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Umanesimo e Rinascimento: introduzione
Filosofia del cristianesimo
La filosofia del cristianesimo ha inizio con l’editto di Tessalonica di Teodosio e si diffonde
rapidamente in tutto l’impero Romano. Si formano presto due correnti principali: la Patristica e la
Scolastica, di cui certamente più importante è la seconda.
La scolastica si impegnava nello studio di diverse discipline, che vengono distinte in Trivio e
Quadrivio. Nella filosofia scolastica i filosofi possono compiere i loro ragionamenti e costruire il loro
pensiero a partire da alcune auctoritates, “verità da rispettare”. Devono infatti rispettare:
- La verità della Bibbia
- I dogmi fissati dai 4 concili (Nicea, Efeso, Costantinopoli, Calcedonia)
Diventa particolarmente importante Aristotele, i quali studi sulla natura e sul mondo si integravano
perfettamente con il Cristianesimo. Diventa così una forte autorità, definito da Dante “maestro di
color che sanno”. Pertanto, quando avverà la rivoluzione scientifica i filosofi e gli scienziati dovranno
lottare contro:
- I filosofi della scolastica
- La chiesa (che citerà come fonte Aristotele)
Umanesimo
L’umanesimo è una corrente ideologica e culturale che si sviluppa dalla fine del trecento in Italia e
poi in tutta Europa. Durante questo periodo avviene lo sviluppo dello stato moderno e l’aumento
dell’importanza della borghesia. I borghesi:
- Sono indipendenti economicamente e non hanno alcun vincolo
- Diventeranno committenti delle opere d’arte, portando sia all’incremento della corrente
artistica quattrocentesca sia ad un aumento dell’economia.
I signori e i principi creeranno corti, dove un gran numero di intellettuali, artisti, poeti verranno
richiamati dando il via al fenomeno del mecenatismo. Non più solo la chiesa sarà responsabile delle
committenze. L’Italia assumerà un ruolo fondamentale, favorita da diversi fattori:
- La presenza di un tessuto sociale urbano unico, nato dall’unione di una grande varietà di
popolazioni.
- La forte presenza della chiesa che ha permesso sia il mantenimento della cultura attraverso
biblioteche e monasteri, sia la permanenza della lingua latina.
- Lo sviluppo di importanti Università come quella di Bologna (specializzata in diritto)
I valori
Durante l’umanesimo vi è la creazione di una nuova serie di valori, in contrapposizione con i valori
medievali. La parola umanesimo (coniata dagli Scipioni e Cicerone) indica lo studio per le “umane
littere”, che diventano particolarmente importanti in questo periodo. Torna inoltre lo studio per la
cultura latina e per l’etica. Attraverso la filologia avviene la “riscoperta” dei testi antichi, e in
particolare viene approfondito lo studio per la Politica e l’Etica di Aristotele, nonché del pensiero di
Platone.
Viene inoltre esaltato il valore della «vita activa» e la partecipazione alla politica. Cambia anche
la visione dell’uomo e dell’universo. L’uomo diventa artefice del proprio destino e della propria
fortuna (Homo faber fortunae suae).
Nel Medioevo l’economia era imperniata nell’agricoltura, dove permane l’idea della ciclicità e
stabilità del mondo. L’uomo non ha potere, in quanto la natura è controllata da Dio. Nasce quindi
l’idea del fatalismo. Nell’umanesimo e Rinascimento le nuove attività economiche sono indipendenti
dalla natura, dipendono dall’uomo. Vi è quindi un superamento del fatalismo. Inoltre attraverso la
conoscenza e le innovazioni tecnologiche si può controllare la natura, dando nuova luce alla scienza.
Proprio durante il rinascimento nasce l’idea che attraverso le conoscenze e le leggi scientifiche si può
controllare la natura. Questo pensiero si estenderà maggiormente nell’epoca successiva, ma già
alcune figure, come Leonardo da Vinci, esprimono queste idee.
Cultura umanistica e cultura medievale
Scolastica Umanesimo
Ricerca di una conoscenza universale e
atemporale delle essenze delle cose.
Ricerca di una comprensione storica delle
tradizioni culturali.
Ricerca per mezzo di definizioni e dimostrazioni
(sapere deduttivo), seguendo l’esempio di
Aristotele.
Ricerca per mezzo della ricerca filologica
(interpretazione dei documenti) e studio dei
classici, distinguendoli dal rinascimento e
collocandoli nel tempo.
Coerenza logica e rigore formale come vie verso
la verità.
Retorica e competenza letteraria argomentativa
come vie verso la verità.
Predilezione per la vita contemplativa. Predilezione per la vita attiva e partecipazione
alla politica per il benessere della comunità
(Etica di Aristotele-Repubblica di Platone).
Predilezione per la riflessione su questioni
puramente teoretiche.
Riflessione sui problemi pratici in situazioni
concrete (filosofia morale). [Leonardo Bruno,
Poggio salutati, Bracciolini]
Uomo e Dio
Il rinascimento vede nella figura dell’uomo-plasmatore l’immagine di Dio-creatore. Non vi è un
alternativa tra Uomo e Dio, ma le due parti entrano a far parte della stessa realtà. Dio non viene
cancellato ma l’uomo viene messo al centro. Nasce quindi uno “spirito antropocentrico” che si
differenzia nettamente da quello “teocentrico” medievale. Nonostante le idee molto differenti, tra i
due pensieri non vi è una frattura così profonda e radicale come quella proposta da Burckhardt, ma
vi sono alcuni elementi di continuità.
In quello che gli storici considerano il manifesto del pensiero antropocentrico Pico della mirandola
spiega come Dio abbia dato ad ogni cosa la propria essenza: al leone l’essenza “leonina”, che
definisce la sua natura. L’uomo però, secondo Pico della Mirandola, non ha alcuna essenza ma può
divenire tutto; può elevarsi o abbassarsi, dalla più bassa natura animale fino a Dio.
Umanesimo civile e umanesimo filosofico
Secondo Eugenio Garin bisogna distinguere il periodo in Umanesimo civile e Umanesimo filosofico.
A fare da spartiacque è la nascita della signoria (in particolare Firenze). A Firenze infatti la signoria
rimarrà non dichiarata, lasciando integre le istituzioni comunali fino alla fine del Quattrocento.
Nell’umanesimo civile:
- Vi è un recupero degli antichi
- Viene esaltata la «vita activa»
Con Marsilio Ficino vi è una svolta, attraverso la quale si passa all’umanesimo filosofico. Marsilio
Ficino era figlio del Medico di Cosimo de’ Medici. Lavora per questo motivo alla corte medicea
stipendiato. Inoltre egli fonda un’accademia neoplatonica, traducendo e studiando Platone, in
particolare la Metafisica.
Rinascimento
Il rinascimento mantiene la centralità dell’uomo nell’universo, ma introduce anche:
- L’interesse per la natura
- Lo studio per i classici anche dal punto di vista scientifico
o De architectura (Vitruvio)
o Gnoseologia e logica di Aristotele
o Etica e Politica di Platone
o Epicuro, Democrito e Neoplatonici
- La politica come attività autonoma e scienza viene esaltata da Machiavelli. Insieme alla
politica vi è un rilancio di tutte le scienze e arti; autonomia in molti campi del sapere.
- Rinnovamento religioso. Avviene sicuramente durante l’umanesimo ma non molto nel
rinascimento. Nuove dottrine come quella del Luteranesimo infatti presentano concezioni
antiche. Vi è invece un ritorno al cristianesimo puro.
L’uomo e la natura Lo studio del mondo naturale non appare più nel Rinascimento come fuga dell’uomo di fronte alla
propria interiorità o come distrazione utile. L’indagine naturale comincia ad apparire come uno
strumento indispensabile per la realizzazione dei fini umani nel mondo. Solo attraverso la natura
l’uomo può ricavare i mezzi per la sua realizzazione. Nello studio della natura si possono distinguere
due movimenti: la Magia e la Filosofia della Natura.
La magia
La magia è basata su principi diversi da quelli medievali. Il “mago” era un pensatore (o filosofo) che
si basava su due principi:
- Esiste un’animazione universale della natura, le cui leggi guidano il mondo. Se l’uomo
riesce ad entrare in contatto con queste forze può usarle a suo vantaggio. In questo modo
il mago assume grandi poteri. Vi è un collegamento quindi tra microcosmo e macrocosmo
(controllo interno dell’uomo permette di controllare l’esterno)
- Si può dominare la natura attraverso incantesimi e metodi violenti. Divengono abituali
incantesimi, formule magiche, riti, e la ricerca di oggetti come la Pietra filosofale.
La chiesa si schiera in modo ambiguo nei confronti della magia. Nel medioevo perseguitava la magia
e soprattutto le streghe. Dopo diventa ambigua. Bisogna dire prima che la magia era divisa in
- Nera, basata su forze demoniache
- Bianca, basata su forze positive. Questa si sviluppa maggiormente durante il rinascimento
e i maghi verranno più volte consultati anche dai papi.
Nel Rinascimento assistiamo ad una grande diffusione dell’astrologia, che permetteva si scoprire il
destino degli uomini attraverso l’oroscopo. Questo ben presto diverrà diffusissimo e richiesto anche
dai potenti, anche se i teologi si dimostrarono contrari.
Filosofia naturale
L’esponente maggiore è Eresio con il “de rerum natura”. Si abbandona all’idea dell’esistenza si:
- Enti metafisici (di provenienza Aristotelica)
- Forze magiche e metodi violenti di intervento sulla natura.
Ha la concezione che la natura si basi su proprie caratteristiche, cosa che porterà poi al metodo
scientifico. Richiama i pensieri dei filosofi pre-socratici, che si basavano su archè naturali.
La politica Il rinascimento ridefinisce l’idea di uomo e nasce così la necessità di studiare la politica. L’uomo
infatti vive in una comunità e quindi sente la necessità di rinnovare la comunità politica. Vi è un idea
del “ritorno alle origini” prendendo ispirazione dai modelli grechi e romani. Vi sono principalmente
sue idee:
- Un popolo deve tornare all’origine storica. Da questa nasce lo storicismo
- Il ritorno ai principi e le basi naturali dell’uomo. Da questa nasce il giusnaturalismo
Lo storicismo e Machiavelli
IL maggiore rappresentante dello storicismo è Machiavelli. Ha un ruolo fondamentale nella
fondazione della scienza politica. È un uomo politico impegnato. Scrive il “Principe” e i “Discorsi
sopra la prima deca di Tito Livio”. Ha due temi fondamentali:
- Il ritorno ai principi (nei discorsi)
- L’analisi della realtà effettuale delle cose (Principe)
L’Italia in quel periodo, pur essendo ricca e culturalmente attiva è debole politicamente. Machiavelli
pensa che si debba ritornare ai principi. Per questo, ispirandosi alla Roma repubblicana propone un
modello politico che si basa sulla realtà. Egli crede che un principato sia l’unico stato che possa
sorgere in Italia; le regole che deve adottare un principe sono ricavate da un analisi della realtà. Per
Machiavelli era necessario uno stato forte.
Lo scrittore fiorentino parte da due principi fondamentali:
- L’uomo può controllare almeno in parte la propria sorte e decidere il proprio destino
- Il corso degli eventi non dipende interamente dall’uomo ma l’uomo può adattarsi per
affrontare le situazioni. L’insegnamento viene così dalla storia.
La virtù di una persona diventa così la capacità di prevedere e affrontare la realtà, e può permettere
ad un principe di governare. La virtù si distacca dalla religione mentre si lega all’analisi della realtà.
Machiavelli si distacca dalla morale: la politica diventa il frutto di un ragionamento razionale. Il
principe doveva avere delle caratteristiche ben precise.
Giusnaturalismo
Thomas More
Thomas More è un personaggio di rilievo nella storia. È un filosofo naturalista con grandi
responsabilità politiche. Al momento della riforma anglicana Thomas More non abiurò e venne
condannato e ucciso. Aveva scritto un libro molto importante che da inizio al filone utopistico,
ispirandosi a Platone e suggerendo una via alternativa: uno stato nuovo organizzato secondo principi
filosofici. Il libro si chiama “Utopia”.
Utopia significa “luogo che non c’è”. Thomas More utilizza nel libro anche una certa ironia filosofica,
chiamando anche il fiume presente nell’isola Anidro, “senz’acqua”. Egli immagina una comunità che
vive secondo i principi filosofici e naturali in un’isola di nome Utopia. Il testo nasce da una riflessione
sulla situazione inglese, riassumibile con una frase dello stesso scrittore: «al nostro tempo le pecore
si mangiano gli uomini».
Con la frase di Thomas si voleva evidenziare l’importanza data ai soldi. Nell’Utopia:
- Gli uomini hanno la libertà di vivere secondo il piacere
- Vi è armonia nell’organizzazione delle cose
- Non ci sono proprietà private
- All’oro e all’argento non vengono dati alcun valore, bensì vengono utilizzati come materie
prime per gli utensili più disparati
- Tutti gli abitanti vivono del proprio lavoro
- Viene dedicato del tempo alla cultura e alle attività sociali
Thomas More prende molti spunti dalla Repubblica di Platone, anche se esistono sostanziali
differenze:
- Non vi è la divisione in classi sociali predefinite
- Tutti devono fare il proprio lavoro
- Esiste una tolleranza religiosa assoluta: gli abitanti adorano un dio creatore, che ha
caratteristiche così vaghe che è però compatibile con qualunque religione, facilmente
identificabile.
Altri filosofi
Vi sono altri filosofi giusnaturalisti, come Tommaso Campanella, le cui idee seguirono quelle di More
ma venne processato dall’inquisizione. Riuscì a non ricevere la pena di morte in quanto si finse pazzo
e per questo finì solamente in galera. Un altro filosofo appartenente al filone utopistico è Francis
Bacon, che scrisse “La nuova Atlantide”.
Un po’ di storia…
In Inghilterra in quell’epoca si diffonde il fenomeno delle “clusure”, le recinzioni. Grandi
possedimenti vennero recintati per delimitare i territori e evitare la fuga delle pecore, la cui
lana veniva venduta nelle fiandre. Allora, però, era presente la pratica degli open fields
secondo cui i terreni non erano delimitati ma erano mescolati e:
- Chi era povero poteva cercare di che sopravvivere
- Gli animali pascolavano liberamente
- Esistevano proprietà comuni nei villaggi, dove senzatetto cercavano riparo,…
Successivamente i grandi proprietari, a partire dal Trecento, iniziarono a cacciare via i
contadini e i poveri per controllare meglio la situazione. Inoltre venne dato il via ad una
privatizzazione delle proprietà comunali. Inizialmente fu disastroso sul piano etico, ma portò
un grande vantaggio per l’economia inglese. Solo nel Settecento vennero introdotte le
recinzioni parlamentari, autorizzate e calcolate da un agrimensore.
La rivoluzione scientifica
Caratteristiche generali
La rivoluzione scientifica è una categoria storiografica che è stata introdotta negli anni ’50. Si tratta
di una categoria che cerca di racchiudere le diverse rivoluzioni che sono scoppiate tra il seicento e il
settecento in ambito scientifico e che porteranno successivamente ad un gran numero di cambiamenti:
- Rivoluzioni politiche (glorius revolution)
- Rivoluzioni economiche (rivoluzione industriale)
- Rivoluzioni sociali
La rivoluzione scientifica porta alla nascita della scienza moderna, e in particolare della fisica. Una
componente fondamentale della fisica aristotelica era l’astronomia (che era stata poi ampliata da
Tolomeo), gradualmente assorbita dalla filosofia del cristianesimo. Questa visione nel cinquecento
entrerà in crisi e attraverso grandi figure come Galileo Galilei si potrà passare anche a una nuova
visione della terra e del moto. La rivoluzione scientifica ha quindi un importanza fondamentale.
Storiografia
Nella rivoluzione scientifica si possono individuare due datazioni principali, che determinano l’inizio
e la fine di questo periodo:
- 1543. In quest’anno Mikolaj Kopernik pubblica il libro “de rivoluzionibus orbium celesti”
che propone di passare dalla visione geocentrica alla visione eliocentrica. Quest’opera dà
inizio alla rivoluzione scientifica. La proposta di Kopernik cerca di interpretare il moto
dei corpi celesti, posizionando il sole al centro. Il suo libro da via ad una nuova fase id
discussioni tra le sue teorie e quelle aristoteliche.
- 1688. È l’anno della pubblicazione di “Principia Matematica” di Isaac Newton in cui si
annuncia la legge di gravitazione universale. Chiude la rivoluzione scientifica in quanto
dà una risposta a tutti i problemi lasciati aperti. Con Newton si chiude quindi il periodo di
discussione della scienza, ma si apre uno scenario ancora più ampio.
Questa rivoluzione è chiamata anche prima rivoluzione scientifica, per distinguerla della seconda che
porta al passaggio dalla fisica classica alla fisica quantistica e relativistica.
I problemi della rivoluzione
Oggi la questione non è caratterizzata da pathos ma allora la battaglia per cercare di ottenere il
riconoscimento delle scoperte scientifiche era difficoltosa, e per alcuni si è rivelata addirittura
mortale. Questo è dovuto al fatto che la chiesa sosteneva assiduamente la posizione aristotelica e per
questo ha preso aspri provvedimenti contro coloro che sostenevano il contrario.
Una volta abbattuto Aristotele si apriranno però anche nuove rivoluzioni in molteplici ambiti. La
libertà di pensiero ottenuta dalla rivoluzione scientifica avrà grande influenza nelle epoche
successive. Si inizierà a mettere in discussione tutte le auctoritates.
In politica
La rivoluzione scientifica porterà al ritorno della democrazia, basata sul confronto come mezzo per
portare alla liberazione dalle auctoritates. Ha quindi importanti conseguenze sul piano politico di
allora.
Un nuovo tipo di sapere
La rivoluzione scientifica era inoltre legata all’importanza acquisita in quegli anni dalla borghesia e
dal capitalismo. Vi era la necessità di ottenere un nuovo tipo di sapere che fosse più comprensibile
ed accessibile a tutti. La natura e la scienza non vengono più definite né osservate allo stesso modo.
Queste definizioni non sono state date da scienziati o filosofi del tempo ma descrivono la visione che
si era creata durante la rivoluzione scientifica al termine del periodo stesso.
Natura
Natura “Ordine oggettivo e causalmente strutturato di relazioni tra fenomeni governate da
leggi”
Dalla concezione della natura vengono eliminate ogni concezione animista, spirituale e metafisiche.
È caratterizzata da rapporti di causa-effetto ed è uguale per tutti e tutti possono conoscerla. Non è una
novità assoluta, ma in realtà rappresenta la vittoria del determinismo di Democrito su Aristotele.
La natura è governata da leggi, non più da rapporti di tipo metafisico. Sono universalmente valide,
senza eccezioni. La Natura ha quindi tre caratteristiche principali. Sono:
- Universali
- Uniforme
- Irreversibile (siccome è causale)
Scienza
Scienza “Sapere matematico e sperimentale intersoggettivamente valido volto alla conoscenza
del mondo esterno per il suo dominio da parte dell’uomo”
La scienza torna ad essere un sapere di tipo matematico, come erano Democrito e Pitagora. Si distacca
quindi completamente da Aristotele. Galilei disse: “per conoscere il libro della natura bisogna prima
conoscerne i caratteri” e i caratteri sono i triangoli, le rette, e nel suo complesso la matematica.
Galilei cambia il ruolo e il modo di essere scienziati, introducendo il metodo sperimentale. Prima di
Galileo vi era la concezione secondo la quale il filosofo naturale non doveva “sporcarsi le mani”, ma
doveva utilizzare solamente il sapere teoretico. Galilei ribalta questo pensiero dando il via alla
concezione moderna di scienza. Lo stesso Galileo Galilei fa del lavoro manuale, costruendo egli
stesso strumenti scientifici. Il riconoscimento della validità delle teorie viene dal confronto con altri
scienziati. In questo modo è possibile confermare e migliorare le teorie. L’atteggiamento aristotelico
“ipse dixit” viene completamente spazzato via.
Concretezza
Si tratta di un sapere concreto, non metafisico. La scienza è volta alla conoscenza del mondo che ci
circonda. Non possono quindi esistere le idee di Platone. È volta al dominio del mondo esterno da
parte dell’uomo, come dimostra la tecnologia, frutto della rivoluzione scientifica.
Oggi il dominio della natura è legato alla bramosia e allo sfruttamento degli elementi che, a causa di
risvolti economici, ha portato anche a conseguenze negative (come il nucleare). Nel mondo del
cinquecento si trattava invece di una esigenza sentita: il dominio della natura era una conquista
fondamentale. Al giorno d’oggi questo dominio è fuori controllo.
Rivoluzione astronomica
Aristotele
L’astronomia di Aristotele è rimasta valida fino al cinquecento, quando iniziò ad andare in crisi.
Essendo l’astronomia il punto di forza e la basa della scienza Aristotelica, quando questo pensiero
crollò, di conseguenza si ebbero ripercussioni su tutti i campi di indagine scientifica.
L’universo secondo Aristotele era:
- Chiuso e delimitato dalla sfera delle stelle fisse
- Finito
- Geocentrico
- Dualisticamente diviso tra:
o La terra, in cui regnava il disordine umano
o I cieli al di fuori della sfera del fuoco, in cui vi erano le sfere perfette di etere
cristallino dove regnava l’ordine.
Il moto dei corpi tendeva al ritorno all’origine naturale: Aristotele prende per esempio il sasso, che
rimane sempre immobile, ma quando viene lanciato (moto violento) per un certo tempo si distacca
ma successivamente tende a tornare dove si trovava (quindi a terra). Per spiegare questo moto non si
fanno indagini sperimentali, ma solamente riferimento alla metafisica come potenza e atto. I fisici per
questo erano chiamati filosofi naturali.
Per permettere la nascita della scienza moderna vi era quindi la necessità prima di distruggere
Aristotele, in particolare l’astronomia. Fino ad allora però vi era il problema che se nascevano nuove
teorie valide alcuni scienziati solitamente dicevano “ci crederei se Aristotele non avesse detto il
contrario”.
Tolomeo
Tolomeo modifica l’idea pura di Aristotele per spiegare il movimento apparentemente non regolare
di alcuni pianeti, come Venere che sembrava tornare indietro. Crea l’idea degli epicicli per dimostrare
il moto, ma aumentò di molto la complessità del modello. Il sistema solare si poteva spiegare con un
totale di 40 equazioni. Molti trovavano inopportuno questo metodo ma siccome lo aveva stabilito
Aristotele, non ne veniva dubitata la validità. Anche il re Aragonese quando ne studiò le
caratteristiche lo commentò, esprimendo la sua opinione secondo la quale era impensabile che Dio
avesse creato un sistema così complesso.
Copernico
Mikolaj Kopernik (italianizzato in Niccolò Copernico) nacque a Cracovia, nell’odierna Polonia. Era
nipote di un vescovo e per questo viene instradato subito verso la carriera religiosa. Studiò in Italia
durante l’umanesimo, riscoprendo i neo-pitagorici e il loro modello eliocentrico. I pitagorici
credevano che il sole fosse più degno di essere al centro rispetto alla terra. Partendo poi dalla
complessità delle formule di Aristotele e Tolomeo inizia ad esprimere le sue idee secondo le quali il
sistema avrebbe dovuto essere più semplice in quanto Dio ha una natura pura e matematica.
Nel sistema che propone Kopernik cadono diverse idee di Aristotele:
- Il dualismo perfezione disordine
- La centralità della terra
Copernico si limitò però a fare i calcoli matematici del sistema, non trae conseguenze filosofiche.
Inizialmente propone un insieme di 9 equazioni per calcolare le orbite, ma successivamente
comprende la sua incompletezza e lo implementa attraverso 36 equazioni.
Kopernik, nonostante la sua idea:
- Non poté evidenziare troppo i suoi risultati
- Pubblico inizialmente solo un estratto nel trattato dall’Astronomo tedesco Reticus
- Pubblicò l’opera solo dopo la morte
Rapporto con il luteranesimo
Pubblica la sua opera durante il luteranesimo ma Lutero, essendo per un interpretazione letterale della
Bibbia non volle distaccarsi dal modello eliocentrico ma anzi lo criticò. Nella Bibbia, nel vecchio
testamento, vi era infatti un tratto in cui vi era scritto: “E Dio ordinò al sole di fermarsi”, che fu
interpretato quindi in un modello geocentrico in cui il sole ruotava intorno alla Terra.
Rapporto con la Chiesa
Inizialmente la Chiesa si disinteressò totalmente in quanto l’opera non ebbe un grande risvolto e gli
eliocentristi erano ancora in maggior numero rispetto ai geocentristi. Erano state inoltre avanzate
diverse critiche da parte dei teologi, anche dal punto di vista fisico. Una delle maggiori chiedeva a
Kopernik il motivo per cui non si percepiva il movimento: se infatti la Terra si muovesse si sarebbe,
secondo le idee dei teologi, dovuto sentire un forte vento continuo in una sola direzione.
Conseguenze
L’opera di Kopernik inizialmente non ha grande successo e sembra destinata a pochi esperti, non al
grande pubblico. Nel 1543 la controriforma è ancora agli inizi, deve ancora essere approvato l’index
librorum prohibitorum, l’“indice dei libri proibiti”. C’era una commissione che censurava i libri nuovi
e i libri pubblicati in precedenza. Tra questi entrano:
- Ariosto
- Boccaccio
- Giordano Bruno
- Kopernik
Ma le opere di letteratura, siccome avevano una maggiore divulgazione venivano censurate prima,
mentre le opere scientifiche successivamente. Questo spiega il fatto di una permanenza così lunga
dell’opera di Kopernik.
Andreas Osiander
Andreas Osiander, uno tra gli incaricati alla pubblicazione dell’opera di Kopernik, era un teologo.
Quando legge l’opera capisce che si tratta di un testo pericoloso quindi antepone un’introduzione
anonima (che sembrava così di Kopernik) che diceva che l’ipotesi eliocentrica non era valida nella
realtà ma era solamente un metodo più efficiente per calcolare le orbite dei pianeti.
In questo modo la teoria di Kopernik diventava una teoria solo strumentale. Questo processo è detto
strumentalismo. Quando Kopernik scopre il fatto si arrabbia e toglie l’introduzione, rendendo così la
sua ipotesi reale (Realismo). Ma la sua rivoluzione rimane comunque prudente. Mantiene infatti
alcuni elementi del modello tolemaico: le sfere cristalline, le stelle fisse, l’universo chiuso e unico.
Tyco Brahe
Fu un importante astronomo danese. Appartenente ad una famiglia dell’alta aristocrazia, viene
affidato in età infantile agli insegnamenti dello zio. Dimostra subito di avere grandi capacità
intellettive. Un episodio in particolare fu di fondamentale importanza per la vita di Tyco. Accadde un
occasione in cui il sovrano danese cadde in acqua e lo zio di Tyco lo portò in salvo. Dopo il tuffo
però lo zio si ammalò di polmonite e poco dopo morì. Il sovrano, per ringraziare il gesto dello zioi
mette a disposizione di Tyco mezzi illimitati per le sue ricerche astronomiche.
Grazie a questi fondi Tyco fa costruire una torre di osservazione astronomica molto attrezzata nel
mare del Nord. Assume inoltre diversi assistenti, tra i quali compare Kepler. Quando il sovrano morì,
il suo successore tagliò i fondi per le ricerche di Tyco, cosa che provocò la rabbia dell’astronomo che
andò a studiare a Praga sempre insieme a Kepler.
Sistema ticonico
Brahe propone un nuovo sistema astronomico, nel quale si osserva il ritorno del geocentrismo.
Nell’idea dell’astronomo infatti il sole ruotava introno alla Terra, mentre tutti gli altri pianeti
ruotavano intorno al Sole. Viene accolto molto favorevolmente dalla Chiesa e dagli astronomi, ma
costituirà un rallentamento per l’introduzione del modello Copernicano.
Un punto fondamentale per sistema proposto è però la rinuncia alle sfere cristalline, e quindi la
negazione di Aristotele. Durante le sue osservazioni aveva infatti visto il percorso compiuto da una
cometa, notando che passava attraverso le sfere cristalline. Se fosse stato valido il modello di
Aristotele, queste si sarebbero dovute rompere, ma così non è avvenuto. Vi è quindi l’introduzione
del concetto di “orbita” planetaria.
Johannes Kepler
Alla morte di Brahe, Kepler assume il ruolo di suo successore. Kepler era nato in Germania e si
trasferì poi a Graz, in Austria. Dimostra subito grandi capacità e va a lavorare come assistente di Tyco
Brahe, di cui potrà utilizzare il materiale raccolto dall’osservazione astronomica. Egli cerca di trovare
leggi di semplicità matematica e assumerà un ruolo fondamentale nella rivoluzione astronomica.
Riuscirà ad individuare tre leggi, che portano al superamento delle orbite circolari e delle sfere
cristalline.
Prima legge di Kepler: I pianeti si muovono su orbite ellittiche aventi il sole in uno dei due fuochi.
Questo determina che ci siano inoltre due punti, l’afelio e il perielio, di massima e minima distanza
dal Sole.
Seconda legge di Kepler: Il raggio vettore che unisce il sole ad un pianeta spazza aree uguali in
tempi uguali.
La conseguenza principale di questa legge è il fatto che i pianeti vadano più veloci quando sono più
vicini al sole, e meno veloci alla massima distanza.
Terza legge di Kepler: I quadrati dei tempi che i pianeti impiegano a percorrere le loro orbite sono
proporzionali ai cubi delle loro distanze medie dal sole.
Questo fa sì che con orbite più grandi i pianeti vadano più lenti.
Giordano Bruno
Giordano Bruno è nato a Nola, vicino a Salerno. Diventa un frate domenicano a Napoli, pur
presentando un carattere irrequieto. La visione di Copernico, seppur rivoluzionaria, era ancora di un
universo finito e chiuso. Giordano Bruno proclama l’idea di un cosmo infinito. Si tratta quindi di un
idea molto importante poiché porta alla distruzione dell’idea dell’unicità della Terra. Questo non
poteva essere accettato dalla Chiesa, poiché andava contro la Bibbia.
Giordano pensava che se Dio era veramente infinitamente potente, non ci sarebbe stata una ragione
per ci avrebbe dovuto creare un Universo finito. In questo modo anche l’uomo aumenta la sua
potenza, in quanto non è più schiacciato in una realtà chiusa, ma ha davanti uno spazio molto più
grande.
Le sue pubblicazioni lo mettono presto sotto inchiesta. Per questo egli è costretto a lasciare l’Italia,
e si spostò così nelle diverse corti europee. Va a Ginevra (dove c’era Calvino), in Inghilterra, Francia,
Germania cercando una cattedra universitaria. Alla fine di questi viaggi vuole tornare alla penisola,
ma non può tornare a Roma. Va così da un nobile veneziano che lo accoglie. Quando però Giordano,
mostrando il suo forte carattere, inizia ad esporre le idee al nobile, questo si spaventa, e lo denuncia
alla Repubblica di Venezia. Roma pretende la consegna di Giordano, cosa inizialmente negata da
Venezia (che aveva diversi contrasti con lo Stato Pontificio), ma poi ceduto. Viene condannato per
Eresia e arso vivo al Rogo a Roma nel 1600, anche se dichiarò, anche in punto di morte, di non avere
timore della morte.
Galileo Galilei
La vita
Nacque nel 1564 a Firenze, figlio di un medico. Da giovane venne mandato a studiare Medicina ma
poi cambiò per studiare matematica e fisica. È subito attratto anche dalla sperimentazione pratica
delle teorie.
Padova
Nel 1590 va a Padova ad insegnare matematica. Qui vivrà il suo periodo più felice, anche se aveva
alcune difficoltà economiche. Mette in piedi un laboratorio per la produzione di strumenti scientifici,
in modo di arrotondare il suo stipendio. Aderisce presto al Copernicanesimo, e diventa amico di
Johannes Kepler, con cui intrattiene una corrispondenza.
Quando viene a conoscenza dell’invenzione del cannocchiale da parte degli olandesi (che lo avevano
copiato dai cinesi), ne rimane affascinato. Il cannocchiale veniva all’epoca utilizzato per scopi
militari, ma Galileo per la prima volta decide di utilizzarlo per studiare i cieli. Lo smonta e lo potenzia,
ottenendo ingrandimenti fino a 200 volte. Vede così le stelle da più vicino, facendo anche diverse
scoperte che pubblica nella sua opera “Sidereus nuncium” nel 1609. Inoltre, attraverso il
cannocchiale scopre la rugosità della Luna, dando così torto ad Aristotele. Prima si pensava infatti
fosse un errore dell’occhio umano. Distrugge in questo modo l’idea delle sfere perfette. Scopre inoltre
l’esistenza della galassia (la Via Lattea), le fasi di Venere, e i Satelliti di Giove.
Firenze
Torna nel 1610 a Firenze dove ha un aumento di Stipendio e gli viene data una grande libertà di studio
e un posto di lavoro senza obbligo. Inizialmente Galileo viene apprezzato dalla Chiesa Cattolica, e
viene anche onorato a Roma. Successivamente però, a causa di inimicizie personali, si trovò a
scontrarsi con i Domenicani. Questo scontro sortì l’effetto che nel 1616 il cardinale Bellarmino, capo
dell’inquisizione, convocò una commissione di astronomi e teologi per giudicare il sistema
Copernicano. Dopo due mesi il risultato fu una dura condanna del copernicanesimo, giudicato erroneo
nella filosofia e nella fede. A questo punto l’opera di Kopernik viene inserita nell’Index librorum
prohibitorum e tutte le teorie basate su di essa proibite.
Ammonizione
Bellarmino convoca Galileo a Roma e viene formalmente ammonito. Ancora non si tratta di un
processo, ma di un ammonizione formale. Per 16 anni Galileo non farà più pubblicazioni. Bellarmino
consiglia di sviluppare solo le teorie dal punto di vista strumentale. Galileo face altre pubblicazioni
su altri argomenti, ma poi non resiste e torna a pubblicare sull’argomento.
Decide di tornare sull’argomento per tre motivi principali:
1) Politico: era divenuto papa il cardinale Barbierini, che lo aveva appoggiato precedentemente,
quindi pensava di essere protetto.
2) Personale: Galileo era psicologicamente sicuro delle proprie idee e voleva vedere
riconosciuto il suo pensiero.
3) Religioso: Siccome era certo della verità del modello copernicano, voleva evitare che la chiesa
perpetuasse nell’errore dell’Aristotelismo
… ma, anche a causa del periodo storico sfavorevole – si combatteva infatti la guerra dei trent’anni
– il proposito di Galilei non ebbe buon fine e le sue illusioni si rivelarono infondate.
Pubblicazione
Nel 1632 pubblica il “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo”. In quest’opera non
contrappone dogmaticamente la sua idea, ma usa un metodo socratico in cui confronta Tolomeo e
Copernico. Siccome è un dialogo Galileo non si schiera, con l’unico intento di mostrare gli effetti dei
due sistemi. In realtà non riuscì ad essere così oggettivo.
Nel dialogo apparivano tre personaggi:
- Il sostenitore di Aristotele [chiamato Simplicio]
- Il sostenitore di Copernico
- Un nobile veneziano che funge da mediatore
La chiesa criticò il nome dato da Galileo al sostenitore di Aristotele, in quanto giudicato offensivo.
Inoltre, pur avendo dedicato il libro al Papa, molti membri del Vaticano convinsero lo stesso pontefice
che cercasse di screditarlo. Per questo motivo il papa pretese una condanna esemplare, e gli venne
revocato l’Imprimatur, il permesso di stampa.
Il processo e gli ultimi anni
Quando venne processato a Roma Galileo aveva 70 anni. Solitamente, se l’imputato continuava a
considerarsi innocente, la chiesa lo torturava fino all’ammissione del contrario. Di fronte a questa
prospettiva, egli decise di abiurare. Decide inoltre di trattare le sue toerie, e questo gli evitò il rogo.
Venne condannato alla prigione a vita ma prima fu spostato a Pisa e infine ad Arcetri dove verrà
accudito da una delle figlie dell’arcivescovo. Qui, durante gli ultimi anni della sua vita scrisse altre
pubblicazioni, stampate postume in Olanda. Qui vi rimarrà fino alla morte. Il caso di Galileo è stati
ingigantito, e certamente non sarebbe successo lo stesso in un'altra epoca. Nel 1992 il processo è stato
rivisto dalla Chiesa, riconoscendo l’ingiustizia commessa ed è stato riabilitato da Papa Paolo II.
Lettera a Madama Cristina
Galileo scrive alcune lettere copernicane, inviate ad amici, colleghi o potenti. Si tratta di lettere
private, non destinate alla diretta pubblicazione e quindi più libere, ma Galileo è cosciente che
verranno comunque rese pubbliche. Nella sua lettera più famosa chiarisce il rapporto tra scienza e
fede.
Spiegazione: Volendo rispondere alla prima domanda di Madama Cristina, di come il sistema
Copernicano possa non essere considerato peccato se la Bibbia dice la verità, bisogna prima
dire che è vero che le sacre scritture non mentono; ma coloro che la leggono e la interpretano
sbagliano. L’errore più grossolano è poi interpretare la Bibbia letteralmente, cosa che accade
molto frequentemente: se ci si fermasse al puro significato delle parole apparirebbero non
solo diverse contraddizioni, ma anche eresie e bestemmie. Perché allora Dio avrebbe piedi,
mani, barba, … e anche sentimenti come ira, pentimento, dimenticanza. La Bibbia ha quindi
ragione, ma non in senso letterale.
Se siamo in accordo con questa premessa, secondo me allora nelle dispute naturali la bibbia
dovrebbe essere messa in ultimo luogo. Infatti, sia la natura che la Bibbia derivano da Dio:
la prima esecutrice degli ordini divini e la seconda dettatura dello Spirito Santo. Ma, essendo
la natura immutabile e procedendo – anche se gli uomini non la capiscono – secondo le leggi
divine, allora pare che le esperienze sensoriali della natura e le dimostrazioni matematiche
non possano essere messe in dubbio neanche dalla Bibbia. Quindi, siccome la natura
obbedisce direttamente agli ordini divini ed è stata scritta per gli ignoranti, allora molto
facilmente non è stata rigorosa.
Già San Tommaso aveva studiato il rapporto tra scienza e fede. Egli ebbe una veloce ascesa
nell’ordine domenicano e venne mandato ad insegnare a Sorbona per risolvere delle
discussioni che si erano create tra filosofia e fede. I principali contrari ad Aristotele in quel
periodo erano gli averroisti.
Averroè Aristotele Vi è un solo intelletto agente, come una divinità, che dà la conoscenza. Questo comporta che l’anima dell’uomo sia mortale.
L’intelletto è diviso in potenza ed atto. Tutti hanno quindi l’intelletto potenziale, e ognuno può sviluppare l’intelletto agente. Comporta quindi che l’anima sia immortale.
Risulta contraria al cristianesimo. Risulta a favore del cristianesimo.
San Tommaso risolve la questione, spiegando che esiste una sola verità, non due verità
contemporaneamente valide. L’unica realtà vera è quindi la religione, in quanto solo la
Bibbia contiene la verità.
E siccome non possono coesistere due verità contrastanti allora solo una è valida, quella
della scienza e della ragione. Allora, coloro che pensano di sapere fermandosi alla sola
interpretazione letterale è meglio che non parlino di queste cose. E non si può pensare che
sia stato detto tutto (Aristotelici). Lasciando da parte i punti in cui la Bibbia parla della
salvezza dell’anima, in cui nessuno può dire che sbagli, nel resto è meglio non seguire le sue
indicazioni.
Fondamenti della concezione filosofica di Galilei
Galileo Galilei, anche se era più fisico ed astronomo, veniva chiamato al suo tempo un “filosofo
naturale”, in quanto ancora non esisteva la concezione odierna di fisica. Troviamo in lui una
concezione in parte metafisica, e questo fa di lui anche un filosofo. Successivamente altre figure,
come il francese De Cart, saranno decisamente più filosofi, ma Galileo in realtà è più scienziato, ei
suoi unici pensieri derivano da osservazioni del reale.
Nel costruire il suo pensiero Galileo si appoggia ai pensieri degli antichi nel loro complesso, non
solamente a uno. Aggiunge però elementi propri, che non appaiono in maniera sistematica e per
questo non elabora una filosofia completa.
Il suo pensiero si basa:
- Struttura matematica del mondo (metafora del “libro della natura”) Abbandona la
filosofia di Aristotele e Platone per privilegiare Democrito (senza citarlo). Crede
nell’uniformità nel rapporto causa-effetto che domina il mondo.
- Si conoscono solo le qualità oggettive e misurabili dei corpi. Per questo rappresenta la
rivincita di Democrito su Aristotele
- Antiessenzialismo – “è vano tentar l’essenza”. Esclude in questo modo il sovrasensibile
e la metafisica, basando il suo pensiero quasi unicamente sulla fisica, trattando solo la
realtà sensibile e sperimentale.
- Antifinalismo – si conosce il come ma non il perché della realtà. Il fine non è indagabile.
Guardava al cosmo e alla natura come oggetti neutri. Esclude il finalismo aristotelico,
dando più importanza al come che al perché (che non viene risolto dalla fisica moderna).
Richiama il pensiero sofista (“degli dei nulla è possibile conoscere perché a ciò si
oppongono la brevità della vita e la difficoltà dell’argomento”).
- La conoscenza umana e divina sono uguali “intensivamente” e diverse “estensivamente”.
Siccome la conoscenza è matematica è valida sia per Dio che per l’uomo. Ma l’uomo ne
conosce solo una parte, mentre Dio la conosce tutta.
La metafisica non può mai essere totalmente esclusa dalla filosofia, ma può certamente non
essere considerata come punto fondamentale di una concezione filosofica, come appunto
quella di Galileo.
Metodo e scienza
Galileo non scrive un’opera sul metodo come De Cart, ma si può ricavare dalle sue opere un
riferimento ad un idea metodologica generale.
Già Aristotele aveva detto che la prima cosa da fare era osservare i fenomeni ma Galileo specifica
l’attenzione alla analisi matematica. La novità è inoltre nell’esperimento scientifico, che da qui in poi
assumerà un importanza sempre maggiore, che si distingue dall’” esperienza” aristotelica.
ESPERIENZA ESPERIMENTO
Casuale Organizzato
Priva di teoria Basato su un’ipotesi
La mente è passiva La mente è attiva
Variabile libere [imprevedibili e non controllate] Variabile bloccate [controllato–viene cambiata
una sola variabile alla volta]
Moto
Aristotele credeva che i corpi tendessero a muoversi per ritornare al luogo di origine, e la loro velocità
fosse proporzionale al peso. Per dimostrarlo fece il famoso esempio della piuma e del sasso. Galileo
si contrappone ad Aristotele e cerca di dimostrarlo attraverso alcuni esperimenti. Una famosa prova
fu quella che fece in età giovanile, lasciando cadere due gravi, uno di legno e uno di piombo dalla
torre di Pisa. Disse che la velocità (o meglio, l’accelerazione) varia a seconda dell’attrito dei corpi.
Aristotele inoltre disse che la quiete era la condizione naturale dei corpi, mentre Galileo per primo si
oppose, dicendo che anche il moto rettilineo uniforme era la condizione naturale dei corpi.
il metodo consta di
momento risolutivo o
analitico
osservazione dei fenomeni
misurazione matematica dei
dati
ipotesi
momento compositivo o
sintetico
esperimento e verifica (cimento)
formulazione della legge