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UN’ EDIZIONE LIMITED EDITION SOLO PER NOI DELLA 2^A
Cari lettori, in questa edizione noi della 2^A abbiamo pensato ad un
numero speciale solo per la nostra classe!
Continuando a leggere scoprirete tutte le ultime novità di questi ultimi
mesi!
Viaggerete fra i macchinari della FAG Artigrafiche, gli eventi sportivi
scolastici, il nostro prezioso percorso di orientamento, la speciale uscita
didattica che si terrà a Città di Castello per ben due giorni: un concorso
musicale; inoltre leggerete della passione di un ragazzo della nostra
classe per i violini e molto altro…
a p
e
d
a
:
F
BACHECA EVENTI
4 Giugno: Saggio finale violini – Polo Piazza
5 Giugno: Torneo di basket “Giochi della Gioventù”- Alba
ore 20,45 “Les tableaux vivants”- Polo Piazza
6 Giugno: ore 20,45 Concerto Indirizzo musicale – Polo Piazza
8 Giugno: ore 20,45 Concerto Orchestra Provinciale – Piazza
Maggiore
9 Giugno: ore 9,00 Progetto “Conosci Mondovì”- Piazza
10 Giugno: Pranzo di fine anno – Sant’ Anna di Prea
IN QUESTO
NUMERO:
Direttore:
Sergio Cagnasso
Caporedattore:
Riccardo Somà
Segretario:
Andrea Avagnina
Editing:
S.Cagnasso, R.
Somà, A. Avagnina
2^A
VISITA ALLA FAG
artedì 10 aprile le classi 2a B,
2a C e 2a A sono andati in
pullman a Dogliani a visitare
lo stabilimento della FAG. Questo
stabilimento si occupa della
produzione di espositori, scatole ed
imballaggi in cartone. Quando siamo
arrivati ci ha accolto il responsabile alla
sicurezza che ci ha spiegato perché si
chiama, appunto, FAG (Ferrero Arti
Grafiche). Questo stabilimento è
diventato così grande partendo da una
piccola azienda famigliare negli anni
ottanta.
La vera e propria visita è incominciata
dal deposito delle bobine di carta che
arrivano a pesare fino a 1600 kg e
1500 m; la nostra guida
ci ha raccontato che ci sono diversi tipi
di cartone quelli di rivestimento e quelli
di imballaggio.
Dopo di che siamo passati alla prima
macchina: “La Copiatrice”; questa
macchina prende le bobine, lavora il
foglio di carta creando le ondine che
poi vengono incollate ai due pezzi di
rivestimento; l’ultimo processo è quello
in cui si tagliano, i fogli, in pezzi uguali
in base alla larghezza delle bobine. La
seconda macchina è “La Stampante”
quella che si occupa di stampare ogni
foglio; questa macchina è di ultima
generazione infatti è organizzata in sei
piccole stazioni: ad ogni stazione
corrisponde un colore che viene
applicato al foglio in modo separato da
ogni altro. Poi abbiamo visitato il
laboratorio in cui si fanno dei test sulla
resistenza al peso e al taglio, sulla
grammatura, …
La terza macchina formava, con una
pressa, le pieghe che nell’ultima
macchina venivano appunto piegate.
Prima però i fogli venivano tagliati, molto
velocemente, con una taglierina gigante;
l’operaio, che era di turno in
quelle ore, ci ha detto che la macchina
poteva raggiungere anche i 7000 fogli
l’ora. L’operazione di questa macchina
era completamente automatizzata da un
piccolo display.
Alla fine della visita, che è stata molto
interessante, alla reception ci hanno
dato dei pacchetti che contenevano dei
dolcetti Kinder.
Questa giornata ci è servita molto come
orientamento ad un possibile lavoro
futuro.
A. Arnaldi, T. Regis, L. Zucco
M
VISITA AL C.F.P.
CENTRO FORMAZIONE
PROFESSIONALE CEBANO -
MONREGALESE
Siamo andati a visitare, il 19 aprile, il
Centro di Formazione Professionale
dove, nella cucina, abbiamo preparato i
Baci di Dama; per questo impasto si
uniscono, nella planetaria (strumento
che ha due moti diversi: mentre la
macchina gira in una direzione, l’utensile,
invece, ruota nell’altra con la frusta o la
“foglia” o il “gancio”) gli ingredienti: 300 g
di farina, 300 g di burro, 300 g di farina
di nocciole (in teoria mandorle) e 220 g
di zucchero senza lievito.
Ci è stato spiegato che esistono due tipi
di lieviti diversi: il lievito chimico (per
dolci) che ha una lievitazione immediata
mentre il lievito di birra (per il pane) ha
una lievitazione meno immediata ma
veloce.
Dopo aver amalgamato il tutto, abbiamo
steso la carta forno sulle teglie (sia
bucate per la cottura a vapore sia quelle
normali per la cottura a ventilazione
forzata) per non far attaccare l’impasto.
Prendendo piccole quantità, otto di noi,
hanno appallottolato l’impasto
ponendolo sulle teglie ad una distanza
tale da non farlo attaccare durante la
cottura.
Il forno (a vapore o a cottura a secco) ha
bisogno di un preriscaldamento;
l'apparecchio inizialmente si scalda
arrivando ai 155 C° perché, quando si
apre lo sportello per infornare,
esce il calore e di conseguenza la
temperatura scende a 130 C°
(temperatura stabilita).
Successivamente il professore/cuoco ha
riempito un tegame d'acqua e l'ha
messo sulle piastre ad induzione (non a
gas perché non sarebbe stato a norma
con il resto della cucina); dopo ha
tagliato la tavoletta di cioccolato con un
coltello chiamato abbattitore e lo ha
messo a fondere a bagnomaria (il calore
è più delicato).
Abbiamo usato il cioccolato per le sue
proprietà eccitanti, energetiche e perché
accelera i battiti cardiaci.
Alla fine della cottura i biscotti entrano in
uno abbattitore (che può arrivare anche
a meno 18 C°: si formano piccoli cristalli
di ghiaccio; abbassa velocemente le
temperature 0 C° / 2 C° e congela in
modo rapido); abbiamo lasciato
raffreddare per circa tre minuti.
Infine con la sacca a poche (nome che
deriva dal francese e significa “interno
delle tasche”), costruita con la “carta
forno”, la nostra compagna Cristina ha
aggiunto il cioccolato su una parte del
biscotto e con l' altra lo ha chiuso.
Nella cucina inoltre ci sono differenti
macchinari:
-il frigorifero a temperatura forzata;
-il frigorifero normale dove si
conservano i cibi freschi ma non la frutta
e la verdura;
-il freezer (meno 18 C°) dove si
congelano i cibi;
-la macchina sottovuoto, dove si mette
in un sacchetto l'oggetto o il cibo definito
e la macchina toglie l'aria insieme a tutti
i microbi che vivono con essa
(anaerobi);
- la piastra dove si cucina come se fosse
una griglia; è in acciaio, come tutta la
stanza, per motivi igienici, perché così
gli alimenti non si depositano;
-friggitrice ad acqua (bollitore);
-affettatrice;
-lavastoviglie e disinfettante (lava a più
di 90 C°);
-lavabo a pedali perché così non si va in
diretto contatto con la leva;
-bidoni della spazzatura a pedali come il
lavabo
-macchina del caffè: una parte macina i
chicchi tostati dosando la polvere per
ogni caffè (7 gr.) e la pompa fa uscire
l'acqua.
Il risultato della seconda A è stato un
successo!!
Inoltre abbiamo visitato il laboratorio di
Informatica: ci hanno spiegato,
comunque, che alla base della
tecnologia c'è il disegno su carta con le
squadrette, prima di usare il computer.
Infatti, solo dopo aver elaborato il
progetto, si può passare sul computer,
utilizzando applicazioni che servono a
scrivere ma anche a disegnare.
Con l'aiuto del professore abbiamo
provato a costruire questo disegno
utilizzando Autocad (un’applicazione per
computer specifica per questo tipo di
lavoro):
A. Arnaldi, M. Manfredi,
T. Regis, L. Zucco
BILANCIO SULLE SCUOLE
SUPERIORI
Per noi l'orientamento è iniziato
quest'anno quando la professoressa
Guala ci informò che un giorno sarebbe
venuta una formatrice che ci avrebbe
illustrato le varie caratteristiche di una
scuola e ci fece dire quale scuola
avremmo voluto seguire per prepararci
al nostro lavoro ideale e lei ci diede delle
dritte su come raggiungere lo scopo
lavorativo.
Tra una lezione di orientamento e l'altra
siamo andati all' OPEN DAY delle scuole
superiori il 24 Marzo.
Il Liceo Classico come presagito si
studia molto grammatica e più in
generale le materie umanistiche, invece
lo Scientifico Tradizionale è più
indirizzato per la matematica, e come ci
ha illustrata la professoressa dell'Open
Day:
“Se non vi piace la matematica non
venite”.
L' insegnante dello Scientifico Scienze
Applicate ci ha informati che al contrario
dello Scientifico Tradizionale ci sono più
ore al laboratorio.
Il Liceo Economico-Sociale ti indirizza
da molte parti e quindi c'è vaga scelta di
lavoro.
Il Liceo Linguistico da aspettativa
bisogna essere appassionato per le
lingue.
Il Liceo Sportivo al contrario delle
aspettative è, come Scienze Applicate,
un Liceo Scientifico che è
secondariamente indirizzato allo sport e
il secondo con i laboratori.
La scuola del Geometra è molto
indirizzata sulla pratica , quale
misurazione del territorio. L'Alberghiero
come presagito è indirizzato soprattutto
sul alimentazione pur non trascurando le
materie “classiche”.
Ragioneria invece con le sue 400 ore di
alternanza scuola-lavoro è molto
proiettata per un lavoro quasi immediato
nel campo del commercio.
Ecco un grafico delle scuole visitate il 24
marzo sono andate 18 persone su 24:
H. Dersa, A. Ghirardi, D. Porta
UNO STRUMENTO PER AMICO: IL
VIOLINO
Il nostro compagno Jacopo per
questa passione forse frequenterà la
scuola per liutai a Cremona.
Il violino è uno strumento a quattro corde
che fa parte della famiglia degli archi,
questo strumento è molto difficile da
suonare, perché ci vuole tanto orecchio.
Le due tavole sono prevalentemente in
legno, tutto parte da due pezzi di legno
che vengono incollati tra di loro, tagliati
poi a metà e poi viene usato il metodo
della bombatura, consiste nel dare una
forma a cupola alle tavole.
La tavola superiore ha dei buchi,
chiamati effe.
Invece dentro al violino ci sono i
componenti più delicati: l’anima, che
permette il suono solo se le venature
sono nel senso opposto a quelle delle
tavole e la catena.
Le parti più fragili solo il ponticello e le
chiavi.
Il violino più costoso
Di violini ce ne sono di vari tipi ma quello
che sicuramente si conosce di più è uno
Stradivari, certi dei suoi violino sono
inestimabili, chissà come mai?
La sua particolarità è quella di avere
trovato la cifra perfetta della misurazione
del il ricciolo e della misura delle effe.
Una volta il manico si inchiodava sulla
cassa armonica, invece adesso si
incastra, questo è uno dei metodi per
riconoscere se un violino è vecchio a tal
punto di essere persino uno di Antonio
Stradivari.
Un altro è quello di guadare le estremità
delle “c” cioè le conche, se le punte sono
tagliate a metà.
Ci sono tanti altri metodi per riconoscerli
ma ce ne sarebbe da scrivere un libro,
adesso preferirei parlare di Stradivari.
Classico 5
Scientifico Tradizionale 7
Scienze Applicate 3
Economico-Sociale 2
Linguistico 3
Scienze Umane 1
Scientifico Sportivo 3
ITIS 2
CFP 1
Geometra 3
Alberghiero 1
Ragioneria 2
Agraria 1
Stradivari
Antonio Stradivari nato a Cremona nel
1644 e morto sempre lì nel 18 dicembre
1737, ha fatto sempre il liutaio i suoi anni
d’oro furono nel ‘700, quando, due secoli
prima ci fu una mini glaciazione che rese
il legno degli alberi più compatto quindi il
suono del legno dolce.
L. Airaldi, J. Calandri, E. Giordano
BAUDELAIRE: IL SIMBOLISMO DI UN “POETA MALEDETTO”.
La II A “Vola In Alto”... per incuriosirvi alla letteratura
Charles Pierre Baudelaire, nato a Parigi
nel 1821 e morto nell' omonima città nel
1867, è stato un poeta, scrittore, critico
letterario, critico d'arte giornalista,
filosofo e traduttore francese. È tuttora
considerato uno dei più importanti poeti
del XIX secolo, esponente chiave del
Simbolismo e grande innovatore. “Le
fleur de mal”, la sua opera maggiore, è
considerata uno dei classici della
letteratura francese e mondiale. Dopo
aver letto e analizzato le poesie
“Elevazione” e “Albatro”, abbiamo
provato a paragonarle tra loro.
L’ALBATRO
Spesso, per divertirsi, i marinai
catturano degli albatri, grandi uccelli
marini,
indolenti compagni di viaggio delle navi,
in lieve corsa sugli amari abissi.
Lo hanno appena posato sul ponte,
e già il re dell’azzurro, maldestro e
vergognoso,
pietosamente accanto a sé trascina
come fossero remi le grandi ali bianchi.
Com'è fiacco e sinistro il viaggiatore
alato
Lui, poco fa così bello, com’è comico e
brutto!
Qualcuno gli stuzzica il becco con la
pipa,
chi imita zoppicando, l’infermo che
volava!
Il poeta è come lui, principe delle nubi
che sta con l' uragano ride dell’arciere;
esiliato sulla terra fra gli scherni,
non riesce a camminare per le sue ali di
gigante.
ELEVAZIONE
Al di sopra degli stagni, al di sopra delle
valli,
delle montagne, dei boschi, delle nubi,
dei mari,
oltre il sole e l'etere, al di là dei confini
delle sfere stellate,
anima mia tu ti muovi con agilità,
e, come un bravo nuotatore che fende l'
onda,
tu solchi gaiamente, l'immensità
profonda con indicibile e maschia
volontà.
Via da questi miasmi putridi, va' a
purificarti nell'aria superiore,
e bevi come un puro e divide
il fuoco chiaro che riempie i limpidi
spazi.
Alle spalle le noie e i molti dispiaceri
che gravano col loro peso sulla grigia
esistenza
felice chi può con un colpo d'ala
vigoroso
slanciarsi verso campi luminosi e
sereni;
colui i cui pensieri, come allodolette
verso i cieli al mattino spiccano un
volo
- che plana sulla vita. e comprende
senza sforzo
il linguaggio dei fiori e delle cose
mute.
“Fuggi lontano da questi miasmi
ammorbanti e nell’aria superiore vola a
purificarti e bevi come un liquido divino il
fuoco che colma chiare le regioni
limpide”: il poeta fugge dall’angoscia
legata al pensiero dell’uomo e vola a
purificarsi negli spazi infiniti. Questo e
ciò che accade nella poesia
“Elevazione”.
Nella poesia “L'albatro“ il poeta è come
lui, principe delle nubi/ che sta con
l’uragano e ride degli arcieri,/ esule in
terra tra gli scherni, impediscono/ che
cammini le sue ali di gigante “; in questo
caso il poeta domina gli alti pensieri, sta
nelle difficoltà e ride di chi lo bersaglia, è
straniero sulla terra per le delusioni e
incomprensioni del volgo; la sua
capacità di elevarsi gli impedisce di stare
tra i comuni mortali.
Nella poesia L’albatro è espresso dal
poeta in modo più evidente il concetto di
drammaticità: l’albatro, viene catturato,
preso in giro, deriso, imitato e
bersagliato. Questo per dimostrare che
sulla terra non c'è spazio per il poeta
(come per l’albatro) che non viene
capito.
Invece nella poesia “Elevazione” viene
espresso dal poeta il concetto di
consapevolezza (di elevarsi): lo spirito si
libera sopra la vita dalle sue strettoie
banali e dai suoi pensieri; riesce a
cogliere l’autentico ed a intendere la
lingua dei fiori. Questo per dimostrare la
fortuna di colui che riesce a elevarsi.
Nella traduzione dal francese all’italiano,
purtroppo, si è persa la musicalità, ma
per farvene assaporare la bellezza ve ne
proponiamo alcuni versi:
Souvent pour s'amuser, les hommes
d'équipage
Prennent des albatros, vastes oiseaux
des mers,
Qui suivent, indolents compagnons de
voyage,
Le navire glissant sur les gouffre
amers.
E. Avico, S. Gavotto Canavero, , M.
Lanfranco M. Manfredi
ESPERIENZE IN CLASSE
Cosa ci è successo? I professori ci
trattano con freddezza e non capiamo
il perché. Se chiediamo ci dicono che
lo sappiamo già, se invece non
diciamo niente si mostrano sconvolti e
indignati. Dicono per il nostro
comportamento indisciplinato ma, tutti
noi sappiamo che non è solo per
questo … infatti alcuni giorni prima era
sorto un malessere tra noi, ma non ne
conoscevamo la ragione, almeno per
quel momento.
Per fortuna la professoressa Guala è
riuscita a capire il nostro stato generale
e il nostro desiderio di chiarirci, così,
una mattina, è entrata in classe
dicendo che ci avrebbe lasciato un
quarto d'ora per risolvere le
incomprensioni che si erano create e
ingigantite durante il corso del tempo.
Detto questo è uscita lasciandoci soli e
autonomi, abbiamo così provveduto ad
eleggere un capoclasse, ovvero una
persona che riuscisse mantenere
l'ordine all’interno dell'aula.
Così è cominciato il dibattito dove
ognuno è stato invitato ad esprimere il
proprio stato d'animo e le proprie
preoccupazioni riguardo all'andamento
complessivo della classe, e qui sono
finalmente sorti i problemi che avevano
angosciato noi e i nostri professori fino
a quel momento: non c'era niente di
vero! Tutto quello che era stato riferito
ai prof. erano solo voci! Voci passate di
bocca in bocca prima di arrivare al
diretto interessato! Neanche parole
nate nella nostra classe, ma bensì frasi
sorte in altre aule che poi sono state
riferite man mano a ragazzi che a loro
volta l’hanno riferite ad altri e così via
di persona in persona finché sono
giunte all’orecchio dei diretti
interessati.
Queste voci dicevano che alcuni di noi
“bullizzavano” dei nostri compagni:
quelle voci, però, non erano vere, ma
sono state ingigantite dai genitori di
quelli “presi di mira” che hanno
colpevolizzato alcuni di noi per colpe
inesistenti e di conseguenza i
professori e i genitori hanno iniziato a
“trattarci con freddezza”. Ma la cosa
peggiore è che non hanno lasciato ai
presunti "colpevoli" l'occasione per
discolparsi o, comunque, di spiegare
quello che era realmente accaduto. Poi,
per fortuna il momento ci è stato
concesso e, insieme abbiamo trovato il
modo di superarlo! Insieme siamo stati
capaci di eliminare il muro che si era
creato a metà della nostra classe
separandoci! Insieme siamo cresciuti e
comunque vada, qualunque
complicazione ci potrà essere
continueremo a farlo: siamo uniti,
siamo insieme, siamo più di una classe,
siamo la classe 2A e, se stiamo
insieme, probabilmente non ci sarà
niente che non riusciremo a fare!
E' ovvio, le difficoltà arriveranno, ma, la
prossima vota non ci sarà la
professoressa Guala ad aiutarci a
risolverli, dovremo essere noi che,
come una squadra, dovremo essere in
grado di sbrogliarcela autonomamente:
un giorno dovremo crescere, è una
cosa che fa paura ma prima o poi un
cambiamento bisognerà effettuarlo,
anche se non saremo pronti, anche se
ci potesse volere un eternità, tutti noi
sappiamo che, nella vita le cose
accadono anche quando non vogliamo
farle succedere. Questo percorso non
può essere affrontato da soli ma si
deve avere una persona accanto, non
importa chi: può essere una madre, un
padre, una amico... quello che è
importante è avere qualcuno che ti
aiuti, che ti inciti a continuare anche
quando sei sul punto di non farcela
più... e, come classe dobbiamo essere
tutti uniti, non essere tutti amici è
palese, ci sarà sempre qualcuno che
ha più in simpatia una persona
piuttosto che un'altra, ma quello che
conta davvero è che ognuno di noi
faccia parte di un solo elemento: la
classe!
Basta pensare ad un corpo umano:
ogni parte funziona singolarmente ma
c'è bisogno di tutti per mantenere
l'equilibrio e permettere la vita di un
singolo individuo...Facciamo tutti parte
di un'unica realtà e tutti noi siamo e
saremo sempre importanti allo stesso
modo! Siamo, e saremo sempre, una
famiglia!
C. Di Bono, S. Gavotto Canavero, M.
Lanfranco, E. Lombardi, C. Michelis
UN DOLCE DA MANGIARE…CON
GLI OCCHI!
Il mio dolce al cioccolato preferito è il
tortino al cacao con cuore caldo al
cioccolato; non lo mangio molto
spesso, solo quando vado al ristorante,
il che è succede abbastanza
raramente, ma forse è un bene; questo
mi fa apprezzare molto di più i momenti
in cui posso concedermi di gustare
questa prelibatezza al cacao. È
meraviglioso il momento in cui te lo
servono sul piatto e tu ammiri quel
prodotto dal dolce “cuore” cremoso che
ti inebria con il suo profumo! Che
delizia l’attimo in cui si affonda il
cucchiaino nel tortino e si raggiunge il
centro della su essenza…
Lì, in quel secondo, è come essere
trasportati in un’altra dimensione: il lato
della posata che si introduce in quel
delicato “scrigno” ne fa uscire al di fuori
il suo “tesoro”. Splendido! Ora arriva il
momento preferito da tutti: l’assaggio!
Ed ecco che il cucchiaio raccoglie, con
grazia quell’ opera d’arte, l’avvicina alla
bocca e…BUM! Un’ esplosine di
sapore che invade ogni centimetro del
palato: la crema che si amalgama con il
resto del dolce, con perfetta armonia:
non c’è elemento che prevalga sopra
gli altri, vanno tutti d’accordo tra loro: è
come la più dolce delle sinfonie! Un
cibo paradisiaco con tutta la sua
semplicità ma, allo stesso tempo,
incredibilmente forte, intenso
e…calorico!
Già purtroppo è vero che tutte le cose
belle, da qualche parte, devono avere
un difetto!
S. Gavotto Canavero
UN’ ESPERIENZA EMOZIONANTE
Concorso Musicale a Città di
Castello
Dopo molte prove e preparativi, che ci
hanno visti impegnati per tutto l’anno
scolastico, e in modo particolare a
partire da aprile, nei giorni 10 e 11
maggio, tutti noi 70 ragazzi che
frequentiamo l’indirizzo musicale,
abbiamo partecipato alla Ventesima
Edizione del Concorso Nazionale
“Zangarelli” a Città di Castello in
Umbria.
E’ stata un’esperienza indimenticabile:
l’ansia che gravava sulle nostre spalle
si è trasformata in un insieme di
adrenalina ed energia quando ci siamo
trovati davanti a giurie di esperti e ci
siamo confrontati con i talenti delle
altre ventidue scuole di tutta Italia.
Abbiamo proposto alle giurie una vasta
scelta di brani e di tipologie di
esecuzioni: dai solisti ai gruppi più
numerosi fino alla grande orchestra. Il
nostro impegno e la nostra dedizione ci
hanno portati a raggiungere ottimi
risultati e così facendo, tenere alto il
nome della nostra scuola e soddisfare i
nostri “proff” di Strumento, che ci
hanno guidati e seguiti ben oltre
l’orario di lavoro.
I brani da noi realizzati come orchestra
–Billy Jean di M. Jackson e Heart of
Courage di T. J. Bergersen- ci hanno
permesso di ottenere l’importante terzo
premio, da non sottovalutare perché le
orchestre piazzatesi ai primi posti sono
professionali e si esibiscono in tutta
Italia.
Oltre a essere stata una gita costruttiva,
è servita anche a creare nuovi legami
e a rafforzare le nostre amicizie.
Momenti non professionali, ma molto
piacevoli sono stati la cena raffinata in
hotel, la visita guidata dai ragazzi delle
medie di Città di Castello al borgo
medievale e, ovviamente, il
lunghissimissimo… viaggio.
Quindi al chitarrista G. Gregorio, alle
flautiste F. Valenza e P. Parretta, alle
pianiste E. Bracco e F. De Marchi e
alle violiniste M. Agosto e J. Marziliano,
va il nostro più caloroso “Grazie!”.
La 2^ A
IL SALUTO DELLA VOSTRA ”PROF”
Mondovì, 20 Maggio 2018
Carissimi Luca, Denisa, Andrea Arnaldi, Andrea Avagnina, Elisa, Stefano, Sergio,
Iacopo, Hossam, Cristina, Isabella, Sofia G., Andrea G., Emanuele G., Maddalena,
Emanuele L., Matilde, Carola, Danilo, Teresa, Tommaso, Sofia S., Riccardo e Luca: vi
domanderete perché l'elenco e non semplicemente “ ragazzi”: voglio che nel tempo,
perché questo giornalino lo conserveremo tutti come una preziosa tappa del nostro
cammino insieme, i vostri nomi consentano di ricordare nitidamente il vostro volto, il
vostro essere.
Sono piuttosto frastornata, mille pensieri “frullano” nel mio cervello e soprattutto
nel mio cuore; cercherò di dar loro forma.
Ricordate il nostro primo incontro? Voi timorosi, un po' prevenuti dalle informazioni
ricevute sulla “terribile prof. Guala”; io felice di conoscervi e di entrare al più presto in
sintonia con voi, attraverso una metafora che ben ricordo:” La classe, alunni e
insegnanti, è come un motore portentoso di una fuoriserie, in cui tutti gli ingranaggi
devono funzionare in armonia, altrimenti il motore ”batte in testa”. Ricordate?
E così abbiamo percorso il nostro cammino di crescita reciproca: come ogni cammino
ci sono stati ostacoli, momenti di grandi voli e di accelerate, altri di difficoltà, in cui il
motore arrancava e addirittura sembrava fermarsi.
Ma non ci siamo mai arresi, e questo ci ha fatto crescere sia umanamente che
culturalmente.
Ora la nostra strada” ministeriale” si interrompe: mi attende la pensione, parola che mi
spaventa da un lato e dall'altro mi fa pensare ad un cambio di ritmi e possibilità; ma il
nostro “rapporto” non si interrompe al 9 Giugno 2018, o meglio al 10 giorno della
super mega festa di fine anno a casa di Sofia!
Io ci sarò sempre: mi farà piacere ricevere vostre notizie, qualche volta incontrarci se
lo desidererete; la mia porta del cuore rimarrà sempre aperta.
Siete ragazzi stupendi: avete una gran voglia di scoprire il nuovo, vi buttate a capofitto
in mille esperienze, dimostrate curiosità e questo è elemento fondamentale per una
vita piena.
Qualcuno di
voi ha dato
il massimo
che poteva
sempre,
qualcuno a
ritmo
alterno,
qualcun
altro deve
ancora
trovare il
ritmo giusto
ma,
crescendo, e con la volontà ci riuscirà.
Siete nella prima adolescenza, con le sue contraddizioni, l'andamento ad altalena, un
giorno padroni del mondo in modo anche eccessivo, altri sotto terra: è tutto normale,
anch'io – e lo so che viene riesce difficile pensarlo – ho provato tutto questo, in
un'adolescenza segnata anche da profonde sofferenze che mi hanno fatta crescere
prima.
Abbiamo condiviso momenti allegri ma anche molto tristi, profondi, e siamo stati uniti.
Cosa augurarvi? Continuate così, imparate ad assaporare ogni momento che la vita vi
offre, non passate i giorni lasciandovi vivere, operate scelte consapevoli delle
conseguenze, soprattutto ogni giorno abbiate rispetto di voi.
Questo, penso, sia il punto fondamentale: non agite d'impulso – anche se nella
società di oggi sembra non trovare spazio la ragionevolezza – prendetevi i tempi
giusti per decidere, mettetevi dei “paletti” per tracciare la vostra strada, sarà
impegnativo ma il risultato sarà sicuro.
Sapete il mio amore per “Il piccolo Principe”: voi siete stati come la rosa: vi ho accuditi,
vi ho protetti (nel senso non di “regalarvi caramelle” ma di cercare di capirvi), per me
siete “speciali”.
Grazie per avermi permesso di concludere la mia carriera con entusiasmo, con mille
attività e progetti realizzati insieme!
Un abbraccio a tutti, con l'affetto che ci ha uniti
la vostra prof ”la Guala”
LETTERA DI RINGRAZIAMENTO PER LA PROFESSORESSA GUALA
Cara professoressa Guala,
Di tutti i suoi anni di lavoro, ne abbiamo potuti assaporare solamente due, ci sono
però bastati per imprimere nella nostra mente i tratti della sua sapienza. Lei, ha
saputo insegnarci a diventare uomini e donne come fossimo i suoi figli.
Inizialmente eravamo impauriti dal nuovo ambiente e soprattutto, lo ammettiamo, da
lei. Tuttavia, dopo aver imparato a conoscerla, abbiamo trovato in lei più di una
professoressa, una persona della quale poterci fidare e confidare.
Con vari sforzi, è riuscita a unire noi petali, in un unico fiore: la nostra classe.
Severa, sì lei è severa, ma, a questo punto, una domanda ci sorge spontanea:
COME FAREMO SENZA DI LEI?
Senza i suoi consigli, i suoi richiami … i suoi 4 (ai quali noi siamo
abbonati!!!)……..Dovremo farcene una ragione, lei ci ha dato tutto e noi le saremo per
sempre grati, continueremo il nostro percorso scolastico con una parte di lei dentro di
noi.
Le vogliamo tanto bene, resterà sempre nei nostri cuori.
2^A