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Giornalino Parrocchiale del Gruppo Giovani di San Francesco di Paola
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All’interno troverete :
La Redazione / La Parola ai frati Minimi pag. 2
Angolo del Vangelo pag. 3
Gustare... il Natale! pag. 4
Babbo Natale racconta la nascita di Gesù pag. 5
Il Parrocchiano… lo spazio dedicato a voi! pag. 6
Afhya pa !!! / Ringraziamenti pag. 7
Appuntamenti in Parrocchia pag. 8
Anno 1 Numero 3 Dicembre 2013 [email protected]
«Nell’ombra del presepe, giace povero ed umile
il Creatore del Mondo».
dalla Liturgia delle Ore
È Natale !!!
Cari amici della nostra bella
comunità parrocchiale, ci siamo: È
Natale. Il Natale di nostro Signore
Gesù Cristo e anche il nostro Nata-
le. Si rinnova il mistero profon-
do della venuta di Dio in mezzo a
noi, di un Dio che rinuncia alla sua
divinità per condividere la vita de-
gli uomini senza compromessi!!!
Ci chiediamo come singoli e
come comunità parrocchiale:
Quanti Natali abbiamo celebrato
nelle nostre vite? E quanti
ne abbiamo condivisi con i nostri
parenti, amici, nelle nostre comu-
nità parrocchiali? E soprattutto co-
sa è cambiato, concretamente e
visibilmente nelle nostre vite e nel-
le nostre scelte?
È fuor di dubbio che il Nata-
le è e resta la festa cristiana che
ancora maggiormente coinvolge
l’immaginario interiore del genere
umano, anche se, corriamo il ri-
schio di ridurre il Natale
all’emozione di una festa fatta ap-
posta solo per i bambini.
Sentiamo forte il bisogno di
evangelizzare il Natale: con garbo,
con forza, con determinazione,
Carissimi Lettori,
il periodo di Avvento, che volge a conclusione, ci ha esortato a prepararci alla venuta di Gesù, spronando le
nostre menti e i nostri cuori alla vigilanza, nell’attesa del ritorno glorioso del Signore risorto.
Adesso, perseverando nella preghiera, cerchiamo di guidare il nostro sguardo e il nostro cuore verso un bam-
bino, verso il debole per eccellenza, la creatura fragile che non ha nessun potere. Un bambino di cui il profeta Isaia
annuncia la nascita e che proclama:
«Dio forte, Padre per l’eternità, Principe della pace, Consigliere meraviglioso».
Tema di questo terzo numero del giornalino parrocchiale è quindi il Natale in tutte le sue sfaccettature.
Cogliamo l’occasione per auguravi un Santo Natale con la speranza che la luce della grotta di Betlemme possa il-
luminare tutti i nostri cammini e soprattutto, come Sole inestinguibile, possa riscaldare il gelo che a volte, forse un
po’ troppo spesso, attanaglia il nostro cuore.
Con questo augurio vi lasciamo alla lettura del giornalino parrocchiale rinnovandovi, a nome della Redazio-
ne e di tutto il Gruppo Giovani “U Santu Patri”, UN SANTO NATALE pieno di gioia, amore e serenità. La Redazione
riannunciare la buona notizia di un
Dio che si incarna per amore, per
te, per me, per ciascuno di noi in
particolare. È questo il tempo di
riappropriarci del Natale, di la-
sciarlo nuovamente crescere, di
toglierlo dai linguaggi ambigui
delle emozioni per ridargli consi-
stenza e novità.
In questo tempo di festa, di
luminarie multicolor, di liste di
regali e auguri da fare, di immagi-
ni pubblicitarie rassicuranti, di me-
nù prelibati per il pranzo di Natale
da consumare con parenti e amici,
il nostro pensiero deve volgere a
chi è solo, a chi ha subito un lutto,
a chi vive una situazione familiare
problematica, a chi è ammalato o
in carcere... Chi vive in simili si-
tuazioni desidera e spera solo che
questo tipo di Natale finisca il pri-
ma possibile.
A noi il dovere, se ci dicia-
mo credenti, di compiere gesti pro-
fetici di tenerezza e di amore verso
coloro che sentono sulla propria
pelle “il male del vivere”. Come
gli angeli a Betlemme, anche noi
abbiamo la missione di annunciare
loro che Dio non si è ancora stan-
cato di noi, delle nostre fragilità,
delle nostre povertà e disubbidien-
ze, se chiede di nascere. Anzi,
nasce proprio per noi e desidera
essere preso tra le nostre braccia e
coperto di baci.
Ecco perché il Natale è
quindi una grossa opportunità
di conversione e di evangelizza-
zione. Di maternità e paternità
responsabile. Di gioia e luce sul
grigiore delle nostre esistenze.
Opportunità da non perdere! Op-
portunità che se vissuta nella fe-
de, segna il passaggio a diventare
finalmente discepoli credibili del
Dio-Bambino.
Buon Natale, cercatori di
Dio. Lui vi sta aspettando nella
mangiatoia. Non tardate ad anda-
re. È Natale.
Auguri !!!
I Frati Minimi
Pagina 2 Anno 1 Numero 3
Pagina 3 Anno 1 Numero 3 -:- U Santu Patri -:-
Vi annuncio una grande gioia!
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo pri-
mo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare, cia-
scuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret
e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Ma-
ria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del par-
to. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non
c'era posto per loro nell'albergo. C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo
la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvol-
se di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l'angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una
grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo
Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia» .
E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama». (Lc 2,1-14)
Nel silenzio della notte, in una capanna della campagna di Betlemme – non essendoci posto per loro nell’albergo
– Maria diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia. Nasce così
colui del quale l’angelo aveva detto: “Sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio”(Lc 1,35). Meraviglioso miste-
ro!!! Colui che trascende il tempo e lo spazio, colui che non ha né principio né fine, si riveste di carne mortale, si
degna di nascere da una donna, per poter morire la nostra stessa morte e riconciliarci con Dio, per renderci parte-
cipi della sua vita filiale nel rapporto con l’eterno Padre. Il vangelo ci dice che i primi a ricevere l’annuncio della
nascita del messia furono i pastori, che vegliavano nella notte sulle loro greggi. In Israele i pastori erano persone
povere e umili, lasciate ai margini della società, poco considerate, anzi, spesso anche denigrate. Proprio a loro si
presentò un angelo del Signore e al suo apparire la gloria del Signore li avvolse. Le loro modeste persone si ri-
trovarono come rivestite di luce e rimasero attonite e in silenzio. Ma proprio il loro silenzio diventò lo spazio
privilegiato in cui l’angelo poté deporre il lieto annuncio per cui era stato inviato: Non temete: ecco, vi annuncio
una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cri-
sto Signore. Commenta san Bernardo: “Voce di letizia è risuonata sulla nostra terra; voce di esultanza e di sal-
vezza per i peccatori. Si è udita la parola buona, la parola di consolazione, piena di giubilo, degna di essere ac-
colta da tutti. Che cosa si può annunciare di più dolce, che cosa si può narrare di più lieto? Ha forse mai udito
il mondo tal cosa, o anche lontanamente simile?”. No, mai, da quando il peccato aveva allontanato l’uomo dal
paradiso. Ora la terra torna a essere, con il dono della Pace che è Gesù stesso, regno di Dio, sua dimora, in cui
egli di nuovo scende per conversare e camminare con gli uomini fino a riportarli in cielo. Gli angeli ci scuotono;
occorre, quindi, svegliarsi dal torpore dell’indifferenza e aprirsi ad accogliere il dono della Vita con fede schietta
e con spirito di gratitudine; occorre ritrovare uno stile di vita semplice, povero, che lasci spazio alla gratuità
dell’amore, a un amore concreto che si fa servizio. Ricevuto l’annuncio degli angeli, i pastori si fanno a loro vol-
ta angeli - messaggeri per tutti coloro che incontrano ancora immersi nelle tenebre.
La festa del Natale non è folclore, non è neppure la rievocazione di una bella storia antica: essa ci dice che oggi
Gesù è nato per essere la nostra salvezza e la nostra pace. Sta a noi accoglierlo o rifiutarlo. Il Verbo Incarnato,
che era presso Dio e che ora è l’Emmanuele, il Dio-con-noi, ci offre la possibilità di passare dalle tenebre alla
luce, di allontanarci dalla nostra oscurità per ritornare a colui che per amore ci ha creati e dal quale per la nostra
superbia ci siamo allontanati. La via del ritorno a Dio passa attraverso la mangiatoia di Betlemme, con la fede e
la gioia nel cuore, certi che quel Bambinello accoglierà ciascuno di noi e ci indicherà i sentieri nuovi da percor-
rere. A Dio, Eterno Padre, che sempre rinnova per noi l’evento del Natale del suo e nostro amatissimo Figlio,
chiediamo che il nostro cuore sia pronto ad ascoltare l’annuncio degli angeli, per unirsi ad essi nel cantare in co-
ro la grande gioia che Egli sempre ci dona, poiché ci ama immensamente, gratuitamente, eternamente. Amen.
E tanti tanti auguri per un santo Natale.
Fr. Antonio M. Porretta o. m.
.
Pagina 4 Anno 1 Numero 3 -:- U Santu Patri -:-
Gustare la liturgia del Natale
per crescere nella fede
“Quand'ero bambino, parlavo da
bambino, pensavo da bambino,
ragionavo da bambino. Ma, dive-
nuto uomo, ciò che era da bambi-
no l'ho abbandonato” (1 Cor
13,11). Purtroppo molti di noi, per
quanto riguarda la fede (a questo
si riferiva San Paolo), siamo rima-
sti lattanti.
Troppo spesso il nostro ca-
pire e conoscere la nostra fede
rimangono un fatto relegato agli
anni dell’infanzia, dove la cate-
chesi si è dovuta adattare al modo
di comprendere di un bambino.
Pochi sono gli adulti che
s’impegnano a gustare i contenuti
della propria fede.
Il Natale spesso è
vissuto in modo puerile,
come una pubblicità per
panettoni: “il natale ci ren-
de tutti più buoni”; come
il compleanno di un bambino;
come una grande festa dove ab-
buffarsi, giocare a carte e fare re-
gali ad amici e parenti.
Il Natale è la festa
dell’Incarnazione del Figlio di
Dio: è ciò che, insieme alla Pa-
squa, ha reso possibile la nostra
salvezza. Pertanto i sentimenti che
dovrebbero nascere o essere sti-
molati non sono la tenerezza da-
vanti agli occhioni di un bambino,
ma lo stupore e la gratitudine ver-
so Colui che “non considerò un
tesoro geloso la sua uguaglianza
con Dio, ma spogliò se stesso as-
sumendo” (Fil 2,6-7) la forma u-
mana.
Questo “admirabile com-
mercium” “meraviglioso scam-
bio” (antifona dei vespri
dell’ottava di Natale e terzo Prefa-
zio) è lo scambio dove Il Verbo
prende la veste della nostra uma-
nità per farla splendere con la luce
della Sua divinità.
L’evento è magnifico e fe-
stoso “per la venuta nella città di
Davide del Cristo Signo-
re” (vangelo della notte di Nata-
le), per la venuta di Colui che ci
libererà dalla morte e dalla schia-
vitù del peccato.
L’abbassamento del Figlio
di Dio non è solo il prendere una
forma finita come quella umana,
ma nel cammino di Gesù prenderà
la forma atroce di una morte infa-
mante, dolorosa ed orribile. Ce
lo ricorda subito la liturgia, il
giorno dopo aver inneggiato
con gli angeli «Gloria a Dio
nel più alto dei cieli e pace in
terra agli uomini che egli ama»
facciamo memoria del primo mar-
tire cristiano: S. Stefano che morì
perdonando i suoi assassini come
Gesù.
L’accostamento non è casu-
ale: Natale e Pasqua sono lo stes-
so evento di Salvezza. Il tempo di
Natale ci fa addentrare nel mistero
appena celebrato con diverse let-
ture e preghiere liturgiche. Un
bell’esempio è il secondo prefazio
che introducendo la preghiera eu-
caristica recita: “Nel mistero ado-
rabile del Natale, egli, Verbo invi-
sibile, apparve visibilmente nella
nostra carne, per assumere in sé
tutto il creato e sollevarlo dalla
sua caduta…, per reintegrare
l’universo nel tuo disegno, o Pa-
dre, e ricondurre a te l’umanità
dispersa”.
Cristo nella sua venuta non
solo perdona il peccato, ma ri-
compone la natura umana e
l’intero universo sottoponendoli
alla Signoria di Dio, alla sua a-
micizia, al suo Amore.
La prima ad essere benefi-
ciata è stata la Santa Madre di
Dio, che, immacolata, ha
“generato il suo creatore". La
Festa di Maria con il titolo di
Madre di Dio sarà offerta alla
nostra contemplazione e venera-
zione il 1° Gennaio, dopo la fe-
sta della Sacra Famiglia della
quale ci scopriremo parte.
Il 6 gennaio celebriamo la
festa della Manifestazione al
mondo del Messia (Epifania) che
ci invita a riconoscere insieme ai
Magi, nel bambino il nostro Re,
(oro) e Sommo Sacerdote che
offre se stesso come vittima im-
macolata ed eterna (incenso e
mirra)
Riccardo Incandela
Pagina 5 -:- U Santu Patri -:-
Cari bambini, sono Babbo
Natale, certamente siete stupiti, vi
chiederete perché vi sto scrivendo,
ve lo spiegherò dopo avervi rac-
contato una storia, la storia di un
Bambino che è venuto a illumina-
re ogni uomo e a renderlo figlio di
Dio, Gesù.
Al tempo del re Erode,
l’angelo Gabriele fu mandato da
Dio a Nazareth, a casa della vergi-
ne Maria. Maria era una giovane
ragazza, fidanzata di Giuseppe, un
lontano discendente del re Davi-
de: si sarebbero sposati presto!
L’angelo salutò Maria di-
cendo: “Rallegrati, piena di gra-
zia: il Signore è con te”. La ragaz-
za fu stupita e anche spaventata da
queste parole, perchè non capiva
bene che cosa significassero.
L’angelo allora le disse: “Non te-
mere Maria, perchè il Signore ti
ama e ti ha scelta per un compito
importante. Tu partorirai un bam-
bino che chiamerai Gesù. Sarà
chiamato il Figlio del Dio Altissi-
mo: egli è il Messia, il discenden-
te di Davide, che deve venire a
regnare per salvare il suo popolo;
il suo regno durerà per sempre”.
Maria disse: “Come è possi-
bile che avvenga ciò, prima che io
vada a vivere con Giuseppe?”.
L’angelo le rispose: “Lo Spirito
Santo scenderà su di te: per questo
il bambino che nascerà sarà chia-
mato Figlio di Dio. Nulla è im-
possibile a Dio. Anche Elisabetta,
tua parente, nella sua vecchiaia,
avrà un figlio, eppure tutti diceva-
no che non ne avrebbe più avuto”.
Allora Maria disse: “Sono la serva
del Signore, ciò che tu hai annun-
ziato, cioè il volere del Signore, si
realizzi in me!”.
Dopo qualche mese,
l’imperatore dei Romani (che co-
mandava anche nei territori della
Giudea e della Galilea, dove abi-
tavano Maria e Giuseppe), Cesare
Augusto, ordinò di fare un censi-
mento per sapere quante persone
abitavano in tutto l’Impero e
quante tasse potevano pagare.
Anche in Palestina si fece
questo censimento e ogni persona
andava a dare il proprio nome, per
registrarsi, nella città in cui era
nato. Giuseppe andò quindi a Bet-
lemme, luogo di origine della sua
famiglia, per registrare il suo no-
me e quello di Maria.
Mentre erano là, venne per
Maria il tempo di partorire: sicco-
me negli alberghi non c’era posto
il parto avvenne in una stalla, e
Maria diede alla luce un bambino
maschio, il suo primogenito e lo
depose nella mangiatoia della
stalla, dopo averlo vestito con del-
le fasce che si usano per i neonati.
Lì vicino c’erano dei pastori
che dormivano all’aperto insieme
alle pecore, perchè avevano paura
che i lupi gliele portassero via. A
questi pastori apparve un angelo
del Signore che disse: “Vi annun-
cio una cosa che riempirà di gioia
tutto il popolo: oggi a Betlemme,
nella città di Davide, è nato il Sal-
vatore, cioè il Cristo, il Messia. Il
segno del grande avvenimento è
questo: vedrete un bambino av-
volto in fasce in una mangiatoia”.
Apparvero molti angeli che
cantavano: “Gloria a Dio nell’alto
dei cieli e pace sulla terra agli uo-
mini che egli ama”.
I pastori capirono che que-
sto canto esprimeva la gioia per
la salvezza che Dio voleva dona-
re agli uomini per mezzo di quel
bambino.
Allora i pastori andarono
subito a Betlemme per vederlo.
Quando lo trovarono nella stalla,
com’era stato detto loro, raccon-
tarono tutto quello che avevano
sentito dagli angeli: tutti avevano
meraviglia delle cose che si dice-
vano di un bambino così piccolo.
Maria meditava tutte queste pa-
role e questi avvenimenti nel suo
cuore. Passati otto giorni, secon-
do la legge degli Ebrei, il bambi-
no fu circonciso e chiamato Ge-
sù.
Bella questa storia vero?
La conoscevate già, ma siete un
pò distratti dalle luminarie, dalle
corse ai regali, pensate alle va-
canze e dimenticate spesso il
senso e il valore del Natale, la
festa della Luce che viene nel
mondo per illuminare ogni uomo
e renderlo figlio di Dio.
Vi invito dunque a riflette-
re e a non farvi affascinare dalla
ricchezza e dal potere, pensate
sempre alla povertà che ha scelto
Gesù e riscopritela nella vostra
vita di ogni giorno, siate dono
per gli altri senza chiedere nulla
in cambio, aiutate i vostri fratelli
a vivere, capire e accogliere il
mistero della nascita di Gesù,
riempite di senso e significato
questo Natale che altrimenti pas-
serà rendendoci più poveri e
sempre più vuoti.
AUGURI DI CUORE
BABBO NATALE
Babbo Natale racconta la nascita di Gesù
Pagina 6 Anno 1 Numero 3
noi stessi, il regalo più gradito non è
quello che ci sorprende di più per la
sua stranezza o per il suo prezzo,
bensì quello che più è capace di nar-
rarci il sentimento di chi lo porge.
Errato sorprendere l’altro con
l’ostentazione della ricchezza o della
stravaganza, stordirlo con l’eccesso
ostentato, bensì stupirlo e confer-
marlo con l’amore, l’affetto,
l’attenzione che non sempre nel quo-
tidiano trovano il tempo e il modo di
essere esplicitati. Il piatto più ap-
prezzato a tavola, allora, non sarà
quello maggiormente ricercato o co-
stoso, ma quello che meglio mostra
la mia conoscenza dei gusti di chi mi
sta accanto, la conoscenza di ciò che
lo rallegra. Il piatto attraverso il qua-
le cerco solo di dirgli “ti voglio be-
ne”.
Del resto, il regalo che più ap-
paga ciascuno di noi, di qualunque
età, non è mai l’ultima trovata di cui
tutti parlano o l’ennesima novità
straordinaria che nel giro di pochi
mesi sarà superata, ma quel semplice
oggetto che mi fa capire che chi lo
ha scelto ha pensato proprio a me, ha
saputo interpretare i miei desideri
inespressi, mi ha letto nel cuore.
In questo Natale, caratterizzato
da un momento non proprio felice
per molti di noi, lasciamo che siano i
nostri cuori a parlare. Il donare è
proprio un linguaggio del cuore.
Nell’offrire un dono, rimane
sufficiente che il gesto di colui che
offre, sappia al contempo, sia porge-
re il proprio cuore che parlare al
cuore di chi lo riceve.
Tutte ciò non si compra in
contanti né con carta di credito, anzi:
sovente sono beni poveri, sobri, umi-
li, “feriali”, ma che si accendono di
novità per la carica di umanità che
sappiamo immettervi.
E così, a loro volta accendono di
semplicità la festa, fanno sentire
che quel giorno è diverso, non
perché così dice il calendario, non
perché lo abbiamo ricoperto d’oro,
ma perché abbiamo saputo guar-
dare noi stessi, gli altri, perché
abbiamo saputo essere autentica-
mente noi stessi, desiderosi di a-
mare e di essere amati. Sì, Natale
è davvero festa quando l’amore
trova spazio e tempo per essere
narrato, semplicemente.
Giuseppe Spitalieri
Il Santo Natale è alle porte.
Con esso una domanda puntual-
mente si presenta: siamo ancora
capaci di festeggiarlo con coeren-
za? Riusciamo ancora a segnare un
tempo come festivo, diverso dal
feriale quotidiano? E, se e quando
ci riusciamo, di cosa abbiamo biso-
gno per distinguerlo dalle ormai
sempre più numerose occasioni che
abbiamo per festeggiare, stimolati
come siamo da un mercato che ci
vuole sempre pronti a consumare
tempo e denaro in beni fuori
dall’ordinario? Presi dalla continua
corsa, cui ci ostiniamo a pensare
debba essere caratterizzata la nostra
vita, finiamo per credere che ciò
che sia peculiare la festa debba es-
sere l’eccesso, la ricchezza, il poter
spendere per il superfluo, lo stor-
dirci con lo stra-ordinario.
Sì operando il Natale diviene
una ricorrenza che mostra la con-
traddizione in cui ci troviamo e il
conseguente paradosso di trovarci
in ansia per la festa: corsa sfrenata
dell’ultimo minuto per trovare il
regalo maggiormente adatto al con-
venuto, acquistare ingredienti ricer-
cati per soddisfare i palati degli o-
spiti magari pronti a criticare la no-
stra cucina, il tutto traducendosi in
un “surplus” di spese, regali, cibi,
viaggi più lontani, adunate più af-
follate.
Eppure, il cuore e la mente
cui difficilmente si può mentire, ci
ricordano che la vera festa è fatta di
altro, di cose che non si pesano in
quantità ma in qualità, che non si
misurano in estensione ma in pro-
fondità: incontri autentici, momenti
di condivisione, equilibri di silenzi
e parole, tempo offerto all’altro
nella gratuità. Se siamo onesti con
FAVI A CUNIGHIU
Ingredienti:
500gr fave secche con la buccia.
4 mazzi di bietole a coste larghe.
4 spicchi d’aglio (in camicia).
Acqua.
Sale e olio q.b.
Preparazione: Mettere le fave a bagno in acqua
bollente (fuori dal fuoco) per 12 ore.
Quando la buccia si comincia ad
ammorbidire, scolarle e con un col-
tellino togliere l’occhio della fava (la
parte superiore nera) e poi sciacquar-
le. Riempire una pentola con acqua,
quando bolle versare le fave, l’aglio
e sale q.b. Da quando l’acqua ribolle,
lasciar cuocere a fuoco moderato,
con coperchio semi chiuso per circa
un’ora e mezza, mescolando ogni
tanto. A questo punto, aggiungere le
bietole (giri) precedentemente lavate,
scolate e dimezzate (se di dimensioni
troppo lunghe). Da quando riprende
il bollore far
cuocere per
altri quindici
minuti. Con-
dire con olio
crudo.
Pagina 7 Anno 1 Numero 3 -:- U Santu Patri -:-
Ciao a tutti, mi chiamo Richard B. e ho 28 anni. Sono arrivato a Palermo nell’agosto del 2008, do-
po essere sbarcato a Lampedusa, su uno di quei barconi che voi siete abituati a vedere alla televi-
sione... sei giorni di viaggio…una vera odissea!!! Ho lasciato il mio paese di nascita, Wenchi, che
si trova in Ghana (Africa), per trovare una vita migliore e poter assicurare un futuro diverso anche
alla mia famiglia. Non ho più il papà. Sono il primo di cinque figli, tre maschi e due femmine. In
questi anni, ho girato un po’ l’Italia alla ricerca di un lavoro e ho preso anche delle “cantonate” a
causa di gente che mi ha sfruttato… Ma da quando sono a Palermo, pur vivendo di lavori casuali e
precari, ho trovato tanta serenità. Ho deciso di scrivere alla redazione del giornalino parrocchiale,
perché sento di vero cuore l’esigenza di ringraziare anzitutto i frati che sono sempre pronti a dare
una mano a noi fratelli africani nelle nostre necessità quotidiane. Ci sentiamo accolti e voluti bene.
Ma sento anche il bisogno di ringraziare i tanti parrocchiani che non ci fanno sentire emarginati e
soprattutto ci trattano con rispetto. Vivere lontano dai propri affetti, dalla propria terra, mette nel
cuore una tristezza grande, accompagnata dalla paura che mai più io possa ritornare in Ghana e
riabbracciare i miei. Speriamo che il nuovo anno sia per tutti quanti migliore. Prego Jesus che mi
faccia trovare un lavoro (qualsiasi tipo di lavoro) e così poter regolarizzare il mio permesso di sog-
giorno e pensare di mettere su famiglia. Ma prego Jesus anche per tutti i giovani perché possano
realizzare i loro progetti futuri. Nella mia lingua nativa, Twi, l’espressione Afihya pa ha il signifi-
cato del vostro Buon Natale, unitamente alla gioia e alla pace che possa fiorire in ogni cuore. Me-
mamo tinkwa. Tanti tanti auguri.
Richard B.
OGGETTO: LETTERA DI RINGRAZIAMENTO.
Il Direttore, gli operatori e i ragazzi della Comunità Terapeutica "Casa dei Giovani” sentono il bisogno
di ringraziarVi per il gesto di solidarietà manifestato nei nostri confronti attraverso la donazione di farmaci
avvenuta in data odierna.
Forme di collaborazione come la Vostra sono testimonianza di attivo interesse che ci consentono di at-
tingere quella forza, a noi indispensabile, per il delicato lavoro che quotidianamente cerchiamo di portare
avanti.
Vi ringraziamo sentitamente e cogliamo l'occasione per porgere i nostri più sinceri saluti.
Il Direttore
Don S. Lo Bue
Si ringrazia il Comando Regione Militare di Palermo per la donazione di 100 coperte alla
Caritas Parrocchiale. Le coperte saranno distribuite per Natale alle famiglie provenienti dai
Paesi Africani, con prevalenza di origine Ghanese.
Grazie !!!
Pagina 8 Anno 1 Numero 3
SE HAI SUGGERIMENTI O VUOI INVIARE MATERIALE (ARTICOLI, IMMAGINI, ecc.) PUOI CONTATTARCI A [email protected]
Gruppo Giovani Riunione tutti i Venerdì
alle ore 21.00 Animazione della Messa ogni
Domenica alle ore 10.30
Segreteria Ufficio Parrocchiale
Lunedì 9.00/11.00 Martedì e Giovedì ore 17.00/19.00
Orari Sante Messe Feriale: 8.00 - 10.00 - 18.30 Festivo: 8.30 - 10.30 - 12.00
18.30 - 20.00
Lunedì 23 Dicembre ORE 18.30 S. MESSA
AUGURI NATALIZI
della comunità parrocchiale al Parroco
BENEDIZIONE DEI BAMBINELLI
Martedì 24 Dicembre
VIGILIA DI NATALE
ORE 8.00 S. MESSA
la chiesa chiude alle 9 per riaprire alle 22.30
dalle 17.00 alle 19.00 Confessioni nella Sala S. Francesco
ore 23.45 S. MESSA DI MEZZANOTTE
Mercoledì 25 Dicembre
NATALE DEL SIGNORE
S. Messa ore 8.30 - 10.30 [solenne] - 12.00 - 18.30 - 20.00
Domenica 29 Dicembre
FESTA DELLA SANTA FAMIGLIA
DI GESÙ, MARIA E GIUSEPPE
Ore 18.30 S. Messa con Benedizione delle famiglie
Seguirà un momento conviviale
Martedì 31 Dicembre
Ore 18.00 Canto del Te Deum
di Ringrazmento a conclusione
dell’anno civile e S. Messa
Mercoledì 1 Gennaio 2014
MARIA SS. MADRE DI DIO
S. Messa ore 8.30 - 10.30 [solenne] - 12.00 - 18.30 - 20.00
Giorno 17.11.2013 è stato
eletto il nuovo seggio della
Venerabile Confraternita dei
Terziari di
San Francesco di Paola.
La Redazione di cuore
augura un buon lavoro e un
buon cammino
Il Santo Padre vi assista !!!
SORTEGGIO DELL’IMMACOLATA
Numero estratto C22