8
All’interno troverete : La Redazione / La Parola ai frati Minimi pag. 2 Angolo del Vangelo pag. 3 Gustare... il Natale! pag. 4 Babbo Natale racconta la nascita di Gesù pag. 5 Il Parrocchiano… lo spazio dedicato a voi! pag. 6 Afhya pa !!! / Ringraziamenti pag. 7 Appuntamenti in Parrocchia pag. 8 Anno 1 Numero 3 Dicembre 2013 [email protected] «Nell’ombra del presepe, giace povero ed umile il Creatore del Mondo». dalla Liturgia delle Ore

U Santu Patri Dicembre 2013 n 3

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Giornalino Parrocchiale del Gruppo Giovani di San Francesco di Paola

Citation preview

Page 1: U Santu Patri Dicembre 2013 n 3

All’interno troverete :

La Redazione / La Parola ai frati Minimi pag. 2

Angolo del Vangelo pag. 3

Gustare... il Natale! pag. 4

Babbo Natale racconta la nascita di Gesù pag. 5

Il Parrocchiano… lo spazio dedicato a voi! pag. 6

Afhya pa !!! / Ringraziamenti pag. 7

Appuntamenti in Parrocchia pag. 8

Anno 1 Numero 3 Dicembre 2013 [email protected]

«Nell’ombra del presepe, giace povero ed umile

il Creatore del Mondo».

dalla Liturgia delle Ore

Page 2: U Santu Patri Dicembre 2013 n 3

È Natale !!!

Cari amici della nostra bella

comunità parrocchiale, ci siamo: È

Natale. Il Natale di nostro Signore

Gesù Cristo e anche il nostro Nata-

le. Si rinnova il mistero profon-

do della venuta di Dio in mezzo a

noi, di un Dio che rinuncia alla sua

divinità per condividere la vita de-

gli uomini senza compromessi!!!

Ci chiediamo come singoli e

come comunità parrocchiale:

Quanti Natali abbiamo celebrato

nelle nostre vite? E quanti

ne abbiamo condivisi con i nostri

parenti, amici, nelle nostre comu-

nità parrocchiali? E soprattutto co-

sa è cambiato, concretamente e

visibilmente nelle nostre vite e nel-

le nostre scelte?

È fuor di dubbio che il Nata-

le è e resta la festa cristiana che

ancora maggiormente coinvolge

l’immaginario interiore del genere

umano, anche se, corriamo il ri-

schio di ridurre il Natale

all’emozione di una festa fatta ap-

posta solo per i bambini.

Sentiamo forte il bisogno di

evangelizzare il Natale: con garbo,

con forza, con determinazione,

Carissimi Lettori,

il periodo di Avvento, che volge a conclusione, ci ha esortato a prepararci alla venuta di Gesù, spronando le

nostre menti e i nostri cuori alla vigilanza, nell’attesa del ritorno glorioso del Signore risorto.

Adesso, perseverando nella preghiera, cerchiamo di guidare il nostro sguardo e il nostro cuore verso un bam-

bino, verso il debole per eccellenza, la creatura fragile che non ha nessun potere. Un bambino di cui il profeta Isaia

annuncia la nascita e che proclama:

«Dio forte, Padre per l’eternità, Principe della pace, Consigliere meraviglioso».

Tema di questo terzo numero del giornalino parrocchiale è quindi il Natale in tutte le sue sfaccettature.

Cogliamo l’occasione per auguravi un Santo Natale con la speranza che la luce della grotta di Betlemme possa il-

luminare tutti i nostri cammini e soprattutto, come Sole inestinguibile, possa riscaldare il gelo che a volte, forse un

po’ troppo spesso, attanaglia il nostro cuore.

Con questo augurio vi lasciamo alla lettura del giornalino parrocchiale rinnovandovi, a nome della Redazio-

ne e di tutto il Gruppo Giovani “U Santu Patri”, UN SANTO NATALE pieno di gioia, amore e serenità. La Redazione

riannunciare la buona notizia di un

Dio che si incarna per amore, per

te, per me, per ciascuno di noi in

particolare. È questo il tempo di

riappropriarci del Natale, di la-

sciarlo nuovamente crescere, di

toglierlo dai linguaggi ambigui

delle emozioni per ridargli consi-

stenza e novità.

In questo tempo di festa, di

luminarie multicolor, di liste di

regali e auguri da fare, di immagi-

ni pubblicitarie rassicuranti, di me-

nù prelibati per il pranzo di Natale

da consumare con parenti e amici,

il nostro pensiero deve volgere a

chi è solo, a chi ha subito un lutto,

a chi vive una situazione familiare

problematica, a chi è ammalato o

in carcere... Chi vive in simili si-

tuazioni desidera e spera solo che

questo tipo di Natale finisca il pri-

ma possibile.

A noi il dovere, se ci dicia-

mo credenti, di compiere gesti pro-

fetici di tenerezza e di amore verso

coloro che sentono sulla propria

pelle “il male del vivere”. Come

gli angeli a Betlemme, anche noi

abbiamo la missione di annunciare

loro che Dio non si è ancora stan-

cato di noi, delle nostre fragilità,

delle nostre povertà e disubbidien-

ze, se chiede di nascere. Anzi,

nasce proprio per noi e desidera

essere preso tra le nostre braccia e

coperto di baci.

Ecco perché il Natale è

quindi una grossa opportunità

di conversione e di evangelizza-

zione. Di maternità e paternità

responsabile. Di gioia e luce sul

grigiore delle nostre esistenze.

Opportunità da non perdere! Op-

portunità che se vissuta nella fe-

de, segna il passaggio a diventare

finalmente discepoli credibili del

Dio-Bambino.

Buon Natale, cercatori di

Dio. Lui vi sta aspettando nella

mangiatoia. Non tardate ad anda-

re. È Natale.

Auguri !!!

I Frati Minimi

Pagina 2 Anno 1 Numero 3

Page 3: U Santu Patri Dicembre 2013 n 3

Pagina 3 Anno 1 Numero 3 -:- U Santu Patri -:-

Vi annuncio una grande gioia!

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo pri-

mo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare, cia-

scuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret

e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Ma-

ria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del par-

to. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non

c'era posto per loro nell'albergo. C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo

la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvol-

se di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l'angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una

grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo

Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia» .

E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva:

«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama». (Lc 2,1-14)

Nel silenzio della notte, in una capanna della campagna di Betlemme – non essendoci posto per loro nell’albergo

– Maria diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia. Nasce così

colui del quale l’angelo aveva detto: “Sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio”(Lc 1,35). Meraviglioso miste-

ro!!! Colui che trascende il tempo e lo spazio, colui che non ha né principio né fine, si riveste di carne mortale, si

degna di nascere da una donna, per poter morire la nostra stessa morte e riconciliarci con Dio, per renderci parte-

cipi della sua vita filiale nel rapporto con l’eterno Padre. Il vangelo ci dice che i primi a ricevere l’annuncio della

nascita del messia furono i pastori, che vegliavano nella notte sulle loro greggi. In Israele i pastori erano persone

povere e umili, lasciate ai margini della società, poco considerate, anzi, spesso anche denigrate. Proprio a loro si

presentò un angelo del Signore e al suo apparire la gloria del Signore li avvolse. Le loro modeste persone si ri-

trovarono come rivestite di luce e rimasero attonite e in silenzio. Ma proprio il loro silenzio diventò lo spazio

privilegiato in cui l’angelo poté deporre il lieto annuncio per cui era stato inviato: Non temete: ecco, vi annuncio

una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cri-

sto Signore. Commenta san Bernardo: “Voce di letizia è risuonata sulla nostra terra; voce di esultanza e di sal-

vezza per i peccatori. Si è udita la parola buona, la parola di consolazione, piena di giubilo, degna di essere ac-

colta da tutti. Che cosa si può annunciare di più dolce, che cosa si può narrare di più lieto? Ha forse mai udito

il mondo tal cosa, o anche lontanamente simile?”. No, mai, da quando il peccato aveva allontanato l’uomo dal

paradiso. Ora la terra torna a essere, con il dono della Pace che è Gesù stesso, regno di Dio, sua dimora, in cui

egli di nuovo scende per conversare e camminare con gli uomini fino a riportarli in cielo. Gli angeli ci scuotono;

occorre, quindi, svegliarsi dal torpore dell’indifferenza e aprirsi ad accogliere il dono della Vita con fede schietta

e con spirito di gratitudine; occorre ritrovare uno stile di vita semplice, povero, che lasci spazio alla gratuità

dell’amore, a un amore concreto che si fa servizio. Ricevuto l’annuncio degli angeli, i pastori si fanno a loro vol-

ta angeli - messaggeri per tutti coloro che incontrano ancora immersi nelle tenebre.

La festa del Natale non è folclore, non è neppure la rievocazione di una bella storia antica: essa ci dice che oggi

Gesù è nato per essere la nostra salvezza e la nostra pace. Sta a noi accoglierlo o rifiutarlo. Il Verbo Incarnato,

che era presso Dio e che ora è l’Emmanuele, il Dio-con-noi, ci offre la possibilità di passare dalle tenebre alla

luce, di allontanarci dalla nostra oscurità per ritornare a colui che per amore ci ha creati e dal quale per la nostra

superbia ci siamo allontanati. La via del ritorno a Dio passa attraverso la mangiatoia di Betlemme, con la fede e

la gioia nel cuore, certi che quel Bambinello accoglierà ciascuno di noi e ci indicherà i sentieri nuovi da percor-

rere. A Dio, Eterno Padre, che sempre rinnova per noi l’evento del Natale del suo e nostro amatissimo Figlio,

chiediamo che il nostro cuore sia pronto ad ascoltare l’annuncio degli angeli, per unirsi ad essi nel cantare in co-

ro la grande gioia che Egli sempre ci dona, poiché ci ama immensamente, gratuitamente, eternamente. Amen.

E tanti tanti auguri per un santo Natale.

Fr. Antonio M. Porretta o. m.

.

Page 4: U Santu Patri Dicembre 2013 n 3

Pagina 4 Anno 1 Numero 3 -:- U Santu Patri -:-

Gustare la liturgia del Natale

per crescere nella fede

“Quand'ero bambino, parlavo da

bambino, pensavo da bambino,

ragionavo da bambino. Ma, dive-

nuto uomo, ciò che era da bambi-

no l'ho abbandonato” (1 Cor

13,11). Purtroppo molti di noi, per

quanto riguarda la fede (a questo

si riferiva San Paolo), siamo rima-

sti lattanti.

Troppo spesso il nostro ca-

pire e conoscere la nostra fede

rimangono un fatto relegato agli

anni dell’infanzia, dove la cate-

chesi si è dovuta adattare al modo

di comprendere di un bambino.

Pochi sono gli adulti che

s’impegnano a gustare i contenuti

della propria fede.

Il Natale spesso è

vissuto in modo puerile,

come una pubblicità per

panettoni: “il natale ci ren-

de tutti più buoni”; come

il compleanno di un bambino;

come una grande festa dove ab-

buffarsi, giocare a carte e fare re-

gali ad amici e parenti.

Il Natale è la festa

dell’Incarnazione del Figlio di

Dio: è ciò che, insieme alla Pa-

squa, ha reso possibile la nostra

salvezza. Pertanto i sentimenti che

dovrebbero nascere o essere sti-

molati non sono la tenerezza da-

vanti agli occhioni di un bambino,

ma lo stupore e la gratitudine ver-

so Colui che “non considerò un

tesoro geloso la sua uguaglianza

con Dio, ma spogliò se stesso as-

sumendo” (Fil 2,6-7) la forma u-

mana.

Questo “admirabile com-

mercium” “meraviglioso scam-

bio” (antifona dei vespri

dell’ottava di Natale e terzo Prefa-

zio) è lo scambio dove Il Verbo

prende la veste della nostra uma-

nità per farla splendere con la luce

della Sua divinità.

L’evento è magnifico e fe-

stoso “per la venuta nella città di

Davide del Cristo Signo-

re” (vangelo della notte di Nata-

le), per la venuta di Colui che ci

libererà dalla morte e dalla schia-

vitù del peccato.

L’abbassamento del Figlio

di Dio non è solo il prendere una

forma finita come quella umana,

ma nel cammino di Gesù prenderà

la forma atroce di una morte infa-

mante, dolorosa ed orribile. Ce

lo ricorda subito la liturgia, il

giorno dopo aver inneggiato

con gli angeli «Gloria a Dio

nel più alto dei cieli e pace in

terra agli uomini che egli ama»

facciamo memoria del primo mar-

tire cristiano: S. Stefano che morì

perdonando i suoi assassini come

Gesù.

L’accostamento non è casu-

ale: Natale e Pasqua sono lo stes-

so evento di Salvezza. Il tempo di

Natale ci fa addentrare nel mistero

appena celebrato con diverse let-

ture e preghiere liturgiche. Un

bell’esempio è il secondo prefazio

che introducendo la preghiera eu-

caristica recita: “Nel mistero ado-

rabile del Natale, egli, Verbo invi-

sibile, apparve visibilmente nella

nostra carne, per assumere in sé

tutto il creato e sollevarlo dalla

sua caduta…, per reintegrare

l’universo nel tuo disegno, o Pa-

dre, e ricondurre a te l’umanità

dispersa”.

Cristo nella sua venuta non

solo perdona il peccato, ma ri-

compone la natura umana e

l’intero universo sottoponendoli

alla Signoria di Dio, alla sua a-

micizia, al suo Amore.

La prima ad essere benefi-

ciata è stata la Santa Madre di

Dio, che, immacolata, ha

“generato il suo creatore". La

Festa di Maria con il titolo di

Madre di Dio sarà offerta alla

nostra contemplazione e venera-

zione il 1° Gennaio, dopo la fe-

sta della Sacra Famiglia della

quale ci scopriremo parte.

Il 6 gennaio celebriamo la

festa della Manifestazione al

mondo del Messia (Epifania) che

ci invita a riconoscere insieme ai

Magi, nel bambino il nostro Re,

(oro) e Sommo Sacerdote che

offre se stesso come vittima im-

macolata ed eterna (incenso e

mirra)

Riccardo Incandela

Page 5: U Santu Patri Dicembre 2013 n 3

Pagina 5 -:- U Santu Patri -:-

Cari bambini, sono Babbo

Natale, certamente siete stupiti, vi

chiederete perché vi sto scrivendo,

ve lo spiegherò dopo avervi rac-

contato una storia, la storia di un

Bambino che è venuto a illumina-

re ogni uomo e a renderlo figlio di

Dio, Gesù.

Al tempo del re Erode,

l’angelo Gabriele fu mandato da

Dio a Nazareth, a casa della vergi-

ne Maria. Maria era una giovane

ragazza, fidanzata di Giuseppe, un

lontano discendente del re Davi-

de: si sarebbero sposati presto!

L’angelo salutò Maria di-

cendo: “Rallegrati, piena di gra-

zia: il Signore è con te”. La ragaz-

za fu stupita e anche spaventata da

queste parole, perchè non capiva

bene che cosa significassero.

L’angelo allora le disse: “Non te-

mere Maria, perchè il Signore ti

ama e ti ha scelta per un compito

importante. Tu partorirai un bam-

bino che chiamerai Gesù. Sarà

chiamato il Figlio del Dio Altissi-

mo: egli è il Messia, il discenden-

te di Davide, che deve venire a

regnare per salvare il suo popolo;

il suo regno durerà per sempre”.

Maria disse: “Come è possi-

bile che avvenga ciò, prima che io

vada a vivere con Giuseppe?”.

L’angelo le rispose: “Lo Spirito

Santo scenderà su di te: per questo

il bambino che nascerà sarà chia-

mato Figlio di Dio. Nulla è im-

possibile a Dio. Anche Elisabetta,

tua parente, nella sua vecchiaia,

avrà un figlio, eppure tutti diceva-

no che non ne avrebbe più avuto”.

Allora Maria disse: “Sono la serva

del Signore, ciò che tu hai annun-

ziato, cioè il volere del Signore, si

realizzi in me!”.

Dopo qualche mese,

l’imperatore dei Romani (che co-

mandava anche nei territori della

Giudea e della Galilea, dove abi-

tavano Maria e Giuseppe), Cesare

Augusto, ordinò di fare un censi-

mento per sapere quante persone

abitavano in tutto l’Impero e

quante tasse potevano pagare.

Anche in Palestina si fece

questo censimento e ogni persona

andava a dare il proprio nome, per

registrarsi, nella città in cui era

nato. Giuseppe andò quindi a Bet-

lemme, luogo di origine della sua

famiglia, per registrare il suo no-

me e quello di Maria.

Mentre erano là, venne per

Maria il tempo di partorire: sicco-

me negli alberghi non c’era posto

il parto avvenne in una stalla, e

Maria diede alla luce un bambino

maschio, il suo primogenito e lo

depose nella mangiatoia della

stalla, dopo averlo vestito con del-

le fasce che si usano per i neonati.

Lì vicino c’erano dei pastori

che dormivano all’aperto insieme

alle pecore, perchè avevano paura

che i lupi gliele portassero via. A

questi pastori apparve un angelo

del Signore che disse: “Vi annun-

cio una cosa che riempirà di gioia

tutto il popolo: oggi a Betlemme,

nella città di Davide, è nato il Sal-

vatore, cioè il Cristo, il Messia. Il

segno del grande avvenimento è

questo: vedrete un bambino av-

volto in fasce in una mangiatoia”.

Apparvero molti angeli che

cantavano: “Gloria a Dio nell’alto

dei cieli e pace sulla terra agli uo-

mini che egli ama”.

I pastori capirono che que-

sto canto esprimeva la gioia per

la salvezza che Dio voleva dona-

re agli uomini per mezzo di quel

bambino.

Allora i pastori andarono

subito a Betlemme per vederlo.

Quando lo trovarono nella stalla,

com’era stato detto loro, raccon-

tarono tutto quello che avevano

sentito dagli angeli: tutti avevano

meraviglia delle cose che si dice-

vano di un bambino così piccolo.

Maria meditava tutte queste pa-

role e questi avvenimenti nel suo

cuore. Passati otto giorni, secon-

do la legge degli Ebrei, il bambi-

no fu circonciso e chiamato Ge-

sù.

Bella questa storia vero?

La conoscevate già, ma siete un

pò distratti dalle luminarie, dalle

corse ai regali, pensate alle va-

canze e dimenticate spesso il

senso e il valore del Natale, la

festa della Luce che viene nel

mondo per illuminare ogni uomo

e renderlo figlio di Dio.

Vi invito dunque a riflette-

re e a non farvi affascinare dalla

ricchezza e dal potere, pensate

sempre alla povertà che ha scelto

Gesù e riscopritela nella vostra

vita di ogni giorno, siate dono

per gli altri senza chiedere nulla

in cambio, aiutate i vostri fratelli

a vivere, capire e accogliere il

mistero della nascita di Gesù,

riempite di senso e significato

questo Natale che altrimenti pas-

serà rendendoci più poveri e

sempre più vuoti.

AUGURI DI CUORE

BABBO NATALE

Babbo Natale racconta la nascita di Gesù

Page 6: U Santu Patri Dicembre 2013 n 3

Pagina 6 Anno 1 Numero 3

noi stessi, il regalo più gradito non è

quello che ci sorprende di più per la

sua stranezza o per il suo prezzo,

bensì quello che più è capace di nar-

rarci il sentimento di chi lo porge.

Errato sorprendere l’altro con

l’ostentazione della ricchezza o della

stravaganza, stordirlo con l’eccesso

ostentato, bensì stupirlo e confer-

marlo con l’amore, l’affetto,

l’attenzione che non sempre nel quo-

tidiano trovano il tempo e il modo di

essere esplicitati. Il piatto più ap-

prezzato a tavola, allora, non sarà

quello maggiormente ricercato o co-

stoso, ma quello che meglio mostra

la mia conoscenza dei gusti di chi mi

sta accanto, la conoscenza di ciò che

lo rallegra. Il piatto attraverso il qua-

le cerco solo di dirgli “ti voglio be-

ne”.

Del resto, il regalo che più ap-

paga ciascuno di noi, di qualunque

età, non è mai l’ultima trovata di cui

tutti parlano o l’ennesima novità

straordinaria che nel giro di pochi

mesi sarà superata, ma quel semplice

oggetto che mi fa capire che chi lo

ha scelto ha pensato proprio a me, ha

saputo interpretare i miei desideri

inespressi, mi ha letto nel cuore.

In questo Natale, caratterizzato

da un momento non proprio felice

per molti di noi, lasciamo che siano i

nostri cuori a parlare. Il donare è

proprio un linguaggio del cuore.

Nell’offrire un dono, rimane

sufficiente che il gesto di colui che

offre, sappia al contempo, sia porge-

re il proprio cuore che parlare al

cuore di chi lo riceve.

Tutte ciò non si compra in

contanti né con carta di credito, anzi:

sovente sono beni poveri, sobri, umi-

li, “feriali”, ma che si accendono di

novità per la carica di umanità che

sappiamo immettervi.

E così, a loro volta accendono di

semplicità la festa, fanno sentire

che quel giorno è diverso, non

perché così dice il calendario, non

perché lo abbiamo ricoperto d’oro,

ma perché abbiamo saputo guar-

dare noi stessi, gli altri, perché

abbiamo saputo essere autentica-

mente noi stessi, desiderosi di a-

mare e di essere amati. Sì, Natale

è davvero festa quando l’amore

trova spazio e tempo per essere

narrato, semplicemente.

Giuseppe Spitalieri

Il Santo Natale è alle porte.

Con esso una domanda puntual-

mente si presenta: siamo ancora

capaci di festeggiarlo con coeren-

za? Riusciamo ancora a segnare un

tempo come festivo, diverso dal

feriale quotidiano? E, se e quando

ci riusciamo, di cosa abbiamo biso-

gno per distinguerlo dalle ormai

sempre più numerose occasioni che

abbiamo per festeggiare, stimolati

come siamo da un mercato che ci

vuole sempre pronti a consumare

tempo e denaro in beni fuori

dall’ordinario? Presi dalla continua

corsa, cui ci ostiniamo a pensare

debba essere caratterizzata la nostra

vita, finiamo per credere che ciò

che sia peculiare la festa debba es-

sere l’eccesso, la ricchezza, il poter

spendere per il superfluo, lo stor-

dirci con lo stra-ordinario.

Sì operando il Natale diviene

una ricorrenza che mostra la con-

traddizione in cui ci troviamo e il

conseguente paradosso di trovarci

in ansia per la festa: corsa sfrenata

dell’ultimo minuto per trovare il

regalo maggiormente adatto al con-

venuto, acquistare ingredienti ricer-

cati per soddisfare i palati degli o-

spiti magari pronti a criticare la no-

stra cucina, il tutto traducendosi in

un “surplus” di spese, regali, cibi,

viaggi più lontani, adunate più af-

follate.

Eppure, il cuore e la mente

cui difficilmente si può mentire, ci

ricordano che la vera festa è fatta di

altro, di cose che non si pesano in

quantità ma in qualità, che non si

misurano in estensione ma in pro-

fondità: incontri autentici, momenti

di condivisione, equilibri di silenzi

e parole, tempo offerto all’altro

nella gratuità. Se siamo onesti con

FAVI A CUNIGHIU

Ingredienti:

500gr fave secche con la buccia.

4 mazzi di bietole a coste larghe.

4 spicchi d’aglio (in camicia).

Acqua.

Sale e olio q.b.

Preparazione: Mettere le fave a bagno in acqua

bollente (fuori dal fuoco) per 12 ore.

Quando la buccia si comincia ad

ammorbidire, scolarle e con un col-

tellino togliere l’occhio della fava (la

parte superiore nera) e poi sciacquar-

le. Riempire una pentola con acqua,

quando bolle versare le fave, l’aglio

e sale q.b. Da quando l’acqua ribolle,

lasciar cuocere a fuoco moderato,

con coperchio semi chiuso per circa

un’ora e mezza, mescolando ogni

tanto. A questo punto, aggiungere le

bietole (giri) precedentemente lavate,

scolate e dimezzate (se di dimensioni

troppo lunghe). Da quando riprende

il bollore far

cuocere per

altri quindici

minuti. Con-

dire con olio

crudo.

Page 7: U Santu Patri Dicembre 2013 n 3

Pagina 7 Anno 1 Numero 3 -:- U Santu Patri -:-

Ciao a tutti, mi chiamo Richard B. e ho 28 anni. Sono arrivato a Palermo nell’agosto del 2008, do-

po essere sbarcato a Lampedusa, su uno di quei barconi che voi siete abituati a vedere alla televi-

sione... sei giorni di viaggio…una vera odissea!!! Ho lasciato il mio paese di nascita, Wenchi, che

si trova in Ghana (Africa), per trovare una vita migliore e poter assicurare un futuro diverso anche

alla mia famiglia. Non ho più il papà. Sono il primo di cinque figli, tre maschi e due femmine. In

questi anni, ho girato un po’ l’Italia alla ricerca di un lavoro e ho preso anche delle “cantonate” a

causa di gente che mi ha sfruttato… Ma da quando sono a Palermo, pur vivendo di lavori casuali e

precari, ho trovato tanta serenità. Ho deciso di scrivere alla redazione del giornalino parrocchiale,

perché sento di vero cuore l’esigenza di ringraziare anzitutto i frati che sono sempre pronti a dare

una mano a noi fratelli africani nelle nostre necessità quotidiane. Ci sentiamo accolti e voluti bene.

Ma sento anche il bisogno di ringraziare i tanti parrocchiani che non ci fanno sentire emarginati e

soprattutto ci trattano con rispetto. Vivere lontano dai propri affetti, dalla propria terra, mette nel

cuore una tristezza grande, accompagnata dalla paura che mai più io possa ritornare in Ghana e

riabbracciare i miei. Speriamo che il nuovo anno sia per tutti quanti migliore. Prego Jesus che mi

faccia trovare un lavoro (qualsiasi tipo di lavoro) e così poter regolarizzare il mio permesso di sog-

giorno e pensare di mettere su famiglia. Ma prego Jesus anche per tutti i giovani perché possano

realizzare i loro progetti futuri. Nella mia lingua nativa, Twi, l’espressione Afihya pa ha il signifi-

cato del vostro Buon Natale, unitamente alla gioia e alla pace che possa fiorire in ogni cuore. Me-

mamo tinkwa. Tanti tanti auguri.

Richard B.

OGGETTO: LETTERA DI RINGRAZIAMENTO.

Il Direttore, gli operatori e i ragazzi della Comunità Terapeutica "Casa dei Giovani” sentono il bisogno

di ringraziarVi per il gesto di solidarietà manifestato nei nostri confronti attraverso la donazione di farmaci

avvenuta in data odierna.

Forme di collaborazione come la Vostra sono testimonianza di attivo interesse che ci consentono di at-

tingere quella forza, a noi indispensabile, per il delicato lavoro che quotidianamente cerchiamo di portare

avanti.

Vi ringraziamo sentitamente e cogliamo l'occasione per porgere i nostri più sinceri saluti.

Il Direttore

Don S. Lo Bue

Si ringrazia il Comando Regione Militare di Palermo per la donazione di 100 coperte alla

Caritas Parrocchiale. Le coperte saranno distribuite per Natale alle famiglie provenienti dai

Paesi Africani, con prevalenza di origine Ghanese.

Grazie !!!

Page 8: U Santu Patri Dicembre 2013 n 3

Pagina 8 Anno 1 Numero 3

SE HAI SUGGERIMENTI O VUOI INVIARE MATERIALE (ARTICOLI, IMMAGINI, ecc.) PUOI CONTATTARCI A [email protected]

Gruppo Giovani Riunione tutti i Venerdì

alle ore 21.00 Animazione della Messa ogni

Domenica alle ore 10.30

Segreteria Ufficio Parrocchiale

Lunedì 9.00/11.00 Martedì e Giovedì ore 17.00/19.00

Orari Sante Messe Feriale: 8.00 - 10.00 - 18.30 Festivo: 8.30 - 10.30 - 12.00

18.30 - 20.00

Lunedì 23 Dicembre ORE 18.30 S. MESSA

AUGURI NATALIZI

della comunità parrocchiale al Parroco

BENEDIZIONE DEI BAMBINELLI

Martedì 24 Dicembre

VIGILIA DI NATALE

ORE 8.00 S. MESSA

la chiesa chiude alle 9 per riaprire alle 22.30

dalle 17.00 alle 19.00 Confessioni nella Sala S. Francesco

ore 23.45 S. MESSA DI MEZZANOTTE

Mercoledì 25 Dicembre

NATALE DEL SIGNORE

S. Messa ore 8.30 - 10.30 [solenne] - 12.00 - 18.30 - 20.00

Domenica 29 Dicembre

FESTA DELLA SANTA FAMIGLIA

DI GESÙ, MARIA E GIUSEPPE

Ore 18.30 S. Messa con Benedizione delle famiglie

Seguirà un momento conviviale

Martedì 31 Dicembre

Ore 18.00 Canto del Te Deum

di Ringrazmento a conclusione

dell’anno civile e S. Messa

Mercoledì 1 Gennaio 2014

MARIA SS. MADRE DI DIO

S. Messa ore 8.30 - 10.30 [solenne] - 12.00 - 18.30 - 20.00

Giorno 17.11.2013 è stato

eletto il nuovo seggio della

Venerabile Confraternita dei

Terziari di

San Francesco di Paola.

La Redazione di cuore

augura un buon lavoro e un

buon cammino

Il Santo Padre vi assista !!!

SORTEGGIO DELL’IMMACOLATA

Numero estratto C22