente la loro posizione, un rituale che ripeteva ogni giorno fin da quando era nato Wade, nel 1958. Appena ebbe sistemato ciascuno dei suoi tre rampolli nella casella geogra-fica appropriata, si ricordò di respirare. Oggi saranno tutti qui a Orlando.

Fissò la sveglia sul comodino: 7.03. La medicina. Prese due capsule dal portapillole e le inghiottì con un bicchiere d’acqua del rubinetto, preparato la sera prima. L’acqua aveva un sapore come se ci avesse lasciato a mollo delle monetine. Le venne in mente che le stanze dei motel avevano in dota-zione una macchina per il caffè. Che bella idea, un vero colpo di genio. Perché non ci hanno pensato tanti anni fa? Perché tutte le cose buone succedono adesso?

Page 3: Tutte le famiglie sono psicotiche - Douglas Coupland

8

Pochi giorni prima, sua figlia Sarah le aveva detto al telefo-no: «Mamma, almeno compra dell’acqua minerale. L’acqua del rubinetto in quella topaia probabilmente è tagliata con il crack. Non riesco a credere che tu voglia davvero alloggiare lì».

«Ma cara, per me qui va benissimo.»«Vai a stare al Peabody con il resto della famiglia. Ti ho

già ripetuto mille volte che pago io.»«Non è questo il punto, tesoro. Sono gli hotel che dovreb-

bero costare di meno.»«Mamma, la nasa ha degli accordi con gli alberghi e...»

Sarah aveva sbuffato, accettando la sconfitta. «Lasciamo per-dere. Comunque tu hai un po’ troppi soldi per fare la parte della povera immigrata.»

Sarah. Così spendacciona. Come gli altri due. Nessuno di loro aveva mai conosciuto la povertà, o la guerra, ma quel vantaggio non ne aveva fatto dei ragazzi d’oro, e Janet non se ne capacitava. Una vita di abbondanza aveva trasformato i due maschi in un elemento diverso. Piombo? Silicio? Bi-smuto? Ma Sarah... Lei era un elemento più raffinato dell’oro, carbonio cristallizzato in diamante, un lampo bloccato in un fermo immagine, fatto a pezzettini e conservato in una came-ra blindata.

Il telefono squillò e Janet rispose. Era Wade, che chiama-va da una casa circondariale dell’Orange County. Janet se lo immaginò in un corridoio di cemento grezzo, trasandato e non rasato, ma sempre con «la scintilla», quel lampo negli occhi che aveva ereditato dal padre. A Bryan mancava, e Sarah non ne aveva bisogno, ma Wade aveva usato la scin-tilla per farsi strada nella vita. Forse non era stato l’attributo migliore da ereditare.

Wade: Janet ricordò i propri giri in macchina la mattina pre-sto lungo Marine Drive, in cerca di quel certo tipo di uomo in attesa dell’autobus per il centro. Si trattava sempre di una per-sona leggermente trasandata, appena un po’ al di sotto della ri-spettabilità. E poi era evidente che gli avevano tolto la patente per guida in stato di ebbrezza (perciò prendeva l’autobus), ma ciò lo rendeva più interessante, e ogni volta che Janet sorri-

Page 4: Tutte le famiglie sono psicotiche - Douglas Coupland

9

deva dall’auto a uno di quegli uomini, loro le restituivano il sorriso. Wade era uno così, proprio come Ted, il suo ex marito, ora relegato in un cantuccio della memoria.

«Wade, non sei troppo cresciuto per telefonarmi dal... car-cere? Anche solo pronunciare la parola “carcere” mi sembra stupido.»

«Mamma, ora sto rigando dritto. Stavolta si è trattato di un incidente.»

«Cosa è successo? Hai dirottato incidentalmente un auto-bus pieno di ragazze scout verso le Everglades?»

«Si è trattato di una rissa in un bar, mamma.»Janet ripeté quelle parole: «Una rissa in un bar».«Lo so, lo so... Credi che non mi renda conto di quanto

sembri stupido? Ti chiamo perché ho bisogno di un passag-gio per andarmene da qui. La mia auto a noleggio è rimasta vicino al bar.»

«Dov’è Beth? Perché non ti fai venire a prendere da lei?»

«Oggi ha il turno di pomeriggio.» «Okay, facciamo un passo indietro, caro. Come si fa esat-

tamente a restare coinvolti in una rissa da bar?»«Se te lo dico non mi crederai.»«Ti stupirebbe sapere la quantità di cose in cui credo in

questo periodo. Mettimi alla prova.»Ci fu una pausa all’altro capo del filo. «Ho picchiato quel

tipo... quel bastardo, perché sfotteva Dio.»«Dio.» Non può parlare sul serio.«Sì, proprio così.»«E in che modo lo sfotteva?»«Nel modo peggiore. Diceva: “Dio è uno stronzo”, “A Dio

non gliene frega niente di nessuno”, e non la smetteva, e io ho dovuto fermarlo. Credo che dopo l’abbiano licenziato.»

«Tu volevi difendere l’onore di Dio?»«Sì.»Attenta, Janet, sei su un terreno minato. «Wade, so che

Beth è molto religiosa. Stai diventando religioso anche tu?»«Io? Forse. No. Sì. Dipende da che intendi per religione.

Page 5: Tutte le famiglie sono psicotiche - Douglas Coupland

10

È una cosa che tiene tranquilla Beth, e forse...» Wade fece una pausa. «Forse può calmare anche me.»

«Quindi alla fine hai passato la notte in cella?»«Sì, affidato alle cure di un taccheggiatore di nome Bub-

ba, che pesa almeno duecento chili.»«Wade, io non posso venire a prenderti. Credo che questa

sarà una di quelle giornate senza energia. Inoltre, la macchi-na che ho noleggiato puzza come la moquette di un apparta-mento di studenti, e le strade da quelle parti sono bianche, e tutta quella luce mi fa venire sonno.»

«Dai, mamma...»«Non fare il bambino. Hai quarantadue anni, ormai. E ieri

non sei neppure riuscito ad arrivare all’hotel in tempo.»«Ho deciso di fare una piccola deviazione per fare visita a

un amico a Tampa. Mi sono fermato a bere qualcosa. Ehi, non trattarmi come se fossi Bryan. Non sono stato io a iniziare la rissa, e...»

«Stop! Basta così. Chiama un taxi.»«Sono un po’ a corto di contanti.»«Non hai abbastanza soldi per pagare un taxi? E come fai

a pagare l’albergo?»Silenzio.«Wade?»«Paga Sarah. Anticipa il denaro, poi noi glielo restituire-

mo.»Seguì un silenzio imbarazzato. «Mamma, tu potresti venire a prendermi, se volessi. So

che potresti.»«Sì, immagino di sì. Ma credo che faresti meglio a chia-

mare tuo padre, a... Come si chiama quel posto?»«Kissimmee. L’ho già chiamato.»«E?»«È andato a pesca di lucci con Nickie.»«A pesca di lucci? È una cosa che si fa ancora?»«Non lo so. Suppongo di sì. Io credevo che fossero estinti.

Probabilmente c’è un tizio in muta da sub che gli attacca dei lucci di plastica alla lenza.»

Page 6: Tutte le famiglie sono psicotiche - Douglas Coupland

11

«I lucci sono bruttissimi. Mi fanno pensare a quelle taver-nette nel seminterrato che la gente costruiva intorno al 1958, e poi non usava mai.»

«Ti capisco. È già difficile pensare che esistano.»«Insomma, Ted è andato a pesca di lucci con Nickie?»«Esatto. Con Nickie.»«Quella troia schifosa.»«Mamma!»«Wade, io non sono una santa. Mi sono tenuta dentro un

sacco di cose per decenni. Le ragazze ai miei tempi erano molto educate, e questo è il motivo per cui ora soffriamo tut-te di colite. Inoltre, un po’ di linguaggio piccante è come una boccata d’aria fresca, di tanto in tanto. Proprio ieri sta-vo cercando su internet delle informazioni sui derivati della vitamina D, e all’improvviso, bang! Sono capitata in un sito dedicato all’Amore Anale. C’era una ragazza pon pon con finimenti di cuoio, seduta su...»

«Mamma! Come puoi visitare siti del genere?»«Wade, ti ricordo che tu mi stai chiamando da una disca-

rica per rifiuti umani da qualche parte qui a Orlando, perciò non fare finta di essere scioccato solo perché una donna di sessantacinque anni parla di internet al telefono. Non crede-resti i siti che ho visitato. E le chat-room, anche. Non sono sempre Janet Drummond, sai?»

«Mamma, perché mi racconti queste cose?»«Oh, lascia perdere. Comunque la tua matrigna, Nickie, re-

sta una troia schifosa. Chiama Howie. Forse lui può venire a prenderti.»

«Howie è così noioso che mi fa svenire. Non riesco a cre-dere che Sarah abbia sposato un idiota del genere.»

«Io sono quella che l’ha messa al mondo, e tocca a me l’onore di andare con lui a Cape Canaveral, oggi.»

«Oh, accidenti. Un’altra pagliacciata della nasa?»«Esatto. Se vuoi puoi venire con noi.»«Aspetta un attimo, mamma. Perché non sei al Peabody

con tutti gli altri? Perché diavolo sei in un motel? A proposi-to, ci sono voluti trenta squilli prima di convincere l’impie-

Page 7: Tutte le famiglie sono psicotiche - Douglas Coupland

12

gato a rispondere, e potrei aggiungere che aveva una voce da trafficante di organi.»

«Wade, non cambiare discorso. Telefona a Howie. Aspetta, credo che ci sia qualcuno alla porta.» Janet allontanò il telefo-no dall’orecchio e disse: «Toc, toc».

«Molto divertente, mamma.»«Devo andare ad aprire, Wade.»«Proprio divertente. Io...»Clic.Quella stanza faceva sentire Janet un po’ troppo di passag-

gio, ma costava poco, e quindi compensava le magagne. Ciò nonostante, lei sentiva la mancanza dei suoi rituali mattuti-ni. Toccò il proprio corpo in modo gentile e metodico, come se stesse contando un mazzo di banconote in banca. Palpò dolcemente una serie di piccole ulcere sulla parte interna delle labbra. Erano ancora lì, proprio come il giorno prima. Non le aveva sognate. Le mani scesero più in basso. Niente noduli nei seni, stamattina. Ma cosa le aveva detto Sarah? Noi tutti abbiamo avuto il cancro migliaia di volte, mamma, ma normalmente il corpo lo elimina. È sbagliato contare solo i tumori che restano. Tu e io potremmo averne uno proprio adesso, ma domani magari non ci sarà più.

La stanza aveva l’odore di una vita di sigarette. Janet fissò la foto di Sarah sul Miami Herald accanto al telefono, una foto standard delle Pubbliche relazioni della nasa: pia-no americano contro uno sfondo sfocato blu oltremare, con un’illuminazione studiata per migliorare la carnagione, e che suggeriva un nobile, scientifico disprezzo per i cosmetici. Sa-rah aveva un casco sotto il braccio destro. Il sinistro, quello senza mano, pendeva lungo il fianco: Lo spazio non conosce limiti.

Janet sospirò. Mosse le dita dei piedi. Dieci minuti dopo il telefono squillò di nuovo: Sarah, da Cape Canaveral.

«Ciao mamma. Ho appena parlato con Howie. Andrà lui a prendere Wade.»

«Buongiorno, Sarah. Come va la tua giornata?»«Stamattina abbiamo fatto il test di evacuazione a gravità

Page 8: Tutte le famiglie sono psicotiche - Douglas Coupland

13

zero, ma quello che realmente avrei voluto fare era chiudermi in un bel bagno tranquillo e testare delle nuove strisce per pu-lire i pori. L’umidità dentro queste tute mi dà dei mal di testa allucinanti. Non ne parlavano mai, nei vecchi articoli di Life. Hai già fatto colazione?»

«No.»«Vieni a mangiare con me qui a Cape. Possiamo farci un

gelato astronautico disidratato in una lucente busta di mylar.»Janet si sedette sul letto e appoggiò i piedi per terra. Sentì

la pelle, la carne, pendere dalle ossa come un vestito inzup-pato. Doveva fare pipì. Iniziò a misurare le parole, occhieg-giando la porta del bagno. «Non credo di poter venire, cara. Tutto il tempo che mi permetteranno di trascorrere con te saranno i tre secondi necessari per una foto di propaganda.»

Sarah chiese: «Oggi arriva Beth?».Beth era la moglie di Wade. «Nel tardo pomeriggio. Credo

che andrò a cena con loro due.»«A che punto è la gravidanza?»«Al quarto mese, credo. Il bambino potrebbe nascere a Na-

tale.»«Già.»«Qualcosa non va, Sarah?»«È solo che...»«Cosa?»«Mamma, come è possibile che Wade abbia sposato una...

È così boriosa, così “rinata in Dio”. Avevo sempre creduto che Wade avrebbe sposato un altro tipo di donna. Beth è così dannatamente bigotta.»

«Lo mantiene vivo.»«Immagino di sì. Quando arriva Bryan?»«Lui e la sua ragazza sono già qui. Mi ha chiamato dal Pea-

body.»«Ragazza? Bryan? Come si chiama?»«Se te lo dico non ci crederai.»«Non può essere così terribile» disse Sarah. «È uno di

quei nomi inventati, tipo DawnElle, Kerrissa o CindaJo?»«Peggio.»

Page 9: Tutte le famiglie sono psicotiche - Douglas Coupland

14

«Cosa potrebbe essere peggio?»«Shw.»«Come, scusa?»«Shw. Si chiama così.»«Fammi lo spelling, per favore.»«S-H-W.»«E poi?»«Niente vocali, se è quello che stai aspettando.»«Vuoi dire che si chiama proprio Shw? È la pronuncia giu-

sta?»«Temo di sì.»«È il nome meno... pratico che abbia mai sentito. È finlan-

dese, dello Sri Lanka o di qualche posto del genere?»Gli occhi di Janet indugiarono sulla porta del bagno aper-

ta e sul water. «Per quanto ne so, è di Alberta. Bryan l’adora, e le ha fatto una pancia come un pallone.»

«La ragazza di Bryan è incinta? Come mai non ne sapevo nulla?»

«Io l’ho conosciuta solo la settimana scorsa. Tratta tutti come spazzatura, ma sembra che io le piaccia. Perciò non mi è antipatica.»

«Bryan è il solito tipo assurdo. Non riuscirò a restare se-ria, quando lei mi dirà il suo nome.»

Janet disse: «Shw!».Sarah fece una risatina.«Shw! Shw! Shw!»Sarah rise forte. «È carina?»«Direi di sì. Deve avere più o meno diciotto anni, ed è una

piccoletta fastidiosa. Negli anni cinquanta l’avremmo defi-nita una peperina. Oggi diciamo ipertiroidea. Ha gli occhi sporgenti.»

«Dove si sono conosciuti?»«A Seattle. Ha aiutato Bryan a dare fuoco da Gap a una

pila di magliette da fighetto color pastello, mi pare durante le sommosse per la World Trade Organization. Poi sono stati se-parati, e qualche mese fa si sono ritrovati, durante la distru-zione di un’area sperimentale per la coltivazione di fagiolini geneticamente modificati.»

Page 10: Tutte le famiglie sono psicotiche - Douglas Coupland

15

Janet poté quasi sentire Sarah che cambiava marcia. La di-scussione sulla famiglia era finita. Ora veniva il lavoro: «Bene, sono contenta per Bryan. Te la senti di affrontare lo show di oggi alla nasa?».

«Credo di sì.»«Howie verrà a prenderti alle nove e trenta, dopo essere

passato dal mio caro fratello. Ah, a proposito. Papà è senza un soldo.»

«Non mi sorprende. Ho sentito dire che ha perso il lavo-ro.»

«Ho cercato di fargli un prestito, ma naturalmente ha ri-sposto di no. Non che ci fosse molto da prestare. Howie ha perso quasi tutti i nostri risparmi in un sito web che vende prodotti per animali. Avrei voglia di strangolarlo.»

«Oh, povera cara.» Com’è facile entrare nel ruolo della madre.«Lasciamo perdere. Ehi, quando è stata l’ultima volta che

hai visto papà?»«Circa sei mesi fa. Ci siamo incontrati per caso, al Super-

Valu.»«Era teso?»«Non più del normale.»«Bene. Ci vediamo dopo, allora.»«Certo, cara.»Clic.Nel corridoio fuori dalla stanza, Janet udì frignare dei

bambini diretti a Disney World con le rispettive famiglie. Andò in bagno, attraversando il pavimento trasformato in una superficie lunare da secoli di bruciature di sigarette e altre macchie delle quali era meglio non indagare l’origine. Pensò agli acidi usati dai serial killer per dissolvere i denti e le mascelle delle loro vittime.

All’improvviso si vide riflessa nello specchio a figura inte-ra accanto al lavandino, e restò paralizzata. Sì, Janet, è così. Ti stai rimpicciolendo. Tendine dopo tendine, proteina dopo proteina, stai diventando uno... gnomo. Sì, tu, Janet Drum-mond, che una volta sei stata eletta «la ragazza per la quale saremmo disposti a rapinare una banca».

Page 11: Tutte le famiglie sono psicotiche - Douglas Coupland

16

Restò lì, a fissare il suo riflesso in camicia da notte blu, come se fosse ancora giovane e quell’immagine le fosse arri-vata dal futuro, a mo’ di monito. Se socchiudo gli occhi, posso ancora vedere la casalinga immacolata che sognavo di essere. Sono Elizabeth Montgomery in Vita da strega. Sono Dina Mer-rill che pranza al Museo di Arte Moderna con Christina Ford.

Oh, lascia perdere. Fece la pipì, la doccia, poi si asciugò e si dedicò a modificare le tracce lasciate dal tempo sul suo viso.

Ecco fatto. Non sono poi male, dopotutto. Un uomo po-trebbe ancora rapinare una banca per me. Gli uomini ancora flirtano con me. Non molto spesso, e non molto giovani, forse, ma lo sguardo che hanno negli occhi non cambia mai.

Si vestì, e cinque minuti dopo era seduta a leggere il gior-nale in un Denny’s, a un isolato di distanza. La mappa meteo-rologica del Nord America, nell’ultima pagina, era di un cre-misi malato, con solo una strisciolina di verde fresco lungo la costa da Seattle all’Alaska. Fuori della vetrata del fast-food il sole faceva sembrare il parcheggio un’area da esperimento nucleare. Janet si rese conto che le condizioni atmosferiche avevano smesso di interessarla. Avanti il prossimo.

Di ritorno nella sua stanza, si stese sul letto, pensando alle migliaia di atti sessuali che vi erano stati consumati. Okay, questo posto fa schifo, ma almeno non sto buttando via dei sol-di. Le labbra le dolevano al punto che anche semplicemente espirare era una sofferenza. Il suo avvisatore automatico emi-se un ronzio. Janet si alzò, infilò una mano nella borsetta e prese una boccetta di medicine. Accese la tv, e sullo schermo apparve Sarah, in un’intervista della cnn. Come sempre, sua figlia era di una grazia abbagliante in televisione. Sembrava una suora inviolata dal make-up.

«Lei, come tanti altri bambini, è nata con un handicap causato dal talidomide. Ha qualcosa da dire al mondo?»

«Certamente. Noi siamo stati i canarini nella miniera di carbone. Siamo stati la prova vivente che gli agenti chimici esterni, nel nostro caso il talidomide, potevano danneggiare gravemente l’embrione umano. Oggi la maggior parte delle

Page 12: Tutte le famiglie sono psicotiche - Douglas Coupland

17

madri non fuma e non beve alcolici durante la gravidanza. Sanno che il mondo esterno può entrare nei loro bambini e causare gravi danni. Ma la generazione di mia madre non lo sapeva. Le donne incinte fumavano, bevevano e prendevano numerose medicine senza pensarci due volte. Ora, come spe-cie, siamo più saggi: siamo consapevoli dei teratogeni.»

«Teratogeni?»«Esatto. Significa “generatori di mostri”. È una parola or-

ribile, ma il mondo può davvero essere un posto orribile. I te-ratogeni sono gli agenti chimici che attraversano la placenta e danneggiano la crescita del bambino nell’utero.»

Il conduttore si voltò verso la telecamera: «È il momento di fare una piccola pausa. Abbiamo parlato con Sarah Drum-mond-Fournier, una donna con una mano sola e una volontà indomabile, che sarà a bordo dello shuttle questo venerdì. Ci vediamo tra poco».

Come diavolo ho fatto a mettere al mondo una donna del genere? Non capisco nulla della sua vita. Nulla. Eppure lei è la mia immagine sputata, e se ne va in giro nello spazio. Janet ricordò quanto aveva desiderato aiutare Sarah con i compiti scolastici. Ogni volta che si affacciava alla porta della sua stanza, Sarah, cortese e rassegnata, la invitava a entrare. In-variabilmente Janet fissava libri e quaderni, che le sembra-vano scritti in cinese, e poi batteva in ritirata, con il pretesto che aveva da fare in cucina.

Spense la tv. Una volta le importava di tutto, e se non riusciva a sentire

una partecipazione genuina, poteva fingerla senza problemi. La pioggia troppo forte che aveva spezzato le petunie. I graffi dei suoi bambini. La fame in Africa. I mammiferi marini che rischiavano l’estinzione. Janet si considerava una superstite di una generazione perduta: l’ultima generazione allevata con l’idea che le apparenze erano importanti, o che era importan-te fingere che lo fossero. Era nata nel 1934 a Toronto, che allora somigliava molto a Chicago, a Rochester o a Detroit: una città insipida, metodica, parsimoniosa e attenta al rispet-to delle regole. Suo padre, William Truro, era direttore del

Page 13: Tutte le famiglie sono psicotiche - Douglas Coupland

18

reparto mobili e articoli casalinghi del supermercato Eaton. Kaye, la moglie di William, era... Be’, la moglie di William.

I due avevano tirato su Janet e il fratello maggiore, Gerald, con un budget di 29 dollari e 50 alla settimana fino al 1938, quando a causa di una riduzione degli stipendi la paga di William scese a 27 dollari alla settimana, e la marmellata a colazione sparì dal menu della famiglia Truro. Quell’assenza era il primo ricordo di Janet. Dopo la marmellata, il resto della sua vita sembrò svilupparsi lungo il concetto della ri-duzione: cose che una volta erano state essenziali sparivano senza discussione, o peggio, dopo troppe discussioni.

Le stagioni cambiavano, i maglioni si strappavano, veni-vano rammendati e si strappavano di nuovo, finché venivano gettati via con dispiacere. Nella sottile striscia di terra da-vanti alla casa a schiera, Kaye coltivava alcuni fiori, che poi faceva seccare e rivendeva, ricavandone un piccolo arroton-damento mensile. La vita sembrava totalmente centrata sul «lesinare». Nell’autunno del 1938 Gerald morì di poliomie-lite. Nel 1939 la guerra stava per scoppiare. Il Canada parte-cipò fin dall’inizio, e allora si cominciò a lesinare sul serio: il grasso della pancetta, le scatole di latta, la gomma e qualsia-si oggetto, ora, aveva un valore. I più bei ricordi d’infanzia di Janet riguardavano le ore trascorse a frugare nella spazzatura del vicinato, in cerca di gioielli perduti, frammenti di me-tallo e biglietti d’amore scritti da principi morenti. Durante la guerra, le case del quartiere divennero opache, perché la pittura era un lusso. Una volta, quando aveva sei anni, Janet entrò in cucina e vide suo padre baciare con passione sua madre. Loro si accorsero di lei, una ragazzina paffuta tirata su a zuppe Campbell’s, e si staccarono arrossendo, e non si parlò mai più della cosa. Quella per Janet era stata l’unica prova dell’esistenza della passione, fino all’adolescenza.

Passò un’ora, e Janet gettò un’occhiata all’orologio sul comodino: quasi le 9.30. Ormai Wade doveva già essere in macchina con Howie. Janet scese ad aspettare il genero sotto la pensilina davanti all’ingresso dell’albergo, preparandosi a una giornata noiosa.

Page 14: Tutte le famiglie sono psicotiche - Douglas Coupland

19

Poi, bang! All’improvviso fu piena di rabbia. Era arrab-biata perché era incapace di ricordare e rivivere la propria vita come una specie di film continuo. C’erano solo piccoli stralci qua e là: il bacio dei genitori, la marmellata, i fiori secchi... Eppure non sembrava esserci una logica divina die-tro quell’assemblaggio. O un flusso. Tutti quei pezzi erano soltanto... pezzi. Ma doveva esserci una logica. Come poteva immaginare, la bambina grassoccia del 1940, che un giorno sarebbe andata in Florida per vedere la propria figlia lanciata nello spazio? La piccola Sarah, che avrebbe orbitato intorno alla Terra centinaia di volte. Non pensavamo allo spazio, nel 1939. Lo spazio non esisteva ancora.

Janet prese un pennarello nero dalla borsa, e scrisse la parola laringite su un pezzo di carta piegato. Così per il resto della giornata non sarebbe stata obbligata a parlare con chi non voleva.

Howie arriverà in ritardo? No, non è il tipo che arriva tardi a un appuntamento.