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Tutti i diritti riservati di Marcello Pierini - 2011 Charles De Saint Pierre (Saint-Pierre-Église, 14 febbraio 1658 – Parigi, 29 aprile 1743). Scrittore, filosofo e diplomatico francese, membro dell'Académie française. Giunto a Parigi nel 1686, si legò ad ambienti di opposizione alla politica del Re Luigi XIV. Per (l'Abbé) De Saint-Pierre, la pace perpetua non è più l'ideale utopico e visionario che avevano vagheggiato i suoi predecessori ma diventa un argomento degno di essere arontato nelle relazioni internazionali. Nel 1712 pubblica a Colonia “La Memore pour rendre la paix perpétuelle en Europe”. In un’Europa tormentata dalle guerre, dal dispotismo e dall’intolleranza il Saint Pierre proponeva una unione permanente tra i sovrani (cristiani) europei che avrebbero dovuto sottoscrivere il suo progetto di Europa pacifica. Nella sua visione erano proibiti gli scambi territoriali fra gli Stati, mentre la guerra era ammissibile “solo contro coloro che sarebbero stati dichiarati nemici della società europea”. Al di là di errori e ingenuità progettuali il Progetto di Charles De Saint Pierre identifica una unità politica europea possibile, già peraltro realizzata trai i diversi popoli che abitavano la piccola Svizzera. Ciò che rendeva accettabile e praticabile la proposta dell’Abate, era che gli Stati assoggettandosi a regole condivise e a istituzioni del diritto internazionale non avrebbero perso in nulla l'esercizio della loro sovranità. Secondo lui i sovrani se ne sarebbero addirittura avvantaggiati perché avrebbero potuto usare la forza dell'Unione per respingere le ribellioni. L'Unione degli Stati europei confederati, avrebbe costituito una sorta di implicita “mutua garanzia” anche contro eventuali rivoluzioni.

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Tutti i diritti riservati

di Marcello Pierini - 2011

Charles De Saint Pierre(Saint-Pierre-Église, 14 febbraio 1658 – Parigi, 29 aprile 1743). Scrittore, filosofo e diplomatico francese, membro dell'Académie française.

Giunto a Parigi nel 1686, si legò ad ambienti di opposizione alla politica del Re Luigi XIV.Per (l'Abbé) De Saint-Pierre, la pace perpetua non è più l'ideale utopico e visionario che avevano vagheggiato i suoi predecessori ma diventa un argomento degno di essere affrontato nelle relazioni internazionali. Nel 1712 pubblica a Colonia “La Memore pour rendre la paix perpétuelle en Europe”. In un’Europa tormentata dalle guerre, dal dispotismo e dall’intolleranza il Saint Pierre proponeva una unione permanente tra i sovrani (cristiani) europei che avrebbero dovuto sottoscrivere il suo progetto di Europa pacifica. Nella sua visione erano proibiti gli scambi territoriali fra gli Stati, mentre la guerra era ammissibile “solo contro coloro che sarebbero stati dichiarati nemici della società europea”. Al di là di errori e ingenuità progettuali il Progetto di Charles De Saint Pierre identifica una unità politica europea possibile, già peraltro realizzata trai i diversi popoli che abitavano la piccola Svizzera. Ciò che rendeva accettabile e praticabile la proposta dell’Abate, era che gli Stati assoggettandosi a regole condivise e a istituzioni del diritto internazionale non avrebbero perso in nulla l'esercizio della loro sovranità. Secondo lui i sovrani se ne sarebbero addirittura avvantaggiati perché avrebbero potuto usare la forza dell'Unione per respingere le ribellioni. L'Unione degli Stati europei confederati, avrebbe costituito una sorta di implicita “mutua garanzia” anche contro eventuali rivoluzioni.

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Immanuel Kant(Königsberg, 22 aprile 1724 – Königsberg, 12 febbraio 1804). Grande filosofo tedesco.

Dal 1770 e fino il 1796 Immanuel Kant assume la cattedra di “logica e metafisica” nell’ Università di Konigsberg. Nel 1781 scrive “la Critica della ragion pura” capolavoro che pone le basi della filosofia critica kantiana. Il suo pensiero è detto criticismo in quanto contrapposto al dogmatismo che accetta le dottrine senza interrogarsi sulla loro validità. "Criticare" per Kant vuol dire giudicare, valutare, ossia interrogarsi sul fondamento delle conoscenze umane chiarendone i limiti. Nel 1795 scrive “Per la pace perpetua”, in cui auspica la creazione di una federazione di tutti gli Stati che possa sostituire il diritto alla forza. Trovare un sistema di equilibrio internazionale che garantisca una volta per tutte la fine delle guerre. La sua ideologia liberale lo porta a creare una sorta di federazione mondiale degli Stati, a partire dall'Europa per poi coinvolgere l'intero mondo. In questo senso, Kant può essere certamente considerato il teorico dell'Europa unita.Nel libro “Per la Pace Perpetua: un progetto filosofico”.Kant interpreta la guerra come il male peggiore che possa affliggere la società umana, essendo fonte di ogni corruzione morale. Concretamente l’idea Kantiana risiedeva nella creazione di una Federazione mondiale di tutti gli Stati, fondata su   un diritto comune, rispettoso delle diversità e delle esigenze di tutti i partecipanti in ugual misura: uno Stato di popoli che funzioni quale “tribunale del diritto”. La vera Pace si realizza solo quando risulta impossibile fare la guerra, ossia quando le nazioni si organizzano giuridicamente per prevenire e contrastare ogni conflittualità, e quando l'umanità diventerà in grado di eliminare la guerra come mezzo principale delle relazioni internazionali, facendo prevalere il rispetto nei confronti dell'altro (da considerare mai come mezzo, ma sempre come fine). Secondo Kant è necessario dedicare ogni sforzo alla ricerca dei mezzi giuridici e politici idonei ad eliminare “per sempre” lo stato di guerra internazionale.

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P. J. Proudhon(Besançon, 15 gennaio 1809 – Parigi, 19 gennaio 1865). Filosofo e anarchico francese.

Proudhom può definirsi un autentico pioniere filosofico del federalismo sociale europeo dell'Ottocento: partecipa alla rivoluzione del 1848 e propone, sul piano politico, la distruzione dello stato accentratore – autoritario e la costituzione di un sistema federativo di amministrazioni popolari a democrazia diretta. Sul piano economico-sociale propone un sistema mutualistico di libero scambio tra produttori e consumatori fondato sulla proprietà personale dei mezzi di produzione (in contrasto con le diverse forme di sfruttamento soprattutto del lavoro agricolo). Nel 1840 scrive “Che cos'è la proprietà?”, in aspra polemica anche con i principali esponenti socialisti e rivoluzionari del suo tempo.In età avanzata modificò in parte le sue originarie convinzioni anarchiche e le espose nell’opera “Del principio federativo”, ove definisce il federalismo come teoria dello stato basato sul contratto politico (o di federazione). Afferma che lo Stato deve equilibrare con la legge l'autorità con la libertà e che può realizzarsi attraverso il contratto di federazioni definendo tale filosofia "religione civile dell'umanità". Nella sua forma di governo ideale, egli rifiuta la presenza di uno Stato perché considerato un'istituzione unicamente finalizzata allo sfruttamento del lavoro altrui da parte di alcuni uomini. Egli rifiuta ogni tipo di potere al di sopra dell'individuo, ivi compreso Dio che, in ambito religioso, è esattamente come lo Stato in ambito politico e la proprietà in quello economico: istituzioni illegittime finalizzate al controllo e sfruttamento degli uomini.

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Victor Hugo(Besançon, 26 febbraio 1802 – Parigi, 22 maggio 1885). Scrittore, poeta e drammaturgo francese, considerato il padre del Romanticismo in Francia.

Sogna una repubblica universale svizzera e ripete nelle pagine conclusive del suo “Le Rhin” (1842), l’invocazione di Saint-Simon per una unione collaborativa di Francia e Germania, allo scopo di conseguire “la constitution de l’Europe”. Frequenta i circoli romantici di Parigi divenendone ben presto il riconosciuto punto di riferimento. Nel 1822 vengono pubblicati i suoi primi scritti di intonazione monarchica e cattolica che gli fruttano un Alto riconoscimento da parte del Re Luigi XVIII. Gli scritti si susseguono numerosi, fra cui Nôtre Dame de Paris. Nel 1841 viene eletto membro dell'Accademia Francese. Nel 1845 viene nominato Pari di Francia e, nel 1848, deputato all'assemblea costituente. In seguito al colpo di stato del 1851, Hugo è esiliato: ove resterà fino al settembre del 1870 fine della guerra Franco-Prussiana con sconfitta ed esilio di Napoleone III).Hugo è un riformista, denuncia l'ineguaglianza sociale, e in particolare i ricchi che capitalizzano i loro possedimenti senza riammetterli nella produzione. Allo stesso modo, si oppone alla violenza se praticata contro un governo democratico, ma la giustifica per abbattere un potere illegittimo. E’ un precursore dei diritti umani: lotterà tutta la vita contro la pena di morte di cui è un abolizionista irriducibile. Ne parlerà in numerosi discorsi alla Camera dei Pari, all'Assemblea Costituente e al Senato e ne scrisse in “Notre-Dame de Paris” e ne “ I miserabili”, ma i testi più importanti in questo sono “L'ultimo giorno di un condannato a morte (1829) e Claude Gueux (1834).

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Giuseppe Mazzini(Genova, 22 giugno 1805 – Pisa, 10 marzo 1872). Patriota, politico e filosofo italiano.

Irriducibile Repubblicano si batté sul piano dei problemi per affermare la necessità dell’unità dell’Europa. La sua attività rivoluzionaria lo costringe a rifugiarsi a Marsiglia, dove nel 1831 organizza un nuovo movimento politico chiamato “Giovine Italia”.Fonda altri movimenti politici per la liberazione e l'unificazione di altri stati europei: la Giovine Germania, la Giovine Polonia e infine la Giovine Europa.“La Giovane Europa” (fondata nel 1834 presso Berna in accordo con altri rivoluzionari europei) rappresenta forse la più grande teorizzazione del suo pensiero di libertà delle nazioni. In tale occasione egli estende il desiderio di libertà del popolo (che si sarebbe attuato con la repubblica) a tutte le nazioni Europee ed il movimento ebbe un importante ruolo di promozione dei diritti della donna.Le sue idee e la sua azione politica contribuirono in maniera decisiva alla nascita dello Stato unitario italiano. Le condanne subite in diversi Tribunali d'Italia lo costrinsero però alla latitanza fino alla morte. Le teorie mazziniane furono di grande importanza nella definizione dei moderni movimenti europei per l'affermazione della democrazia attraverso la forma repubblicana dello stato. Mazzini è un convinto sostenitore dell'unità europea (propugnata con vigore fin dal 1832), persuaso del fatto che il coronamento del movimento di emancipazione democratica delle nazioni, si debba attuare con la costruzione della confederazione europea, vista anche come sistema da contrapporre alla Santa Alleanza, cioè la potenza austriaca in Italia. Nell'articolo su La lega internazionale dei popoli (1849) afferma che la lotta dev’essere rivolta contro la “vecchia Europa". Nell'appello ai patrioti svizzeri scrive: "Il presente lavora a creare, e l'avvenire ci recherà una Giovine Europa. E' la Giovine Europa dei popoli che si sovrapporrà alla vecchia Europa dei re. Per Mazzini è la lotta della Giovine eguaglianza contro gli antichi privilegi: la vittoria delle giovani idee contro le vecchie credenze". L'idea Europea di Mazzini si presenta quindi come un prolungamento della fede democratica, indipendentista e rinnovatrice sul piano nazionale. Accanto ai "congressi nazionali", cui spetta il governo degli affari interni dei singoli Stati membri, Mazzini prevede la rappresentanza, "con eguaglianza assoluta, di un "congresso europeo". A proposito della struttura istituzionale della futura Europa unita, ipotizza la creazione di un "consiglio supremo", col compito di disegnare la carta geografico-politica della nuova Europa. La federazione dovrebbe occuparsi anche di questioni economiche, di libertà di stampa, dell'insegnamento popolare e, soprattutto, dovrebbe promuovere le lotte dei popoli per l'autodeterminazione nazionale. Nella riflessione mazziniana emerge pertanto il senso della missione storica e morale dell'unificazione europea, in una visione eurocentrica, unitamente all'indicazione di una urgente messa in movimento delle forze in grado di comprendere l'attualità del compito. Tuttavia si tratta anche di un'esaltazione dei legami ideologici repubblicano-democratici dei diversi movimenti nazionali europei, in forza dei quali l'unione sovranazionale è supposta come sbocco naturale e inevitabile. Si risolve pertanto in un'indicazione di movimento e di lotta.

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Carlo Cattaneo(Parabiago, 15 giugno 1801 – Castagnola, oggi Lugano, 6 febbraio 1869). Patriota, filosofo, politico federalista e scrittore italiano.

Le diverse realtà specifiche dei vari Paesi europei fanno capo ai popoli, i quali in quanto tali, oltre a interessi tra loro comuni, hanno interessi che ognuno di loro può trattare “egli solo”. Cattaneo ha una concezione federale dell’Italia e dell’Europa, convinto che la libertà avvicinasse i popoli e li spingesse (quasi naturalmente) ad associarsi in una federazione europea di Stati.“Gli Stati Uniti d'Europa”, per Cattaneo la sola forma di unità tra popoli liberi è il patto federale: “Io non spero mai nella nuda unità; per me la sola possibile forma di unità tra popoli è un patto federale”. Per Cattaneo nel momento in cui le nazioni tendono ad avvicinarsi, ad avere qualcosa in comune (il commercio, le leggi, la scienza), allora possono iniziare a mettere da parte le vecchie discordie e stringere un patto di fratellanza, sottomettendosi ad un unico codice di un'unica giustizia. La soluzione del problema italiano, per i federalisti repubblicani, come per i mazziniani unitari, comporta la soluzione del problema della libertà per tutta Europa. Nella convinzione che la libertà avvicini i popoli spingendosi ad associarsi, Cattaneo sostiene la scelta federale, quale garanzia di libertà. Nel 1860 in una lettera ad un amico siciliano scrive: “Io non spero mai nella nuda unità; per me la sola possibile forma di unità tra liberi popoli è un patto federale. Il potere deve essere limitato e non può essere limitato se non dal potere”.Nel 1948 scrive sul giornale “Il Cisalpino”: “No, quando le nazioni tendono d’ogni parte verso la comunanza dei viaggi, dei commerci, delle scienze, delle leggi; quando il vapore trae sulle terre e sui mari moltitudini nel nome della fratellanza e della pace; quando la parola vibra veloce nei fili elettrici da un capo all’altro dei continenti… è tempo che le discordi tradizioni delle genti si costringano ad un patto di mutua tolleranza e di amicizia, si sottomettano ad un codice di un’unica giustizia…”. In questa alleanza consistono gli Stati Uniti d’Europa. L'unità europea. Gli Stati Uniti d’Europa, può scaturire secondo Cattaneo da due aspirazioni complementari: l’insediamento della pace in Europa – sulla scia dell'ispirazione kantiana - e la costruzione di un sistema democratico capace di far sprigionare dalla società europea tutte le sue possibilità economiche, sociali e culturali. Egli è uno dei primi a ricorrere alla formula "Stati Uniti d'Europa", che riecheggia l'esperienza dei federalisti americani. Sviluppa altresì una critica puntuale all'anarchia delle relazioni internazionali conseguente al principio dell'assolutezza della sovranità statale. Intuisce inoltre che l'assioma unitario, centralista e militarista, su cui si fonda la sovranità assoluta e la volontà di potenza degli Stati nazionali (è a lui presente il caso tipico della Francia) è la causa fondamentale dello stato di perpetua belligeranza e, in pari tempo, dell'autoritarismo interno a questi paesi. Nelle Considerazioni al primo volume dell'Archivio triennale (1850) sostiene l'applicazione del principio federale all'Europa delle nazioni, la creazione di un nuovo ius publicum europaeum, che porti all'abbandono dell'equilibrio della forza. Solo così, pensa il Cattaneo, le nazioni europee potranno congiungersi in federazione di popoli liberi e realizzare gli Stati Uniti d'Europa.

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Carlo Rosselli(Roma, 16 novembre 1899 – Bagnoles-de-l'Orne, 9 giugno 1937). Attivista antifascista, prima in Italia poi all'estero; fu il teorico del "socialismo liberale", un socialismo non marxista, riformista, ispirato al laburismo inglese.

Propose, primo tra i federalisti, “la convocazione di un’assemblea europea, composta di delegati eletti dai popoli, che in assoluta parità di diritti e di doveri, elabori la prima costituzione federale europea, nomini il primo governo europeo, fissi i principi fondamentali della convivenza europea, valorizzi frontiere e dogane, organizzi una forza del nuovo diritto europeo, e dia vita agli Stati Uniti d’Europa”.Unico libro pubblicato mentre era in vita è "Socialismo liberale", scritto durante l'esilio di Lipari, in una situazione di prigionia, opera che si pone in posizione “eretica” rispetto ai partiti della sinistra italiana del tempo (per i quali Il Capitale di Marx, variamente interpretato, era ancora la Bibbia). È indubbiamente presente l'influsso del laburismo inglese; in seguito ai successi elettorali del partito laburista, Rosselli è infatti convinto che l'insieme delle regole della democrazia liberale siano essenziali non solo per raggiungere il socialismo, ma anche per la sua concreta realizzazione (mentre nella tattica leninista queste regole, una volta preso il potere, dovranno essere accantonate). La sintesi rosselliana è il liberalismo come metodo, il socialismo come fine perché il socialismo liberale garantisce la democrazia e l'autogoverno dei cittadini. Il "metodo liberale" è un complesso di regole del gioco, che tutte le parti in lotta si impegnano a rispettare, dirette ad assicurare la pacifica convivenza dei cittadini, delle classi, degli Stati, a contenere le lotte (peraltro desiderabili se limitate). La violenza è giustificabile per Rosselli come risposta ad altra violenza (per questo lotta contro il franchismo) e per Carlo Rosselli sarebbe auspicabile in Italia una rivoluzione violenta in risposta al fascismo. Il socialismo è una logica conclusione del liberalismo: ma socialismo per Rosselli significa libertà per tutti.

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Richard Coudenhove-Kalergi(Tokyo, 17 novembre 1894 – Schruns, Austria, 27 luglio 1972). Politico austriaco, primo a proporre un progetto di Europa unita e il fondatore dell'Unione Paneuropea.

Conte dell’Impero germanico, laureato in storia e filosofia e pervaso dello spirito mitteleuropeo a Vienna conseguì un dottorato con una tesi su l’oggettività,principio base della morale. Convinto che occorreva promuovere lo spirito europeo prima della convergenza di interessi materiali per ottenere la pace in Europa, lancia il suo primo appello all'unità del vecchio continente già dal 1922. Dopo la dissoluzione dell’Impero si dichiarò cittadino del mondo. Nel 1923 scrive “Paneuropa”, in cui presentava un'alternativa alla pessimistica visione della civiltà di allora: un'Europa unita. Assieme ad ogni singola copia vi era un modulo di adesione al movimento paneuropa. Il movimento si riunì per la prima volta a Vienna nel 1926. L'anno seguente, Aristide Briand ne fu eletto presidente onorario. Ne fecero parte alcuni fra le personalità di maggiore spicco dell’epoca, tra i quali: Albert Einstein, Thomas Mann, Sigmund Freud, Rilke, Unamuno, Madariaga, Ortega y Gasset e lo stesso futuro Cancelliere Konrad Adenauer. Tuttavia è ra le due guerre mondiali che il suo messaggio è percepito soprattutto tra le due guerre da un buon numero di personalità come Konrad Adenauer, Robert Schuman, Alcide de Gasperi e Winston Churchill. Da sottolineare che l’idea di riunire il carbone tedesco e il minerale francese - progetto che si concretizzerà nel 1950 sotto il nome di Comunità europea del carbone e dell'acciaio – fu lanciata anche da lui.Il messaggio ispira il progetto di Aristide Briand di Unione europea, presentato nel 1929 davanti alla Società delle Nazioni a Ginevra.Richard Coudenhove-Kalergi fu il primo che propose già nel 1929 di adottare come inno europeo l'Inno alla gioia di Friedrich von Schiller su musica della Nona sinfonia di Ludwig Van Beethoven. È inoltre l'autore della prima proposta di celebrare una giornata dell'Europa a maggio.Dopo aver suggerito nel 1947 la creazione del primo francobollo europeo, nel 1948 a Gstaad (Svizzera) fonda l'Unione Parlamentare europea che sboccherà, dopo il Congresso dell'Europa a La Haye nel 1948, nella creazione del Consiglio d'Europa. Ritenuto uno degli ispiratori più significativi dei Padri fondatori dell'Europa comunitaria, nonché iniziatore del primo sforzo di costituire un movimento per unire l'Europa.

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Aristide Briand(Nantes, 28 marzo 1862 – Parigi, 7 marzo 1932). Politico e diplomatico francese; il suo impegno per la pace lo rese uno dei personaggi politici più amati della propria epoca.

Diventa segretario del Partito socialista nel 1894, fondato insieme a Jean Jaurés. Eletto deputato l'anno seguente, viene tuttavia espulso dal Partito Socialista francese nel 1906 per aver accettato un ministero nel governo di Clemenceau. Presidente del consiglio diverse volte, (anche dal 1915 al 1917 in cui fu leader della coalizione imperialista e guerrafondaia del governo francese), dopo la guerra diventò uno dei principali fautori di una politica di distensione. Nel 1921 ricopre la carica di ministro degli esteri che gli consente di promuovere la politica detta dello “spirito di Locarno”. Quando nacque a Vienna l’Unione Paneuropea, ne fu eletto Presidente pronunciandosi immediatamente per la creazione di una confederazione degli “Stati Uniti d’Europa”. Nel 1925 quale rappresentante alla Società delle Nazioni (1925-1932) promuove il Trattato di Locarno, il negoziato tra la Germania e i suoi ex avversari che portò alla rinuncia all'uso della forza nelle relazioni reciproche, con un organismo preposto a risolvere le contestazioni territoriali. Nel 1928 ideò il patto Briand-Kellog che bandiva la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali. Nel 1926 gli fu conferito il premio Nobel per la pace. Fra i suoi contributi più significativi va segnalata la sua idea di un'Unione europea espressa in un memorandum nel maggio 1930, successivamente letta davanti alla Società delle nazioni. Muore a Parigi il 7 marzo 1932; i suoi funerali vennero celebrati a Parigi al suono del grido “la pace!”.

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Benedetto Croce(Pescasseroli, 25 febbraio 1866 – Napoli, 20 novembre 1952). Filosofo, storico, scrittore e politico italiano; principale ideologo del liberalismo novecentesco italiano e "rifondatore" del Partito Liberale.

Nel circolo culturale nella casa dello zio Silvio, Croce frequentò importanti uomini politici ed intellettuali tra cui Labriola. Pur essendo iscritto alla facoltà di giurisprudenza dell'Università di Napoli Croce frequentò le lezioni di filosofia morale a Roma ma non terminò mai gli studi universitari, appassionandosi a studi eruditi e filosofici. Nel gennaio del 1903 uscì il primo numero della rivista “La critica”, con la collaborazione di Giovanni Gentile, allorché subentrò l'editore Laterza. Venne nominato per censo senatore nel 1910 e dal 1920 al 1921 fu ministro della Pubblica Istruzione nel 5º e ultimo governo Giolitti. Elaborò una riforma della pubblica istruzione che fu poi ripresa ed attuata da Giovanni Gentile. Ruppe definitivamente con il fascismo, dopo il delitto Matteotti (10 giugno 1924). Nello stesso anno interruppe la sua amicizia con Giovanni Gentile, per discrepanze politiche: Gentile si era infatti schierato definitivamente dalla parte del fascismo. Nel aderendo all'invito di Giovanni Amendola, nel 1925 pubblicando “Il Manifesto degli intellettuali antifascisti” nel quale denunciava la violenza e la soppressione della libertà di stampa da parte del regime. La visione di una realtà europea unitaria affiorava nelle pagine della Storia d’Europa nel secolo XIX di Benedetto Croce (1932). Il filosofo vi preconizzava una cittadinanza europea che avrebbe presto avvinto i popoli d’Europa: l’unità europea nella sua visione sarebbe stata un fenomeno storico rapido nei suoi tempi di effettuazione, così come lo era stata l’Unità Italiana. Dopo la seconda guerra mondiale il teatro della cultura europea è caratterizzato da una visione che vedeva contrapposti, da un lato, il mondo del capitalismo e del liberismo economico e, dall'altro, il mondo del comunismo e della pianificazione economica.

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Jean Monnet(Cognac, 9 novembre 1888 – Bazoches-sur-Guyonne, 16 marzo 1979). Politico francese.

La figura politico-istituzionale di Jean Monnet è unica e straordinaria: mai stato capo di un governo, mai stato capo di un partito e nemmeno di un’istituzione. Le uniche volte che si è trovato alla testa di una organizzazione si è trattato di una realtà che lui stesso aveva immaginato, creato, modellato. Scrive Mario Albertini (“Il Federalista” 1977”) che “nel dopoguerra non esistevano progetti alternativi alla gestione della Germania occidentale nei partiti, nei ministeri o nei governi europei. Il progetto è di Monnet e l’azione per farlo accettare dai governi è di Monnet”Se a Schuman, Adenauer e De Gasperi va riconosciuto il grande merito di aver aderito e colto immediatamente la portata innovativa della proposta Monnet a quest’ultimo va riconosciuto la grandezza di pensiero e azione. I quattro uomini avevano diverse cose in comune: avevano fatto parte di una minoranza linguistica all’interno di una nazione confinante (De Gasperi fece parte del parlamento austriaco nel 1911, Schuman pur di origine francese visse in Lussemburgo e nella cittadina di Metz allora tedesca, tutti parlavano tedesco e tutti avevano combattuto nazismo e fascismo. Durante le due guerre mondiali svolse incarichi di alto livello internazionali inerenti il coordinamento della produzione industriale in Francia e nel Regno Unito. È sua la famosa affermazione: “Noi non uniamo Stati, ma popoli”; i programmi attuali dell’UE a favore degli scambi culturali e nella formazione seguono proprio questa sua filosofia.Nel 1943 entra a far parte del Comitato di liberazione nazionale "Francia libera”, ma il momento chiave resta, senza dubbio, la riunione del 5 agosto 1943, durante la quale Monnet dichiara al Comitato: "Non vi sarà pace in Europa, se gli Stati si ricostituiranno sulla base della sovranità nazionale... E’ necessario che gli Stati europei si costituiscano in federazione..." Imprenditore, diplomatico e consulente politico francese, ha dedicato gran parte della propria vita alla causa dell’integrazione europea.Nel 1948il generale Charles de Gaulle lo incarica di elaborare e realizzare un piano di modernizzazione e rilancio per l’economia francese. La posizione assunta permette a Monnet di rendersi conto dei crescenti attriti tra Germania e Francia per il controllo della Ruhr. Il memorandum "Monnet", consegnato al Ministro degli Esteri Schuman, contiene le basi della futura integrazione europea. Fu sua l’idea della CECA. Come alto consulente del governo francese fu il principale ispiratore della dichiarazione che il ministro degli affari esteri francese Robert Schuman del 9 maggio 1950 che portò alla nascita della Comunità europea del carbone e dell’acciaio, perciò considerato l’atto di nascita del processo comunitario e dell’Unione europea. Tra il 1952 e il 1955 fu il primo presidente dell’Alta Autorità, organo esecutivo della CECA. Il 18 aprile 1951, Francia, Germania federale, Italia, Belgio, Olanda e Lussemburgo firmeranno a Parigi il Trattato CECA - Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio che, dopo la ratifica da parte di tutti gli Stati membri, entrò in vigore il 24 luglio 1952. Nel 1952 sarà nominato primo presidente dell’Alta Autorità della Comunità europea del carbone e dell’acciaio. Dal 1955, anno di nascita del Comitato d’azione per gli Stati Uniti d’Europa, la sua azione sarà costantemente orientata a promuovere l’auspicata unione politica delle nazioni europee. Da Mémoires, 1976 di Jean Monnet).“Per l’uomo politico l’obiettivo di ogni istante è di essere al Governo, è di lì essere il primo….non ho mai conosciuto un grande uomo politico che non sia fortemente egocentrico, ed è logico: se non lo fosse, non avrebbe mai imposto la sua immagine e la sua persona. Io non avrei potuto esserlo e non per modestia: non si può concentrarsi su una cosa e su se stessi.E questa “cosa” è sempre stata la stessa per me: far lavorare tutti gli uomini uniti, dimostrare loro che, al di là delle divergenze o al di sopra delle frontiere, essi hanno un interesse comune… La concorrenza era viva attorno al potere, ma era praticamente nulla nel settore in cui io volevo agire, quello cioè, che si occupa della preparazione dell’avvenire e che, per definizione, non è rischiarato dalle luci dell’attualità. ……. è un linguaggio che ascoltano volentieri al momento critico. In quel momento, quando mancano le idee, essi

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Robert Schuman(Clausen, 29 giugno 1886 – Scy-Chazelles, 4 settembre 1963). Politico francese.

Statista, apprezzato avvocato e ministro degli affari esteri francese dal 1948 al 1952, è uno dei grandi Padri fondatori dell’unità europea. Secondo il suo pensiero l’unità dell’Europa poteva basarsi solo su una riconciliazione duratura tra Francia e Germania. Schuman nacque in Lussemburgo da padre francese (della Lorena) ma di lingua e cittadinanza tedesca e da madre lussemburghese.Visse a Lussemburgo per tuta la gioventù poi studiò e visse a Metz all'epoca città tedesca. Parlava correntemente tedesco francese e lussemburghese. Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale nel marzo 1940 Schuman venne nominato sottosegretario per i rifugiati e il 10 luglio 1940 votò a favore della concessione dei pieni poteri al maresciallo Pétain. Poco tempo dopo Schuman sarà arrestato dalla Gestapo ed imprigionato prima a Metz e poi a Neustadt an der Weinstraße da cui evase nell'agosto 1942. Nel 1946 fu eletto al Parlamento francese come deputato della Mosella nelle fila del Movimento Repubblicano Popolare e continuerà a rivestire tale carica fino al 1962. Il 24 novembre 1947 divenne Presidente del Consiglio, incarico che ricoprì fino il 26 luglio 1948. Subito dopo e fino all'8 gennaio 1953 fu ministro degli esteri. In tale veste Schuman fu un protagonista dei negoziati che si svolsero alla fine della guerra e che portarono alla creazione del Consiglio d'Europa e della NATO. Con Jean Monnet realizza la dichiarazione che porta il suo nome “La “Dichiarazione Schuman” del il 9 maggio 1950 che rivolge dal salone dell’orologio del Quai d’Orsay di Parigi al Cancelliere tedesco Conrad Adenauer e agli altri Paesi europei che vi avrebbero voluto aderire.. Adenauer rispose “aderisco di tutto cuore” e poco tempo dopo anche i governi di Italia, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi aderirono alla proposta Schuman. I sei Stati realizzarono e sottoscrissero il 18 aprile 1951, a Parigi, il Trattato che prevedeva l’istituzione della Comunità europea del carbone e dell’acciaio. In questo senso, l’Europa si fonda su un’iniziativa di pace e di prosperità che potrà essere raggiunta attraverso una forma nuova di sovranazionalismo.Con De Gasperi ed Adenauer lavorò intensamente per il Trattato che istituiva una Comunità europea di difesa - CEDL'ultimo incarico governativo ricoperto fu quello di ministro della giustizia, tra il febbraio 1955 e il gennaio 1956. Dal 19 marzo 1958 al 1960 Schuman è stato il primo Presidente dell'Assemblea parlamentare europea: fu eletto all'unanimità. Alla fine del suo mandato l'Assemblea parlamentare europea proclamò Schuman padre dell'Europa.

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Konrad Adenauer(Colonia, 5 gennaio 1876 – Bad Honnef, 19 aprile 1967). Politico e statista tedesco.

Primo Cancelliere della Repubblica federale di Germania, ha guidato il nuovo Stato tedesco dal 1949 al 1963, apportando un fondamentale contributo alla modifica del volto della Germania del dopoguerra e alla storia europea.Figlio di un agiato funzionario statale, studia legge ed economia a Friburgo, Monaco e Bonn. Giovane avvocato, entra in magistratura e all'età di venti anni inizia a dedicarsi all'attività pubblica aderendo al Centro (partito cattolico tedesco). Dopo la prima guerra mondiale, Adenauer comprende che una pace durevole poteva fondarsi soltanto sull’unità dell’Europa.E’ sindaco di Colonia dal 1917 al 1933, membro e presidente del Consiglio di Stato di Prussia, perde ogni carica con l'avvento del nazismo e, nel giugno del 1934, viene arrestato con l'accusa di partecipazione a complotto sovversivo. Rilasciato, si ritira a vita privata per dieci anni.Dopo il fallito attentato a Hitler del 20 luglio 1944, viene imprigionato altre due volte. Al termine della guerra è nuovamente nominato sindaco di Colonia, carica che ricopre fino all'ottobre 1945, quando viene rimosso per decisione del governo britannico. Nello stesso anno è fra i fondatori dell'Unione cristiano-democratica (Cdu), di cui sarà presidente dal 1950 al 1966. Anticomunista e privo di legami con i nazisti, quando, nel 1949, viene creata la Germania Ovest, le potenze occupanti lo nominano cancelliere del nuovo Stato. Mantiene questa carica attraverso tre successive elezioni, fino al 1963, guidando una coalizione di governo composta dal Cdu, dall'Unione cristiano-sociale e dai liberali. Dal 1951 al 1955 è anche ministro degli Esteri.In questi anni si preoccupa soprattutto di inserire sempre più la Repubblica federale tedesca nel contesto politico del mondo occidentale, con l'obiettivo di fare della Germania Ovest un baluardo in grado di contenere l'espansione sovietica in Europa. In soli sei anni, dal 1949 al 1955 realizza una serie di ambiziosi obiettivi di politica estera di ampio respiro, nell’intento di inserire la Germania nell’alleanza occidentale: l’adesione al Consiglio d’Europa (1951) e l’ingresso della Germania nella NATO (1955). Ed è proprio in questo ambito che Adenauer dedica molto del suo impegno politico e istituzionale, in particolare alla realizzazione della CECA e dopo l’incolpevole successo della CED, alla istituzione della CEE e dell’Euratom. Un altro passo fondamentale verso l’integrazione europea, compiuto grazie alla politica estera di Adenauer, fu la riconciliazione con la Francia: con il presidente francese Charles de Gaulle. Nel 1963 Germania e Francia firmarono un trattato di amicizia che si può considerare una delle tappe fondamentali nel cammino verso l’integrazione europea. il cosiddetto "asse carolingio" dell’Europa comunitaria sul quale sono passate pressoché tutte le principali conquiste dell’Europa comunitaria.

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Altiero Spinelli(Roma, 31 agosto 1907 – Roma, 23 maggio 1986). Politico e scrittore italiano.

Tra le diverse visioni e i diversi tentativi di realizzare un’Europa di tipo Federale, merita di essere senz’altro ricordato il progetto di “Trattato di Unione Europea” del 1984, meglio conosciuto come “Progetto Spinelli”. Ma Altiero Spinelli già nell’agosto del 1941, in pieno conflitto mondiale, confinato dal “regime” nell’isola di Ventotene, scrisse insieme all’amico Ernesto Rossi, anch’egli al confino, il manifesto “per un’Europa libera e unita”,conosciuto in tutta Europa come il “Manifesto di Ventotene” delineando in modo assai lucido e lungimirante, un modello di tipo federale per l’Europa. Tra il 1944/45 è tra i fondatori del Comitato internazionale per la Federazione europea (a Parigi) insieme ad altri esponenti della Resistenza europeaAgli inizi degli anni Cinquanta, l'azione di Spinelli e del Movimento federalista europeo si rivela importantissima nelle trattative intergovernative per la creazione della Comunità Europea di difesa (CED), successivamente non ratificata da parte della Francia (1954) e anche per questo non portata a ratifica dall’Italia..Nel 1970 è nominato membro della Commissione esecutiva della CEE.Nel 1979, è eletto al Parlamento europeo, eletto per la prima volta a suffragio universale e diretto. Nel 1984, rieletto per la seconda voltà convinse il Parlamento ad istituire una Commissione istituzionale, di cui divenne Presidente, riuscendo nel non facile compito di far discutere e redigere il progetto di “Trattato costituzionale dell’Unione europea”. Il testo che ne conseguì, conosciuto come “Progetto Spinelli”, fu approvato dal Parlamento europeo il 14 febbraio 1984 con 237 voti favorevoli, 31 voti contrari e 43 astensioni.Nonostante i consensi e il grande successo politico ottenuto, la contrarietà di alcuni Paesi membri impedì che il “Progetto Spinelli” diventasse l’auspicato trattato costituzionale dell’Unione europea. Tuttavia, il forte impatto che il “Progetto” ebbe, sia nell’opinione pubblica, sia su molti uomini politici e statisti europei, condizionò assai favorevolmente il processo di rilancio dell’integrazione comunitaria, aprendo la strada all’adozione dell’Atto Unico Europeo.Il “Progetto Spinelli” del 1984 fu anche approvato dai Parlamenti italiano, belga e tedesco.

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Alcide de Gasperi(Pieve Tesino, 3 aprile 1881 – Borgo Valsugana, 19 agosto 1954). Politico italiano.

Cattolico, nato nel trentino austriaco, uomo di frontiera, come lo definisce Daniela Preda, fu, all’inizio della sua attività politica anche consigliere a Trento e membro del Parlamento austriaco a Vienna nel 1911. Segretario del Partito Popolare nel 1924 diviene ministro degli esteri e Presidente del consiglio italiano dal 46 al 1953. E’ rappresentante dell’Italia alla Conferenza di Parigi del 1946, ove si si presento con eccezionale misura e dignità: “in quest’aula, a parte la vostra cordialità, tutto e contro di me” disse De Gasperi. Ma non rivangò le sue glorie antifasciste né distinse tra italiani. “Non chiediamo elemosina, ma domandiamo credito” aveva già detto in un radiomessaggio del primo maggio 1945. Il suo europeismo, al pari di altri Grandi Padri della patria europea lo si rinviene ovunque, ma lo troviamo soprattutto nella sua azione politica. Nelle funzioni di Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri dal 1946 al 1953 guidò la politica interna ed estera dell’Italia nei difficili anni del dopoguerra. Al pari di altri statisti illuminati del suo tempo, fu un attivo sostenitore dell’unità europea. Era convinto che solo un’Europa unita avrebbe potuto impedire il ripetersi di eventi belligeranti quali i due conflitti mondiali. Promosse numerose iniziative per l’integrazione dell’Europa occidentale, lavorando per ottenere e realizzare concretamente il piano Marshall, creando stretti legami economici e politici con altri Paesi europei, in particolare con la Francia. Fu un grande sostenitore del piano Schuman che portò all’istituzione della Comunità europea del carbone e dell’acciaio e contribuì in modo determinante all’adesione dell’Italia a quella prima comunità. Fu il primo presidente dell’assemblea della CECA. Lavorò poi intensamente al trattato sulla Comunità europea di difesa – CED, al quale dedico fino all’ultimo giorno della propria vita. Il trattato CED fu sottoscritto dai sei Paesi fondatori della CECA il 23 maggio 1952 e nel 1954 Germania, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi avevano già ratificato. Nel 1954 De Gasperi non era più Presidente del consiglio italiano (ma ne restava l’uomo con maggiore credibilità interna e internazionale) e in Francia una nuova variegata composizione del’’Assemblea parlamentare ne metteva a rischio la ratifica. De Gasperi da Sella Valsugana aveva telefonato fino al 18 agosto 1954 ai vari membri della delegazione italiana presenti alla conferenza di Bruxelles, raccomandandosi di mettere il massimo impegno. Quel 18 agosto De Gasperi aveva chiesto al nuovo Presidente del Consiglio, Mario Scelba di tenergli a disposizione un aereo a Verona per Bruxelles: gli disse che pensava di convincere Mendès France (Presidente francese) ad un rinvio della votazione della ratifica. De Gasperi aveva un suo piano, sapeva di avere credito e voleva prendere tempo nella speranza di convincere gli amici francesi indecisi.Il giorno seguente, 19 agosto 1954, De Gasperi muore. Il 30 agosto il Parlamento francese non ratifica il Trattato CED per soli 54 voti. Il voto spacca trasversalmente tutti i partiti. Votano contro 53 socialisti su 105, 34 radicali su 76, una parte dei gollisti ecc., votano in modo compatto ma contrario tutti i comunisti e gruppi apparentati. Il progetto fu accantonato e l’Italia non porterà mai a ratifica il Trattato. Cardini della sua politica estera furono l’Alleanza atlantica e l’europeismo in cui lo statista vide grandi opportunità per l’Italia. cardine della politica interna fu invece il "centrismo".

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Paul-Henri Spaak(Schaerbeek, 25 gennaio 1899 – Braine-l'Alleud, 31 luglio 1972). Politico belga.

Statista belga ed europeo, Paul Henri Spaak, Primo ministro e ministro degli esteri nell’immediato dopoguerra, sarà uno dei massimi protagonisti politici della costruzione di una Unione Europea: prestigioso uomo politico, preparato giurista, sarà il primo Presidente dell’Assemblea dell’ONU, e poi Primo Presidente dell’Assemblea Consultiva del Consiglio d’Europa (1949-51) e della CECA (1952-54). Già durante la seconda guerra mondiale aveva messo a punto un piano per la creazione di un unico mercato tra Belgio, Lussemburgo e Olanda: il Benelux. Subito dopo la guerra promosse l’unificazione dell’Europa, appoggiando la creazione della CECA e della Comunità Europea di Difesa. Riteneva che la coalizione tra più Paesi con la firma di trattati vincolanti costituisse il mezzo più efficace per garantire la pace e dare stabilità e crescita all’economia. Contribuire alla realizzazione di questi obiettivi in veste di Presidente della prima Assemblea Plenaria delle Nazioni Unite (1946) e di Segretario Generale della NATO (dal 1957 al 1961). In occasione della cosiddetta “Conferenza di Messina”, del 1955, i sei governi partecipanti (Italia, Belgio, Francia, Germania Federale, Lussemburgo e Paesi Bassi lo nominarono Presidente del gruppo di lavoro incaricato della stesura del trattato. Il suo apporto fu decisivo alla formulazione del contenuto del Trattato CEE formato a Roma il 25 marzo 1957.

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Walter Hallstein(Magonza, 17 novembre 1901 – Stoccarda, 29 marzo 1982). Politico tedesco, primo Presidente della Commissione europea tra 1958 e 1967.

Capo della delegazione tedesca alla Conferenza sul piano Schuman, successivamente segretario agli Esteri dal 1951 al 1958 e Presidente della Commissione della CEE dal 1958 al 1967. Fu professore di diritto presso le università di Rostock e Francoforte.Hallstein entra presto in rotta di collisione con De Grulle; quest’ultimo vedrà in lui una sorta di monarca del “super-Stato europeo”. Fu un europeista convinto e un deciso fautore dell’integrazione europea. Riteneva che la condizione più importante per il successo dell’integrazione politica dell’Europa consistesse nella creazione di istituzioni economiche comuni. In veste di Presidente della Commissione europea, lavorò per la rapida realizzazione del mercato comune. Il suo convinto europeismo, il suo acceso entusiasmo e il grande potere di persuasione gli consentirono di promuovere la causa dell’integrazione anche oltre il suo mandato alla Presidenza della Commissione. La rapidità del processo di unificazione durante il cosiddetto “periodo Hallstein” è divenuta leggendaria. Sostenitore della visione di un'Europa federale con una Commissione ed un Parlamento autorevoli e legittimati, si scontrò con l’idea del Presidente della repubblica francese Charles de Gaulle, orientato verso un’ "Europe des États" (Europa degli Stati), nella quale i governi nazionali avrebbero mantenuto i ampi e sovrani poteri.Ex segretario di Stato presso il ministero degli Esteri tedesco, negli anni Cinquanta la cosiddetta “dottrina Hallstein”, gli fa acquisisce fama internazionale. L’idea forte della sua dottrina era il radicamento della giovane democrazia in un’Europa occidentale coesa e unita. Tale dottrina divenne negli anni successivi il filo conduttore della politica estera tedesca.

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Helmut KohlLudwigshafen, 3 aprile 1930). Politico tedesco, Cancelliere della Germania dal 1º ottobre 1982 al 27 ottobre 1998; Dal 3 ottobre 1990 Cancelliere della Germania riunificata

Protagonista di una lunga carriera politica che lo porterà a diventare segretario del partito democratico cristiano - CDU - della) della Germania federale fin dal 1973. Divenuto Cancelliere nel 1982, contribuisce in modo decisivo al processo di integrazione europea. Il Suo mandato coincide con l’Adozione dell’Atto unico europeo del 1986 che rilancerà un processo di integrazione europea fermo ancora ai trattati di Roma del 1957, al Trattato di Maastricht del 1992 e alla sottoscrizione del Trattato di Amsterdam del 1997. Di fronte alla caduta del muro di Berlino avvenuta nel 1989, non si fa sfuggire l’occasione della storia: la riunificazione della Germania che conseguirà del 1990. Democratico ed europeista convinto, percepì il timore che un marco troppo forte simbolo di una economia di un Paese nel frattempo diventato il più grande d’Europa, potesse risvegliare i cattivi istinti di una estrema destra non ancora del tutto fuori gioco. Ciò spinse Koh ad imprimere, in accordo con Mitterand un'ulteriore spinta all'integrazione europea attraverso l'istituzione dell'Unione Monetaria che porterà alla moneta unica. Dichiaratamente pro-europeo e influenzato dagli ideali di Konrad Adenauer, negli ultimi anni del suo Cancellierato promuove con impegno le relazioni fra l'Europa occidentale e l'Europa centrale ed orientale, contribuendo in modo significativo a definire il percorso per l’adesione all’Ue di Paesi dell’Europa centrale e orientale.

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Francois Mitterand(Jarnac, 26 ottobre 1916 – Parigi, 8 gennaio 1996). Politico e funzionario francese.

Presidente della Repubblica francese dal 1981 al 1995. Uscito dall'esperienza della resistenza durante la seconda guerra, diviene uno dei più importanti esponenti politici alla guida di un piccolo partito socialista, l'Union démocratique et socialiste de la Résistence (Unione democratica e socialista della Resistenza, Udgr). Assume il dicastero per gli affari dei reduci nel governo di Robert Schuman e successivamente ministro degli Interni. Il perpetuarsi della crisi algerina segna l'avvento al governo del Generale Charles de Gaulle Mitterand voterà contro i pieni poteri al Generale. Nasce la Quinta Repubblica francese che Mitterand definirà con lo sprezzante epiteto di “colpo di stato permanente”. Diventerà uno strenuo avversario del Presidente De Gaulle, contro il quale riunisce tutte le forze socialiste, tanto da fondare nel 1971 una nuova formazione partitica della sinistra francese, il Parti Socialiste (Partito Socialista) che dal 1981 lo condurrà alla Presidenza della Repubblica per due mandati. Il 24 maggio 1984, Mitterand pronunzierà un importante discorso davanti il Parlamento europeo. Volgendo lo sguardo verso la situazione dell’Europa nel mondo, sui successi e sulle attese della politica comunitaria ebbe a dire: “Ciascuno dei nostri popoli, per quanto riccco sia il suo passato … non è in grado, da solo, di lasciare un’impronta sufficiente sul presente e sul futuro dell’umanità. Insieme siamo in grado di farlo.” In quel discorso citò la Convenzione di lomé e parlo dell’Europa come di una comunità di diritto, depositaria di civiltà. Getto poi un grido d’allarme sull’unanimismo: “Come è possibile che l’insieme complesso e diversificato che è oggi la Comunità, si governi seguendo la regola dell’antico reame di Polonia, nel quale ciascun membro aveva il potere di bloccare le decisioni?”Al Consiglio europeo di Fontainebleau raggiunse l’accordo con Khol per affidare la presidenza della Commissione europea a Jacques Delors.Al Consiglio europeo di Milano Khol propose una conferenza intergovernativa sul rilancio dell’Europa (mercato unico, maggiori poteri al Parlamento europeo, mercato unico, cooperazione monetaria e convergenza delle economie, ricerca in Europa ecc.) e come scriverà lo stesso Delors, sarà l’asse tra lo stesso Cancelliere tedesco, la destrezza del Presidente del Consiglio italiano (presidente di turno della Comunità), Craxi e Mitterand a superare l’intransigenza di inglesi, danesi e greci. Sette a tre, la Conferenza intergovernativa che porterà all’Atto Unico Europeo è approvata. Per la prima volta nella sua storia il Consiglio europeo decide a maggioranza ed a porre ai voti la questione era stata la Presidenza italiana con l’asse Mitterand-Crazi-KholNel secondo mandato della sua Presidenza rafforza ulteriormente l'integrazione europea, e l’asse Franco-Tedeesco con il cancelliere Kohl. Decisivo il suo contributo per l'adozione del Trattato sull'Unione europea. Molti storici e politologici hanno scritto e sostenuto di un patto tra Mitterand e Kohl: nessuna opposizione alla riunificazione delle due Germanie in cambio dell’avvio dell’unificazione monetaria. Kohl ha sempre smentito tale accordo e, d’altra parte la riunificazione era ormai un dato della storia. Resta, questo sì, il forte impegno di Mitterand per l’adozione e la successiva ratifica del Trattato di Maastricht che istituisce l’Unione europea e da concretamente avvio alla moneta unica.

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Jacques Delors(Parigi, 20 luglio 1925). Economista e uomo politico francese.

Dopo una lunga carriera alla Banca di Francia, alla fine degli anni Settanta entra nel Partito Socialista. Contribuisce alla redazione del programma elettorale di François Mitterrand candidato alla presidenza della repubblica nel 1974 e nel 1981. Eletto deputato al Parlamento europeo nel giugno 1979, si dimetterà nel maggio 1981 per incompatibilità con l'incarico di ministro dell’Economia e delle finanze. Nel 1985 la Francia designa i due commissari europei: Claude Cheysson subisce il veto a Presidente della Commissione da parte del Primo ministro inglese Margaret Thatcher e Mitterand si accorda con Kohl per affidare la presidenza a Jacques Delors che ricoprirà tale incarico fino al dicembre 1994.Se la prima fase del processo di integrazione è partito con Monnet, Schuman, Adenauer e De Gasperi e una seconda importante fase di questo processo è caratterizzata da uomini quali Kohl e Mitterand, l’elezione di Delors ne rappresenta il punto di ripartenza più significativo. Sotto la sua presidenza, è stato firmato l'Atto unico nel 1986.A lui si devono inoltre il piano Delors (1989) che prevedeva circa 300 direttive per il completamento del mercato interno, nonché modifiche al bilancio comunitario e alle politiche strutturali (fondi strutturali). Si devono inoltre aggiungere il Trattato di Maastricht (1992) con la Nascita dell’Unione europea, la politica estera e di sicurezza comune e la Cooperazione negli affari interni e di polizia giudiziaria, la cittadinanza europea Su impulso di Delors, nel dicembre del 1993 la Commissione europea presenta al vertice europeo di Bruxelles il libro bianco "Crescita, competitività, occupazione. Le sfide e le vie da percorrere per entrare nel XXI secolo", più noto come Piano Delors, consistente in un ambizioso progetto di politica economica, il primo varato su scala europea.Nel rapporto UNESCO della Commissione internazionale sull’educazione per il ventunesimo secolo, intitolato "Nell’educazione un tesoro" (1997) traccia con estrema chiarezza linee programmatiche oggi seguite dai sistemi educativi adottati in Europa.È presidente fondatore e membro del consiglio di amministrazione del think tank Notre Europe e membro onorario dell'Istituto Aspen France e del Club di Roma. Presidente del CERC (Conseil Emploi Revenu Cohésion Sociale).

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